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Il cristianesimo nel I secolo
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!style="background: #2F4F4F; color: white; font-weight: bold; font-size: 0.85em; text-align: center; width: 270px; padding: 3px;" colspan=3|Cronologia del I secolo di Cristianesimo
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| valign="top" style="font-weight: bold; font-size: 1em;"|[[Immagine:AntelamiDeposition.jpg|100px]]
| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |In verde gli eventi favorevoli al diffondersi del cristianesimo; in rosso quelli contrari
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| valign="top" style="font-weight: bold; font-size: 1em;"|ANNO
| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |'''EVENTO'''
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| valign="top" style="font-weight: bold; font-size: 1em;"|1 a.C. (753 ''[[ab Urbe condita]]'')
| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |Nascita di [[Gesù]] secondo il calcolo di [[Dionigi il Piccolo]]
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Crocefissione]] di Gesù
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Lapidazione]] di [[Santo Stefano (martire)|Stefano]]
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Paolo di Tarso|Paolo]] in [[Asia minore]] (primo viaggio)<br>[[Concilio di Gerusalemme]]: i [[gentili]] sono liberi di fronte alla legge
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |Un tale ''Chrestus'' a [[Roma]] ([[Svetonio]], ''[[Vite dei dodici Cesari]]'')
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |Paolo in [[Grecia]] (''[[Prima lettera ai Tessalonicesi]]'') (secondo viaggio)
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |Paolo in [[Asia minore]] (''[[Prima lettera ai Corinzi|Prima]]'' e ''[[Seconda lettera ai Corinzi]]'') (terzo viaggio)
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |Paolo viaggia in prigionia verso [[Roma]] (passando per [[Siracusa]]) (quarto viaggio)
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Grande incendio di Roma]]
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Prima guerra giudaica|Rivolta della Giudea]]<br>I cristiani a [[Pella (Giordania)|Pella]]
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |''[[Vangeli sinottici]]''
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| valign="top" align="left" style="border-bottom: 1px solid #dcdcdc;" |[[Persecuzione]] di [[Domiziano]]<br>Scritti di [[Giovanni Evangelista]]
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{{risorsa|tipo=lezione|materia1=Storia romana||avanzamento=50%}}
== Le prime comunità cristiane (33-144) ==
Una piccola e povera comunità che offriva speranza ai delusi e aiuto ai derelitti si propagò e si ingrandì come un incendio in tutto l'impero. Nel giro di pochi anni lo spirito dell'uomo trovò la salvezza che andava cercando da secoli. Era la prefigurazione dell'imminente decadenza della società romana, non più in grado di offrire un valido sostegno al bisogno di pace e sicurezza, sia della gente comune sia degli intellettuali. La nuova comunità era in dichiarata opposizione al dominio imperiale e fin dal I secolo incorse in momenti di intensa repressione. D'altra parte lo Stato le riconosceva almeno un'esistenza giuridica e le concesse ampi periodi di tolleranza.
L'espansione fra gente di estrazione culturale differente causò interminabili dibattiti che scaturirono in diatribe teologiche riguardanti soprattutto la "divinità" di [[Gesù]]. L'impegno contro le [[w:Dottrine cristologiche dei primi secoli|dottrine diverse]] contribuì all'evoluzione delle prime comunità verso una struttura organizzativa centralizzata, occupata, fra l'altro, a stabilire i canoni della [[dottrina cristiana]]. In pochi secoli il dibattito [[scienza|scientifico]], filosofico e [[antropologia|antropologico]] riguardanti la natura dell'[[essere umano|uomo]], del [[universo|cosmo]] e del [[fato|destino]] si sarebbero concentrati sulla [[teologia|discussione teologica]] attorno alle [[trinità|tre persone]] - che in latino vuol dire "aspetti" - della divinità: [[Dio]], [[Spirito Santo]] e [[Gesù|Cristo]].
== Cristianesimo ed ebraismo ==
Nato e cresciuto in villaggi poco [[w:Romanizzazione (storia)|romanizzati]], il [[Cristianesimo]] si separò presto dall'[[ebraismo]] aprendosi alle aspirazioni universali del mondo greco-romano. Con la predicazione dell'[[Turchia|anatolico]] [[w:Paolo di Tarso|Paolo di Tarso]] e l'accettazione dei [[Paganesimo|pagani]] convertiti, la nuova religione si distaccò dalle ferree tradizioni dovute alle origini [[Giudaismo|giudaiche]].
== La pietas dei romani ==
Nonostante la religione avesse un ruolo di valori solo ''di culto civile'' nella società romana, alla base dell'azione dello Stato stava comunque la concezione che l'[[impero romano|impero]] fosse guardato benevolmente da tutti gli dei, ossia dalla sfera divina nel complesso. Fin dall'inizio della sua storia la città di [[Roma antica|Roma]] aveva accettato volentieri la protezione delle divinità locali.
La [[w:tolleranza|tolleranza]] intesa come [[w:giustizia|giustizia]] è forse la caratteristica positiva più tipica della romanità. Il villaggio protostorico di Roma si era sviluppato fra diverse tendenze ed esigenze di vari abitati collinari uno vicino all'altro, e presto fu a contatto con l'influenza di civiltà più avanzate, quella [[Etruria|etrusca]] e quella [[Grecia antica|greca]], con cui riuscì a stabilire una buona convivenza reciproca. Le prime leggi scritte, raccolte nelle “dodici tavole”, sebbene rozze, mostrano questa preoccupazione di rendere facilmente comprensibile il diritto, cioè la “giustizia”, compatibilmente all'effettivo potere dei singoli o dei gruppi sociali.
Mille anni dopo, avendo conquistato un'estesa gamma di "stati" e di "divinità" - nonostante un indubbio attaccamento alla propria religione - l'impero, non più solo "romano", si poté dimostrare facilmente tollerante verso i nuovi culti: gli dèi delle nuove popolazioni conquistate venivano costantemente assimilati o aggiunti a quelli del pantheon romano. Non si vedeva una grossa differenza fra le varie religioni, e tutte sembravano accettare più o meno volentieri la presenza del potere imperiale. D'altra parte la religione arcaica era stata fortemente ellenizzata e orientalizzata spontaneamente seguendo l'espansione dell'impero.
== L'intolleranza verso la guida religiosa ==
Se la religione dei popoli conquistati aveva, invece, un ruolo talmente importante nella comunità locale da porsi come alternativa alle istituzioni e alla guida dello Stato, allora veniva repressa con tutta la forza possibile. Così sembra si fosse comportato [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] (100-44 a.C.) nei confronti del [[druidismo]] celtico.
L'[[ebraismo]] era in una situazione ambigua: anche se fondamentale per la guida del suo popolo, non era di facile diffusione; basta pensare alla [[circoncisione]]. Solitamente veniva tollerato proprio per la sua tendenza a rimanere etnicamente circoscritto, ma in diverse occasioni fu utilizzato come capro espiatorio e gli ebrei furono puniti più volte per i loro tentativi di resistenza, ad esempio con la distruzione di [[Gerusalemme]] nel [[70]] d.C.
Il cristianesimo delle origini era una branca dell'ebraismo, e come tale venne considerato per un certo periodo anche quando se ne separò: spesso i provvedimenti giuridici erano poco chiari e valevano per entrambe le religioni.
La stragrande maggioranza dei popoli antichi era [[politeismo|politeista]]: riteneva che i vari aspetti della realtà, o i vari popoli, avessero un [[dio]] specifico, una sfera protettiva particolare. Quasi ogni aspetto della realtà poteva essere considerato degno di adorazione. Il fatto che la realtà fosse una e molteplice allo stesso tempo non sembrava per nulla contraddittorio. Quelli che credevano in un solo dio invece sembravano negare la sacralità di tutti i possibili aspetti del creato ad eccezione di un solo aspetto, cioè proprio la sua unicità. Ai pagani i monoteisti sembravano intolleranti, irrazionali, o quantomeno egoisti.
== La repressione ==
I cristiani delle origini, allo stesso modo degli ebrei, si riconoscevano come una comunità all'interno della comunità dello stato romano: spesso rifiutavano di prestare servizio militare. E spesso rifiutavano anche di assumere impegni sociali o civili. E tutto questo in nome dell'uomo, della [[pace]], della giustizia, senza l'uso di armi. Come l'ebraismo, il movimento minava le basi stesse della [[società]], condannando l'idea della dominazione imperiale, sovvertendo i valori tradizionali romani e ponendosi come unica [[fede]] possibile. La nuova religione, però, si allontanò dall'esclusivismo ebraico, aprendosi volentieri alla diffusione presso i [[paganesimo|pagani]]: subito dopo la conquista della [[Giudea]] da parte dei romani, in seguito alla conversione dell'[[w:Anatolia|anatolico]] [[Paolo di Tarso]], i cristiani decisero che tutti potevano convertirsi senza essere circoncisi e senza adottare le particolari forme di vita tipiche della ristretta comunità ebraica.
Dopo la punizione che i romani inflissero agli ebrei con la distruzione totale di Gerusalemme nel [[70]] e la successiva [[diaspora]] (una delle tante) le prime comunità cristiane di provenienza ebraica sopravvissero fra [[Siria]] ed [[Israele]] in un progressivo isolamento, fino alla scomparsa totale. Nel frattempo crebbero molto le comunità paoline, quelle fondate da Paolo, stanziandosi nelle grosse città greco-romane. Paolo di Tarso era un ebreo benestante ben integrato nell'ambiente greco-romano che si era convertito dopo la morte di [[Gesù]] e che vedeva nella nuova religione la possibilità di "salvezza" del mondo intero, possibilità che, in qualche modo, era aspettata da molti altri. La sua predicazione ruppe con le tradizioni del popolo ebraico e abbracciò le aspirazioni universali dell'unificazione culturale [[w:Ellenismo|ellenistica]]. Paolo, cercando l'integrazione e la diffusione nel resto del mondo greco-romano, ampliò la base sociale e numerica della nascente "Chiesa". Gesù aveva predicato di guardare dentro di sé e di non assuefarsi alle regole stantìe della società contemporanea. Paolo promise a tutti la salvezza eterna, chiedendo in cambio solo di credere.
Più che a provocare una difficile rivolta interna all'animo umano, oppure un'inutile rivolta alle istituzioni - rivolte che avevano portato il [[w:Messia|Messia]] ad essere crocifisso - l'operato di Paolo puntò ad infondere pace e sicurezza all'intera popolazione, straziata da centinaia d'anni di guerre e violenze. Fu Paolo ad affermare la preminenza della [[fede]] rispetto alle opere, la preminenza dello spirito sulla materia. Convertendosi e semplicemente credendo, ogni persona avrebbe partecipato alla venuta del "[[Regno di Dio]]", che, secondo le visioni di allora, non era affatto lontana. Paolo credeva che Gesù fosse ''Christos'', cioè il "sacro Messia", il salvatore aspettato dagli ebrei, ma lo identificò anche come "figlio di Dio", espressione che, in un mondo totalmente politeista, identificava in pratica un dio a sua volta. Paolo promosse coscientemente il culto della personalità di Gesù. E iniziò a parlare dei "cristiani" come separati dagli ebrei. I successivi due secoli, però, sarebbero stati caratterizzati dallo scontro sempre più forte fra il [[monoteismo]] (culto di un solo dio) e il [[politeismo]] (culto di molti dei). Il culto verso la persona di Gesù, appaiandosi al culto verso il Dio Padre e poi verso la Madre di Dio, avrebbe comportato numerosi [[w:Dottrine cristologiche dei primi secoli|problemi dottrinali]] alla futura Chiesa, tendenzialmente monoteista.
Il cristianesimo faceva breccia nella popolazione impoverita, ma anche in strati sociali più abbienti. I suoi valori offrivano delle vie di fuga all'angoscia e alla disperazione causate da continue guerre e dal malessere dilagante. Segnatamente il cristianesimo si rivolgeva anche al mondo femminile, un mondo escluso quasi totalmente dalla vita pubblica di allora. La nuova religione si diffuse rapidamente, anche grazie alla predicazione di profeti itineranti che ripetevano l'esperienza messianica e rapidamente incorse in vari tentativi di repressione, che a volte raggiunsero livelli maniacali. A Roma si parlava con orrore dei "culti giudaici", nacquero leggende metropolitane e i cristiani furono utilizzati, allo stesso modo degli ebrei, come capro espiatorio per qualsiasi "colpa" o disastro impressionante. Il martirio di [[w:Pietro apostolo|Pietro]] e di Paolo (fra il 64 e il 68) è da ricollegarsi a questo tipo di dicerie e paranoie, particolarmente vivide alla corte di [[Nerone|Nerone]] (54-68).
Dalle imprese di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e di [[w:Augusto (imperatore romano)|Augusto]] (27 a.C.-14 d.C.) era passato ben poco tempo, e alcuni imperatori iniziavano già a considerarsi delle [[w:divinità|divinità]], ancor prima di essere dichiarati tali dai loro successori. Roma aveva lasciato quasi intatte le strutture socio-politiche preesistenti alla sua conquista: il riconoscimento pubblico della sovranità romana avveniva proprio attraverso il culto di Augusto e di Roma, un culto formale, civico e politico, che gli stessi romani non ritenevano pregnante dal punto di vista spirituale. La sua funzione era appunto formale: era una specie di dichiarazione di fedeltà, un giuramento allo stato romano. Ad ogni modo, chi credeva in un'unica divinità e rifiutava di adorare formalmente il sovrano veniva incriminato per lesa maestà e [[ateismo]]. Lesa maestà nei confronti dell'imperatore e ateismo nei confronti della divinità in generale. I cristiani cioè rifiutavano il concetto di divinità a degli "esseri" che altri consideravano i veri dèi.
Dopo le prime repressioni di una piccola setta, figlia di quella ebraica, notoriamente anti-romana, sul finire del I secolo, venne messa seriamente in dubbio l'esistenza stessa del cristianesimo. L'imperatore [[w:Domiziano|Domiziano]] (81-96), forse in seguito all'esplosione del [[Campania|Vesuvio]] (79 d.C.), ordinò la prima persecuzione direttamente mirata contro il cristianesimo, che, pare, fosse già professato persino alla corte imperiale. Questa persecuzione fu accompagnata dal fiorire delle [[w:apocalisse di Giovanni|visioni apocalittiche]], influenzate dal clima tragico in cui viveva la prima comunità cristiana, ancora incerta sul suo futuro.
In ogni caso la società greco-romana nel suo complesso stava attraversando una fase di crisi strisciante e prolungata. Per le comunità paoline sopravvissute alla repressione, la ricerca della pace implicava anche di cercare la collaborazione fra lo stato romano e la ''chiesa primitiva'', che veniva effettivamente percepita come una nuova istituzione. Sembra che le autorità romane abbiano riconosciuto le comunità cristiane almeno come "associazioni di culto per i morti". Fra il I ed il II secolo nella comunità religiosa cristiana nacquero i prodromi della chiesa - ministeri e servizi - perché aumentavano sempre di più i fedeli e l'esigenza di una migliore organizzazione.
== La tolleranza ==
Resistendo tenacemente e continuando a proliferare, il cristianesimo delle origini si guadagnò lunghi periodi, se non proprio di assoluta libertà, almeno di tolleranza e possibilità di organizzarsi. Nel frattempo, mentre alcuni cristiani accusavano l'impero di fondarsi su sacrifici a potenze demoniache, ai romani, che erano sempre stati un popolo pratico, divenne abbastanza chiaro che i cristiani stessi non facevano strani rituali né complottavano contro l'imperatore.
Nel II secolo, il "periodo d'oro" dell'Impero, come detto i cristiani godevano dello stato di "associazione per il culto dei morti" e furono perseguiti dalla legge solo se venivano accusati di persona in modo esplicito, tramite denunce private, per i reati suddetti di ateismo, lesa maestà o crimini contro la società. Al contrario degli imperatori del I secolo, che avevano trattato con una comunità piccola e poco conosciuta e quelli del II secolo, in genere, riconobbero i diritti dei cristiani ad essere "normali" cittadini, come gli altri. E si adoperarono anche per evitare calunnie palesi, o faziose, da parte di privati facoltosi, oppure inutili linciaggi da parte della popolazione, sempre pronta a facili entusiasmi e a scaricare le proprie paure attraverso capri espiatori.
== Un'organizzazione comune: l'ekklesia christiana ==
In seguito alla diffusione e all'accettazione dei pagani presso le comunità paoline, dunque, la nuova religione cominciò ad avere un peso numerico rilevante. Si stima che nel corso del primo secolo gli adepti siano cresciuti fino a circa 150.000. Il culto si stava aprendo sempre più al mondo esterno. Il popolo mischiava il cristianesimo col [[paganesimo|paganesimo]], gli amministratori immettevano usanze romane nel vestiario e nella prassi, gli studiosi cercavano di interpretare i testi sacri attraverso la [[ellenismo|cultura greca]].
Tutto questo rimescolamento diede vita a numerose dispute teologiche. Contro il proliferare delle fazioni, la piccola realtà ebraico-cristiana tendeva gradualmente alla formazione di una vasta rete internazionale, una grande ''ekklesia'', in greco "riunione" o "assemblea", che cercasse di stabilire l'organizzazione comune e la visione unitaria della dottrina e dell'idea stessa che ci si poteva fare della personalità di Cristo.
In seguito alla predicazione di [[w:Paolo di Tarso|Paolo di Tarso]], Gesù stava diventando il vero oggetto di culto e questo aspetto iniziava a rendere evidenti le contraddizioni delle credenze monolitiche di chi condannava il [[politeismo|politeismo]]. I responsabili delle varie comunità, i [[w:vescovo|vescovi]], e in modo particolare [[w:vescovo di Roma|quello di Roma]], si preoccuparono subito di stabilire i precetti che dovevano essere seguiti da tutta la comunità di fedeli. Si voleva che la nuova istituzione restasse unita e fosse una "grande casa" per l'uomo. Le opinioni diverse, che venivano chiamate col termine greco [[eresia|''eresis'']], che vuol dire semplicemente "scelta", dapprima vennero combattute col dialogo e, successivamente, furono condannate con sempre maggiore vigore.
== Bibliografia ==
[[Categoria:Cristianesimo]]
[[Categoria:Storia antica]]
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Grammatiche: equivalenze, forme normali e trasformazioni
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{{risorsa|tipo=lezione|materia1=Linguaggi formali e automi|avanzamento=100%}}
Introduciamo in questa lezione altri concetti delle grammatiche che ci aiutano a definire i linguaggi formali.
== Equivalenza di due grammatiche ==
Dividiamo l'equivalenza di due grammatiche in due tipi: '''equivalenza forte''' (detta anche '''equivalenza strutturale''') e '''equivalenza debole'''.
:Due grammatiche <math>G</math> e <math>G'</math> sono '''debolmente equivalenti''' se generano lo stesso linguaggio <math>L(G)=L(G')</math>.
Si noti che con questa definizione le due grammatiche possono generare una stessa stringa attraverso due differenti alberi di derivazione. L'albero di derivazione utilizzato si dice '''assegnato''' a una stringa.
:Due grammatiche <math>G</math> e <math>G'</math> sono '''fortemente o strutturalmente equivalenti''' se sono debolmente equivalenti '''e''' gli ''alberi di derivazione condensati'' sono uguali.
Quindi alla luce delle definizioni, se una grammatica è fortemente equivalente è anche debolmente equivalente, ma non viceversa. Stabilire se due grammatiche sono debolmente equivalenti è un '''problema indecidibile''', viceversa stabilire se due grammatiche sono fortemente equivalenti è un '''problema decidibile'''.
=== Esempio ===
Vedi la [[Grammatiche: equivalenze, forme normali e trasformazioni - Esercizi|pagina degli esercizi]].
== Grammatiche in forma normale ==
Le forme normali sono regole che permettono di modificare una grammatica senza però variarne il linguaggio generato. Queste forme sono molto usate in teoria per semplificare dimostrazioni di teoremi. Tuttavia nella pratica non sono molto usate, perché introducono una forma prolissa e poco leggibile. L'importanza di queste forme sarà più chiara nelle prossime lezioni.
Nella prossima sezione vedremo come avvengono le trasformazioni, qui ci limitiamo a elencare le forme normali:
* '''grammatica senza termini annullabili''': una grammatica che non presenta in nessuna regola (ad eccezione dell'assioma) un termine annullabile, ovvero non presenta <math>\epsilon</math> nella sua definizione.
* '''grammatica non ricorsiva a sinistra''': come dice il nome, è una grammatica che non presenta regole ricorsive a sinistra; le regole ricorsive si presenteranno tutte nella forma a destra <math>A\ \to\ \phi\ A\ |\ ...</math>
* '''grammatica in forma di Chmosky o binaria''': le regole della grammatica si presentano solo in due forme:
** omogenea binaria: <math>A\ \to\ BC,\ \ \ B,C\in V</math>
** terminale con ''singleton'' a destra: <math>A\ \to\ a \in \Sigma</math>
* '''grammatica in forma real-time''': ogni regola inizia con un terminale, cioè ogni regola è nella forma <math>A\ \to\ a\ \alpha</math> con <math>a \in \Sigma,\ \ \ \alpha \in \{\Sigma \cup V\}^*</math>
* '''grammatica in forma di Greibach''': ogni regola inizia con un terminale seguito da uno o più non terminali, cioè ogni regola è nella forma <math>A\ \to\ a\ \alpha</math> con <math>a \in \Sigma,\ \ \ \alpha \in V^*</math>
Attraverso la forma di Chmosky, nell'albero di sintassi un nodo può avere come figli (di primo grado) solo due non terminali o un terminale.
== Trasformazioni di grammatiche ==
Definiamo inizialmente alcune operazioni che poi utilizzeremo per portare le grammatiche in forma normale.
=== Espansione di un non terminale ===
Come dice il titolo, un'operazione molto semplice consiste nel sostituire ovvero espandere un nonterminale:
:<math>A\ \to\ \alpha B \gamma</math>
:<math>B\ \to\ \beta_1\ |\ \beta_2\ |\ \beta_3\ |\ ...</math>
Diventa:
:<math>A\ \to\ \alpha \beta_1 \gamma\ |\ \alpha \beta_2 \gamma\ |\ \alpha \beta_3 \gamma\ |\ ...</math>
:<math>B\ \to\ \beta_1\ |\ \beta_2\ |\ \beta_3\ |\ ...</math>
=== Eliminazione dell'assioma nella parte destra ===
Senza perdere di generalità è possibili eliminare tutti gli assiomi che compaiono nella parte destra di ogni regola semplicemente introducendo un nonterminale:
:<math>S_0\ \to\ S</math>
e poi sostituirlo a tutte le occorrenze dell'assioma.
=== Costruzione della forma normale senza nonterminali annullabili ===
L'algoritmo per riportare una grammatica in forma normale senza nonterminali annullabili è rappresentato dai seguenti 4 passi:
* Calcolare l'insieme <math>null</math> che rappresenta un sottoinsieme di <math>V</math> (non terminabili), con la proprietà di essere annullabili;
* Per ogni regola <math>r \in P</math> aggiungere un'alternativa ottenuta eliminando nella parte destra tutti i nonterminali annullabili;
* Rimuovere tutte le regole vuote nella forma <math>A \to \epsilon</math> ad eccezione dell'assioma;
* Pulire la grammatica e rimuovere qualsiasi circolarità.
'''Esempio''':
Grammatica di partenza:
: <math>S \to SAB\ |\ AC</math>
: <math>A \to aA\ | \varepsilon</math>
: <math>B \to bB\ | \varepsilon</math>
: <math>C \to cCc\ |\ c</math>
Grammatica in forma normale:
: <math>S \to SAB\ |\ AC\ |\ SA\ |\ SB\ |\ C</math>
: <math>A \to aA\ |\ a</math>
: <math>B \to bB\ |\ b</math>
: <math>C \to cCc\ |\ c</math>
=== Copia ed eliminazione di regole ===
Definiamo un insieme <math>Copy(A)\subseteq V</math> come l'insieme dei non terminali in cui il non terminale <math>A</math> può essere copiato, eventualmente transitivamente:
:<math>Copy(A) := \{ B \in V\ |\ \exists \text{ a derivation } A \overset{*}{\Rightarrow} B \}</math>
La computazione di questo insieme può essere eseguita come:
:<math>A \in Copy(A)</math>
:<math>C \in Copy(A) \text{ if } (B\in Copy(A)) \land (B \to C\ \in P)</math>
=== Forma normale di Chomsky ===
Si procede come segue:
* Se la stringa vuota appartiene al linguaggio si aggiunge <math>S\to \varepsilon</math> all'insieme delle regole;
* Per ogni regola del tipo <math>A_0 \to A_1A_2A_3...A_n</math>:
** si aggiunga una regola del tipo <math>A_0 \to <A_1><A_2A_3...A_n></math> (dove i termini tra parentesi angolari sono nonterminali temporanei)
** si aggiunga un'altra regola <math><A_2A_3...A_n> \to A_2A_3...A_n</math>
** infine se <math>A_1 \in \Sigma</math> si aggiunge <math><A_1>\to A_1</math>
=== Conversione delle ricorsioni ===
Questa operazione porta la ricorsione da sinistra a destra, per portare la grammatica nella relativa forma normale. Questa forma normale tornerà utile nel design dei parser top-down.
Spieghiamo con un esempio esplicativo:
Grammatica di partenza:
: <math>A\ \to\ A\beta_1\ |\ A\beta_2\ |\ ... A\beta_h</math>
: <math>A\ \to\ \gamma_1\ |\ \gamma_2\ |\ ... \gamma_k</math>
Si introduce un nuovo non terminale <math>A'</math>:
: <math>A\ \to\ \gamma_1\ |\ \gamma_2\ |\ ... \gamma_k | \gamma_1A'\ |\ \gamma_2A'\ |\ ... \gamma_kA'</math>
: <math>A'\ \to\ \beta_1A\ |\ \beta_2A\ |\ ... \beta_hA | \beta_1\ |\ \beta_2\ |\ ... \beta_k</math>
Non è sempre possibile riportare le grammatiche in questa forma normale.
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Alexis Jazz
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Updating gadget usage statistics from [[Special:GadgetUsage]] ([[phab:T121049]])
wikitext
text/x-wiki
{{#ifexist:Project:GUS2Wiki/top|{{/top}}|This page provides a historical record of [[Special:GadgetUsage]] through its page history. To get the data in CSV format, see wikitext. To customize this message or add categories, create [[/top]].}}
I dati che seguono sono estratti da una copia ''cache'' del database, il cui ultimo aggiornamento risale al 2022-07-23T09:00:10Z. Un massimo di {{PLURAL:5000|un risultato è disponibile|5000 risultati è disponibile}} in cache.
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! Accessorio !! data-sort-type="number" | Numero di utenti !! data-sort-type="number" | Utenti attivi
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* [[Speciale:GadgetUsage]]
* [[w:en:Wikipedia:GUS2Wiki/Script|GUS2Wiki]]
<!-- data in CSV format:
CatWatch,10,1
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NamespacePreload,1,1
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Orologio,16,2
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RcColor,15,2
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Toolbar,22,2
WikidataInfo,12,1
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