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Full Metal Jacket
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2022-08-23T15:04:39Z
82.55.166.166
/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{nota disambigua|i proiettili Full metal jacket|[[Pallottola incamiciata]]}}
{{Film
|titoloitaliano=Full Metal Jacket
|immagine=Full Metal Jacket Logo.png
|genere=drammatico/guerra
|regista=[[Stanley Kubrick]]
|soggetto=''[[Gustav Hasford#Nato per uccidere|Nato per uccidere]]'' di [[Gustav Hasford]]
|sceneggiatore=Stanley Kubrick, [[Michael Herr]], Gustav Hasford
|produttore=Stanley Kubrick
|attori=
*[[Matthew Modine]]: Soldato "Joker"
*[[Adam Baldwin]]: "Animal Mother"
*[[Vincent D'Onofrio]]: Soldato "Palla di Lardo"/Leonard Lawrence
*[[R. Lee Ermey]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Dorian Harewood]]: "Eightball"
*[[Kevyn Major Howard]]: "Rafterman"
*[[Arliss Howard]]: Soldato "Cowboy"
*[[Ed O'Ross]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[John Terry]]: Tenente Lockhart
*[[Kieron Jecchinis]]: "Crazy Earl"
*[[Kirk Taylor]]: Soldato Payback
*[[Tim Colceri]]: "Doorgunner"
*[[Jon Stafford]]: "Doc Jay"
*[[Ian Tyler]]: Tenente Cleves
*[[Bruce Boa]]: Colonnello Poge
*[[Gary Landon Mills]]: "Donlon"
*[[Peter Edmund]]: Soldato Biancaneve
|doppiatori italiani=
*[[Mattia Sbragia]]: Soldato “Joker”
*[[Luca Ward]]: “Animal Brother”
*[[Loris Loddi]]: Soldato “Palla di Lardo”/Leonard Lawrence
*[[Eros Pagni]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Massimo Foschi]]: “Eightball”
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: “Rafterman”
*[[Luca Biagini]]: Soldato “Cowboy”
*[[Giorgio Locuratolo]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[Stefano De Sando]]: Tenente Lockhart
*[[Antonio Fattorini]]: “Crazy Earl”
*[[Roberto Pedicini]]: Soldato Payback
*[[Rodolfo Bianchi]]: “Doorgunner”
*[[Luciano Marchitiello]]: “Doc Jay”
*[[Fabrizio Pucci]]: Tenente Cleves
*[[Silvio Spaccesi]]: Colonnello Poge
*[[Mauro Magliozzi]]: “Donlon”
*[[Enrico Di Troia]]: Soldato Biancaneve
}}
'''''Full Metal Jacket''''', film statunitense del 1987 con [[Matthew Modine]], regia di [[Stanley Kubrick]].
{{tagline|Una pagina epica della guerra del Vietnam.}}
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Sergente Hartman''': Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore! Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "signore"! Tutto chiaro, luridissimi vermi? <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore. <br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi sento! Rispondete come se le aveste davvero! <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!<br/> '''Sergente Hartman''': Se voi signorine finirete questo corso... e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo! La più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi... ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'[[eguaglianza]]: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore.<br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi ho sentito!<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!
==Frasi==
*Parris Island, campo di addestramento del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Corso di 8 settimane per falsi duri e pazzi furiosi. ('''Soldato Joker'''){{NDR|voce fuori campo}}
*Allora, oggi è il Santo Natale! Il gran varietà religioso comincerà alle ore 9 e 30! Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il [[comunismo]]: con l'aiuto di [[Dio]] e di alcuni [[Marines]]! Dio ci si arrapa con i Marines! Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei Marines, e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma! ('''Sergente Hartman''')
*Porta quel culo al di là dell'ostacolo, Palla di Lardo! Ma che fai, Palla di Lardo?! Tu non fai nessuno sforzo per superare questo maledetto ostacolo del cazzo! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzi, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo! Fai passare il culo dall'altra parte, avanti! Se non ce la fai, me lo dici?! Scommetto che se ci fosse una bella fica lassù c'arriveresti eccome in cima all'ostacolo, dico bene?! Hai un culo che è pari a un quintale e mezzo di chewing-gum masticato! Te ne rendi conto, Palla di Lardo?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}
*Tutti quelli che scappano sono Viet Cong, tutti quelli che restano fermi sono Viet Cong molto ben educati! ('''Mitragliere di un elicottero''') {{NDR|intervistato da Joker, mentre spara contro i civili vietnamiti}}
*Joker è proprio un duro, succhierebbe il moccio dal naso di un morto... e chiederebbe il bis! ('''Soldato Payback''')
*Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". ('''Soldato Joker''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}}Sempre il negretto dietro al grilletto, eh?! ('''Soldato Eightball''')
[[File:Stanley Kubrick The Exhibition - TIFF - Full Metal Jacket (16215656639).jpg|thumb|Il credo del fuciliere con gli oggetti di scena]]
*"Questo è il mio [[fucile]]. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio [[Giuramenti dai film|giuro]] su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". {{NDR|Il [[Credi dai film|credo]] del fuciliere}}
*I [[morti]] sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. ('''Soldato Joker''')
*Voi volere prima classe fotti-fotti? ('''Militare sudvietnamita''') {{NDR|Presentando ai soldati statunitensi una prostituta vietnamita}}
*Questa toglierebbe la cromatura anche al pomello del gancio del rimorchio. ('''Soldato Eightball''') {{NDR|riferendosi alla suddetta prostituta vietnamita che non voleva andare con lui a causa delle dimensioni del pene ritenute eccessive}}
*Con lui ammazziamo e con questo chiaviam! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]], imitato da tutti i Marines che addestra, mentre con una mano si tiene i genitali e con l'altra regge il fucile}}
*Stanotte vi porterete a letto il vostro [[fucile]], e darete al vostro fucile un nome di ragazza, perché sarà quello l'unico buco che voialtri rimedierete qui dentro! I bei tempi dei ditalini alle vostre Mary-Jane-Fica-Rotta con le loro belle mutandine rosa sono finiti! Siete sposati al fucile, quel coso fatto di legno e di ferro, e rimarrete fedeli soltanto a lui! ('''Sergente Hartman''')
*Il fucile è solo uno strumento, è il cuore di pietra quello che uccide. Se la vostra volontà di uccidere non è pura, ben controllata, potreste esitare al momento della verità. Non sarete voi a uccidere. Voi diventerete dei Marines morti e come conseguenza vi ritroverete in un mare di merda, perché a un Marine non è permesso di morire senza autorizzazione! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[insulti dai film|Insultando]] il soldato Palla di lardo all'ostacolo}} Monta, monta, ciccia molla! Svelto! Datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare! Te ne rendi conto, Palla?! Avanti, coraggio! Vai troppo piano, muoviti! Muoviti! Soldato Palla di Lardo, fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di Lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via, brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io [[Giuramenti dai film|giuro]] che riuscirò a motivarti, Palla di Lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di Lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è già bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci, Palla di Lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima, Palla di Lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti, crepa! Fai vedere, vai, muoviti! Svelto, svelto, svelto! Che c'è, ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, ma cosa fai, stai venendo?! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|Joker fa le flessioni appeso}} Una flessione per il comandante! Una per il corpo Marines! Avanti, coraggio, tira su! Be', quella per il Corpo dei Marines non l'hai fatta... tu devi farcela, Palla! Spingi! Spingi, Palla, spingi! Una bella spinta, Palla, andiamo, un po' di forza! Tu cerchi di fregarmi, Palla di Lardo! Tira su quel culo! Vorresti farmi credere che non sei capace di fare neanche una flessione?! Sei una montagna di merda molla, Palla di Lardo, non ti voglio più vedere! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Io ci sono già... Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Pied' arm. Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! Io debbo dominarlo come domino la mia vita! Senza di me il mio fucile non è niente! ('''Leonard "Palla di Lardo" Lawrence''')
*Tornate in branda! Ma che cazzo di cinematografo è questo?! Che vi prenda un accidente secco, che cazzo state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio?! Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano?! Come mai non gli hai ancora strappato le budella, soldato Joker?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|prima della sua morte}}
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra, ai tuoi piedi, e fai un passo indietro. {{NDR|Palla di Lardo/Leonard punta l'arma contro di lui}} Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Hartman''')
*Ragazzi, mi sono rotto le palle. Voglio tornare nella merda. È un mese che non sento un colpo sparato con cattiveria ('''Soldato Joker''')
*Ann-Margret con tutto il seguito sarà qui sabato, mi serve qualcuno che le stia dietro. Rafterman, pensaci tu: fammi qualche scorcio dal basso. Una cosa non troppo esplicita, ma che si veda un po' di pelo... e qualche goccia di rugiada... ('''Tenente Lockhart''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Ma che cazzo, sta nella merda! Io lo vado a prendere, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
*Io volevo tanto vedere l'esotico [[Vietnam]], il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima... e farli fuori tutti. Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno! ('''Soldato Joker''')
==Dialoghi==
*'''Sergente Hartman''': Come ti chiami, faccia di merda? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, soldato Brown, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! D'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve! Ti piace questo nome? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Be', c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale né il pollo fritto né il cocomero alla mia mensa! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Soldato Joker''': "Sei proprio tu, [[John Wayne]]? E io chi sarei?" <br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: Chi ha parlato?! Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah, non è nessuno, eh?! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo! Che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! Allora sei stato per caso tu, brutto stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto pezzo di merda con la faccia da verme, scommetto che sei stato tu! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, l'ho detto io, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Però...Senti senti: Abbiamo tra noi un attore comico, il Soldato Joker. Io ammiro la sincerità; sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. {{NDR|gli dà un pugno in pancia}} Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così! Qui tu non riderai! Tu non piangerai! Qui si riga dritto e basta! Ti faccio vedere io! Alzati in piedi, tirati su! Datti subito una regolata, amico mio, sennò io ti svito il cranio e ti cago in gola!<br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, perché sei qui nel mio benamato corpo? <br>'''Soldato Joker''': Signore, per uccidere, signore! <br/>'''Sergerte Hartman''': Allora tu sei un killer? <br />'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Fammi una faccia da guerra! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quella è una faccia da guerra? {{NDR|Hartman lancia un urlo}} La mia è una faccia da guerra! Avanti con la tua faccia da guerra! {{NDR|Joker lancia un urlo}} Manco per il cazzo, non fai paura a nessuno! Voglio una faccia da guerra vera! {{NDR|Joker lancia un altro urlo più forte}} Non mi fai paura, ti ci devi applicare! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/> '''Sergente Hartman''':'''[a Cowboy]'''E tu che scusa hai? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, scusa di che, signore? <br/>'''Sergente Hartman''': Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro??<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, nervoso, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono io che ti rendo nervoso? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quanto sei alto, soldato? <br/> '''Soldato Cowboy''': Signore, 1 e 73, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte! Cerchi anche di fregarmi qualche centimetro, eh?!<br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore!<br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: È chiaro: Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso! T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque, soldato? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, Texas, signore! <br/> '''Sergente Hartman''': Strano, io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy! Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i cazzi? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Ci soffi dentro per gonfiarli? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in culo a qualche poveraccio senza usargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi! Ti terrò d'occhio!
*'''Sergente Hartman''':'''[a Palla di lardo]'''I tuoi genitori hanno anche figli normali? <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami, sacco di lardo? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, Leonard Lawrence, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Lawrence? [[Lawrence d'Arabia|Lawrence come, d'Arabia]]? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br />'''Sergente Hartman''': Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': E tu li succhi i cazzi? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Non mi piace il nome [[Lawrence (nome)|Lawrence]], solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!<br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signor sì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''' Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?<br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': ...Bene, prenditela pure comoda, tesoro! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ci provo, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello! Uno...due...tre!<br/>'''Soldato Palla di Lardo''':'''[ci prova]'''Signore, non ci riesco, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! {{NDR|Palla di Lardo si mette in ginocchio}} Strangolati da solo! {{NDR|Palla di Lardo si strangola da solo con entrambe le mani}} Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! {{NDR|Palla di Lardo fa per prendere la mano di Hartman}} Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! {{NDR|Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si lascia strangolare per alcuni secondi}} Hai finito di sorridere?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|ansimando}}: Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ho sentito che hai detto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|continuando ad ansimare}}: ... Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': ... Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cagarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento, sennò sarò costretto a fotterti di brutto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>
*'''Sergente Hartman''': Che nome hai dato al tuo fucile, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, il nome del fucile di Palla di Lardo è Charlene, signore!
*'''Soldato Joker''': Quelle sono cartucce cariche? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': 7,62 blindatissime. [[Pallottola incamiciata|Full Metal Jacket]]!
*'''Soldato Joker''': E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? <br/>'''Soldato''': È facile, vanno più lenti! Miri più vicino!
*'''Soldato Stork''' {{NDR|[[Barzellette dai film|barzelletta]]}}: Come si fa a fermare cinque negri che stanno sfondando una bianca? <br/>'''Soldato Payback''': Fanculo Stork! <br/>'''Soldato Stork''': Gli tiri una palla da basket!
*{{NDR|[[Canzoni dai film|Cantando]]}}<br/>'''Sergente Hartman''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Reclute''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Sergente Hartman''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Reclute''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Sergente Hartman''': Infila qua. <br/>'''Reclute''': Infila qua. <br/>'''Sergente Hartman''': Infila là. <br/>'''Reclute''': Infila là. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più su. <br/>'''Reclute''': Un po' più su. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più giu. <br/>'''Reclute''': Un po' più giù. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a te. <br/>'''Reclute''': Va bene a te. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a me. <br/>'''Reclute''': Va bene a me. <br/>'''Sergente Hartman''': Spingi. <br/>'''Reclute''': Spingi. <br/>'''Sergente Hartman''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Reclute''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Reclute''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': [[Ho Chi Minh]] le pippe si fa. <br/>'''Reclute''': Ho Chi Minh pippe si fa. <br/>'''Sergente Hartman''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa. <br/>'''Reclute''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa.
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Reclute''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Sergente Hartman''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Reclute''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Sergente Hartman''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Reclute''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Sergente Hartman''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Reclute''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Sergente Hartman''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Reclute''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Che ho fatto sempre il mio dover... <br/>'''Reclute''': Che ho fatto sempre il mio dover...
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''' {{NDR|riferito al Corpo dei Marines}}: Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Reclute''': Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Sergente Hartman''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Reclute''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo mio... <br/>'''Reclute''': Il corpo mio... <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo tuo... <br/>'''Reclute''': Il corpo tuo... <br/>'''Sergente Hartman''': Di tutti noi... <br/>'''Reclute''': Di tutti noi... <br/>'''Sergente Hartman''': Marines noi siam... <br/>'''Reclute''': Marines noi siam... <br/>'''Sergente Hartman''': La [[eschimese|esquimese]] sempre al polo sta... <br/>'''Reclute''': La esquimese sempre al polo sta... <br/>'''Sergente Hartman''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Reclute''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': È squisita... <br/>'''Reclute''': È squisita... <br/>'''Sergente Hartman''': Prelibata... <br/>'''Reclute''': Prelibata... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a te... <br/>'''Reclute''': Piace a te... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a me... <br/>'''Reclute''': Piace a me...
*'''Sergente Hartman''': Sveglia! Sveglia! Sveglia! Mollate l'uccello e agguantate le calze, oggi è domenica: varietà religioso alle 8 in punto, brande in ordine e uniforme festiva, le pulizie cominceranno fra due minuti! Soldato Cowboy, Soldato Joker! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Voi due stronzi appena avete finto di fare le brande andate a pulire i cessi? <br />'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quei cessi li voglio così lustrati e sfavillanti che di venirci a fare i suoi bisogni ne dovrebbe essere orgogliosa anche la Vergine Maria! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato semplice Joker, tu credi alla Vergine Maria? <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, io credo di non aver sentito quello che hai detto! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il soldato ha risposto no! No, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto verme, mi fai venir voglia di vomitare! {{NDR|colpisce Joker con uno schiaffo}} Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti io ti strappo le budella! Allora vuoi bene alla Vergine Maria, vero o no?! <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, negativo, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, allora tu hai deciso di offendermi? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, negativo, signore. Il soldato pensa che qualunque cosa dica non vada bene e pensa che l'istruttore intenda punirlo ancora di più se si rimangia quello che ha detto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Chi è il tuo caposquadra, sacco di merda? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il caposquadra di questo soldato è il soldato Biancaneve, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, soldato Biancaneve è presente, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve, sei degradato, il soldato Joker è promosso caposquadra!<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scompari, sacco di merda! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, soldato Palla di Lardo a rapporto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, da adesso in poi il soldato Joker è il tuo nuovo caposquadra! Tu ti trasferisci sul suo castello! Ti insegnerà un sacco di cose, ti insegna perfino a pisciare! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Il soldato Joker è ignorante e senza Dio ma ha fegato, e il fegato è tutto! Ora, signorine, potete procedere! <br/>'''Reclute''': Signorsì, signore!
*'''Sergente Hartman''': C’è qualcuno tra voi che sa chi era [[Charles Whitman]]? Non sapete niente, branco d'ignoranti? Soldato Cowboy.<br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! È quello che ha sparato a tutta quella gente da una torre a Austin, Texas, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Affermativo! Charles Whitman ha ucciso 12 persone sparando da una torre di osservazione alta 28 piani dell'Università del Texas, a distanze che arrivano fino a 400 metri! Qualcuno sa chi era [[Lee Harvey Oswald]]? {{NDR|tutti alzano la mano}} Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, quello che ha ucciso [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], Signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Esatto, e sai dirmi da quale distanza l’ha ucciso?<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, da parecchio lontano, perché il palazzo era un magazzino di libri, signore! {{NDR|tutti ridono}}<br/>'''Sergente Hartman''': Silenzio, basta così! Era lontano 85 metri! Era 85 metri di distanza e sparava a un bersaglio in movimento! Lee Harvey Oswald Ha sparato tre colpi con un moschetto italiano [[Carcano Mod. 91|di vecchio tipo]] in 6 secondi soltanto! Con ben due colpi a segno, di cui uno alla testa! Nessuno di voi sa per caso dove avevano imparato a sparare questi individui? {{NDR|Joker alza la mano}} Soldato Joker! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, nei Marines, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Nel corpo dei Marines, eccezionale! Quegli individui hanno dimostrato quel che può fare un Marine motivato con l’aiuto del suo fucile! E voi, signorine, prima della fine del corso dovreste essere capaci di fare lo stesso!
*'''Tenente Lockhart''': Joker, te l'ho spiegato, noi pubblichiamo due tipi di storie: Marines che spendono la paga per comprare ai gialli dentifrici e deodoranti, tipo "arte di sedurre i cuori"; e storie di combattimenti con un sacco di morti, tipo "come vincere la guerra". Avrei visto tracce di sangue, di corpi trascinati... <br /> '''Soldato Joker''': Pioveva, signore. <br /> '''Tenente Lockart''': Be', lo so, è fatale, esiste la legge delle probabilità. Riscrivilo e mettici un bel lieto fine: almeno un morto. Un guastatore, un ufficiale... quello che preferisci.<br /> '''Soldato Joker''': Voi "grugni" che preferite?<br /> '''Tenente Lockart''': Noi "grugni" preferiamo ufficiali morti.<br /> '''Soldato Joker''': Va bene, un ufficiale. Facciamo un Generale?{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, vuoi che i nostri lettori vengano turbati dai sensi di colpa? Casomai non lo sapessi, queste non è molto popolare come guerra e il dovere nostro è di pubblicare quello che gli inviati civili della scuola "che ci stiamo a fare in Vietnam" non pubblicano.<br /> '''Soldato Joker''': Signore, se magari ci andasse lei a vedere qualche azione chissà le tracce di sangue e i mostri trascinati che ci sarebbero.{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, io ce l'ho portato il culo al fronte, e non mi è piaciuto per niente. Tanti insetti e troppi, troppi pericoli. Il lavoro che faccio qui è più adatto al mio temperamento: retrovie con tutti i comfort.
*'''Sergente Hartman''' {{NDR|passando in ispezione i Marines}}: Tagliati le unghie... Hai i piedi lerci... Buca quella vescica... {{NDR|Si accorge che il lucchetto della cassetta di Palla di Lardo non è chiuso}} Ehi, ma Cristo d'un Dio... Palla di Lardo, perché il lucchetto della tua cassetta è aperto?! <br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signore, non so, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Palla di Lardo, se c'è una cosa a questo mondo che non riesco a tollerare è un lucchetto di cassetta aperto! Tu questo lo sai, non è vero? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono le teste di cazzo come te che al mondo incrementano la razza dei ladri, è vero o no? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scendi giù! Avanti, coraggio, vogliamo vedere se manca niente? {{NDR|Hartman rovescia la cassetta in terra e ne estrae una ciambella}} Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo?! Che cos'è questo, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ciambella con crema signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Una ciambella con crema?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': E come ci è arrivata qui? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, l'ho presa alla mensa, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': È permesso portare viveri in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Sei autorizzato a mangiare ciambelle con crema in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br>'''Sergente Hartman''': E perché no, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, sono in sovrappeso, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Perché tu sei un ciccione ributtante e fai schifo, Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': E perché hai nascosto la ciambella con crema dentro la tua cassetta, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, perché avevo fame, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Perché tu avevi fame, Palla di Lardo! ... Il soldato Palla di Lardo ha disonorato se stesso e ha disonorato il suo plotone! Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito! Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al soldato Palla di Lardo le dovute giuste motivazioni! Quindi, da adesso in poi, quando Palla di Lardo farà una cazzata, io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di una ciambella con crema. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Apri la bocca! Loro pagano la ciambella e tu la mangi. Pronti, VIA!
[[File:Jokers helmet from the awesome Stanley Kubrick exhibition at LACMA (8278915803).jpg|thumb|«Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?» (Colonnello)]]
*'''Colonnello''': Marine, cos'è quel distintivo sul giubbotto?<br /> '''Soldato Joker''': Un simbolo di pace, signore!<br /> '''Colonnello''': Dove l'hai preso?<br /> '''Soldato Joker''': Non me lo ricordo, signore!<br /> '''Colonnello''': Che cosa c'è scritto sul tuo elmetto?<br /> '''Soldato Joker''': "Nato per uccidere", signore!<br /> '''Colonnello''': Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': E ora dimmi, che cosa significa?<br /> '''Soldato Joker''': Non saprei, signore!<br /> '''Colonnello''': Non sai un sacco di cose, mi pare.<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!<br /> '''Soldato Joker''': Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell'essere umano, signore.<br /> '''Colonnello''': A cosa?<br /> '''Soldato Joker''': L'ambiguità dell'uomo, una teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]], signore.<br /> '''Colonnello''': Tu da che parte stai, giovanotto?<br /> '''Soldato Joker''': Io tengo per noi, signore.<br /> '''Colonnello''': Tu ami la tua patria?<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Figliolo, ai miei [[Marines]] io non ho mai chiesto altro che di obbedire a me come alla parola di Dio. Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c'è uno che sogna di diventare americano. È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì, signore!
*'''Prostituta vietnamita''' : Ehi, baby. Tu hai amica in Vietnam? <br/>'''Soldato Joker''' {{NDR|con Rafterman}}: Io adesso ancora no. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Oh, baby. Io tanta volia. Io tanta volia. Io faccio amole lungo lungo. Fare festa? <br/>'''Soldato Joker''': Ma sì, facciamola la festa. Quanto vuoi? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Quindici dolla. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla tutti e due? <br/>'''Prostituta vietnamita''': No. Quindici dolla uno. Io amole lungo lungo. Io tanta volia. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla è troppo beaucoup'. Cinque dolla a testa. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Io succhia succhia. Mio amole dura molto. {{NDR|La prostituta lancia un bacio a Joker e un altro bacio a Rafterman}} <br/>'''Soldato Joker''': Mamma dice che più di cinque non devo spendere. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Okay. 10 dolla uno. <br/>'''Soldato Joker''': E che ci fai per 10 dolla? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Faccio tutto tu vuoi. <br/>'''Soldato Joker''': Tutto tutto? <br/>'''Prostituta vietnamita''' {{NDR|fa un gesto osceno}}: Tutto tutto.
*{{NDR|Osservando una fossa comune con i corpi di alcuni compagni Marines}}<br> '''Soldato T.H.E. Rock''': Voi tornate a casa. <br/> '''Tenente Crazy Earl''': Semper fidelis. <br/> '''Soldato Donlon''': Siamo loschi Marines, signore. <br/> '''Soldato Eightball''': Riposate in pace. <br/> '''Soldato Animal''': Meglio a voi che a me. <br/> '''Soldato Rafterman''': Almeno sono morti per la buona causa. <br/> '''Soldato Animal''': E quale causa? <br/> '''Soldato Rafterman''': La libertà. <br/>'''Soldato Animal''': Tira la catena e sciacquati il cervello. Tu credi che li ammazziamo per la libertà? Questa è strage. Se devo rischiare la pelle per una parola allora l'unica che mi va bene è "scopare". <br/> '''Soldato Cowboy''': Che iella per Handjob. Lo stavano per far tornare a casa per malattia. <br/> '''Soldato Joker''': Perché, che malattia? <br/> '''Soldato Cowboy''': Si faceva dieci [[Masturbazione|seghe]] al giorno. <br/> '''Soldato Eightball''': Ma che dici, minimo dieci al giorno. <br/> '''Soldato Cowboy''': La settimana scorsa l'hanno mandato a farsi visitare da uno psichiatra della Marina... e questo matto mentre sta in sala d'aspetto si mette a farsi una sega. Articolo 8, congedo immediato. Stava aspettando solamente le carte per andarsene.
*'''Soldato Animal''': Tu saresti fotografo?<br/> '''Soldato Joker''': No, sono corrispondente dal fronte.<br/> '''Soldato Animal''': E l'hai già visto, il fronte?<br/> '''Soldato Joker''': Accidenti se l'ho visto, in televisione. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Animal''': Ma lo sai che sei comico nato? <br/> '''Soldato Joker''': Mi chiamano Joker lo scherzoso. <br/> '''Soldato Animal''': Ce l'ho io uno scherzo che fa per te: ti rifaccio nuovo il buco del culo. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Joker''': Sei bravo, ma prima devi mangiarti le noccioline che trovi nella mia cacca. {{NDR|tutti ridono ancora di più}} <br/> '''Soldato Animal''': Tu sai chiacchierare, ma le palle ce le hai? {{NDR|tutti fanno un verso di stupore}} <br/> '''Soldato Eightball''': Tu forse non ci credi, ma quando si spara, Animal diventa uno degli esseri più dolci del mondo. Ci vuole solo qualcuno che gli tiri addosso bombe a mano per tutta la vita. <br/> '''Soldato Cowboy''': Andiamo, piantala! {{NDR|prende da parte Joker}} Vieni a sederti. <br/> {{NDR|Eightball e Animal si siedono}} '''Soldato Animal''': Ehi, negretto bello, per fortuna a voi vi porta via la malaria. <br/> '''Soldato Eightball''': Certo, come no. <br/>'''Crazy Earl''': {{NDR|chiamando Rafterman}} Ehi, fotografo, vuoi fare una bella foto? Guarda qui, fai questa. Questo è mio fratello. {{NDR|toglie il cappello dal viso di un soldato vietnamita ucciso}} Questa festa è per lui. Lui è l'ospite d'onore. Sai, oggi compie i suoi anni. <br/> '''Soldato Animal''': Tanti auguri, muso giallo. {{NDR|gli altri marine fanno gli auguri}} <br/> '''Crazy Earl''': Giornata indimenticabile! Il giorno in cui sono arrivato a Huè mi sono dovuto scontrare con un milione di musi gialli. Io li amo i bastardini comunisti, dico sul serio, sono grugni come noi, solo che hanno gli istruttori con gli occhi a mandorla. Siamo i giganti verdi dei detersivi, solo che noi andiamo in giro a ripulire il mondo... col mitra. Quelli che abbiamo fatto fuori oggi sono le persone più meravigliose del mondo. Quando torneremo a casa di sicuro non troveremo mai più gente a cui valga la pena di sparare.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Ci mettiamo in marcia per il fiume dei profumi per passarci la notte. I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazioni notturne, ai sogni bagnati di Mary-Jane-Fica-Rotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo e prossimo al congedo... certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura. ('''Soldato Joker''') {{NDR|mentre torna a casa}}
==Citazioni su ''Full Metal Jacket''==
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo. ([[Stanley Kubrick]])
*Sì, Ermey interpreta se stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}} È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che se stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita. ([[Stanley Kubrick]])
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-sergente istruttore R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato}} Sì, è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità. ([[Stanley Kubrick]])
===Frasi promozionali===
*Acclamato dai critici di tutto il mondo come il miglior film di guerra mai realizzato.
:''Acclaimed by critic around the world as the best war movie ever made''<ref>Dalla copertina della VHS in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2663620352/tt0093058?ref_=ttmd_md_pv ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*In Vietnam il vento non soffia, sputa.<ref>Letteralmente: «In Vietnam il vento non soffia, succhia». Si tratta di un gioco di parole intraducibile dal momento che in inglese "''to suck''" significa sia "succhiare" che "fare schifo".</ref>
:''In Vietnam the wind doesn't blow it sucks''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2457261056/tt0093058?ref_=tt_ov_i ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*Un'epopea della guerra del Vietnam.
:''Une épopéè dela guerre du Vietnam''<ref>Dalla locandina in francese. {{Cfr}} [http://www.archiviokubrick.it/opere/film/fmj/locandine/fmj-france1.gif ''Poster francese''], ''archiviokubrick.it''</ref>
*Una pagina epica della guerra del Vietnam<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1987/fullmetaljacket/poster/0/ ''Poster Full Metal Jacket''], ''MYmovies.it''</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Offensiva del Têt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film sulla guerra del Vietnam]]
[[Categoria:Film drammatici]]
1dxj51sx6pbh0znh6f2298jbz8gaokf
1224091
1224088
2022-08-23T15:20:05Z
82.55.166.166
/* Frasi */
wikitext
text/x-wiki
{{nota disambigua|i proiettili Full metal jacket|[[Pallottola incamiciata]]}}
{{Film
|titoloitaliano=Full Metal Jacket
|immagine=Full Metal Jacket Logo.png
|genere=drammatico/guerra
|regista=[[Stanley Kubrick]]
|soggetto=''[[Gustav Hasford#Nato per uccidere|Nato per uccidere]]'' di [[Gustav Hasford]]
|sceneggiatore=Stanley Kubrick, [[Michael Herr]], Gustav Hasford
|produttore=Stanley Kubrick
|attori=
*[[Matthew Modine]]: Soldato "Joker"
*[[Adam Baldwin]]: "Animal Mother"
*[[Vincent D'Onofrio]]: Soldato "Palla di Lardo"/Leonard Lawrence
*[[R. Lee Ermey]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Dorian Harewood]]: "Eightball"
*[[Kevyn Major Howard]]: "Rafterman"
*[[Arliss Howard]]: Soldato "Cowboy"
*[[Ed O'Ross]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[John Terry]]: Tenente Lockhart
*[[Kieron Jecchinis]]: "Crazy Earl"
*[[Kirk Taylor]]: Soldato Payback
*[[Tim Colceri]]: "Doorgunner"
*[[Jon Stafford]]: "Doc Jay"
*[[Ian Tyler]]: Tenente Cleves
*[[Bruce Boa]]: Colonnello Poge
*[[Gary Landon Mills]]: "Donlon"
*[[Peter Edmund]]: Soldato Biancaneve
|doppiatori italiani=
*[[Mattia Sbragia]]: Soldato “Joker”
*[[Luca Ward]]: “Animal Brother”
*[[Loris Loddi]]: Soldato “Palla di Lardo”/Leonard Lawrence
*[[Eros Pagni]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Massimo Foschi]]: “Eightball”
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: “Rafterman”
*[[Luca Biagini]]: Soldato “Cowboy”
*[[Giorgio Locuratolo]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[Stefano De Sando]]: Tenente Lockhart
*[[Antonio Fattorini]]: “Crazy Earl”
*[[Roberto Pedicini]]: Soldato Payback
*[[Rodolfo Bianchi]]: “Doorgunner”
*[[Luciano Marchitiello]]: “Doc Jay”
*[[Fabrizio Pucci]]: Tenente Cleves
*[[Silvio Spaccesi]]: Colonnello Poge
*[[Mauro Magliozzi]]: “Donlon”
*[[Enrico Di Troia]]: Soldato Biancaneve
}}
'''''Full Metal Jacket''''', film statunitense del 1987 con [[Matthew Modine]], regia di [[Stanley Kubrick]].
{{tagline|Una pagina epica della guerra del Vietnam.}}
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Sergente Hartman''': Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore! Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "signore"! Tutto chiaro, luridissimi vermi? <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore. <br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi sento! Rispondete come se le aveste davvero! <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!<br/> '''Sergente Hartman''': Se voi signorine finirete questo corso... e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo! La più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi... ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'[[eguaglianza]]: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore.<br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi ho sentito!<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!
==Frasi==
*Parris Island, campo di addestramento del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Corso di 8 settimane per falsi duri e pazzi furiosi. ('''Soldato Joker'''){{NDR|voce fuori campo}}
*Allora, oggi è il Santo Natale! Il gran varietà religioso comincerà alle ore 9 e 30! Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il [[comunismo]]: con l'aiuto di [[Dio]] e di alcuni [[Marines]]! Dio ci si arrapa con i Marines! Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei Marines, e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma! ('''Sergente Hartman''')
*Porta quel culo al di là dell'ostacolo, Palla di Lardo! Ma che fai, Palla di Lardo?! Tu non fai nessuno sforzo per superare questo maledetto ostacolo del cazzo! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzi, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo! Fai passare il culo dall'altra parte, avanti! Se non ce la fai, me lo dici?! Scommetto che se ci fosse una bella fica lassù c'arriveresti eccome in cima all'ostacolo, dico bene?! Hai un culo che è pari a un quintale e mezzo di chewing-gum masticato! Te ne rendi conto, Palla di Lardo?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}
*Tutti quelli che scappano sono Viet Cong, tutti quelli che restano fermi sono Viet Cong molto ben educati! ('''Mitragliere di un elicottero''') {{NDR|intervistato da Joker, mentre spara contro i civili vietnamiti}}
*Joker è proprio un duro, succhierebbe il moccio dal naso di un morto... e chiederebbe il bis! ('''Soldato Payback''')
*Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". ('''Soldato Joker''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}}Sempre il negretto dietro al grilletto, eh?! ('''Soldato Eightball''')
[[File:Stanley Kubrick The Exhibition - TIFF - Full Metal Jacket (16215656639).jpg|thumb|Il credo del fuciliere con gli oggetti di scena]]
*"Questo è il mio [[fucile]]. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio [[Giuramenti dai film|giuro]] su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". {{NDR|Il [[Credi dai film|credo]] del fuciliere}}
*I [[morti]] sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. ('''Soldato Joker''')
*Voi volere prima classe fotti-fotti? ('''Militare sudvietnamita''') {{NDR|Presentando ai soldati statunitensi una prostituta vietnamita}}
*Questa toglierebbe la cromatura anche al pomello del gancio del rimorchio. ('''Soldato Eightball''') {{NDR|riferendosi alla suddetta prostituta vietnamita che non voleva andare con lui a causa delle dimensioni del pene ritenute eccessive}}
*Con lui ammazziamo e con questo chiaviam! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]], imitato da tutti i Marines che addestra, mentre con una mano si tiene i genitali e con l'altra regge il fucile}}
*Stanotte vi porterete a letto il vostro [[fucile]], e darete al vostro fucile un nome di ragazza, perché sarà quello l'unico buco che voialtri rimedierete qui dentro! I bei tempi dei ditalini alle vostre Mary-Jane-Fica-Rotta con le loro belle mutandine rosa sono finiti! Siete sposati al fucile, quel coso fatto di legno e di ferro, e rimarrete fedeli soltanto a lui! ('''Sergente Hartman''')
*La più micidiale combinazione del mondo? Un marine col suo fucile. Ma è sulla volontà di uccidere che bisogna concentrarsi, se volete riuscire a salvare la pelle in combattimento. Il vostro fucile è solo uno strumento, è il cuore di pietra quello che uccide. Se la vostra volontà di uccidere non è pura, ben controllata, potreste esitare al momento della verità. Non sarete voi ad uccidere. Voi diventerete dei Marines morti e come conseguenza vi ritroverete in un mare di merda, perché a un Marine non è permesso morire senza autorizzazione! Avete capito bene, vermi? ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[insulti dai film|Insultando]] il soldato Palla di lardo all'ostacolo}} Monta, monta, ciccia molla! Svelto! Datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare! Te ne rendi conto, Palla?! Avanti, coraggio! Vai troppo piano, muoviti! Muoviti! Soldato Palla di Lardo, fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di Lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via, brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io [[Giuramenti dai film|giuro]] che riuscirò a motivarti, Palla di Lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di Lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è già bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci, Palla di Lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima, Palla di Lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti, crepa! Fai vedere, vai, muoviti! Svelto, svelto, svelto! Che c'è, ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, ma cosa fai, stai venendo?! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|Joker fa le flessioni appeso}} Una flessione per il comandante! Una per il corpo Marines! Avanti, coraggio, tira su! Be', quella per il Corpo dei Marines non l'hai fatta... tu devi farcela, Palla! Spingi! Spingi, Palla, spingi! Una bella spinta, Palla, andiamo, un po' di forza! Tu cerchi di fregarmi, Palla di Lardo! Tira su quel culo! Vorresti farmi credere che non sei capace di fare neanche una flessione?! Sei una montagna di merda molla, Palla di Lardo, non ti voglio più vedere! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Io ci sono già... Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Pied' arm. Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! Io debbo dominarlo come domino la mia vita! Senza di me il mio fucile non è niente! ('''Leonard "Palla di Lardo" Lawrence''')
*Tornate in branda! Ma che cazzo di cinematografo è questo?! Che vi prenda un accidente secco, che cazzo state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio?! Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano?! Come mai non gli hai ancora strappato le budella, soldato Joker?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|prima della sua morte}}
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra, ai tuoi piedi, e fai un passo indietro. {{NDR|Palla di Lardo/Leonard punta l'arma contro di lui}} Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Hartman''')
*Ragazzi, mi sono rotto le palle. Voglio tornare nella merda. È un mese che non sento un colpo sparato con cattiveria ('''Soldato Joker''')
*Ann-Margret con tutto il seguito sarà qui sabato, mi serve qualcuno che le stia dietro. Rafterman, pensaci tu: fammi qualche scorcio dal basso. Una cosa non troppo esplicita, ma che si veda un po' di pelo... e qualche goccia di rugiada... ('''Tenente Lockhart''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Ma che cazzo, sta nella merda! Io lo vado a prendere, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
*Io volevo tanto vedere l'esotico [[Vietnam]], il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima... e farli fuori tutti. Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno! ('''Soldato Joker''')
==Dialoghi==
*'''Sergente Hartman''': Come ti chiami, faccia di merda? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, soldato Brown, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! D'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve! Ti piace questo nome? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Be', c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale né il pollo fritto né il cocomero alla mia mensa! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Soldato Joker''': "Sei proprio tu, [[John Wayne]]? E io chi sarei?" <br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: Chi ha parlato?! Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah, non è nessuno, eh?! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo! Che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! Allora sei stato per caso tu, brutto stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto pezzo di merda con la faccia da verme, scommetto che sei stato tu! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, l'ho detto io, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Però...Senti senti: Abbiamo tra noi un attore comico, il Soldato Joker. Io ammiro la sincerità; sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. {{NDR|gli dà un pugno in pancia}} Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così! Qui tu non riderai! Tu non piangerai! Qui si riga dritto e basta! Ti faccio vedere io! Alzati in piedi, tirati su! Datti subito una regolata, amico mio, sennò io ti svito il cranio e ti cago in gola!<br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, perché sei qui nel mio benamato corpo? <br>'''Soldato Joker''': Signore, per uccidere, signore! <br/>'''Sergerte Hartman''': Allora tu sei un killer? <br />'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Fammi una faccia da guerra! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quella è una faccia da guerra? {{NDR|Hartman lancia un urlo}} La mia è una faccia da guerra! Avanti con la tua faccia da guerra! {{NDR|Joker lancia un urlo}} Manco per il cazzo, non fai paura a nessuno! Voglio una faccia da guerra vera! {{NDR|Joker lancia un altro urlo più forte}} Non mi fai paura, ti ci devi applicare! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/> '''Sergente Hartman''':'''[a Cowboy]'''E tu che scusa hai? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, scusa di che, signore? <br/>'''Sergente Hartman''': Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro??<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, nervoso, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono io che ti rendo nervoso? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quanto sei alto, soldato? <br/> '''Soldato Cowboy''': Signore, 1 e 73, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte! Cerchi anche di fregarmi qualche centimetro, eh?!<br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore!<br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: È chiaro: Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso! T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque, soldato? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, Texas, signore! <br/> '''Sergente Hartman''': Strano, io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy! Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i cazzi? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Ci soffi dentro per gonfiarli? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in culo a qualche poveraccio senza usargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi! Ti terrò d'occhio!
*'''Sergente Hartman''':'''[a Palla di lardo]'''I tuoi genitori hanno anche figli normali? <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami, sacco di lardo? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, Leonard Lawrence, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Lawrence? [[Lawrence d'Arabia|Lawrence come, d'Arabia]]? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br />'''Sergente Hartman''': Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': E tu li succhi i cazzi? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Non mi piace il nome [[Lawrence (nome)|Lawrence]], solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!<br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signor sì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''' Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?<br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': ...Bene, prenditela pure comoda, tesoro! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ci provo, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello! Uno...due...tre!<br/>'''Soldato Palla di Lardo''':'''[ci prova]'''Signore, non ci riesco, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! {{NDR|Palla di Lardo si mette in ginocchio}} Strangolati da solo! {{NDR|Palla di Lardo si strangola da solo con entrambe le mani}} Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! {{NDR|Palla di Lardo fa per prendere la mano di Hartman}} Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! {{NDR|Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si lascia strangolare per alcuni secondi}} Hai finito di sorridere?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|ansimando}}: Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ho sentito che hai detto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|continuando ad ansimare}}: ... Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': ... Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cagarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento, sennò sarò costretto a fotterti di brutto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>
*'''Sergente Hartman''': Che nome hai dato al tuo fucile, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, il nome del fucile di Palla di Lardo è Charlene, signore!
*'''Soldato Joker''': Quelle sono cartucce cariche? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': 7,62 blindatissime. [[Pallottola incamiciata|Full Metal Jacket]]!
*'''Soldato Joker''': E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? <br/>'''Soldato''': È facile, vanno più lenti! Miri più vicino!
*'''Soldato Stork''' {{NDR|[[Barzellette dai film|barzelletta]]}}: Come si fa a fermare cinque negri che stanno sfondando una bianca? <br/>'''Soldato Payback''': Fanculo Stork! <br/>'''Soldato Stork''': Gli tiri una palla da basket!
*{{NDR|[[Canzoni dai film|Cantando]]}}<br/>'''Sergente Hartman''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Reclute''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Sergente Hartman''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Reclute''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Sergente Hartman''': Infila qua. <br/>'''Reclute''': Infila qua. <br/>'''Sergente Hartman''': Infila là. <br/>'''Reclute''': Infila là. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più su. <br/>'''Reclute''': Un po' più su. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più giu. <br/>'''Reclute''': Un po' più giù. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a te. <br/>'''Reclute''': Va bene a te. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a me. <br/>'''Reclute''': Va bene a me. <br/>'''Sergente Hartman''': Spingi. <br/>'''Reclute''': Spingi. <br/>'''Sergente Hartman''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Reclute''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Reclute''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': [[Ho Chi Minh]] le pippe si fa. <br/>'''Reclute''': Ho Chi Minh pippe si fa. <br/>'''Sergente Hartman''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa. <br/>'''Reclute''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa.
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Reclute''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Sergente Hartman''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Reclute''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Sergente Hartman''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Reclute''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Sergente Hartman''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Reclute''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Sergente Hartman''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Reclute''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Che ho fatto sempre il mio dover... <br/>'''Reclute''': Che ho fatto sempre il mio dover...
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''' {{NDR|riferito al Corpo dei Marines}}: Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Reclute''': Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Sergente Hartman''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Reclute''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo mio... <br/>'''Reclute''': Il corpo mio... <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo tuo... <br/>'''Reclute''': Il corpo tuo... <br/>'''Sergente Hartman''': Di tutti noi... <br/>'''Reclute''': Di tutti noi... <br/>'''Sergente Hartman''': Marines noi siam... <br/>'''Reclute''': Marines noi siam... <br/>'''Sergente Hartman''': La [[eschimese|esquimese]] sempre al polo sta... <br/>'''Reclute''': La esquimese sempre al polo sta... <br/>'''Sergente Hartman''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Reclute''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': È squisita... <br/>'''Reclute''': È squisita... <br/>'''Sergente Hartman''': Prelibata... <br/>'''Reclute''': Prelibata... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a te... <br/>'''Reclute''': Piace a te... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a me... <br/>'''Reclute''': Piace a me...
*'''Sergente Hartman''': Sveglia! Sveglia! Sveglia! Mollate l'uccello e agguantate le calze, oggi è domenica: varietà religioso alle 8 in punto, brande in ordine e uniforme festiva, le pulizie cominceranno fra due minuti! Soldato Cowboy, Soldato Joker! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Voi due stronzi appena avete finto di fare le brande andate a pulire i cessi? <br />'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quei cessi li voglio così lustrati e sfavillanti che di venirci a fare i suoi bisogni ne dovrebbe essere orgogliosa anche la Vergine Maria! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato semplice Joker, tu credi alla Vergine Maria? <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, io credo di non aver sentito quello che hai detto! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il soldato ha risposto no! No, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto verme, mi fai venir voglia di vomitare! {{NDR|colpisce Joker con uno schiaffo}} Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti io ti strappo le budella! Allora vuoi bene alla Vergine Maria, vero o no?! <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, negativo, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, allora tu hai deciso di offendermi? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, negativo, signore. Il soldato pensa che qualunque cosa dica non vada bene e pensa che l'istruttore intenda punirlo ancora di più se si rimangia quello che ha detto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Chi è il tuo caposquadra, sacco di merda? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il caposquadra di questo soldato è il soldato Biancaneve, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, soldato Biancaneve è presente, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve, sei degradato, il soldato Joker è promosso caposquadra!<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scompari, sacco di merda! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, soldato Palla di Lardo a rapporto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, da adesso in poi il soldato Joker è il tuo nuovo caposquadra! Tu ti trasferisci sul suo castello! Ti insegnerà un sacco di cose, ti insegna perfino a pisciare! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Il soldato Joker è ignorante e senza Dio ma ha fegato, e il fegato è tutto! Ora, signorine, potete procedere! <br/>'''Reclute''': Signorsì, signore!
*'''Sergente Hartman''': C’è qualcuno tra voi che sa chi era [[Charles Whitman]]? Non sapete niente, branco d'ignoranti? Soldato Cowboy.<br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! È quello che ha sparato a tutta quella gente da una torre a Austin, Texas, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Affermativo! Charles Whitman ha ucciso 12 persone sparando da una torre di osservazione alta 28 piani dell'Università del Texas, a distanze che arrivano fino a 400 metri! Qualcuno sa chi era [[Lee Harvey Oswald]]? {{NDR|tutti alzano la mano}} Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, quello che ha ucciso [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], Signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Esatto, e sai dirmi da quale distanza l’ha ucciso?<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, da parecchio lontano, perché il palazzo era un magazzino di libri, signore! {{NDR|tutti ridono}}<br/>'''Sergente Hartman''': Silenzio, basta così! Era lontano 85 metri! Era 85 metri di distanza e sparava a un bersaglio in movimento! Lee Harvey Oswald Ha sparato tre colpi con un moschetto italiano [[Carcano Mod. 91|di vecchio tipo]] in 6 secondi soltanto! Con ben due colpi a segno, di cui uno alla testa! Nessuno di voi sa per caso dove avevano imparato a sparare questi individui? {{NDR|Joker alza la mano}} Soldato Joker! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, nei Marines, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Nel corpo dei Marines, eccezionale! Quegli individui hanno dimostrato quel che può fare un Marine motivato con l’aiuto del suo fucile! E voi, signorine, prima della fine del corso dovreste essere capaci di fare lo stesso!
*'''Tenente Lockhart''': Joker, te l'ho spiegato, noi pubblichiamo due tipi di storie: Marines che spendono la paga per comprare ai gialli dentifrici e deodoranti, tipo "arte di sedurre i cuori"; e storie di combattimenti con un sacco di morti, tipo "come vincere la guerra". Avrei visto tracce di sangue, di corpi trascinati... <br /> '''Soldato Joker''': Pioveva, signore. <br /> '''Tenente Lockart''': Be', lo so, è fatale, esiste la legge delle probabilità. Riscrivilo e mettici un bel lieto fine: almeno un morto. Un guastatore, un ufficiale... quello che preferisci.<br /> '''Soldato Joker''': Voi "grugni" che preferite?<br /> '''Tenente Lockart''': Noi "grugni" preferiamo ufficiali morti.<br /> '''Soldato Joker''': Va bene, un ufficiale. Facciamo un Generale?{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, vuoi che i nostri lettori vengano turbati dai sensi di colpa? Casomai non lo sapessi, queste non è molto popolare come guerra e il dovere nostro è di pubblicare quello che gli inviati civili della scuola "che ci stiamo a fare in Vietnam" non pubblicano.<br /> '''Soldato Joker''': Signore, se magari ci andasse lei a vedere qualche azione chissà le tracce di sangue e i mostri trascinati che ci sarebbero.{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, io ce l'ho portato il culo al fronte, e non mi è piaciuto per niente. Tanti insetti e troppi, troppi pericoli. Il lavoro che faccio qui è più adatto al mio temperamento: retrovie con tutti i comfort.
*'''Sergente Hartman''' {{NDR|passando in ispezione i Marines}}: Tagliati le unghie... Hai i piedi lerci... Buca quella vescica... {{NDR|Si accorge che il lucchetto della cassetta di Palla di Lardo non è chiuso}} Ehi, ma Cristo d'un Dio... Palla di Lardo, perché il lucchetto della tua cassetta è aperto?! <br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signore, non so, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Palla di Lardo, se c'è una cosa a questo mondo che non riesco a tollerare è un lucchetto di cassetta aperto! Tu questo lo sai, non è vero? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono le teste di cazzo come te che al mondo incrementano la razza dei ladri, è vero o no? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scendi giù! Avanti, coraggio, vogliamo vedere se manca niente? {{NDR|Hartman rovescia la cassetta in terra e ne estrae una ciambella}} Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo?! Che cos'è questo, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ciambella con crema signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Una ciambella con crema?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': E come ci è arrivata qui? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, l'ho presa alla mensa, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': È permesso portare viveri in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Sei autorizzato a mangiare ciambelle con crema in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br>'''Sergente Hartman''': E perché no, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, sono in sovrappeso, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Perché tu sei un ciccione ributtante e fai schifo, Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': E perché hai nascosto la ciambella con crema dentro la tua cassetta, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, perché avevo fame, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Perché tu avevi fame, Palla di Lardo! ... Il soldato Palla di Lardo ha disonorato se stesso e ha disonorato il suo plotone! Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito! Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al soldato Palla di Lardo le dovute giuste motivazioni! Quindi, da adesso in poi, quando Palla di Lardo farà una cazzata, io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di una ciambella con crema. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Apri la bocca! Loro pagano la ciambella e tu la mangi. Pronti, VIA!
[[File:Jokers helmet from the awesome Stanley Kubrick exhibition at LACMA (8278915803).jpg|thumb|«Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?» (Colonnello)]]
*'''Colonnello''': Marine, cos'è quel distintivo sul giubbotto?<br /> '''Soldato Joker''': Un simbolo di pace, signore!<br /> '''Colonnello''': Dove l'hai preso?<br /> '''Soldato Joker''': Non me lo ricordo, signore!<br /> '''Colonnello''': Che cosa c'è scritto sul tuo elmetto?<br /> '''Soldato Joker''': "Nato per uccidere", signore!<br /> '''Colonnello''': Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': E ora dimmi, che cosa significa?<br /> '''Soldato Joker''': Non saprei, signore!<br /> '''Colonnello''': Non sai un sacco di cose, mi pare.<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!<br /> '''Soldato Joker''': Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell'essere umano, signore.<br /> '''Colonnello''': A cosa?<br /> '''Soldato Joker''': L'ambiguità dell'uomo, una teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]], signore.<br /> '''Colonnello''': Tu da che parte stai, giovanotto?<br /> '''Soldato Joker''': Io tengo per noi, signore.<br /> '''Colonnello''': Tu ami la tua patria?<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Figliolo, ai miei [[Marines]] io non ho mai chiesto altro che di obbedire a me come alla parola di Dio. Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c'è uno che sogna di diventare americano. È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì, signore!
*'''Prostituta vietnamita''' : Ehi, baby. Tu hai amica in Vietnam? <br/>'''Soldato Joker''' {{NDR|con Rafterman}}: Io adesso ancora no. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Oh, baby. Io tanta volia. Io tanta volia. Io faccio amole lungo lungo. Fare festa? <br/>'''Soldato Joker''': Ma sì, facciamola la festa. Quanto vuoi? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Quindici dolla. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla tutti e due? <br/>'''Prostituta vietnamita''': No. Quindici dolla uno. Io amole lungo lungo. Io tanta volia. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla è troppo beaucoup'. Cinque dolla a testa. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Io succhia succhia. Mio amole dura molto. {{NDR|La prostituta lancia un bacio a Joker e un altro bacio a Rafterman}} <br/>'''Soldato Joker''': Mamma dice che più di cinque non devo spendere. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Okay. 10 dolla uno. <br/>'''Soldato Joker''': E che ci fai per 10 dolla? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Faccio tutto tu vuoi. <br/>'''Soldato Joker''': Tutto tutto? <br/>'''Prostituta vietnamita''' {{NDR|fa un gesto osceno}}: Tutto tutto.
*{{NDR|Osservando una fossa comune con i corpi di alcuni compagni Marines}}<br> '''Soldato T.H.E. Rock''': Voi tornate a casa. <br/> '''Tenente Crazy Earl''': Semper fidelis. <br/> '''Soldato Donlon''': Siamo loschi Marines, signore. <br/> '''Soldato Eightball''': Riposate in pace. <br/> '''Soldato Animal''': Meglio a voi che a me. <br/> '''Soldato Rafterman''': Almeno sono morti per la buona causa. <br/> '''Soldato Animal''': E quale causa? <br/> '''Soldato Rafterman''': La libertà. <br/>'''Soldato Animal''': Tira la catena e sciacquati il cervello. Tu credi che li ammazziamo per la libertà? Questa è strage. Se devo rischiare la pelle per una parola allora l'unica che mi va bene è "scopare". <br/> '''Soldato Cowboy''': Che iella per Handjob. Lo stavano per far tornare a casa per malattia. <br/> '''Soldato Joker''': Perché, che malattia? <br/> '''Soldato Cowboy''': Si faceva dieci [[Masturbazione|seghe]] al giorno. <br/> '''Soldato Eightball''': Ma che dici, minimo dieci al giorno. <br/> '''Soldato Cowboy''': La settimana scorsa l'hanno mandato a farsi visitare da uno psichiatra della Marina... e questo matto mentre sta in sala d'aspetto si mette a farsi una sega. Articolo 8, congedo immediato. Stava aspettando solamente le carte per andarsene.
*'''Soldato Animal''': Tu saresti fotografo?<br/> '''Soldato Joker''': No, sono corrispondente dal fronte.<br/> '''Soldato Animal''': E l'hai già visto, il fronte?<br/> '''Soldato Joker''': Accidenti se l'ho visto, in televisione. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Animal''': Ma lo sai che sei comico nato? <br/> '''Soldato Joker''': Mi chiamano Joker lo scherzoso. <br/> '''Soldato Animal''': Ce l'ho io uno scherzo che fa per te: ti rifaccio nuovo il buco del culo. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Joker''': Sei bravo, ma prima devi mangiarti le noccioline che trovi nella mia cacca. {{NDR|tutti ridono ancora di più}} <br/> '''Soldato Animal''': Tu sai chiacchierare, ma le palle ce le hai? {{NDR|tutti fanno un verso di stupore}} <br/> '''Soldato Eightball''': Tu forse non ci credi, ma quando si spara, Animal diventa uno degli esseri più dolci del mondo. Ci vuole solo qualcuno che gli tiri addosso bombe a mano per tutta la vita. <br/> '''Soldato Cowboy''': Andiamo, piantala! {{NDR|prende da parte Joker}} Vieni a sederti. <br/> {{NDR|Eightball e Animal si siedono}} '''Soldato Animal''': Ehi, negretto bello, per fortuna a voi vi porta via la malaria. <br/> '''Soldato Eightball''': Certo, come no. <br/>'''Crazy Earl''': {{NDR|chiamando Rafterman}} Ehi, fotografo, vuoi fare una bella foto? Guarda qui, fai questa. Questo è mio fratello. {{NDR|toglie il cappello dal viso di un soldato vietnamita ucciso}} Questa festa è per lui. Lui è l'ospite d'onore. Sai, oggi compie i suoi anni. <br/> '''Soldato Animal''': Tanti auguri, muso giallo. {{NDR|gli altri marine fanno gli auguri}} <br/> '''Crazy Earl''': Giornata indimenticabile! Il giorno in cui sono arrivato a Huè mi sono dovuto scontrare con un milione di musi gialli. Io li amo i bastardini comunisti, dico sul serio, sono grugni come noi, solo che hanno gli istruttori con gli occhi a mandorla. Siamo i giganti verdi dei detersivi, solo che noi andiamo in giro a ripulire il mondo... col mitra. Quelli che abbiamo fatto fuori oggi sono le persone più meravigliose del mondo. Quando torneremo a casa di sicuro non troveremo mai più gente a cui valga la pena di sparare.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Ci mettiamo in marcia per il fiume dei profumi per passarci la notte. I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazioni notturne, ai sogni bagnati di Mary-Jane-Fica-Rotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo e prossimo al congedo... certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura. ('''Soldato Joker''') {{NDR|mentre torna a casa}}
==Citazioni su ''Full Metal Jacket''==
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo. ([[Stanley Kubrick]])
*Sì, Ermey interpreta se stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}} È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che se stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita. ([[Stanley Kubrick]])
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-sergente istruttore R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato}} Sì, è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità. ([[Stanley Kubrick]])
===Frasi promozionali===
*Acclamato dai critici di tutto il mondo come il miglior film di guerra mai realizzato.
:''Acclaimed by critic around the world as the best war movie ever made''<ref>Dalla copertina della VHS in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2663620352/tt0093058?ref_=ttmd_md_pv ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*In Vietnam il vento non soffia, sputa.<ref>Letteralmente: «In Vietnam il vento non soffia, succhia». Si tratta di un gioco di parole intraducibile dal momento che in inglese "''to suck''" significa sia "succhiare" che "fare schifo".</ref>
:''In Vietnam the wind doesn't blow it sucks''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2457261056/tt0093058?ref_=tt_ov_i ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*Un'epopea della guerra del Vietnam.
:''Une épopéè dela guerre du Vietnam''<ref>Dalla locandina in francese. {{Cfr}} [http://www.archiviokubrick.it/opere/film/fmj/locandine/fmj-france1.gif ''Poster francese''], ''archiviokubrick.it''</ref>
*Una pagina epica della guerra del Vietnam<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1987/fullmetaljacket/poster/0/ ''Poster Full Metal Jacket''], ''MYmovies.it''</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Offensiva del Têt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film sulla guerra del Vietnam]]
[[Categoria:Film drammatici]]
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2022-08-23T15:24:09Z
82.55.166.166
/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{nota disambigua|i proiettili Full metal jacket|[[Pallottola incamiciata]]}}
{{Film
|titoloitaliano=Full Metal Jacket
|immagine=Full Metal Jacket Logo.png
|genere=drammatico/guerra
|regista=[[Stanley Kubrick]]
|soggetto=''[[Gustav Hasford#Nato per uccidere|Nato per uccidere]]'' di [[Gustav Hasford]]
|sceneggiatore=Stanley Kubrick, [[Michael Herr]], Gustav Hasford
|produttore=Stanley Kubrick
|attori=
*[[Matthew Modine]]: Soldato "Joker"
*[[Adam Baldwin]]: "Animal Mother"
*[[Vincent D'Onofrio]]: Soldato "Palla di Lardo"/Leonard Lawrence
*[[R. Lee Ermey]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Dorian Harewood]]: "Eightball"
*[[Kevyn Major Howard]]: "Rafterman"
*[[Arliss Howard]]: Soldato "Cowboy"
*[[Ed O'Ross]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[John Terry]]: Tenente Lockhart
*[[Kieron Jecchinis]]: "Crazy Earl"
*[[Kirk Taylor]]: Soldato Payback
*[[Tim Colceri]]: "Doorgunner"
*[[Jon Stafford]]: "Doc Jay"
*[[Ian Tyler]]: Tenente Cleves
*[[Bruce Boa]]: Colonnello Poge
*[[Gary Landon Mills]]: "Donlon"
*[[Peter Edmund]]: Soldato Biancaneve
|doppiatori italiani=
*[[Mattia Sbragia]]: Soldato “Joker”
*[[Luca Ward]]: “Animal Brother”
*[[Loris Loddi]]: Soldato “Palla di Lardo”/Leonard Lawrence
*[[Eros Pagni]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Massimo Foschi]]: “Eightball”
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: “Rafterman”
*[[Luca Biagini]]: Soldato “Cowboy”
*[[Giorgio Locuratolo]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[Stefano De Sando]]: Tenente Lockhart
*[[Antonio Fattorini]]: “Crazy Earl”
*[[Roberto Pedicini]]: Soldato Payback
*[[Rodolfo Bianchi]]: “Doorgunner”
*[[Luciano Marchitiello]]: “Doc Jay”
*[[Fabrizio Pucci]]: Tenente Cleves
*[[Silvio Spaccesi]]: Colonnello Poge
*[[Mauro Magliozzi]]: “Donlon”
*[[Enrico Di Troia]]: Soldato Biancaneve
}}
'''''Full Metal Jacket''''', film statunitense del 1987 con [[Matthew Modine]], regia di [[Stanley Kubrick]].
{{tagline|Una pagina epica della guerra del Vietnam.}}
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Sergente Hartman''': Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore! Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "signore"! Tutto chiaro, luridissimi vermi? <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore. <br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi sento! Rispondete come se le aveste davvero! <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!<br/> '''Sergente Hartman''': Se voi signorine finirete questo corso... e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo! La più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi... ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'[[eguaglianza]]: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore.<br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi ho sentito!<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!
==Frasi==
*Parris Island, campo di addestramento del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Corso di 8 settimane per falsi duri e pazzi furiosi. ('''Soldato Joker'''){{NDR|voce fuori campo}}
*Allora, oggi è il Santo Natale! Il gran varietà religioso comincerà alle ore 9 e 30! Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il [[comunismo]]: con l'aiuto di [[Dio]] e di alcuni [[Marines]]! Dio ci si arrapa con i Marines! Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei Marines, e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma! ('''Sergente Hartman''')
*Porta quel culo al di là dell'ostacolo, Palla di Lardo! Ma che fai, Palla di Lardo?! Tu non fai nessuno sforzo per superare questo maledetto ostacolo del cazzo! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzi, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo! Fai passare il culo dall'altra parte, avanti! Se non ce la fai, me lo dici?! Scommetto che se ci fosse una bella fica lassù c'arriveresti eccome in cima all'ostacolo, dico bene?! Hai un culo che è pari a un quintale e mezzo di chewing-gum masticato! Te ne rendi conto, Palla di Lardo?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}
*Tutti quelli che scappano sono Viet Cong, tutti quelli che restano fermi sono Viet Cong molto ben educati! ('''Mitragliere di un elicottero''') {{NDR|intervistato da Joker, mentre spara contro i civili vietnamiti}}
*Joker è proprio un duro, succhierebbe il moccio dal naso di un morto... e chiederebbe il bis! ('''Soldato Payback''')
*Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". ('''Soldato Joker''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}}Sempre il negretto dietro al grilletto, eh?! ('''Soldato Eightball''')
[[File:Stanley Kubrick The Exhibition - TIFF - Full Metal Jacket (16215656639).jpg|thumb|Il credo del fuciliere con gli oggetti di scena]]
*"Questo è il mio [[fucile]]. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio [[Giuramenti dai film|giuro]] su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". {{NDR|Il [[Credi dai film|credo]] del fuciliere}}
*I [[morti]] sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. ('''Soldato Joker''')
*Voi volere prima classe fotti-fotti? ('''Militare sudvietnamita''') {{NDR|Presentando ai soldati statunitensi una prostituta vietnamita}}
*Questa toglierebbe la cromatura anche al pomello del gancio del rimorchio. ('''Soldato Eightball''') {{NDR|riferendosi alla suddetta prostituta vietnamita che non voleva andare con lui a causa delle dimensioni del pene ritenute eccessive}}
*Con lui ammazziamo e con questo chiaviam! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]], imitato da tutti i Marines che addestra, mentre con una mano si tiene i genitali e con l'altra regge il fucile}}
*Stanotte vi porterete a letto il vostro [[fucile]], e darete al vostro fucile un nome di ragazza, perché sarà quello l'unico buco che voialtri rimedierete qui dentro! I bei tempi dei ditalini alle vostre Mary-Jane-Fica-Rotta con le loro belle mutandine rosa sono finiti! Siete sposati al fucile, quel coso fatto di legno e di ferro, e rimarrete fedeli soltanto a lui! ('''Sergente Hartman''')
*La più micidiale combinazione del mondo? Un marine col suo fucile. Ma è sulla volontà di uccidere che bisogna concentrarsi, se volete riuscire a salvare la pelle in combattimento. Il vostro fucile è solo uno strumento, è il cuore di pietra quello che uccide. Se la vostra volontà di uccidere non è pura, ben controllata, potreste esitare al momento della verità. Non sarete voi ad uccidere. Voi diventerete dei Marines morti e come conseguenza vi ritroverete in un mare di merda, perché a un Marine non è permesso morire senza autorizzazione! Avete capito bene, vermi? ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[insulti dai film|Insultando]] il soldato Palla di lardo all'ostacolo}} Monta, monta, ciccia molla! Svelto! Datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare! Te ne rendi conto, Palla?! Avanti, coraggio! Vai troppo piano, muoviti! Muoviti! Soldato Palla di Lardo, fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di Lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via, brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io [[Giuramenti dai film|giuro]] che riuscirò a motivarti, Palla di Lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di Lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è già bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci, Palla di Lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima, Palla di Lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti, crepa! Fai vedere, vai, muoviti! Svelto, svelto, svelto! Che c'è, ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, ma cosa fai, stai venendo?! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|Joker fa le flessioni appeso}} Una flessione per il comandante! Una per il corpo Marines! Avanti, coraggio, tira su! Be', quella per il Corpo dei Marines non l'hai fatta... tu devi farcela, Palla! Spingi! Spingi, Palla, spingi! Una bella spinta, Palla, andiamo, un po' di forza! Tu cerchi di fregarmi, Palla di Lardo! Tira su quel culo! Vorresti farmi credere che non sei capace di fare neanche una flessione?! Sei una montagna di merda molla, Palla di Lardo, non ti voglio più vedere! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Io ci sono già... Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Pied' arm. Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! Io debbo dominarlo come domino la mia vita! Senza di me il mio fucile non è niente! ('''Leonard "Palla di Lardo" Lawrence''')
*Tornate in branda! Ma che cazzo di cinematografo è questo?! Che vi prenda un accidente secco, che cazzo state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio?! Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano?! Come mai non gli hai ancora strappato le budella, soldato Joker?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|prima della sua morte}}
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra, ai tuoi piedi, e fai un passo indietro. {{NDR|Palla di Lardo/Leonard punta l'arma contro di lui}} Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Hartman''')
*Ragazzi, mi sono rotto le palle. Voglio tornare nella merda. È un mese che non sento un colpo sparato con cattiveria ('''Soldato Joker''')
*Ann-Margret con tutto il seguito sarà qui sabato, mi serve qualcuno che le stia dietro. Rafterman, pensaci tu: fammi qualche scorcio dal basso. Una cosa non troppo esplicita, ma che si veda un po' di pelo... e qualche goccia di rugiada... ('''Tenente Lockhart''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Ma che cazzo, sta nella merda! Io lo vado a prendere, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
*Io volevo tanto vedere l'esotico [[Vietnam]], il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima... e farli fuori tutti. Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno! ('''Soldato Joker''')
==Dialoghi==
*'''Sergente Hartman''': Come ti chiami, faccia di merda? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, soldato Brown, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! D'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve! Ti piace questo nome? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Be', c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale né il pollo fritto né il cocomero alla mia mensa! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Soldato Joker''': "Sei proprio tu, [[John Wayne]]? E io chi sarei?" <br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: Chi ha parlato?! Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah, non è nessuno, eh?! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo! Che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! Allora sei stato per caso tu, brutto stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto pezzo di merda con la faccia da verme, scommetto che sei stato tu! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, l'ho detto io, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Però...Senti senti: Abbiamo tra noi un attore comico, il Soldato Joker. Io ammiro la sincerità; sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. {{NDR|gli dà un pugno in pancia}} Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così! Qui tu non riderai! Tu non piangerai! Qui si riga dritto e basta! Ti faccio vedere io! Alzati in piedi, tirati su! Datti subito una regolata, amico mio, sennò io ti svito il cranio e ti cago in gola!<br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, perché sei qui nel mio benamato corpo? <br>'''Soldato Joker''': Signore, per uccidere, signore! <br/>'''Sergerte Hartman''': Allora tu sei un killer? <br />'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Fammi una faccia da guerra! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quella è una faccia da guerra? {{NDR|Hartman lancia un urlo}} La mia è una faccia da guerra! Avanti con la tua faccia da guerra! {{NDR|Joker lancia un urlo}} Manco per il cazzo, non fai paura a nessuno! Voglio una faccia da guerra vera! {{NDR|Joker lancia un altro urlo più forte}} Non mi fai paura, ti ci devi applicare! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/> '''Sergente Hartman''':'''[a Cowboy]'''E tu che scusa hai? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, scusa di che, signore? <br/>'''Sergente Hartman''': Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro??<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, nervoso, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono io che ti rendo nervoso? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quanto sei alto, soldato? <br/> '''Soldato Cowboy''': Signore, 1 e 73, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte! Cerchi anche di fregarmi qualche centimetro, eh?!<br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore!<br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: È chiaro: Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso! T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque, soldato? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, Texas, signore! <br/> '''Sergente Hartman''': Strano, io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy! Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i cazzi? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Ci soffi dentro per gonfiarli? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in culo a qualche poveraccio senza usargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi! Ti terrò d'occhio!
*'''Sergente Hartman''':'''[a Palla di lardo]'''I tuoi genitori hanno anche figli normali? <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami, sacco di lardo? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, Leonard Lawrence, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Lawrence? [[Lawrence d'Arabia|Lawrence come, d'Arabia]]? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br />'''Sergente Hartman''': Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': E tu li succhi i cazzi? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Non mi piace il nome [[Lawrence (nome)|Lawrence]], solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!<br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signor sì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''' Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?<br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': ...Bene, prenditela pure comoda, tesoro! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ci provo, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello! Uno...due...tre!<br/>'''Soldato Palla di Lardo''':'''[ci prova]'''Signore, non ci riesco, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! {{NDR|Palla di Lardo si mette in ginocchio}} Strangolati da solo! {{NDR|Palla di Lardo si strangola da solo con entrambe le mani}} Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! {{NDR|Palla di Lardo fa per prendere la mano di Hartman}} Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! {{NDR|Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si lascia strangolare per alcuni secondi}} Hai finito di sorridere?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|ansimando}}: Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ho sentito che hai detto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|continuando ad ansimare}}: ... Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': ... Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cagarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento, sennò sarò costretto a fotterti di brutto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>
*'''Sergente Hartman''': Che nome hai dato al tuo fucile, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, il nome del fucile di Palla di Lardo è Charlene, signore!
*'''Soldato Palla di Lardo''': Ciao Joker! <br/> '''Soldato Joker''': Quelle sono cartucce cariche? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': 7,62 blindatissime. [[Pallottola incamiciata|Full Metal Jacket]]!
*'''Soldato Joker''': E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? <br/>'''Soldato''': È facile, vanno più lenti! Miri più vicino!
*'''Soldato Stork''' {{NDR|[[Barzellette dai film|barzelletta]]}}: Come si fa a fermare cinque negri che stanno sfondando una bianca? <br/>'''Soldato Payback''': Fanculo Stork! <br/>'''Soldato Stork''': Gli tiri una palla da basket!
*{{NDR|[[Canzoni dai film|Cantando]]}}<br/>'''Sergente Hartman''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Reclute''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Sergente Hartman''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Reclute''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Sergente Hartman''': Infila qua. <br/>'''Reclute''': Infila qua. <br/>'''Sergente Hartman''': Infila là. <br/>'''Reclute''': Infila là. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più su. <br/>'''Reclute''': Un po' più su. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più giu. <br/>'''Reclute''': Un po' più giù. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a te. <br/>'''Reclute''': Va bene a te. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a me. <br/>'''Reclute''': Va bene a me. <br/>'''Sergente Hartman''': Spingi. <br/>'''Reclute''': Spingi. <br/>'''Sergente Hartman''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Reclute''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Reclute''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': [[Ho Chi Minh]] le pippe si fa. <br/>'''Reclute''': Ho Chi Minh pippe si fa. <br/>'''Sergente Hartman''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa. <br/>'''Reclute''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa.
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Reclute''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Sergente Hartman''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Reclute''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Sergente Hartman''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Reclute''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Sergente Hartman''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Reclute''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Sergente Hartman''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Reclute''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Che ho fatto sempre il mio dover... <br/>'''Reclute''': Che ho fatto sempre il mio dover...
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''' {{NDR|riferito al Corpo dei Marines}}: Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Reclute''': Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Sergente Hartman''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Reclute''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo mio... <br/>'''Reclute''': Il corpo mio... <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo tuo... <br/>'''Reclute''': Il corpo tuo... <br/>'''Sergente Hartman''': Di tutti noi... <br/>'''Reclute''': Di tutti noi... <br/>'''Sergente Hartman''': Marines noi siam... <br/>'''Reclute''': Marines noi siam... <br/>'''Sergente Hartman''': La [[eschimese|esquimese]] sempre al polo sta... <br/>'''Reclute''': La esquimese sempre al polo sta... <br/>'''Sergente Hartman''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Reclute''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': È squisita... <br/>'''Reclute''': È squisita... <br/>'''Sergente Hartman''': Prelibata... <br/>'''Reclute''': Prelibata... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a te... <br/>'''Reclute''': Piace a te... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a me... <br/>'''Reclute''': Piace a me...
*'''Sergente Hartman''': Sveglia! Sveglia! Sveglia! Mollate l'uccello e agguantate le calze, oggi è domenica: varietà religioso alle 8 in punto, brande in ordine e uniforme festiva, le pulizie cominceranno fra due minuti! Soldato Cowboy, Soldato Joker! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Voi due stronzi appena avete finto di fare le brande andate a pulire i cessi? <br />'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quei cessi li voglio così lustrati e sfavillanti che di venirci a fare i suoi bisogni ne dovrebbe essere orgogliosa anche la Vergine Maria! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato semplice Joker, tu credi alla Vergine Maria? <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, io credo di non aver sentito quello che hai detto! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il soldato ha risposto no! No, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto verme, mi fai venir voglia di vomitare! {{NDR|colpisce Joker con uno schiaffo}} Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti io ti strappo le budella! Allora vuoi bene alla Vergine Maria, vero o no?! <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, negativo, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, allora tu hai deciso di offendermi? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, negativo, signore. Il soldato pensa che qualunque cosa dica non vada bene e pensa che l'istruttore intenda punirlo ancora di più se si rimangia quello che ha detto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Chi è il tuo caposquadra, sacco di merda? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il caposquadra di questo soldato è il soldato Biancaneve, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, soldato Biancaneve è presente, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve, sei degradato, il soldato Joker è promosso caposquadra!<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scompari, sacco di merda! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, soldato Palla di Lardo a rapporto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, da adesso in poi il soldato Joker è il tuo nuovo caposquadra! Tu ti trasferisci sul suo castello! Ti insegnerà un sacco di cose, ti insegna perfino a pisciare! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Il soldato Joker è ignorante e senza Dio ma ha fegato, e il fegato è tutto! Ora, signorine, potete procedere! <br/>'''Reclute''': Signorsì, signore!
*'''Sergente Hartman''': C’è qualcuno tra voi che sa chi era [[Charles Whitman]]? Non sapete niente, branco d'ignoranti? Soldato Cowboy.<br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! È quello che ha sparato a tutta quella gente da una torre a Austin, Texas, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Affermativo! Charles Whitman ha ucciso 12 persone sparando da una torre di osservazione alta 28 piani dell'Università del Texas, a distanze che arrivano fino a 400 metri! Qualcuno sa chi era [[Lee Harvey Oswald]]? {{NDR|tutti alzano la mano}} Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, quello che ha ucciso [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], Signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Esatto, e sai dirmi da quale distanza l’ha ucciso?<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, da parecchio lontano, perché il palazzo era un magazzino di libri, signore! {{NDR|tutti ridono}}<br/>'''Sergente Hartman''': Silenzio, basta così! Era lontano 85 metri! Era 85 metri di distanza e sparava a un bersaglio in movimento! Lee Harvey Oswald Ha sparato tre colpi con un moschetto italiano [[Carcano Mod. 91|di vecchio tipo]] in 6 secondi soltanto! Con ben due colpi a segno, di cui uno alla testa! Nessuno di voi sa per caso dove avevano imparato a sparare questi individui? {{NDR|Joker alza la mano}} Soldato Joker! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, nei Marines, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Nel corpo dei Marines, eccezionale! Quegli individui hanno dimostrato quel che può fare un Marine motivato con l’aiuto del suo fucile! E voi, signorine, prima della fine del corso dovreste essere capaci di fare lo stesso!
*'''Tenente Lockhart''': Joker, te l'ho spiegato, noi pubblichiamo due tipi di storie: Marines che spendono la paga per comprare ai gialli dentifrici e deodoranti, tipo "arte di sedurre i cuori"; e storie di combattimenti con un sacco di morti, tipo "come vincere la guerra". Avrei visto tracce di sangue, di corpi trascinati... <br /> '''Soldato Joker''': Pioveva, signore. <br /> '''Tenente Lockart''': Be', lo so, è fatale, esiste la legge delle probabilità. Riscrivilo e mettici un bel lieto fine: almeno un morto. Un guastatore, un ufficiale... quello che preferisci.<br /> '''Soldato Joker''': Voi "grugni" che preferite?<br /> '''Tenente Lockart''': Noi "grugni" preferiamo ufficiali morti.<br /> '''Soldato Joker''': Va bene, un ufficiale. Facciamo un Generale?{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, vuoi che i nostri lettori vengano turbati dai sensi di colpa? Casomai non lo sapessi, queste non è molto popolare come guerra e il dovere nostro è di pubblicare quello che gli inviati civili della scuola "che ci stiamo a fare in Vietnam" non pubblicano.<br /> '''Soldato Joker''': Signore, se magari ci andasse lei a vedere qualche azione chissà le tracce di sangue e i mostri trascinati che ci sarebbero.{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, io ce l'ho portato il culo al fronte, e non mi è piaciuto per niente. Tanti insetti e troppi, troppi pericoli. Il lavoro che faccio qui è più adatto al mio temperamento: retrovie con tutti i comfort.
*'''Sergente Hartman''' {{NDR|passando in ispezione i Marines}}: Tagliati le unghie... Hai i piedi lerci... Buca quella vescica... {{NDR|Si accorge che il lucchetto della cassetta di Palla di Lardo non è chiuso}} Ehi, ma Cristo d'un Dio... Palla di Lardo, perché il lucchetto della tua cassetta è aperto?! <br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signore, non so, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Palla di Lardo, se c'è una cosa a questo mondo che non riesco a tollerare è un lucchetto di cassetta aperto! Tu questo lo sai, non è vero? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono le teste di cazzo come te che al mondo incrementano la razza dei ladri, è vero o no? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scendi giù! Avanti, coraggio, vogliamo vedere se manca niente? {{NDR|Hartman rovescia la cassetta in terra e ne estrae una ciambella}} Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo?! Che cos'è questo, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ciambella con crema signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Una ciambella con crema?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': E come ci è arrivata qui? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, l'ho presa alla mensa, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': È permesso portare viveri in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Sei autorizzato a mangiare ciambelle con crema in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br>'''Sergente Hartman''': E perché no, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, sono in sovrappeso, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Perché tu sei un ciccione ributtante e fai schifo, Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': E perché hai nascosto la ciambella con crema dentro la tua cassetta, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, perché avevo fame, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Perché tu avevi fame, Palla di Lardo! ... Il soldato Palla di Lardo ha disonorato se stesso e ha disonorato il suo plotone! Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito! Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al soldato Palla di Lardo le dovute giuste motivazioni! Quindi, da adesso in poi, quando Palla di Lardo farà una cazzata, io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di una ciambella con crema. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Apri la bocca! Loro pagano la ciambella e tu la mangi. Pronti, VIA!
[[File:Jokers helmet from the awesome Stanley Kubrick exhibition at LACMA (8278915803).jpg|thumb|«Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?» (Colonnello)]]
*'''Colonnello''': Marine, cos'è quel distintivo sul giubbotto?<br /> '''Soldato Joker''': Un simbolo di pace, signore!<br /> '''Colonnello''': Dove l'hai preso?<br /> '''Soldato Joker''': Non me lo ricordo, signore!<br /> '''Colonnello''': Che cosa c'è scritto sul tuo elmetto?<br /> '''Soldato Joker''': "Nato per uccidere", signore!<br /> '''Colonnello''': Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': E ora dimmi, che cosa significa?<br /> '''Soldato Joker''': Non saprei, signore!<br /> '''Colonnello''': Non sai un sacco di cose, mi pare.<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!<br /> '''Soldato Joker''': Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell'essere umano, signore.<br /> '''Colonnello''': A cosa?<br /> '''Soldato Joker''': L'ambiguità dell'uomo, una teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]], signore.<br /> '''Colonnello''': Tu da che parte stai, giovanotto?<br /> '''Soldato Joker''': Io tengo per noi, signore.<br /> '''Colonnello''': Tu ami la tua patria?<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Figliolo, ai miei [[Marines]] io non ho mai chiesto altro che di obbedire a me come alla parola di Dio. Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c'è uno che sogna di diventare americano. È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì, signore!
*'''Prostituta vietnamita''' : Ehi, baby. Tu hai amica in Vietnam? <br/>'''Soldato Joker''' {{NDR|con Rafterman}}: Io adesso ancora no. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Oh, baby. Io tanta volia. Io tanta volia. Io faccio amole lungo lungo. Fare festa? <br/>'''Soldato Joker''': Ma sì, facciamola la festa. Quanto vuoi? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Quindici dolla. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla tutti e due? <br/>'''Prostituta vietnamita''': No. Quindici dolla uno. Io amole lungo lungo. Io tanta volia. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla è troppo beaucoup'. Cinque dolla a testa. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Io succhia succhia. Mio amole dura molto. {{NDR|La prostituta lancia un bacio a Joker e un altro bacio a Rafterman}} <br/>'''Soldato Joker''': Mamma dice che più di cinque non devo spendere. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Okay. 10 dolla uno. <br/>'''Soldato Joker''': E che ci fai per 10 dolla? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Faccio tutto tu vuoi. <br/>'''Soldato Joker''': Tutto tutto? <br/>'''Prostituta vietnamita''' {{NDR|fa un gesto osceno}}: Tutto tutto.
*{{NDR|Osservando una fossa comune con i corpi di alcuni compagni Marines}}<br> '''Soldato T.H.E. Rock''': Voi tornate a casa. <br/> '''Tenente Crazy Earl''': Semper fidelis. <br/> '''Soldato Donlon''': Siamo loschi Marines, signore. <br/> '''Soldato Eightball''': Riposate in pace. <br/> '''Soldato Animal''': Meglio a voi che a me. <br/> '''Soldato Rafterman''': Almeno sono morti per la buona causa. <br/> '''Soldato Animal''': E quale causa? <br/> '''Soldato Rafterman''': La libertà. <br/>'''Soldato Animal''': Tira la catena e sciacquati il cervello. Tu credi che li ammazziamo per la libertà? Questa è strage. Se devo rischiare la pelle per una parola allora l'unica che mi va bene è "scopare". <br/> '''Soldato Cowboy''': Che iella per Handjob. Lo stavano per far tornare a casa per malattia. <br/> '''Soldato Joker''': Perché, che malattia? <br/> '''Soldato Cowboy''': Si faceva dieci [[Masturbazione|seghe]] al giorno. <br/> '''Soldato Eightball''': Ma che dici, minimo dieci al giorno. <br/> '''Soldato Cowboy''': La settimana scorsa l'hanno mandato a farsi visitare da uno psichiatra della Marina... e questo matto mentre sta in sala d'aspetto si mette a farsi una sega. Articolo 8, congedo immediato. Stava aspettando solamente le carte per andarsene.
*'''Soldato Animal''': Tu saresti fotografo?<br/> '''Soldato Joker''': No, sono corrispondente dal fronte.<br/> '''Soldato Animal''': E l'hai già visto, il fronte?<br/> '''Soldato Joker''': Accidenti se l'ho visto, in televisione. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Animal''': Ma lo sai che sei comico nato? <br/> '''Soldato Joker''': Mi chiamano Joker lo scherzoso. <br/> '''Soldato Animal''': Ce l'ho io uno scherzo che fa per te: ti rifaccio nuovo il buco del culo. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Joker''': Sei bravo, ma prima devi mangiarti le noccioline che trovi nella mia cacca. {{NDR|tutti ridono ancora di più}} <br/> '''Soldato Animal''': Tu sai chiacchierare, ma le palle ce le hai? {{NDR|tutti fanno un verso di stupore}} <br/> '''Soldato Eightball''': Tu forse non ci credi, ma quando si spara, Animal diventa uno degli esseri più dolci del mondo. Ci vuole solo qualcuno che gli tiri addosso bombe a mano per tutta la vita. <br/> '''Soldato Cowboy''': Andiamo, piantala! {{NDR|prende da parte Joker}} Vieni a sederti. <br/> {{NDR|Eightball e Animal si siedono}} '''Soldato Animal''': Ehi, negretto bello, per fortuna a voi vi porta via la malaria. <br/> '''Soldato Eightball''': Certo, come no. <br/>'''Crazy Earl''': {{NDR|chiamando Rafterman}} Ehi, fotografo, vuoi fare una bella foto? Guarda qui, fai questa. Questo è mio fratello. {{NDR|toglie il cappello dal viso di un soldato vietnamita ucciso}} Questa festa è per lui. Lui è l'ospite d'onore. Sai, oggi compie i suoi anni. <br/> '''Soldato Animal''': Tanti auguri, muso giallo. {{NDR|gli altri marine fanno gli auguri}} <br/> '''Crazy Earl''': Giornata indimenticabile! Il giorno in cui sono arrivato a Huè mi sono dovuto scontrare con un milione di musi gialli. Io li amo i bastardini comunisti, dico sul serio, sono grugni come noi, solo che hanno gli istruttori con gli occhi a mandorla. Siamo i giganti verdi dei detersivi, solo che noi andiamo in giro a ripulire il mondo... col mitra. Quelli che abbiamo fatto fuori oggi sono le persone più meravigliose del mondo. Quando torneremo a casa di sicuro non troveremo mai più gente a cui valga la pena di sparare.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Ci mettiamo in marcia per il fiume dei profumi per passarci la notte. I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazioni notturne, ai sogni bagnati di Mary-Jane-Fica-Rotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo e prossimo al congedo... certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura. ('''Soldato Joker''') {{NDR|mentre torna a casa}}
==Citazioni su ''Full Metal Jacket''==
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo. ([[Stanley Kubrick]])
*Sì, Ermey interpreta se stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}} È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che se stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita. ([[Stanley Kubrick]])
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-sergente istruttore R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato}} Sì, è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità. ([[Stanley Kubrick]])
===Frasi promozionali===
*Acclamato dai critici di tutto il mondo come il miglior film di guerra mai realizzato.
:''Acclaimed by critic around the world as the best war movie ever made''<ref>Dalla copertina della VHS in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2663620352/tt0093058?ref_=ttmd_md_pv ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*In Vietnam il vento non soffia, sputa.<ref>Letteralmente: «In Vietnam il vento non soffia, succhia». Si tratta di un gioco di parole intraducibile dal momento che in inglese "''to suck''" significa sia "succhiare" che "fare schifo".</ref>
:''In Vietnam the wind doesn't blow it sucks''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2457261056/tt0093058?ref_=tt_ov_i ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*Un'epopea della guerra del Vietnam.
:''Une épopéè dela guerre du Vietnam''<ref>Dalla locandina in francese. {{Cfr}} [http://www.archiviokubrick.it/opere/film/fmj/locandine/fmj-france1.gif ''Poster francese''], ''archiviokubrick.it''</ref>
*Una pagina epica della guerra del Vietnam<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1987/fullmetaljacket/poster/0/ ''Poster Full Metal Jacket''], ''MYmovies.it''</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Offensiva del Têt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film sulla guerra del Vietnam]]
[[Categoria:Film drammatici]]
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wikitext
text/x-wiki
{{nota disambigua|i proiettili Full metal jacket|[[Pallottola incamiciata]]}}
{{Film
|titoloitaliano=Full Metal Jacket
|immagine=Full Metal Jacket Logo.png
|genere=drammatico/guerra
|regista=[[Stanley Kubrick]]
|soggetto=''[[Gustav Hasford#Nato per uccidere|Nato per uccidere]]'' di [[Gustav Hasford]]
|sceneggiatore=Stanley Kubrick, [[Michael Herr]], Gustav Hasford
|produttore=Stanley Kubrick
|attori=
*[[Matthew Modine]]: Soldato "Joker"
*[[Adam Baldwin]]: "Animal Mother"
*[[Vincent D'Onofrio]]: Soldato "Palla di Lardo"/Leonard Lawrence
*[[R. Lee Ermey]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Dorian Harewood]]: "Eightball"
*[[Kevyn Major Howard]]: "Rafterman"
*[[Arliss Howard]]: Soldato "Cowboy"
*[[Ed O'Ross]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[John Terry]]: Tenente Lockhart
*[[Kieron Jecchinis]]: "Crazy Earl"
*[[Kirk Taylor]]: Soldato Payback
*[[Tim Colceri]]: "Doorgunner"
*[[Jon Stafford]]: "Doc Jay"
*[[Ian Tyler]]: Tenente Cleves
*[[Bruce Boa]]: Colonnello Poge
*[[Gary Landon Mills]]: "Donlon"
*[[Peter Edmund]]: Soldato Biancaneve
|doppiatori italiani=
*[[Mattia Sbragia]]: Soldato “Joker”
*[[Luca Ward]]: “Animal Brother”
*[[Loris Loddi]]: Soldato “Palla di Lardo”/Leonard Lawrence
*[[Eros Pagni]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Massimo Foschi]]: “Eightball”
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: “Rafterman”
*[[Luca Biagini]]: Soldato “Cowboy”
*[[Giorgio Locuratolo]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[Stefano De Sando]]: Tenente Lockhart
*[[Antonio Fattorini]]: “Crazy Earl”
*[[Roberto Pedicini]]: Soldato Payback
*[[Rodolfo Bianchi]]: “Doorgunner”
*[[Luciano Marchitiello]]: “Doc Jay”
*[[Fabrizio Pucci]]: Tenente Cleves
*[[Silvio Spaccesi]]: Colonnello Poge
*[[Mauro Magliozzi]]: “Donlon”
*[[Enrico Di Troia]]: Soldato Biancaneve
}}
'''''Full Metal Jacket''''', film statunitense del 1987 con [[Matthew Modine]], regia di [[Stanley Kubrick]].
{{tagline|Una pagina epica della guerra del Vietnam.}}
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Sergente Hartman''': Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore! Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "signore"! Tutto chiaro, luridissimi vermi? <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore. <br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi sento! Rispondete come se le aveste davvero! <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!<br/> '''Sergente Hartman''': Se voi signorine finirete questo corso... e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo! La più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi... ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'[[eguaglianza]]: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore.<br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi ho sentito!<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!
==Frasi==
*Parris Island, campo di addestramento del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Corso di 8 settimane per falsi duri e pazzi furiosi. ('''Soldato Joker'''){{NDR|voce fuori campo}}
*Allora, oggi è il Santo Natale! Il gran varietà religioso comincerà alle ore 9 e 30! Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il [[comunismo]]: con l'aiuto di [[Dio]] e di alcuni [[Marines]]! Dio ci si arrapa con i Marines! Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei Marines, e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma! ('''Sergente Hartman''')
*Porta quel culo al di là dell'ostacolo, Palla di Lardo! Ma che fai, Palla di Lardo?! Tu non fai nessuno sforzo per superare questo maledetto ostacolo del cazzo! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzi, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo! Fai passare il culo dall'altra parte, avanti! Se non ce la fai, me lo dici?! Scommetto che se ci fosse una bella fica lassù c'arriveresti eccome in cima all'ostacolo, dico bene?! Hai un culo che è pari a un quintale e mezzo di chewing-gum masticato! Te ne rendi conto, Palla di Lardo?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}
*Tutti quelli che scappano sono Viet Cong, tutti quelli che restano fermi sono Viet Cong molto ben educati! ('''Mitragliere di un elicottero''') {{NDR|intervistato da Joker, mentre spara contro i civili vietnamiti}}
*Joker è proprio un duro, succhierebbe il moccio dal naso di un morto... e chiederebbe il bis! ('''Soldato Payback''')
*Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". ('''Soldato Joker''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}}Sempre il negretto dietro al grilletto, eh?! ('''Soldato Eightball''')
[[File:Stanley Kubrick The Exhibition - TIFF - Full Metal Jacket (16215656639).jpg|thumb|Il credo del fuciliere con gli oggetti di scena]]
*"Questo è il mio [[fucile]]. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio [[Giuramenti dai film|giuro]] su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". {{NDR|Il [[Credi dai film|credo]] del fuciliere}}
*I [[morti]] sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. ('''Soldato Joker''')
*Voi volere prima classe fotti-fotti? ('''Militare sudvietnamita''') {{NDR|Presentando ai soldati statunitensi una prostituta vietnamita}}
*Questa toglierebbe la cromatura anche al pomello del gancio del rimorchio. ('''Soldato Eightball''') {{NDR|riferendosi alla suddetta prostituta vietnamita che non voleva andare con lui a causa delle dimensioni del pene ritenute eccessive}}
*Con lui ammazziamo e con questo chiaviam! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]], imitato da tutti i Marines che addestra, mentre con una mano si tiene i genitali e con l'altra regge il fucile}}
*Stanotte vi porterete a letto il vostro [[fucile]], e darete al vostro fucile un nome di ragazza, perché sarà quello l'unico buco che voialtri rimedierete qui dentro! I bei tempi dei ditalini alle vostre Mary-Jane-Fica-Rotta con le loro belle mutandine rosa sono finiti! Siete sposati al fucile, quel coso fatto di legno e di ferro, e rimarrete fedeli soltanto a lui! ('''Sergente Hartman''')
*La più micidiale combinazione del mondo? Un marine col suo fucile. Ma è sulla volontà di uccidere che bisogna concentrarsi, se volete riuscire a salvare la pelle in combattimento. Il vostro fucile è solo uno strumento, è il cuore di pietra quello che uccide. Se la vostra volontà di uccidere non è pura, ben controllata, potreste esitare al momento della verità. Non sarete voi ad uccidere. Voi diventerete dei Marines morti e come conseguenza vi ritroverete in un mare di merda, perché a un Marine non è permesso morire senza autorizzazione! Avete capito bene, vermi? ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[insulti dai film|Insultando]] il soldato Palla di lardo all'ostacolo}} Monta, monta, ciccia molla! Svelto! Datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare! Te ne rendi conto, Palla?! Avanti, coraggio! Vai troppo piano, muoviti! Muoviti! Soldato Palla di Lardo, fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di Lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via, brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io [[Giuramenti dai film|giuro]] che riuscirò a motivarti, Palla di Lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di Lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è già bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci, Palla di Lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima, Palla di Lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti, crepa! Fai vedere, vai, muoviti! Svelto, svelto, svelto! Che c'è, ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, ma cosa fai, stai venendo?! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|Joker fa le flessioni appeso}} Una flessione per il comandante! Una per il corpo Marines! Avanti, coraggio, tira su! Be', quella per il Corpo dei Marines non l'hai fatta... tu devi farcela, Palla! Spingi! Spingi, Palla, spingi! Una bella spinta, Palla, andiamo, un po' di forza! Tu cerchi di fregarmi, Palla di Lardo! Tira su quel culo! Vorresti farmi credere che non sei capace di fare neanche una flessione?! Sei una montagna di merda molla, Palla di Lardo, non ti voglio più vedere! ('''Sergente Hartman''')
*Tornate in branda! Ma che cazzo di cinematografo è questo?! Che vi prenda un accidente secco, che cazzo state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio?! Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano?! Come mai non gli hai ancora strappato le budella, soldato Joker?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|prima della sua morte}}
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra, ai tuoi piedi, e fai un passo indietro. {{NDR|Palla di Lardo/Leonard punta l'arma contro di lui}} Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Hartman''')
*Ragazzi, mi sono rotto le palle. Voglio tornare nella merda. È un mese che non sento un colpo sparato con cattiveria ('''Soldato Joker''')
*Ann-Margret con tutto il seguito sarà qui sabato, mi serve qualcuno che le stia dietro. Rafterman, pensaci tu: fammi qualche scorcio dal basso. Una cosa non troppo esplicita, ma che si veda un po' di pelo... e qualche goccia di rugiada... ('''Tenente Lockhart''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Ma che cazzo, sta nella merda! Io lo vado a prendere, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
*Io volevo tanto vedere l'esotico [[Vietnam]], il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima... e farli fuori tutti. Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno! ('''Soldato Joker''')
==Dialoghi==
*'''Sergente Hartman''': Come ti chiami, faccia di merda? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, soldato Brown, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! D'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve! Ti piace questo nome? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Be', c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale né il pollo fritto né il cocomero alla mia mensa! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Soldato Joker''': "Sei proprio tu, [[John Wayne]]? E io chi sarei?" <br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: Chi ha parlato?! Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah, non è nessuno, eh?! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo! Che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! Allora sei stato per caso tu, brutto stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto pezzo di merda con la faccia da verme, scommetto che sei stato tu! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, l'ho detto io, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Però...Senti senti: Abbiamo tra noi un attore comico, il Soldato Joker. Io ammiro la sincerità; sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. {{NDR|gli dà un pugno in pancia}} Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così! Qui tu non riderai! Tu non piangerai! Qui si riga dritto e basta! Ti faccio vedere io! Alzati in piedi, tirati su! Datti subito una regolata, amico mio, sennò io ti svito il cranio e ti cago in gola!<br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, perché sei qui nel mio benamato corpo? <br>'''Soldato Joker''': Signore, per uccidere, signore! <br/>'''Sergerte Hartman''': Allora tu sei un killer? <br />'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Fammi una faccia da guerra! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quella è una faccia da guerra? {{NDR|Hartman lancia un urlo}} La mia è una faccia da guerra! Avanti con la tua faccia da guerra! {{NDR|Joker lancia un urlo}} Manco per il cazzo, non fai paura a nessuno! Voglio una faccia da guerra vera! {{NDR|Joker lancia un altro urlo più forte}} Non mi fai paura, ti ci devi applicare! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/> '''Sergente Hartman''':'''[a Cowboy]'''E tu che scusa hai? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, scusa di che, signore? <br/>'''Sergente Hartman''': Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro??<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, nervoso, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono io che ti rendo nervoso? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quanto sei alto, soldato? <br/> '''Soldato Cowboy''': Signore, 1 e 73, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte! Cerchi anche di fregarmi qualche centimetro, eh?!<br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore!<br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: È chiaro: Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso! T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque, soldato? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, Texas, signore! <br/> '''Sergente Hartman''': Strano, io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy! Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i cazzi? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Ci soffi dentro per gonfiarli? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in culo a qualche poveraccio senza usargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi! Ti terrò d'occhio!
*'''Sergente Hartman''':'''[a Palla di lardo]'''I tuoi genitori hanno anche figli normali? <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami, sacco di lardo? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, Leonard Lawrence, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Lawrence? [[Lawrence d'Arabia|Lawrence come, d'Arabia]]? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br />'''Sergente Hartman''': Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': E tu li succhi i cazzi? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Non mi piace il nome [[Lawrence (nome)|Lawrence]], solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!<br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signor sì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''' Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?<br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': ...Bene, prenditela pure comoda, tesoro! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ci provo, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello! Uno...due...tre!<br/>'''Soldato Palla di Lardo''':'''[ci prova]'''Signore, non ci riesco, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! {{NDR|Palla di Lardo si mette in ginocchio}} Strangolati da solo! {{NDR|Palla di Lardo si strangola da solo con entrambe le mani}} Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! {{NDR|Palla di Lardo fa per prendere la mano di Hartman}} Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! {{NDR|Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si lascia strangolare per alcuni secondi}} Hai finito di sorridere?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|ansimando}}: Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ho sentito che hai detto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|continuando ad ansimare}}: ... Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': ... Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cagarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento, sennò sarò costretto a fotterti di brutto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>
*'''Sergente Hartman''': Che nome hai dato al tuo fucile, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, il nome del fucile di Palla di Lardo è Charlene, signore!
*'''Soldato Palla di Lardo''': Ciao Joker! <br/> '''Soldato Joker''': Quelle sono cartucce cariche? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': 7,62 blindatissime. [[Pallottola incamiciata|Full Metal Jacket]]! <br/> '''Soldato Joker''': Leonard, se Hartman viene e ci trova qui dentro finiamo tutti e due in un mare di merda. <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': {{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Io ci sono già... Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Pied' arm. Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! Io debbo dominarlo come domino la mia vita! Senza di me il mio fucile non è niente!
*'''Soldato Joker''': E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? <br/>'''Soldato''': È facile, vanno più lenti! Miri più vicino!
*'''Soldato Stork''' {{NDR|[[Barzellette dai film|barzelletta]]}}: Come si fa a fermare cinque negri che stanno sfondando una bianca? <br/>'''Soldato Payback''': Fanculo Stork! <br/>'''Soldato Stork''': Gli tiri una palla da basket!
*{{NDR|[[Canzoni dai film|Cantando]]}}<br/>'''Sergente Hartman''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Reclute''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Sergente Hartman''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Reclute''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Sergente Hartman''': Infila qua. <br/>'''Reclute''': Infila qua. <br/>'''Sergente Hartman''': Infila là. <br/>'''Reclute''': Infila là. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più su. <br/>'''Reclute''': Un po' più su. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più giu. <br/>'''Reclute''': Un po' più giù. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a te. <br/>'''Reclute''': Va bene a te. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a me. <br/>'''Reclute''': Va bene a me. <br/>'''Sergente Hartman''': Spingi. <br/>'''Reclute''': Spingi. <br/>'''Sergente Hartman''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Reclute''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Reclute''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': [[Ho Chi Minh]] le pippe si fa. <br/>'''Reclute''': Ho Chi Minh pippe si fa. <br/>'''Sergente Hartman''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa. <br/>'''Reclute''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa.
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Reclute''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Sergente Hartman''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Reclute''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Sergente Hartman''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Reclute''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Sergente Hartman''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Reclute''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Sergente Hartman''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Reclute''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Che ho fatto sempre il mio dover... <br/>'''Reclute''': Che ho fatto sempre il mio dover...
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''' {{NDR|riferito al Corpo dei Marines}}: Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Reclute''': Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Sergente Hartman''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Reclute''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo mio... <br/>'''Reclute''': Il corpo mio... <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo tuo... <br/>'''Reclute''': Il corpo tuo... <br/>'''Sergente Hartman''': Di tutti noi... <br/>'''Reclute''': Di tutti noi... <br/>'''Sergente Hartman''': Marines noi siam... <br/>'''Reclute''': Marines noi siam... <br/>'''Sergente Hartman''': La [[eschimese|esquimese]] sempre al polo sta... <br/>'''Reclute''': La esquimese sempre al polo sta... <br/>'''Sergente Hartman''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Reclute''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': È squisita... <br/>'''Reclute''': È squisita... <br/>'''Sergente Hartman''': Prelibata... <br/>'''Reclute''': Prelibata... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a te... <br/>'''Reclute''': Piace a te... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a me... <br/>'''Reclute''': Piace a me...
*'''Sergente Hartman''': Sveglia! Sveglia! Sveglia! Mollate l'uccello e agguantate le calze, oggi è domenica: varietà religioso alle 8 in punto, brande in ordine e uniforme festiva, le pulizie cominceranno fra due minuti! Soldato Cowboy, Soldato Joker! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Voi due stronzi appena avete finto di fare le brande andate a pulire i cessi? <br />'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quei cessi li voglio così lustrati e sfavillanti che di venirci a fare i suoi bisogni ne dovrebbe essere orgogliosa anche la Vergine Maria! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato semplice Joker, tu credi alla Vergine Maria? <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, io credo di non aver sentito quello che hai detto! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il soldato ha risposto no! No, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto verme, mi fai venir voglia di vomitare! {{NDR|colpisce Joker con uno schiaffo}} Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti io ti strappo le budella! Allora vuoi bene alla Vergine Maria, vero o no?! <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, negativo, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, allora tu hai deciso di offendermi? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, negativo, signore. Il soldato pensa che qualunque cosa dica non vada bene e pensa che l'istruttore intenda punirlo ancora di più se si rimangia quello che ha detto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Chi è il tuo caposquadra, sacco di merda? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il caposquadra di questo soldato è il soldato Biancaneve, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, soldato Biancaneve è presente, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve, sei degradato, il soldato Joker è promosso caposquadra!<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scompari, sacco di merda! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, soldato Palla di Lardo a rapporto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, da adesso in poi il soldato Joker è il tuo nuovo caposquadra! Tu ti trasferisci sul suo castello! Ti insegnerà un sacco di cose, ti insegna perfino a pisciare! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Il soldato Joker è ignorante e senza Dio ma ha fegato, e il fegato è tutto! Ora, signorine, potete procedere! <br/>'''Reclute''': Signorsì, signore!
*'''Sergente Hartman''': C’è qualcuno tra voi che sa chi era [[Charles Whitman]]? Non sapete niente, branco d'ignoranti? Soldato Cowboy.<br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! È quello che ha sparato a tutta quella gente da una torre a Austin, Texas, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Affermativo! Charles Whitman ha ucciso 12 persone sparando da una torre di osservazione alta 28 piani dell'Università del Texas, a distanze che arrivano fino a 400 metri! Qualcuno sa chi era [[Lee Harvey Oswald]]? {{NDR|tutti alzano la mano}} Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, quello che ha ucciso [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], Signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Esatto, e sai dirmi da quale distanza l’ha ucciso?<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, da parecchio lontano, perché il palazzo era un magazzino di libri, signore! {{NDR|tutti ridono}}<br/>'''Sergente Hartman''': Silenzio, basta così! Era lontano 85 metri! Era 85 metri di distanza e sparava a un bersaglio in movimento! Lee Harvey Oswald Ha sparato tre colpi con un moschetto italiano [[Carcano Mod. 91|di vecchio tipo]] in 6 secondi soltanto! Con ben due colpi a segno, di cui uno alla testa! Nessuno di voi sa per caso dove avevano imparato a sparare questi individui? {{NDR|Joker alza la mano}} Soldato Joker! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, nei Marines, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Nel corpo dei Marines, eccezionale! Quegli individui hanno dimostrato quel che può fare un Marine motivato con l’aiuto del suo fucile! E voi, signorine, prima della fine del corso dovreste essere capaci di fare lo stesso!
*'''Tenente Lockhart''': Joker, te l'ho spiegato, noi pubblichiamo due tipi di storie: Marines che spendono la paga per comprare ai gialli dentifrici e deodoranti, tipo "arte di sedurre i cuori"; e storie di combattimenti con un sacco di morti, tipo "come vincere la guerra". Avrei visto tracce di sangue, di corpi trascinati... <br /> '''Soldato Joker''': Pioveva, signore. <br /> '''Tenente Lockart''': Be', lo so, è fatale, esiste la legge delle probabilità. Riscrivilo e mettici un bel lieto fine: almeno un morto. Un guastatore, un ufficiale... quello che preferisci.<br /> '''Soldato Joker''': Voi "grugni" che preferite?<br /> '''Tenente Lockart''': Noi "grugni" preferiamo ufficiali morti.<br /> '''Soldato Joker''': Va bene, un ufficiale. Facciamo un Generale?{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, vuoi che i nostri lettori vengano turbati dai sensi di colpa? Casomai non lo sapessi, queste non è molto popolare come guerra e il dovere nostro è di pubblicare quello che gli inviati civili della scuola "che ci stiamo a fare in Vietnam" non pubblicano.<br /> '''Soldato Joker''': Signore, se magari ci andasse lei a vedere qualche azione chissà le tracce di sangue e i mostri trascinati che ci sarebbero.{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, io ce l'ho portato il culo al fronte, e non mi è piaciuto per niente. Tanti insetti e troppi, troppi pericoli. Il lavoro che faccio qui è più adatto al mio temperamento: retrovie con tutti i comfort.
*'''Sergente Hartman''' {{NDR|passando in ispezione i Marines}}: Tagliati le unghie... Hai i piedi lerci... Buca quella vescica... {{NDR|Si accorge che il lucchetto della cassetta di Palla di Lardo non è chiuso}} Ehi, ma Cristo d'un Dio... Palla di Lardo, perché il lucchetto della tua cassetta è aperto?! <br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signore, non so, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Palla di Lardo, se c'è una cosa a questo mondo che non riesco a tollerare è un lucchetto di cassetta aperto! Tu questo lo sai, non è vero? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono le teste di cazzo come te che al mondo incrementano la razza dei ladri, è vero o no? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scendi giù! Avanti, coraggio, vogliamo vedere se manca niente? {{NDR|Hartman rovescia la cassetta in terra e ne estrae una ciambella}} Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo?! Che cos'è questo, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ciambella con crema signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Una ciambella con crema?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': E come ci è arrivata qui? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, l'ho presa alla mensa, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': È permesso portare viveri in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Sei autorizzato a mangiare ciambelle con crema in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br>'''Sergente Hartman''': E perché no, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, sono in sovrappeso, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Perché tu sei un ciccione ributtante e fai schifo, Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': E perché hai nascosto la ciambella con crema dentro la tua cassetta, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, perché avevo fame, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Perché tu avevi fame, Palla di Lardo! ... Il soldato Palla di Lardo ha disonorato se stesso e ha disonorato il suo plotone! Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito! Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al soldato Palla di Lardo le dovute giuste motivazioni! Quindi, da adesso in poi, quando Palla di Lardo farà una cazzata, io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di una ciambella con crema. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Apri la bocca! Loro pagano la ciambella e tu la mangi. Pronti, VIA!
[[File:Jokers helmet from the awesome Stanley Kubrick exhibition at LACMA (8278915803).jpg|thumb|«Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?» (Colonnello)]]
*'''Colonnello''': Marine, cos'è quel distintivo sul giubbotto?<br /> '''Soldato Joker''': Un simbolo di pace, signore!<br /> '''Colonnello''': Dove l'hai preso?<br /> '''Soldato Joker''': Non me lo ricordo, signore!<br /> '''Colonnello''': Che cosa c'è scritto sul tuo elmetto?<br /> '''Soldato Joker''': "Nato per uccidere", signore!<br /> '''Colonnello''': Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': E ora dimmi, che cosa significa?<br /> '''Soldato Joker''': Non saprei, signore!<br /> '''Colonnello''': Non sai un sacco di cose, mi pare.<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!<br /> '''Soldato Joker''': Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell'essere umano, signore.<br /> '''Colonnello''': A cosa?<br /> '''Soldato Joker''': L'ambiguità dell'uomo, una teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]], signore.<br /> '''Colonnello''': Tu da che parte stai, giovanotto?<br /> '''Soldato Joker''': Io tengo per noi, signore.<br /> '''Colonnello''': Tu ami la tua patria?<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Figliolo, ai miei [[Marines]] io non ho mai chiesto altro che di obbedire a me come alla parola di Dio. Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c'è uno che sogna di diventare americano. È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì, signore!
*'''Prostituta vietnamita''' : Ehi, baby. Tu hai amica in Vietnam? <br/>'''Soldato Joker''' {{NDR|con Rafterman}}: Io adesso ancora no. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Oh, baby. Io tanta volia. Io tanta volia. Io faccio amole lungo lungo. Fare festa? <br/>'''Soldato Joker''': Ma sì, facciamola la festa. Quanto vuoi? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Quindici dolla. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla tutti e due? <br/>'''Prostituta vietnamita''': No. Quindici dolla uno. Io amole lungo lungo. Io tanta volia. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla è troppo beaucoup'. Cinque dolla a testa. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Io succhia succhia. Mio amole dura molto. {{NDR|La prostituta lancia un bacio a Joker e un altro bacio a Rafterman}} <br/>'''Soldato Joker''': Mamma dice che più di cinque non devo spendere. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Okay. 10 dolla uno. <br/>'''Soldato Joker''': E che ci fai per 10 dolla? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Faccio tutto tu vuoi. <br/>'''Soldato Joker''': Tutto tutto? <br/>'''Prostituta vietnamita''' {{NDR|fa un gesto osceno}}: Tutto tutto.
*{{NDR|Osservando una fossa comune con i corpi di alcuni compagni Marines}}<br> '''Soldato T.H.E. Rock''': Voi tornate a casa. <br/> '''Tenente Crazy Earl''': Semper fidelis. <br/> '''Soldato Donlon''': Siamo loschi Marines, signore. <br/> '''Soldato Eightball''': Riposate in pace. <br/> '''Soldato Animal''': Meglio a voi che a me. <br/> '''Soldato Rafterman''': Almeno sono morti per la buona causa. <br/> '''Soldato Animal''': E quale causa? <br/> '''Soldato Rafterman''': La libertà. <br/>'''Soldato Animal''': Tira la catena e sciacquati il cervello. Tu credi che li ammazziamo per la libertà? Questa è strage. Se devo rischiare la pelle per una parola allora l'unica che mi va bene è "scopare". <br/> '''Soldato Cowboy''': Che iella per Handjob. Lo stavano per far tornare a casa per malattia. <br/> '''Soldato Joker''': Perché, che malattia? <br/> '''Soldato Cowboy''': Si faceva dieci [[Masturbazione|seghe]] al giorno. <br/> '''Soldato Eightball''': Ma che dici, minimo dieci al giorno. <br/> '''Soldato Cowboy''': La settimana scorsa l'hanno mandato a farsi visitare da uno psichiatra della Marina... e questo matto mentre sta in sala d'aspetto si mette a farsi una sega. Articolo 8, congedo immediato. Stava aspettando solamente le carte per andarsene.
*'''Soldato Animal''': Tu saresti fotografo?<br/> '''Soldato Joker''': No, sono corrispondente dal fronte.<br/> '''Soldato Animal''': E l'hai già visto, il fronte?<br/> '''Soldato Joker''': Accidenti se l'ho visto, in televisione. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Animal''': Ma lo sai che sei comico nato? <br/> '''Soldato Joker''': Mi chiamano Joker lo scherzoso. <br/> '''Soldato Animal''': Ce l'ho io uno scherzo che fa per te: ti rifaccio nuovo il buco del culo. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Joker''': Sei bravo, ma prima devi mangiarti le noccioline che trovi nella mia cacca. {{NDR|tutti ridono ancora di più}} <br/> '''Soldato Animal''': Tu sai chiacchierare, ma le palle ce le hai? {{NDR|tutti fanno un verso di stupore}} <br/> '''Soldato Eightball''': Tu forse non ci credi, ma quando si spara, Animal diventa uno degli esseri più dolci del mondo. Ci vuole solo qualcuno che gli tiri addosso bombe a mano per tutta la vita. <br/> '''Soldato Cowboy''': Andiamo, piantala! {{NDR|prende da parte Joker}} Vieni a sederti. <br/> {{NDR|Eightball e Animal si siedono}} '''Soldato Animal''': Ehi, negretto bello, per fortuna a voi vi porta via la malaria. <br/> '''Soldato Eightball''': Certo, come no. <br/>'''Crazy Earl''': {{NDR|chiamando Rafterman}} Ehi, fotografo, vuoi fare una bella foto? Guarda qui, fai questa. Questo è mio fratello. {{NDR|toglie il cappello dal viso di un soldato vietnamita ucciso}} Questa festa è per lui. Lui è l'ospite d'onore. Sai, oggi compie i suoi anni. <br/> '''Soldato Animal''': Tanti auguri, muso giallo. {{NDR|gli altri marine fanno gli auguri}} <br/> '''Crazy Earl''': Giornata indimenticabile! Il giorno in cui sono arrivato a Huè mi sono dovuto scontrare con un milione di musi gialli. Io li amo i bastardini comunisti, dico sul serio, sono grugni come noi, solo che hanno gli istruttori con gli occhi a mandorla. Siamo i giganti verdi dei detersivi, solo che noi andiamo in giro a ripulire il mondo... col mitra. Quelli che abbiamo fatto fuori oggi sono le persone più meravigliose del mondo. Quando torneremo a casa di sicuro non troveremo mai più gente a cui valga la pena di sparare.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Ci mettiamo in marcia per il fiume dei profumi per passarci la notte. I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazioni notturne, ai sogni bagnati di Mary-Jane-Fica-Rotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo e prossimo al congedo... certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura. ('''Soldato Joker''') {{NDR|mentre torna a casa}}
==Citazioni su ''Full Metal Jacket''==
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo. ([[Stanley Kubrick]])
*Sì, Ermey interpreta se stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}} È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che se stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita. ([[Stanley Kubrick]])
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-sergente istruttore R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato}} Sì, è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità. ([[Stanley Kubrick]])
===Frasi promozionali===
*Acclamato dai critici di tutto il mondo come il miglior film di guerra mai realizzato.
:''Acclaimed by critic around the world as the best war movie ever made''<ref>Dalla copertina della VHS in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2663620352/tt0093058?ref_=ttmd_md_pv ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*In Vietnam il vento non soffia, sputa.<ref>Letteralmente: «In Vietnam il vento non soffia, succhia». Si tratta di un gioco di parole intraducibile dal momento che in inglese "''to suck''" significa sia "succhiare" che "fare schifo".</ref>
:''In Vietnam the wind doesn't blow it sucks''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2457261056/tt0093058?ref_=tt_ov_i ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*Un'epopea della guerra del Vietnam.
:''Une épopéè dela guerre du Vietnam''<ref>Dalla locandina in francese. {{Cfr}} [http://www.archiviokubrick.it/opere/film/fmj/locandine/fmj-france1.gif ''Poster francese''], ''archiviokubrick.it''</ref>
*Una pagina epica della guerra del Vietnam<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1987/fullmetaljacket/poster/0/ ''Poster Full Metal Jacket''], ''MYmovies.it''</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Offensiva del Têt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film sulla guerra del Vietnam]]
[[Categoria:Film drammatici]]
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1224187
1224100
2022-08-24T09:46:52Z
Homer
215
Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/82.55.166.166|82.55.166.166]] ([[User talk:82.55.166.166|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Homer|Homer]]
wikitext
text/x-wiki
{{nota disambigua|i proiettili Full metal jacket|[[Pallottola incamiciata]]}}
{{Film
|titoloitaliano=Full Metal Jacket
|immagine=Full Metal Jacket Logo.png
|genere=drammatico/guerra
|regista=[[Stanley Kubrick]]
|soggetto=''[[Gustav Hasford#Nato per uccidere|Nato per uccidere]]'' di [[Gustav Hasford]]
|sceneggiatore=Stanley Kubrick, [[Michael Herr]], Gustav Hasford
|produttore=Stanley Kubrick
|attori=
*[[Matthew Modine]]: Soldato "Joker"
*[[Adam Baldwin]]: "Animal Mother"
*[[Vincent D'Onofrio]]: Soldato "Palla di Lardo"/Leonard Lawrence
*[[R. Lee Ermey]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Dorian Harewood]]: "Eightball"
*[[Kevyn Major Howard]]: "Rafterman"
*[[Arliss Howard]]: Soldato "Cowboy"
*[[Ed O'Ross]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[John Terry]]: Tenente Lockhart
*[[Kieron Jecchinis]]: "Crazy Earl"
*[[Kirk Taylor]]: Soldato Payback
*[[Tim Colceri]]: "Doorgunner"
*[[Jon Stafford]]: "Doc Jay"
*[[Ian Tyler]]: Tenente Cleves
*[[Bruce Boa]]: Colonnello Poge
*[[Gary Landon Mills]]: "Donlon"
*[[Peter Edmund]]: Soldato Biancaneve
|doppiatori italiani=
*[[Mattia Sbragia]]: Soldato “Joker”
*[[Luca Ward]]: “Animal Brother”
*[[Loris Loddi]]: Soldato “Palla di Lardo”/Leonard Lawrence
*[[Eros Pagni]]: Sergente maggiore Hartman
*[[Massimo Foschi]]: “Eightball”
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: “Rafterman”
*[[Luca Biagini]]: Soldato “Cowboy”
*[[Giorgio Locuratolo]]: Tenente Touchdown/Walter J. Schinoski
*[[Stefano De Sando]]: Tenente Lockhart
*[[Antonio Fattorini]]: “Crazy Earl”
*[[Roberto Pedicini]]: Soldato Payback
*[[Rodolfo Bianchi]]: “Doorgunner”
*[[Luciano Marchitiello]]: “Doc Jay”
*[[Fabrizio Pucci]]: Tenente Cleves
*[[Silvio Spaccesi]]: Colonnello Poge
*[[Mauro Magliozzi]]: “Donlon”
*[[Enrico Di Troia]]: Soldato Biancaneve
}}
'''''Full Metal Jacket''''', film statunitense del 1987 con [[Matthew Modine]], regia di [[Stanley Kubrick]].
{{tagline|Una pagina epica della guerra del Vietnam.}}
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Sergente Hartman''': Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore! Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "signore"! Tutto chiaro, luridissimi vermi? <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore. <br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi sento! Rispondete come se le aveste davvero! <br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!<br/> '''Sergente Hartman''': Se voi signorine finirete questo corso... e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo! La più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi... ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'[[eguaglianza]]: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore.<br/> '''Sergente Hartman''': Ah, che cazzo, non vi ho sentito!<br/> '''Reclute''': Signorsì, signore!
==Frasi==
*Parris Island, campo di addestramento del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Corso di 8 settimane per falsi duri e pazzi furiosi. ('''Soldato Joker'''){{NDR|voce fuori campo}}
*Allora, oggi è il Santo Natale! Il gran varietà religioso comincerà alle ore 9 e 30! Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il [[comunismo]]: con l'aiuto di [[Dio]] e di alcuni [[Marines]]! Dio ci si arrapa con i Marines! Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei Marines, e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma! ('''Sergente Hartman''')
*Porta quel culo al di là dell'ostacolo, Palla di Lardo! Ma che fai, Palla di Lardo?! Tu non fai nessuno sforzo per superare questo maledetto ostacolo del cazzo! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzi, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo! Fai passare il culo dall'altra parte, avanti! Se non ce la fai, me lo dici?! Scommetto che se ci fosse una bella fica lassù c'arriveresti eccome in cima all'ostacolo, dico bene?! Hai un culo che è pari a un quintale e mezzo di chewing-gum masticato! Te ne rendi conto, Palla di Lardo?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[insulti dai film|insulto]]}}
*Tutti quelli che scappano sono Viet Cong, tutti quelli che restano fermi sono Viet Cong molto ben educati! ('''Mitragliere di un elicottero''') {{NDR|intervistato da Joker, mentre spara contro i civili vietnamiti}}
*Joker è proprio un duro, succhierebbe il moccio dal naso di un morto... e chiederebbe il bis! ('''Soldato Payback''')
*Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". ('''Soldato Joker''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}}Sempre il negretto dietro al grilletto, eh?! ('''Soldato Eightball''')
[[File:Stanley Kubrick The Exhibition - TIFF - Full Metal Jacket (16215656639).jpg|thumb|Il credo del fuciliere con gli oggetti di scena]]
*"Questo è il mio [[fucile]]. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio [[Giuramenti dai film|giuro]] su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". {{NDR|Il [[Credi dai film|credo]] del fuciliere}}
*I [[morti]] sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. ('''Soldato Joker''')
*Voi volere prima classe fotti-fotti? ('''Militare sudvietnamita''') {{NDR|Presentando ai soldati statunitensi una prostituta vietnamita}}
*Questa toglierebbe la cromatura anche al pomello del gancio del rimorchio. ('''Soldato Eightball''') {{NDR|riferendosi alla suddetta prostituta vietnamita che non voleva andare con lui a causa delle dimensioni del pene ritenute eccessive}}
*Con lui ammazziamo e con questo chiaviam! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]], imitato da tutti i Marines che addestra, mentre con una mano si tiene i genitali e con l'altra regge il fucile}}
*Stanotte vi porterete a letto il vostro [[fucile]], e darete al vostro fucile un nome di ragazza, perché sarà quello l'unico buco che voialtri rimedierete qui dentro! I bei tempi dei ditalini alle vostre Mary-Jane-Fica-Rotta con le loro belle mutandine rosa sono finiti! Siete sposati al fucile, quel coso fatto di legno e di ferro, e rimarrete fedeli soltanto a lui! ('''Sergente Hartman''')
*Il fucile è solo uno strumento, è il cuore di pietra quello che uccide. Se la vostra volontà di uccidere non è pura, ben controllata, potreste esitare al momento della verità. Non sarete voi a uccidere. Voi diventerete dei Marines morti e come conseguenza vi ritroverete in un mare di merda, perché a un Marine non è permesso di morire senza autorizzazione! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[insulti dai film|Insultando]] il soldato Palla di lardo all'ostacolo}} Monta, monta, ciccia molla! Svelto! Datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare! Te ne rendi conto, Palla?! Avanti, coraggio! Vai troppo piano, muoviti! Muoviti! Soldato Palla di Lardo, fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di Lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via, brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io [[Giuramenti dai film|giuro]] che riuscirò a motivarti, Palla di Lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di Lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è già bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci, Palla di Lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima, Palla di Lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti, crepa! Fai vedere, vai, muoviti! Svelto, svelto, svelto! Che c'è, ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, ma cosa fai, stai venendo?! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|Joker fa le flessioni appeso}} Una flessione per il comandante! Una per il corpo Marines! Avanti, coraggio, tira su! Be', quella per il Corpo dei Marines non l'hai fatta... tu devi farcela, Palla! Spingi! Spingi, Palla, spingi! Una bella spinta, Palla, andiamo, un po' di forza! Tu cerchi di fregarmi, Palla di Lardo! Tira su quel culo! Vorresti farmi credere che non sei capace di fare neanche una flessione?! Sei una montagna di merda molla, Palla di Lardo, non ti voglio più vedere! ('''Sergente Hartman''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Io ci sono già... Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Pied' arm. Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! Io debbo dominarlo come domino la mia vita! Senza di me il mio fucile non è niente! ('''Leonard "Palla di Lardo" Lawrence''')
*Tornate in branda! Ma che cazzo di cinematografo è questo?! Che vi prenda un accidente secco, che cazzo state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio?! Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano?! Come mai non gli hai ancora strappato le budella, soldato Joker?! ('''Sergente Hartman''') {{NDR|prima della sua morte}}
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra, ai tuoi piedi, e fai un passo indietro. {{NDR|Palla di Lardo/Leonard punta l'arma contro di lui}} Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Hartman''')
*Ragazzi, mi sono rotto le palle. Voglio tornare nella merda. È un mese che non sento un colpo sparato con cattiveria ('''Soldato Joker''')
*Ann-Margret con tutto il seguito sarà qui sabato, mi serve qualcuno che le stia dietro. Rafterman, pensaci tu: fammi qualche scorcio dal basso. Una cosa non troppo esplicita, ma che si veda un po' di pelo... e qualche goccia di rugiada... ('''Tenente Lockhart''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Ma che cazzo, sta nella merda! Io lo vado a prendere, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
*Io volevo tanto vedere l'esotico [[Vietnam]], il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima... e farli fuori tutti. Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno! ('''Soldato Joker''')
==Dialoghi==
*'''Sergente Hartman''': Come ti chiami, faccia di merda? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, soldato Brown, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! D'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve! Ti piace questo nome? <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Be', c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale né il pollo fritto né il cocomero alla mia mensa! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Soldato Joker''': "Sei proprio tu, [[John Wayne]]? E io chi sarei?" <br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: Chi ha parlato?! Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah, non è nessuno, eh?! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo! Che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! Allora sei stato per caso tu, brutto stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto pezzo di merda con la faccia da verme, scommetto che sei stato tu! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, l'ho detto io, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Però...Senti senti: Abbiamo tra noi un attore comico, il Soldato Joker. Io ammiro la sincerità; sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. {{NDR|gli dà un pugno in pancia}} Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così! Qui tu non riderai! Tu non piangerai! Qui si riga dritto e basta! Ti faccio vedere io! Alzati in piedi, tirati su! Datti subito una regolata, amico mio, sennò io ti svito il cranio e ti cago in gola!<br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, certo, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, perché sei qui nel mio benamato corpo? <br>'''Soldato Joker''': Signore, per uccidere, signore! <br/>'''Sergerte Hartman''': Allora tu sei un killer? <br />'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Fammi una faccia da guerra! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quella è una faccia da guerra? {{NDR|Hartman lancia un urlo}} La mia è una faccia da guerra! Avanti con la tua faccia da guerra! {{NDR|Joker lancia un urlo}} Manco per il cazzo, non fai paura a nessuno! Voglio una faccia da guerra vera! {{NDR|Joker lancia un altro urlo più forte}} Non mi fai paura, ti ci devi applicare! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/> '''Sergente Hartman''':'''[a Cowboy]'''E tu che scusa hai? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, scusa di che, signore? <br/>'''Sergente Hartman''': Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro??<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?<br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, nervoso, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono io che ti rendo nervoso? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quanto sei alto, soldato? <br/> '''Soldato Cowboy''': Signore, 1 e 73, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte! Cerchi anche di fregarmi qualche centimetro, eh?!<br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore!<br/>'''Sergente Hartman''' {{NDR|[[insulti dai film|insultando]]}}: È chiaro: Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso! T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque, soldato? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signore, Texas, signore! <br/> '''Sergente Hartman''': Strano, io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy! Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i cazzi? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Ci soffi dentro per gonfiarli? <br/>'''Soldato Cowboy''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in culo a qualche poveraccio senza usargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi! Ti terrò d'occhio!
*'''Sergente Hartman''':'''[a Palla di lardo]'''I tuoi genitori hanno anche figli normali? '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami, sacco di lardo? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, Leonard Lawrence, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Lawrence? [[Lawrence d'Arabia|Lawrence come, d'Arabia]]? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br />'''Sergente Hartman''': Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': E tu li succhi i cazzi? <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! <br />'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Non mi piace il nome [[Lawrence (nome)|Lawrence]], solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!<br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signor sì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''' Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?<br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! <br/> '''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': ...Bene, prenditela pure comoda, tesoro! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ci provo, signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello! Uno...due...tre!<br/>'''Soldato Palla di Lardo''':'''[ci prova]'''Signore, non ci riesco, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! {{NDR|Palla di Lardo si mette in ginocchio}} Strangolati da solo! {{NDR|Palla di Lardo si strangola da solo con entrambe le mani}} Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! {{NDR|Palla di Lardo fa per prendere la mano di Hartman}} Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! {{NDR|Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si lascia strangolare per alcuni secondi}} Hai finito di sorridere?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|ansimando}}: Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ho sentito che hai detto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''' {{NDR|continuando ad ansimare}}: ... Signorsì, signore...! <br/>'''Sergente Hartman''': Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': ... Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cagarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento, sennò sarò costretto a fotterti di brutto! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>
*'''Sergente Hartman''': Che nome hai dato al tuo fucile, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, il nome del fucile di Palla di Lardo è Charlene, signore!
*'''Soldato Joker''': Quelle sono cartucce cariche? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': 7,62 blindatissime. [[Pallottola incamiciata|Full Metal Jacket]]!
*'''Soldato Joker''': E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? <br/>'''Soldato''': È facile, vanno più lenti! Miri più vicino!
*'''Soldato Stork''' {{NDR|[[Barzellette dai film|barzelletta]]}}: Come si fa a fermare cinque negri che stanno sfondando una bianca? <br/>'''Soldato Payback''': Fanculo Stork! <br/>'''Soldato Stork''': Gli tiri una palla da basket!
*{{NDR|[[Canzoni dai film|Cantando]]}}<br/>'''Sergente Hartman''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Reclute''': Babbo e tua mamma dentro il letto stan... <br/>'''Sergente Hartman''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Reclute''': E la mamma gli chiede se glielo dà... <br/>'''Sergente Hartman''': Infila qua. <br/>'''Reclute''': Infila qua. <br/>'''Sergente Hartman''': Infila là. <br/>'''Reclute''': Infila là. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più su. <br/>'''Reclute''': Un po' più su. <br/>'''Sergente Hartman''': Un po' più giu. <br/>'''Reclute''': Un po' più giù. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a te. <br/>'''Reclute''': Va bene a te. <br/>'''Sergente Hartman''': Va bene a me. <br/>'''Reclute''': Va bene a me. <br/>'''Sergente Hartman''': Spingi. <br/>'''Reclute''': Spingi. <br/>'''Sergente Hartman''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Reclute''': Viene su all'alba quando si alza il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Reclute''': Va giù la sera quando cala il sol... <br/>'''Sergente Hartman''': [[Ho Chi Minh]] le pippe si fa. <br/>'''Reclute''': Ho Chi Minh pippe si fa. <br/>'''Sergente Hartman''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa. <br/>'''Reclute''': Cinque volte al giorno, tutto il mondo lo sa.
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Reclute''': Una sbarbina non la voglio perché... <br/>'''Sergente Hartman''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Reclute''': Solo il fucile porterò con me... <br/>'''Sergente Hartman''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Reclute''': E se in battaglia poi io creperò... <br/>'''Sergente Hartman''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Reclute''': Dentro una bara tornerò... <br/>'''Sergente Hartman''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Reclute''': Alla mia mamma fatelo saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Che ho fatto sempre il mio dover... <br/>'''Reclute''': Che ho fatto sempre il mio dover...
*{{NDR|Cantando}}<br/> '''Sergente Hartman''' {{NDR|riferito al Corpo dei Marines}}: Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Reclute''': Del mio Corpo sono sempre fier... <br/>'''Sergente Hartman''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Reclute''': Ve lo voglio proprio far saper... <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Reclute''': Crepi Ho Chi Minh, viva il Corpo dei Marines! <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo mio... <br/>'''Reclute''': Il corpo mio... <br/>'''Sergente Hartman''': Il corpo tuo... <br/>'''Reclute''': Il corpo tuo... <br/>'''Sergente Hartman''': Di tutti noi... <br/>'''Reclute''': Di tutti noi... <br/>'''Sergente Hartman''': Marines noi siam... <br/>'''Reclute''': Marines noi siam... <br/>'''Sergente Hartman''': La [[eschimese|esquimese]] sempre al polo sta... <br/>'''Reclute''': La esquimese sempre al polo sta... <br/>'''Sergente Hartman''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Reclute''': E la fica sempre fredda c'ha... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Che bontà... <br/>'''Reclute''': Che bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': Gran bontà... <br/>'''Reclute''': Gran bontà... <br/>'''Sergente Hartman''': È squisita... <br/>'''Reclute''': È squisita... <br/>'''Sergente Hartman''': Prelibata... <br/>'''Reclute''': Prelibata... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a te... <br/>'''Reclute''': Piace a te... <br/>'''Sergente Hartman''': Piace a me... <br/>'''Reclute''': Piace a me...
*'''Sergente Hartman''': Sveglia! Sveglia! Sveglia! Mollate l'uccello e agguantate le calze, oggi è domenica: varietà religioso alle 8 in punto, brande in ordine e uniforme festiva, le pulizie cominceranno fra due minuti! Soldato Cowboy, Soldato Joker! <br/>'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Voi due stronzi appena avete finto di fare le brande andate a pulire i cessi? <br />'''Soldato Cowboy''': Signorsì, signore! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Quei cessi li voglio così lustrati e sfavillanti che di venirci a fare i suoi bisogni ne dovrebbe essere orgogliosa anche la Vergine Maria! <br/>'''Soldato Joker''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato semplice Joker, tu credi alla Vergine Maria? <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, io credo di non aver sentito quello che hai detto! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il soldato ha risposto no! No, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Brutto verme, mi fai venir voglia di vomitare! {{NDR|colpisce Joker con uno schiaffo}} Brutto ateo comunista, adesso mi dici immediatamente che tu vuoi bene alla Vergine Maria, altrimenti io ti strappo le budella! Allora vuoi bene alla Vergine Maria, vero o no?! <br/>'''Soldato Joker''': Signor no, negativo, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Joker, allora tu hai deciso di offendermi? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, negativo, signore. Il soldato pensa che qualunque cosa dica non vada bene e pensa che l'istruttore intenda punirlo ancora di più se si rimangia quello che ha detto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Chi è il tuo caposquadra, sacco di merda? <br/>'''Soldato Joker''': Signore, il caposquadra di questo soldato è il soldato Biancaneve, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, soldato Biancaneve è presente, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Biancaneve, sei degradato, il soldato Joker è promosso caposquadra!<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scompari, sacco di merda! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, soldato Palla di Lardo a rapporto, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Palla di Lardo, da adesso in poi il soldato Joker è il tuo nuovo caposquadra! Tu ti trasferisci sul suo castello! Ti insegnerà un sacco di cose, ti insegna perfino a pisciare! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Il soldato Joker è ignorante e senza Dio ma ha fegato, e il fegato è tutto! Ora, signorine, potete procedere! <br/>'''Reclute''': Signorsì, signore!
*'''Sergente Hartman''': C’è qualcuno tra voi che sa chi era [[Charles Whitman]]? Non sapete niente, branco d'ignoranti? Soldato Cowboy.<br/>'''Soldato Cowboy''': Signore! È quello che ha sparato a tutta quella gente da una torre a Austin, Texas, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Affermativo! Charles Whitman ha ucciso 12 persone sparando da una torre di osservazione alta 28 piani dell'Università del Texas, a distanze che arrivano fino a 400 metri! Qualcuno sa chi era [[Lee Harvey Oswald]]? {{NDR|tutti alzano la mano}} Soldato Biancaneve! <br/>'''Soldato Biancaneve''': Signore, quello che ha ucciso [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], Signore!<br/>'''Sergente Hartman''': Esatto, e sai dirmi da quale distanza l’ha ucciso?<br/>'''Soldato Biancaneve''': Signorsì, da parecchio lontano, perché il palazzo era un magazzino di libri, signore! {{NDR|tutti ridono}}<br/>'''Sergente Hartman''': Silenzio, basta così! Era lontano 85 metri! Era 85 metri di distanza e sparava a un bersaglio in movimento! Lee Harvey Oswald Ha sparato tre colpi con un moschetto italiano [[Carcano Mod. 91|di vecchio tipo]] in 6 secondi soltanto! Con ben due colpi a segno, di cui uno alla testa! Nessuno di voi sa per caso dove avevano imparato a sparare questi individui? {{NDR|Joker alza la mano}} Soldato Joker! <br/>'''Soldato Joker''': Signore, nei Marines, Signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Nel corpo dei Marines, eccezionale! Quegli individui hanno dimostrato quel che può fare un Marine motivato con l’aiuto del suo fucile! E voi, signorine, prima della fine del corso dovreste essere capaci di fare lo stesso!
*'''Tenente Lockhart''': Joker, te l'ho spiegato, noi pubblichiamo due tipi di storie: Marines che spendono la paga per comprare ai gialli dentifrici e deodoranti, tipo "arte di sedurre i cuori"; e storie di combattimenti con un sacco di morti, tipo "come vincere la guerra". Avrei visto tracce di sangue, di corpi trascinati... <br /> '''Soldato Joker''': Pioveva, signore. <br /> '''Tenente Lockart''': Be', lo so, è fatale, esiste la legge delle probabilità. Riscrivilo e mettici un bel lieto fine: almeno un morto. Un guastatore, un ufficiale... quello che preferisci.<br /> '''Soldato Joker''': Voi "grugni" che preferite?<br /> '''Tenente Lockart''': Noi "grugni" preferiamo ufficiali morti.<br /> '''Soldato Joker''': Va bene, un ufficiale. Facciamo un Generale?{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, vuoi che i nostri lettori vengano turbati dai sensi di colpa? Casomai non lo sapessi, queste non è molto popolare come guerra e il dovere nostro è di pubblicare quello che gli inviati civili della scuola "che ci stiamo a fare in Vietnam" non pubblicano.<br /> '''Soldato Joker''': Signore, se magari ci andasse lei a vedere qualche azione chissà le tracce di sangue e i mostri trascinati che ci sarebbero.{{NDR|tutti ridono}}<br /> '''Tenente Lockart''': Joker, io ce l'ho portato il culo al fronte, e non mi è piaciuto per niente. Tanti insetti e troppi, troppi pericoli. Il lavoro che faccio qui è più adatto al mio temperamento: retrovie con tutti i comfort.
*'''Sergente Hartman''' {{NDR|passando in ispezione i Marines}}: Tagliati le unghie... Hai i piedi lerci... Buca quella vescica... {{NDR|Si accorge che il lucchetto della cassetta di Palla di Lardo non è chiuso}} Ehi, ma Cristo d'un Dio... Palla di Lardo, perché il lucchetto della tua cassetta è aperto?! <br/>'''Soldato Palla di lardo''': Signore, non so, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Soldato Palla di Lardo, se c'è una cosa a questo mondo che non riesco a tollerare è un lucchetto di cassetta aperto! Tu questo lo sai, non è vero? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Sono le teste di cazzo come te che al mondo incrementano la razza dei ladri, è vero o no? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Scendi giù! Avanti, coraggio, vogliamo vedere se manca niente? {{NDR|Hartman rovescia la cassetta in terra e ne estrae una ciambella}} Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo?! Che cos'è questo, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, ciambella con crema signore! <br/>'''Sergente Hartman''': Una ciambella con crema?! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': E come ci è arrivata qui? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, l'ho presa alla mensa, signore! <br/>'''Sergente Hartman''': È permesso portare viveri in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Sei autorizzato a mangiare ciambelle con crema in camerata, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signor no, signore. <br>'''Sergente Hartman''': E perché no, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, sono in sovrappeso, signore! <br />'''Sergente Hartman''': Perché tu sei un ciccione ributtante e fai schifo, Palla di Lardo! <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signorsì, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': E perché hai nascosto la ciambella con crema dentro la tua cassetta, Palla di Lardo? <br/>'''Soldato Palla di Lardo''': Signore, perché avevo fame, signore. <br/>'''Sergente Hartman''': Perché tu avevi fame, Palla di Lardo! ... Il soldato Palla di Lardo ha disonorato se stesso e ha disonorato il suo plotone! Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito! Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al soldato Palla di Lardo le dovute giuste motivazioni! Quindi, da adesso in poi, quando Palla di Lardo farà una cazzata, io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di una ciambella con crema. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Apri la bocca! Loro pagano la ciambella e tu la mangi. Pronti, VIA!
[[File:Jokers helmet from the awesome Stanley Kubrick exhibition at LACMA (8278915803).jpg|thumb|«Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?» (Colonnello)]]
*'''Colonnello''': Marine, cos'è quel distintivo sul giubbotto?<br /> '''Soldato Joker''': Un simbolo di pace, signore!<br /> '''Colonnello''': Dove l'hai preso?<br /> '''Soldato Joker''': Non me lo ricordo, signore!<br /> '''Colonnello''': Che cosa c'è scritto sul tuo elmetto?<br /> '''Soldato Joker''': "Nato per uccidere", signore!<br /> '''Colonnello''': Tu scrivi "nato per uccidere" sull'elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': E ora dimmi, che cosa significa?<br /> '''Soldato Joker''': Non saprei, signore!<br /> '''Colonnello''': Non sai un sacco di cose, mi pare.<br /> '''Soldato Joker''': Signor no!<br /> '''Colonnello''': Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!<br /> '''Soldato Joker''': Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell'essere umano, signore.<br /> '''Colonnello''': A cosa?<br /> '''Soldato Joker''': L'ambiguità dell'uomo, una teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]], signore.<br /> '''Colonnello''': Tu da che parte stai, giovanotto?<br /> '''Soldato Joker''': Io tengo per noi, signore.<br /> '''Colonnello''': Tu ami la tua patria?<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì!<br /> '''Colonnello''': Figliolo, ai miei [[Marines]] io non ho mai chiesto altro che di obbedire a me come alla parola di Dio. Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c'è uno che sogna di diventare americano. È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!<br /> '''Soldato Joker''': Signorsì, signore!
*'''Prostituta vietnamita''' : Ehi, baby. Tu hai amica in Vietnam? <br/>'''Soldato Joker''' {{NDR|con Rafterman}}: Io adesso ancora no. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Oh, baby. Io tanta volia. Io tanta volia. Io faccio amole lungo lungo. Fare festa? <br/>'''Soldato Joker''': Ma sì, facciamola la festa. Quanto vuoi? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Quindici dolla. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla tutti e due? <br/>'''Prostituta vietnamita''': No. Quindici dolla uno. Io amole lungo lungo. Io tanta volia. <br/>'''Soldato Joker''': Quindici dolla è troppo beaucoup'. Cinque dolla a testa. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Io succhia succhia. Mio amole dura molto. {{NDR|La prostituta lancia un bacio a Joker e un altro bacio a Rafterman}} <br/>'''Soldato Joker''': Mamma dice che più di cinque non devo spendere. <br/>'''Prostituta vietnamita''': Okay. 10 dolla uno. <br/>'''Soldato Joker''': E che ci fai per 10 dolla? <br/>'''Prostituta vietnamita''': Faccio tutto tu vuoi. <br/>'''Soldato Joker''': Tutto tutto? <br/>'''Prostituta vietnamita''' {{NDR|fa un gesto osceno}}: Tutto tutto.
*{{NDR|Osservando una fossa comune con i corpi di alcuni compagni Marines}}<br> '''Soldato T.H.E. Rock''': Voi tornate a casa. <br/> '''Tenente Crazy Earl''': Semper fidelis. <br/> '''Soldato Donlon''': Siamo loschi Marines, signore. <br/> '''Soldato Eightball''': Riposate in pace. <br/> '''Soldato Animal''': Meglio a voi che a me. <br/> '''Soldato Rafterman''': Almeno sono morti per la buona causa. <br/> '''Soldato Animal''': E quale causa? <br/> '''Soldato Rafterman''': La libertà. <br/>'''Soldato Animal''': Tira la catena e sciacquati il cervello. Tu credi che li ammazziamo per la libertà? Questa è strage. Se devo rischiare la pelle per una parola allora l'unica che mi va bene è "scopare". <br/> '''Soldato Cowboy''': Che iella per Handjob. Lo stavano per far tornare a casa per malattia. <br/> '''Soldato Joker''': Perché, che malattia? <br/> '''Soldato Cowboy''': Si faceva dieci [[Masturbazione|seghe]] al giorno. <br/> '''Soldato Eightball''': Ma che dici, minimo dieci al giorno. <br/> '''Soldato Cowboy''': La settimana scorsa l'hanno mandato a farsi visitare da uno psichiatra della Marina... e questo matto mentre sta in sala d'aspetto si mette a farsi una sega. Articolo 8, congedo immediato. Stava aspettando solamente le carte per andarsene.
*'''Soldato Animal''': Tu saresti fotografo?<br/> '''Soldato Joker''': No, sono corrispondente dal fronte.<br/> '''Soldato Animal''': E l'hai già visto, il fronte?<br/> '''Soldato Joker''': Accidenti se l'ho visto, in televisione. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Animal''': Ma lo sai che sei comico nato? <br/> '''Soldato Joker''': Mi chiamano Joker lo scherzoso. <br/> '''Soldato Animal''': Ce l'ho io uno scherzo che fa per te: ti rifaccio nuovo il buco del culo. {{NDR|tutti ridono}} <br/> '''Soldato Joker''': Sei bravo, ma prima devi mangiarti le noccioline che trovi nella mia cacca. {{NDR|tutti ridono ancora di più}} <br/> '''Soldato Animal''': Tu sai chiacchierare, ma le palle ce le hai? {{NDR|tutti fanno un verso di stupore}} <br/> '''Soldato Eightball''': Tu forse non ci credi, ma quando si spara, Animal diventa uno degli esseri più dolci del mondo. Ci vuole solo qualcuno che gli tiri addosso bombe a mano per tutta la vita. <br/> '''Soldato Cowboy''': Andiamo, piantala! {{NDR|prende da parte Joker}} Vieni a sederti. <br/> {{NDR|Eightball e Animal si siedono}} '''Soldato Animal''': Ehi, negretto bello, per fortuna a voi vi porta via la malaria. <br/> '''Soldato Eightball''': Certo, come no. <br/>'''Crazy Earl''': {{NDR|chiamando Rafterman}} Ehi, fotografo, vuoi fare una bella foto? Guarda qui, fai questa. Questo è mio fratello. {{NDR|toglie il cappello dal viso di un soldato vietnamita ucciso}} Questa festa è per lui. Lui è l'ospite d'onore. Sai, oggi compie i suoi anni. <br/> '''Soldato Animal''': Tanti auguri, muso giallo. {{NDR|gli altri marine fanno gli auguri}} <br/> '''Crazy Earl''': Giornata indimenticabile! Il giorno in cui sono arrivato a Huè mi sono dovuto scontrare con un milione di musi gialli. Io li amo i bastardini comunisti, dico sul serio, sono grugni come noi, solo che hanno gli istruttori con gli occhi a mandorla. Siamo i giganti verdi dei detersivi, solo che noi andiamo in giro a ripulire il mondo... col mitra. Quelli che abbiamo fatto fuori oggi sono le persone più meravigliose del mondo. Quando torneremo a casa di sicuro non troveremo mai più gente a cui valga la pena di sparare.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Ci mettiamo in marcia per il fiume dei profumi per passarci la notte. I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazioni notturne, ai sogni bagnati di Mary-Jane-Fica-Rotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo e prossimo al congedo... certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura. ('''Soldato Joker''') {{NDR|mentre torna a casa}}
==Citazioni su ''Full Metal Jacket''==
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo. ([[Stanley Kubrick]])
*Sì, Ermey interpreta se stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}} È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che se stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita. ([[Stanley Kubrick]])
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-sergente istruttore R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato}} Sì, è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità. ([[Stanley Kubrick]])
===Frasi promozionali===
*Acclamato dai critici di tutto il mondo come il miglior film di guerra mai realizzato.
:''Acclaimed by critic around the world as the best war movie ever made''<ref>Dalla copertina della VHS in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2663620352/tt0093058?ref_=ttmd_md_pv ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*In Vietnam il vento non soffia, sputa.<ref>Letteralmente: «In Vietnam il vento non soffia, succhia». Si tratta di un gioco di parole intraducibile dal momento che in inglese "''to suck''" significa sia "succhiare" che "fare schifo".</ref>
:''In Vietnam the wind doesn't blow it sucks''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} {{en}} [http://www.imdb.com/media/rm2457261056/tt0093058?ref_=tt_ov_i ''Posters & Photos from Full Metal Jacket (1987)''], ''IMDB.com''</ref>
*Un'epopea della guerra del Vietnam.
:''Une épopéè dela guerre du Vietnam''<ref>Dalla locandina in francese. {{Cfr}} [http://www.archiviokubrick.it/opere/film/fmj/locandine/fmj-france1.gif ''Poster francese''], ''archiviokubrick.it''</ref>
*Una pagina epica della guerra del Vietnam<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1987/fullmetaljacket/poster/0/ ''Poster Full Metal Jacket''], ''MYmovies.it''</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Offensiva del Têt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film sulla guerra del Vietnam]]
[[Categoria:Film drammatici]]
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Romeo e Giulietta
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AnjaQantina
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{{torna a|William Shakespeare}}
[[File:Romeo and juliet brown.jpg|thumb|right|250px|]]
[[Immagine:Romeoandjuliet1597.jpg|thumb]]
'''''Romeo e Giulietta''''' (''The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet''), tragedia shakespeariana scritta tra il 1594 e il 1596.
==[[Incipit]]==
===Gaetano Barbieri===
Piazza pubblica<br>
''Compariscono'' SANSONE ''e'' GREGORIO ''armati di spada e scudo''.<br>
'''Sansone''': No in fede mia, Gregorio! Non siam noi que' tali da lasciarsi mettere su le spalle il carbone.<br>
'''Gregorio''': No, perché in tal caso saremmo carbonai.<br>
'''Sansone''': Eh! voglio dire che se ci prende la stizza, facciamo presto a sguainare la lama.<br>
'''Gregorio''': Tu però, per il quieto vivere, tienti fuori delle occasioni.<br>
'''Sansone''': Io! meno botte allegramente, io, se mi fanno movere.<br>
'''Gregorio''': Il male è che non ti fanno movere allegramente a menar botte.<br>
'''Sansone''': Che cosa? un cane della casa dei Montecchi basta a farmi movere.<br>
'''Gregorio''': Moversi è moversi. Aver coraggio è star fermo dinanzi a questo cane. Il tuo moverti è scappar via.<br>
'''Sansone''': No, un cane della casa che ho nominata mi move a star fermo. Non cedo il muro a qualunque uomo o donna dei Montecchi.<br>
'''Gregorio''': Prova che sei un debole pagliaccio; sono i più deboli che si raccomandano al muro.<br>
{{NDR|Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgnigra3.pdf Romeo e Giulietta]'', traduzione di Gaetano Barbieri, per Gaspare Truffi, Milano, 1831}}
===Giulio Carcano===
Piazza pubblica.<br>
''Entrano'' SANSONE ''e'' GREGORIO ''armati di spade e larghe''.<br>
<poem>'''Sansone.''' Gregorio, a misura di carbone,<ref>Nel testo: "We'll not carry coals." – ''Noi non vogliamo portar carbone''. Ciò significava, ''sopportare ingiurie''. Noi invece abbiam la frase: pagare o castigare ''a misura di carbone'', adoperata da Lasca e dal Lippi; la quale parmi che risponda abbastanza al motteggio soggiunto dall'altro servo colla voce: colliers, ''carbonaj''. – In questa tragedia sovrabbondano i bisticci; e può dirsi che Benvoglio e Marcuccio e servi e suonatori non parlino che a motti e concettini: il poeta, allettato forse dall'artificiosa fioritura dello stile italiano, venuto in moda al suo secolo, si piacque di ritrarne ne' suoi versi le imagini e le figure. Molte espressioni equivoche, talvolta licenziose o basse, tal altra indecifrabili agli stessi commentatori, accrescono la difficoltà, e fanno necessario qualche studio per meno offendere il nostro gusto più schizzinoso e sottile; io ho cercato di farlo alla meglio, serbando però il colore, e, direi anche, l'espressione del mio autore.</ref>
Vuolsi pagarla, affè!
'''Gregorio.''' No! chè in tal guisa
Saremmo carbonaj.
'''Sansone.''' Vo' dir che dèssi,
Se in collera noi siam, cavar la spada.
'''Gregorio.''' Il ''collo'' dal ''collar'' cava piuttosto,
Sin che ti basta fiato.
'''Sansone.''' A menar colpi
Presto son io, se appena alcun mi muova.
'''Gregorio.''' Pur ''mosso'' non ti sei cotanto presto.
'''Sansone.''' Un cane de' Montecchi a farlo basta.
'''Gregorio.''' Chi si muove cammina; ma chi è [[prodezza|prode]]
Il campo ''tien'': tu invece, se ti muovi,
Il campo ''netti''.
'''Sansone.''' Un can di quella casa
Mi ''moverà'', per farmi ''stare'' a posta.
Ceder mi dèe la mano ogni Montecchio,
Uomo o donna ch'ei sia.
'''Gregorio.''' Questo ti mostra
Fiacco e vile qual sei: chè solo il fiacco
Si tiene al muro.</poem>
{{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352.pdf Giulietta e Romeo]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1868}}
===Alfredo Obertello===
Verona. Piazza pubblica.<br>'''Sansone''': O Gregorio, parola mia che non faremo i portacenere.<br>'''Gregorio''': Eh no, perché saremo allora cenerentole.<br>'''Sansone''': Oh sentile, se ci montan le cinigie, siamo pronti a estrar dal fodero.<br>'''Gregorio''': E certo, finché vita avete, sfoderatelo dal collarino il collo.<br>'''Sansone''': Fo' il mazzapicchio sùbito, se mi destano.<br>'''Gregorio''': Ma destato non sei sùbito a farlo.<br>'''Sansone''': Un qualunque cane di casa Montecchi mi desta.<br>'''Gregorio''': Destarsi è muoversi, e aver fegato è piantarsi fermi; ragion dunque, se destato sei, tu a gambe te la dai.<br>'''Sansone''': Destarmi saprà qualunque cane di quella casa a piantarmi fermo: mi piglierò il muro con chiunque sia servo o serva del Montecchi.<br>'''Gregorio''': Ciò ti scopre un vile tartufo, perché ci va il più fiacco al muro.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''La tragedia di Romeo e Giulietta'', traduzione di Alfredo Obertello, Arnoldo Mondadori Editore, 1970}}
===Paola Ojetti===
''A Verona, in una piazza.<br>Entrano Sansone e Gregorio con spade e scudi.''<br>
'''Sansone''': Gregorio, ti giuro che a noi non ce la fanno.<br>
'''Gregorio''': No, se no si passa per buffoni.<br>
'''Sansone''': Voglio dire che alla peggio gli si dà addosso.<br>
'''Gregorio''': Certo, finché sei vivo tieni su il [[collo]].<br>
'''Sansone''': Io, se mi smuovono, tiro lesto.<br>
'''Gregorio''': È che tu non sei tanto lesto a smuoverti.<br>
'''Sansone''': Che ci provi un cane di quei Montecchi.<br>
'''Gregorio''': A smuoversi c'è da cadere. Se si vuol essere forti bisogna star bene sulle gambe; e così, se ti smuovono, scappi.<br>
'''Sansone''': Un cane dei Montecchi mi smuove a stare fermo; e io salterei il muro di tutti i Montecchi, uomo o donna che fosse.<br>
'''Gregorio''': Vl dire che sei uno schiavo molto debole; perché i più deboli sono quelli che vanno al muro.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''Romeo e Giulietta'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990}}
===Goffredo Raponi===
''Verona, una piazza davanti alla casa dei Capuleti<br>Entrano SANSONE e GREGORIO con spada e scudo''<br>
'''Sansone''' – E che! Siam tipi da portar carbone, noialtri?<br>
'''Gregorio''' – Ah, certo no! Noi paghiamo a misura di carbone!<ref>Con questa scena in apertura del dramma, e con tutta una sequenza di "quibbles", giochi di parole e doppi sensi, affidata al dialogo tra questi due personaggi secondari, Shakespeare crea subito l'atmosfera di rugginosa rivalità e
grossolana gradasseria che darà luogo tra poco allo scontro armato. Sansone, servo dei Capuleti, uscendo da casa dice al collega: "''We'll not carry coal''", letteralm. "Non porteremo carbone", frase idiomatica per "Non sopporteremo provocazioni" (pensa già allo scontro con gli uomini dei Montecchi). La frase in italiano non ha senso, ma s'è dovuta rendere così, come han fatto tutti gli altri curatori. Il Carcano (Hoepli, 1875) ripreso dal Chiarini (Sansoni, Firenze, 1939) traduce: "Pagheremo a misura di carbone". Non ha molto senso nemmeno questa, ma l'abbiamo adottata, in mancanza di meglio.</ref><br>
'''Sansone''' – E se ci salta poi la mosca al naso tiriamo fuori questa. (''Indica la spada al suo fianco'')<br>
'''Gregorio''' – Che scoperta! È come se dicessi: "Finché vivo tiro fuori il mio collo dal collare".<ref>Gregorio risponde: "''No, for then we should be colliers''". "''Colliers''" è "facchini"; ma Sansone intende "''choler''", "collera", e risponde: "Se montiamo in collera, sfoderiamo". L'altro prende a sua volta "''choler''" per "''collar''", "collare", il sottogola che aveva il costume dell'epoca, e dice: "Se dici "Quando siamo nel collare "sfoderiamo" il collo", non dici niente di nuovo, perché è cosa del tutto naturale che il collo stia nel collare".</ref><br>
'''Sansone''' – Io, se mi smuovo, le scarico brutte.<br>
'''Gregorio''' – Sì, soltanto che a smuoverti e a menare ci metti qualche tempo.<br>
'''Sansone''' – Basta ch'io veda un cane di Montecchi. Mi basta quello per farmi scattare.<br>
'''Gregorio''' – Già, ma scattare è muoversi; rimanere ben saldi sulle gambe, quello è [[coraggio]]. Se tu scatti, scappi.<br>
'''Sansone''' – No, so scattare pure stando fermo: mi basta d'incontrarmi con un cane di quella gente là. Fa' che l'incontro, sia maschio o femmina, io prendo il muro.<ref>"''I will take the wall''": "''to take the wall (of a person)''" è frase idiomatica per "prendere la destra" (la posizione del più importante camminando) o "prendersi il privilegio di camminare lungo il muro, come nella parte più sicura e pulita della strada". (Si ricordi il "Fate luogo!" del giovane Lodovico, il futuro Fra' Cristoforo dei "''Promessi Sposi''").</ref><br>
'''Gregorio''' – Con questo fai vedere che sei stroppio; perché al muro ci va sempre il più debole.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Romeo e Giulietta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}}
==Citazioni==
*Nella bella Verona dove la scena è collocata, due famiglie di pari dignità piombano per rancori antichi in una nuova discordia che insozza le mani dei cittadini con il loro stesso sangue. Dai lombi fatali di questi nemici, trae vita una nuova coppia di sfortunati amanti, le cui sventure pietose con la morte, la faida dei loro genitori sepelliscono. [...] se vorrete ascoltare con orecchio paziente, la nostra fatica si proverà ad emendare. (Coro)
:In questa bella Verona, due casate, di pari nobiltà, si scagliano, per antico rancore, in sempre nuove contese che macchiano di sangue veronese mani di veronesi. Dalla tragica progenie di questi nemici sono nati sotto cattiva stella due amanti che con la loro pietosa morte mettono termine alla furia dei loro parenti. Lo sventurato corso del loro fatale amore e l'odio costante delle loro famiglie, troncato soltanto alla fine di queste creature, saran per due ore l'argomento della nostra tragedia. Ascoltate con orecchi pazienti e noi ci sforzeremo di rimediare ai nostri difetti. (Coro: traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990) <ref>In realtà è il prologo che apre la tragedia, potrebbe essere considerato l'incipit.</ref>
*Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri; purgato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti; turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime. Che altro è esso? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana. (Romeo: atto I, scena I, p. 22)
*Ah! Allora, lo vedo, la regina Mab è venuta a trovarti.<br> Essa è la levatrice delle fate, e viene,<br> in forma non più grande di un'agata<br> all'indice di un dignitario,<br> tirata da una muta di piccoli atomi,<br> lungo il naso degli uomini, mentre sono addormentati.<br> Con esili zampe di ragno son fatti i raggi delle ruote del suo carro;<br> ali di cavallette per mantice,<br> la ragnatela la più sottile per tirelle;<br> brina di raggi di luna per pettorali,<br>osso di grillo per manico della frusta, un filamento sottilissimo per sferza;<br>un moscerino di grigia livrea è il cocchiere,<br>grosso appena metà di un piccolo verme tondo,<br>estratto con uno spillo dal pigro dito di una fanciulla.<br>Un guscio di nocciola per cocchio,<br>scavato dallo scoiattolo falegname o da una vecchia larva,<br>da tempo immemorabile son essi i carrozzieri delle fate.<br>Così messa Mab cavalca notte dopo notte, <br>attraversa la mente degli innamorati facendoli, così, sognar l'amore; <br>o anche le rotule dei cortigiani che nel sogno si inchinano in salamelecchi;<br> o sulle dita degli avvocati perché sognino laute parcelle;<br>talvolta sulle labbra delle dame così che sognino d'esser baciate,<br>e spesso, quando irritata dai loro aliti guasti per i troppi dolci, Mab vi lascia delle pustole.<br>Talvolta galoppa lungo il naso di un cortigiano, <br> così che senta, in sogno, l'odore d'una petizione a pagamento; <br>talaltra solletica il naso di un prevosto col crine d'un porcello della decima, <br>inducendolo a sognare un altro benefizio parrocchiale. <br>A volte le capita di passare lungo il collo di un soldato, <br>e quindi il sogno è tutto un tagliare forestieri gargarozzi,<br>di brecce, di imboscate, di lame spagnole, e di brindisi con enormi, colmi, bicchieri; <br>poi, all'improvviso, un tamburo rulla nell'orecchio si sveglia e salta su di botto, <br>e dopo avere smoccolato per la paura una bestemmia o due,<br>riprende a dormire morto di sonno. Questa è la vera Mab<br>che nella notte intreccia le criniere dei cavalli <br>e fa con i loro crini dei nodi magici <br>che portano sventura a chi li prova a districare. <br>È questa la strega, che quando le pulzelle giacciono supine, <br>le pressa perché imparino a "portare" <br>così che imparino a essere donne di "buon portamento". <br>Questa è lei. (Mercuzio: atto I, scena IV)
*Dico che a stare a traccheggiar qui fuori, noi sprechiamo le luci delle fiaccole come a tenerle accese in pieno giorno. (Mercuzio: atto I, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
:Sperperiamo le nostre luci invano, come le lampade di giorno.
*Oh, essa insegna alle torce come splendere. Sembra pendere sul volto della notte come ricca gemma all'orecchio d'una Etiope. Ma è bellezza di un valore immenso che mai nessuno avrà, troppo preziosa pe la terra. Come colomba bianca in una lunga fila di cornacchie sembra la fanciulla tra le sue compagne. La voglio vedere dopo questo ballo; come sarei felice se la mia mano rude sfiorasse quella sua. Ha mai amato il mio cuore? Negate, occhi: prima di questa notte non ho mai veduto la [[bellezza]]. (Romeo: atto I, scena V)
*Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia (è il peccato di tutti i cuori pii), queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco con un tenero bacio. (Romeo, atto I, scena V)
*Il mio solo [[amore]], nato dal mio solo [[odio]]! (Giulietta: atto I, scena V)
*L'amore è cieco, e il buio gli si addice. (Benvolio: atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
:Se l'amore è cieco, tanto meglio si accorda con la notte.
*Ride delle cicatrici colui che non è mai stato ferito. (Romeo: atto II, scena II)
: ''He jests at scars that never felt a wound.''
*La mia voglia di dare è come il mare, sconfinata, e profondo come il mare è l’amor mio: più ne concedo a te, più ne possiedo io stessa, perché infiniti sono l’una e l’altro. (Giulietta, atto II, scena I)
*Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei: Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! [[Parlare|Parla]] eppure non dice nulla. Come accade? È il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte. (Romeo: atto II, scena II)
: ''But, soft! what light through yonder window breaks? It is the east, and Juliet is the sun. Arise, fair sun, and kill the envious moon, who is already sick and pale with grief, that thou her maid art far more fair than she: be not her maid, since she is envious; her vestal livery is but sick and green and none but fools do wear it; cast it off. It is my lady, O, it is my love! O, that she knew she were! She speaks yet she says nothing: what of that? Her eye discourses; I will answer it. I am too bold, 'tis not to me she speaks: two of the fairest stars in all the heaven, having some business, do entreat her eyes to twinkle in their spheres till they return. What if her eyes were there, they in her head? The brightness of her cheek would shame those stars, as daylight doth a lamp; her eyes in heaven would through the airy region stream so bright that birds would sing and think it were not night.''
*Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano e poter così sfiorare quella guancia! (Romeo: atto II, scena II)
:'' See, how she leans her cheek upon her hand! O, that I were a glove upon that hand, that I might touch that cheek!''
*Ma parla..Oh, dì ancora qualcosa, angelo splendente, così glorioso in questa notte, lassù, sopra la mia testa, come un messaggero alato del cielo quando abbaglia gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre, e alzare le vele nel grembo dell'aria. (Romeo: atto II, scena II)
*Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, e rifiuta il tuo nome! O, se non lo vuoi, tienilo pure e giura di amarmi, ed io non sarò più una Capuleti. (Giulietta: atto II, scena II; traduzione di Emma C,)
:''O Romeo, Romeo, wherefore art thou Romeo? Deny thy father, and refuse thy name! or if thou wilt not, be but sworn my love, and I'll no longer be a Capulet.''
*Che cosa c'è in un [[nome]]? Ciò che noi chiamiamo con il nome di [[rosa (fiore)|rosa]], anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. (Giulietta: atto II, scena II)<br />Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d'avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome? (Giulietta: atto II, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
:'' What's in a name? that which we call a rose by any other name would smell as sweet;''
*Chi sei tu che difeso dalla notte entri nel mio chiuso pensiero? (Giulietta: atto II, scena II)
:Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi nei miei più reconditi pensieri?
:'' What man art thou that thus bescreen'd in night so stumblest on my counsel?''
*L'amore corre ad incontrar l'amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggon dai loro libri; ma l'amore che deve separarsi dall'amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola. (Romeo: atto II, scena II)
* Il pericolo è più nei tuoi occhi che in venti delle loro spade: se mi guardi con dolcezza, sarò forte contro il loro odio.
: '' Alack, there lies more peril in thine eye than twenty of their swords: look thou but sweet, and I am proof against their enmity.''
*Con le ali dell'amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all'amore e ciò che amor vuole amore osa. (Romeo: atto II, scena II)
:'' With love's light wings did I o'er-perch these walls; For stony limits cannot hold love out, and what love can do that dares love attempt;''
*M'ami tu? So bene che dirai "sì" e io accetterò il tuo verbo; però, se giuri, potresti riuscir falso: agli spergiuri degli amanti, Giove dicono ride. (Giulietta: atto II, scena II, p. 65)
*Anche se tu mi dai tanta gioia, non provo gioia per il giuramento di stanotte: è troppo avventato, affrettato, improvviso, troppo simile al lampo, che svanisce prima che uno possa dire: 'eccolo, guarda'. (Giulietta: atto II scena II)
:''Although I joy in thee, I have no joy in this contract tonight: it is too rash, too unadvised, too sudden, too like the lightning, which doth cease to be ere one can say: 'it lightens.''
*Buona notte, buona notte! Lasciarti è dolore così dolce che direi buona notte fino a giorno. (Giulietta: atto II, scena II)
:''Good night, good night! parting is such sweet sorrow, that I shall say good night till it be morrow.''
*È fidato il vostro servo? Non avete mai sentito dire che due persone possono serbare un segreto se soltanto una sola lo conosce? (La nutrice a Romeo: atto II, scena IV)
*Gli piace sentirsi parlare; parla più in un'ora di quanto ascolti in un mese. (Romeo a proposito di Mercuzio: atto II, scena IV)
*Chi è troppo veloce, arriva tardi, come chi va troppo lentamente. (atto II, scena VI)
*Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo [[bacio]]. Il più squisito [[miele]] diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così. (Frate Lorenzo: atto II, scena VI)
*'''Benvolio''': Ti prego, Mercuzio, andiamo via. Fa [[caldo]], i Capuleti sono in giro e, se li incontriamo, certo ci si azzuffa. Con questo caldo il sangue bolle. (atto III, scena I, traduzione di Paola Ojetti)
*'''Tebaldo''': Mercuzio, tu tieni corda a Romeo?<br/>'''Mercuzio''': Corda? E che ci hai preso, per violinisti? Se ci credi violinisti, non sentirai da noi che stonature. Ecco l'archetto del mio violino (''mostra la spada'') che ti farà ballare. Altro che tenere corda!<br/>'''Benvolio''': Non ci mettiamo a discutere qui: può passare gente [...]. Qui abbiamo gli occhi di tutti addosso.<br/>'''Mercuzio''': E lasciali guardare! Gli occhi son fatti per questo. Non mi scomodo per i begli occhi di nessuno, io! (atto III, scena I, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici)
*'''Mercuzio''': Sono ferito. La peste alle vostre famiglie. A tutte e due. Sono spacciato. E quell'altro che è scappato, non ha nulla?<br/>'''Benvolio''': Oh! Sei ferito?<br/>'''Mercuzio''': Uno sgraffio – uno sgraffio – ma perdío! quanto basta [...]. <br/>'''Romeo''': : Coraggio amico, la ferita non sarà profonda.<br/>'''Mercuzio''': No, non come un pozzo, né grande come la porta di una chiesa: ma è quanto basta, e basterà. Ventite tutti a cercarmi domani a casa mia: mi troverete nella tomba. Sono condito a dovere, per questo mondo, ve lo assicuro (''ride''). La peste alle vostre due famiglie. Per Giuda! un cane, un topo, un sorcio, graffiare a morte un uomo. Un gradasso, un mascalzone, un ribaldo, che si batte coll'abbacco alla mano. [...] Aiutami ad arrivare a casa, Benvolio, o vi casco qui. La peste alle vostre due famiglie: hanno fatto di me pasto da vermi. Ah, la mia l'ho avuta, e a dovere... Le vostre famiglie! (atto III, scena I)
*Vieni dunque, o notte solenne, matrona sobriamente vestita di nero, e apprendimi a perdere una partita vinta, nella quale vengon giuocate due intatte verginità. (Giulietta: atto III, scena II)
*[...] Tu sei sposato alla calamità.
:L'afflizione s'è innamorata della tua persona, e tu ti sei sposata la sventura. (Frate Lorenzo a Romeo: atto III, scena III, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*No: più mondo non è, fuor delle mura | Di [[Verona]]: ma carcere di pene, | Ma tormento, ma [[inferno]]. Ahi! che l'esiglio | Da queste mura è l'[[esilio|esiglio]] dal mondo, | E l'esiglio dal mondo è morte! Il bando | È vera morte con diverso nome. | Nomandola così, tu con aurata | Bipenne il capo mio tronchi, e sorridi | Del fatal colpo che mi dà la morte. (Romeo: atto III, scena III; 1868)
*'''Giulietta''': Vuoi già partire? L'alba è ancor lontana. | Era dell'[[usignolo]], | non dell'[[allodola]], il cinguettio | che ha ferito poc'anzi il trepidante | cavo del tuo orecchio. Un usignolo, | credimi, amore; è lui che canta, a notte, | laggiù sull'albero di melograno. <br />'''Romeo''': No, cara, era l'araldo del mattino, | l'allodola; non era l'usignolo. (atto III, scena V; Raponi, pp. 103-104)
*[...] l'allodola, | a martellar gli archivolti del cielo | con le sue note, sopra il nostro capo. (Romeo: atto III, scena V; Raponi, p. 104)
*È giorno, invece, è giorno! Ahimè, fa' presto! | Va'! È l'allodola quella che canta, | ora, con quel suo verso fuori tono, | sforzandolo con aspre dissonanze. | Dicono che l'allodola | sa modulare in dolci variazioni | le note del suo canto; questa no, | perché in luogo di dividere le note | in armonia, divide noi. L'allodola, | dicono pure, ha scambiato i suoi occhi, | col ripugnante rospo. | Che si siano scambiate anche le voci? | Perché questa, che va destando il giorno, | ci strappa trepidanti dalle braccia | l'uno dell'altro, e mi ti porta via. (Giulietta: atto III, scena V; Raponi, p. 105)
*'''Giulietta''': Ciò che deve essere, sarà.<br />'''Frate Lorenzo''': Questa è una sentenza sicura. (atto IV, scena I)
*Eh, monsignore, non è provetto cuoco di mestiere, quello che non si sa leccar le dita. (2° servo: atto IV, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
:È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita.
*Non tentare un uomo disperato. (Romeo: atto V, scena III)
*Amore mio, mia sposa! La morte, che ha gia succhiato il miele del tuo respiro, nulla ha potuto sulla tua bellezza. Ancor sulle tue labbra e le tue guance risplende rosea la gloriosa insegna della bellezza tua: su te la Morte non ha issato il suo pallido vessillo... Tebaldo, tu che te ne stai là in fondo nel tuo bianco lenzuolo insanguinato, qual maggiore tributo posso renderti che spezzare con questa stessa mano che ha spezzato la tua giovane vita quella dell'uomo che ti fu nemico? Perdonami, cugino!... O mia Giulietta, perché sei tanto bella ancora, cara? Debbo creder che palpita d'amore l'immateriale spettro della Morte? E che quell'aborrito, scarno mostro ti mantenga per sé qui, nella tenebra, perché vuol far di te la propria amante? Per paura di questo, io resterò per sempre accanto a te e non mi partirò mai più da questo palazzo della scura notte. qui, qui, voglio restare insieme ai vermi, tue fedeli ancelle, qui fisserò l'eterno mio riposo, qui scrollerò dalla mia carne stanca il tristo giogo delle avverse stelle. Occhi, guardatela un'ultima volta, braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa. Vieni, amarissima mia scorta, vieni, mia disgustosa guida. E tu, Romeo, disperato nocchiero, ora il tuo barco affranto e tormentato dai marosi scaglia contro quegli appuntiti ronchi a sconquassarsi... Ecco, a te, amor mio! Bevo al mio amore! {{NDR|beve il veleno}} O onesto speziale! Il tuo veleno è rapido, e così, con un bacio, io muoio. (Romeo: atto V, scena III)
*{{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|Ultime parole]]}} O speziale veritiero! Il tuo [[veleno]] è rapido<ref>Tradotto anche come "O fedele semplicista, le tue droghe operano pronte". Così in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/784#c2122|752]].</ref>. E così con un [[bacio]] io muoio. (Romeo: atto V, scena III)
:''O true apothecary! Thy drugs are quick. Thus with a kiss I die.''
*{{NDR|[[Ultime parole dalle opere teatrali|Ultime parole]]}} Pugnale benedetto! Ecco il tuo fodero... {{NDR|Si colpisce al petto}} qui dentro arruginisci, e dammi morte. (Giulietta: atto V, scena III)
:''O happy dagger! This is thy sheath; [Stabs herself] there rest, and let me die.''
*Questa mattina porta una pace che rattrista; nemmeno il sole mostrerà la sua faccia. Andiamo via da qui, a ragionare di questi dolorosi avvenimenti. Per alcuni sarà il perdono, per altri il castigo immediato: poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo. (Il Principe: conclusione)
==Citazioni su ''Romeo e Giulietta''==
*Quando dopo il ''Sogno'', si legge ''Romeo e Giulietta'', par di non essere usciti da quell'ambiente poetico, al quale espressamente ci richiamano Mercutio, col suo ricamo fantastico sulla Regina Mab, e, quel che è più, lo stile, le rime e la generale fisionomia della breve favola. Tutti, parlando di ''Romeo e Giulietta'', hanno provato il bisogno di ricorrere a parole e immagini soavi e gentili; e lo [[Friedrich Schlegel|Schlegel]] vi ha sentito «i profumi della primavera, il canto dell'usignuolo, il delicato e fresco di una rosa mo' sbocciata», e lo [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ha pensato allo stesso fiore: alla «molle rosa nella valle di questo mondo, spezzata dalle rudi tempeste e dall'uragano»; ed il [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]], di nuovo, alla «primavera coi suoi odori, i suoi fiori e la sua fugacità». Tutti lo hanno considerato come il poema dell'amor giovanile, e hanno riposto l'acme del dramma nelle due scene del colloquio d'amore attraverso il notturno giardino e della dipartita dopo la notte nunziale, nelle quali è stato scorto da taluni il rinnovarsi di forme tradizonali della poesia d'amore, l'«epitalamio» e l'«alba». ([[Benedetto Croce]])
*Un dramma, in sé, dei peggiori che io abbia mai sentito. ([[Samuel Pepys]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Guglielmo Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgnigra3.pdf Romeo e Giulietta]'', traduzione di Gaetano Barbieri, per Gaspare Truffi, Milano, 1831.
*William Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgGVIII352.pdf Giulietta e Romeo]'', traduzione di Giulio Carcano, in "Teatro scelto di Shakespeare", Felice Le Monnier, Firenze, 1868.
*William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Romeo e Giulietta]'', traduzione originale di Goffredo Raponi.
*William Shakespeare, ''La tragedia di Romeo e Giulietta'', traduzione di Alfredo Obertello, Arnoldo Mondadori Editore, 1970.
*William Shakespeare, ''Romeo e Giulietta'', traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990.
==Film==
*''[[Romeo + Giulietta di William Shakespeare]]'' (1996)
==Altri progetti==
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[[Categoria:Opere teatrali]]
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Fight Club (film)
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{{Film
|titolo=Fight Club
|regista=[[David Fincher]]
|soggetto=[[Chuck Palahniuk]] ''([[Fight Club (romanzo)|romanzo]])''
|sceneggiatore=[[Jim Uhls]]
|attori =
*[[Edward Norton]]: Il protagonista
*[[Brad Pitt]]: Tyler Durden
*[[Helena Bonham Carter]]: Marla Singer
*[[Jared Leto]]: Faccia d'Angelo
*[[Meat Loaf]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Zach Grenier]]: Richard Chesler
*[[David Andrews]]: Thomas
*[[Rachel Singer]]: Chloe
*[[Tim De Zarn]]: ispettore Bird
*[[Ezra Buzzington]]: ispettore Dent
*[[David Lee Smith]]: Walter
*[[Eion Bailey]]: Ricky
*[[Evan Mirand]]: Steph
*[[Thom Gossom Jr.]]: detective Stern
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*[[Massimo De Ambrosis]]: protagonista
*[[Sandro Acerbo]]: Tyler Durden
*[[Micaela Esdra]]: Marla Singer
*[[Simone Mori]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Fabrizio Manfredi]]: Faccia d'Angelo
*[[Angelo Nicotra]]: Richard Chesler
*[[Tiziana Avarista]]: Chloe
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*[[Roberto Gammino]]: Ricky
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*[[Nino Prester]]: Lou
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|note=
*'''Casa di produzione''': Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises
*'''Casa di distribuzione''': 20th Century Fox
}}
'''''Fight Club''''', film statunitense del 1999 con [[Edward Norton]] e [[Brad Pitt]], regia di [[David Fincher]].
{{Tagline|Combatti per sapere chi sei.}}
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La gente mi chiede sempre se conosco Tyler Durden.<br />'''Tyler''' {{NDR|puntando la pistola in bocca al protagonista}}: Tre minuti, ci siamo. Punto zero. Vuoi dire qualcosa, per immortalare l'occasione? {{NDR|il protagonista, prova a dire qualcosa}}<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Con la canna di una pistola in bocca ti esprimi solo a vocali. {{NDR|Tyler Durden toglie la canna della pistola dalle bocca del protagonista}}<br />'''Protagonista''': Non riesco a pensare a niente.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Per un istante dimentico completamente il piano di demolizione controllata da Tyler, e mi domando se quella pistola è pulita.<br />'''Tyler''': Ora la cosa si fa eccitante.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Il vecchio [[Proverbi dai film|detto]] "uno ferisce sempre la persona amata", eh, vale anche al contrario! Abbiamo posti in prima fila per questo spettacolo di distruzione di massa. Il comitato demolizione del progetto Mayhem ha avvolto i pilastri portanti di una dozzina di edifici con esplosivo al plastico. Tra due minuti le cariche principali innescheranno quelle nelle fondamenta e diversi isolati saranno ridotti a un cumulo di macerie. Io questo lo so perché lo sa Tyler.<br />'''Tyler''': Due e mezzo... pensa a tutto quello che abbiamo concluso.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: E all'improvviso mi rendo conto che tutto questo: la pistola, le bombe, la rivoluzione... ha qualcosa a che fare con una ragazza di nome Marla Singer.
==Frasi==
{{cronologico}}
*Con l'[[insonnia]] nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando l'[[esplorazione spaziale|esplorazione nello spazio]] s'intensificherà saranno le società a dare il nome a tutto; la sfera stellare IBM, la galassia Microsoft, il pianeta Starbucks... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Come tanti altri anch'io ero diventato schiavo della tendenza al nido [[IKEA]]. [...] Se vedevo qualcosa di ingegnoso come un tavolinetto a forma di [[Yin e yang|yin yang]] dovevo averlo. Il componibile personale per ufficio della Klipsk, la cyclette della Hovetrekke, il divano Ohamshab a strisce verdi della Strinne, perfino le lampade Ryslampa fatte di carta non candeggiata per un ambiente rilassante. Sfogliavo quei cataloghi e mi domandavo "quale tipo di salotto mi caratterizza come persona?". Avevo tutto. Anche i piatti di vetro con piccole bolle e imperfezioni, prova che erano stati realizzati da onesti semplici operosi indigeni artigiani di... Dunque... Una volta leggevamo pornografia, ora siamo passati ad arredomania. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Estranei con questa sincerità mi fanno sentire uno strofinaccio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*E poi è successo qualcosa, mi lasciai andare perduto nell'oblio... oscuro, silenzioso, completo. Trovai la libertà, perdere ogni speranza era la libertà. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni sera morivo e ogni sera nascevo di nuovo, resuscitato. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quella tizia, Marla Singer, non aveva il cancro ai testicoli. Era una bugiarda, non aveva neanche l'ombra di una malattia. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando soffri di [[insonnia]] non sei mai realmente addormentato e non sei mai realmente sveglio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Chloe somigliava allo scheletro di [[Meryl Streep]] che se ne va in giro per una festa sorridendo, estremamente gentile con tutti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Se avessi un tumore lo chiamerei Marla. Marla: il taglietto sul tuo palato che si rimarginerebbe se la smettessi di stuzzicarlo con la lingua, ma non puoi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nella filosofia tibetana, nell'interpretazione di [[Sylvia Plath]] lo so che stiamo tutti morendo, giusto? Ma tu non stai morendo come sta morendo Chloe. ('''Protagonista''') {{NDR|a Marla}}
*Fu così che conobbi Marla Singer. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all'altro. La tragedia, diceva, era che non succedeva. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ti svegli all'aeroporto di Seattle, di San Francisco, di Los Angeles, all'aeroporto di Chicago, di Dallas, di Baltimora, Pacifico, Montagne Rocciose, Midwest. Perdi un'ora, guadagni un'ora. Questa è la tua [[vita]] e sta finendo un minuto alla volta. Ti svegli all'Air Harbor International. Se ti svegliassi a un'ora diversa in un posto diverso, ti sveglieresti come una persona diversa? ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ovunque viaggio una vita minuscola: porzione singola di zucchero, porzione singola di latte, panetto singolo di burro, il kit hobby cordon bleu al microonde, shampoo e balsamo in un unico prodotto, campioncini di collutorio, saponettine. Le persone che incontro a ogni volo sono i miei amici porzione singola. Tra il decollo e l'atterraggio passiamo del tempo insieme, ci spetta solo quello. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*In un arco di tempo abbastanza lungo l'indice di [[sopravvivenza]] scende a zero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni volta che l'aereo s'inclinava troppo bruscamente al decollo o all'atterraggio speravo in uno schianto, in una collisione a mezz'aria, qualunque cosa. L'assicurazione paga il triplo se [[morte|muori]] durante un viaggio di lavoro. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Istruzioni per il portello {{NDR|dell'aereo}} a 30 mila piedi. Illusione della sicurezza. ('''Tyler''')
*Ora una questione d'etichetta: mentre passo le do il culo o il pacco? ('''Tyler''') {{NDR|alzandosi dal sedile lato finestrino dell'aereo}}
*Il mio appartamento era al quindicesimo piano di un casellario per vedove e giovani professionisti. Le pareti erano in cemento armato, importante quando la vicina perde l'apparecchio acustico e guarda i quiz in TV a tutto volume. Oppure quando un'eruzione vulcanica di detriti, che una volta erano mobili ed effetti personali, esplode dalla tua parete finestra e finisce fiammeggiante nella notte. Immagino che certe cose accadano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Che imbarazzo! Una casa piena di condimenti e niente cibo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Più tardi la polizia mi avrebbe informato che forse si era spenta la fiamma pilota, facendo uscire un filo di gas. Quel gas si sarebbe sparso nell'appartamento, lentamente, per giorni e giorni. Poi sarebbe scattato il compressore del frigorifero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Be', amico, poteva andarti peggio. Una donna poteva tagliarti il pene mentre dormivi e buttarlo via da una macchina in corsa. ('''Tyler''')
*Le cose che possiedi alla fine ti possiedono. ('''Tyler''')
*Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto? Non voglio morire senza cicatrici. Perciò picchiami se no perdo il coraggio. ('''Tyler''')
*Non so come avesse fatto a trovare quella casa, ma disse che ci stava da un anno. sembrava che stesse aspettando di essere demolita. Quasi tutte le finestre erano sbarrate da assi; non c'era serratura alla porta da quando la polizia o chi altro l'aveva sfondata, le scale stavano per crollare. Non sapevo se era il proprietario o un abusivo. In nessun caso sarei rimasto sorpreso. [...] Che buco di merda. Non funzionava niente, accendere una luce significava che ne saltava un'altra. Non c'erano vicini, solo dei magazzini e una cartiera. Quel vapore odor di scoreggia, quei trucioli odor di gabbia di criceto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Dopo la lotta ogni altra cosa nella tua vita si abbassava di volume. Potevi affrontare tutto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Avrei dovuto cercarmi un nuovo appartamento. Avrei dovuto discutere con la mia assicurazione. Avrei dovuto essere distrutto per le mie belle cazzatine andate a fuoco. E invece niente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[lunedì]] mattina non facevo che pensare alla settimana seguente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Puoi ingoiare mezzo litro di sangue prima di vomitare. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Era davanti agli occhi di tutti, Tyler e io l'avevamo solo reso visibile. Era sulla punta della lingua di tutti, Tyler e io gli avevamo solo dato un nome. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
[[Immagine:Fight Club Graffiti (3370196627).jpg|thumb|«Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club».]]
*Signori, benvenuti al Fight Club. Prima [[Regole dai film|regola]] del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida "basta", si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere! ('''Tyler''')
*Ricky, un ragazzo del mio ufficio, non ricordava se avevi ordinato inchiostro blu o nero. Ma fu un dio per dieci minuti quando castigò il cameriere di un ristorante a portar via. A volte sentivi solo il sordo rumore dei pugni al di sopra delle grida, o il soffocamento bagnaticcio quando qualcuno spruzzava sangue. Da nessun'altra parte ti sentivi vivo come lì. Ma il Fight Club esiste solo nelle ore tra l'inizio del Fight Club e la fine del Fight Club. Anche potendo dire a uno che aveva fatto un bel combattimento non avrei parlato con lo stesso uomo. Chi eri nel Fight Club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi facevano pena quei ragazzi ammassati nelle palestre che cercavano di somigliare a quello che gli dicevano [[Calvin Klein]] o [[Tommy Hilfiger]]. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*L'automiglioramento è masturbazione, invece l'autodistruzione... ('''Tyler''')
*Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole. Quelle grida isteriche erano raptus estatici come quelli in una chiesa pentecostale. Quando il combattimento era finito niente era risolto, ma niente importava. Alla fine tutti ci sentivamo salvi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*A volte Tyler parlava per me. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Prepararsi ad evacuare l'anima. Dieci... Nove... Otto... Sette... Sei... Cinque... Quattro... Tre... ('''Marla''')
*Sono il dotto biliare di Jack. [...] Mettimi una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*È un predatore che si finge animale domestico. ('''Tyler''') {{NDR|parlando di Marla}}
*Oh, mio Dio! Era dalle elementari che nessuno mi scopava così! ('''Marla''') {{NDR|a Tyler}}
*A Marla non serve un amante, le serve un assistente sociale. ('''Protagonista''')
*Diventai il caldo, piccolo centro del mondo. Ero il maestro Zen. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*''Le api se ne vanno | Il fuco vola via | La [[ape regina|regina]] è schiava.'' ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo; leggendo una [[poesie dai film|poesia]] [[haiku]]}}
*Sono il sudore freddo di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Diglielo, il liberatore che ha distrutto la mia proprietà ha riallineato le mie percezioni. ('''Tyler''') {{NDR|al Protagonista}}
*Respingo i principi base della civiltà, soprattutto l'importanza dei beni materiali. ('''Tyler''')
*Se non trombavano, Tyler e Marla non erano mai nella stessa stanza. I miei genitori fecero la stessa sceneggiata per anni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[preservativo]] è la scarpetta di vetro della nostra generazione. Te ne infili uno quando incontri una sconosciuta, poi ci balli tutta la notte e dopo butti via. Il preservativo intendo, non la sconosciuta. ('''Marla''')
*Infilarti le piume nel culo non fa di te una [[gallina]]. ('''Tyler''')
*Era magnifico, stavamo rivendendo alle donne ricche i loro culi ciccioni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sai niente del tizio che ha inventato questa cosa? [...] Si mormora che sia nato in un manicomio statale e che dorma solo un'ora per notte. È un grande uomo. ('''Bob''') {{NDR|al protagonista}}
*Il Fight Club era il regalo mio e di Tyler. Il nostro regalo al mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi guardo intorno e vedo un sacco di brutte facce nuove. {{NDR|Tutti ridono}} Zitti! {{NDR|Smettono di ridere}} Perciò molti di voi hanno infranto le prime due regole del Fight Club... Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La [[pubblicità]] ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la [[Prima guerra mondiale|grande guerra]] né la [[grande depressione]]. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene! ('''Tyler''')
*Sono la totale mancanza di sorpresa di Jack. ('''Protagonista''')
*Sono la vendetta sghignazzante di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sotto, e dietro, e dentro tutto ciò che quest'uomo aveva dato per scontato stava spuntando qualcosa di orribile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nessuno era il perno del Fight Club, tranne i due uomini che si battevano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler era coinvolto in una causa civile intentata dall'Hotel Pressman per il tasso di urina nel loro brodo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sono la vita sprecata di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Lo sapevi? Puoi usare vecchio olio di motore per fertilizzare il tuo prato. ('''Manifesto [[pubblicità dai film|pubblicitario]] della Environmental Protection Agency''') {{NDR|Modificato dai membri del Fight Club}}
:''Did you know? You can use old motor oil to fertilize your lawn.''
*Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo! ('''Tyler''')
*Se l'aspirante è giovane digli che è troppo giovane. Vecchio, troppo vecchio. Grasso, troppo grasso. [...] Se però aspetta per tre giorni senza mangiare, dormire o essere incoraggiato allora può entrare e cominciare l'addestramento. ('''Tyler''')
*Prima o poi diventavamo tutti ciò che voleva Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*{{NDR|A Bob}} Cazzo, sei troppo vecchio, ciccione! {{NDR|a Faccia d'Angelo}} E tu... cazzo, sei troppo... biondo! ('''Ricky''')
*Sentite, balordi, non siete speciali, non siete un pezzo bello, unico e raro. Siete materia organica che si decompone come ogni altra cosa. [...] Siamo la canticchiante e danzante merda del mondo. Facciamo tutti parte dello stesso mucchio di letame. ('''Tyler''')
[[File:London Film Museum (5094926228).jpg|thumb|Costume indossato da Brad Pitt nel film esposto al London Film Museum]]
*Quelli a cui dai la caccia sono le persone da cui dipendi, noi cuciniamo i tuoi pasti, togliamo la tua immondizia, colleghiamo le tue telefonate, guidiamo le tue ambulanze, ti sorvegliamo mentre stai dormendo. Non fare lo stronzo con noi! ('''Tyler''') {{NDR|al commissario di polizia Jacobs}}
*Io sono l'ardente senso del rifiuto di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La prima [[regole dai film|regola]] del progetto Mayhem è: non si fanno domande. ('''Ricky e Mechanic''')
*Non avevo mai avuto un [[Incidente stradale|incidente automobilistico]]. Doveva essere così che si sentiva tutta quella gente prima che la archiviassi come statistica nei miei rapporti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Abbiamo avuto un'esperienza di quasi vita! ('''Tyler''') {{NDR|parlando dell'incidente stradale}}
*Nel mondo che vedo uno si muove con gli alci, tra le umide foreste dei canyon intorno alle rovine del Rockefeller Center. Indosserà abiti di pelle che gli dureranno per tutta la vita. Si arrampicherà per le liane che avvolgono la Sears Tower. E quando guarderà giù vedrà minuscole figure che pestano granturco e posano strisce di carne di cervo sulla carreggiata vuota di qualche superstrada abbandonata. ('''Tyler''')
*Sono il cuore spezzato di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La seconda [[regole dai film|regola]] è: non si fanno domande. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Stavo dormendo? Avevo dormito? Tyler è il mio brutto sogno e io il suo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Vivevo in uno stato di perpetuo [[déjà vu]]. Ovunque andassi mi sembrava di esserci già stato. Era come seguire un uomo invisibile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi scopi e mi snobbi. Mi ami e mi odi. Mi mostri il tuo lato sensibile e poi ti trasformi in un vero stronzo. È una descrizione accurata del nostro rapporto, Tyler? ('''Marla''')
*Cercavi un modo per cambiare la tua vita, non potevi farlo da solo. Tutti i modi in cui desideravi essere... quello sono io. Ho l'aspetto che vorresti avere tu, scopo come vorresti fare tu, sono intelligente, capace e, soprattutto, sono libero in tutti i modi in cui non lo sei tu. ('''Tyler''')
*Le persone parlano con se stesse e vedono se stesse come vorrebbero essere. Non hanno il coraggio che hai tu di lasciarsi trasportare. ('''Tyler''')
*A poco a poco... Ti stai lasciando diventare... Tyler Durden! ('''Tyler''')
*Sono andato a letto sempre più presto ogni sera, mi sono svegliato sempre più tardi. Sono stato Tyler sempre più a lungo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler... sei quanto di peggio mi sia mai capitato. ('''Marla''')
*Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Protagonista''' {{NDR|cercando di farsi prescrivere medicinali per l'insonnia}}: Ehi, andiamo, sto soffrendo...<br />'''Dottore''': Vuole vedere la sofferenza? Vada alla chiesa metodista il martedì sera. Veda quelli con il [[cancro]] ai [[testicolo|testicoli]]. Quella è sofferenza.
*'''Protagonista''': Perché lo fai?<br />'''Marla''': Costa meno di un cinema e il caffè è gratis.
*'''Protagonista''': Quando la gente pensa che stai morendo allora ti ascolta veramente invece di...<br />'''Marla''': Invece di aspettare il suo turno per parlare?<br />'''Protagonista''': Sì... sì.
*'''Tyler''': Sa perché mettono le maschere d'ossigeno sull'aereo?<br />'''Protagonista''': Per poter respirare.<br />'''Tyler''': L'ossigeno ti fa sballare. In un'emergenza catastrofica, uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile. Accetti il tuo destino.
*'''Protagonista''': Lei che fa?<br />'''Tyler''': Come sarebbe?<br />'''Protagonista''': Cosa fa per vivere.<br />'''Tyler''': Perché, per far finta che le {{sic|interessa}}? {{NDR|il protagonista ride}} D'accordo. C'è una distorta disperazione nella sua risata.<br />'''Protagonista''': Abbiamo la stessa identica valigetta.<br />'''Tyler''': Sapone.<br />'''Protagonista''': Come?<br />'''Tyler''': Io produco e vendo [[sapone]]. Un metro di misura della civiltà.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Fu così che conobbi... {{NDR|leggendo il biglietto da visita}} Tyler Durden.<br />'''Tyler''': Lo sa che mescolando parti uguali di benzina e succo d'arancia congelato si può fare il [[napalm]]?<br />'''Protagonista''': No, questo non lo sapevo. È vero?<br />'''Tyler''': Verissimo. Si può fare ogni tipo di esplosivo usando semplici articoli casalinghi.<br />'''Protagonista''': Sul serio?<br />'''Tyler''': Se uno ha l'inclinazione.<br />'''Protagonista''': Tyler, lei è finora l'amico porzione singola più interessante che abbia conosciuto. Io ho questa idea: sull'aereo tutto è porzione singola, anche le persone.<br />'''Tyler''': Ah, ho capito. È molto acuto.<br />'''Protagonista''': Ah. Grazie.<br />'''Tyler''': E le dà soddisfazione?<br />'''Protagonista''': Cosa?<br />'''Tyler''': Essere acuto.<br />'''Protagonista''': Tanta.<br />'''Tyler''': Continui pure, allora... continui pure.
*'''Protagonista''' {{NDR|riferendosi alla valigia}}: Ma... ticchettava?<br />'''Impiegato''': I lanciatori non si curano del ticchettio, le bombe moderne non ce l'hanno.<br />'''Protagonista''': Scusi... "i lanciatori"?<br />'''Impiegato''': Chi prende i bagagli. Ma quando una valigia sta vibrando... i lanciatori devono chiamare la polizia.<br />'''Protagonista''': La mia valigia stava vibrando?<br />'''Impiegato''': Nove volte su dieci è un rasoio elettrico, ma... di tanto in tanto è... un dildo, un [[vibratore (sessualità)|vibratore]]. Ovviamente è politica della compagnia non specificare mai l'appartenenza nel caso di un dildo. Dobbiamo usare l'articolo indefinito un dildo, mai... il suo... dildo.
*'''Tyler''': Sai cos'è un [[piumino]]?<br />'''Protagonista''': Una trapunta.<br />'''Tyler''': Una coperta, solo una coperta. Perché due come te e me sanno cos'è un piumino? È essenziale alla nostra sopravvivenza nel senso cacciatore raccoglitore? No, allora cosa siamo?<br />'''Protagonista''': Siamo... Che so? Siamo consumatori?<br />'''Tyler''': Esatto, siamo consumatori. Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra...<br />'''Protagonista''': L'arredatrice.<br />'''Tyler''': Poche calorie.<br />'''Protagonista''': [[Martha Stewart]].<br />'''Tyler''': Fanculo Martha Stewart! Martha sta lucidando le maniglie sul Titanic. Va tutto a fondo, bello. Perciò vaffanculo tu e il tuo divanetto a strisce verdi Ohamshab della Strinne. Io dico: non essere mai completo. Io dico: smettila di essere perfetto. E io dico: dai, evolviamoci, le cose vadano come devono andare. Per me, eh. Forse potrei sbagliarmi. Forse è una terribile tragedia.
*'''Protagonista''': Posso stare a casa tua?<br />'''Tyler''': Sì.<br />'''Protagonista''': Grazie.<br />'''Tyler''': Ma devi farmi un favore.<br />'''Protagonista''': Sì, certo.<br />'''Tyler''': Colpiscimi più forte che puoi.
*'''Protagonista''': Vi racconto qualcosa di Tyler Durden. {{NDR|rompendo la quarta parete}} Era un tipo notturno: mentre noi dormivamo, lui lavorava. Proiezionista a orario ridotto. Vedete, un film non sta tutto su un'unica bobina, ce ne sono diverse; perciò dev'esserci qualcuno per cambiare il proiettore nel momento esatto in cui finisce una bobina e ne comincia un'altra. Se ci fate caso appaiono dei puntini sul lato destro dello schermo.<br />'''Tyler''': Nell'ambiente le chiamiamo "bruciature di sigarette".<br />'''Protagonista''': È il segnale che la bobina sta finendo. Lui cambia proiettore, il film continua a scorrere, e nessuno del pubblico si accorge di niente.<br />'''Tyler''': Perché uno farebbe questo lavoro di merda?<br />'''Protagonista''': Perché gli permette altre interessanti opportunità.<br />'''Tyler''': Come montare un'inquadratura pornografica in un film per famiglie.<br />'''Protagonista''': Così, quando il gatto gradasso e il cane coraggioso doppiati da voci famose si incontrano per la prima volta nel rullo tre, potrete avere un flash del contributo di Tyler al film.<br />'''Protagonista''': Nessuno sa di averlo visto, ma l'hanno visto.<br />'''Tyler''': Un gran bel cazzo.<br />'''Protagonista''': Più rapido di un battito di ali di un colibrì.<br />{{NDR|al Pressman Hotel}}<br />'''Protagonista''': Tyler inoltre faceva a volte il cameriere per banchetti nel lussuoso Pressman Hotel. Era il guerrigliero terrorista dell'industria della ristorazione.<br />'''Tyler''': Non guardare. Non posso farla se guardi...<br />'''Protagonista''': A parte insaporire il brodo d'aragosta, scoreggiava sulle meringhe, starnutiva sul tortino di indivia e, sulla zuppa alla crema di funghi... lui, beh...<br />'''Tyler''': Eh, avanti, diglielo.<br />'''Protagonista''': L'avete capito.
*'''Tyler''': Che leggi?<br />'''Protagonista''': Sta' a sentire, è un articolo scritto da un organo del corpo in prima persona. "Sono il midollo allungato di Jack, senza di me Jack non regolerebbe il cuore, la pressione del sangue e la respirazione". C'è tutta una serie di queste cose. "Siamo i capezzoli di Jean...", "Sono il colon di Jack...".<br />'''Tyler''': Sì, mi becco il cancro e ammazzo Jack!
*'''Protagonista''': Io non conosco mio padre. Insomma, lo conosco, ma se n'è andato via quando avevo sei anni. Ha sposato un'altra donna, ha avuto altri figli. Lo fa ogni sei anni: va in una nuova città e mette su una nuova famiglia.<br />'''Tyler''': Il cazzone ha aumentato le filiali! Il mio non ha fatto l'università, perciò era essenziale che ci andassi io.<br />'''Protagonista''': Questa non mi è nuova.<br />'''Tyler''': Così mi laureo, gli faccio un'interurbana e gli dico: "Papà, e adesso"? E lui: "Trovati un lavoro!".<br />'''Protagonista''': Stessa cosa!<br />'''Tyler''': A venticinque anni faccio la mia telefonata annuale e dico: "Papà, e adesso?" E lui: "Non lo so, vedi di sposarti!".<br />'''Protagonista''': Sì, come a me... Uno non può sposarsi... Ho [[trentenne|trent'anni]], sono piccolo.<br />'''Tyler''': Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne. Mi chiedo se un'altra donna è veramente la risposta che ci serve.
*'''Protagonista''': Tra quelli famosi con chi ti batteresti?<br />'''Tyler''': Vivi o morti?<br />'''Protagonista''': Non importa. Allora, chi?<br />'''Tyler''': [[Ernest Hemingway|Hemingway]]. Tu?<br />'''Protagonista''': [[William Shatner]], il [[James Tiberius Kirk|capitano Kirk]] di ''[[Star Trek (serie classica)|Star Trek]]''.
*'''Tyler''': Personaggio storico {{NDR|con cui ti batteresti}}?<br />'''Protagonista''': Mi batterei con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]].<br />'''Tyler''': Ottima risposta!<br />'''Protagonista''': Sentiamo: e tu?<br />'''Tyler''': [[Abraham Lincoln|Lincoln]].<br />'''Protagonista''': Lincoln?<br />'''Tyler''': Ah-ah. Alto, braccia lunghe... I magri si battono fino a spappolarsi.<br />'''Protagonista''' {{NDR|si toglie un dente che dondola}}: Cazzo!<br />'''Tyler''': Eh, anche la [[Gioconda|Monna Lisa]] cade a pezzi.
*'''Marla''' {{NDR|al telefono}}: Ho lo stomaco pieno di Xanax. Ho preso quelle rimaste nella bottiglietta, ma mi sa che erano troppe.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Andare a guardare Marla Singer che barcolla qua e là nella sua topaia...<br />'''Marla''': Ma questo non è un vero e proprio suicidio, probabilmente è una cosa tipo un grido d'aiuto.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Si poteva andare avanti per ore.<br />'''Protagonista''': Perciò resti a casa allora.<br />'''Marla''': Vuoi aspettare? E sentirmi descrivere la morte? Vuoi ascoltare? Vedere se il mio spirito sa usare il telefono? Hai mai sentito il rantolo della morte?
*'''Protagonista''' {{NDR|credendo di parlare con Tyler}}: Non crederai mai al sogno che ho fatto stanotte.<br />'''Marla''': Io non riesco a credere a niente di quello che è successo stanotte!
*'''Tyler''': Senti, non posso lasciare che tu le parli di me.<br />'''Protagonista''': Perché le dovrei parlare?<br />'''Tyler''': Se dici qualcosa di me o di quello che succede in questa casa a lei o a qualcun altro, abbiamo chiuso. [[Giuramenti dai film|Promettimelo]].<br />'''Protagonista''': D'accordo.<br />'''Tyler''': Lo prometti?<br />'''Protagonista''': Sì, lo prometto.<br />'''Tyler''': Promettilo.<br />'''Protagonista''': Te l'ho appena promesso. Che cosa?<br />'''Tyler''': L'hai promesso tre volte!
*'''Richard Chesler''': È sangue tuo quello?<br />'''Protagonista''': In parte sì.
[[File:Fight Club Soap - Omni Consumer Products (8646725933).jpg|thumb|Sapone ispirato agli oggetti di scena e alla locandina del film.]]
*'''Tyler''': Mentre si tratta il grasso il sego sale in superficie. Come nei boy scout.<br />'''Protagonista''': È difficile immaginarti nei boy scout.<br />'''Tyler''': Continua a girare. Induritosi il sego puoi scremare uno strato di glicerina. Se aggiungi acido nitrico ottieni [[nitroglicerina]], se aggiungi nitrato di sodio e un po' di segatura ottieni dinamite. Se il sapone è abbastanza puoi far saltare in aria tutto.<br />'''Protagonista''': Era pieno di informazioni utili.<br />'''Tyler''': Ora, gli antichi scoprirono che i loro indumenti erano più puliti se lavati in un certo punto del fiume. Sai perché?<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': Vieni qui. Lì sopra, sulle colline, facevano sacrifici umani, bruciavano i cadaveri, l'acqua filtrava attraverso legni e cenere e creava la [[liscivia]]. Ecco la liscivia, l'ingrediente essenziale. Una volta unita al grasso fuso dei cadaveri, una densa crema saponosa bianca finiva nel fiume. Mi dai la mano per favore? {{NDR|si inumidisce le labbra e stampa un bacio sul dorso della mano destra del Protagonista}}<br />'''Protagonista''': Che significa?<br />'''Tyler''': Significa: bruciatura chimica. {{NDR|getta la liscivia sulla mano che ha baciato, bloccandola}} Ti brucerà come non mai, ti resterà la cicatrice!<br />'''Protagonista''' {{NDR|dolorante}}: Che stai facendo?!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Meditazione guidata. Funziona col cancro, magari anche con questo.<br />'''Tyler''': Resta col dolore, non lo scacciare! Guarda la tua mano! Il primo sapone fu fatto con le ceneri di eroi, come le prime scimmie mandate nello spazio. Senza dolore, senza sacrificio, non avremmo niente!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Tentai di pensare alle parole "ustionare", "carne".<br />'''Tyler''': Smettila! Questo è il tuo dolore! Questa è la tua mano che brucia! Eccola!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Vado nella mia caverna a trovare il mio animale guida!<br />'''Tyler''': No! Non fare come fanno quei cadaveri ambulanti, andiamo!<br />'''Protagonista''': Ho capito! Lascia, ti prego!<br />'''Tyler''': Quello che senti è illuminazione prematura! {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}} È il momento più importante della tua vita e tu lo perdi perché sei altrove!<br />'''Protagonista''': Ti prego! Ti prego!<br />'''Tyler''': Sta' zitto, basta! I nostri padri per noi erano come Dio, se loro se la svignavano questo cosa ti fa pensare di Dio?<br />'''Protagonista''': N-Non lo so!<br />'''Tyler''' {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}}: Stammi a sentire, devi considerare la possibilità che a Dio tu non piaccia, che non ti abbia mai voluto, che con ogni probabilità lui ti odi, non è la cosa peggiore della tua vita?<br />'''Protagonista''': Lo è!<br />'''Tyler''': Non abbiamo bisogno di lui!<br />'''Protagonista''': È vero, sono d'accordo!<br />'''Tyler''': Al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e così sia!<br />'''Protagonista''': Voglio dell'acqua!<br />'''Tyler''': O ti versi dell'acqua sulla mano e peggiori le cose o... Guardami! O usi l'aceto per neutralizzare il bruciore.<br />'''Protagonista''': Ti prego, lasciami! Ti prego!<br />'''Tyler''': Prima ti devi arrendere, bello. Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai.<br />'''Protagonista''': Tu non sai cosa si prova!<br />'''Tyler''' {{NDR|mostrando la cicatrice a forma di labbra sul dorso della mano}}: È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.<br />'''Protagonista''': D'accordo...<br />'''Tyler''' {{NDR|versa l'aceto sulla mano del Protagonista}}: Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.
*'''Richard Chesler''' {{NDR|dopo aver trovato una copia delle regole del Fight Club nella fotocopiatrice}}: Fai finta di essere me: prendi una decisione da manager. Trovi questo. Cosa faresti tu?<br />'''Protagonista''': Be', devo dirglielo, io starei molto molto attento a parlarne con qualcuno, perché la persona che ha scritto questo è pericolosa. E questo pazzo con la camicia Oxford potrebbe anche scoppiare e poi correre di ufficio in ufficio con un'ArmaLite AR-10 carabina a gas potente semi-automatica militare, sparacchiando colpi su colpi su colleghi e superiori. Magari è qualcuno che conosce da anni, qualcuno molto molto vicino a lei.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Dalla bocca mi uscivano le parole di Tyler. Pensare che una volta ero un bravo ragazzo.<br />'''Protagonista''': O forse non dovrebbe portarmi ogni pezzo di spazzatura che le capita fra le mani.
*'''Marla''': Vorrei poterti restituire il favore.<br />'''Protagonista''': Non ci sono molti tumori al seno tra gli uomini della mia famiglia.<br />'''Marla''': Ti controllo la prostata.
*'''Tyler''' {{NDR|ridendo istericamente e facendo gocciolare il proprio sangue sulla faccia di Lou}}: Non sai se sono infetto, Lou! Eh? Non sai se sono infetto! Lou, faccelo usare, Lou! Ti prego!<br />'''Lou''': Usatelo questo scantinato di merda!<br />'''Tyler''': Voglio la tua parola, Lou! Voglio la tua parola!<br />'''Lou''': Lo [[giuramenti dai film|giuro]] sugli occhi di mia madre!
*'''Tyler''': Questa settimana ognuno di voi ha un compito da svolgere: dovete uscire e mettervi a litigare con un perfetto sconosciuto. Dovete battervi... e dovete perdere.<br />[...]<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La cosa non è così facile come sembra. [...] La maggior parte della gente, la gente normale, farebbe di tutto per evitare di battersi.
*'''Tyler''': Mani dietro la schiena!<br />'''Protagonista''': Dio...<br />'''Tyler''': Portafoglio. {{NDR|leggendo i documenti che vi trova dentro}} "Raymond K. Hessel. 1320 SE Benning, appartmento A." Un buco striminzito in nel seminterrato, vero?<br />'''Raymond''': Come lo sai?<br />'''Tyler''': I seminterrati di merda mettono le lettere invece dei numeri. Raymond, tu stai per morire.<br />'''Raymond''' {{NDR|piangendo}}: No...<br />'''Tyler''' {{NDR|guardando una foto nel portafoglio}}: Questi sono mamma e papà? Mamma e papà dovranno chiedere al dottor tal dei tali la tua cartella odontoiatrica. Sai perché? Perché non rimarrà niente della tua faccia.<br />'''Protagonista''': Avanti, avanti... Lui è...<br />'''Tyler''': C'è anche un tesserino universitario già scaduto. Cosa studiavi, Raymond?<br />'''Raymond''': Roba...<br />'''Tyler''': Roba? Materia tosta, eh? {{NDR|colpisce Raymond in testa con il calcio della rivoltella}} Ti ho chiesto cosa studiavi.<br />'''Raymond''': Biologia per...<br />'''Tyler''': Perché?<br />'''Raymond''': Io... Io... Non lo so...<br />'''Tyler''': Cosa volevi diventare, Raymond K. Hessel? {{NDR|preme il cane della rivoltella}} La domanda — Raymond! — era: "cosa volevi diventare?"<br />'''Protagonista''': Rispondigli, Raymond! Accidenti!<br />'''Raymond''': Veterinario! Veterinario!<br />'''Tyler''': Animali!<br />'''Raymond''': Sì, animali! Roba!<br />'''Tyler''': E roba... Sì, ho capito. Ti servono altri anni di scuola.<br />'''Raymond''': Troppi anni di scuola.<br />'''Tyler''': Preferisci essere morto?<br />'''Raymond''': No! Ti prego!<br />'''Tyler''': Preferisci morire qui, piangendo come un coglione sul retro di un piccolo emporio?<br />'''Raymond''': No... No... Ti prego... No... No...<br />'''Tyler''': Mi tengo la tua patente. Ti sorveglierò. So dove vivi. Se non riprendi i tuoi studi di veterinaria entro sei settimane sei morto. Ora corri a casa. {{NDR|Raymond corre via}} Corri, Forrest Gump! Corri!<br />'''Protagonista''': Mi sento male.<br />'''Tyler''': Pensa come si sente lui.<br />'''Protagonista''': E dai, non è divertente! Non era divertente! A che cazzo è servito tutto questo?!<br />'''Tyler''': Domani sarà il giorno più bello della vita di Raymond K. Hessel. E vedrai che mangerà con più gusto di quanto io e te abbiamo mai mangiato.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Bisognava riconoscerglielo, aveva un piano e cominciava ad avere un senso alla maniera di Tyler. Niente paura, niente distrazioni, la capacità di lasciarsi scivolare di dosso ciò che non conta.
*'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Volevo infilare una pallottola tra gli occhi di tutti i [[panda]] che si rifiutano di fottere per salvare la loro specie. Volevo aprire le valvole di scarico delle petroliere e inondare tutte le spiagge francesi che avrei visto. Volevo respirare fumo.<br />'''Tyler''': Che volevi fare, sballato?<br />'''Protagonista''': Volevo distruggere qualcosa di bello.
*'''Tyler''': Perché credi abbia fatto esplodere casa tua?<br />'''Protagonista''': Cosa?!<br />'''Tyler''': Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario! Smettila di cercare di controllare tutto! Pensa solo a lasciarti andare! Lasciati andare!
*'''Protagonista''': Marla, so che mi sto comportando in modo molto strano, va bene? Io, io so che deve sembrare che ci siano due lati di me quando siamo insieme...<br />'''Marla''': Due lati? Sei dottor Jekyll e Mister Merda!
*'''Poliziotto''': Perché questi edifici? Perché le società di [[Carta di credito|carte di credito]]?<br />'''Protagonista''': Se si cancella la traccia dei debiti allora torniamo tutti a zero. Si crea il caos totale.
*{{NDR|Riprendendo la scena iniziale}}<br />'''Protagonista''': Ancora non riesco a pensare a niente.<br />'''Tyler''': Ah, umorismo da flashback! Ora la cosa si fa eccitante. Due minuti e mezzo. Pensa a tutto quello che abbiamo concluso. Da queste finestre vedremo il crollo della storia della finanza. Un passo più vicini all'equilibrio economico.<br />'''Protagonista''': Perché lei è qui? {{NDR|riferito a Marla}}<br />'''Tyler''': Una faccenda in sospeso.<br />'''Protagonista''': Non farlo. Per favore, ti scongiuro.<br />'''Tyler''': Non lo sto facendo io; noi lo stiamo facendo.<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': È questo che vogliamo.<br />'''Protagonista''': Io non voglio questo.<br />'''Tyler''': Giusto. Il fatto è che tu sei insignificante, ora. Dobbiamo dimenticarci di te.<br />'''Protagonista''': Sei solo una voce nella mia testa!<br />'''Tyler''': Tu sei una voce nella mia!<br />'''Protagonista''': Sei soltanto un'allucinazione! Perché non posso liberarmi di te?<br />'''Tyler''': Hai bisogno di me!<br />'''Protagonista''': No, non è vero, non è più vero ormai.<br />'''Tyler''': Ehi! Tu hai creato me! Io non ho creato un alter ego perdente per potermi sentire meglio! Assumiti la responsabilità!<br />'''Protagonista''': Lo faccio. Sono responsabile di tutto questo! Lo riconosco in pieno! Però per favore, ti scongiuro, ferma subito questa cosa.<br />'''Tyler''': Ho mai deluso noi due? Quanta strada hai fatto grazie a me? Porterò noi due fino in fondo, come sempre. Anche se tu urlerai e scalcerai, alla fine mi ringrazierai.<br />'''Protagonista''': Tyler. Tyler, ti sono molto grato per tutto quello che hai fatto per me, ma questo è troppo! Io non voglio questo!<br />'''Tyler''': Che cosa vuoi? Tornare al tuo lavoro di merda? Alla tua vita da condominio a guardare la tv? Vaffanculo! Io non ci sto!<br />'''Protagonista''': Oh, mio Dio, non sta accadendo veramente.<br />'''Tyler''': È già fatto, perciò sta' zitto. Sessanta secondi. Lo puoi vedere da te.<br />'''Protagonista''': No... Posso risolvere tutto. Lo posso fare, tutto questo non è reale. Tu non sei reale. Quella pistola... non è nemmeno nella tua mano. La pistola è nella mia mano. {{NDR|la pistola scompare dalla mano di Tyler e compare in quella del protagonista}}<br />'''Tyler''': Buon per te. Non cambia niente... {{NDR|il protagonista si punta la pistola}} Perché vuoi puntartela alla gola?<br />'''Protagonista''': Non alla mia gola, Tyler, alla nostra.<br />'''Tyler''': Interessante... Dove vuoi arrivare, Mister IKEA? Ehi, siamo tu e io. Amici.<br />'''Protagonista''': Tyler... Voglio che mi ascolti attentamente.<br />'''Tyler''': Va bene.<br />'''Protagonista''': Ho gli occhi aperti. {{NDR|si spara alla gola}}<br />'''Tyler''': Cos'è questo odore? {{NDR|crolla a terra e scompare}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
'''Marla''': Ti sei sparato da solo?<br />'''Protagonista''': Sì, ma va tutto bene. Marla, guardami, sto benissimo. Fidati, andrà tutto bene. {{NDR|esplodono i grattacieli di fronte a loro}} Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita.
==Citazioni su ''Fight Club''==
[[File:Principal cast of Fight Club.jpg|thumb|Gli attori protagonisti del film: Edward Norton, Brad Pitt e Helena Bonham Carter]]
*All'inizio, il film coinvolge con la sua storia intrigante da commedia nera e con sgargianti effetti visivi; poi cambia tono, diventa molto pesante e punta verso una soluzione allarmante e senza senso. ([[Leonard Maltin]])
*Di fronte a questo adattamento (di [[Jim Uhls]]) del romanzo di [[Chuck Palahniuk]], la critica si è divisa: grido di rivolta contro una società post-consumista o pericolosa apologia di un neotribalismo fascista? Smisuratamente ambizioso ma anche autoparodico, il film appare alla fine confuso e impari al compito che si prefigge: sagace nell'individuare certi sintomi (crisi maschile, fuga dalla realtà, scissione della personalità), abile a stordire – soprattutto all'inizio – con una messa in scena visionaria (notevole la fotografia di [[Jeff Cronenweth]]), capace di colpire a fondo con il cinismo (memorabile il culturista cui sono spuntate le tette, interpretato dal cantante [[Meat Loaf]]), ma senza saper riflettere in modo articolato sui problemi evocati. In definitiva americano quanto un talk show un po' esagitato. (''[[Il Mereghetti]]'')
*La prima volta che vidi qualche spezzone del film è stato quando andai nella location delle riprese, e [[David Fincher]] mi trascinò via dal set portandomi nella sua roulotte per mostrarmeli. Mi guardava aspettando la mia reazione, e io non avevo idea di come le scene potessero incastrarsi. C'erano questi meravigliosi piani d'ascolto e cose del genere che sembravano così casualmente, splendidamente composti, divertenti e piacevoli nella loro essenza, ma non avevo idea di come potessero incastrarsi. Mi sentivo così a disagio con David a guardarmi. Quando poi ho visto il film, soprattutto quando mi sono seduto con Jim Uhls e ho registrato un commento per il DVD, ho provato una sorta di imbarazzo per il libro, perché il film aveva snellito la trama rendendola molto più efficace, facendo collegamenti che non avevo mai pensato di fare. C'è una battuta sui "padri che fondano franchising con altre famiglie"<ref>Riferito alla battuta di Tyler «Il cazzone ha aumentato le filiali!»</ref> e non avevo mai pensato di legarla al fatto che anche il Fight Club fosse un franchising, mentre nel film questa connessione era presente. L'idea di non aver pensato personalmente a quel collegamento mi stava torturando. ([[Chuck Palahniuk]])
*Per me una delle vere sorprese nella realizzazione di ''Fight Club'' fu [[Brad Pitt]]. Non diede mai motivo di pensare di essere un attore che cercava di proteggere la sua "bradpittità". In genere, quando a un giovane attore capita un film del genere, il primo istinto è resistere e giocare sul sicuro. [...] Senza nemmeno un briciolo di falsa vanità o l'uso di vecchi trucchi per conquistare il pubblico, Pitt dimostrò di essere un formidabile attore di enorme talento. [...] Con tutte le montature pubblicitarie che in genere accompagnano le star del cinema, non pensavo che Brad potesse essere tanto temerario da andare oltre quello che gli altri si aspettavano da lui. La sua interpretazione in ''Fight Club'' fu stellare. ([[Art Linson]])
*Picchiarsi per stare meglio: questo l'assunto del film. Dopo il successo, in parte inaspettato, di ''[[Seven]]'', Fincher ripercorre e perfeziona la violenza. Pitt è semplicemente il diavolo: forte, astuto, bello e violento. Norton ne rimane sedotto. Nota di costume sulla pratica di scaricamento delle tensioni con scarico di pugni. Machismo imperante. Suggestioni da palestra di pugilato. Ideologia atta a suscitare polemiche. Ben diretto e ben interpretato. (''[[il Farinotti]]'')
*Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[il Morandini]]'')
===[[James Berardinelli]]===
*Accusando opere come ''Fight Club'' di essere film dell'orrore sulla vita reale, i politici vogliono farci guardare attraverso le lenti rosate di occhiali che hanno tinto loro.
*Con il suo stile cinetico, l'approccio viscerale, la trama coinvolgente e il potente messaggio sociale, ''Fight Club'' è un importante candidato da considerare come la versione anni 90 di ''[[Arancia meccanica]]''. In un periodo in cui così pochi film lasciano il segno, ''Fight Club'' rifiuta di essere ignorato o respinto.
*Lo scopo di mostrare tutti questi sanguinolenti scazzottamenti è quello di fare il punto circa la natura bestiale dell'uomo e ciò che può accadere quando gli effetti di stordimento della fatica di ogni giorno sono la causa per cui le persone diventano un po' matte. Gli uomini che diventano membri del Fight Club sono vittime del potere disumanizzante e anestetizzante della società moderna. Sono diventati ingranaggi di una ruota. L'unico modo in cui possono ritrovare un senso di individualità è entrare in contatto con i primordiali istinti barbarici di dolore e violenza.
*Senza andare nello specifico, posso affermare che è presente una somiglianza strutturale con ''[[The Sixth Sense - Il sesto senso|Il sesto senso]]''. In ''Fight Club'' lo stravolgimento finale non è lo scopo finale del film ed è integrato in modo più efficace con l'intera storia. Se riesci a dedurre la cosiddetta "sorpresa" ne ''Il sesto senso'' in anticipo rispetto a quando il regista lo ha programmato, è difficile non vedere il film come una prolissa e irregolare palese manipolazione. Al contrario ''Fight Club'' possiede la profondità e l'ampiezza per padroneggiare l'attenzione dello spettatore e rispettare chi riesce a svelare il presuntuoso stravolgimento al centro della trama prima che venga esplicitamente rivelato. È anche interessante notare che questo non accade proprio alla fine, quindi, sebbene sia un aspetto importante di ''Fight Club'', non determina il successo o il fallimento del film.
===[[Roger Ebert]]===
*A mio parere {{NDR|il personaggio di Tyler Durden}} non ha verità utili. È un bullo [...] Nessuno dei membri diventa più forte o più libero per via della loro appartenenza al Fight Club; sono ridotti a patetici cultisti. Di conseguenza indossano camicie nere e si arruolano come fossero skinhead.
*È "macho-porn" — il sex movie verso cui Hollywood ha puntato per anni, in cui l'erotismo tra i due sessi è rimpiazzato da combattimenti da spogliatoio tra maschi. Le donne, che hanno avuto a che fare con gli atteggiamenti dei maschietti da una vita, lo capiranno istintivamente; gli uomini se lo godranno per via della botta di testosterone. Il fatto che è molto ben realizzato e ha un ottimo primo atto certamente offusca la questione.
*''Fight Club'' è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.
*Quando vedi dei bravi attori in un progetto come questo ti viene da chiederti se hanno firmato il contratto come un'alternativa all'andare in canoa.
*Ultimamente i film sembrano insoddisfatti a meno che non aggiungano scene finali che ridefiniscano la realtà di tutto ciò che hanno raccontato prima; chiamiamola la sindrome di [[I soliti sospetti|Keyser Soze]].
===Frasi promozionali===
*ATTENZIONE Se stai leggendo, allora questo avviso è per te. Ogni parola che stai leggendo di questa pubblicazione è un altro secondo tolto alla tua vita. Non hai altre cose da fare? La tua vita è così vuota che davvero non riesci a pensare a un modo migliore per spendere questo tempo? Oppure sei così colpito dall'autorità che dai rispetto e fede a tutto ciò che si proclama tale? Leggi tutto quello che ti dicono di leggere? Pensi a tutto quello che ti dicono di pensare? Compri tutto quello che ti dicono dovresti volere? Esci dal tuo appartamento. Incontra un membro del sesso opposto. Interrompi lo shopping e la masturbazione compulsiva. Lascia il lavoro. Fai scoppiare una rissa. Prova di essere vivo. Se non rivendichi la tua umanità diventerai una statistica. Sei stato avvisato. Tyler.
:''WARNING If you are reading this then this warning is for you. Every word you read of this useless fine print is another second off your life. Don't you have other things to do? Is your life so empty that you honestly can't think of a better way to spend these moments? Or are you so impressed with authority that you give respect and credence to all who claim it? Do you read everything you're supposed to read? Do you think everything you're supposed to think? Buy what you're told you should want? Get out of your apartment. Meet a member of the opposite sex. Stop the excessive shopping and masturbation. Quit your job. Start a fight. Prove you're alive. If you don't claim your humanity you will become a statistic. You have been warned. Tyler''.<ref>Dal testo a schermo che appare dopo le note sul copyright nell'edizione DVD.</ref>
*Combatti per sapere chi sei.<ref>Dalla locandina del film in lingua italiana.</ref>
*Funziona bene sulle macchie di sangue.
:''Works great on blood stains.''<ref name=locandinaEN>Dalla locandina del film in lingua inglese.</ref>
*Guai. Caos. Sapone.
:''Mischief. Mayhem. Soap.''<ref name=locandinaEN />
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[Fight Club (romanzo)]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fight Club''}}
{{vetrina|1|dicembre|2008|film}}
[[Categoria:Film drammatici]]
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2022-08-23T14:40:11Z
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/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titolo=Fight Club
|regista=[[David Fincher]]
|soggetto=[[Chuck Palahniuk]] ''([[Fight Club (romanzo)|romanzo]])''
|sceneggiatore=[[Jim Uhls]]
|attori =
*[[Edward Norton]]: Il protagonista
*[[Brad Pitt]]: Tyler Durden
*[[Helena Bonham Carter]]: Marla Singer
*[[Jared Leto]]: Faccia d'Angelo
*[[Meat Loaf]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Zach Grenier]]: Richard Chesler
*[[David Andrews]]: Thomas
*[[Rachel Singer]]: Chloe
*[[Tim De Zarn]]: ispettore Bird
*[[Ezra Buzzington]]: ispettore Dent
*[[David Lee Smith]]: Walter
*[[Eion Bailey]]: Ricky
*[[Evan Mirand]]: Steph
*[[Thom Gossom Jr.]]: detective Stern
*[[Peter Iacangelo]]: Lou
*[[Joon B. Kim]]: Raymond K. Hessel
|doppiatoriitaliani =
*[[Massimo De Ambrosis]]: protagonista
*[[Sandro Acerbo]]: Tyler Durden
*[[Micaela Esdra]]: Marla Singer
*[[Simone Mori]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Fabrizio Manfredi]]: Faccia d'Angelo
*[[Angelo Nicotra]]: Richard Chesler
*[[Tiziana Avarista]]: Chloe
*[[Sergio Di Stefano]]: ispettore Bird
*[[Dario Penne]]: ispettore Dent
*[[Roberto Gammino]]: Ricky
*[[Renato Mori]]: detective Stern
*[[Nino Prester]]: Lou
*[[Vittorio Stagni]]: Raymond K. Hessel
|note=
*'''Casa di produzione''': Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises
*'''Casa di distribuzione''': 20th Century Fox
}}
'''''Fight Club''''', film statunitense del 1999 con [[Edward Norton]] e [[Brad Pitt]], regia di [[David Fincher]].
{{Tagline|Combatti per sapere chi sei.}}
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La gente mi chiede sempre se conosco Tyler Durden.<br />'''Tyler''' {{NDR|puntando la pistola in bocca al protagonista}}: Tre minuti, ci siamo. Punto zero. Vuoi dire qualcosa, per immortalare l'occasione? {{NDR|il protagonista, prova a dire qualcosa}}<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Con la canna di una pistola in bocca ti esprimi solo a vocali. {{NDR|Tyler Durden toglie la canna della pistola dalle bocca del protagonista}}<br />'''Protagonista''': Non riesco a pensare a niente.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Per un istante dimentico completamente il piano di demolizione controllata da Tyler, e mi domando se quella pistola è pulita.<br />'''Tyler''': Ora la cosa si fa eccitante.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Il vecchio [[Proverbi dai film|detto]] "uno ferisce sempre la persona amata", eh, vale anche al contrario! Abbiamo posti in prima fila per questo spettacolo di distruzione di massa. Il comitato demolizione del progetto Mayhem ha avvolto i pilastri portanti di una dozzina di edifici con esplosivo al plastico. Tra due minuti le cariche principali innescheranno quelle nelle fondamenta e diversi isolati saranno ridotti a un cumulo di macerie. Io questo lo so perché lo sa Tyler.<br />'''Tyler''': Due e mezzo... pensa a tutto quello che abbiamo concluso.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: E all'improvviso mi rendo conto che tutto questo: la pistola, le bombe, la rivoluzione... ha qualcosa a che fare con una ragazza di nome Marla Singer.
==Frasi==
{{cronologico}}
*Con l'[[insonnia]] nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando l'[[esplorazione spaziale|esplorazione nello spazio]] s'intensificherà saranno le società a dare il nome a tutto; la sfera stellare IBM, la galassia Microsoft, il pianeta Starbucks... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Come tanti altri anch'io ero diventato schiavo della tendenza al nido [[IKEA]]. [...] Se vedevo qualcosa di ingegnoso come un tavolinetto a forma di [[Yin e yang|yin yang]] dovevo averlo. Il componibile personale per ufficio della Klipsk, la cyclette della Hovetrekke, il divano Ohamshab a strisce verdi della Strinne, perfino le lampade Ryslampa fatte di carta non candeggiata per un ambiente rilassante. Sfogliavo quei cataloghi e mi domandavo "quale tipo di salotto mi caratterizza come persona?". Avevo tutto. Anche i piatti di vetro con piccole bolle e imperfezioni, prova che erano stati realizzati da onesti semplici operosi indigeni artigiani di... Dunque... Una volta leggevamo pornografia, ora siamo passati ad arredomania. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Estranei con questa sincerità mi fanno sentire uno strofinaccio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*E poi è successo qualcosa, mi lasciai andare perduto nell'oblio... oscuro, silenzioso, completo. Trovai la libertà, perdere ogni speranza era la libertà. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni sera morivo e ogni sera nascevo di nuovo, resuscitato. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quella tizia, Marla Singer, non aveva il cancro ai testicoli. Era una bugiarda, non aveva neanche l'ombra di una malattia. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando soffri di [[insonnia]] non sei mai realmente addormentato e non sei mai realmente sveglio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Chloe somigliava allo scheletro di [[Meryl Streep]] che se ne va in giro per una festa sorridendo, estremamente gentile con tutti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Se avessi un tumore lo chiamerei Marla. Marla: il taglietto sul tuo palato che si rimarginerebbe se la smettessi di stuzzicarlo con la lingua, ma non puoi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nella filosofia tibetana, nell'interpretazione di [[Sylvia Plath]] lo so che stiamo tutti morendo, giusto? Ma tu non stai morendo come sta morendo Chloe. ('''Protagonista''') {{NDR|a Marla}}
*Fu così che conobbi Marla Singer. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all'altro. La tragedia, diceva, era che non succedeva. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ti svegli all'aeroporto di Seattle, di San Francisco, di Los Angeles, all'aeroporto di Chicago, di Dallas, di Baltimora, Pacifico, Montagne Rocciose, Midwest. Perdi un'ora, guadagni un'ora. Questa è la tua [[vita]] e sta finendo un minuto alla volta. Ti svegli all'Air Harbor International. Se ti svegliassi a un'ora diversa in un posto diverso, ti sveglieresti come una persona diversa? ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ovunque viaggio una vita minuscola: porzione singola di zucchero, porzione singola di latte, panetto singolo di burro, il kit hobby cordon bleu al microonde, shampoo e balsamo in un unico prodotto, campioncini di collutorio, saponettine. Le persone che incontro a ogni volo sono i miei amici porzione singola. Tra il decollo e l'atterraggio passiamo del tempo insieme, ci spetta solo quello. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*In un arco di tempo abbastanza lungo l'indice di [[sopravvivenza]] scende a zero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni volta che l'aereo s'inclinava troppo bruscamente al decollo o all'atterraggio speravo in uno schianto, in una collisione a mezz'aria, qualunque cosa. L'assicurazione paga il triplo se [[morte|muori]] durante un viaggio di lavoro. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Istruzioni per il portello {{NDR|dell'aereo}} a 30 mila piedi. Illusione della sicurezza. ('''Tyler''')
*Ora una questione d'etichetta: mentre passo le do il culo o il pacco? ('''Tyler''') {{NDR|alzandosi dal sedile lato finestrino dell'aereo}}
*Il mio appartamento era al quindicesimo piano di un casellario per vedove e giovani professionisti. Le pareti erano in cemento armato, importante quando la vicina perde l'apparecchio acustico e guarda i quiz in TV a tutto volume. Oppure quando un'eruzione vulcanica di detriti, che una volta erano mobili ed effetti personali, esplode dalla tua parete finestra e finisce fiammeggiante nella notte. Immagino che certe cose accadano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Che imbarazzo! Una casa piena di condimenti e niente cibo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Più tardi la polizia mi avrebbe informato che forse si era spenta la fiamma pilota, facendo uscire un filo di gas. Quel gas si sarebbe sparso nell'appartamento, lentamente, per giorni e giorni. Poi sarebbe scattato il compressore del frigorifero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Be', amico, poteva andarti peggio. Una donna poteva tagliarti il pene mentre dormivi e buttarlo via da una macchina in corsa. ('''Tyler''')
*Le cose che possiedi alla fine ti possiedono. ('''Tyler''')
*Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto? Non voglio morire senza cicatrici. Perciò picchiami se no perdo il coraggio. ('''Tyler''')
*Non so come avesse fatto a trovare quella casa, ma disse che ci stava da un anno. sembrava che stesse aspettando di essere demolita. Quasi tutte le finestre erano sbarrate da assi; non c'era serratura alla porta da quando la polizia o chi altro l'aveva sfondata, le scale stavano per crollare. Non sapevo se era il proprietario o un abusivo. In nessun caso sarei rimasto sorpreso. [...] Che buco di merda. Non funzionava niente, accendere una luce significava che ne saltava un'altra. Non c'erano vicini, solo dei magazzini e una cartiera. Quel vapore odor di scoreggia, quei trucioli odor di gabbia di criceto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Dopo la lotta ogni altra cosa nella tua vita si abbassava di volume. Potevi affrontare tutto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Avrei dovuto cercarmi un nuovo appartamento. Avrei dovuto discutere con la mia assicurazione. Avrei dovuto essere distrutto per le mie belle cazzatine andate a fuoco. E invece niente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[lunedì]] mattina non facevo che pensare alla settimana seguente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Puoi ingoiare mezzo litro di sangue prima di vomitare. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Era davanti agli occhi di tutti, Tyler e io l'avevamo solo reso visibile. Era sulla punta della lingua di tutti, Tyler e io gli avevamo solo dato un nome. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
[[Immagine:Fight Club Graffiti (3370196627).jpg|thumb|«Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club».]]
*Signori, benvenuti al Fight Club. Prima [[Regole dai film|regola]] del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida "basta", si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere! ('''Tyler''')
*Ricky, un ragazzo del mio ufficio, non ricordava se avevi ordinato inchiostro blu o nero. Ma fu un dio per dieci minuti quando castigò il cameriere di un ristorante a portar via. A volte sentivi solo il sordo rumore dei pugni al di sopra delle grida, o il soffocamento bagnaticcio quando qualcuno spruzzava sangue. Da nessun'altra parte ti sentivi vivo come lì. Ma il Fight Club esiste solo nelle ore tra l'inizio del Fight Club e la fine del Fight Club. Anche potendo dire a uno che aveva fatto un bel combattimento non avrei parlato con lo stesso uomo. Chi eri nel Fight Club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi facevano pena quei ragazzi ammassati nelle palestre che cercavano di somigliare a quello che gli dicevano [[Calvin Klein]] o [[Tommy Hilfiger]]. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*L'automiglioramento è masturbazione, invece l'autodistruzione... ('''Tyler''')
*Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole. Quelle grida isteriche erano raptus estatici come quelli in una chiesa pentecostale. Quando il combattimento era finito niente era risolto, ma niente importava. Alla fine tutti ci sentivamo salvi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*A volte Tyler parlava per me. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Prepararsi ad evacuare l'anima. Dieci... Nove... Otto... Sette... Sei... Cinque... Quattro... Tre... ('''Marla''')
*Sono il dotto biliare di Jack. [...] Mettimi una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*È un predatore che si finge animale domestico. ('''Tyler''') {{NDR|parlando di Marla}}
*Oh, mio Dio! Era dalle elementari che nessuno mi scopava così! ('''Marla''') {{NDR|a Tyler}}
*A Marla non serve un amante, le serve un assistente sociale. ('''Protagonista''')
*Diventai il caldo, piccolo centro del mondo. Ero il maestro Zen. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*''Le api se ne vanno | Il fuco vola via | La [[ape regina|regina]] è schiava.'' ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo; leggendo una [[poesie dai film|poesia]] [[haiku]]}}
*Sono il sudore freddo di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Diglielo, il liberatore che ha distrutto la mia proprietà ha riallineato le mie percezioni. ('''Tyler''') {{NDR|al Protagonista}}
*Respingo i principi base della civiltà, soprattutto l'importanza dei beni materiali. ('''Tyler''')
*Se non trombavano, Tyler e Marla non erano mai nella stessa stanza. I miei genitori fecero la stessa sceneggiata per anni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[preservativo]] è la scarpetta di vetro della nostra generazione. Te ne infili uno quando incontri una sconosciuta, poi ci balli tutta la notte e dopo butti via. Il preservativo intendo, non la sconosciuta. ('''Marla''')
*Infilarti le piume nel culo non fa di te una [[gallina]]. ('''Tyler''')
*Era magnifico, stavamo rivendendo alle donne ricche i loro culi ciccioni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sai niente del tizio che ha inventato questa cosa? [...] Si mormora che sia nato in un manicomio statale e che dorma solo un'ora per notte. È un grande uomo. ('''Bob''') {{NDR|al protagonista}}
*Il Fight Club era il regalo mio e di Tyler. Il nostro regalo al mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi guardo intorno e vedo un sacco di brutte facce nuove. {{NDR|Tutti ridono}} Zitti! {{NDR|Smettono di ridere}} Perciò molti di voi hanno infranto le prime due regole del Fight Club... Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La [[pubblicità]] ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la [[Prima guerra mondiale|grande guerra]] né la [[grande depressione]]. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene! ('''Tyler''')
*Sono la totale mancanza di sorpresa di Jack. ('''Protagonista''')
*Sono la vendetta sghignazzante di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sotto, e dietro, e dentro tutto ciò che quest'uomo aveva dato per scontato stava spuntando qualcosa di orribile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nessuno era il perno del Fight Club, tranne i due uomini che si battevano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler era coinvolto in una causa civile intentata dall'Hotel Pressman per il tasso di urina nel loro brodo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sono la vita sprecata di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Lo sapevi? Puoi usare vecchio olio di motore per fertilizzare il tuo prato. ('''Manifesto [[pubblicità dai film|pubblicitario]] della Environmental Protection Agency''') {{NDR|Modificato dai membri del Fight Club}}
:''Did you know? You can use old motor oil to fertilize your lawn.''
*Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo! ('''Tyler''')
*Se l'aspirante è giovane digli che è troppo giovane. Vecchio, troppo vecchio. Grasso, troppo grasso. [...] Se però aspetta per tre giorni senza mangiare, dormire o essere incoraggiato allora può entrare e cominciare l'addestramento. ('''Tyler''')
*Prima o poi diventavamo tutti ciò che voleva Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*{{NDR|A Bob}} Cazzo, sei troppo vecchio, ciccione! {{NDR|a Faccia d'Angelo}} E tu... cazzo, sei troppo... biondo! ('''Ricky''')
*Sentite, balordi, non siete speciali, non siete un pezzo bello, unico e raro. Siete materia organica che si decompone come ogni altra cosa. [...] Siamo la canticchiante e danzante merda del mondo. Facciamo tutti parte dello stesso mucchio di letame. ('''Tyler''')
[[File:London Film Museum (5094926228).jpg|thumb|Costume indossato da Brad Pitt nel film esposto al London Film Museum]]
*Quelli a cui dai la caccia sono le persone da cui dipendi, noi cuciniamo i tuoi pasti, togliamo la tua immondizia, colleghiamo le tue telefonate, guidiamo le tue ambulanze, ti sorvegliamo mentre stai dormendo. Non fare lo stronzo con noi! ('''Tyler''') {{NDR|al commissario di polizia Jacobs}}
*Io sono l'ardente senso del rifiuto di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La prima [[regole dai film|regola]] del progetto Mayhem è: non si fanno domande. ('''Ricky e Mechanic''')
*Non avevo mai avuto un [[Incidente stradale|incidente automobilistico]]. Doveva essere così che si sentiva tutta quella gente prima che la archiviassi come statistica nei miei rapporti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Abbiamo avuto un'esperienza di quasi vita! ('''Tyler''') {{NDR|parlando dell'incidente stradale}}
*Nel mondo che vedo uno si muove con gli alci, tra le umide foreste dei canyon intorno alle rovine del Rockefeller Center. Indosserà abiti di pelle che gli dureranno per tutta la vita. Si arrampicherà per le liane che avvolgono la Sears Tower. E quando guarderà giù vedrà minuscole figure che pestano granturco e posano strisce di carne di cervo sulla carreggiata vuota di qualche superstrada abbandonata. ('''Tyler''')
*Sono il cuore spezzato di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La seconda [[regole dai film|regola]] è: non si fanno domande. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Stavo dormendo? Avevo dormito? Tyler è il mio brutto sogno e io il suo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Vivevo in uno stato di perpetuo [[déjà vu]]. Ovunque andassi mi sembrava di esserci già stato. Era come seguire un uomo invisibile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi scopi e mi snobbi. Mi ami e mi odi. Mi mostri il tuo lato sensibile e poi ti trasformi in un vero stronzo. È una descrizione accurata del nostro rapporto, Tyler? ('''Marla''')
*Cercavi un modo per cambiare la tua vita, non potevi farlo da solo. Tutti i modi in cui desideravi essere... quello sono io. Ho l'aspetto che vorresti avere tu, scopo come vorresti fare tu, sono intelligente, capace e, soprattutto, sono libero in tutti i modi in cui non lo sei tu. ('''Tyler''')
*Le persone parlano con se stesse e vedono se stesse come vorrebbero essere. Non hanno il coraggio che hai tu di lasciarsi trasportare. ('''Tyler''')
*A poco a poco... Ti stai lasciando diventare... Tyler Durden! ('''Tyler''')
*Sono andato a letto sempre più presto ogni sera, mi sono svegliato sempre più tardi. Sono stato Tyler sempre più a lungo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler... sei quanto di peggio mi sia mai capitato. ('''Marla''')
*Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Protagonista''' {{NDR|cercando di farsi prescrivere medicinali per l'insonnia}}: Ehi, andiamo, sto soffrendo...<br />'''Dottore''': Vuole vedere la sofferenza? Vada alla chiesa metodista il martedì sera. Veda quelli con il [[cancro]] ai [[testicolo|testicoli]]. Quella è sofferenza.
*'''Protagonista''': Perché lo fai?<br />'''Marla''': Costa meno di un cinema e il caffè è gratis.
*'''Protagonista''': Quando la gente pensa che stai morendo allora ti ascolta veramente invece di...<br />'''Marla''': Invece di aspettare il suo turno per parlare?<br />'''Protagonista''': Sì... sì.
*'''Tyler''': Sa perché mettono le maschere d'ossigeno sull'aereo?<br />'''Protagonista''': Per poter respirare.<br />'''Tyler''': L'ossigeno ti fa sballare. In un'emergenza catastrofica, uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile. Accetti il tuo destino.
*'''Protagonista''': Lei che fa?<br />'''Tyler''': Come sarebbe?<br />'''Protagonista''': Cosa fa per vivere.<br />'''Tyler''': Perché, per far finta che le {{sic|interessa}}? {{NDR|il protagonista ride}} D'accordo. C'è una distorta disperazione nella sua risata.<br />'''Protagonista''': Abbiamo la stessa identica valigetta.<br />'''Tyler''': Sapone.<br />'''Protagonista''': Come?<br />'''Tyler''': Io produco e vendo [[sapone]]. Un metro di misura della civiltà.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Fu così che conobbi... {{NDR|leggendo il biglietto da visita}} Tyler Durden.<br />'''Tyler''': Lo sa che mescolando parti uguali di benzina e succo d'arancia congelato si può fare il [[napalm]]?<br />'''Protagonista''': No, questo non lo sapevo. È vero?<br />'''Tyler''': Verissimo. Si può fare ogni tipo di esplosivo usando semplici articoli casalinghi.<br />'''Protagonista''': Sul serio?<br />'''Tyler''': Se uno ha l'inclinazione.<br />'''Protagonista''': Tyler, lei è finora l'amico porzione singola più interessante che abbia conosciuto. Io ho questa idea: sull'aereo tutto è porzione singola, anche le persone.<br />'''Tyler''': Ah, ho capito. È molto acuto.<br />'''Protagonista''': Ah. Grazie.<br />'''Tyler''': E le dà soddisfazione?<br />'''Protagonista''': Cosa?<br />'''Tyler''': Essere acuto.<br />'''Protagonista''': Tanta.<br />'''Tyler''': Continui pure, allora... continui pure.
*'''Protagonista''' {{NDR|riferendosi alla valigia}}: Ma... ticchettava?<br />'''Impiegato''': I lanciatori non si curano del ticchettio, le bombe moderne non ce l'hanno.<br />'''Protagonista''': Scusi... "i lanciatori"?<br />'''Impiegato''': Chi prende i bagagli. Ma quando una valigia sta vibrando... i lanciatori devono chiamare la polizia.<br />'''Protagonista''': La mia valigia stava vibrando?<br />'''Impiegato''': Nove volte su dieci è un rasoio elettrico, ma... di tanto in tanto è... un dildo, un [[vibratore (sessualità)|vibratore]]. Ovviamente è politica della compagnia non specificare mai l'appartenenza nel caso di un dildo. Dobbiamo usare l'articolo indefinito un dildo, mai... il suo... dildo.
*'''Tyler''': Sai cos'è un [[piumino]]?<br />'''Protagonista''': Una trapunta.<br />'''Tyler''': Una coperta, solo una coperta. Perché due come te e me sanno cos'è un piumino? È essenziale alla nostra sopravvivenza nel senso cacciatore raccoglitore? No, allora cosa siamo?<br />'''Protagonista''': Siamo... Che so? Siamo consumatori?<br />'''Tyler''': Esatto, siamo consumatori. Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra...<br />'''Protagonista''': L'arredatrice.<br />'''Tyler''': Poche calorie.<br />'''Protagonista''': [[Martha Stewart]].<br />'''Tyler''': Fanculo Martha Stewart! Martha sta lucidando le maniglie sul Titanic. Va tutto a fondo, bello. Perciò vaffanculo tu e il tuo divanetto a strisce verdi Ohamshab della Strinne. Io dico: non essere mai completo. Io dico: smettila di essere perfetto. E io dico: dai, evolviamoci, le cose vadano come devono andare. Per me, eh. Forse potrei sbagliarmi. Forse è una terribile tragedia.
*'''Protagonista''': Posso stare a casa tua?<br />'''Tyler''': Sì.<br />'''Protagonista''': Grazie.<br />'''Tyler''': Ma devi farmi un favore.<br />'''Protagonista''': Sì, certo.<br />'''Tyler''': Colpiscimi più forte che puoi.
*'''Protagonista''': Vi racconto qualcosa di Tyler Durden. {{NDR|rompendo la quarta parete}} Era un tipo notturno: mentre noi dormivamo, lui lavorava. Proiezionista a orario ridotto. Vedete, un film non sta tutto su un'unica bobina, ce ne sono diverse; perciò dev'esserci qualcuno per cambiare il proiettore nel momento esatto in cui finisce una bobina e ne comincia un'altra. Se ci fate caso appaiono dei puntini sul lato destro dello schermo.<br />'''Tyler''': Nell'ambiente le chiamiamo "bruciature di sigarette".<br />'''Protagonista''': È il segnale che la bobina sta finendo. Lui cambia proiettore, il film continua a scorrere, e nessuno del pubblico si accorge di niente.<br />'''Tyler''': Perché uno farebbe questo lavoro di merda?<br />'''Protagonista''': Perché gli permette altre interessanti opportunità.<br />'''Tyler''': Come montare un'inquadratura pornografica in un film per famiglie.<br />'''Protagonista''': Così, quando il gatto gradasso e il cane coraggioso doppiati da voci famose si incontrano per la prima volta nel rullo tre, potrete avere un flash del contributo di Tyler al film.<br />'''Protagonista''': Nessuno sa di averlo visto, ma l'hanno visto.<br />'''Tyler''': Un gran bel cazzo.<br />'''Protagonista''': Più rapido di un battito di ali di un colibrì.<br />{{NDR|al Pressman Hotel}}<br />'''Protagonista''': Tyler inoltre faceva a volte il cameriere per banchetti nel lussuoso Pressman Hotel. Era il guerrigliero terrorista dell'industria della ristorazione.<br />'''Tyler''': Non guardare. Non posso farla se guardi...<br />'''Protagonista''': A parte insaporire il brodo d'aragosta, scoreggiava sulle meringhe, starnutiva sul tortino di indivia e, sulla zuppa alla crema di funghi... lui, beh...<br />'''Tyler''': Eh, avanti, diglielo.<br />'''Protagonista''': L'avete capito.
*'''Tyler''': Che leggi?<br />'''Protagonista''': Sta' a sentire, è un articolo scritto da un organo del corpo in prima persona. "Sono il midollo allungato di Jack, senza di me Jack non regolerebbe il cuore, la pressione del sangue e la respirazione". C'è tutta una serie di queste cose. "Siamo i capezzoli di Jean...", "Sono il colon di Jack...".<br />'''Tyler''': Sì, mi becco il cancro e ammazzo Jack!
*'''Protagonista''': Io non conosco mio padre. Insomma, lo conosco, ma se n'è andato via quando avevo sei anni. Ha sposato un'altra donna, ha avuto altri figli. Lo fa ogni sei anni: va in una nuova città e mette su una nuova famiglia.<br />'''Tyler''': Il cazzone ha aumentato le filiali! Il mio non ha fatto l'università, perciò era essenziale che ci andassi io.<br />'''Protagonista''': Questa non mi è nuova.<br />'''Tyler''': Così mi laureo, gli faccio un'interurbana e gli dico: "Papà, e adesso"? E lui: "Trovati un lavoro!".<br />'''Protagonista''': Stessa cosa!<br />'''Tyler''': A venticinque anni faccio la mia telefonata annuale e dico: "Papà, e adesso?" E lui: "Non lo so, vedi di sposarti!".<br />'''Protagonista''': Sì, come a me... Uno non può sposarsi... Ho [[trentenne|trent'anni]], sono piccolo.<br />'''Tyler''': Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne. Mi chiedo se un'altra donna è veramente la risposta che ci serve.
*'''Protagonista''': Tra quelli famosi con chi ti batteresti?<br />'''Tyler''': Vivi o morti?<br />'''Protagonista''': Non importa. Allora, chi?<br />'''Tyler''': [[Ernest Hemingway|Hemingway]]. Tu?<br />'''Protagonista''': [[William Shatner]], il [[James Tiberius Kirk|capitano Kirk]] di ''[[Star Trek (serie classica)|Star Trek]]''.
*'''Tyler''': Personaggio storico {{NDR|con cui ti batteresti}}?<br />'''Protagonista''': Mi batterei con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]].<br />'''Tyler''': Ottima risposta!<br />'''Protagonista''': Sentiamo: e tu?<br />'''Tyler''': [[Abraham Lincoln|Lincoln]].<br />'''Protagonista''': Lincoln?<br />'''Tyler''': Ah-ah. Alto, braccia lunghe... I magri si battono fino a spappolarsi.<br />'''Protagonista''' {{NDR|si toglie un dente che dondola}}: Cazzo!<br />'''Tyler''': Eh, anche la [[Gioconda|Monna Lisa]] cade a pezzi.
*'''Marla''' {{NDR|al telefono}}: Ho lo stomaco pieno di Xanax. Ho preso quelle rimaste nella bottiglietta, ma mi sa che erano troppe.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Andare a guardare Marla Singer che barcolla qua e là nella sua topaia...<br />'''Marla''': Ma questo non è un vero e proprio suicidio, probabilmente è una cosa tipo un grido d'aiuto.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Si poteva andare avanti per ore.<br />'''Protagonista''': Perciò resti a casa allora.<br />'''Marla''': Vuoi aspettare? E sentirmi descrivere la morte? Vuoi ascoltare? Vedere se il mio spirito sa usare il telefono? Hai mai sentito il rantolo della morte?
*'''Protagonista''' {{NDR|credendo di parlare con Tyler}}: Non crederai mai al sogno che ho fatto stanotte.<br />'''Marla''': Io non riesco a credere a niente di quello che è successo stanotte!
*'''Tyler''': Senti, non posso lasciare che tu le parli di me.<br />'''Protagonista''': Perché le dovrei parlare?<br />'''Tyler''': Se dici qualcosa di me o di quello che succede in questa casa a lei o a qualcun altro, abbiamo chiuso. [[Giuramenti dai film|Promettimelo]].<br />'''Protagonista''': D'accordo.<br />'''Tyler''': Lo prometti?<br />'''Protagonista''': Sì, lo prometto.<br />'''Tyler''': Promettilo.<br />'''Protagonista''': Te l'ho appena promesso. Che cosa?<br />'''Tyler''': L'hai promesso tre volte!
*'''Richard Chesler''': È sangue tuo quello?<br />'''Protagonista''': In parte sì.
[[File:Fight Club Soap - Omni Consumer Products (8646725933).jpg|thumb|Sapone ispirato agli oggetti di scena e alla locandina del film.]]
*'''Tyler''': Mentre si tratta il grasso il sego sale in superficie. Come nei boy scout.<br />'''Protagonista''': È difficile immaginarti nei boy scout.<br />'''Tyler''': Continua a girare. Induritosi il sego puoi scremare uno strato di glicerina. Se aggiungi acido nitrico ottieni [[nitroglicerina]], se aggiungi nitrato di sodio e un po' di segatura ottieni dinamite. Se il sapone è abbastanza puoi far saltare in aria tutto.<br />'''Protagonista''': Era pieno di informazioni utili.<br />'''Tyler''': Ora, gli antichi scoprirono che i loro indumenti erano più puliti se lavati in un certo punto del fiume. Sai perché?<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': Vieni qui. Lì sopra, sulle colline, facevano sacrifici umani, bruciavano i cadaveri, l'acqua filtrava attraverso legni e cenere e creava la [[liscivia]]. Ecco la liscivia, l'ingrediente essenziale. Una volta unita al grasso fuso dei cadaveri, una densa crema saponosa bianca finiva nel fiume. Mi dai la mano per favore? {{NDR|si inumidisce le labbra e stampa un bacio sul dorso della mano destra del Protagonista}}<br />'''Protagonista''': Che significa?<br />'''Tyler''': Significa: bruciatura chimica. {{NDR|getta la liscivia sulla mano che ha baciato, bloccandola}} Ti brucerà come non mai, ti resterà la cicatrice!<br />'''Protagonista''' {{NDR|dolorante}}: Che stai facendo?!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Meditazione guidata. Funziona col cancro, magari anche con questo.<br />'''Tyler''': Resta col dolore, non lo scacciare! Guarda la tua mano! Il primo sapone fu fatto con le ceneri di eroi, come le prime scimmie mandate nello spazio. Senza dolore, senza sacrificio, non avremmo niente!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Tentai di pensare alle parole "ustionare", "carne".<br />'''Tyler''': Smettila! Questo è il tuo dolore! Questa è la tua mano che brucia! Eccola!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Vado nella mia caverna a trovare il mio animale guida!<br />'''Tyler''': No! Non fare come fanno quei cadaveri ambulanti, andiamo!<br />'''Protagonista''': Ho capito! Lascia, ti prego!<br />'''Tyler''': Quello che senti è illuminazione prematura! {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}} È il momento più importante della tua vita e tu lo perdi perché sei altrove!<br />'''Protagonista''': Ti prego! Ti prego!<br />'''Tyler''': Sta' zitto, basta! I nostri padri per noi erano come Dio, se loro se la svignavano questo cosa ti fa pensare di Dio?<br />'''Protagonista''': N-Non lo so!<br />'''Tyler''' {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}}: Stammi a sentire, devi considerare la possibilità che a Dio tu non piaccia, che non ti abbia mai voluto, che con ogni probabilità lui ti odi, non è la cosa peggiore della tua vita?<br />'''Protagonista''': Lo è!<br />'''Tyler''': Non abbiamo bisogno di lui!<br />'''Protagonista''': È vero, sono d'accordo!<br />'''Tyler''': Al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e così sia!<br />'''Protagonista''': Voglio dell'acqua!<br />'''Tyler''': O ti versi dell'acqua sulla mano e peggiori le cose o... Guardami! O usi l'aceto per neutralizzare il bruciore.<br />'''Protagonista''': Ti prego, lasciami! Ti prego!<br />'''Tyler''': Prima ti devi arrendere, bello. Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai.<br />'''Protagonista''': Tu non sai cosa si prova!<br />'''Tyler''' {{NDR|mostrando la cicatrice a forma di labbra sul dorso della mano}}: È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.<br />'''Protagonista''': D'accordo...<br />'''Tyler''' {{NDR|versa l'aceto sulla mano del Protagonista}}: Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.
*'''Richard Chesler''' {{NDR|dopo aver trovato una copia delle regole del Fight Club nella fotocopiatrice}}: Fai finta di essere me: prendi una decisione da manager. Trovi questo. Cosa faresti tu?<br />'''Protagonista''': Be', devo dirglielo, io starei molto molto attento a parlarne con qualcuno, perché la persona che ha scritto questo è pericolosa. E questo pazzo con la camicia Oxford potrebbe anche scoppiare e poi correre di ufficio in ufficio con un'ArmaLite AR-10 carabina a gas potente semi-automatica militare, sparacchiando colpi su colpi su colleghi e superiori. Magari è qualcuno che conosce da anni, qualcuno molto molto vicino a lei.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Dalla bocca mi uscivano le parole di Tyler. Pensare che una volta ero un bravo ragazzo.<br />'''Protagonista''': O forse non dovrebbe portarmi ogni pezzo di spazzatura che le capita fra le mani.
*'''Marla''': Vorrei poterti restituire il favore.<br />'''Protagonista''': Non ci sono molti tumori al seno tra gli uomini della mia famiglia.<br />'''Marla''': Ti controllo la prostata.
*'''Tyler''' {{NDR|ridendo istericamente e facendo gocciolare il proprio sangue sulla faccia di Lou}}: Non sai se sono infetto, Lou! Eh? Non sai se sono infetto! Lou, faccelo usare, Lou! Ti prego!<br />'''Lou''': Usatelo questo scantinato di merda!<br />'''Tyler''': Voglio la tua parola, Lou! Voglio la tua parola!<br />'''Lou''': Lo [[giuramenti dai film|giuro]] sugli occhi di mia madre!
*'''Tyler''': Questa settimana ognuno di voi ha un compito da svolgere: dovete uscire e mettervi a litigare con un perfetto sconosciuto. Dovete battervi... e dovete perdere.<br />[...]<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La cosa non è così facile come sembra. [...] La maggior parte della gente, la gente normale, farebbe di tutto per evitare di battersi.
*'''Tyler''': Mani dietro la schiena!<br />'''Protagonista''': Dio...<br />'''Tyler''': Portafoglio. {{NDR|leggendo i documenti che vi trova dentro}} "Raymond K. Hessel. 1320 SE Benning, appartmento A." Un buco striminzito in nel seminterrato, vero?<br />'''Raymond''': Come lo sai?<br />'''Tyler''': I seminterrati di merda mettono le lettere invece dei numeri. Raymond, tu stai per morire.<br />'''Raymond''' {{NDR|piangendo}}: No...<br />'''Tyler''' {{NDR|guardando una foto nel portafoglio}}: Questi sono mamma e papà? Mamma e papà dovranno chiedere al dottor tal dei tali la tua cartella odontoiatrica. Sai perché? Perché non rimarrà niente della tua faccia.<br />'''Protagonista''': Avanti, avanti... Lui è...<br />'''Tyler''': C'è anche un tesserino universitario già scaduto. Cosa studiavi, Raymond?<br />'''Raymond''': Roba...<br />'''Tyler''': Roba? Materia tosta, eh? {{NDR|colpisce Raymond in testa con il calcio della rivoltella}} Ti ho chiesto cosa studiavi.<br />'''Raymond''': Biologia per...<br />'''Tyler''': Perché?<br />'''Raymond''': Io... Io... Non lo so...<br />'''Tyler''': Cosa volevi diventare, Raymond K. Hessel? {{NDR|preme il cane della rivoltella}} La domanda — Raymond! — era: "cosa volevi diventare?"<br />'''Protagonista''': Rispondigli, Raymond! Accidenti!<br />'''Raymond''': Veterinario! Veterinario!<br />'''Tyler''': Animali!<br />'''Raymond''': Sì, animali! Roba!<br />'''Tyler''': E roba... Sì, ho capito. Ti servono altri anni di scuola.<br />'''Raymond''': Troppi anni di scuola.<br />'''Tyler''': Preferisci essere morto?<br />'''Raymond''': No! Ti prego!<br />'''Tyler''': Preferisci morire qui, piangendo come un coglione sul retro di un piccolo emporio?<br />'''Raymond''': No... No... Ti prego... No... No...<br />'''Tyler''': Mi tengo la tua patente. Ti sorveglierò. So dove vivi. Se non riprendi i tuoi studi di veterinaria entro sei settimane sei morto. Ora corri a casa. {{NDR|Raymond corre via}} Corri, Forrest Gump! Corri!<br />'''Protagonista''': Mi sento male.<br />'''Tyler''': Pensa come si sente lui.<br />'''Protagonista''': E dai, non è divertente! Non era divertente! A che cazzo è servito tutto questo?!<br />'''Tyler''': Domani sarà il giorno più bello della vita di Raymond K. Hessel. E vedrai che mangerà con più gusto di quanto io e te abbiamo mai mangiato.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Bisognava riconoscerglielo, aveva un piano e cominciava ad avere un senso alla maniera di Tyler. Niente paura, niente distrazioni, la capacità di lasciarsi scivolare di dosso ciò che non conta.
*'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Volevo infilare una pallottola tra gli occhi di tutti i [[panda]] che si rifiutano di fottere per salvare la loro specie. Volevo aprire le valvole di scarico delle petroliere e inondare tutte le spiagge francesi che avrei visto. Volevo respirare fumo.<br />'''Tyler''': Che volevi fare, sballato?<br />'''Protagonista''': Volevo distruggere qualcosa di bello.
*'''Tyler''': Perché credi abbia fatto esplodere casa tua?<br />'''Protagonista''': Cosa?!<br />'''Tyler''': Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario! Smettila di cercare di controllare tutto! Pensa solo a lasciarti andare! Lasciati andare!
*'''Protagonista''': Marla, so che mi sto comportando in modo molto strano, va bene? Io, io so che deve sembrare che ci siano due lati di me quando siamo insieme...<br />'''Marla''': Due lati? Sei dottor Jekyll e Mister Merda!
*'''Poliziotto''': Perché questi edifici? Perché le società di [[Carta di credito|carte di credito]]?<br />'''Protagonista''': Se si cancella la traccia dei debiti allora torniamo tutti a zero. Si crea il caos totale.
*{{NDR|Riprendendo la scena iniziale}}<br />'''Tyler''': Tre minuti. Ci siamo. È l'inizio. Punto zero.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Credo sia qui che abbiamo cominciato.<br />'''Tyler''': Vuoi dire qualcosa per immortalare l'occasione?<br />'''Protagonista''' {{NDR|con la canna della pistola in bocca}: Ancora non riesco a pensare a niente.<br />'''Tyler''': Come, scusa?<br />'''Protagonista''': Ancora non riesco a pensare a niente.<br />'''Tyler''': Ah, umorismo da flashback! Ora la cosa si fa eccitante. Due minuti e mezzo. Pensa a tutto quello che abbiamo concluso. Da queste finestre vedremo il crollo della storia della finanza. Un passo più vicini all'equilibrio economico.<br />'''Protagonista''': Perché lei è qui? {{NDR|riferito a Marla}}<br />'''Tyler''': Una faccenda in sospeso.<br />'''Protagonista''': Non farlo. Per favore, ti scongiuro.<br />'''Tyler''': Non lo sto facendo io; noi lo stiamo facendo.<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': È questo che vogliamo.<br />'''Protagonista''': Io non voglio questo.<br />'''Tyler''': Giusto. Il fatto è che tu sei insignificante, ora. Dobbiamo dimenticarci di te.<br />'''Protagonista''': Sei solo una voce nella mia testa!<br />'''Tyler''': Tu sei una voce nella mia!<br />'''Protagonista''': Sei soltanto un'allucinazione! Perché non posso liberarmi di te?<br />'''Tyler''': Hai bisogno di me!<br />'''Protagonista''': No, non è vero, non è più vero ormai.<br />'''Tyler''': Ehi! Tu hai creato me! Io non ho creato un alter ego perdente per potermi sentire meglio! Assumiti la responsabilità!<br />'''Protagonista''': Lo faccio. Sono responsabile di tutto questo! Lo riconosco in pieno! Però per favore, ti scongiuro, ferma subito questa cosa.<br />'''Tyler''': Ho mai deluso noi due? Quanta strada hai fatto grazie a me? Porterò noi due fino in fondo, come sempre. Anche se tu urlerai e scalcerai, alla fine mi ringrazierai.<br />'''Protagonista''': Tyler. Tyler, ti sono molto grato per tutto quello che hai fatto per me, ma questo è troppo! Io non voglio questo!<br />'''Tyler''': Che cosa vuoi? Tornare al tuo lavoro di merda? Alla tua vita da condominio a guardare la tv? Vaffanculo! Io non ci sto!<br />'''Protagonista''': Oh, mio Dio, non sta accadendo veramente.<br />'''Tyler''': È già fatto, perciò sta' zitto. Sessanta secondi. Lo puoi vedere da te.<br />'''Protagonista''': No... Posso risolvere tutto. Lo posso fare, tutto questo non è reale. Tu non sei reale. Quella pistola... non è nemmeno nella tua mano. La pistola è nella mia mano. {{NDR|la pistola scompare dalla mano di Tyler e compare in quella del protagonista}}<br />'''Tyler''': Buon per te. Non cambia niente... {{NDR|il protagonista si punta la pistola}} Perché vuoi puntartela alla gola?<br />'''Protagonista''': Non alla mia gola, Tyler, alla nostra.<br />'''Tyler''': Interessante... Dove vuoi arrivare, Mister IKEA? Ehi, siamo tu e io. Amici.<br />'''Protagonista''': Tyler... Voglio che mi ascolti attentamente.<br />'''Tyler''': Va bene.<br />'''Protagonista''': Ho gli occhi aperti. {{NDR|si spara alla gola}}<br />'''Tyler''': Cos'è questo odore? {{NDR|crolla a terra e scompare}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
'''Marla''': Ti sei sparato da solo?<br />'''Protagonista''': Sì, ma va tutto bene. Marla, guardami, sto benissimo. Fidati, andrà tutto bene. {{NDR|esplodono i grattacieli di fronte a loro}} Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita.
==Citazioni su ''Fight Club''==
[[File:Principal cast of Fight Club.jpg|thumb|Gli attori protagonisti del film: Edward Norton, Brad Pitt e Helena Bonham Carter]]
*All'inizio, il film coinvolge con la sua storia intrigante da commedia nera e con sgargianti effetti visivi; poi cambia tono, diventa molto pesante e punta verso una soluzione allarmante e senza senso. ([[Leonard Maltin]])
*Di fronte a questo adattamento (di [[Jim Uhls]]) del romanzo di [[Chuck Palahniuk]], la critica si è divisa: grido di rivolta contro una società post-consumista o pericolosa apologia di un neotribalismo fascista? Smisuratamente ambizioso ma anche autoparodico, il film appare alla fine confuso e impari al compito che si prefigge: sagace nell'individuare certi sintomi (crisi maschile, fuga dalla realtà, scissione della personalità), abile a stordire – soprattutto all'inizio – con una messa in scena visionaria (notevole la fotografia di [[Jeff Cronenweth]]), capace di colpire a fondo con il cinismo (memorabile il culturista cui sono spuntate le tette, interpretato dal cantante [[Meat Loaf]]), ma senza saper riflettere in modo articolato sui problemi evocati. In definitiva americano quanto un talk show un po' esagitato. (''[[Il Mereghetti]]'')
*La prima volta che vidi qualche spezzone del film è stato quando andai nella location delle riprese, e [[David Fincher]] mi trascinò via dal set portandomi nella sua roulotte per mostrarmeli. Mi guardava aspettando la mia reazione, e io non avevo idea di come le scene potessero incastrarsi. C'erano questi meravigliosi piani d'ascolto e cose del genere che sembravano così casualmente, splendidamente composti, divertenti e piacevoli nella loro essenza, ma non avevo idea di come potessero incastrarsi. Mi sentivo così a disagio con David a guardarmi. Quando poi ho visto il film, soprattutto quando mi sono seduto con Jim Uhls e ho registrato un commento per il DVD, ho provato una sorta di imbarazzo per il libro, perché il film aveva snellito la trama rendendola molto più efficace, facendo collegamenti che non avevo mai pensato di fare. C'è una battuta sui "padri che fondano franchising con altre famiglie"<ref>Riferito alla battuta di Tyler «Il cazzone ha aumentato le filiali!»</ref> e non avevo mai pensato di legarla al fatto che anche il Fight Club fosse un franchising, mentre nel film questa connessione era presente. L'idea di non aver pensato personalmente a quel collegamento mi stava torturando. ([[Chuck Palahniuk]])
*Per me una delle vere sorprese nella realizzazione di ''Fight Club'' fu [[Brad Pitt]]. Non diede mai motivo di pensare di essere un attore che cercava di proteggere la sua "bradpittità". In genere, quando a un giovane attore capita un film del genere, il primo istinto è resistere e giocare sul sicuro. [...] Senza nemmeno un briciolo di falsa vanità o l'uso di vecchi trucchi per conquistare il pubblico, Pitt dimostrò di essere un formidabile attore di enorme talento. [...] Con tutte le montature pubblicitarie che in genere accompagnano le star del cinema, non pensavo che Brad potesse essere tanto temerario da andare oltre quello che gli altri si aspettavano da lui. La sua interpretazione in ''Fight Club'' fu stellare. ([[Art Linson]])
*Picchiarsi per stare meglio: questo l'assunto del film. Dopo il successo, in parte inaspettato, di ''[[Seven]]'', Fincher ripercorre e perfeziona la violenza. Pitt è semplicemente il diavolo: forte, astuto, bello e violento. Norton ne rimane sedotto. Nota di costume sulla pratica di scaricamento delle tensioni con scarico di pugni. Machismo imperante. Suggestioni da palestra di pugilato. Ideologia atta a suscitare polemiche. Ben diretto e ben interpretato. (''[[il Farinotti]]'')
*Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[il Morandini]]'')
===[[James Berardinelli]]===
*Accusando opere come ''Fight Club'' di essere film dell'orrore sulla vita reale, i politici vogliono farci guardare attraverso le lenti rosate di occhiali che hanno tinto loro.
*Con il suo stile cinetico, l'approccio viscerale, la trama coinvolgente e il potente messaggio sociale, ''Fight Club'' è un importante candidato da considerare come la versione anni 90 di ''[[Arancia meccanica]]''. In un periodo in cui così pochi film lasciano il segno, ''Fight Club'' rifiuta di essere ignorato o respinto.
*Lo scopo di mostrare tutti questi sanguinolenti scazzottamenti è quello di fare il punto circa la natura bestiale dell'uomo e ciò che può accadere quando gli effetti di stordimento della fatica di ogni giorno sono la causa per cui le persone diventano un po' matte. Gli uomini che diventano membri del Fight Club sono vittime del potere disumanizzante e anestetizzante della società moderna. Sono diventati ingranaggi di una ruota. L'unico modo in cui possono ritrovare un senso di individualità è entrare in contatto con i primordiali istinti barbarici di dolore e violenza.
*Senza andare nello specifico, posso affermare che è presente una somiglianza strutturale con ''[[The Sixth Sense - Il sesto senso|Il sesto senso]]''. In ''Fight Club'' lo stravolgimento finale non è lo scopo finale del film ed è integrato in modo più efficace con l'intera storia. Se riesci a dedurre la cosiddetta "sorpresa" ne ''Il sesto senso'' in anticipo rispetto a quando il regista lo ha programmato, è difficile non vedere il film come una prolissa e irregolare palese manipolazione. Al contrario ''Fight Club'' possiede la profondità e l'ampiezza per padroneggiare l'attenzione dello spettatore e rispettare chi riesce a svelare il presuntuoso stravolgimento al centro della trama prima che venga esplicitamente rivelato. È anche interessante notare che questo non accade proprio alla fine, quindi, sebbene sia un aspetto importante di ''Fight Club'', non determina il successo o il fallimento del film.
===[[Roger Ebert]]===
*A mio parere {{NDR|il personaggio di Tyler Durden}} non ha verità utili. È un bullo [...] Nessuno dei membri diventa più forte o più libero per via della loro appartenenza al Fight Club; sono ridotti a patetici cultisti. Di conseguenza indossano camicie nere e si arruolano come fossero skinhead.
*È "macho-porn" — il sex movie verso cui Hollywood ha puntato per anni, in cui l'erotismo tra i due sessi è rimpiazzato da combattimenti da spogliatoio tra maschi. Le donne, che hanno avuto a che fare con gli atteggiamenti dei maschietti da una vita, lo capiranno istintivamente; gli uomini se lo godranno per via della botta di testosterone. Il fatto che è molto ben realizzato e ha un ottimo primo atto certamente offusca la questione.
*''Fight Club'' è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.
*Quando vedi dei bravi attori in un progetto come questo ti viene da chiederti se hanno firmato il contratto come un'alternativa all'andare in canoa.
*Ultimamente i film sembrano insoddisfatti a meno che non aggiungano scene finali che ridefiniscano la realtà di tutto ciò che hanno raccontato prima; chiamiamola la sindrome di [[I soliti sospetti|Keyser Soze]].
===Frasi promozionali===
*ATTENZIONE Se stai leggendo, allora questo avviso è per te. Ogni parola che stai leggendo di questa pubblicazione è un altro secondo tolto alla tua vita. Non hai altre cose da fare? La tua vita è così vuota che davvero non riesci a pensare a un modo migliore per spendere questo tempo? Oppure sei così colpito dall'autorità che dai rispetto e fede a tutto ciò che si proclama tale? Leggi tutto quello che ti dicono di leggere? Pensi a tutto quello che ti dicono di pensare? Compri tutto quello che ti dicono dovresti volere? Esci dal tuo appartamento. Incontra un membro del sesso opposto. Interrompi lo shopping e la masturbazione compulsiva. Lascia il lavoro. Fai scoppiare una rissa. Prova di essere vivo. Se non rivendichi la tua umanità diventerai una statistica. Sei stato avvisato. Tyler.
:''WARNING If you are reading this then this warning is for you. Every word you read of this useless fine print is another second off your life. Don't you have other things to do? Is your life so empty that you honestly can't think of a better way to spend these moments? Or are you so impressed with authority that you give respect and credence to all who claim it? Do you read everything you're supposed to read? Do you think everything you're supposed to think? Buy what you're told you should want? Get out of your apartment. Meet a member of the opposite sex. Stop the excessive shopping and masturbation. Quit your job. Start a fight. Prove you're alive. If you don't claim your humanity you will become a statistic. You have been warned. Tyler''.<ref>Dal testo a schermo che appare dopo le note sul copyright nell'edizione DVD.</ref>
*Combatti per sapere chi sei.<ref>Dalla locandina del film in lingua italiana.</ref>
*Funziona bene sulle macchie di sangue.
:''Works great on blood stains.''<ref name=locandinaEN>Dalla locandina del film in lingua inglese.</ref>
*Guai. Caos. Sapone.
:''Mischief. Mayhem. Soap.''<ref name=locandinaEN />
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[Fight Club (romanzo)]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fight Club''}}
{{vetrina|1|dicembre|2008|film}}
[[Categoria:Film drammatici]]
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2022-08-23T14:40:42Z
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/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titolo=Fight Club
|regista=[[David Fincher]]
|soggetto=[[Chuck Palahniuk]] ''([[Fight Club (romanzo)|romanzo]])''
|sceneggiatore=[[Jim Uhls]]
|attori =
*[[Edward Norton]]: Il protagonista
*[[Brad Pitt]]: Tyler Durden
*[[Helena Bonham Carter]]: Marla Singer
*[[Jared Leto]]: Faccia d'Angelo
*[[Meat Loaf]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Zach Grenier]]: Richard Chesler
*[[David Andrews]]: Thomas
*[[Rachel Singer]]: Chloe
*[[Tim De Zarn]]: ispettore Bird
*[[Ezra Buzzington]]: ispettore Dent
*[[David Lee Smith]]: Walter
*[[Eion Bailey]]: Ricky
*[[Evan Mirand]]: Steph
*[[Thom Gossom Jr.]]: detective Stern
*[[Peter Iacangelo]]: Lou
*[[Joon B. Kim]]: Raymond K. Hessel
|doppiatoriitaliani =
*[[Massimo De Ambrosis]]: protagonista
*[[Sandro Acerbo]]: Tyler Durden
*[[Micaela Esdra]]: Marla Singer
*[[Simone Mori]]: Robert "Bob" Paulson
*[[Fabrizio Manfredi]]: Faccia d'Angelo
*[[Angelo Nicotra]]: Richard Chesler
*[[Tiziana Avarista]]: Chloe
*[[Sergio Di Stefano]]: ispettore Bird
*[[Dario Penne]]: ispettore Dent
*[[Roberto Gammino]]: Ricky
*[[Renato Mori]]: detective Stern
*[[Nino Prester]]: Lou
*[[Vittorio Stagni]]: Raymond K. Hessel
|note=
*'''Casa di produzione''': Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises
*'''Casa di distribuzione''': 20th Century Fox
}}
'''''Fight Club''''', film statunitense del 1999 con [[Edward Norton]] e [[Brad Pitt]], regia di [[David Fincher]].
{{Tagline|Combatti per sapere chi sei.}}
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La gente mi chiede sempre se conosco Tyler Durden.<br />'''Tyler''' {{NDR|puntando la pistola in bocca al protagonista}}: Tre minuti, ci siamo. Punto zero. Vuoi dire qualcosa, per immortalare l'occasione? {{NDR|il protagonista, prova a dire qualcosa}}<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Con la canna di una pistola in bocca ti esprimi solo a vocali. {{NDR|Tyler Durden toglie la canna della pistola dalle bocca del protagonista}}<br />'''Protagonista''': Non riesco a pensare a niente.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Per un istante dimentico completamente il piano di demolizione controllata da Tyler, e mi domando se quella pistola è pulita.<br />'''Tyler''': Ora la cosa si fa eccitante.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Il vecchio [[Proverbi dai film|detto]] "uno ferisce sempre la persona amata", eh, vale anche al contrario! Abbiamo posti in prima fila per questo spettacolo di distruzione di massa. Il comitato demolizione del progetto Mayhem ha avvolto i pilastri portanti di una dozzina di edifici con esplosivo al plastico. Tra due minuti le cariche principali innescheranno quelle nelle fondamenta e diversi isolati saranno ridotti a un cumulo di macerie. Io questo lo so perché lo sa Tyler.<br />'''Tyler''': Due e mezzo... pensa a tutto quello che abbiamo concluso.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: E all'improvviso mi rendo conto che tutto questo: la pistola, le bombe, la rivoluzione... ha qualcosa a che fare con una ragazza di nome Marla Singer.
==Frasi==
{{cronologico}}
*Con l'[[insonnia]] nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando l'[[esplorazione spaziale|esplorazione nello spazio]] s'intensificherà saranno le società a dare il nome a tutto; la sfera stellare IBM, la galassia Microsoft, il pianeta Starbucks... ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Come tanti altri anch'io ero diventato schiavo della tendenza al nido [[IKEA]]. [...] Se vedevo qualcosa di ingegnoso come un tavolinetto a forma di [[Yin e yang|yin yang]] dovevo averlo. Il componibile personale per ufficio della Klipsk, la cyclette della Hovetrekke, il divano Ohamshab a strisce verdi della Strinne, perfino le lampade Ryslampa fatte di carta non candeggiata per un ambiente rilassante. Sfogliavo quei cataloghi e mi domandavo "quale tipo di salotto mi caratterizza come persona?". Avevo tutto. Anche i piatti di vetro con piccole bolle e imperfezioni, prova che erano stati realizzati da onesti semplici operosi indigeni artigiani di... Dunque... Una volta leggevamo pornografia, ora siamo passati ad arredomania. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Estranei con questa sincerità mi fanno sentire uno strofinaccio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*E poi è successo qualcosa, mi lasciai andare perduto nell'oblio... oscuro, silenzioso, completo. Trovai la libertà, perdere ogni speranza era la libertà. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni sera morivo e ogni sera nascevo di nuovo, resuscitato. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quella tizia, Marla Singer, non aveva il cancro ai testicoli. Era una bugiarda, non aveva neanche l'ombra di una malattia. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Quando soffri di [[insonnia]] non sei mai realmente addormentato e non sei mai realmente sveglio. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Chloe somigliava allo scheletro di [[Meryl Streep]] che se ne va in giro per una festa sorridendo, estremamente gentile con tutti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Se avessi un tumore lo chiamerei Marla. Marla: il taglietto sul tuo palato che si rimarginerebbe se la smettessi di stuzzicarlo con la lingua, ma non puoi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nella filosofia tibetana, nell'interpretazione di [[Sylvia Plath]] lo so che stiamo tutti morendo, giusto? Ma tu non stai morendo come sta morendo Chloe. ('''Protagonista''') {{NDR|a Marla}}
*Fu così che conobbi Marla Singer. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all'altro. La tragedia, diceva, era che non succedeva. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ti svegli all'aeroporto di Seattle, di San Francisco, di Los Angeles, all'aeroporto di Chicago, di Dallas, di Baltimora, Pacifico, Montagne Rocciose, Midwest. Perdi un'ora, guadagni un'ora. Questa è la tua [[vita]] e sta finendo un minuto alla volta. Ti svegli all'Air Harbor International. Se ti svegliassi a un'ora diversa in un posto diverso, ti sveglieresti come una persona diversa? ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ovunque viaggio una vita minuscola: porzione singola di zucchero, porzione singola di latte, panetto singolo di burro, il kit hobby cordon bleu al microonde, shampoo e balsamo in un unico prodotto, campioncini di collutorio, saponettine. Le persone che incontro a ogni volo sono i miei amici porzione singola. Tra il decollo e l'atterraggio passiamo del tempo insieme, ci spetta solo quello. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*In un arco di tempo abbastanza lungo l'indice di [[sopravvivenza]] scende a zero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Ogni volta che l'aereo s'inclinava troppo bruscamente al decollo o all'atterraggio speravo in uno schianto, in una collisione a mezz'aria, qualunque cosa. L'assicurazione paga il triplo se [[morte|muori]] durante un viaggio di lavoro. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Istruzioni per il portello {{NDR|dell'aereo}} a 30 mila piedi. Illusione della sicurezza. ('''Tyler''')
*Ora una questione d'etichetta: mentre passo le do il culo o il pacco? ('''Tyler''') {{NDR|alzandosi dal sedile lato finestrino dell'aereo}}
*Il mio appartamento era al quindicesimo piano di un casellario per vedove e giovani professionisti. Le pareti erano in cemento armato, importante quando la vicina perde l'apparecchio acustico e guarda i quiz in TV a tutto volume. Oppure quando un'eruzione vulcanica di detriti, che una volta erano mobili ed effetti personali, esplode dalla tua parete finestra e finisce fiammeggiante nella notte. Immagino che certe cose accadano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Che imbarazzo! Una casa piena di condimenti e niente cibo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Più tardi la polizia mi avrebbe informato che forse si era spenta la fiamma pilota, facendo uscire un filo di gas. Quel gas si sarebbe sparso nell'appartamento, lentamente, per giorni e giorni. Poi sarebbe scattato il compressore del frigorifero. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Be', amico, poteva andarti peggio. Una donna poteva tagliarti il pene mentre dormivi e buttarlo via da una macchina in corsa. ('''Tyler''')
*Le cose che possiedi alla fine ti possiedono. ('''Tyler''')
*Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto? Non voglio morire senza cicatrici. Perciò picchiami se no perdo il coraggio. ('''Tyler''')
*Non so come avesse fatto a trovare quella casa, ma disse che ci stava da un anno. sembrava che stesse aspettando di essere demolita. Quasi tutte le finestre erano sbarrate da assi; non c'era serratura alla porta da quando la polizia o chi altro l'aveva sfondata, le scale stavano per crollare. Non sapevo se era il proprietario o un abusivo. In nessun caso sarei rimasto sorpreso. [...] Che buco di merda. Non funzionava niente, accendere una luce significava che ne saltava un'altra. Non c'erano vicini, solo dei magazzini e una cartiera. Quel vapore odor di scoreggia, quei trucioli odor di gabbia di criceto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Dopo la lotta ogni altra cosa nella tua vita si abbassava di volume. Potevi affrontare tutto. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Avrei dovuto cercarmi un nuovo appartamento. Avrei dovuto discutere con la mia assicurazione. Avrei dovuto essere distrutto per le mie belle cazzatine andate a fuoco. E invece niente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[lunedì]] mattina non facevo che pensare alla settimana seguente. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Puoi ingoiare mezzo litro di sangue prima di vomitare. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Era davanti agli occhi di tutti, Tyler e io l'avevamo solo reso visibile. Era sulla punta della lingua di tutti, Tyler e io gli avevamo solo dato un nome. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
[[Immagine:Fight Club Graffiti (3370196627).jpg|thumb|«Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club».]]
*Signori, benvenuti al Fight Club. Prima [[Regole dai film|regola]] del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida "basta", si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere! ('''Tyler''')
*Ricky, un ragazzo del mio ufficio, non ricordava se avevi ordinato inchiostro blu o nero. Ma fu un dio per dieci minuti quando castigò il cameriere di un ristorante a portar via. A volte sentivi solo il sordo rumore dei pugni al di sopra delle grida, o il soffocamento bagnaticcio quando qualcuno spruzzava sangue. Da nessun'altra parte ti sentivi vivo come lì. Ma il Fight Club esiste solo nelle ore tra l'inizio del Fight Club e la fine del Fight Club. Anche potendo dire a uno che aveva fatto un bel combattimento non avrei parlato con lo stesso uomo. Chi eri nel Fight Club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi facevano pena quei ragazzi ammassati nelle palestre che cercavano di somigliare a quello che gli dicevano [[Calvin Klein]] o [[Tommy Hilfiger]]. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*L'automiglioramento è masturbazione, invece l'autodistruzione... ('''Tyler''')
*Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole. Quelle grida isteriche erano raptus estatici come quelli in una chiesa pentecostale. Quando il combattimento era finito niente era risolto, ma niente importava. Alla fine tutti ci sentivamo salvi. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*A volte Tyler parlava per me. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Prepararsi ad evacuare l'anima. Dieci... Nove... Otto... Sette... Sei... Cinque... Quattro... Tre... ('''Marla''')
*Sono il dotto biliare di Jack. [...] Mettimi una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*È un predatore che si finge animale domestico. ('''Tyler''') {{NDR|parlando di Marla}}
*Oh, mio Dio! Era dalle elementari che nessuno mi scopava così! ('''Marla''') {{NDR|a Tyler}}
*A Marla non serve un amante, le serve un assistente sociale. ('''Protagonista''')
*Diventai il caldo, piccolo centro del mondo. Ero il maestro Zen. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*''Le api se ne vanno | Il fuco vola via | La [[ape regina|regina]] è schiava.'' ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo; leggendo una [[poesie dai film|poesia]] [[haiku]]}}
*Sono il sudore freddo di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Diglielo, il liberatore che ha distrutto la mia proprietà ha riallineato le mie percezioni. ('''Tyler''') {{NDR|al Protagonista}}
*Respingo i principi base della civiltà, soprattutto l'importanza dei beni materiali. ('''Tyler''')
*Se non trombavano, Tyler e Marla non erano mai nella stessa stanza. I miei genitori fecero la stessa sceneggiata per anni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Il [[preservativo]] è la scarpetta di vetro della nostra generazione. Te ne infili uno quando incontri una sconosciuta, poi ci balli tutta la notte e dopo butti via. Il preservativo intendo, non la sconosciuta. ('''Marla''')
*Infilarti le piume nel culo non fa di te una [[gallina]]. ('''Tyler''')
*Era magnifico, stavamo rivendendo alle donne ricche i loro culi ciccioni. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sai niente del tizio che ha inventato questa cosa? [...] Si mormora che sia nato in un manicomio statale e che dorma solo un'ora per notte. È un grande uomo. ('''Bob''') {{NDR|al protagonista}}
*Il Fight Club era il regalo mio e di Tyler. Il nostro regalo al mondo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi guardo intorno e vedo un sacco di brutte facce nuove. {{NDR|Tutti ridono}} Zitti! {{NDR|Smettono di ridere}} Perciò molti di voi hanno infranto le prime due regole del Fight Club... Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La [[pubblicità]] ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la [[Prima guerra mondiale|grande guerra]] né la [[grande depressione]]. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene! ('''Tyler''')
*Sono la totale mancanza di sorpresa di Jack. ('''Protagonista''')
*Sono la vendetta sghignazzante di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sotto, e dietro, e dentro tutto ciò che quest'uomo aveva dato per scontato stava spuntando qualcosa di orribile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Nessuno era il perno del Fight Club, tranne i due uomini che si battevano. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler era coinvolto in una causa civile intentata dall'Hotel Pressman per il tasso di urina nel loro brodo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Sono la vita sprecata di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Lo sapevi? Puoi usare vecchio olio di motore per fertilizzare il tuo prato. ('''Manifesto [[pubblicità dai film|pubblicitario]] della Environmental Protection Agency''') {{NDR|Modificato dai membri del Fight Club}}
:''Did you know? You can use old motor oil to fertilize your lawn.''
*Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo! ('''Tyler''')
*Se l'aspirante è giovane digli che è troppo giovane. Vecchio, troppo vecchio. Grasso, troppo grasso. [...] Se però aspetta per tre giorni senza mangiare, dormire o essere incoraggiato allora può entrare e cominciare l'addestramento. ('''Tyler''')
*Prima o poi diventavamo tutti ciò che voleva Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*{{NDR|A Bob}} Cazzo, sei troppo vecchio, ciccione! {{NDR|a Faccia d'Angelo}} E tu... cazzo, sei troppo... biondo! ('''Ricky''')
*Sentite, balordi, non siete speciali, non siete un pezzo bello, unico e raro. Siete materia organica che si decompone come ogni altra cosa. [...] Siamo la canticchiante e danzante merda del mondo. Facciamo tutti parte dello stesso mucchio di letame. ('''Tyler''')
[[File:London Film Museum (5094926228).jpg|thumb|Costume indossato da Brad Pitt nel film esposto al London Film Museum]]
*Quelli a cui dai la caccia sono le persone da cui dipendi, noi cuciniamo i tuoi pasti, togliamo la tua immondizia, colleghiamo le tue telefonate, guidiamo le tue ambulanze, ti sorvegliamo mentre stai dormendo. Non fare lo stronzo con noi! ('''Tyler''') {{NDR|al commissario di polizia Jacobs}}
*Io sono l'ardente senso del rifiuto di Jack. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La prima [[regole dai film|regola]] del progetto Mayhem è: non si fanno domande. ('''Ricky e Mechanic''')
*Non avevo mai avuto un [[Incidente stradale|incidente automobilistico]]. Doveva essere così che si sentiva tutta quella gente prima che la archiviassi come statistica nei miei rapporti. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Abbiamo avuto un'esperienza di quasi vita! ('''Tyler''') {{NDR|parlando dell'incidente stradale}}
*Nel mondo che vedo uno si muove con gli alci, tra le umide foreste dei canyon intorno alle rovine del Rockefeller Center. Indosserà abiti di pelle che gli dureranno per tutta la vita. Si arrampicherà per le liane che avvolgono la Sears Tower. E quando guarderà giù vedrà minuscole figure che pestano granturco e posano strisce di carne di cervo sulla carreggiata vuota di qualche superstrada abbandonata. ('''Tyler''')
*Sono il cuore spezzato di Tyler. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*La seconda [[regole dai film|regola]] è: non si fanno domande. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Stavo dormendo? Avevo dormito? Tyler è il mio brutto sogno e io il suo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Vivevo in uno stato di perpetuo [[déjà vu]]. Ovunque andassi mi sembrava di esserci già stato. Era come seguire un uomo invisibile. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Mi scopi e mi snobbi. Mi ami e mi odi. Mi mostri il tuo lato sensibile e poi ti trasformi in un vero stronzo. È una descrizione accurata del nostro rapporto, Tyler? ('''Marla''')
*Cercavi un modo per cambiare la tua vita, non potevi farlo da solo. Tutti i modi in cui desideravi essere... quello sono io. Ho l'aspetto che vorresti avere tu, scopo come vorresti fare tu, sono intelligente, capace e, soprattutto, sono libero in tutti i modi in cui non lo sei tu. ('''Tyler''')
*Le persone parlano con se stesse e vedono se stesse come vorrebbero essere. Non hanno il coraggio che hai tu di lasciarsi trasportare. ('''Tyler''')
*A poco a poco... Ti stai lasciando diventare... Tyler Durden! ('''Tyler''')
*Sono andato a letto sempre più presto ogni sera, mi sono svegliato sempre più tardi. Sono stato Tyler sempre più a lungo. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
*Tyler... sei quanto di peggio mi sia mai capitato. ('''Marla''')
*Cominciai a correre. Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria. Poi continuai a correre. ('''Protagonista''') {{NDR|voce fuori campo}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Protagonista''' {{NDR|cercando di farsi prescrivere medicinali per l'insonnia}}: Ehi, andiamo, sto soffrendo...<br />'''Dottore''': Vuole vedere la sofferenza? Vada alla chiesa metodista il martedì sera. Veda quelli con il [[cancro]] ai [[testicolo|testicoli]]. Quella è sofferenza.
*'''Protagonista''': Perché lo fai?<br />'''Marla''': Costa meno di un cinema e il caffè è gratis.
*'''Protagonista''': Quando la gente pensa che stai morendo allora ti ascolta veramente invece di...<br />'''Marla''': Invece di aspettare il suo turno per parlare?<br />'''Protagonista''': Sì... sì.
*'''Tyler''': Sa perché mettono le maschere d'ossigeno sull'aereo?<br />'''Protagonista''': Per poter respirare.<br />'''Tyler''': L'ossigeno ti fa sballare. In un'emergenza catastrofica, uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile. Accetti il tuo destino.
*'''Protagonista''': Lei che fa?<br />'''Tyler''': Come sarebbe?<br />'''Protagonista''': Cosa fa per vivere.<br />'''Tyler''': Perché, per far finta che le {{sic|interessa}}? {{NDR|il protagonista ride}} D'accordo. C'è una distorta disperazione nella sua risata.<br />'''Protagonista''': Abbiamo la stessa identica valigetta.<br />'''Tyler''': Sapone.<br />'''Protagonista''': Come?<br />'''Tyler''': Io produco e vendo [[sapone]]. Un metro di misura della civiltà.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Fu così che conobbi... {{NDR|leggendo il biglietto da visita}} Tyler Durden.<br />'''Tyler''': Lo sa che mescolando parti uguali di benzina e succo d'arancia congelato si può fare il [[napalm]]?<br />'''Protagonista''': No, questo non lo sapevo. È vero?<br />'''Tyler''': Verissimo. Si può fare ogni tipo di esplosivo usando semplici articoli casalinghi.<br />'''Protagonista''': Sul serio?<br />'''Tyler''': Se uno ha l'inclinazione.<br />'''Protagonista''': Tyler, lei è finora l'amico porzione singola più interessante che abbia conosciuto. Io ho questa idea: sull'aereo tutto è porzione singola, anche le persone.<br />'''Tyler''': Ah, ho capito. È molto acuto.<br />'''Protagonista''': Ah. Grazie.<br />'''Tyler''': E le dà soddisfazione?<br />'''Protagonista''': Cosa?<br />'''Tyler''': Essere acuto.<br />'''Protagonista''': Tanta.<br />'''Tyler''': Continui pure, allora... continui pure.
*'''Protagonista''' {{NDR|riferendosi alla valigia}}: Ma... ticchettava?<br />'''Impiegato''': I lanciatori non si curano del ticchettio, le bombe moderne non ce l'hanno.<br />'''Protagonista''': Scusi... "i lanciatori"?<br />'''Impiegato''': Chi prende i bagagli. Ma quando una valigia sta vibrando... i lanciatori devono chiamare la polizia.<br />'''Protagonista''': La mia valigia stava vibrando?<br />'''Impiegato''': Nove volte su dieci è un rasoio elettrico, ma... di tanto in tanto è... un dildo, un [[vibratore (sessualità)|vibratore]]. Ovviamente è politica della compagnia non specificare mai l'appartenenza nel caso di un dildo. Dobbiamo usare l'articolo indefinito un dildo, mai... il suo... dildo.
*'''Tyler''': Sai cos'è un [[piumino]]?<br />'''Protagonista''': Una trapunta.<br />'''Tyler''': Una coperta, solo una coperta. Perché due come te e me sanno cos'è un piumino? È essenziale alla nostra sopravvivenza nel senso cacciatore raccoglitore? No, allora cosa siamo?<br />'''Protagonista''': Siamo... Che so? Siamo consumatori?<br />'''Tyler''': Esatto, siamo consumatori. Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra...<br />'''Protagonista''': L'arredatrice.<br />'''Tyler''': Poche calorie.<br />'''Protagonista''': [[Martha Stewart]].<br />'''Tyler''': Fanculo Martha Stewart! Martha sta lucidando le maniglie sul Titanic. Va tutto a fondo, bello. Perciò vaffanculo tu e il tuo divanetto a strisce verdi Ohamshab della Strinne. Io dico: non essere mai completo. Io dico: smettila di essere perfetto. E io dico: dai, evolviamoci, le cose vadano come devono andare. Per me, eh. Forse potrei sbagliarmi. Forse è una terribile tragedia.
*'''Protagonista''': Posso stare a casa tua?<br />'''Tyler''': Sì.<br />'''Protagonista''': Grazie.<br />'''Tyler''': Ma devi farmi un favore.<br />'''Protagonista''': Sì, certo.<br />'''Tyler''': Colpiscimi più forte che puoi.
*'''Protagonista''': Vi racconto qualcosa di Tyler Durden. {{NDR|rompendo la quarta parete}} Era un tipo notturno: mentre noi dormivamo, lui lavorava. Proiezionista a orario ridotto. Vedete, un film non sta tutto su un'unica bobina, ce ne sono diverse; perciò dev'esserci qualcuno per cambiare il proiettore nel momento esatto in cui finisce una bobina e ne comincia un'altra. Se ci fate caso appaiono dei puntini sul lato destro dello schermo.<br />'''Tyler''': Nell'ambiente le chiamiamo "bruciature di sigarette".<br />'''Protagonista''': È il segnale che la bobina sta finendo. Lui cambia proiettore, il film continua a scorrere, e nessuno del pubblico si accorge di niente.<br />'''Tyler''': Perché uno farebbe questo lavoro di merda?<br />'''Protagonista''': Perché gli permette altre interessanti opportunità.<br />'''Tyler''': Come montare un'inquadratura pornografica in un film per famiglie.<br />'''Protagonista''': Così, quando il gatto gradasso e il cane coraggioso doppiati da voci famose si incontrano per la prima volta nel rullo tre, potrete avere un flash del contributo di Tyler al film.<br />'''Protagonista''': Nessuno sa di averlo visto, ma l'hanno visto.<br />'''Tyler''': Un gran bel cazzo.<br />'''Protagonista''': Più rapido di un battito di ali di un colibrì.<br />{{NDR|al Pressman Hotel}}<br />'''Protagonista''': Tyler inoltre faceva a volte il cameriere per banchetti nel lussuoso Pressman Hotel. Era il guerrigliero terrorista dell'industria della ristorazione.<br />'''Tyler''': Non guardare. Non posso farla se guardi...<br />'''Protagonista''': A parte insaporire il brodo d'aragosta, scoreggiava sulle meringhe, starnutiva sul tortino di indivia e, sulla zuppa alla crema di funghi... lui, beh...<br />'''Tyler''': Eh, avanti, diglielo.<br />'''Protagonista''': L'avete capito.
*'''Tyler''': Che leggi?<br />'''Protagonista''': Sta' a sentire, è un articolo scritto da un organo del corpo in prima persona. "Sono il midollo allungato di Jack, senza di me Jack non regolerebbe il cuore, la pressione del sangue e la respirazione". C'è tutta una serie di queste cose. "Siamo i capezzoli di Jean...", "Sono il colon di Jack...".<br />'''Tyler''': Sì, mi becco il cancro e ammazzo Jack!
*'''Protagonista''': Io non conosco mio padre. Insomma, lo conosco, ma se n'è andato via quando avevo sei anni. Ha sposato un'altra donna, ha avuto altri figli. Lo fa ogni sei anni: va in una nuova città e mette su una nuova famiglia.<br />'''Tyler''': Il cazzone ha aumentato le filiali! Il mio non ha fatto l'università, perciò era essenziale che ci andassi io.<br />'''Protagonista''': Questa non mi è nuova.<br />'''Tyler''': Così mi laureo, gli faccio un'interurbana e gli dico: "Papà, e adesso"? E lui: "Trovati un lavoro!".<br />'''Protagonista''': Stessa cosa!<br />'''Tyler''': A venticinque anni faccio la mia telefonata annuale e dico: "Papà, e adesso?" E lui: "Non lo so, vedi di sposarti!".<br />'''Protagonista''': Sì, come a me... Uno non può sposarsi... Ho [[trentenne|trent'anni]], sono piccolo.<br />'''Tyler''': Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne. Mi chiedo se un'altra donna è veramente la risposta che ci serve.
*'''Protagonista''': Tra quelli famosi con chi ti batteresti?<br />'''Tyler''': Vivi o morti?<br />'''Protagonista''': Non importa. Allora, chi?<br />'''Tyler''': [[Ernest Hemingway|Hemingway]]. Tu?<br />'''Protagonista''': [[William Shatner]], il [[James Tiberius Kirk|capitano Kirk]] di ''[[Star Trek (serie classica)|Star Trek]]''.
*'''Tyler''': Personaggio storico {{NDR|con cui ti batteresti}}?<br />'''Protagonista''': Mi batterei con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]].<br />'''Tyler''': Ottima risposta!<br />'''Protagonista''': Sentiamo: e tu?<br />'''Tyler''': [[Abraham Lincoln|Lincoln]].<br />'''Protagonista''': Lincoln?<br />'''Tyler''': Ah-ah. Alto, braccia lunghe... I magri si battono fino a spappolarsi.<br />'''Protagonista''' {{NDR|si toglie un dente che dondola}}: Cazzo!<br />'''Tyler''': Eh, anche la [[Gioconda|Monna Lisa]] cade a pezzi.
*'''Marla''' {{NDR|al telefono}}: Ho lo stomaco pieno di Xanax. Ho preso quelle rimaste nella bottiglietta, ma mi sa che erano troppe.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Andare a guardare Marla Singer che barcolla qua e là nella sua topaia...<br />'''Marla''': Ma questo non è un vero e proprio suicidio, probabilmente è una cosa tipo un grido d'aiuto.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Si poteva andare avanti per ore.<br />'''Protagonista''': Perciò resti a casa allora.<br />'''Marla''': Vuoi aspettare? E sentirmi descrivere la morte? Vuoi ascoltare? Vedere se il mio spirito sa usare il telefono? Hai mai sentito il rantolo della morte?
*'''Protagonista''' {{NDR|credendo di parlare con Tyler}}: Non crederai mai al sogno che ho fatto stanotte.<br />'''Marla''': Io non riesco a credere a niente di quello che è successo stanotte!
*'''Tyler''': Senti, non posso lasciare che tu le parli di me.<br />'''Protagonista''': Perché le dovrei parlare?<br />'''Tyler''': Se dici qualcosa di me o di quello che succede in questa casa a lei o a qualcun altro, abbiamo chiuso. [[Giuramenti dai film|Promettimelo]].<br />'''Protagonista''': D'accordo.<br />'''Tyler''': Lo prometti?<br />'''Protagonista''': Sì, lo prometto.<br />'''Tyler''': Promettilo.<br />'''Protagonista''': Te l'ho appena promesso. Che cosa?<br />'''Tyler''': L'hai promesso tre volte!
*'''Richard Chesler''': È sangue tuo quello?<br />'''Protagonista''': In parte sì.
[[File:Fight Club Soap - Omni Consumer Products (8646725933).jpg|thumb|Sapone ispirato agli oggetti di scena e alla locandina del film.]]
*'''Tyler''': Mentre si tratta il grasso il sego sale in superficie. Come nei boy scout.<br />'''Protagonista''': È difficile immaginarti nei boy scout.<br />'''Tyler''': Continua a girare. Induritosi il sego puoi scremare uno strato di glicerina. Se aggiungi acido nitrico ottieni [[nitroglicerina]], se aggiungi nitrato di sodio e un po' di segatura ottieni dinamite. Se il sapone è abbastanza puoi far saltare in aria tutto.<br />'''Protagonista''': Era pieno di informazioni utili.<br />'''Tyler''': Ora, gli antichi scoprirono che i loro indumenti erano più puliti se lavati in un certo punto del fiume. Sai perché?<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': Vieni qui. Lì sopra, sulle colline, facevano sacrifici umani, bruciavano i cadaveri, l'acqua filtrava attraverso legni e cenere e creava la [[liscivia]]. Ecco la liscivia, l'ingrediente essenziale. Una volta unita al grasso fuso dei cadaveri, una densa crema saponosa bianca finiva nel fiume. Mi dai la mano per favore? {{NDR|si inumidisce le labbra e stampa un bacio sul dorso della mano destra del Protagonista}}<br />'''Protagonista''': Che significa?<br />'''Tyler''': Significa: bruciatura chimica. {{NDR|getta la liscivia sulla mano che ha baciato, bloccandola}} Ti brucerà come non mai, ti resterà la cicatrice!<br />'''Protagonista''' {{NDR|dolorante}}: Che stai facendo?!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Meditazione guidata. Funziona col cancro, magari anche con questo.<br />'''Tyler''': Resta col dolore, non lo scacciare! Guarda la tua mano! Il primo sapone fu fatto con le ceneri di eroi, come le prime scimmie mandate nello spazio. Senza dolore, senza sacrificio, non avremmo niente!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Tentai di pensare alle parole "ustionare", "carne".<br />'''Tyler''': Smettila! Questo è il tuo dolore! Questa è la tua mano che brucia! Eccola!<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Vado nella mia caverna a trovare il mio animale guida!<br />'''Tyler''': No! Non fare come fanno quei cadaveri ambulanti, andiamo!<br />'''Protagonista''': Ho capito! Lascia, ti prego!<br />'''Tyler''': Quello che senti è illuminazione prematura! {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}} È il momento più importante della tua vita e tu lo perdi perché sei altrove!<br />'''Protagonista''': Ti prego! Ti prego!<br />'''Tyler''': Sta' zitto, basta! I nostri padri per noi erano come Dio, se loro se la svignavano questo cosa ti fa pensare di Dio?<br />'''Protagonista''': N-Non lo so!<br />'''Tyler''' {{NDR|schiaffeggia il Protagonista}}: Stammi a sentire, devi considerare la possibilità che a Dio tu non piaccia, che non ti abbia mai voluto, che con ogni probabilità lui ti odi, non è la cosa peggiore della tua vita?<br />'''Protagonista''': Lo è!<br />'''Tyler''': Non abbiamo bisogno di lui!<br />'''Protagonista''': È vero, sono d'accordo!<br />'''Tyler''': Al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e così sia!<br />'''Protagonista''': Voglio dell'acqua!<br />'''Tyler''': O ti versi dell'acqua sulla mano e peggiori le cose o... Guardami! O usi l'aceto per neutralizzare il bruciore.<br />'''Protagonista''': Ti prego, lasciami! Ti prego!<br />'''Tyler''': Prima ti devi arrendere, bello. Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai.<br />'''Protagonista''': Tu non sai cosa si prova!<br />'''Tyler''' {{NDR|mostrando la cicatrice a forma di labbra sul dorso della mano}}: È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.<br />'''Protagonista''': D'accordo...<br />'''Tyler''' {{NDR|versa l'aceto sulla mano del Protagonista}}: Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.
*'''Richard Chesler''' {{NDR|dopo aver trovato una copia delle regole del Fight Club nella fotocopiatrice}}: Fai finta di essere me: prendi una decisione da manager. Trovi questo. Cosa faresti tu?<br />'''Protagonista''': Be', devo dirglielo, io starei molto molto attento a parlarne con qualcuno, perché la persona che ha scritto questo è pericolosa. E questo pazzo con la camicia Oxford potrebbe anche scoppiare e poi correre di ufficio in ufficio con un'ArmaLite AR-10 carabina a gas potente semi-automatica militare, sparacchiando colpi su colpi su colleghi e superiori. Magari è qualcuno che conosce da anni, qualcuno molto molto vicino a lei.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Dalla bocca mi uscivano le parole di Tyler. Pensare che una volta ero un bravo ragazzo.<br />'''Protagonista''': O forse non dovrebbe portarmi ogni pezzo di spazzatura che le capita fra le mani.
*'''Marla''': Vorrei poterti restituire il favore.<br />'''Protagonista''': Non ci sono molti tumori al seno tra gli uomini della mia famiglia.<br />'''Marla''': Ti controllo la prostata.
*'''Tyler''' {{NDR|ridendo istericamente e facendo gocciolare il proprio sangue sulla faccia di Lou}}: Non sai se sono infetto, Lou! Eh? Non sai se sono infetto! Lou, faccelo usare, Lou! Ti prego!<br />'''Lou''': Usatelo questo scantinato di merda!<br />'''Tyler''': Voglio la tua parola, Lou! Voglio la tua parola!<br />'''Lou''': Lo [[giuramenti dai film|giuro]] sugli occhi di mia madre!
*'''Tyler''': Questa settimana ognuno di voi ha un compito da svolgere: dovete uscire e mettervi a litigare con un perfetto sconosciuto. Dovete battervi... e dovete perdere.<br />[...]<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: La cosa non è così facile come sembra. [...] La maggior parte della gente, la gente normale, farebbe di tutto per evitare di battersi.
*'''Tyler''': Mani dietro la schiena!<br />'''Protagonista''': Dio...<br />'''Tyler''': Portafoglio. {{NDR|leggendo i documenti che vi trova dentro}} "Raymond K. Hessel. 1320 SE Benning, appartmento A." Un buco striminzito in nel seminterrato, vero?<br />'''Raymond''': Come lo sai?<br />'''Tyler''': I seminterrati di merda mettono le lettere invece dei numeri. Raymond, tu stai per morire.<br />'''Raymond''' {{NDR|piangendo}}: No...<br />'''Tyler''' {{NDR|guardando una foto nel portafoglio}}: Questi sono mamma e papà? Mamma e papà dovranno chiedere al dottor tal dei tali la tua cartella odontoiatrica. Sai perché? Perché non rimarrà niente della tua faccia.<br />'''Protagonista''': Avanti, avanti... Lui è...<br />'''Tyler''': C'è anche un tesserino universitario già scaduto. Cosa studiavi, Raymond?<br />'''Raymond''': Roba...<br />'''Tyler''': Roba? Materia tosta, eh? {{NDR|colpisce Raymond in testa con il calcio della rivoltella}} Ti ho chiesto cosa studiavi.<br />'''Raymond''': Biologia per...<br />'''Tyler''': Perché?<br />'''Raymond''': Io... Io... Non lo so...<br />'''Tyler''': Cosa volevi diventare, Raymond K. Hessel? {{NDR|preme il cane della rivoltella}} La domanda — Raymond! — era: "cosa volevi diventare?"<br />'''Protagonista''': Rispondigli, Raymond! Accidenti!<br />'''Raymond''': Veterinario! Veterinario!<br />'''Tyler''': Animali!<br />'''Raymond''': Sì, animali! Roba!<br />'''Tyler''': E roba... Sì, ho capito. Ti servono altri anni di scuola.<br />'''Raymond''': Troppi anni di scuola.<br />'''Tyler''': Preferisci essere morto?<br />'''Raymond''': No! Ti prego!<br />'''Tyler''': Preferisci morire qui, piangendo come un coglione sul retro di un piccolo emporio?<br />'''Raymond''': No... No... Ti prego... No... No...<br />'''Tyler''': Mi tengo la tua patente. Ti sorveglierò. So dove vivi. Se non riprendi i tuoi studi di veterinaria entro sei settimane sei morto. Ora corri a casa. {{NDR|Raymond corre via}} Corri, Forrest Gump! Corri!<br />'''Protagonista''': Mi sento male.<br />'''Tyler''': Pensa come si sente lui.<br />'''Protagonista''': E dai, non è divertente! Non era divertente! A che cazzo è servito tutto questo?!<br />'''Tyler''': Domani sarà il giorno più bello della vita di Raymond K. Hessel. E vedrai che mangerà con più gusto di quanto io e te abbiamo mai mangiato.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Bisognava riconoscerglielo, aveva un piano e cominciava ad avere un senso alla maniera di Tyler. Niente paura, niente distrazioni, la capacità di lasciarsi scivolare di dosso ciò che non conta.
*'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Volevo infilare una pallottola tra gli occhi di tutti i [[panda]] che si rifiutano di fottere per salvare la loro specie. Volevo aprire le valvole di scarico delle petroliere e inondare tutte le spiagge francesi che avrei visto. Volevo respirare fumo.<br />'''Tyler''': Che volevi fare, sballato?<br />'''Protagonista''': Volevo distruggere qualcosa di bello.
*'''Tyler''': Perché credi abbia fatto esplodere casa tua?<br />'''Protagonista''': Cosa?!<br />'''Tyler''': Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario! Smettila di cercare di controllare tutto! Pensa solo a lasciarti andare! Lasciati andare!
*'''Protagonista''': Marla, so che mi sto comportando in modo molto strano, va bene? Io, io so che deve sembrare che ci siano due lati di me quando siamo insieme...<br />'''Marla''': Due lati? Sei dottor Jekyll e Mister Merda!
*'''Poliziotto''': Perché questi edifici? Perché le società di [[Carta di credito|carte di credito]]?<br />'''Protagonista''': Se si cancella la traccia dei debiti allora torniamo tutti a zero. Si crea il caos totale.
*{{NDR|Riprendendo la scena iniziale}}<br />'''Tyler''': Tre minuti. Ci siamo. È l'inizio. Punto zero.<br />'''Protagonista''' {{NDR|voce fuori campo}}: Credo sia qui che abbiamo cominciato.<br />'''Tyler''': Vuoi dire qualcosa per immortalare l'occasione?<br />'''Protagonista''' {{NDR|con la canna della pistola in bocca}}: Ancora non riesco a pensare a niente.<br />'''Tyler''': Come, scusa?<br />'''Protagonista''': Ancora non riesco a pensare a niente.<br />'''Tyler''': Ah, umorismo da flashback! Ora la cosa si fa eccitante. Due minuti e mezzo. Pensa a tutto quello che abbiamo concluso. Da queste finestre vedremo il crollo della storia della finanza. Un passo più vicini all'equilibrio economico.<br />'''Protagonista''': Perché lei è qui? {{NDR|riferito a Marla}}<br />'''Tyler''': Una faccenda in sospeso.<br />'''Protagonista''': Non farlo. Per favore, ti scongiuro.<br />'''Tyler''': Non lo sto facendo io; noi lo stiamo facendo.<br />'''Protagonista''': No.<br />'''Tyler''': È questo che vogliamo.<br />'''Protagonista''': Io non voglio questo.<br />'''Tyler''': Giusto. Il fatto è che tu sei insignificante, ora. Dobbiamo dimenticarci di te.<br />'''Protagonista''': Sei solo una voce nella mia testa!<br />'''Tyler''': Tu sei una voce nella mia!<br />'''Protagonista''': Sei soltanto un'allucinazione! Perché non posso liberarmi di te?<br />'''Tyler''': Hai bisogno di me!<br />'''Protagonista''': No, non è vero, non è più vero ormai.<br />'''Tyler''': Ehi! Tu hai creato me! Io non ho creato un alter ego perdente per potermi sentire meglio! Assumiti la responsabilità!<br />'''Protagonista''': Lo faccio. Sono responsabile di tutto questo! Lo riconosco in pieno! Però per favore, ti scongiuro, ferma subito questa cosa.<br />'''Tyler''': Ho mai deluso noi due? Quanta strada hai fatto grazie a me? Porterò noi due fino in fondo, come sempre. Anche se tu urlerai e scalcerai, alla fine mi ringrazierai.<br />'''Protagonista''': Tyler. Tyler, ti sono molto grato per tutto quello che hai fatto per me, ma questo è troppo! Io non voglio questo!<br />'''Tyler''': Che cosa vuoi? Tornare al tuo lavoro di merda? Alla tua vita da condominio a guardare la tv? Vaffanculo! Io non ci sto!<br />'''Protagonista''': Oh, mio Dio, non sta accadendo veramente.<br />'''Tyler''': È già fatto, perciò sta' zitto. Sessanta secondi. Lo puoi vedere da te.<br />'''Protagonista''': No... Posso risolvere tutto. Lo posso fare, tutto questo non è reale. Tu non sei reale. Quella pistola... non è nemmeno nella tua mano. La pistola è nella mia mano. {{NDR|la pistola scompare dalla mano di Tyler e compare in quella del protagonista}}<br />'''Tyler''': Buon per te. Non cambia niente... {{NDR|il protagonista si punta la pistola}} Perché vuoi puntartela alla gola?<br />'''Protagonista''': Non alla mia gola, Tyler, alla nostra.<br />'''Tyler''': Interessante... Dove vuoi arrivare, Mister IKEA? Ehi, siamo tu e io. Amici.<br />'''Protagonista''': Tyler... Voglio che mi ascolti attentamente.<br />'''Tyler''': Va bene.<br />'''Protagonista''': Ho gli occhi aperti. {{NDR|si spara alla gola}}<br />'''Tyler''': Cos'è questo odore? {{NDR|crolla a terra e scompare}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
'''Marla''': Ti sei sparato da solo?<br />'''Protagonista''': Sì, ma va tutto bene. Marla, guardami, sto benissimo. Fidati, andrà tutto bene. {{NDR|esplodono i grattacieli di fronte a loro}} Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita.
==Citazioni su ''Fight Club''==
[[File:Principal cast of Fight Club.jpg|thumb|Gli attori protagonisti del film: Edward Norton, Brad Pitt e Helena Bonham Carter]]
*All'inizio, il film coinvolge con la sua storia intrigante da commedia nera e con sgargianti effetti visivi; poi cambia tono, diventa molto pesante e punta verso una soluzione allarmante e senza senso. ([[Leonard Maltin]])
*Di fronte a questo adattamento (di [[Jim Uhls]]) del romanzo di [[Chuck Palahniuk]], la critica si è divisa: grido di rivolta contro una società post-consumista o pericolosa apologia di un neotribalismo fascista? Smisuratamente ambizioso ma anche autoparodico, il film appare alla fine confuso e impari al compito che si prefigge: sagace nell'individuare certi sintomi (crisi maschile, fuga dalla realtà, scissione della personalità), abile a stordire – soprattutto all'inizio – con una messa in scena visionaria (notevole la fotografia di [[Jeff Cronenweth]]), capace di colpire a fondo con il cinismo (memorabile il culturista cui sono spuntate le tette, interpretato dal cantante [[Meat Loaf]]), ma senza saper riflettere in modo articolato sui problemi evocati. In definitiva americano quanto un talk show un po' esagitato. (''[[Il Mereghetti]]'')
*La prima volta che vidi qualche spezzone del film è stato quando andai nella location delle riprese, e [[David Fincher]] mi trascinò via dal set portandomi nella sua roulotte per mostrarmeli. Mi guardava aspettando la mia reazione, e io non avevo idea di come le scene potessero incastrarsi. C'erano questi meravigliosi piani d'ascolto e cose del genere che sembravano così casualmente, splendidamente composti, divertenti e piacevoli nella loro essenza, ma non avevo idea di come potessero incastrarsi. Mi sentivo così a disagio con David a guardarmi. Quando poi ho visto il film, soprattutto quando mi sono seduto con Jim Uhls e ho registrato un commento per il DVD, ho provato una sorta di imbarazzo per il libro, perché il film aveva snellito la trama rendendola molto più efficace, facendo collegamenti che non avevo mai pensato di fare. C'è una battuta sui "padri che fondano franchising con altre famiglie"<ref>Riferito alla battuta di Tyler «Il cazzone ha aumentato le filiali!»</ref> e non avevo mai pensato di legarla al fatto che anche il Fight Club fosse un franchising, mentre nel film questa connessione era presente. L'idea di non aver pensato personalmente a quel collegamento mi stava torturando. ([[Chuck Palahniuk]])
*Per me una delle vere sorprese nella realizzazione di ''Fight Club'' fu [[Brad Pitt]]. Non diede mai motivo di pensare di essere un attore che cercava di proteggere la sua "bradpittità". In genere, quando a un giovane attore capita un film del genere, il primo istinto è resistere e giocare sul sicuro. [...] Senza nemmeno un briciolo di falsa vanità o l'uso di vecchi trucchi per conquistare il pubblico, Pitt dimostrò di essere un formidabile attore di enorme talento. [...] Con tutte le montature pubblicitarie che in genere accompagnano le star del cinema, non pensavo che Brad potesse essere tanto temerario da andare oltre quello che gli altri si aspettavano da lui. La sua interpretazione in ''Fight Club'' fu stellare. ([[Art Linson]])
*Picchiarsi per stare meglio: questo l'assunto del film. Dopo il successo, in parte inaspettato, di ''[[Seven]]'', Fincher ripercorre e perfeziona la violenza. Pitt è semplicemente il diavolo: forte, astuto, bello e violento. Norton ne rimane sedotto. Nota di costume sulla pratica di scaricamento delle tensioni con scarico di pugni. Machismo imperante. Suggestioni da palestra di pugilato. Ideologia atta a suscitare polemiche. Ben diretto e ben interpretato. (''[[il Farinotti]]'')
*Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[il Morandini]]'')
===[[James Berardinelli]]===
*Accusando opere come ''Fight Club'' di essere film dell'orrore sulla vita reale, i politici vogliono farci guardare attraverso le lenti rosate di occhiali che hanno tinto loro.
*Con il suo stile cinetico, l'approccio viscerale, la trama coinvolgente e il potente messaggio sociale, ''Fight Club'' è un importante candidato da considerare come la versione anni 90 di ''[[Arancia meccanica]]''. In un periodo in cui così pochi film lasciano il segno, ''Fight Club'' rifiuta di essere ignorato o respinto.
*Lo scopo di mostrare tutti questi sanguinolenti scazzottamenti è quello di fare il punto circa la natura bestiale dell'uomo e ciò che può accadere quando gli effetti di stordimento della fatica di ogni giorno sono la causa per cui le persone diventano un po' matte. Gli uomini che diventano membri del Fight Club sono vittime del potere disumanizzante e anestetizzante della società moderna. Sono diventati ingranaggi di una ruota. L'unico modo in cui possono ritrovare un senso di individualità è entrare in contatto con i primordiali istinti barbarici di dolore e violenza.
*Senza andare nello specifico, posso affermare che è presente una somiglianza strutturale con ''[[The Sixth Sense - Il sesto senso|Il sesto senso]]''. In ''Fight Club'' lo stravolgimento finale non è lo scopo finale del film ed è integrato in modo più efficace con l'intera storia. Se riesci a dedurre la cosiddetta "sorpresa" ne ''Il sesto senso'' in anticipo rispetto a quando il regista lo ha programmato, è difficile non vedere il film come una prolissa e irregolare palese manipolazione. Al contrario ''Fight Club'' possiede la profondità e l'ampiezza per padroneggiare l'attenzione dello spettatore e rispettare chi riesce a svelare il presuntuoso stravolgimento al centro della trama prima che venga esplicitamente rivelato. È anche interessante notare che questo non accade proprio alla fine, quindi, sebbene sia un aspetto importante di ''Fight Club'', non determina il successo o il fallimento del film.
===[[Roger Ebert]]===
*A mio parere {{NDR|il personaggio di Tyler Durden}} non ha verità utili. È un bullo [...] Nessuno dei membri diventa più forte o più libero per via della loro appartenenza al Fight Club; sono ridotti a patetici cultisti. Di conseguenza indossano camicie nere e si arruolano come fossero skinhead.
*È "macho-porn" — il sex movie verso cui Hollywood ha puntato per anni, in cui l'erotismo tra i due sessi è rimpiazzato da combattimenti da spogliatoio tra maschi. Le donne, che hanno avuto a che fare con gli atteggiamenti dei maschietti da una vita, lo capiranno istintivamente; gli uomini se lo godranno per via della botta di testosterone. Il fatto che è molto ben realizzato e ha un ottimo primo atto certamente offusca la questione.
*''Fight Club'' è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.
*Quando vedi dei bravi attori in un progetto come questo ti viene da chiederti se hanno firmato il contratto come un'alternativa all'andare in canoa.
*Ultimamente i film sembrano insoddisfatti a meno che non aggiungano scene finali che ridefiniscano la realtà di tutto ciò che hanno raccontato prima; chiamiamola la sindrome di [[I soliti sospetti|Keyser Soze]].
===Frasi promozionali===
*ATTENZIONE Se stai leggendo, allora questo avviso è per te. Ogni parola che stai leggendo di questa pubblicazione è un altro secondo tolto alla tua vita. Non hai altre cose da fare? La tua vita è così vuota che davvero non riesci a pensare a un modo migliore per spendere questo tempo? Oppure sei così colpito dall'autorità che dai rispetto e fede a tutto ciò che si proclama tale? Leggi tutto quello che ti dicono di leggere? Pensi a tutto quello che ti dicono di pensare? Compri tutto quello che ti dicono dovresti volere? Esci dal tuo appartamento. Incontra un membro del sesso opposto. Interrompi lo shopping e la masturbazione compulsiva. Lascia il lavoro. Fai scoppiare una rissa. Prova di essere vivo. Se non rivendichi la tua umanità diventerai una statistica. Sei stato avvisato. Tyler.
:''WARNING If you are reading this then this warning is for you. Every word you read of this useless fine print is another second off your life. Don't you have other things to do? Is your life so empty that you honestly can't think of a better way to spend these moments? Or are you so impressed with authority that you give respect and credence to all who claim it? Do you read everything you're supposed to read? Do you think everything you're supposed to think? Buy what you're told you should want? Get out of your apartment. Meet a member of the opposite sex. Stop the excessive shopping and masturbation. Quit your job. Start a fight. Prove you're alive. If you don't claim your humanity you will become a statistic. You have been warned. Tyler''.<ref>Dal testo a schermo che appare dopo le note sul copyright nell'edizione DVD.</ref>
*Combatti per sapere chi sei.<ref>Dalla locandina del film in lingua italiana.</ref>
*Funziona bene sulle macchie di sangue.
:''Works great on blood stains.''<ref name=locandinaEN>Dalla locandina del film in lingua inglese.</ref>
*Guai. Caos. Sapone.
:''Mischief. Mayhem. Soap.''<ref name=locandinaEN />
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[Fight Club (romanzo)]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film drammatici]]
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Lotta
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Citazioni sulla '''lotta'''.
*Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi. ([[Che Guevara]])
*È importante lottare... senza desiderio di combattere. Molto importante. (''[[Ip Man 2]]'')
*Finché non trovi qualcosa per cui lottare ti accontenti di qualcosa contro cui lottare. ([[Chuck Palahniuk]], ''[[Soffocare (romanzo)|Soffocare]]'')
*Forse bisogna [[perdita|perdere]] tutto per capire quante cose per cui lottare rimangono. (''[[Final Fantasy XIII]]'')
*Il [[mondo]] è un bel posto e per esso vale la pena di lottare. ([[Ernest Hemingway]])
*L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. ([[Ignazio Silone]])
*La lotta è il sale della vita; i rapporti più amichevoli sono anch'essi una specie di contestazione; e, se non vogliamo rinunciare a tutto quello che ha valore per la nostra sorte, dobbiamo continuamente affrontare qualche altra persona, occhi negli occhi, e guardarci dal cedere sia all'amore che all'avversione. ([[Robert Louis Stevenson]])
*La lotta è l'origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti. ([[Benito Mussolini]])
*Non v'è più [[bellezza]], se non nella lotta. ([[Filippo Tommaso Marinetti]])
*Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà. ([[Fidel Castro]])
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non combattiamo noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." ([[Leslie Feinberg]])
==Voci correlate==
*[[Combattimento]]
*[[Lotta olimpica]]
*[[Rissa]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Interazioni sociali]]
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Omosessualità
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[[Immagine:Merry-Joseph Blondel, The Death of Hyacinthus.jpg|thumb|''The Death of Hyacinthus'' (Merry-Joseph Blondel)]]
[[Image:Édouard-Henri Avril (19).jpg|thumb|Édouard-Henri Avril, 1860]]
[[File:Gustave Courbet - Le Sommeil (1866), Paris, Petit Palais.jpg|thumb|[[Gustave Courbet]], 1866]]
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Citazioni sull''''omosessualità''' e gli '''omosessuali'''.
==Citazioni==
*A mio avviso, oggi il movimento omosessuale ha più bisogno di un'arte del vivere che di una scienza o di una conoscenza scientifica (o pseudoscientifica) di cosa sia la sessualità. La sessualità fa parte dei nostri comportamenti, fa parte della libertà di cui godiamo in questo mondo. La sessualità è qualcosa che siamo noi stessi a creare – è una nostra creazione assai più di quanto non sia la scoperta di un aspetto segreto del nostro desiderio. ([[Michel Foucault]])
*A tutti piace far credere al prossimo di essere di più di quel che si è. Specialmente gli omosessuali fanno così. (''[[JFK - Un caso ancora aperto]]'')
*Anche l'omosessualità esiste in natura, come dimostrano tanti popoli che l'hanno ammessa e praticata legalmente. Eppure spesso è stata proibita, soprattutto quando c'era pericolo di estinzione per un popolo, quando metà dei figli morivano di malattia e c'era un bisogno assoluto di braccia da lavoro. Con la crescita di un certo benessere e con la sovrappopolazione, cambiano le prospettive e l'intolleranza diminuisce. ([[Dacia Maraini]])
*C'è un'associazione in Francia [...] che auspica, per gli omosessuali, l'abolizione del ridicolo, e il riconoscimento della "parità dei diritti": una specie di nuovo femminismo, che si potrebbe chiamare terzosessismo. Forse hanno ragione, chi lo sa. E forse, un giorno, la spunteranno. Ma che tristezza, quando la spunteranno. Sarà tale la tristezza che, vedrete, non ci sarà più nessun gusto a peccare di questo peccato. E non dovendo più nascondersi, non dovendo più sfidare il ridicolo, tutti, anche i meno tranquilli, capiranno che tanto vale amare le donne. ([[Mario Soldati]])
*Cerco di dirlo così come mi viene, mi scusino eventuali pignoli o suscettibili. Leggere sulle prime pagine le parole "contro natura", pronunciate dal papa {{NDR|[[Papa Benedetto XVI]]}} a proposito delle unioni omosessuali, mi fa rivoltare le viscere. La natura umana è così complicata e ricca (essendo biologica, psicologica, culturale, sociale) che estrarne un pezzo e appenderlo al lampione del Giudizio Divino equivale ad amputarla. L'omosessualità è sempre esistita ed esisterà sempre, consiste di amore e di vizio, di eros e di moda, di piacere e di colpa, di profondità e di futilità, tanto quanto le altre pulsioni dell'animo e del corpo. Si può diffidarne, si può criticarla, ma solo una violenta e impaurita torsione dello sguardo sulle persone, sulla vita, sull'eros, può arrivare addirittura a scacciare l'amore omosessuale dalla "natura umana". Leggendo quei titoli ho pensato ai miei amici omosessuali, ad alcune storie di sofferenza e di punizione, all'orribile marchio di "anormale" che qualcuno di loro ha dovuto leggere negli occhi e nelle parole degli altri, e mi sono profondamente vergognato per quel "contro natura". Possibile che i preti omosessuali, notoriamente molti, non abbiano niente da dire a questa Chiesa spietata? ([[Michele Serra]])
*{{NDR|Alla domanda se avesse mai provato sentimenti omosessuali}} Certamente. E più di una volta. Io vivo l'amicizia in maniera molto forte, anche in questi termini. Del resto credo che l'omosessualità possa essere un fatto cristiano [...] La Chiesa può ammettere che due persone dello stesso sesso si scambino affettuosità e usino una terminologia prettamente erotica [...] [[Papa Paolo VI]] nel documento "Persona umana" definisce l'omosessualità come una "condizione disordinata", non peccaminosa. Cosa significa "condizione disordinata"? Bisognerà discuterne. ([[Gianni Baget Bozzo]])
*Ciò che dà alle donne chiuse nell'omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l'insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini. ([[Simone de Beauvoir]])
*Ciò che l'omosessualità ama come suo amante, sua patria, sua creazione, sua terra, non è il suo amante, è l'omosessualità. ([[Marguerite Duras]])
*Ci sono 486 specie animali che contemplano l'omosessualità. Quindi questa non è una caratteristica puramente umana. Non è una devianza, ma fa parte della natura. L'omosessualità è un'attitudine umana. ([[Benvenuto Italo Castellani]])
*Com'è possibile che un vizio, distruttore del genere umano se si generalizzasse, che un attentato infame contro la natura sia peraltro così naturale? Parrebbe il grado ultimo della corruzione riflessa, e tuttavia è il retaggio ordinario di quelli che non hanno avuto ancora il tempo di corrompersi. È entrato in cuori vergini, che non hanno ancora conosciuto né l'ambizione né la frode né la sete di ricchezza; è la gioventù cieca che, per un istinto confuso, precipita in un tale disordine all'uscire dall'infanzia. ([[Voltaire]])
*Come ho detto prima, la coesione, i rapporto di interdipendenza esistenti nella società si basano, fra le altre cose, sulla divisione sessuale del [[lavoro]]. La questione sta quindi nel capire fino a che punto la società è disposta a tollerare la confusione fra i sessi. [...] Se si ha l'intenzione di avere più dignità, più sicurezza, e vorrei dire più maturità, è importante collocarsi all'interno di una tradizione, e non vivere antistoricamente per il presente.<br>C'è un'ultima cosa che vorrei dire: gli omosessuali non trovano un posto nell'intera società, che possa dar loro una struttura nella quale collocarsi. Non hanno la struttura del matrimonio, o quella della famiglia, sono senza alcuna struttura, e questo determina la promiscuità e tutte le altre componenti della subcultura gay. La storia può servire per offrire agli omosessuali quelle strutture che non hanno. ([[George Mosse]])
*Dall’America era sbarcata in Europa una folla enorme di omosessuali di ogni classe sociale [...] fra quei giovani, una certa aria pederastica fosse di moda, altrettanto quanto una certa tendenza al Comunismo. ([[Curzio Malaparte]])
*{{NDR|Sull'[[omosessualità]]}} Dio non avrebbe creato Adamo ed Eva ma Adamo e Ivo. ([[Alex]])
*Dovete sapere che "tutto ruota attorno al sesso"; sembra che gli uomini pensino al sesso ogni ventotto secondi. Gli etero, ovvio. I gay ci pensano ogni nove secondi. (''[[Queer as Folk]]'')
*È manifestamente chiaro da questo fatto che le relazioni carnali fra maschi, con femmine sterili, i coiti dal di dietro, e le unioni incomplete androgine devono essere evitate tutte; e piuttosto ci si dovrebbe sottomettere alla natura. ([[Clemente Alessandrino]])
*È molto interessante il fatto che anche tra gli omosessuali esista la stessa differenza che si può osservare tra gli eterosessuali: i maschi tendono ad avere moltissimi partner, anche centinaia, mentre le donne lesbiche tendono ad avere poche compagne [...]. Esiste cioè anche qui una tendenza alla "poligamia" da parte dei maschi e alla "monogamia" da parte delle femmine. ([[Piero Angela]])
*È un'anomalia genetica che va compresa fino in fondo [...] È un incidente, se si ha veramente amore per il prossimo bisogna avere comprensione per una deviazione che non è desiderata. ([[Paolo Villaggio]])
*Ecco, si può sperare che l'omofobia diventi questo: un repertorio di innocui stereotipi che pochi imbecilli prendono sul serio, mentre tutti gli altri ci giocano. ([[Tommaso Giartosio]])
*Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. ([[Paolo di Tarso]])
*Era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinché dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso. ([[Papa Gregorio I]])
*Essere gay mi ha dato una più profonda comprensione di cosa significhi appartenere a una minoranza e mi ha fornito una finestra da cui vedere le sfide con cui le persone in altre minoranze hanno a che fare ogni giorno. Mi ha reso più empatico, e questo mi ha dato una vita più ricca. A volte è stata dura e scomoda, ma questo mi ha dato la sicurezza di essere me stesso, di seguire il mio percorso, e staccarmi dalle avversità e dall'intolleranza. Mi ha anche dato la corazza di un rinoceronte, che torna buona quando sei il CEO di Apple. ([[Tim Cook]])
*Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti, a quello che ti insegnano da piccolo. [...] Come quei bambini che mamma e papà picchiano e loro per perversione vogliono essere picchiati. [...] Anche se ognuno è libero di pensarla come vuole. Comunque io so quello che dico. Anch'io ho avuto una fase gay. [...] È stato quando avevo 18 anni. È durata sette mesi, poi l'ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati e hanno anche dei figli. ([[Povia]])
*Gli omosessuali, non potendo sposarsi, si adottano tra di loro. ([[Marcello Marchesi]])
*Gli omosessuali sono degli ammalati: è un forma di malattia largamente diffusa, di tipo genetico, e non possono essere considerati normali. ([[Gianfranco Miglio]])
*Ho resistito fortemente e, nei limiti del possibile sono riuscito a impedire agli altri di limitare la mia identità al ristretto campo dei miei gusti e pratiche sessuali. Per dirla in breve, il Luca scrivente in questo momento è un Luca scrivente e basta; il Luca che poco fa ascoltava musica è un Luca ascoltatore eccetera.<br>Se però dalla finestra vedessi passare un grazioso soldato, c'è caso che mi distrarrei, diventerei un Luca desiderante, abbandonerei forse il lavoro, trovando una qualche scusa pseudo morale, e farei il possibile per tradurre in atto, anzi in una serie di atti – questi sì omosessuali, con detto soldato – quei desideri. ([[Luca Fontana]])
*I funerali di [[Lucio Dalla]] sono uno degli esempi più forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. È il simbolo di quello che siamo, c'è il permissivismo purché ci si volti dall'altra parte. ([[Lucia Annunziata]])
*I gay nel [[Calcio (sport)|calcio]]? Rispetto ad altri sport, credo che il nostro mondo, soprattutto in [[Italia]], sia molto conservatore. Difficile che qualcuno dichiari pubblicamente la propria omosessualità in tempi brevi. ([[Mattia Perin]])
*Il movimento gay mi ha sempre fatto schifo. L’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa. ([[Franco Zeffirelli]])
*{{NDR|Riferito al [[Calcio (sport)|calcio]]}} Il nostro ambiente, in effetti, sull'argomento è un po' ingessato. Se uno esce dal posto di lavoro per mano al proprio compagno per fortuna non fa più scalpore; all'uscita da un campo di allenamento, invece, la scena non si può immaginare. E non è giusto. ([[Claudio Marchisio]])
*Il tentativo della natura di liberarsi dei ragazzi molli sterilizzati. ([[Francis Scott Fitzgerald]])
*In particolare c'era la sinistra comunista dove regnava un'ipocrisia identica a quella cattolica. Basterebbe ricordare il rapporto tra [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] e [[Nilde Iotti]], assolutamente emblematico. Avevano le loro motivazioni: in Russia gli omosessuali venivano condannati a dieci anni di carcere duro, cioè di gulag. Quando a sinistra furono costretti dalle manifestazioni del 1972 a parlare di omosessualità, ricorsero all'espressione "terzo sesso". Solo tempo dopo arrivò "diversi". ([[Angelo Pezzana]])
*Infrangere il tabù dell'omosessualità nel mondo del calcio è un'impresa difficile, direi quasi impossibile. Mi chiedo: come potrebbero reagire i tifosi? Mica possiamo prevedere le reazioni di tutti. Mi dispiace, ma non condivido la scelta di rendere pubblica, almeno nel mondo del calcio, una situazione privata così importante. Il nostro mondo, sotto certi punti di vista, è molto complesso. ([[Antonio Di Natale]])
*In [[Italia]] l'omosessualità è accettata solo su un palco, nella realtà i gay vengono bastonati in piazza. Vorrei che questi artisti invece di mettersi il lucidalabbra facessero uscire il messaggio che si può vivere l'omosessualità, tabù in Italia, in maniera naturale. ([[Fabri Fibra]])
*''In quel caffè pieno d'imbecilli, noi due, | Soli, rappresentiamo il cosiddetto schifoso | Vizio d'essere «per soli uomini» e, senza dubbi | Da parte loro, smerdavamo quei coglioni dall'aria bonaria, | I loro amori normali e la loro falsa morale.'' ([[Paul Verlaine]])
*Io sono ferito dalla grave freccia d'amore per Licisco, che afferma di superare in tenerezza qualsiasi donna. ([[Quinto Orazio Flacco]])
*La Bibbia non parla mai di omosessualità. Parla invece degli atti che io definirei "omogenitali". Possono essere compiuti anche da persone eterosessuali, come succede in molte prigioni. In questo senso potrebbero essere un momento di infedeltà alla propria natura e quindi un peccato. Quegli stessi atti compiuti da una persona omosessuale esprimono invece la sua natura. Il sodomita biblico non ha niente a che fare con due omosessuali che oggi in Italia si amano e vogliono sposarsi. Non trovo nella scrittura nemmeno una pagina, neanche in San Paolo, che possa riferirsi alle persone omosessuali che chiedono di essere rispettate nel loro orientamento, un concetto sconosciuto all'epoca. ([[Krzysztof Charamsa]])
*La commercializzazione del [[corpo]] dell'uomo gay è stata una delle conseguenze involontarie della liberazione gay, che, dopo averci affrancati dai nostri veli, ci ha messi alla mercé dei nostri ''nécessaire'' per il trucco e dei nostri armadietti dei medicinali. ([[Daniel Harris]])
*La pederastia ha certo i suoi attivisti simpatizzanti, ma anche un gran numero di mercenari, una specie di manovalanza fornita adesso anche dalle zone rurali. Non suscita grandi turbamenti spirituali, solo pettegolezzi e qualche orribile fatto di cronaca. I pederasti "responsabili" hanno questo difetto: che singolarmente sono quasi tutti simpatici, svegli, intelligenti, attratti dalle arti, studiosi; messi insieme ricordano un po' gli alpini e i gitanti, che fanno subito gruppo, si mettono a cantare in coro o a parlare in dialetto: insopportabili. ([[Ennio Flaiano]])
*La preoccupazione maggiore su un giocatore gay è il suo comportamento nello spogliatoio. Credetemi, ho fatto tantissime docce nei miei 12 anni di carriera: il mio comportamento non è mai stato un problema e non lo sarà ora. Sono un veterano e mi sono guadagnato il diritto di essere ascoltato. Dimostrerò che i giocatori gay non sono diversi dagli etero. ([[Jason Collins]])
*L'omosessualità è come il colore dei capelli, niente di più. E, come diceva mia mamma, ti risparmia una nuora insopportabile. ([[Karl Lagerfeld]])
*L'omosessualità è un'estetica come la massoneria è una religione. ([[Leo Longanesi]])
*L'omosessualità è un'invasione della Tenebra, hanno un bel volerla normale e alla luce del sole, è pratica ctonia, necrofilia. ([[Guido Ceronetti]])
*L'omosessualità ha a che fare con il tema della creazione ma anche della redenzione. Nella creazione vediamo che l'uomo e la donna sono stati creati a immagine di Dio, che sono stati fatti uomo e donna, con la stessa missione e con la stessa dignità e con la propria particolarità in una complementarietà, non solo sessuale, ma anche sociale e umana. ([[Michael Nazir-Ali]])
*L'omosessualità logora chi non ce l'ha. ([[Franco Grillini]])
*L'omosessualità o sodomia è considerata dalla Chiesa un peccato contro natura condannato da Dio nella Bibbia, ma papi, cardinali e sacerdoti l'hanno praticata e la praticano. ([[Claudio Rendina]])
*L'omosessualità per la classe povera non è un [[vizio]] ma un modo per accedere alle classi superiori. ([[Ennio Flaiano]])
*Le persone sono persone, al di là della propria sessualità. Non esiste mondo etero e mondo gay, esiste il mondo, punto, ed è ora che anche alcuni gay inizino a capirlo, altrimenti non saranno mai liberi, ma evidentemente fa ancora tendenza dire in giro "io sono gay!". ([[Stefania Nobile]])
*Meglio dire frocio. Il gay dovrebbe essere felice per definizione. Non sempre ha buoni motivi per essere allegro. ([[Leopoldo Mastelloni]])
*Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay. ([[Silvio Berlusconi]])
*Mi è sempre sembrato privo di senso disapprovare l'omosessualità. È come disapprovare la pioggia. ([[Francis Maude]])
*Mi infastidisce, però, quando un omosessuale si diverte a puntare il dito, verso un altro individuo, tacciandolo a tutti i costi di essere gay, come se poi fosse una cosa brutta. Se una persona è risolta, e vive bene la propria sessualità, non avrà mai tutta questa voglia di dispensare etichette qua e là. ([[Gabriel Garko]])
*Negli ambienti gay io sono molto considerato. Per me è un motivo di orgoglio. Se piaci ai gay vuol dire che in te c'è molta mascolinità. ([[Claudio Amendola]])
*Nella [[sinistra]] italiana, e quindi nel [[Partito Comunista Italiano|Pci]], c'era un atteggiamento oggettivamente ostile nei confronti dell'omosessualità. Mi sembra fin troppo semplice ed ovvio citare la tessera negata del partito a [[Pier Paolo Pasolini]], le mille difficoltà di [[Luchino Visconti]]... {{NDR|La ragione}} non era tanto una questione legata al moralismo. Si pensava che gli omosessuali fossero ricattabili e che, per essere tollerati dalla polizia, potessero essere "usati". C'era di mezzo il mito della "vigilanza rivoluzionaria", insomma. ([[Diego Novelli]])
*Nel mondo esiste una fetta di popolazione che è gay o lesbica. Numeri che statisticamente si riflettono pure in uno spogliatoio {{NDR|di calcio}}, non importa se maschile o femminile. Chi pensa il contrario non vuole vedere la realtà. ([[Sara Gama]])
*Nessuno ci convincerà mai che un omosessuale possa avere in sé le condizioni e le esigenze di condotta che ne potrebbero fare un vero Rivoluzionario, un vero Comunista militante. Una deviazione di questa natura si scontra con il concetto che noi abbiamo di come dev'essere un militante comunista. ([[Fidel Castro]])
*– Non c'è niente che i gay odino di più della gente che li tratta come donne.<br>– Non lo siamo. Noi non frequentiamo i corsi preparto, noi non abbiamo quei giorni come voi e noi non amiamo il rosa.<br>– Beh, tu lo ami...<br>– È il rosa che ama me! (''[[Modern Family]]'')
*{{NDR|«E l'omosessualità esiste negli spogliatoi di calcio?»}} Non deve essere un problema. Comunque sarei preoccupato se non ci fosse. ([[Serse Cosmi]])
*Non esistono gli omosessuali; esistono atti omosessuali. ([[Gore Vidal]])
*Non sono contro gli omosessuali. Anzi, è bene che si moltiplichino, perché aumenta la richiesta di veri maschi. ([[Diego Armando Maradona]])
*Non sopporto che, per difendere i loro diritti, gli omosessuali vadano in piazza conciati da checche. ([[Roberto Calderoli]])
*Non vorrei un mondo omosessuale. La donna ha una funzione importante. Ama più di chiunque. Ma la dedizione più forte la trovi nell'uomo. La donna è incostante. ([[Franco Zeffirelli]])
*Opporsi alle famiglie omosessuali si può solo in nome di un credo filosofico sull'essenza naturale della famiglia stessa. Il che non può essere professato da uno Stato laico. ([[Gianni Vattimo]])
*Ora che le ragazze possono fare le ''avances'', i maschi non di rado cercan compagni nel loro sesso. Almeno fintantoché questa scelta conserverà il thrill del mistero e del pericolo, che però sta scomparendo. Poi non resterà che ricorrere agli animali, e si regredirà allo stadio dei pastori delle zone sottosviluppate. Ma, in ogni caso, non si parli più della dignità dell'uomo. ([[Mario Praz]])
*Ora, un elemento che caratterizza la condizione omosessuale è questo: mentre l'identità del nero o dell'ebreo solitamente è rafforzata dal sui nascere e maturare entro una comunità compatta (in senso spaziale e generazionale), quella dell'omosessuale, come è noto, manca di qualsiasi continuità biologica e ambientale. I gay saltano fuori in qualsiasi ceto, cultura, religione, nazione. Ci si scopre omosessuali quasi sempre da soli. E ovviamente un gay di rado è figlio di altri gay, soprattutto di gay dichiarati. [...] C'è questa ''discontinuità'', nella condizione gay, che è qualcosa di importantissimo. [...] Perché rende l'omosessualità debole e forte al tempo stesso. Debole perché in principio solitaria, dispersa in centomila città e famiglie, distribuita in gradazioni diseguali e in varianti personali, facile da dissimulare, incline ai vuoti di memoria storica. ma anche forte e tenace, perché a ogni nuova generazione rigermoglia in modo imprevedibile e non immediatamente riconoscibile. [...] ''Finora'' la cultura dominante ha quasi sempre sentito l'omosessualità come qualcosa di pericoloso – fino a circondarla a volte con un cordone sanitario – perché sapeva che l'omosessuale era ancora più ''interno'' a essa rispetto, poniamo, all'ebraismo assimilato del primo Novecento. Paradossalmente, il gay vive in un mondo etero ''che lo considera "dei suoi"'': o almeno lo fa finché la differenza non diventa evidente, e anche dopo continua a cercare di dimenticarsene. Del resto il gay stesso è ben cosciente di come, sotto moltissimi aspetti, egli abbia un mondo in comune con gli etero. ([[Tommaso Giartosio]])
*Orgoglio di che cosa? Non si sa. Questo stravagante modo di pensare perviene alla inaccettabile conclusione per la quale una situazione di oggettiva diversità rispetto alla natura, come quella gay, diventa norma. E al contrario chi rispetta la natura come gli eterosessuali sembra fuori dal mondo e da mettere alla gogna. Si capovolgono i valori. ([[Michele De Rosa]])
*Per l'omosessualità distinguerei fra omosessuale e ''gay'', sebbene io sappia che le parole si sovrappongono. Il diritto dell'omosessuale a vivere il suo rapporto socialmente accettato e anche garantito da forme giuridiche di reversibilità testamentarie e altro, per me deve essere sostenuto e bisogna condurre quindi una battaglia culturale anti omofoba. Quanto al ''gay pride'' e altre manifestazioni io credo che siano forme di spettacolarizzazione della politica che alla fine provocano inutilmente soltanto reazioni fascistoidi e feroci della parte più ignorante, intollerante e stupida della società. Non la giustifico, naturalmente, ma non vedo perché bisogna provocarla a tutti i costi. ([[Costanzo Preve]])
*{{NDR|Nel calcio}} Penso sia arrivato il momento di porre fine a questo tabù, nel nostro ambiente. Ormai, ovunque ci giriamo, ci accorgiamo che gli omosessuali hanno la possibilità di esprimersi liberamente. Deve essere una cosa normale dichiararsi: nessun clamore e nessun titolo, tutto normale. ([[Alberto Gilardino]])
*Perciò ti dico che costoro [i sodomiti] sono anche peggio degli omicidi e sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo. ([[Giovanni Crisostomo]])
*Quando si dice che l'intemperanza è il vizio più disonorante, s'intende tra i peccati umani [...] Ma quei peccati che sorpassano i limiti della natura umana sono ancora più disonoranti. Tuttavia anche questi sembrano ridursi per eccesso al genere dell'intemperanza: il fatto, per esempio, di mangiare carne umana, o nel coito bestiale od omosessuale. ([[Tommaso d'Aquino]])
*Quanto sò bravi 'sti froci. ([[Anna Magnani]]) (attribuita da [[Paolo Poli]])
*Riconoscere gli omosessuali e i transessuali significa, non mettere in crisi il modello di famiglia, ma quello di superiorità dell'uomo sulla donna, mettere in crisi il maschilismo imperante che ancora appesta profondamente la nostra società dove «un uomo può essere tutto ciò che vuole e una donna solo ciò che gli uomini hanno deciso per lei». ([[Alberto Airola]])
*Rivendicare i pacs o chiedere l'abolizione del celibato ecclesiastico obbligatorio, posizioni che sembrano il non plus ultra del [[progressismo]] e della "modernizzazione", significare anche voler estendere a tutti il diritto-dovere di vivere in [[famiglia]]. ([[Gianni Vattimo]])
*Sa, le aree di ristoro sono luoghi di raduno per omosessuali. Le aree di ristoro sulle autostrade sono stabilimenti balneari degli anni novanta per molti, molti, molti gay. (''[[Tutti pazzi per Mary]]'')
*Se lavori nel cinema, un mondo aggressivamente eterosessuale e sei gay, prima o poi finisci con lo scontrarti con un muro di mattoni. ([[Rupert Everett]])
*Se lei mi chiede: "Un maestro dichiaratamente omosessuale può fare il maestro?" Io le dico di no. Capito? Perché ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini.. [...] Io non ho alcuna difficoltà ad assumermi tutte le responsabilità ed eventuali impopolarità di quel che ho detto, ma una cosa è non discriminare l'omosessuale e un conto è riconoscere all'omosessuale lo stesso esercizio di diritti connessi soprattutto all'educazione... [...] Non farò mai nulla perché siate discriminati ma non farò nulla per mettere il vostro tipo di rapporto sullo stesso piano della famiglia naturale. ([[Gianfranco Fini]])
*Se mia figlia fosse gay, non mi preoccuperei del fatto che possa avere una vita difficile. Ma mi preoccuperei delle persone che si aspettano che lei abbia una vita difficile – contribuendo a perpetuare discriminazioni che altrimenti potrebbero svanire più rapidamente. Voglio che mia figlia sappia che essere gay è altrettanto auspicabile che essere eterosessuali. Il problema non è l'idea che l'omosessualità sia una scelta, ma l'idea che l'eterosessualità dovrebbe essere obbligatoria. ([[Sally Kohn]])
*Se uno di questi giovani maschi<ref>{{NDR|Lorenz si riferisce all'oca selvatica, animale di gruppo che possiede un ordinamento sociale simile a quello umano per quanto riguarda il vincolo fra gli individui del gruppo.}}</ref> propone il suo giubilo trionfale a un altro maschio e questi l'accetta, ognuno dei due trova nell'altro, per quanto riguarda esclusivamente questa sfera funzionale, un socio e un compare di gran lunga migliore di una femmina. [...] Restano fedelmente uniti per tutta la vita per lo meno quanto una coppia eterosessuata. [...] Ognuno prende l'altro in un certo senso per una femmina, e che questa sia un poco frigida e non desideri proprio certe intimità, non reca alcun danno sensibile al grande amore. ([[Konrad Lorenz]])
*Secondo l'ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella Sacra Scrittura come gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un rifiuto di Dio. Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione. ([[Papa Paolo VI]])
*Si devono detestare e punire dappertutto e sempre i vizi contrari alla natura, per esempio i vizi dei sodomiti, che se pure tutti i popoli della terra li praticassero, la legge divina li coinvolgerebbe in una medesima condanna per il loro misfatto, poiché non ha creato gli uomini per fare un tale uso di se stessi. ([[Agostino d'Ippona]])
*Sogno un mondo in cui l'omosessualità non sia equiparata a immoralità, indecenza, oscenità, corruzione, vergognosa offesa alla morale comune o addirittura a pedofilia. Questa è una orrenda china che non ci porterà niente di buono. ([[Mina (cantante)|Mina]])
*Solo un cretino può dire di non amare il tabacco e i ragazzi. (attribuita a [[Christopher Marlowe]])
*Sono gay se sono nati gay. Non si decide nel corso della vita di essere una cosa o l'altra. Si tratta di come sono fatte le persone e l'idea che l'essere gay sia una condizione anormale è sbagliata, non la comprendo. ([[Kevin Michael Rudd]])
*Un'educazione corretta deve magistralmente accompagnare l'omosessualità fuori dalla porta, e non penso sia giusto che gli omosessuali cerchino dei diritti di matrimonio che si associano soltanto alla vera idea di famiglia: non possono chiedere dei diritti che non possono pretendere. ([[Margaret Smith Court]])
*Un'idea che mi piace: il concetto di "trasversalità". L'ha formulato il filosofo Gilles Deleuze, riprendendolo da David Hume. È l'idea che un effetto prodotto in un dato modo può sempre essere prodotto anche in altri modi. [...] credo che il riconoscersi omosessuali o eterosessuali non derivi in linea retta da un orientamento sessuale originario, ma nasca lungo un percorso a zig-zag, per un gioco di spinte tra le quali il desiderio gay o etero a volte svolge addirittura un ruolo accessorio. ([[Tommaso Giartosio]])
*Un omosessuale con una certa esperienza può senza dubbio trovare un numero maggiore di partner tra maschi di quanti un eterosessuale maschio con una certa esperienza non ne trovi tra femmine. ([[Alfred Charles Kinsey]])
*Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non si deve vestire da omosessuale. [...] Quando l'omosessualità è esibita all'estremo come per dire "ah, sai sono omosessuale" è qualcosa che non ha niente a che fare con me. Un uomo deve essere un uomo. ([[Giorgio Armani]])
*Il convegno sulla famiglia che si svolge a Verona è osteggiato dai gay e generi affini, i quali non hanno ancora capito che tutta l’umanità è venuta al mondo grazie alla [[vagina]] e a un [[pene]] che l'ha fecondata. L'[[ano]], per quanto rispettabile, non ha mai procreato. ([[Vittorio Feltri]])<ref>Da un [https://twitter.com/vfeltri/status/1111654967755132928 tweet] del 29 marzo 2019.</ref>
===[[Papa Benedetto XVI]]===
*Inoltre c'è il pericolo che una legislazione che trasformi l'omosessualità in una fonte di diritto possa di fatto incoraggiare le persone con tendenze omosessuali a dichiarare la loro omosessualità o addirittura a cercare dei partners allo scopo di sfruttare le disposizioni della legge.
*Le suddette persone [gli omosessuali] si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi fra uomini e donne.
*Occorre precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale.
*Perfino riguardo al problema dell'omosessualità sono in atto tentativi di giustificazione: è accaduto addirittura che dei vescovi – per insufficiente informazione o per un senso di colpa dei cattolici verso "una minoranza oppressa" – abbiano messo a disposizione dei ''gays'' delle chiese per le loro manifestazioni.
===[[Aldo Busi]]===
*Gli omosessuali mica esistono, esiste il problema dell'omofobia, esistono i dementi che sindacano sulla sessualità altrui che non corrisponde alla loro, come se la loro fosse la Verità Naturale mentre è solo la verità del coglione.
*Mentre se i gay non lottassero per i propri diritti ma per quelli degli eterosessuali e viceversa, be', in questo caso avremmo una vera e propria Rivelazione.
*Si suol dire che noi omosessuali ci riconosciamo fra di noi a colpo d'occhio: questo mi sembra un grande limite per la nostra espressività pubblica, visto che sarebbe già circoscritta nel perimetro semiotico di chi ci riconosce per omosessuale e per omosessuale si fa riconoscere.
===[[Sigmund Freud]]===
*Cara Signora, deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c'erano grandi uomini. ([[Platone]], [[Michelangelo]], [[Leonardo da Vinci]], ecc).
*È una grande ingiustizia perseguitare l'omosessualità come un crimine e anche una crudeltà.
*L'omosessualità fu un fenomeno frequente, quasi un'istituzione munita di importanti funzioni, presso i popoli antichi all'apice della loro civiltà.
*Non spetta alla psicoanalisi risolvere il problema dell'omosessualità. Essa deve accontentarsi di rivelare i meccanismi psichici responsabili della scelta oggettuale e di individuare i sentieri che da essi vanno alle disposizioni istintuali.
===[[Carlo Giuseppe Gabardini]]===
*Essere gay è bellissimo. Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo.
*Io della mia omosessualità non parlo mai perché penso che non sia una notizia. Ma se la non-notizia di esser gay, nel momento in cui viene dichiarata da tutti i gay, può salvare anche solo un ragazzo dal proprio proposito di [[suicidio]], beh, allora lo dico: io sono gay.
*Quando sento qualcuno farneticare dicendo che l'omosessualità è una malattia, la mia prima reazione non è mai violenta o depressiva, piuttosto è la stessa identica che avrei se sentissi qualcuno dire «l'obesità è infettiva» o «masturbarsi rende ciechi»: mi vien da ridere, mi fa pena chi dice queste cose, giuro, mi chiedo dove abbia studiato, mi interrogo se posso aiutarlo in qualche modo e di solito gli sorrido come a un povero scemo, poi se mi va cerco pure di spiegargli che sta dicendo delle stronzate piuttosto umilianti, ma intendo umilianti per lui.
===[[Simon Lokodo]]===
*L'omosessualità è una dipendenza e come tale si acquisisce, e non si può nascere dipendenti.
*L'omosessualità non è naturale per gli ugandesi, ma c'è stato un massiccio reclutamento da parte di persone omosessuali nelle scuole, e in particolare tra i giovani, dove stanno promuovendo la falsità secondo cui le persone nascono in quel modo.
*Lo stupro eterosessuale è preferibile a un rapporto omosessuale.
===[[Mario Mieli]]===
*Ancor oggi, i più ritengono che la questione omosessuale concerne esclusivamente una minoranza, un numero limitato di froci e di lesbiche: non si vogliono rendere conto che, invece, fintanto che l'omosessualità resterà repressa, quello omosessuale sarà un problema riguardante tutti, dal momento che il desiderio gay è presente in ogni essere umano, è congenito, anche se attualmente, nella maggior parte dei casi, viene rimosso o quasi-rimosso.
*Lo status quo eterosessuale, tramite il "[[progressismo]]", medita un'integrazione totale dell'omosessualità, un suo rientro (dalla porta di servizio) nelle strutture della [[famiglia]].
*Ma il divieto antiomosessuale deve la sua forza, e il suo carattere di costrizione, proprio al rapporto con la sua controparte inconscia, il desiderio latente e non eliminato di omosessualità, ossia quella necessità profonda che manca di riconoscimento cosciente: "''fondamento del tabù è un'azione proibita verso la quale esiste nell'inconscio una forte inclinazione''" (Freud).
===[[Yoweri Museveni]]===
*Gli eterosessuali non si mettono in mostra! Ma i gay vogliono fare gli esibizionisti.
*La questione centrale del dibattito sull'omosessualità è: cosa fare con una persona anormale? Anche se vi fosse una legge, essi continuerebbero a praticare in segreto la loro omosessualità, il loro lesbismo, per bisogno di denaro. Non si può chiedere un orientamento differente a chi è una anormalità.
*Per noi, l'eterosessualità è la norma, mentre l'omosessualità è una deviazione.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Adozione da parte di coppie dello stesso sesso]]
*[[Coming out]]
*[[Gay pride]]
*[[Matrimonio fra persone dello stesso sesso]]
*[[Moti di Stonewall]]
*[[Omogenitorialità]]
*[[Orientamento sessuale]]
*[[Unione civile]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:LGBT]]
[[Categoria:Sessualità]]
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Roland Barthes
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SunOfErat
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/* Frammenti di un discorso amoroso */
wikitext
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[[File:Roland Barthes.jpg|thumb|Ritratto di Roland Barthes]]
'''Roland Barthes''' (1915 – 1980), saggista, critico letterario e semiologo francese.
==Citazioni di Roland Barthes==
*Amo gli [[attore|attori]] che recitano tutti i loro ruoli nello stesso modo, se questo modo è al contempo caldo e chiaro. Non amo che un attore si travesta, ed è forse questa l'origine del mio dissidio con il teatro. (da ''Sul teatro'')
*Ciò che la [[Pop Art]] vuole è desimbolizzare l'oggetto, dargli l'opacità e l'ottusa caparbietà d'un fatto.<ref>Da ''L'arte, questa vecchia cosa'', in AA. VV., ''PopArt: evoluzione di una generazione'', Electa, Milano, 1980, p. 167.</ref>
*Essendo la [[lettura]] una traversata di codici, niente ne può arrestare il viaggio. (da ''S/Z''<ref name=Hea>Citato in [[Stephen Heath]], ''L'analisi Sregolata: Lettura Di Roland Barthes'', traduzione di Patrizia Lombardo, Edizioni Dedalo, Bari, 1977.</ref>)
*Ho sempre amato molto il teatro, eppure non ci vado quasi più. È un voltafaccia che insospettisce anche me. Cos'è accaduto? Quando è accaduto? Sono cambiato io o è cambiato il teatro? Non lo amo più o lo amo troppo? (da ''Sul teatro'', a cura di Marco Consolini, Meltemi)
*Il mio fantasma: l'[[idiorritmico|idiorritmia]]<br>Un fantasma (o almeno ciò che io definisco tale): un ritorno di desideri, di immagini, che vagano, si cercano in voi, anche per tutta una vita, e spesso si cristallizzano solo attraverso una parola. La parola, significante maggiore, indotto dal fantasma alla sua esplorazione [...] {{sic|[È]}} un fantasma di vita, di regime, di genere di vita, ''diaita'', dieta. Né duale, né plurale (collettivo). Una sorta di solitudine interrotta in un modo definito: il paradosso, la contraddizione, l'aporia di una condivisione delle distanze – l'utopia di un socialismo delle distanze [...].<ref>Citato in Gianfranco Marrone e Marco Consolini, ''Roland Barthes l'immagine, il visibile'', Marcos y Marcos, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=vagano p. 30] [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=diaita] [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=condivisione]</ref>
*Il testo di godimento è assolutamente intransitivo. Pure, la [[perversione]] non basta a definire il godimento; è l'estremo della perversione a definirlo: estremo sempre spostato, estremo vuoto, mobile, imprevedibile. Questo estremo garantisce il godimento: una perversione media si carica ben presto di un gioco di mentalità subalterne: prestigio, ostentazione, rivalità, discorso, parate ecc. (da ''Testi di godimento'')
*La [[letteratura]] non permette di camminare ma permette di respirare. (da ''Letteratura e significazione'', in ''Saggi critici'')
*La letteratura: un codice che bisogna accettare di decifrare.<ref>Da ''Letteratura e discontinuità'', in ''Saggi critici'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi.</ref>
*La [[sapienza]] è nessun potere, un po' di sapere, un po' di intelligenza e quanto più sapore possibile.<ref name="lectio">Da una ''lectio'' inaugurale all'Institut de France; citato in Ravasi, p. 106.</ref>
*Lo [[scrittore]] deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni. (da ''Drame, Poème, Roman'', 1968<ref name=Hea></ref> )
*Lo [[specchio]] non capta altro se non altri specchi, e questo infinito riflettere è il vuoto stesso, (che, lo si sa, è la forma). (da ''L'impero dei segni''<ref name=Hea></ref>)
*Non occorre essere né cattolici né cristiani, né credenti, né umanisti per essere interessati agli ''Esercizi Spirituali'' di [[Ignazio di Loyola]].<ref>Da ''Sade, Fourier, Loyola''; citato in Ravasi, p. 7.</ref>
*Ogni amante è pazzo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 291. ISBN 9788858014165</ref>
*Per sfuggire all'alienazione della società presente non rimane che questa via: ''la fuga in avanti''.<ref>Da ''Il piacere del testo'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1980, p. 40.</ref>
*Poiché il [[mito]] ruba al linguaggio, perché non rubare al mito?<ref name=Hea></ref>
*[[Marcel Proust|Proust]] è quello che mi viene, non quello che chiamo; non è un'«autorità»; semplicemente un «ricordo circolare». Ed è questo l'intertesto: l'impossibilità di vivere al di fuori del testo infinito – sia questo testo Proust, o il giornale quotidiano, o lo schermo televisivo: il libro fa il senso, il senso fa la vita. (da ''Variazioni sulla scrittura'')
*Quali sono i piani che ogni lettura scopre? Come è costruita la cosmogonia che questo semplice sguardo postula? Singolare cosmonauta, eccomi attraversare mondi e mondi, senza fermarmi a nessuno d'essi: il candore della carta, la forma dei segni, la figura delle parole, le regole della lingua, le esigenze del messaggio, la profusione dei sensi che si connettono. E uno stesso infinito viaggio nell'altra direzione, dalla parte di chi scrive: dalla parola scritta potrei risalire alla mano, alla nervatura, al sangue, alla pulsione, alla cultura del corpo, al suo godimento. Da una parte e dall'altra, la scrittura-lettura si dilata all'infinito, impegna l'uomo nella sua interezza, corpo e storia; è un atto panico, del quale la sola definizione certa è che "non potrà fermarsi da nessuna parte".<ref>Da ''Variazioni sulla scrittura'', traduzione di Carlo Ossola, Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1999.</ref>
*Quelli che trascurano di [[rilettura|rileggere]] si condannano a leggere sempre la stessa storia. (da ''S/Z''<ref>Citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref>)
*Scrivere significa scuotere il senso del mondo, disporvi un'interrogazione indiretta alla quale lo scrittore, con un'ultima sospensione, si astiene dal rispondere. La risposta è data da chiunque vi rechi la propria libertà; ma poiché questa muta la risposta del mondo allo scrittore è infinita: non si smette mai di rispondere a ciò che è stato scritto fuori da ogni risposta: i significati passano, la domanda resta.<ref>Da ''Scritti critici'', traduzione di Lidia Lonzi, Torino, Einaudi, 1966, p. 11.</ref>
*Vi è un'età in cui si insegna ciò che si sa; ma poi ne viene un'altra in cui si insegna ciò che non si sa: questo si chiama cercare.<ref name="lectio" />
==''L'ovvio e l'ottuso''==
*[...] lo statuto particolare dell'immagine fotografica: ''è un messaggio senza codice.'' (''Il messaggio fotografico'', p. 7)
*Che cos'è il [[colore]]? Un godimento [...] come una palpebra che si chiude, uno svanire leggero. (''Cy Twombly o «Non multa sed multum»'', pp. 165-166)
*È cambiato il soggetto umano: l'interiorità, l'intimità, la solitudine hanno perso il loro valore, l'individuo è sempre più diventato gregario, vuole musiche collettive, massicce, spesso parossistiche, espressione del ''noi'', più che dell'''io''. (''Amare Schumann'', p. 281)
==''La camera chiara''==
*La vita è fatta di piccole [[solitudine|solitudini]]. (da ''La camera chiara'')
*Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. (da ''La camera chiara'')
*{{NDR|Il [[colore]] è}} un'intonacatura apposta successivamente sulla verità originaria del Bianco e Nero. Il Colore è per me un belletto, un ''make-up'' (come quello fatto ai cadaveri).<ref>Da ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', traduzione di R. Guidieri, Einaudi, Torino, 1998, p. 82; citato in David Batchelor, ''Cromofobia. Storia della paura del colore'', traduzione di M. Sampaolo, Mondadori, Milano, 2001, p. 59. ISBN 9788842497684</ref>
*Ciò che la fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più a ripetersi esistenzialmente. In essa, l'avvenimento non si trasforma mai in altra cosa: essa riconduce sempre il corpus di cui ho bisogno al corpo che io vedo; è il Particolare assoluto, la Contingenza sovrana, spenta e come ottusa, il Tale, in breve la Tyché, l'Occasione, l'Incontro, il Reale nella sua espressione infaticabile. (da ''La camera chiara'')
*La società si adopera per far rinsavire la Fotografia, per temperare la follia che minaccia di esplodere in faccia a chi la guarda.<ref>Da ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', Torino, Einaudi, p. 117.</ref>
==''Frammenti di un discorso amoroso''==
*"Nell'amorosa quiete delle tue braccia"<br>{{maiuscoletto|abbraccio}} Per il soggetto, il gesto dell'[[abbraccio]] amoroso sembra realizzare, per un momento, il sogno di unione totale con l'essere amato.<br>1. Oltre all'accoppiamento (e al diavolo l'Immaginario), vi è quest'altro abbraccio, che è una stretta immobile: siamo ammaliati, stregati: siamo nel sonno, senza dormire; siamo nella voluttà infantile dell'addormentamento: è il momento delle storie raccontate, della voce che giunge a ipnotizzarmi, a straniarmi, è il ritorno alla madre (nell'amorosa quiete delle tue braccia, dice una poesia musicata da Duparc). In questo incesto rinnovato, tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati.<br>2. Tuttavia nel mezzo di questo abbraccio infantile, immancabilmente, il genitale si fa sentire; esso viene a spezzare l'indistinta sensualità dell'abbraccio incestuoso; la logica del desiderio si mette in marcia, riemerge il voler prendere, l'adulto si sovrappone al bambino e, a questo punto, io sono contemporaneamente due soggetti in uno: io voglio la maternità e la genitalità. (L'innamorato potrebbe definirsi un bambino con il membro eretto: tale era il giovane Eros).<br>3. Momento dell'affermazione, per un po', anche se limitatamente, disordinatamente, qualcosa è andato per il verso giusto: sono stato appagato (tutti i desideri aboliti attraverso la pienezza del loro soddisfacimento): l'appagamento esiste, e io lotterò senza tregua per ottenerlo di nuovo: attraverso tutti i meandri della storia amorosa, mi ostinerò a voler ritrovare, rinnovare, la contraddizione, la contrazione, dei due abbracci. (''Nell'amorosa quiete delle tue braccia'', pp. 13-14)
*{{maiuscoletto|[[abito]]}} Ogni fenomeno emotivo suscitato o alimentato dal vestito che il soggetto ha indossato in occasione dell'incontro amoroso o che indossa nell'intento di sedurre l'oggetto amato. (''Frac turchino e gilet giallo'', p. 15)
*È come se alla fine di ogni [[toilette]], vi fosse sempre, compreso nell'eccitazione che essa suscita, il corpo ucciso, imbalsamato, laccato, imbellito alla maniera di una vittima. Vestendomi, io faccio bello ciò che sta per essere guastato dal desiderio. (''Frac turchino e gilet giallo'', p. 15)
*{{maiuscoletto|[[adorabile]]}} Non riuscendo a precisare la specialità del suo desiderio per l'essere amato, il soggetto amoroso non trova di meglio che questa parola un po' stupida: ''adorabile''! (''«Adorabile!»'', p. 17)
*2. Con una logica tutta particolare, il soggetto amoroso sente l’altro come un Tutto (come se si trattasse della Parigi autunnale) e, al tempo stesso, questo Tutto gli sembra comportare un resto, che egli non può esprimere. È soltanto l’altro a produrre in lui una visione estetica: egli lo elogia per il fatto di essere perfetto, si gloria per averlo scelto perfetto; immagina che l’altro voglia essere amato, come vorrebbe esserlo lui stesso, non già per questa o quella sua qualità, ma per ''tutto'', e questo tutto glielo concede sottoforma di una parola vuota, giacché Tutto non potrebbe inventariarsi senza senza sminuirsi: all'infuori del ''tutto'' dell’affetto, in ''Adorabile!'' non è contenuta nessuna qualità. Tuttavia, esprimendo tutto, ''adorabile'' esprime anche ciò che manca al tutto; la parola vuole designare lo spazio dell’altro in cui viene ''specialmente'' a innestarsi il mio desiderio, ma questo spazio non è designabile; io non saprò mai niente di lui; il mio linguaggio sarà sempre confuso, esso cincischierà nel tentativo di esprimerlo, ma io non potrò mai produrre altro che una parola vuota, la quale è come il grado zero di tutti gli spazi in cui si forma il desiderio specialissimo che io ho di quell'altro là (e non di un altro). (''«Adorabile!»'', p. 18)
*''Adorabile'' vuol dire: questo è il mio desiderio, in quanto esso è unico: «È questo! È esattamente questo, che io amo!» Tuttavia, più provo la specialità del mio desiderio, meno sono in grado di precisarla; alla precisione di ciò che voglio dire corrisponde uno sfocamento del nome; il proprio del desiderio non può produrre altro che un improprio dell'enunciato. (''«Adorabile!»'', p. 19)
*{{maiuscoletto|affermazione}} Nonostante tutto, il soggetto amoroso afferma l'amore come ''valore''. (''L'Intrattabile'', p. 20)
*Mi si dice: questa specie d'amore non da frutti. Ma co- ime poter ''valutare'' ciò che fruttifica? Perché ciò che dà frutti è un Bene? Perché ''durare'' è meglio che ''bruciare''? (''L'Intrattabile'', p. 21)
*2. Stamattina, devo scrivere con urgenza una lettera “importante” – dalla quale dipende il successo d’una certa iniziativa; scrivo invece una lettera d’amore – che non spedisco. Abbandono allegramente tristi incombenze, ragionevoli scrupoli, comportamenti reattivi imposti dal mondo, a beneficio d’un compito inutile, derivato da un Dovere luminoso: il Dovere amoroso. Con discrezione, faccio delle cose pazze; sono l’unico testimone della mia follia. Quello che l'[[amore]] mette a nudo in me è l’''energia''. Tutto ciò che faccio ha un senso (posso perciò ''vivere'' senza lamentarmi), ma questo senso è una finalità inafferrabile: esso non è altro che la coscienza della mia forza. Le inflessioni dolenti, colpevoli, tristi, tutto il reattivo della mia vita d’ogni giorno è sconvolto. (''L'Intrattabile'', p. 21)
*{{maiuscoletto|alterazione}} Produzione breve, nel campo amoroso, d'una controimmagine dell'oggetto amato. Sulla base di episodi trascurabili o di minimi connotati, il soggetto vede l'immagine buona alterarsi improvvisamente e rovesciarsi. (''Un piccolo punto del naso'', p. 23)
*Sul volto perfetto e come imbalsamato dell'altro (a tal punto esso mi affascina), scorgo tutt'a un tratto un punto di corruzione. Questo punto è minuscolo: un gesto, una parola, un oggetto, un vestito, qualcosa d'insolito che emerge (che prende risalto) da una regione di cui non avevo mai sospettato l'esistenza, e che bruscamente unisce l'oggetto amato a un mondo ''piatto''. L'altro, di cui devotamente lodavo l'eleganza e l'originalità, sarebbe dunque volgare? Egli fa un gesto ed ecco che in lui si disvela un'altra razza. Sono ''sbigottito'': avverto un controritmo: qualcosa come una sincope nella bella frase dell'essere amato, il rumore di uno strappo nel liscio involucro dell'Immagine. (''Un piccolo punto del naso'', p. 23)
*{{maiuscoletto|[[angoscia]]}} A seconda di tale o talaltra circostanza, il soggetto amoroso si sente trascinato dalla paura di un pericolo, di una ferita, di un abbandono, di un improvviso cambiamento – sentimento che egli esprime con la parola ''angoscia''. (''Agony'', p. 27)
*Lo [[psicosi|psicotico]] vive nel timore del crollo (di cui le diverse psicosi non sarebbero altro che le difese). Ma «la paura clinica del crollo è la paura d’un crollo che è già stato subito (''primitive agony'') [...] e vi sono dei momenti in cui un paziente ha bisogno che gli si dica che il crollo la cui paura mina la sua vita è già avvenuto».<ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: ''La crainte de l'effrondement'', p. 75.</ref> Lo stesso avviene, a quanto sembra, per l’angoscia d’amore: essa è la paura di una perdita che è già avvenuta, sin dall’inizio dell’amore, sin dal momento in cui sono stato stregato. Bisognerebbe che qualcuno potesse dirmi: «Non essere più angosciato, tu l’hai già perduto(a)». (''Agony'', p. 27)
*{{maiuscoletto|[[annullamento]]}} Accesso di linguaggio durante il quale il soggetto giunge ad annullare l'oggetto amato sotto il volume dell'amore stesso: con una perversione propriamente amorosa, il soggetto ama l'[[amore]], non l'oggetto. (''Amare l'amore'', p. 28)
*Basta che, in un lampo, io veda l'altro nelle vesti d'un oggetto inerte, come impagliato, perché trasferisca il mio desiderio da questo oggetto annullato al mio stesso desiderio; io desidero il mio desiderio, e l'essere amato non è più che il suo accessorio. Mi esalto al pensiero di una così nobile causa, che non tiene nel minimo conto la persona che ho preso a pretesto (questo è almeno quanto mi dico, felice di potermi innalzare sminuendo l'altro): io sacrifico l'immagine all'Immaginario. E se un giorno dovessi decidermi di rinunciare all'altro, il violento lutto che mi colpirebbe sarebbe il lutto dell'Immaginario: era una struttura cara, e io piangerei la [[perdita]] dell'amore, non già la perdita di questa o quella persona. (''Amare l'amore'', p. 28)
*{{maiuscoletto|[[appagamento]]}} Il soggetto ricerca, con ostinazione, la possibilità di ottenere una totale soddisfazione del desiderio implicito nella relazione amorosa e di conseguire un successo completo e come eterno di questa relazione: immagine paradisiaca del Bene Supremo da dare e da ricevere. (''«Tutte le voluttà della terra»'', p. 30)
*{{maiuscoletto|[[ascesi]]}} Sia che si senta colpevole nei confronti dell'essere amato, sia che voglia impressionarlo mostrandogli la sua infelicità, il soggetto amoroso abbozza una condotta ascetica di autopunizione (regime di vita, abiti, ecc.). (''Essere ascetici'', p. 32)
*1. Dato che sono colpevole di questo e di quello (io ho, io trovo cento ragioni per esserlo), io mi punisco, mortifico il mio corpo: mi faccio tagliare i capelli cortissimi, nascondo il mio sguardo dietro a degli occhiali scuri (come se dovessi entrare in convento), mi consacro allo studio di una scienza seria e astratta. Come un monaco, mi alzerò presto per mettermi al lavoro mentre è ancora notte. Sarò molto paziente, un po' triste, in poche parole, ''degno'', come si addice all'uomo risentito. Mostrerò istericamente il mio [[lutto]] (il lutto che io m'immagino) attraverso il mio vestito, il taglio dei miei capelli, la regolarità delle mie abitudini. Sarà un piacevole romitaggio, un ritiro spirituale necessario al buon funzionamento di un patetico discreto. (''Essere ascetici'', p. 32)
*2. L'[[ascesi]] (la velleità d'ascesi) è rivolta all'altro: voltati, guardami, renditi conto di cosa stai facendo di me. È un ricatto morale: io metto di fronte all'altro la figura della mia propria scomparsa, quale essa sicuramente avrà luogo se lui non cede (a che cosa?). (p. 32, ''Essere ascetici'')
*{{maiuscoletto|[[assenza]]}} Ogni episodio di linguaggio che mette in scena l'assenza dell'oggetto amato – quali che siano la causa e la durata – e tende a trasformare questa assenza in prova d'abbandono. (''L'assente'', p. 33)
*Orbene, l'unica [[assenza]] è quella dell'altro: è l'altro che parte, sono io che resto. L'altro è in stato di perpetua partenza, sempre sul punto di mettersi in viaggio; egli è, per vocazione, migratore, errante; io che amo sono invece, per vocazione inversa, sedentario, immobile, a disposizione, in attesa, sempre nello stesso posto, ''in giacenza'', come un pacco in un angolo sperduto d'una stazione. L'assenza amorosa è possibile in un solo senso e non può essere espressa che da chi resta - e non da chi parte: ''io'', sempre presente, non si costituisce che di fronte a ''te'', continuamente assente. Esprimere l'assenza equivale a significare di colpo che il posto del soggetto e il posto dell'altro non possono essere permutati; è come dire: «Sono meno amato di quanto io ami». (''L'assente'', p. 33)
*2. Storicamente, il discorso dell'assenza viene fatto dalla Donna: la Donna è sedentaria, l'Uomo è vagabondo, viaggiatore; la Donna è fedele (aspetta), l'uomo è cacciatore (cerca l'avventura, fa la corte). È la Donna che dà forma all'assenza, che ne elabora la finzione, poiché ha il tempo per farlo; essa tesse e canta; le Tessitrici, le Canzoni cantate al telaio esprimono al tempo stesso l'immobilità (attraverso il ronzio dell'Arcolaio) e l'assenza (in lontananza, ritmi di viaggio, onde marine, cavalcate). Ne consegue che in ogni uomo che esprime l'assenza dell'altro si manifesta l'elemento ''femminino'': l'uomo che attende e che soffre è miracolosamente femminizzato. Un uomo è femminizzato non perché è invertito, ma perché è innamorato. (Mito e utopia: come l'origine è appartenuta, così anche l'avvenire apparterrà ai soggetti ''in cui vi è del femminino''). (''L'assente'', pp. 33-34)
*3. Talvolta mi succede di sopportare bene l'assenza. lo sono allora ''normale'': sono in linea col modo in cui ''tutti'' sopportano la separazione da una ''persona cara''; mi conformo con cognizione all'addestramento attraverso cui sono stato abituato assai per tempo ad essere separato da mia madre – ciò che tuttavia, in principio, non mancò di essere doloroso (per non dire sconvolgente). Agisco da soggetto ben svezzato: ''aspettando'', so nutrirmi di altre cose che non siano solamente il seno materno.<br>Questa assenza ben sopportata non è altro che l'oblio. A intermittenza, io sono infedele. È la condizione per la mia sopravvivenza; poiché se io non dimenticassi, morirei. L'innamorato che non dimentica ''qualche volta'', muore per eccesso, fatica e tensione di memoria (come [[Johann_Wolfgang_von_Goethe#I_dolori_del_giovane_Werther|Werther]]). (''L'assente'', p. 34)
*Come! {{sic|il}} desiderio non è forse sempre lo stesso, sia che l'oggetto sia presente o assente? L'oggetto non è forse ''sempre'' assente? - Non si tratta dello stesso struggimento: vi sono due parole: ''Póthos'', per il desiderio dell'essere assente, e ''Hímeros'', più ardente, per il desiderio dell'essere presente. (''L'assente'', p. 35)
*5. All'assente, io faccio continuamente il discorso della sua assenza; situazione che è tutto sommato strana; l'altro è assente come referente e presente come allocutore. Da tale singolare distorsione, nasce una sorta di presente insostenibile; mi trovo incastrato fra due tempi: il tempo della referenza e il tempo dell'allocuzione: tu te ne sei andato (della qual cosa soffro), tu sei qui (giacché mi rivolgo a te). Io so allora che cos'è il presente, questo tempo difficile: un pezzo di angoscia pura.<br>[...] Questa messa in scena di linguaggio allontana la morte dell'altro: un brevissimo momento, si dice, separa il tempo in cui il bambino crede sua madre ancora assente da quel lo in cui la crede già morta. Manipolare l'assenza significa far durare questo momento, ritardare il più a lungo possibile l'istante in cui l'altro potrebbe, dall'assenza, piombare bruscamente nella morte. (p. 35, ''L'assente'')
*L'[[Assenza]] è la figura della privazione; io desidero e ho bisogno simultaneamente. Il desiderio si spegne sul bisogno: questo è il fatto ossessionante del sentimento amoroso. (''L'assente'', p. 36)
*L'assenza dell'altro mi tiene la testa sott'acqua; poco a poco, io soffoco, la mia aria si fa più rarefatta: ed è attraverso quest'asfissia che io ricostituisco la mia ''verità'' e preparo l'Intrattabile dell'amore. (''L'assente'', p. 37)
*{{maiuscoletto|atopos}} Il soggetto amoroso riconosce l'essere amato come «atopos» (qualifica attribuita a Socrate dai suoi interlocutori), cioè inclassificabile, dotato di una originalità sempre imprevedibile. (''Atopos'', p. 38)
*L'altro che io amo e che mi affascina è ''atopos''. Io non posso classificarlo, poiché egli è precisamente l'Unico, l'Immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità dei mio desiderio. È la figura della mia verità; esso non può essere fissato in alcun stereotipo (che è la verità degli altri).<br>Tuttavia, durante la mia vita, io ho amato o amerò più volte. Questo significherebbe dunque che il mio desiderio, per quanto speciale, si fissa su un tipo? Il mio desiderio è dunque classificabile? C'è, mi domando, fra tutti gli esseri che ho amato, un solo tratto comune che, per quanto tenue (un naso, una pelle, un qualcosa), mi permetta di dire: {{sic|ecco}} il mio tipo! «È esattamente il mio tipo», «Non è affatto il mio tipo»: frase da dongiovanni; l'innamorato è dunque soltanto un dongiovanni più difficile che per tutta la vita cerca il "suo tipo"? In quale parte del corpo avverso devo leggere la mia verità? (''Atopos'', p. 38)
*Essendo atopico, l'altro fa tremare il linguaggio: non si può parlare ''di'' lui, ''su'' lui; qualsiasi attributo è falso, doloroso, goffo, imbarazzante: l'altro è ''inqualificabile'' (e questo sarebbe il vero significato di ''atopos''). (''Atopos'', p. 39)
*3. Di fronte alla brillante originalità dell'altro, io non mi sento mai "atopos", ma semmai classificato (come un dossier fin troppo noto). Talvolta, riesco però a sospendere il gioco delle immagini ineguali («Perché mai non posso essere anch'io originale, forte quanto l'altro?»); indovino che la vera originalità non è né in me né nell'altro, ma nella nostra stessa relazione. Ciò che bisogna conquistare è l'originalità della relazione. La maggior parte delle ferite d'amore me le procura lo stereotipo: io sono costretto, come tutti, a far la parte dell'innamorato: ad essere geloso, trascurato, frustrato come gli altri. Ma quando la [[relazione]] è originale, lo stereotipo viene sconvolto, superato, evacuato, e la gelosia, ad esempio, non ha più luogo d'essere in questo rapporto senza luogo, senza ''topos'', senza ''topo'' - senza discorso. (''Atopos'', p. 39)
*{{maiuscoletto|[[attesa]]}} Tumulto d'angoscia suscitato dall'attesa dell'essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni). (''L'attesa'', p. 40)
*1. Sto [[aspettare|aspettando]] un arrivo, un ritorno, un segnale promesso. Ciò può essere futile o infinitamente patetico: in ''Erwartung'' (attesa), una donna aspetta, nella foresta, di notte, il suo amante; io sto aspettando solamente una telefonata, ma è la stessa angoscia. Tutto è solenne: non ho il senso delle ''proporzioni''. (''L'attesa'', p. 40)
*2. Vi è una scenografia dell'attesa: io la organizzo, la manipolo, ritaglio un pezzo di tempo in cui mimerò la perdita dell'oggetto amato e provocherò tutti gli effetti di un piccolo lutto. Tutto questo avviene dunque come in una recita. (''L'attesa'', p. 40)
*Questa è la recita; essa può essere abbreviata dall'arrivo dell'altro; se arriva in primo, l'accoglienza è calma; se arriva in secondo, avviene una «scenata»; se arriva in terzo, vi è la riconoscenza, l'atto di grazia: io respiro nuovamente a pieni polmoni, come Pelléas allorché, uscendo dal sotterraneo, ritrova la vita, il profumo delle rose. (''L'attesa'', p. 41)
*4. L'essere che io aspetto non è reale. Come il seno materno per il poppante, «io lo creo e lo ricreo continuamente a cominciare dalla mia capacità di amare, a cominciare dal bisogno che io ho di lui»<ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: ''Jeu et Réalité'', 34 e 21.</ref>: l'altro viene là dove io lo sto aspettando, là dove io l'ho già creato. E, se lui non viene, io lo allucino: l'attesa è un delirio. (''L'attesa'', p. 41)
*E ancora molto tempo dopo che la relazione amorosa si è acquietata, io conservo l'abitudine di allucinare l'essere che ho amato: talora, una telefonata che tarda a venire riesce ancora ad angosciarmi e, in ogni importuno, credo di riconoscere la voce che amavo: io sono un mutilato che continua ad avere male alla gamba amputata. (''L'attesa'', p. 42)
*5. «Sono innamorato? - Sì, poiché sto aspettando». L'altro, invece, non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell'innamorato non è altro che: ''io sono quello che aspetta. (''L'attesa'', p. 42)
*6. Un mandarino era innamorato di una cortigiana. «Sarò vostra, - disse lei, - solo quando voi avrete passato cento notti ad aspettarmi seduto su uno sgabello, nel mio giardino, sotto la mia finestra». Ma, alla novantanovesima notte, il mandarino si alzò, prese il suo sgabello sotto il braccio e se n'andò. (''L'attesa'', p. 42)
*{{maiuscoletto|[[capire]]}} Sentendo improvvisamente l'episodio amoroso come un groviglio di motivazioni inspiegabili e di situazioni senza vie d'uscita, il soggetto esclama: «''Voglio capire (che cosa mi sta capitando)!''» (''«Voglio capire»'', p. 43)
*1. Che cosa penso dell'[[amore]]? - In fondo, non penso niente. Certo, vorrei sapere ''che cos'è'', ma, vivendolo dal di dentro, lo vedo in quanto esistenza, non in quanto essenza. [...] Naturalmente, la riflessione mi è consentita, ma, siccome questa riflessione viene subito trascinata nel ribollimento delle immagini, essa non muta mai in riflessività: escluso dalla logica (che presuppone dei linguaggi estranei gli uni agli altri), non posso pretendere di poter ''pensare con lucidità''. E così, se anche continuassi a discettare sull'amore per un anno intero, potrei solamente sperare di riuscire ad afferrarne il concetto «per la coda»: flashes, formule, espressioni a effetto sparse nel copioso fluire dell'Immaginario; io mi trovo nel ''posto sbagliato'' dell'amore, che è poi il suo punto più in vista; dice un [[proverbio]] cinese: «Il punto più in ombra, si trova sempre sotto la lampada».<ref>{{maiuscoletto|[[Theodor Reik|Reik]]}}: Proverbio citato da Reik, 184.</ref> (''«Voglio capire»'', p. 43)
*{{maiuscoletto|[[catastrofe]]}} Crisi violenta durante la quale il soggetto, sentendo la situazione amorosa come un vicolo cieco, una trappola da cui non potrà mai più uscire, si vede destinato a una totale distruzione di sé. (''La catastrofe'', p. 45)
*1. Vi sono due tipi di disperazione: la disperazione pacata, la rassegnazione attiva («lo vi amo come bisogna amare: nella disperazione»), e la disperazione violenta: un bel giorno, in seguito a un incidente qualsiasi, mi chiudo nella mia stanza e scoppio in lacrime: sono in balia di una forza che mi soverchia, asfissiato dal dolore; il mio corpo s'irrigidisce e si contrae: come in un lampo, freddo e tagliente, io vedo la distruzione a cui sono condannato. Tutto ciò non ha niente di paragonabile alla prostrazione insidiosa, ma in fondo molto civile, degli amori difficili; non c'è alcun rapporto con l'annichilimento in cui si viene a trovare il soggetto abbandonato: qui, sono come folgorato, ma lucido. La sensazione che provo è quella di una vera e propria catastrofe: «''Ecco, "sono veramente fottuto!''» (''La catastrofe'', p. 45)
*{{maiuscoletto|[[circoscrivere]]}} Per ridurre la propria infelicità, il soggetto ripone la sua speranza in un metodo di controllo che gli dovrebbe permettere di circoscrivere i piaceri che la relazione amorosa gli dà: da una parte, continuare a tenersi questi piaceri, approfittarne pienamente, e, dall'altra, mettere in una parentesi d'impensato le larghe zone depressive che separano questi piaceri: ''dimenticare'' l'essere amato al di fuori dei piaceri che esso dà. (''Laetitia'', p. 47)
*1. Cicerone, prima, e Leibniz, poi, hanno contrapposto ''gaudium'' e ''laetitia''<ref>{{maiuscoletto|[[Leibniz]]}}: ''Nuovi saggi sull'intelletto umano'', XX e 296.</ref>''Gaudium'' è il «piacere che l'anima prova quando considera sicuro il possesso di un bene presente o futuro, ed un bene è in nostro possesso quando è in nostro potere il poterne godere quando lo vogliamo». ''Laetitia'' è un piacere allegro, «uno stato nel quale il piacere predomina in noi» [...]. ''Gaudium'' è ciò che io vagheggio: godere di un possesso perpetuo. Ma non potendo ottenere ''Gaudium'', da cui troppi ostacoli mi separano, considero l'eventualità di ripiegare su ''Laetitia''. (''Laetitia'', p. 47)
*{{maiuscoletto|[[colpe]]}} In un qualsiasi episodio trascurabile della vita d'ogni giorno, il soggetto crede di aver mancato nei confronti dell'essere amato e prova per questo un sentimento di colpevolezza. (''Colpe'', p. 49)
*2. Ogni incrinatura nella Devozione è una colpa: questa è la regola della ''Cortezia''. Questa colpa prende corpo quando io abbozzo un semplice gesto d'indipendenza nei confronti dell'oggetto amato; ogni volta che, per spezzare l'asservimento, cerco di «sganciarmi» (è il consiglio unanime dei mondo), io mi sento colpevole. E perciò, paradossalmente, io sono colpevole di alleggerire il peso, di ridurre l'ingombro esagerato della mia devozione, in poche parole di «riuscire» (secondo il mondo); insomma, ciò che mi fa paura è di essere forte e ciò che mi rende colpevole è la padronanza (o il suo semplice gesto). (''Colpe'', p. 50)
*{{maiuscoletto|[[compassione]]}} Il soggetto prova un sentimento di compassione nei riguardi dell'oggetto amato ogni volta che lo vede, lo sente o lo sa infelice o minacciato da qualcosa che è estraneo alla relazione amorosa in sé. (''«Ho male all'altro»'', p. 51)
*{{NDR|[[compassione]]}} «[...] più giustamente si dovrebbe chiamare unipassione, dolore all'unisono -, noi dovremmo odiarlo se lui, come Pascal, trova se stesso odioso» [...] Ora, per quanto grande sia la forza dell'amore, questo non avviene: sono commosso, angosciato, poiché è terribile veder soffrire le persone a cui si vuol bene, ma, al tempo stesso, rimango asciutto, impenetrabile. La mia, è un'identificazione imperfetta: sono una Madre (l'altro mi dà delle preoccupazioni), ma una Madre carente; [...] Giacché, proprio mentre m'identifico «sinceramente» nell'infelicità dell'altro, ciò che vedo in questa infelicità è che essa si manifesta ''senza di me'' e che, essendo infelice di per sé, l'altro mi abbandona: se egli soffre senza che io ne sia la causa, vuol dire che per lui io non conto: la sua sofferenza mi annulla nella misura in cui lo pone fuori della mia portata. (''«Ho male all'altro»'', p. 51)
*2. Di conseguenza, le cose si rovesciano: dato che l'altro soffre senza di me, perché io dovrei soffrire al suo posto? La sua infelicità lo porta lontano da me e io finirei per sfiancarmi cercando di corrergli dietro, senza poter mai sperare di raggiungerlo, di entrare in coincidenza con lui. Dunque, stacchiamoci un po', impariamo a tenerci a una certa distanza. (''«Ho male all'altro»'', pp. 51-52)
*{{maiuscoletto|[[comportamento]]}} Figura deliberativa: il soggetto amoroso si pone con angoscia dei problemi di comportamento che il più delle volte sono futili: che fare davanti a tale alternativa? Come agire? (''«Che fare?»'', p. 53)
*2. Le mie angosce di comportamento sono ridicole e diventano sempre più ridicole, all'infinito. Se l'altro, incidentalmente o negligentemente mi dà il numero di telefono di un posto in cui posso trovarlo a certe ore, io subito mi agito: devo o non devo telefonargli? (Dirmi che ''posso'' telefonargli - questo è il senso obiettivo, logico, del messaggio - non servirebbe a niente, poiché ciò che mi mette in crisi è proprio questo ''permesso''). (''«Che fare?»'', p. 53)
*{{maiuscoletto|[[connivenza]]}} Il soggetto s'immagina di stare parlando dell'essere amato con una persona rivale, e questa immagine, curiosamente fa nascere in lui un piacevole senso di complicità. (''La connivenza'', p. 55)
*Finalmente posso parlare dell'altro ''con chi se ne intende''; si verifica una parità di sapere, un piacere d'inclusione; parlandone, l'oggetto non viene né estraniato né lacerato; egli resta interno al discorso duale, che anzi lo preserva. Io coincido con l'Immagine e al contempo con questo secondo specchio che riflette ciò che io sono (sul volto del rivale io leggo la mia paura, la mia gelosia). (p. 55, ''La connivenza'')
*3. La [[gelosia]] è un'equazione a tre termini permutabili (indecidibile): si è sempre gelosi di due persone contemporaneamente: io sono geloso di chi amo e di chi lo ama. L'''odiosamato'' (il «rivale») è ''anche'' amato da me: esso m'interessa, m'incuriosisce, mi affascina (vedi ''L'eterno marito'', di [[Dostoevskij]]). (''La connivenza'', p. 56)
*{{maiuscoletto|[[contatti]]}} La figura fa riferimento ad ogni discorso interiore suscitato da un contatto furtivo con il corpo (e più precisamente con la pelle) dell'essere amato. (''«Quando innavertitamente il mio dito»'', p. 57)
*1. Il dito di [[I dolori del giovane Werther|Werther]] sfiora inavvertitamente il dito di Carlotta; i loro piedi, sotto il tavolo, si incontrano.<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: p. 57.</ref> Werther potrebbe astrarsi dal senso di questi episodi casuali; egli potrebbe concentrarsi corporalmente su quelle minuscole zone di contatto e, come un feticista, provare piacere per questo o quel pezzetto di dito o di piede inerte, ''senza preoccuparsi della risposta'' (come Dio - è la sua etimologia -, il Feticcio non risponde). Ma, per l'appunto, Werther non è pervertito, ma innamorato: egli dà un senso, sempre, ovunque, a proposito di niente, ed è proprio il senso che lo fa fremere: egli si trova nel braciere del senso. Per l'innamorato, ogni contatto pone il problema della risposta: egli chiede alla pelle di rispondere. (''«Quando innavertitamente il mio dito»'', p. 57)
*{{maiuscoletto|[[contingenze]]}} Avvenimenti insignificanti, fatti fortuiti, traversie, inezie, meschinerie, quisquilie, episodi della vita amorosa; qualsiasi nucleo fattuale che ostacoli l'aspirazione alla felicità del soggetto amoroso, come se il caso tramasse contro di lui. (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 59)
*2. L'episodio è trascurabile (esso è sempre trascurabile) ma attirerà tutto il mio linguaggio. Io lo trasformo subito in un avvenimento importante, 'pensato'' da qualcosa che assomiglia al destino. È una cappa che mi cade addosso e che trascina con s‚ tutto. Innumerevoli e vaghe circostanze finiscono così col tessere il velo nero della Maya, la tappezzeria delle illusioni, dei significati, delle parole. Io mi metto a ''classificare'' quello che mi sta capitando. (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 59)
*(Per me, l'episodio è un segno, non un indizio: l'elemento di un sistema, non l'efflorescenza di una causalità). (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 60)
*{{maiuscoletto|[[corpo]]}} Ogni pensiero, ogni emozione, ogni interesse suscitato nel soggetto amoroso dal corpo amato. (p. 61, ''Il corpo dell'altro'')
*1. Il suo corpo era diviso: da una parte, il corpo vero e proprio - la sua pelle, i suoi occhi - tenero, caldo, e, dall'altra, la sua voce, breve, trattenuta, soggetta ad accessi di lontananza, la sua voce, che non dava ciò che dava il suo corpo. O anche: da una parte, il suo corpo morbido, tiepido, languido al punto giusto, con una sottile peluria, fintamente goffo, e, dall'altra, la sua voce - la voce, sempre la voce - sonora, nitida, mondana, ecc. (''Il corpo dell'altro'', p. 61)
*''[[Scrutare]]'' vuol dire ''frugare'': io frugo il corpo dell'altro, come se volessi vedere cosa c'è dentro, come se la causa meccanica del mio desiderio si trovasse nel corpo antagonista (sono come quei bambini che smontano una sveglia per sapere che cos'è il tempo). Questa operazione viene condotta in maniera fredda e stupita; sono calmo, attento, come se fossi davanti a uno strano insetto di cui improvvisamente non ho ''più paura''. Certe parti del corpo sono particolarmente adatte a questa ''osservazione'': le ciglia, le unghie, l'attaccatura dei capelli, gli oggetti molto particolari. P- evidente che in quel momento io sto feticizzando un morto. La prova è data dal fatto che, se il corpo che sto scrutando si scuote dalla sua inerzia, se si mette ''a fare qualcosa'', il mio desiderio cambia; se, per esempio, vedo l'altro ''pensare'', il mio desiderio cessa di essere perverso e ridiventa immaginario: io ritorno a un'Immagine, a un Tutto: io amo di nuovo. (''Il corpo dell'altro'', p. 61)
*(Io guardavo tutto del suo volto, del suo corpo, con distacco: le sue ciglia, l'unghia del suo alluce, la sottigliezza delle sue sopracciglia, delle sue labbra, il colore di smalto dei suoi occhi, un certo neo, un certo modo di tenere le dita fumando; ero affascinato - dato che, alla fin fine, la fascinazione non altro è che il punto estremo del distacco - da quella specie di statuina colorata, smaltata, vetrificata, nella quale potevo leggere, senza capirci nulla, ''la causa del mio desiderio''). (''Il corpo dell'altro'', p. 62)
*{{maiuscoletto|[[cuore]]}} Questa parola serve per moti e desideri d'ogni genere, ma ciò che è costante è che il cuore - negato o rifiutato che sia - vuole essere un oggetto di dono. (''Il cuore'', p. 63)
*3. Il cuore, è ciò che io credo di donare. Ogni volta che questo dono mi viene restituito, allora non basta dire, come Werther, che una volta tolto tutto l'ingegno che mi si attribuisce e di cui non mi curo, il cuore è ciò che resta di me: il cuore è ciò che ''mi'' resta, e questo cuore che mi pesa e il cuore greve: greve per il rigurgito che l'ha riempito (solo gl'innamorati e i bambini hanno il cuore greve). (''Il cuore'', p. 63)
*{{maiuscoletto|[[dedica]]}} Episodio di linguaggio che accompagna ogni regalo amoroso, sia esso reale o progettato, e, più in generale, ogni gesto, effettivo o interiore, per mezzo del quale il soggetto dedica qualche cosa all'essere amato. (''La dedica'', p. 65)
*Il [[regalo]] d'amore è solenne; trascinato dall'insaziabile metonimia che disciplina la vita immaginaria, io mi traspongo tutt'intero in esso. Attraverso questo oggetto, io ti do il mio Tutto, io ti tocco con il mio fallo; è per questo che io sono follemente eccitato, che corro da un negozio all'altro, che mi ostino a cercare il feticcio che vada bene, il feticcio splendente, riuscito, che si adatterà ''perfettamente'' al tuo desiderio. (''La dedica'', p. 65)
*Il [[regalo]] è contatto, sensualità: tu stai per toccare ciò che io ho toccato: una terza pelle ci unisce. (''La dedica'', p. 65)
*5. Quantunque sia incapace di enunciarsi, di enunciare, l'amore vuole nondimeno clamarsi, declamarsi, scriversi ovunque: "all'acqua, all'ombra, ai monti, ai fiori, all'erbe, ai fonti, all'eco, all'aria, ai venti..." Basta che il soggetto amoroso crei o costruisca qualcosa, che subito è colto da una pulsione di [[dedica]]. Tutto ciò che fa, subito, e ancora prima che sia finito, egli vuole donarlo alla persona che ama, per la quale ha lavorato o lavorerà. La scritta del nome dirà per chi è il dono.<ref>{{maiuscoletto|[[Le nozze di Figaro]]}}: aria di Cherubino (atto I)</ref> (''La dedica'', p. 67)
*In ''[[Teorema (film)|Teorema]]'' l'«altro» non parla, ma iscrive però qualcosa in tutti coloro che lo desiderano - opera ciò che i matematici chiamano una catastrofe (lo sconvolgimento di un sistema per mezzo di un altro sistema): vero è che quel muto è un angelo. (''La dedica'', p. 69)
*{{maiuscoletto|demoni}} Il soggetto amoroso ha talvolta l'impressione di essere posseduto da un demone del linguaggio che lo spinge a farsi del male e a espellersi - secondo le parole di Goethe - dal paradiso che, in altri momenti, la relazione amorosa rappresenta per lui. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*1. Una forza precisa trascina il mio linguaggio verso il male che io posso fare a me stesso: il regime del mio linguaggio è la ruota libera: il linguaggio si morula, senza nessuna idea tattica della realtà. Io cerco di farmi del male, mi espello da solo dal mio paradiso, affannandomi di suscitare in me stesso le immagini (di gelosia, di abbandono, di umiliazione) che possono ferirmi; e quando la ferita è aperta, cerco di mantenerla tale, la alimento con altre immagini, fino a che un'altra ferita non venga a distogliermi da quella. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*2. Il demonio è plurale («Il mio nome è Legione», [[Vangelo secondo Luca|Luca]] 8.30). Quando un demone viene respinto, quando finalmente sono riuscito a imporgli il silenzio (per caso o attraverso la lotta), un altro lì vicino solleva la testa e si mette a parlare<ref>{{maiuscoletto|[[Goethe]]}}: «Noi siamo i nostri propri demoni, noi ci espelliamo dal nostro paradiso» ('Werther'', nota 93 dell'ed. Aubier-Montaigne)]</ref>. La vita demoniaca di un innamorato è simile alla superficie d'una solfatara; delle grandi bolle (roventi e fangose) scoppiano una dopo l'altra; quando una si rompe e s'affloscia, essa ritorna nel magma e subito, più lontano, un'altra si forma, si gonfia. Le bolle «Disperazione», «Gelosia», «Esclusione», «Desiderio», «Incertezza di comportamento», «Terrore di perdere la faccia» (il più malvagio dei demoni) fanno ''ploc' una dopo l'altra, in un ordine indeterminato: è il ''disordine'' della Natura. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*3. Come respingere un demone (vecchio problema)? I demoni, specialmente se sono demoni di linguaggio (e sennò di cos'altro sarebbero?), si combattono con il linguaggio. Io posso quindi sperare di esorcizzare la parola demoniaca che mi è suggerita (da me stesso) sostituendola (posto che io possegga il necessario talento linguistico) con un'altra parola più dimessa (procedo per eufemia). Così credevo di essere finalmente uscito dalla crisi, ma ecco che - favorita da un lungo viaggio in automobile - sono colto da una loquela mentre continuo incessantemente ad agitare nella mia testa il desiderio, il rimpianto e l'aggressione dell'altro; e a queste ferite s'aggiunge lo sconforto di dover constatare che io ''sto avendo una ricaduta''; ma il vocabolario è una vera e propria farmacopea (veleno da una parte, rimedio dall'altra): no, non è una ricaduta, è soltanto un ultimo ''sussulto'' del demone anteriore. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 71)
*{{maiuscoletto|de-realtà}} Sensazione di assenza, di riduzione di realtà, provata dal soggetto amoroso nei confronti del mondo. (''Il mondo siderato'', p. 72)
*(Il mondo è pieno senza di me, come nella ''[[Jean-Paul Sartre#La_nausea|Nausea]]''; esso gioca alla vita dietro un vetro; il mondo è immerso in un acquario; io lo vedo vicinissimo e tuttavia separato, fatto di un'altra sostanza; cado continuamente fuori di me, senza vertigine, senza annebbiamento, nella ''precisione'', come fossi drogato. [...]) (''Il mondo siderato'', p. 72)
*{{NDR|L'[[Italia]]}} Questo paese perde in tutto: abolisce la differenza dei gusti, ma non la divisione delle classi, ecc. (p. 73, ''Il mondo siderato'')
*Fino a quando sentirò che il mondo mi è ostile, io gli sarò legato: ''io non sono pazzo''. Ma talvolta, quando ho dato fondo al malumore, mi accorgo di non avere più alcun linguaggio: il mondo non è ''irreale'' (se lo fosse potrei esprimerlo: esiste un'arte dell'irreale che è fra le più alte), ma de-reale: il reale lo ha abbandonato, cosicché io non ho più alcun senso (alcun paradigma) a mia disposizione; ''io non riesco'' a definire i miei rapporti con Coluche, col ristorante, col pittore, con piazza del Popolo. Quale tipo di rapporto posso io avere con un potere, se non ne sono lo schiavo, né il complice, né il testimone? (''Il mondo siderato'', p. 74)
*6. Talvolta il mondo mi appare ''irreale'' (io lo esprimo in un modo diverso), talaltra mi appare ''dereale'' (io lo esprimo con difficoltà). Non è (si dice) la stessa riduzione di realtà. Nel primo caso, il rifiuto che io oppongo alla realtà si estrinseca attraverso una ''fantasia'': tutto ciò che mi circonda muta di valore rispetto a una funzione, che è poi l'Immaginario; l'innamorato si separa quindi dal mondo, lo irrealizza perché, su un altro versante, fantasmatizza le peripezie o le utopie del suo amore; si abbandona all'Immagine e, di conseguenza, tutto ciò che è «reale» lo infastidisce. Anche nel secondo caso vi è una perdita di contatto col reale, ma qui nessuna sostituzione immaginaria viene a compensare la perdita. seduto davanti al manifesto di Coluche, io non «sogno» niente (neanche l'altro); anzi, non sono più nemmeno nell'Immaginario. Tutto è cristallizzato, pietrificato, immutabile, cioè ''insostituibile'': l'Immaginario è (temporaneamente) proscritto. Nel primo caso, sono nevrotizzato, io irrealizzo; nel secondo caso, sono pazzo, io de-realizzo. (''Il mondo siderato'', p. 75)
*{{maiuscoletto|[[dichiarazione]]}} Propensione del soggetto amoroso a intrattenere a lungo, con un'emozione contenuta, l'essere amato, a proposito del suo amore, di lui, di sé, di loro: la dichiarazione non verte sulla confessione dell'amore, ma sulla forma, commentata all'infinito, della relazione amorosa. (''Il colloquio'', p. 77)
*(Parlare amorosamente, significa dissipare senza limite, senza soluzione di continuità; vuol dire praticare un rapporto senza orgasmo. Forse esiste una forma letteraria di questo ''coitus reservatus'': il preziosismo). (''Il colloquio'', p. 77)
*Nessuno ha voglia di parlare dell'amore, se non è ''per'' qualcuno. (''Il colloquio'', p. 78)
*{{maiuscoletto|[[dipendenza]]}} Figura nella quale l'opinione intravede la condizione stessa del soggetto amoroso, asservito all'oggetto amato. (''Domnei'', p. 79)
*1. La meccanica del vassallaggio amoroso esige una futilità senza fondo<ref>{{maiuscoletto|Cortezia}}: l'amore cortese è fondato sul vassallaggio amoroso (''Domnei'' o ''Donnoi'')</ref>. Questo perché, se si vuole che la dipendenza si manifesti nella sua purezza, bisogna che essa si renda palese nelle circostanze più irrilevanti e diventi qua si vergognosa a forza di pusillanimità: aspettare una telefonata è in un certo senso una dipendenza troppo gravosa<ref>{{maiuscoletto|[[Simposio]]}}: 166.</ref>; bisogna che io la affini, senza limiti: quindi, mi farò il sangue cattivo di fronte allo spettegolare delle comari che, dal farmacista, mi tiene lontano dall'apparecchio a cui sono asservito; e siccome questa telefonata, che io non voglio perdere, mi fornirà qualche nuova occasione di asservimento, si potrebbe dire che io agisco energicamente per preservare proprio lo spazio della dipendenza e per permettere inoltre a questa dipendenza di esercitarsi: io mi smarrisco nella dipendenza ma, ciò che è più - altro tranello -, sono umiliato da questo smarrimento. (''Domnei'', p. 79)
*(Se io accetto la mia dipendenza, è perché essa costituisce per me un mezzo per "significare" la mia domanda: nel campo amoroso, la futilità non è una "debolezza" né una "meschinità": essa è un segno di forza: più la cosa è futile, più ha significato e più s'impone come forza). (''Domnei'', p. 79)
*{{maiuscoletto|[[disagio]]}} Scena a più persone, nella quale l'implicito del rapporto amoroso agisce come una coartazione e suscita un imbarazzo collettivo che non viene esternato. (''«Con aria imbarazzata»'', p. 81)
*{{maiuscoletto|[[dispendio]]}} Figura mediante la quale il soggetto amoroso mira e al contempo esita a situare l'amore in un'economia di puro dispendio, di perdita «per niente». (''L'esuberanza'', p. 83)
*1. Alberto, personaggio piatto, morale, conformista, decreta (come chissà quanti prima di lui) che il [[suicidio]] è una viltà. Per Werther, al contrario, il suicidio non è una debolezza, dal momento che esso scaturisce da una tensione<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: 59, 133.</ref>: «Mio caro, se un eccesso fisico viene considerato come una forza, perché non lo sarà anche l'eccesso dei sentimenti?» L'amore-passione è dunque una forza («questa violenza, questa passione irriducibile»), è qualcosa che ricorda la vecchia nozione di ἰσχύς (''ischus'': energia, tensione, forza di carattere) e, più vicino a noi, quella di Dispendio.<ref>{{maiuscoletto|GRECO}}: nozione stoica (''Les Stoïciens'').</ref> (''L'esuberanza'', p. 83)
*(Prima un lord e poi un vescovo inglese, rimproverarono a Goethe l'epidemia di suicidi provocati dal ''Werther''. [[Goethe]] rispose in termini propriamente ''economici'': «Il vostro sistema commerciale ha fatto migliaia di vittime; perché non perdonarne qualcuna anche al ''Werther''?»)<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: ''furor wertherinus'', Introduzione, XIX. Risposta di Goethe: Introduzione, XXXII (ed. Aubier-Montaigne).</ref> (''L'esuberanza'', p. 84)
*3. Il discorso amoroso non è proprio privo di calcoli: io ragiono, certe volte calcolo, sia per ottenere una certa soddisfazione, o per evitare un certo dolore, sia per rappresentare interiormente all'altro, in un moto di stizza, i tesori d'ingegnosità che io dilapido ''per niente'' in suo favore (cedere, dissimulare, non ferire, divertire, convincere, ecc.). Ma questi calcoli sono soltanto delle impazienze: in essi non vi è alcuna idea di guadagno finale: il Dispendio è aperto, all'infinito, la forza deriva, senza nessuna finalità (l'oggetto amato non è una meta: è un oggetto-cosa, non un oggetto-termine). (''L'esuberanza'', p. 84)
*L'esuberanza amorosa è l'esuberanza del fanciullo a cui niente (ancora) viene a contenere l'ostentazione narcisistica, il godimento multiforme. Considerato che il discorso amoroso non è una ''media'' di stati d'animo, questa esuberanza può essere rotta a intervalli da tristezze, avvilimenti, impulsi suicidi; ma un tale squilibrio fa parte di quest'economia nera che mi marchia con la sua aberrazione, e per così dire con il suo lusso sfrenato. (''L'esuberanza'', p. 84)
*{{maiuscoletto|[[dramma]]}} Il soggetto amoroso non può scrivere egli stesso il suo romanzo d'amore. Solo una forma molto arcaica potrebbe raccogliere il fatto che lui declama senza però poterlo raccontare. (''Romanzo/dramma'', p. 85)
*Se io tengo un [[diario]], è difficile che questo diario riporti i ''fatti accaduti''. I fatti della vita amorosa sono talmente futili che accedono alla scrittura solo attraverso uno sforzo immenso: ci si scoraggia di scrivere ciò che, ''nello scriversi'', rivela in pieno la propria banalità. (''Romanzo/dramma'', p. 85)
*{{maiuscoletto|[[esilio]]}} Decidendo di rinunziare allo stato amoroso, il soggetto si vede con tristezza esiliato dal proprio Immaginario. (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 87)
*(La passione [[amore|amorosa]] è un delirio; ma il delirio non è poi così straordinario; tutti ne parlano e ormai non fa più paura. Enigmatica è semmai ''la perdita di delirio'': dove porta?) (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 87)
*2. Nel [[lutto]] reale, è la «prova di realtà» a mostrarmi che l'oggetto amato ha cessato di esistere. Nel lutto amoroso, l'oggetto non è né morto né lontano. Sono io a decidere che la sua immagine deve morire (e questa morte, io potrò addirittura arrivare a nascondergliela). Per tutto il tempo che durerà questo strano lutto, dovrò portare il peso di due infelicità fra loro contrarie: soffrire per il fatto che l'altro sia presente (e che continui, suo malgrado, a farmi del male) e affliggermi per il fatto che egli sia morto (se non altro, che sia morto quello che io amavo). Cosicché mi angoscio (vecchia abitudine) per una telefonata che non arriva, ma nello stesso tempo devo dirmi che questo silenzio è, ''in ogni caso'', inconseguente, poiché io ho deciso di non aspettarmi più niente: il telefonarmi, dipendeva soltanto dall'immagine amorosa; scomparsa quell'immagine, sia che suoni sia che non suoni, il telefono riprende la sua futile esistenza. (Il punto più sensibile di questo lutto è che mi tocca ''perdere un linguaggio'' - il linguaggio amoroso. D'ora innanzi, non ci saranno più i «Ti amo»). (''L'esilio dell'Immaginario'', pp. 87-88)
*3. Per quanto io lo rovini, il lutto dell'immagine mi rende angosciato; ma, d'altro lato, per quanto io riesca a dargli buon esito, esso mi rende triste. Se l'esilio dell'Immaginario è la via obbligata per giungere alla «guarigione», allora bisogna convenire che il progresso è triste. Questa tristezza non è una malinconia - o almeno è una malinconia incompleta (niente affatto clinica), giacché non mi rimprovero niente e non sono prostrato. La mia tristezza appartiene a quella frangia della malinconia in cui la perdita dell'essere amato resta astratta.<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: «In altre circostanze si può invece riscontrare che la perdita è di natura più ideale, Può darsi che l'oggetto non sia morto davvero, ma sia andato perduto come oggetto d'amore...» (''Ibid.'', 104).</ref> Qui, la perdita è doppia: non posso neppure investire la mia infelicità, come quando soffrivo per il fatto di essere innamorato. Allora, io desideravo, sognavo, lottavo; un bene prezioso era dinanzi a me, semplicemente ritardato, il suo possesso era ostacolato da alcuni contrattempi. Adesso non c'è più niente; tutto è calmo, e questo è peggio. Sebbene sia giustificato da un'economia - l'immagine muore affinché io viva -, il lutto amoroso ha sempre uno strascico: una frase viene ripetuta in continuazione: «Che peccato!» (p. 88, ''L'esilio dell'Immaginario'')
*Il vero atto del lutto, non è soffrire per la perdita dell'essere amato; è constatare un giorno, sulla pelle della relazione, simile a una minuscola macchia, il sintomo di una morte sicura: per la prima volta, io faccio del male a chi amo, senza volerlo, certo, ma anche ''senza darmi eccessiva pena''. (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 89)
*5. Io cerco di strapparmi all'Immaginario amoroso: ma, come brace non ancora spenta, sotto l'Immaginario cova la fiamma; esso avvampa di nuovo; ciò che era stato ripudiato risorge; ad un tratto, dalla tomba mal sigillata sale un lungo lamento. (Gelosie, angosce, possessi, discorsi, appetiti, segni: ovunque, il desiderio amoroso ardeva nuovamente. Era come se io avessi voluto stringere per l'ultima volta, allo spasimo, qualcuno che stava per morire - che stavo per far morire: il mio, era un rifiuto di separazione).<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: «Questa avversione può essere talmente intensa da sfociare in un estraniamento dalla realtà e in una pertinace adesione all'oggetto, consentita dall'instaurarsi di una psicosi allucinatoria di desiderio» (''ibid.'')</ref><ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: «Poco prima che la perdita si faccia sentire, si può discernere nel bambino, nella eccessiva utilizzazione dell'oggetto transizionale, il rifiuto del timore che questo oggetto perda il suo significato» (''Jeu et Réalité'', 26 sgg.).</ref> (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 89)
*{{maiuscoletto|fading}} Prova dolorosa con la quale l'essere amato sembra sottrarsi a qualsiasi contatto, senza neppure rivolgere questa indifferenza enigmatica contro il soggetto amoroso o pronunziarla a beneficio di chiunque altro, sia questo il mondo o un rivale. (''Fading'', p. 90)
*Il fading dell'altro, quando si manifesta, mi angoscia perché mi sembra senza causa e senza fine. Come un triste miraggio, l'altro s'allontana, insegue l'infinito e io mi logoro nell'attesa del suo ritorno. (''Fading'', p. 90)
*Il fading dell'oggetto amato è il terrificante ritorno della Madre Cattiva, l'inspiegabile ritiro d'amore, la sensazione di sentirsi abbandonati ben nota ai Mistici: Dio esiste, la Madre c'è, ma essi ''non amano più''. Non sono distrutto, ma ''lasciato là'', come un rifiuto. (''Fading'', pp. 90-91)
*3. La gelosia fa soffrire meno perché l'altro continua ad essere vivo. Nel fading, l'altro sembra perdere ogni desiderio: egli è preda della Notte. L'altro mi abbandona, ma a questo abbandono fa seguito l'abbandono che a sua volta coglie l'altro<ref>{{maiuscoletto|[[Juan De La Cruz]]}}: «Diciamo ''Notte'' la privazione del gusto nell'appetito di tutte le cose» (citato da Baruzi, 408).</ref>; la sua immagine viene in questo modo lavata, disciolta; niente più mi sostiene, neanche il desiderio che l'altro rivolgerebbe altrove; sono in lutto per un oggetto che è già in lutto (da questo si può capire fino a che punto abbiamo bisogno del desiderio dell'altro, anche se questo desiderio non è rivolto a noi). (''Fading'', p. 91)
*7. Sembra che [[Freud]] detestasse il [[telefono]]: proprio lui che invece amava ''ascoltare''<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: [[Martin Freud]], ''Freud, mon père'', 45.</ref> Forse intuiva, presentiva, che la telefonata è sempre una ''cacofonia'' e che quello che il telefono lascia filtrare è la ''voce falsa'', la comunicazione fasulla. (''Fading'', p. 92)
*[...] il telefono non è un valido oggetto transizionale, non è una funicella inerte; il suo significato non è quello del collegamento, ma bensì quello della distanza; la voce amata, stanca, ascoltata per telefono: è il fading in tutta la sua angoscia. Tanto per cominciare, quando questa voce giunge a me, quando essa è là, quando (con molta fatica) continua ad esserci, io non la riconosco mai completamente; si direbbe che essa provenga da dietro una maschera (si dice che le maschere della tragedia greca avessero una funzione magica: dare alla voce un'origine ctonia, deformarla, straniarla, farla arrivare dall'al di là sotterraneo). E, inoltre, l'altro sembra sempre che stia per partire; egli se ne va due volte: attraverso la sua voce e attraverso il suo silenzio: a chi tocca parlare? Cessiamo insieme di parlare: ingombro di due vuoti. ''Sto per lasciarti'', dice ad ogni istante la voce al telefono. (''Fading'', pp. 92-93)
*[...] angosciarsi per il telefono: è il segno inequivocabile dell'amore. (''Fading'', p. 93)
*{{maiuscoletto|[[fastidio]]}} Sentimento di moderata gelosia che coglie il soggetto amoroso quando vede che l'interesse dell'essere amato è catturato e distolto da persone, oggetti o azioni che ai suoi occhi agiscono come altrettanti rivali secondari. (''L'arancia'', p. 94)
*È fastidioso tutto ciò che cancella fugacemente la relazione duale, tutto ciò che altera la complicità e allenta il legame di appartenenza: ''Tu appartieni anche a me'', dice il mondo. (''L'arancia'', p. 94)
*{{maiuscoletto|[[festa]]}} Il soggetto amoroso vive ogni incontro con l'essere amato come una festa. (''«Giorni beati»'', p. 96)
*{{maiuscoletto|[[gelosia]]}} «Sentimento che nasce nell'amore e che è cagionato dal timore che la persona amata preferisca qualcun altro» ([[Émile Littré|Littré]]).
*1. Il geloso del romanzo non è [[I dolori del giovane Werther|Werther]]; è il signor Schmidt, il fidanzato di Federica, l'uomo che è sempre di malumore. La gelosia di Werther nasce dalle immagini (vedere Alberto circondare col braccio la vita di Carlotta), non dal pensiero. Ciò si deve al fatto (ed è questa una delle bellezze del libro) che si tratta di una disposizione tragica, e non psicologica. Werther non odia Alberto; è solo che Alberto occupa un posto che lui desidera: Alberto è un avversario (un concorrente, nel senso proprio del termine), non un nemico: egli non è «odioso». Nelle lettere che scrive a Guglielmo, Werther non si dimostra molto geloso. È solo quando dal tono confidenziale della prima parte si passa al racconto finale che la rivalità fra i due diventa acuta, aspra, come se la gelosia prendesse corpo in seguito al semplice passaggio dall'''io'' al ''lui'' [...]. (''La gelosia'', p. 97)
*[...] se non accetto la spartizione dell'essere amato, io nego la sua perfezione, giacché è proprio della perfezione il fatto di essere [[condivisione|condivisa]]. [...] E così io soffro due volte: prima, per il fatto stesso della spartizione, e poi per la mia incapacità di sopportarne la nobiltà. (''La gelosia'', p. 98)
*3. «Quando amo, sono molto esclusivo», dice [[Freud]] (che prenderemo qui come modello della normalità). Essere gelosi è essere conformi alle regole. Rifiutare la gelosia («essere perfetto»), significa quindi trasgredire una legge.<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: ''Lettere 1873-1939''.</ref> (''La gelosia'', p. 98)
*(Conformismo in senso inverso: è vietato essere gelosi, l'esclusivismo va condannato, si deve vivere in gruppo, ecc. - Attenzione! -, vediamo come stanno realmente le cose: e se mi obbligassi a non essere più geloso per la vergogna d'esserlo? La gelosia è brutta, è borghese: è un fervore indecoroso, uno ''zelo'' - ed è appunto questo zelo che noi rifiutiamo).<ref>{{maiuscoletto|etimologia}}: Ζῆλος (''zễlos''), ''zelosus'', ''geloso''.</ref> (''La gelosia'', p. 98)
*4. Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero d'esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri. (''La gelosia'', p. 98)
*{{maiuscoletto|gradiva}} Questo nome, desunto dal libro di [[Wilhelm Jensen|Jensen]] analizzato da [[Freud]], designa l'immagine dell'essere amato che accetta di entrare un po' nel delirio del soggetto amoroso per aiutarlo ad uscirne fuori. (''La Gradiva'', p. 99)
*2. La Gradiva è una figura di salvezza, propiziatrice, una Eumenide, una Benevola. Ma, così come le [[Eumenidi]] non sono che delle vecchie Erinni, dee della vendetta, anche nella sfera amorosa esiste una Gradiva malvagia. Anche se inconsciamente e per delle motivazioni che possono aver origine dal suo proprio tornaconto nevrotico, l'essere amato sembra allora volermi spingere sempre più addentro nel mio delirio, sembra voler mantenere viva ed esulcerare la mia ferita d'amore [...]. In poche parole, l'altro mi riporta di continuo davanti alla mia impasse: impasse da cui non posso uscire e in cui non posso restare, proprio come il famoso cardinale Balue chiuso in una gabbia nella quale non poteva né stare in piedi né sdraiarsi. (''La Gradiva'', pp. 99-100)
*''[[Amare]]'' ed ''essere innamorato'' hanno fra loro un rapporto difficile: poiché, se è vero che ''essere innamorato'' non assomiglia a niente altro (una goccia di ''essere-innamorato"'' diluita in una vaga relazione amichevole la colora vivacemente, la rende incomparabile: io so ''subito'' che nel mio rapporto con X.... o con Y.... per quanto prudentemente mi trattenga, c'è ''dell'essere-innamorato''), è anche vero che, nell' ''essere-innamorato'', c'è dell' ''amare'': io voglio prendere, ferocemente, ma so anche dare, attivamente. (''La Gradiva'', p. 101)
*{{maiuscoletto|[[identificazione]]}} Il soggetto s'identifica dolorosamente con qualsiasi persona (o qualsiasi personaggio) che nella struttura amorosa occupi la sua stessa posizione. (''Identificazioni'', p. 102)
*2. Divoro con lo sguardo ogni intreccio amoroso, individuandovi quella che potrebbe essere la mia posizione, se ne facessi parte. lo colgo non delle analogie, bensì delle omologie [...]. Io sono catturato da uno specchio che si sposta e che mi capta ovunque vi sia una struttura duale. (''Identificazioni'', p. 102)
*Io, come lettore, posso identificarmi con [[I dolori del giovane Werther|Werther]]. Storicamente, migliaia di soggetti lo hanno fatto, soffrendo, suicidandosi, vestendosi, profumandosi, scrivendo come tanti Werther (canzoni, lamenti, bomboniere, fibbie, ventagli, acqua di toilette alla Werther). Una lunga catena di equivalenze lega tutti gli innamorati del mondo.<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: Introduzione storica (edizione Aubier-Montaigne).</ref> (''Identificazioni'', p. 103)
*[...] leggendo un [[Romanzo rosa|romanzo d'amore]], non è esatto dire che io mi proietto; io aderisco all'immagine dell'innamorato (dell'innamorata), mi rinchiudo con questa immagine nella clausura del libro (tutti sanno che questi romanzi vengono letti in stato di secessione, di reclusione, di assenza e di voluttà: al [[stanza da bagno|gabinetto]]).<ref>{{maiuscoletto|[[Marecl Proust|Proust]]}}: (il gabinetto odoroso d'iris, a Combray) «Destinata ad un uso più particolare e più volgare, quella stanza [...] mi servi per lungo tempo di rifugio, senza dubbio perché era la sola che mi fosse permesso chiudere a chiave, in tutte le occupazioni che invocano un'inviolabile solitudine: la lettura, la fantasticheria, le lagrime e la voluttà».</ref> (''Identificazioni'', p. 104)
*{{maiuscoletto|[[immagine]]}} Nella sfera amorosa, le ferite più dolorose sono causate più da ciò che si vede che non da ciò che si sa. (''Le immagini'', p. 105)
*L'immagine prende risalto, è pura e nitida come una lettera: essa è la lettera di ciò che mi fa male. Precisa, completa, rifinita, definitiva, essa non mi lascia alcuno spazio: io ne sono escluso come lo sono dalla scena primitiva, la quale forse esiste solo in quanto è delineata dal contorno della serratura. E perciò, ecco la definizione dell'immagine, di ogni immagine: l'immagine è ciò da cui io sono escluso. (''Le immagini'', p. 105)
*L'immagine è perentoria, essa ha sempre l'ultima parola; nessuna cognizione può contraddirla, trasformarla, affinarla. (''Le immagini'', p. 105)
*Esiste un ''[[freddo]]'' speciale dell'innamorato: la freddolosità del cucciolo (d'uomo, d'animale) che ha bisogno dei calore materno. (''Le immagini'', p. 106)
*{{maiuscoletto|inconoscibile}} Sforzi del soggetto amoroso per capire e definire l'essere amato «in sé», come tipo caratteriale, psicologico o nevrotico, indipendentemente dalle peculiari cognizioni del rapporto amoroso. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*1. Io sono prigioniero di questa contraddizione: da una parte, credo di conoscere l'altro meglio di chiunque e glielo dichiaro trionfalmente («Io sì che ti conosco! Solo io ti conosco veramente!»); e, dall'altra, sono spesso colpito da questa evidenza: l'altro è impenetrabile, sgusciante, intrattabile; non posso smontarlo, risalire alla sua origine, sciogliere il suo enigma. Da dove viene? Chi è? Mi esaurisco in sforzi inutili: non lo saprò mai. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*Rovesciamento: «Non riesco a capirti» vuol dire: «Non saprò mai che cosa pensi veramente di me». Non posso decifrare te perché non so come tu decifri me. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*{{maiuscoletto|incontro}} La figura fa riferimento al periodo felice che è immediatamente seguito al primo smarrimento, quando ancora non erano sorte le difficoltà del rapporto amoroso. (''«Com'era azzurro, il cielo»'', p. 109)
*L'itinerario [[amore|amoroso]] sembra allora seguire tre tappe (o tre atti): prima, istantanea, c'è la cattura (io sono rapito da un'immagine); dopo, c'è un susseguirsi d'incontri (appuntamenti, telefonate, lettere, viaggetti), durante i quali «esploro» con trasporto la perfezione dell'essere amato, ossia l'insperato adeguamento di un oggetto al mio desiderio: è la dolcezza dell'inizio, il tempo dell'idillio. Questo periodo felice assume la sua identità (la sua definizione) per il fatto che esso si contrappone (se non altro nel ricordo) al «seguito»: «il seguito» è la lunga sequela di sofferenze, dolori, angosce, sconforti, rancori, impacci e tranelli di cui divento preda e che mi porta a vivere incessantemente sotto la minaccia di un decadimento che coinvolgerebbe contemporaneamente l'altro, me stesso e l'incontro che ci ha scoperti l'uno all'altro. (''«Com'era azzurro, il cielo»'', p. 109)
*{{maiuscoletto|[[induzione]]}} L'essere amato è desiderato perché un altro o degli altri hanno segnalato al soggetto che esso è desiderabile: per quanto speciale esso sia, il desiderio amoroso viene scoperto per induzione. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 112)
*La [[cultura di massa]] è una macchina che indica quali sono le cose da desiderare: questo è ciò che deve interessarti, dice, come se intuisse che gli uomini sono incapaci di trovare da soli chi devono desiderare. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 112)
*[...] sono innumerevoli gli episodi in cui io m'innamoro di chi è amato dal mio migliore amico: ogni [[rivale]] è prima stato maestro, guida, ispiratore, mediatore. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 113)
*Per indicarti dov'è il tuo desiderio, basta proibirtelo ''un po' ''(se è vero che non c'è desiderio senza [[proibizione]]). [...] Da una parte, bisogna che io sia presente come proibizione (senza la quale non ci sarebbe un vero e proprio desiderio), ma bisogna anche che mi allontani quando, essendosi formato il desiderio, la mia presenza potrebbe inibirlo. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 113)
*{{maiuscoletto|[[informatore]]}} Figura amichevole che tuttavia sembra avere la costante funzione di ferire il soggetto amoroso dandogli, come se niente fosse, delle informazioni anodine sull'essere amato, il cui effetto è quello di guastare l'immagine che il soggetto ha di esso. (''L'informatore'', p. 114)
*Ciò che voglio, è un piccolo cosmo (con il suo tempo, la sua logica) abitato solo da «noi due» (titolo d'un settimanale rosa). Tutto ciò che proviene dall'esterno costituisce una minaccia, sia sottoforma di seccatura (sono costretto a vivere in un mondo da cui l'altro è assente), sia sottoforma di dolore (se questo mondo mi parla di quell'altro in termini indiscreti). (''L'informatore'', p. 115)
*{{maiuscoletto|[[insopportabile]]}} La coscienza di un accumulo delle sofferenze amorose trova sfogo con questa frase: «Così non può continuare». (''«Così non può continuare»'', p. 116)
*[...] un aspetto caratteristico della situazione [[amore|amorosa]] è infatti quello di essere subito intollerabile, non appena è passato il momento dell'attonimento del primo incontro. Vi è un demone che nega il tempo, la maturazione, la dialettica e che ad ogni istante dice: ''così non può andare avanti!'' - Eppure, la cosa va avanti, se non per sempre, almeno per molto tempo. (''«Così non può continuare»'', p. 116)
*Io desidero il mio desiderio, e l'essere amato non è altro che il suo accessorio. (da ''Frammenti di un discorso amoroso'', 1977)
*Le [[parola|parole]] non sono mai pazze (tutt'al più sono perverse): è la sintassi che è pazza.<ref>Da ''Frammenti di un discorso amoroso'', traduzione di R. Guidieri, Einaudi, Torino, 1979.</ref>
==''Miti d'oggi''==
*Pretendo di vivere pienamente la contraddizione del mio tempo, che di un [[sarcasmo]] può fare la condizione della verità. (''Premessa'', p. X)
*È probabile che se a nostra volta sbarcassimo su [[Marte (astronomia)|Marte]] quale l'abbiamo costruito non vi troveremmo altro che la [[Terra]] stessa, e tra questi due prodotti di una medesima Storia non sapremmo risolvere qual è il nostro. Infatti perché Marte sia giunto al sapere geografico bisogna pure che abbia avuto anche lui il suo [[Strabone]], il suo [[Jules Michelet|Michelet]], il suo Vidal de la Blanche, e, facendoci sempre più vicini, le stesse nazioni, le stesse guerre, gli stessi scienziati e gli stessi uomini che abbiamo avuto noi. (''Marziani'', p. 34)
*La [[Greta Garbo|Garbo]] appartiene ancora a quel momento del cinema in cui la sola cattura del volto umano provocava nelle folle il massimo turbamento, in cui ci si perdeva letteralmente in un'immagine umana come in un filtro, in cui il viso costituiva una specie di stato assoluto della carne, che non si poteva raggiungere né abbandonare. [...] La Garbo offriva una specie di idea platonica della creatura [...]. Il suo appellativo di ''Divina'' mirava indubbiamente a rendere, più che uno stato superlativo della bellezza, l'essenza della sua persona corporea, scesa da un cielo dove le cose sono formate e finite nella massima chiarezza. (pp. 63-64)
*Il viso della [[Greta Garbo|Garbo]] è Idea, quello della [[Audrey Hepburn|Hepburn]] è Evento. (p. 64)
*Credo che oggi l'[[automobile]] sia l'equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una creazione d'epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico. (p. 147)
*''Il [[mito]] è una parola.'' (p. 191)
*Mi si obietteranno mille altri sensi del termine ''mito''. Io ho però cercato di definire delle cose, non delle parole. (nota, p. 191)
*È la storia umana che fa passare il reale allo stato di parola. (p. 192)
*Ciò che disgusta nel [[mito]] è il ricorso a una falsa natura, il ''lusso'' delle forme significative, come in quegli oggetti che ornano la loro utilità con una apparenza naturale. La volontà di appesantire la significazione di tutte le cauzioni della natura provoca una specie di nausea: il mito è troppo ricco, e di troppo ha appunto la sua motivazione. (nota, p. 207)
*La provocazione di un immaginario collettivo è sempre impresa inumana, non solo perché il sogno essenzializza la vita come destino, ma anche perché il sogno è povero ed è la cauzione di un'assenza. (nota, p. 221)
*{{NDR|Riferendosi ai "miti dell'Ordine (sociale)"}} Statisticamente il [[mito]] è a destra. Qui esso è essenziale; ben nutrito, lucente, espansivo, loquace, s'inventa senza tregua. S'impadronisce di tutto: le giustizie, le morali, le estetiche, le diplomazie, le arti domestiche, la Letteratura, gli spettacoli. [...] L'oppresso non è niente, ha in sé una parola sola, quella della propria [[emancipazione]]; l'oppressore è tutto, la sua parola è ricca, multiforme, duttile, padrona di tutti i gradi possibili della dignità [...]. L'oppresso ''fa'' il mondo, ha solo un linguaggio attivo, transitivo (politico); l'oppressore lo conserva, la sua parola è plenaria, intransitiva, gestuale, teatrale: è il [[Mito]]; il linguaggio del primo tende a trasformare, il linguaggio dell'altro a eternare. (pp. 228-229)
*Ogni ripudio del [[linguaggio]] è una morte. (p. 232)
==Citazioni su Roland Barthes==
*La posizione di Barthes nel corso dei suoi lavori ricorda quello di Azdak ne ''Il Cerchio di gesso del Caucaso'', opera [[Bertolt Brecht|brechtiana]] che pare Barthes abbia amato molto. Vi è qualcosa di spostato, di irregolare: Azdak, furfante divenuto giudice, non è all'altezza del suo posto e, improvvisamente tutto si mette a girare e devia schivando il riconoscimento, la verità stessa. ([[Stephen Heath]])
*Per Barthes, il [[mito]], o per lo meno quello moderno (quello di cui egli si occupa), "è una parola": quindi "può essere mito tutto ciò che subisce le leggi di un discorso", ma d'altra parte "non è qualsiasi parola". ([[Massimo Corsale]])
*Variare porta a modificare, a trasportare, a cambiare di ritmo; il che costituisce un piccolo manuale della pratica di Barthes. Si pensi ad esempio al cambiamento di ritmo di lettura che interviene in modo così decisivo in ''S/Z'' e che dà l'avvio a tutte le variazioni — la pluralità colta in ogni momento — sul testo di [[Honoré de Balzac|Balzac]]. ([[Stephen Heath]])
*Viaggiare, spostarsi: questo è il percorso dei lavori di Barthes. Questa è l'attività del testo, e dei suoi testi. Il testo viaggia, sposta, va alla deriva. Così i testi di Barthes sono accesso, non accesso, movimento a spirale, asse avvolgentesi senza sosta ad ogni impero dei segni; senso, soggetto in processo, giro di scrittura, vertigine dello spostamento: «la vertigine è ciò che non finisce: stacca il senso, lo rimanda a più tardi» (''Réquichot'', p. 18). ([[Stephen Heath]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Roland Barthes, ''Frammenti di un discorso amoroso'', traduzione di Renzo Guidieri, Einaudi, Torino, 1979.
*Roland Barthes, ''Miti d'oggi'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1974.
*Roland Barthes, ''L'ovvio e l'ottuso. Saggi critici III'', traduzione di Carmine Benincasa, Giovanni Bottiroli, Gian Paolo Caprettini, Daniele De Agostini, Lidia Lonzi, Giovanni Mariotti, Einaudi, Torino, 1995.
*Roland Barthes, ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', traduzione di Renzo Guidieri, Einaudi, Torino, 1980.
*[[Gianfranco Ravasi]], ''L'incontro. Ritrovarsi nella preghiera'', Oscar Mondadori, Milano, 2014. ISBN 978-88-04-63591-8
==Altri progetti==
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[[Categoria:Critici letterari francesi]]
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SunOfErat
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/* Frammenti di un discorso amoroso */
wikitext
text/x-wiki
[[File:Roland Barthes.jpg|thumb|Ritratto di Roland Barthes]]
'''Roland Barthes''' (1915 – 1980), saggista, critico letterario e semiologo francese.
==Citazioni di Roland Barthes==
*Amo gli [[attore|attori]] che recitano tutti i loro ruoli nello stesso modo, se questo modo è al contempo caldo e chiaro. Non amo che un attore si travesta, ed è forse questa l'origine del mio dissidio con il teatro. (da ''Sul teatro'')
*Ciò che la [[Pop Art]] vuole è desimbolizzare l'oggetto, dargli l'opacità e l'ottusa caparbietà d'un fatto.<ref>Da ''L'arte, questa vecchia cosa'', in AA. VV., ''PopArt: evoluzione di una generazione'', Electa, Milano, 1980, p. 167.</ref>
*Essendo la [[lettura]] una traversata di codici, niente ne può arrestare il viaggio. (da ''S/Z''<ref name=Hea>Citato in [[Stephen Heath]], ''L'analisi Sregolata: Lettura Di Roland Barthes'', traduzione di Patrizia Lombardo, Edizioni Dedalo, Bari, 1977.</ref>)
*Ho sempre amato molto il teatro, eppure non ci vado quasi più. È un voltafaccia che insospettisce anche me. Cos'è accaduto? Quando è accaduto? Sono cambiato io o è cambiato il teatro? Non lo amo più o lo amo troppo? (da ''Sul teatro'', a cura di Marco Consolini, Meltemi)
*Il mio fantasma: l'[[idiorritmico|idiorritmia]]<br>Un fantasma (o almeno ciò che io definisco tale): un ritorno di desideri, di immagini, che vagano, si cercano in voi, anche per tutta una vita, e spesso si cristallizzano solo attraverso una parola. La parola, significante maggiore, indotto dal fantasma alla sua esplorazione [...] {{sic|[È]}} un fantasma di vita, di regime, di genere di vita, ''diaita'', dieta. Né duale, né plurale (collettivo). Una sorta di solitudine interrotta in un modo definito: il paradosso, la contraddizione, l'aporia di una condivisione delle distanze – l'utopia di un socialismo delle distanze [...].<ref>Citato in Gianfranco Marrone e Marco Consolini, ''Roland Barthes l'immagine, il visibile'', Marcos y Marcos, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=vagano p. 30] [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=diaita] [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=SDNSAQAAIAAJ&dq=Roland+Barthes+l%27immagine%2C+il+visibile&focus=searchwithinvolume&q=condivisione]</ref>
*Il testo di godimento è assolutamente intransitivo. Pure, la [[perversione]] non basta a definire il godimento; è l'estremo della perversione a definirlo: estremo sempre spostato, estremo vuoto, mobile, imprevedibile. Questo estremo garantisce il godimento: una perversione media si carica ben presto di un gioco di mentalità subalterne: prestigio, ostentazione, rivalità, discorso, parate ecc. (da ''Testi di godimento'')
*La [[letteratura]] non permette di camminare ma permette di respirare. (da ''Letteratura e significazione'', in ''Saggi critici'')
*La letteratura: un codice che bisogna accettare di decifrare.<ref>Da ''Letteratura e discontinuità'', in ''Saggi critici'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi.</ref>
*La [[sapienza]] è nessun potere, un po' di sapere, un po' di intelligenza e quanto più sapore possibile.<ref name="lectio">Da una ''lectio'' inaugurale all'Institut de France; citato in Ravasi, p. 106.</ref>
*Lo [[scrittore]] deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni. (da ''Drame, Poème, Roman'', 1968<ref name=Hea></ref> )
*Lo [[specchio]] non capta altro se non altri specchi, e questo infinito riflettere è il vuoto stesso, (che, lo si sa, è la forma). (da ''L'impero dei segni''<ref name=Hea></ref>)
*Non occorre essere né cattolici né cristiani, né credenti, né umanisti per essere interessati agli ''Esercizi Spirituali'' di [[Ignazio di Loyola]].<ref>Da ''Sade, Fourier, Loyola''; citato in Ravasi, p. 7.</ref>
*Ogni amante è pazzo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 291. ISBN 9788858014165</ref>
*Per sfuggire all'alienazione della società presente non rimane che questa via: ''la fuga in avanti''.<ref>Da ''Il piacere del testo'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1980, p. 40.</ref>
*Poiché il [[mito]] ruba al linguaggio, perché non rubare al mito?<ref name=Hea></ref>
*[[Marcel Proust|Proust]] è quello che mi viene, non quello che chiamo; non è un'«autorità»; semplicemente un «ricordo circolare». Ed è questo l'intertesto: l'impossibilità di vivere al di fuori del testo infinito – sia questo testo Proust, o il giornale quotidiano, o lo schermo televisivo: il libro fa il senso, il senso fa la vita. (da ''Variazioni sulla scrittura'')
*Quali sono i piani che ogni lettura scopre? Come è costruita la cosmogonia che questo semplice sguardo postula? Singolare cosmonauta, eccomi attraversare mondi e mondi, senza fermarmi a nessuno d'essi: il candore della carta, la forma dei segni, la figura delle parole, le regole della lingua, le esigenze del messaggio, la profusione dei sensi che si connettono. E uno stesso infinito viaggio nell'altra direzione, dalla parte di chi scrive: dalla parola scritta potrei risalire alla mano, alla nervatura, al sangue, alla pulsione, alla cultura del corpo, al suo godimento. Da una parte e dall'altra, la scrittura-lettura si dilata all'infinito, impegna l'uomo nella sua interezza, corpo e storia; è un atto panico, del quale la sola definizione certa è che "non potrà fermarsi da nessuna parte".<ref>Da ''Variazioni sulla scrittura'', traduzione di Carlo Ossola, Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1999.</ref>
*Quelli che trascurano di [[rilettura|rileggere]] si condannano a leggere sempre la stessa storia. (da ''S/Z''<ref>Citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref>)
*Scrivere significa scuotere il senso del mondo, disporvi un'interrogazione indiretta alla quale lo scrittore, con un'ultima sospensione, si astiene dal rispondere. La risposta è data da chiunque vi rechi la propria libertà; ma poiché questa muta la risposta del mondo allo scrittore è infinita: non si smette mai di rispondere a ciò che è stato scritto fuori da ogni risposta: i significati passano, la domanda resta.<ref>Da ''Scritti critici'', traduzione di Lidia Lonzi, Torino, Einaudi, 1966, p. 11.</ref>
*Vi è un'età in cui si insegna ciò che si sa; ma poi ne viene un'altra in cui si insegna ciò che non si sa: questo si chiama cercare.<ref name="lectio" />
==''L'ovvio e l'ottuso''==
*[...] lo statuto particolare dell'immagine fotografica: ''è un messaggio senza codice.'' (''Il messaggio fotografico'', p. 7)
*Che cos'è il [[colore]]? Un godimento [...] come una palpebra che si chiude, uno svanire leggero. (''Cy Twombly o «Non multa sed multum»'', pp. 165-166)
*È cambiato il soggetto umano: l'interiorità, l'intimità, la solitudine hanno perso il loro valore, l'individuo è sempre più diventato gregario, vuole musiche collettive, massicce, spesso parossistiche, espressione del ''noi'', più che dell'''io''. (''Amare Schumann'', p. 281)
==''La camera chiara''==
*La vita è fatta di piccole [[solitudine|solitudini]]. (da ''La camera chiara'')
*Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. (da ''La camera chiara'')
*{{NDR|Il [[colore]] è}} un'intonacatura apposta successivamente sulla verità originaria del Bianco e Nero. Il Colore è per me un belletto, un ''make-up'' (come quello fatto ai cadaveri).<ref>Da ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', traduzione di R. Guidieri, Einaudi, Torino, 1998, p. 82; citato in David Batchelor, ''Cromofobia. Storia della paura del colore'', traduzione di M. Sampaolo, Mondadori, Milano, 2001, p. 59. ISBN 9788842497684</ref>
*Ciò che la fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più a ripetersi esistenzialmente. In essa, l'avvenimento non si trasforma mai in altra cosa: essa riconduce sempre il corpus di cui ho bisogno al corpo che io vedo; è il Particolare assoluto, la Contingenza sovrana, spenta e come ottusa, il Tale, in breve la Tyché, l'Occasione, l'Incontro, il Reale nella sua espressione infaticabile. (da ''La camera chiara'')
*La società si adopera per far rinsavire la Fotografia, per temperare la follia che minaccia di esplodere in faccia a chi la guarda.<ref>Da ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', Torino, Einaudi, p. 117.</ref>
==''Frammenti di un discorso amoroso''==
*"Nell'amorosa quiete delle tue braccia"<br>{{maiuscoletto|abbraccio}} Per il soggetto, il gesto dell'[[abbraccio]] amoroso sembra realizzare, per un momento, il sogno di unione totale con l'essere amato.<br>1. Oltre all'accoppiamento (e al diavolo l'Immaginario), vi è quest'altro abbraccio, che è una stretta immobile: siamo ammaliati, stregati: siamo nel sonno, senza dormire; siamo nella voluttà infantile dell'addormentamento: è il momento delle storie raccontate, della voce che giunge a ipnotizzarmi, a straniarmi, è il ritorno alla madre (nell'amorosa quiete delle tue braccia, dice una poesia musicata da Duparc). In questo incesto rinnovato, tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati.<br>2. Tuttavia nel mezzo di questo abbraccio infantile, immancabilmente, il genitale si fa sentire; esso viene a spezzare l'indistinta sensualità dell'abbraccio incestuoso; la logica del desiderio si mette in marcia, riemerge il voler prendere, l'adulto si sovrappone al bambino e, a questo punto, io sono contemporaneamente due soggetti in uno: io voglio la maternità e la genitalità. (L'innamorato potrebbe definirsi un bambino con il membro eretto: tale era il giovane Eros).<br>3. Momento dell'affermazione, per un po', anche se limitatamente, disordinatamente, qualcosa è andato per il verso giusto: sono stato appagato (tutti i desideri aboliti attraverso la pienezza del loro soddisfacimento): l'appagamento esiste, e io lotterò senza tregua per ottenerlo di nuovo: attraverso tutti i meandri della storia amorosa, mi ostinerò a voler ritrovare, rinnovare, la contraddizione, la contrazione, dei due abbracci. (''Nell'amorosa quiete delle tue braccia'', pp. 13-14)
*{{maiuscoletto|[[abito]]}} Ogni fenomeno emotivo suscitato o alimentato dal vestito che il soggetto ha indossato in occasione dell'incontro amoroso o che indossa nell'intento di sedurre l'oggetto amato. (''Frac turchino e gilet giallo'', p. 15)
*È come se alla fine di ogni [[toilette]], vi fosse sempre, compreso nell'eccitazione che essa suscita, il corpo ucciso, imbalsamato, laccato, imbellito alla maniera di una vittima. Vestendomi, io faccio bello ciò che sta per essere guastato dal desiderio. (''Frac turchino e gilet giallo'', p. 15)
*{{maiuscoletto|[[adorabile]]}} Non riuscendo a precisare la specialità del suo desiderio per l'essere amato, il soggetto amoroso non trova di meglio che questa parola un po' stupida: ''adorabile''! (''«Adorabile!»'', p. 17)
*2. Con una logica tutta particolare, il soggetto amoroso sente l’altro come un Tutto (come se si trattasse della Parigi autunnale) e, al tempo stesso, questo Tutto gli sembra comportare un resto, che egli non può esprimere. È soltanto l’altro a produrre in lui una visione estetica: egli lo elogia per il fatto di essere perfetto, si gloria per averlo scelto perfetto; immagina che l’altro voglia essere amato, come vorrebbe esserlo lui stesso, non già per questa o quella sua qualità, ma per ''tutto'', e questo tutto glielo concede sottoforma di una parola vuota, giacché Tutto non potrebbe inventariarsi senza senza sminuirsi: all'infuori del ''tutto'' dell’affetto, in ''Adorabile!'' non è contenuta nessuna qualità. Tuttavia, esprimendo tutto, ''adorabile'' esprime anche ciò che manca al tutto; la parola vuole designare lo spazio dell’altro in cui viene ''specialmente'' a innestarsi il mio desiderio, ma questo spazio non è designabile; io non saprò mai niente di lui; il mio linguaggio sarà sempre confuso, esso cincischierà nel tentativo di esprimerlo, ma io non potrò mai produrre altro che una parola vuota, la quale è come il grado zero di tutti gli spazi in cui si forma il desiderio specialissimo che io ho di quell'altro là (e non di un altro). (''«Adorabile!»'', p. 18)
*''Adorabile'' vuol dire: questo è il mio desiderio, in quanto esso è unico: «È questo! È esattamente questo, che io amo!» Tuttavia, più provo la specialità del mio desiderio, meno sono in grado di precisarla; alla precisione di ciò che voglio dire corrisponde uno sfocamento del nome; il proprio del desiderio non può produrre altro che un improprio dell'enunciato. (''«Adorabile!»'', p. 19)
*{{maiuscoletto|affermazione}} Nonostante tutto, il soggetto amoroso afferma l'amore come ''valore''. (''L'Intrattabile'', p. 20)
*Mi si dice: questa specie d'amore non da frutti. Ma co- ime poter ''valutare'' ciò che fruttifica? Perché ciò che dà frutti è un Bene? Perché ''durare'' è meglio che ''bruciare''? (''L'Intrattabile'', p. 21)
*2. Stamattina, devo scrivere con urgenza una lettera “importante” – dalla quale dipende il successo d’una certa iniziativa; scrivo invece una lettera d’amore – che non spedisco. Abbandono allegramente tristi incombenze, ragionevoli scrupoli, comportamenti reattivi imposti dal mondo, a beneficio d’un compito inutile, derivato da un Dovere luminoso: il Dovere amoroso. Con discrezione, faccio delle cose pazze; sono l’unico testimone della mia follia. Quello che l'[[amore]] mette a nudo in me è l’''energia''. Tutto ciò che faccio ha un senso (posso perciò ''vivere'' senza lamentarmi), ma questo senso è una finalità inafferrabile: esso non è altro che la coscienza della mia forza. Le inflessioni dolenti, colpevoli, tristi, tutto il reattivo della mia vita d’ogni giorno è sconvolto. (''L'Intrattabile'', p. 21)
*{{maiuscoletto|alterazione}} Produzione breve, nel campo amoroso, d'una controimmagine dell'oggetto amato. Sulla base di episodi trascurabili o di minimi connotati, il soggetto vede l'immagine buona alterarsi improvvisamente e rovesciarsi. (''Un piccolo punto del naso'', p. 23)
*Sul volto perfetto e come imbalsamato dell'altro (a tal punto esso mi affascina), scorgo tutt'a un tratto un punto di corruzione. Questo punto è minuscolo: un gesto, una parola, un oggetto, un vestito, qualcosa d'insolito che emerge (che prende risalto) da una regione di cui non avevo mai sospettato l'esistenza, e che bruscamente unisce l'oggetto amato a un mondo ''piatto''. L'altro, di cui devotamente lodavo l'eleganza e l'originalità, sarebbe dunque volgare? Egli fa un gesto ed ecco che in lui si disvela un'altra razza. Sono ''sbigottito'': avverto un controritmo: qualcosa come una sincope nella bella frase dell'essere amato, il rumore di uno strappo nel liscio involucro dell'Immagine. (''Un piccolo punto del naso'', p. 23)
*{{maiuscoletto|[[angoscia]]}} A seconda di tale o talaltra circostanza, il soggetto amoroso si sente trascinato dalla paura di un pericolo, di una ferita, di un abbandono, di un improvviso cambiamento – sentimento che egli esprime con la parola ''angoscia''. (''Agony'', p. 27)
*Lo [[psicosi|psicotico]] vive nel timore del crollo (di cui le diverse psicosi non sarebbero altro che le difese). Ma «la paura clinica del crollo è la paura d’un crollo che è già stato subito (''primitive agony'') [...] e vi sono dei momenti in cui un paziente ha bisogno che gli si dica che il crollo la cui paura mina la sua vita è già avvenuto».<ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: ''La crainte de l'effrondement'', p. 75.</ref> Lo stesso avviene, a quanto sembra, per l’angoscia d’amore: essa è la paura di una perdita che è già avvenuta, sin dall’inizio dell’amore, sin dal momento in cui sono stato stregato. Bisognerebbe che qualcuno potesse dirmi: «Non essere più angosciato, tu l’hai già perduto(a)». (''Agony'', p. 27)
*{{maiuscoletto|[[annullamento]]}} Accesso di linguaggio durante il quale il soggetto giunge ad annullare l'oggetto amato sotto il volume dell'amore stesso: con una perversione propriamente amorosa, il soggetto ama l'[[amore]], non l'oggetto. (''Amare l'amore'', p. 28)
*Basta che, in un lampo, io veda l'altro nelle vesti d'un oggetto inerte, come impagliato, perché trasferisca il mio desiderio da questo oggetto annullato al mio stesso desiderio; io desidero il mio desiderio, e l'essere amato non è più che il suo accessorio. Mi esalto al pensiero di una così nobile causa, che non tiene nel minimo conto la persona che ho preso a pretesto (questo è almeno quanto mi dico, felice di potermi innalzare sminuendo l'altro): io sacrifico l'immagine all'Immaginario. E se un giorno dovessi decidermi di rinunciare all'altro, il violento lutto che mi colpirebbe sarebbe il lutto dell'Immaginario: era una struttura cara, e io piangerei la [[perdita]] dell'amore, non già la perdita di questa o quella persona. (''Amare l'amore'', p. 28)
*{{maiuscoletto|[[appagamento]]}} Il soggetto ricerca, con ostinazione, la possibilità di ottenere una totale soddisfazione del desiderio implicito nella relazione amorosa e di conseguire un successo completo e come eterno di questa relazione: immagine paradisiaca del Bene Supremo da dare e da ricevere. (''«Tutte le voluttà della terra»'', p. 30)
*{{maiuscoletto|[[ascesi]]}} Sia che si senta colpevole nei confronti dell'essere amato, sia che voglia impressionarlo mostrandogli la sua infelicità, il soggetto amoroso abbozza una condotta ascetica di autopunizione (regime di vita, abiti, ecc.). (''Essere ascetici'', p. 32)
*1. Dato che sono colpevole di questo e di quello (io ho, io trovo cento ragioni per esserlo), io mi punisco, mortifico il mio corpo: mi faccio tagliare i capelli cortissimi, nascondo il mio sguardo dietro a degli occhiali scuri (come se dovessi entrare in convento), mi consacro allo studio di una scienza seria e astratta. Come un monaco, mi alzerò presto per mettermi al lavoro mentre è ancora notte. Sarò molto paziente, un po' triste, in poche parole, ''degno'', come si addice all'uomo risentito. Mostrerò istericamente il mio [[lutto]] (il lutto che io m'immagino) attraverso il mio vestito, il taglio dei miei capelli, la regolarità delle mie abitudini. Sarà un piacevole romitaggio, un ritiro spirituale necessario al buon funzionamento di un patetico discreto. (''Essere ascetici'', p. 32)
*2. L'[[ascesi]] (la velleità d'ascesi) è rivolta all'altro: voltati, guardami, renditi conto di cosa stai facendo di me. È un ricatto morale: io metto di fronte all'altro la figura della mia propria scomparsa, quale essa sicuramente avrà luogo se lui non cede (a che cosa?). (p. 32, ''Essere ascetici'')
*{{maiuscoletto|[[assenza]]}} Ogni episodio di linguaggio che mette in scena l'assenza dell'oggetto amato – quali che siano la causa e la durata – e tende a trasformare questa assenza in prova d'abbandono. (''L'assente'', p. 33)
*Orbene, l'unica [[assenza]] è quella dell'altro: è l'altro che parte, sono io che resto. L'altro è in stato di perpetua partenza, sempre sul punto di mettersi in viaggio; egli è, per vocazione, migratore, errante; io che amo sono invece, per vocazione inversa, sedentario, immobile, a disposizione, in attesa, sempre nello stesso posto, ''in giacenza'', come un pacco in un angolo sperduto d'una stazione. L'assenza amorosa è possibile in un solo senso e non può essere espressa che da chi resta - e non da chi parte: ''io'', sempre presente, non si costituisce che di fronte a ''te'', continuamente assente. Esprimere l'assenza equivale a significare di colpo che il posto del soggetto e il posto dell'altro non possono essere permutati; è come dire: «Sono meno amato di quanto io ami». (''L'assente'', p. 33)
*2. Storicamente, il discorso dell'assenza viene fatto dalla Donna: la Donna è sedentaria, l'Uomo è vagabondo, viaggiatore; la Donna è fedele (aspetta), l'uomo è cacciatore (cerca l'avventura, fa la corte). È la Donna che dà forma all'assenza, che ne elabora la finzione, poiché ha il tempo per farlo; essa tesse e canta; le Tessitrici, le Canzoni cantate al telaio esprimono al tempo stesso l'immobilità (attraverso il ronzio dell'Arcolaio) e l'assenza (in lontananza, ritmi di viaggio, onde marine, cavalcate). Ne consegue che in ogni uomo che esprime l'assenza dell'altro si manifesta l'elemento ''femminino'': l'uomo che attende e che soffre è miracolosamente femminizzato. Un uomo è femminizzato non perché è invertito, ma perché è innamorato. (Mito e utopia: come l'origine è appartenuta, così anche l'avvenire apparterrà ai soggetti ''in cui vi è del femminino''). (''L'assente'', pp. 33-34)
*3. Talvolta mi succede di sopportare bene l'assenza. lo sono allora ''normale'': sono in linea col modo in cui ''tutti'' sopportano la separazione da una ''persona cara''; mi conformo con cognizione all'addestramento attraverso cui sono stato abituato assai per tempo ad essere separato da mia madre – ciò che tuttavia, in principio, non mancò di essere doloroso (per non dire sconvolgente). Agisco da soggetto ben svezzato: ''aspettando'', so nutrirmi di altre cose che non siano solamente il seno materno.<br>Questa assenza ben sopportata non è altro che l'oblio. A intermittenza, io sono infedele. È la condizione per la mia sopravvivenza; poiché se io non dimenticassi, morirei. L'innamorato che non dimentica ''qualche volta'', muore per eccesso, fatica e tensione di memoria (come [[Johann_Wolfgang_von_Goethe#I_dolori_del_giovane_Werther|Werther]]). (''L'assente'', p. 34)
*Come! {{sic|il}} desiderio non è forse sempre lo stesso, sia che l'oggetto sia presente o assente? L'oggetto non è forse ''sempre'' assente? - Non si tratta dello stesso struggimento: vi sono due parole: ''Póthos'', per il desiderio dell'essere assente, e ''Hímeros'', più ardente, per il desiderio dell'essere presente. (''L'assente'', p. 35)
*5. All'assente, io faccio continuamente il discorso della sua assenza; situazione che è tutto sommato strana; l'altro è assente come referente e presente come allocutore. Da tale singolare distorsione, nasce una sorta di presente insostenibile; mi trovo incastrato fra due tempi: il tempo della referenza e il tempo dell'allocuzione: tu te ne sei andato (della qual cosa soffro), tu sei qui (giacché mi rivolgo a te). Io so allora che cos'è il presente, questo tempo difficile: un pezzo di angoscia pura.<br>[...] Questa messa in scena di linguaggio allontana la morte dell'altro: un brevissimo momento, si dice, separa il tempo in cui il bambino crede sua madre ancora assente da quel lo in cui la crede già morta. Manipolare l'assenza significa far durare questo momento, ritardare il più a lungo possibile l'istante in cui l'altro potrebbe, dall'assenza, piombare bruscamente nella morte. (p. 35, ''L'assente'')
*L'[[Assenza]] è la figura della privazione; io desidero e ho bisogno simultaneamente. Il desiderio si spegne sul bisogno: questo è il fatto ossessionante del sentimento amoroso. (''L'assente'', p. 36)
*L'assenza dell'altro mi tiene la testa sott'acqua; poco a poco, io soffoco, la mia aria si fa più rarefatta: ed è attraverso quest'asfissia che io ricostituisco la mia ''verità'' e preparo l'Intrattabile dell'amore. (''L'assente'', p. 37)
*{{maiuscoletto|atopos}} Il soggetto amoroso riconosce l'essere amato come «atopos» (qualifica attribuita a Socrate dai suoi interlocutori), cioè inclassificabile, dotato di una originalità sempre imprevedibile. (''Atopos'', p. 38)
*L'altro che io amo e che mi affascina è ''atopos''. Io non posso classificarlo, poiché egli è precisamente l'Unico, l'Immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità dei mio desiderio. È la figura della mia verità; esso non può essere fissato in alcun stereotipo (che è la verità degli altri).<br>Tuttavia, durante la mia vita, io ho amato o amerò più volte. Questo significherebbe dunque che il mio desiderio, per quanto speciale, si fissa su un tipo? Il mio desiderio è dunque classificabile? C'è, mi domando, fra tutti gli esseri che ho amato, un solo tratto comune che, per quanto tenue (un naso, una pelle, un qualcosa), mi permetta di dire: {{sic|ecco}} il mio tipo! «È esattamente il mio tipo», «Non è affatto il mio tipo»: frase da dongiovanni; l'innamorato è dunque soltanto un dongiovanni più difficile che per tutta la vita cerca il "suo tipo"? In quale parte del corpo avverso devo leggere la mia verità? (''Atopos'', p. 38)
*Essendo atopico, l'altro fa tremare il linguaggio: non si può parlare ''di'' lui, ''su'' lui; qualsiasi attributo è falso, doloroso, goffo, imbarazzante: l'altro è ''inqualificabile'' (e questo sarebbe il vero significato di ''atopos''). (''Atopos'', p. 39)
*3. Di fronte alla brillante originalità dell'altro, io non mi sento mai "atopos", ma semmai classificato (come un dossier fin troppo noto). Talvolta, riesco però a sospendere il gioco delle immagini ineguali («Perché mai non posso essere anch'io originale, forte quanto l'altro?»); indovino che la vera originalità non è né in me né nell'altro, ma nella nostra stessa relazione. Ciò che bisogna conquistare è l'originalità della relazione. La maggior parte delle ferite d'amore me le procura lo stereotipo: io sono costretto, come tutti, a far la parte dell'innamorato: ad essere geloso, trascurato, frustrato come gli altri. Ma quando la [[relazione]] è originale, lo stereotipo viene sconvolto, superato, evacuato, e la gelosia, ad esempio, non ha più luogo d'essere in questo rapporto senza luogo, senza ''topos'', senza ''topo'' - senza discorso. (''Atopos'', p. 39)
*{{maiuscoletto|[[attesa]]}} Tumulto d'angoscia suscitato dall'attesa dell'essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni). (''L'attesa'', p. 40)
*1. Sto [[aspettare|aspettando]] un arrivo, un ritorno, un segnale promesso. Ciò può essere futile o infinitamente patetico: in ''Erwartung'' (attesa), una donna aspetta, nella foresta, di notte, il suo amante; io sto aspettando solamente una telefonata, ma è la stessa angoscia. Tutto è solenne: non ho il senso delle ''proporzioni''. (''L'attesa'', p. 40)
*2. Vi è una scenografia dell'attesa: io la organizzo, la manipolo, ritaglio un pezzo di tempo in cui mimerò la perdita dell'oggetto amato e provocherò tutti gli effetti di un piccolo lutto. Tutto questo avviene dunque come in una recita. (''L'attesa'', p. 40)
*Questa è la recita; essa può essere abbreviata dall'arrivo dell'altro; se arriva in primo, l'accoglienza è calma; se arriva in secondo, avviene una «scenata»; se arriva in terzo, vi è la riconoscenza, l'atto di grazia: io respiro nuovamente a pieni polmoni, come Pelléas allorché, uscendo dal sotterraneo, ritrova la vita, il profumo delle rose. (''L'attesa'', p. 41)
*4. L'essere che io aspetto non è reale. Come il seno materno per il poppante, «io lo creo e lo ricreo continuamente a cominciare dalla mia capacità di amare, a cominciare dal bisogno che io ho di lui»<ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: ''Jeu et Réalité'', 34 e 21.</ref>: l'altro viene là dove io lo sto aspettando, là dove io l'ho già creato. E, se lui non viene, io lo allucino: l'attesa è un delirio. (''L'attesa'', p. 41)
*E ancora molto tempo dopo che la relazione amorosa si è acquietata, io conservo l'abitudine di allucinare l'essere che ho amato: talora, una telefonata che tarda a venire riesce ancora ad angosciarmi e, in ogni importuno, credo di riconoscere la voce che amavo: io sono un mutilato che continua ad avere male alla gamba amputata. (''L'attesa'', p. 42)
*5. «Sono innamorato? - Sì, poiché sto aspettando». L'altro, invece, non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell'innamorato non è altro che: ''io sono quello che aspetta. (''L'attesa'', p. 42)
*6. Un mandarino era innamorato di una cortigiana. «Sarò vostra, - disse lei, - solo quando voi avrete passato cento notti ad aspettarmi seduto su uno sgabello, nel mio giardino, sotto la mia finestra». Ma, alla novantanovesima notte, il mandarino si alzò, prese il suo sgabello sotto il braccio e se n'andò. (''L'attesa'', p. 42)
*{{maiuscoletto|[[capire]]}} Sentendo improvvisamente l'episodio amoroso come un groviglio di motivazioni inspiegabili e di situazioni senza vie d'uscita, il soggetto esclama: «''Voglio capire (che cosa mi sta capitando)!''» (''«Voglio capire»'', p. 43)
*1. Che cosa penso dell'[[amore]]? - In fondo, non penso niente. Certo, vorrei sapere ''che cos'è'', ma, vivendolo dal di dentro, lo vedo in quanto esistenza, non in quanto essenza. [...] Naturalmente, la riflessione mi è consentita, ma, siccome questa riflessione viene subito trascinata nel ribollimento delle immagini, essa non muta mai in riflessività: escluso dalla logica (che presuppone dei linguaggi estranei gli uni agli altri), non posso pretendere di poter ''pensare con lucidità''. E così, se anche continuassi a discettare sull'amore per un anno intero, potrei solamente sperare di riuscire ad afferrarne il concetto «per la coda»: flashes, formule, espressioni a effetto sparse nel copioso fluire dell'Immaginario; io mi trovo nel ''posto sbagliato'' dell'amore, che è poi il suo punto più in vista; dice un [[proverbio]] cinese: «Il punto più in ombra, si trova sempre sotto la lampada».<ref>{{maiuscoletto|[[Theodor Reik|Reik]]}}: Proverbio citato da Reik, 184.</ref> (''«Voglio capire»'', p. 43)
*{{maiuscoletto|[[catastrofe]]}} Crisi violenta durante la quale il soggetto, sentendo la situazione amorosa come un vicolo cieco, una trappola da cui non potrà mai più uscire, si vede destinato a una totale distruzione di sé. (''La catastrofe'', p. 45)
*1. Vi sono due tipi di disperazione: la disperazione pacata, la rassegnazione attiva («lo vi amo come bisogna amare: nella disperazione»), e la disperazione violenta: un bel giorno, in seguito a un incidente qualsiasi, mi chiudo nella mia stanza e scoppio in lacrime: sono in balia di una forza che mi soverchia, asfissiato dal dolore; il mio corpo s'irrigidisce e si contrae: come in un lampo, freddo e tagliente, io vedo la distruzione a cui sono condannato. Tutto ciò non ha niente di paragonabile alla prostrazione insidiosa, ma in fondo molto civile, degli amori difficili; non c'è alcun rapporto con l'annichilimento in cui si viene a trovare il soggetto abbandonato: qui, sono come folgorato, ma lucido. La sensazione che provo è quella di una vera e propria catastrofe: «''Ecco, "sono veramente fottuto!''» (''La catastrofe'', p. 45)
*{{maiuscoletto|[[circoscrivere]]}} Per ridurre la propria infelicità, il soggetto ripone la sua speranza in un metodo di controllo che gli dovrebbe permettere di circoscrivere i piaceri che la relazione amorosa gli dà: da una parte, continuare a tenersi questi piaceri, approfittarne pienamente, e, dall'altra, mettere in una parentesi d'impensato le larghe zone depressive che separano questi piaceri: ''dimenticare'' l'essere amato al di fuori dei piaceri che esso dà. (''Laetitia'', p. 47)
*1. Cicerone, prima, e Leibniz, poi, hanno contrapposto ''gaudium'' e ''laetitia''<ref>{{maiuscoletto|[[Leibniz]]}}: ''Nuovi saggi sull'intelletto umano'', XX e 296.</ref>''Gaudium'' è il «piacere che l'anima prova quando considera sicuro il possesso di un bene presente o futuro, ed un bene è in nostro possesso quando è in nostro potere il poterne godere quando lo vogliamo». ''Laetitia'' è un piacere allegro, «uno stato nel quale il piacere predomina in noi» [...]. ''Gaudium'' è ciò che io vagheggio: godere di un possesso perpetuo. Ma non potendo ottenere ''Gaudium'', da cui troppi ostacoli mi separano, considero l'eventualità di ripiegare su ''Laetitia''. (''Laetitia'', p. 47)
*{{maiuscoletto|[[colpe]]}} In un qualsiasi episodio trascurabile della vita d'ogni giorno, il soggetto crede di aver mancato nei confronti dell'essere amato e prova per questo un sentimento di colpevolezza. (''Colpe'', p. 49)
*2. Ogni incrinatura nella Devozione è una colpa: questa è la regola della ''Cortezia''. Questa colpa prende corpo quando io abbozzo un semplice gesto d'indipendenza nei confronti dell'oggetto amato; ogni volta che, per spezzare l'asservimento, cerco di «sganciarmi» (è il consiglio unanime dei mondo), io mi sento colpevole. E perciò, paradossalmente, io sono colpevole di alleggerire il peso, di ridurre l'ingombro esagerato della mia devozione, in poche parole di «riuscire» (secondo il mondo); insomma, ciò che mi fa paura è di essere forte e ciò che mi rende colpevole è la padronanza (o il suo semplice gesto). (''Colpe'', p. 50)
*{{maiuscoletto|[[compassione]]}} Il soggetto prova un sentimento di compassione nei riguardi dell'oggetto amato ogni volta che lo vede, lo sente o lo sa infelice o minacciato da qualcosa che è estraneo alla relazione amorosa in sé. (''«Ho male all'altro»'', p. 51)
*{{NDR|[[compassione]]}} «[...] più giustamente si dovrebbe chiamare unipassione, dolore all'unisono -, noi dovremmo odiarlo se lui, come Pascal, trova se stesso odioso» [...] Ora, per quanto grande sia la forza dell'amore, questo non avviene: sono commosso, angosciato, poiché è terribile veder soffrire le persone a cui si vuol bene, ma, al tempo stesso, rimango asciutto, impenetrabile. La mia, è un'identificazione imperfetta: sono una Madre (l'altro mi dà delle preoccupazioni), ma una Madre carente; [...] Giacché, proprio mentre m'identifico «sinceramente» nell'infelicità dell'altro, ciò che vedo in questa infelicità è che essa si manifesta ''senza di me'' e che, essendo infelice di per sé, l'altro mi abbandona: se egli soffre senza che io ne sia la causa, vuol dire che per lui io non conto: la sua sofferenza mi annulla nella misura in cui lo pone fuori della mia portata. (''«Ho male all'altro»'', p. 51)
*2. Di conseguenza, le cose si rovesciano: dato che l'altro soffre senza di me, perché io dovrei soffrire al suo posto? La sua infelicità lo porta lontano da me e io finirei per sfiancarmi cercando di corrergli dietro, senza poter mai sperare di raggiungerlo, di entrare in coincidenza con lui. Dunque, stacchiamoci un po', impariamo a tenerci a una certa distanza. (''«Ho male all'altro»'', pp. 51-52)
*{{maiuscoletto|[[comportamento]]}} Figura deliberativa: il soggetto amoroso si pone con angoscia dei problemi di comportamento che il più delle volte sono futili: che fare davanti a tale alternativa? Come agire? (''«Che fare?»'', p. 53)
*2. Le mie angosce di comportamento sono ridicole e diventano sempre più ridicole, all'infinito. Se l'altro, incidentalmente o negligentemente mi dà il numero di telefono di un posto in cui posso trovarlo a certe ore, io subito mi agito: devo o non devo telefonargli? (Dirmi che ''posso'' telefonargli - questo è il senso obiettivo, logico, del messaggio - non servirebbe a niente, poiché ciò che mi mette in crisi è proprio questo ''permesso''). (''«Che fare?»'', p. 53)
*{{maiuscoletto|[[connivenza]]}} Il soggetto s'immagina di stare parlando dell'essere amato con una persona rivale, e questa immagine, curiosamente fa nascere in lui un piacevole senso di complicità. (''La connivenza'', p. 55)
*Finalmente posso parlare dell'altro ''con chi se ne intende''; si verifica una parità di sapere, un piacere d'inclusione; parlandone, l'oggetto non viene né estraniato né lacerato; egli resta interno al discorso duale, che anzi lo preserva. Io coincido con l'Immagine e al contempo con questo secondo specchio che riflette ciò che io sono (sul volto del rivale io leggo la mia paura, la mia gelosia). (p. 55, ''La connivenza'')
*3. La [[gelosia]] è un'equazione a tre termini permutabili (indecidibile): si è sempre gelosi di due persone contemporaneamente: io sono geloso di chi amo e di chi lo ama. L'''odiosamato'' (il «rivale») è ''anche'' amato da me: esso m'interessa, m'incuriosisce, mi affascina (vedi ''L'eterno marito'', di [[Dostoevskij]]). (''La connivenza'', p. 56)
*{{maiuscoletto|[[contatti]]}} La figura fa riferimento ad ogni discorso interiore suscitato da un contatto furtivo con il corpo (e più precisamente con la pelle) dell'essere amato. (''«Quando innavertitamente il mio dito»'', p. 57)
*1. Il dito di [[I dolori del giovane Werther|Werther]] sfiora inavvertitamente il dito di Carlotta; i loro piedi, sotto il tavolo, si incontrano.<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: p. 57.</ref> Werther potrebbe astrarsi dal senso di questi episodi casuali; egli potrebbe concentrarsi corporalmente su quelle minuscole zone di contatto e, come un feticista, provare piacere per questo o quel pezzetto di dito o di piede inerte, ''senza preoccuparsi della risposta'' (come Dio - è la sua etimologia -, il Feticcio non risponde). Ma, per l'appunto, Werther non è pervertito, ma innamorato: egli dà un senso, sempre, ovunque, a proposito di niente, ed è proprio il senso che lo fa fremere: egli si trova nel braciere del senso. Per l'innamorato, ogni contatto pone il problema della risposta: egli chiede alla pelle di rispondere. (''«Quando innavertitamente il mio dito»'', p. 57)
*{{maiuscoletto|[[contingenze]]}} Avvenimenti insignificanti, fatti fortuiti, traversie, inezie, meschinerie, quisquilie, episodi della vita amorosa; qualsiasi nucleo fattuale che ostacoli l'aspirazione alla felicità del soggetto amoroso, come se il caso tramasse contro di lui. (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 59)
*2. L'episodio è trascurabile (esso è sempre trascurabile) ma attirerà tutto il mio linguaggio. Io lo trasformo subito in un avvenimento importante, 'pensato'' da qualcosa che assomiglia al destino. È una cappa che mi cade addosso e che trascina con s‚ tutto. Innumerevoli e vaghe circostanze finiscono così col tessere il velo nero della Maya, la tappezzeria delle illusioni, dei significati, delle parole. Io mi metto a ''classificare'' quello che mi sta capitando. (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 59)
*(Per me, l'episodio è un segno, non un indizio: l'elemento di un sistema, non l'efflorescenza di una causalità). (''Avvenimenti, traversie, contrarietà'', p. 60)
*{{maiuscoletto|[[corpo]]}} Ogni pensiero, ogni emozione, ogni interesse suscitato nel soggetto amoroso dal corpo amato. (p. 61, ''Il corpo dell'altro'')
*1. Il suo corpo era diviso: da una parte, il corpo vero e proprio - la sua pelle, i suoi occhi - tenero, caldo, e, dall'altra, la sua voce, breve, trattenuta, soggetta ad accessi di lontananza, la sua voce, che non dava ciò che dava il suo corpo. O anche: da una parte, il suo corpo morbido, tiepido, languido al punto giusto, con una sottile peluria, fintamente goffo, e, dall'altra, la sua voce - la voce, sempre la voce - sonora, nitida, mondana, ecc. (''Il corpo dell'altro'', p. 61)
*''[[Scrutare]]'' vuol dire ''frugare'': io frugo il corpo dell'altro, come se volessi vedere cosa c'è dentro, come se la causa meccanica del mio desiderio si trovasse nel corpo antagonista (sono come quei bambini che smontano una sveglia per sapere che cos'è il tempo). Questa operazione viene condotta in maniera fredda e stupita; sono calmo, attento, come se fossi davanti a uno strano insetto di cui improvvisamente non ho ''più paura''. Certe parti del corpo sono particolarmente adatte a questa ''osservazione'': le ciglia, le unghie, l'attaccatura dei capelli, gli oggetti molto particolari. P- evidente che in quel momento io sto feticizzando un morto. La prova è data dal fatto che, se il corpo che sto scrutando si scuote dalla sua inerzia, se si mette ''a fare qualcosa'', il mio desiderio cambia; se, per esempio, vedo l'altro ''pensare'', il mio desiderio cessa di essere perverso e ridiventa immaginario: io ritorno a un'Immagine, a un Tutto: io amo di nuovo. (''Il corpo dell'altro'', p. 61)
*(Io guardavo tutto del suo volto, del suo corpo, con distacco: le sue ciglia, l'unghia del suo alluce, la sottigliezza delle sue sopracciglia, delle sue labbra, il colore di smalto dei suoi occhi, un certo neo, un certo modo di tenere le dita fumando; ero affascinato - dato che, alla fin fine, la fascinazione non altro è che il punto estremo del distacco - da quella specie di statuina colorata, smaltata, vetrificata, nella quale potevo leggere, senza capirci nulla, ''la causa del mio desiderio''). (''Il corpo dell'altro'', p. 62)
*{{maiuscoletto|[[cuore]]}} Questa parola serve per moti e desideri d'ogni genere, ma ciò che è costante è che il cuore - negato o rifiutato che sia - vuole essere un oggetto di dono. (''Il cuore'', p. 63)
*3. Il cuore, è ciò che io credo di donare. Ogni volta che questo dono mi viene restituito, allora non basta dire, come Werther, che una volta tolto tutto l'ingegno che mi si attribuisce e di cui non mi curo, il cuore è ciò che resta di me: il cuore è ciò che ''mi'' resta, e questo cuore che mi pesa e il cuore greve: greve per il rigurgito che l'ha riempito (solo gl'innamorati e i bambini hanno il cuore greve). (''Il cuore'', p. 63)
*{{maiuscoletto|[[dedica]]}} Episodio di linguaggio che accompagna ogni regalo amoroso, sia esso reale o progettato, e, più in generale, ogni gesto, effettivo o interiore, per mezzo del quale il soggetto dedica qualche cosa all'essere amato. (''La dedica'', p. 65)
*Il [[regalo]] d'amore è solenne; trascinato dall'insaziabile metonimia che disciplina la vita immaginaria, io mi traspongo tutt'intero in esso. Attraverso questo oggetto, io ti do il mio Tutto, io ti tocco con il mio fallo; è per questo che io sono follemente eccitato, che corro da un negozio all'altro, che mi ostino a cercare il feticcio che vada bene, il feticcio splendente, riuscito, che si adatterà ''perfettamente'' al tuo desiderio. (''La dedica'', p. 65)
*Il [[regalo]] è contatto, sensualità: tu stai per toccare ciò che io ho toccato: una terza pelle ci unisce. (''La dedica'', p. 65)
*5. Quantunque sia incapace di enunciarsi, di enunciare, l'amore vuole nondimeno clamarsi, declamarsi, scriversi ovunque: "all'acqua, all'ombra, ai monti, ai fiori, all'erbe, ai fonti, all'eco, all'aria, ai venti..." Basta che il soggetto amoroso crei o costruisca qualcosa, che subito è colto da una pulsione di [[dedica]]. Tutto ciò che fa, subito, e ancora prima che sia finito, egli vuole donarlo alla persona che ama, per la quale ha lavorato o lavorerà. La scritta del nome dirà per chi è il dono.<ref>{{maiuscoletto|[[Le nozze di Figaro]]}}: aria di Cherubino (atto I)</ref> (''La dedica'', p. 67)
*In ''[[Teorema (film)|Teorema]]'' l'«altro» non parla, ma iscrive però qualcosa in tutti coloro che lo desiderano - opera ciò che i matematici chiamano una catastrofe (lo sconvolgimento di un sistema per mezzo di un altro sistema): vero è che quel muto è un angelo. (''La dedica'', p. 69)
*{{maiuscoletto|demoni}} Il soggetto amoroso ha talvolta l'impressione di essere posseduto da un demone del linguaggio che lo spinge a farsi del male e a espellersi - secondo le parole di Goethe - dal paradiso che, in altri momenti, la relazione amorosa rappresenta per lui. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*1. Una forza precisa trascina il mio linguaggio verso il male che io posso fare a me stesso: il regime del mio linguaggio è la ruota libera: il linguaggio si morula, senza nessuna idea tattica della realtà. Io cerco di farmi del male, mi espello da solo dal mio paradiso, affannandomi di suscitare in me stesso le immagini (di gelosia, di abbandono, di umiliazione) che possono ferirmi; e quando la ferita è aperta, cerco di mantenerla tale, la alimento con altre immagini, fino a che un'altra ferita non venga a distogliermi da quella. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*2. Il demonio è plurale («Il mio nome è Legione», [[Vangelo secondo Luca|Luca]] 8.30). Quando un demone viene respinto, quando finalmente sono riuscito a imporgli il silenzio (per caso o attraverso la lotta), un altro lì vicino solleva la testa e si mette a parlare<ref>{{maiuscoletto|[[Goethe]]}}: «Noi siamo i nostri propri demoni, noi ci espelliamo dal nostro paradiso» ('Werther'', nota 93 dell'ed. Aubier-Montaigne)]</ref>. La vita demoniaca di un innamorato è simile alla superficie d'una solfatara; delle grandi bolle (roventi e fangose) scoppiano una dopo l'altra; quando una si rompe e s'affloscia, essa ritorna nel magma e subito, più lontano, un'altra si forma, si gonfia. Le bolle «Disperazione», «Gelosia», «Esclusione», «Desiderio», «Incertezza di comportamento», «Terrore di perdere la faccia» (il più malvagio dei demoni) fanno ''ploc' una dopo l'altra, in un ordine indeterminato: è il ''disordine'' della Natura. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 70)
*3. Come respingere un demone (vecchio problema)? I demoni, specialmente se sono demoni di linguaggio (e sennò di cos'altro sarebbero?), si combattono con il linguaggio. Io posso quindi sperare di esorcizzare la parola demoniaca che mi è suggerita (da me stesso) sostituendola (posto che io possegga il necessario talento linguistico) con un'altra parola più dimessa (procedo per eufemia). Così credevo di essere finalmente uscito dalla crisi, ma ecco che - favorita da un lungo viaggio in automobile - sono colto da una loquela mentre continuo incessantemente ad agitare nella mia testa il desiderio, il rimpianto e l'aggressione dell'altro; e a queste ferite s'aggiunge lo sconforto di dover constatare che io ''sto avendo una ricaduta''; ma il vocabolario è una vera e propria farmacopea (veleno da una parte, rimedio dall'altra): no, non è una ricaduta, è soltanto un ultimo ''sussulto'' del demone anteriore. (''«Noi siamo i nostri propri demoni»'', p. 71)
*{{maiuscoletto|de-realtà}} Sensazione di assenza, di riduzione di realtà, provata dal soggetto amoroso nei confronti del mondo. (''Il mondo siderato'', p. 72)
*(Il mondo è pieno senza di me, come nella ''[[Jean-Paul Sartre#La_nausea|Nausea]]''; esso gioca alla vita dietro un vetro; il mondo è immerso in un acquario; io lo vedo vicinissimo e tuttavia separato, fatto di un'altra sostanza; cado continuamente fuori di me, senza vertigine, senza annebbiamento, nella ''precisione'', come fossi drogato. [...]) (''Il mondo siderato'', p. 72)
*{{NDR|L'[[Italia]]}} Questo paese perde in tutto: abolisce la differenza dei gusti, ma non la divisione delle classi, ecc. (p. 73, ''Il mondo siderato'')
*Fino a quando sentirò che il mondo mi è ostile, io gli sarò legato: ''io non sono pazzo''. Ma talvolta, quando ho dato fondo al malumore, mi accorgo di non avere più alcun linguaggio: il mondo non è ''irreale'' (se lo fosse potrei esprimerlo: esiste un'arte dell'irreale che è fra le più alte), ma de-reale: il reale lo ha abbandonato, cosicché io non ho più alcun senso (alcun paradigma) a mia disposizione; ''io non riesco'' a definire i miei rapporti con Coluche, col ristorante, col pittore, con piazza del Popolo. Quale tipo di rapporto posso io avere con un potere, se non ne sono lo schiavo, né il complice, né il testimone? (''Il mondo siderato'', p. 74)
*6. Talvolta il mondo mi appare ''irreale'' (io lo esprimo in un modo diverso), talaltra mi appare ''dereale'' (io lo esprimo con difficoltà). Non è (si dice) la stessa riduzione di realtà. Nel primo caso, il rifiuto che io oppongo alla realtà si estrinseca attraverso una ''fantasia'': tutto ciò che mi circonda muta di valore rispetto a una funzione, che è poi l'Immaginario; l'innamorato si separa quindi dal mondo, lo irrealizza perché, su un altro versante, fantasmatizza le peripezie o le utopie del suo amore; si abbandona all'Immagine e, di conseguenza, tutto ciò che è «reale» lo infastidisce. Anche nel secondo caso vi è una perdita di contatto col reale, ma qui nessuna sostituzione immaginaria viene a compensare la perdita. seduto davanti al manifesto di Coluche, io non «sogno» niente (neanche l'altro); anzi, non sono più nemmeno nell'Immaginario. Tutto è cristallizzato, pietrificato, immutabile, cioè ''insostituibile'': l'Immaginario è (temporaneamente) proscritto. Nel primo caso, sono nevrotizzato, io irrealizzo; nel secondo caso, sono pazzo, io de-realizzo. (''Il mondo siderato'', p. 75)
*{{maiuscoletto|[[dichiarazione]]}} Propensione del soggetto amoroso a intrattenere a lungo, con un'emozione contenuta, l'essere amato, a proposito del suo amore, di lui, di sé, di loro: la dichiarazione non verte sulla confessione dell'amore, ma sulla forma, commentata all'infinito, della relazione amorosa. (''Il colloquio'', p. 77)
*(Parlare amorosamente, significa dissipare senza limite, senza soluzione di continuità; vuol dire praticare un rapporto senza orgasmo. Forse esiste una forma letteraria di questo ''coitus reservatus'': il preziosismo). (''Il colloquio'', p. 77)
*Nessuno ha voglia di parlare dell'amore, se non è ''per'' qualcuno. (''Il colloquio'', p. 78)
*{{maiuscoletto|[[dipendenza]]}} Figura nella quale l'opinione intravede la condizione stessa del soggetto amoroso, asservito all'oggetto amato. (''Domnei'', p. 79)
*1. La meccanica del vassallaggio amoroso esige una futilità senza fondo<ref>{{maiuscoletto|Cortezia}}: l'amore cortese è fondato sul vassallaggio amoroso (''Domnei'' o ''Donnoi'')</ref>. Questo perché, se si vuole che la dipendenza si manifesti nella sua purezza, bisogna che essa si renda palese nelle circostanze più irrilevanti e diventi qua si vergognosa a forza di pusillanimità: aspettare una telefonata è in un certo senso una dipendenza troppo gravosa<ref>{{maiuscoletto|[[Simposio]]}}: 166.</ref>; bisogna che io la affini, senza limiti: quindi, mi farò il sangue cattivo di fronte allo spettegolare delle comari che, dal farmacista, mi tiene lontano dall'apparecchio a cui sono asservito; e siccome questa telefonata, che io non voglio perdere, mi fornirà qualche nuova occasione di asservimento, si potrebbe dire che io agisco energicamente per preservare proprio lo spazio della dipendenza e per permettere inoltre a questa dipendenza di esercitarsi: io mi smarrisco nella dipendenza ma, ciò che è più - altro tranello -, sono umiliato da questo smarrimento. (''Domnei'', p. 79)
*(Se io accetto la mia dipendenza, è perché essa costituisce per me un mezzo per "significare" la mia domanda: nel campo amoroso, la futilità non è una "debolezza" né una "meschinità": essa è un segno di forza: più la cosa è futile, più ha significato e più s'impone come forza). (''Domnei'', p. 79)
*{{maiuscoletto|[[disagio]]}} Scena a più persone, nella quale l'implicito del rapporto amoroso agisce come una coartazione e suscita un imbarazzo collettivo che non viene esternato. (''«Con aria imbarazzata»'', p. 81)
*{{maiuscoletto|[[dispendio]]}} Figura mediante la quale il soggetto amoroso mira e al contempo esita a situare l'amore in un'economia di puro dispendio, di perdita «per niente». (''L'esuberanza'', p. 83)
*1. Alberto, personaggio piatto, morale, conformista, decreta (come chissà quanti prima di lui) che il [[suicidio]] è una viltà. Per Werther, al contrario, il suicidio non è una debolezza, dal momento che esso scaturisce da una tensione<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: 59, 133.</ref>: «Mio caro, se un eccesso fisico viene considerato come una forza, perché non lo sarà anche l'eccesso dei sentimenti?» L'amore-passione è dunque una forza («questa violenza, questa passione irriducibile»), è qualcosa che ricorda la vecchia nozione di ἰσχύς (''ischus'': energia, tensione, forza di carattere) e, più vicino a noi, quella di Dispendio.<ref>{{maiuscoletto|GRECO}}: nozione stoica (''Les Stoïciens'').</ref> (''L'esuberanza'', p. 83)
*(Prima un lord e poi un vescovo inglese, rimproverarono a Goethe l'epidemia di suicidi provocati dal ''Werther''. [[Goethe]] rispose in termini propriamente ''economici'': «Il vostro sistema commerciale ha fatto migliaia di vittime; perché non perdonarne qualcuna anche al ''Werther''?»)<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: ''furor wertherinus'', Introduzione, XIX. Risposta di Goethe: Introduzione, XXXII (ed. Aubier-Montaigne).</ref> (''L'esuberanza'', p. 84)
*3. Il discorso amoroso non è proprio privo di calcoli: io ragiono, certe volte calcolo, sia per ottenere una certa soddisfazione, o per evitare un certo dolore, sia per rappresentare interiormente all'altro, in un moto di stizza, i tesori d'ingegnosità che io dilapido ''per niente'' in suo favore (cedere, dissimulare, non ferire, divertire, convincere, ecc.). Ma questi calcoli sono soltanto delle impazienze: in essi non vi è alcuna idea di guadagno finale: il Dispendio è aperto, all'infinito, la forza deriva, senza nessuna finalità (l'oggetto amato non è una meta: è un oggetto-cosa, non un oggetto-termine). (''L'esuberanza'', p. 84)
*L'esuberanza amorosa è l'esuberanza del fanciullo a cui niente (ancora) viene a contenere l'ostentazione narcisistica, il godimento multiforme. Considerato che il discorso amoroso non è una ''media'' di stati d'animo, questa esuberanza può essere rotta a intervalli da tristezze, avvilimenti, impulsi suicidi; ma un tale squilibrio fa parte di quest'economia nera che mi marchia con la sua aberrazione, e per così dire con il suo lusso sfrenato. (''L'esuberanza'', p. 84)
*{{maiuscoletto|[[dramma]]}} Il soggetto amoroso non può scrivere egli stesso il suo romanzo d'amore. Solo una forma molto arcaica potrebbe raccogliere il fatto che lui declama senza però poterlo raccontare. (''Romanzo/dramma'', p. 85)
*Se io tengo un [[diario]], è difficile che questo diario riporti i ''fatti accaduti''. I fatti della vita amorosa sono talmente futili che accedono alla scrittura solo attraverso uno sforzo immenso: ci si scoraggia di scrivere ciò che, ''nello scriversi'', rivela in pieno la propria banalità. (''Romanzo/dramma'', p. 85)
*{{maiuscoletto|[[esilio]]}} Decidendo di rinunziare allo stato amoroso, il soggetto si vede con tristezza esiliato dal proprio Immaginario. (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 87)
*(La passione [[amore|amorosa]] è un delirio; ma il delirio non è poi così straordinario; tutti ne parlano e ormai non fa più paura. Enigmatica è semmai ''la perdita di delirio'': dove porta?) (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 87)
*2. Nel [[lutto]] reale, è la «prova di realtà» a mostrarmi che l'oggetto amato ha cessato di esistere. Nel lutto amoroso, l'oggetto non è né morto né lontano. Sono io a decidere che la sua immagine deve morire (e questa morte, io potrò addirittura arrivare a nascondergliela). Per tutto il tempo che durerà questo strano lutto, dovrò portare il peso di due infelicità fra loro contrarie: soffrire per il fatto che l'altro sia presente (e che continui, suo malgrado, a farmi del male) e affliggermi per il fatto che egli sia morto (se non altro, che sia morto quello che io amavo). Cosicché mi angoscio (vecchia abitudine) per una telefonata che non arriva, ma nello stesso tempo devo dirmi che questo silenzio è, ''in ogni caso'', inconseguente, poiché io ho deciso di non aspettarmi più niente: il telefonarmi, dipendeva soltanto dall'immagine amorosa; scomparsa quell'immagine, sia che suoni sia che non suoni, il telefono riprende la sua futile esistenza. (Il punto più sensibile di questo lutto è che mi tocca ''perdere un linguaggio'' - il linguaggio amoroso. D'ora innanzi, non ci saranno più i «Ti amo»). (''L'esilio dell'Immaginario'', pp. 87-88)
*3. Per quanto io lo rovini, il lutto dell'immagine mi rende angosciato; ma, d'altro lato, per quanto io riesca a dargli buon esito, esso mi rende triste. Se l'esilio dell'Immaginario è la via obbligata per giungere alla «guarigione», allora bisogna convenire che il progresso è triste. Questa tristezza non è una malinconia - o almeno è una malinconia incompleta (niente affatto clinica), giacché non mi rimprovero niente e non sono prostrato. La mia tristezza appartiene a quella frangia della malinconia in cui la perdita dell'essere amato resta astratta.<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: «In altre circostanze si può invece riscontrare che la perdita è di natura più ideale, Può darsi che l'oggetto non sia morto davvero, ma sia andato perduto come oggetto d'amore...» (''Ibid.'', 104).</ref> Qui, la perdita è doppia: non posso neppure investire la mia infelicità, come quando soffrivo per il fatto di essere innamorato. Allora, io desideravo, sognavo, lottavo; un bene prezioso era dinanzi a me, semplicemente ritardato, il suo possesso era ostacolato da alcuni contrattempi. Adesso non c'è più niente; tutto è calmo, e questo è peggio. Sebbene sia giustificato da un'economia - l'immagine muore affinché io viva -, il lutto amoroso ha sempre uno strascico: una frase viene ripetuta in continuazione: «Che peccato!» (p. 88, ''L'esilio dell'Immaginario'')
*Il vero atto del lutto, non è soffrire per la perdita dell'essere amato; è constatare un giorno, sulla pelle della relazione, simile a una minuscola macchia, il sintomo di una morte sicura: per la prima volta, io faccio del male a chi amo, senza volerlo, certo, ma anche ''senza darmi eccessiva pena''. (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 89)
*5. Io cerco di strapparmi all'Immaginario amoroso: ma, come brace non ancora spenta, sotto l'Immaginario cova la fiamma; esso avvampa di nuovo; ciò che era stato ripudiato risorge; ad un tratto, dalla tomba mal sigillata sale un lungo lamento. (Gelosie, angosce, possessi, discorsi, appetiti, segni: ovunque, il desiderio amoroso ardeva nuovamente. Era come se io avessi voluto stringere per l'ultima volta, allo spasimo, qualcuno che stava per morire - che stavo per far morire: il mio, era un rifiuto di separazione).<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: «Questa avversione può essere talmente intensa da sfociare in un estraniamento dalla realtà e in una pertinace adesione all'oggetto, consentita dall'instaurarsi di una psicosi allucinatoria di desiderio» (''ibid.'')</ref><ref>{{maiuscoletto|[[Donald Winnicott|Winnicott]]}}: «Poco prima che la perdita si faccia sentire, si può discernere nel bambino, nella eccessiva utilizzazione dell'oggetto transizionale, il rifiuto del timore che questo oggetto perda il suo significato» (''Jeu et Réalité'', 26 sgg.).</ref> (''L'esilio dell'Immaginario'', p. 89)
*{{maiuscoletto|fading}} Prova dolorosa con la quale l'essere amato sembra sottrarsi a qualsiasi contatto, senza neppure rivolgere questa indifferenza enigmatica contro il soggetto amoroso o pronunziarla a beneficio di chiunque altro, sia questo il mondo o un rivale. (''Fading'', p. 90)
*Il fading dell'altro, quando si manifesta, mi angoscia perché mi sembra senza causa e senza fine. Come un triste miraggio, l'altro s'allontana, insegue l'infinito e io mi logoro nell'attesa del suo ritorno. (''Fading'', p. 90)
*Il fading dell'oggetto amato è il terrificante ritorno della Madre Cattiva, l'inspiegabile ritiro d'amore, la sensazione di sentirsi abbandonati ben nota ai Mistici: Dio esiste, la Madre c'è, ma essi ''non amano più''. Non sono distrutto, ma ''lasciato là'', come un rifiuto. (''Fading'', pp. 90-91)
*3. La gelosia fa soffrire meno perché l'altro continua ad essere vivo. Nel fading, l'altro sembra perdere ogni desiderio: egli è preda della Notte. L'altro mi abbandona, ma a questo abbandono fa seguito l'abbandono che a sua volta coglie l'altro<ref>{{maiuscoletto|[[Juan De La Cruz]]}}: «Diciamo ''Notte'' la privazione del gusto nell'appetito di tutte le cose» (citato da Baruzi, 408).</ref>; la sua immagine viene in questo modo lavata, disciolta; niente più mi sostiene, neanche il desiderio che l'altro rivolgerebbe altrove; sono in lutto per un oggetto che è già in lutto (da questo si può capire fino a che punto abbiamo bisogno del desiderio dell'altro, anche se questo desiderio non è rivolto a noi). (''Fading'', p. 91)
*7. Sembra che [[Freud]] detestasse il [[telefono]]: proprio lui che invece amava ''ascoltare''<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: [[Martin Freud]], ''Freud, mon père'', 45.</ref> Forse intuiva, presentiva, che la telefonata è sempre una ''cacofonia'' e che quello che il telefono lascia filtrare è la ''voce falsa'', la comunicazione fasulla. (''Fading'', p. 92)
*[...] il telefono non è un valido oggetto transizionale, non è una funicella inerte; il suo significato non è quello del collegamento, ma bensì quello della distanza; la voce amata, stanca, ascoltata per telefono: è il fading in tutta la sua angoscia. Tanto per cominciare, quando questa voce giunge a me, quando essa è là, quando (con molta fatica) continua ad esserci, io non la riconosco mai completamente; si direbbe che essa provenga da dietro una maschera (si dice che le maschere della tragedia greca avessero una funzione magica: dare alla voce un'origine ctonia, deformarla, straniarla, farla arrivare dall'al di là sotterraneo). E, inoltre, l'altro sembra sempre che stia per partire; egli se ne va due volte: attraverso la sua voce e attraverso il suo silenzio: a chi tocca parlare? Cessiamo insieme di parlare: ingombro di due vuoti. ''Sto per lasciarti'', dice ad ogni istante la voce al telefono. (''Fading'', pp. 92-93)
*[...] angosciarsi per il telefono: è il segno inequivocabile dell'amore. (''Fading'', p. 93)
*{{maiuscoletto|[[fastidio]]}} Sentimento di moderata gelosia che coglie il soggetto amoroso quando vede che l'interesse dell'essere amato è catturato e distolto da persone, oggetti o azioni che ai suoi occhi agiscono come altrettanti rivali secondari. (''L'arancia'', p. 94)
*È fastidioso tutto ciò che cancella fugacemente la relazione duale, tutto ciò che altera la complicità e allenta il legame di appartenenza: ''Tu appartieni anche a me'', dice il mondo. (''L'arancia'', p. 94)
*{{maiuscoletto|[[festa]]}} Il soggetto amoroso vive ogni incontro con l'essere amato come una festa. (''«Giorni beati»'', p. 96)
*{{maiuscoletto|[[gelosia]]}} «Sentimento che nasce nell'amore e che è cagionato dal timore che la persona amata preferisca qualcun altro» ([[Émile Littré|Littré]]).
*1. Il geloso del romanzo non è [[I dolori del giovane Werther|Werther]]; è il signor Schmidt, il fidanzato di Federica, l'uomo che è sempre di malumore. La gelosia di Werther nasce dalle immagini (vedere Alberto circondare col braccio la vita di Carlotta), non dal pensiero. Ciò si deve al fatto (ed è questa una delle bellezze del libro) che si tratta di una disposizione tragica, e non psicologica. Werther non odia Alberto; è solo che Alberto occupa un posto che lui desidera: Alberto è un avversario (un concorrente, nel senso proprio del termine), non un nemico: egli non è «odioso». Nelle lettere che scrive a Guglielmo, Werther non si dimostra molto geloso. È solo quando dal tono confidenziale della prima parte si passa al racconto finale che la rivalità fra i due diventa acuta, aspra, come se la gelosia prendesse corpo in seguito al semplice passaggio dall'''io'' al ''lui'' [...]. (''La gelosia'', p. 97)
*[...] se non accetto la spartizione dell'essere amato, io nego la sua perfezione, giacché è proprio della perfezione il fatto di essere [[condivisione|condivisa]]. [...] E così io soffro due volte: prima, per il fatto stesso della spartizione, e poi per la mia incapacità di sopportarne la nobiltà. (''La gelosia'', p. 98)
*3. «Quando amo, sono molto esclusivo», dice [[Freud]] (che prenderemo qui come modello della normalità). Essere gelosi è essere conformi alle regole. Rifiutare la gelosia («essere perfetto»), significa quindi trasgredire una legge.<ref>{{maiuscoletto|[[Freud]]}}: ''Lettere 1873-1939''.</ref> (''La gelosia'', p. 98)
*(Conformismo in senso inverso: è vietato essere gelosi, l'esclusivismo va condannato, si deve vivere in gruppo, ecc. - Attenzione! -, vediamo come stanno realmente le cose: e se mi obbligassi a non essere più geloso per la vergogna d'esserlo? La gelosia è brutta, è borghese: è un fervore indecoroso, uno ''zelo'' - ed è appunto questo zelo che noi rifiutiamo).<ref>{{maiuscoletto|etimologia}}: Ζῆλος (''zễlos''), ''zelosus'', ''geloso''.</ref> (''La gelosia'', p. 98)
*4. Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero d'esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri. (''La gelosia'', p. 98)
*{{maiuscoletto|gradiva}} Questo nome, desunto dal libro di [[Wilhelm Jensen|Jensen]] analizzato da [[Freud]], designa l'immagine dell'essere amato che accetta di entrare un po' nel delirio del soggetto amoroso per aiutarlo ad uscirne fuori. (''La Gradiva'', p. 99)
*2. La Gradiva è una figura di salvezza, propiziatrice, una Eumenide, una Benevola. Ma, così come le [[Eumenidi]] non sono che delle vecchie Erinni, dee della vendetta, anche nella sfera amorosa esiste una Gradiva malvagia. Anche se inconsciamente e per delle motivazioni che possono aver origine dal suo proprio tornaconto nevrotico, l'essere amato sembra allora volermi spingere sempre più addentro nel mio delirio, sembra voler mantenere viva ed esulcerare la mia ferita d'amore [...]. In poche parole, l'altro mi riporta di continuo davanti alla mia impasse: impasse da cui non posso uscire e in cui non posso restare, proprio come il famoso cardinale Balue chiuso in una gabbia nella quale non poteva né stare in piedi né sdraiarsi. (''La Gradiva'', pp. 99-100)
*''[[Amare]]'' ed ''essere innamorato'' hanno fra loro un rapporto difficile: poiché, se è vero che ''essere innamorato'' non assomiglia a niente altro (una goccia di ''essere-innamorato"'' diluita in una vaga relazione amichevole la colora vivacemente, la rende incomparabile: io so ''subito'' che nel mio rapporto con X.... o con Y.... per quanto prudentemente mi trattenga, c'è ''dell'essere-innamorato''), è anche vero che, nell' ''essere-innamorato'', c'è dell' ''amare'': io voglio prendere, ferocemente, ma so anche dare, attivamente. (''La Gradiva'', p. 101)
*{{maiuscoletto|[[identificazione]]}} Il soggetto s'identifica dolorosamente con qualsiasi persona (o qualsiasi personaggio) che nella struttura amorosa occupi la sua stessa posizione. (''Identificazioni'', p. 102)
*2. Divoro con lo sguardo ogni intreccio amoroso, individuandovi quella che potrebbe essere la mia posizione, se ne facessi parte. lo colgo non delle analogie, bensì delle omologie [...]. Io sono catturato da uno specchio che si sposta e che mi capta ovunque vi sia una struttura duale. (''Identificazioni'', p. 102)
*Io, come lettore, posso identificarmi con [[I dolori del giovane Werther|Werther]]. Storicamente, migliaia di soggetti lo hanno fatto, soffrendo, suicidandosi, vestendosi, profumandosi, scrivendo come tanti Werther (canzoni, lamenti, bomboniere, fibbie, ventagli, acqua di toilette alla Werther). Una lunga catena di equivalenze lega tutti gli innamorati del mondo.<ref>{{maiuscoletto|[[I dolori del giovane Werther|Werther]]}}: Introduzione storica (edizione Aubier-Montaigne).</ref> (''Identificazioni'', p. 103)
*[...] leggendo un [[Romanzo rosa|romanzo d'amore]], non è esatto dire che io mi proietto; io aderisco all'immagine dell'innamorato (dell'innamorata), mi rinchiudo con questa immagine nella clausura del libro (tutti sanno che questi romanzi vengono letti in stato di secessione, di reclusione, di assenza e di voluttà: al [[stanza da bagno|gabinetto]]).<ref>{{maiuscoletto|[[Marecl Proust|Proust]]}}: (il gabinetto odoroso d'iris, a Combray) «Destinata ad un uso più particolare e più volgare, quella stanza [...] mi servi per lungo tempo di rifugio, senza dubbio perché era la sola che mi fosse permesso chiudere a chiave, in tutte le occupazioni che invocano un'inviolabile solitudine: la lettura, la fantasticheria, le lagrime e la voluttà».</ref> (''Identificazioni'', p. 104)
*{{maiuscoletto|[[immagine]]}} Nella sfera amorosa, le ferite più dolorose sono causate più da ciò che si vede che non da ciò che si sa. (''Le immagini'', p. 105)
*L'immagine prende risalto, è pura e nitida come una lettera: essa è la lettera di ciò che mi fa male. Precisa, completa, rifinita, definitiva, essa non mi lascia alcuno spazio: io ne sono escluso come lo sono dalla scena primitiva, la quale forse esiste solo in quanto è delineata dal contorno della serratura. E perciò, ecco la definizione dell'immagine, di ogni immagine: l'immagine è ciò da cui io sono escluso. (''Le immagini'', p. 105)
*L'immagine è perentoria, essa ha sempre l'ultima parola; nessuna cognizione può contraddirla, trasformarla, affinarla. (''Le immagini'', p. 105)
*Esiste un ''[[freddo]]'' speciale dell'innamorato: la freddolosità del cucciolo (d'uomo, d'animale) che ha bisogno dei calore materno. (''Le immagini'', p. 106)
*{{maiuscoletto|inconoscibile}} Sforzi del soggetto amoroso per capire e definire l'essere amato «in sé», come tipo caratteriale, psicologico o nevrotico, indipendentemente dalle peculiari cognizioni del rapporto amoroso. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*1. Io sono prigioniero di questa contraddizione: da una parte, credo di conoscere l'altro meglio di chiunque e glielo dichiaro trionfalmente («Io sì che ti conosco! Solo io ti conosco veramente!»); e, dall'altra, sono spesso colpito da questa evidenza: l'altro è impenetrabile, sgusciante, intrattabile; non posso smontarlo, risalire alla sua origine, sciogliere il suo enigma. Da dove viene? Chi è? Mi esaurisco in sforzi inutili: non lo saprò mai. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*Rovesciamento: «Non riesco a capirti» vuol dire: «Non saprò mai che cosa pensi veramente di me». Non posso decifrare te perché non so come tu decifri me. (''L'Inconoscibile'', p. 107)
*{{maiuscoletto|incontro}} La figura fa riferimento al periodo felice che è immediatamente seguito al primo smarrimento, quando ancora non erano sorte le difficoltà del rapporto amoroso. (''«Com'era azzurro, il cielo»'', p. 109)
*L'itinerario [[amore|amoroso]] sembra allora seguire tre tappe (o tre atti): prima, istantanea, c'è la cattura (io sono rapito da un'immagine); dopo, c'è un susseguirsi d'incontri (appuntamenti, telefonate, lettere, viaggetti), durante i quali «esploro» con trasporto la perfezione dell'essere amato, ossia l'insperato adeguamento di un oggetto al mio desiderio: è la dolcezza dell'inizio, il tempo dell'idillio. Questo periodo felice assume la sua identità (la sua definizione) per il fatto che esso si contrappone (se non altro nel ricordo) al «seguito»: «il seguito» è la lunga sequela di sofferenze, dolori, angosce, sconforti, rancori, impacci e tranelli di cui divento preda e che mi porta a vivere incessantemente sotto la minaccia di un decadimento che coinvolgerebbe contemporaneamente l'altro, me stesso e l'incontro che ci ha scoperti l'uno all'altro. (''«Com'era azzurro, il cielo»'', p. 109)
*{{maiuscoletto|[[induzione]]}} L'essere amato è desiderato perché un altro o degli altri hanno segnalato al soggetto che esso è desiderabile: per quanto speciale esso sia, il desiderio amoroso viene scoperto per induzione. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 112)
*La [[cultura di massa]] è una macchina che indica quali sono le cose da desiderare: questo è ciò che deve interessarti, dice, come se intuisse che gli uomini sono incapaci di trovare da soli chi devono desiderare. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 112)
*[...] sono innumerevoli gli episodi in cui io m'innamoro di chi è amato dal mio migliore amico: ogni [[rivale]] è prima stato maestro, guida, ispiratore, mediatore. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 113)
*Per indicarti dov'è il tuo desiderio, basta proibirtelo ''un po' ''(se è vero che non c'è desiderio senza [[proibizione]]). [...] Da una parte, bisogna che io sia presente come proibizione (senza la quale non ci sarebbe un vero e proprio desiderio), ma bisogna anche che mi allontani quando, essendosi formato il desiderio, la mia presenza potrebbe inibirlo. (''«Mostratemi chi devo desiderare»'', p. 113)
*{{maiuscoletto|[[informatore]]}} Figura amichevole che tuttavia sembra avere la costante funzione di ferire il soggetto amoroso dandogli, come se niente fosse, delle informazioni anodine sull'essere amato, il cui effetto è quello di guastare l'immagine che il soggetto ha di esso. (''L'informatore'', p. 114)
*Ciò che voglio, è un piccolo cosmo (con il suo tempo, la sua logica) abitato solo da «noi due» (titolo d'un settimanale rosa). Tutto ciò che proviene dall'esterno costituisce una minaccia, sia sottoforma di seccatura (sono costretto a vivere in un mondo da cui l'altro è assente), sia sottoforma di dolore (se questo mondo mi parla di quell'altro in termini indiscreti). (''L'informatore'', p. 115)
*{{maiuscoletto|[[insopportabile]]}} La coscienza di un accumulo delle sofferenze amorose trova sfogo con questa frase: «Così non può continuare». (''«Così non può continuare»'', p. 116)
*[...] un aspetto caratteristico della situazione [[amore|amorosa]] è infatti quello di essere subito intollerabile, non appena è passato il momento dell'attonimento del primo incontro. Vi è un demone che nega il tempo, la maturazione, la dialettica e che ad ogni istante dice: ''così non può andare avanti!'' - Eppure, la cosa va avanti, se non per sempre, almeno per molto tempo. (''«Così non può continuare»'', p. 116)
*Io desidero il mio desiderio, e l'essere amato non è altro che il suo accessorio. (da ''Frammenti di un discorso amoroso'', 1977)
*Le [[parola|parole]] non sono mai pazze (tutt'al più sono perverse): è la sintassi che è pazza.<ref>Da ''Frammenti di un discorso amoroso'', traduzione di R. Guidieri, Einaudi, Torino, 1979.</ref>
==''Miti d'oggi''==
*Pretendo di vivere pienamente la contraddizione del mio tempo, che di un [[sarcasmo]] può fare la condizione della verità. (''Premessa'', p. X)
*È probabile che se a nostra volta sbarcassimo su [[Marte (astronomia)|Marte]] quale l'abbiamo costruito non vi troveremmo altro che la [[Terra]] stessa, e tra questi due prodotti di una medesima Storia non sapremmo risolvere qual è il nostro. Infatti perché Marte sia giunto al sapere geografico bisogna pure che abbia avuto anche lui il suo [[Strabone]], il suo [[Jules Michelet|Michelet]], il suo Vidal de la Blanche, e, facendoci sempre più vicini, le stesse nazioni, le stesse guerre, gli stessi scienziati e gli stessi uomini che abbiamo avuto noi. (''Marziani'', p. 34)
*La [[Greta Garbo|Garbo]] appartiene ancora a quel momento del cinema in cui la sola cattura del volto umano provocava nelle folle il massimo turbamento, in cui ci si perdeva letteralmente in un'immagine umana come in un filtro, in cui il viso costituiva una specie di stato assoluto della carne, che non si poteva raggiungere né abbandonare. [...] La Garbo offriva una specie di idea platonica della creatura [...]. Il suo appellativo di ''Divina'' mirava indubbiamente a rendere, più che uno stato superlativo della bellezza, l'essenza della sua persona corporea, scesa da un cielo dove le cose sono formate e finite nella massima chiarezza. (pp. 63-64)
*Il viso della [[Greta Garbo|Garbo]] è Idea, quello della [[Audrey Hepburn|Hepburn]] è Evento. (p. 64)
*Credo che oggi l'[[automobile]] sia l'equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una creazione d'epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico. (p. 147)
*''Il [[mito]] è una parola.'' (p. 191)
*Mi si obietteranno mille altri sensi del termine ''mito''. Io ho però cercato di definire delle cose, non delle parole. (nota, p. 191)
*È la storia umana che fa passare il reale allo stato di parola. (p. 192)
*Ciò che disgusta nel [[mito]] è il ricorso a una falsa natura, il ''lusso'' delle forme significative, come in quegli oggetti che ornano la loro utilità con una apparenza naturale. La volontà di appesantire la significazione di tutte le cauzioni della natura provoca una specie di nausea: il mito è troppo ricco, e di troppo ha appunto la sua motivazione. (nota, p. 207)
*La provocazione di un immaginario collettivo è sempre impresa inumana, non solo perché il sogno essenzializza la vita come destino, ma anche perché il sogno è povero ed è la cauzione di un'assenza. (nota, p. 221)
*{{NDR|Riferendosi ai "miti dell'Ordine (sociale)"}} Statisticamente il [[mito]] è a destra. Qui esso è essenziale; ben nutrito, lucente, espansivo, loquace, s'inventa senza tregua. S'impadronisce di tutto: le giustizie, le morali, le estetiche, le diplomazie, le arti domestiche, la Letteratura, gli spettacoli. [...] L'oppresso non è niente, ha in sé una parola sola, quella della propria [[emancipazione]]; l'oppressore è tutto, la sua parola è ricca, multiforme, duttile, padrona di tutti i gradi possibili della dignità [...]. L'oppresso ''fa'' il mondo, ha solo un linguaggio attivo, transitivo (politico); l'oppressore lo conserva, la sua parola è plenaria, intransitiva, gestuale, teatrale: è il [[Mito]]; il linguaggio del primo tende a trasformare, il linguaggio dell'altro a eternare. (pp. 228-229)
*Ogni ripudio del [[linguaggio]] è una morte. (p. 232)
==Citazioni su Roland Barthes==
*La posizione di Barthes nel corso dei suoi lavori ricorda quello di Azdak ne ''Il Cerchio di gesso del Caucaso'', opera [[Bertolt Brecht|brechtiana]] che pare Barthes abbia amato molto. Vi è qualcosa di spostato, di irregolare: Azdak, furfante divenuto giudice, non è all'altezza del suo posto e, improvvisamente tutto si mette a girare e devia schivando il riconoscimento, la verità stessa. ([[Stephen Heath]])
*Per Barthes, il [[mito]], o per lo meno quello moderno (quello di cui egli si occupa), "è una parola": quindi "può essere mito tutto ciò che subisce le leggi di un discorso", ma d'altra parte "non è qualsiasi parola". ([[Massimo Corsale]])
*Variare porta a modificare, a trasportare, a cambiare di ritmo; il che costituisce un piccolo manuale della pratica di Barthes. Si pensi ad esempio al cambiamento di ritmo di lettura che interviene in modo così decisivo in ''S/Z'' e che dà l'avvio a tutte le variazioni — la pluralità colta in ogni momento — sul testo di [[Honoré de Balzac|Balzac]]. ([[Stephen Heath]])
*Viaggiare, spostarsi: questo è il percorso dei lavori di Barthes. Questa è l'attività del testo, e dei suoi testi. Il testo viaggia, sposta, va alla deriva. Così i testi di Barthes sono accesso, non accesso, movimento a spirale, asse avvolgentesi senza sosta ad ogni impero dei segni; senso, soggetto in processo, giro di scrittura, vertigine dello spostamento: «la vertigine è ciò che non finisce: stacca il senso, lo rimanda a più tardi» (''Réquichot'', p. 18). ([[Stephen Heath]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Roland Barthes, ''Frammenti di un discorso amoroso'', traduzione di Renzo Guidieri, Einaudi, Torino, 1979.
*Roland Barthes, ''Miti d'oggi'', traduzione di Lidia Lonzi, Einaudi, Torino, 1974.
*Roland Barthes, ''L'ovvio e l'ottuso. Saggi critici III'', traduzione di Carmine Benincasa, Giovanni Bottiroli, Gian Paolo Caprettini, Daniele De Agostini, Lidia Lonzi, Giovanni Mariotti, Einaudi, Torino, 1995.
*Roland Barthes, ''La camera chiara. Nota sulla fotografia'', traduzione di Renzo Guidieri, Einaudi, Torino, 1980.
*[[Gianfranco Ravasi]], ''L'incontro. Ritrovarsi nella preghiera'', Oscar Mondadori, Milano, 2014. ISBN 978-88-04-63591-8
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Barthes, Roland}}
[[Categoria:Critici letterari francesi]]
[[Categoria:Linguisti francesi]]
[[Categoria:Saggisti francesi]]
[[Categoria:Semiologi francesi]]
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Moda
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Danyele
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Citazioni sulla '''moda'''.
*A New York la moda è un business. La gente cerca il nuovo look, non necessariamente la buona qualità. A Parigi la moda è arte. ([[Hanae Mori]])
*C'è una sola grande moda: la [[giovinezza]]. ([[Leo Longanesi]])
*''Chi teme la moda è immerso in essa comunque | e d'essa intriso come un cardo dal gambo reciso.'' ([[Lucio Battisti]])
*Credo che la moda possa essere una forma di espressione della nostra personalità e del nostro gusto, deve essere una nostra alleata, un'amica. ([[Elisa Sednaoui]])
*È da moltissimo tempo che sono in questo campo, e so perfettamente che non c'è niente di peggio che seguire una moda sbagliata. ([[Elim Garak]], ''[[Star Trek: Deep Space Nine]]'')
*È quasi impossibile individuare con esattezza l'inizio di una moda. Quando una tendenza comincia a sembrare una moda, ormai non ha più origini chiare e il tentativo di rintracciarle nel passato risulta di gran lunga più difficile che non, poniamo, trovare le sorgenti del Nilo. In primo luogo una moda ha probabilmente più sorgenti, e in secondo luogo riguarda il comportamento umano. ([[Connie Willis]])
*'''Moda''': Io sono la Moda, tua sorella.<br>'''Morte''': Mia sorella?<br>'''Moda''': Sì: non ti ricordi che tutte e due siamo nate dalla Caducità? ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'')
*L'alta moda è morta. ([[Roberto Capucci]])
*[...] la mia palestra è stata la moda: sempre in giro, è una lotta tu sola contro il mondo. Non è esattamente l'immagine glamour e patinata che passa. ([[Laura Barriales]])
*La moda? La odio. Fa schifo e fa schifo tutto quello che c'è intorno. Pippavi per dimagrire. Pippavi per non mangiare e andavi in palestra per sudare. Lo fanno tutte. Inutile che facciano le santarelline. Io per otto anni ho mantenuto dei ritmi infernali. Non dormivo quasi mai. Però viaggiavo in prima classe e guadagnavo venti milioni di lire per sfilare tre minuti. A un certo punto il mio conto aveva sei zeri. Che cazzo m'importava. Ero su un treno in corsa e basta. ([[Fernanda Lessa]])
*La moda deforma. ([[Davide Rondoni]])
*La moda dovrebbe avere rilevanza e proporre nuove proporzioni, materiali e tagli. Se sembra e si sente contemporanea e rispetta il corpo individuale, la moda può darci l'ottimismo necessario per affrontare i nostri problemi collettivamente e andare avanti. ([[Jil Sander]])
*La moda è donna, perché la moda è l’incostanza del non-senso, la quale conosce soltanto una conseguenza, quella di diventare sempre più folle. ([[Søren Kierkegaard]])
*La moda è sempre in contatto con la vita e la realtà. È un’espressione della società contemporanea. Che cosa è capace di riflette oggi? Una realtà complessa e caotica in cui la politica e le questioni ambientali sono decisamente essenziali. Il mio lavoro è sempre stato quello di sentire e percepire quello che succede nella società. ([[Jean-Paul Gaultier]])
*La moda è story telling, è storia del costume, è design, è teatro, è cinema, letteratura, poesia, musica e danza. Non si tratta quindi solo di abiti, di colori, di linee e volumi ma un'interpretazione personale del modo di vivere nel mondo. Il concetto di eleganza, il senso del bello, i valori della vita, la concezione di diversità, l'importanza della cultura e l'intersecazione fra le arti sono degli elementi che stanno nelle fondamenta del mio lavoro e che racconto attraverso gli abiti. ([[Antonio Marras]])
*La moda qualcuno la segue, qualcuno la vende, qualcuno la fa. Come il cinema, la moda (alta, media o nana, che sia) è una realtà visiva\immaginale, ma pure concreta e commerciale. È come il mudra nel quale l'indice, che indica la direzione va collegato alla potenza del pollice. Ma se la moda più o meno in voga è un riferimento inevitabile nel mondo dei non pazzi, l'Alta Moda è uno strumento per apparire straordinari nel mondo comune ed essere in regola nel mondo del privilegio. La moda è un mare che resta sempre al suo posto, fatto di onde che si avvicendano sempre uguali e sempre diverse. ([[Ottavio Rosati]])
*Le stylist stanno distruggendo la moda. Vestono le star per i red carpet e le ragazze pensano che per essere vestite bene bisogna agghindarsi così. Vedi donne bellissime che sembrano vecchie, dei manichini. [[Gwyneth Paltrow]] è fantastica ma il giorno dopo è tremenda. E in giro vedi solo ragazze indottrinate. ([[Barbara Hulanicki]])
*Ma le mode sono come gli esseri umani. Vengono, nessuno sa quando, perché, o come. ([[Charles Dickens]])
*Moda: personalità che puoi comprare. ([[John Oliver]])
*Nella moda, o sei ''in'' o vieni fatto a pezzetti. La migliore in questo è Heidi Klum. (''[[Lobo (fumetto DC Comics)|Lobo]]'')
*Non esiste più la moda, esistono tendenze. ([[Hubert de Givenchy]])
*Non tutto ciò che è "di moda" è davvero "attuale". ([[Paolo Rossi (filosofo)|Paolo Rossi]])
*{{NDR|Nel 2009}} Oggi le donne vogliono qualcosa di bello e originale ma che duri nel tempo, non necessariamente legato a un'effimera tendenza di stagione [...] la moda oggi è una sorta di bene-rifugio o se vogliamo un investimento che lascia però spazio alla creatività individuale. ([[Tory Burch]])
*Ogni [[generazione]] ride delle mode vecchie, ma segue religiosamente quelle nuove. ([[Henry David Thoreau]])
*Ogni occasione è buona per autogratificarsi con la moda. (''[[Glee (prima stagione)|Glee]]'')
*''Perché non chiedete ai bambini di [[Protesta di piazza Tienanmen|piazza Tienanmen]] | se era la moda il motivo per cui erano lì?'' ([[System of a Down]])
*Poche, perché poche hanno personalità. Una davvero elegante è [[Kate Moss]], capace di mescolare un capo di H&M con un pezzo d'alta moda. Ha educazione alla moda. Dote rara. Che spesso non hanno nemmeno gli stilisti. ([[Barbara Hulanicki]])
*Se moda significa non imitare la propria vicina, allora la amo. ([[Christian Lacroix]])
*Si rinunci per moda, per smania di [[novità]], per affettazione di scienza, si rinneghi l'arte nostra, il nostro istinto, quel nostro fare sicuro spontaneo naturale sensibile abbagliante di luce, è assurdo e stupido. ([[Giuseppe Verdi]])
*Tutti i [[vizio|vizi]], quando sono di moda, passano per [[virtù]]. ([[Molière]])
*Una moda è caduca, non perché sia arbitraria e capricciosa, sì perché rappresentava qualche cosa di fugace, ma non perciò meno vero ed esatto, dell'anima collettiva ch'essa è destinata a rappresentare nella sua continuità.<br>La donna, andando dal sarto a scegliersi un vestito, non veste sé, veste il proprio tempo. Anzi, tutt'insieme la donna col suo vestito, è ella stessa veste alla nudità del suo tempo. ([[Massimo Bontempelli]])
===[[Karl Lagerfeld]]===
*La moda è come la musica: tante note con cui giocare. E ognuno può comporre la sua melodia.
*La moda è superficiale. Bisogna accettare questo dato di fatto se si sceglie di lavorarci.
*La moda è un gioco che va preso molto sul serio.
*Nella moda bisogna sempre abbattere per poi ricostruire, amare ciò che si è detestato e detestare ciò che si è amato.
==[[Proverbi italiani]]==
*Ben puoi mangiare a modo tuo, ma devi vestire a modo altrui.
*Chi serve la moda, serve una gran tiranna.
*I pazzi inventano la moda e i savi la adottano.
*I vestiti si portano il primo anno per amore e il secondo per forza.
*Il diavolo va sempre all'ultima moda.
*Il mantello copre il brutto e il bello.
*La moda determina il prezzo delle merci e il valore delle virtù.
*La moda è la maggior tiranna del mondo.
*La moda entra dappertutto.
*La moda va e viene.
*Ogni moda passa per bella.
*Piuttosto fuor del mondo, che fuor di moda.
*Se andar nudo fosse di moda, nessuna fanciulla porterebbe camicia.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Modello (professione)|Modello]]
*[[Sfilata di moda]]
*[[Stilista]]
*[[Vestito]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Antropologia culturale]]
[[Categoria:Moda| ]]
[[Categoria:Sociologia della cultura]]
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== Spider-Man su Wikiquote ==
Posso sapere perché continui a rimuovere le didascalie dalla pagina del film? Grazie. [[Utente:DMarx22|DMarx22]] ([[Discussioni utente:DMarx22|scrivimi]]) 18:18, 24 gen 2022 (CET)
== Grazie Homer ==
Non so come si usa e come si risponde, spero che puoi leggere il mio messaggio.
Non so se sia il posto giusto, ma una poesia che parla di un luogo remoto della Svizzera, poi diventa una canzone ( senza scopo di lucro e non in vendita ) sarebbe bello poter scrivere qui il testo...ma probabilmente non si può fare.
Secondo te è possibile? Grazie mille 🙂 [[Speciale:Contributi/93.43.164.51|93.43.164.51]] ([[User talk:93.43.164.51|msg]]) 18:29, 10 mag 2022 (CEST)
== Grazie! ==
Grazie! [[Speciale:Contributi/109.53.2.56|109.53.2.56]] ([[User talk:109.53.2.56|msg]]) 17:10, 23 giu 2022 (CEST)
== Insieme per arricchire e migliorare! ==
Ringrazio. [[Speciale:Contributi/109.53.2.56|109.53.2.56]] ([[User talk:109.53.2.56|msg]]) 17:13, 23 giu 2022 (CEST)
== Grazie per il tuo benvenuto! ==
Grazie, sei gentile. Saluti. [[Utente:Mariagretaparedes|Mariagretaparedes]] ([[Discussioni utente:Mariagretaparedes|scrivimi]]) 16:45, 12 ago 2022 (CEST)
== Re: Codice d'onore ==
Ciao Homer, grazie infinite, ho rimesso tutto a posto; avevo cercato con la parola-chiave della voce tematica, anziché l'altra. Grazie anche per le indicazioni sui dialoghi. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:23, 23 ago 2022 (CEST)
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SunOfErat
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{{Nota disambigua|descrizione=l'omonima opera|titolo=[[Edmondo_De_Amicis#Cuore|Edmondo De Amicis]]}}
{{voce tematica}}
[[Immagine:Cuori hearts.jpg|thumb|Due cuori che si toccano]]
{{indicedx}}
Citazioni sul '''cuore'''.
==Citazioni==
*Avere un posto nel cuore di qualcuno significa non essere mai soli. ([[Romano Battaglia]])
*Buio, bel buio, bella pioggia, gli istanti scivolano via da una parte all'altra del tergicristallo, e anche questa faccenda del vivere, una poesia senza attributi, una poesia senza perché. E anche il cuore che batte, batte meglio se batte per niente. ([[Aldo Busi]])
**Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto. ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'')
*Chi conquista il cuore dell'uomo conquista tutto l'[[uomo]]. ([[Francesco di Sales]])
*''Ci sono cose che non puoi vedere | con gli occhi: | devi vederle con il cuore | e questo non è facile. | Se ritrovi lo spirito della giovinezza | dentro di te, | con i ricordi di adesso e i sogni di allora, | potrai farlo rivivere | e cercare una strada nell'avventura | che chiamiamo vita, | verso un destino migliore. | E il tuo cuore non sarà mai stanco | né vecchio...'' ([[Sergio Bambarén]])
*Come una candela accende un'altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore accende un altro e così si accendono migliaia di cuori. ([[Lev Tolstoj]])
*Confida in te stesso: ogni cuore vibra a una tale corda di ferro. Accetta il posto che il divino provvedere ha trovato per te, la società dei tuoi contemporanei, la connessione degli eventi. Gli uomini grandi sempre fecero così, e affidarono se stessi fanciullescamente al genio della loro età, testimoniando la loro percezione che l'assolutamente affidabile aveva preso posto nei loro cuori, operando attraverso le loro mani, prendendo possesso di tutto il loro essere. ([[Ralph Waldo Emerson]])
*''Cuore, cuor tumultuante per un turbine di guai, | su! difenditi a piè fermo, petto avanti, o cuore: va. | C'è un agguato di nemici: tu rimani in sicurtà, | fiero; e poi vittorioso non {{sic|menarme}} vampo,''<ref>Menare vampo: menare vanto.</ref> ''né | vinto devi chiuso in casa piangere o buttarti giù; | ma gioisci delle gioie, ma rattristati dei guai, | pur non troppo; riconosci questa vita quale ell'è.'' ([[Archiloco]])
*{{maiuscoletto|cuore}} Questa parola serve per moti e desideri d'ogni genere, ma ciò che è costante è che il cuore - negato o rifiutato che sia - vuole essere un oggetto di dono. ([[Roland Barthes]])
*Cuore (''s.m.''). Muscolo abilitato a pompare automaticamente il sangue. In senso figurato si suole dire che tale utile organo sarebbe la sede delle emozioni e dei sentimenti: una delicata fantasia che peraltro è solo il residuo di antiche e superate credenze. ([[Ambrose Bierce]])
*''Dal vero fonte de' celesti rai, | Per trionfar del mondo, il foco prese amor, con cui si forte il cor m'accese | Ch'io di spegnerlo più non spero omai''. ([[Berardino Rota]])
*Di quello di cui il cuore trabocca, favellano le labbra. ([[Josip Jurčič]])
*Dicono che l'olio acqueta il mare in burrasca. Ma che cosa può acquetare il cuore in tempesta dell'uomo?<br>Invano ti applichi alle tempie la fredda filosofia di [[Schopenhauer]], invano cerchi d'immergerti in altri pensieri: due fuochi sono impossibili a spegnersi: quello del vulcano e quello del cuore ardente. ([[Géza Gárdonyi]])
*Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un cuore eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove. ([[Fernando Pessoa]])
*È il cuore che sente [[Dio]], non la [[ragione]]. Ecco cos'è la [[fede]]: Dio sensibile al cuore, non alla ragione. ([[Blaise Pascal]])
*E ho guardato dentro un'[[emozione]] e ci ho visto dentro tanto [[amore]] che ho capito perché non si comanda al cuore. ([[Vasco Rossi]])
*È il mio cuore che vi ama, non la parte materiale di me stesso. ([[Klemens von Metternich]])
*E non seguire solo il tuo cuore, perché il tuo cuore può farsi ingannare. Devi guidarlo tu, il tuo cuore. (''[[Fireproof]]'')
*''Fossi pure il tuo Mitridate | Assuefatto a sfidare il dardo velenoso, | Sempre me immune dovrai abbracciare | Per conoscere l'estasi del cuore.'' ([[James Joyce]])
*Ha chiesto molte volte al cuore di essere sincero e il cuore gli ha risposto che le belle donne andrebbero impiccate ed arse. ([[Rocco Scotellaro]])
*''Ho tale un cor nel petto, | Che ne' disastri esulta; un cor che gode | Lottar col fato, e superarlo''. ([[Vincenzo Monti]])
*I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili. (''[[Il mago di Oz]]'')
*I cuori sono fatti per essere infranti. ([[Oscar Wilde]])
*''Il cuor si serra | nelle [[Fortuna|fortune]], e sol lo schiude il tocco | delle grandi sventure.''. ([[Vincenzo Monti]])
*Il cuore c'ha le valvole, non le molle. ([[Stefano Benni]])
*''Il cuore conosce la propria amarezza | e alla sua gioia non partecipa l'estraneo.'' (''[[Libro dei Proverbi]]'')
*Il cuore dell'uomo è il luogo in cui vive il demonio; a volte sento un inferno dentro di me. ([[Thomas Browne]])
*''Il cuore | è l'ultimo | a respirare?'' ([[Alberto Casiraghi]])
*Il cuore ha le sue ragioni, che la [[ragione]] non conosce. ([[Blaise Pascal]])
*Il cuore umano è sempre lo stesso, a Parigi e in Russia: non può ingannare. ([[Denis Ivanovič Fonvizin]])
*Il cuore vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto. ([[Vincenzo Monti]])
*Il mediatore fra il cervello e le mani deve essere il cuore! (''[[Metropolis (film 1927)|Metropolis]]'')
*L'uomo guarda l'[[apparenza]], il Signore guarda il cuore. (''[[Libri di Samuele]]'')
*La [[famiglia]] è la patria del cuore. ([[Giuseppe Mazzini]])
*''La luce del crepuscolo si attenua: | Inquieti spiriti sia dolce la tenebra | Al cuore che non ama più!'' ([[Dino Campana]])
*La morte del cuore è quando si vive nell'angoscia, nello scoraggiamento o in una tristezza cronica. ([[Raniero Cantalamessa]])
*La più orribile delle infermità è la mancanza di cuore. ([[Jean Cardonnel]])
*Le [[parola|parole]] che escono dal cuore, giungono al cuore. (''[[Talmud]]'')
*Ma il cuore non è una scatola che viene riempita, aumenta di volume ad ogni nuovo amore. (''[[Lei (film 2013)|Lei]]'')
*No, pur nella sua natura corrotta, il cuore dell'uomo non è empio: è soltanto idolatra. ([[Sof'ja Petrovna Sojmonova]])
*Non di rado avviene che sotto veste cenciosa palpiti cuore valoroso e gentile. ([[Samuel Smiles]])
*Ora sono sicuro di avere un cuore... perché mi si sta spezzando. (''[[Il mago di Oz]]'')
*''Per anni e anni ho lottato con l'inchiostro e il martello mio tormentato cuore | Con l'oro e con il fuoco per farti un bel ricamo | Un giacinto d'arancio | Un cotogno fiorito per consolarti | Io che un tempo ti sfiorai con gli occhi delle Pleiadi...'' ([[Nikos Gatsos]])
*Perché il mio cuore è tutta una pazzia, ma non ho mai avuto niente di meglio da offrire. ([[Giovanni Scafoglio]])
*– Possibile che tu non capisca? Noi veniamo da due mondi completamente diversi!<br />– Ma abbiamo entrambi un cuore, e il mio mi dice che siamo fatti l'uno per l'altra! (''[[Kirby (anime)|Kirby]]'')
*Poveri cuori umani che battono dappertutto. ([[Jack Kerouac]])
*Quando il battito del cuore supera le ombre del passato l'[[amore]] potrà trionfare sul [[destino]]. ([[Nicholas Sparks]])
*''Quando l'[[anima]] è stanca e troppo sola | il cuor non basta a farle compagnia, | si tornerebbe discoli per [[via]], | si tornerebbe scolaretti a [[scuola]]''. ([[Marino Moretti]])
*Quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a [[caso]], ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al [[mondo]], senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in [[silenzio]], e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta. ([[Susanna Tamaro]])
*Quando urla, come la [[voce]], il cuore diventa rauco. ([[Gustave Flaubert]])
*Quante strade e quante ragioni crea il cuore per arrivare a quello che vuole! ([[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas, figlio]])
*''Se ascoltiamo la saggezza del cuore | il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino.'' ([[Sergio Bambarén]])
*Se un piatto o un bicchiere cadono a terra senti un rumore fragoroso. Lo stesso succede se una finestra sbatte, se si rompe la gamba di un tavolo o se un quadro si stacca dalla parete. Ma il cuore, quando si spezza, lo fa in assoluto silenzio. Data la sua importanza, ti verrebbe da pensare che faccia uno dei rumori più forti del mondo, o persino che produca una sorta di suono cerimonioso, come l'eco di un cembalo o il rintocco di una campana. Invece è silenzioso, e tu arrivi a desiderare un suono che ti distragga dal dolore. ([[Cecelia Ahern]])
*''Segui il consiglio del tuo cuore, | perché nessuno ti sarà più fedele di lui.'' (''[[Siracide]]'')
*''Sempre un villaggio, sempre una campagna | mi ride al cuore (o piange), Severino: | il paese ove, andando, ci accompagna | l'azzurra visïon di San Marino: |sempre mi torna al cuore il mio paese | cui regnarono Guidi e Malatesta, | cui tenne pure il Passator cortese, | re della strada, re della foresta.'' ([[Giovanni Pascoli]])
*''Si accontenta di cause leggere | la guerra del cuore.'' ([[Fabrizio De André]])
*Si è se stessi solamente nel proprio cuore; si ama solamente quel che fa di lui un asilo. ([[Joë Bousquet]])
*Si vede solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi. ([[Antoine de Saint-Exupéry]])
*Su nulla abbiamo meno potere che sul nostro cuore, e, lungi dal comandarlo, siamo obbligati ad obbedirgli. ([[Jean-Jacques Rousseau]])
*''Tu prega intanto umil Venere bella | che faccia in noi, sotto sua santa legge, | di due corpi e due cori, un corpo e un core''. ([[Claudio Tolomei]])
*Tutto il mio cuore è tuo | io non posso vivere dove tu non sei! | Così, come il fiore appassisce, | quando lo splendere del sole non lo bacia. ([[Ferenc Lehár]])
*Un cuore troppo impressionabile, il mio, per ogni linea ed ogni tratto o capriccio di quel suo dolce viso! ([[William Shakespeare]])
*Vi è una legge psicofisica dell'[[amore]], il cui aspetto più propriamente corporeo risiede nel cuore, che è, per tutti gli uomini, la sede del calore innato. ([[Giuseppe Bezza]])
*Vivo sotto lo sguardo di Colui che amo e non voglio dividere il mio cuore con un cuore umano. ([[Santina Campana]])
*Voglio essere un cuore pensante. ([[Etty Hillesum]])
===''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]''===
*Il cuore umano è sempre crudele, vorace e insaziabile: dimentico talore delle sciagure più gravi, è assetato di allegria.<br>O cuore umano! Cieco e imprevidente in eterno, incapace di misura! La morte stessa non può dominarti, né alcun sovrano di questa terra!
*Povero cuore! Qual sorte è la sua, se si perde e si annienta per un altro cuore!
*Un vincitore generoso fa sempre vibrare le corde del cuore!
===[[Charles Dickens]]===
*Ci sono delle corde, [...] nel cuore umano, che è meglio non toccare.
*Io non guardo alla sottoveste. Guardo al cuore. Le strisce della sottoveste non sono che le gretole della gabbia. Ma l'uccello è il cuore. Ah! Quanti poveri uccelli intristiscono continuamente e mettono i loro becchi a traverso le gretole per beccare con affetto tutta l'umanità.
*Un cuore affettuoso è migliore e più forte della saggezza.
*Vi sono delle corde nel cuore umano — strane, variabili corde — che vibrano soltanto per caso: rimaste mute e insensibili agli appelli più fervidi e gravi, rispondono finalmente al tocco più lieve e impensato. Nelle menti torbide e deboli, v'è una serie di riflessioni che l'arte può di rado guidare o l'abilità assistere, ma che si rivelerà, come è avvenuto alle grandi verità, per caso e quando lo scopritore non ha che il più semplice oggetto in vista.
===[[Emily Dickinson]]===
*''Dopo un grande [[dolore]] viene un senso solenne, | i nervi stan composti, come tombe. | Il Cuore irrigidito chiede se proprio lui | soffrì tanto? Fu ieri o qualche secolo fa?''
*Educa un Cuore alla strada che dovrebbe fare e appena potrà devierà da essa.
*''Il cuore prima chiede gioia, | poi assenza di dolore, | poi gli scialbi anodini | che attenuano il soffrire, || poi chiede il sonno, e infine | se a tanto consentisse | il suo tremendo Giudice, | libertà di morire.''
*''Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi | non avrò vissuto invano | se allevierò il dolore di una vita | o guarirò una pena || o aiuterò un pettirosso caduto | a rientrare nel nido | non avrò vissuto invano.''
===[[Kahlil Gibran]]===
*C'è nel mio cuore più di quel che ho sulle labbra, c'è nel mio desiderio più di quel che ho tra le mani.
*Come potrà disiggillarsi il mio cuore senza spezzarsi?
*E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
*Farò della mia [[anima]] uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua [[bellezza]], del mio petto un sepolcro per le tue pene. Ti amerò come le praterie amano la [[primavera]], e vivrò in te la [[vita]] di un [[fiore]] sotto i raggi del [[sole]]. Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle [[campana|campane]]; ascolterò il linguaggio della tua [[anima]] come la [[spiaggia]] ascolta la storia delle onde.
*Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato [[dolore]] a darvi ora [[gioia]].
*Solo chi ha segreti nel cuore potrà indovinare i segreti del nostro cuore.
===''[[Kingdom Hearts]]''===
[[File:Kingdom Hearts heart symbol.svg|right|200px|Il cuore simbolo di ''Kingdom Hearts'']]
*– Ingredienti per un cuore: battito. Emozione.<br />– Terrore.<br />– Paura. Speranza e disperazione. Mescolare tutto insieme... E abbiamo un cuore!
*– La forza è la cosa più importante di un eroe?<br />– Beh, quel che ti serve è un cuore forte. Cosa rende un cuore forte? Se lo chiedi non sei ancora un vero eroe!
*– Tutti i mondi iniziano nell'Oscurità e in essa ritornano. Il cuore è uguale. L'Oscurità gli nasce dentro, cresce e lo consuma. È la sua natura. Ogni cuore ritorna all'Oscurità da dove proviene. Vedi, l'Oscurità è la vera essenza del cuore.<br />– Non è vero! Il cuore può essere debole e, talvolta, arrendersi... Ma ho imparato che in profondità c'è una luce che non si spegne mai!
==Proverbi==
*Chello è lo bello che a lo core piace. ([[proverbi napoletani|napoletano]])
*Da cuore a cuore – la distanza è breve. ([[proverbi azeri|azero]])
*'O core nun se fa màje viècchio. ([[proverbi napoletani|napoletano]])
===[[Proverbi italiani|Italiani]]===
*Al cuore non si comanda.
*Alla vista si conosce il cuore.
*Chi vuol contento il cuore, ami il suo Creatore.
*Cuor contento e sacco al collo.
*Cuor contento il ciel l'aiuta.
*Cuor contento non sente stento.
*Cuor contento, gran talento.
*Cuor forte rompe cattiva sorte.
*Cuor sincero, amico vero.
*Cuore incostante, fiumana senza letto.
*Dio guarda al cuore.
*Dio vuole il cuore e lo vuole tutto intero.
*Il cuore è come il vino, ha il fiore a galla.
*Il cuore è il primo che vive e l'ultimo che muore.
*Il cuore è un fanciullo che spera quello che brama.
*Il cuore non si vede.
*Il cuore umano è come una macina: se vi mettete sotto del grano lo riduce in farina; se non vi mettete del grano, macina se stesso.
*Non basta aver pure le mani, bisogna che sia puro anche il cuore.
*Non si canta bene se dal cuor non viene.
*Ogni cuore ha il suo dolore.
*Ogni cuore ha il suo segreto.
*Parla col cuore e anche i sordi ti capiranno.
*Quando il cuore è malato, non sente ragione.
====[[Proverbi toscani|Toscani]]====
*Chi non ama, non ha cuore.
*Chi perde la [[roba]] perde molto, ma chi perde il cuore perde tutto.
*Il cuore dei bricconi è un mare in burrasca.
*Il riso fa cuore.
*Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
*Più vale il cuore che il sangue.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Cuore e cervello]]
*[[Purezza]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Sentimenti]]
[[Categoria:Sistema cardiovascolare]]
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Michail Afanas'evič Bulgakov
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2022-08-23T19:46:38Z
AnjaQantina
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+traduzione
wikitext
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[[File:Михаил-Булгаков.jpg|thumb|Michail Afanas'evič Bulgakov]]
{{indicedx}}
'''Michail Afanas'evič Bulgakov''' (1891 – 1940), scrittore e drammaturgo russo.
==Citazioni di Michail Afanas'evič Bulgakov==
*{{NDR|All'amico Popov}} Ed ecco, alla fine del mio lavoro letterario sono stato costretto a fare una riduzione. Che brillante finale, non ti pare? ''Anime morte'' non può essere ridotto in forma scenica. Prendilo come assioma enunciato da un uomo che conosce bene il romanzo. Mi hanno detto che esistono centosessanta versioni sceniche. Può essere, ma in ogni caso è un'impresa impossibile.<ref>Citato in introduzione a ''Il maestro e margherita'' a cura di Fausto Malcovati, traduzione di Vera Drisdo, Einaudi Scuola, 1999.</ref>
*Io sono uno scrittore mistico. Mi servo di tinte cupe e mistiche per rappresentare le innumerevoli mostruosità della nostra vita quotidiana, il veleno di cui è intrisa la mia lingua, la trasfigurazione di alcune terribili caratteristiche del mio popolo.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/maestro-bulgakov-veggente-che-raccont-russia-dello-zar-putin-966215.html Il "Maestro" Bulgakov un veggente che raccontò la Russia dello zar Putin]'', ''il Giornale.it'', 11 novembre 2013.</ref>
== Memorie di un giovane medico ==
===''Morfina''===
====[[Incipit]]====
Le persone intelligenti sanno da sempre che la [[felicità]] è come la salute: quando la possiedi, non te ne accorgi. Ma quando passano gli anni, allora ti torna in mente, oh se ti torna in mente.<ref name=incipit/>
====Citazioni====
*Tutte le sensazioni sgradevoli si interrompono completamente. È il punto culminante della manifestazione della forza spirituale di un uomo.
*Non «una condizione di [[depressione]]», ma una lenta [[morte]] s’impossessa del morfinomane se solo per un’ora o due lo private della [[morfina]]. L’aria non nutre, non la si può inghiottire... Nel corpo non c’è una sola cellula che non brami... che cosa? Questo non può essere in alcun modo definito, o spiegato. In poche parole, l’uomo non c’è. È disinnescato. Quello che si muove, s’angoscia, soffre è un cadavere. Non vuole niente, non pensa a niente che non sia la morfina. La morfina!
*Il morfinomane ha una fortuna, che nessuno gli può sottrarre, ed è la capacità di condurre la vita in completa solitudine. E la [[solitudine]] implica dei pensieri importanti, pieni di significato, implica contemplazione, tranquillità, saggezza...
=== ''Io ho ucciso'' ===
==== [[Incipit]] ====
Il dottor Jašvin sorrise d’un sorrisetto storto e strano, e pose questa domanda: «Si può staccare il foglietto dal calendario? Adesso sono le dodici in punto, significa che ha avuto inizio il due».
==== Citazioni ====
*Ah, che stelle ci sono in [[Ucraina]]. Ecco, sono sette anni che vivo a [[Mosca (Russia)|Mosca]], e comunque sono ancora attratto dalla patria. Il cuore si stringe, a volte si prova il desiderio tormentoso di prendere il treno... E andare laggiù. Rivedere i dirupi sepolti dalla neve. Il [[Dnepr]]... Al mondo non esiste città più bella di [[Kiev]].
==''Cuore di cane''==
===[[Incipit]]===
====Nadia Cicognini====
U-u-u-u-u-uhu-hu-huuu! Oh, guardatemi, sto per morire! La tempesta nel portone mi ulula il ''de profundis'' e io mugolo con lei. Sono finito, finito! Una canaglia col berretto bisunto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Soviet Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha versato addosso dell'acqua bollente e mi ha scottato il fianco sinistro. Che bestia, e pensare che è un proletario! Oh, Signore, mio Dio che male! L'acqua bollente mi ha corroso l'osso e adesso mugolo, mugolo, mugolo, ma serve forse a qualcosa?
====Giovanni Crino====
U-u-u-u-u-u-hu-hu-huu!... guardatemi, muoio. E il mio ululato si confonde con quello della tormenta che così, attraverso il portone, mi canta la sua messa da morto. È finita per me, proprio finita. Un individuo schifoso, con quel suo lurido berretto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, si è preso il gusto di sbattermi addosso una pentola d'acqua bollente e mi ha mandato in malora il fianco sinistro. Brutta carogna! E sì ch'è un proletario!... Santissimo Iddio, che male mi fa! Quell'acqua diabolica m'ha lessato la carne fino all'osso, e ho un bell'ululare, tanto non serve a nulla!
====Viveka Melander====
Uuuuhhh! Guardatemi sto morendo. La bufera nel portone mi urla il de profundis e io ululo con lei. Sono finito, finito. Un delinquente col berretto sporco, il cuoco della mensa degli impiegati del Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha rovesciato addosso dell'acqua bollente e mi ha bruciato il fianco sinistro. Che bestia! E sì che è un proletario! Signore santissimo, che dolore! Quella maledetta acqua bollente mi ha ustionato fino alle ossa e adesso ululo, ululo, ululo, ma serve forse a qualcosa?
===Citazioni===
*Fra tutti i proletari, i [[Portinaio|portinai]] sono la razza più abbietta, l'infima categoria: autentici rifiuti umani. (1979, p. 17)
*Oggi sono presidente, e tutto quel che rubo voglio spendermelo in donne, gamberetti e champagne. Ne ho fatto abbastanza di fame quand'ero giovane, ora basta, e quanto alla vita ultraterrena... tanto, non c'è. (1979, p. 19)
*Col [[terrore]] non si ottiene nulla da nessun animale qualunque sia il suo grado di sviluppo. L'ho sempre affermato, lo affermo e lo affermerò sempre. È inutile credere di poter fare qualcosa con il terrore. (1979, pp. 33-34)
*Ma ora mi pongo la domanda: a che pro? Per trasformare un simpaticissimo cane in una schifezza che fa rizzare i capelli?
===Citazioni su ''Cuore di cane''===
*In ''Cuore di cane'' è il comico e il grottesco a prevalere sul tragico: niente drammi e catastrofi, ma soltanto guai spiacevoli e innumerevoli scocciature, dietro le quali si avverte la presenza costante del sorriso dell'autore. ([[Giovanni Albertocchi]])
==''Il Maestro e Margherita''==
===[[Incipit]]===
====Salvatore Arcella====
Era l'ora straordinariamente calda del tramonto di una giornata di primavera. Agli stagni Patriarsie giunsero due cittadini. Il primo indossava un vestito grigio, era basso di statura, corpulento, calvo, teneva in mano il suo bel cappello a forma di tortellino e sul volto ben rasato aveva poggiato un paio di occhiali smisurati con la montatura di corno. Il secondo – un giovanotto muscoloso che sui capelli rossi e arruffati portava un berrettino a quadri messo sulle ventitré – aveva una camicia da «cow boy», pantaloni bianchi sgualciti e scarpe nere.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Salvatore Arcella, Newton & Compton, 1994.}}
====Vera Dridso====
''Non parlare mai con sconosciuti''
Nell'ora di un caldo tramonto primaverile apparvero presso gli stagni Patriaŝie due cittadini. Il primo – sulla quarantina, con un completo grigio estivo – era di bassa statura, scuro di capelli, ben nutrito, calvo; teneva in mano una dignitosa lobbietta, e il suo volto, rasato con cura, era adorno di un paio di occhiali smisurati con una montatura nera di corno. Il secondo – un giovanotto dalle spalle larghe, coi capelli rossicci a ciuffi disordinati e un berretto a quadri buttato sulla nuca – indossava una camicia scozzese, pantaloni bianchi spiegazzati e un paio di mocassini neri.<br>Il primo altri non era che Michail Aleksandrovič Berlioz, direttore di una rivista letteraria e presidente di una delle più importanti associazioni letterarie di Mosca, chiamata con l'abbreviazione MASSOLIT<ref>Sigla di «Letteratura di massa».</ref>; il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, che scriveva sotto lo pseudonimo Bezdomnyj<ref>Senza casa</ref>.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Gli Struzzi Einaudi, 1970}}
====Maria Serena Prina====
Nell'ora di un caldo tramonto di primavera agli stagni Patriaršie fecero la loro comparsa due cittadini. Il primo, sui quarant'anni, indossava un completo estivo tendente al grigio, era basso di statura, scuro di capelli, ben pasciuto, stempiato, teneva in mano una dignitosa lobbietta e aveva il volto accuratamente rasato e sormontato da un paio di occhiali dalle dimensioni addirittura sovrannaturali, con una montatura di corno nero. Il secondo, un giovinotto dalle spalle larghe, fulvastro, tutto arruffato e con un berretto a quadretti spinto all'indietro sulla nuca, indossava una camicia da cow-boy, pantaloni bianchi tutti spiegazzati e un paio di scarpette leggere, nere.<br>Il primo altri non era che Michail Aleksandrovič Berlioz, il direttore di una grossa rivista letteraria e presidente di una delle massime associazioni letterarie di Mosca, nota con la sigla MASSOLIT, mentre il suo giovane compagno era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, in arte Bezdomnyj.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Maria Serena Prina, Mondadori, 2005}}
===Citazioni===
*"Se non ho sentito male, lei stava dicendo che Gesù non è mai esistito?" chiese cortesemente lo straniero. "No, non ha sentito male" disse Berlioz. Ah, com'è interessante!, e, scusate se sono importuno, voi oltretutto non credete neppure in Dio? – fece gli occhi impauriti e aggiunse – giuro che non lo dirò a nessuno". "Sì, noi non crediamo in Dio, siamo atei – rispose Berlioz sorridendo della paura del turista straniero – ma se ne può parlare con assoluta libertà". A questo punto il forestiero si alzò e strinse la mano all'allibito direttore dicendo: "Permetta che la ringrazi di tutto cuore dell'informazione che per me, viaggiatore, è eccezionalmente interessante! – e lo straniero volse lo sguardo impaurito alle case attorno, quasi temesse di vedere un ateo ad ogni finestra – ma ecco il problema che mi turba: se Dio non esiste, allora, mi domando, cosa dirige la vita umana e in generale tutto l'ordine della terra?" "L'uomo stesso li dirige" si affrettò a rispondere Bezdomnyj irritato. "Chiedo scusa – replicò dolcemente lo sconosciuto – ma per dirigere bisogna per questo avere un piano preciso per un periodo di tempo almeno rispettabile. E come può dirigere l'uomo, se non soltanto gli manca la possibilità di fare un piano anche per un periodo di, poniamo mille anni, ma non può disporre neppure del proprio domani? Immagini che lei, ad esempio, cominci a dirigere, a disporre di sé e degli altri, insomma a prenderci gusto, quando improvvisamente le capita… eh… eh… un sarcoma al polmone – e lo straniero socchiuse gli occhi come un gatto – ed ecco che tutto il suo dirigere è finito! Nessun destino, a parte il suo, le interessa più. I parenti cominciano a mentirle mentre lei si precipita prima dagli specialisti, poi dai ciarlatani, se non addirittura dalle chiromanti. E alla fine, colui che s'immaginava di dirigere qualcosa si trova a giacere in una cassa di legno, e gli altri lo cremano in un forno. E capita anche di peggio! Uno ha appena deciso di andare in villeggiatura, un progetto da nulla, sembrerebbe, ma non può attuare nemmeno quello perché tutt'un tratto scivola e finisce sotto un tram!" disse lo sconosciuto strizzando l'occhio a Berlioz, che effettivamente aveva deciso di andare in villeggiatura.
*Eppure dovrai metterti l'animo in pace, – replicò Woland, e un sorriso beffardo storse la sua bocca. – Non hai fatto in tempo ad apparire sul tetto che hai già detto una sciocchezza, e ti dirò io in che cosa consiste: nel tuo tono. Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l'esistenza delle ombre, e neppure del male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo [[Bene e male|bene]], se non esistesse il [[Bene e male|male]]? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l'ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c'è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco.
*Margherita aveva sognato un sito sconosciuto, desolato, triste, sotto il cielo fosco della primavera precoce. Aveva sognato quel cielo grigiognolo, pezzato di nuvole trascorrenti e sotto uno stormo silenzioso di cornacchie. Un piccolo ponte rozzo, sotto di esso un un torbido fiumicello primaverile. Alberi malinconici, stenti, semispogli. Una tremula solitaria e più lontano, fra gli alberi, al di là di un orto, una casupola di tronchi, forse una cucina isolata, oppure un capanno da bagno o sa il diavolo che cosa! Tutto intorno un non so che di morto e di così triste, che veniva voglia d'impiccarsi a quella tremula vicino al ponticello. Che sito infernale per una persona viva! (1970)
*I manoscritti non bruciano. (1994)
*Le [[scienza|scienze]] nutrono i giovani e sono la consolazione dei vecchi. La scienza ci abbrevia la vita, che è già breve di suo. (1994)
*Questo è un [[fatto]]. E i fatti sono la cosa più ostinata del mondo. (1994)
*L'[[insulto]] è la ricompensa abituale di un lavoro ben fatto. (1994)
*Seguimi lettore! Chi ha detto che non c'è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore! No, si ingannava il maestro quando all'ospedale, verso mezzanotte diceva con amarezza a Ivanuska che essa l'aveva dimenticato. Questo non poteva accadere. Lei naturalmente non l'aveva dimenticato. (1994)
*"Tra le altre cose, gli ho detto" raccontò l'arrestato "che qualsiasi potere rappresenta una forma di violenza sugli uomini, e che arriverà il giorno in cui non esisterà più né il potere dei cesari, né qualsiasi altra forma di potere. L'uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia, dove non sarà più necessario alcun potere" (cap. 2, traduzione di M.S. Prina)
*Che senso ha morire in corsia, con l'accompagnamento dei gemiti e dei rantoli dei malati inguaribili? Non sarebbe meglio organizzare con quei ventisettemila rubli una bella festa e prendere del veleno, trasferirsi nell'altro mondo al suono della musica, circondato da belle ragazze ebbre e da amici scanzonati? (2005, p. 201)
*Noi abbiamo voluto metterla alla prova, – disse Woland, – non chieda mai nulla a nessuno! Mai nulla a nessuno e tanto meno a quelli che sono più forti di lei. Ci penseranno loro a offrire e daranno tutto. (2005, p. 276)
*L'amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpì subito entrambi.<br />Così colpisce il fulmine, così colpisce un coltello a serramanico! (2005, p. 135)
===Citazioni su ''Il Maestro e Margherita''===
* Anch'io ho il mio piccolo zaino dal quale estraggo ''Il Maestro e Margherita'' di Bulgakov. È uno dei primi romanzi che ho letto quando ero in prigione, a Novara, e ricordo d'esserne rimasto incantato. L'irrompere della vita sotto forma di diavoli e gatti mammoni nella grigia, soffocante atmosfera della Mosca staliniana mi aveva fatto sentire più libero, nonostante fossi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
==''La guardia bianca''==
===[[Incipit]]===
====Anjuta Gančikov====
Grande fu, e terribile, l'anno [[1918]] dopo la nascita di Cristo, il secondo dall'inizio della rivoluzione. Fu ricco di sole in estate, ricco di neve in inverno, e due stelle stettero particolarmente alte nel cielo: la vespertina Venere, [[stella]] dei pastori, e il rosso, fremente Marte.<br>Ma come frecce, negli anni di pace e negli anni di sangue, volavano i giorni, e i giovani Turbin non si erano accorti che nell'intenso gelo già era giunto il bianco, arruffato dicembre. Oh, Babbo nostro Natale presso l'abete, splendente di neve e di felicità! E tu, mamma, regina di luce, dove sei?
====Serena Prina====
Grande fu l'anno, e terribile, il 1918 dalla nascita di Cristo, il secondo, dall'inizio della rivoluzione. Fu copioso di sole in estate, e di neve in inverno, e particolarmente alte nel cielo brillarono due stelle: la stella dei pastori, Venere serotina, e Marte, rosso, tremulo.<br>Ma tanto negli anni di pace che in quelli di sangue i giorni volano come frecce, e i giovani Turbin non si resero conto di come nel gelo intenso fosse arrivato il bianco, ispido dicembre. Oh, il nostro Babbo Natale, scintillante di neve e felicità! Mamma, regina radiosa, dove sei?
===Citazioni===
*Perché mai una simile offesa? Una simile ingiustizia? Perché c'era stato bisogno di portare via la madre, quando tutti si erano riuniti, quando era giunto un momento di sollievo? Dio che volava nel cielo nero, screpolato, non dava alcuna risposta, e lo stesso Nikolka ancora non sapeva che qualsiasi cosa accada, accade sempre così come è necessario, e solo per il meglio.
*Quando nessuno vede, si può essere se stessi.
*Come un affastellarsi di favi, vaporava, e rumoreggiava, e viveva la [[Kiev|Città]]. Splendida nel gelo e nella nebbia sulle colline, sopra al [[Dnepr]]. Per giorni interi, a spirali, il fumo si levava verso il cielo dagli innumerevoli camini. Le vie fumigavano foschia, e scricchiolava l'enorme quantità di neve ammaccata. E case di cinque, e di sei, e di sette piani si ammucchiavano le une accanto alle altre. Di giorno le finestre erano nere, ma di notte ardevano a file nel blu scuro dell'alto cielo. A piccole catene, fin dove l'occhio poteva arrivare, come pietre preziose, splendevano i globi elettrici, appesi in alto agli uncini di lunghi pali grigi. Di giorno, con un gradevole rombo prolungato, correvano i tram con i gialli sedili di paglia leggera, sul modello di quelli stranieri. Da un declivio all'altro, gridando ai quattro venti, andavano i vetturini, e i colletti scuri – di pelo argentato e nero – rendevano enigmatici e belli i volti delle donne.<br>I giardini erano taciturni e quieti, gravati da una neve bianca, intatta. E di giardini in Città ce n'erano così tanti, come in nessun'altra Città al mondo. (2019, p. 97)
*D'inverno, come in nessun'altra citta al mondo, calava la quiete sulle vie e sui vicoli, tanto della Città alta, sulle colline, che della Città bassa, che si stendeva lungo le anse del Dnepr intirizzito, e tutto il rombo delle macchine si perdeva all'interno degli edifici di pietra, si smorzava e diventava un borbottio sordo. Tutta l'energia della Città, accumulata nel corso di un'estate di sole e temporali, si profondeva in luce. Dalle [[quattro di pomeriggio|quattro del pomeriggio]] la luce cominciava ad ardere nelle finestre delle case, in tondi globi elettrici, nei lampioni a gas, nei fanali delle case con i numeri illuminati, e nelle vetrate a tutta parete delle centrali elettriche, che evocavano il pensiero del futuro elettrico dell'umanità, terribile e irrequieto, con le loro finestre a tutta parete dove si vedevano le ruote scatenate delle macchine che giravano senza posa, squassando fino alla radice le fondamenta stesse della terra. Scintillava di luce e traboccava luce, riluceva e danzava e baluginava la Città, nelle notti, fino al mattino, e al mattino si spegneva, indossava il fumo e la nebbia. (2019, p. 98)
*Oh, solo colui che è stato a sua volta sconfitto conosce il sapore di questa parola! Assomiglia ad una stanza nella quale si sia guastata la l'illuminazione. Assomiglia ad una stanza in cui sulla carta da parati strisci una muffa verde, gravida di una vita malata. Assomiglia a rachitici demoni fanciulli, all'olio rancido, a una bestemmia pronunciata da voci femminili, nel buoi. In una parola assomiglia alla morte.
*"Signore, i tuoi pope dicono che i [[bolscevismo|bolscevichi]] finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?" domanda.
*"Per quanto è vero Dio", dico, e io stesso, capisce, mi spavento, suvvia dire a Dio parole del genere! Lo guardo e quello sorride. Ma cosa sto a fare, penso, a raccontargli certe cose che lui conosce meglio di me. Tuttavia sono curioso di sapere quello che dirà. E lui dice: "Se non ci credono," dice, "che ci si può fare? Lasciali perdere. A me la cosa non fa né caldo né freddo. E anche a te," dice, "e anche a loro," dice, "fa lo stesso. Perché a me della vostra fede non viene in tasca un bel niente. Uno crede, un altro non crede, ma vi comportate tutti allo stesso modo; adesso vi pigliate a vicenda per la gola, e per quel che riguarda le caserme, Zilin, qui bisogna capire, Zilin, che voi siete tutti uguali – morti ammazzati sul campo di battaglia. Questo, Zilin, va capito, e non tutti ci riescono. E tu, in generale, Zilin," dice, "non star lì a spaccarti la testa con simili domande. Vivi la tua vita, spassatela."
*L'uomo ha eretto, senza neppure saperlo, torri, segnali d'allarme e armi per un unico scopo – fare la guardia alla guerra e al focolare degli esseri umani. E per questo che combatte e, a dire il vero, non si dovrebbe combattere per nessun'altra ragione al mondo.
*Se così avesse fatto, la sua vita sarebbe andata in modo del tutto differente, ma ecco che così non fece. Esiste una forza tale che a volte ti costringe a guardare giù nell'abisso, dall'alto di un monte... che trascina verso il freddo... verso l'abisso.
*C'era la pace, ed ecco che la pace era stata uccisa. Gli anni passati non tornano.
*Forse sono i soldi che impediscono di essere simpatici.
*Il sovrannaturale, nella vita, non esiste. Perché tutto, in essa, è sovrannaturale.
*Donne del demonio... mai che fossero attratte da una brava persona.
*Le consiglio caldamente di leggere meno l'Apocalisse... le ripeto che le è dannosa.
*Fuori la notte continuava a sbocciare. Nella sua seconda metà tutta la pesante azzurrità, il sipario di Dio, che rivestiva il mondo, si ricoprì di stelle. Era come se nell'altezza incommensurabile di là da questa azzurra cortina, accanto alle porte regali, stessero celebrando il vespro che precede le grandi feste. Sull'altare si accendevano i lumini, ed essi trasparivano sul sipario come intere croci, come cespugli e quadrati.
*Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle rimarranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace? Perché non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?
===Citazioni su ''La guardia bianca''===
*''La guardia bianca'' non è solo la storia dei tre fratelli Turbin, colti e raffinati borghesi simpatizzanti della Monarchia, che vivono in mezzo alla tempesta scatenatasi in Città. È un grande affresco corale sulla fine di un mondo, dove tutti vengono chiamati alla lotta e alla verifica dei propri valori. ([[Fausto Malcovati]])
*Le pagine del romanzo sono interamente percorse da un tragico dilemma: come è possibile conservare un passato così ricco e fecondo, e vivere il presente che lo rinnega? ([[Fausto Malcovati]])
==''Le uova fatali''==
===[[Incipit]]===
La sera del 16 aprile 1928 Vladìmir Ipàt'evìc Pérsikov, professore di zoologia della IV Università statale e direttore dell'Istituto di Zoologia di Mosca, entrò nel suo studio, nell'Istituto di via Herzen. Accese la sfera opaca sospesa in alto e si guardò intorno.<br>
Come l'inizio della spaventosa catastrofe va fatto risalire appunto a quella disgraziata sera, così proprio il professor Pérsikov deve esserne considerato la causa primaria.
==''La vita del signor de Molière''==
===[[Incipit]]===
Una levatrice, che aveva appreso l'arte nella Divina casa della maternità di Parigi, dall'insegnamento della sua maestra, la famosa Louise Bourgeois, aiutò la gentildonna Poquelin, nata Cressé, a mettere al mondo il 13 gennaio 1622 il suo maschio primogenito, nato prematuramente.<ref name="incipit">Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==''Lettera a Stalin''==
*Io posso dimostrare, documenti alla mano, che l'insieme della stampa sovietica e le commissioni di controllo del repertorio teatrale sono sempre stati unanimi ad accanirsi contro le mie opere le quali hanno diritto di cittadinanza nell'Unione Sovietica. Io considero la lotta contro la censura, di ogni natura e qualsiasi potere la sostenga, come un dovere dello [[scrittore]] allo stesso titolo degli appelli alla [[libertà di stampa]]. Io sono un feroce partigiano di questa libertà e dichiaro che uno scrittore che possa farne a meno somiglia ad un pesce che dichiara pubblicamente di poter fare a meno dell'acqua.
*Una sola volta, allorché io cominciavo ad essere conosciuto, ha dichiarato con una certa soddisfazione: Bulgakov vuol diventare lo scrittore satirico della nostra epoca (''Komsomolskaia Pravda'', n. 6, 1925). Olé! il verbo volere è usato al presente quando avrebbe dovuto essere usato al passato. Mikail Bulgakov è diventato scrittore satirico in un momento in cui tutto ciò che sfiora i tabù non è assolutamente tollerato.
*Grazie ai ritagli della stampa sovietica che conservo, ho constatato che negli ultimi dieci anni della mia attività letteraria, mi hanno consacrato 301 critiche di cui solamente tre favorevoli, mentre le 298 erano ostili ed ingiuriose. Attualmente io sono un uomo finito ed il mio annientamento è stato accolto dal pubblico sovietico con grande soddisfazione.
*Per le mie opere non vi sono speranze. Chiedo dunque al governo sovietico di esiliarmi d'urgenza. Faccio appello allo spirito umanitario del potere sovietico perché mi lasci in libertà, poiché come scrittore nella mia patria, io non sono più utile.
==Citazioni su Michail Afanas'evič Bulgakov==
*Ma figuratevi se invidio gente come Bulgakov, per esempio. ''Il Maestro e Margherita'' è un'operina banale infarcita di intellettualismi da quattro soldi. Ma il suo capolavoro è ''Cuore di cane'', zeppo di ripugnante razzismo sociale e di un disgustoso disprezzo per la classe operaia. ([[Ėduard Limonov]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Giovanni Crino, a cura e con prefazione di Giovanni Albertocchi, Sansoni Editore, 1979.
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Nadia Cicognini, Oscar Mondadori.
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Viveka Melander, Newton Compton Editori.
*Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Salvatore Arcella, Newton & Compton, 1994.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Gli Struzzi Einaudi, 1970.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', a cura di Fausto Malcovati, traduzione di Vera Dridso, Einaudi Scuola, 1999.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Einaudi, 2005. ISBN 9788806173739
*Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Maria Serena Prina, Mondadori, 2005. ISBN 8804342811
*Michail Bulgakov, ''La guardia bianca'', traduzione di Anjuta Gančikov, Superbur Classici, 2001. ISBN 8817125229
*Michail Bulgakov, ''[https://books.google.it/books?id=W22DDwAAQBAJ La guardia bianca]'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 2019. ISBN 9788858835418
*Michail Afanas'evič Bulgakov, ''Lettera a Stalin'', in ''La Fiera Letteraria'', 14 marzo 1971, p. 15.
*Michail Bulgakov, ''[https://books.google.it/books?id=8_X_DwAAQBAJ Memorie di un giovane medico]'', a cura di Serena Prina, Vicenza, Neri Pozza, 2020. ISBN 978-88-545-2239-8
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|La guardia bianca||(1924)}}
{{Pedia|Uova fatali||(1925)}}
{{Pedia|Memorie di un giovane medico||(1925-1927, edito nel 1963)}}
{{Pedia|Cuore di cane (romanzo)|''Cuore di cane''|(1928)}}
{{Pedia|Il maestro e Margherita||(1929-1939, edito nel 1966)}}
{{DEFAULTSORT:Bulgakov, Michail}}
[[Categoria:Drammaturghi russi]]
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[[Categoria:Drammaturghi sovietici]]
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[[File:Михаил-Булгаков.jpg|thumb|Michail Afanas'evič Bulgakov]]
{{indicedx}}
'''Michail Afanas'evič Bulgakov''' (1891 – 1940), scrittore e drammaturgo russo.
==Citazioni di Michail Afanas'evič Bulgakov==
*{{NDR|All'amico Popov}} Ed ecco, alla fine del mio lavoro letterario sono stato costretto a fare una riduzione. Che brillante finale, non ti pare? ''Anime morte'' non può essere ridotto in forma scenica. Prendilo come assioma enunciato da un uomo che conosce bene il romanzo. Mi hanno detto che esistono centosessanta versioni sceniche. Può essere, ma in ogni caso è un'impresa impossibile.<ref>Citato in introduzione a ''Il maestro e margherita'' a cura di Fausto Malcovati, traduzione di Vera Drisdo, Einaudi Scuola, 1999.</ref>
*Io sono uno scrittore mistico. Mi servo di tinte cupe e mistiche per rappresentare le innumerevoli mostruosità della nostra vita quotidiana, il veleno di cui è intrisa la mia lingua, la trasfigurazione di alcune terribili caratteristiche del mio popolo.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/maestro-bulgakov-veggente-che-raccont-russia-dello-zar-putin-966215.html Il "Maestro" Bulgakov un veggente che raccontò la Russia dello zar Putin]'', ''il Giornale.it'', 11 novembre 2013.</ref>
== Memorie di un giovane medico ==
===''Morfina''===
====[[Incipit]]====
Le persone intelligenti sanno da sempre che la [[felicità]] è come la salute: quando la possiedi, non te ne accorgi. Ma quando passano gli anni, allora ti torna in mente, oh se ti torna in mente.<ref name=incipit/>
====Citazioni====
*Tutte le sensazioni sgradevoli si interrompono completamente. È il punto culminante della manifestazione della forza spirituale di un uomo.
*Non «una condizione di [[depressione]]», ma una lenta [[morte]] s’impossessa del morfinomane se solo per un’ora o due lo private della [[morfina]]. L’aria non nutre, non la si può inghiottire... Nel corpo non c’è una sola cellula che non brami... che cosa? Questo non può essere in alcun modo definito, o spiegato. In poche parole, l’uomo non c’è. È disinnescato. Quello che si muove, s’angoscia, soffre è un cadavere. Non vuole niente, non pensa a niente che non sia la morfina. La morfina!
*Il morfinomane ha una fortuna, che nessuno gli può sottrarre, ed è la capacità di condurre la vita in completa solitudine. E la [[solitudine]] implica dei pensieri importanti, pieni di significato, implica contemplazione, tranquillità, saggezza...
=== ''Io ho ucciso'' ===
==== [[Incipit]] ====
Il dottor Jašvin sorrise d’un sorrisetto storto e strano, e pose questa domanda: «Si può staccare il foglietto dal calendario? Adesso sono le dodici in punto, significa che ha avuto inizio il due».
==== Citazioni ====
*Ah, che stelle ci sono in [[Ucraina]]. Ecco, sono sette anni che vivo a [[Mosca (Russia)|Mosca]], e comunque sono ancora attratto dalla patria. Il cuore si stringe, a volte si prova il desiderio tormentoso di prendere il treno... E andare laggiù. Rivedere i dirupi sepolti dalla neve. Il [[Dnepr]]... Al mondo non esiste città più bella di [[Kiev]].
==''Cuore di cane''==
===[[Incipit]]===
====Nadia Cicognini====
U-u-u-u-u-uhu-hu-huuu! Oh, guardatemi, sto per morire! La tempesta nel portone mi ulula il ''de profundis'' e io mugolo con lei. Sono finito, finito! Una canaglia col berretto bisunto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Soviet Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha versato addosso dell'acqua bollente e mi ha scottato il fianco sinistro. Che bestia, e pensare che è un proletario! Oh, Signore, mio Dio che male! L'acqua bollente mi ha corroso l'osso e adesso mugolo, mugolo, mugolo, ma serve forse a qualcosa?
====Giovanni Crino====
U-u-u-u-u-u-hu-hu-huu!... guardatemi, muoio. E il mio ululato si confonde con quello della tormenta che così, attraverso il portone, mi canta la sua messa da morto. È finita per me, proprio finita. Un individuo schifoso, con quel suo lurido berretto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, si è preso il gusto di sbattermi addosso una pentola d'acqua bollente e mi ha mandato in malora il fianco sinistro. Brutta carogna! E sì ch'è un proletario!... Santissimo Iddio, che male mi fa! Quell'acqua diabolica m'ha lessato la carne fino all'osso, e ho un bell'ululare, tanto non serve a nulla!
====Viveka Melander====
Uuuuhhh! Guardatemi sto morendo. La bufera nel portone mi urla il de profundis e io ululo con lei. Sono finito, finito. Un delinquente col berretto sporco, il cuoco della mensa degli impiegati del Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha rovesciato addosso dell'acqua bollente e mi ha bruciato il fianco sinistro. Che bestia! E sì che è un proletario! Signore santissimo, che dolore! Quella maledetta acqua bollente mi ha ustionato fino alle ossa e adesso ululo, ululo, ululo, ma serve forse a qualcosa?
===Citazioni===
*Fra tutti i proletari, i [[Portinaio|portinai]] sono la razza più abbietta, l'infima categoria: autentici rifiuti umani. (1979, p. 17)
*Oggi sono presidente, e tutto quel che rubo voglio spendermelo in donne, gamberetti e champagne. Ne ho fatto abbastanza di fame quand'ero giovane, ora basta, e quanto alla vita ultraterrena... tanto, non c'è. (1979, p. 19)
*Col [[terrore]] non si ottiene nulla da nessun animale qualunque sia il suo grado di sviluppo. L'ho sempre affermato, lo affermo e lo affermerò sempre. È inutile credere di poter fare qualcosa con il terrore. (1979, pp. 33-34)
*Ma ora mi pongo la domanda: a che pro? Per trasformare un simpaticissimo cane in una schifezza che fa rizzare i capelli?
===Citazioni su ''Cuore di cane''===
*In ''Cuore di cane'' è il comico e il grottesco a prevalere sul tragico: niente drammi e catastrofi, ma soltanto guai spiacevoli e innumerevoli scocciature, dietro le quali si avverte la presenza costante del sorriso dell'autore. ([[Giovanni Albertocchi]])
==''Il Maestro e Margherita''==
===[[Incipit]]===
====Salvatore Arcella====
Era l'ora straordinariamente calda del tramonto di una giornata di primavera. Agli stagni Patriarsie giunsero due cittadini. Il primo indossava un vestito grigio, era basso di statura, corpulento, calvo, teneva in mano il suo bel cappello a forma di tortellino e sul volto ben rasato aveva poggiato un paio di occhiali smisurati con la montatura di corno. Il secondo – un giovanotto muscoloso che sui capelli rossi e arruffati portava un berrettino a quadri messo sulle ventitré – aveva una camicia da «cow boy», pantaloni bianchi sgualciti e scarpe nere.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Salvatore Arcella, Newton & Compton, 1994.}}
====Vera Dridso====
''Non parlare mai con sconosciuti''
Nell'ora di un caldo tramonto primaverile apparvero presso gli stagni Patriaŝie due cittadini. Il primo – sulla quarantina, con un completo grigio estivo – era di bassa statura, scuro di capelli, ben nutrito, calvo; teneva in mano una dignitosa lobbietta, e il suo volto, rasato con cura, era adorno di un paio di occhiali smisurati con una montatura nera di corno. Il secondo – un giovanotto dalle spalle larghe, coi capelli rossicci a ciuffi disordinati e un berretto a quadri buttato sulla nuca – indossava una camicia scozzese, pantaloni bianchi spiegazzati e un paio di mocassini neri.<br>Il primo altri non era che Michail Aleksandrovič Berlioz, direttore di una rivista letteraria e presidente di una delle più importanti associazioni letterarie di Mosca, chiamata con l'abbreviazione MASSOLIT<ref>Sigla di «Letteratura di massa».</ref>; il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, che scriveva sotto lo pseudonimo Bezdomnyj<ref>Senza casa</ref>.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Gli Struzzi Einaudi, 1970}}
====Maria Serena Prina====
Nell'ora di un caldo tramonto di primavera agli stagni Patriaršie fecero la loro comparsa due cittadini. Il primo, sui quarant'anni, indossava un completo estivo tendente al grigio, era basso di statura, scuro di capelli, ben pasciuto, stempiato, teneva in mano una dignitosa lobbietta e aveva il volto accuratamente rasato e sormontato da un paio di occhiali dalle dimensioni addirittura sovrannaturali, con una montatura di corno nero. Il secondo, un giovinotto dalle spalle larghe, fulvastro, tutto arruffato e con un berretto a quadretti spinto all'indietro sulla nuca, indossava una camicia da cow-boy, pantaloni bianchi tutti spiegazzati e un paio di scarpette leggere, nere.<br>Il primo altri non era che Michail Aleksandrovič Berlioz, il direttore di una grossa rivista letteraria e presidente di una delle massime associazioni letterarie di Mosca, nota con la sigla MASSOLIT, mentre il suo giovane compagno era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, in arte Bezdomnyj.<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Maria Serena Prina, Mondadori, 2005}}
===Citazioni===
*"Se non ho sentito male, lei stava dicendo che Gesù non è mai esistito?" chiese cortesemente lo straniero. "No, non ha sentito male" disse Berlioz. Ah, com'è interessante!, e, scusate se sono importuno, voi oltretutto non credete neppure in Dio? – fece gli occhi impauriti e aggiunse – giuro che non lo dirò a nessuno". "Sì, noi non crediamo in Dio, siamo atei – rispose Berlioz sorridendo della paura del turista straniero – ma se ne può parlare con assoluta libertà". A questo punto il forestiero si alzò e strinse la mano all'allibito direttore dicendo: "Permetta che la ringrazi di tutto cuore dell'informazione che per me, viaggiatore, è eccezionalmente interessante! – e lo straniero volse lo sguardo impaurito alle case attorno, quasi temesse di vedere un ateo ad ogni finestra – ma ecco il problema che mi turba: se Dio non esiste, allora, mi domando, cosa dirige la vita umana e in generale tutto l'ordine della terra?" "L'uomo stesso li dirige" si affrettò a rispondere Bezdomnyj irritato. "Chiedo scusa – replicò dolcemente lo sconosciuto – ma per dirigere bisogna per questo avere un piano preciso per un periodo di tempo almeno rispettabile. E come può dirigere l'uomo, se non soltanto gli manca la possibilità di fare un piano anche per un periodo di, poniamo mille anni, ma non può disporre neppure del proprio domani? Immagini che lei, ad esempio, cominci a dirigere, a disporre di sé e degli altri, insomma a prenderci gusto, quando improvvisamente le capita… eh… eh… un sarcoma al polmone – e lo straniero socchiuse gli occhi come un gatto – ed ecco che tutto il suo dirigere è finito! Nessun destino, a parte il suo, le interessa più. I parenti cominciano a mentirle mentre lei si precipita prima dagli specialisti, poi dai ciarlatani, se non addirittura dalle chiromanti. E alla fine, colui che s'immaginava di dirigere qualcosa si trova a giacere in una cassa di legno, e gli altri lo cremano in un forno. E capita anche di peggio! Uno ha appena deciso di andare in villeggiatura, un progetto da nulla, sembrerebbe, ma non può attuare nemmeno quello perché tutt'un tratto scivola e finisce sotto un tram!" disse lo sconosciuto strizzando l'occhio a Berlioz, che effettivamente aveva deciso di andare in villeggiatura.
*Eppure dovrai metterti l'animo in pace, – replicò Woland, e un sorriso beffardo storse la sua bocca. – Non hai fatto in tempo ad apparire sul tetto che hai già detto una sciocchezza, e ti dirò io in che cosa consiste: nel tuo tono. Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l'esistenza delle ombre, e neppure del male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo [[Bene e male|bene]], se non esistesse il [[Bene e male|male]]? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l'ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c'è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco.
*Margherita aveva sognato un sito sconosciuto, desolato, triste, sotto il cielo fosco della primavera precoce. Aveva sognato quel cielo grigiognolo, pezzato di nuvole trascorrenti e sotto uno stormo silenzioso di cornacchie. Un piccolo ponte rozzo, sotto di esso un un torbido fiumicello primaverile. Alberi malinconici, stenti, semispogli. Una tremula solitaria e più lontano, fra gli alberi, al di là di un orto, una casupola di tronchi, forse una cucina isolata, oppure un capanno da bagno o sa il diavolo che cosa! Tutto intorno un non so che di morto e di così triste, che veniva voglia d'impiccarsi a quella tremula vicino al ponticello. Che sito infernale per una persona viva! (1970)
*I manoscritti non bruciano. (1994)
*Le [[scienza|scienze]] nutrono i giovani e sono la consolazione dei vecchi. La scienza ci abbrevia la vita, che è già breve di suo. (1994)
*Questo è un [[fatto]]. E i fatti sono la cosa più ostinata del mondo. (1994)
*L'[[insulto]] è la ricompensa abituale di un lavoro ben fatto. (1994)
*Seguimi lettore! Chi ha detto che non c'è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore! No, si ingannava il maestro quando all'ospedale, verso mezzanotte diceva con amarezza a Ivanuska che essa l'aveva dimenticato. Questo non poteva accadere. Lei naturalmente non l'aveva dimenticato. (1994)
*"Tra le altre cose, gli ho detto" raccontò l'arrestato "che qualsiasi potere rappresenta una forma di violenza sugli uomini, e che arriverà il giorno in cui non esisterà più né il potere dei cesari, né qualsiasi altra forma di potere. L'uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia, dove non sarà più necessario alcun potere" (cap. 2, traduzione di M.S. Prina)
*Che senso ha morire in corsia, con l'accompagnamento dei gemiti e dei rantoli dei malati inguaribili? Non sarebbe meglio organizzare con quei ventisettemila rubli una bella festa e prendere del veleno, trasferirsi nell'altro mondo al suono della musica, circondato da belle ragazze ebbre e da amici scanzonati? (2005, p. 201)
*Noi abbiamo voluto metterla alla prova, – disse Woland, – non chieda mai nulla a nessuno! Mai nulla a nessuno e tanto meno a quelli che sono più forti di lei. Ci penseranno loro a offrire e daranno tutto. (2005, p. 276)
*L'amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpì subito entrambi.<br />Così colpisce il fulmine, così colpisce un coltello a serramanico! (2005, p. 135)
===Citazioni su ''Il Maestro e Margherita''===
* Anch'io ho il mio piccolo zaino dal quale estraggo ''Il Maestro e Margherita'' di Bulgakov. È uno dei primi romanzi che ho letto quando ero in prigione, a Novara, e ricordo d'esserne rimasto incantato. L'irrompere della vita sotto forma di diavoli e gatti mammoni nella grigia, soffocante atmosfera della Mosca staliniana mi aveva fatto sentire più libero, nonostante fossi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
==''La guardia bianca''==
===[[Incipit]]===
====Anjuta Gančikov====
Grande fu, e terribile, l'anno [[1918]] dopo la nascita di Cristo, il secondo dall'inizio della rivoluzione. Fu ricco di sole in estate, ricco di neve in inverno, e due stelle stettero particolarmente alte nel cielo: la vespertina Venere, [[stella]] dei pastori, e il rosso, fremente Marte.<br>Ma come frecce, negli anni di pace e negli anni di sangue, volavano i giorni, e i giovani Turbin non si erano accorti che nell'intenso gelo già era giunto il bianco, arruffato dicembre. Oh, Babbo nostro Natale presso l'abete, splendente di neve e di felicità! E tu, mamma, regina di luce, dove sei?<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''La guardia bianca'', traduzione di Anjuta Gančikov, Superbur Classici, 2001. ISBN 8817125229}}
====Serena Prina====
Grande fu l'anno, e terribile, il 1918 dalla nascita di Cristo, il secondo, dall'inizio della rivoluzione. Fu copioso di sole in estate, e di neve in inverno, e particolarmente alte nel cielo brillarono due stelle: la stella dei pastori, Venere serotina, e Marte, rosso, tremulo.<br>Ma tanto negli anni di pace che in quelli di sangue i giorni volano come frecce, e i giovani Turbin non si resero conto di come nel gelo intenso fosse arrivato il bianco, ispido dicembre. Oh, il nostro Babbo Natale, scintillante di neve e felicità! Mamma, regina radiosa, dove sei?<br>
{{NDR|Michail Bulgakov, ''La guardia bianca'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 2019. ISBN 9788858835418}}
===Citazioni===
*Perché mai una simile offesa? Una simile ingiustizia? Perché c'era stato bisogno di portare via la madre, quando tutti si erano riuniti, quando era giunto un momento di sollievo? Dio che volava nel cielo nero, screpolato, non dava alcuna risposta, e lo stesso Nikolka ancora non sapeva che qualsiasi cosa accada, accade sempre così come è necessario, e solo per il meglio.
*Quando nessuno vede, si può essere se stessi.
*Come un affastellarsi di favi, vaporava, e rumoreggiava, e viveva la [[Kiev|Città]]. Splendida nel gelo e nella nebbia sulle colline, sopra al [[Dnepr]]. Per giorni interi, a spirali, il fumo si levava verso il cielo dagli innumerevoli camini. Le vie fumigavano foschia, e scricchiolava l'enorme quantità di neve ammaccata. E case di cinque, e di sei, e di sette piani si ammucchiavano le une accanto alle altre. Di giorno le finestre erano nere, ma di notte ardevano a file nel blu scuro dell'alto cielo. A piccole catene, fin dove l'occhio poteva arrivare, come pietre preziose, splendevano i globi elettrici, appesi in alto agli uncini di lunghi pali grigi. Di giorno, con un gradevole rombo prolungato, correvano i tram con i gialli sedili di paglia leggera, sul modello di quelli stranieri. Da un declivio all'altro, gridando ai quattro venti, andavano i vetturini, e i colletti scuri – di pelo argentato e nero – rendevano enigmatici e belli i volti delle donne.<br>I giardini erano taciturni e quieti, gravati da una neve bianca, intatta. E di giardini in Città ce n'erano così tanti, come in nessun'altra Città al mondo. (2019, p. 97)
*D'inverno, come in nessun'altra citta al mondo, calava la quiete sulle vie e sui vicoli, tanto della Città alta, sulle colline, che della Città bassa, che si stendeva lungo le anse del Dnepr intirizzito, e tutto il rombo delle macchine si perdeva all'interno degli edifici di pietra, si smorzava e diventava un borbottio sordo. Tutta l'energia della Città, accumulata nel corso di un'estate di sole e temporali, si profondeva in luce. Dalle [[quattro di pomeriggio|quattro del pomeriggio]] la luce cominciava ad ardere nelle finestre delle case, in tondi globi elettrici, nei lampioni a gas, nei fanali delle case con i numeri illuminati, e nelle vetrate a tutta parete delle centrali elettriche, che evocavano il pensiero del futuro elettrico dell'umanità, terribile e irrequieto, con le loro finestre a tutta parete dove si vedevano le ruote scatenate delle macchine che giravano senza posa, squassando fino alla radice le fondamenta stesse della terra. Scintillava di luce e traboccava luce, riluceva e danzava e baluginava la Città, nelle notti, fino al mattino, e al mattino si spegneva, indossava il fumo e la nebbia. (2019, p. 98)
*Oh, solo colui che è stato a sua volta sconfitto conosce il sapore di questa parola! Assomiglia ad una stanza nella quale si sia guastata la l'illuminazione. Assomiglia ad una stanza in cui sulla carta da parati strisci una muffa verde, gravida di una vita malata. Assomiglia a rachitici demoni fanciulli, all'olio rancido, a una bestemmia pronunciata da voci femminili, nel buoi. In una parola assomiglia alla morte.
*"Signore, i tuoi pope dicono che i [[bolscevismo|bolscevichi]] finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?" domanda.
*"Per quanto è vero Dio", dico, e io stesso, capisce, mi spavento, suvvia dire a Dio parole del genere! Lo guardo e quello sorride. Ma cosa sto a fare, penso, a raccontargli certe cose che lui conosce meglio di me. Tuttavia sono curioso di sapere quello che dirà. E lui dice: "Se non ci credono," dice, "che ci si può fare? Lasciali perdere. A me la cosa non fa né caldo né freddo. E anche a te," dice, "e anche a loro," dice, "fa lo stesso. Perché a me della vostra fede non viene in tasca un bel niente. Uno crede, un altro non crede, ma vi comportate tutti allo stesso modo; adesso vi pigliate a vicenda per la gola, e per quel che riguarda le caserme, Zilin, qui bisogna capire, Zilin, che voi siete tutti uguali – morti ammazzati sul campo di battaglia. Questo, Zilin, va capito, e non tutti ci riescono. E tu, in generale, Zilin," dice, "non star lì a spaccarti la testa con simili domande. Vivi la tua vita, spassatela."
*L'uomo ha eretto, senza neppure saperlo, torri, segnali d'allarme e armi per un unico scopo – fare la guardia alla guerra e al focolare degli esseri umani. E per questo che combatte e, a dire il vero, non si dovrebbe combattere per nessun'altra ragione al mondo.
*Se così avesse fatto, la sua vita sarebbe andata in modo del tutto differente, ma ecco che così non fece. Esiste una forza tale che a volte ti costringe a guardare giù nell'abisso, dall'alto di un monte... che trascina verso il freddo... verso l'abisso.
*C'era la pace, ed ecco che la pace era stata uccisa. Gli anni passati non tornano.
*Forse sono i soldi che impediscono di essere simpatici.
*Il sovrannaturale, nella vita, non esiste. Perché tutto, in essa, è sovrannaturale.
*Donne del demonio... mai che fossero attratte da una brava persona.
*Le consiglio caldamente di leggere meno l'Apocalisse... le ripeto che le è dannosa.
*Fuori la notte continuava a sbocciare. Nella sua seconda metà tutta la pesante azzurrità, il sipario di Dio, che rivestiva il mondo, si ricoprì di stelle. Era come se nell'altezza incommensurabile di là da questa azzurra cortina, accanto alle porte regali, stessero celebrando il vespro che precede le grandi feste. Sull'altare si accendevano i lumini, ed essi trasparivano sul sipario come intere croci, come cespugli e quadrati.
*Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle rimarranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace? Perché non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?
===Citazioni su ''La guardia bianca''===
*''La guardia bianca'' non è solo la storia dei tre fratelli Turbin, colti e raffinati borghesi simpatizzanti della Monarchia, che vivono in mezzo alla tempesta scatenatasi in Città. È un grande affresco corale sulla fine di un mondo, dove tutti vengono chiamati alla lotta e alla verifica dei propri valori. ([[Fausto Malcovati]])
*Le pagine del romanzo sono interamente percorse da un tragico dilemma: come è possibile conservare un passato così ricco e fecondo, e vivere il presente che lo rinnega? ([[Fausto Malcovati]])
==''Le uova fatali''==
===[[Incipit]]===
La sera del 16 aprile 1928 Vladìmir Ipàt'evìc Pérsikov, professore di zoologia della IV Università statale e direttore dell'Istituto di Zoologia di Mosca, entrò nel suo studio, nell'Istituto di via Herzen. Accese la sfera opaca sospesa in alto e si guardò intorno.<br>
Come l'inizio della spaventosa catastrofe va fatto risalire appunto a quella disgraziata sera, così proprio il professor Pérsikov deve esserne considerato la causa primaria.
==''La vita del signor de Molière''==
===[[Incipit]]===
Una levatrice, che aveva appreso l'arte nella Divina casa della maternità di Parigi, dall'insegnamento della sua maestra, la famosa Louise Bourgeois, aiutò la gentildonna Poquelin, nata Cressé, a mettere al mondo il 13 gennaio 1622 il suo maschio primogenito, nato prematuramente.<ref name="incipit">Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==''Lettera a Stalin''==
*Io posso dimostrare, documenti alla mano, che l'insieme della stampa sovietica e le commissioni di controllo del repertorio teatrale sono sempre stati unanimi ad accanirsi contro le mie opere le quali hanno diritto di cittadinanza nell'Unione Sovietica. Io considero la lotta contro la censura, di ogni natura e qualsiasi potere la sostenga, come un dovere dello [[scrittore]] allo stesso titolo degli appelli alla [[libertà di stampa]]. Io sono un feroce partigiano di questa libertà e dichiaro che uno scrittore che possa farne a meno somiglia ad un pesce che dichiara pubblicamente di poter fare a meno dell'acqua.
*Una sola volta, allorché io cominciavo ad essere conosciuto, ha dichiarato con una certa soddisfazione: Bulgakov vuol diventare lo scrittore satirico della nostra epoca (''Komsomolskaia Pravda'', n. 6, 1925). Olé! il verbo volere è usato al presente quando avrebbe dovuto essere usato al passato. Mikail Bulgakov è diventato scrittore satirico in un momento in cui tutto ciò che sfiora i tabù non è assolutamente tollerato.
*Grazie ai ritagli della stampa sovietica che conservo, ho constatato che negli ultimi dieci anni della mia attività letteraria, mi hanno consacrato 301 critiche di cui solamente tre favorevoli, mentre le 298 erano ostili ed ingiuriose. Attualmente io sono un uomo finito ed il mio annientamento è stato accolto dal pubblico sovietico con grande soddisfazione.
*Per le mie opere non vi sono speranze. Chiedo dunque al governo sovietico di esiliarmi d'urgenza. Faccio appello allo spirito umanitario del potere sovietico perché mi lasci in libertà, poiché come scrittore nella mia patria, io non sono più utile.
==Citazioni su Michail Afanas'evič Bulgakov==
*Ma figuratevi se invidio gente come Bulgakov, per esempio. ''Il Maestro e Margherita'' è un'operina banale infarcita di intellettualismi da quattro soldi. Ma il suo capolavoro è ''Cuore di cane'', zeppo di ripugnante razzismo sociale e di un disgustoso disprezzo per la classe operaia. ([[Ėduard Limonov]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Giovanni Crino, a cura e con prefazione di Giovanni Albertocchi, Sansoni Editore, 1979.
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Nadia Cicognini, Oscar Mondadori.
*Michail Bulgakov, ''Cuore di cane'', traduzione di Viveka Melander, Newton Compton Editori.
*Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Salvatore Arcella, Newton & Compton, 1994.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Gli Struzzi Einaudi, 1970.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', a cura di Fausto Malcovati, traduzione di Vera Dridso, Einaudi Scuola, 1999.
*Michail Bulgakov, ''Il maestro e Margherita'', traduzione di Vera Dridso, Einaudi, 2005. ISBN 9788806173739
*Michail Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', traduzione di Maria Serena Prina, Mondadori, 2005. ISBN 8804342811
*Michail Bulgakov, ''La guardia bianca'', traduzione di Anjuta Gančikov, Superbur Classici, 2001. ISBN 8817125229
*Michail Bulgakov, ''[https://books.google.it/books?id=W22DDwAAQBAJ La guardia bianca]'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 2019. ISBN 9788858835418
*Michail Afanas'evič Bulgakov, ''Lettera a Stalin'', in ''La Fiera Letteraria'', 14 marzo 1971, p. 15.
*Michail Bulgakov, ''[https://books.google.it/books?id=8_X_DwAAQBAJ Memorie di un giovane medico]'', a cura di Serena Prina, Vicenza, Neri Pozza, 2020. ISBN 978-88-545-2239-8
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|La guardia bianca||(1924)}}
{{Pedia|Uova fatali||(1925)}}
{{Pedia|Memorie di un giovane medico||(1925-1927, edito nel 1963)}}
{{Pedia|Cuore di cane (romanzo)|''Cuore di cane''|(1928)}}
{{Pedia|Il maestro e Margherita||(1929-1939, edito nel 1966)}}
{{DEFAULTSORT:Bulgakov, Michail}}
[[Categoria:Drammaturghi russi]]
[[Categoria:Scrittori di fantascienza russi]]
[[Categoria:Scrittori russi]]
[[Categoria:Scrittori sovietici]]
[[Categoria:Drammaturghi sovietici]]
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Susan Sontag
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AnjaQantina
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[[File:Susan Sontag 1979 ©Lynn Gilbert (headshot).jpg|miniatura|Susan Sontag nel 1979]]
'''Susan Sontag''' (1933 – 2004), scrittrice statunitense.
==Citazioni di Susan Sontag==
*Cogito ergo boom.<ref>Da ''Styles of radical will'', Picador, 2002.</ref>
*{{NDR|Su [[Piero Guccione]]}} Da alcuni anni ormai sono un'ammiratrice dell'itinerario bello, complesso di Piero Guccione. Un'arte di vasta e raffinata ambizione, ricca di un'intensità di visione personale propria della tradizione modernista. Ciò che ne fa un artista totalmente modernista è che la sua opera non propone un rapporto trasgressivo con la pittura stessa. E ciò che non rende il suo lavoro tipicamente contemporaneo è l'essenza di una distanza ironica dal modo in cui la pittura incarna il pensare o suscita il sentire. Guccione non si volge al passato come a qualcosa da annullare o meglio (come si dice oggi) di cui appropriarsi. Né intende, con l'arte, sferrare ancora un attacco alle capacità di empatia dello spettatore. [...] I quadri di Guccione belli, solenni, appassionati hanno un vigore contemplativo che rende difficile considerarli semplicemente rilevanti. Quando saranno concluse tutte le rassegne, costruite le scuole, ratificate le clamorose transazioni di influenza, queste opere continueranno a parlare nel loro registro necessario d interiorità, di singolarità di amore per la pittura stessa.<ref>Da ''Il posto di Guccione'', citato in Enzo Siciliano, Susanna Sontag, ''Guccione'', Fabbri, Milano, pp. 19-21</ref>
*Dove voglio indirizzare la mia vitalità? Verso i libri o il sesso, verso l'ambizione o l'amore, verso l'ansia o la sensualità? Non posso avere tutto.<ref>Da ''Rinata. Diari e taccuini 1947-1963''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/04/27/susan-sontag-fare-scelte/ ilpost.it]'', 27 aprile 2022.</ref>
*Il [[pittore]] costruisce, il [[fotografo]] rivela.<ref name="Fotografia">Da ''Sulla Fotografia''.</ref>
*La [[malattia]] è il lato notturno della vita.<ref>Da ''Malattia come metafora'', traduzione di E. Capriolo, Einaudi, 1979.</ref>
*La [[noia]] non è che il contrario della fascinazione: entrambe dipendono dall'essere al di fuori piuttosto che dentro una situazione, e l'una conduce all'altra.<ref name="Fotografia" />
*Leggere e ascoltare [[musica]]: trionfi del mio uscire da me stessa.<ref>Da ''Pellegrinaggio'', traduzione di Paolo Dilonardo, Archinto, Milano, 2004.</ref>
*Lo ripeto: non solo il [[fascismo]] (e una militarizzazione del potere) è il destino più probabile di tutte le società comuniste – specialmente quando le loro popolazioni sono indotte a ribellarsi – ma il [[comunismo]] in se stesso è una variante, la più efficace, del fascismo. Un facismo dal volto umano.<ref>Citato in [[Edmund White]], ''Ragazzo di città'', ''Playground'', 2010, 2<sup>a</sup> edizione, p. 284. ISBN 978-88-89113-52-3.</ref>
*Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio [...]. Tuttavia, [[Simone Weil]] ci commuove.<ref>Da un articolo per la rivista ''The New York Review of Books'', 1963; citato in Simona Forti, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/03/il-femminile-senza-idolatrie.html Il femminile senza idolatrie]'', ''la Repubblica'', 3 febbraio 2009.</ref>
*Strano che non avessi mai pensato di andare in una biblioteca. Dovevo acquistarli, vederli in fila lungo una parete della mia minuscola camera da letto. Le mie divinità familiari. Le mie navicelle spaziali.<ref>Da ''Pellegrinaggio''.</ref>
*Un [[giudizio]], disse Nicky, è un grido di impotenza. Quando non si può far niente per cambiare una situazione, cosa resta se non giudicarla?<ref>Dal racconto ''Vecchie lagnanze rivisitate'', in ''Io, eccetera'', traduzione di Stefania Bertola, 1963.</ref>
==[[Incipit]] di ''Io, eccetera''==
Vado in Cina.<br>Attraverserò il ponte Luhu sul fiume Sham Chun che divide Hong Kong dalla Cina.<br>Dopo essere stata in Cina per un po', attraverserò il ponte Luhu sul fiume Sham Chum che divide la Cina da Hong Kong.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==''Taccuini e i diari di Susan Sontag, 1958-67''==
*Fa male allora [[Amore|amare]]. È come accettare di farsi scorticare sapendo che in qualunque momento l'altra persona può andarsene via con la tua pelle.
*La paura di [[invecchiamento|invecchiare]] viene nel momento in cui si riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente.
*Solo adesso mi sto rendendo conto di quanto mi sento in colpa d'essere [[Omosessualità|omosessuale]]. Con H. ero convinta che la cosa non mi turbasse, ma mentivo a me stessa. Ho fatto in modo che gli altri (per esempio Annette) credessero che il mio vizio fosse H., e che se non fosse per lei non sarei omosessuale, o almeno non prevalentemente.
==Citazioni su Susan Sontag==
*Il tema del silenzio può essere attuale o inattuale. Mai di moda. Ed oggi, nonostante ciò che di primo acchito si può pensare da parte di molti, è indubbiamente attuale. Forse più di quanto lo sia mai stato. «Man mano che diminuisce il presidio del linguaggio – ha notato Susan Sontag – aumenta quello del silenzio». E i nostri sono tempi in cui il linguaggio è visto come qualcosa di corrotto. ([[Massimo Baldini (filosofo)]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Susan Sontag, ''Rinata. Diari e taccuini 1947-1963'', traduzione di Paolo Dilonardo, Nottetempo edizioni, 2018. ISBN 9788874527298
==Altri progetti==
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{{Film
|immagine=Back to the Future film series logo.png
|titoloitaliano=Ritorno al futuro
|titolooriginale=Back to the Future
|paese=USA
|anno=1985
|genere=commedia, fantascienza
|regista=[[Robert Zemeckis]]
|sceneggiatore=[[Robert Zemeckis]], [[Bob Gale]]
|attori=
*[[Michael J. Fox]]: [[Marty McFly]]
*[[Christopher Lloyd]]: [[Emmett Brown|"Doc" Emmett L. Brown]]
*[[Lea Thompson]]: Lorraine Baines McFly
*[[Crispin Glover]]: George McFly
*[[Thomas F. Wilson]]: Biff Tannen
*[[Claudia Wells]]: Jennifer Parker
*[[Marc McClure]]: Dave McFly
*[[Wendie Jo Sperber]]: Linda McFly
*[[James Tolkan]]: Strickland
*[[Norman Alden]]: Lou Caruthers
*[[Donald Fullilove]]: Goldie Wilson
*[[George DiCenzo]]: Sam Baines
*[[Frances Lee McCain]]: Stella Baines
*[[Jason Hervey]]: Milton Baines
*[[Harry Waters Jr.]]: Marvin Berry
*[[Will Hare]]: Il "Vecchio" Peabody
*[[George Flower|George 'Buck' Flower]]: Red il senzatetto
*[[Billy Zane]]: Match
*[[J.J. Cohen]]: Skinhead
*[[Casey Siemaszko]]: 3-D
|doppiatoriitaliani =
*[[Teo Bellia]]: Marty McFly
*[[Ferruccio Amendola]]: "Doc" Emmett L. Brown
*[[Anna Rita Pasanisi]]: Lorraine Baines McFly
*[[Oreste Baldini]]: George McFly
*[[Alessandro Rossi]]: Biff Tannen
*[[Emanuela Rossi]]: Jennifer Parker
*[[Roberto Chevalier]]: Dave McFly
*[[Gianfranco Bellini]]: Strickland
*[[Pino Locchi]]: Lou Caruthers
*[[Vittorio Stagni]]: Goldie Wilson
*[[Renato Mori]]: Sam Baines
*[[Flaminia Jandolo]]: Stella Baines
*[[Francesco Pezzulli]]: Milton Baines
*[[Angelo Nicotra]]: Marvin Berry
*[[Mario Milita]]: Il "Vecchio" Peabody / Red il senzatetto
|note=
*Musiche: [[Alan Silvestri]]
}}
'''''Ritorno al futuro''''', film statunitense di fantascienza del 1985 con [[Michael J. Fox]], regia di [[Robert Zemeckis]].
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
{{NDR|1985, carrellata di orologi sincronizzati e ticchettanti nel laboratorio di Doc; alla lancetta dei minuti di uno degli orologi è appesa una figura;<ref>Riferimento al finale del film.</ref> vengono inquadrate due pagine dell'''Hill Valley Telegraph'' che recitano "Brown mansion destroyed" ("Tenuta dei Brown distrutta") e "Brown estate sold to developers - Bankrupt inventor sells off 135 prime acres" ("La tenuta dei Brown è stata venduta ai costruttori - Inventore in bancarotta vende 135 acri di prima qualità"); fotografie incorniciate di [[Thomas Edison]] e [[Benjamin Franklin]]; la radio si accende automaticamente}}<br>'''[[Pubblicità dai film|Spot]] alla radio''': ...la vostra automobile. Occasioni per tutti i modelli Toyota 1985. Non troverete un'auto migliore ad un prezzo migliore con un servizio migliore in tutta Hill Valley. Qui è Statler Toyota, centro città. Ottobre è il mese delle occasioni. Approfittatene. I modelli Toyota 1985 ai prezzi migliori.<br>{{NDR|La teiera elettrica si mette in funzione automaticamente; la televisione si accende automaticamente}}<br>'''Telegiornalista''': ...per oggi la votazione al Senato. Altre notizie: Un portavoce dell'Istituto del Pacifico per le ricerche nucleari ha negato che la mancanza di un certo quantitativo di plutonio sia da attribuirsi ad un furto avvenuto due settimane fa. Un gruppo terrorista libico si è dichiarato responsabile del furto. Comunque per i responsabili tale mancanza è il risultato di un banale errore di conteggio. L'FBI sta ancora indagando, e per il momento il portavoce dell'FBI non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Il quantitativo di plutonio mancante era contenuto in una cassa, e secondo le voci quella cassa è sparita [...]<br>{{NDR|Il tostapane, rotto, fa entrare e uscire fette di pane ormai bruciate; un braccio meccanico apre una lattina di cibo per cani e la versa in una ciotola già piena su cui c'è scritto "Einstein"; Marty entra lasciando la chiave sotto lo zerbino}}<br>'''Marty''': Ehi, Doc? Doc? Non c'è nessuno in casa? Einstein, dove sei? {{NDR|fischia}} Vieni qui! Ma che succede?! Oddio... Dio, che schifo... {{NDR|riferendosi alla ciotola piena}} Ma che è successo?!<br>{{NDR|Lo skateboard di Marty, colpito col tallone, va a fermarsi su una scatola nascosta sotto al letto con su scritto "plutionium - handle with care" ("plutonio - maneggiare con cura"); Marty imposta al massimo lo stereo gigante e attacca la chitarra elettrica tramite i jack; alla prima pennata lo stereo lo scaraventa dall'altro lato del laboratorio, facendo cadere uno scaffale}}<br> Uh... superstereo! {{NDR|il telefono suona, Marty lo cerca tra gli oggetti caduti}} Pronto?<br>'''Doc''': Marty, sei tu?<br>'''Marty''': Ehi! Ehi, Doc, dove sei?<br>'''Doc''': Oh, meno male. Possiamo incontrarci al Twin Pines Mall stasera all'una e un quarto? Ce l'ho quasi fatta, ma avrò bisogno della tua assistenza.<br>'''Marty''': Ehi, un momento. Una e un quarto del mattino?<br>'''Doc''': Sì.<br>'''Marty''': Doc, ma che succede? Dove sei stato tutta la settimana?<br>'''Doc''': Eh, ho lavorato.<br>'''Marty''': E dov'è Einstein? È con te?<br>'''Doc''': Sì, è qui.<br>'''Marty''': Doc, hai lasciato l'impianto acceso tutta la settimana.<br>'''Doc''': L'impianto? Ah, a proposito, non ti attaccare all'amplificatore. C'è una vaga possibilità di sovraccarico.<br>'''Marty''': Sì, ci starò attento...<br>'''Doc''': Bene. Ci vediamo stanotte. Ah, ricordati: una e un quarto al Twin Pines Mall.<br>'''Marty''': Certo.<br>{{NDR|Gli orologi suonano le 8:00 contemporaneamente}}<br>'''Doc''': Sono i miei orologi che sto sentendo?<br>'''Marty''': Sì, sono... sono le 8.<br>'''Doc''': Perfetto. Il mio esperimento comincia bene. Sono tutti esattamente in ritardo di venticinque minuti.<br>'''Marty''': Ehi, un momento, un momento, Doc! Mi stai dicendo che sono le 8 e 25?<br>'''Doc''': Precisamente.<br>'''Marty''': Accidenti! Ho fatto tardi a scuola. {{NDR|Marty esce trafelato dal laboratorio}}
==Frasi==
{{cronologico}}
*Rieleggete il sindaco "Goldie" Wilson! Onestà. Decenza. Integrità. ('''[[Pubblicità dai film|Manifesto]] elettorale''') {{NDR|nel 1985}}
:''Re-elect mayor "Goldie" Wilson! Honesty. Decency. Integrity.''
*Rieleggete il sindaco "Goldie" Wilson! Il suo nome significa "progresso". Il programma di riforma del sindaco "Goldie" Wilson vuol dire più posti di lavoro, meno tasse [...] ('''[[Pubblicità dai film|Annuncio]] elettorale all'altoparlante''') {{NDR|nel 1985}}
[[File:Horloge retour vers le futur.jpg|thumb|«Salviamo l'orologio della torre! Salviamo l'orologio!» (Signora del comitato, 1985)]]
*{{NDR|Nel 1985}} Salviamo l'orologio della torre! Salviamo l'orologio! Il sindaco Wilson promuove un'iniziativa per riparare quell'orologio. Trent'anni fa un fulmine l'ha colpito ed è fermo da allora. Noi del Comitato per la conservazione di Hill Valley vogliamo che resti esattamente com'è in quanto parte della nostra storia! ('''Signora del Comitato per la conservazione di Hill Valley''') {{NDR|agitando un barattolo pieno di monete}}
*{{NDR|Nel 1985}} È incredibile! È incredibile! Tu mi presti la tua macchina e non mi dici che ha un angolo morto?! Mi potevo ammazzare! ('''Biff''')
*{{NDR|Nel 1985}} Hello? Hello? C'è nessuno in casa?<ref>Nel [[Ritorno al futuro - Parte II|secondo capitolo]] della saga è «Pronto? Pronto? C'è nessuno in casa?»</ref>('''Biff''')
*{{NDR|Nel 1985}} Se i miei calcoli sono esatti, quando questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie ne vedremo delle belle, Marty. ('''Doc''')
*{{NDR|Nel 1985, dopo il primo esperimento con la macchina del tempo}} L'orologio di Einstein è esattamente un minuto indietro e non si è fermato. [...] Sta benissimo! E non si è reso conto di quello che è successo! Per quanto lo riguarda il viaggio è stato istantaneo. Ecco perché il suo orologio è un minuto indietro al mio. Lui ha saltato quel minuto per arrivare istantaneamente a questo momento. ('''Doc''')
[[File:TeamTimeCar.com-BTTF DeLorean Time Machine-OtoGodfrey.com-JMortonPhoto.com-flux capacitor.jpg|thumb|«Ecco una data importante nella storia della scienza: 5 novembre 1955. [...] Fu il giorno in cui inventai il viaggio nel tempo. Me lo ricordo benissimo: stavo in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, sono scivolato e ho battuto la testa sul lavandino. Quando ho ripreso i sensi, ho avuto una rivelazione... una visione... un'immagine scolpita nella mente... un'immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo: il flusso canalizzatore!» (Emmett "Doc" Brown, 1985)]]
*{{NDR|Nel 1985}} Ecco una data importante nella storia della scienza: 5 novembre 1955. [...] Fu il giorno in cui inventai il viaggio nel tempo. Me lo ricordo benissimo: stavo in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, sono scivolato e ho battuto la testa sul lavandino. Quando ho ripreso i sensi, ho avuto una rivelazione... una visione... un'immagine scolpita nella mente... un'immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo: il flusso canalizzatore! [...] Mi ci sono voluti quasi trent'anni e tutto il mio patrimonio per realizzare la visione di quel giorno... Mio Dio, quanto tempo è passato! Le cose sono molto cambiate da allora. {{NDR|riferendosi al parcheggio del centro commerciale}} Mi ricordo quando tutto questo era campagna a perdita d'occhio! Il vecchio Peabody era il solo proprietario qui e gli venne la folle idea di piantare alberi di pino. ('''Doc''')
*{{NDR|Nel 1955, a Marty}} Il mio pino! Bastardo spaziale, mi hai distrutto un pino! ('''Peabody''')
[[File:BacktotheFuutreLyonEstates.jpg|thumb|«Vivete nella casa del domani... oggi! Lyon Estates.»]]
*Vivete nella casa del domani... oggi! Lyon Estates. Questo inverno iniziano i lavori. ('''Manifesto [[pubblicità dai film|pubblicitario]]''') {{NDR|nel 1955}}
:''Live in the home of tomorrow... today! Lyon Estates. Ground-breaking this winter.''
*Il futuro è nelle vostre mani! Se credete nel progresso rieleggete il sindaco Red Thomas. Il suo nome significa "progresso". Il programma di riforme del sindaco Red Thomas vuol dire più posti di lavoro, scuole migliori, più vantaggi per la comunità e meno tasse. Il giorno delle elezioni date il vostro voto ad un uomo di vostra fiducia. Rieleggete il sindaco [...] ('''[[Pubblicità dai film|Annuncio]] elettorale all'altoparlante''') {{NDR|nel 1955}}
*{{NDR|Nel 1955}} Ehi, McFly!<ref name="Tannen McFly">Frase ricorrente in tutti i film della saga ogni qualvolta un Tannen incontra un McFly.</ref> Ma che ci fai qui? ('''Biff''')
*Mio padre... è un guardone! ('''Marty''') {{NDR|nel 1955, sorprendendo George su un albero mentre spia col binocolo Lorraine che si cambia}}
*{{NDR|Nel 1955, guardando la videocamera di Marty e riferendosi a Reagan}} [...] È veramente incredibile... uno studio televisivo portatile! Per forza il vostro presidente è un attore: deve essere bello in televisione! ('''Doc''')
*Ma non sarai un figlio adottivo? ('''Doc''') {{NDR|nel 1955, rivolgendosi a Marty e guardando George}}
*È Strickland! ...Ma quello non li ha mai avuti i capelli! ('''Marty''') {{NDR|vedendo il signor Strickland nel 1955}}
*Guarda: c'è un cerimoniale ritmico sabato! ('''Doc''') {{NDR|nel 1955, guardando il manifesto che pubblicizza il ballo scolastico "Incanto sotto il mare"}}
*Lou, dammi un latte! Al cioccolato! ('''George''') {{NDR|nel 1955, ordinando qualcosa di "forte" per darsi la carica}}
*Ma non devi fare a pugni, pa'... pa-parapappa-pa-pà! ('''Marty''') {{NDR|nel 1955, a George, cercando di nascondere di averlo chiamato "papà"}}
:''Your not gonna be picking a fight, dad... dad, dad, daddy-o.''
*Sai, Marty, mi dispiace molto che tu vada via. Tu hai cambiato la mia vita, mi hai dato un motivo di speranza. Ora so che riuscirò a vedere il 1985, che costruirò questa, che avrò la possibilità di viaggiare nel tempo! ('''Doc''') {{NDR|nel 1955}}
*"Caro Dottor Brown, il giorno del mio viaggio nel tempo, tu sarai ucciso dai terroristi. Prendi le precauzioni necessarie per evitare questo terribile disastro. Il tuo amico, Marty." ('''Marty''') {{NDR|scrivendo nel 1955 la lettera che Doc potrà aprire solo nel 1985}}
*Ehi, tu, porco, levale le mani di dosso! ('''George''') {{NDR|nel 1955, ripetendo meccanicamente a Biff la battuta imparata}}
*Chuck, Chuck! È Marvin! Tuo cugino, Marvin Berry! Sai quel nuovo sound che stai cercando? Bene, senti questo! ('''Marvin''', cugino di [[Chuck Berry]]) {{NDR|nel 1955, parlando con Chuck Berry al telefono mentre Marty suona ''Johnny B. Goode'' alla chitarra}}
*Penso che ancora non siate pronti per questa musica... ma ai vostri figli piacerà.<ref>Nel [[Ritorno al futuro - Parte II|secondo capitolo]] della saga la frase doppiata è: «Penso che ancora non siete pronti per questo... ma ai vostri figli piacerà.»</ref> ('''Marty''') {{NDR|nel 1955, dopo aver improvvisato su ''Johnny B. Goode'' di Chuck Berry con assoli di hard rock, vedendo il pubblico visibilmente perplesso}}
*{{NDR|Nel 1955}} Se avessi un po' più di tempo... ehi, un momento, ho tutto il tempo che voglio: ho una [[macchina del tempo]]! ('''Marty''')
*{{NDR|Nel 1955}} Il flusso canalizzatore... sta flussando. ('''Marty''')
*Pazzo ubriacone! ('''Red''', il barbone alcolizzato) {{NDR|nel 1985 modificato, guardando Marty schiantarsi con la DeLorean}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Strickland''': Non mi piace il tuo atteggiamento, McFly! Tu sei un buono a nulla! Mi ricordi tuo padre quando era qui! Anche lui era un buono a nulla!<br>'''Marty''': Posso andare ora, signor Strickland?<br>'''Strickland''': So che la tua orchestrina è in lista per un'audizione oggi dopo la scuola, ma non ti illudere, McFly, non hai nessuna speranza, sei esattamente come tuo padre! I McFly non hanno mai significato niente nella storia di Hill Valley!<br>'''Marty''': Ma la storia cambierà!
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Marty''': Non ce la faccio... non ci riuscirò mai a suonare di fronte a un pubblico.<br>'''Jennifer''': Marty, un rifiuto non è la fine del mondo.<br>'''Marty''': No, no... si vede che non sono tagliato per la musica.<br>'''Jennifer''': Ma tu sei bravo, Marty! Sei bravissimo e questo nastro che hai fatto è fortissimo! Dammi retta, lo devi mandare ad un produttore. Lo sai, come dice sempre Doc...<br>'''Marty''': Lo so, lo so... se ti ci metti con impegno raggiungi qualsiasi risultato.<ref name="ricorrente Doc">Frase ricorrente attribuita a Doc, ripetuta anche da Marty e George.</ref><br>'''Jennifer''': È un buon consiglio, Marty.<br>'''Marty''': Va bene, va bene, Jennifer, ma se mando la cassetta e poi non gli piace? Se dicono che non va bene? Se mi rispondono: «lascia perdere, non hai un futuro»? Sento che non potrei proprio sopportare questo tipo di rifiuto... Oh, sto cominciando a parlare come mio padre!<br>'''Jennifer''': Tuo padre è meglio di quello che credi.
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Lorraine''': Una ragazza che telefona a un ragazzo va soltanto in cerca di guai!<br>'''Linda''': Mamma, non c'è niente di male a chiamare un ragazzo.<br>'''Lorraine''': È terribile invece! Ragazze a caccia di ragazzi! Quando avevo la vostra età non sono mai corsa dietro né ho mai telefonato né sono stata mai in una macchina parcheggiata con un ragazzo!<br>'''Linda''': Allora io come potrò mai incontrare qualcuno?<br>'''Lorraine''': Succederà, succederà, vedrai. Come io ho conosciuto tuo padre.<br>'''Linda''': Che modo stupido! Il nonno lo investì con la macchina!<br>'''Lorraine''': Si vede che era destino. Infatti, se il nonno non lo avesse investito nessuno di voi sarebbe nato.<br>'''Linda''': Sì, lo so. Però devo ancora capire cosa ci faceva papà in mezzo alla strada.<br>'''Lorraine''': Com'è successo, George? Guardavi gli uccellini, vero?<br>'''George''' {{NDR|distratto}}: Cosa, Lorraine? Cosa? <br>'''Lorraine''': Comunque vostro nonno lo ha investito con la macchina e poi lo ha portato in casa. Era così smarrito, poverino... come un povero cucciolo sperduto e il mio cuore si riempì di tenerezza...<br>'''Linda''': Sì, la sappiamo la storia. Ce l'hai raccontata un milione di volte. Ti faceva pena e così hai deciso di andare con lui al ballo del pesce sotto il mare.<br>'''Lorraine''': No, no, no! Era "Incanto sotto il mare", Linda! Il primo appuntamento non lo dimenticherò mai. Fu la notte di quel terribile temporale, ti ricordi, George? Vostro padre mi baciò per la prima volta proprio durante quel ballo. E fu... fu allora che capii che... avrei passato con lui il resto della mia vita. {{NDR|George, che non ha ascoltato, si mette a ridere davanti alla TV}}
[[File:TeamTimeCar.com-BTTF DeLorean Time Machine-OtoGodfrey.com-JMortonPhoto.com-07.jpg|thumb|- Mi stai dicendo che hai costruito una macchina del tempo... con una [[DeLorean DMC-12|DeLorean]]?<br>– Dovendo trasformare un'automobile in una macchina del tempo, perché non usare una bella automobile? (Marty e Doc nel 1985)]]
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Doc''': Che cosa ti dicevo?! 88 miglia all'ora! Lo spostamento temporale è avvenuto esattamente all'1 e 20 antimeridiane e 0 secondi!<br>'''Marty''': {{NDR|raccoglie la targa incandescente della DeLorean}} Ah! Mio Dio... mio Dio, Doc, hai disintegrato Einstein!<br>'''Doc''': Calma, Marty, non ho disintegrato niente. Le strutture molecolari di Einstein e della macchina sono completamente intatte.<br>'''Marty''': Ma allora dove diavolo sono?<br>'''Doc''': La domanda giusta è: "Quando diavolo sono?". Capisci? Einstein è il primo essere vivente che abbia viaggiato nel tempo! L'ho mandato... dentro il futuro! Un minuto nel futuro per essere esatti! E precisamente all'1 e 21 e 0 secondi rincontreremo lui e la macchina del tempo.<br>'''Marty''': Un momento... un momento, Doc. Eh... Mi stai dicendo che hai costruito una macchina del tempo... con una [[DeLorean DMC-12|DeLorean]]?<br>'''Doc''': Dovendo trasformare un'automobile in una macchina del tempo, perché non usare una bella automobile?
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Marty''': Ma funziona con la benzina normale?<br>'''Doc''': Sfortunatamente no. Ha bisogno di un qualcosa di un po' più vivace: [[plutonio]].<br>'''Marty''': Ah, plutonio... Come "plutonio"?! Vuoi... vuoi dire che questo aggeggio è nucleare?<br>'''Doc''': Ehi, ehi, continua a girare, continua a girare! No, no, questo aggeggio è elettrico, ma ci vuole una reazione nucleare per generare 1 e 21 gigowatt<ref>Così nel doppiaggio in italiano; il termine corretto è [[w:Gigawatt|gigawatt]].</ref> di elettricità che mi serve!<br>'''Marty''': Doc, ma non si può entrare in un negozio e comprare plutonio! L'hai fregato a qualcuno?<br>'''Doc''': Sssh! Certo, a un gruppo di libici nazionalisti. Mi avevano commissionato una bomba: io ho preso il loro plutonio e gli ho rifilato un luccicante involucro pieno di pezzi di vecchi flipper!
*{{NDR|Nel 1985}}<br>'''Doc''': Chissà se hanno mutande di cotone nel futuro... Sono allergico ai sintetici.<br>'''Marty''': Futuro... è lì che stai andando?<br>'''Doc''': Certo. Venticinque anni nel futuro. Ho sempre sognato di vedere il futuro, di guardare oltre i miei anni, di vedere il progresso dell'umanità.<br>'''Marty''': Certo.<br>'''Doc''': Così potrò sapere anche chi vince i prossimi venticinque campionati di football!<br>'''Marty''': Ah, Doc?<br>'''Doc''': Eh?<br>'''Marty''': Vienimi a trovare quando arrivi là.
*{{NDR|Nel 1955, credendo che Marty sia un alieno e la DeLorean un'astronave}}<br>'''Sherman''': Si è già mutato in forma umana, sparagli!<br>'''Peabody''': Prendi questo, mutato figlio di puttana!
*{{NDR|Nel 1955, il piumino smanicato anni '80 di Marty viene confuso per un giubbotto di salvataggio}}<br>'''Lou Carruthers''': Ehi! Che ti è successo, ragazzo? Ti si è affondata la nave?<br>'''Marty''': Cosa?<br>'''Lou Carruthers''': Perché porti il giubbotto di salvataggio?
*{{NDR|Nel 1955, nel bar di Lou Carruthers}}<br>'''Lou Carruthers''': Che ne diresti di ordinare qualcosa, ragazzo?<br>'''Marty''': Ah, sì... dammi una Fanta.<ref>Nella versione originale Marty ordina la cola [[:w:it:Tab (cola)|Tab]]. "Tab" significa anche "conto", quindi Lou il barista pensa che Marty gli abbia detto: «Ah, sì... dammi il conto».</ref><br>'''Lou Carruthers''': Fanta che? Vuoi della fantascienza da bere?<br>'''Marty''': Dammi una Pepsi senza.<br>'''Lou Carruthers''': Senza che? Se vuoi dire "senza pagare" hai sbagliato porta!
*{{NDR|Nel 1955, Goldie Wilson lavora nel bar di Lou}}<br>'''Goldie Wilson''' {{NDR|a George}}: Abbi un po' di rispetto per te stesso... ma non lo sai che se ti fai mettere i piedi in testa ora lo faranno per tutto il resto della tua vita?! Guarda me: pensi che io voglia finire la mia vita in questa porcheria?<br>'''Lou Carruthers''': Sta' attento a come parli...<br>'''Goldie Wilson''': Nossignore, io voglio diventare qualcuno! Frequento le scuole serali e ti assicuro che un giorno si accorgeranno di me!<br>'''Marty''': Ma certo, diventerà sindaco!<br>'''Goldie Wilson''': Sì, farò il... sindaco! Questa è una buona idea! Potrei candidarmi come sindaco!<br>'''Lou Carruthers''': Un sindaco negro. Ma che hai in testa?<br>'''Goldie Wilson''': Aspetti e vedrà, Mr. Carruthers, se non divento sindaco! Sarò l'uomo più importante di Hill Valley e riuscirò a ripulire questa città!<br>'''Lou Carruthers''': Bravo, comincia a pulire il pavimento, intanto.<br>'''Goldie Wilson''': Mh... "Sindaco Goldie Wilson"... mi suona proprio bene!
*{{NDR|Nel 1955, Marty si risveglia nella stanza di Lorraine, al buio}}<br>'''Marty''': Mamma, sei tu?<br>'''Lorraine''': Buono, buono, non ti agitare. Hai dormito per nove ore quasi.<br>'''Marty''': Ah, sì. Che incubo terribile! Ho sognato di andare indietro nel tempo. È stato spaventoso!<br>'''Lorraine''': Bene. Ora sei sano e salvo e di nuovo nel 1955.<br>{{NDR|Marty si alza all'improvviso e accende la luce.}}<br>'''Marty''': 1955?! Ma tu sei mia ma... mia ma...<br>'''Lorraine''': Mi chiamo Lorraine... Lorraine Baines.<br>'''Marty''': Sì, ma tu sei così... così... snella!<ref>Dialogo che si ripete, con altre modalità, anche negli altri film della saga.</ref>
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Lorraine''': Non avevo mai visto mutandine firmate, Levis.<br>'''Marty''': Levis? Ma perché continui a chiamarmi Levis?<br>'''Lorraine''': Levis è il tuo nome, no? Levi Strauss... ce l'hai scritto dappertutto, anche sulle mutandine. O forse ti chiamano Lev?<br>'''Marty''': No, veramente... mi chiamano Marty.<br>'''Lorraine''' {{NDR|avvicinandosi languida}}: Piacere di conoscerti Levis... Marty... Strauss...
:''- I've never seen purple underwear before, Calvin.<br>– Calvin? Why do you keep calling me Calvin?<br>– Well, that's your name, isn't it? Calvin Klein? It's written all over your underwear. Oh, I guess they call you Cal, huh?<br>– Actually, people call me Marty.<br>– Oh, pleased to meet you, Calvin... Marty... Klein...''
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Stella''': Dimmi, Marty, da quanto tempo sei sbarcato?<br>'''Marty''': Sbarcato?<br>'''Stella''': Ma... penso che sei un marinaio, no? Hai addosso il giubbotto di salvataggio!<br>'''Marty''': Sono guardia costiera.
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Marty''' {{NDR|al piccolo Joey, futuro galeotto, nel box per bambini}}: Così tu sei lo zio Joey? Faresti bene ad abituarti a queste sbarre.<br>'''Stella''': Eh sì... Joey è tanto contento di stare nel suo box, vero? Si mette a piangere se lo facciamo uscire, così lo lasciamo sempre lì.
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Lorraine''': È la nostra prima televisione. Papà l'ha portata a casa oggi. Tu ce l'hai la televisione?<br>'''Marty''': Sì, certo. Ne abbiamo due.<br>'''Milton''': Wow, devi essere ricco!<br>'''Stella''': Oh, tesoro, sta scherzando, ti prende in giro. Nessuno ha due televisioni.<br>'''Marty''' {{NDR|riferendosi all'episodio in TV<ref>La famiglia Baines guarda in prima visione l'episodio ''The Man From Space'' della serie televisiva ''The Honeymooners''. In realtà l'episodio è andato in onda per la prima volta il 31 dicembre 1955. È l'episodio ''The Sleepwalker'' che è andato in onda il 5 novembre 1955.</ref>}}: Ehi... ehi... io l'ho visto questo, l'ho visto, è un classico! Qui è quando Ralph si veste da uomo dello spazio.<br>'''Milton''': Cosa vuol dire che l'hai visto? È un film nuovo!<br>'''Marty''': Sì, l'ho visto... in una cassetta.<br>'''Milton''': Cos'è una cassetta?<br>'''Marty''': Un giorno lo saprai.
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Stella''': Lo sai, Marty, che hai un'aria familiare? Ma io conosco tua madre?<br>'''Marty''' {{NDR|guardando Lorraine}}: Sì, penso proprio di sì.
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Marty''': Nessuno sa dov'è Riverside Avenue?<br>'''Sam''': Dall'altra parte della città, subito dopo la terza strada, nella parte est.<br>'''Marty''': Un momento, un momento. Dopo la terza strada c'è John Kennedy Avenue.<br>'''Sam''': E chi diavolo è [[JFK|John Kennedy]]?!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Stella''': Che strano ragazzo quel Marty!<br>'''Sam''': È un idiota... deve essere una cosa di famiglia. Anche i genitori saranno degli idioti. Lorraine, se avrai un figlio così ti diseredo!
[[File:Back to the Future - brain-wave analyzer (22754625275).jpg|thumb|«Mio Dio... Lo sai che cosa significa questo? Significa che questo dannato aggeggio non funziona! Sei mesi di lavoro per niente!» (Emmett "Doc" Brown, 1955)]]
*{{NDR|Nel 1955, Doc cerca di leggere il pensiero di Marty collaudando la sua nuova invenzione}}<br>'''Doc''': Non parlare, non parlare, non parlare... vediamo... tu vuoi che faccia un'offerta al Club dei... Giovani Marinai.<br>'''Marty''': Doc! Io vengo dal futuro! Sono arrivato qui con una macchina del tempo che tu hai inventato e ora ho bisogno del tuo aiuto per tornare all'anno 1985.<br>'''Doc''': Mio Dio... Lo sai che cosa significa questo? Significa che questo dannato aggeggio non funziona! Sei mesi di lavoro per niente!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Marty''': Dico la verità, Doc. Mi devi credere.<br>'''Doc''': Allora, dimmi, ragazzo del futuro... chi è il presidente degli Stati Uniti nel 1985?<br>'''Marty''': [[Ronald Reagan]].<br>'''Doc''': Ronald Reagan?! L'attore?! E il vicepresidente chi è? [[Jerry Lewis]]?! Suppongo che [[Marilyn Monroe]] sia la First Lady! E [[John Wayne]] è il ministro della guerra!<ref>Così nel doppiaggio italiano. Nella versione originale la ''First Lady'' citata è Jane Wyman (all'epoca moglie di Ronald Reagan) e il commediografo [[Jack Benny]] è il Ministro del Tesoro.</ref>
*{{NDR|Nel 1955, Marty mostra a Doc il flusso canalizzatore che, in quell'anno, non ha ancora inventato}}<br>'''Doc''': Funziona! Funziona! Ho inventato qualcosa che funziona!<br>'''Marty''': Funziona pure troppo.
[[File:DeLorean at Melbourne Armageddon 2009.JPG|thumb|«1,21 gigowatt? 1,21 gigowatt?! Bontà divina!» (Emmett "Doc" Brown, 1955)]]
[[File:Back to the Future Part 1 - Plutonium Case (5963124603).jpg|thumb|«Ah, sono certo che nell'85 il plutonio si compra nella drogheria sotto casa, ma nel '55 la faccenda è molto più complicata!» (Emmett "Doc" Brown, 1955)]]
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Doc''' {{NDR|1985, nel filmato}}: No, no, questo aggeggio è elettrico, ma ci vuole una reazione nucleare per generare 1,21 gigowatt di elettricità che mi serve. Vieni, Einstein, vieni...<br>'''Doc''': Che cosa ho detto?! {{NDR|riavvolge il nastro}}<br>'''Doc''' {{NDR|1985, nel filmato}}: Questo aggeggio è elettrico, ma ci vuole una reazione nucleare per generare 1,21 gigowatt di elettricità...<br> '''Doc''': 1,21 gigowatt? 1,21 gigowatt?! Bontà divina!<ref name=esclamazione>[[Imprecazioni dai film|Esclamazione]] ricorrente. Nella versione originale è: «Great Scott!». Nei successivi due film della saga, nel doppiaggio italiano, invece di «Bontà divina!» Doc dice: «Grande Giove!».</ref><br>'''Marty''': Doc... ma che diavolo è un gigowatt?!<br>'''Doc''' {{NDR|guardando la foto di [[Thomas Edison]]}}: Come posso essere stato così sventato? 1,21 gigowatt! Signor Edison, come posso ottenere quel tipo di potenza? Non si può fare, vero, Tom?<br>'''Marty''': Doc... c'è soltanto bisogno di un pochino di plutonio.<br> '''Doc''': Ah, sono certo che nell'85 il plutonio si compra nella drogheria sotto casa, ma nel '55 la faccenda è molto più complicata! Marty, mi dispiace, ma sei condannato a rimanere qui.<br>'''Marty''': Ma come... come condannato qui? Ma non posso rimanere qui! La mia vita è nel 1985. Ho una ragazza!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Doc''': Il prossimo sabato sera ti rimanderò... indietro nel futuro!<br>'''Marty''': D'accordo, bene... sabato è perfetto, posso passare una settimana nel 1955, andare in giro, posso conoscere un po' di gente...<br>'''Doc''': Marty, non se ne parla nemmeno. Tu non devi uscire da questa casa. Tu non devi vedere nessuno e non devi parlare con nessuno: se lo fai possono esserci serie ripercussioni sugli eventi futuri. Tu mi capisci?<br>'''Marty''': Sì, certo... va bene.<br>'''Doc''': Marty, hai avuto contatti con nessun altro al di fuori di me?<br>'''Marty''': In un certo senso, oggi avrei conosciuto i miei genitori.<br>'''Doc''': Bontà divina!<ref name=esclamazione/> Fammi vedere ancora la foto di tuo fratello. Proprio come pensavo. Questo prova la mia teoria: guarda tuo fratello!<br>{{NDR|Nella fotografia la testa di Dave è sparita}}<br>'''Marty''': Non ha più la testa. È come se fosse stata cancellata.<br>'''Doc''': Cancellata dall'esistenza!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Doc''': Ricordati che secondo la mia teoria tu hai interferito nel primo incontro dei tuoi genitori. Se non si incontrano, niente matrimonio e niente figli. Ecco perché tuo fratello maggiore sta scomparendo dalla fotografia e se non trovi un rimedio toccherà anche a te.<br>'''Marty''': Siamo sul pesante, eh!<br>'''Doc''': Che c'entra il peso?
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Doc''': È più serio di quello che pensavo. È evidente che tua madre ha un'infatuazione amorosa per te invece che per tuo padre.<br>'''Marty''': Un minuto, Doc, un minuto. Tu-tu mi stai dicendo che mia madre... si vorrebbe fare me?!<br>'''Doc''': Precisamente.<br>'''Marty''': Siamo sul pesante.<br>'''Doc''': Ancora questa parola... "pesante". Ma perché è tutto così pesante per voi del futuro? Avete problemi con la forza di gravità?
*{{NDR|Nel 1955, Marty, con indosso la tuta anti-radiazioni, mette le cuffie a George mentre dorme per svegliarlo con della musica di Eddie Van Halen}}<br>'''George''': Chi sei tu?<br/>{{NDR|Marty gli fa di nuovo ascoltare la musica}}<br/>'''Marty''': Silenzio, terrestre! Il mio nome è [[Darth Vader]]. {{NDR|respira pesantemente}} Sono un extraterrestre e vengo dal pianeta Vulcano! {{NDR|fa il saluto vulcaniano}}
*{{NDR|Nel 1955, George cerca di fare colpo su Lorraine}}<br>'''George''': Lorraine? Lorraine, il delfino ci ha uniti.<br>'''Lorraine''': Cosa?<br>'''George''': Quello che voglio dire è che... è che...<br>'''Lorraine''': Un momento, ma non ti ho già visto da qualche parte?<br>'''George''': Sì, sì, sono George, George McFly, sono il tuo delfino, cioè... il tuo destino.<br>'''Lorraine''': Ah...
*{{NDR|Nel 1955, Marty porta al ballo scolastico Lorraine}}<br>'''Marty''': Ti... ti dispiace se [[parcheggio|parcheggiamo]] per un po'?<br>'''Lorraine''': No, al contrario! Mi piace parcheggiare.<br>'''Marty''' {{NDR|sorpreso}}: Eh?!<br>'''Lorraine''': Marty, scusa, ho quasi diciott'anni! Vuoi che non abbia mai parcheggiato?<br>'''Marty''': Cosa?!<br>'''Lorraine''': Marty, sei nervoso. C'è qualcosa che non va?<br>'''Marty''': No, no. {{NDR|Lorraine tira fuori una fiaschetta e beve a canna}} Lorraine, ma... che cosa fai?!<br>'''Lorraine''' {{NDR|ride}}: L'ho preso dal cassetto della mia vecchia.<br>'''Marty''': Sì, ma non dovresti bere.<br>'''Lorraine''': E perché no?<br>'''Marty''': Perché tu... tu potresti pentirtene più in là negli anni.<br>'''Lorraine''': Mio Dio, Marty, come sei per bene! Ma chi è che non beve oggi?<br>{{NDR|Anche Marty beve un sorso, ma quando vede Lorraine accendersi una sigaretta lo sputa scioccato}}<br>'''Marty''': Ma che fai?! Fumi anche?!<br>'''Lorraine''': Marty, mi sembra di sentir parlare mia madre!
*{{NDR|Nel 1955, Lorraine si butta su Marty e lo bacia}}<br>'''Lorraine''': C'è qualcosa che non va. Io non so cosa sia... ma mentre ti baciavo... mi sembrava di baciare... mio fratello. Tutto questo non ha senso, no?<br>'''Marty''': Credimi, ha perfettamente senso.
[[File:Chuck Berry 1972.JPG|thumb|[[Chuck Berry]], autore di ''Johnny B. Goode'' con una Gibson ES-345, la chitarra suonata da Marty durante il ballo]]
*{{NDR|Nel 1955, durante il ballo prima di suonare ''Johnny B. Goode''}}<br>'''Marvin''': Dai, amico, facciamo qualche cosa che dà la carica.<br>'''Marty''': Qualcosa che dà la carica? {{NDR|al microfono}} Va bene, ehm, questo è un pezzo un po' vecchio... be', ecco, ehm... è un pezzo un po' vecchio dalle mie parti. {{NDR|agli Starlighters}} Ok, ragazzi, questo è un blues con il riff in si, perciò occhio agli accordi e statemi dietro, ok?
*{{NDR|Nel 1955, a George e Lorraine}}<br>'''Marty''': Ah, un'altra cosa: se doveste avere dei figli e uno di loro a otto anni desse fuoco senza volere al tappeto del salotto, siate buoni con lui.<br>'''Lorraine''': Marty... Sai che è proprio un bel nome?
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Doc''': {{NDR|Vede arrivare Marty in macchina}} Sei in ritardo, non hai il senso del tempo!<br>'''Marty''': Ah... Scusa, mi dovevo cambiare, non potevo tornare a casa vestito come un imbecille! Doc, mio padre ce l'ha fatta, ha funzionato...<br>'''Doc''': Cosa?<br>'''Marty''': ...ha steso Biff con un pugno solo! Non sapevo che lo avesse picchiato, non si è mai difeso da Biff in tutta la sua vita!<br>'''Doc''' {{NDR|perplesso}}: "Mai" hai detto?<br>'''Marty''': Sì, perché, qual è il problema?<br>'''Doc''': Niente niente... Fissiamo il tempo di destinazione! {{NDR|apre la portiera della DeLorean e accende i circuiti temporali}} Questo è il tempo esatto della tua partenza. {{NDR|sul display si vede come ultima data ''26 ottobre 1985'', ore 1:35}} Ti rimando indietro esattamente allo stesso tempo. {{NDR|come data da immettere digita ''26 ottobre 1985, ore 1:35''}} Sarà come se tu non fossi mai partito! {{NDR|esce dalla macchina}} Attento: ho dipinto una linea bianca sulla strada laggiù, ed è da lì che ti devi muovere. Ho calcolato la distanza precisa, tenendo conto della velocità di accelerazione e la resistenza retroattiva del vento dal momento della scarica del fulmine, che sarà precisamente tra 7 minuti e 22 secondi. {{NDR|mostra a Marty il timer che gli segnalerà quando partire}} Quando scatterà questo allarme vai a tutto gas!<br>'''Marty''': Va bene!<br>'''Doc''': {{NDR|imposta il timer e lo appoggia sul cruscotto, poi esce dalla macchina}} Be', penso che sia tutto a posto.<br>'''Marty''': Grazie!<br>'''Doc''': Grazie a te! {{NDR|Marty lo abbraccia}} Ci vediamo fra trent'anni!<br>'''Marty''': Lo spero...<br>'''Doc''': Non ti preoccupare! Basta che tu colpisca quel cavo con il gancio di connessione alla velocità di 88 miglia all'ora nel momento in cui il fulmine colpisce la torre... e tutto andrà bene!<br>'''Marty''': D'accordo! {{NDR|sale in macchina}}<br>'''Doc''' {{NDR|trova nella tasca della sua giacca una busta che gli ha dato Marty}}: Questa busta che significa??<br>'''Marty''': Lo scoprirai fra trent'anni!<br>'''Doc''': Parla di eventi futuri! È un'informazione sul futuro!<br>'''Marty''': Stammi a sentire...<br>'''Doc''': Ti ho già messo in guardia, ragazzo! Le conseguenze sarebbero disastrose!<br>'''Marty''': Doc è un rischio che devi correre, la tua vita dipende da questo!!<br>'''Doc''': No!!! {{NDR|strappa la busta in mille pezzi}} Mi rifiuto di accettare queste responsabilità!!!<br>'''Marty''': In questo caso ti dico tutto subito...<br>{{NDR|Il forte vento strattona il ramo di un albero che si stacca e fa cadere una corda che Doc aveva usato per collegare i cavi all'orologio del tribunale}}<br>'''Doc''': Bontà divina! {{NDR|prende la corda}} Tu prendi il cavo, io ti lancerò questa corda!<br>'''Marty''': Va bene, lo prendo.<br>'''Doc''' {{NDR|entra nel tribunale e sale fino a raggiungere il quadrante dell'orologio, quindi lancia la corda a Marty, che la annoda al cavo}}: Forza forza, presto!<br>'''Marty''': Fatto! Tirala su! Vai!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Marty''': Doc!<br>'''Doc''': Eh!<br>'''Marty''': Ti devo dire quella cosa del futuro!<br>'''Doc''' {{NDR|Non sente}}: Ehhh??<br>'''Marty''': Ti devo dire quella cosa del futuro!!<br>'''Doc''': Cosa? {{NDR|mentre Marty cerca di spiegargli circa il suo futuro, il campanile suona le 10 di sera, e i rintocchi quasi stordiscono Doc}} Ahhh!!!<br>'''Marty''': Doc!!<br>'''Doc''': Vai!!!<br>'''Marty''': No Doc!!!<br>'''Doc''': Guarda l'ora, hai meno di quattro minuti!
*{{NDR|Nel 1955}}<br>'''Marty''': Accidenti Doc, perché hai strappato quella lettera??... Ehi un momento, ho tutto il tempo che voglio, ho una macchina del tempo, posso andare indietro più presto e avvertirlo! OK, dieci minuti bastano. {{NDR|dalle ore 1:35 passa a 1:24}} Ecco fatto, circuito temporale accesso, il flusso canalizzatore... sta ''flussando'', motore avviato... Vai! {{NDR|aziona l'acceleratore ma improvvisamente il motore si spegne}} No... No non puoi... adesso... Dai!!!<br>{{NDR|Mentre Doc cerca di ricollegare i cavi, Marty cerca di fare ripartire la macchina, e dopo aver provato a girare più e più volte la chiave, senza riuscirci, tira una testata al volante, premendo il clacson, e miracolosamente il motore si riaccende, proprio appena l'allarme ha smesso di suonare, quindi riaziona l'acceleratore, e stavolta la macchina parte; mentre Marty va a tutta velocità vede Doc che è ancora intento a maneggiare i cavi}} Doc! {{NDR|appena il fulmine colpisce l'orologio, Doc fa appena in tempo a collegare l'ultimo cavo rimasto e lo spostamento temporale di Marty dal 1955 al 1985 va a buon fine, e Doc lancia un grido di felicità}}
*{{NDR|Nel 1985 modificato}}<br>'''Marty''': Allora, tutti quei discorsi che non si devono cambiare gli eventi futuri, la continuità spazio-tempo...?<br>'''Doc''': Be', ho pensato... "chi se ne frega"!
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
[[File:TeamTimeCar.com-BTTF DeLorean Time Machine-OtoGodfrey.com-JMortonPhoto.com-03.jpg|thumb|Il Mr. Fusion, invenzione in grado di trasformare la spazzatura in carburante]]
{{NDR|1985 modificato, Marty è appena tornato dal viaggio nel tempo}}<br>'''Jennifer''': Mi fa fare un giro, signore?<br>'''Marty''': Jennifer! Che visione meravigliosa! Lasciati guardare.<br>'''Jennifer''': Marty, è come se non mi vedessi da una settimana.<br>'''Marty''': Infatti.<br>'''Jennifer''': Stai bene? Va tutto bene?<br>'''Marty''': Oh, sì. Va tutto benissimo.<br>{{NDR|Mentre Marty e Jennifer stanno per baciarsi appare la DeLorean da cui esce Doc, abbigliato futuristicamente}}<br>'''Doc''': Marty, devi tornare indietro con me!<br>'''Marty''': Ma indietro dove?<br>'''Doc''': Indietro nel futuro!<br>{{NDR|Doc prende dei rifiuti dal bidone della spazzatura e li inserisce nel Mr. Fusion}}<br>'''Marty''': Un momento, cosa stai facendo, Doc?<br>'''Doc''': Ho bisogno di carburante. Andiamo, su! Entra in macchina.<br>'''Marty''': No, no, no, Doc, sono appena tornato. Jennifer è qui, andiamo a fare un giro con la mia nuova macchina.<br>'''Doc''': Porta anche lei. Anche lei si dovrebbe preoccupare.<br>'''Marty''': "Preoccupare"? Ma di che? Ma che diavolo stai dicendo? Cosa ci succede nel futuro? Diventiamo tutti e due delle carogne, degli imbecilli?<br>'''Doc''': No, no, no, no, Marty. Sia te che Jennifer non avete problemi. Sono i vostri figli, Marty, bisogna fare qualcosa per i vostri figli!<br>{{NDR|Salgono tutti a bordo}}<br>'''Marty''': Doc, devi prendere più rincorsa. Non abbiamo abbastanza strada per arrivare a 88.<br>'''Doc''': Strade? Dove stiamo andando non c'è bisogno di strade!<br>{{NDR|La DeLorean si rivela essere un'auto volante; Doc sfreccia nel cielo per viaggiare nel 2015}}<ref>La scena viene riproposta, leggermente modificata, come incipit del [[Ritorno al futuro - Parte II|secondo capitolo]] della saga.</ref>
==Citazioni su ''Ritorno al futuro''==
*{{NDR|Sul doppiaggio di Marty McFly}} Ci sono stati dei provini, io ero fra le giovani voci emergenti di quegli anni e c'è voluto un po' per vedere i risultati della prima scrematura. Ho passato la prima scrematura, sono arrivato alle semifinali, sono arrivato alla finale. Eravamo rimasti soltanto in due e devo dire che erano molto indecisi, perché il confronto era tra l'altro fra me e Sandro Acerbo, che è un professionista eccezionale. Oltretutto, nell'impostare il personaggio ci somigliavamo anche molto vocalmente. In pratica mi dissero che avevo vinto il provino facendomi una telefonata, dall'America arrivò "''Bellia. We like Bellia.''". ([[Teo Bellia]])
*Ti fermo prima che tu vada avanti, Scott. Mi stai seriamente dicendo che il tuo piano per salvare l'universo è basato su ''Ritorno al futuro''?! (''[[Avengers: Endgame]]'')
===Frasi promozionali===
*Ci sono eventi che accadono solo una volta nella storia. Il futuro è oggi al cinema!<ref>Dalla locandina in italiano dedicata al Back to the Future Day. {{Cfr}} [http://www.mymovies.it/film/1985/ritornoalfuturo/poster/0/ ''Poster Ritorno al futuro''], ''MYmovies.it''</ref>
*Non arrivava mai in tempo a scuola... Non arrivava mai in tempo a cena... Ma un giorno... si trovò completamente fuori dal tempo.<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/5968/ritorno-al-futuro/foto/51986/ ''Foto Locandina da Ritorno al futuro''], ''FilmTV.it''</ref>
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[DeLorean DMC-12]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Ritorno al futuro''}}
{{Ritorno al futuro}}
[[Categoria:Film commedia fantascientifica]]
[[Categoria:Ritorno al futuro]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
9dadeutqrozvsulp80ejput3jcildny
Codice d'onore
0
5596
1224070
1224052
2022-08-23T12:19:27Z
Sun-crops
10277
Annullata la modifica 1224052 di [[Special:Contributions/Sun-crops|Sun-crops]] ([[User talk:Sun-crops|discussione]]) Come non detto (tranne per l'o.d.m. che va compilato). Grazie Homer!
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano=Codice d'onore
|titolooriginale=A Few Good Man
|paese=Usa
|anno=1992
|genere=Drammatico
|regista=[[Rob Reiner]]
|sceneggiatore=[[Aaron Sorkin]]
|attori=
*[[Tom Cruise]]: Tenente Daniel Kaffee
*[[Jack Nicholson]]: Col. Nathan R. Jessep
*[[Demi Moore]]: Cap. di corvetta JoAnne Galloway
*[[Kevin Bacon]]: Cap. Jack Ross
*[[Kiefer Sutherland]]: Tenente Jonathan Kendrick
*[[Kevin Pollak]]: Tenente Sam Weinberg
*[[James Marshall (attore)|James Marshall]]: Soldato Louden Downey
*[[Wolfgang Bodison]]: Caporale Harold W. Dawson
*[[J.T. Walsh]]: Tenente Col. Matthew Andrew Markinson
*[[Christopher Guest]]: Dr. Stone
*[[Noah Wyle]]: Cap. Jeffrey Barnes
*[[Cuba Gooding Jr.]]: Cap. Carl Hammaker
|doppiatori italiani=
*[[Roberto Chevalier]]: Tenente Daniel Kaffee
*[[Michele Gammino]]: Col. Nathan R. Jessep
*[[Isabella Pasanisi]]: Cap. di corvetta JoAnne Galloway
*[[Marco Mete]]: Cap. Jack Ross
*[[Francesco Pannofino]]: Tenente Jonathan Kendrick
*[[Sandro Acerbo]]: Tenente Sam Weinberg
*[[Vittorio De Angelis]]: Soldato Louden Downey
*[[Claudio Fattoretto]]: Caporale Harold W. Dawson
*[[Cesare Barbetti]]: Tenente Col. Matthew Andrew Markinson
*[[Manlio De Angelis]]: Dr. Stone
*[[Massimo De Ambrosis]]: Cap. Jeffrey Barnes
*[[Fabrizio Manfredi]]: Cap. Carl Hammaker
note= <!-- eventuali note, come ad esempio altri personaggi di rilievo del cast -->
}}
'''''Codice d'onore''''', film del 1992 di [[Rob Reiner]] con [[Tom Cruise]] e [[Jack Nicholson]].
== Frasi ==
*Probabilmente- non so, mi sta venendo in mente adesso- probabilmente abbiamo la responsabilità, come ufficiali, dell'addestramento di Santiago. Probabilmente, come ufficiali, abbiamo delle responsabilità verso la nazione; dobbiamo far sì che gli uomini e le donne addetti alla sua sicurezza siano addestrati professionalmente. Sì, mi sembra... anzi, sono certo di averlo letto una volta da qualche parte. E adesso sto pensando, Colonello Markinson, che il suo suggerimento di trasferire Santiago- sebbene eminentemente pratico e certamente indolore- potrebbe non essere, per così dire, una soluzione altamente patriottica. Il soldato Santiago resta al suo posto. Noi lo addestreremo a dovere. John, a te l'incarico: se Santiago non riuscirà ad ottenere al più presto dodici su venti nelle sue note di profitto e di condotta, per prima cosa darò a te la colpa... dopodiché ti ucciderò. ('''Col. Nathan R. Jessep''')
*Noi ci conosciamo da un pezzo; abbiamo fatto insieme l'Accademia, Il Servizio di Prima Nomina e abbiamo combattuto insieme perfino in Vietnam... però sulla scala gerarchica io mi sono arrampicato con maggiore velocità e successo di te. Ora, se questo fatto è fonte di tensione, o di qualche imbarazzo per te... non me ne frega proprio un cazzo. Il nostro mestiere consiste nel salvare vite umane, Tenente Colonnello Markinson. Non devi discutere i miei ordini davanti a un altro ufficiale. ('''Col. Nathan R. Jessep''')
*Ci faremo onore domani... ci faremo massacrare. ('''Ten. Daniel Kaffee''')
*Vedi, Danny, io so come affrontare le pallottole, le bombe, il sangue, non cerco denaro e tantomeno medaglie. Quello che io voglio è che tu, con la tua uniforme bianca da frocetto e la tua parlata da moccioso di Harvard, quando ti rivolgi a me mi dimostri un po' di cortesia. ('''Col. Nathan R. Jessep''')
*Sai che ha fatto Markinson per i primi diciassette anni dei ventisei che ha passato nei marines? Controspionaggio. Markinson è scomparso. Non esiste nessun Markinson. ('''Cap. Jack Ross''')
*Jo, noi perderemo... e perderemo alla grande. ('''Ten. Daniel Kaffee''')
*Noi eseguiamo ordini figliolo. Eseguiamo gli ordini altrimenti della gente muore. È tutto qui: semplice. ('''Col. Nathan R. Jessep''')
*Harold, non serve una mostrina per essere un uomo d'[[onore]]. ('''Ten. Daniel Kaffee''')
*Oh, ce lo facciamo dire da lui! Sì, nessun problema, ce lo dirà lui! Colonnello Jessep, è vero che fu lei a ordinare il codice rosso per Santiago? EEE! Spiacente, il suo tempo è scaduto. Che premio c'è per i perdenti, giudice? Be', per i nostri valorosi imputati, un soggiorno a vita nell'esotico Fort Leavenworth e per l'avvocato difensore Kaffee, niente di meno che una bella corte marziale! Siii, Johnny, dopo aver falsamente accusato un pluridecorato ufficiale dei marines di concorso nel delitto e di spergiuro, il tenente Kaffee avrà una lunga e prosperosa carriera di insegnante di... dattilografia comparata, alla scuola serale femminile Rocco Colombo! Grazie per aver partecipato al gioco, dobbiamo, o non dobbiamo seguire il suggerimento della regina delle galassie della stupidità?! ('''Ten. Daniel Kaffee''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}} ''Gentili signori Santiago, io ero il Comandante in seconda di William. Conoscevo vostro figlio vagamente, vale a dire che lo conoscevo di nome. Fra qualche tempo il processo dei due militari incolpati della morte di vostro figlio si concluderà, e sette uomini e due donne che non avete mai visto cercheranno di darvi una spiegazione sul perché della morte di William. Da parte mia ho fatto quanto in mio potere per portare alla luce la verità. La verità è questa, la morte di vostro figlio è dovuta a un solo motivo: io non sono stato abbastanza forte da evitarla. Con osservanza, Tenente Colonnello Matthew Andrew Markinson, del corpo dei marines degli Stati Uniti.'' ('''Tenente Col. Matthew Andrew Markinson''')
==Dialoghi==
{{Cronologico}}
*'''Ten. Dave Spradling''': Io intendo accusare il tuo cliente di possesso e uso durante il servizio. Fallo dichiarare colpevole e gli farò dare solo trenta giorni con perdita di grado e paga.<br>'''Ten. Daniel Kaffee''': Ma era origano, Dave. Erano soltanto dieci cents di origano.<br>'''Ten. Dave Spradling''': Già, ma il tuo difeso credeva che fosse marijuana.<br>'''Ten. Daniel Kaffee''': Il mio cliente è un imbecille. Spiacevole, ma non illegale.<br>'''Ten. Dave Spradling''': Kaffee, io devo rispondere ai miei superiori come te. Devo metterlo sotto accusa.<br>'''Ten. Daniel Kaffee''': Per cosa? Possesso di condimenti?
*'''Ten. Dave''': Non lo so perché ti do retta. <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Perché la tua saggezza travalica gli anni che hai!
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Cosa è la rete metallica? <br/> '''Capo''': Sam? <br/> '''Ten. Sam Weinberg''': Un grosso muro che separa i belli e buoni dai... brutti e cattivi.
*'''Ten. Sam Weinberg''': Comandante, il Tenente Kaffe è riconosciuto come il più esperto nel dibattimento del nostro ufficio. Ha felicemente concluso per patteggiamento quarantaquattro cause in nove mesi. <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Un'altra e mi regalano un tostapane!
*'''Col. Nathan R Jessep''': Chi cazzo è questo William T. Santiago?<br/> '''Ten. Jonathan Kendrick''': Il soldato Santiago è nel secondo plotone, compagnia Bravo, signore.<br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Già. Be', a quanto pare questo Santiago non è molto felice quaggiù a Shangri-La, perché ha scritto lettere a tutti meno che a Babbo Natale chiedendo il trasferimento, e ora ha inventato questa favola dello scontro a fuoco. Matthew?<br/> ''' Ten. Col. Matthew Andrew Markinson''': Sono... costernato, signore.<br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': "Costernato". Questo ragazzino salta l'ordine gerarchico e vuole sputtanare un militare del suo reparto, per non parlare del fatto che è un marine degli Stati Uniti, e a quanto pare non riesce a correre da qua a là senza crollare per un colpo di calore. Ma che cazzo sta succedendo alla compagnia Bravo, Matthew?
*'''Ten. Sam Weinberg''': E quale è il codice? <br/> '''C.le Harold Dawson''': Reparto, Corpo, Dio, Patria.
*'''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': C'è qualcuno in questo comando col quale lei non beve o non gioca a Softball?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Comandante, io...<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Ascolti, sono venuta a fare la pace. Siamo partiti col piede sbagliato. Vogliamo essere amici?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Senta, io...<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Ah, volevo dirle che ho portato a Downey dei fumetti che aveva chiesto. Kaffee, quel ragazzo non sa nemmeno dove si trova, non sa neanche perché lo hanno arrestato.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Comandante...<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Può chiamarmi Joanne.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Joanne...<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Oppure Jo.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Jo?<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Sì.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Jo, se parli un' altra volta con un mio cliente senza il mio permesso ti faccio radiare dall'albo. Amici?<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Avevo l'autorizzazione.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Chi te l'ha data?<br/>'''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': L'unica parente ancora in vita di Downey, Ginny Miller. E' una sua zia da parte di madre.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Hai avuto l'autorizzazione dalla zia Ginny?<br/>'''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': L'ho chiamata come mi avevi chiesto di fare. E' una donna molto gentile, abbiamo parlato per quasi un'ora.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Hai avuto l'autorizzazione dalla zia Ginny... <br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Perfettamente entro i miei poteri.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': La zia Ginny ce l'ha un fienile? Potremmo tenere il processo lì dentro, io posso cucire i costumi, magari lo zio Goober potrebbe fare il giudice!
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Tu non credi alla loro storia, vero? E li vorresti in galera per il resto dei loro giorni... <br />'''Ten. Sam Weinberg''': Come no, io ci credo alla loro storia, certo! E li vorrei in galera per il resto dei loro giorni!
*'''Col. Nathan R Jessep''': Sai, mi viene in mente che lei {{NDR|riferito al cap. Joanne Galloway}} è un tuo superiore, Danny! <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Sissignore! <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Voglio dirvi una cosa e ascoltatemi bene perché sto parlando sul serio: tu sei l'uomo più fortunato del mondo. Non esiste niente di più sexy sulla terra, credetemi signori, di una femmina a cui devi fare il saluto militare la mattina dopo. ''Promuoviamole tutte'', dico io, perché è la verità! Eh, sì, se non ti sei mai fatto fare un pompino da un tuo superiore, beh, ti sei perso la parte migliore della vita, mi dispiace. <br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''' {{NDR|offesa}}: Colonnello, la pratica del "Codice Rosso" è ancora tollerata dagli ufficiali di questa base, si o no? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Vedete il mio problema è che sono già colonnello e quindi mi toccherà continuare a farmi docce fredde finché non eleggono presidente una ragazza. <br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Sto aspettando una risposta, colonnello! <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''' {{NDR|irritato}}: Stia molto attenta al tono, comandante. Io sono un bravo ragazzo ma questo cazzo di caldo mi sta facendo letteralmente impazzire. Lei vuole una risposta da me sul "Codice Rosso", la versione ufficiale è che io scoraggio tale pratica in conformità alle direttive; detto fra noi, le dico che è una parte preziosissima dell'addestramento del soldato di fanteria e se si dà il caso che si produca a mia insaputa, beh, amen. Io comando il mio reparto come meglio credo. Se è proprio decisa ad indagare su di me, getti pure i dadi e corra i suoi rischi. Io faccio colazione a trecento metri da quattromila cubani addestrati ad uccidermi, quindi non creda di poter venire qui a sventolare un distintivo nella speranza di farmi innervosire.
*'''Cap. Jack Ross''': Senti, Danny, la stella di Jessep è in ascesa. Il comando di divisione mi darà la massima libertà per evitare a Jessep e al corpo qualsiasi imbarazzo.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Quanta libertà?<br/> '''Cap. Jack Ross''': Ti derubrico tutto a "Omicidio colposo"; due anni e sono a casa in sei mesi.<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Nessun patto, si va al processo.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Jo...<br/> '''Cap. Jack Ross''': No, per niente.<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Perché no?<br/> '''Cap. Jack Ross''': Perché perderete, e Danny lo sa. E sa anche che se si va al processo io dovrò andare fino in fondo, si prenderanno tutto il pacco regalo: omicidio, associazione a delinquere e condotta disdicevole. E anche se ora mi tiene per le palle, Danny sa che in tribunale questa causa la perde. Danny è un avvocato straordinario e non ci tiene che i suoi clienti si prendano una condanna a vita sapendo che possono cavarsela in sei mesi. Fine del patteggiamento. Ci vediamo alla formulazione dell'accusa.
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Domani mattina gli procuro un nuovo avvocato.<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Perché hai tanta paura di fare l'avvocato? Le aspettative del papà erano così soffocanti?!<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Oh, ti prego, risparmiami tutte queste psicocazzate sulla figura paterna! Dawson e Downey avranno il loro processo, ma l'avranno con un altro avvocato!<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Un altro avvocato non gli servirà a niente! Hanno bisogno di te. Tu sai come vincere, tu sai che hanno buone ragioni e sai come farle valere, se ti tiri indietro decidi del loro destino.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Il loro destino si è compiuto nel momento in cui Santiago è morto.<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Tu pensi che abbiano buone ragioni?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Tu e Dawson siete incredibili, vivete nello stesso mondo dei sogni! Non ha importanza quello che io penso, importa soltanto quello che posso provare! Perciò, ti prego, non venirmi a dire quello che so e che non so, io conosco la legge!!!
*'''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Sam e io stavamo appunto pensando che dovremmo soltanto chiamare qualche testimone che parli di ordine implicito, oppure magari richiamiamo Downey a deporre prima di arrivare a Dawson...<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Magari se ci mettiamo d'impegno riusciremo a far incriminare Dawson per l'assassinio di Kennedy... {{NDR|tira fuori una bottiglia di whiskey dalla tasca}}<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Sei ubriaco?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Più o meno... già.<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Metto a fare il caffè, ci aspetta una lunga notte di lavoro.<br/>'''Ten. Daniel Kaffee''': Lei va a fare il caffè...ma che brava. Downey non era nella sua camera... non era nemmeno in caserma. Questa era un'informazione piuttosto determinante, tu non credi?<br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Danny, è stato un incidente, e mi dispiace. Ma lo sistemeremo e procederemo con Markinson.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Markinson è morto. Devo dire che quegli agenti federali sono proprio in gamba, amici... non è che si è impiccato con i lacci delle scarpe o tagliato i polsi con una spatola da burro nascosta nei calzini, questo signore s'è messo in alta uniforme e poi... si è piazzato in mezzo alla stanza, ha estratto una pistola nichelata dalla fondina e si è sparato una pallottola in bocca. E visto che siamo a corto di testimoni ho pensato di farmi una bevutina.
*'''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Chiamiamo Jessep a deporre e mettiamo fine a questa storia! <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Quale possibile vantaggio trarremmo dal chiamare Jessep a deporre?! <br/> '''Cap. di corvetta Joanne Galloway''': Lui disse a Kendrick di ordinare il codice rosso. <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''' {{NDR|sarcastico}}: Davvero? Ma è fantastico! Perché non me l'hai detto subito?! E naturalmente avrai anche le prove immagino! Oh, scusa, dimentico sempre che avevi la varicella il giorno che insegnavano diritto alla facoltà di legge!!
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Tuo padre è fiero di te?<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': Perché vuoi farti del male?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Io scommetto di sì. Io scommetto che rompe le palle a morte a vicini di casa e parenti: "''Sam scrive sulla rivista legale! Sta lavorando a una causa molto importante, ha preparato un'arringa che lascerà la corte a bocca aperta!''". Io credo che mio padre sarebbe stato molto contento di vedermi prendere la laurea in giurisprudenza... sono convinto che gli sarebbe piaciuto molto.<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': Ti ho mai detto che feci una tesina su tuo padre all'università?<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Ah sì?<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': È stato un vero principe del foro.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Sì, è così.<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': E se io fossi Dawson e Downey e potessi scegliere tra te e tuo padre per difendermi in questo processo sceglierei te tutti i giorni feriali e due volte la domenica. Avresti dovuto vederti in aula, a tuonare contro Kendrick.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Tu chiameresti Jessep a deporre?<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': Io no.<br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Secondo te mio padre l'avrebbe fatto?<br/> '''Tenente Sam Weinberg''': Con le prove che abbiamo, neanche costretto con la forza. Ma il punto è questo, e non c'è modo di eludere il problema: né Lionel Kaffee né Sam Weinberg sono a capo del collegio di difesa del processo degli Stati Uniti contro Dawson e Downey. Quindi tutto si riduce a una sola domanda: Tu che cosa faresti?
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Grave pericolo? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Ne esiste forse d'altro genere?
*'''Ten. Daniel Kaffee''': Colonnello Jessep, fu lei a ordinare il codice rosso? <br/> '''Giudice''': Non è tenuto a rispondere alla domanda. <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Io risponderò alla domanda. {{NDR|A Kaffee}} Tu vuoi delle risposte? <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Ritengo di averne il diritto. <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': {{NDR|incalzando}} Tu vuoi delle risposte? <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Io voglio la verità! <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Tu non puoi reggere la verità!<ref>In lingua originale: «''You can't handle the truth!''». Dopo un sondaggio tenuto negli USA nel 2005 dall'[[w:American Film Institute|American Film Institute]], che è andato a comporre l'''[[w:AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes|AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes]]'', questa citazione è stata inserita al 29° posto nella classifica AFI delle cento battute più celebri della storia del cinema.</ref> Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile. Chi lo fa questo lavoro, tu? O forse lei, tenente Weinberg? Io ho responsabilità più grandi di quello che voi possiate mai intuire. Voi piangete per Santiago e maledite i Marines. Potete permettervi questo lusso. Vi permettete il lusso di non sapere quello che so io: che la morte di Santiago nella sua tragicità probabilmente ha salvato delle vite, e la mia stessa esistenza, sebbene grottesca e incomprensibile ai vostri occhi, salva delle vite! Voi non volete la verità perché nei vostri desideri più profondi che in società non si nominano, voi mi volete su quel muro, io vi ''servo'' in cima a quel muro. Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà: usiamo queste parole come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa. Per voi non sono altro che una barzelletta. Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco e poi contesta il modo in cui gliela fornisco. Preferirei che mi dicesse la ringrazio e se ne andasse per la sua strada; altrimenti gli suggerirei di prendere un fucile e di mettersi di sentinella. In un modo o nell'altro io me ne sbatto altamente di quelli che lei ritiene siano i suoi diritti! <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Ordinò lei il codice rosso? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Ho fatto il lavoro che... <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Ordinò lei il codice rosso?!? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Certo che l'ho ordinato! Che cazzo credi? <br/>
*'''Giudice''': La giuria si ritiri in Camera di Consiglio fino a nuovo ordine. <br/> '''Amministratore del tribunale''': In piedi. <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Ma che diavolo significa? Colonnello, che sta succedendo? Io ho fatto il mio dovere e lo farei di nuovo. Io vado a riprendere l'aeroplano e me ne torno subito alla mia base. <br/> '''Giudice''': Lei non va in nessun posto, Colonnello. La polizia militare arresti il Colonnello. <br/> '''Poliziotto''': Signorsì. <br/> '''Giudice''': Capitano Ross? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Ma che diavolo succede? {{NDR|Mentre Ross gli elenca i suoi diritti}} Sono accusato di un reato? Che volete farmi? È di questo che si tratta? Mi state accusando? Volete incriminarmi? Questa è una buffonata. Ecco che cos'è. Questa... {{NDR|A Kaffee}} Ma io ti strappo gli occhi dalle orbite e poi nel tuo cranio ci piscio dentro! Hai scelto il marine sbagliato! <br/> '''Cap. Ross''': Colonnello, ha compreso i suoi diritti così come glieli ho esposti? <br/> '''Col. Nathan R. Jessep''': Brutti froci borghesi. Voi non avete idea di come si difende una nazione. {{NDR|A Kaffee}} Tu non hai fatto altro che indebolire la patria oggi. Soltanto questo. Tu hai messo l'intera popolazione in pericolo. Sogni d'oro, figliolo. <br/> '''Ten. Daniel Kaffee''': Non mi chiami figliolo: io sono un avvocato e un ufficiale della marina degli Stati Uniti e lei è in arresto, gran figlio di puttana!
==Citazioni su ''Codice d'onore''==
*Cruise [...] ammirava la personalità autorevole di [[David Miscavige|Miscavige]]. In ''Codice d'onore'' modellò il suo personaggio, un determinato ufficiale della Marina, sulla figura di Miscavige, fatto di cui il leader della Chiesa amava vantarsi. ([[Lawrence Wright]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film drammatici]]
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Max Pezzali
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2022-08-23T15:40:05Z
CommonsDelinker
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text/x-wiki
[[Immagine:Max Pezzali at Cartoomics 2013-1 (cropped).jpg|thumb|Max Pezzali nel 2013]]
'''Massimo Pezzali''' (1967 – vivente), cantautore italiano, fondatore, leader e voce degli [[883]].
==Citazioni di Max Pezzali==
*Forse un giorno si scoprirà che da qualche parte esiste un piccolo gene, simpatico ma a volte un po' rompicoglioni, che invoglia, stimola e spinge alcuni di noi a riunirsi nei bar. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'')
*Un assioma: a [[Pavia]] si divertono TUTTI gli studenti tranne quelli del posto. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'')
*Qualcuno d'importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è neanche 'sto granché come aforisma. Però penso contenga un fondo di verità: se non la organizziamo in una struttura narrativa, in una griglia logica che gli dia un significato, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. I racconti di guerra dei nonni, le fotografie dei giapponesi sotto la Torre di Pisa, i tatuaggi per gli amori finiti male, i filmini della Prima Comunione, sono tutti tentativi di scrivere una sceneggiatura, di dividere in capitoli la nostra vita in modo che le esperienza belle e brutte, le persone care e quelle incrociate per un istante, i luoghi attraversati durante il viaggio e le emozioni provate non vadano perdute per sempre "[[Blade Runner|come lacrime nella pioggia]]". Perdonate la citazione scontata. (da ''Per prendersi una vita'')
==Citazioni tratte da canzoni==
===''Il mondo insieme a te''===
'''Etichetta''': CGD East West, 2004, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Marco Guarnerio]].
* ''In ogni [[viaggio]] trovati una storia da imparare, poi quando torni la racconterai. Ogni tanto buttati a caso in un bar, siediti ad un tavolo in penombra ed ascolta che cosa dicon le persone.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1)
* ''Ricordati chi sei, ricordati da dove vieni, ricorda il tuo passato senza subirlo mai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1)
* ''Sostieni le tue opinioni senza giudicare | e se vorrai cambiare idea la cambierai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1)
* ''Credi nell'amicizia vera non ne dubitare | specie nel giorno in cui qualcuno la tradirà.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1)
* ''Non ti vergognare di quello che hai | fatti i complimenti ma quando te li meriti dai | che lo sai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1)
* ''C'è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri | finché l'imbarazzo va via | col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti | conosciuti solo in teoria.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2)
* ''Lo strano percorso di ognuno di noi | che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai | per quanto è complicato e imprevedibile | per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2)
* ''C'è un tempo per qualcosa sul viso | come un sorriso che non c'era ieri e oggi c'è | sembrava ormai lontano e distante | perso per sempre | invece è ritornato con te.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2)
* ''Sei il primo mio pensiero che | al mattino mi sveglia | l'ultimo desiderio che | la notte mi culla | sei la ragione più profonda di ogni mio gesto | la storia più incredibile che conosco.'' (da ''Eccoti'', n. 4)
* ''Eccoti come un uragano di vita e sei qui | non so come tu sia riuscita a prendermi | dal mio sonno, scuotermi e riattivarmi il cuore''. (da ''Eccoti'', n. 4)
* ''Eccoti, anche ora che non sei in casa | tu sei qui, mi parla di te ogni cosa.'' (da ''Eccoti'', n. 4)
* ''Eccoti finalmente sei arrivata e sei qui | non sai quanto mi sei mancata | speravo tu esistessi però | non immaginavo tanto.'' (da ''Eccoti'', n. 4)
* ''Non importa dove andiamo né quello che si fa | non importa con chi usciamo né che ora si farà | non mi sembra neanche vero | posso essere me stesso esser sincero | senza alcuno sdoppiamento di personalità.'' (da ''Siamo io e te'', n. 5)
* ''Com'è bello il [[mondo]] insieme a te | mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è | da sempre solo che io non sapevo come fare | per guardare ciò che tu mi fai vedere.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6)
* ''E invece tu sei qui | e mi hai dato tutto questo | e invece tu sei qui e hai rimesso al proprio posto | i più piccoli pezzi della mia esistenza | componendoli, dando loro una coerenza.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6)
* ''Com'è grande il [[mondo]] insieme a te | è come rinascere e vedere finalmente che | rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose | se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me''. (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6)
* ''E invece tu sei qui non per prendere o lasciare | ma per rendermi ogni giorno un po' migliore | insegnandomi la semplicità di amare.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6)
* ''Sei stanco è meglio così | meglio non vedere il camioncino | che il latte consegnerà | lui l'ambasciatore del mattino che sveglierà la città | e sarebbe bello se adesso a casa ci fossi tu | con un bacio dormi se no domani non ti alzi più.'' (da ''Con dentro me'', n. 7)
* ''Il [[silenzio]] a volte è peggio del rumore che | per lo meno copre il brulicare delle idee | che di notte vengono | che di notte affollano col loro brusio il cervello e lo martellano | e fanno sembrar difficile anche ciò che non lo è | e fanno sembrare enormi anche le cose minime | così mi alzo e guardo te che dormi accanto e penso | che miracolo! Vedi? A volte accadono.'' (da ''Me la caverò'', n. 8)
* ''Me la caverò proprio come ho sempre fatto | con le gambe ammortizzando il botto poi mi rialzerò ammaccato non distrutto | basterà una settimana a letto poi verrà da se | ci sarà anche qualche sera in cui usciranno lacrime | ci sarà anche qualche sera in cui starò per cedere | ma poi piano piano tutto passerà | senza accorgermene tutto passerà.'' (da ''Me la caverò'', n. 8)
* ''Tutti già fuggiti nei locali a parte i fortunati che | hanno di meglio da fare in spiaggia poi in sella a moto ferme.'' (da ''Essenziale'', n. 9)
* ''Sono poche le cose autentiche che restano | e che non perdono valore col passar del [[tempo]] | ma ne acquistano.'' (da ''Mai uguali'', n. 10)
===''Time Out''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2007, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]].
*''E cerco sempre dei consigli utili | e cerco delle storie in cui vincono gli umili | cerco una verità che forse non c'e' nemmeno più.'' (da ''Torno subito'', n. 1)
*''Cerco le risposte che non troverò | le cerco perche' l'importante e' il viaggio non dove andrò.'' (da ''Torno subito'', n. 1)
*''Cerco le emozioni nuove che ha da offrire la mia età | cerco tutto ciò che sa di vento, di oceano e libertà | e cerco di imparare quello che non so | io cerco anche se non capisco prima o poi capirò.'' (da ''Torno subito'', n. 1)
*''La vita è qui da vivere | e non da rimpiangere.'' (da ''Time out'', n. 2)
*''I problemi quotidiani a volte ci distraggono | i pensieri e le tensioni dopo un po' distruggono | fanno perder troppo tempo in discussioni inutili | tempo che gettiamo al vento per motivi futili.'' (da ''Time out'', n. 2)
*''Concentrati a correre senza più riflettere se la [[meta]] valga | poi tutto questo stress ormai non ne son convinto sai.'' (da ''Time out'', n. 2)
*''C'è un profumo che passa e che va | Sembra allontanarsi ma poi tornerà.'' (da ''Profumo'', n. 3)
*''La memoria non racconta la verità | seleziona solamente ciò che le va | fa sembrare sempre più bello il prima del poi | un passato mitico che non torna mai.'' (da ''Il presente'', n. 4)
*''Il futuro è un libro ancora da scrivere | di che cosa parli e per quante pagine | a nessuno è dato saperlo però vorrei | che questo foglio bianco raccontasse di noi.'' (da ''Il presente'', n. 4)
*''Il dolore e il freddo si dimenticano | solo un paio di cicatrici rimangono | i bei ricordi restano avvolti nella magia della giovinezza | che s'è fuggita via.'' (da ''Il presente'', n. 4)
*''Si poteva fare meglio | ma anche peggio di così.'' (da ''Esserci'', n. 5)
*''L'errore non si capisce prima di commetterlo.'' (da ''Esserci'', n. 5)
*''Certe parole non dette o dette troppo tardi e male | azioni che ancora fanno soffrire | e come pietre ci pesano.'' (da ''Esserci'', n. 5)
*''I fuochi si spengono e le ceneri restano | sarà così, forse inspiegabile | ma continua ad ardere il fuoco che avvolge tutti e due | di legna ne ho da vendere.'' (da ''Il meglio'', n. 6)
*''E il meglio deve ancora arrivare nei doni che la vita ci porterà | il meglio è ancora tutto da fare | sfruttando a fondo ogni opportunità | senza subire il destino, con tanta forza di volontà | senza temere nessuno, perché noi possiamo farcela!'' (da ''Il meglio'', n. 6)
*''E chissà se vale la pena di passare la vita a correre | o se invece la migliore mossa non sia di starmene immobile | e tanto, se l'onda arriva, arriva e basta | non serve perderci la testa | e allora tanto vale sorridere.'' (da ''I filosofi'', n. 7)
*''Ma sento sempre che tu ci sei | che anche quand'è dura non te ne vai | che anche coi denti combatterai | sempre accanto a me non mi abbandonerai | sei fantastica, forte come il rock'n roll.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8)
*''Sei la fonte di energia più potente che ci sia, bomba atomica dritta nello stomaco.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8)
*''La strada è dura e punisce chi non ha chiaro | il senso basilare di rispetto e umiltà.'' (da ''La strada'', n. 10)
===''Max Live! 2008''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2008, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]].
*''Mezzo pieno o mezzo vuoto | questo è il solo ed unico [[bicchiere]] che abbiamo | se si stava meglio quando si stava peggio | non lo so però io vivo adesso.'' (da ''Mezzo pieno mezzo vuoto'', n. 1)
*''Ti ho cercata in mezzo ai volti che vedevo intorno a me | più credevo di trovarti più eri inafferrabile | ogni tanto m'illudevo fossi veramente tu | e sentivo la tua voce anche se già non c'eri più.'' (da ''Ritornerò'', n. 2)
*''Ed il tempo se ne andò con te | tra i rimpianti e le lacrime | e i ricordi e la felicità | e l'Amore che non tornerà.'' (da ''Ritornerò'', n. 2)
*''Le stagioni poi passarono | i ricordi se ne andarono | restò solo la malinconia | dell'Amore che è fuggito via.'' (da ''Ritornerò'', n. 2)
===''Terraferma''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2011, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]].
*''Noi eravamo contenti con niente quando avevamo la tua età.'' (da ''Credi'', n. 1)
*''Eppure tutti ti dicono che non puoi avere niente che non va | che è solo la tua pigrizia e la tua mancanza di forza di volontà.'' (da ''Credi'', n. 1)
*''Buttare tutto, buttare quello che fa male | o perlomeno buttare quello che non vale | non vale niente o non vale almeno un'emozione.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2)
*''Quanti armadi da svuotare, quante cose da buttare | che sembravano importanti e invece non mi servono.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2)
===''Hanno ucciso l'uomo ragno 2012''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2012, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] feat. [[Don Joe]].
*''E non abbiamo lasciato morire i sogni, solo il Tamagotchi.'' (da ''Sempre noi'', n. 1)
===''Max 20''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2013, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]].
*''T'ho incontrata ma | tu non mi hai visto | eri in macchina | è stato un attimo | ma il mio cuore si è | come bloccato | o era fermo prima e | ha ripreso a battere.'' (da ''L'universo tranne noi'')
*''Eravamo quel che tutti sognano, | quell'amore che i cantanti cantano, | tanto forte potente immenso che, | sembra esagerato ed impossibile, | e che il petto fa quasi esplodere, | senza il quale non si può più vivere, | che potrebbe scomparire l'universo tranne noi.'' (da ''L'universo tranne noi'')
===''Astronave Max''===
'''Etichetta''': Warner Music, 2015, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] con la collaborazione di Davide Ferrario.
*''Sotto luci colorate | balleremo immobili | mentre il mondo sarà in festa | anche solo guardandoci | il tuo nome | il tuo nome esploderà | scritto su una nuvola | per la vita intera.'' (da ''I fiori nel deserto'', n. 5)
==Citazioni su Max Pezzali==
*''Dopo il suo rifiuto l'hanno chiuso in una stanza | ad ascoltare Max Pezzali per l'eternità.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]])
==Bibliografia==
*Max Pezzali, ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'', Arnoldo Mondadori Editore.
*Max Pezzali, ''Per prendersi una vita'', Baldini Castoldi Dalai Editore.
==Voci correlate==
*[[883]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Time Out (Max Pezzali)|''Time Out''|}}
{{Pedia|Il mondo insieme a te||}}
{{Pedia|Terraferma (album)|''Terraferma''|}}
{{Pedia|Hanno ucciso l'uomo ragno 2012||}}
{{Pedia|Astronave Max}}
{{DEFAULTSORT:Pezzali, Max}}
[[Categoria:Cantautori italiani]]
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Jurassic Park (film)
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2022-08-23T12:04:10Z
Homer
215
Dialogo non significativo e pieno di NDR
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano= Jurassic Park
|dimensioneimmagine= 250
|immagine= Jurassic Park (28733067663).jpg
|didascalia= «La creazione è un atto di assoluta volontà.» (John Hammond)
|titolooriginale= Jurassic Park
|paese= USA
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|genere= fantascienza, thriller, azione
|regista= [[Steven Spielberg]]
|soggetto= [[Michael Crichton]] (''[[Michael Crichton#Jurassic Park|romanzo]]'')
|sceneggiatore= [[Michael Crichton]],<br />[[David Koepp]]
|attori=
*[[Sam Neill]]: Alan Grant
*[[Laura Dern]]: Ellie Sattler
*[[Jeff Goldblum]]: Dr. Ian Malcolm
*[[Richard Attenborough]]: John Hammond
*[[Bob Peck]]: Robert Muldoon
*[[Martin Ferrero]]: Donald Gennaro
*[[Joseph Mazzello]]: Tim Murphy
*[[Ariana Richards]]: Lex Murphy
*[[Samuel L. Jackson]]: Ray Arnold
|doppiatorioriginali=
|doppiatoriitaliani=
*[[Stefano De Sando]]: Prof. Alan Grant
*[[Isabella Pasanisi]]: Prof.ssa Ellie Sattler
*[[Roberto Chevalier]]: Prof. Ian Malcolm
*[[Cesare Barbetti]]: John Hammond
*[[Michele Gammino]]: Robert Muldoon
*[[Marco Mete]]: Avv. Donald Gennaro
*[[Vittorio Stagni]]: Dennis Nedry
*[[Valeria De Flaviis]]: Lex Murphy
*[[George Castiglia]]: Tim Murphy
*[[Claudio Fattoretto]]: Ray Arnold
|note=
*'''Effetti speciali''': [[Phil Tippett]]
*'''Musiche''': [[John Williams]]
*Vincitore di 3 '''[[:Categoria:Premi Oscar|premi Oscar]] (1994)''':
**Migliori effetti speciali
**Migliori effetti sonori
**Miglior suono
}}
'''''Jurassic Park''''', film statunitense del 1993 con [[Sam Neil]], regia di [[Steven Spielberg]].
{{tagline|Un'avventura iniziata 65 milioni di anni fa.}}
==Frasi==
{{cronologico}}
*Il parco di divertimenti più avanzato del mondo intero, integrato con le più recenti tecnologie. E non parlo di giostre e baracconi, quelle ce le hanno tutti – no! – noi abbiamo creato delle attrazioni biologiche viventi, così stupefacenti che cattureranno l'immaginazione dell'intero pianeta! ('''John Hammond''')
*{{NDR|Nel cartone animato educativo}} Una sola goccia del tuo sangue contiene miliardi di filamenti di DNA, i mattoni con i quali è costruita la vita. Un filamento di DNA come me costituisce il progetto di costruzione di un essere vivente ed è successo che animali estinti milioni di anni fa, come i dinosauri, abbiamo lasciato il loro progetti di costruzione perché noi li trovassimo. Ci bastava sapere dove cercare. Cento milioni di anni fa c'erano le zanzare esattamente come ai giorni nostri e proprio come oggi succhiavano il sangue agli animali, perfino ai dinosauri. A volte dopo aver punto un dinosauro la zanzara si posava su un ramo di un albero e restava invischiata in una goccia di resina. Col passare del tempo la resina induriva, si fossilizzava proprio come un osso di dinosauro, conservando al suo interno la zanzara. Questa resina fossile che noi chiamiamo "ambra" ha atteso milioni di anni con la sua zanzara dentro, fino all'arrivo degli scienziati del Jurassic Park. Servendosi di tecnologie fantascientifiche gli scienziati hanno estratto il sangue conservato nelle zanzare e – tombola! – DNA a di dinosauro. Un intero filamento di DNA contiene tre milioni di codici genetici. Se guardiamo delle schermate come questa ogni secondo per otto ore al giorno impiegheremmo due anni per vedere un intero filamento di DNA. È proprio lungo! E siccome è molto vecchio, è anche pieno di interruzioni. Ed è qui che la nostra ingegneria genetica entra in gioco. Supercomputer e sequenziatori di geni elaborano il filamento nel giro di pochi minuti e la grafica dell realtà virtuale ci mostra le interruzioni nella sequenza del DNA. Ci siamo serviti del DNA completo di un rospo per riempire le interruzioni e completare i codici. E ora... ci possiamo creare un baby dinosauro! ('''Mr. DNA''')
*Io voglio essere qui quando nascono. [...] L'imprinting avviene con il primo essere vivente con il quale entrano in contatto e così imparano a fidarsi di me. Io sono stato presente alla nascita di tutte le creature nate su questa isola. ('''John Hammond''')
*Qui non si bada a spese. ('''John Hammond''')
*Dio ci scampi! Siamo nelle mani degli [[ingegneri]]... ('''Ian Malcolm''')
*{{NDR|All'apertura automatica delle porte del parco}} Ma che ci tengono lì dentro, [[King Kong]]? ('''Ian Malcolm''')
* Le nostre vite sono nelle tue mani e ora scopriamo che hai le dita di burro! ('''John Hammond''')
*Io non biasimo la gente per i suoi sbagli, ma pretendo che ne paghi lo scotto. ('''John Hammond''')
*Il [[tirannosauro]] il cibo non l'accetta. Lui vuole cacciare. Non si può sopprimere un istinto vecchio di 65 milioni di anni. ('''Alan Grant''')
* Questa sì che è una bella montagna di merda! ('''Ian Malcolm''')
*{{NDR|A Ellie, che ha ispezionato l'escremento di un triceratopo}} Si ricordi di lavarsi le mani prima di mangiare... ('''Ian Malcolm''')
*{{NDR|Appare quando tentano di hackerare il computer}} Ah-ah-ah! Non hai detto la parola magica! ('''Versione animata di Dennis Nedry''')
*{{NDR|Notando l'acqua che vibra nel bicchiere, inconsapevole del tirannosauro che muove i passi verso di loro}} Forse è la corrente che cerca di ritornare... ('''Donald Gennaro''')
*{{NDR|Dopo che il T-rex si è liberato}} Quanto mi secca avere sempre ragione... ('''Ian Malcolm''')
*Lex! Mi stai strozzando! Mi stai strozzando! ('''Alan Grant''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]] rivolto a un dilofosauro}} Adesso capisco perché siete estinti. Ti metto sotto la macchina quando ritorno. ('''Dennis Nedry''')
*Mi ricordi di ringraziare John per il bellissimo week-end! ('''Ian Malcolm''')
*Avete sentito? È come... come una vibrazione d'urto... La cosa mi insospettisce un po'... ('''Ian Malcolm''')
:''Objects in mirror are closer than they appear.'' ('''Scritta sullo specchietto retrovisore della Jeep''')
*{{NDR|Dopo essere stati inseguiti dal tirannosauro}} Anche questo fa parte della visita? ('''Ian Malcolm''')
*Se la caveranno tutti... Chi meglio di un esperto di dinosauri può tirar fuori i bambini dal Jurassic Park? ('''John Hammond''')
*Stavi per diventare un arrosto di bambino! ('''Alan Grant''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Alan Grant''': Io li odio i computer.<br>'''Ellie Sattler''': Il sentimento è reciproco.
*'''Alan Grant''' {{NDR|osservando l'immagine di un ''Velociraptor''}}: E guarda quelle ossa a forma di mezzaluna nella zampa... Non mi sorprende che abbiano imparato a volare! {{NDR|i visitatori ridono}} No, dico sul serio! I [[Uccello e dinosaro|dinosauri]] forse hanno più tratti in comune con gli uccelli attuali di quanto non ne abbiano con i rettili. Guardate l'osso pubico, rivolto all'indietro come negli uccelli. Guardate le vertebre: piene di sacche d'aria e di cavità esattamente come negli uccelli, ed il suo nome ''Raptor'' significa "uccello rapace".<br>'''Bambino''': Però non mette mica tanta paura!<br>'''Visitatore''': Quel ragazzino è incredibile!<br>'''Bambino''': Sembra una specie di tacchino gigante!<br>'''Alan Grant''': Un tacchino...?<br>'''Ellie Sattler''': Oh, no... Ci siamo...<br>'''Alan Grant''': Ok. Immaginate di essere nel periodo cretaceo. Il vostro primo avvistamento di questo maxi-tacchino avverrebbe in una radura. Lui si muove come un uccello dondolando la testa e voi rimanete fermi perché credete che la sua capacità visiva sia basata sul movimento, come per il tirannosauro e che se non vi muovete lui non vi vede, ma il ''[[Velociraptor]]'' è diverso. Voi lo fissate e lui vi fissa a sua volta e allora scatta all'attacco. Ma non frontalmente, da i due fianchi, da parte di altri due Velociraptor di cui non sospettavate l'esistenza. Perché il Velociraptor caccia in branchi e si serve di tattiche d'assalto ben coordinate. E quel giorno sta facendo un'uscita in forza. {{NDR|mostra un artiglio di Velociraptor}} E vi sta sta sciambolando con questo: un artiglio retrattile di quindici centimetri molto affilato che si trova sul dito centrale. Non si disturba a mordervi la giugulare come farebbe un leone. No. Lui vi sciabola qui. O qui. {{NDR|imita il gesto spaventando il bambino}}<br>'''Ellie Sattler''': Oh, Alan...<br>'''Alan Grant''': O magari qui, in mezzo alla pancia, facendo fuoriuscire le budella. Il guaio è che siete ancora vivi quando cominciano a mangiarvi. Be', adesso che lo sai, cerca di avere un po' più di rispetto, mh?<br>'''Bambino''' {{NDR|turbato}}: Ok. {{NDR|Alane ed Ellie si allontanano dallo scavo}}
*'''Ellie Sattler''' {{NDR|sarcastica, riferendosi al bambino robusto}}: Ehi, Alan, se volevi spaventarlo meglio puntargli addosso una pistola!<br>'''Alan Grant''': Sì, lo so... ma i ragazzini... Tu vorresti uno come quello?<br>'''Ellie Sattler''': Io non voglio quello, ma un esemplare della stessa specie mi interesserebbe molto, professor Grant! Perché ce l'hai tanto con i bambini!<br>'''Alan Grant''': Ah, senti, Ellie, sono rumorosi, sono sporchi, ti fanno spendere un sacco di soldi...<br>'''Ellie Sattler''': Sei tirchio! Tirchio!<br>'''Alan Grant''': E puzzano.<br>'''Ellie Sattler''': No che non puzzano!<br>'''Alan Grant''': Qualcuno puzza!<br>'''Ellie Sattler''': Ah, ma che dici?!<br>'''Alan Grant''': I bambini puzzano!
*'''John Hammond''': E non c'è dubbio: le nostre attrazioni faranno impazzire i bambini!<br>'''Alan Grant''' {{NDR|riferendosi alle attrazioni}}: E che cosa sarebbero?<br>'''Ellie Sattler''': Adulti in formato ridotto, tesoro.
*'''Lewis Dodgson''' {{NDR|arrivando di soppiatto, col viso nascosto da un cappello e dagli occhiali}}: Non devi chiamarmi per nome.<br>'''Dennis Nedry''' {{NDR|urlando per attirare l'attenzione}}: Dodgson! Dodgson!! È arrivato Dodgson!!! {{NDR|a Dodgson, con tono normale}} Non gliene frega niente a nessuno.
*'''John Hammond''': Ci dovrete fare l'abitudine al professor Malcolm, soffre di un deplorevole eccesso di personalità! Specialmente per un matematico...<br>'''Ian Malcolm''': Caosologo. Caosologo per l'esattezza.
*'''Ian Malcolm''': Voi conoscete la teoria del caos?<br>'''Ellie Sattler''': No.<br>'''Ian Malcolm''': No? Equazioni non lineari? Attrattori strani? Professoressa Sattler, mi rifiuto di credere che lei non familiarizzi col concetto di attrazione...<br>'''John Hammond''' {{NDR|a Donald}}: Io recluto scienziati, lei mi ha portato una rockstar!
*'''Ellie Sattler''' {{NDR|notando una pianta}}: Questa pianta non può trovarsi qui! {{NDR|intanto Alan e Ian notano i brachiosauri}} Alan, questa specie di ''Veriforman'' è estinta dal cretaceo! Lo capisci? È impossibile che si trovi qui... {{NDR|Alan le gira la testa in direzione dei brachiosauri, lei rimane a bocca aperta. e scendono dalla Jeep e si avvicinano}} Guarda!<br>'''Alan Grant''': È... è un dinosauro!<br>'''Ian Malcolm''' {{NDR|riferito a Hammond}}: L'hai fatto, brutto figlio di puttana!<br>'''Alan Grant''': Ellie, possiamo anche bruciare il manuale sui sauri a sangue freddo, è completamente sbagliato, questa è una creatura a sangue caldo!<br>'''Ellie Sattler''': Non può vivere in una palude!<br>'''Alan Grant''': Quanti-quanti metri è alto? Sette? Otto?<br>'''John Hammond''': Il Brachiosauro nove.<br>'''Alan Grant''': Nove metri?!<br>'''Donald Gennaro''': Ci facciamo una fortuna con questo posto. {{NDR|Ian sorride dall'emozione}}<br>'''Alan Grant''': Che velocità hanno?<br>'''John Hammond''': Be', il ''Tyrannosaurus rex'' va a cinquanta l'ora.<br>'''Ellie Sattler''': ''Tyrannosaurus rex''?!<br>'''John Hammond''': Mh.<br>'''Ellie Sattler''': Lei ha qui un T-rex?!<br>'''John Hammond''': Certo.<br>'''Alan Grant''': Lo dica ancora.<br>'''John Hammond''': Un ''Tyrannosaurus rex''!<br>'''Alan Grant''': Oh... {{NDR|barcolla come se stesse per svenire}}<br>'''Ellie Sattler''': Mettiti giù.<br>'''John Hammond''': Professor Grant, mia cara professoressa Sattler, benvenuti... al Jurassic Park!<br>'''Alan Grant''': Guarda, si muovono in branchi... si muovono in branchi. {{NDR|a Hammond}} Come c'è riuscito?<br /> '''John Hammond''': Glielo farò vedere.
*'''Ellie Sattler''': Allora, che ne pensi? <br /> '''Alan Grant''': Eh... che siamo disoccupati! <br /> '''Ian Malcolm''': Non è meglio dire "estinti"?
*'''Donald Gennaro''' {{NDR|riferendosi agli scienziati dietro al vetro}}: Quelli sono degli anima... {{sic|erotics}}?<br>'''John Hammond''': No-no, non ci sono animatronics qui. Quelle persone sono i veri realizzatori di miracoli del Jurassic Park.
*'''Ian Malcolm''': Però... mi scusi, come fate a sapere che sono tutte femmine, c'è qualcuno che gira per il parco ad alzare le sottane delle dinosaure?<br>'''Henry Wu''': Basta controllarne i cromosomi, non è tanto difficile. Gli embrioni dei vertebrati sono tutti femmine, con un determinato ormone in più somministrato al giusto stadio di sviluppo diventano maschi... e noi non glielo forniamo.<br>'''Ellie Sattler''': Non glielo fornite?<br>'''Ian Malcolm''': John, il controllo che voi state tentando... non è possibile, se c'è una cosa che la storia dell'evoluzione ci ha insegnato è che la vita non ti permette di ostacolarla, la vita si libera, si espande in nuovi territori e abbatte tutte le barriere dolorosamente, magari, pericolosamente, ma... tutto qui.<br>'''John Hammond''': È tutto qui! {{NDR|gli gira le spalle}}<br>'''Henry Wu''': Lei vuole dire che un gruppo composto interamente di esemplari femmine potrebbe riprodursi?<br>'''Ian Malcolm''': No, dico semplicemente che la vita... ehm... vince sempre.
*'''Robert Muldoon''': Dovremmo distruggerli tutti.<br>'''John Hammond''': Ah, Robert! Robert Muldoon, il mio guardiacaccia del Kenya. È un po' allarmista ma sa dei raptor più di chiunque altro! <br>'''Alan Grant''': Mi dica, che metabolismo hanno? Con che ritmo crescono?<br>'''Robert Muldoon''': Sono letali a otto mesi, letteralmente letali. Ho cacciato tutti gli animali dei quali si va a caccia, ma come si muovono questi...<br>'''Alan Grant''': Veloci come bipedi?<br>'''Robert Muldoon''': Come giaguari. Ottanta, cento chilometri l'ora, lanciati in spazio aperto. E sono dei formidabili saltatori...<br>'''John Hammond''': Sì, sì, sì, è per questo che prendiamo delle estreme precauzioni!<br>'''Alan Grant''': E... dimostrano intelligenza? Con quel volume cranico...<br>'''Robert Muldoon''': Già. Dimostrano un'estrema intelligenza, anche di tipo speculativo. Specialmente la più grande: ne abbiamo prodotte otto, ma quando arrivò lei prese il comando del branco e le uccise tutte meno due! Quella là... Quando ti guarda negli occhi si vede che sta rimuginando qualcosa. Per questo dobbiamo nutrirle così. {{NDR|con delle mucche vive}} Lei le guidava all'assalto all'arrivo degli inservienti.<br>'''Ellie Sattler''': La recinzione è elettrificata, vero?<br>'''Robert Muldoon''': Sì, certo, ma non attaccano mai nello stesso punto, cercano sistematicamente dei punti di cedimento... hanno buona memoria. {{NDR|l'imbracatura della mucca viva che è stata data in pasto ai ''Velociraptor'' è del tutto distrutta}}<br>'''John Hammond''' {{NDR|entusiasta, rivolto ai visitatori}}: Allora, avete fame?
*'''Ian Malcolm''': La mancanza di umiltà di fronte alla natura che si dimostra qui... mi sconvolge.<br>'''Donald Gennaro''': Grazie, dottor Malcolm, ma credo che le cose siano diverse da quel che io e lei temevamo.<br>'''Ian Malcolm''': Sì, lo so. Sono molto peggio.<br>'''Donald Gennaro''': No, aspetti un momento, non abbiamo neanche visto il parco ancora...<br>'''John Hammond''': No, Donald, Donald, lo faccia parlare. Non c'è motivo... Mi interessano tutti i punti di vista, dico sul serio.<br>'''Ian Malcolm''': Lei non vede il pericolo che è insito in quello che fa? La potenza genetica è la forza più dirompente che esista e lei se ne serve come un... un bambino che... che gioca con la pistola del padre.<br>'''Donald Gennaro''': Non mi sembra opportuno mettersi a generalizzare...<br>'''Ian Malcolm''': Ehm, se-se permette, le dico io qual è il problema insito al potere scientifico che state usando qui: ehm... non ci è voluta nessuna disciplina per ottenerlo. Voi... voi avete letto quello che altri hanno fatto e di lì siete partiti, non sono conoscenze dirette, quindi non vi assumente nessuna responsabilità... per quello. Siete saliti sulle spalle di altri per ottenere un risultato il più rapidamente possibile, e una volta ottenuto questo risultato voi... voi lo avete brevettato, impacchettato, ficcato in una scatoletta di plastica e ora... {{NDR|batte la mano sul tavolo}} lo vendete, volete venderlo.<br>'''John Hammond''': No, io non credo che lei ci stia rendendo giustizia, i nostri scienziati stanno facendo cose che nessuno ha mai fatto prima.<br>'''Ian Malcolm''': Sì, sì, ma erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare.<br>'''John Hammond''': I [[condor]]! I condor sono già al limite dell'estinzione, se io decidessi di creare uno stormo di condor su quest'isola, lei non avrebbe niente da obiettare.<br>'''Ian Malcolm''': No, calma, qui non si tratta di una specie cancellata dalla deforestazione, o dalla costruzione di una diga. I dinosauri hanno avuto il loro ciclo, e la natura li ha selezionati per l'estinzione.<br>'''John Hammond''': Non capisco questa mentalità retrograda, specialmente da parte di uno scienziato. Insomma, come si fa a trovarsi illuminati da una [[scoperta]] e a non agire?<br>'''Ian Malcolm''': Che cosa c'è di grandioso nella scoperta? È una penetrazione attiva che... ferisce ciò che esplora. Quella che lei chiama "scoperta"... è uno stupro del mondo della Natura! <br>'''Ellie Sattler''': Il problema è: come si fa a sapere qualcosa di un ecosistema estinto? E quindi come si potrà pensare di poterlo controllare? Voi avete delle piante in questo edificio che sono velenose, le avete scelte per la loro bellezza, ma sono organismi viventi aggressivi che non hanno idea del secolo in cui si trovano, e si difenderanno violentemente se necessario<br>'''John Hammond''': Professor Grant, se c'è una persona qui in grado di apprezzare ciò che sto cercando di fare è lei!<br>'''Alan Grant''': Il mondo ha subito cambiamenti così radicali che corriamo per tenerci al passo. Non voglio affrettare conclusioni, ma dico... i dinosauri e l'uomo... due specie separate da 65 milioni di anni di evoluzione, vengono a trovarsi gettati nella mischia insieme: come potremo mai avere la benché minima idea di che cosa possiamo aspettarci?<br>'''John Hammond''': Non è possibile! Ha! Ha! Non è possibile! Voi eravate venuti qui per difendere me dagli oppositori, e l'unica persona che mi ritrovo a fianco è quella sanguisuga d'avvocato!<br>'''Donald Gennaro''' {{NDR|sarcastico}}: Grazie.
*'''Ian Malcolm''': Dio crea i [[dinosauro|dinosauri]], Dio distrugge i dinosauri, Dio crea l'uomo, l'uomo distrugge Dio, l'uomo crea i dinosauri.<br />'''Ellie Sattler''': I dinosauri mangiano l'[[maschio e femmina|uomo]], la [[maschio e femmina|donna]] eredita la Terra.
*'''Ian Malcolm''' {{NDR|rivolto al monitor nell'automobile che compie il tour del parco}}: Senta, è previsto che si vedano dei dinosauri nel suo Parco dei Dinosauri? Pronto? Oh? Eh? <br> '''John Hammond''' {{NDR|guardandolo dalla sala di controllo}}: Quanto odio quest'uomo...
*'''Ian Malcolm''': Il tirannosauro non osserva comportamenti prestabiliti o i programmi del parco. È questa l'essenza del caos.<br>'''Ellie Sattler''': Io non ho chiaro il concetto di caos... Che cosa vuol dire?<br>'''Ian Malcolm''': Oh... eh... è semplice, si tratta dell'imprevedibilità dei sistemi complessi. Detto in due parole è l'[[effetto farfalla]]. Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole.<br>'''Ellie Sattler''': Cosa?<br>'''Ian Malcolm''': Sono andato troppo veloce?<br>'''Ellie Sattler''': Eh, sì.<br>'''Ian Malcolm''': Andavo troppo veloce, ho fatto cortocircuito. Mi dia quel bicchiere d'acqua. Le faccio vedere, faremo un esperimento. Dovrebbe restare immobile, invece la macchina sobbalza un po', ma non fa niente, è solo un esempio. Ecco, metta la mano ad angolo retto. Sì, così. Allora, una goccia d'acqua cadrà sulla mano. In che direzione ruzzolerà la goccia? Su quale lato, sul pollice o dall'altra parte?<br>'''Ellie Sattler''': Eh, sul pollice...<br>{{NDR|Ian le fa colare una goccia d'acqua sul dorso della mano}}<br>'''Ian Malcolm''': Ah-ah. {{NDR|la goccia cade dal lato del pollice}}<br>'''Ellie Sattler''': Giusto.<br>'''Ian Malcolm''': Ok-ok, blocchi la mano, blocchi la mano. Non si muova, adesso faccio la stessa cosa. Rimetto la goccia nello stesso punto di prima. Da che parte ruzzolerà?<br>'''Ellie Sattler''': Diciamo... indietro, dalla stessa parte.<br>'''Ian Malcolm''': Dalla stessa parte, diciamo dalla stessa parte. {{NDR|fa colare un'altra goccia}} Ha cambiato. Ha cambiato per via di minute variazioni. Ehm, lìorientamento della peluria della sua mano...<br>'''Ellie Sattler''': Ehi, Alan, guarda.<br>'''Ian Malcolm''': ...la quantità di sangue che dilata le vene, le imperfezioni della pelle...<br>'''Ellie Sattler''': Imperfezioni della pelle?<br>'''Ian Malcolm''': Microscopiche, microscopiche. Stia tranquilla. Niente si ripete mai e tutto influenza il risultato e tutto questo è...<br>'''Ellie Sattler''': ...l'imprevedibilità!<br>'''Ian Malcolm''': Esatto. {{NDR|Alan scende dalla Jeep}} Ecco, un'altra prova: nessuno poteva prevedere che il professor Grant sarebbe saltato improvvisamente da un veicolo in movimento.<br>'''Ellie Sattler''' {{NDR|anche lei scende dalla Jeep}}: Alan! Alan!<br>'''Ian Malcolm''': Ecco, c'è un altro esempio! {{NDR|ridacchia nervosamente}} Io adesso sto qui da solo e parlo con me stesso... questa, questa è l'essenza del caos!
*'''Alan Grant''': È sposato?<br>'''Ian Malcolm''' Ogni tanto. Ehm, sì, sono alla continua ricerca di una futura ex signora Malcolm.
*{{NDR|A causa di un'interruzione di corrente la Jeep si ferma proprio davanti alla gabbia del T-rex}}<br>'''Ian Malcolm''': I bambini?<br>'''Alan Grant''': Non l'ho chiesto. Che dovrebbero avere?<br>'''Ian Malcolm''': I bambini avranno paura.<br>'''Alan Grant''': Che c'è da aver paura? È un'interruzione di corrente.<br>'''Ian Malcolm''': Non ho detto che io ho paura!<br>'''Alan Grant''': Non ho detto che lei ha paura.<br>'''Ian Malcolm''': Lo so.
*{{NDR|Tim indossa un binocolo a infrarossi}}<br>'''Donald Gennaro''': Ehi, dove li hai trovati quelli?<br>'''Tim Murphy''': Nella cassetta sotto il sedile.<br>'''Donald Gennaro''': Sono pesanti?<br>'''Tim Murphy''': Sì.<br>'''Donald Gennaro''': Allora sono cari. Rimettili a posto.
*{{NDR|Donald si rifugia terrorizzato in un bagno pubblico per scappare dal T-rex}}<br>'''Alan Grant''': Perché sta correndo così?<br>'''Ian Malcolm''': Quando la devi fare, la devi fare!
*'''Tim Murphy''': Tutta questa fatica e ancora siamo in macchina!<br>'''Alan Grant''': Ah, ma almeno non stai più in cima a un albero.
*{{NDR|Malcolm è a terra ferito}}<br>'''Ellie Sattler''': Possiamo rischiare di muoverlo?<br/>'''Ian Malcolm''' {{NDR|sente il tirannosauro che si avvicina}}: Rischiate, rischiate...
*'''Tim Murphy''': Sa come si chiama un dinosauro disobbediente?<br>'''Alan Grant''': Non lo so. Come si chiama un dinosauro disobbediente?<br>'''Tim Murphy''': Di'-di-no sauro. E un dinosauro obbediente?<br>'''Alan Grant''': Mi arrendo.<br>'''Tim Murphy''' {{NDR|[[barzellette dai film|barzelletta]]}}: Di'-di-sì sauro.
*'''John Hammond''': Sa qual è la prima attrazione che misi su quando me ne andai dalla Scozia? Il circo delle pulci, a Petticoat Lane. Era veramente una meraviglia! Avevo un piccolo trapezio e una giostra, un carosello, e un'altalena. Tutti a movimento meccanico, naturalmente, ma la gente diceva sempre di vedere le pulci: "Ho visto le pulci, mammina! Tu le vedi, le pulci?" Le pulci domatrici, le pulci equilibriste, le pulci pagliaccio... ma con questo parco... volevo far vedere qualcosa che non fosse un'illusione, qualcosa di reale, qualcosa che... si vedesse e si toccasse. Un'idea non priva di meriti.<br />'''Ellie Sattler''': In questi casi le cose non basta pensarle, bisogna sentirle dentro.<br />'''John Hammond''': Ha ragione, ha assolutamente ragione! Assumere Nedry è stato un errore, questo è evidente, siamo troppo dipendenti dall'automazione, me ne rendo conto, adesso! Ma la prossima volta tutto si può correggere! <br />'''Ellie Sattler''': John...<br />'''John Hammond''': La [[creazione]] è un atto di assoluta volontà. La prossima volta sarà impeccabile!<br />'''Ellie Sattler''': È ancora un circo delle pulci, è tutta un'illusione!<br />'''John Hammond''': Quando avremo di nuovo il controllo...<br />'''Ellie Sattler''': Non lo avete mai avuto il controllo, questa è l'illusione! Io sono stata abbagliata dalle potenzialità di questo parco, ma ho commesso un errore anch'io, non ho avuto il rispetto di quelle potenzialità e ora si sono scatenate! C'è una sola cosa che conta, adesso: le persone che amiamo. Alan, Lex e Tim... John, sono tutti là fuori, dove la gente sta morendo! {{NDR|tristemente stressata, si mette a mangiare il gelato}} È buono. <br />'''John Hammond''': Qui non si bada a spese.
*{{NDR|Un brachiosauro mangia delle foglie vicine a loro}}<br>'''Lex Murphy''': Posso toccarla?<br>'''Alan Grant''': Certo, fai conto che sia una specie di grossa mucca.<br>'''Lex Murphy''': Mi piacciono le mucche. {{NDR|si avvicina}} Ehi, vieni qua, vieni bella, coraggio! {{NDR|il brachiosauro la ricopre di muco starnutendole addosso}}<br>'''Tim Murphy''': Dio ti benedica!<ref>Traduzione letterale di «God bless you!», frase per dire «Salute!» dopo uno starnuto o un colpo di tosse.</ref>
*{{NDR|Dopo che un brachiosauro ha ricoperto il muco a Lex starnutendole addosso}}<br>'''Tim Murphy''': Ecco, che bellezza! Non vorrà più fare altro! Starà chiusa in camera sua dalla mattina alla sera a giocare col computer.<br>'''Lex Murphy''': Io sono un'[[hacker]]!<br>'''Tim Murphy''': E io che ho detto? Sei una secchiona!<br>'''Lex Murphy''': Non sono una secchiona, sono un'esperta in computer!
*'''Alan Grant''': Oddio... lo sapete cos'è questo? È un uovo di dinosauro! Loro si stanno... riproducendo!<br />'''Tim Murphy''': Ma... mio nonno dice che i dinosauri sono tutte femmine!<br />'''Alan Grant''': DNA di anfibio...<br />'''Lex Murphy''': E cioè?<br />'''Alan Grant''': Beh, durante la visita il filmino diceva che hanno usato DNA di un rospo per riempire le interruzioni delle sequenze genetiche, hanno mutato il codice genetico dei dinosauri miscelandolo con quello dei rospi... Ora, alcuni rospi dell'Africa occidentale cambiano spontaneamente di sesso da maschio a femmina se si trovano in un gruppo monosessuale. Malcolm aveva ragione. Guardate... {{NDR|indica le impronte lasciate dai dinosauri neonati}} La vita alla fine ha trionfato!
*'''John Hammond''': Tutti i grandi parchi hanno avuto ritardi. Quando aprirono Disneyland, nel 1956, non funzionava niente, niente...<br/>'''Ian Malcolm''': Sì, però, se il Villaggio dei Caraibi va in tilt, i pirati mica si mangiano i turisti!
*'''John Hammond''': Eh... dovrei essere io ad andarci...<br>'''Ellie Sattler''': Perché?<br>'''John Hammond''': Io sono un... Lei invece è una...<br>'''Ellie Sattler''': Senta, parleremo della discriminazione sessuale nei casi di emergenza quando ritorno.
*'''Alan Grant''': Solo i due raptor, vero? Sei sicura che il terzo sia rinchiuso?<br>'''Ellie Sattler''': Sì... se non hanno imparato ad aprire la porta. {{NDR|si vede un ''Velociraptor'' aprire la porta della cucina usando la maniglia}}
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
'''Alan Grant''': Signor Hammond, dopo attente considerazioni, ho deciso di non avallare il suo parco! <br> '''John Hammond''': Anche io!
==Citazioni su ''Jurassic Park''==
*In quel film, tutti i dinosauri avevano una loro voce. Se guardi ora, fanno tutti Roar alla stessa maniera. È come se un attore compiesse sempre il medesimo gesto. ([[Phil Tippett]])
*Non è un caso se ''Jurassic Park'' regge il tempo molto meglio di tanti reboot moderni o franchise. Il segreto sta nel fatto che lavoravamo a stretto contatto con il reparto sonoro e fu fondamentale avere quel dettaglio prima ancora di iniziare. L’idea era di fare in modo che il sonoro fornisse elementi per fare meglio l’animazione: l’abbiamo animati intorno ai rumori. ([[Phil Tippett]])
===Frasi promozionali===
*Un'avventura iniziata 65 milioni di anni fa.<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/11506/jurassic-park/foto/34390/ ''Foto Locandina Jurassic Park''], ''FilmTV.it''</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Jurassic Park}}
[[Categoria:Film di fantascienza]]
[[Categoria:Film thriller]]
[[Categoria:Film d'azione]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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Manhattan (film)
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2022-08-23T21:18:40Z
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/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano=Manhattan
|titolooriginale=Manhattan
|immagine=Queensboro Bridge 1910.png
|didascalia=Queensboro Bridge, Manhattan
|genere=commedia, drammatico, sentimentale
|attori=
*[[Woody Allen]]: Isaac Davis
*[[Diane Keaton]]: Mary Wilkie
*[[Michael Murphy]]: Yale
*[[Mariel Hemingway]]: Tracy
*[[Meryl Streep]]: Jill
*[[Anne Byrne Hoffman]]: Emily
*[[Karen Ludwig]]: Connie
*[[Michael O'Donoghue]]: Dennis
*[[Helen Hanft]]: Invitata #1
*[[Tisa Farrow]]: Invitata #2
|doppiatori italiani=
*[[Oreste Lionello]]: Isaac Davis
*[[Livia Giampalmo]]: Mary Wilke
*[[Oreste Rizzini]]: Yale
*[[Cristiana Lionello]]: Tracy
*[[Ada Maria Serra Zanetti]]: Jill
*[[Angiola Baggi]]: Emily
}}
'''''Manhattan''''', film statunitense del 1979, scritto, diretto e interpretato da [[Woody Allen]].
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
Capitolo primo. "Adorava New York. La idolatrava smisuratamente..." Ah no, è meglio "la mitizzava smisuratamente", ecco. "Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di [[George Gershwin]]..." Ah no, fammi cominciare da capo... Capitolo primo. "Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui [[New York]] significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione..." Eh no, stantio, roba stantia, di gusto... Insomma, dai, impegnati un po' di più... da capo. Capitolo primo. "Adorava New York. Per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea: la stessa carenza di integrità individuale che porta tanta gente a cercare facili strade stava rapidamente trasformando la città dei suoi sogni in una..." Non sarà troppo predicatorio? Insomma, guardiamoci in faccia: io questo libro lo devo vendere. Capitolo primo. "Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com'era difficile esistere, in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia..." Troppo arrabbiato. Non voglio essere arrabbiato. Capitolo primo. "Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre..." No, aspetta, ci sono: "[[New York|New York]] era la sua città, e lo sarebbe sempre stata." ('''Isaac''') {{NDR|voce fuori campo}}
==Frasi==
{{cronologico}}
*Sono solo [[pettegolezzo|pettegolezzi]]. Il pettegolezzo è la nuova pornografia, ne sono pieni i giornali. ('''Yale''')
*{{NDR|A Yale, che gli stava parlando della sua vita sentimentale}} Senti, non dovresti consigliarti con me quando si tratta di rapporti con le donne. Io sono il vincitore del premio [[Sigmund Freud]].<ref>In lingua originale, Isaac nomina invece un ''[[August Strindberg]] Award'', ponendo un implicito parallelo tra le sue esperienze amorose e quelle del celebre drammaturgo svedese, notoriamente sfortunato con le donne, che si ritrovò a sostenere un matrimonio infelice nel quale perlopiù ebbe come unica sua prole un figlio non suo.</ref> ('''Isaac''')
*Senti, perché parli come se facessi il topo nei cartoni animati di ''[[Tom & Jerry]]''? ('''Isaac''') {{NDR|a Tracy}}
*Se diceva un'altra cosa su [[Ingmar Bergman|Bergman]] con un cazzotto le rompevo le lenti a contatto!<ref>Riferito a un [[#Bergman|precedente dialogo]] con Mary.</ref> ('''Isaac''')
*Noi non la consideriamo [[sordomutismo|sordomuta]], preferiamo considerarla silenziosa. ('''Attore nello spettacolo di Isaac''')
*{{NDR|Discutendo del suo ultimo programma con uno dei suoi produttori}} Ti regoli sulle reazioni di quel pubblico? Questo... questo è il pubblico cresciuto con la [[televisione]], il suo gusto è stato sistematicamente guastato attraverso gli anni. Stanno seduti davanti al televisore e i raggi gamma gli mangiano le cellule del cervello. ('''Isaac''')
*Sono persone interessanti i tuoi amici. [...] Sono un cast per un film di [[Federico Fellini|Fellini]]. ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Lui è un [[genialità|genio]], Helen è un genio... Ma sai che conosci un sacco di geni? Frequenta qualche [[cretinismo|cretino]], ogni tanto; potrai imparare qualcosa. ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Io senza le mie sedici ore di [[sonno]] sono un grande invalido, sai? ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Anni fa scrissi un racconto su mia madre, intitolato ''La sionista castrante''. ('''Isaac''')
*Non ti basta avermi vicina? Il tuo [[amore e sesso|amore]] per me deve sempre esprimersi [[amore e sesso|sessualmente]]? Che ne è degli altri valori come la dolcezza, il contatto spirituale... In albergo va bene? Gesù, mai una volta che non ci sto. ('''Mary''') {{NDR|a Yale}}
*Io guardavo le pubblicità sugli intimi. Sai, non me le lascio mai scappare, sono così erotiche. ('''Isaac''')
*Io non sono mai riuscito a convincermi che il [[tuono]] sia lo scampato pericolo. ('''Isaac''') {{NDR|a Mary, dopo che si sono riparati in un museo per via d'una tempesta elettrica}}
*Per me [[Jean Renoir|Renoir]] è quasi virale. Ecco mettiamo ''[[La grande illusione]]'', quello lo vedo tutte le volte in televisione se so che lo danno. ('''Isaac''')
*Ma eri così sexy sai: eri tutta bagnata di pioggia e... io... avevo il folle impulso di metterti contro la superficie lunare e... darmi a... perversioni interstellari. ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Il mio problema è che provo un'attrazione repulsa per l'[[pene|organo maschile]]. Eh sai, questo non è proprio l'ideale per un buon rapporto con gli uomini. ('''Mary''') {{NDR|ad Isaac}}
*Sei così bella che stento a tenere gli occhi sul [[tassametro]]. ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Stavo pensando che devo avere qualcosa di storto, perché non ho mai avuto una relazione con una donna che sia durata più di quella tra [[Adolf Hitler|Hitler]] ed [[Eva Braun]]. ('''Isaac''')
*Non fissarmi così con quei grandi occhi! Gesù, sembri uno di quei bambini scalzi della Bolivia in cerca di adozione! ('''Isaac''') {{NDR|a Tracy}}
*Una volta provai a bloccare una demolizione. Mi distesi con altri davanti al fabbricato e un poliziotto mi camminò su una mano. ('''Isaac''')
*Questo è un altro fenomeno contemporaneo americano, roba da mentecatti: il romanzo tratto dal film. ('''Isaac''')
*Gesù, sentite questa. "Fare all'amore con quella donna più profonda e più esperta, mi fece comprendere che vacua esperienza, quale bizzarra sciarada era il sesso con mio marito." ('''Yale''') {{NDR|leggendo il libro di Jill}}
*Ehi, sentite questa "Era soggetto ad accessi d'ira, di paranoia giudaico-liberale, di sciovinismo maschile, di misantropia farisaica, di ubbie nichiliste e prostrazioni, un continuo lagnarsi della vita senza tentare mai la via di una soluzione. Spasimava per essere un artista ma evitava i sacrifici necessari per esserlo. Nei momenti di maggiori intimità parlava di morte raggiungendo vette di una tragicità che in effetti era mero narcisismo." ('''Emily''') {{NDR|leggendo il libro di Jill}}
*Sta diventando un film commedia anni Cinquanta, qualcuno dovrebbe cominciare a servire dei [[Martini (cocktail)|Martini]]. ('''Isaac''')
*Io non mi arrabbio, va bene? Io tendo ad interiorizzare. Non so esprimere l'[[ira]], è uno dei problemi che ho. Io mi allevo un tumore invece. ('''Isaac''')
*Per te un mese è una [[previsione]] a lungo termine? Insomma, ma che razza di preveggenza hai? ('''Isaac''') {{NDR|a Mary}}
*Tu non avevi che da telefonarmi, lo sai che sono molto comprensivo. Avrei detto "no" ma poi ti sentivi onesto. ('''Isaac''') {{NDR|a Yale}}
*Idea per un racconto sulla gente a Manhattan, che si crea costantemente dei problemi veramente inutili e nevrotici perché questo le impedisce di occuparsi dei più insolubili e terrificanti problemi universali. Ah, ehm... deve essere ottimistico. Perché vale la pena di vivere? È un'ottima domanda. Be', ci sono certe cose per cui vale la pena di vivere. Ehm... per esempio... ok... per me... io direi... il vecchio [[Groucho Marx]], per dirne una e... [[Joe DiMaggio]]<ref>In originale nomina il giocatore di baseball Willie Mays.</ref> e... il secondo movimento della sinfonia ''Jupiter'' e... [[Louis Armstrong]], l'incisione di ''Potato Head Blues'' e... i film svedesi, naturalmente... ''[[Gustave Flaubert#L'educazione sentimentale|L'educazione sentimentale]]'' di [[Gustave Flaubert|Flaubert]]... [[Marlon Brando]], [[Frank Sinatra]]... quelle incredibili... mele e pere dipinte da [[Paul Cézanne|Cézanne]]... i granchi da ''Sam Wo''... il viso di Tracy... ('''Isaac''') {{NDR|registrandosi}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Yale''': Io credo che l'essenza dell'[[arte]] sia fornire una sorta di approfondimento delle situazioni della gente, sapete? E questo nella presa di coscienza di sensazioni che non sapevi di avere.<br>'''Isaac''': Il talento è fortuna. Però l'importante nella vita è il [[coraggio]].<br />'''Emily''' {{NDR|rivolta a Tracy}}: Stanno facendo questa discussione da ventidue anni.<br>'''Isaac''': Sentite questo esempio che vi faccio: se noi quattro stessimo camminando sopra un ponte e se ci fosse una persona che stesse affogando nel fiume, noi avremmo il coraggio di... Chi di noi avrebbe il coraggio di gettarsi nell'acqua e salvare quella persona dalla morte? Perché... questa, questa è una domanda chiave. Ecco, io, io... io proprio non so nuotare quindi non dovrò mai farmela. {{NDR|si mette una sigaretta in bocca}}<br>'''Yale''': Ah no, chi di noi lo farebbe? {{NDR|dice qualcosa a Emily mentre Isaac si accende la sigaretta con un fiammifero}}<br>'''Isaac''': Che bello... non c'è che una [[sigaretta]]!<br>'''Tracy''': Ma se non [[tabagismo|fumi]]!<br>'''Isaac''': Lo so non fumo. Io non aspiro perché fa venire il cancro, ma divento così incredibilmente bello con la sigaretta che non posso non averla in mano.
*'''Yale''' {{NDR|parlando di Mary}}: È molto bella, sai? E anche – capisci – un po' nervosa, molto tesa, elusiva...<br>'''Isaac''': Capisco... Sa di meraviglioso!
*'''Isaac''' {{NDR|raggiungendo per strada l'ex moglie}}: Come sta Will? {{NDR|il loro figlio}}<br>'''Jill''': Bene.<br />'''Isaac''': Dammi i particolari! Che significa "bene"?! Voglio dire... "Gioca a baseball", "fa il travestito"... cosa??<br>'''Jill''': Non fa il travestito! Saprai i particolari quando ti spetta di vederlo.<br />'''Isaac''': Eh, non scrivere il libro, sarebbe un'esperienza umiliante!<br>'''Jill''': È una cronaca fedele della nostra unione.<br />'''Isaac''': Gesù, ma tutta la gente che ci conosce saprà tutto!<br>'''Jill''': Che cos'hai, la coda di paglia?<br/>'''Isaac''': Io non ho code, perché di noi due non sono io lo psicotico, immorale, ambisesso. {{NDR|Jill va via infastidita}} Spero di non avere omesso niente!
*'''Tracy''': Credo di essere innamorata di te.<br />'''Isaac''': Ehi, non perdiamo la testa, va bene? Questa è una cosa fantastica. Spostati, dai. {{NDR|sedendosi accanto a lei}} E poi è meraviglioso, ci divertiamo un mondo, eccetera. Ma sei una bambina e io non vorrei mai che te lo scordassi. Voglio dire... Incontrerai un sacco di uomini fantastici nella vita e capisci... Voglio che ti goda me, il mio umorismo perverso, la mia straordinaria tecnica sessuale ma non scordarti mai che... che hai tutta una vita davanti a te.<br>'''Tracy''': Ma non senti proprio niente per me?<br />'''Isaac''': Ma come puoi chiedermelo?! Cosa? Ma certo, io sento moltissimo per te però sai, non vorrai legarti a una persona alla tua età... incantevole, d'accordo, e... erotico, su questo non si discute. Salvo irruzioni della polizia noi credo che batteremo un paio di record. Sai ma non... non puoi farlo, non è... non è mica bene. Pensa a me come a una deviazione nell'autostrada della vita.
*'''Yale''': Per me [[Sol LeWitt|LeWitt]] è sopravvalutato anzi potrebbe essere candidato per la nostra accademia. {{NDR|Mary scoppia a ridere}} Mary e io abbiamo inventato un<nowiki>'</nowiki>''Accademia dei sopravvalutati''.<br>'''Mary''': {{NDR|sghignazzando}} Sì, è vero!<br>'''Yale''': Per i tipi come [[Gustav Mahler]].<br>'''Mary''': [[Karen Blixen|Isak Dinesen]] e [[Carl Jung]].<br>'''Yale''': [[Francis Scott Fitzgerald|Scott Fitzgerald]].<br>'''Mary''': [[Lenny Bruce]], non dimentichiamocelo! E allora [[Norman Mailer]]?<br>'''Isaac''': Per me sono tutti grandi. Tutti quelli che avete nominato.<br>'''Yale''': E poi? Ce n'era un altro... {{NDR|ammiccando a Mary}}<br>'''Mary''': No, no, io no, era tuo. Ricordi? [[Heinrich Böll]].<br>'''Isaac''': Sopravvalutato?<br>'''Yale''': Comunque non vorremmo lasciar fuori...<br>'''Isaac''' {{NDR|interrompendolo, infastidito}}: E allora [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]]? Non vorrete lasciar fuori Mozart, già che siete a buttarli via...<br>'''Mary''': Vabbè, allora [[Vincent Van Gogh|Vincent Van ''Gagh'']] o [[Ingmar Bergman]]?<br>'''Isaac''' {{NDR|a Tracy, perplesso}}: Van ''Gagh''?? Si dice Van ''Gagh''?<br>'''Yale''': Ah... Ora ti sei messa nei guai con Bergman.<br>'''Isaac''': Bergman è l'unico genio del cinema d'oggi forse.<br>'''Yale''': Senti, lui è un patito.<br>'''Mary''': {{NDR|a Yale, mortificata}} Mi dispiace... {{NDR|rivolgendosi ora ad Isaac}} Oddio, lei è l'esatto contrario! Lei scrive quello show televisivo assolutamente favoloso. È brillante, buffo mentre lui è talmente "scandinavo". Che tetro, mio Dio! E poi tutto quel [[Søren Kierkegaard|Kierkegaard]]... è pessimismo adolescenziale, che è un fatto di moda. Voglio dire... ''[[Il silenzio]]''... ''Il silenzio''... oddio, ok, ok, ok, certo mi piaceva molto quando ero ad Harvard, ma, mio Dio, esiste il superamento... anche i Bergman li superi!<br>'''Isaac''' {{NDR|molto infastidito, rivolgendosi sottovoce a Tracy}}: Portami via da questa...<br>'''Mary''': Oddio no, no, non capite ragazzi. È il nobilitare propri problemi psicologici e sessuali allegandoli a temi filosofici grandiosi e universali. Ecco cos'è. [...] Sentite, non so come sono entrata in questa discussione. Cioè davvero... io sono di Philadelphia... sapete, noi crediamo in Dio. E allora, ok?<br>'''Isaac''' {{NDR|molto infastidito, rivolto a Tracy}}: E allora? Cosa vuol dire? Co... co... cosa avrà voluto dire con questo? "Sono di Philadelphia", "noi crediamo in Dio"... Tu ci trovi un senso qualsiasi?
*'''Isaac''': Be', io sono all'antica. Io non credo alle relazioni extra-coniugali. Credo che ci si dovrebbe accoppiare a vita, come i piccioni... o i cattolici.<br />'''Tracy''': Be', non so forse la gente non era adatta per avere rapporti profondi. Forse siamo fatti per avere, sai, una serie di rapporti con legami diversi. Le cose, come dici tu, sono antiquate.<br />'''Isaac''': Ehi, non dire a me cos'è antiquato, ok? Tu hai diciassette anni, vi hanno cresciuto con la droga, la televisione e la pillola. Io... io ho fatto la guerra, sono stato in trincea.<br />'''Tracy''': Se avevi otto anni, durante la guerra!<br />'''Isaac''': Vero, non sono stato in trincea. Giocavo, durante il conflitto: posizione di estremo disagio.
*'''Yale''': Se hai bisogno di soldi in prestito te li do io.<br />'''Isaac''': Ah, non è questo il punto, i soldi che c'entrano? Io ne ho per un anno, se io... se io vivrò come il [[Mahatma Gandhi|Mahatma Gandhi]] me la cavo! Il [[dottore commercialista|commercialista]] dice che ho scelto un gran brutto momento: le mie azioni sono basse, io... io sono allo scoperto, che so. Dice che io non sono liquido... la liquidità... ho qualche cosa che non fluttua... io so che, boh, hanno una lingua tutta loro i [[ragioneria|ragionieri]].
*'''Invitata #1''': Ma guardi la [[satira]] veramente corrosiva è sempre meglio della forza fisica.<br />'''Isaac''': Ah, ma la forza fisica va sempre meglio coi nazisti. Perché è difficile satireggiare un tizio con le svastiche addosso.
*'''Invitata #2''': Be', è che io finalmente ebbi l'[[orgasmo]] e il mio medico mi disse che era di tipo sbagliato.<br />'''Isaac''': Di tipo sbagliato, sì? Io, mai avuti di tipo sbagliato, mai: coi peggiori faccio crollare il lampadario.
*'''Isaac''': Che razza di cane hai?<br />'''Mary''': La peggiore.<br />'''Isaac''': Davvero?<br />'''Mary''': È un [[bassotto]]. Sai, è un sostitutivo del pene, per me.<br />'''Isaac''': Oh, nel tuo caso avrei pensato ad un [[alano]].
*'''Isaac''': Non so capire come tu preferisca lei a me. Insomma...<br>'''Jill''': Non lo sai capire, eh?<br />'''Isaac''': No, no. È un mistero.<br>'''Jill''': Conoscevi la mia storia quando mi hai sposata!<br />'''Isaac''': Sì, lo so, il mio [[psicoanalista|analista]] mi avvertì. Ma tu eri così bella che io presi un altro analista.
*'''Mary''': Realtà. Ho milioni di realtà sulle punte delle dita.<br />'''Isaac''': E non servono a niente, vero? Perché niente che valga la pena di conoscere può essere compreso dalla mente. Sai, ecco, tutto quello che vale davvero deve entrare in te attraverso un'apertura diversa, se mi perdoni la disgustosa metafora.<br />'''Mary''': Hm... Non sono affatto d'accordo. Voglio dire, dove saremmo senza il pensiero razionale?<br />'''Isaac''': No, no, ah-ah-ah. Anche tu fai assegnamento sul [[cervello]]. Senti il cervello è l'organo più sopravvalutato, io credo.
*'''Isaac''': Ora ne hai diciassette, quando ne avrai quaranta io ne avrò... ehm...<br />'''Tracy''': Sessantacinque.<br />'''Isaac''': Sessantacinque, ecco, grazie. Capisci? È assurdo. Sarai all'acme della carriera sessuale. Lo sarò anch'io probabilmente perché ho avuto tutto in ritardo.
*'''Tracy''': È stato magnifico. Sei straordinario.<br>'''Isaac''': Ah sì? E tu... senti... tu sei la risposta di [[Dio]] a [[Giobbe]]. Sai avresti messo fine a tutte le discussioni tra loro. Dio avrebbe indicato te e detto: "Faccio tante cose tremende ma ne so fare anche come questa, sai?" E Giobbe avrebbe detto: "Ah, ok, hai vinto!"
*'''Isaac''': Quante volte puoi [[fare l'amore|fare all'amore]] in una nottata?<br>'''Tracy''': Un sacco!<br>'''Isaac''': Sì, me ne accorgo... Wow, "un sacco" è il mio numero preferito! Gesù, davvero?<br>'''Tracy''': Sì. Facciamolo in qualche modo strano che avresti sempre voluto fare, ma nessuna ha mai voluto.<br />'''Isaac''': Sono scioccato! Ma che razza di discorsi per una bambina della tua età!<br />'''Tracy''': Be'?<br /> '''Isaac''': Allora prendo il mio equipaggiamento da [[sommozzatore|sub]] e ti faccio vedere io!
*'''Isaac''': Non dovresti prendere quel [[diazepam|valium]], sai, perché credo che sia cancerogeno.<br> '''Mary''': No! Mezzo valium?<br> '''Isaac''': Sì, sì, dà il mezzo cancro allo stomaco.
*'''Mary''': Oh, ti prego non psicanalizzarmi. Io pago un dottore per quello.<br>'''Isaac''': Ehi, tu chiami quel tizio con cui chiacchieri "un dottore"? No, dico, voglio dire... non ti insospettisce quando quel tuo [[psicoanalista|analista]] ti chiama alle tre del mattino e scoppia in singhiozzi al telefono?<br>'''Mary''': Va bene, non sarà ortodosso. Ma è un dottore altamente qualificato.<br>'''Isaac''': Ah! Ha fatto un gran lavoro con te. Hai una stima di te che è solo di una tacca sotto [[Franz Kafka|Kafka]].
*'''Mary''': Mi piaci tanto, sto bene insieme a te.<br>'''Isaac''': Senti, non ti biasimo. {{NDR|ridono}}<br>'''Mary''': Sì, cioè, non lo so... Yale era un tesoro, assolutamente un tesoro ma era sposato e Geremia... Be', Geremia, il mio ex-marito era quel supersessuato animalesco e geniale che è...<br>'''Isaac''': E io chi sono? Il [[Beato Angelico]]? Come sarebbe?<br>'''Mary''': Nient'affatto. No, no, no, tu sei molto diverso. Molto diverso. Sì. Sei qualcuno con cui potrei pensare di avere dei bambini.<br>'''Isaac''': Davvero? Be', spegni la luce, spegnila ancora. Be', mi programmo per un quadrigemino.
*'''Isaac''' {{NDR|varcando la soglia di casa dell'ex moglie, irato}}: Sono venuto qui per strangolarti!!<br>'''Jill''': Niente di quello che ho scritto è falso.<br>'''Isaac''': Come sarebbe? Da quel libro esco come un [[Lee Harvey Oswald]]!<br>'''Jill''': È la cronaca fedele di un matrimonio!
*{{NDR|Isaac è riuscito ad entrare a scuola per parlare con Yale}}<br>'''Yale''': Ma come hai superato i bidelli?!<br />'''Isaac''': Che domande! Sul piano culturale.
*'''Yale''': Abbiamo preso due [[caffè]] insieme.<br />'''Isaac''': Ehi, andiamo! Lo sai che lei non prende caffè. Incontri col [[caffè decaffeinato|decaffeinato]]? Non è affatto romantico! Non trovi che dà un po' sul gerontologico?!
*'''Yale''': Sei così farisaico, senti. Be', noi siamo persone, solo essere umani, sai? Tu ti credi Dio!<br>'''Isaac''': Io... io a qualche modello dovrò pure ispirarmi!
*'''Tracy''': Lo sai che ho già compiuto [[diciottenne|diciotto anni]]?<br>'''Isaac''': Ah, sì?<br>'''Tracy''': Sono maggiorenne ma sono ancora una ragazzina.<br>'''Isaac''': Mica tanto ragazzina! Diciott'anni... Sei già soggetta... sei già soggetta a richiamo. In certi paesi saresti già sotto.
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
'''Tracy''': Tanto tra sei mesi torno.<br>'''Isaac''': Tra sei mesi? Stai scherzando?! Per sei mesi ci vai a Londra?<br>'''Tracy''': È durato fin ora... Ma che sono sei mesi se noi ci amiamo ancora?<br>'''Isaac''': Ehi, non essere tanto matura, va bene? Voglio dire, sei mesi... sono tanto tempo sei mesi. Lo sai che sarai in... lavorerai in teatro con gli attori e coi registi... e tu sei... le prove... ti aggreghi a quella gente... mangiare assieme. Ci sono delle forme di attaccamento, quelle forme sai che si... non vorrai diventare così? Voglio dire, cambierai, capisci? Sarai... in sei mesi sarai una persona completamente diversa<br>'''Tracy''': Ma non vuoi che faccia questa esperienza? Non facevi di tutto per convincermi qualche tempo fa?<br>'''Isaac''': Sì, sì, certamente. Ma lo sai... tu... sai, cioè insomma... io non voglio che quel non so che che mi piace di te possa cambiare.<br>'''Tracy''': Io devo prendere l'aereo.<br>'''Isaac''': Andiamo tu... andiamo... Non devi andarci per forza.<br>'''Tracy''': Oh, non potevi dirmelo la settimana scorsa?<br>'''Isaac''': Sei mesi...<br>'''Tracy''': Senti, sei mesi non sono tanti. E non è che tutti si guastino. Bisogna avere un po' di fiducia – sai – nella gente.
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film commedia drammatica]]
[[Categoria:Film sentimentali]]
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Citazioni sulla '''proibizione''' e sul '''divieto'''.
==Citazioni==
*[[Adamo]] era semplicemente un essere umano e questo spiega tutto. Non voleva la mela per amore della mela. La voleva soltanto perché era proibita. Lo sbaglio fu di non proibirgli il serpente, perché allora avrebbe mangiato il serpente. ([[Mark Twain]])
*Fare una [[legge]] e non farla rispettare equivale ad autorizzare la cosa che si vuole proibire. ([[Cardinale Richelieu]])
*I [[medico|dottori]] per guarirvi hanno bisogno di poco: pur che vi possano proibire qualcosa tutto va a posto. L'astuzia sta nel farsi proibire soltanto le cose cui si tiene di meno. ([[Giovannino Guareschi]])
*Il [[dogma]] è nient'altro che un esplicito divieto di pensare. ([[Ludwig Feuerbach]])
*Il sacro fa [[paura]]. Ma anche la sua assenza, anche il mondo dissacrato, senza regole, senza divieti. Liberi, non possiamo esistere. Bisogna eleggere quel che consola di più. ([[Guido Ceronetti]])
*In principio, dunque, era la [[noia]], volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiatosi della noia, creò la terra, il cielo, l'acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva; i quali ultimi, annoiandosi a loro volta del [[paradiso]], mangiarono il frutto proibito. Iddio si annoiò di loro e li caccio dall'Eden. ([[Alberto Moravia]])
*L'elemento pericoloso dei divieti: che ci si fida di essi e non si riflette su ''quando'' sarebbero da cambiare. ([[Elias Canetti]])
*L'[[etica]] ci proibisce di considerare gli uomini come mezzi e l'[[Uomo]] come fine. ([[Nicolás Gómez Dávila]])
*''Le cose vietate fan crescere la voglia.'' ([[Luigi Alamanni]])
*Ma le zone più frequentate dai liberatori erano proprio quelle ''Off limits'', cioè quelle più infette e perciò più vietate, poiché è nella natura dell'uomo, specie dei soldati di tutti i tempi e di qualunque esercito, preferire le cose proibite a quelle permesse. ([[Curzio Malaparte]])
*Non vi sono comandamenti, non vi sono proibizioni. Nemmeno esistono meriti o demeriti; [[inferno]] e [[paradiso]] non esistono per i seguaci del [[Kula]], o Dea del Cuore. (''[[Kulārṇava Tantra]]'')
*Non temere! Accogli l'ignoto e l'impreveduto e quanto altro ti recherà l'evento; abolisci ogni divieto; procedi sicuro e libero. Non avere ormai sollecitudine se non di vivere. Il tuo fato non potrà compiersi se non nella profusione della vita. ([[Gabriele d'Annunzio]])
*Per indicarti dov'è il tuo desiderio, basta proibirtelo ''un po' ''(se è vero che non c'è desiderio senza proibizione). [...] Da una parte, bisogna che io sia presente come proibizione (senza la quale non ci sarebbe un vero e proprio desiderio), ma bisogna anche che mi allontani quando, essendosi formato il desiderio, la mia presenza potrebbe inibirlo. ([[Roland Barthes]])
*Per rendere nobile, stimabile ed amata una cosa, non c'è nulla di meglio che perseguitarla. ([[Riccardo Bacchelli]])
*Quel segreto consiste nel fatto che non è lecito permettersi tutto. Un'epoca in cui tutto è permesso ha sempre reso infelici coloro che vivevano in essa. Onestà, continenza, cavalleria, musica, la morale, la poesia, la forma, il divieto, tutto ciò non ha altro scopo più profondo che dare alla vita una forma limitata e precisa. La felicità senza limiti non esiste. Non v'è grande felicità senza grandi divieti. Anche negli affari non si può correr dietro a qualunque profitto, se no non si approda a nulla. Il confine costituisce l'arcano del fenomeno, il segreto della forza, della fortuna, della fede e del problema di sostenersi, uomo microscopico, nell'universo sconfinato. ([[Robert Musil]])
*Se due persone fumano sotto il cartello "divieto di fumare" gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello "divieto di fumare" chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello "divieto di fumare" togli il cartello. ([[Winston Churchill]])
*Spogliato delle razionalizzazioni etniche e delle pretese filosofiche, un crimine è una qualunque cosa, che chi comanda, proibisce. ([[Alfred Adler]])
*Tendiamo sempre a ciò che è vietato e bramiamo ciò che ci viene negato. ([[Publio Ovidio Nasone]])
:''Nitimur in vetitum semper cupimusque negata''.
*Tutte le forme di [[religione]] organizzata si somigliano dal punto di vista sociale per alcuni aspetti. Ciascuna di esse pretende di essere l'unica custode dell'autentica verità. Ciascuna pretende di pronunciarsi in quanto suprema autorità su tutte le questioni etiche. E ciascuna ha richiesto, preteso, o ordinato allo Stato di sottoscrivere il suo specifico sistema di divieti. ([[Robert Anson Heinlein]])
*{{NDR|In [[Italia]]}} Tutto ciò che è proibito per ragioni pubbliche si può fare quando non osta un interesse privato. Nei vagoni dove è proibito fumare tutti fumano finché uno non protesta. ([[Giuseppe Prezzolini]])
*Un elemento pericoloso dei divieti è che ci si fida di essi e non si riflette su quando sarebbero da cambiare. ([[Elias Canetti]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi cinge di siepe il suo giardino, invita a saltarla.
*Cosa vietata è più desiderata.
*I frutti proibiti sono i più dolci.
*In [[mare]] vietato volentieri si [[pesca (attività)|pesca]].
*L'aceto rubato è più dolce del [[latte]] comprato.
*Più da noi è bramato quel che più ci vien negato.
*Quel che è lecito dispiace, e quel che è vietato piace.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Obbligo]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Potere]]
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Coca-Cola
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[[File:CocaColaBottle background free.jpg|thumb|Coca-Cola in bottiglia]]
Citazioni sulla '''Coca-Cola'''.
*''Bevi la Coca-Cola che ti fa bene, | bevi la Coca-Cola che ti fa digerire | con tutte quelle, tutte quelle bollicine... | Coca-Cola, sì, Coca-Cola... a me mi fa morire... | Coca-Cola, sì, Coca-Cola... a me mi fa impazzire.'' ([[Vasco Rossi]])
*Ciò che è grande di questo paese è che l'[[Stati Uniti d'America|America]] ha iniziato la tradizione per cui i consumatori più ricchi comprano per la maggior parte le stesse cose di quelli più poveri. Tu puoi vedere alla tv la [[pubblicità]] della Coca-Cola e sai che il Presidente beve Coca-Cola, [[Elizabeth Taylor|Liz Taylor]] beve Coca-Cola e anche tu puoi bere Coca-Cola. Una Coca-Cola è una Coca-Cola e non c'è [[denaro]] che ti consenta di berne una più buona di quella che sta bevendo un barbone all'angolo. ([[Andy Warhol]])
*E così la Coca Cola è una bibita socialista! Credevo ci fosse da prima della guerra... (''[[Good Bye, Lenin!]]'')
*I [[Vangeli]] e il Manifesto del partito comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla [[pornografia]]. ([[Nicolás Gómez Dávila]])
*''La Coca Cola non fa la giustizia | che si gode.'' ([[Red Hot Chili Peppers]])
*Mio padre era un comunista di ferro, la Coca-Cola non è mai entrata in casa mia, mi dicono che ha un gusto simile al chinotto. (''[[Sognando la California]]'')
*Noi facciamo mosse a effetto, ad esempio mostrando in una busta lo zucchero contenuto in una lattina di Coca-Cola, mentre la Coca-Cola tiene riunioni a porte chiuse promettendo contributi alla campagna elettorale dei deputati. Queste aziende multinazionali hanno risorse enormemente superiori a quelle delle mamme, degli insegnanti o degli attivisti per la tutela della salute. ([[Michele Simon]])
*Non ho mai visto una persona magra bere Coca-Cola Light. ([[Donald Trump]])
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima coca-cola ghiacciata nel deserto." ([[Leslie Feinberg]])
==Voci correlate==
*[[Caffeina]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Bevande]]
[[Categoria:Cucina statunitense]]
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Adam Zagajewski
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AnjaQantina
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[[Immagine:Adam Zagajewski.jpg|thumb|Adam Zagajewski]]
'''Adam Zagajewski''' (1945 – 2021), poeta, scrittore e saggista polacco.
==Citazioni di Adam Zagajevwski==
*''Davvero sappiamo vivere solo dopo la [[sconfitta]], | le amicizie si fanno più profonde, | l'amore solleva attento il capo. | Perfino le cose diventano pure.''<ref>Da ''La sconfitta'', in ''La vita degli oggetti''.</ref>
*''E ora, ma in fretta, | fare i bagagli, sempre, ogni giorno | e andare senza fiato, andare a [[Leopoli]], | eppure esiste, quieta e pura come | una pesca. Leopoli è ovunque''.<ref>Da ''Andare a Leopoli'', in ''Dalla vita degli oggetti''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/03/02/andare-a-leopoli/ ilpost.it]'', 2 marzo 2022.</ref>
*Non sono uno [[storico]], ma mi piacerebbe che la [[letteratura]] assumesse, consapevolmente e in tutta serietà, il ruolo di una cronaca [[storia|storica]]. Non voglio che segua l'esempio degli storici contemporanei, perlopiù pesci freddi che hanno passato la loro vita in archivi polverosi e scrivono una lingua burocratica brutta e inumana, una lingua di legno prosciugata di tutta la [[poesia]], piatta come un pidocchio e grigia come il giornale quotidiano. Vorrei che tornasse a esempi più antichi, chissà, addirittura greci, all'ideale del poeta storico, una persona che ha visto e sperimentato direttamente quel che descrive, oppure ha attinto alla vivente tradizione orale della sua famiglia o della sua tribù, che non teme né il conflitto né i sentimenti, ma ha tuttavia a cuore la ricostruzione scrupolosa della vicenda che narra.<ref>Citato in [[John Lukacs]], ''Democrazia e populismo'', traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, Milano, 2006, p. 179. ISBN 88-304-2360-2</ref>
*Uno [[scrittore]] che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa.<ref>Citato in Tommaso Giartosio, ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, Milano, 2004, p. 138. ISBN 8807103680</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Adam Zagajewski, ''Dalla vita degli oggetti'', traduzione di Krystyna Jaworska, Adelphi, 2012. ISBN 9788845926822
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Zagajewski, Adam}}
[[Categoria:Scrittori polacchi]]
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AnjaQantina
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/* Citazioni di Adam Zagajewski */ typo
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text/x-wiki
[[Immagine:Adam Zagajewski.jpg|thumb|Adam Zagajewski]]
'''Adam Zagajewski''' (1945 – 2021), poeta, scrittore e saggista polacco.
==Citazioni di Adam Zagajewski==
*''Davvero sappiamo vivere solo dopo la [[sconfitta]], | le amicizie si fanno più profonde, | l'amore solleva attento il capo. | Perfino le cose diventano pure.''<ref>Da ''La sconfitta'', in ''La vita degli oggetti''.</ref>
*''E ora, ma in fretta, | fare i bagagli, sempre, ogni giorno | e andare senza fiato, andare a [[Leopoli]], | eppure esiste, quieta e pura come | una pesca. Leopoli è ovunque''.<ref>Da ''Andare a Leopoli'', in ''Dalla vita degli oggetti''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/03/02/andare-a-leopoli/ ilpost.it]'', 2 marzo 2022.</ref>
*Non sono uno [[storico]], ma mi piacerebbe che la [[letteratura]] assumesse, consapevolmente e in tutta serietà, il ruolo di una cronaca [[storia|storica]]. Non voglio che segua l'esempio degli storici contemporanei, perlopiù pesci freddi che hanno passato la loro vita in archivi polverosi e scrivono una lingua burocratica brutta e inumana, una lingua di legno prosciugata di tutta la [[poesia]], piatta come un pidocchio e grigia come il giornale quotidiano. Vorrei che tornasse a esempi più antichi, chissà, addirittura greci, all'ideale del poeta storico, una persona che ha visto e sperimentato direttamente quel che descrive, oppure ha attinto alla vivente tradizione orale della sua famiglia o della sua tribù, che non teme né il conflitto né i sentimenti, ma ha tuttavia a cuore la ricostruzione scrupolosa della vicenda che narra.<ref>Citato in [[John Lukacs]], ''Democrazia e populismo'', traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, Milano, 2006, p. 179. ISBN 88-304-2360-2</ref>
*Uno [[scrittore]] che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa.<ref>Citato in Tommaso Giartosio, ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, Milano, 2004, p. 138. ISBN 8807103680</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Adam Zagajewski, ''Dalla vita degli oggetti'', traduzione di Krystyna Jaworska, Adelphi, 2012. ISBN 9788845926822
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Zagajewski, Adam}}
[[Categoria:Scrittori polacchi]]
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Diane Arbus
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2022-08-23T21:02:37Z
Sun-crops
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recupero, con diversa traduzione, di una citazione senza fonte inserita da un altro utente. Per l'uso dell'indicativo anziché del congiuntivo si veda https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_1486.html
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text/x-wiki
'''Diane Arbus''', nata '''Diane Nemerov''' (1923 – 1971), fotografa statunitense di origini russe.
==Citazioni di Diane Arbus==
*Ciò che preferisco è andare dove non sono mai stata.<ref name=Arbus>Citato in Doon Arbus e Marvin Israel, ''Diane Arbus'', Allen Lane, Londra, 1974.</ref>
*Credo davvero che ci sono cose che nessuno vedrebbe se non le fotografo.
:''I really believe there are things nobody would see if I didn't photograph them.''<ref>{{en}} In ''Diane Arbus'', edited by Doon Arbus, Marvin Israel, 1972, {{en}} citato in ''The Oxford Dictionary of American Quotations'', selected and annotated by Hugh Rawson and Margaret Miner, Oxford University Press, New York, 2006, [https://books.google.it/books?id=whg05Z4Nwo0C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA73&dq=I%20really%20believe%20there%20are%20things%20nobody%20would%20see%20if%20I%20didn't%20photograph%20them&hl=it&pg=PA73#v=onepage&q&f=false p. 73]. ISBN 978-0-19-516823-5</ref>
*Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I [[Fenomeni da baraccone|freaks]] sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.<ref name=Arbus/>
*Non ho mai fatto le [[fotografia|fotografie]] che mi ero proposta di fare. Le foto sono sempre state migliori o peggiori.<ref name=Arbus/>
*Quello che cerco di descrivere è che è impossibile uscire dalla propria pelle ed entrare in quella altrui. La [[Tragedia (evento)|tragedia]] di qualcun altro non è mai la tua stessa.<ref name=Arbus/>
*Tu vedi una persona per la strada, e la cosa fondamentale che noti è il suo [[difetto]].<ref>Citato in [[Susan Sontag]], ''Sulla fotografia''.</ref>
==Citazioni su Diane Arbus==
*– Ora, sapreste farmi l'esempio di un fotografo che immortalò perfettamente la condizione umana in bianco e nero?<br />– Diane Arbus.<br />– Ben detto Victoria! Perché Arbus?<br />– Per le sue foto di volti senza speranza. Ti senti come tormentato dagli occhi pieni di tristezza di quelle madri e i loro figli.<br />– Considerava l'umanità altrettanto tormentata, vero? E francamente, sono cazzate. Shh, tenetevelo per voi. Però davvero, potrei scattare una foto a ciascuno di voi in un angolo buio e immortalarvi in un momento di disperazione. E voi potreste fare altrettanto a me. Così non è troppo facile? Troppo ovvio? E se Arbus avesse scelto di fotografare le persone all'apice della loro bellezza o innocenza? Aveva occhio, perciò avrebbe potuto adottare un altro approccio. (''[[Life Is Strange]]'')
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Portale|donne}}
{{DEFAULTSORT:Arbus, Diane}}
[[Categoria:Fotografi statunitensi]]
lcg29igqcseva4cu3mhhiju92g6sudo
Stonewall
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2022-08-23T17:59:11Z
SunOfErat
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/* Frasi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano=Stonewall
|immagine= <!--Immagine (facoltativo)-->
|titolooriginale=Stonewall
|paese=Gran Bretagna
|anno=1995
|genere=Drammatico, Storico
|regista=[[Nigel Finch]]
|sceneggiatore=[[Rikki Beadle Blair]], [[Martin Duberman]]
|attori=
*[[Guillermo Díaz]]: La Miranda
*[[Fred Weller]]: Matty Dean
*[[Brendan Corbalis]]: Ethan
*[[Duane Boutte]]: Bostonia
*[[Bruce MacVittie]]: Vinnie
|doppiatorioriginali=
|doppiatoriitaliani=
|note=
}}
'''''Stonewall''''', film britannico del 1995 di [[Nigel Finch]].
==Frasi==
*{{NDR|Di fronte alla carica delle forze speciali, coi manifestanti in rotta}} ''Le ragazze dello Stonewall siam: | la permanente ci facciam; | le mutande non portiam; | i peli pubici mostriam! | Le regine del villaggio siam: | sempre ci specchiam | la permanente ci facciam, | perché ragazze siam!'' ('''Una fila di [[travestitismo|travestiti]]''')
*Ognuno ha la sua leggenda su [[Moti di Stonewall|Stonewall]], questa è la mia. Forse non ho raccontato esattamente tutto nei dettagli, ma questa è la storia della mia vita, tesoro. Be', in fondo io sono un travestito, e noi non viviamo sempre nella realtà: viviamo in qualcosa di ancora più vero della realtà; i sogni sono il nostro mondo. Siamo più americane della torta di mele. ('''Voce narrante, conclusione''')
*Mi dispiace, non si può cambiare il mondo tutto in una volta. Lo vedi? Non ci guardiamo negli occhi nemmeno in privato. Stanno vincendo. Noi potremmo amarci veramente, Matt? {{NDR|Mattie tenta di baciarlo, ma lui si gira per controllare che nessuno guardi.}} Non ci riesco, mi dispiace: la forza dell'abitudine. ('''Ethan''')
==Dialoghi==
*'''Ernestine''': Oh, bambina... La Miranda, no! Perché vai sempre in cerca di guai?<br>'''La Miranda''': Vuoi sapere perché, Ernestine? Solo per il sottile, irresistibile fascino che esercita su di me il farlo.<ref>Nella versione originale in inglese: ''- La Miranda, girl, why do you always put yourself though this?''<br>- ''Why, Princess Ernestine? It's for the sheer, irresistible goddamn glamour of it all.''</ref>
*'''La Miranda''': Ah, sono dei bastardi. Che bisogno c'era di confiscarmi l'astuccio del trucco? Questa è vera brutalità.<br />'''Mattie''': Ma come cavolo possono farlo? Come se non avessimo una costituzione e dei diritti. <br />'''La Miranda''': Noi non li abbiamo. Ce li hanno solo loro. <br />'''Mattie''': Chi sarebbero loro? <br />'''La Miranda''': L'America, la libera e grande America, l'altra America. <br />'''Mattie''': 'Fanculo la libera America. Siamo noi la vera America. Almeno noi crediamo ancora nella libertà, giusto? [...] Come facevo a pensare che a New York sarebbe stato diverso? <br />'''La Miranda''': La statua della libertà è bugiarda.
*'''Arruolatore''': Hector, non vuoi combattere per il tuo paese? <br />'''La Miranda''': Oh, sì che voglio combattere. Io voglio combattere per l'amore, libertà, e una costituzione attuale. Io voglio combattere i vietcong, i russi, lei, sua madre, suo padre, e lo stramaledetto ufficio delle attività antiamericane: voglio metterlo nel culo al mondo intero, e non c'è bisogno che lei mi dia il suo permesso, e nemmeno che mi obblighi!
*'''Ethan''': La realtà è che la tesi della malattia è un concetto che gli americani possono accettare. Ed essere visti con simpatia sarebbe già un grosso passo avanti per noi. <br />'''Mattie''': Con pietà, vuoi dire! <br />'''Ethan''': La cosa più importante è che non sia odio, non ti sembra? <br /> '''Mattie''': Non riesco ad accettarlo.
*'''Mattie''': È forse colpa mia se non sai essere uomo? <br /> '''La Miranda''': Che cosa? <br />'''Mattie''': È forse colpa mia se sono venuto al mondo con una preponderanza di geni femminili? È colpa mia se ci sono uomini belli senza bisogno di mettersi chili di trucco? È forse colpa mia? No che non è colpa mia!<br /> '''La Miranda''': E di chi è la colpa se sei un pezzo di merda?
*'''Vito''': Non mi serve un'amante, è chiaro? A me serve una moglie, voglio potermi sentire una persona normale. Che cosa ci trovi di male? [...] Lo sai che cos'hai tu? Hai paura di diventare normale! <br />'''Bostonia''': Io ho paura di perdere il mio piccolo affarino quaggiù, ecco che cos'ho. Perché continuiamo a parlarne? Io sono una pupa col pisellino, e non sono ancora pronta a perderlo. [...] No, certo, non ci lascerebbero mai in pace, e l'operazione non cambierebbe niente. Vieni qui. {{NDR|Tenta di abbracciarlo.}} <br />'''Vito''': Non possiamo! Ci sono troppe finestre.
*'''Mattie''': Se tutti i dimostranti fossero stati spazzati via da una bomba, almeno ne avrebbero parlato i giornali e la gente si sarebbe mobilitata: ci saranno pure più di trenta persone a cui importa qualcosa; dobbiamo trovare il modo di farle uscire dalle loro tane. <br />'''Ethan''': Molta gente non concepisce nemmeno la nostra esistenza, figurati se marcerebbe.
*'''Ethan''' {{NDR|sulla spiaggia}}: Siamo morti e questo è il paradiso. Non manca davvero niente. E aspetta di vedere la festa! Un numero spropositato di uomini bellissimi tutti insieme. {{NDR|Un poliziotto fischia.}} Copriti coll'asciugamano. <br />'''Mattie''': Perché? <br />'''Ethan''': Un'ordinanza del medioevo: non si possono indossare costumi provocanti in spiaggia. <br />'''Mattie''': Non dirai sul serio! <br />'''Ethan''': Non diamo dei pretesti a queste carogne, va bene? <br />'''Mattie''': «Siamo morti e questo è il paradiso».
*'''Bostonia''' {{NDR|dopo la morte di Judy Garland}}: È veramente uno schifo la vita. Io non ho più seguito la politica perché non avrei sopportato altri dolori. Kennedy, Malcolm X, Luther King... E che cos'ho fatto? Mi sono rifugiata nella sicurezza della superficialità. Solo per trovare ancora più tristezza di prima!<br />'''Vito''': Che cosa potrebbe tirarti su? <br />'''Bostonia''': Un gelato. In mezzo alla gente, insieme coll'uomo che amo. Non chiedo molto.<br />'''Vito''': D'accordo. [...] Sto solo cambiando, sto diventando coraggioso.
*'''Poliziotto Dary''': Povera checca. Non sa che cosa fare, se ammazzarmi o baciarmi. <br />'''Bostonia''' {{NDR|lo colpisce con i due pugni}}: Ho preso la mia decisione.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Film a tematica LGBT]]
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film storici]]
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Troy Bayliss
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2022-08-24T00:59:56Z
Danyele
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/* Citazioni su Troy Bayliss */ +1
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text/x-wiki
[[File:Troy Bayliss, 2006 (cropped).jpg|thumb|Troy Bayliss (2006)]]
'''Troy Andrew Bayliss''' (1969 – vivente), pilota motociclistico australiano.
==Citazioni di Troy Bayliss==
*Australia, Regno Unito e Italia [...] sono posti in cui puoi veramente sentire la folla. A Brands Hatch il rumore della gente supera quello del motore, senza dimenticare però Monza e [[Autodromo Enzo e Dino Ferrari|Imola]]. A Imola e Monza c'era qualcosa di unico dato che sembra di correre in mezzo a un parco, quindi anche per questo sono diversi dagli altri posti. L'atmosfera che si respirava era pazzesca ed è molto difficile spiegare quanto fosse bello.<ref>Da un'intervista a ''Worldsbk.com''; citato in Marco Pezzoni, ''[https://motosprint.corrieredellosport.it/news/sbk/superbike/2021/03/07-3989532/sbk_bayliss_oli_sono_nervoso_come_un_papa_normale_ SBK, Bayliss: "Oli? Sono nervoso come un papà normale"]'', ''Motosprint.corrieredellosport.it'', 7 marzo 2021.</ref>
*{{NDR|Sulla scelta del numero di gara}} [[Davide Tardozzi]], nel 2000 alla prima gara nel mondiale Superbike a Sugo, mi domandò quale numero volessi. Risposi che mi era indifferente. E lui: "Ti do il 21", un numero con il quale aveva corso anche lui. E da allora ha sempre avuto il 21.<ref name="La Guidara">Da una diretta sul profilo ufficiale ''Instagram.com'' di Ducati; citato in Fiammetta La Guidara, ''[https://motosprint.corrieredellosport.it/news/sbk/2020/04/24-2940712/bayliss_sono_curioso_di_vedere_come_andra_redding_ Bayliss: "Sono curioso di vedere come andrà Redding"]'', ''Motosprint.corrieredellosport.it'', 24 aprile 2020.</ref>
*{{NDR|Dopo il ritiro, «continuerà a guardare la Superbike?»}} Metterò la tv in spiaggia e con la gamba che penzolerà fuori dalla sedia. E forse piangerò.<ref>Dall'intervista di Paolo Gozzi, ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/settembre/20/Bayliss_Vinco_Mondiale_piango_spiaggia_ga_10_080920050.shtml Bayliss «Vinco il Mondiale e piango in spiaggia»]'', ''La Gazzetta dello Sport'', 20 settembre 2008.</ref>
*{{NDR|Sull'incidente a Donington Park nel 2007 e conseguente amputazione del mignolo}} Non è ricresciuto [scherza, ''ndr'']. Non mi ero accorto di niente, perché avevo un forte dolore all'inguine. Poi un ragazzo inglese mi chiamò: "Bayliss, mi regali il tuo guanto?" Quando l'ho sfilato mi sono accorto che c'era qualcosa che non andava e che dovevo andare al centro medico. [...] Decidemmo di tagliare il dito anche perché non c'era molto da fare... La cosa buffa è che sei settimane dopo, a Silverstone, lo stesso ragazzo entrò nel mio box su una sedia a rotelle, con una gamba rotta, chiedendomi di autografargli il guanto. E io sorrisi perché io avevo perso un dito, ma quel piccolo bastardo si era rotto una gamba [ride, ''ndr''].<ref name="La Guidara"/>
*Un altro campionato sarebbe stato bello, ma siamo sinceri: tre o quattro titoli mondiali, che differenza fa? F*****o [...] mi piaceva vincere le gare. Vincere il campionato era un bonus. Con un solo titolo mondiale, sarei stato felice ugualmente. Ma ho vinto tre titoli ed è davvero fantastico.<ref>Da un'intervista a ''Speedweek.com''; citato in Matteo Senatore, ''[https://www.formulapassion.it/motorsport/moto/wsbk-bayliss-ricorda-il-duello-con-edwards-assen-che-rabbia-imola-ducati-honda-2002-559373.html Bayliss e il duello con Edwards: “Assen, che rabbia” ]'', ''Formulapassion.it'', 10 aprile 2021.</ref>
==Citazioni su Troy Bayliss==
*Con Troy abbiamo corso insieme per qualche anno e ci tengo a precisare la profonda stima che ho nei riguardi di Troy, come pilota e come uomo. Infatti per me Troy è uno dei piloti più forti che ho avuto il piacere di incontrare nella mia carriera e al di là della moto che nel 2008 ha cavalcato {{NDR|Biaggi accusò Ducati di avere "tolto giri" alla sua moto, onde favorire l'australiano e compagno di marca nella corsa al titolo}}, sono sicuro che avrebbe comunque vinto quel campionato. In sella ci battiamo tutti per la vittoria e nessuno vuole arrivare secondo, ma nel cuore di ognuno di noi c'è la consapevolezza del valore di un grande avversario. Quando sei in pista cerchi di annientarlo, quando smetti di correre ti manca! ([[Max Biaggi]])
*Troy è l'uomo che parla con la gente, che va oltre il dolore, che vince quando non si può, che fa la star ma anche l'amico di famiglia. È il simbolo della Superbike che non è fatta di star ma di uomini. ([[Davide Tardozzi]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Bayliss, Troy}}
[[Categoria:Piloti motociclistici australiani]]
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Modi di dire napoletani
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2022-08-23T12:38:00Z
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/* D */ fix
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text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
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*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
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*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
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*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
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*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
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*Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869.
*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca! Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*''''A zizzona 'e Battipaglia.'''<ref>Citato in ''[https://www.vesuviolive.it/cucina/153850-zizzona-battipaglia-nata-dalle-mani-ninfa-pegno-damore/ 'A zizzona 'e Battipaglia. Nata dalle mani di una ninfa come pegno d'amore]'', ''vesuviolive.it'', 5 maggio 2019.</ref>
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 15 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze: {{small|una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
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*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
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*Luigi Manzo, ''[https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Dizionario domestico napoletano e toscano]'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>.
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
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*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
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*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di Renato Rutigliano {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
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*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Salvatore Di Giacomo]], ''[https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Poesie]'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, 2013. ISBN 978-88-58-65712-6
*[[Raffaele Viviani]], ''[https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Poesie]'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''[https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PP5#v=onepage&q&f=false So masto Rafaele e non te ne ncarricà]''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, Napoli, 1869.
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Gaetano Amalfi]], ''[https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up Tradizioni ed usi della penisola sorrentina: {{small|descritti da Gaetano Amalfi}}]'', Libreria internazionale L. Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890.
*[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7
*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841.
*Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869.
*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca! Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorta d'o pover'ommo.'''<ref>Citato in Francesco Costa, ''La volpe a tre zampe'', Rizzoli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=Y6xSBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 24]. ISBN 978-88-586-6675-3</ref>
:''La sorte (o la fortuna) del pover'uomo.''
::{{spiegazione|Una triste sorte, una ben magra fortuna.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*''''A zizzona 'e Battipaglia.'''<ref>Citato in ''[https://www.vesuviolive.it/cucina/153850-zizzona-battipaglia-nata-dalle-mani-ninfa-pegno-damore/ 'A zizzona 'e Battipaglia. Nata dalle mani di una ninfa come pegno d'amore]'', ''vesuviolive.it'', 5 maggio 2019.</ref>
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 15 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*L. R. Carrino, ''[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false A Neopoli nisciuno è neo]'', Laterza, Roma-Bari, 2013. ISBN 9788858104125
*[[Francesco D'ascoli]], ''C'era una volta Napoli: {{small|mestieri, oggetti, frutti, giochi infantili scomparsi o in via di estinzione}}'', prefazione di Gianni Infusino, Loffredo Editore, Napoli, 1987.
*Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule: {{small|dizionario di proverbi, locuzioni, modi di dire dell'idioma napoletano: 2500 modi di dire commentati da Raffaele Bracale}}'', a cura di Amedeo Colella, Cultura Nova, Napoli, 2018. ISBN 978-88-94213-64-5
*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze: {{small|una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
*Giuseppe Giacco, ''[https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco]'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985.
*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
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*Luigi Manzo, ''[https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Dizionario domestico napoletano e toscano]'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>.
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''[https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Don Chisciotte della Mancia: {{small|ridotto in versi napoletani}}]'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-236-9
*{{nl}} A.F.Th. van der Heijden, ''[https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Doodverf]'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012.
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
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*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''[https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Guida pratica del dialetto napolitano: {{small|o sia spiegazione in lingua toscana della mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche dei costumi napolitani / raccolte e pubblicate per cura di Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni}}]'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877.
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*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
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*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7
*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841.
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*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca! Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorta d'o pover'ommo.'''<ref>Citato in Francesco Costa, ''La volpe a tre zampe'', Rizzoli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=Y6xSBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 24]. ISBN 978-88-586-6675-3</ref>
:''La sorte (o la fortuna) del pover'uomo.''
::{{spiegazione|Una triste sorte, una ben magra fortuna.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*''''A zizzona 'e Battipaglia.'''<ref>Citato in ''[https://www.vesuviolive.it/cucina/153850-zizzona-battipaglia-nata-dalle-mani-ninfa-pegno-damore/ 'A zizzona 'e Battipaglia. Nata dalle mani di una ninfa come pegno d'amore]'', ''vesuviolive.it'', 5 maggio 2019.</ref>
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 15 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''He tirata 'a sciaveca?'''<ref>Citato in ''[https://cosedinapoli.com/curiosita/il-dialetto-napoletano/ Il dialetto napoletano]'', ''cosedinapoli.com''.</ref>
:''Hai tirato la [[sciabica]]?''
::{{spiegazione|Espressione rivolta agli scansafatiche che, per un minimo d'impegno, si danno arie di stakanovisti, di di memorabili eroi del lavoro, di reduci di epiche imprese di lavoro, di memorabili, immolati eroi del lavoro: Uanema! Mamma mia! E che cos'è quest'aria da morto stramazzato di fatica? Per un lavoretto da nulla sembri distrutto, stroncato, abolito, come se fossi un pescatore che ha sputato sangue e sudato sette camicie tirando la sciabica!}}
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
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*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''[https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Il custode degli arcani]'', Piemme, Milano, 2011. ISBN 9788858503171
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
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*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
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*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7
*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
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*Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869.
*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca! Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorta d'o pover'ommo.'''<ref>Citato in Francesco Costa, ''La volpe a tre zampe'', Rizzoli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=Y6xSBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 24]. ISBN 978-88-586-6675-3</ref>
:''La sorte (o la fortuna) del pover'uomo.''
::{{spiegazione|Una triste sorte, una ben magra fortuna.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*''''A zizzona 'e Battipaglia.'''<ref>Citato in ''[https://www.vesuviolive.it/cucina/153850-zizzona-battipaglia-nata-dalle-mani-ninfa-pegno-damore/ 'A zizzona 'e Battipaglia. Nata dalle mani di una ninfa come pegno d'amore]'', ''vesuviolive.it'', 5 maggio 2019.</ref>
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 15 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze: {{small|una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
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*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
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*Luigi Manzo, ''[https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Dizionario domestico napoletano e toscano]'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>.
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
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*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
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*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di Renato Rutigliano {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
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*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Salvatore Di Giacomo]], ''[https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Poesie]'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, 2013. ISBN 978-88-58-65712-6
*[[Raffaele Viviani]], ''[https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Poesie]'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''[https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PP5#v=onepage&q&f=false So masto Rafaele e non te ne ncarricà]''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, Napoli, 1869.
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Gaetano Amalfi]], ''[https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up Tradizioni ed usi della penisola sorrentina: {{small|descritti da Gaetano Amalfi}}]'', Libreria internazionale L. Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890.
*[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7
*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841.
*Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869.
*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio."''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref>
:''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.''
::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}}
*''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71].</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca! Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorta d'o pover'ommo.'''<ref>Citato in Francesco Costa, ''La volpe a tre zampe'', Rizzoli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=Y6xSBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 24]. ISBN 978-88-586-6675-3</ref>
:''La sorte (o la fortuna) del pover'uomo.''
::{{spiegazione|Una triste sorte, una ben magra fortuna.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*''''A zizzona 'e Battipaglia.'''<ref>Citato in ''[https://www.vesuviolive.it/cucina/153850-zizzona-battipaglia-nata-dalle-mani-ninfa-pegno-damore/ 'A zizzona 'e Battipaglia. Nata dalle mani di una ninfa come pegno d'amore]'', ''vesuviolive.it'', 5 maggio 2019.</ref>
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 15 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''{{sic|Avè}} no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''{{sic|Avè}} quaccheduno a ttaglio.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', voll. I e II, n. 30, anno I, 13 settembre 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA87-IA23#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''Avere qualcuno a taglio''. ''{{sic|Avé}} a ttaglio'': avere finalmente qualcuno (o qualcosa) a portata di mano, avere una buona volta l'opportunità di imbattercisi, incontrarlo, raggiungerlo. ''T'aggi' 'a avé a ttaglio!'' ''Ti devo avere a taglio!'': prima o poi dovrai pur capitarmi fra le mani, a tiro, e allora faremo i conti e per te saranno dolori!
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref>
:''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref>
:''Berretto alle ginocchia!''
::{{spiegazione|Giù il cappello!}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref>
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref>
:''Contare i peli del sedere.''
::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi.''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti: {{small|una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref>
:''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.''
::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.''
::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''He tirata 'a sciaveca?'''<ref>Citato in ''[https://cosedinapoli.com/curiosita/il-dialetto-napoletano/ Il dialetto napoletano]'', ''cosedinapoli.com''.</ref>
:''Hai tirato la [[sciabica]]?''
::{{spiegazione|Espressione rivolta agli scansafatiche che, per un minimo d'impegno, si danno arie di stakanovisti, di di memorabili eroi del lavoro, di reduci di epiche imprese di lavoro, di memorabili, immolati eroi del lavoro: Uanema! Mamma mia! E che cos'è quest'aria da morto stramazzato di fatica? Per un lavoretto da nulla sembri distrutto, stroncato, abolito, come se fossi un pescatore che ha sputato sangue e sudato sette camicie tirando la sciabica!}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare 'a porta d<nowiki>'</nowiki>'a vammana.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana: {{small|nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=tqYdAQAAIAAJ&dq=%27a+porta+d%27+%27a+vammana&focus=searchwithinvolume&q=vammana p. 94].</ref>
:''Mi sembra la porta della [[Ostetrica|levatrice]].''
::{{spiegazione|Alla porta della levatrice, per evidentissime ragioni, si bussava frequentemente, a qualunque ora, di giorno e di notte. Lo si dice di un luogo in cui c'è molta "ammuina" (confusione), in cui regna incontrastato un andirivieni contiuno, confuso, disordinato, frenetico di persone. Lo può dire anche lo sventurato che si vede senza sosta chiamato, costretto ad assolvere a mille incombenze, senza avere un attimo di respiro.}}
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref>
:''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo''
::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas />
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref>
:''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.''
::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819].
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref>
:''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!''
::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Avere la testa fresca.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ratto con gli occhiali.''
::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Patrizia Rotondo Binacchi, ''[https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false A Napoli mentre bolle la pentola]'', Pellegrini Editore, Cosenza, 2004. ISBN 88-8101-233-2
*Bruno Amato, Anna Pardo, ''A Napoli si parla così'', Antonio Vallardi Editore, Milano, 1999. ISBN 88-8211-316-7
*L. R. Carrino, ''[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false A Neopoli nisciuno è neo]'', Laterza, Roma-Bari, 2013. ISBN 9788858104125
*[[Francesco D'ascoli]], ''C'era una volta Napoli: {{small|mestieri, oggetti, frutti, giochi infantili scomparsi o in via di estinzione}}'', prefazione di Gianni Infusino, Loffredo Editore, Napoli, 1987.
*Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule: {{small|dizionario di proverbi, locuzioni, modi di dire dell'idioma napoletano: 2500 modi di dire commentati da Raffaele Bracale}}'', a cura di Amedeo Colella, Cultura Nova, Napoli, 2018. ISBN 978-88-94213-64-5
*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze: {{small|una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
*Giuseppe Giacco, ''[https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco]'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985.
*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''[https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English]'', Lulu Enterprises Incorporated, 2014.
*Luigi Manzo, ''[https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Dizionario domestico napoletano e toscano]'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>.
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''[https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Don Chisciotte della Mancia: {{small|ridotto in versi napoletani}}]'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-236-9
*{{nl}} A.F.Th. van der Heijden, ''[https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Doodverf]'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012.
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''[https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Grammatica diacronica del napoletano]'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009. ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''[https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Guida pratica del dialetto napolitano: {{small|o sia spiegazione in lingua toscana della mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche dei costumi napolitani / raccolte e pubblicate per cura di Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni}}]'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877.
*[[Raffaele Viviani]], ''[https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false I dieci comandamenti]'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''[https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Il custode degli arcani]'', Piemme, Milano, 2011. ISBN 9788858503171
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''[https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Il morto supplente]'', ''lulu.com'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3
*Antonio Buonomo, ''[https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra: {{small|vita di un musicista fra dramma e melodramma}}]'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010. ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'', in Accademici Filopatridi, ''[https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano]'', presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
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*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di Renato Rutigliano {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, [https://books.google.it/books?id=tr97ffYuBsC&dq=tuppe%20tuppe&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tuppe%20tuppe&f=false]
*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà: {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2012. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità: {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}]'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, Napoli, 2011.
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*[[Renato De Falco]], ''[https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false Per moda di dire: {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}]'', Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-759-5
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*[[Raffaele Viviani]], ''[https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Poesie]'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''[https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PP5#v=onepage&q&f=false So masto Rafaele e non te ne ncarricà]''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, Napoli, 1869.
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Gaetano Amalfi]], ''[https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up Tradizioni ed usi della penisola sorrentina: {{small|descritti da Gaetano Amalfi}}]'', Libreria internazionale L. Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890.
*[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7
*Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6
*[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>.
*[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789.
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>.
*Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845.
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841.
*Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869.
*Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873.
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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New York
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SunOfErat
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wikitext
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{{voce tematica}}
[[File:New York City at night HDR.jpg|thumb|upright=1.4|New York City]]
Citazioni su '''New York''' e i '''newyorkesi'''.
*A New York, l'udito non può essere un senso difensivo, tutti i rumori sembrano provenire da un cortile sul retro. Tutti a egual distanza, si producono ovunque salvo che nella lontananza o nella prossimità, mixati dalla strada stessa. ([[André Scala]])
*A New York la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. ([[Leslie Feinberg]])
*A New York si ha l'impressione che le cose avvengano più velocemente che altrove. ([[Lawrence Block]])
*A New York stanno costruendo dei grattacieli blindati, ogni alloggio costa cento milioni di euro. Stiamo tornando al nuovo medioevo: ci saranno le fortezze con dentro ricchi cinesi, russi, indiani, arabi, americani, e nel resto del mondo ci sarà il medioevo. ([[Marco Rizzo]])
*Abbasso le città dalla luce umida e paludosa, vanno bene per chi dipinge acquerelli... La mia casa è New York, pietrosa e alta. I suoi beni immobili sono davvero un bene. ([[Harold Brodkey]])
*Adoro questa città. Proprio quando ti sei stufato, quando pensi di non poterne più della Grande Mela, ecco che ti regala una bella serata tranquilla. (''[[Marvel contro DC]]'')
*All'età di 21 anni, John divenne uno dei sette milioni di che credevano che New York dipendesse da loro. (''[[La folla (film 1928)|La folla]]'')
*''Ascolta New York! ascolta la tua voce maschia di rame la tua voce vibrante | di oboe, l'angoscia ostruita delle tue lacrime piombare in grossi grumi di sangue | ascolta battere in lontananza il tuo cuore notturno, ritmo e sangue del tam-tam, tam-tam sangue e tam tam. || New York! dico New York, lascia affluire il sangue nero nel tuo sangue | che lubrifichi le tue articolazioni d'acciaio, come un olio di vita | che dia ai tuoi ponti la curva delle groppe e l'elasticità delle liane. | Ecco tornare i tempi antichissimi, l'unità ritrovata la riconciliazione del Leone del Toro e dell'Albero | l'idea legata all'atto l'orecchio al cuore il segno al senso. | Ecco i tuoi fiumi sonori di caimani muschiati e di lamantini dagli occhi di miraggio. E nessun bisogno d'inventare le Sirene. | Ma basta aprire gli occhi dell'arcobaleno d'aprile, | e le orecchie, soprattutto le orecchie, a Dio che con un riso di sassofono creò il cielo e la terra in sei giorni. | E il settimo giorno, dormì del grande sonno negro.'' ([[Léopold Sédar Senghor]])
*Capitolo primo. "Adorava New York. La idolatrava smisuratamente..." Ah no, è meglio "la mitizzava smisuratamente", ecco. "Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin..." Ah no, fammi cominciare da capo... Capitolo primo. "Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione..." Eh no, stantio, roba stantia, di gusto... Insomma, dai, impegnati un po' di più... da capo. Capitolo primo. "Adorava New York. Per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea: la stessa carenza di integrità individuale che porta tanta gente a cercare facili strade stava rapidamente trasformando la città dei suoi sogni in una..." Non sarà troppo predicatorio? Insomma, guardiamoci in faccia: io questo libro lo devo vendere. Capitolo primo. "Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com'era difficile esistere, in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia..." Troppo arrabbiato. Non voglio essere arrabbiato. Capitolo primo. "Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre..." No, aspetta, ci sono: "New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata." (''[[Manhattan (film)|Manhattan]]'')
*Che ha di tanto bello New York? È una città morente. Hai letto ''Morte a Venezia''? (''[[Io e Annie]]'')
*Dopo gli aerei dell'11 settembre, i newyorkesi per strada hanno spesso lo sguardo rivolto al cielo. ([[Laurie Anderson]])
*Dov'è adesso il vecchio mondo? [...] Dov'è New York, la città del frastuono e dell'energia furiosa battuta dal vento e dalla concorrenza, con gli enormi edifici addossati l'uno all'altro e con la tendenza a innalzarsi sempre più per prendere un posto nel cielo? Dove sono gli angoli nascosti di triste lussuria, i vizi vergognosi, e tutta la stragrande bruttezza della sua vita energica? ([[H. G. Wells]])
*– È di New York?<br/>– Perché?<br/>– Così per sapere.<br/>– Cosa?<br/>– Perché è così duro. Se è più italiano o più newyorkese.<br/>– Che ne sa dei newyorkesi?<br/>– Ho vissuto nel West Village per tre anni.<br/>– Ah. (''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'')
*È un giorno come un altro a New York. Sai com'è, la gente corre avanti e indietro, le macchine vanno, tutti devono andare da qualche parte, essere da qualche parte, a nessuno importa niente di niente. È come un enorme orologio vivente, non si ferma mai. (''[[Bella (film)|Bella]]'')
*È una città magica, travolgente, bellissima. Una di quelle città fortunate che hanno la grazia. Come certi poeti che ogni qualvolta scrivono un verso fanno una bella poesia. Mi dispiace non essere venuto qui molto prima, venti o trent'anni fa, per restarci. Non mi era mai successo di innamorarmi così di un paese. Fuorché in Africa, forse. Ma l'Africa è come una droga che prendi per non ammazzarti, una evasione. New York non è una evasione: è un impegno, una guerra. Ti mette addosso la voglia di fare, affrontare, cambiare: ti piace come le cose che piacciono, ecco, a vent'anni. ([[Pier Paolo Pasolini]])
*"Ehi, se smetti di fumare, riavrai il tuo olfatto." Io vivo a New York City, non lo rivoglio il mio olfatto! ([[Bill Hicks]])
*[[George Gershwin]] e [[Woody Allen]] rappresentano New York e la città rappresenta loro. ([[Francesco Micheli]])
*– Gliel'ho detto, New York è un po' come Urbino.<br>– Ma non era come Torino?<br>– Come Torino per quanto riguarda la griglia, ma come Urbino per quanto riguarda il saliscendi.<br>– Ma non dica fesserie, il saliscendi è tipico di San Francisco, lo so! (''[[Natale a New York]]'')
*Ho vissuto e amato New York, ma oggi mi sembra una città americana come tante altre, piena di paure, di freni, di ostacoli, dove lo straniero è straniero fino in fondo. ([[Yannick Noah]])
*Il volto degli emigrati newyorkesi era velato da un pallore particolare. [...] Il pallore dell'ossessione, dei poderosi appetiti ristretti in piccoli spazi. [...] Mi venne il curioso pensiero che avessero nostalgia del bianco e nero, che le loro aspirazioni fossero dominate da valori acromatici, estremi personali di un grigiore urbano postbellico. ([[Don DeLillo]])
*L'unità di tempo più breve di tutto il multiverso è il Secondo di New York, che si definisce come il periodo che passa tra l'attimo in cui il [[semaforo]] diventa verde e quello in cui il tassista dietro di te suona il clacson. ([[Terry Pratchett]])
*La [[California]] è piena di cause significative. New York, invece, è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza. ([[Lou Reed]])
*La maggior parte degli apparecchi delle cabine pubbliche erano scassati, resi inservibili. Li adoperavano anche come orinatoi. New York stava diventando peggio di [[Napoli]] o Salonicco. Era come una [[città]] asiatica, o africana, sotto quel profilo. E neppure i quartieri opulenti della città ne erano immuni. ([[Saul Bellow]])
*''Lei è il mio cuore, | io amo New York City | ha vissuto ed è morta | tante volte, yeah! | La vita è sempre dura | a New York City, oh amore | ma lei sta bene, lei sopravvive sempre, yeah!'' ([[Lenny Kravitz]])
*Lo skyline di New York è un monumento il cui splendore non è eguagliato da alcuna piramide o palazzo. Ma i grattacieli americani non sono stati costruiti con fondi pubblici, né per scopi pubblici: sono stati costruiti dall'iniziativa, dall'energia e dal benessere di individui privati per realizzare profitti personali. ([[Ayn Rand]])
*Mi ha aiutato ad avere un sacco di mentalità aperta, sia come artista, che come musicista, che come scrittrice [...]. New York mi ha anche fornito un sacco di coraggio, molta tenacia, perché è una città frenetica. È come se tutti stessero correndo verso qualche parte, alla ricerca di sé stessi, oppure cercando il posto dove vogliono andare, o a cercare l'amore. È una città tosta, quindi devi diventare ancora più forte. ([[Alicia Keys]])
*Negli anni settanta, a New York, nessuno si svegliava prima di mezzogiorno. Era una città al collasso, pericolosa, sudicia, dove spesso latitavano i servizi essenziali. Durante gli interminabili scioperi dei netturbini, sulle strade si accumulavano montagne di spazzatura maleodorante. Un ''blackout'' generale provocò saccheggi per giorni. Noi gay portavamo al collo dei fischietti per poter chiedere aiuto ad altri gay in caso di aggressioni da parte delle ''gang'' che stazionavano tra il ''Greenwich Village'' e i bar ''leather'' del ''West Side''. ([[Edmund White]])
*Nessuno guidava a New York, c'era troppo traffico. (''[[Futurama (seconda stagione)#Episodio 6, Il male minore|Futurama]]'')
*New York? Ci sono stato. Puzza di pesce! (''[[Johnny Guitar]]'')
*– New York è così, basta sbagliare una strada e dopo è tutta una catena che...<br>– Succede in tutte le città, Vessato.<br>– Sì, ma a New York di più. Perché New York, lei lo sa meglio di me, è un po' come Torino, con queste ''Avenues'', queste ''streets''...<br>– A Torino ci sono le ''Avenues''?<br>– No, ma qui sì, eheh ed è lì che nasce il problema professore. Questa è geometria. (''[[Natale a New York]]'')
*New York è famosa per i suoi teatri che si dividono in varie categorie: c'è la Broadway ufficiale, quella alternativa, quella molto alternativa, i senzatetto che sbraitano nel parco e più giù ancora lo spettacolo di zia Lily. (''[[How I Met Your Mother (seconda stagione)|How I Met Your Mother]]'')
*New York è un perfetto modello di una città, non il modello di una città perfetta. ([[Lewis Mumford]])
*New York è un posto incredibile, che unisce l'umanità; a New York non ti senti uno straniero, ti senti parte di qualcosa. ([[Rula Jebreal]])
*New York è una città così diversa dalle altre e così densa di esseri umani. Nessuno è speciale a New York [...]. A [[Los Angeles]] è l'opposto, vivi in una villa protetta da cancelli. A New York esci di casa e sbatti nelle persone. ([[Debra Messing]])
*New York è una città in piedi. ([[Louis-Ferdinand Céline]])
*New York mi affascina. Con me è sempre stata amichevole. Ho dormito nei parchi, nelle strade, e nessuno mi ha mai fatto del male. Vivere lì è come stare in una grande comunità. ([[Patti Smith]])
*New York non contempla il vuoto, è la capitale dello strapieno. Sulla sua carta d’identità la foto è quella di una folla. I canyon delle avenue sono pensati per contenerla, i grattacieli la misura per evitarne la tracimazione. ([[Gabriele Romagnoli]])
*New York potrà anche essere una città di matti, ma almeno non rischierai mai di morire di noia. (''[[Allucinazione perversa]]'')
*New York. Una del mattino. Il luogo migliore e peggiore al mondo per essere inseguiti. ([[Lee Child]])
*– Noi abbiamo fatto i nostri calcoli: sembra che ci siano 3 milioni di perfetti stronzi completamente repressi che vivono nell'area dei tre stati!<br>[...]<br>– E io come dovrei fare? Andare in tv e dire a dieci milioni di persone che devono essere carini l'uno con l'altro? Ma essere infelici e trattare il prossimo come mota è sacrosanto diritto di ogni newyorkese! (''[[Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II]]'')
*[...] non è proprio l'America, è più il centro del mondo. Ha un'apertura e un'internazionalità che se la sognano nel resto degli Stati Uniti. ([[Rose Villain]])
*Non lo vedi che il resto del Paese guarda a New York come se fossimo tutti comunisti, estremisti, ebrei, omosessuali e pornografi? Qualche volta penso anch'io così e io vivo qua! (''[[Io e Annie]]'')
*Non riesco a credere che questa città sia tanto guasta da non poter tornare indietro. Ma certo è sporca, è affollata, è fragorosa, è inquinata e c'è gente in giro che è pronta a camminarti sulla faccia a prima vista! Però, andiamo, ci sarà rimasta qualche scintillina di umanità in questo logoro borgo. Non c'è che pensare al modo di mobilitarla. (''[[Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II]]'')
*''Non so come la vide, quando la nave offrì New York vicino: | dei grattacieli il bosco, città di feci e strade, urla, castello.'' ([[Francesco Guccini]])
*Per effettuare un "''Lui non verrà mai''" è necessaria la terrazza panoramica dell'Empire State Building. Siete saliti? Bene! Da generazioni i newyorkesi scelgono questo luogo per gli incontri con i loro amanti perduti. La tecnica prevede di avvicinare le ragazze sole dicendo: "Tanto lui non verrà mai!" ([[Barney Stinson]], ''[[How I Met Your Mother (quinta stagione)|How I Met Your Mother]]'')
*Questa è New York, signore! Dove può succedere di tutto e di più! Potrebbe essere un terrorista, una bomba, un cadavere, una sparatoria, un accoltellamento... E poi oggi è venerdì, giorno di paga, magari qualcuno che non hanno pagato si è buttato si sotto. (''[[Armageddon - Giudizio finale]]'')
*Qui siamo a New York: se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque. (''[[Qualcosa è cambiato]]'')
*Sai qual è la cosa più meravigliosa di New York? [...] Che ci vengono tutti a farsi scopare. No, sul serio! È uno degli ultimi posti dove la gente è ancora disposta ad aprirsi per accettare il nuovo. Ed il vecchio. I newyorkesi sono permeabili. [...] Perciò siamo sani di mente, di conseguenza siamo il bersaglio dei non permeabili e dei non sani di mente. Ovviamente New York è dove tutti arrivano per farsi perdonare. (''[[Shortbus - Dove tutto è permesso]]'')
*Si è sempre soli a New York City! (''[[X-Files]]'')
*Tu sei un Newyorkese, questo non potrai cambiarlo mai, hai New York nelle vene. Passerai il resto della vita nel deserto ma resterai sempre un Newyorkese. (''[[La 25ª ora]]'')
*Tutti vengono qui sperando che le storie che hanno sentito siano vere: che qualunque idiota sbarchi in questo paese trovi fortuna e un mucchio di soldi. Ma poi arrivi qui e non è così e se non sei forte abbastanza questa città ti frega in mille modi e ti lascia a marcire. (''[[The Knick]]'')
*Vivere a New York non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. ([[Leslie Feinberg]])
==Altri progetti==
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[[Categoria:New York| ]]
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Evangelista Torricelli
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[[Immagine:Libr0367.jpg|thumb|right|Evangelista Torricelli nel frontespizio di ''Lezioni accademiche d'Evangelista Torricelli'']]
'''Evangelista Torricelli''' (1608 – 1647), matematico e fisico italiano.
==Citazioni di Evangelista Torricelli==
*Noi viviamo sommersi nel fondo d'un pelago d'[[aria]] elementare, la quale per esperienze indubitate si sa, che pesa, e tanto, che questa grossissima vicino alla superficie terrena, pesa circa una quattrocentesima parte del peso dell'acqua.<ref>Dalla lettera a Michelangelo Ricci, 2 giugno 1664; citato in Prefazione a Evangelista Torricelli, ''Lezioni accademiche'', p. [[s:Pagina:Lezioni accademiche.pdf/34|xxviii]].</ref>
==[[Incipit]] di ''Lezioni accademiche''==
L'impotenza, che per nativo privilegio suole andar sciolta dalle leggi, merita bene d'esser compassionata nella ricompensa de' benefizi, ma non già assoluta dal rendimento delle grazie. Prendo però animo oggi di comparire nel cospetto di questa famosissima Adunanza, e quanto più per l'inabilità dell'ingegno, mi stimo sciolto dalla speranza d'opere gloriose, altrettanto per la grandezza del beneficio ricevuto, mi giudico sottoposto all'obbligo del ringraziamento. So che la gentilezza d'animi virtuosi, diffonde le grazie per inclinazione di genio, e per soddisfazione della propria magnanimità: però mi persuado, che resterete appagati, se in questo giorno prendo il possesso d'un'onore desiderato da' sapienti, ed invidiabile dalla posterità, solo col tributo di poche, e sconcertate parole: tale per appunto suole esser la ricompensa colla quale si accettano i benefizi del Cielo, e de i Monarchi.
==''Opera geometrica''==
*La [[geometria]] sola, fra le discipline liberali, esercita e acuisce l'ingegno e lo rende adatto ad essere ornamento della città in pace ed a difendervela in guerra [...] a parità delle altre cose infatti, l'ingegno che sia esercitato nella ginnastica geometrica possiede una forza tutta particolare e virile. (II, p. 7; citato in Koiré 1979, p. 291)
:''Sola enim Geometria inter liberales disciplinar acriter exacuit ingenium, idoncumque reddit ad civitates exornandas in pace et in bello defendendas: caeteris enim paribus, ingenium quod exercitatum sit in Geometrica palestra, peculiare quoddam, et virile robur habere solet: praestabitque semper, et antecellet, circa studia Architecturae, rei bellicae, nauticaeque, etc.''
*Che il mobile sia proiettato a partire dal punto A, in una qualunque direzione elevata (sull'orizzonte) AB. È chiaro che senza la attrazione della gravità avanzerebbe con un moto rettilineo ed uniforme lungo la linea di direzione AB. (''De motu projectorum'', 1. II, p. 156; citato in Koiré 1979, p. 305)
*Quando dunque considero una bilancia che pesi le figure geometriche, io non l'immagino come se fosse tra le pagine dei libri nei quali la vedo disegnata; e non ritengo che il punto al quale tendono queste grandezze sia il centro della Terra; ma mi immagino questa bilancia come infinitamente lontana dal punto al quale tendono i gravi. [...] <br />Supposte come vere queste cose, come vere sono le proprietà delle figure che sono loro attribuite nelle e per le definizioni, saranno veri ugualmente tutti i teoremi che ne saranno dedotti, con l'aiuto delle considerazioni meccaniche, da coloro che fanno la detta astrazione, ed essi [i teoremi] non saranno in alcun modo dimostrati con delle false proposizioni. [...] <br />Cosí il fondamento della meccanica, cioè: il parallelismo dei fili [di sospensione] potrebbe essere detto falso se le grandezze [pesi] appese alla bilancia fossero cose fisiche e reali tendenti al centro della terra. Ma non sarà falso, quando queste grandezze (siano astratte o concrete) non tendano né al centro della terra, né a un punto qualsiasi vicino alla bilancia, ma a un qualsiasi punto infinitamente lontano. (pp. 9 sgg.; citato in Koiré 1979, pp. 309 sgg.)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Evangelista Torricelli, ''[[s:Lezioni accademiche|Lezioni accademiche]]'', Jacopo Guiducci e Santi Franchi, Firenze, 1715.
*Evangelista Torricelli, ''Opera geometrica'', Florentiae, Typis Amatori Massae et Laurentii de Landis, 1644.
*Alexandre Koiré, ''Studi galileiani'' (''Etudes galiléennes'', 1966), traduzione di Maurizio Torrini, Einaudi, Torino, 1979.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Fisici italiani]]
[[Categoria:Matematici italiani]]
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Rocco Montano
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'''Rocco Montano''' (1913 – 1999), scrittore e professore universitario italiano.
==''Arte, realtà e storia''==
===[[Incipit]]===
Il [[Benedetto Croce|Croce]] ha definito nella ''Estetica'' con estrema chiarezza i modi e i tempi per cui dall'esperienza sentimentale si giunge all'intuizione e da questa alla «traduzione» in segni fisici, concreti, dell'opera d'arte. L'entusiasmo, forse, e la certezza di una verità raggiunta, pienamente posseduta gli ha suggerito allora di porre in termini persino schematici il processo:<br>''Il processo completo della produzione estetica può essere simboleggiato in quattro stadi, che sono'': a, ''impressioni''; b, ''espressione o sintesi spirituale estetica''; c, ''accompagnamento edonistico o piacere del bello (piacere estetico)''; d, ''traduzione del fatto estetico in fonemi fisici (suoni, toni, movimenti, combinazioni di linee e colori, ecc.)''. {{NDR|''Estetica'', Bari 1912, IV ed. p. 113}}
===Citazioni===
*La passione è un fatto essenziale della nostra vita spirituale. È attraverso, è dal gioco delle passioni e dei sentimenti – ''a corporibus et per corpora'', avrebbe detto [[San Tommaso d'Aquino|S. Tommaso]] – pur sempre parziali, ingiusti, che si svolge il processo della nostra forza spirituale; da esso sorge il nostro interessamento al mondo e lo sforzo di comprenderlo. Ma la verità, anche quella dell'arte, è tanto più raggiunta quanto più l'animo è capace di liberarsi e di ascoltare la voce delle cose. (p. 32)
*La poesia, come il pensiero, è, come si dice, dei puri di cuore. (p. 32)
*La Chiesa che per il barbaro potrebbe essere un cubo di pietra, diventa per l'uomo di religione, o per chi sa risentirne l'animo, qualcosa che è fonte di commozione e di amore. (p. 39)
*Non c'è l'uomo buono, egoista, per sé solo, ma esso è tale in relazione agli altri esseri che lo circondano; gran parte della sua qualità gli viene dal mondo in cui è visto. (p. 41)
*Non esistono nell'universo atti isolati; una parte, come in un organismo, vive del funzionamento del tutto. (p. 41)
*La grandezza di [[Dante]] è in noi certamente legata al fatto che egli ha dato la più alta e coerente rappresentazione del mondo quale poté apparire a una alta coscienza medioevale illuminata dal tomismo e al modo con cui lo stesso Poeta ha arricchito e approfondito la visione medievale del mondo con gli apporti delle più alte meditazioni e delle più impegnative esperienze. (p. 46)
== ''Storia della letteratura italiana dal Medioevo alla fine del Settecento'' ==
===Citazioni===
* Il Boccalini è, in generale, uno spirito conservatore, attaccato alla buona pratica della pietà e desideroso della libertà d'Italia. Ma egli è ben lontano dal farsi riformatore, rimane scettico, motteggiatore. Ha la lingua e la penna mordace, uno spirito critico assai vivace e acuto. Parla forte contro i príncipi che seguivano la ragion di stato e che cacciata via «la sapienza di amar e temer Dio con tutto il cuore» si servivano «del sacrosanto suo nome per istrumenti di cavar denari dalle mani de' popoli». (p. 437)
==Bibliografia==
*Rocco Montano, ''Arte, realtà e storia'', prefazione di Francesco Bruni, Saggi Marsilio, 2003.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori italiani|Montano, Rocco]]
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'''Rocco Montano''' (1913 – 1999), scrittore e professore universitario italiano.
==''Arte, realtà e storia''==
===[[Incipit]]===
Il [[Benedetto Croce|Croce]] ha definito nella ''Estetica'' con estrema chiarezza i modi e i tempi per cui dall'esperienza sentimentale si giunge all'intuizione e da questa alla «traduzione» in segni fisici, concreti, dell'opera d'arte. L'entusiasmo, forse, e la certezza di una verità raggiunta, pienamente posseduta gli ha suggerito allora di porre in termini persino schematici il processo:<br>''Il processo completo della produzione estetica può essere simboleggiato in quattro stadi, che sono'': a, ''impressioni''; b, ''espressione o sintesi spirituale estetica''; c, ''accompagnamento edonistico o piacere del bello (piacere estetico)''; d, ''traduzione del fatto estetico in fonemi fisici (suoni, toni, movimenti, combinazioni di linee e colori, ecc.)''. {{NDR|''Estetica'', Bari 1912, IV ed. p. 113}}
===Citazioni===
*La passione è un fatto essenziale della nostra vita spirituale. È attraverso, è dal gioco delle passioni e dei sentimenti – ''a corporibus et per corpora'', avrebbe detto [[San Tommaso d'Aquino|S. Tommaso]] – pur sempre parziali, ingiusti, che si svolge il processo della nostra forza spirituale; da esso sorge il nostro interessamento al mondo e lo sforzo di comprenderlo. Ma la verità, anche quella dell'arte, è tanto più raggiunta quanto più l'animo è capace di liberarsi e di ascoltare la voce delle cose. (p. 32)
*La poesia, come il pensiero, è, come si dice, dei puri di cuore. (p. 32)
*La Chiesa che per il barbaro potrebbe essere un cubo di pietra, diventa per l'uomo di religione, o per chi sa risentirne l'animo, qualcosa che è fonte di commozione e di amore. (p. 39)
*Non c'è l'uomo buono, egoista, per sé solo, ma esso è tale in relazione agli altri esseri che lo circondano; gran parte della sua qualità gli viene dal mondo in cui è visto. (p. 41)
*Non esistono nell'universo atti isolati; una parte, come in un organismo, vive del funzionamento del tutto. (p. 41)
*La grandezza di [[Dante]] è in noi certamente legata al fatto che egli ha dato la più alta e coerente rappresentazione del mondo quale poté apparire a una alta coscienza medioevale illuminata dal tomismo e al modo con cui lo stesso Poeta ha arricchito e approfondito la visione medievale del mondo con gli apporti delle più alte meditazioni e delle più impegnative esperienze. (p. 46)
== ''Storia della letteratura italiana dal Medioevo alla fine del Settecento'' ==
===Citazioni===
* Il [[Traiano Boccalini|Boccalini]] è, in generale, uno spirito conservatore, attaccato alla buona pratica della pietà e desideroso della libertà d'Italia. Ma egli è ben lontano dal farsi riformatore, rimane scettico, motteggiatore. Ha la lingua e la penna mordace, uno spirito critico assai vivace e acuto. Parla forte contro i príncipi che seguivano la ragion di stato e che cacciata via «la sapienza di amar e temer Dio con tutto il cuore» si servivano «del sacrosanto suo nome per istrumenti di cavar denari dalle mani de' popoli». (p. 437)
==Bibliografia==
*Rocco Montano, ''Arte, realtà e storia'', prefazione di Francesco Bruni, Saggi Marsilio, 2003.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori italiani|Montano, Rocco]]
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Marracash
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AnjaQantina
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[[Immagine:Marracash live.jpg|thumb|Marracash]]
'''Marracash''', pseudonimo di '''Fabio Bartolo Rizzo''' (1979 – vivente), rapper e produttore discografico italiano.
==Citazioni di Marracash==
*{{NDR|Su [[Caparezza]]}} Non ce l'ho con lui, ma trovo assurdo che venga visto in modo più intellettuale di me perché è capellone e vestito male e condanna i politici per cose che sanno anche i sassi.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cultura_e_Spettacoli/301532__il_rap_generazionale_e_un_po_misogino_del_re_marracash/?refresh_ce Il rap generazionale e un po' misogino del «re» Marracash]'', ''Il Giornale di Vicenza.it'', 29 ottobre 2011.</ref>
*Mi sembra spesso di essere due persone, dove Marracash vuole fare il figo e Fabio vuole solo stare a casa a farsi le canne. I due vanno in conrasto, spessissimo...Paolo mi ha detto che in qusto disco avevo ucciso Marracash. Ed è vero forse. Liberato di Marracash, intendo del mio background, di utta questa cosa della strada. Marracash l'ho creato io, ma poi l'ha plasmato anche la gente, non solo io...Alla fine quando poi ho scritto il disco, inconsciamente, quel lato di me che invece era molto forte in ''Status'' -che era un disco che voleva dimostrare quanto Marracash era forte, quanto Marracash era bravo a rappare, era un disco [[barocco]]-, qui invece non c'era più questa cosa. Ho scritto un disco molto più distinto, molto più emotivo: questo è forse l'elemento più di novità di questo album.<ref>Estratto dalla videointervista [https://www.youtube.com/watch?v=mkcR1SO8kfk&t=830s/ ''Personal: Marracash racconta il suo lungo silenzio, la psicoterapia e "Persona"''], pubblicata nel canale Youtube di Noisey Italia il 31 ottobre 2019 (dal mimuto 16:00). URl archiviato il [http://web.archive.org/save/https://www.youtube.com/watch?v=mkcR1SO8kfk&t=830s/ 15 dicembre 2019].</ref>
==Citazioni tratte da canzoni==
===''Marracash''===
'''Etichetta''': Universal, 2008
*''Il lavoro lo preferivo manuale | i poveri almeno ti ordinano cosa fare | i ricchi invece loro usano il plurale | prendiamo, spostiamo ed alziamo ma dopo restano a guardare''. (da ''Badabum Cha Cha'', n. 3)
*''Thermos di caffè | sei valigie in tre | so che non potrò scordarlo mai | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | qualche estate fa | salutavo i fra | e da giugno a settembre ero lì | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel.'' (da ''Bastavano le briciole'', n. 5)
*''E la tua erba è + fresca faccio sìsì con la testa | conosci a uno che pesta faccio sìsì con la testa | ieri eri il re della festa faccio sìsì con la testa | sempre una donna diversa faccio sìsì con la testa.. [...] ..Muovevi chili di erba faccio sìsì con la testa | quella c'aveva la sesta faccio sìsì con la testa | fai 100 chili in palestra faccio sìsì con la testa | e il tuo quartiere è il + gangsta faccio sìsì con la testa...'' (da ''Sì Sì Con La Testa'', n. 7)
*''...Mi suona il cella, è già sbattella | il tipo è qua sotto ed è sotto con la barella | bella! | bella! | EEEEEE EEEEEEE | prendo sù il cash e poi dico bella! | bella! | bella! | EEEEEEE EEEEEEE | do un colpo di pedivella...'' (da ''La danza della pioggia'', n. 8)
*'' E il mio fan tipo non sa che cos'è la RAM, odia i REM, beve rhum, abita vicino a un campo Rom...'' (Non confondermi)
*''Ora che hai una macchina del fumo sopra il palco | ricorda che prima avevi fumo in macchina soltanto...'' (da ''Non confondermi'')
*''Non confondermi con Fabri Fibra | io non porto sfiga | non sono un bugiardo | e non volevo fare il giornalista...'' (da ''Non confondermi'')
*''Sveglio con un after in bocca, le afte in bocca, come che ieri ci fosse stata nafta nella brocca. Come che ieri non ho portato a casa quella gnocca, non stavo in piedi come il governo senza Cosa Nostra...'' (Non confondermi)
*''Di giorno non sembra male | perché il [[quartiere]] ha il verde | ma di notte si dorme male | perché il quartiere è al verde''. (da ''Fatti un giro nel quartiere'', n. 15)
*''Lunedì al Berlin, martedì al Berlin, mercoledì eccetera eccetera ''. (da ''I ragazzi dello zoo del berlin'')
*''Mi rincresce, | ma col giornale ci incarto il pesce, | la classe dirigente teme più il Gabibbo che la legge.'' (da ''Status'')
=== ''Roccia Music Vol. 2'' ===
'''Etichetta''': Produzione indipendente, 2012.
*''Tutta la critica che a noi non ci da retta | se fai l'impegnato a meno che tu non sia [[Caparezza]].'' (da ''Parole sante'', n. 6)
*''E ora di giorno maledico di averti incontrata | il vuoto che avevo dentro si è allargato e mi ha fagocitato.'' (da ''Amore in polvere'', n. 9)
===''King del rap''===
'''Etichetta''': Universal, 2011, prodotto da [[Deleterio]].
*''Solo chi non é capace | dice che è impossibile.'' (da ''King del rap'', n. 1)
*''Pensavo che ogni uomo mente a se stesso | e la bugia aiuta a vivere meglio.'' (da ''In faccia'', n. 4)
*''È facile non fare certe scelte se nessuno te le ha offerte.'' (da ''Rapper/criminale'', n. 5)
*''Le botte fanno male, le lame sanguinare, ma le tue parole non mi possono toccare.'' (da ''rapper/criminale'',n. 5)
*''Impizzata impicciata impellicciata | che a letto non stia in pigiama | che a letto non sia impacciata '' (da ''S.E.N.I.C.A.R.'', n. 8)
*''Penso spesso che, potrei farlo | andare via di punto in bianco, cosi, altra città altro stato | potrei se avessi il coraggio.'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Qui non c'è il mito di chi si è fatto da solo | perché chi si è fatto da solo di solito è corrotto!'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Solo cliché, attacca il premier | come se quando cadrà il premier vincerà il bene | se non ci fosse di che parlerebbe?'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Chi comanda è li da sempre, e non si elegge con il voto | e prende decisione senza cuore e senza quorum!'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Lo so mia madre pensa che mi drogo pesante | la mia ragazza invece che vado assieme alle altre | io nego frà | c'hanno ragione entrambe.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Vorrei ridarvi i documenti | e bruciare i miei soldi e miei oggetti | perché ho già toccato il fondo | me ne andrei se solo ci fosse un posto.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Non c'è schiavo più grande di chi pensa di essere libero.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Tengo vicini [[Amicizia|amici]] e [[persone care]] | perché senza radici l'albero cade.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Non sai cos'è la libertà | finché non te l'han tolta | e non sembrava un occasione | finché non l'hai colta.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Mi dicono che deve arrivare da qualche parte | come se il viaggio stesso non sia importante.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Depresso scrivevano han bisogno d'aiuto | se non somiglia a nessuno devi avere un disturbo.'' (da ''Quando ero vivo'', n. 13)
*''Spararsi come confessarsi ammettere di essere anormali | e ora perdonatemi tutti i peccati.'' (da ''Quando ero vivo'', n. 13)
*''Io le ho tutte attorno come i divi al cinema | però quando chiudo gli occhi e sogno tu sei là | e mi sento solo con la mia libertà.'' (da ''Fotoromanzo'', n. 16)
===''Persona''===
'''Etichetta''': Island, 2019, prodotto da Marz, Low Kidd, TY1, Zef, Dardust, Charlie Charles, Demo Casanova, Rashaad Wiggins, Big Fish.
*''Vieni di persona, vieni vis-à-vis'' | ''Chiedi di "Persona", che è il nuovo CD'' | ''Dopo che lo ascolti dici: "Holy shit,'' | ''Come fa a costare come gli altri, che c'ha solo hit?"''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''[[w:Captain America: Civil War|Civil War]] dei rapper, Thaurus e Machete'' | ''Io sono la Svizzera, che è ricca e dove si sta bene''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''Yeah, sembra che più li mando affanculo e più mi cercano, perché è la mia ribellione che vogliono vendere''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''E se non hai niente in cui credere'' | ''Non avrai niente che puoi perdere, sì, tranne te''. (da ''Qualcosa in cui credere - Lo scheletro'', n. 2)
*''Yeah, siamo passati da quelli che benpensano'' | ''A quelli che non pensano''.<ref>Visto il titolo della traccia, Marracash si riferisce al singolo ''[[w:Quelli che benpensano|Quelli che benpensano]]'' (1997), del rapper italiano [[w:Frankie hi-nrg mc|Frankie hi-nrg mc]], da cui ha ripreso la strumentale.</ref> (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''O algoritmo che sei nei server'' | ''Manda il mio pezzo nella Top 10 e il mio video nelle tendenze'' | ''Mandami uno spot ad hoc, non so cosa comprare'' | ''Tocca i miei dati sensibili per guidarmi a votare''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Aumm a-Uma Thurman, la donna forte che un po' ti turba'' | ''Tuo figlio è in rete da quando è in culla, come Truman''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''L'ignoranza sventolata come bandiera'' | ''Il sonno della ragione vota Lega''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Salve, Salvini, se lo contesti, già se lo citi'' | ''Manda faccina e bacini, terrapiattisti, privi di senso, sì, come i testi nell'indie''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Appartengo e io ci tengo, se prometto, poi mantengo'' | ''Appartieni se ci tieni, tu prometti e poi mantieni''.<ref>Sono stati ripresi i versi del ritornello di [[w:T'appartengo (singolo)|T'appartengo]] (1994), di [[w:Ambra Angiolini|Ambra Angiolini]].</ref> (da ''Appartengo - Il sangue'', n. 4)
*''Lasciami in pace perché'' | ''Sono un ragazzo di strada'' | ''E tu ti prendi gioco di me'' | ''Io sono un poco di buono''.<ref>I versi sono stati ripresi dal singolo de [[w:I Corvi (gruppo musicale)|I Corvi]] ''[[w:Un ragazzo di strada/Datemi una lacrima per piangere|Un ragazzo di strada]]'' (1966).</ref> (da ''Poco di buono - Il fegato'', n. 5)
*''Sono strano, ma col cazzo che mi sparo, Cobain''. (da ''Poco di buono - Il fegato'', n. 5)
*''Lei che mi messaggia alle 2:22'' | ''E io non so se starci dentro o uscirne come l'UK dalla UE''. (da ''Bravi a cadere - I polmoni'', n. 6)
*''Chiuso in casa finché non ci muori, tipo [[w:Hikikomori|Hikikomori]]''| ''Cambia spacciatore, le pastiglie ai i freni inibitori''. (da ''Non sono Marra - La pelle'', n. 7)
*''Io le ho detto: "Le relazioni sono una truffa"'' | ''Mi ha risposto: "L'essere umano è una truffa"''. (da ''Non sono Marra - La pelle'', n. 7)
*''Io mezzo uomo, mezzo animale, Dio egizio''. (da ''Supreme - L'ego'', n. 8)
*''Lancio la pietra e nascondo il reato, gli organi miei contro quelli di Stato''. (da ''Supreme - L'ego'', n. 8)
*''Io corro perché il tempo corre, tic-tac'' | ''Mi voglio imporre, [[w:diktat|diktat]], 100.000 euro in un Invicta''. (da ''Sport - I muscoli'', n. 9)
*''Un plug chiama la figlia Molly, colmo dei colmi''. (da ''Sport - I muscoli'', n. 9)
*''Le entro dentro come un [[w:Trojan (informatica)|trojan]], la tua lei, che troia, il mio flow, [[w:Giorgio Petrosyan|Petrosyan]]''. (da ''Da buttare - Il ca**o'', n. 10)
*''Dice, dice, ma è una predatrice, prima stordisce la preda'' | ''Lui reagisce, però non capisce che lentamente si è presa tutto''. (da ''Crudelia - I nervi'', n. 11)
*''Ti ho dato l'anima e invece te'' | ''Mi hai dato solo il tuo corpo''. (da ''Crudelia - I nervi'', n. 11)
*''Se la depressione cala, è una nebbia fitta'' | ''Non è né noia, né dolore'' | ''Ma la sensazione che'' | ''Non ci sia un noi, non ci sia un dove''. (da ''G.O.A.T - Il cuore'', n. 12)
*''So che ti ho tradito tante volte'' | ''Ti spingevo ad essere altre donne''. (da ''Madame - L'anima'', n. 13)
*''Le cose care sono solo cose care'' | ''Raramente diventano care cose''. (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Sono Tony al ristorante che dice: "È tutto qui?'' | ''È per questo che ho fatto questa fatica?"'' | ''Sono Manny che gli risponde che, in fondo, tutto questo niente'' | ''È meglio del niente che aveva prima''.<ref>Citazione al film [[w:Scarface (film 1983)|Scarface]] (1983), regia di Brian De Palma</ref> (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Scalatrici bucano la scorza'' | ''Tipo che se tu dai loro corda'' | ''Poi si ripresentano con chiodi e piccozza''. (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Quest'estinzione eclatante'' | ''Andrà un po' come tutte le altre'' | ''I ricchi andranno su Marte'' | ''O su una stazione orbitante'' | ''I medi andranno in guerra a difendere ciò che hanno'' | ''Ai poveri forse non cambierebbe più di tanto''. (da ''Greta Thunberg - Lo stomaco'', n. 15)
===''Noi, Loro, Gli Altri''===
'''Etichetta''': Island, 2021, prodotto da Marz, Dumbo Gets Mad, Granato, Michelangelo, Zef.
*''L'amore? L'amore di cui parla | Cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla? | Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un'altra | Ho quarant'anni e mai visto un legame che rimanga | Un amore materno, viscoso, non mi serve, non lo voglio | Per me è solo un modo per nascondersi dal mondo | Tuo fratello ha due bambini splendidi, non li avrai mai | Nessuno ti aspetta, si fotte di come stai | Anche questo, tutto questo | Volevo davvero questo? Tutta la vita che ci penso | Forse non credo più al prodotto che vendo | Che paradosso, no? Che io per essere me stesso | Sia costretto a andare dove non mi riconosco''. (da ''Dubbi'', n. 7)<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2021/11/19/marracash-noi-loro-gli-altri/ ilpost.it]'', 19 novembre 2021.</ref>
==Collaborazioni==
{{collaborazioni}}
*[[Fabri Fibra]]
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Club Dogo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Rapper italiani]]
[[Categoria:Produttori discografici italiani]]
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2022-08-23T20:16:27Z
AnjaQantina
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{{wikificare|le tracce non corrispondono}}
[[Immagine:Marracash live.jpg|thumb|Marracash]]
'''Marracash''', pseudonimo di '''Fabio Bartolo Rizzo''' (1979 – vivente), rapper e produttore discografico italiano.
==Citazioni di Marracash==
*{{NDR|Su [[Caparezza]]}} Non ce l'ho con lui, ma trovo assurdo che venga visto in modo più intellettuale di me perché è capellone e vestito male e condanna i politici per cose che sanno anche i sassi.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cultura_e_Spettacoli/301532__il_rap_generazionale_e_un_po_misogino_del_re_marracash/?refresh_ce Il rap generazionale e un po' misogino del «re» Marracash]'', ''Il Giornale di Vicenza.it'', 29 ottobre 2011.</ref>
*Mi sembra spesso di essere due persone, dove Marracash vuole fare il figo e Fabio vuole solo stare a casa a farsi le canne. I due vanno in conrasto, spessissimo...Paolo mi ha detto che in qusto disco avevo ucciso Marracash. Ed è vero forse. Liberato di Marracash, intendo del mio background, di utta questa cosa della strada. Marracash l'ho creato io, ma poi l'ha plasmato anche la gente, non solo io...Alla fine quando poi ho scritto il disco, inconsciamente, quel lato di me che invece era molto forte in ''Status'' -che era un disco che voleva dimostrare quanto Marracash era forte, quanto Marracash era bravo a rappare, era un disco [[barocco]]-, qui invece non c'era più questa cosa. Ho scritto un disco molto più distinto, molto più emotivo: questo è forse l'elemento più di novità di questo album.<ref>Estratto dalla videointervista [https://www.youtube.com/watch?v=mkcR1SO8kfk&t=830s/ ''Personal: Marracash racconta il suo lungo silenzio, la psicoterapia e "Persona"''], pubblicata nel canale Youtube di Noisey Italia il 31 ottobre 2019 (dal mimuto 16:00). URl archiviato il [http://web.archive.org/save/https://www.youtube.com/watch?v=mkcR1SO8kfk&t=830s/ 15 dicembre 2019].</ref>
==Citazioni tratte da canzoni==
===''Marracash''===
'''Etichetta''': Universal, 2008
*''Il lavoro lo preferivo manuale | i poveri almeno ti ordinano cosa fare | i ricchi invece loro usano il plurale | prendiamo, spostiamo ed alziamo ma dopo restano a guardare''. (da ''Badabum Cha Cha'', n. 3)
*''Thermos di caffè | sei valigie in tre | so che non potrò scordarlo mai | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | qualche estate fa | salutavo i fra | e da giugno a settembre ero lì | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel, | (bastavano le briciole) | andavo giù in Sicilia in Uno Diesel.'' (da ''Bastavano le briciole'', n. 5)
*''E la tua erba è + fresca faccio sìsì con la testa | conosci a uno che pesta faccio sìsì con la testa | ieri eri il re della festa faccio sìsì con la testa | sempre una donna diversa faccio sìsì con la testa.. [...] ..Muovevi chili di erba faccio sìsì con la testa | quella c'aveva la sesta faccio sìsì con la testa | fai 100 chili in palestra faccio sìsì con la testa | e il tuo quartiere è il + gangsta faccio sìsì con la testa...'' (da ''Sì Sì Con La Testa'', n. 7)
*''...Mi suona il cella, è già sbattella | il tipo è qua sotto ed è sotto con la barella | bella! | bella! | EEEEEE EEEEEEE | prendo sù il cash e poi dico bella! | bella! | bella! | EEEEEEE EEEEEEE | do un colpo di pedivella...'' (da ''La danza della pioggia'', n. 8)
*'' E il mio fan tipo non sa che cos'è la RAM, odia i REM, beve rhum, abita vicino a un campo Rom...'' (Non confondermi)
*''Ora che hai una macchina del fumo sopra il palco | ricorda che prima avevi fumo in macchina soltanto...'' (da ''Non confondermi'')
*''Non confondermi con Fabri Fibra | io non porto sfiga | non sono un bugiardo | e non volevo fare il giornalista...'' (da ''Non confondermi'')
*''Sveglio con un after in bocca, le afte in bocca, come che ieri ci fosse stata nafta nella brocca. Come che ieri non ho portato a casa quella gnocca, non stavo in piedi come il governo senza Cosa Nostra...'' (Non confondermi)
*''Di giorno non sembra male | perché il [[quartiere]] ha il verde | ma di notte si dorme male | perché il quartiere è al verde''. (da ''Fatti un giro nel quartiere'', n. 15)
*''Lunedì al Berlin, martedì al Berlin, mercoledì eccetera eccetera ''. (da ''I ragazzi dello zoo del berlin'')
*''Mi rincresce, | ma col giornale ci incarto il pesce, | la classe dirigente teme più il Gabibbo che la legge.'' (da ''Status'')
=== ''Roccia Music Vol. 2'' ===
'''Etichetta''': Produzione indipendente, 2012.
*''Tutta la critica che a noi non ci da retta | se fai l'impegnato a meno che tu non sia [[Caparezza]].'' (da ''Parole sante'', n. 6)
*''E ora di giorno maledico di averti incontrata | il vuoto che avevo dentro si è allargato e mi ha fagocitato.'' (da ''Amore in polvere'', n. 9)
===''King del rap''===
'''Etichetta''': Universal, 2011, prodotto da [[Deleterio]].
*''Solo chi non é capace | dice che è impossibile.'' (da ''King del rap'', n. 1)
*''Pensavo che ogni uomo mente a se stesso | e la bugia aiuta a vivere meglio.'' (da ''In faccia'', n. 4)
*''È facile non fare certe scelte se nessuno te le ha offerte.'' (da ''Rapper/criminale'', n. 5)
*''Le botte fanno male, le lame sanguinare, ma le tue parole non mi possono toccare.'' (da ''rapper/criminale'',n. 5)
*''Impizzata impicciata impellicciata | che a letto non stia in pigiama | che a letto non sia impacciata '' (da ''S.E.N.I.C.A.R.'', n. 8)
*''Penso spesso che, potrei farlo | andare via di punto in bianco, cosi, altra città altro stato | potrei se avessi il coraggio.'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Qui non c'è il mito di chi si è fatto da solo | perché chi si è fatto da solo di solito è corrotto!'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Solo cliché, attacca il premier | come se quando cadrà il premier vincerà il bene | se non ci fosse di che parlerebbe?'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Chi comanda è li da sempre, e non si elegge con il voto | e prende decisione senza cuore e senza quorum!'' (da ''Sabbie mobili'', n. 9)
*''Lo so mia madre pensa che mi drogo pesante | la mia ragazza invece che vado assieme alle altre | io nego frà | c'hanno ragione entrambe.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Vorrei ridarvi i documenti | e bruciare i miei soldi e miei oggetti | perché ho già toccato il fondo | me ne andrei se solo ci fosse un posto.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Non c'è schiavo più grande di chi pensa di essere libero.'' (da ''Né cura, né luogo'', n. 11)
*''Tengo vicini [[Amicizia|amici]] e [[persone care]] | perché senza radici l'albero cade.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Non sai cos'è la libertà | finché non te l'han tolta | e non sembrava un occasione | finché non l'hai colta.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Mi dicono che deve arrivare da qualche parte | come se il viaggio stesso non sia importante.'' (da ''Prova a prendermi'', n. 12)
*''Depresso scrivevano han bisogno d'aiuto | se non somiglia a nessuno devi avere un disturbo.'' (da ''Quando ero vivo'', n. 13)
*''Spararsi come confessarsi ammettere di essere anormali | e ora perdonatemi tutti i peccati.'' (da ''Quando ero vivo'', n. 13)
*''Io le ho tutte attorno come i divi al cinema | però quando chiudo gli occhi e sogno tu sei là | e mi sento solo con la mia libertà.'' (da ''Fotoromanzo'', n. 16)
===''Persona''===
'''Etichetta''': Island, 2019, prodotto da Marz, Low Kidd, TY1, Zef, Dardust, Charlie Charles, Demo Casanova, Rashaad Wiggins, Big Fish.
*''Vieni di persona, vieni vis-à-vis'' | ''Chiedi di "Persona", che è il nuovo CD'' | ''Dopo che lo ascolti dici: "Holy shit,'' | ''Come fa a costare come gli altri, che c'ha solo hit?"''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''[[w:Captain America: Civil War|Civil War]] dei rapper, Thaurus e Machete'' | ''Io sono la Svizzera, che è ricca e dove si sta bene''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''Yeah, sembra che più li mando affanculo e più mi cercano, perché è la mia ribellione che vogliono vendere''. (da ''Body Parts - I denti'', n. 1)
*''E se non hai niente in cui credere'' | ''Non avrai niente che puoi perdere, sì, tranne te''. (da ''Qualcosa in cui credere - Lo scheletro'', n. 2)
*''Yeah, siamo passati da quelli che benpensano'' | ''A quelli che non pensano''.<ref>Visto il titolo della traccia, Marracash si riferisce al singolo ''[[w:Quelli che benpensano|Quelli che benpensano]]'' (1997), del rapper italiano [[w:Frankie hi-nrg mc|Frankie hi-nrg mc]], da cui ha ripreso la strumentale.</ref> (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''O algoritmo che sei nei server'' | ''Manda il mio pezzo nella Top 10 e il mio video nelle tendenze'' | ''Mandami uno spot ad hoc, non so cosa comprare'' | ''Tocca i miei dati sensibili per guidarmi a votare''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Aumm a-Uma Thurman, la donna forte che un po' ti turba'' | ''Tuo figlio è in rete da quando è in culla, come Truman''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''L'ignoranza sventolata come bandiera'' | ''Il sonno della ragione vota Lega''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Salve, Salvini, se lo contesti, già se lo citi'' | ''Manda faccina e bacini, terrapiattisti, privi di senso, sì, come i testi nell'indie''. (da ''Quelli che non pensano - Il cervello'', n. 3)
*''Appartengo e io ci tengo, se prometto, poi mantengo'' | ''Appartieni se ci tieni, tu prometti e poi mantieni''.<ref>Sono stati ripresi i versi del ritornello di [[w:T'appartengo (singolo)|T'appartengo]] (1994), di [[w:Ambra Angiolini|Ambra Angiolini]].</ref> (da ''Appartengo - Il sangue'', n. 4)
*''Lasciami in pace perché'' | ''Sono un ragazzo di strada'' | ''E tu ti prendi gioco di me'' | ''Io sono un poco di buono''.<ref>I versi sono stati ripresi dal singolo de [[w:I Corvi (gruppo musicale)|I Corvi]] ''[[w:Un ragazzo di strada/Datemi una lacrima per piangere|Un ragazzo di strada]]'' (1966).</ref> (da ''Poco di buono - Il fegato'', n. 5)
*''Sono strano, ma col cazzo che mi sparo, Cobain''. (da ''Poco di buono - Il fegato'', n. 5)
*''Lei che mi messaggia alle 2:22'' | ''E io non so se starci dentro o uscirne come l'UK dalla UE''. (da ''Bravi a cadere - I polmoni'', n. 6)
*''Chiuso in casa finché non ci muori, tipo [[w:Hikikomori|Hikikomori]]''| ''Cambia spacciatore, le pastiglie ai i freni inibitori''. (da ''Non sono Marra - La pelle'', n. 7)
*''Io le ho detto: "Le relazioni sono una truffa"'' | ''Mi ha risposto: "L'essere umano è una truffa"''. (da ''Non sono Marra - La pelle'', n. 7)
*''Io mezzo uomo, mezzo animale, Dio egizio''. (da ''Supreme - L'ego'', n. 8)
*''Lancio la pietra e nascondo il reato, gli organi miei contro quelli di Stato''. (da ''Supreme - L'ego'', n. 8)
*''Io corro perché il tempo corre, tic-tac'' | ''Mi voglio imporre, [[w:diktat|diktat]], 100.000 euro in un Invicta''. (da ''Sport - I muscoli'', n. 9)
*''Un plug chiama la figlia Molly, colmo dei colmi''. (da ''Sport - I muscoli'', n. 9)
*''Le entro dentro come un [[w:Trojan (informatica)|trojan]], la tua lei, che troia, il mio flow, [[w:Giorgio Petrosyan|Petrosyan]]''. (da ''Da buttare - Il ca**o'', n. 10)
*''Dice, dice, ma è una predatrice, prima stordisce la preda'' | ''Lui reagisce, però non capisce che lentamente si è presa tutto''. (da ''Crudelia - I nervi'', n. 11)
*''Ti ho dato l'anima e invece te'' | ''Mi hai dato solo il tuo corpo''. (da ''Crudelia - I nervi'', n. 11)
*''Se la depressione cala, è una nebbia fitta'' | ''Non è né noia, né dolore'' | ''Ma la sensazione che'' | ''Non ci sia un noi, non ci sia un dove''. (da ''G.O.A.T - Il cuore'', n. 12)
*''So che ti ho tradito tante volte'' | ''Ti spingevo ad essere altre donne''. (da ''Madame - L'anima'', n. 13)
*''Le cose care sono solo cose care'' | ''Raramente diventano care cose''. (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Sono Tony al ristorante che dice: "È tutto qui?'' | ''È per questo che ho fatto questa fatica?"'' | ''Sono Manny che gli risponde che, in fondo, tutto questo niente'' | ''È meglio del niente che aveva prima''.<ref>Citazione al film [[w:Scarface (film 1983)|Scarface]] (1983), regia di Brian De Palma</ref> (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Scalatrici bucano la scorza'' | ''Tipo che se tu dai loro corda'' | ''Poi si ripresentano con chiodi e piccozza''. (da ''Tutto questo niente - Gli occhi'', n. 14)
*''Quest'estinzione eclatante'' | ''Andrà un po' come tutte le altre'' | ''I ricchi andranno su Marte'' | ''O su una stazione orbitante'' | ''I medi andranno in guerra a difendere ciò che hanno'' | ''Ai poveri forse non cambierebbe più di tanto''. (da ''Greta Thunberg - Lo stomaco'', n. 15)
===''Noi, Loro, Gli Altri''===
'''Etichetta''': Island, 2021, prodotto da Marz, Dumbo Gets Mad, Granato, Michelangelo, Zef.
*''L'amore? L'amore di cui parla | Cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla? | Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un'altra | Ho quarant'anni e mai visto un legame che rimanga | Un amore materno, viscoso, non mi serve, non lo voglio | Per me è solo un modo per nascondersi dal mondo | Tuo fratello ha due bambini splendidi, non li avrai mai | Nessuno ti aspetta, si fotte di come stai | Anche questo, tutto questo | Volevo davvero questo? Tutta la vita che ci penso | Forse non credo più al prodotto che vendo | Che paradosso, no? Che io per essere me stesso | Sia costretto a andare dove non mi riconosco''. (da ''Dubbi'', n. 7)<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2021/11/19/marracash-noi-loro-gli-altri/ ilpost.it]'', 19 novembre 2021.</ref>
==Collaborazioni==
{{collaborazioni}}
*[[Fabri Fibra]]
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Club Dogo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Marracash (album)|''Marracash''|}}
{{Pedia|King del rap}}
{{Pedia|Persona (Marracash)|''Persona''|}}
{{Pedia|Noi, loro, gli altri|''Noi, Loro, Gli Altri''|}}
[[Categoria:Rapper italiani]]
[[Categoria:Produttori discografici italiani]]
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Eva contro Eva
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wikitext
text/x-wiki
{{Film
|dimensioneimmagine= 200
|immagine= Bette Davis in All About Eve trailer.jpg
|didascalia= Bette Davis in un fotogramma del film
|titoloitaliano = Eva contro Eva
|titolooriginale = All About Eve
|paese= Usa
|anno = 1950
|genere = Commedia, drammatico
|regista = [[Joseph L. Mankiewicz]]
|soggetto = [[Mary Orr]] (romanzo)
|sceneggiatore = [[Joseph L. Mankiewicz]]
|attori =
* [[Bette Davis]]: Margo Channing
* [[Anne Baxter]]: Eve Harrington
* [[George Sanders]]: Addison DeWitt
* [[Celeste Holm]]: Karen Richards
* [[Gary Merrill]]: Bill Sampson
* [[Hugh Marlowe]]: Lloyd Richards
* [[Gregory Ratoff]]: Max Fabian
* [[Thelma Ritter]]: Birdie Coonan
* [[Marilyn Monroe]]: Miss Claudia Casswell
* [[Barbara Bates]]: Phoebe
* [[Walter Hampden]]: attore anziano
* [[Randy Stuart]]: ragazza
* [[Craig Hill]]:
* [[Leland Harris]]: Doorman
* [[Barbara White]]: cacciatrice d'autografi
* [[Eddie Fisher]]: manager
* [[William Pullen]]: commesso
* [[Claude Stroud]]: pianista
* [[Eugene Borden]]:
* [[Helen Mowery]]: reporter
* [[Steve Geray]]: capocameriere
|note =
* Vincitore di 6 '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premi Oscar]] (1951)''':
** Miglior film
** Miglior regia
** Miglior attore non protagonista - [[George Sanders]]
** Miglior sceneggiatura non originale
** Migliori costumi
** Miglior sonoro
* Ha ricevuto 14 nominations agli Oscar, record tutt'ora imbattuto.
}}
'''''Eva contro Eva''''', film statunitense del 1950 con [[Bette Davis]], [[Anne Baxter]], [[George Sanders]], [[Thelma Ritter]] e [[Marilyn Monroe]], regia di [[Joseph L. Mankiewicz]].
==Frasi==
*Prendete il salvagente... Questa sera c'è aria di [[burrasca]]! ('''Margo Channing''')
:''Fasten your seat belts. It's going to be a bumpy night.''<ref>Dopo un sondaggio tenuto negli USA nel 2005 dall'[[w:American Film Institute|American Film Institute]], che è andato a comporre l'''[[w:AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes|AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes]]'', questa citazione è stata inserita al nono posto nella classifica AFI delle cento battute più celebri della storia del cinema.</ref>
==Dialoghi==
{{Cronologico}}
*'''Eva Harrington''': Da bambina vivevo in campagna. Sono del Wisconsin. Eravamo mamma, papà e io. Ero figlia unica. Da piccola mi piaceva inventare le favole e recitarle a me stessa. Cose da bimbi, è naturale... ma quel mondo fantasioso e irreale cominciò a poco a poco a riempirmi la vita. Finii col confondere la verità con il sogno... al punto che era quest'ultimo a sembrarmi reale. Sto dicendo molte sciocchezze, vi pare? <br/> '''Lloyd Richards''': Niente affatto. <br/> '''Eva Harrington''': La campagna rendeva poco allora. Papà era un contadino, era povero. Dovetti dare un aiuto. Lasciai gli studi e andai a Milwaukee. Mi impiegai in una... fabbrica di birra. Quando si è in una fabbrica di birra è difficile coltivare le proprie aspirazioni. Non c'è che birra! Non era piacevole ma ero utile ai miei. E poi c'era una piccola filodrammatica, una goccia d'acqua nel deserto. Fu lì che conobbi Eddie. Era un radiotecnico. Demmo quattro recite di ''Liliom''. Recitai malissimo. Poi venne la guerra e ci sposammo. Eddie era tenente pilota. Lo mandarono nel Pacifico. Lei era nel Genio aeronautico, vero, signor Richards? Lo dice la sua biografia. Poi, partito Eddie, tornai alla fabbrica di birra. Lui mi scriveva ogni lunedì. Un giorno mi scrisse che sarebbe venuto in licenza. Presi il denaro che avevo risparmiato e andai a San Francisco a incontrarlo. Ma Eddie non venne. Mi rispedirono un telegramma da Milwaukee. Veniva da Washington. E comunicava che... Eddie non sarebbe più tornato. Eddie era morto. Decisi di restare a San Francisco. Ero sola. Non potevo tornare senza Eddie. Trovai il lavoro e mi aiutavo con la pensione. E non pensavo quasi più al teatro. Poi, una sera, Margo Channing interpretò ''Rimembranze''. Andai a vederla. E ora... eccomi qua.
*'''Eva Harrington''': Perché sei il regista più brillante e ricercato del teatro? <br/> '''Bill Sampson''': Il teatro, il teatro! Ma perché si deve credere che il teatro esista solo nell'interno di alcuni bruttissimi edifici ammassati nel cuore di New York, o di Londra, di Parigi, o di Roma? Ascolta, piccola, e impara. Vuoi sapere che cos'è il teatro? È il circo equestre... ed è l'opera. Sono i rodei, i varietà, i balletti, le danze dei selvaggi, Pulcinella, il cantastorie... tutto è teatro. Dovunque ci sia magia, fantasia e pubblico c'è teatro. [[Topolino]], [[Henrik Ibsen|Ibsen]] e i drammi gialli... [[Sarah Bernhardt]] e i cani ammaestrati... [[Gianni e Pinotto]] e Betty Grable. Ermete Zacconi, [[Eleonora Duse]]... tutto teatro! Non puoi capirli tutti. Non tutti ti piacciono, è logico. Il teatro si fa per tutti, anche per te. Ma non solo per te. Perciò non puoi disapprovarlo. Non sarà forse il tuo teatro ma è teatro per tanti altri come te. <br/> '''Eva Harrington''': Ho solo... fatto una domanda. <br/> '''Bill Sampson''': E io sono partito all'attacco. Non te la prendere, piccola, non volevo offenderti. Ma s'è creata una tale atmosfera di snobismo attorno a questo sacrario che chiamano teatro che certe volte mi pare che mi soffochi.
*'''Margo Channing''': Pensavo a Eva... l'ho trattata veramente male, povera ragazza. <br/> '''Karen Richards''': Sì, ma... <br/> '''Margo Channing''': È inutile cercare scuse, quando ho veramente tutti i torti. Devo ammettere che sono stata troppo urtata da... non so, dal fatto che è così giovane, così fragile, così indifesa... che è tutto ciò che vorrei essere io per Bill. Che cosa strana la carriera di un'attrice. Si lascian cadere tante cose per arrivare più presto in cima alla scala. Non si pensa che se ne avrà bisogno quando si vorrà tornare ad esser donne. È la sola aspirazione che tutte abbiamo in comune: essere soltanto donne, essere amate. È questa la sola cosa che conta. Anche se la fortuna e il successo ci ha arriso, sentiamo che non vale averli raggiunti se quando si alzano gli occhi dal piatto o ci si rigira nel letto lui non c'è. Senza lui non si è una donna. Si è un essere con una casa ben arredata e... e un album pieno di buone critiche. Ma non si è una donna. Cala il sipario. Fine.
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film commedia]]
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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San Giovanni decollato
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|regista= [[Amleto Palermi]]
|soggetto= [[Nino Martoglio]]
|sceneggiatore= [[Amleto Palermi]], [[Aldo Vergano]], [[Cesare Zavattini]]
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*[[Totò]]: Mastro Agostino
*[[Titina De Filippo]]: Concetta, la moglie
*[[Silvana Jachino]]: Serafina, la figlia
*[[Franco Coop]]: don Raffaele, il barbiere
*[[Osvaldo Genazzani]]: Giorgio Maria Santapola, il fidanzato di Serafina
*[[Bella Starace Sainati]]: nonna Provvidenza
*[[Eduardo Passarelli]]: Orazio, il lampionario
*[[Augusto Di Giovanni]]: don Peppino Esposito
|note=
}}
'''''San Giovanni decollato''''', film italiano del 1940 con [[Totò]], regia di [[Amleto Palermi]].
==Frasi==
*Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere. ('''Mastro Agostino''')
*{{NDR|dopo aver litigato con la moglie}} San Giovanni mio, San Giovanni mio carissimo, vedete come trattano e vilipendono il vostro più devoto suddito? Vi ho chiesto forse un palazzo? No. Una quaderna? No. Un terno? No. E allora, che cosa vi ho chiesto io? Una bazzecola, una pinzellacchera, una quisquiglia, una sciocchezzuola: quella di far cadere la lingua a mia moglie. ('''Mastro Agostino''')
*Lo stomaco mi funziona benissimo: non ho appetito perché sono dissidente. ('''Mastro Agostino''')
*Non so leggere, ma intuisco. ('''Mastro Agostino''')
*''Cresce e matura il grano, cresce la gioventù''/''Crescono piano piano i baffetti all'insù/Nasce così l'amore, se lo coltivi tu/Cresce come un bel fiore, ogni giorno di più/Ndirulella, ndirulella, cresci anche tu/Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera/per aumentare la famiglia di papà/Chi cerca trova, puoi trovare una pantera/ma se sai fare 'beeh', una pecora sarà/ E gira e rigira amore ti sospira, vita se ne va/ Non fare il pignuolo, poi rimani solo con le mani in man/ Quando hai vent'anni ti ci vuole la mogliera/ con il pelo viene il vizio ma lo sposalizio te lo leverà''. ('''Mastro Agostino''') {{NDR|canta ''La mazurka dei vent'anni''}}
*''In primis et antimonio'' una scarpa fine si fa di capretto o di vitellino di latte. Questa è la madre del vitello, chiamata volgarmente vacchetta. ''Secondis'', questa tinta è fatta col vitriuolo, sì, vitriuolo, e difatti un signore appena sopra vi poggia il dito del pipistrello della mano se lo sporca, se lo annirifica. ''Terzis'', questa suola non è battuta a dovere e difatti dopo un giorno o due di marcia o di camminamento a piedi mette fuori la lingua come un cane da caccia. Ancora due parole, non ho finito verbo. Gli elastici sono di cotone e non di seta, e perciò cedono, vedi che cedono? La tramezza è usata, fraudolente. I punti di questo guardione sono dati con la zappa e non con la lesina, dico lesina. Ed infine, mio caro amico, le solette interne, guarda, sono di cartone e non di pelle. Perciò, mio carissimo signor ciabattino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista, che è meglio. ''Rimembris omnibus'', cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa, ostregheta! ('''Mastro Agostino Miciacio''')
==Dialoghi==
*'''Giorgio Maria Santapola''': Cantate, cantate pure! Lo sbaglio mio è stato di rivolgermi a un maleducato come voi! <br/>'''Mastro Agostino''': Io son maleducato, ma voi siete un facchino! <br /> '''Giorgio Maria Santapola''': Maleducato! Dieci volte maleducato! <br /> '''Mastro Agostino''': Facchino! Dieci volte facchino! Anzi, facchinissimo!Superfacchino! {{NDR|Attacca a sbraitare}} Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera! Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera!
*'''Don Peppino''': Vi faccio fare la fine di San Giovanni decollato. <br/>'''Mastro Agostino''': Ma quello era un santo, io non sono degno.
*'''Don Peppino Esposito''': Ditemi che non è vero! Ditemi che non è vero!<br />'''Mastro Agostino''': Non è vero! Ma è vero!
*'''Don Peppino Esposito''': Ma a Don Peppino Esposito chi glielo dice imbecille?<br />'''Don Raffaele''': Io!<br />'''Don Peppino Esposito''': Come sarebbe?<br />'''Don Raffaele''': Volevo dire Io no!
*'''Don Peppino Esposito''': Giù la testa!<br />'''Mastro Agostino''': Ma che giù la testa, giù la maschera! Guappo di cartone!
==Altri progetti==
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*[[Totò]]: Mastro Agostino
*[[Titina De Filippo]]: Concetta, la moglie
*[[Silvana Jachino]]: Serafina, la figlia
*[[Franco Coop]]: don Raffaele, il barbiere
*[[Osvaldo Genazzani]]: Giorgio Maria Santapola, il fidanzato di Serafina
*[[Bella Starace Sainati]]: nonna Provvidenza
*[[Eduardo Passarelli]]: Orazio, il lampionario
*[[Augusto Di Giovanni]]: don Peppino Esposito
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}}
'''''San Giovanni decollato''''', film italiano del 1940 con [[Totò]], regia di [[Amleto Palermi]].
==Frasi==
*Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere. ('''Mastro Agostino''')
*{{NDR|dopo aver litigato con la moglie}} San Giovanni mio, San Giovanni mio carissimo, vedete come trattano e vilipendono il vostro più devoto suddito? Vi ho chiesto forse un palazzo? No. Una quaderna? No. Un terno? No. E allora, che cosa vi ho chiesto io? Una bazzecola, una pinzellacchera, una quisquiglia, una sciocchezzuola: quella di far cadere la lingua a mia moglie. ('''Mastro Agostino''')
*Lo stomaco mi funziona benissimo: non ho appetito perché sono dissidente. ('''Mastro Agostino''')
*Non so leggere, ma intuisco. ('''Mastro Agostino''')
*''Cresce e matura il grano, cresce la gioventù''/''Crescono piano piano i baffetti all'insù/Nasce così l'amore, se lo coltivi tu/Cresce come un bel fiore, ogni giorno di più/Ndirulella, ndirulella, cresci anche tu/Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera/per aumentare la famiglia di papà/Chi cerca trova, puoi trovare una pantera/ma se sai fare 'beeh', una pecora sarà/ E gira e rigira amore ti sospira, vita se ne va/ Non fare il pignuolo, poi rimani solo con le mani in man/ Quando hai vent'anni ti ci vuole la mogliera/ con il pelo viene il vizio ma lo sposalizio te lo leverà''. ('''Mastro Agostino''') {{NDR|canta ''La mazurka dei vent'anni''}}
*''In primis et antimonio'' una scarpa fine si fa di capretto o di vitellino di latte. Questa è la madre del vitello, chiamata volgarmente vacchetta. ''Secondis'', questa tinta è fatta col vitriuolo, sì, vitriuolo, e difatti un signore appena sopra vi poggia il dito del pipistrello della mano se lo sporca, se lo annirifica. ''Terzis'', questa suola non è battuta a dovere e difatti dopo un giorno o due di marcia o di camminamento a piedi mette fuori la lingua come un cane da caccia. Ancora due parole, non ho finito verbo. Gli elastici sono di cotone e non di seta, e perciò cedono, vedi che cedono? La tramezza è usata, fraudolente. I punti di questo guardione sono dati con la zappa e non con la lesina, dico lesina. Ed infine, mio caro amico, le solette interne, guarda, sono di cartone e non di pelle. Perciò, mio carissimo signor ciabattino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista, che è meglio. ''Rimembris omnibus'', cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa, ostregheta! ('''Mastro Agostino Miciacio''')
==Dialoghi==
*'''Giorgio Maria Santapola''': {{NDR|affacciandosi dalla finestra, dopo aver inutilmente richiesto un pò di silenzio per studiare}} Cantate, cantate pure! Lo sbaglio mio è stato di rivolgermi a un maleducato come voi! <br/>'''Mastro Agostino''': Io son maleducato, ma voi siete un facchino! <br /> '''Giorgio Maria Santapola''': Maleducato! Dieci volte maleducato! <br /> '''Mastro Agostino''': Facchino! Dieci volte facchino! Anzi, facchinissimo! Superfacchino! {{NDR|si rimette a cantare, assumendo un tono più petulante}} Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera! Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera!
*'''Don Peppino''': Vi faccio fare la fine di San Giovanni decollato. <br/>'''Mastro Agostino''': Ma quello era un santo, io non sono degno.
*'''Don Peppino Esposito''': Ditemi che non è vero! Ditemi che non è vero!<br />'''Mastro Agostino''': Non è vero! Ma è vero!
*'''Don Peppino Esposito''': Ma a Don Peppino Esposito chi glielo dice imbecille?<br />'''Don Raffaele''': Io!<br />'''Don Peppino Esposito''': Come sarebbe?<br />'''Don Raffaele''': Volevo dire Io no!
*'''Don Peppino Esposito''': Giù la testa!<br />'''Mastro Agostino''': Ma che giù la testa, giù la maschera! Guappo di cartone!
==Altri progetti==
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|regista= [[Amleto Palermi]]
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|sceneggiatore= [[Amleto Palermi]], [[Aldo Vergano]], [[Cesare Zavattini]]
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*[[Totò]]: Mastro Agostino
*[[Titina De Filippo]]: Concetta, la moglie
*[[Silvana Jachino]]: Serafina, la figlia
*[[Franco Coop]]: don Raffaele, il barbiere
*[[Osvaldo Genazzani]]: Giorgio Maria Santapola, il fidanzato di Serafina
*[[Bella Starace Sainati]]: nonna Provvidenza
*[[Eduardo Passarelli]]: Orazio, il lampionario
*[[Augusto Di Giovanni]]: don Peppino Esposito
|note=
}}
'''''San Giovanni decollato''''', film italiano del 1940 con [[Totò]], regia di [[Amleto Palermi]].
==Frasi==
*Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere. ('''Mastro Agostino''')
*('''dopo aver litigato con la moglie''') San Giovanni mio, San Giovanni mio carissimo, vedete come trattano e vilipendono il vostro più devoto suddito? Vi ho chiesto forse un palazzo? No. Una quaderna? No. Un terno? No. E allora, che cosa vi ho chiesto io? Una bazzecola, una pinzellacchera, una quisquiglia, una sciocchezzuola: quella di far cadere la lingua a mia moglie. ('''Mastro Agostino''')
*Lo stomaco mi funziona benissimo: non ho appetito perché sono dissidente. ('''Mastro Agostino''')
*Non so leggere, ma intuisco. ('''Mastro Agostino''')
*''Cresce e matura il grano, cresce la gioventù''/''Crescono piano piano i baffetti all'insù/Nasce così l'amore, se lo coltivi tu/Cresce come un bel fiore, ogni giorno di più/Ndirulella, ndirulella, cresci anche tu/Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera/per aumentare la famiglia di papà/Chi cerca trova, puoi trovare una pantera/ma se sai fare 'beeh', una pecora sarà/ E gira e rigira amore ti sospira, vita se ne va/ Non fare il pignuolo, poi rimani solo con le mani in man/ Quando hai vent'anni ti ci vuole la mogliera/ con il pelo viene il vizio ma lo sposalizio te lo leverà''. ('''Mastro Agostino''') {{NDR|canta ''La mazurka dei vent'anni''}}
*''In primis et antimonio'' una scarpa fine si fa di capretto o di vitellino di latte. Questa è la madre del vitello, chiamata volgarmente vacchetta. ''Secondis'', questa tinta è fatta col vitriuolo, sì, vitriuolo, e difatti un signore appena sopra vi poggia il dito del pipistrello della mano se lo sporca, se lo annirifica. ''Terzis'', questa suola non è battuta a dovere e difatti dopo un giorno o due di marcia o di camminamento a piedi mette fuori la lingua come un cane da caccia. Ancora due parole, non ho finito verbo. Gli elastici sono di cotone e non di seta, e perciò cedono, vedi che cedono? La tramezza è usata, fraudolente. I punti di questo guardione sono dati con la zappa e non con la lesina, dico lesina. Ed infine, mio caro amico, le solette interne, guarda, sono di cartone e non di pelle. Perciò, mio carissimo signor ciabattino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista, che è meglio. ''Rimembris omnibus'', cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa, ostregheta! ('''Mastro Agostino Miciacio''')
==Dialoghi==
*'''Giorgio Maria Santapola''': Cantate, cantate pure! Lo sbaglio mio è stato di rivolgermi a un maleducato come voi! <br/>'''Mastro Agostino''': Io son maleducato, ma voi siete un facchino! <br /> '''Giorgio Maria Santapola''': Maleducato! Dieci volte maleducato! <br /> '''Mastro Agostino''': Facchino! Dieci volte facchino! Anzi, facchinissimo!Superfacchino! {{NDR|Attacca a sbraitare}} Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera! Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mogliera!
*'''Don Peppino''': Vi faccio fare la fine di San Giovanni decollato. <br/>'''Mastro Agostino''': Ma quello era un santo, io non sono degno.
*'''Don Peppino Esposito''': Ditemi che non è vero! Ditemi che non è vero!<br />'''Mastro Agostino''': Non è vero! Ma è vero!
*'''Don Peppino Esposito''': Ma a Don Peppino Esposito chi glielo dice imbecille?<br />'''Don Raffaele''': Io!<br />'''Don Peppino Esposito''': Come sarebbe?<br />'''Don Raffaele''': Volevo dire Io no!
*'''Don Peppino Esposito''': Giù la testa!<br />'''Mastro Agostino''': Ma che giù la testa, giù la maschera! Guappo di cartone!
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film commedia]]
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Rock
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Danyele
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[[File:Swami opening.jpg|thumb|Concerto di Woodstock del 1969, cerimonia di apertura di Swami Satchidananda]]
Citazioni sul '''rock'''.
==Citazioni==
*È un bene che i più giovani ascoltino del buon rock, ma la cultura che ne traggono è lontana dalla realtà odierna. ([[John Waters (giornalista)|John Waters]])
*Ho chiuso con il rock, ma il rock non ha chiuso con me. ([[Billy Corgan]])
*Il rock dovrebbe essere suonato al volume che serve. ([[Luciano Ligabue]])
*Il rock e l'heavy metal mi hanno sempre accompagnato nella vita. Mi davano grinta, adrenalina. Adesso mi piace ascoltare cose un po' diverse, diciamo che mi sono ammorbidito, ma l'impronta rock non me la leva nessuno. ([[Moreno Torricelli]])
*''Il rock è come un [[albero]] grande, che tutti i suoi frutti ti dà: | per quanti gliene domandi, sempre uno ne troverà. | Ti dà il [[fiore]], il [[frutto]], la [[foglia]]: | il rock per te di tutto se spoglia.'' ([[Richard Benson]])
*Il rock è esplosione. Non implosione. ([[Piero Pelù]])
*Il rock è un modello di vita, non è solo suoni. ([[Loredana Bertè]])
*Il rock è pericoloso in un altro senso: perché fa riflettere la gente, perché scuote le istituzioni; qualche volta, non sempre, perché si fa beffa dell'establishment. Ma non ha niente a che fare con le stragi nelle scuole. Chi lo sostiene è solo in cerca di un capro espiatorio. ([[Anthony Kiedis]])
*Il rock è praticamente morto, a meno che non arrivi qualcuno in grado di salvarlo, i nuovi Oasis o i nuovi Nirvana. C'è bisogno di qualcosa di innovativo, qualcosa che sia in grado di toccare la vita delle persone, soprattutto di quelle più giovani. La nuova generazione, a parte poche eccezioni, è cresciuta con la musica rap e non con il rock. ([[Courtney Love]])
*Il rock è sempre stato la musica del [[diavolo]]. ([[David Bowie]])
*Il rock intelligente tocca momenti di alta poesia e spiritualità. ([[Ernesto Vecchi]])
*Libertà, rabbia positiva, ingenua ricerca utopica di verità e ironia. Il rock deve vedere il bicchiere mezzo vuoto: avere sete. E pochi compromessi. ([[Piero Pelù]])
*Non credo in un revival del rock, ma credo che possa avere una grande forza nelle canzoni di oggi. ([[Rkomi]])
*Non è che non ci sia il rock in Italia, ci sono anche tantissimi gruppi, ma la maggior parte fa la fame perché non riesce ad emergere. ([[Patty Pravo]])
*Non si può fare di tutto il rock un fascio! ([[Gianna Nannini]])
*Oddio, rock italiano... Allora [[Vasco Rossi|Vasco]] su tutti! Tra l'altro ho scoperto che prima di diventare grande veniva ai miei concerti. ([[Patty Pravo]])
*''Per chi sta per fare rock: noi gli rendiamo onore.'' ([[AC/DC]])
*Poi c'è il rock! Il rock lo sento più vicino, t'invade e forse a qualcuno, come me, rapisce anche l'anima e la fa sua. Non c'è vita senza ritmo e senza cibo! ([[Alessandro Borghese]])
*''Quando cominciamo a fare rock | non vorremmo più fermarci.'' ([[Metallica]])
*Tutto il rock si può ridurre a [[Led Zeppelin]] e [[Pink Floyd]]. ([[Raul Montanari]])
===[[Vasco Rossi]]===
*Il rock non è arroganza, ma un po' di sbruffonaggine sì... «E ti farò far l'amore, sai, come nessuno ti ha fatto mai.» È chiaro che noi non siamo così. Chi è capace di essere così? Ma dato che le donne ci vorrebbero in questo modo, noi almeno sul palco le accontentiamo. L'ha inventata [[Elvis Presley]] questa cosa, lui era perfetto.
*Il rock ti dà l'idea che tutti ce la possono fare.
*La mia «arte» fotografa la realtà, non la inventa. Questo è il linguaggio del rock. Chi vuol capire veramente ascolti. E se a qualcuno dà fastidio, tanto meglio. È ora che si svegli.
===[[Bruce Springsteen]]===
====''[[Born to Run (autobiografia)|Born to Run]]''====
*A proposito di un talentuoso gruppo con varie hit all'attivo, un critico scrisse che «fanno molto bene tutte le cose superflue». Parole che capisco perfettamente. Il rock, in definitiva, è ''davvero'' una fonte d'energia religiosa e mistica. Puoi suonare da schifo e cantare appena meglio, ma se quando suoni per il ''tuo'' pubblico insieme agli amici riesci a fare ''quel rumore'', quello che ti esce dal cuore, dalla divinità che c'è in te, dalle viscere, dall'origine infinitesimale dell'universo... allora sì che sei una ''stella'' del rock nel vero senso della parola.
*I veri gruppi rock nascono in un tempo e uno spazio condivisi, quelli in cui musicisti di estrazione simile si riuniscono per formare un insieme che è superiore alla somma delle parti.<div style="text-align:center">1 + 1 = 3</div>[...] Quando il mondo dà il meglio di sé, quando ciascuno di noi dà il meglio di sé, quando la vita assume tutta la sua pienezza, è allora che uno più uno fa tre. È l'equazione essenziale dell'amore, dell'arte, del rock e dei ''gruppi'' rock. È la ragione per cui l'universo non sarà mai pienamente comprensibile, l'amore continuerà ad estasiarci e disorientarci e il vero rock non morirà mai.
*Per poter ''durare'', i gruppi rock devono rendersi conto di un'essenziale realtà umana: la persona che hai accanto è più importante di quanto tu creda. Naturalmente, lo stesso vale per la persona che sta accanto a lui o a lei, cioè per ''te''. Oppure: tutti devono spendere e spandere ed essere disperatamente al verde. Oppure: l'una e l'altra cosa.
==Voci correlate==
*[[Rock and roll]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|commons_preposizione=sul|wikt}}
{{Generi musicali}}
[[Categoria:Generi musicali]]
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Fiore
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{{nota disambigua}}
{{voce tematica}}
[[File:Iglesia de Nuestra Señora de La Blanca, Cardejón, España, 2012-09-01, DD 02.JPG|thumb|Un campo di girasoli in Spagna]]
Citazioni sul '''fiore'''.
==Citazioni==
*''Che cosa sono i fiori? | non senti in loro come una vittoria? | la forza di chi torna | da un altro mondo e canta | la visione. L'aver visto qualcosa | che trasforma | per vicinanza, per adesione a una legge | che si impara cantando, si impara profumando. || Che cosa sono i fiori se non qualcosa d'amore | che da sotto la terra viene | fino alla mia mano | a fare la festa generosa. || Che cosa sono se non | leggere ombre a dire | che la bellezza non si incatena | ma viene gratis e poi scema, sfuma | e poi ritorna quando le pare. || Chi li ha pensati i fiori, | prima, prima dei fiori.'' ([[Mariangela Gualtieri]])
*''Che fai laggiù bambina | Con quei fiori appena colti | Che fai laggiù ragazza | Con quei fiori quei fiori seccati | Che fai laggiù bella donna | Con quei fiori che appassiscono | Che fai laggiù già vecchia | Con quei fiori che muoiono | Aspetto il vincitore''. ([[Jacques Prévert]])
*Chi sente soltanto il [[profumo]] di un fiore, non lo conosce, e nemmeno non lo conosce chi lo coglie solo per farne materia di studio. ([[Friedrich Hölderlin]])
*Chi vi coglie? Fiorite ed appassite, e non sapete che sul candidissimo seno di una dama, sulle braccia tarlate di una crocetta nera, altri fiori, meno belli di voi, più belli di voi, agitano i petali al susurro di una parola rovente, al prorotto singhiozzare d'una preghiera. Fiorite ed appassite, e chi passa vi guarda e dice che le speranze, i dolori, si sciupano in questa vita, come i vostri petali ad uno ad uno, quando posate nelle mani della elegante passeggiatrice. Ella vi sfoglia per sapere l'amore che dura un giorno....<br/>Non sa l'amore e si trova senza speranze e senza dolori. ([[Ambrogio Bazzero]])
*Cogliere un fiore non è una gran cosa. È facile ed irrevocabile. (''[[V for Vendetta]]'')
*E a guardarli bene, ad odorarli, i fiori conservano, nella loro brevissima giornata terrena, una traccia vaga, indefinibile di un mondo che, essendo misterioso, apre il cuore dell'uomo alla speranza; ma soprattutto all'amore, che è insieme verità e bellezza della vita. Ed è così che i fiori c'insegnano a sorridere. ([[Marino Piazzolla]])
*''E in tutto il mondo | si sente un grande profumo | che ogni fiore | sprigiona come un addio | lasciando all'uomo | il ricordo dei bei colori | che ormai più non vede.'' ([[Adriano Celentano]])
*''È nato in un prato un fiore colorato, | è nato in un prato un fiore già appassito, | il fiore colorato è stato concimato, | il fiore già appassito è stato trascurato.'' ([[Giorgio Gaber]])
*E non coglierai i fiori. Solo il fiore che lasci sulla pianta è tuo. ([[Aldo Capitini]])
*– È solo un fiore.<br>– Ma rifletti sulla sua complessità, pensa agli elementi che hanno concorso a renderlo così affascinante. E poi, fiorisce senza aver bisogno della nostra presenza, come il cielo. Nemmeno lui ha bisogno di noi. (''[[I sopravvissuti]]'')
*''Finché l'[[età]] n'invita, | Cerchiam di goder. | L'[[aprile]] del piacer | Passa, e non torna più. | Grave divien la vita | Se non ne cogli il fior''. ([[Vincenzo Monti]])
*Fiori magici ronzavano. I pendii li cullavano. Bestie di una eleganza favolosa circolavano. ([[Arthur Rimbaud]])
*Fra tutte queste cose vecchie del mio studio, ho delle camelie in un vaso, camelie candidissime, camelie rosee... Perché adorando i fiori, con dolcissima illusione, con irresistibile bisogno, adoro la donna? ([[Ambrogio Bazzero]])
*I fiori e il [[sole]] sono la sola bellezza che renda tollerabile la vita. ([[Virgilio Brocchi]])
*I fiori, in quanto organi erotici della nostra terra, sono come le sue cime, le sue punte, sulle quali si annuncia la luce di un sole che li avvolge nei suoi raggi e che è ancora invisibile ai nostri occhi. Risalire da essi al grande astro è un ufficio sacerdotale. ([[Ernst Jünger]])
*I fiori: le sgualdrine dipinte del mondo delle api! (''[[I Simpson (ventesima stagione)|I Simpson]]'')
*Il culto di queste meravigliose creature della terra e del sole non ha epoche. ([[Aldo Busi]])
*Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti. (''[[Mulan]]'')
*Il fiore che sta chiuso alla rugiada, non si apre nemmeno al sole. ([[Alessandro Varaldo]])
*Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una [[vita]] sprecata. (''[[L'ultimo samurai]]'')
*Io non colgo neanche i fiori. Chi vuole ammirarli deve venire a vederli sulla pianta, non appassiti e morti nei vasi. (''[[La polizia bussa alla porta]]'')
*''Mio miele, ti dono corone di fiori e questo [[canto]]; il canto è per te, le corone per il tuo genio, o Crizia...'' ([[Apuleio]])
*Misi i fiori nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." ([[Leslie Feinberg]])
*Nei variopinti disegni dei fiori, come in segrete scritte a geroglifico, l'immutabile vive, e i fiori sono simili a orioli, ove sia sempre da leggersi l'ora giusta. ([[Ernst Jünger]])
*Nessun fiore fiorisce quanto la [[peonia]]. Confronto a lei, gli altri fiori sembrano imprecare a denti stretti. ([[Amélie Nothomb]])
*''Non puoi cogliere un fiore | senza disturbare una stella.'' ([[Francis Thompson]])
*O anime gentili e mestissime, io contemplo i fiorellini strisciati dall'ultimo raggio di sole.<br/>E perché di quei fiorellini io colgo e bacio l'appassito? ([[Ambrogio Bazzero]])
*Ogni hiuri avi lu soi adduri. ([[Proverbi calabresi|proverbio calabrese]])
*Ogni hiuri è signu d'amuri. ([[Proverbi calabresi|proverbio calabrese]])
*Per un fiore appassito nel libro dei ricordi rugiada è una lagrima di dolore. ([[Ambrogio Bazzero]])
*Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il [[serpente]] sotto di esso. ([[William Shakespeare]])
*''Risuona nel ramo fiorito | l’urlo primordiale dell’universo: | il big bang di grazia e spavento | che moltiplica gli atomi | e incista vita dove c’era vento.'' ([[Lillo Gullo]])
*Una delle cose più attraenti dei fiori è la loro splendida riservatezza. ([[Henry David Thoreau]])
*''Un fiore cade senza far rumore, | senza colpa né dolore, | senza chiedersi perché.'' ([[Francesco Gabbani]])
*''Un fiore in bocca può servire, sai | più allegro tutto sembra.'' ([[Lucio Battisti]])
*''Un fiore sopra un sasso,'' | ''riarso dalla solitudine.'' || ''Gli dèi verranno, | attende.'' || ''Un fiore sopra un sasso, | riarso dalla solitudine.'' ([[Sitor Situmorang]])
===[[Emily Dickinson]]===
*I fiori non sono del tutto terreni. Sono come i Santi. Senza dubbio ci sentiremmo più a Casa con loro che con i Santi di Dio.
*I fiori sono così allettanti che temo siano peccati – come il gioco d'azzardo o l'apostasia.
*Forse il caro Cuore afflitto si aprirà a un fiore, che santifica senza che gli venga chiesto, e soccorre senza una Parola.
*''Mi nascondo – nel mio fiore, | perché mentre appassirà nel tuo Vaso – | tu – senza saperlo – sentirai per me – | quasi – una malinconia.''
*''Non deludere Madre Natura | che l'aspetta in quel Giorno – | essere un Fiore, è profonda | Responsabilità.''
*Non lo sai che un fiore una volta appassito e ravvivato, diventa un fiore immortale? – proprio così, che risorge?
===[[Antoine de Saint-Exupéry]]===
*Da milioni di anni i fiori mettono le [[spina|spine]]. Da milioni di anni le pecore mangiano ugualmente i fiori. E non è forse una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno tanta pena per mettere spine che non servono a niente?
*I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si fanno coraggio come possono. E con le spine pensano di mettere paura...
*Non bisogna mai ascoltare i fiori. Bisogna guardarli e annusarli.
==Voci correlate==
*[[Polline]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul|wikt}}
[[Categoria:Fiori| ]]
[[Categoria:Giardinaggio]]
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Discussioni utente:Sun-crops
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2022-08-23T12:08:46Z
Homer
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/* Codice d'onore */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2009-2016]]
*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2017-2019]]
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
Caro anonimo, continua a sbagliare a scrivere. Adesso parliamo dell`avverbio "Più volte". Aspettavo l'intervento di un admin per scriverle di darsi una calmata di mettere in mezzo un collaboratore denigrandolo. Due volte mi ha citato all'inizio ed alla fine di questo elenco di discussione per essere sicuro che venisse letto. Ma niente, il nulla da alcun admin. È giusto che lei sia "urtato" e che io non sappia la differenza tra su e di e che mi abbia corretto ovunque e più volte. Si certo, certamente. Fortunatamente ci sei tu gioiuzza anonima. Non avete idea quanto invece mi urti a me che abbia dovuto nuovamente rispondere ad un anonimo. Fatemi 20 richiami a 'sto giro, bloccatemi pure o eliminate la conversazione, non vorrei mai che l'anonimo si urti. Vi saluto cordialmente. [[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 08:16, 21 ago 2020 (CEST)
:@[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]], ho bloccato quell'ip per un mese, è già stato bloccato su Wikipedia ed è evidentemente un troll, se si rifacesse vivo in altra maniera per continuare a provocare, per cortesia non rispondergli, va semplicemente bloccato o rollbackato, altrimenti diamo da mangiare ai troll. Non è un rimprovero a te :-) è semplicemente per evitare il degenero. Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:45, 21 ago 2020 (CEST)
:Buonasera. Le vorrei ricordare che tutti si rispettano. Io ho deciso di non registrarmi per mie comodità. Se lei decide di "migliorare" Wikiquote deve saper parlare/scrivere l'italiano - in modo chiaro e fluido - comunque detto ciò Le auguro di trascorrere una felice vita. Un caro saluto --[[Utente:37.163.27.48|Utente:37.163.27.48]] ([[Discussioni utente:37.163.27.48|scrivimi]]) 21:18, 22 ago 2020 (CEST)
== Stella Musy ==
Ciao. Non cancellare le pagine senza motivo: aggiungi tu le fonti. Le manine ce le hai!!!
Forse questo tipo di atteggiamento lo fa sentire importante ahah😂 [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:44, 15 apr 2021 (CEST)
== Altalena ==
Ciao, potresti creare la pagina Altalena?<br/>P.S.: Ti chiedo di rispondere, non sei Dio sceso in terra.
== strisce - striscie ==
Grazie della segnalazione. Quando aggiungo il template sic (come nel caso della voce [[Filip Müller]]) è proprio perché voglio segnalare che la citazione contiene una parola spesso desueta o, come in questo caso, scorretta e non è un mio errore di digitazione. Per cui, se vogliamo essere fedeli al testo, a mio parere, occorre conservare l'originale "striscie" e annullare la modifica fatta. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:09, 4 gen 2020 (CET)
== Re: Karl-Heinz Rummenigge ==
Ciao Sun, mi fa piacere averti ritrovato admin dopo la mia lunga pausa, sei cresciuto tanto e ormai mostri una sicurezza totale in ogni ambito wikiquotiano.
*Su Rummenigge sono d'accordo con te, terrei la prima che parte da un episodio e arriva a conclusioni generali (pur essendo a limite) mentre eliminerei la seconda;
*Direi che possa starci una voce [[Processo a Galileo Galilei]] e quella citazione calzerebbe a pennello.
Buon anno e buon epifania, un abbraccio, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:27, 6 gen 2020 (CET)
== Processo a Galileo Galilei ==
Grazie Sun-crops, provvedo. È sempre un piacere creare una nuova voce. Non mi era sfuggito il tuo primo suggerimento, ma avevo qualche dubbio. Il dubbio, di fronte a due autorevoli opinioni, si è dissolto... :-) --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:14, 6 gen 2020 (CET)
== Auguri anche a te ==
Grazie, ricambio e buon lavoro!<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 7 gen 2020 (CET)
== Casa romana o Domus ==
Ciao Sun,
grazie, ovviamente, per le tue segnalazioni su possibili nuove voci. A questo riguardo chiedo il tuo parere sulla seconda citazione di [[Ugo Enrico Paoli]], "Le stanze della casa romana non erano ingombre di mobili...". Hai linkato "casa romana" a "Domus". Ho pensato, trattandosi di una citazione generica che prescinde dallo ''status'' di chi l'abita, che il link potrebbe essere indirizzato piuttosto verso "Casa romana", anch'essa presente in Pedia. Che ne pensi? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:59, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Vittorio Sgarbi ==
Buonasera, nessun disturbo! Fatto comunque, per me non è in alcun modo significativa. Grazie a te per il lavoro sporco che è la vera anima di wikiquote.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 20:07, 14 gen 2020 (CET)
:Sono intervenuto in discussione, non cancellerei la citazione. Non farti problemi, contattami quando vuoi. Buona serata.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:35, 15 gen 2020 (CET)
== Re: Enzo Striano ==
Salve, allora io ho inserito le citazioni su "Il resto di niente" dalla medesima edizione indicata nella pagina; ed ecco perchè non l'ho modificata. L'unica differenza tuttavia è che la sto leggendo da Kindle e quindi non sono in grado di riportare la pagina da cui ho preso la citazione in quanto la posizione a cui leggo è espressa in percentuale. In compenso però le citazioni sono sequenziali e questo dovrebbere renderne la ricerca più agevole. Credo che al progredire della mia lettura ne aggiungerò altre.
Saluti
--[[Utente:Giovax|Giovax]] ([[Discussioni utente:Giovax|scrivimi]]) 22:54, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Abbigliamento nell'antica Grecia ==
Buongiorno! Non ho nulla da obiettare sul suo rilievo relativo alla pertinenza della voce. Posso però spiegarle l'inciampo che mi ha impedito di completarla con l'inserimento di altre citazioni, come avevo in animo di fare. Sapevo di avere nella mia libreria un saggio sulla vita quotidiana degli antichi Greci da cui attigere tutto l'occorrente, dacché un capitolo era incentrato proprio sull'abbigliamento. Ma ecco l'inciampo: l'autore, pur autorevole, Raquel López Melero, non è presente su Wikiquote né tantomeno su Wikipedia, e quindi le sue citazioni al momento sono inservibili. Ho allora consultato altri autori già enciclopedizzati, Indro Montanelli tanto per citarne uno, ma finora non mi è riuscito di trovare nulla sull'abbigliamento degli antichi Greci. Non mi restava, a questo punto, che fare una ricerca più approfondita nella biblioteca comunale. Senonché, nel frattempo, è arrivata la sua tirata d'orecchie, più che legittima, ma che, per fortuna, nello spirito costruttivo che informa la sua interlocuzione, è accompagnata dalla segnalazione di una fonte adatta allo scopo: ''Il costume antico e moderno di tutti i popoli'', opera di Giulio Ferrario che ho già consultato, e dove c'è tutto quello che serve a dare piena legittimità alla voce in oggetto. Anche qui però c'è un problema, non so quanto e come aggirabile. Il Ferrario, autore presente in Wikidata, Wikisource e Commons, è invece ignorato sia da Wikiquote che da Wikipedia. Domanda dalle cento pistole: stante così le cose, esiste un modo per utilizzare Giulio Ferrario come fonte? Resto in fiduciosa attesa, scusandomi già adesso se, per miei impegni cogenti, non dovessi procedere speditamente a battere l'eventuale pista da lei indicata. Intanto, nel ringraziarla della sua cortese attenzione, le invio un cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:01, 19 gen 2020 (CET)
:Buonasera! Penso di poter salvare la voce tematica con l'inserimento di citazioni tratte dall'''Iliade'' e dalla ''Storia dei Greci'' di Montanelli. A "lavoro" ultimato, sarà poi lei a valutare se la pagina avrà titoli enciclopedici tali da giustificarne il mantenimento oppure dovrà essere cancellata. Confido di fare gli inserimenti al più presto. Colgo l'occasione per chiederle se sia possibile creare la voce bio di Giulio Ferrario su Wikiquote, non essendo egli enciclopedizzato su Wikipedia. Perché, se ciò fosse possibile, sarebbe la via maestra per conseguire il "salvataggio" posto che i contenuti in tema di questo autore, molto appropriati e anche estesi, consentirebbero di dare alla voce, ora vieppiù traballante, fondamenta più che solide. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:52, 19 gen 2020 (CET)
::Buongiorno! Seguirò il suo consiglio: la via maestra è sempre da preferire. Prima creerò, ancorché in abbozzo, la voce Giulio Ferrario su Wikipedia e, successivamente, la corrispondete voce bio su Wikiquote, dove inserirò le citazioni da linkare nella pagina tematica "Abbigliamento nell'antica Grecia". Conto di fare il tutto nel volgere di pochi giorni. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 21 gen 2020 (CET)
:::Buonasera! Sono riuscito a completare l'iter concordato: creazione voce Giulio Ferrario su Wikpedia e su Wikiquote. Ora, a mio avviso, la voce dovrebbe essere a posto. Ho tenuto da parte una delle citazioni di Ferrario per creare la pagina tematica Peplo. Intanto è solo un abbozzo, ma presto la integrerò con altre citazioni. Grazie del suo sprone, e delle sue "dritte" naturalmente, e auguri di una serena serata. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:57, 21 gen 2020 (CET)
== Re: Maria Valtorta ==
Buongiorno, ho sistemato io. Sentiti libero di contattarmi quando vuoi e se posso darti un consiglio, in questi casi limite (anche oltre il limite, a dire il vero), cerca di essere piuttosto severo, soprattutto se l'utente è problematico come in questo caso.
Mi dispiace che tu ti senta solo... Io ho passato interi anni in una situazione simile alla tua e questo mi ha fatto lentamente disinnamorare di Wikiquote. Ora che mi è tornata un po' la voglia di contribuire, preferisco farlo "a modo mio" anche perché adesso che lavoro non ho più moltissimo tempo. Sto portando a termine una lunga e dispendiosa revisione delle categorie che avevo iniziato nel 2013. Non potevo sopportare di aver lasciato qualcosa in sospeso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:56, 21 gen 2020 (CET)
:Mi dispiace sentirti così, ti capisco molto bene... I consigli che ti posso dare oltre a quelli che ti ho già dato è di non dannarti l'anima, fai il possibile ma se hai altro da fare, non sentirti assolutamente in obbligo. Se c'è qualche utente davvero problematico, segnalamelo che provo a parlarci io. P.S.: non parlare di deflag, non ha senso, ci sono admin che non si sono mai minimamente curati del lavoro sporco eppure non si sono mai posti il problema. Quindi stai sereno e conta pure su di me!--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:17, 21 gen 2020 (CET)
::Be' credo di averti detto già tutto, non vorrei tirare per le lunghe la discussione. Ti invito a rifletterci bene e a non prendere decisioni azzardate. Quello di Micione è un caso molto diverso, ovviamente, per mille motivi. Capisco fin troppo bene che avere a che fare con utenti problematici è quantomeno stressante ma a volte basta staccare anche solo per pochi giorni... Di certo prendere decisioni quando si è stressati non è il massimo. Grazie per il tuo lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:03, 22 gen 2020 (CET)
:::<s>Hai perfettamente ragione Creed, penso che seguirò prestissimo il tuo consiglio. Nel frattempo però ''la cosa'' continua proprio ora e proprio ora ne ho parlato con Donato. Ti saluto,</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:13, 22 gen 2020 (CET)
::::Cosa starebbe continuando proprio ora? Perdonami ma fatico a capire. In ogni caso dovrei aver sistemato su [[Maria Valtorta]].--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:38, 22 gen 2020 (CET)
:::::Per esempio, se dai un'occhiata ad [[Emanuele Severino]] e segui gli altri contributi... --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:41, 22 gen 2020 (CET)
{{rientro}}Ciao. Il tuo valore come contributore e come ''patrol'' sono fuori discussione. Qualità queste, che sono state fondamentali per poter essere nominato amministratore, ma che invero non risultano vincolanti per proseguire qui il tuo contributo in quel senso. Perdonami, ma ho come l'impressione che tu senta come "dovere" il fare certe cose, quali a esempio "seguire un utente". Scrivi "''A questo punto qualcuno dovrà farsi carico di seguire molto attentamente questa utenza''". Ebbene no, non è così: non ci sono doveri, qui ognuno fa quello che può in base al proprio tempo, alle proprie energie, fisiche e mentali. L'essere amministratore non c'entra con queste cose. Si può decadere come amministratore se si è inattivi per un certo tempo; se il comportamento è inadeguato (è la comunità a deciderlo), o certamente per volontà propria, ma non perché uno non ce la fa a fare tutto. Nessuno d'altronde ne sarebbe capace... Io mi auguro che tu possa prendere la cosa più alla leggera e proseguire come meglio ti risulta senza sentirti vincolato in alcun modo. Tutto quello che si può fare e che si fa è sempre qualcosa in più. Infine penso che questi progetti hanno una loro "anima" e si evolvono da sé: a noi spetta solo essere assistenti attivi e consapevoli di questo divenire, senza forzature, fluidi e tenaci al contempo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 23:07, 22 gen 2020 (CET)
== Re: Blocco ==
Ciao, sinceramente mi infastidisce avere così tante voci da wikificare, quindi se esiste un modo per risolvere la cosa e mettere alla prova un utente che ha commesso errori, ben venga. Ovviamente avrei prima sentito il parere tuo e degli altri admin, stavo solo sondando il terreno. La tua richiesta mi sembra sacrosanta, l'avrei data quasi per scontata. Buona serata e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:16, 23 gen 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione, quella di sbloccarla era un'idea ma più ci parlo e più credo che il blocco sia più che giusto e che anzi, appena sarà sbloccato, saremo costretti a prolungarlo. Ma spero di sbagliarmi.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 08:20, 25 gen 2020 (CET)
== [[Giovanni Battista Marino]] ==
La fonte richiesta è stata aggiunta.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:57, 27 gen 2020 (CET)
== Proverbi ==
Buonasera, in pagine come [[proverbi toscani]] e [[proverbi veneti]] avevamo adottato soluzioni un po' ibride: dal momento che un unico libro era utilizzato come fonte per l'intera pagina, in nota veniva indicato il capitolo tematico con le relative pagine. Probabilmente utilizzare una nota per ciascuna pagina renderebbe inutilmente pesanti tali voci. Ovviamente se la soluzione non ti convince, possiamo parlarne o esporre la questione al bar. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:51, 3 feb 2020 (CET)
:Buongiorno, grazie della dritta, non avevo fatto caso al fatto che si trattasse di un IP fisso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:36, 4 feb 2020 (CET)
== Re: Lepa Radić ==
Buonasera, le rispondo a tutte le questioni sollevate: <br>
1. '''Traduzioni italiane fatte dall'utente:''' E' una regola che mi è stata fatta notare anche da un altro admin. Alcune voci le avevo create tempo fa, come questa della Radic, senza conoscere la regola o comunque senza averla capita a dovere.<br>
2. '''Validità nulla per citazioni per le quali è impossibile leggere il testo in digitale:''' Non pensavo fosse un problema, ho notato praticamente ovunque citazioni riportate indicando solamente l'eventuale libro e la pagina, senza la possibilità di consultare il testo online. Devo considerarle come non valide?<br>
3. '''Fonti deboli:''' Non ricordo assolutamente di aver usato le fonti da lei indicate, le considero io stesso deboli. Cortesemente, può riportami i link dei miei inserimenti?<br>
4. '''Citazione Mao:''' Ho appena modificato il link a google books, puntando specificatamente la pagina dove è riportata la citazione.<br>
Grazie e mi scusi per il tempo che le ho fatto perdere. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 17:20, 9 feb 2020 (CET)
: 1. <s>Mi scusi ma non capisco a cosa fa riferimento al punto "Nota del Redattore con link". Può essere più specifico?</s><br>
: 2. Le citazioni in inglese di Lepa Radic sono prese come indicate sulle Wikipedia inglese, come anche da me indicato nel libro [https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=z4MNAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=%22Those+whom+you+are+asking+about+will+reveal+themselves+when+they+have+succeeded+in+wiping+out+all+you+evildoers%2C+to+the+last+man%22 Women of Yugoslavia in the National Liberation War, pag 45]. Ho impiegato queste fonti in quanto me le sono ritrovate in automatico nel modulo di traduzione in Wikipedia ita (sono stato io a creare anche la voce su Wikipedia ita).<br>
: 3. La voce di Lepa Radic l'ho creata il 14 nov 2019, molto prima dell'inserimento della citazione di Mao del 3 febbraio 2020. Come le ho detto, da poco ho fissato questa regola delle traduzioni in italiano senza fonte ita.<br>
: 4. Sulla citazione di Secchia, ho impiegato solamente quella rintracciabile su Resistenze.org (centro culturale attivo dal 2002), che è una fonte comunemente ritenuta attendibile per quanto riguarda i materiali inerenti all'area marxista, sebbene la grafica del sito possa forse trarre in inganno. Non parliamo certo di siti di collettivi o blog, per capirci. Tuttavia, se si vuole mettere in discussione la fonte, sono pronto a trovarne di diverse.<br>
: 5. Le traduzioni di Lepa Radic le ho fatte io, in quanto in inglese erano davvero poco fraintendibili.<br>
: Mi dispiace averle generato tanti dubbi, dal canto mio, posso assicurarle che se ci sono stati sbagli sono stati fatti in buona fede. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 19:43, 9 feb 2020 (CET)
:: 1. La fonte è stata ereditata automaticamente dalla traduzione della pagina Lepa Radic Wikipedia, non da Wikiquote. Ho tradotto decine di pagine, credo sia normale che qualcosa sfugga al controllo. Ne stiamo facendo un dramma, non crede?
:: 2. Nella fonte effettivamente era presente la seconda citazione ma era assente la prima.
:: 3. La fonte bosniaca è stata aggiunta prima del suo invito a lasciar perdere tutto. L'ho aggiunta in quanto cercando fonti locali in effetti viene riportata più volte la citazione di cui parliamo. Non conoscendo ancora tutte le dinamiche del caso, non so come dovrei comportarmi: se ci sono due fonti in diverse lingue devo riportare entrambe le lingue sotto la citazione tradotta in italiano? Mi aiuti a capire. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 02:33, 10 feb 2020 (CET)
== Re: VirginiaDyason7 ==
Ciao, secondo me hai fatto benissimo così.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:39, 13 feb 2020 (CET)
== Re: Marzo ==
Ciao, carissimo, è sempre un piacere sentirti. Se per un po' capita di non vederci "attivi" speriamo comunque di rivederci presto nel pieno vigore wikiquotiano, con la spada eroicamente sguainata con barbari e vandali... Un caro saluto {{ok}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 14 feb 2020 (CET)
== Re: Radio Radicale ==
Ho provveduto a creare la Wikiquote di Massimo Bordin e l'ho linkata alla Wikipedia tramite Wikidata. Non esiti a segnalarmi altre mancanze. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 20:13, 20 feb 2020 (CET)
== Re: Andrew Wiles ==
Buondì, su Wiles c'era un refuso (corretto). Su Nepero la prima citazione ha la fonte, mentre la seconda è la stessa citazione, tratta dai "senza fonte", che in pratica è una traduzione lievemente diversa; possiamo tenerla o toglierla, senza problemi. Sulle categorie non avevo mai considerato la necessità del loro ordine alfabetico, tant'è che in [[Aiuto:Categorie#Categorie a cui una pagina appartiene]], l'avverbio "preferibilmente" non sembra costituire una regola assoluta; anche qui, nessun problema, farò in modo di inserire le prossime categorie in ordine alfabetico. Come sempre, grazie per i suggerimenti, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 11:23, 29 feb 2020 (CET)
== Ultime parole da Batman ==
Io ho rimosso le "citazioni" dalle voci e l'anonimo le ha rimosse da quella pagina. No, non è che sono poco significative, non lo sono nemmeno un po'. Anzi, non sono proprio citazioni. Saluti. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 16:28, 5 mar 2020 (CET)
== Re: Kim Jong-un ==
Buongiorno, scusami ma sono stato assente per un po' di giorni. Dovrei aver sistemato su Kim Jong-un, hai ancora perplessità. Tranquillo sull'utente, lo terrò sott'occhio e se sarà necessario avrà altri ammonimenti\blocchi. In ogni caso non sarai tu a dovertene occupare. Qual era il problema su [[ultime parole da Batman]]?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 14:44, 7 mar 2020 (CET)
:Grazie, buon fine settimana a te.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:20, 7 mar 2020 (CET)
== [[Moriz von Craûn]] ==
Buonasera Sun, non capisco con certezza la nota: alcune frasi erano in corsivo e tutto il resto no?
P.S.: Questa pagina comincia ad essere pesantina, potresti iniziare a pensare di fare uno scorporo e archiviare parte delle discussioni.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:29, 9 mar 2020 (CET)
:Buonasera Sun, ho archiviato le discussioni dal 2017 al 2019, spero per te vada bene così. Mi è bastato rendere non funzionante il link di Aforismario presente in una discussione.
:Quanto a ''Moriz von Craûn'' ho provato con le ancore a mettere in evidenza diversamente i versi espunti, dimmi se ho interpretato bene e se la soluzione può andare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:11, 10 mar 2020 (CET)
::Buonasera Sun, sei fin troppo buono e troppo poco imparziale, ma ti ringrazio. Quando posso cerco sempre di aiutare. Tu fai già tantissimo e il tuo lavoro è encomiabile, non sminuirlo. Semplicemente nel corso del lavoro ad alcune voci e ad alcuni progetti ho dovuto familiarizzare con alcuni strumenti ed ho quindi imparato ad usarli.
::Perdonami ma non sono sicuro di aver capito bene la domanda, ti dispiacerebbe farmi un esempio? Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:29, 11 mar 2020 (CET)
:::Buongiorno, se ho ben capito la domanda una buona funzione può essere quella "trova" (Ctrl + F) che consente di trovare in breve tempo una o più parole nella pagina.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:21, 12 mar 2020 (CET)
== Moniti all'Europa di Thomas Mann ==
Ciao. Ho visto la richiesta ("Sono disponibili i numeri di pagina?") che hai fatto nel campo oggetto della pagina [[Thomas Mann]] relativamente alla voce bibliografica finale di "Moniti all'Europa". Io ho acquistato l'ebook in formato epub, e quindi non sono in grado di identificare i numeri di pagina della versione cartacea. Credo tuttavia che non ci sia bisogno di indicare i numeri di pagina: il testo di Giorgio Napolitano è intitolato proprio "Introduzione", con la "i" maiuscola, non si fa cioè riferimento a una generica introduzione. I campi del template "Cita libro" di wikipedia -- vedi ad esempio la sezione "Bibliografia" della voce "Della repubblica tedesca" ([https://it.wikipedia.org/wiki/Della_repubblica_tedesca#Bibliografia qui]) -- permettono forse di chiarire meglio situazioni del genere. Resta il fatto che gli ebook non permettono più riferimenti puntuali come quelli previsti dalla norma ISO 690 per i testi cartacei, e questo può costituire un serio problema allorché si debba controllare la giustezza delle fonti --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 09:25, 12 mar 2020 (CET)
== Info su gestione botta-risposta ==
Buongiorno, volevo chiederle se poteva aiutarmi a capire se c'è uno standard per gestire i botta e risposta tra due personaggi. Per esempio vorrei inserire la [https://twitter.com/RobertoBurioni/status/1238510586503274502 risposta] di [[Roberto Burioni]] alla seguente dichiarazione di [[Boris Johnson]] già inserita nella voce:''"Voglio essere onesto con voi, onesto col popolo britannico: molte famiglie, molte altre famiglie perderanno prematuramente dei loro cari"''.
Grazie per l'eventuale risposta. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 11:42, 14 mar 2020 (CET)
: Grazie mille {{ping|AssassinsCreed}}, intanto ho eseguito il punto 1. Se potessi darmi una mano a comprendere il [[template:Ancora]], magari mostrandomi un esempio, te ne sarei grato. PS. Ti chiedo scusa per la voce [[Wolfenstein II: The New Colossus]], stavo per occuparmene. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 10:51, 15 mar 2020 (CET)
== [[Template:SelezioneNuove]] ==
Buonasera, vedo con piacere che stai aggiornando con solerzia questo template. Ti segnalo [[Speciale:PaginePiùRecenti|questo strumento]] in maniera tale da avere sott'occhio tutte le voci create ultimamente così da non dimenticarne nessuna (ad esempio [[Amazzonia]] e ''[[Il metodo Kominsky]]'') e averle tutte nell'ordine giusto. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:53, 22 mar 2020 (CET)
== Re: Foucalt ==
Ciao dovrei aver sistemato tutto, ora rispondo solo sulla discussione LSD... Ti chiederei solo la cortesia, se possibile, di sistemare la traduzione in Foucault che non mi sembra fedele all'originale o almeno non in tutti i punti. Grazie, spero non sia nulla di troppo grave... Io sto vivendo davvero brutte situazioni in ospedale e domani devo anche alzarmi presto per andarci... ma Wikiquote è una buona valvola di sfogo in tal senso. Buona notte, mi auguro che tu ti rimetta al più presto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:19, 31 mar 2020 (CEST)
:Ciao grazie delle belle parole, anche io ringrazio tutto il personale sanitario, specie chi sta affrontando l'emergenza in prima linea e non è certo il mio caso... Speriamo davvero di uscirne quanto prima! Non devi vergognarti di nulla perché sono certo che non sei obiettivo nella tua autovalutazione e che la stima sia al ribasso come spesso purtroppo accade. Grazie mille per l'ottimo lavoro su Foucault. Buona giornata, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:11, 31 mar 2020 (CEST)
== Re: citazioni: non è una citazione di Rosati... ==
Buongiorno San Crox. Le rispondo: la citazione sembra NON essere di Rosati ma lo è. In questo punto lui sta raccontano una sua IMMAGINAZIONE ATTIVA dove fa parlare il fantasma della Von Franz che era morta e le attribuisce l'invito a fare il film sul sarto Roberto Capucci. Tutto l'ipertesto "Quattro Decenni" è un racconto di Rosati. A me sembrava importante. Ma, se le sembra opportuno, la posso cancellare ed inserirne una citazione meno "equivoca". Cordialmente, Varu--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 14:31, 13 apr 2020 (CEST)
== Re: Luis Sepúlveda ==
Buonasera Sun-crops! Stavo tentando l'uso dei template a seguito di questa [https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Perch%C3%A9_non_usiamo_i_template_per_le_fonti? discussione]. Dal parere di altri wikicolleghi pensavo non fossero vietati. Potresti intervenire nel dibattito? Magari capiamo meglio il punto della situazione. Grazie. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 15:57, 16 apr 2020 (CEST)
== Marzo proverbi napoletani ==
Ciao, come va? Avrei un dubbio. Nella voce [[proverbi napoletani]] viene indicato:
:''Marzo nu poco chiove | e n'atu poco stracqua | torna a chiòvere, schiòve | ride 'o sole cu ll'acqua''
Ma non si tratta di una poesia di [[Salvatore Di Giacomo]]? Non andrebbe rimosso?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:56, 18 apr 2020 (CEST)
:Buongiorno, ma non dovevi rimuoverlo era solo un mio dubbio: puoi anche lasciarlo ed eventualmente controllarlo quando potrai in futuro. Grazie a te per il supporto che mi dai, da quando sono tornato mi sento sicuramente meno solo nel patrolling. Grazie, buon fine settimana.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:31, 18 apr 2020 (CEST)
::Sì, reinserisci pure il proverbio e controlla quando potrai. Rimuovi pure la voce dal template, gli stub e le voci non wikificate non le inseriamo mai.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:49, 18 apr 2020 (CEST)
:::Buongiorno e buona domenica! {{smile}} Le pagine nuove sarebbero ''[[Crozza Italia]]'' e ''[[Italialand]]'', ma non è fondamentale inserirle nel template anche perché se no diventa una dittatura "crozziana" {{smile}}. Le voci da cui vengono scorporate nuove voci ovviamente non possono essere considerate nuove. Quelle che vengono scorporate invece sì: l'unica differenza tra ''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'' e le altre due è che la prima non esisteva proprio, mentre le altre due erano semplici redirect. Ora siccome i redirect non sono voci, quelle due voci sono di fatto nuove. Spero di essere stato chiaro.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:27, 19 apr 2020 (CEST)
== Re: Romanzo poliziesco e Sistema eliocentrico ==
Buonasera Sun, direi che la prima possa stare tranquillamente in poliziesco e la seconda in sistema eliocentrico. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:57, 26 apr 2020 (CEST)
== Viktor Andrijovyč Kravčenko ==
Ciao Sun-crops,
le ultime modifiche alla voce in oggetto, che mi hai segnalato, riguardano citazioni di Nello Ajello (da "la Repubblica"), e Sergio Romano (da "La Stampa"). Per Ajello non ho problemi. Ho trovato e riletto l'articolo disponibile su Web e ho trovato due piccole differenze (una virgola e un "apparsa" divenuto "appara"), rispetto alla trascrizione nella voce [[Nello Ajello]]. Provvedo alle correzioni e poi sposto la citazione corretta (integrata da una nota che avevo inserito) in Kravčenko.<br>Per la citazione di Romano, purtroppo, non riesco a visualizzare il testo dell'articolo (La Stampa, 1º luglio 1991) per controllarlo; ricevo il messaggio: "supporto Flash non rilevato". Saluti, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 14:26, 2 mag 2020 (CEST)
::I refusi nella citazione tratta da Ajello erano in realtà quattro. Li ho tutti corretti. Riguardando le correzioni fatte dall'utente anonimo nell'altra citazione, quella tratta da Romano, si tratta di un "venisse attraversato" modificato in "fosse attraversato" e un "micidiale saette" trasformato in "micidiali saette". La seconda è ovviamente un refuso, giustamente corretto. Il "venisse" trasformato in "fosse" credo proprio sia una scelta "stilistica" dell'anonimo. Penso questo perché anche su Ajello aveva modificato "venne pubblicata" in "fu pubblicata". In italiano la modifica è assolutamente corretta e preferibile, ma Ajello aveva scritto "venne"... Il testo di Romano non lo abbiamo, decidi tu se mantenere quel "fosse" che ha sostituito il "venisse". --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:21, 2 mag 2020 (CEST)
:::Mi sembra la scelta corretta! Grazie per le gentili parole e buon fine settimana anche a te (in questo periodo è proprio auspicabile). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:58, 2 mag 2020 (CEST)
== Citazioni su [[Henry David Thoreau]] ==
Rispondo all'iter da citato in fase di annullamento dei miei ultimi due interventi (con IP 151.42.255.225) sulla voce in oggetto: ho capito, chiedo venia. Ho però re-inserito la citazione estrapolata da ''Disobbedienza civile'' in quanto a norma di Wiki. --[[Speciale:Contributi/151.42.255.225|151.42.255.225]] 21:46, 3 mag 2020 (CEST)
== Anna Maria Mozzoni: schema ==
Grazie mille: stavo solo organizzando lo schema dove, da domani in poi io e altre due nuove utenti inseriremo le citazioni. Seguiremo tutte le regole, stiamo seguendo i videotutorial e leggendo i manuali. Grazie per la collaborazione--[[Utente:Alessandra Boccone|Alessandra Boccone]] ([[Discussioni utente:Alessandra Boccone|scrivimi]]) 16:01, 5 mag 2020 (CEST)
== re: Annie Wilkes ==
Ciao :-) nel caso specifico, la voce è stata importata da Wikipedia, quindi è stato un procedimento errato (pingo {{ping|Mannivu}} per avvisarlo), perché le citazioni non sono presenti nella voce sul libro e non è presente la voce sul film. Non sappiamo neanche se siano effettivamente presenti nelle opere. Pertanto sarebbero da cercare nel libro o da cancellare la voce. In generale, voci di personaggi immaginari esistono (v. [[:Categoria:Personaggi immaginari]]) e contengono sia citazioni dei personaggi, dalle diverse opere in cui sono presenti, sia citazioni sui personaggi, pronunciate da altri personaggi o da persone "reali" in loro dichiarazioni (v. ad es. [[Pippo]]). Il modello si trova in [[Wikiquote:Modello di voce/Personaggi]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:47, 15 mag 2020 (CEST)
== richiesta url per accedere a fonte su Cacciari ==
"«C'è l'acqua alta? E voi mettetevi gli stivaloni». (Panorama, Edizioni 1861-1864. Ant. Google)"
Buongiorno,
purtroppo non capisco bene a cosa si riferisca "Ant. Google", e non riesco quindi a reperire in internet riscontro a quanto da lei citato in recente edit su [[Massimo Cacciari]]; potrebbe gentilmente indicare qui url al riguardo?
--[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:04, 19 mag 2020 (CEST)
: Non avevo visto quanto già riportato in [[Discussione:Massimo Cacciari]]; grazie, ora approfondisco. --[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:12, 19 mag 2020 (CEST)
== re: Lettera c + vocale e o i. ==
Bizzarro :-\ tienimi aggiornato ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:08, 24 mag 2020 (CEST)
== Re: Selezione nuove ==
Buongiorno e bentrovato, Sun-crops! Innanzitutto, grazie per il suo prezioso apporto alla supervisione delle voci. Nel merito dell'oggetto, confesso che ignoravo questa sezione accolta nella Pagina Principale. Vi inserirò certamente le nuove voci di mia creazione. Mi dispiace solo che, per un po', potrò contribuire molto saltuariamente al progetto. All'augurio di buon lavoro, aggiungo un sentito, cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:56, 25 mag 2020 (CEST)
:{{ping|Ibisco}} Come ho detto è davvero una gioia grandissima rivederla. Non le nascondo che sono stato un po' in pensiero, sapendo con quanta passione collabora a questo progetto. Comprendo che in questo momento non le sia possibile collaborare con continuità, ma va bene anche così, ciascuno – è chiaro – contribuisce nella misura del possibile. Ogni suo contributo, qualunque sia la frequenza, è sempre atteso, importantissimo e gradito. La saluto cordialmente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:35, 25 mag 2020 (CEST) P. S. Dimenticavo di dirle grazie per avere aderito alla mia proposta, un cordiale saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:42, 25 mag 2020 (CEST)
::Buongiorno! Grazie della comunicazione, come sempre, e come piace a me per la forma mentis che mi ritrovo, puntuale e innappuntabile. Chiarisco: ho inserito "Bogomilismo" nell'elenco delle Voci Nuove per due ragioni. La prima, certamente discutibile: il desiderio di misurarmi con questa novità procedurale, al fine di memorizzarne, oltre che la teoria, anche la sintassi applicata ad un caso concreto. La seconda: nel leggere la discussione proseguita al bar per approndire i dubbi sollevati da Nemo, mi era sembrato di capire che fosse preferibile inserire nell'elenco le voci già al loro primo apparire, anziché in seguito, dacché il contributore del "destub" avrebbe poi potuto non farlo. Sicuramente, ho interpretato male. In futuro, integrerò l'elenco solo con voci complete o con voci che mi capiterà di "destubizzare". Quanto al completamento della voce in oggetto, il "Bogomilismo", ho già dato una scorsa al passaggio che mi segnala, trovandolo, oltre che molto interessante per me, pure pertinente ai fini del progetto. C'è però il solito problema: dovrei prima inserirlo tra le citazioni di Fritz Mauthner, ma tale studioso, purtroppo, non mi pare sia presente in Wikiquote. Non solo: la sua stessa opera, vedo, è consultabile online solo parzialmente. Mi sbaglio? Se c'è un modo per uscire dall'impasse, sarei felice di farlo. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:13, 1 giu 2020 (CEST)
:::Buongiorno! Bisogna inserire nell'elenco solo voci "non stub": chiarissimo. Sarà questo il mio unico criterio. Spero solo di non fare pasticci con l'ordine cronologico. Ho dato uno sguardo a Nuove pagine, mi sembra di facile consultazione, nonostante, lo confesso, non sono riuscito ad afferrare la funzione del modulo che si trova nella parte alta della schermata. Francamente, non saprei nemmeno compilarlo. Ad esempio, il "namespace" cos'è esattamente? Non credo di averlo mai compreso, a parte l'utilizzo che se ne può fare per raggruppare in una sola nota le citazioni tratte da una stessa opera. Detto questo, non si prenda la briga di darmi spiegazioni, nella circostsnza le mie sono domande e considerazioni retoriche. Passo a Fritz Mauthner: la sua opera rientra nel perimetro dei miei interessi. Appena avrò un po' di tempo, spulcerò l'anteprima e valuterò il da farsi. Grazie e un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:14, 1 giu 2020 (CEST)
== [[Salute]] ==
Buongiorno, ho visto che mi hai annullato la modifica alla pagina Salute doveva avevo inserito la citazione dell'articolo della Costituzione. Visto che in altre pagine spesso vengono inserite citazioni derivanti dalla Costituzione non credevo di sbagliare, oppure mi sono perso qualcosa? Grazie mille [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:07, 11 giu 2020 (CEST)
:Grazie mille! Capito l'errore! Buonaserata [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:31, 11 giu 2020 (CEST)
== Re: Vincenzo P. ==
Ciao! Su Wikipedia la pagina è stata [https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Pignetti protetta] dalla creazione, è evidentemente non enciclopedico quindi non è sbagliato proteggerla anche qua vista l'insistenza nel crearla, anche la sandbox in questo caso può essere cancellata perché a evidente scopo promozionale. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:07, 12 giu 2020 (CEST)
== Alfredo Maiolese ==
Ciao, ho visto che hai proposto la pagina su Alfredo Maiolese per la cancellazione; volevo esprimere un parere sulla relativa discussione... ma sulle "Pagine da cancellare" non c'è nessuna discussione. Personalmente non vedo rilevanza enciclopedica, per cui considera la mia opinione a favore della cancellazione. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 16:19, 13 giu 2020 (CEST)
== Verifica ==
Carissimo, buonasera. Vorrei suggerirti che puoi segnare come "verificate" alcune modifiche sulle quali intervieni (per esempio ho appena guardato Manganelli). Dalle linee guida:"''La funzione di verifica delle modifiche consente agli utenti abilitati di indicare che una certa modifica è stata già rivista da qualcuno per accertarsi che (1) non si tratti di un vandalismo e che (2) rispetti le basilari regole di wikificazione.''". Questo nell'ottica di lasciare il minor numero possibile di modifiche "non verificate". Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:59, 13 giu 2020 (CEST)
:Grazie. Non è necessario che sua proprio tutto, tutto a posto {{smile}}. Per Maiolese: volentieri, ma manca il paragrafo nelle voci proposte per la cancellazione. Provvedo io. Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:41, 14 giu 2020 (CEST)
::1) Non ho la televisione e non ho capito cosa ha a che fare Facebook (che non uso quasi più) con il programma che citi. Penso che se si tratta di "programma televisivo", si possa creare la voce, altrimenti la cosa mi sembra nuova e forse andrebbe discussa al bar. 2) Vedi "Miguel de Cervantes". 3) Avvisa l'utente innanzitutto e chiedi spiegazioni a lui. Poi proponi per la cancellazione.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 14 giu 2020 (CEST)
== Voci tematiche ==
Perfetto, grazie, non sapevo di questo passaggio. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 01:05, 20 giu 2020 (CEST)
Inserisco allora la citazione da un articolo in italiano, pur non trovando il contesto in cui è stata pronunciata. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 10:57, 20 giu 2020 (CEST)
== Una barnstar per te! ==
{| style="background-color: #fdffe7; border: 1px solid #fceb92;"
|rowspan="2" style="vertical-align: middle; padding: 5px;" | [[File:Original Barnstar Hires.png|100px]]
|style="font-size: x-large; padding: 3px 3px 0 3px; height: 1.5em;" | '''La barnstar originale'''
|-
|style="vertical-align: middle; padding: 3px;" | Grazie per i suggerimenti [[Utente:Tiananmen8964|Tiananmen8964]] ([[Discussioni utente:Tiananmen8964|scrivimi]]) 08:50, 20 giu 2020 (CEST)
|}
== Re: Giorgio Manganelli ==
{{ping|DonatoD}} Salve! Grazie del tempestivo intervento. Sottoscrivo subito la sua idea, che mi sembra ottima, di recuperare lo "strillo" della quarta di copertina nella sottosezione "Citazioni su «Centuria»". Provvede lei? Colgo l'occasione per informarvi che sto rileggendo un'altra opera del Manga, «La notte», nella prospettiva di fare alcuni inserimenti, che, tuttavia, considerando la saturazione della voce, ritengo debbano essere contenuti nel numero, diciamo non più tre o quattro citazioni. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:33, 29 giu 2020 (CEST)
:Buongiorno, e grazie! Finalmente il vulnus del falso incipit di «Centuria» è stato sanato. C'è però ancora da eliminare un'imprecisione che ho causato io stesso inavvertitamente con il precedente messaggio quando, avendo in mente un'altra opera, «Antologia privata», di cui dirò dopo, ho parlato di "Quarta di copertina". In realtà, il falso incipt era stato prelevato dal testo, a firma Giorgio Manganelli, pubblicato sui due risvolti di copertina, detti anche alette. A questo punto, la testatina "Quarta di copertina" andrebbe cambiata in "Dal risvolto di copertina" ("dal" giacché il prelievo è stato parziale). Come alternativa, la citazione potrebbe confluire nella sezione "Citazioni su «Centuria»" e figurare dopo quella di Italo Calvino. In tal caso, si potrebbe mettere tra parentesi sia il nome dell'autore che la fonte. Ossia: (Giorgio Manganelli, dal risvolto di copertina). Dicevo prima dell'altra "Quarta di copertina", quella che campeggia nella "quarta" di «Antologia privata» e che a suo tempo venne inserita da un contributore come citazione di Manganelli. Cosa che non è, avendo essa funzione di "strillo" redazional-promozionale, poco importa se suggerito proprio da Manganelli, per quanto, a giudicare dal contenuto, Manganelli risulta esserne più il soggetto che l'autore: "Egli era stato assai competente in fatto di cose che non esistono." Durante il lavoro di sistemazione della voce, dopo avere provato a salvare detta citazione con la formula "Quarta di copertina", ho ritenuto opportuno rimuoverla del tutto perché priva di paternità. Concludo chiedendo scusa per essermi dilungato obiettivamente oltremisura, trattandosi di una discussione operativa, ma mi diverte pensare che lo stesso Manganelli, valutando la materia che andiamo dibattendo non oziosa ma spassosa, avrebbe probalmente indugiato più di me. Basti pensare che, al pari di Alberto Savinio, egli era un patito degli errori di battitura (Nigro: "Aveva un debole per aplografie. Indulgeva al refuso. E saltava le virgole"). E non poteva essere che così, dacché per lui la macchima da scrivere andava vista come una creatura antropomorfa, al punto da averle persino dato un nome. Va da sé, femminile: Patrizia. Alle corte: era una macchina che non si poteva non amare, anche quando lo faceva sbagliare. Con l'augurio di una fruttuosa serata, la saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:18, 30 giu 2020 (CEST)
::Approfitto del paragrafo: ma le citazioni su Cristina Campo sono tratte da ''Il Messaggero'' o ''La Stampa''? Io leggo ''Il Messaggero''.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 12:27, 1 lug 2020 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao Donato. Ho qui il testo e a pagina 169 in basso a destra effettivamente è scritto: («Il Messaggero», 1987); il riferimento («La Stampa», 1978) è relativo ad altro/altri saggi, ad esempio quello su Samonà e compare a p. 178. Non riesco proprio a capire come sia potuto capitare questo, ti ringrazio per avermelo fatto notare. Ho già corretto. Mi scuso per questo errore del tutto involontario. Forse dovrei staccare per qualche giorno e recuperare un po'... Grazie davvero. Ciao Donato {{smile}}. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:29, 1 lug 2020 (CEST)
== [[Joseph Nicolosi]] ==
Ciao! Il creatore della voce è [[Discussioni_utente:185.51.12.101|Micheledisaveriosp]], da sloggato. Ora, io non c'ero in quel periodo e non conosco per intero la questione. Ritieni che i contributi dell'ip debbano essere controllati attentamente? --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:47, 2 lug 2020 (CEST)
==B XVI_re==
Ciao. Quelli sono link che puntano a wikipedia, ti chiedo venia ma non avendo seguito tutta la faccenda mi sfugge il nesso. Tornando alla citazione in oggetto, se hai fatto delle ricerche e ti risulta che questo testo non esiste, provvedi pure alla cancellazione della stessa: la fonte non nè chiara e quindi è leggittimo dubitare della veridictà. D'altronde l'utente ha prima inserito la citazione, poi ha sollevato il dubbio aprendo la discussione: ''iter'' non corretto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:06, 4 lug 2020 (CEST)
:Sugli utenti non puoi basarti con supposizioni. I blog non sono una fonte ammessa.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:55, 4 lug 2020 (CEST)
<s>::Ok grazie. Ho rimosso. Stavo per ricollocare da [https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ratzinger-e-la-dittatura-ideologica Avvenire], ma la catena di trasmissione è sempre quella, quindi... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:02, 4 lug 2020 (CEST)</s>
== Paolo Bargiggia ==
Ciao, ho visto la tua modifica nella pagina di Paolo Bargiggia. Le parole "Croazia", "Francia" e "iostoconlacroazia" le ha ovviamente scritte lui, non io, all'interno dello stesso tweet. Lo puoi notare in [https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/dailybestpubblici/wp-content/uploads/2018/07/francia.jpg Numerosi screen]. Se lo ritieni opportuno - io sinceramente no, perchè rende più complessa la lettura e non toglie nessuna alterazione di senso - lo si può scrivere con il cancelletto, come ho appena fatto. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:05, 5 lug 2020 (CEST)
Lei è una persona maleducata e inutilmente offensiva. Grazie. Saluti. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:33, 5 lug 2020 (CEST)
== RE:Voci tematiche e Citazioni su / Voce Vira Boarman Whitehouse da creare ==
Ciao Sun-crops, grazie mille delle indicazioni che mi hanno inseganto due cose nuove di Wikiquote! Sono stato molto [[Wikiquote:Non aver paura di fare modifiche|bold]], ho comunque [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Cesare_Battisti&diff=prev&oldid=1083939 ripristinato] e salvato il lavoro in una [[Utente:Afnecors/Sandbox|sabbiera]]. Alla prossima, --[[Utente:Afnecors|Afnecors]] ([[Discussioni utente:Afnecors|scrivimi]]) 18:54, 13 lug 2020 (CEST)
== RE: Citazioni ==
Sun-crops, grazie mille delle indicazioni tuttavia le citazioni delle fonti ci sono sempre, manca forse il numero di pagina, che non ho qui, tuttavia sono frasi molto molto note di autori ben conosciuti.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 14:09, 25 lug 2020 (CEST)
Sun-crops, no mi consenta, ma il testo era indicato anche con numero di pagina solo nella pagina dell'autore cosi come da regola. Nella Bigliografia che lei ha tolto.
Il libro tra le altre cose è nella esposizione riportato seguendo l'impianto e nel suo rispetto di ciò che è già presente.
https://it.wikiquote.org/wiki/Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj
In via esemplificativa tra l'altro in qui per nessuna citazione è riportato il numero di pagina. Ovvero pagina 61 del seguente testo.
https://books.google.it/books?id=0SlG0A1oB9oC&printsec=frontcover&dq=A.K.+Tolstoj,+Il+vampiro+pagina+61&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiOpJ2y4ejqAhUE36QKHWhrBZEQ6AEwAnoECAIQAg#v=onepage&q&f=false
Luigi Volta è il traduttore.
Il lago identificato è il lago di Como.
Inoltre il testo è presente in questa edizione anche su Google Books al numero di pagina indicato da me. Non ho riportato il link nel rispetto delle altre voci che non lo riportavano.
Creare 3 voci è ben possibile per quel testo e tuttavia una prima mossa, a cui possono poi aggiungersene altre.
Ritengo siano citazioni di primario interesse che possano essere sempre completate. E in questo modo con le cancellazioni vengono perse per sempre.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:54, 25 lug 2020 (CEST)
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:55, 25 lug 2020 (CEST)
<s>::{{ping|151.21.123.249}} I link che lei mi ha gentilmente proposto sono i link che le avevo dato io in precedenza e non costituiscono la fonte che lei indica in bibliografia che è da lei riferita a Edizioni Elliot, Roma 2018, mentre i "miei" link che ora così gentilmente mi ripropone come "suoi" fanno riferimento ad Edizione Studio Tesi che lei conosce perché la ricerca per il controllo l'ho fatta io e le ho inviato il link; controlli meglio per Elliot, Roma, 2008, gentile utente, scoprirà che traduttore non è solo Luigi Volta: [http://www.elliotedizioni.com/prodotto/a-k-tolstoj-il-vampiro/]. Gradirei inoltre sapere che cosa significa quest'ulteriore dato inserito in parentesi (1941, pag. 61) visto che in bibliografia lei indica Elliot, Roma 2018, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj&type=revision&diff=1087072&oldid=1087047]. A quale edizione è riferita la citazione?, chi ne è il traduttore?, quale è il numero di pagina?, luogo ed anno di edizione?, l'ISBN? Lei di Luigi Volta parla solo ora dopo aver letto i link che le ho inviato, perché questo dato essenziale non l'ha inserito prima? Eppure i dati da inserire li ho dettagliati ben 4 volte, se non di più. La prego di non tirare troppo la corda. Non intendo proseguire a lungo su questa linea. Grazie. Buonasera. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:31, 25 lug 2020 (CEST) P. S Cortesemente firmi i suoi messaggi. Grazie, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:32, 25 lug 2020 (CEST</s>)
== [[Sonia Scotti]] ==
Secondo me, più che da wikificare, è da cancellare. Una sola citazione e pure banale. My 2 Cents --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:07, 26 lug 2020 (CEST)
==Fonti inadeguate==
Ciao! Fonti come in Victoria Justice sono deprecabili, in quanto raccolte sul web senza alcun affidamento. In quanto tali, voci del genere sono da cancellare in immediata. Poi mi sembra che da qualche mese c'è come un assalto di contributori che operano nel campo dei media televisivi e cinematografici, probabilmente utenti di gruppi o chat che lavorano in questi settori, specie doppiatori. Si passano la voce e cercano direttamente o indirettamente di dare risalto a loro stessi, penso. Non avere dunque remore nel cancellare quando le norme lo consentono, questo il modesto parere.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:09, 1 ago 2020 (CEST)
== Selezione nuove: Don Rodrigo ==
Gentile Sun-crops, buongiorno. Se ho sbagliato, ho sbagliato in buona fede. Ci tenevo a farle sapere che se ho inserito oggi tra le "nuove" Don Rodrigo, sebbene la sua creazione risalga al 14 giugno scorso, come da lei opportunamente rilevato, è perché solo oggi, grazie all'inserimento della terza citazione, essa ha smesso di essere stub, diventando così a tutti gli effetti una "voce". A questo punto, temo di non aver ben compreso quando una voce sia da inserire nell'elenco delle nuove, se al momento della creazione, anche se è solo un abbozzo, oppure successivvamente quando acquisisce lo status di voce, come da standard. Può cortesemente chiarirmi questo punto? La ringrazio della sua cortese attenzione e le auguro di trascorrere una bella serata. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:33, 12 ago 2020 (CEST)
:Grazie della sua argomentata risposta. Rimangono, purtroppo, delle zone d'ombra che il solo buon senso non mi sembra possa bastare a rischiarare. Se ho capito bene, il criterio che sottende all'anagrafe delle "nuove" è quello della cronologia della loro creazione. Se è così, però, non mi è ancora del tutto chiaro che ne sarà degli stub (se penso ai "miei" abbozzi, che non sono pochi, mi sento già male) se entro un tempo ragionevole, mettiamo dieci giorni, non raggiungono lo stadio di completezza tale da venire promossi a voci. Mi chiedo: che ne sarà dopo i "dieci giorni" di essi, degli abbozzi intendo, allorquando, avendo finalmente incamerato i tre fatidici contributi, potranno dirsi voci a pieno titolo? Non potendo più finire nell'elenco ufficiale per tempo scaduto, restaranno a vagare nelle lande di Wikiquote come voci "clandestine"? Concludo con una domanda/proposta: secondo lei, è possibile rifondare la ragion d'essere del registro delle "nuove" e assumere quale elementare e unico criterio per la registrazione il primo vagito, ossia la creazione di una pagina, bozzolo o farfalla che sia? Grazie del suo impeccabile lavoro di supervisione e della disponibilità al confronto e all'ascolto. Le rinnovo il mio cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:56, 12 ago 2020 (CEST)
::{{ping|Filippo Marchiali|Spinoziano|DonatoD}} {{ping|Homer|AnjaQantina|Superchilum}} {{ping|GryffindorD|Gaux|Mariomassone}} Buonasera a tutti. Per la selezione nuove il collaboratore Ibisco pone una serie di questioni sensate e fondate e formula una proposta. Anche se una pagina ufficiale non è in alcun modo una dispersione in un terrain vague, ma un'acquisizione definitiva, mentre la selezione nuove dà sì una visibilità forse di maggiore impatto immediato ma molto temporaneo, la proposta di Ibisco va valutata. Un parere dei collaboratori sarebbe gradito. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:34, 12 ago 2020 (CEST)
:::Salve! ''Guaglù'', discussioni di questo tipo vanno fatte non nelle pagine utente, ma nelle apposite ''talk'' oppure al bar, fra un caffè e un altro {{smile}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:55, 12 ago 2020 (CEST)
::::{{ping|Ibisco|DonatoD}} e tutti gli altri, ho aperto la discussione -> '''[[Discussioni_template:SelezioneNuove#Quando_inserirle%3F|qui]]''' <- continuiamo in quella pagina. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:58, 12 ago 2020 (CEST)
:::::{{Ping|DonatoD}} Cumpa' me ll'ero fatto 'ncapa che s'aveva parlà o bbar 'e ste ccose cu na bella tazzulella 'e cafè. Ha miso a pposto tutte cose Superchilùm, ringrazzianno 'a Maronna. Ma 'o cafè, ll'offro io, nun pazziammo proprio. Amico mio l'avevo immaginato che di queste cose si doveva parlare al bar con una bella tazzina di caffè. Ma, ringraziando la Madonna, Superchilum ha messo a posto tutto. Il caffè però lo offro io, non scherziamo proprio. Ce sentimmo. Fa' 'na bona rummenica. Ciao, Buona domenica {{smile}} {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:17, 12 ago 2020 (CEST) {{ping|DonatoD}} P. S. Dona', foss' 'a Maronna ca i' fosse 'nu guaglione. Cca me chiammano tutte quante 'o zi'. Donato, magari magari fossi un guaglione, così volesse la Madonna. Qui (nella molto cd. vita reale) ormai mi chiamano tutti 'o zi'. E tu lo sai che quando ti chiamano 'o zi' (zio o, forse meglio, signore) vuol dire che il tempo è proprio passato... andato... Hélas! ¡Ay de mí! Ogne bella scarpa addeventa scarpone... Mannaggia a Bubbà, mannaggia. Ciao cumpa', {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:29, 12 ago 2020 (CEST)
:::::::Buongiorno! Ho notato che ieri lei ha provveduto a retrodatare al giorno della sua creazione, quando era ancora allo stadio di abbozzo, la registrazione della voce Griso nelle “nuove”. Poiché giusto oggi ho completate altre voci di personaggi manzoniani, anch'esse pubblicate tempo addietro come stub, ora non so come procedere. Cosa faccio? Inserisco le voci, ora tutte con tre o più citazioni, nell'elenco delle “nuove”, oppure le giro a lei, in modo da evitare un doppio passaggio, dacché io non sono abilitato a fare inserimenti retrodatati, operazione che, peraltro, non saprei nemmeno come cominciare. Nel caso dovesse, a suo giudizio, risultare più agevole la seconda opzione, mi porto avanti con il lavoro, fornendole già ora l'elenco delle voci in oggetto in ordine cronologico di creazione e indicando tra parentesi la data e, per le voci create lo stesso giorno, anche l'ora. Rimane poi un'altra questione procedurale da chiarire. Riguarda i vecchi stub in cui si andranno a inserire citazioni atte a farli assurgere a voci. Come ci si dovrà regolare con queste voci, diciamo "invernenghe"? rinunciare alla registrazione o cos'altro?
:::::::Ma ecco, intanto, il mio elenco.
:::::::1 Don Ferrante (personaggio) (14 giugno, ora 12.03)
:::::::2 Innominato (14 giugno, ora 11.24)
:::::::3 Donna Prassede (15 giugno)
::::::: Nibbio (personaggio) (12 agosto, ora 12.48)
:::::::5 Azzecca-garbugli (12 agosto, ora 13.20)
:::::::6 Perpetua (personaggio) (12 agosto, ora 15.02)
:::::::7 Conte Attilio (12 agosto, ora 15.20)
:::::::8 Fra Galdino (12 agosto, ora 18.31)
:::::::Colgo l'occasione per ringraziarla vivamente per aver sollecitato la comunità a trovare una soluzione condivisa per l'anagrafe delle "nuove". Riceva un cordiale saluto,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 14 ago 2020 (CEST)
::::::: P.S.: Buonasera. Ho provveduto, seguendo il suo consiglio, a registrare le voci nelle "nuove" con il criterio della successione cronologica del destub. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:42, 14 ago 2020 (CEST)
== Luigi Bruzza Wikiquote ==
Salve.
Citazioni poco significative? Prima di parlare, forse sarebbe meglio conoscere di chi si sta parlando per poter dare un giudizio del genere...
Certo che fate proprio passare la voglia di collaborare qui dentro.
Per me la pagina wikiquote va bene così. Se non vi sta bene, modificatela voi, tanto lo fate già ugualmente senza nemmeno capire il fine ultimo delle citazioni. Bah!
--[[Utente:La Luna91|La Luna91]] ([[Discussioni utente:La Luna91|scrivimi]]) 03:41, 13 ago 2020 (CEST)
== Affari tuoi ==
Salve
Si può inserire quella citazione di Insinna nella pagina di affari tuoi? [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:47, 18 ago 2020 (CEST)
Non importa, ora ho visto la modifica [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:48, 18 ago 2020 (CEST)
== Re Ma come parli? ==
Buonasera. Non capisco perché non dovevo rispondere ad un anonimo che mi ha attaccato per 4 volte e non capisco lei che mi riprende per due volte. Per me era finita lì la discussione, visto che il mio tono era scherzoso e collaborativo, ma va bene così. Grazie e buon lavoro.--[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 22:11, 19 ago 2020 (CEST)
== re: Claus Roxin ==
Ciao, io userei [http://www.dirittopenaleglobalizzazione.it/laggravante-mafiosa-nella-stagione-del-trionfo-della-prevenzione-generale-parte/ questa fonte] tra quelle indicate dall'utente in talk, mi sembra più autorevole e più precisa. A parte quello, il problema di medium qual era? Perché la necessità di cancellare la cronologia? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 20 ago 2020 (CEST)
:Beh ma un'eventuale immagine forte in un altro link non è certo motivo di cancellazione selettiva della cronologia qui. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:02, 20 ago 2020 (CEST)
::Mah, potrebbe semplicemente voler dire che in medium la citazione era ben evidenziata in caratteri grandi e centrali, mentre nelle altre fonti era più "nascosta". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:43, 21 ago 2020 (CEST) p.s.: anche per i semplici turpiloqui "generici" non serve rimuovere dalla crono, v. i modi di dire siciliani
:::Ciao, attiva l'opzione di ricezione email così possiamo sentirci in quel modo ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:29, 22 ago 2020 (CEST)
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
== Maurzio Pagliassotti ==
Buongiorno Sun-crops e grazie per i commenti. Ho guardato le istruzioni, ma non avevo colto il punto che prima bisogna creare una voce biografica e POI una voce tematica. Adesso mi è tutto più chiaro.
Per quel che concerne il mio contributo tematico alla Valsusa... ho controllato, e Maurizio Pagliassotti ha una voce biografica: https://it.wikiquote.org/wiki/Maurizio_Pagliassotti
e ho visto che qualcuno ha aggiunto la citazione che io avevo messo SOLO nella voce tematica. Direi che quindi non bisogna cancellarla.
E' però ancora proposta a cancellazione la pagina "Val di Susa" (https://it.wikiquote.org/wiki/Val_di_Susa), e a questo punto non capisco perché.
E perché manca la rilevanza enciclopedica?
== Re: Giulio Berruti ==
Ciao Sun-crops, ''vanityfair.it'' va bene ma tu [[Speciale:Diff/1094809|qui]] avevi messo ''.it'' a ''Vanity Fair'' che non ha senso. Al momento non avevo capito che volevi mettere il dominio e perciò l'ho tolto, tutto qui :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 14:13, 29 ago 2020 (CEST)
:Ho inserito il dominio ''[[Speciale:Diff/1094911|vanityfair.it]]'' anche se penso andasse benissimo anche il nome dell'editore, ''Vanity Fair'', ma fa niente dai. Ciao e buon lavoro :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 15:06, 29 ago 2020 (CEST)
== Modifica annullata ==
Egregio,
la invito cortesemente a rispondere del suo operato in questa sede: https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Annullamento_modifiche_ingiustificato
Cordialmente,
--[[Speciale:Contributi/151.64.15.178|151.64.15.178]] 17:17, 1 set 2020 (CEST)
== Re: Tony Shalhoub ==
Buon pomeriggio! Come mai non è ammessa? -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:Ho messo un'altra citazione, vedi se va bene e fammi sapere :)
== Re: LillyOtta ==
Non lo so! Ho trovato la discussione dell'utente e le ho risposto.-- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:No, non sono io. Ho aperto un unico account.
== Re: Impiego di fonti non ammesse. ==
Mi spiace di aver commeso degli errori. Le posso assicurare che il mio intento non era vandalico. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: Moana Pozzi ==
Gentile utente Sun-crops, Le vorrei rammentare che noi parliamo in italiano, pertanto Moana Pozzi si definisce "Attrice pornografica" e non "Pornostar", è come dire che Alida Valli è un'"actress". Inoltre, nella categoria c'è scritto "Attori pornografici italiani" e non "Pornostar". Buon proseguimento. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: LillyOtta ==
Cosa intende? Sia un po' più comprensibile! --[[Utente:LillyOtta|LillyOtta]] ([[Discussioni utente:LillyOtta|rispondimi]]) ven 4 set 2020, 20:48 (CEST)
== Nazionalità Elvira Mujcic ==
Sembrerebbe che, in effetti, Elvira Mujcic abbia due nazionalità, come riposrtato qui: https://www.words4link.it/w4l-autore/elvira-mujcic/
Detto ciò, personalmente preferisco mettere i paesi in cui ha vissuto e ora vive piuttosto che la nazionalità. --[[Utente:Cris77|Cris77]]
:: prova firma :-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
::: sembra funzioni. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
== Info cancellazione Koito ==
Perché hai cancellato la pagina dicendo che è a scopo promozionale? Rispettava le Linee guida erano citazioni di canzoni e non messaggi autopromozionali!!quindi vorrei una spiegazione Plausibile visto che non ce n’era motivo, invece di ricevere il tuo bellissimo messaggio che minaccia il blocco del mio account. Se Non sai chi è Koito cerca su internet e troverai diverse pagine, articoli e testi di sue canzoni.
Attendo una risposta e mi auguro che ripubblichi la pagina.
Grazie
SID.
== ordine delle citazioni, fa gli altri nella voce Ryszard Kapuściński ==
Cerco di essere attenta all'ordine. Mi scuso se mi sono sbagliata in alcune voci. Vedrò di rimediare per i prossimi post.--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:29, 9 set 2020 (CEST)
== Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali ==
Rispondo qui alla [[Discussioni_utente:Cris77|sua domanda]]: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:43, 19 set 2020 (CEST)
: fatto, creato pagina del libro e tolto citazione dalle pagine degli autori. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
:: il [[Discussioni_utente:Cris77#Ryszard_Kapu%C5%9Bci%C5%84ski|suo P.S.]] significa che non c'è un problema con la citazione? Ripeto, sono generalmente molto precisa nella trascrizione dei testi, mi sembra difficile che ci sia una "differneza marcata" con l'originale... {{nf|17:29, 20 set 2020 | Cris77}}
::: Purtroppo no, è uno di quei libri che non ho sotto mano... passato chissà dove fra i vari traslochi ;-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 20:34, 20 set 2020 (CEST)
:::: Riguardo alla differenza del testo che ho citato io e quello della sua fonte indiretta, ossia questa per la mia versione: "L'identità di un popolo, così come il paesaggio di una nazione, sono sempre in divenire, in movimento, si rimettono in gioco ogni giorno, ridefiniscono i confini – come topografi che misurano il displuvio delle catene alpine –, patteggiano ogni giorno il loro essere nel mondo.", non è possibile che io abbia modificato a tal punto la citazione. Ho potuto eventualmente dimenticare una virgola. E anche se, come dice lei, questo è certo un problema, non è davvero possibile che io mi sia "divertita" a modificare il testo a tal punto. So quanto sia importante citare correttamente, perché, come ha ben capito anche lei, sono una ricercatrice universitaria, e so benissimo il valore di una citazione, che deve restare fedele al testo originale. Vedete voi se volete cancellarla. Le posso assicurare che è impossibile che io abbia stravolto il testo a tal punto. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 18:33, 27 set 2020 (CEST)
== Ebano ==
Purtroppo non ho sotto mano il libro per poter verificare. E' un libro che ho letto molti anni fa, di cui ho le citazioni in un lunghissimo documento word. Di solito sono precisa, ma può darsi che abbia fatto dei piccoli errori (o che il testo sia leggermente modificato nell'edizione che ho letto). Non saprei dirle. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
== Re: ==
Se i difetti sono le maiuscole o le virgolette, allora i problemi risiedono principalmente nella mentalità "fondamentalista" di chi ha scritto le regolette di wikiquote e di chi le applica alla lettera. I problemi delle wiki italiane risiedono appunto nell'essere difatti delle proprietà private, altro che enciclopedie libere e collaborative. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 22:44, 3 ott 2020 (CEST)
:Trattasi solo della mia opinione critica sui problemi e la scarsità di voci (rispetto a en:wiki) espressa secondo la libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'articolo 21. Può anche dire che io dico solo idiozie, e sinceramente la cosa non mi turba affatto. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 09:10, 4 ott 2020 (CEST)
::Semmai, dal suo punto di vista, "diffamando" non "calunniando" (differenza giuridica), poi non si può fare diffamazione contro wiki visto che non è una persona giuridica (infatti non ha rappresentanti legali) E ho detto wiki non il signor admin.
E non si preoccupi, la pagina me la copio sulla mia pagina prova almeno non mi vede più tra i piedi. Buon proseguimento. --[[Utente:Traiano91|Traiano il sofista]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:50, 4 ott 2020 (CEST)
: Ciao --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:58, 4 ott 2020 (CEST)
::P.S. Nessuna enormità: Wikipedia non è un soggetto giuridico, non può essere citato in giudizio né subire nulla, tra l'altro molti in Italia la pensano come me
Fonte su "Wiki non è un soggetto legale" https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Fare_causa_a_Wikipedia#A_chi_faccio_causa?
--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:04, 4 ott 2020 (CEST)
:No, davvero. Ho problemi di comprensione in questo caso. Sul serio. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:14, 4 ott 2020 (CEST)
:Davvero non comprendo il motivo della sua arrabbiatura, ho difficoltà a capire certe emotività altrui, poi da dietro uno schermo, senza vedere i volti mi riesce ancora più difficile, ho un deficit di "empatia cognitiva" e cose che per me sono umoristiche o critiche legittime agli altri appaiono non tali..--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:58, 4 ott 2020 (CEST)
== Re: Utente:GeorgianaKozak ==
Ciao Sun,
sì anche secondo me è spam. Grazie. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:13, 6 nov 2020 (CET)
== Re: Utente:44lewis44 ==
Ciao Sun,
secondo me sì, è ok. No problem ;-) Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 10 nov 2020 (CET)
== Re: Discussioni utente:JodyPlayfair ==
Ciao Sun,
vai tranquillo non mi scocci mai :-) Magari non sono sempre sul pezzo per risponderti però ;-)
Tipo questa volta, mi cogli un po' impreparato... però ti direi che non ha molto senso.
Alla fine, anche se culturale, mi sembra che sia usare Wikiquote per far pubblicità, e che attinenza ha con il progetto?
Alla fine questo [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=JodyPlayfair utente] si è iscritto, non ha fatto nient'altro che scrivere due righe di pubblicità.
Raccoglierei qualche altro parere, ma direi che non va molto bene.
Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 12 nov 2020 (CET)
== Re: Link spam ==
Ciao, sì, fa niente, l'ho tolto di là visto che dovevo aggiornare anche altro, non penso che un link rimasto in un'altra pagina di discussione cambi la vita a qualcuno, vedi tu come preferisci. Un caro saluto :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:27, 17 nov 2020 (CET)
==Michael Schumacher==
Mi sembra che stai trascurando un significato sottostante rilevante che riguarda il pilota tedesco: nonostante Hamilton lo abbia battuto nei risultati, Schumacher è comunque imbattibile emotivamente. E comunque resta un paragone rilevante tra due piloti.----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 21:15, 17 nov 2020 (CET)
== Re: Saluti ==
Ciao Sun, mi lusinghi e non so quanto merito tutto questo... Mi fa piacere vederti ancora all'opera con costanza, entusiasmo ed una eccessiva umiltà. Attualmente sono in una quarantena forzata e stasera mi era presa una certa nostalgia di questo meraviglioso progetto. Non so quanto mi tratterrò ma mi piace tornare quando posso. Buon lavoro e grazie di tutto ciò che stai facendo.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:25, 18 nov 2020 (CET)
== Voce [[Chiara Amirante]] Wikiquote ==
Ciao, io ho verificato ogni citazione nei libri pagina per pagina e dove compaiono le pagine posso garantirti che sono corrette. Basta fare una verifica ed è così. Non ho capito perché hai aggiunto la domanda e l’avviso. Io sono andato sul sicuro a pubblicare perché ho fatto questo lavoro di verifica prima dedicandoci molto tempo. Cosa dovrei fare di più? Ho seguito il consiglio e le indicazioni che mi erano state date. [[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 09:27, 18 nov 2020 (CET)
:Ho modificato la parte relativa alle pagine. Le citazioni che ho trovato le ho cercate sui libri cartecei in mio possesso. Quelle in cui non ho indicato le pagine le cercherò più avanti e le aggiornerò. C'è qualcos'altro che debba fare prima di rimuovere l'avviso e che mi può essere sfuggito? Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 00:40, 20 nov 2020 (CET)
::Ho inserito nella bibliografia i codici corretti delle edizioni e ISBN. C'è altro che dovrei fare? Puoi rimuovere tu l'avviso? Grazie per l'aiuto.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 18:40, 1 dic 2020 (CET)
:::Scusami, ma quale sarebbe il senso di mentire? Ho con me entrambi i libri delle due edizioni. Ho preso i numeri di pagina dall'edizione "Orizzonti di Luce" (totale 119 pagine) e non dall'edizione di "Città Nuova" (totale pagine 95). Lo scarto di pagine non è dato dal contenuto perché gli indici sono identici, ma dal formato del libro e dell'impaginazione. Non so perché non dovresti crederci. Cosa posso fare per provarlo? Ho i libri qui davanti a me. Forse devo rifare tutto il lavoro di ritrovare tutte le citazioni di ''Alzati e rivestiti di luce'' dall'edizione di ''Città Nuova'' che tu puoi consultare? Se questa è la strada o un'altra da percorrere avvisami e mi metterò al lavoro. Le discordanze le hai trovate solo per questo testo o anche per gli altri? Credimi che le ho verificate una ad una con grande attenzione, dubito di aver fatto errori, anche se per stanchezza potrebbe essercene stato uno, ma sicuramente in buona fede. Come vedi per diverse citazioni che non sono riuscito a trovare non ho inserito le pagine. Quelle in cui le pagine compaiono sono state realmente individuate e verificate una ad una. Attendo indicazioni. Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 10:01, 2 dic 2020 (CET)
== re: Torino Football Club ==
Decisamente sì, ma su Wikiquote non diamo patenti di liceità in base alla positività o negatività di una citazione. Anche se si parla di male di quell'argomento, la citazione è pertinente. Altrimenti in [[Ebrei]] dovremmo cancellare le citazioni di [[Papa Pio V]] o di [[Adolf Hitler]], per dire. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:17, 18 nov 2020 (CET)
==Categorie in rosso==
Ciao Sun-crops :) scusa il disturbo, perché ''[[Speciale:Diff/1111306|Categorie in rosso da evitare]]''? --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:18, 19 nov 2020 (CET)
:Ecco, anche la mia domanda. Non sarebbe meglio crearle le categorie, lì dove mancano? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:35, 19 nov 2020 (CET)
== Valerio Massimo Manfredi ==
Perdonami se te lo dico, ma non mi pare di averti insultato o comunque parlato in toni così accesi. Ti ho fatto una domanda e basta. Negli altri paragrafi nessuno ha contestato il fatto che dopo il <nowiki><br></nowiki> c'è stato il daccapo. Non capisco dunque il motivo di questa cosa del "tutto attaccato", per dire, per il paragrafo ''Quaranta Giorni''.--[[Utente:Smashfanful|Smashfanful]] ([[Discussioni utente:Smashfanful|scrivimi]]) 15:28, 19 nov 2020 (CET)
== Re:Cannes ==
Buongiorno, Sun-crops! È per me sempre un piacere sentirla. Le sue osservazioni sono ineccepibili. Pertanto non mi resta che provvedere subito a fare le opportune mende alla sottosezione della voce in oggetto. Le auguro di trascorrere una serena fine settimana, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione. Trovo l'iniziativa SheSaid altamente lodevole. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:46, 20 nov 2020 (CET)
:: Buon pomeriggio. Busso ancora al suo account per un piccolo aiuto. Vorrei migliorare alcune voci di donne presenti su WQ e, in adesione al progetto di Wikimedia, mi piacerebbe apporre la notazione #SheSaid nella textbox dei commenti. Purtroppo non so dove si trovi codesta textbox. È forse la "finestra" della descrizione degli edit? Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:42, 20 nov 2020 (CET)
== Template Cita ==
Ok, grazie mille. Ho guardato il [[Template:Cita|template Cita]], pensavo funzionasse come in WP, insieme al template Bibliografia. Ma qui Bibliografia non c'è.
Va bene così, aggiungendo la sezione e la bibliografia estesa?
<code><nowiki>
== Bibliografia ==
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=Q4FrJ8Sx3UAC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable Africa], Penguin Books, 2004, ISBN 9780143024576
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=4aQxwWDZxRoC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable African women], Penguin Books, 2005, ISBN 9780143024866
</nowiki></code>.
Ma poi il collegamento preciso tra Cita|Steward|2005 e la bibliografia chi lo fa (click sulla op.cit e vado sul link al libro)? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 12:18, 20 nov 2020 (CET)
<s>:Ciao, Camilia, ho data una prima sistemazione alle citazioni. Cerco di rispondere nel modo più semplice e chiaro possibile. Il cita web non è in uso in wikiquote, anzi, almeno finora è deprecato. Se dalla stessa opera sono tratte almeno 3 citazioni, creiamo una sezione con titolo dell'opera. Se l'opera è una fonte indiretta, e se le citazioni sono almeno 3, creiamo una sezione come vedi in [[Xavier Forneret]] (vedi anche wikitesto). Funziona così: ===Citato in Autore, ''Titolo''===. In bibliografia inseriremo i relativi riferimenti bibliografici con link Julia Stewart, [https://books.google.it/books?id=4aQxwWDZxRoC&lpg=PT237&dq=(Stewart%2C%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa%2C%20Johannesburg%3A%20Penguin%20Books%2C%202004&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=(Stewart,%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa,%20Johannesburg:%20Penguin%20Books,%202004&f=false Stewart's Quotable African Women] ecc. Se invece da un'opera sono tratte meno di 3 citazioni, restano in sezione generale, Citazioni di e le fonti andranno in nota <nowiki><ref></nowiki>Citato in + i riferimenti bibliografici completi, e il link alla pagina per la prima citazione.<nowiki></ref></nowiki>. Capisco che sembra un po' complicato, ma con la pratica diventa semplice. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:08, 20 nov 2020 (CET)</s>
::Grazie della modifica. No guarda, non è complicato, è solo leggermente diverso da WP. Poi quando uno viene da lì, magari non sa che certi template sono in disuso, e questo non mi è stato molto chiaro leggendo la pagina del [[Template:Cita|template Cita]] qui in WQ. In pratica non si dovrebbe usare, non ci sono alternative. Si potrebbe magari segnalare da qualche parte, sulla pagina del template stesso? In modo che chiunque faccia il mio percorso sappia precisamente cosa va fatto. Grazie di nuovo :-) --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 13:31, 20 nov 2020 (CET)
== Re: Template cita ==
Ciao Sun, il [[Template:Cita]] (diversamente dal [[Template:Cita web]], che può essere a tratti tollerato) non dovrebbe proprio esistere su Wikiquote, è stato creato senza consenso da un vecchio utente che a volte faceva un po' troppo di testa sua. Lo si potrebbe proporre per la cancellazione, e al limite, se in sede di cancellazione emergesse un consenso a mantenerlo, aggiornarlo in linea con Wikipedia. Per le categorie "in rosso", ti confermo che non dovrebbero esistere, in quel caso la categoria si crea subito o si rimuove. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:43, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie. Se dovessimo discutere, io sarei pro utilizzo, ma se come in WP, dpvrebbe essere in concomitanza con il template Bibliografia. A quel punto si utilizza tutte le volte che da un libro si estraggono più di 3 citazioni (e io ho appena comprato i due libri di proverbi africani della Stewart, perciò ipoteticamente non è così raro che questo si potesse verificare). Si scrive una sola volta il libro in Bibliografia e si diferenzia il cita per pagina. --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:55, 20 nov 2020 (CET)
== Spambot ==
Le utenze del tipo "NomeCognomeXX" (dove gli X sono numeri), che modificano la loro pagina utente con informazioni in inglese di quel tipo (nome, origine, hobby) sono al 99,99% utenze automatiche create per spammare. Al loro primo edit in ns0 diventa evidente, perché è uno spam palese: a quel punto si possono bloccare infinito (nella tendina delle motivazioni c'è "spambot") e cancellare/proteggere le loro pagine utente e di discussione. Formalmente finché scrivono solo nella loro pagina utente "sono tizio, vengo da questo posto" non stanno violando nessuna policy, ma o rimangono fermi (e bon), o spammano (e allora si beccano facilmente e si bloccano). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:56, 20 nov 2020 (CET) p.s.: ora anche solo "NomeCognome" senza numero, vedo, si stanno evolvendo :-D
== re: A parte l'uomo. ==
Ciao, in effetti anche su quello siamo lì lì. Io, dopo averlo reso un po' più neutro, lo leggevo come un "anche senza considerare il fatto che in home page ci sia un uomo, controlla quante donne sono elencate" (senza particolari considerazioni su chi sia quell'uomo); però concordo che sia indelicato scriverlo comunque così, e concordo con [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:SheSaid&curid=175728&diff=1112008&oldid=1112007&diffmode=source la modifica] effettuata da [[Utente:Spinoziano|Spino]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:29, 22 nov 2020 (CET)
<s>:{{ping|Spinoziano}} Ciao, Superchilum. Così va benissimo e ne guadagna – e di molto – anche l'iniziativa. Ringrazio tantissimo te e Spinoziano. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:34, 22 nov 2020 (CET)</s>
== George Gordon Byron e tematiche ==
Ciao, ho letto le varie dritte che hai lasciato sulla voce di Byron anche se non utilizzo un'utenza registrata; non sono state parole al vento! ;-) Sei stato talmente veloce nel modificarmi che mi sono accorto dei tuoi interventi, ahimé, solamente dopo avere finito tutto l'iter di inserimento nelle voci tematiche, purtroppo. Quanto alla scelta delle frasi da inserire nelle tematiche, benché abbia letto le regole su cosa inserire e cosa no, purtroppo rimane un concetto piuttosto soggettivo e, da utente inclusivo quale sono, in realtà mi sono costretto a rinunciare a più inserimenti nelle voci tematiche di quelli che poi ho infine inserito! :-D Ma sono conscio di questa mia "debolezza", perciò se vorrete considerare la nuova voce tematica ([[conquista]]) non idonea, lo comprendo. --[[Speciale:Contributi/87.14.186.219|87.14.186.219]] 00:51, 23 nov 2020 (CET)
:{{ping|87.14.186.219}} Ciao, mi fa molto piacere parlare con un utente collaborativo. Certo, se volessi registrarti sarebbe più facile. Per le tematiche il criterio è quello dettagliato in oggetto di modifica. La citazione deve "gravitare" sul termine e deve essere significativa, originale; non basta che il termine o il soggetto sia menzionato. Stesso criterio per le sezioni Citazioni su delle voci. Naturalmente un metro assoluto assolutissimo per questo è difficile da trovare, ma non è affatto difficile "farci l'orecchio" e capire se l'inserimento va bene. A volte è palesemente sbagliato, a volte al limite, altre volte se ne discute per vederci più chiaro. Per [[conquista]]: ho lasciato così in modo da farla vedere anche ad altri collaboratori. Gli inserimenti "doppi" hanno qualche probabilità in più di presentare un problema di pertinenza, almeno per uno degli inserimenti. Meglio guardarli, "ascoltarseli" con più attenzione. Se mi riesce di trovare una citazione centrata per conquista, "blindiamo" la voce. Ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:32, 23 nov 2020 (CET)
== Re: American Psycho ==
Grazie Sun. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:24, 27 nov 2020 (CET)
==Società Sportiva Lazio==
Ma che cavolo modifichi che avevo ragione io. E mette pure la pagina come protetta. Ridicolo {{nf|06:19, 3 dic 2020| 151.30.5.23}}
== re: Batman (film 1989) ==
Per quanto detto da me [[Wikiquote:Bar#Incipit_"farlocchi"_di_film|qui]], a me personalmente me gusta. Però magari se riusciamo a trovare una linea condivisa per tutto il progetto, direi che è meglio :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:47, 3 dic 2020 (CET)
:{{ping|Superchilum}} Sì, direi che nella discussione al bar per il momento il consenso è per essere di larga manica, ho annullato la rimozione dell'incipit segnalando all'autore della rimozione la discussione al bar.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:01, 3 dic 2020 (CET)
== Natura: citazione da Chicco Testa ==
La citazione nella [[Chicco Testa|voce dell'autore]] è stata inserita poco dopo.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 10:34, 4 dic 2020 (CET)
==Ferdinando Scala==
Ciao, sto revertendo la tua modifica perché ben due delle tre citazioni riportate sono estratte dall'opera che ho citato...--[[Speciale:Contributi/2.45.77.36|2.45.77.36]] 12:42, 4 dic 2020 (CET) {{nf|11:42, 4 dic 2020 | 2.45.77.36 }}
== Wikiquote:SheSaid ==
Grazie Sun-crops per l'info e le cortesi parole. Mi unisco volentieri a una ottima iniziativa. Lo sbilanciamento di genere c'è e deve essere corretto. Con l'impegno di tutti. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:40, 5 dic 2020 (CET)
== Mirabilis jalapa ==
Ciao! Di solito per piante e animali l'usanza qui è di mettere il nome comune, sposterei a [[bella di notte]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:25, 5 dic 2020 (CET)
== Re: Nadia Campana ==
Buongiorno Sun, grazie per il lavoro che stai facendo sulla voce della Dickinson e scusa se ti rispondo solo ora. Direi che la citazione vada benissimo e sebbene non sia menzionata la fonte primaria, possiamo accontentarci di quella fonte secondaria. Grazie ancora e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 15 dic 2020 (CET)
== Jago su Wikiquote ==
Ciao, ho provato a creare una pagina sullo scultore Jago [https://it.wikipedia.org/wiki/Jago_(scultore)] su Wikiquote. Avevo dimenticato di mettere la fonte e ho visto che l'hai cancellata. Vorrei ricrearla mettendo la fonte; sarebbe l'unica cosa che manca, o ci sarebbe anche altro? Grazie --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 20:38, 16 dic 2020 (CET)
:: Ciao, grazie, scusami se non t'ho piu' risposto ieri ma non ero online. Ora ho aggiunto la mia fonte. Grazie ciao --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 18:18, 17 dic 2020 (CET)
== Lisa Kudrow ==
Ciao, se hai tempo potresti cortesemente spostare questa pagina [[Wikiquote:Lisa Kudrow]] con il nome dell'attrice? Non so per quale motivo non mi spunta l'opzione sposta, credo di dover aspettare ancora qualche giorno per averla ma non vorrei sparare stupidaggini. Grazie mille!! [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:13, 19 dic 2020 (CET)
::Ciao, scusa la confusione: intendevo rimuovere il “wikiquote:” dal titolo e lasciare solamente il nome dell’attrice “Lisa Kudrow”, l'errore non è nello spelling del nome. Grazie mille -[[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:24, 19 dic 2020 (CET)
== Re: [[Lisa Krudow]] ==
Ciao Sun,
ora è come volevi? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 13:59, 19 dic 2020 (CET)
: In realtà non ho fatto niente di che, ho solo notato che era nel namespace Wikiquote, e così dal menu a tendina ho selezionato il namespace princpiale. Tutto lì. Felice di esserti stato utile. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:06, 19 dic 2020 (CET)
== ORLAN_re ==
Ciao. ho modificato come potrai vedere, cioè togliendo il nome dell'autore della foto non essendo enciclopedico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:53, 19 dic 2020 (CET)
== Interprogetto ==
Ciao, ho riscontrato alcuni problemi con il template interprogetto. Mentre nelle pagine presenti anche in wikiquote di altre lingue collego semplicemente con le corrispondenti pagine in lingua straniera, nelle pagine presenti unicamente in quella italiana (es. [[Samantha de Grenet]], [[Stefania Orlando]]), seppur inserendo il collegamento in wikidata, nella sezione “Altri progetti” non risultano i collegamenti. Sapresti aiutarmi? Grazie mille [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 18:34, 22 dic 2020 (CET)
:{{ping|Imheree}} Ciao a entrambi e scusate l'intromissione :D quando l'interprogetto appare vuoto è un problema di [[w:Cache|cache]]. Esiste un [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:Preferenze#mw-prefsection-gadgets accessorio] per [[w:Aiuto:Purge|purgare]] oppure si fa un [[w:WP:NULLEDIT|nulledit]]. Ciao e buone feste! --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:15, 23 dic 2020 (CET)
::{{ping|GryffindorD}} Grazie GryffindorD, intervento utilissimo; ne approfitto senz'altro. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:10, 23 dic 2020 (CET)
== Re: Oliver Platt ==
Ciao, anch'io non riesco a consultare la fonte, dice che non è possibile accedere a quel sito dai paesi dell'UE. Il testo originale e la data li avevo presi su [[w:en:Oliver Platt|en.wiki]]. Comunque in seguito sono riuscito a consultare la fonte, è a posto :) Ciao. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:25, 28 dic 2020 (CET)
:PS: adesso la pagina puoi [[Speciale:Diff/1119168|vederla]] anche tu :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:36, 28 dic 2020 (CET)
== Template:SelezioneNuove ==
Mi scuso di aver scorrettamente inserito una voce nuova ancora stub, nel Template in oggetto. Per il futuro chiedo se l'eventuale integrazione di uno voce stub, consenta poi l'inserimento della stessa nel template citato.--[[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] ([[Discussioni utente:IppolitoN|scrivimi]]) 16:19, 31 dic 2020 (CET)
== Traduzioni dall'inglese ==
Ciao Sun-crops, se il tempo e la pazienza te lo permettono, potresti dare una controllata alle traduzioni che ho fatto per Asfa Wossen Asserate nella mia pagina profilo? Grazie. [[Utente:Mariomassone|Mariomassone]] ([[Discussioni utente:Mariomassone|scrivimi]]) 19:33, 9 gen 2021 (CET)
== avviso ricevuto ==
così non si capisce nulla, bisognerebbe fare un esempio di come si fa ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:01, 13 gen 2021 (CET)
:sarà perché sto facendo 100 cose contemporaneamente ma non sto capendo molto, io cmq la citazioni di Urgant l'avevo messa per prima cosa nella pagina di Urgant.. cmq, facciamo prima che ti passo la fonte dove ci sono delle citazioni, tu te la leggi e se trovi qualcosa di buono la inserisci :).. per esempio [https://it.wikipedia.org/wiki/Sonny_Liston#Alcune_sue_frasi_celebri qui] ci sono le frasi di Sonny Liston che andrebbero trasferite e [https://www.ilnapolista.it/2021/01/balestri-sono-diventato-pinocchio-perche-fui-lunico-ad-avere-il-coraggio-di-rompere-un-quadro-davanti-a-comencini/ qui] un articolo su Andrea Balestri.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 08:29, 17 gen 2021 (CET)
::vedi un po' se [https://serial.everyeye.it/notizie/sanpa-luca-bizzarri-red-ronnie-twitter-imbecille-non-sai-cosa-passato-493794.html questo] battibecco merita di essere riportato :).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 17:56, 20 gen 2021 (CET)
:::secondo te [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Pagina_delle_prove&oldid=1125535 queste] sono rilevanti? La "c*" sta per una parolaccia, quindi in materia non so regolarmi, imho la frase è emblematica della sua particolare sensibilità nel capire cosa non andava nella macchina, cosa che era una sua caratteristica famosa e non comune nell'ambiente.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:57, 28 gen 2021 (CET) {{nf|18:57, 28 gen 2021 |2.226.12.134 }}
::::io ho firmato.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 22:51, 28 gen 2021 (CET)
== Beatitudini ==
Ciao Sun, i tuoi contributi biblici sono molto apprezzabili; forse le ultime che hai inserito in [[Discorso della Montagna]] starebbero ancora meglio in [[Beatitudini]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:36, 20 gen 2021 (CET)
:Grazie a te, per quanto riguarda la citazione di Mutis qualche dubbio onestamente ce l'ho, perché il Discorso della Montagna è citato solo alla fine, mentre tutta la citazione parla dei furbi, argomento non trattato dal Discorso della Montagna. Credo comunque che "liniti" sia un refuso e che sarebbe il caso di creare una tematica [[Furbizia]] distinta da [[Astuzia]] perché sono due cose un po' diverse (in [[Astuzia]] guardacaso c'è un detto dal ''[[Vangelo di Tommaso]]'' che vede anche un aspetto positivo in quest'ultima). Per le pagine di disambiguazione, si possono mettere anche link rossi, magari non tutti quelli presenti su Wikipedia (come avevo scritto [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:GryffindorD#Pagine_di_disambiguazione qui]) ma Bianca Berlinguer sicuramente ci può stare :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:11, 21 gen 2021 (CET)
==Emmanuel Macron==
Ciao Sun,
grazie per le correzioni. Il discorso di [[Emmanuel Macron]] all'università di [https://www.jeuneafrique.com/497596/politique/document-le-discours-demmanuel-macron-a-ougadougou/ Ougadougou] contiene altre citazioni importanti da estrarre. Se avessi volgia di farlo... :) ----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 19:17, 23 gen 2021 (CET)
== Re: Nome utente ==
Ciao Sun,
innanzitutto ringrazio e contraccabio gli auguri per una buona giornata. Dunque per il nome utente in questione non avevo indagato. Ti direi che una differenza netta avrebbe potuto farla se fosse stato morte ''agli'' USA. In ogni caso siamo al limite. Ho dato un'occhiata se [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%D0%A1%D0%BC%D0%B5%D1%80%D1%82+%D0%A1%D0%A8%D0%90 globalmente] fosse stato bloccato e non lo è. Che dici se riguardiamo tra un po'? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 29 gen 2021 (CET)
==Totò==
Ciao Sun-crops. Volevo risponderti riguardo a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Tot%C3%B2&type=revision&diff=1114575&oldid=1114564 questo tuo commento] (l'ho visto solo ora). La citazione è al minuto 4:42. Stando alla fonte, si tratta di una battuta detta da Totò a De Crescenzo. De Crescenzo, che per noi sarebbe il testimone diretto, ha poi raccontato la freddura di Totò a Odifreddi. Magari De Crescenzo aveva attribuito a Totò qualcosa di suo (o di altri), ma la nostre nostre fonti (De Crescenzo per mezzo di Odifreddi) questo riferiscono. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 02:49, 30 gen 2021 (CET)
:Tranqui, non c'è fretta, quando vuoi tu. Notte :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 03:12, 30 gen 2021 (CET)
==Citazioni Su==
Ciao, Secondo te una citazione come questa si potrebbe inserire in sezione Citazioni su ?
*Una personalità eclettica che........ha dato vita ad “Art Aia - Creatives /In/Residence” residenza artistica che promuove le arti, seguendo il filo rosso della sostenibilità ambientale.(Cristina Savi, giornalista). Dall'articolo "Viaggio virtuale tra i tesori del Fvg. Il progetto approda su Google Arts", Messagero Veneto,[https://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2021/01/08/news/viaggio-virtuale-tra-i-tesori-del-fvg-il-progetto-approda-su-google-arts-1.39750065] 8 gennaio 2021.--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 11:51, 5 feb 2021 (CET)
Ho visto. Grazie--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 12:27, 5 feb 2021 (CET)
==Voci tematiche: ordinamento cronologico_re==
Ciao. Che io sappia, nelle tematiche (voci o sezioni) l'ordine cronologico non è mai stato adoperato – ma tieni presente che la mia memoria non è affatto eccellente – se ricordo bene le mie pecche. In ogni caso, dando un'occhiata alla voce che mi indichi, a me pare che più che in "ordine cronologico", le citazioni siano state riportate "per ordine di pagina", cioè così come (correttamente) elencate nella voce citante, per cui "cronologico" sarebbe altresì fuorviante, inappropriato. Secondo me andrebbero comunque in ordine alfabetico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 5 feb 2021 (CET)
== Luciano Canfora ==
Ciao, ho aggiunto nuove citazioni per la sezione ''La metamorfosi''. Spero adesso sia in linea con le convenzioni del progetto: non sono molto esperto a proposito, perciò ho preferito chiedere conferma a te. Grazie per le correzioni e per tutto il tempo e il lavoro che stai dedicando a Wikiquote.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 01:35, 19 feb 2021 (CET)
== Brundle/Ferrari ==
{{fatto}} il ndr, per la significatività, imho sì, poi vedete voi.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 22:16, 20 feb 2021 (CET)
:servirebbe un posto dove discutere di 'ste cose.. non è che c'è una lista degli stub di sportivi? In giro si trova sempre qualcosa, così alleggeriamo quella generale.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 00:35, 21 feb 2021 (CET)
::con 13mila stub da ampliare mi sa che la suddivisione è meglio prepararla, anche per dare una migliore visibilità a voci di maggior rilievo, nel senso che se ad uno interessa solo la letteratura evita di beccarsi le voci di sportivi ;) che magari gli stanno pure antipatici :)).. e cmq se ci fosse la possibilità di un lavoro di squadra si farebbe ancora prima, una cosa tipo progetto provvisorio, da soli 50 voci possono essere ampliate in uno o due mesi, in gruppo in una o due settimane ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 10:32, 21 feb 2021 (CET)
== Re: Maiuscole / minuscole ==
Ciao, sulla base di [[Wikiquote:Bar/Archivio 2017-06--12#Siti web e trascrizione fonte|questa discussione]] credo sia meglio l'iniziale minuscola. Buona settimana, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:23, 22 feb 2021 (CET)
== Re: Orient Express ==
Buongiorno, Sun-Crops! E' sempre un piacere sentirla. Purtroppo ''Assassinio sull'Orient Expres'' non è nelle mie disponibilità attuali. Potrei però procurarmelo più avanti. Ciò che posso fare adesso, in attesa di future "istruzioni", è annotare nel taccuino codesta occorrenza. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:11, 23 feb 2021 (CET)
:Buon pomeriggio, Sun-Crops! Con un colpo di fortuna, proprio oggi ero riuscito a procurarmi il libro di Agatha Christie (Oscar Gialli Mondadori, 2018), ma apprendo che nel frattempo lei ha già provveduto ad inserire la citazione. Non per questo, tuttavia, il volume è diventato wikiquotianamente inservibile, dacché contiene una superba prefazione di Oreste del Buono che mi consentirà di rimpolpare con inserimenti di qualità la pagina sull'Orient Express. Non è ancora tutto: prendendo per buona la sua osservazione sulla debolezza della seconda citazione di Morand, provvederò anche, per non vanificare il trittico, a sostituirla con un'altra citazione dello stesso autore. Nel ringraziarla della sua costante interlocuzione, sempre affabile e sempre di qualità, la saluto cordialmente e mi metto al "lavoro". Buona serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 24 feb 2021 (CET)
::Non ho problemi a sostituire il brano in oggetto con il corrispondente tratto dal libro cartaceo. Naturalmente detta operazione è da fare prima sulla pagina di Agatha Christie. Faccio solo notare che dovrò mettere in nota anche la fonte, essendo cartacea e, dunque, diversa da quella da cui sono state estrapolate le altre citazioni. Mi faccia sapere e provvedo, magari dopo aver ultimato gli inserimenti di Oreste del Buono sull'Orient Express. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:06, 24 feb 2021 (CET)
== Lella Lombardi ==
La terza citazione proviene dai ricordi dei suoi amici dell'epoca, cedi tu se va bene.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 16:08, 24 feb 2021 (CET)
:Altra cosa, io ho anche delle autobiografie, quanto materiale si può trarre da un libro? Mi pare tre pagine ma in termini di internet a quanto equivale? Il fatto che una frase finisce in due voci implica qualcosa? --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 17:07, 24 feb 2021 (CET)
::su di lei ne ho messe altre due, se vuoi quella puoi anche toglierla.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 13:17, 25 feb 2021 (CET)
== Re: Cancellazione ==
Ciao Sun,
a me sa di Spam. Buona giornata anche a te :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:20, 25 feb 2021 (CET)
== Re: ==
Perche' il sito ufficiale della Juventus non sarebbe affidabile?--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 20:56, 28 feb 2021 (CET)
Vediamo un po'. Qui nessuno da anni si e' infastito che questo sito abbia citazioni fondate da testate giornalistiche come [https://it.wikiquote.org/w/index.php?search=%22tuttonapoli%22&title=Special:Search&profile=advanced&fulltext=1&advancedSearch-current=%7B%7D&ns0=1 tuttonapoli] e altri del genere in quanto testate giornalistiche seppur marginali e si ritiene "non affidabile" il [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=500&offset=0&ns0=1&search=%22juventus.com%22&advancedSearch-current={} sito ufficiale della Juventus] (o di qualsiasi altra squadra)? Mi sembra il colmo. Per quanto riguarda la frase che aveva tolto e che hai reinserito, legge bene, l'autore disse solo "ho tifato...", "ho smesso di tifare", una frase ''ad personam'' come scritto in campo Oggetto ma che tu non hai letto, mentre il resto di frasi presenti in quella voce definiscono o vogliono farlo il soggetto a cui e' incentrata essa come da linee guida.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 21:34, 28 feb 2021 (CET)
== Inserimenti ==
Abbi pazienza, ma non mi è chiaro per niente, ho un inserimento fontato, capisco per Gareth Edwards, ma non ho capito il resto. -- [[Utente:Blackcat|Blackcat]] ([[Discussioni utente:Blackcat|scrivimi]]) 21:15, 28 feb 2021 (CET)
<s>:Ciao, sembra complicato, ma è semplicissimo: per le voci tematiche e le sezioni citazioni su la stessa citazione deve essere inserita due volte, in questa esatta successione: prima inseriamo la citazione, con la fonte, nella voce dell'autore della citazione, di chi l'ha scritta; fatto questo, e solo dopo aver fatto questo, possiamo inserire la stessa citazione, in ordine alfabetico, nella tematica o in citazioni su, senza la fonte stavolta, che il lettore troverà nella voce di provenienza, con il solo nome dell'autore ed il wikilink. Per citazioni non ufficiali, cioè tradotte dall'utente, è sempre necessario inserire il testo originale per la verifica della fedeltà della traduzione, per eventuali correzioni e miglioramenti. Ricapitolando: 2 inserimenti: 1 con fonte nella voce di provenienza (+ quando necessario il testo originale nella sola voce di provenienza) e poi il secondo, ripetuto, nelle tematiche o citazioni su senza fonte con il solo nome dell'autore. Diversamente è come non aver inserito niente. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:26, 28 feb 2021 (CET)
</s>
== Steiner ==
La accorcio. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 14:45, 1 mar 2021 (CET)
:Ho fatto anche quella. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 15:03, 1 mar 2021 (CET)
== Corsivo ==
Ciao, ti pongo un dubbio che non sono riuscito a sciogliere con il manuale di stile. Quando in un libro sono presenti delle parole in corsivo, è convenzione riportarle in corsivo anche qui? Non mi riferisco ovviamente al corsivo dei titoli, ma a quello generalmente usato per dare enfasi.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 10:31, 4 mar 2021 (CET)
:Chiarissimo. Grazie mille!--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:02, 4 mar 2021 (CET)
== Consiglio tematico ==
Ciao, scusa se ti rompo ancora, ma mi affido alla tua esperienza. La seguente citazione di [[David Lynch]]:
{{quote|Per un artista, intendersene di conflittualità e di tensione è una cosa positiva. Possono fornirti degli spunti. Ti garantisco, però, che troppa tensione impedisce di creare. [...] Per mostrare la sofferenza, però, il regista non deve per forza soffrire. Puoi mostrarla, rappresentare la condizione umana, i conflitti e i contrasti, ma non devi viverli sulla tua pelle. Ne sei il regista, ma non ci sei dentro. Lascia che a soffrire siano i tuoi personaggi.}}
secondo te in che voce tematica sarebbe più adeguato inserirla? In [[Artista]] o [[Regista]]? O in entrambe? Grazie.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:26, 6 mar 2021 (CET)
:Grazie, gentilissimo. Inserisco in Regista, allora.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:27, 6 mar 2021 (CET)
==Nunziatella==
Ciao Sun-crops, grazie per il messaggio. Sì, io sono uno storico militare, in particolare della Nunziatella, e so che certamente la frase si riferisce al noviziato ivi presente prima della cacciata della Compagnia di Gesù dal Regno di Napoli. In tutte le pubblicazioni inerenti la Nunziatella, comunque, ci si richiama sempre alle sue origini come seminario gesuita, per cui avevo pensato di includerla. In ogni caso, se pensi che sia fuori luogo, non ho problemi a toglierla. Saluti!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:33, 6 mar 2021 (CET)
==Cinema (luogo)_re==
Ciao. Se la citazione è significativa e soprattutto se proviene da una fonte affidabile e notevole, la si può inserire anche senza creare una voce per il citante – che potrebbe non essere altrettanto enciclopedico come la fonte (esempio: giornalista e giornale). Direi però che Scaglione lo si possa ritenere enciclopedico. Giovanni Annunziata: non trovo altri testi se non quello che indichi, pertanto non lo riterrei enciclopedico. Idem per Pànteo. Tieni anche presente che spesso ci si regola anche con una certa tolleranza in base al tipo di voce: se questa è di modeste dimensioni si può essere più di manica larga, altrimenti non è il caso, per cui nel caso in questione ritengo si possano tenere quelle citazioni, e magari creare una voce per Scaglione anche in Pedia. Spero di aver compreso bene le tue questioni e di aver contribuito a chiarire i tuoi dubbi.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:52, 6 mar 2021 (CET)
== Re: [[Alberto Giannini]] ==
Ciao Sun-crops,
La citazione (controllata sul testo) è corretta. Il commento, così come modificato da Napy6565 è corretto anch'esso. La forma "adiacente al" è quella giusta. Era un mio errore. Grazie per la segnalazione, è sempre un piacere risentirti! Buon lavoro --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:04, 9 mar 2021 (CET)
== Cambio link Intervista Annullato. ==
Buona sera,
Le scrivo per la modifica che mi ha annullato nella pagina di Alessandro Rossi, riguardante l'intervista di ExtraTrek.com.
In primis non so chi abbia citato il sito del quale sono editore dal 2017 all'interno di WIkiquote, ovviamente la cosa mi fa solo che piacere.
Quel che ho fatto era solamente cercare di effettuare una correzione del link dell'intervista che purtroppo non è più raggiungibile sul .com perchè abbiamo fatto un cambio di Server in questi giorni, in più appena faremo il redirec del .com sul .it, l'articolo non sarà più visibile comunque con il vecchio link perchè praticamente diverso.
Per quanto riguardà il titolo è praticamente diverso perchè per un questione di SEO abbiamo preferico effetuare un cambio allo stesso, in più il citato Gianluigi Paccagnini è un nostro redattore che lavora solo per noi ed era stato erroneamente citato al posto di Tiziano Rea che a scritto l'articolo.
Ora se volete Ripristinare la correzione, sarebbe cosa buona. Alternativa resterà un link morto.
ringraziando per la lettura, porgo Gentili Saluti.
Cordialmente
Finazzi Claudio.
== ISBN ==
Ciao. Circa a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jovanotti&diff=1133935&oldid=1133851 questa modifica], se mi confermi che l'ISBN va sempre specificato non solo provvederò in futuro, ma anche correggerei un paio di pagine in cui non l'avevo inserito. Il mio criterio - evidentemente sbagliato - è che l'ISBN si inserisse o fosse necessario inserirlo solo in bibliografia, e non quando il libro è solo citato in nota.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 22:47, 10 mar 2021 (CET)<br/>P.S. Il numero di pagina mancante, invece, è solo una dimenticanza.
== re: Genova e voce di provenienza. ==
E' errata, la fonte usa "grige". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 13 mar 2021 (CET)
== re: [[Joachim Fest]] ==
Ciao, Sun-crops,
ho annullato la modifica, il testo, consultato, riporta "sudice".
Aggiungo un sic.
Un saluto, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:47, 13 mar 2021 (CET)
== Re: Oscurare una versione ==
Ciao! È un po' al limite, si può oscurare oppure no, ma personalmente non mi pare necessario. Buona giornata, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:56, 17 mar 2021 (CET)
== Striscione su Fortunato ==
Ciao, quel che intendo dire è che la fonte in realtà riprende un articolo pubblicato sul quotidiano: si nota, per esempio, dai caratteri che compongono l'URL. Inoltre è sufficiente uno sguardo sommario per notare la differenza da un articolo on-line, il quale solitamente contiene foto e ha un'impaginazione diversa; a margine, il derby si disputò domenica 3 dicembre e non il 4 che era lunedì. Già che ci sono, correggo altri errori nelle date (mi pare di averne visti un paio) e provvedo ad un fix delle fonti. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 11:55, 25 mar 2021 (CET)
Sì, non sto mettendo in dubbio la verificabilità: quel che intendo dire è che vi sono una serie di errori, alcuni dei quali sto correggendo, circa la citazione delle fonti. L'articolo è sì del 4 dicembre, ma pubblicato sul quotidiano (''la Repubblica'') e non on-line: la stracittadina andò in scena il giorno precedente. Il fatto è che, nella voce, alcuni articoli che in realtà sono cartacei qui vengono dati per digitali: per farti un esempio, su Wikipedia andrebbero formattati col Cita news/pubblicazione e non col Cita web (relativo a testate on-line). Va dunque operata una distinzione tra ''la Repubblica'' giornale e ''Repubblica.it'', che se non erro esiste dal 1997. Altri errori riguardano poi la provenienza, perché (ad esempio) la "guerra di sfottò" tra Juve e Inter del gennaio 2015 è scritto far parte di Repubblica.it mentre dall'URL si evince che è un articolo di Panorama; per ora mi limito a correggere quelli di Repubblica, quando ho più tempo rivedo il resto. A margine, il Corriere della Sera non è più liberamente consultabile ma si possono trovare altre fonti ugualmente valide. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 12:15, 25 mar 2021 (CET)
Posto che su Wikiquote capito raramente, ho agito nell'interesse generale poiché le formattazioni precedenti erano errate; sentirò eventualmente con un admin. In ogni caso, l'errore sulla data del derby permane: si disputò il 3, che era domenica. Può essersi trattato di un refuso al momento di inserire la citazione: oltretutto non sto affermando che vi sia falsità nell'informazione, dico semplicemente che ho riscontrato un errore. Vedi [https://www.toronews.net/toro/juventus-torino-i-precedenti-lultima-vittoria-risale-al-1995-allallianz-neanche-un-successo/ qui] per la datazione giusta. --[[Speciale:Contributi/82.51.95.106|82.51.95.106]] ([[User talk:82.51.95.106|msg]]) 14:29, 25 mar 2021 (CET)
== Re:Striscioni e altre cose ==
Lasciando da parte i toni, e posto che l'obiettivo è il "bene" del progetto, cercherò di essere sintetico ma esauriente limitandomi a fatti oggettivi:
* [https://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/Primo_Piano/2007/04_Aprile/06/socrates.shtml Primo esempio]: fonte on-line (visto che il termine "digitale", come abbiamo visto, può risultare ambiguo). È presente su Gazzetta.it, testata on-line e distinta pertanto dal quotidiano cartaceo "rosa".
* [http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/agosto/05/Dramma_Adriano_morto_padre_ga_10_040805458.shtml Secondo esempio]: fonte cartacea, pubblicata appunto in forma di articolo scritto sul quotidiano. Si può notare dal fatto che nell'URL compaiono parole come "archivio" nonché la resa grafica della pagina stessa.
Fin qui, nulla di anomalo. Nella voce in questione ho semplicemente notato alcuni errori, che ho ritenuto giusto far presente e correggere. In sostanza i punti cui l'edit mira sono la corretta formattazione delle fonti e l'aggiustamento (fix) di un possibile typo: cose di routine, insomma, per chi lavora (più o meno frequentemente) su questo sito. --[[Speciale:Contributi/87.5.119.252|87.5.119.252]] ([[User talk:87.5.119.252|msg]]) 19:08, 25 mar 2021 (CET)
== Wikipause ==
Ciao Sun,
solo per dirti che ti è rimasto un vecchio avviso '''2020''' di ''Wikipause'' nella tua pagina utente :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 09:09, 26 mar 2021 (CET)
: Grazie a te e contraccambio. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:05, 26 mar 2021 (CET)
== [[Federico II di Svevia]] ==
Ho reputato fosse interessante il riscontro di un autore dell'epoca in merito a questo aspetto sull'imperatore. Però se reputi non sia utile puoi sempre eliminarlo, mi affido alla tua esperienza. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 07:59, 3 apr 2021 (CEST)
:Ciao, {{ping|DonatoD}}. Un parere, per cortesia: trovi pertinente questa citazione sullo Stupor mundi: "E scelse il momento della marcia per consiglio di Maestro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato allora nella sua scelta, poiché né Giove era nel Leone, né sorgeva il Leone, bensì la Vergine. E così, essendo lo Scorpione il padrone del viaggio, perché il terzo, accennava che l'esercito o l'imperatore, dietro cui richiesta era fatto, dovesse essere colpito alla fine; come se ciò venisse fatto dalla coda dello Scorpione, che è stimata infedele e velenosa. E ciò doveva essere prima che l'imperatore si allontanasse dalla Marca Trevigiana. ([[Rolandino da Padova]])" Sulla [[astrologia|materia]] non so molto, ma, a quanto pare, in epoche passate, consultare astrologi era prassi piuttosto comune presso i potenti, anche presso potenti insospettabili: [http://canino.info/index.php/canino-info/archivio-articoli/71-archivio-articoli/archivio-2004/262-paolo-iii-farnese-pillole-e-profezie], in [[Astrologia]] si legge che: "In ambito ecclesiastico, ad esempio, Giulio II si fece predire dagli astrologi il giorno più opportuno per la sua elezione al soglio pontificio, mentre papa Leone X fece istituire una cattedra di astrologia alla Sapienza di Roma. Anche i papi Adriano VI e Paolo III tennero in grande considerazione gli oroscopi." A me la citazione non sembra pertinente, sembrerebbe forse, forse, piuttosto pertinente a questa voce da creare: [[Scorpione (costellazione)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(costellazione)], <s>molto meno pertinente</s> oppure a questa: [[Scorpione (astrologia)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(astrologia)]. Che ne pensi? Ciao, Grazie. Buona Pasqua. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:44, 3 apr 2021 (CEST) P. S. Fra l'altro, Donato, c'è una sezione [https://it.wikiquote.org/wiki/Federico_II_di_Svevia#Citazioni_sull'operato_di_Federico_II] dal titolo quanto meno originalissimo. Magari qualcuno un bel dì creerà Citazioni sugli ozi di Federico II. Quel titolo non sarebbe da rimuovere ed incorporare tutto in Citazioni su? (sezione che resterebbe comunque da "pettinare"). Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:42, 3 apr 2021 (CEST)
::Ciao. Sono perplesso perché non è chiaro il soggetto del secondo periodo ("Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato..."): egli chi, l'astrologo o l'imperatore? Per quanto riguarda la sezione: il titolo non è a norma per niente.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 16:12, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao, a maneggiare l'astrolabio dovrebbe essere stato l'astronomo: "Mastro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio [...] egli fu ingannato allora nella sua scelta" A me sembra indubitabile. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:13, 3 apr 2021 (CEST)
::Beh, in tal caso è una citazione su Teodoro, non su Federico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:03, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Sì Donato, grazie, è esattamente così. Di nuovo, una Felice Pasqua. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:57, 3 apr 2021 (CEST)
== Dorothea Lange ==
Per quanto riguarda [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&oldid=prev&diff=1138541 questa modifica], l'articolo de il Post riporta la citazione, ma questo cita a sua volta lo stesso libro di Milton Meltzer già riportato nella nota. Non vedo perchè riportare un link ad un articolo così secondario. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:14, 3 apr 2021 (CEST)
:Ok, vedrò la tua modifica per imparare. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:23, 3 apr 2021 (CEST)
::Scusami, ma [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&diff=1138550&oldid=1138546 non ho mica capito]. Perchè "Da citato"? Perchè abbiamo due fonti (il libro e l'articolo) che riportano la stessa cosa, anche se la seconda l'ha presa dalla prima? Hai semplicemente scritto il titolo della fonte primaria più piccolo, non mi pare abbia molto senso. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:30, 3 apr 2021 (CEST)
:::Inoltre, e non vorrei sembrare insistente, la citazione in lingua originale ce l'ha una fonte, ed è esattamente il libro che viene già citato. E ti dirò di più: il libro citato è proprio l'edizione originale, non una traduzione italiana (non esiste), quindi paradossalmente abbiamo una fonte per la citazione in inglese, ma non per quella tradotta. L'avevo presa da en.wikiquote se vuoi controllare, citano anche la pagina. Come ci si comporta in questi casi? --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 21:17, 3 apr 2021 (CEST)
== Re: Voce tematica Cloto ==
Anche a te buona Pasqua & Pasquetta! La "citazione su" sicuramente va bene per creare la voce, ma va in [[:Categoria:Divinità greche]] e quindi come voce di personaggio e non come tematica. Per la seconda domanda: io opterei per ''corriere.it'', in omaggio alla sintesi, ma anche indicarlo per intero non è sbagliato. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:11, 5 apr 2021 (CEST)
== Convenzioni siti ==
Ciao, grazie per le tue correzioni su [[Paolo Jannacci]]. Ammetto che ero indeciso su come riportare il sito del Corriere perché mi sa che è la prima volta che mi capita un'edizione locale; forse preferirei ''milano.corriere'' perché mi viene da pensare che è sì meno sintetico ma più preciso. Comunque sottigliezze. Ne approfitto a questo punto per chiederti anche se tutti i siti vadano riportati con semplicemente l'URL oppure con il nome: cioè il sito del Corriere è sempre ''corriere.it'' e mai ''Corriere della Sera''? Sempre ''repubblica.it'' e mai ''la Repubblica''? E casualmente poche ore fa il buon Danyele [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Charles_Leclerc&curid=161761&diff=1138717&oldid=1138618 ha corretto] ''formulapassion.it'' in ''Formulapassion.it'', ti chiedo anche: la maiuscola iniziale quando è da riportare? Scusa per le tante domande, ma in [[Aiuto:Fonti#Fonti giornalistiche e periodici]] non ho trovato risposta e francamente pure su Pedia non ricordo quali siano le convenzioni precise. Grazie e buon Natale.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:21, 5 apr 2021 (CEST)
:Grazie, gentilissimo. Ovviamente buona Pasqua anche a te. :D--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 12:10, 5 apr 2021 (CEST)
==Robespierre_re==
Credo possa andar bene anche così. Ho messo fra gli osservati speciali la voce in oggetto: al prossimo vandalismo il tipo va bloccato senza indugio. Quanto alle feste... ahah, ma quali feste? Comunque si tira, o si è tirati avanti, come se fosse festa ogni giorno. In fondo è così – come il caffè. Buone cose. {{smile}}<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 6 apr 2021 (CEST)
== Insulto ==
Ciao. Secondo te la seguente citazione di [[Giulio Casale]] è, in tutto o in parte, adatta per essere inserita in [[Insulto]]?
{{quote|Le ovazioni davanti alle invettive, francamente, mi fanno problema. Credo costituiscano problema. Non possono che venire da una classicità tragica del testo. Perché applaudire chi ti insulta, altrimenti? Proprio perché l'insulto mette a nudo il nervo scoperto, il centro della questione del nostro vivere fasullo. Applaudiamo qualcuno, qualcosa, che ha il coraggio di svelarci chi siamo, il nostro conformismo, la nostra evidente omologazione, la tremenda standardizzazione di tutto. E la nostra resa rispetto a tutto questo. La nostra mancanza assoluta di voglia di combattere, di scendere in strada, di esserci.}}
--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:14, 11 apr 2021 (CEST)
:Okay, vediamo se ho afferrato. Il libro di Pedrinelli (che poi è quello da cui sto prendendo tutte queste citazioni su Gaber) è una raccolta di ricordi e pensieri di varie personalità note; ogni contributo corrisponde a un capitolo il cui nome è quello del rispettivo autore (quindi il ricordo di Dario Fo è in un capitolo di un paio di pagine che si chiama ''Dario Fo'' e così via). Di scritto da Pedrinelli stesso credo non ci sia proprio nulla: ne è solo il curatore. Tornando a Casale, il suo scritto è in un capitolo dal nome, appunto, ''Giulio Casale'', con sottotitoli ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'' e il sotto-sottotitolo ''Polli di allevamento ieri e oggi''. Mi pare quindi che ricada nel secondo caso che mi hai citato, dunque che vada tolto il ''Citazioni di...'' dalla voce e che in bibliografia andrebbe scritto: «Giulio Casale, ''Giulio Casale'', [eventualmente il sottotitolo?], pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber'', ecc.». Giusto?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 15:05, 11 apr 2021 (CEST)
::Ammetto di essermi un po' perso con tutti questi ''Cita'', però posso dirti che effettivamente, guardando meglio, il nome dell'autore del capitolo (in grande) ne designa solo l'autore, mentre sotto è riportato un titolo (che infatti nell'indice è scritto in corsivo). Dunque a ogni diverso autore è associato un diverso nome di capitolo; non l'ho mai riportato perché boh, mi sembrava sufficiente indicare le pagine. Quindi, ricapitolando, nell'intestazione riporterei solo ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'', mentre in bibliografia: ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora. Polli di allevamento ieri e oggi'', pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', Kowalski, Milano, 2008. ISBN 978-88-7496-754-4. Ci siamo? Se sì, immagino andrebbero modificate anche le pagine precedenti (e voglio un po' morire, al pensiero :D).--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 16:07, 11 apr 2021 (CEST) P.S. A essere franchi, comunque, dubito che in molti casi il titolo dello scritto sia stato ideato dall'autore, bensì dall'editore.
:::Okay, capo, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giulio_Casale&diff=1139809&oldid=1139738 ho fatto giusto]?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:10, 11 apr 2021 (CEST)
==NDR==
In questo caso, non sarebbe bisogno inserirla nella voce d'autore in quanto la fonte inserita è un articolo suo del 2014 (diverso sarebbe nel caso di una compilation), invece nella voce tematica può essere malintesa. Infatti, nel 2021 non si può chiamare "nuovo" uno stadio inaugurato circa 10 anni fa e meno collegare una società calcistica con una sede non più operativa da 3 anni.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|msg]]) 16:55, 14 apr 2021 (CEST)
:{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Buonasera. Presa visione. La saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:02, 14 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Non posso però fare a meno di pormi una domanda, a fronte di questa NDR. Se il contenuto di quella citazione fosse stato altamente elogiativo, l'utente avrebbe sentito la stessa impellente necessità di inserirla? Non credo proprio. Questa NDR <s>e</s> è, secondo me, ''imho'', perfettamente inutile. Chi conosce le cose del calcio sa bene che nel 2021 lo stadio non è lo stesso, chi non le conosce non ha un bisogno così stringente di essere aggiornato (e, nel caso a questo si può provvedere con una nota). E questo può valere per infinite citazioni che nel 2021 risulterebbero, secondo il criterio da lei adottato, anacronistiche: se un autore scrivesse: "Ludwig di Baviera prende possesso del nuovo castello di Neuschwanstein", non credo che ogni volta sarebbe necessario inserire una NDR per far capire che tanto nuovi il castello di Ludwig, il museo, l'Achilleion di Corfù, il Louvre, gli Uffizi, non sono, anche se nel frattempo queste istituzioni avessero cambiato sede e anche più sedi. Non solo, ma questa NDR limita, di fatto, con un intervento dell'utente, la portata delle dichiarazioni di Dotto, perché leggere: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." è ben diverso che "L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc.", quest'ultima è una dichiarazione definitiva e inappellabile di Dotto. La prima invece sembra limitata al solo anno 2014, cioè la NDR porta a questa lettura: queste cose Dotto le ha dette nel 2014, ma oggi non valgono, o, Dotto pensava questo nel 2014, ma poi ha cambiato idea (e in questa interpretazione molto probabilmente erronea e comunque non suffragata da un'altra citazione di Dotto, che renderebbe peraltro superflua la NDR, in quest'erronea interpretazione cade proprio il lettore meno esperto o a digiuno di calcio). Ma questo è un intervento pesante dell'utente che modifica, limitandone la portata, il senso della citazione secondo un suo gusto o punto di vista. Questa la mia opinione su questa NDR e non solo su questa. Io credo, mi perdoni, che se le dichiarazioni di Dotto non fossero così duramente critiche, ma di segno totalmente opposto lei non solo non avrebbe inserito la NDR, ma forse avrebbe anche impedito ad altri di farlo per le stesse ragioni che ho esposto. Mi spiace ma personalmente la penso così e francamente non trovo corretta questa operazione. Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:53, 15 apr 2021 (CEST) P.S. Giusto per amor di completezza: la citazione introdotta dalla sua NDR: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." può inoltre acquisire questo senso, con netta sovrainterpretazione introdotta dall'utente, questo senso: ''Nel 2014'' l'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc., e quindi: ammesso anche che Dotto sia nel giusto del tutto o in parte il giudizio è relativo al solo 2014, dopo, comunque sia, le cose sono cambiate, queste parole potevano forse valere nel 2014, dopo non più. E con questo siamo, di fatto, al massimo della distorsione del senso della citazione, o, altrimenti detto, del POV. Imho. Saluti, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:20, 15 apr 2021 (CEST)
::::{{ping|2800:200:E840:20B3:AD93:6C68:9C85:D536}} Anche sulla modifica in [[Andrea Agnelli]] esprimo perplessità. In questo <s>caso</s> caso, come per tutte o quasi le NDR precedenti, il contenuto contestualizza perfettamente tutto senza che sia necessaria una NDR che, di fatto, ha il solo scopo di relativizzare e limitare la portata dell'opinione di Franco Rossi, con un intervento esterno dell'utente sulla citazione di cui, evidentemente, come avvenuto per tutte le citazioni alle quali ha premesso una NDR cronologica, non gradisce il contenuto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 19 apr 2021 (CEST)
== Rev. Senza fonte. Non preinserito con fonte in Proverbi toscani, prima di ripetere l'inserimento qui. ==
Ma cosa vuol dire? I molteplici proverbi e modi di dire toscani vengono aggiunti nella loro pagina anche senza fonte come anche altri napoletani scritti da te! Smettila di rimuovere i miei legittimi interventi per favore! [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:28, 15 apr 2021 (CEST)
==Ortese==
Buongiorno e grazie per il messaggio :-) Non sono certissimo di aver capito il senso del messaggio. Segnalo peraltro che la nuova rivista "Sud", che ha ripreso il solco di quella originale, è diretta dall'ex allievo [[Francesco Forlani]], è sita nella sede dell'Associazione Ex Allievi, all'interno della Scuola, ed ha una redazione prevalentemente composta da ex allievi (io non ne faccio parte, giusto per prevenire la domanda). Se ritiene la citazione non pertinente o non abbastanza pertinente, non ho assolutamente problemi a cassarla. Come detto in passato, ho poca dimestichezza con Wikiquote, quindi sono in fase di comprensione delle regole. Buon lavoro!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 10:14, 19 apr 2021 (CEST)
:Capisco. La questione della voce a me dedicata che è stata cancellata su Wikipedia è a mio modesto parere un errore, in quanto sono uno storico enciclopedico in quanto autore di un libro enciclopedico. Non sono andato in fondo alla storia, dato che è un periodo intenso da un punto di vista lavorativo, ed anche perché nell'arco del prossimo anno usciranno altri miei volumi. Comunque, ai fini di Wikiquote capisco benissimo che anche la citazione contenuta sulla pagina della Nunziatella debba essere cancellata. Grazie per la costante gentilezza, ed a presto.--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:22, 19 apr 2021 (CEST)
== Re: Aulo Gellio ==
Ciao Sun, buona domenica, è sempre un piacere sentirti, ho sistemato qualcosina, l'ISBN e il titolo italiano li ho controllati cercando [https://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/avanzata.jsp qua] (dove controllo spesso). Buona giornata,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:14, 25 apr 2021 (CEST)
:Spostare in difformità con Wikipedia è meglio evitare, ho sistemato [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aulo_Gellio&type=revision&diff=1141795&oldid=1141784 così] il riferimento bibliografico, in effetti è indicato col trattino anche nella scheda dell'edizione sul sito opac.sbn. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:08, 25 apr 2021 (CEST)
== messaggio ==
ho voluto creare [[Owen King]] ma ho avuto sto messaggio
Errore: La pagina che volevi salvare è stata bloccata dal filtro anti-spam. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la versione che stai per salvare contiene almeno un collegamento ad un sito esterno bloccato per spam. Per favore, clicca sul pulsante "indietro" del tuo browser, controlla i collegamenti esterni e rimuovilo.
L'elenco dei siti bloccati si trova in questa pagina. Il filtro anti-spam è stato attivato dal seguente testo: brainyquote.com--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 01:31, 2 mag 2021 (CEST)
: Aṣḥama ibn Abjar non è arabo, bensì etiope.--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 03:00, 2 mag 2021 (CEST)
== Re: Voci tematiche ==
Ciao, grazie per aver espresso con franchezza i tuoi dubbi sui miei recenti contributi, sono cosciente di essere inesperto e di non conoscere a fondo le regole del progetto. Questo criterio per le voci tematiche è una abitudine non scritta o è una regola che potrei approfondire su qualche linea guida o pagina di aiuto? Vorrei evitare di ripetere altri errori.
Riguardo ai casi specifici: "Forse Lenin ebbe una buona idea quando adottò la [[nuova politica economica]]" è effettivamente poco utile per comprendere la figura di [[Lenin]], ma "Una rivoluzione è la cosa più autoritaria che ci sia […] non esserne servita abbastanza largamente?" è inclusa integralmente in Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', p. 74, Edizioni Dedalo, 2006, ISBN 9788822005632 come esempio di divergenza tra anarchici russi e marxisti bolscevichi sulla questione dell'autorità e in particolare sul rapporto tra autoritarismo e anti-autoritarismo; quindi ritengo ci siano proprio delle fonti secondarie a ritenere quella citazione rilevante per il tema dell'[[autorità]] (oltretutto il nome del pamphlet di [[Friedrich Engels|Engels]] è proprio «''Dell'autorità''»).
Approfitto dell'occasione per augurare buona domenica anche a te e per ringraziarti dell'impegno che poni costantemente per lo sviluppo di questo progetto :) -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 16:08, 2 mag 2021 (CEST)
:Certo, ammetto che se il mio contributo fosse stato annullato prima del tuo chiarimento su questo criterio, sarei rimasto deluso. Per questo ti ringrazio di avermelo fatta presente e di avermi linkato quella linea di guida. Ora mi rendo conto che quella citazione di Deng è importante per capire Deng, ma non dice effettivamente nulla di importante su Lenin o sulla NEP. Riguardo la citazione di Engels in [[autorità]], ho inserito una nota in <code><nowiki><ref>…</ref></nowiki></code> perché era troppo veramente troppo lunga per il template <code><nowiki>{{NDR|…}}</nowiki></code>. Ritieni vada bene o è in qualche modo problematica? Grazie,--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 20:52, 2 mag 2021 (CEST)
== Schema tematiche_re ==
Ohibò! Ho elaborato uno schema del genere?... Dammi un indizio perché non ricordo niente a proposito.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 2 mag 2021 (CEST)
:Claro que sì :-) [[Utente:Superchilum/SignPert#Scelta delle citazioni]] ([[Discussioni_utente:Superchilum/Archivio2#Voci_tematiche|fonte]]). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:29, 3 mag 2021 (CEST)
<s>{{ping|Superchilum}} Bueno! Prima! Wunderbar! Obrigadinho Obrigadinho. {{smile}} Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:18, 3 mag 2021 (CEST)</s>
== Pubblicazioni accademiche ==
Ciao, ho notato che [[Speciale:Diff/1143521|commentando questa modifica]], hai scritto che l'uso di una pubblicazione accademica come fonte è un problema piuttosto serio. Come mai?
Non so se le pubblicazioni accademiche siano generalmente accettate come fonti su Wikiquote, ma per le seguenti ragioni ritengo non siano meno accessibili di un libro coperto da diritto d'autore:
# Anche i libri, come le pubblicazioni accademiche, nella maggior parte dei casi sono consultabili solo previo acquisto o prestito presso biblioteca. Allo stesso modo, come qualsiasi libro, la pubblicazione è acquistabile (mi rendo conto che il prezzo della letteratura accademica sia abbastanza alto: quella particolare pubblicazione ad esempio ha un prezzo di 39€, ma d'altro canto la maggior parte dei libri coperti da diritto d'autore non sono gratuiti) oppure consultabile presso una biblioteca universitaria.
# Le pubblicazioni accademiche sono quasi sempre disponibili gratuitamente sulle cosiddette ''shadow libraries'' (cfr. [[:en:w:Shadow library]]), il cui status legale è però estremamente controverso e che perciò evito assolutamente di linkare.
# Le citazioni possono essere verificate individualmente su piattaforme come [[:w:Google Scholar]] tramite copia e incolla. Ecco per esempio l'ultima citazione della sezione: [https://scholar.google.com/scholar?hl=en&as_sdt=0%2C5&q=We+can+conclude+that+the+on-going+campaign+for+the+%E2%80%9Cdemocratisation%E2%80%9D+of+China+is+actually+a+campaign+for+its+plutocratisation%2C+to+turn+in+the+opposite+direction+the+%E2%80%9Cpolitical+expropriation%E2%80%9D+of+the+bourgeoisie+that+has+taken+place+since+1949+in+the+big+Asian+country&btnG= <nowiki>[1]</nowiki>]
Cosa renderebbe quindi una pubblicazione accademica più problematica di qualsiasi libro standard protetto da diritto d'autore?
Grazie per l'attenzione, ti auguro una buona giornata. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 17:59, 4 mag 2021 (CEST)
:P.S. Ho dimenticato di sottolineare che in genere le pubblicazioni accademiche sono consultabili e scaricabili '''gratuitamente''' anche facendo login con l'indirizzo mail istituzionale di molte (se non tutte) università, senza dover consultare fisicamente una biblioteca universitaria o acquistare alcunché. Non tutti sono studenti o professori universitari in possesso di una mail istituzionale, è ovvio, ma non credo una pubblicazione accademica sia poi così più problematica di un comune libro.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:11, 4 mag 2021 (CEST)
::Grazie per il chiarimento, avevo frainteso. Credevo che il problema fossero in generale le pubblicazioni accademiche e non quel link specifico al solo abstract. Ad essere sincero, conoscevo già <del>quel link</del> quell'url che mi hai linkato poco fa, con il testo integrale della pubblicazione, ma non sono sicuro dello status legale delle pubblicazioni accademiche caricate su blog personali al di fuori dei siti ufficiali, potrebbero essere una violazione di copyright.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:29, 4 mag 2021 (CEST)
== Re: Url archiviato ==
Buon giorno, Sun. Non ricordo limitazioni al riguardo, penso sia consentito e utile al posto del normale url quando quest'ultimo non è più attivo ([https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Umberto_Veronesi&type=revision&diff=975386&oldid=920036 esempio]), così la fonte resta verificabile.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 6 mag 2021 (CEST)
== Pareri ==
Ciao. Mi piacerebbe un tuo parere su una citazione su cui sono un po' indeciso se sia il caso di inserire in [[Inghilterra]]. È da [[C. S. Lewis#Sorpreso dalla gioia]]:
{{quote|Nessun inglese capirebbe le mie prime impressioni dell'Inghilterra. Quando sbarcammo [...] mi ritrovai in un mondo al quale reagii con immediata ostilità. In verità, non c'è nulla di più squallido degli acquitrini del Lancashire nelle primissime ore del giorno; mi ricordarono le rive dello Stige. Negli strani accenti inglesi che mi circondavano, le mie orecchie coglievano voci di demoni. Ma il paesaggio inglese tra Fleetwood e Euston fu peggio. Ancora oggi, dopo molti anni, è, ai miei occhi, un itinerario che si snoda lungo il paesaggio più piatto ed ostile dell'isola. E per un bambino che aveva sempre vissuto sul mare e in vista di alte montagne aveva lo stesso aspetto che suppongo abbia la Russia per un bambino inglese. Piatte e interminabili, miglia e miglia di terra senza volto mi precludevano il mare, imprigionandomi, soffocandomi! Era tutto fuori posto; steccati di legno anziché muri e siepi, fattorie di mattoni rossi anziché bianche villette, campi troppo vasti, fienili dalla forma strana. Ha ragione il Kalevala quando dice che in casa dello straniero il pavimento è pieno di nodi. Oggi la frattura è ricomposta; ma in quel momento concepii per l'Inghilterra un odio che mi ci vollero anni per sanare.}}
Il tema principale è la geografia dell'Inghilterra e la percezione negativa che l'autore, irlandese, ne ricava; non tanto, quindi, gli inglesi come popolo o l'Inghilterra intesa come come nazione. Tuttavia a naso a me pare comunque idonea, però chiedo anche a te.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:43, 7 mag 2021 (CEST)
== Re: ==
Ciao Sun, grazie a te per le belle parole (soprattutto sul mio "libro" in un atto di fiducia estrema :D) e per l'assidua presenza qui. Non posso promettere molto sulla mia permanenza, ma anche se non doveste vedermi resto tendenzialmente vigile.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 15:29, 14 mag 2021 (CEST)
==Parere_re==
Secondo me in "Campi di sterminio" la citazione si potrebbe tenerla: proprio pertinente non è ma nemmeno è del tutto inespressiva sull'oggetto. Quanto a "onanismo" sono d'accordo con te: non c'è pertinenza, non dice assolutamente niente sull'oggetto – e tra l'altro "masurbazione" e "onanismo" sono pratiche differenti (gli statunitensi distinguerebbero usando "hj" e "cob", o anche "cof" e sù di là... ma questa è un'altra storia {{smile}})<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:24, 17 mag 2021 (CEST)
==Bhagavadgītā_re==
Ciao. Non sono esperto affatto di questi temi, mio caro. L'ip ha aggiunto altre traduzioni e vanno sistemate le fonti, mi sembra. Se ho tempo sistemo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:15, 5 giu 2021 (CEST)
== Parere su ultime parole famose ==
Ciao, secondo te sarebbe opportuno inserire [[Speciale:Diff/1149884|questa citazione di Carlo Calenda]] nella raccolta "[[Ultime parole famose]]"? Anche la [https://www.iltempo.it/politica/2020/10/19/video/carlo-calenda-candidato-sindaco-roma-centrosinistra-cialtrone-cosa-diceva-rutelli-gentiloni-terracina-24928116/ fonte da cui è tratta la citazione] parla appunto di "ultime parole famose". Grazie per l'attenzione, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:35, 8 giu 2021 (CEST)
== Re: Festival di Sanremo 1999 ==
Ciao. In effetti avevo qualche dubbio anche io... vedrò di fare il possibile. Già che ci siamo, dove posso trovare indicazioni circa il ''range'' massimo? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 00:11, 15 giu 2021 (CEST)
:Nel frattempo ho [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Enrico_Brizzi&diff=prev&oldid=1150881 ristrutturato] il paragrafo con due citazioni differente e più brevi, possono andare così? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:05, 15 giu 2021 (CEST)
== La nuvola in calzoni ==
Ciao, tutte le citazioni sono prese dalla traduzione di Ripellino.
Non sono un utente molto attivo su Wikiquote, stavo guardando dei modelli di voce per capire come "specificare" questo aspetto: mi sembra di capire che si possa mettere un NDR alla fine della sezione, giusto?
I numeri di pagina sono presi pari pari dallo scorporo che ho fatto dalla voce dell'autore. Li ho lasciati, ma probabilmente possono essere tolti in quanto:
* quella è la traduzione di Ripellino, il quale però non è citato nella voce principale nell'elenco dei traduttori
* c'erano un paio di errori e typo nelle citazioni (es. cinghie -> ginghie, e simili)
--[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:51, 3 lug 2021 (CEST)
: "Se l'opera è una sola, l'altra va eliminata dalla bibliografia, perché si indicano le sole opere da cui sono tratte le citazioni" Ok, non avevo letto questa frase! Provvedo subito. Grazie mille. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:52, 3 lug 2021 (CEST)
== [[Ermes Ronchi]] ==
Ciao, Sun, buona domenica! Non continuo a ringraziarti sempre sulla stessa voce per non risultare ripetitivo, ma apprezzo molto quelle aggiunte, non solo perché Ronchi è da sempre insieme a [[Raniero Cantalamessa|Cantalamessa]] il mio predicatore preferito, ma perché sono citazioni utilissime per le tematiche, infatti le citazioni sugli eventi della vita di Gesù uno le trova già su Wikipedia, ma quelle dei commentatori sono poi quello che può rendere queste tematiche più interessanti e peculiari per Wikiquote. Più avanti, quando avrò esaurito le citazioni strettamente bibliche, mi propongo di aggiungerne anch'io. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:49, 4 lug 2021 (CEST)
== Re: NolanMcGovern51 ==
Sì, certo, a tradire gli spammer è anche il nick, tipicamente "NomeCognomeNumero". Ciao, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:12, 8 lug 2021 (CEST)
== Evasione del blocco ==
{{ping|84.223.69.199}} Gent. mo utente strainfinitato, ultrainfinitato, noti molto bene: i prossimi contributi rilasciati in violazione del blocco infinito verranno cancellati. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 8 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}} Eccelso utente, antichissimo e venerabile paredro, paratroll; al risveglio, dopo un sonno, spero ristoratore, divino, voglia cortesemente prendere visione delle bubbole da lei inserite e da me corrette in [[Jacques Maritain]]. Come si può vedere, l'approccio è sempre lo stesso, la mentalità invariata, invariante, invariabile, inveterata, inscalfibile. I contributi, chiamiamoli così, di un utente bloccato di infinito, che evade il blocco, si cancellano. ''Tutte'' le sue prossime scorribande, paratrolleggianti o meno che siano, saranno ''travail pour le Roi de Prusse'', ovvero un ''suo'', ''suo'' potlach. E non sono chiacchiere al vento. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:09, 9 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}}, al secolo Micheledisaveriosvp. Buonasera, potrebbe interessarle sapere che la citazione da Lei gabellata come citazione di Maritain è ora nella sua giusta collocazione [https://it.wikiquote.org/wiki/Ignazio_Eschmann]. Una piccola curiosità: ma non è per caso che da queste parti [http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-02/02-2/DottrinaSociale2.rtf.html] ( paragrafo b) principi fondamentali per determinare la consistenza del bene comune) c'era passato anche lei, e quindi ''sapeva con certezza'' che ''non era'' di Maritain e che ''era'' di Eschmann? e, quindi, ha preferito saltarsi tutti gli smanettamenti tormentosi necessari per attribuirla correttamente (veda cortesemente il mio o.d.m. nella voce [[Ignazio Eschmann]] – ed è solo una piccola parte delle complicatissime verifiche necessarie, la punta dell'iceberg del cammino in un labirinto tortuosissimo –) Io penso che le cose stanno così, che lei ha intenzionalmente truccato i dati fondamentali; e, se così è, ''una volta di più'' lei ha dimostrato – ove mai ce ne fosse ancora bisogno – di quale tipo è stata ed è la sua attività di contributore in questo progetto. Buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:41, 9 lug 2021 (CEST) P. S. Come serve male gli ideali in cui lei propala di credere, come li serve male! --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:45, 9 lug 2021 (CEST)
== RE: Paul Stamets ==
Non ho creato la traduzione per Paul Stamets. TED fornisce sempre le proprie traduzioni nella sezione "trascrizione" dei video pubblicati. Ho usato la traduzione fatta da Michele Gianella, quindi io che citerò per la pagina. Grazie per avermelo fatto sapere. --[[Utente:Gilldragon|Gilldragon]] ([[Discussioni utente:Gilldragon|scrivimi]]) 21:03, 19 lug 2021 (CEST)
== Re: Pagina delle prove. ==
Ciao! Fatto. La cronologia della pagina era troppo grossa per rispristinarla tutta in un colpo, ho dovuto farlo pezzo per pezzo. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 23:54, 31 lug 2021 (CEST)
:Prego! Tranquillo, nessun problema. :) --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 07:31, 1 ago 2021 (CEST)
== Interprogetto ==
Ti ringrazio per le correzioni che hai fatto di recente ad alcuni miei interventi. Mi lascia però perplesso la sostituzione dell'istruzione <nowiki>"{{interprogetto|w}}"</nowiki> con <nowiki>"{{interprogetto}}"</nowiki> nella voce [[Matteo Negri]]: se prima appariva l'interlink alla voce di wikipedia, adesso non appare più --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 10:42, 1 ago 2021 (CEST)
== Re: Roberto Burioni ==
Ciao Sun,
figurati per così poco ;-) Buona (piovosa da me) serata. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 20:04, 4 ago 2021 (CEST)
== Black Lagoon ==
Ciao, ora non trovo il video per controllare, ma ricordo che in passato avevo ascoltato più volte quella scena e mi pareva che dicesse proprio "non tronzi mai", in mancanza di un riscontro più accurato lascerei così :) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:24, 6 ago 2021 (CEST)
:Hai ragione, si vede che hanno rimasterizzato l'audio... o ero io che ero sbronzo (di [[Red Bull]], probabilmente). Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:48, 6 ago 2021 (CEST)
== Re: Annalisa Minetti ==
Ciao, Sun, vedo che hai poi abilmente risolto, anch'io ultimamente soffro un po' il caldo e per colpa di esso a volte dormo un po' male (soprattutto per le zanzare, che sono ogni anno il mio incubo estivo... magari pungessero soltanto, ma preferirei che non avessero una predilezione per le mie orecchie e che non mi svegliassero alle 2, e poi alle 3, e poi alle 4 ecc.) Spero che tu, [https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/18/Mengs_Parnasus.jpg sul Parnaso tra le muse], non abbia di questi problemi... {{smile}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:22, 14 ago 2021 (CEST)
:Grazie, Sun, buon ferragosto e buona festa dell'Assunzione... Ma permettimi di chiederti: stai tenendo anche un diario delle tue "avventure" che un giorno potremo leggere? Non so come proceda la carriera letteraria del nostro Creed, ma sono certo che anche tu, se non come dio della poesia, almeno come saettatore che mescola l'''oracolare'' al ''vernacolare'', abbia un certo talento. Buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:27, 15 ago 2021 (CEST)
::Sì, oltre alla parabola dei talenti giova ricordare anche quella [[w:Parabola della lampada|della lampada]]. E poi, riguardo a San Gennaro... si dice che i santi siano contenti quando qualcuno chiede loro la virtù o altre nobili qualità, piuttosto che i soliti, transeunti benefici materiali o corporali, e che abbiano un orecchio di riguardo proprio a intercedere per quelle. Ancora buona giornata (quel che ne resta, che comunque non è poco)! Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:44, 15 ago 2021 (CEST)
== Re: Marguerite Yourcenar ==
Buongiorno, Sun-crops! Grazie di aver corretto i miei errori di battitura. Quando ciò avviene, è per me un sollievo. Assieme ai lapsus calami, gli errori di battitura sono, purtropppo, un mio tallone di Achille. Credo di essere migliorato nel tempo, nondimeno, per quanto mi prodighi a rileggere gli inserimenti nelle voci con attenzione, taluni refusi riescono tutt'ora egualmente a farla franca. Unica consolazione: il pensiero che, in assenza di "amanuensi" "sgarrupati" come me, nobili figure, quali il correttore di bozze e il proto, forse, non sarebbero mai esistite. Diciamo la verità: è grazie a tali lettori di professione, mi sia concessa una coda velenosa, che non pochi scrittori oggi in circolazione hanno avuto almeno un lettore. Vale! --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:42, 20 ago 2021 (CEST)
== Elijah Muhammad ==
Ciao, la voce Elijah Muhammad va bene? ho cercato di scopiazzare lo schema di altre voci.--[[Speciale:Contributi/217.119.184.202|217.119.184.202]] ([[User talk:217.119.184.202|msg]]) 16:09, 25 ago 2021 (CEST)
== Parentesi, virgolette, ecc. ==
Ciao. Dubbio amletico. Sto rimpolpando un po' le citazioni tratte da ''[[Leonardo Sciascia#Todo modo|Todo modo]]'' di Sciascia. Poiché spesso le frasi sono tratte da discorsi diretti, capita che alla fine del brano che riporto vi siano le virgolette basse « » oppure delle parentesi o in generale dei caratteri che hanno un senso nel testo completo del libro ma che lo perdono negli estratti della voce. So che la fedeltà alla fonte è massima, ma trovo veramente antiestetico e illogico riportare questi caratteri. È convenzione farlo? Spero di essermi spiegato.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:17, 30 ago 2021 (CEST)
:Chiarissimo, grazie. Ne approfitto ulteriormente: per quanto riguarda gli a capo, che specialmente in un romanzo sono molto utilizzati?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:41, 30 ago 2021 (CEST)
::Intendo quando in un libro il testo va a capo prima della fine della pagina per esigenze di contenuto (come la fine di un capoverso) oppure perché è un dialogo tra diversi personaggi. Se riportiamo un estratto in cui il libro va a capo dobbiamo riportarlo anche noi? Da uno sguardo in giro non mi pare sia una consuetudine. Esempio stupido a caso:
{{quote|«Torre d'avorio».<br/>«Casa d'oro».<br/>«Arca dell'alleanza».<br/>«Porta del cielo».}}--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:51, 30 ago 2021 (CEST)
:::Ciao. Ti chiedo scusa io, invece, per essere stato sbrigativo nelle mie domande: andavo un po' di fretta e ho trascurato l'aspetto comunicativo. Tu sei stato molto chiaro e ho capito tutto ciò che intendi, soprattutto sui caratteri non essenziali.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:15, 1 set 2021 (CEST)
== Tema scolastico, nuova voce ==
Ciao Sun-crops, è sempre un piacere sentirti! Ti ringrazio per la segnalazione. Aderisco volentieri all'invito, è una citazione perfetta. Come sarebbe poi possibile rifiutarsi dopo una richiesta fatta con tanto garbo? Passo subito alla creazione della voce. Buon lavoro, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 12:10, 6 set 2021 (CEST)
==Saul Friedländer_re==
Ciao. L'articolo su ''repubblica.it'' sembra tagliato, e tale anche appare in ''webarchive'' nell'unica versione che risale al 2016, mentre io inserii la citazione due anni prima: strano. A ogni modo [https://www.oblique.it/images/rassegna/2013/rs_ott13.pdf qui] è riportato l'intero articolo: secondo me è meglio lasciare come stava (preferenza di una traduzione ufficiale) o se vuoi, riportare questa fonte come ulteriore citante.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:53, 9 set 2021 (CEST)
:Va benissimo come hai sistemato. Grazie a te.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:01, 10 set 2021 (CEST)
== Proposizione ==
Ciao, la citazione in [[Proposizione (linguistica)]] non riguarda più [[w:Proposizione (logica)]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:55, 14 set 2021 (CEST)
:In base a quello che hai scritto sono d'accordo che può essere anche sul linguaggio, scusa alla mia domanda di averti rubato del tempo ;-) allora per il momento lasciamo com'è, ho creato uno stub sull'altro significato con un'altra citazione. Ciao.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:30, 14 set 2021 (CEST)
==Parere_re==
Ah, quindi hai voluto fare lo "splendido" {{smile}}... ''e brav!'' Embè, ''e mo' che t'aggia dicere'': che dovresti contunuare a splendere oppure consentirti di offuscarre il tuo stesso splendore?... Ahime, caro il mio Sun (splendido) non credo di avere questo potere. Diciamo che sarei d'accordo, ma visto che la cosa è inusuale sarebbe meglio che tu consultassi anche altri.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:03, 27 set 2021 (CEST)
<s>:Va buo' Dona'. È cumme dice tu. A chi vulimmo 'nquita', a chi vulimmo cunsulta', è inutile ca facimmo ato rummore 'ncopp'a sto fatto. Si se po' ffa' o ffanno, e si no, no; i' cuntinuo a splennere. Chi è causa del suo mal...'A verità, Dona'? Proprio 'a verità? I' m'aggia piglia' nu poco 'e feste, 'o ddico sempe e nun 'o faccio maje, ma ll'aggio fa' pe fforza, pecche' 'sti tarantelle 'e ll'una a notte e a primma matina e tant'ate ccose m'hanno ammaccato nu poco. Ciao, Donato. Grazie. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 27 set 2021 (CEST)</s>
== Re: Significatività / Voci tematiche ==
Ciao, innanzi tutto ti ringrazio per i complimenti e per la cortesia con cui hai espresso il tuo parere esperto. Mi rendo conto che non è la prima volta che sottolinei l'inadeguatezza di diversi miei inserimenti nelle voci tematiche: cercherò di prestare più attenzione a questa mia mancanza, anche alla luce della linea guida che mi hai indicato ieri sera e che da ora in poi mi sarà senz'altro d'aiuto. Grazie per la pazienza, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 13:50, 28 set 2021 (CEST)
== Re: Rete ==
Grazie! Ho inserito il primo, direi che entrambi potrebbero andare in una tematica sul pericardio. Buona domenica,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:02, 3 ott 2021 (CEST)
<s>:OK. Muito obrigado, nel frattempo ne ho inserito un altro, italiano. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 11:04, 3 ott 2021 (CEST)</s>
== Re: saluto acrobatico ==
Buonasera caro Sun, è un gran piacere ritrovare anche te! Le tue parole sono sempre meravigliosamente eccessive e mi catapultano in una sottile nube d'imbarazzo.<br>
Vedo che hai già carpito molto della mia "fatica", sì mi sono rifugiato nella scrittura aforistica visto che è l'unica vagamente congeniale.<br>
Hai colto davvero tante cose dall'estratto di Amazon: la morbosa passione per gli eteronimi, il ribaltamento del punto di vista canonico, le piccole e nascoste isole di poesie (aquilone è tra le mie preferite).<br>
Entrare su Wikiquote o in una qualsivoglia tematica ad ogni modo mi sembra sinceramente un'eventualità metafisica.<br>
Grazie davvero per le belle parole, al solito eccessive. Parafrasando Einstein "non ho grandi talenti sono solo curioso".<br>
Grazie a te per il tuo importantissimo e continuo contributo che stai dando qui.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 21:37, 3 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Non ero al corrente della reiterazione dell'iniziativa volta a promuovere la parità di genere su Wikiquote italiana. Perciò: grazie dell'informazione. Conto di dare anche quest'anno un mio fattivo contributo ma, avendo da tempo eletto lo sbilanciamento a favore delle figure femminili a bussola per la creazione di mie nuove voci su Wikiquote, stante la non inesauribilità del bacino ove attingo le fonti, escludo di poter bissare l'enfasi della precedente performance. Tuttavia, per testimoniarle quanto questo progetto mi stia a cuore, la metto a giorno del mio recente apporto a "SheSaid 2021" su Wikiquote francese con la creazione di una dozzina di nuove voci. Riceva un caro saluto e l'augurio di trascorrere una fruttuosa serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:50, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buonasera Sun-crops! La ringrazio di avermi avvisato: mi era sfuggita questa bellissima notizia. Fortunatamente ho lei che mi mette sempre nella direzione giusta! Grazie per ora e per tutte le altre volte! Le auguro una buona serata. --[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 21:16, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Grazie, Sun-crops! Avevo già letto qualcosa sulla replica della lodevole iniziativa, ma la tua info è sempre benvenuta! Cercherò di dare un contributo anch'io. Un saluto e buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:36, 5 ott 2021 (CEST)
== L'invasione degli ultracorpi ==
Per circa 20 minuti Wikiquote è stata presa d'assalto da un'orda di nuovi utenti, forse una scolaresca, alcuni credo anche in buona fede, ma ho dovuto annullare quasi tutto, e pare che ciò, purtroppo o per fortuna, li abbia spinti a desistere. Se dovessero rifarsi vivi in mia assenza... buona fortuna! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:16, 8 ott 2021 (CEST)
== Re: Voce correlata nella tematica fascismo ==
Grazie, ovviamente non mi disturbi affatto. Penso ci possa stare. Un caro saluto, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:07, 12 ott 2021 (CEST)
== Re: Lutero ==
Grazie per il fix e le indicazioni su come rispondere in talk. "WA TR" seguito dal numero di volume (da 1 a 6) e dal numero di trascrizione è lo standard di citazione internazionale per i ''Tischereden'' ("Discorsi a tavola"). E' il modo di citare quest'opera seguito nelle pubblicazioni scientifiche a prescindere dal sistema di citazioni adottato (autore-anno, vari sistemi di notazione, ecc.) perché facilita la comunicazione scientifica e il reperimento delle informazioni a livello internazionale. Il numero di pagina, infatti, non è utile: nessuno consulterà mai il libro su carta perché la "Weimarer Ausgabe" (WA) è composta da 127 volumi e nessuno la possiede; ciò che importa è il numero della trascrizione secondo il sistema di riferimento adottato dalla WA, che appunto costituisce lo standard e che è riportato in ogni edizione dei Tischreden dotata di dignità scientifica (ad es. l'ed. Einaudi riporta i numeri di trascrizione WA a margine). Un po' come succede con le citazioni della Bibbia, di Aristotele, Tacito, Shakespeare, ecc.: nessuno indica il numero di pagina perché, data la quantità innumerevolie di edizioni, non avrebbe alcuna utilità; si riportano invece indicazioni sul libro/capitolo/paragrafo/versetto, ecc. Ora io sono ben disponibile a inserire il testo originale (come ho fatto) ma trovo che indicare l'editore e ricercare e riportare il numero di pagina sia tempo perso e ci allontani dal modo in cui queste opere vengono citate: daremmo informazioni inutili ed eviteremmo di dare informazini utili (il numero della trascrizione). Avendo indicato nella sezione "Bibliografia" i riferimenti completi a Weimarer Ausgabe, non sapere come rendere le citazioni più facilmente controllabili di così. D'altra parte, se qualcuno non capisce a che cosa si riferisca il misterioso "WA TR", è sufficiente che googli la stringa e lo scoprirà subito. Ora provo a specificarlo in bibliografia, per rendere tutto più chiaro. Fammi sapere per favore se ti sembra che così vada bene o se c'è qualcosa per migliorare ancora la resa. Grazie, --[[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:12, 13 ott 2021 (CEST)
:Fatto. Peraltro intervenendo mi sono accorto che tutta la sezione "Scritti religiosi" è priva di indicazioni del numero di pagina da cui la citazione è tratta: una verifica è impossibile. Difficile immaginare come si possa rimediare a questo. [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:15, 13 ott 2021 (CEST)
::Perfetto, ti ringrazio per i chiarimenti. In effetti è molto utile ricevere indicazioni di questa natura subito, all'inizio della contribuzione, in modo da impostare bene il lavoro e da non perdere e far perdere tempo. Quindi grazie e saluti, [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 14:55, 13 ott 2021 (CEST)
== Citazioni di versi ==
Ciao Sun-crops, come hai visto ho vistose lacune riguardo l'oggetto, vorrei quindi approfittare della tua esperienza e della tua cortesia per chiederti un paio di cose: spesso nei testi le poesie sono stampate utilizzando l'iniziale maiuscola per ciascun verso, indipendentemente dalla punteggiatura. Le citazioni in Quote seguono la stessa regola? I versi citati in Quote devono essere sempre in corsivo, indipendentemente da come sono stampati nel testo? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:20, 26 ott 2021 (CEST)
:Grazie Sun-Crops! Preciso ed esauriente. Come sempre! Buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:18, 26 ott 2021 (CEST)
== Samuel Goldwyn ==
Gentilmente, il motivo dell'annullamento su la citazione "Un contratto verbale non vale la carta su cui è scritto?"
== defaultsort nei coreani ==
Nell'onomastica coreana, il cognome precede il nome, dunque penso che il defaultsort in voci come [[Roh Tae-woo]] non vada messo.--[[Speciale:Contributi/77.204.107.232|77.204.107.232]] ([[User talk:77.204.107.232|msg]]) 23:07, 30 ott 2021 (CEST)
:Risposi di là [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:77.204.107.232] un'oretta fa; se non pervenne lì ritrascrivo qui: "È lo stesso nell'onomastica ungherese, es. [[Endre Ady]], con defaultsort Ady (cognome), Endre (nome). Dov'è il problema? --Sun-crops (scrivimi) 23:27, 30 ott 2021 (CEST)" Scrissi così. Non è così? ({{small|come scrissi lì?}}) Di'. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:40, 31 ott 2021 (CEST)
::beh perché sennò il sort sarebbe il nome Tae-woo, il cognome Roh. Non come tutte le biografie italiane ad esempio dove c'è il nome, cognome. Si ordinerebbero le voci per nome e non per cognome. [[Speciale:Contributi/77.204.104.156|77.204.104.156]] ([[User talk:77.204.104.156|msg]]) 01:30, 31 ott 2021 (CEST)
:::Scusami {{ping|Spinoziano}}, che ne pensi? Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:40, 31 ott 2021 (CEST)
::::Sì, se nel titolo della voce il cognome precede il nome, e comunque in tutti i casi dove il titolo è già nel giusto ordine alfabetico, il Defaultsort non va messo. Buona domenica a entrambi! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 31 ott 2021 (CET)
== Re: Lella Lombardi ==
Ciao, Sun, il risultato è lo stesso, e una volta si preferiva quella soluzione quando c'era una sola categoria, ma dato che oggi le categorie proliferano è giusto usare il Defaultsort anche quando ce n'è una sola, visto che probabilmente ne verranno aggiunte altre.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 4 nov 2021 (CET)
== Allineamento del testo dopo un verso centrato ==
Ciao Sun,
volevo pregarti, quando hai tempo e voglia, di dare un'occhiata alla seconda citazione di [[Maria Savi-Lopez]] (se le donne e l'amore...). L'allineamento a sinistra, dopo il verso centrato, è certamente malfatto. Non sono riuscito a fare meglio. Qualche suggerimento? Grazie, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:06, 5 nov 2021 (CET)
:Grazie Sun-Crops, perfetto! Mi segno la soluzione e la pagina sui markup. Buon fine settimana anche a te. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:41, 6 nov 2021 (CET)
== Fabulae ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio riguardo alla voce ''[[Fabulae]]''; stavo per spostare le citazioni in [[Esopo]] e cancellarla, senza lasciare l'incipit che è in realtà la presentazione di un curatore, ma guardando le citazioni ho iniziato a pensare che forse più che una traduzione è una rielaborazione, difatti su Wikipedia si parla di [[w:Esopo volgare]]; magari non è la medesima versione di cui si parla su Wikipedia ma pare una rielaborazione di quel genere. Il dubbio mi si è rafforzato per il fatto che, cercando quelle citazioni in un'edizione moderna di Esopo, non le ho trovate (ma questo magari dipende da mia fretta o incapacità a trovarle). Oltretutto vedo che tu hai messo la pagina tra le nuove voci, come se non andasse cancellata. Hai qualche suggerimento? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:17, 12 nov 2021 (CET)
:Ok, ma non vorrei farti perdere tempo, mi basta sapere l'impressione che avevi avuto, lascia pure che approfondisca io, non voglio rubarti tempo, davvero. ;-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:29, 12 nov 2021 (CET)
::Utilizzimo, grazie. Sì, un caso simile era capitato in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Diogene_Laerzio&type=revision&diff=1173494&oldid=1164639 Diogene Laerzio], anche lì a metà fra traduzione e rielaborazione; direi che comunqe vanno eventualmente nella voce di Esopo, non terrei una voce a parte. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:53, 12 nov 2021 (CET) <s>P. S. Fazio Caffarelli è in wikidata [https://www.wikidata.org/wiki/Q61474026]. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:05, 12 nov 2021 (CET)</s>
:::Grazie! Il mio "utilizzimo" di prima era involontario, mi sto facendo contagiare dall'italiano antico. Provvedo a spostare le citazioni in Esopo: comunque di traduzione si tratta, anche se libera (una libera traduzione all'antica). Grazie Sun, buona serata.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:14, 12 nov 2021 (CET)
== Re: Antonio Manca (giornalista) ==
Grazie per la spiegazione. Ciao --Giacomo Volpe 1989 [[Utente:Giacomo Volpe 1989|Giacomo Volpe 1989]] ([[Discussioni utente:Giacomo Volpe 1989|scrivimi]]) 01:00, 5 dic 2021 (CET)
== Matteo Salvini ==
Ciao. Provo a seguire le indicazioni che mi hai dato tu. Grazie mille. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:12, 7 dic 2021 (CET)
:Fatto. Grazie ancora. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:24, 7 dic 2021 (CET)
== Erodiade ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio sull'aggiunta in [[Erodiade]]: per i personaggi considerati (da una parte significativa della gente) vissuti realmente, tipo quelli biblici, non metterei come "citazioni di" versi di finzione ma solo le citazioni dai testi di appartenenza storica; eventualmente la seconda parte di quella citazione può essere tenuta forse come "citazione su"? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:27, 9 dic 2021 (CET)
:Sì, scusami tu, intendevo da "E tua sorella solitaria..." ma in effetti non sarebbe chiaro di cosa parla, né sarebbe propriamente una citazione su Erodiade, magari se ne potrebbero trovare altre più pertinenti nella stessa opera di Mallarmé ma allo stato attuale è meglio non mettere nulla... Grazie molto a te, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:41, 9 dic 2021 (CET)
== [[Migrazione umana]] ==
Come suggerito da te, ho creato una pagina "migrazione umanana" e aggiunto su questa nuova pagina le citazione che avevo messo nella pagina "migrazioni". --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
--> Migrazione umana / emigrazione / immigazione / viaggio / straniero ?
Perché ho scelto di mettere in migrazione umana e non emigrazione alcune citazioni? Perché "migrazione (umana)" è un termine che permette di inglobare due fenomeni che sono le due facce della stessa medaglia: si "emigra" da un paese per "immigrare in un altro". "Emigrazione" e "immigrazione" avrebbero secondo me interesse ad essere riuniti in una sola categoria: "migrazione (umana)". Tutto dipende da che parte della frontiera ci si pone.
Per quel che riguarda "viaggio" o "straniero", invece, la scelta è a mio avviso chiara: il "viaggio" è un movimento di un corpo per un tempo determinato, spesso per ragioni di svago, temporaneo. Dopo un viaggio si ritorna a casa. Non ci si installa altrove. In alcune lingue i migranti stessi impiegano il temine "viaggiatori/avventurieri", ma si tratta in realtà di un termine che indica una mobilità a fini migratori.
Per "straniero/straniera", non si tratta di mettere in luce un movimento, la mobilità umana, ma una condizione.
Studio il fenomeno migratorio quale ricercatrice da più di 10 anni ormai...
== [[#SheSaid 2021]] ==
Aggiunto Donatella Di Cesare nella lista (creazione) e Gabriella Ghermandi (migliorate). Grazie di aver segnalato l'iniziativa. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
==Wikiquote:Progetti/Citazioni wikimediane/Wikipedia_re==
Ciao. Non saprei, non ho tempo di approfondire la cosa. Per quanto riguarda "She Said", ebbene non sono d'accordo, per come la vedo si tratta di una forzatura, tra l'altro anche sessista. Grazie comunque per l'interessamento. Un caro saluto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:54, 14 dic 2021 (CET)
== "non è questa la sede per questo tipo di esternazioni. La prego, cortesemente, di non insistere su questa linea." ==
Hai scritto questa cosa e poi hai annullato la tua modifica dicendo "annullo ma confermo". Non ne ho capito onestamente le motivazioni, puoi per favore spiegarmi l'errore? Dove "non devo insistere"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 22:03, 14 dic 2021 (CET)
== Wikidata ==
Buongiorno, Sun! La disturbo per un problema con l'Elemento Wikidata. Da un paio di giorni non riesco a fare gli inserimenti delle nuove voci create dacché quando clicco su Edit di Wikiquote non mi si "apre", come avveniva sempre, il riquadratino in cui inserire la label della voce bensì la schermata di una nuova pagina con l'intestazione "Set Item sitelink", la cui sintassi, purtroppo, mi è del tutto ignota. Fossi un navigatore d'altri tempi, parlerei di Colonne d'Ercole. Non riesco a capire cosa sia successo. L'unica difformità che ho notato nella schermata d'ingresso di Wikidata riguarda le sigle nazionali che, nelle liste di Pedia e Quote, precedono il titolo delle voci via via aggiunte. Faccio l'esempio con la sigla francese: la dicitura non è più "fr" ma "frwiki" per Pedia e "frwikiquote" per Quote. Lo stesso dicasi per "it", "en", "es", tutte seguite dalla coda "wiki" o "wikiquote", ecc. Non escludo di essere stato io stesso causa del mio male, magari solo per aver pigiato inavvertitamente un tasto sbagliato. Nondimeno, avendo già accumulato un congruo arretrato da smaltire, devo per forza confidare in un suo urgente salvataggio.
Colgo l'occasione per due sentiti adempimenti: ringraziarla del suo prezioso apporto a questo progetto di democrazia del sapere e porgerle i miei migliori auguri di un sereno Natale e di un rigenerante 2022, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:32, 19 dic 2021 (CET)
:Grazie! Farò qualche tentativo, ma dubito di venirne a capo, anche perché ora, forse per i miei tentativi andati a vuoto, la mia password su Wikidata è bloccata. Quanto alle voci, una è Anna Maria Guarnieri. Rinnovo il mio riconoscente saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:45, 19 dic 2021 (CET)
::La password, per fortuna, non è compromessa, ma il problema permane.... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 12:09, 19 dic 2021 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} Grazie del suggerimento. Tutti i tentativi esperiti finora non sono serviti a nulla. L'oracolo è la mia ultima chance. Ci provo ma, disgraziatemente, è da tempo che ho smesso di riporre fiducia in tale figura. Non sarebbe meglio sollecitare l'intervento di un tecnico? Un caro saluto a entrambi, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:38, 19 dic 2021 (CET)
::::Mi sembra un ottimo suggerimento. In attesa della risposta dell'Oracolo (se mai arriverà), lo testo subito e le faccio sapere, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:57, 19 dic 2021 (CET)
:::::Gentile Sun, la prova è stata fallimentare. Non sarà il caso di mettere in campo un esorcista? Ci penserò questa notte. Per oggi può bastare quanto fatto, l'ho tediata fin troppo. Le auguro di trascorrere una piavevole serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:07, 19 dic 2021 (CET)
::::::Ciao :) così su due piedi non so quale sia il problema e negli ultimi tempi ho davvero poco tempo, però ho cambusato la discussione aperta all'Oracolo nel progetto competente, sono certo che qualcuno più bravo di me saprà darare una soluzione :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 20:52, 19 dic 2021 (CET)
{{rientro}} Buongiorno, Sun! La ringrazio per aver connesso le mie voci in Wikidata. Con una facile battuta, che non farò, potrei dire che le ho trovate connesse "a mia insaputa". Da una mia verifica, risulta ormai sconnessa solo [[Tara Lynn]], voce che ho potuto quotizzare grazie all'enciclopedicità certificata, seppure con qualche riserva, dalla consorella britanica dell'ItalQuote. Voglio credere che alla lettura del verbo "quotizzare" lei abbia arricciato il naso. Ebbene: dovrà farci il callo, dacché non solo mi sono rassegnato a familiarizzare con l'angloinformatese ma, quando il con-testo me ne darà un plausibile pretesto, non esiterò ad avventurarmi nel conio di neologismi. Ma è tempo di tornare alla mia croce: Wikidata inficiata nel mio account da un qualche malefico bug. Intanto, l'aggiorno sui miei ultimi tentativi. Ho fatto a più riprese l'accesso a Wikidata, sia in forma anonima che da loggato, operando su PC e Smartphone non miei. Nulla da fare: la schermata, beffarda e impenetrabile, non si schoda, è sempre lì a irridermi e a rendere vana la mia azione. Ora, volendo fare un ultimo tentativo, avrei bisogno del suo supporto. Non dovrà però vedermi come l'utente autoverificato che s'intrattiene con scioltezza, e talora persino con finezza, con l'autorevole admin, bensì come un balbettante novizio amanuense che chiede all'abate di insegnarli l'abc del suo compito conventuale. Ed ecco la richiesta: mi può descrivere in maniera semplice, come fosse un sillabare o un esercizio di spelling, la procedura con cui lei inserisce e una nuova voce in Wikidata? Un saluto cordiale, e come sempre riconoscente... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:33, 21 dic 2021 (CET)
:Buongiorno, Sun! È proprio come immaginavo: la procedura è identica a quella che seguivo io, compresa una lettera da scrivere manualmente quando si opera con il copia-incolla. Sospetto che si tratti di un bug del sistema, e comunque, per non lasciare nulla d'intentato, ho provveduto a segnalare la cosa anche al bar di Wikidata. Vedremo se questa volta qualcuno si farà vivo. A naso, però, debbo dire che non mi pare che Wikidata sia un progetto che si distingua per l'entusiasmo dei suoi utenti. Già: l'entusiasmo, quello che ritengo essere il suo maggior talento: a me, infatti, lo ha trasmesso lei, e con questo, sia ben chiaro, non voglio sminuire le sue altre abilità messe in campo in questo straordinario progetto di democrazia del sapere. Porto ad esempio la campagna SheSaid: a ottobre, mi era sfuggita la sua riprosizione e, davvero, pensavo che mi sarei limitato a dare uno svogliato contributo, anche perché già di mio, come le dicevo, nella creazione di nuove voci mantengo un occhio di riguardo per le figure femminili. Senonché, la sua partecipe segnalazione e poi il suo appassionato apporto all'iniziativa mi hanno ben presto fatto mutare atteggiamento. È scoccata la scintilla che ha fatto divampare il grande fuoco dell'entusiasmo. Ma torniamo a Wikidata. Ho consultato i links che mi aveva suggerito, ma li ho trovati troppo lambiccati, tranne "accessorio", che potrebbe tornare utile nel caso debba obtorto collo cambiare la password (ma, che lei sappia, in tale eventualità, potrò mantenere l'attuale nome utente?). Mutilo di Wikidata, ma sempre speranzoso di uno suo rispristino, come mi regolo intanto con le nuove voci? Gliele segnalo a lei a pacchetti, oppure quando vede le mie N provvede lei di default a linkarle? (Come sempre, mi sono dilungato, ma, credo, ne converrà anche lei, che lo svolgimento pacato sia un elemento imprescindibile per dotare di intensità e bellezza la comunicazione umana. Tanto più in un consesso come il nostro, dove, per forza di cose, a fare da bussola non può che essere il glossario informatico). Alla prossima, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:18, 22 dic 2021 (CET)
:::{{Fatto}} Con il percorso suggeritomi da {{ping|Epìdosis}}, ho potuto finalmente ripristinare, seppur con qualche lieve modifica procedurale, la mia piena operatività in Wikidata. Chi fosse interessato ad approfondire il casus può averne contezza sulla bacheca del Bar di Wikidata nella risposta di Epìdosis al mio quesito, alle ore 9.20 di oggi, 22 dicembre 2021. Un immenso grazie a {{ping|Sun-crops}}, {{ping|Spinoziano}} e {{ping|GryffindorD}} per il caloroso sostegno e per i preziosi suggerimenti, grazie ai quali ho potuto acquisire utili nozioni informatiche nonché sperimentare un ampio ventaglio di approcci e tracciati inventivi che mi saranno di aiuto in futuro per venire a capo di eventuali difficoltà operative. A tutti, auguri con il cuore... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:44, 22 dic 2021 (CET)
== Re: Barnstar SheSaid 2 ==
Caro Sun, un ''muito muito obrigado'' lo meriti di più tu, che sei stato il vero organizzatore di questa edizione, avvisando gli utenti, incoraggiandoli, seguendoli... Tutte cose che fai sempre con generosità e passione, ma con entusiasmo ancor maggiore in questa occasione, e così i frutti hanno superato ogni aspettativa... Ottimo lavoro! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:14, 21 dic 2021 (CET)
:Magari avremo occasione di risentirci prima, ma nel frattempo un buon e ''sun''to Natale anche a te! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:25, 21 dic 2021 (CET)
== Hamletic question: Two or four hands? ==
Buongiorno Sun! Lei scrive "Nella mia pagina di discussione, lo scorso anno, il 17:43, 19 set 2020 (Discussione Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali), lei ha scritto e sottoscritto: "Rispondo qui alla sua domanda: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --Cris77 (scrivimi) 17:43, 19 set 2020 (CEST)". Questo lo ha detto lei lo scorso anno. Come fa a dire oggi, oggi, che tutte le citazioni da lei inserite sono da attribuire al solo Gianni Biondillo? Two or four, that is the question. Two and four? Half of four + half of four? Today or last year? And the next year? Very hamletic questions."
Non c'è bisogno di disturbare Amleto per trovare la risposta: ora ho il libro fra le mani. Risposta sufficientemente chiara?
--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:36, 24 dic 2021 (CET)<br>
:[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] Non c'è bisogno di un ulteriore cartellino giallo. Visto che mi si accusa di mentire, di non aver letto libri che cito, e di non so quali altri misfatti. Non ritenere che la citazione di Igiaba Scego "Non era questione di Europa, accidenti, ma questione di diritto dei corpi al movimento" rinchiuda, in poche parole, gran parte dell'ingiustizia migratoria contemporanea e che, di conseguenza, questa non abbia il suo posto in wikiquote, mi rattrista. Ma la Sua parola sembra più autorevole della mia, e allora così sia.
Per tutte queste ragioni, preferisco partire da sola, senza bisogno di un'ulteriore sanzione. Sperando di non fare più l'errore di tornare. O per lo meno di non tornare sulla pagina italiana. Peccato, perché avrei volentieri aggiunto una citazione su Addis Abeba, di Igiaba Scego, giustamente, tratta dal suo libro "Adua". Un altro libro che, chissà, forse non ho neppure letto?--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 10:24, 24 dic 2021 (CET)
== Corea del Nord ==
Ciao Sun,
spero tu abbia passato un buon Natale. Ho visto che hai cancellato la pagina della Corea del Nord, ma a parte l'ultimo inserimento mi pareva una pagina regolare, sbaglio? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:44, 25 dic 2021 (CET)
: Ma figurati, nessun problema, nemmeno metto in dubbia la tua buona fede ci mancherebbe! :-) Il nome del coreano non saprei decifrarlo nemmeno io così su due piedi, ma [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%EB%8F%99%ED%95%B4%EB%AC%BC%EA%B3%BC+%EB%B0%B1%EB%91%90%EC%82%B0%EC%9D%B4+%EB%A7%88%EB%A5%B4%EA%B3%A0+%EB%8B%B3%EB%8F%84%EB%A1%9D vedo] che per ora non è bloccato da nessuna parte. Spero che i tuoi "acciacchi" non siano nulla di grave. Figurati che mi sono accorto anche se mi ero appena fatto un cichettino di liquore :-D Ricambio gli auguri! Buona serata! --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 22:00, 25 dic 2021 (CET)
== Re: Gaetano Emanuel Calì ==
Ciao Sun, penso anch'io che la fonte sia accettabile, non vedo particolari problemi. Non ti ho ancora fatto gli auguri di buon anno, li faccio ora nel caso non avessimo il piacere di risentirci prima: a te un 2022 ''solare'' e portatore di felici ''raccolti'' ! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:02, 29 dic 2021 (CET)
== Re: [[Template:SelezioneNuove]] ==
Ciao Sun, conoscevo già la pagina e a dire il vero, in passato, è accaduto che la aggiornassi io stesso; ma non sempre ricordo di farlo quando possibile. Cercherò di averlo presente perché, come hai scritto tu stesso, è un servizio realmente apprezzabile. Ricambio vivamente gli auguri e, come al solito, ti ringrazio per il tempo e l'impegno che dedichi costantemente a questo progetto. Buona giornata, [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 12:47, 4 gen 2022 (CET)
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Torino Football Club ==
Ciao,
Ti scrivo perché vorrei capire che senso abbia reputare ingiustificate le mie modifiche; infatti, poco fa, hai cancellato il mio operato sulla pagina dedicata al Torino Football Club, e io vorrei capire come mai, visto che quel coro e quello striscione sono semplicemente vergognosi.
Ci tengo a specificare che questo discorso lo farei a prescindere.
Saluti. [[Utente:Eddy rossy|Eddy rossy]] ([[Discussioni utente:Eddy rossy|scrivimi]]) 17:12, 11 gen 2022 (CET)
== Caratteri non latini nella descrizione iniziale ==
Ciao Sun, modifiche come [[Speciale:Diff/1189830|questa<sup>1189830</sup>]] o [[Speciale:Diff/1188826|questa<sup>1188826</sup>]] sono opportune? Mi sta sorgendo il dubbio di aver interpretato male le convenzioni del progetto in merito. Grazie per l'attenzione. -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:21, 16 gen 2022 (CET)
:Grazie. Di solito tendo a prendere come modello ideale di riferimento le voci in vetrina (in questo caso, [[Lev Tolstoj]]), ma ho preferito chiedere conferma. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 22:18, 16 gen 2022 (CET)
== Marilù Oliva ==
Ciao, lasciando perdere che si tratta di libri non enciclopedici, e IMHO assimilabili allo spam, sono pure citazioni troppo lunghe per non essere considerate violazione dei diritti d'autore, di solito brani su wikipedia cosi lunghi sono considerati copyviol. Mi sembra, scusa se te lo dico. un po' fuori luogo annullare la mia modifica e poi chiedere il motivo per cui l'ho fatta. Un saluto, buon proseguimento --[[Utente:Fresh Blood|Fresh Blood]] ([[Discussioni utente:Fresh Blood|scrivimi]]) 22:10, 22 gen 2022 (CET)
==Citazione d'autore senza voce==
Mi sembra che era permesso se il soggetto era un'autorità o svolgeva una carica di rilievo e l'inserimento richiedeva anche una nota. Non ho trovato in nessuna parte che per forza l'autore deva avere voce su WP.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|msg]]) 17:26, 28 gen 2022 (CET)
== Re: Typo ==
Ciao Sun, il piacere è reciproco. Sì, per il nostro manuale di stile ' è semplicemente un apostrofo sebbene alcuni testi tendano a utilizzarlo come "virgoletta", quindi se utilizzato in tal modo va sostituito con " o tutt'al più con «.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:45, 10 feb 2022 (CET)
== Re: [[Vox populi, vox Dei]] ==
Riciao Sun-crops, ho abbozzato la voce tematica ma credo che vada rivista: se ci limitiamo al senso "proprio" del motto (cioè che un'opinione condivisa da tutti non può essere falsa), le citazioni trovate sono relativamente poche. Se invece si amplia l'orizzonte tematico, e si considerano separatamente la "voce del popolo" da una parte, e la "voce di Dio" dall'altra, le citazioni sui singoli punti aumentano. Per ora ho messo un avviso di Work In Progress; ogni suggerimento sarà benvenuto. A presto, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 20:27, 16 feb 2022 (CET)
:E se invece nella voce principale "Vox populi, vox Dei" si inseriscono i due sottoparagrafi "Vox populi" e "Vox Dei"? Sarebbe una soluzione omnicomprensiva, tutto in un colpo solo. {{ping|Spinoziano}} e {{ping|AssassinsCreed}} --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 10:56, 19 feb 2022 (CET)
::{{ping|AnjaQantina}}, ma la raccolta come dicevo deve raccogliere citazioni sul motto, se metti nelle sottosezioni delle citazioni che non riguardano il motto sarebbero comunque citazioni non pertinenti, perciò resterei sulla soluzione precedente. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:07, 19 feb 2022 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} {{ping|AnjaQantina}} Ciao, AnjaQantina. Spinoziano parte dal punto fondamentale, che in qualche modo avevo già anticipato nella mia prima risposta quando ho scritto: "Il problema che poni è giusto: alcune citazioni sono precisamente aderenti alla locuzione che è il titolo della voce, altre la intercettano per segmenti. È probabile che qualche spostamento si dovrà fare. Forse si potrebbe addirittura creare una o più nuove voci". Quindi, tenendo presente il principio generale che regola le tematiche, vale a dire che il tema della voce e le citazioni devono coincidere perfettamente, credo che non ci siano alternative alla soluzione prospettata da Spinoziano. Il che, detto en passant, aggiungerebbe una voce ai tuoi contributi; non che ce ne sia bisogno, perché sono, con tuo merito, già molto molto cospicui, ma sarebbe comunque una voce in più. Anche per wikiquote. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:37, 19 feb 2022 (CET)
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:48, 21 feb 2022 (CET)
== Cancellazione pagina ==
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:49, 21 feb 2022 (CET)
:Dal duplice arrore a un duplice grazie: primo, per aver cancellato tempestivamente la voce errata; secondo, per la "bussola" con cui potrò meglio orientarmi nel mare insidioso delle "tematiche". Buonanotte,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 22:52, 21 feb 2022 (CET)
== Guido Ceronetti ==
Gentile Sun-crops, buona domenica!
Nel consultare la pagina del grande scrittore torinese, mi è andato l'occhio sulla querelle relativa al numero della pagina della citazione tratta da ''La pazienza dell'arrostito''. Sono quindi andato a consultare la mia copia, ed essendo la stessa presente in bibliografia, Adelphi 1990, le posso confermare che il numero della pagina, 72, indicato dall'utente è corretto. Detto ciò, mi sento di condividere lo sconcerto nel constatare l'enorme balzo nella numerazione delle pagine da una edizione all'altra. Misteri dell'editoria, di fronte ai quali, nulla potendo fare, non ci resta che soprassedere.--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:51, 27 feb 2022 (CET) Saluti,
== Bufalineggiando ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Bell'inserimento, il Suo, quello tratto da ''Museo d'ombre'', nella pagina del Maestro di Comiso, gran coniatore del termine "isolitudine" che plasticamente e splendidamente pitta (verbo che mi è arrivato dalla lettura del pittore decoratore) la condizione che ogni isolano di Sicilia intimamente avverte come sua. Detto ciò, la trasferta d'Oltraple che con l'arguto garbo della sua cifra espressiva Lei mi sollecita a intraprendere, deve essere giocoforza rinviata perché nella Wikiquote francese la voce Gesualdo Bufalino al momento non c'è. Magari potrei crearla io, certo, ma non adesso. Detto ciò, se la cosa è gradita, potrei, incorporando e integrando la sua citazione, dotare l'italica Pedia della sezione dell'opera in oggetto, dacché nella mia libreria cartacea essa non manca. A frenarmi, tuttavia, c'è una perplessità, che Le giro in forma interrogativa: non è, quella di Bufalino, una voce già fin troppa fitta di citazioni? D'altronde, è questo il retropensiero, lo dico di passaggio, che, in materia di inserimenti, mi spinge a starmene alla larga dai nomi che già straripano di contributi. Confidando in una prossima interlocuzione piacevole come questa, La saluto cordialmente, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:58, 27 feb 2022 (CET)
:Ha perfettamente ragione, con Bufalino è impossibile sbagliare: ''Museo d'ombre'' avrà la sua sezione! Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:03, 27 feb 2022 (CET)
== re: Molo ==
Ciao :-) avevi sbagliato l'item, il molo come architettura è [[:d:Q13370235]], tu l'avevi messo nell'item della disambigua, ovvero [[:d:Q1184089]]. Ho aggiustato io ;-) Mi chiedo solo se non sia il caso di invertire i significati come su Wikipedia, perché mi sembra che il molo come struttura costiera sia il significato nettamente prevalente. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:52, 27 feb 2022 (CET)
:{{fatto}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:36, 27 feb 2022 (CET)
== re: O. d. m. ==
Ciao, in questi casi secondo me basta secondo me un richiamo all'utente (l'ho fatto poco fa). In ogni caso, tieni presente che nel caso di un campo oggetto particolarmente problematico, si può oscurare dalla cronologia solamente quello, lasciando il testo nella pagina :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:34, 10 mar 2022 (CET)
== Re: Cancellazione (2) ==
Ciao Sun, buono ''shabbat''! Ineccepibile la cancellazione e il blocco: lo stile è proprio quello di uno spam bot e il fatto che quell'università privata abbia una voce sulla Wikipedia inglese (solo lì e con tanto di avviso che rileva il probabile intento promozionale) non porta a fare un'eccezione. Ma passando a cose più serie, stavo pensando in questi giorni: anziché "Apollo" che ne diresti se cambiassimo il tuo soprannome ufficiale in "[[Re Sole]]"? In fondo sai anche il francese, se ben ricordo, e direi che ti calza a pennello, che ne dici? {{sisi}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:37, 12 mar 2022 (CET)
:''Votre Majesté, bon dimanche!'' Ho controllato anch'io e ''ne t'inquiète pas'', la nostra Wikipedia [[w:Luigi XIV di Francia#La morte del re|sapientemente ci informa]] che il tuo precursore morì di cause naturali (una bonaria gangrena da [[gotta]]), quindi davvero niente ghigliottina, niente regicidi, solo uno splendente, lungo e luminoso regno al cumine del quale il [[Utente:AssassinsCreed|nostro medico di corte]] ti darà sicuramente efficaci consigli su come ridurre il sovrappeso, moderare gli eccessi e quindi scongiurare i malanni. Da parte mia, da uomo della strada, consiglio intanto contro la gotta una dieta a base vegetale, e anche via le troppe donne, le cortigiane, per il cuore :D-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:17, 13 mar 2022 (CET)
::Ah ma se torniamo a paragoni divini, abbiamo oltre ad Apollo altri eminenti esempi di [[w:Sol Invictus|Sol Invictus]], quanti precursori di Sun-crops! Ma direi che per questo week-end abbiamo già dato, non mancheranno altre occassioni {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:09, 13 mar 2022 (CET)
== re: link al wikizionario ==
[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Altalena_(oscillante)&type=revision&diff=1201704&oldid=1201701&diffmode=source Evvualà] (cit.) ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:41, 31 mar 2022 (CEST)
:XD per così poco, de nada. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:13, 31 mar 2022 (CEST)
== [[Berta Castañé]] ==
Ciao Sun, ho cancellato la voce perché a ben guardare riportava un'intervista intera tradotta in automatico, con molti pasticci; io stesso non me ne sono accorto prima, passando di fretta, e anzi avevo aggiunto l'immagine e sistemato le categorie; me ne sono accorto ora perché lo stesso anonimo, anche se con ip diversi, si è messo a creare altre voci simili; che, nel caso, ritengo vadano cancellate in immediata; vale anche se vengono ricreate uguali o se ne abbiamo lasciate indietro altre create in quel modo dallo stesso anonimo. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: Giancarlo Dotto ==
{{fatto}}: [[giornalismo sportivo]]. Controlla pure se le citazioni sono tutte pertinenti l'argomento. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 21:50, 12 apr 2022 (CEST)
== ''Sun''ta Pasqua ==
Caro Sun, buona domenica pasquale! È da un po' che non ti sento, quindi mi permetto di scriverti, pur in mancanza di un motivo "serio", per farti gli auguri. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:41, 17 apr 2022 (CEST)
== Citazioni senza fonte ==
Ciao, scusami la svista, provvederò ad inserirle. Unica cosa: vedo che ce ne sono anche altre senza fonte, andrebbero rimosse pure quelle?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 00:21, 21 apr 2022 (CEST)
== Risposta ==
Ok grazie mille per averlo fatto presente.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 15:40, 21 apr 2022 (CEST)
== Vito Santarsiero ==
Ti ringrazio, lo avrei fatto io a breve.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 17:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Enciclopedia ==
Degna curiosità. Leggo che Wikipedia è un'enciclopedia, mentre Wikiquote è una raccolta di citazioni. Però Wikiquote è l'unica, come Wikipedia, a chiamare voci le pagine nel namespace principale. Sono entrambe enciclopedie, seppur diverse?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:29, 21 apr 2022 (CEST)
:In merito alle funzioni dei vari progetti wiki. Per esempio: Wikizionario è un dizionario, Wikinotizie è un giornale o un notiziario (ma non un editoriale), Wikivoyage è una guida turistica...--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 21:48, 21 apr 2022 (CEST)
::Ben detto, grazie mille.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 23:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Spirito collaborativo ==
Ciao, guarda, sto imparando come funziona Wikiquote. In merito a Gildo Claps: se ritenete non sia enciclopedico, ok. Ma da qui a parlare di vandalo da bloccare...-[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:09, 22 apr 2022 (CEST)
== Gianmario Pagano ==
Grazie per le correzioni. Confermo che i puntini erano al posto di un ''omissis'' e ho provveduto a correggere secondo le indicazioni che mi hai scritto. Le citazioni provengono da un'intervista fatta da Marco Damilano a Pagano. Ho avuto il dubbio se inserirla come "Citazione su" ma poi, tenendo conto che tutti le risposte di Pagano sono virgolettate, ho preferito scriverla come citazione diretta. Ho sbagliato? Porta pazienza :-) è la prima volta che inserisco una voce qui. --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:41, 26 apr 2022 (CEST)
* Per la numerazione delle pagine ho verificato e confermo che la numerazione è quella che fornisce anche GoogleBooks. Correggerò al più presto. Riguardo alla Bibliografia, è opportuno che cambi la struttura della pagina spostando le note in fondo alla pagina, per aprire una nuova sezione Bibliografia e inserendo in essa, oltre a "Il partito di Dio.", anche la bibliografia delle altre due opere citate (I miracoli... e E.T. l'incredibile storia...)? Se affermativo, lascio i riferimenti bibliografici che hai inserito in nota o li tolgo considerando che vengono ripetuti in Bibliografia? [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:38, 26 apr 2022 (CEST)
** Grazie per le molte correzioni. Ho visto che hai modificato il titolo di "E.T. L'incredibile storia di Elio Trenta" in "E.T". Ma il titolo corretto è quello completo, non c'è sottotitolo, come puoi verificare anche dallla bibliografia. Posso sistemare?Ciao--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 11:16, 27 apr 2022 (CEST)
== Charles Moreau-Vauthier ==
Ciao Sun-crops, dopo aver creato la [[Charles Moreau-Vauthier|voce in oggetto]], mi sono accorto che nel frontespizio del testo, oltre a Moreau-Vauthier, compare anche il nome di Ugo Ojetti. Cosa conviene fare? cancellare la pagina o intitolarla ad ambedue gli autori? Mi sembra che non ci siano indicazioni per capire quale sia il contributo di ciascun autore. Scusami per il disturbo. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:16, 16 mag 2022 (CEST)
:Oppure rinominare la voce con il titolo del libro? Come, ad esempio, ''[[L'evoluzione della fisica]]'' e tanti altri simili? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:45, 16 mag 2022 (CEST)
::Utile è dir poco! Assolutamente risolutivo! Come sempre. Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:22, 16 mag 2022 (CEST)
== Ottavio Rosati ==
Ciao, buon week end. Rispondo alla tua richiesta di indicare una fonte sulla qualifica di 'sceneggiatore' di Ottavio Rosati. Si trova nella sua pagina wikipedia dove sono anche indicate le sue varie sceneggiature, ma anche in filmitalia istituto luce--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)
== Ping ==
Ciao Sun, ricorda che il ping funziona solo se è accompagnato dalla tua firma in tempo reale (cfr. [[w:Template:Ping|istruzioni]]), ad es. poco fa non ho ricevuto una notifica e non credo che sia arrivata a Dread per il Bar ;-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:53, 20 giu 2022 (CEST)
:Buongiorno Sun, per completezza aggiungo che anche pingare [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Bar&diff=next&oldid=1213194 così] va bene e funziona, non c'è nessun obbligo di usare il template; lo dico perché nella successiva diff hai corretto mettendo il template (ora ovviamente non sto dicendo di rimettere com'era prima, dico solo che l'importante è che la notifica arrivi). Altra minuzia, già che passo di qui: quando devi spostare un tuo messaggio da una pagina di discussione a un'altra, perché ti accorgi di averlo appena inserito nella pagina sbagliata, è meglio un semplice spostamento (cancellando il messaggio dalla pagina dove l'hai messo per sbaglio, indicando nel campo oggetto che lo stai spostando) anziché lasciarne un doppione barrato, perché il barrato normalmente indica che ritiri/rinneghi qualcosa che hai scritto, quindi l'utilizzo del barrato per qualcosa che hai semplicemente spostato può generare confusione (ora cancello io il doppione qui sotto, già tutto sistemato, e non serve che vai a cancellarne altri se l'hai già fatto in passato, tienilo solo presente per il futuro ;-)) Un caro saluto, Sun, buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:48, 22 giu 2022 (CEST)
== Maiuscole/minuscole ==
Ciao, volevo solo chiarirmi ulteriore in privato circa il tuo messaggio di chiusura [[Discussioni_utente:AssassinsCreed#Agostino_Di_Bartolomei|a questo topic]]. Non ho nessun motivo per dubitare della tua buona fede, ci mancherebbe altro :-) tantopiù che, al di là di quanto prescrivono le - ''attuali ''- linee guida, l'uso del minuscolo mi pare fin d'ora prevalente. Così come non mi darebbe alcun fastidio se, d'ora in avanti, si optasse definitivamente per la maiuscola: si tratta di una minuzia di stile che mi lascia indifferente. Nella circostanza mi ha dato solo fastidio, molto fastidio il ''modo'' in cui è stato trattato - non da te - il mio wikilavoro, e di riflesso la mia utenza; il tutto, per l'appunto, solamente per una risibile minuzia di stile. Diciamo che la tua svista ha avuto quantomeno il ''pregio'' ( :-D ) di portare alla luce rancori che, evidentemente, covavano da un po' sotto alla cenere... e di cui tu, se mai ci fosse bisogno di chiarirlo ulteriormente, non hai alcuna colpa. Pazienza, non si può piacere a tutti qui dentro né si dev'essere forzatamente amici per la pelle, l'unica cosa importante resterà sempre il bene del progetto wiki. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 19:47, 21 giu 2022 (CEST)
== Re Categoria dissidenti ucraini ==
Caro Sun, creerei come sulla Wikipedia italiana una categoria "dissidenti sovietici" includendovi coloro che facevano parte dell'Unione sovietica ma erano dissidenti rispetto a quel governo, creando eventualmente "dissidenti ucraini" solo nel caso di una persona facente parte dell'Ucraina e dissidente verso di essa (ma non mi sembra che ce ne siano molti) o facente parte della Bielorussia e dissidente verso di essa ecc. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:16, 24 giu 2022 (CEST)
== Defaultsort ==
Sono capitato per caso nella pagina [[Vladimir Semënovič Vysockij]] che tu hai creato. Sono rimasto sorpreso però dall'istruzione <nowiki>{{DEFAULTSORT:Semënovič Vysockij, Vladimir}}</nowiki> che, se non interpreto male, indica, come chiave dell'ordinamento alfabetico nelle categorie, il patronimico («-vič») anziché il cognome --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 16:34, 27 giu 2022 (CEST)
== Re: Corsivi in traduzione ==
Ciao Sun, non c'è una regola, ma spesso in un testo italiano i termini stranieri meno comuni si riportano in corsivo, è una regola stilistica generale che a volte viene adottata, quindi va un po' a discrezione del singolo :-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:06, 29 giu 2022 (CEST)
:Parola o espressione non credo faccia differenza, "femme fatale" è abbastanza comune e quindi può stare anche senza corsivo.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:18, 29 giu 2022 (CEST)
== Refusi ==
Ho notato che le tue aggiunte sono zeppe di refusi ed errori vari che sto pazientemente correggendo. Per favore, in futuro potresti fare più attenzione? Grazie. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:51, 30 giu 2022 (CEST)
{{Ping|Udiki}} Non è consentito impartire ordini a nessun utente [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214678&oldid=1214677]. Spero di essere stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:18, 4 lug 2022 (CEST)
:Non era un ordine ma un invito a una collaborazione costruttiva, come quella poi messa in pratica da Dread. Tanto per essere chiari. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:23, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Sono io che spero di esserle stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 4 lug 2022 (CEST) "Visto che hai il libro, verificale." è un ordine, e questo non glielo permetto, non so se è chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:27, 4 lug 2022 (CEST)
:::Smentisco espressamente che il mio intento fosse quello. Nel campo oggetto c'è poco spazio e tocca essere stringati, comunque si [[Wikiquote:Presumi la buona fede|presume la buona fede]]. Ma ora che ho chiarito, non si può equivocare. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:31, 4 lug 2022 (CEST)
::::Nessuno può impartire ordini. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:38, 4 lug 2022 (CEST) {{Ping|Udiki}} Aggiunto ping. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:42, 4 lug 2022 (CEST)
:::::D'accordo, ''nessuno''. Me ne ricorderò. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:45, 4 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} {{Ping|Udiki}} Non ricordo di essermi <u>''mai''</u> permesso, in oltre dieci anni, di <s>aver impartito</s> impartire ordini a ''nessuno''. ''Nessuno'' ha mai avuto bisogno di ricordarsi niente con me. E anche la Sua ultima risposta, che è una neppur <s>troppo</s> tanto velata minaccia, ''parla''. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:50, 4 lug 2022 (CEST)
:Non è neppure lontanamente una minaccia, sia ben chiaro. Non preoccuparti. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:54, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Non ho assolutamente nulla di cui preoccuparmi. La sua ''era'' una <s>larvata</s> minaccia. Tutto il suo modo di esprimersi è <s>aggressivo</s> aggressivo, ostile e prevaricante. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:56, 4 lug 2022 (CEST)
:::Ci mancherebbe che tu abbia qualcosa di cui preoccuparti, tanto più che sono un semplice utente e non un amministratore, perciò non posso fare alcunché, né comunque lo farei perché non ne ho motivo e, se ce l'avessi, non ne avrei comunque l'intenzione. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:02, 5 lug 2022 (CEST)
::::Non mi suoni, per cortesia, questa musica così poco sincera da indifeso, da fragile, da potenziale ''vittima'' di fronte al potente (potenti qui non ce ne sono). L'ho sentita suonare infinite volte in tutte le salse. Lei è stato estremamente fortunato ad imbattersi nel sottoscritto, estremamente fortunato. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:10, 5 lug 2022 (CEST)
:::::Nessuna vittima, infatti ho detto che non ho motivo di pensarlo. Però se dici che sono stato fortunato a imbattermi in te dici anche implicitamente che se mi fossi imbattuto in qualcun altro sarei stato sfortunato. Io non credo neppure a questa ipotesi, ma, se così non fosse, sono lieto una volta di più di trattare con un galantuomo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:22, 5 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Ora sono un galantuomo? Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:35, 5 lug 2022 (CEST) <s>Io sono sempre stato, sono tuttora, e – finché resto – sarò sempre un utente come tutti, né più né meno.</s> <s>Grazie, tutti qui sono galantuomini.</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:39, 5 lug 2022 (CEST) {{ping|Udiki}} Ringrazio per il galantuomo, lo <s>siamo</s> sono tutti qui. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:33, 5 lug 2022 (CEST)
== ''Filosofia della musica moderna'' ==
Ciao, Sun-crops! Non preoccuparti, c'ho pensato io; presa [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214846&oldid=1214842 direttamente dal libro]. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:45, 1 lug 2022 (CEST)
:Ah, prego, non c'è bisogno di ringraziarmi. {{smile}} È quello che mi piace fare: trovare le fonti. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:56, 1 lug 2022 (CEST)
== Re: Mia presenza futura ==
Carissimo Sun, se/quando sei stanco ovviamente riposati, lo facciamo tutti - anch'io ultimamente non riesco ad essere presente al 100% - ed è bene per la propria salute farlo ogni tanto e dosare bene le energie. Le ombre e i contrasti appaiono sovente come fumo che si dirada quando li si guarda a distanza di tempo con sguardo riposato. Non occorre fare gravosi programmi di assenza o presenza, il bello di un hobby è che si è liberi ogni giorno, ogni settimana, ogni mese ecc. di fare quello che si vuole, a seconda delle energie e dalla voglia che si hanno a disposizione. Né c'è bisogno che io menzioni ora il tuo valore come utente, come vincitore già nel 2019 dello Zampino d'Oro alla Carriera e come degnissimo discepolo di {{ping|AssassinsCreed}}, tu e lui gli unici capaci di raggiungere e persino superare i livelli di perfezione nel patrolling di {{ping|Micione}}. Ah, purtroppo non si vedono ora all'orizzonte nuovi papabili amministratori, ci vorrebbe qualcun altro che mostrasse interesse per il patrolling su Wikiquote... {{smile}} [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 5 lug 2022 (CEST)
:Ciao Sun, mi permetto di intervenire anche qui, sei un utente fondamentale qui e un admin di tutto rispetto, se anche degli impegni ti impediranno di contribuire con frequenza assidua è giusto che tu rimanga nella tua veste ufficiale a fare qualche saltuaria (ma certamente impeccabile) capatina. --[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:05, 19 lug 2022 (CEST)
== Re: Margaret Mead ==
Buongiorno, Sun-Crops!
Ho verificato l'incipit sull'edizione in mio possesso, quella inserita in bibliografia (Feltrinelli, 1988), e il testo risulta uguale a quello pubblicato in WQ: "sanno l'esistenza" anziché "sanno dell'esistenza". Evidentemente, il traduttore si è preso una piccola licenza grammaticale, che, lo dico sottovoce, a me non dispiace. Detto ciò, le ribadisco che lei non disturba mai. Tenga solo presente che, essendo io, lo scrivente, incline a "disertare" l'amato progetto per periodi più o meno lunghi, mi può capitare di risponderle con un non giustificabile ritardo. Perciò: dovesse succedere, non se ne abbia a male. Le auguro un meriggio luminoso epperò con il refrigerio di una brezza marina. Alla prossima, Ibisco [[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:54, 8 lug 2022 (CEST)
== Re: Nuove voci ==
Ah ok, io credevo ci pensasse un bot :-D vedrò che posso fare, un saluto '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 20:48, 10 lug 2022 (CEST)
==Re:Wikiquote:SheSaid 2022==
Ciao, si si è già partite con la preparazione. Intendi un central notice, vero? Spero lo facciano loro, glielo propongo. GRazie infinite, io spero comunque di averti anche quest'anno, eh! 🥰 --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 23:16, 13 lug 2022 (CEST)
== Impatto astronomico ==
Ciao Sun,
grazie per le piccole modifiche su [[Impatto astronomico]], ma l'aggiunta di wikt nei parametri di interprogetto indirizza ad una voce inesistente. Intendevi, forse, linkare la sola voce "impatto"? [[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:28, 15 lug 2022 (CEST)
== Re: Spazio tridimensionale ecc. ==
Ciao Sun, scusa se ti rispondo solo ora... Per quel poco che ho avuto modo di conoscerti sei una persona molto colta e intelligente e hai modi invidiabili, fossi in te non eccederei in questi bagni di umiltà {{smile}} Molti interessante in ogni caso l'aneddoto sul professor A. M.
Quanto alla querelle, sinceramente mi dispiace e ho sicuramente sbagliato nella descrizione di quel singolo messaggio. Il mio patrolling si limita ormai a un saltuario controllo dei miei osservati speciali e mi imbattevo ogni volta decine e centinaia modifiche di quel tipo... Il problema non era nemmeno tanto maiuscolo/minuscolo (si è deciso per il minuscolo e va benissimo così purché ci sia uniformità), il problema sono state le mancate risposte prima e le agghiaccianti scuse addotte successivamente per giustificare le mancate risposte poi: una mancanza di rispetto che mi ha fatto perdere la bussola. Questo comunque non sarebbe dovuto accadere e di certo non accadrà più. Inutile anche continuare a parlare, "''e con questo considero chiusa la polemica tra me e il sottoscritto''" {{smile}} [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 19 lug 2022 (CEST)
== Evasione del blocco globale ==
Ciao Sun-crops, ti scrivo per [[Speciale:Contributi/151.21.151.19]], si tratta di [[:en:Wikipedia:Wikipedia:Long-term_abuse/Alec_Smithson|Alec Smithson]], credo che i suoi contributi dovrebbero essere cancellati anche su questo progetto. Buona giornata! --[[Utente:Mtarch11|Mtarch11]] ([[Discussioni utente:Mtarch11|scrivimi]]) 15:20, 25 lug 2022 (CEST)
== [[Simulazione]] ==
Mi rivolgo a Voi in quanto amministratore, come richiesto. La voce su Wikipedia riguarda manifestamente tutt'altro, infatti l'incipit recita: "Nelle scienze applicate per simulazione si intende un modello della realtà che consente di valutare e prevedere lo svolgersi dinamico di una serie di eventi o processi susseguenti all'imposizione di certe condizioni da parte dell'analista o dell'utente. Un simulatore di volo, ad esempio, consente di prevedere il comportamento dell'aeromobile a fronte delle sue caratteristiche e dei comandi del pilota." A Napoli si dice: ''a gatta pe' ghire 'e pressa facette 'e figlie cecate''. Comunque mi guardo bene dal fare un rollback, mi sa che lascio com'è... ''Ad maiora!'' [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 19:47, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: Alexandre Dumas (padre) ==
Ciao Sun, ovviamente nessun fastidio, è sempre un onore sentirti! Sull'incipit, penso che il promettentissimo Udiki abbia ben operato nell'aggiungere traduzioni famose e che in un'ottica di selezione abbia senso la rimozione della traduzione forse meno autorevole, ma quando si tratta di rimozioni è naturale che ci possano essere prudenti disaccordi e quindi hai fatto bene a ripristinare - meglio nel dubbio abbondare - e non mi sembra che lui se ne sia doluto. Sulla tematica la questione è più complessa: sarebbe bene che in presenza di due significati vi fosserero due voci distinte, qualcosa come "Simulazione (modello)" e "Simulazione (qualità)", quindi avete ragione entrambi: non confondere le due cose ma spostare. Adesso provo a sistemare. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:58, 27 lug 2022 (CEST)
== Re: Quattro giornate di Napoli ==
Ciao Sun! La categoria "[[:Categoria:Storia di Napoli|Storia di Napoli]]" è in "[[:Categoria:Storia della Campania|Storia della Campania]]", che è in "Storia d'Italia per area geografica", che è in "Storia d'Italia"; quindi credo che "Storia d'Italia" sia stata tolta semplicemente perché ridondante rispetto a "Storia di Napoli". Quest'ultima è presente anche nella voce Wikipedia, dove difatti non c'è "Storia d'Italia", ma sottocategorie più specifiche come "Campagna d'Italia", che potrebbe essere creata anche qui. Come per i titoli delle voci, la cosa migliore è seguire il più possibile le categorie di Wikipedia, discutendo eventualmente nelle pagine di discussione delle voci di Wikipedia in merito a questi dettagli. Riguardo alle provocazioni di cui ti senti (se ben comprendo) un bersaglio, a me sembra in tutta onestà che si tratti veramente di un malinteso, o meglio di una serie di piccoli malintesi che ne hanno creato uno più grande, e che se tieni presente questa possibilità (che si tratti veramente di un malinteso) esso inizierà a sciogliersi. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:06, 13 ago 2022 (CEST)
:Sun, ovviamente mi fa piacere risponderti e la mia ammirazione per te è e sarà sempre assoluta. Per completezza di informazione, quando scrivi "Aver corretto un semplicissimo wikilink in una voce creata da questo utente", a quale edit fai riferimento? Ho cercato fra i tuoi contributi ma non riesco a individuarlo. Nel fine settimana e ferragosto sarò abbastanza presente qui, ma intanti ti auguro anch'io un buon fine settimana e una buona festa dell'Assunta!-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:43, 13 ago 2022 (CEST)
::Vedi la mail :-) Ciao. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 23:46, 13 ago 2022 (CEST)
== Codice d'onore ==
Ciao Sun,
l'utente ha rimosso la citazione perché, se guardi, è presente in un dialogo. Quindi tecnicamente ''sarebbe'' anche corretto. Personalmente poi ritengo che i dialoghi troppo lunghi facciano annegare nel lulla citazioni che risulterebbero molto più valorizzate in frasi singole. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:08, 23 ago 2022 (CEST)
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Pietro Giordani
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/* Citazioni di Pietro Giordani */
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[[File:Pietro Giordani.jpg|thumb|Pietro Giordani]]
'''Pietro Giordani''' (1774 – 1848), scrittore italiano.
==Citazioni di Pietro Giordani==
*A quel massimo degli umani intelletti, [[Paolo Sarpi]], ragionevolmente parve lo straordinario ingegno una prontissima passività a ricevere e riprodurre in sé anco le minime impressioni degli oggetti o sensibili o intelligibili, e però non altro che una straordinaria e male invidiata malattia, la quale i moderni fisiologi nel moderno linguaggio chiamerebbero lenta encefalite.<ref>Citato in [[Federico De Roberto]], ''Il genio e l'ingegno'', in "[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/de_roberto/il_colore_del_tempo/pdf/de_roberto_il_colore_del_tempo.pdf Il colore del tempo]", R. Sandron, Milano-Palermo, 1900.</ref>
*Pari o somigliante a quel terribile e stupendo Bartoli non abbiamo nessuno. Il quale nelle Istorie volò come aquila sopra tutti i nostri scrittori. <ref>In ''Sopra il Cardinal Pallavicino''</ref>
*Assai è noto con quanto di magnifica eleganza il Marchese [[Gian Carlo Di Negro|Giancarlo di Negro]] abbia dato molte solenni feste nella sua ''[[Villetta Di Negro|Villetta]]'' di Genova all'onore or di Eroi Italiani, or di suoi amici illustri. Innumerevoli persone, in tutta Italia e fuori conoscono la rara amenità del luogo, e quel meraviglioso prospetto di città e di mare, che il possessore cortesissimo concede liberamente di godere ogni giorno a tutti: ed è famoso lo spettacolo ch'essa rende illuminata copiosamente in quelle notti festose; al quale concorre plaudente un popolo numeroso nel sottoposto passeggio dell'Acquasola.<ref>Dalla prefazione a ''Per la solenne dedicazione del busto di Luigi Biondi nella villetta Di Negro in Genova il dì 28 luglio 1840'', in ''Scritti editi e postumi di Pietro Giordani pubblicati da Antonio Gussalli'' vol. IV, Borroni e Scotti, 1857, [https://books.google.it/books?id=CCkPAQAAIAAJ&dq=busto+%22villetta+di+negro%22&hl=it&pg=RA1-PA277&redir_esc=y#v=onepage&q=busto%20%22villetta%20di%20negro%22&f=false p. 277]</ref>
*E qui vi repetiamo che una successione ordinata di buoni pensieri; che è proprietà d'ingegno non volgare, ed acquisto di molte fatiche; non potrà mai (checché ne dicano i ciurmatori) ottenersi per un ''subitaneo furore'', per una ''repentina ispirazione''. Non v'è altro furore che l'ingegno; non altra ispirazione che dallo studio.<ref>Da ''Dello Sgricci e degl'improvvisatori in Italia'', in ''Opere X'', p. 106.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} La bontà del mio Amico fu nota e provata a quanti lo conobbero, degni di amarla; e non meno la conobbero gli indegni, che troppi, e troppo l'abusarono. Ma quelli che non lo videro, e molte generazioni future che ne' suoi scritti leggeranno parole superbe e sdegnose, potrebbero leggermente crederlo assai diverso da quello che fu.<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} Nella severa maestà del suo volto (sì vivamente rappresentata dalla scultura di [[Giambatista Comolli]]), la grazia (non rara) di un sorriso dolce e delicato rivelava pienamente un animo sincerissimo e affettuoso. E la sincerità fu perfetta; che né voleva né poteva dissimulare non che fingere verun pensiero: e perciò detestava forte ogni falsità e simulazione: così avesse saputo da falsi e simulati difendersi!<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*Non è una meraviglia di scrittore [[Dino Compagni]]: contemporaneo a Dante; e autore di una tal prosa, che per brevità, precisione, vigore, non avrebbe da vergognarsene [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]?<ref>Da una lettera a [[Gino Capponi]], 1º gennaio 1825; in ''Degli scritti di Pietro Giordani, vol. II'', Giovanni Silvestri, Milano, 1841, [http://books.google.it/books?id=8_FPaXhEBLsC&pg=PA51#v=onepage&q&f=false pp. 51-52].</ref>
*Presto ritornerò a questa lieta [[Firenze]], dove solamente posso vivere.<ref>Dalla lettera XVIII, citato in [[Gesualdo Vannini]], Introduzione a ''La Vita e le Opere di Raffaello Lambruschini'', Tipografia Guainai, Eboli 1907.</ref>
*{{NDR|Su [[Cristoforo Colombo]]}} ''Quanto scopristi, quanto soffristi! / Quanto in cuor tuo / Maledicesti il genere umano!''.<ref>Citato da [[Giovanni Bovio]] nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg16/sed002.pdf Tornata del 12 giugno 1886] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref>
*Sinché non fu udita in Italia la poesia di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] (la quale fu da ben pochi attentamente udita) non era dopo [[Dante Alighieri|Dante]], per utilità morale, chi mettere né innanzi né appresso al [[Giuseppe Parini|Parini]]; lirico nelle odi singolare; nel poema trovatore di nuova materia, e fabro di stile a tal novità egregiamente appropriato.<ref>Dalla prefazione, IV, in ''Le operette morali di Giacomo Leopardi'', Francesco Vigo, Livorno, 1870, [http://books.google.it/books?id=YopqELvwpxsC&pg=PA33 p. 33].</ref>
{{intestazione|''dalle lettere a Prospero Viani''}}
*Io nei primi anni della conoscenza di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ebbi molte lettere di lui, tutte stupendissime; le quali (secondo il mio immutabil costume per tutte) distrussi. Erano le più belle lettere possibili. Non saprei dove cercarne. Ho per fermo che in [[Parma]] nessuno ne abbia avuto fuorché la [[Antonietta Tommasini|Tommasini]], e sua figlia la [[Adelaide Maestri|Maestri]]. Ma ora quella povera famiglia è nella massima desolazione, perché va morendo tra mille patimenti l'unica figlia. Oh caro [[Prospero Viani|Viani]], è pur pieno di guai questo mondo! Ella si conservi la sanità, e l'animo forte; e mi abbia sempre per suo vero amico. (14 maggio 1838)
*Io per me rido di tutti....; ma quel povero [[Giacomo Leopardi|Giacomo]], che vivo non toccò mai nessuno, e morto non si può difendere! (4 dicembre 1840)
*Oh quanto piacere mi fa comunicandomi la nobilissima risposta del [[Angelo Mai|Cardinale (Mai)]]; degna veramente di quell'alto animo: come questa risponde e confonde tutti i vilissimi sforzi degi'invidiosi che vorrebbono con pretesti ipocriti soffocare la fama di [[Giacomo Leopardi|Giacomo]] nostro! (6 ottobre 1845)
*Quando ella pubblicherà l'epistotario, ciascuna lettera deve avere il suo posto nell'anno, mese, e giorno della data; senza riguardo alla persona cui è diretta. Cosi si viene ad avere dì per dì la vita dello scrivente. (5 dicembre 1845)
{{NDR|[[Prospero Viani]], ''Introduzione'' a [[Giacomo Leopardi]], ''Epistolario'', Vol. I}}
==Citazioni su Pietro Giordani==
*Pietro Giordani, prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, sieno esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. ([[Ambrogio Levati]])
*Signore mio carissimo, L'erudizione che ella ha trovato nelle note all'inno a Nettuno, in verità è molto volgare, e a me è paruto di scrivere quelle note in [[Italia]]; ma in [[Germania]] o in [[Inghilterra]] me ne sarei vergognato. ([[Giacomo Leopardi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Pietro Giordani, ''[http://books.google.it/books?id=o70JAAAAQAAJ Opere di Pietro Giordani, vol. X]'', Borroni e Scotti, Milano, 1856.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Giordani, Pietro}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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/* Citazioni di Pietro Giordani */
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[[File:Pietro Giordani.jpg|thumb|Pietro Giordani]]
'''Pietro Giordani''' (1774 – 1848), scrittore italiano.
==Citazioni di Pietro Giordani==
*A quel massimo degli umani intelletti, [[Paolo Sarpi]], ragionevolmente parve lo straordinario ingegno una prontissima passività a ricevere e riprodurre in sé anco le minime impressioni degli oggetti o sensibili o intelligibili, e però non altro che una straordinaria e male invidiata malattia, la quale i moderni fisiologi nel moderno linguaggio chiamerebbero lenta encefalite.<ref>Citato in [[Federico De Roberto]], ''Il genio e l'ingegno'', in "[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/de_roberto/il_colore_del_tempo/pdf/de_roberto_il_colore_del_tempo.pdf Il colore del tempo]", R. Sandron, Milano-Palermo, 1900.</ref>
*Pari o somigliante a quel terribile e stupendo Bartoli non abbiamo nessuno. Il quale nelle Istorie volò come aquila sopra tutti i nostri scrittori. <ref>Da ''Sopra il Cardinal Pallavicino'' in ''Liceo di letteratura italiana'', volume 4, 1836, p. 207.</ref>
*Assai è noto con quanto di magnifica eleganza il Marchese [[Gian Carlo Di Negro|Giancarlo di Negro]] abbia dato molte solenni feste nella sua ''[[Villetta Di Negro|Villetta]]'' di Genova all'onore or di Eroi Italiani, or di suoi amici illustri. Innumerevoli persone, in tutta Italia e fuori conoscono la rara amenità del luogo, e quel meraviglioso prospetto di città e di mare, che il possessore cortesissimo concede liberamente di godere ogni giorno a tutti: ed è famoso lo spettacolo ch'essa rende illuminata copiosamente in quelle notti festose; al quale concorre plaudente un popolo numeroso nel sottoposto passeggio dell'Acquasola.<ref>Dalla prefazione a ''Per la solenne dedicazione del busto di Luigi Biondi nella villetta Di Negro in Genova il dì 28 luglio 1840'', in ''Scritti editi e postumi di Pietro Giordani pubblicati da Antonio Gussalli'' vol. IV, Borroni e Scotti, 1857, [https://books.google.it/books?id=CCkPAQAAIAAJ&dq=busto+%22villetta+di+negro%22&hl=it&pg=RA1-PA277&redir_esc=y#v=onepage&q=busto%20%22villetta%20di%20negro%22&f=false p. 277]</ref>
*E qui vi repetiamo che una successione ordinata di buoni pensieri; che è proprietà d'ingegno non volgare, ed acquisto di molte fatiche; non potrà mai (checché ne dicano i ciurmatori) ottenersi per un ''subitaneo furore'', per una ''repentina ispirazione''. Non v'è altro furore che l'ingegno; non altra ispirazione che dallo studio.<ref>Da ''Dello Sgricci e degl'improvvisatori in Italia'', in ''Opere X'', p. 106.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} La bontà del mio Amico fu nota e provata a quanti lo conobbero, degni di amarla; e non meno la conobbero gli indegni, che troppi, e troppo l'abusarono. Ma quelli che non lo videro, e molte generazioni future che ne' suoi scritti leggeranno parole superbe e sdegnose, potrebbero leggermente crederlo assai diverso da quello che fu.<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} Nella severa maestà del suo volto (sì vivamente rappresentata dalla scultura di [[Giambatista Comolli]]), la grazia (non rara) di un sorriso dolce e delicato rivelava pienamente un animo sincerissimo e affettuoso. E la sincerità fu perfetta; che né voleva né poteva dissimulare non che fingere verun pensiero: e perciò detestava forte ogni falsità e simulazione: così avesse saputo da falsi e simulati difendersi!<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*Non è una meraviglia di scrittore [[Dino Compagni]]: contemporaneo a Dante; e autore di una tal prosa, che per brevità, precisione, vigore, non avrebbe da vergognarsene [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]?<ref>Da una lettera a [[Gino Capponi]], 1º gennaio 1825; in ''Degli scritti di Pietro Giordani, vol. II'', Giovanni Silvestri, Milano, 1841, [http://books.google.it/books?id=8_FPaXhEBLsC&pg=PA51#v=onepage&q&f=false pp. 51-52].</ref>
*Presto ritornerò a questa lieta [[Firenze]], dove solamente posso vivere.<ref>Dalla lettera XVIII, citato in [[Gesualdo Vannini]], Introduzione a ''La Vita e le Opere di Raffaello Lambruschini'', Tipografia Guainai, Eboli 1907.</ref>
*{{NDR|Su [[Cristoforo Colombo]]}} ''Quanto scopristi, quanto soffristi! / Quanto in cuor tuo / Maledicesti il genere umano!''.<ref>Citato da [[Giovanni Bovio]] nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg16/sed002.pdf Tornata del 12 giugno 1886] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref>
*Sinché non fu udita in Italia la poesia di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] (la quale fu da ben pochi attentamente udita) non era dopo [[Dante Alighieri|Dante]], per utilità morale, chi mettere né innanzi né appresso al [[Giuseppe Parini|Parini]]; lirico nelle odi singolare; nel poema trovatore di nuova materia, e fabro di stile a tal novità egregiamente appropriato.<ref>Dalla prefazione, IV, in ''Le operette morali di Giacomo Leopardi'', Francesco Vigo, Livorno, 1870, [http://books.google.it/books?id=YopqELvwpxsC&pg=PA33 p. 33].</ref>
{{intestazione|''dalle lettere a Prospero Viani''}}
*Io nei primi anni della conoscenza di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ebbi molte lettere di lui, tutte stupendissime; le quali (secondo il mio immutabil costume per tutte) distrussi. Erano le più belle lettere possibili. Non saprei dove cercarne. Ho per fermo che in [[Parma]] nessuno ne abbia avuto fuorché la [[Antonietta Tommasini|Tommasini]], e sua figlia la [[Adelaide Maestri|Maestri]]. Ma ora quella povera famiglia è nella massima desolazione, perché va morendo tra mille patimenti l'unica figlia. Oh caro [[Prospero Viani|Viani]], è pur pieno di guai questo mondo! Ella si conservi la sanità, e l'animo forte; e mi abbia sempre per suo vero amico. (14 maggio 1838)
*Io per me rido di tutti....; ma quel povero [[Giacomo Leopardi|Giacomo]], che vivo non toccò mai nessuno, e morto non si può difendere! (4 dicembre 1840)
*Oh quanto piacere mi fa comunicandomi la nobilissima risposta del [[Angelo Mai|Cardinale (Mai)]]; degna veramente di quell'alto animo: come questa risponde e confonde tutti i vilissimi sforzi degi'invidiosi che vorrebbono con pretesti ipocriti soffocare la fama di [[Giacomo Leopardi|Giacomo]] nostro! (6 ottobre 1845)
*Quando ella pubblicherà l'epistotario, ciascuna lettera deve avere il suo posto nell'anno, mese, e giorno della data; senza riguardo alla persona cui è diretta. Cosi si viene ad avere dì per dì la vita dello scrivente. (5 dicembre 1845)
{{NDR|[[Prospero Viani]], ''Introduzione'' a [[Giacomo Leopardi]], ''Epistolario'', Vol. I}}
==Citazioni su Pietro Giordani==
*Pietro Giordani, prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, sieno esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. ([[Ambrogio Levati]])
*Signore mio carissimo, L'erudizione che ella ha trovato nelle note all'inno a Nettuno, in verità è molto volgare, e a me è paruto di scrivere quelle note in [[Italia]]; ma in [[Germania]] o in [[Inghilterra]] me ne sarei vergognato. ([[Giacomo Leopardi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Pietro Giordani, ''[http://books.google.it/books?id=o70JAAAAQAAJ Opere di Pietro Giordani, vol. X]'', Borroni e Scotti, Milano, 1856.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
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[[Categoria:Scrittori italiani]]
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[[File:Pietro Giordani.jpg|thumb|Pietro Giordani]]
'''Pietro Giordani''' (1774 – 1848), scrittore italiano.
==Citazioni di Pietro Giordani==
*A quel massimo degli umani intelletti, [[Paolo Sarpi]], ragionevolmente parve lo straordinario ingegno una prontissima passività a ricevere e riprodurre in sé anco le minime impressioni degli oggetti o sensibili o intelligibili, e però non altro che una straordinaria e male invidiata malattia, la quale i moderni fisiologi nel moderno linguaggio chiamerebbero lenta encefalite.<ref>Citato in [[Federico De Roberto]], ''Il genio e l'ingegno'', in "[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/de_roberto/il_colore_del_tempo/pdf/de_roberto_il_colore_del_tempo.pdf Il colore del tempo]", R. Sandron, Milano-Palermo, 1900.</ref>
*Pari o somigliante a quel terribile e stupendo [[Daniello Bartoli|Bartoli]] non abbiamo nessuno. Il quale nelle Istorie volò come aquila sopra tutti i nostri scrittori. <ref>Da ''Sopra il Cardinal Pallavicino'' in ''Liceo di letteratura italiana'', volume 4, 1836, p. 207.</ref>
*Assai è noto con quanto di magnifica eleganza il Marchese [[Gian Carlo Di Negro|Giancarlo di Negro]] abbia dato molte solenni feste nella sua ''[[Villetta Di Negro|Villetta]]'' di Genova all'onore or di Eroi Italiani, or di suoi amici illustri. Innumerevoli persone, in tutta Italia e fuori conoscono la rara amenità del luogo, e quel meraviglioso prospetto di città e di mare, che il possessore cortesissimo concede liberamente di godere ogni giorno a tutti: ed è famoso lo spettacolo ch'essa rende illuminata copiosamente in quelle notti festose; al quale concorre plaudente un popolo numeroso nel sottoposto passeggio dell'Acquasola.<ref>Dalla prefazione a ''Per la solenne dedicazione del busto di Luigi Biondi nella villetta Di Negro in Genova il dì 28 luglio 1840'', in ''Scritti editi e postumi di Pietro Giordani pubblicati da Antonio Gussalli'' vol. IV, Borroni e Scotti, 1857, [https://books.google.it/books?id=CCkPAQAAIAAJ&dq=busto+%22villetta+di+negro%22&hl=it&pg=RA1-PA277&redir_esc=y#v=onepage&q=busto%20%22villetta%20di%20negro%22&f=false p. 277]</ref>
*E qui vi repetiamo che una successione ordinata di buoni pensieri; che è proprietà d'ingegno non volgare, ed acquisto di molte fatiche; non potrà mai (checché ne dicano i ciurmatori) ottenersi per un ''subitaneo furore'', per una ''repentina ispirazione''. Non v'è altro furore che l'ingegno; non altra ispirazione che dallo studio.<ref>Da ''Dello Sgricci e degl'improvvisatori in Italia'', in ''Opere X'', p. 106.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} La bontà del mio Amico fu nota e provata a quanti lo conobbero, degni di amarla; e non meno la conobbero gli indegni, che troppi, e troppo l'abusarono. Ma quelli che non lo videro, e molte generazioni future che ne' suoi scritti leggeranno parole superbe e sdegnose, potrebbero leggermente crederlo assai diverso da quello che fu.<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*{{NDR|[[Vincenzo Monti]]}} Nella severa maestà del suo volto (sì vivamente rappresentata dalla scultura di [[Giambatista Comolli]]), la grazia (non rara) di un sorriso dolce e delicato rivelava pienamente un animo sincerissimo e affettuoso. E la sincerità fu perfetta; che né voleva né poteva dissimulare non che fingere verun pensiero: e perciò detestava forte ogni falsità e simulazione: così avesse saputo da falsi e simulati difendersi!<ref>Da ''[[s:Ritratto di Vincenzo Monti|Ritratto di Vincenzo Monti]]'', 1830.</ref>
*Non è una meraviglia di scrittore [[Dino Compagni]]: contemporaneo a Dante; e autore di una tal prosa, che per brevità, precisione, vigore, non avrebbe da vergognarsene [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]?<ref>Da una lettera a [[Gino Capponi]], 1º gennaio 1825; in ''Degli scritti di Pietro Giordani, vol. II'', Giovanni Silvestri, Milano, 1841, [http://books.google.it/books?id=8_FPaXhEBLsC&pg=PA51#v=onepage&q&f=false pp. 51-52].</ref>
*Presto ritornerò a questa lieta [[Firenze]], dove solamente posso vivere.<ref>Dalla lettera XVIII, citato in [[Gesualdo Vannini]], Introduzione a ''La Vita e le Opere di Raffaello Lambruschini'', Tipografia Guainai, Eboli 1907.</ref>
*{{NDR|Su [[Cristoforo Colombo]]}} ''Quanto scopristi, quanto soffristi! / Quanto in cuor tuo / Maledicesti il genere umano!''.<ref>Citato da [[Giovanni Bovio]] nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg16/sed002.pdf Tornata del 12 giugno 1886] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref>
*Sinché non fu udita in Italia la poesia di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] (la quale fu da ben pochi attentamente udita) non era dopo [[Dante Alighieri|Dante]], per utilità morale, chi mettere né innanzi né appresso al [[Giuseppe Parini|Parini]]; lirico nelle odi singolare; nel poema trovatore di nuova materia, e fabro di stile a tal novità egregiamente appropriato.<ref>Dalla prefazione, IV, in ''Le operette morali di Giacomo Leopardi'', Francesco Vigo, Livorno, 1870, [http://books.google.it/books?id=YopqELvwpxsC&pg=PA33 p. 33].</ref>
{{intestazione|''dalle lettere a Prospero Viani''}}
*Io nei primi anni della conoscenza di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ebbi molte lettere di lui, tutte stupendissime; le quali (secondo il mio immutabil costume per tutte) distrussi. Erano le più belle lettere possibili. Non saprei dove cercarne. Ho per fermo che in [[Parma]] nessuno ne abbia avuto fuorché la [[Antonietta Tommasini|Tommasini]], e sua figlia la [[Adelaide Maestri|Maestri]]. Ma ora quella povera famiglia è nella massima desolazione, perché va morendo tra mille patimenti l'unica figlia. Oh caro [[Prospero Viani|Viani]], è pur pieno di guai questo mondo! Ella si conservi la sanità, e l'animo forte; e mi abbia sempre per suo vero amico. (14 maggio 1838)
*Io per me rido di tutti....; ma quel povero [[Giacomo Leopardi|Giacomo]], che vivo non toccò mai nessuno, e morto non si può difendere! (4 dicembre 1840)
*Oh quanto piacere mi fa comunicandomi la nobilissima risposta del [[Angelo Mai|Cardinale (Mai)]]; degna veramente di quell'alto animo: come questa risponde e confonde tutti i vilissimi sforzi degi'invidiosi che vorrebbono con pretesti ipocriti soffocare la fama di [[Giacomo Leopardi|Giacomo]] nostro! (6 ottobre 1845)
*Quando ella pubblicherà l'epistotario, ciascuna lettera deve avere il suo posto nell'anno, mese, e giorno della data; senza riguardo alla persona cui è diretta. Cosi si viene ad avere dì per dì la vita dello scrivente. (5 dicembre 1845)
{{NDR|[[Prospero Viani]], ''Introduzione'' a [[Giacomo Leopardi]], ''Epistolario'', Vol. I}}
==Citazioni su Pietro Giordani==
*Pietro Giordani, prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, sieno esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. ([[Ambrogio Levati]])
*Signore mio carissimo, L'erudizione che ella ha trovato nelle note all'inno a Nettuno, in verità è molto volgare, e a me è paruto di scrivere quelle note in [[Italia]]; ma in [[Germania]] o in [[Inghilterra]] me ne sarei vergognato. ([[Giacomo Leopardi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Pietro Giordani, ''[http://books.google.it/books?id=o70JAAAAQAAJ Opere di Pietro Giordani, vol. X]'', Borroni e Scotti, Milano, 1856.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Giordani, Pietro}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Roger Ebert
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/* Citazioni di Roger Ebert */
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Roger Ebert crop (retouched).jpg|thumb|right|Roger Ebert]]
'''Roger Joseph Ebert''' (1942 – 2013), critico cinematografico e sceneggiatore statunitense.
==Citazioni di Roger Ebert==
*''[[Solo due ore|16 Blocks]]'' è più di uno studio del personaggio, è un film con due diversi protagonisti, basato su come Jack sia da molto tempo stufo del dipartimento, e sulla dolce, sciocca natura di Eddie capace di inclinare l'equilibrio. [...] Il film è stato diretto da [[Richard Donner]], uno specialista nel combinare azione, scene di inseguimenti e umorismo (vedi ''[[Arma letale]]'', ecc.). Qui inizia con tre buone prestazioni: [[Bruce Willis|Willis]], stanco del mondo e tuttavia con una scintilla di ribellione; [[Mos Def]], il cui ruolo è parlare più o meno lo stesso tempo di esecuzione del film; e [[David Morse]], il male e la burocrazia in egual misura.
:'' ''16 Blocks'' is more of a character study, a two-hander about how Jack has been fed up with the department for a long time, and Eddie's sweet, goofy nature tilts the balance. [...] The movie has been directed by Richard Donner, a specialist in combining action, chase scenes and humor (see "Lethal Weapon," etc). Here he starts with three good performances: Willis, world-weary and yet with a spark of defiance; Mos Def, whose speaking role is more or less the same as the movie's running time; and David Morse, evil and bureaucratic in equal measure.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/16-blocks-2006 16 Blocks Movie Review & Film Summary (2006)]'', ''Rogerebert.com'', 2 marzo 2006.</ref>
*{{NDR|Sull'interpretazione in ''[[American Psycho]]''}} [[Christian Bale]] è eroico per come permette al personaggio di saltare allegramente nel disprezzo; non c'è l'istinto di auto-conservazione qui, e questo è merito di un buon attore.
:''Christian Bale is heroic in the way he allows the character to leap joyfully into despicability; there is no instinct for self-preservation here, and that is one mark of a good actor.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/american-psycho-2000 American Psycho Movie Review & Film Summary (2000)]'', ''Rogerebert.com'', 14 aprile 2000.</ref>
*{{NDR|Sull'interpretazione in ''[[Equilibrium]]''}} [[Christian Bale]] nel ruolo del cleric John Preston è molto esigente nei confronti del suo partner Partridge. Nessuno può guardarti negli occhi con la stessa, oltraggiosa provocazione meglio di lui.
:''Christian Bale stars in "Equilibrium," as Cleric John Preston, partnered with Partridge ([[Sean Bean]]) as a top-level enforcer. Nobody can look dispassionate in the face of outrageous provocation better than Bale.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/equilibrium-2002 Equilibrium Movie Review & Film Summary (2002)]'', ''Rogerebert.com'', 6 dicembre 2002.</ref>
*Con ''Il tagliagole'' non smettiamo di pensare. Cosa sanno, cosa pensano, cosa vogliono?<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 199. ISBN 9788858025864</ref>
*''[[Entrapment]]'' è la vera incarnazione di una macchina da star: un film con una trama assurda, luoghi esotici, sequenze d'azione assurde, e tanta chimica tra gli attori interessanti di cui non ci importa. I protagonisti [[Sean Connery]] e [[Catherine Zeta-Jones]] mi hanno ricordato di ''[[Caccia al ladro]]'', ''[[Charade]]'', ''[[Topkapi]]'' e le sequenze stunt di [[James Bond|Bond]].
:'' ''Entrapment'' is the very embodiment of a star vehicle: a movie with a preposterous plot, exotic locations, absurd action sequences, and so much chemistry between attractive actors that we don't care. It stars Sean Connery and Catherine Zeta-Jones in a caper that reminded me of ''To Catch a Thief'', ''Charade'', ''Topkapi'' and the stunt sequences in Bond pictures.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/entrapment-1999 Entrapment Movie Review & Film Summary (1999)]'', ''Rogerebert.com'', 30 aprile 1999.</ref>
*''Fa' la cosa giusta'' non chiede al pubblico di schierarsi; il film è molto imparziale, in una storia in cui è la nostra società a non esserlo.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1989. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 264. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''Man on wire''}} Il documentario, un ibrido di filmati reali e ricostruiti, è impostato come un grande thriller.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2008. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 322. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''[[Il cielo sopra Berlino]]''}} Il film è come la musica o un paesaggio: crea uno spazio nella mia mente, e in quello spazio posso riflettere sulle domande.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1998. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 260. ISBN 9788858025864</ref>
*''[[Il portiere di notte]]'' è un'opera sgradevole quanto lubrica, un esecrabile intento di titillarci, servendosi delle memorie di persecuzione e sofferenza. È (so quanto suoni osceno) nazi-chic. [...] è una soap opera così superficiale che ne avremmo riso, se non fosse così inquietante.
:''"The Night Porter" is as nasty as it is lubricious, a despicable attempt to titillate us by exploiting memories of persecution and suffering. It is (I know how obscene this sounds) Nazi chic.'' [...] ''it's such a superficial soap opera we'd laugh at it if it weren't so disquieting.'' (Chicago Sun-Times, 10 febbraio 1975<ref>{{en}} Citato in ''[https://www.rogerebert.com/reviews/the-night-porter-1975 The Night Porter]'', ''RogerEbert.com''</ref>
*''[[Irréversible]]'' è un film talmente violento e crudele che la maggior parte delle persone lo troverà inguardabile.
:''Irreversible is a movie so violent and cruel that most people will find it unwatchable.''<ref name="irreversible">{{en}} Da [https://web.archive.org/web/20050720134902/http://rogerebert.suntimes.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20030314/REVIEWS/303140303/1023 ''Irreversible''], ''rogerebert.suntimes.com'', 14 marzo 2003.</ref>
*''[[Johnny Guitar]]'' (1954) di [[Nicholas Ray]] è sicuramente uno dei melodrammi psicosessuali più sfacciati che si siano mascherati nel più ampio dei generi, il western.
:''Nicholas Ray's "Johnny Guitar" (1954) is surely one of the most blatant psychosexual melodramas ever to disguise itself in that most commodious of genres, the Western.''<ref name="Johnny Guitar">{{en}} Da [http://www.rogerebert.com/reviews/johnny-guitar-1954 ''Johnny Guitar''], ''RogerEbert.com'', 8 maggio 2008.</ref>
*[[Leslie Nielsen]], l'[[Laurence Olivier|Olivier]] della parodia.
:''Leslie Nielsen, the Olivier of spoofs.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/scary-movie-3-2003 Scary Movie 3 Movie Review & Film Summary (2003)]'', ''Rogerebert.com'', 24 ottobre 2003.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Johnny Guitar]]''}} [...] mi chiedo se {{NDR|[[Joan Crawford]] e [[Nicholas Ray]]}} abbiano mai parlato apertamente dei temi nascosti nel film. Uno di questi è sicuramente la bisessualità; Vienna, la proprietaria della taverna interpretata dalla Crawford è, per quel che viene detto, innamorata di "Johnny Guitar" ([[Sterling Hayden]]), eppure non l'ha visto per cinque anni. Trasforma senza alcuno sforzo, uomini duri in femminucce, e, come fa notare il suo barista, "Mai vista una donna più uomo di lei". La sua arcinemica Emma ([[Mercedes McCambridge]]) è presumibilmente innamorata con Ballerino Kid ([[Scott Brady]]) ed è gelosa perché lui forse è innamorato di Vienna [...] Eppure non c'è quasi un momento in cui Emma riesca a distogliere lo sguardo da Vienna per posarlo su Kid. Tutta l'energia sessuale è tra le due donne, non importa quello che dicono a proposito degli uomini. Crawford ha voluto [[Claire Trevor]] per il ruolo, ma lo studio, forse avendo studiato con cura la sceneggiatura, ha insistito per la McCambridge, che non era lesbica, ma si dice che interpretasse una donna lesbica nei film.
:[...] ''I wonder if they even openly spoke of the movie's buried themes. One is certainly bisexualism; Crawford's tavern-owner Vienna is, it is claimed, in love with "Johnny Guitar" (Sterling Hayden), but has not seen him in five years. She effortlessly turns tough hombres into girly-men, and her bartender observes to Johnny, "I never met a woman who was more man." Her archenemy Emma (Mercedes McCambridge) is allegedly in love with "The Dancin' Kid" (Scott Brady) and is jealous because he is allegedly in love with Vienna'' [...] ''But there is hardly a moment when Emma can tear her eyes away from Vienna to glance at the Kid. All of the sexual energy is between the two women, no matter what they say about the men. Crawford wanted Claire Trevor for the role, but the studio, perhaps having studied the script carefully, insisted on McCambridge, who was not a lesbian but played one, as they say, in the movies.''<ref name="Johnny Guitar"/>
*{{NDR|''[[City of God]]''}} Mozzafiato e terrificante, drammaticamente coinvolto con i personaggi, annuncia un nuovo regista di grandi doti e passioni: [[Fernando Meirelles]]. Ricordatevi questo nome.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2003. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 309. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''[[Casablanca]]''}} Narra di un uomo e di una donna innamorati che sacrificano l'amore per uno scopo superiore.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1996. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 75. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''Central do Brasil''}} Non è un film commovente su una donna che cerca di aiutare un orfano patetico, ma un film duro su una donna che pensa solo ai propri bisogni.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1998. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 285. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Sui film in generale}} Non possiamo fare a meno di identificarci con il protagonista. È codificato nel nostro DNA cinematografico.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2012. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 14. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Su ''[[Il terzo uomo]]''}} Non so se esista un altro film in cui la musica si adatta con tale perfezione all'azione.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1996. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 101. ISBN 9788858025864</ref>
*Ogni [[film]] vale solo quanto il suo [[Cattivo (personaggio tipo)|cattivo]]. Dato che gli eroi e gli espedienti tendono a ripetersi di pellicola in pellicola, solo un grande cattivo può trasformare una buona prova in un trionfo.
:''Each film is only as good as its villain. Since the heroes and the gimmicks tend to repeat from film to film, only a great villain can transform a good try into a triumph.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/star-trek-ii-the-wrath-of-khan-1982 Star Trek II: The Wrath of Khan Movie Review (1982)]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1982.</ref>
*{{NDR|Sul film ''[[The Assassination]]''}} [[Sean Penn|Penn]] esprime rabbia attraverso piccoli, contenuti dettagli. È uno dei nostri grandi attori, capace di investire di importanza personaggi insignificanti [...]
:''Penn conveys anger through small, contained details. He is one of our great actors, able to invest insignificant characters with importance [...]''<ref>{{en}} Da [http://www.rogerebert.com/reviews/the-assassination-of-richard-nixon-2005 ''The Assassination of Richard Nixon''], ''RogerEbert.com'', 13 gennaio 2005.</ref>
*Penso che in ''Sentieri selvaggi'' [[John Ford|Ford]] abbia tentato in modo imperfetto, persino nervoso, di descrivere il razzismo che giustificava il genocidio.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1956. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 135. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Su ''[[Irréversible]]''}} Quando Alex e Marcus amoreggiano e parlano ci rendiamo conto quanto la felicità sia appesa a un sottile filo. Conoscere il futuro non sarebbe una dono, ma una maledizione. La vita sarebbe invivibile senza l'innocenza della nostra ignoranza.
:''When Alex and Marcus caress and talk, we realize what a slender thread all happiness depends on. To know the future would not be a blessing but a curse. Life would be unlivable without the innocence of our ignorance.''<ref name="irreversible"/>
*''[[Scent of a Woman - Profumo di donna|Scent of a Woman]]'' di [[Martin Brest]] prende Charlie e il colonnello e li inserisce in una combinazione di due generi affidabili. C'è la formula del raggiungimento della maturità, in cui un uomo più anziano insegna a quello più giovane come comportarsi. Qui è incrociata con la ricetta del film scolastico, da ''[[A Separate Peace]]'' a ''[[Se...]]'', ''[[Taps - Squilli di rivolta]]'', ''[[L'attimo fuggente]]'' e ''[[I corridoi del potere]]'', che coinvolge sempre un disadattato che impara a lottare per ciò in cui crede. I due generi si adattano bene a "Profumo di donna", forse perché l'unica cosa di cui Charlie ha bisogno a scuola è un modello, e l'unica cosa che il colonnello ha sempre saputo fare è fornire uno.
:''Martin Brest's ''Scent of a Woman'' takes Charlie and the colonel and places them in a combination of two reliable genres. There's the coming-of-age formula, in which an older man teaches a younger one the ropes. It's crossed here with the prep school movie, which from ''A Separate Peace'' through ''If'', ''Taps'', ''Dead Poets Society'' and ''True Colors'', has always involved a misfit who learns to stand up for what he believes in. The two genres make a good fit in ''Scent of a Woman'', maybe because the one thing Charlie needs in school is a role model, and the one thing the colonel has always known how to do is provide one.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/scent-of-a-woman-1992 Scent of a Woman (1992)]'', ''Rogerebert.com'', 23 dicembre 1992.</ref>
*''[[Patch Adams (film)|Patch Adams]]'' mi ha fatto venire voglia di spruzzare lo schermo con del Lysol. Questo film è vergognoso. Non è un tentativo di strappalacrime, estrae le lacrime singolarmente con la liposuzione, senza anestetico.
:'' ''Patch Adams'' made me want to spray the screen with Lysol. This movie is shameless. It's not merely a tearjerker. It extracts tears individually by liposuction, without anesthesia.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/patch-adams-1998 Patch Adams (1998)]'', ''Rogerebert.com'', 25 dicembre 1998.</ref>
*Un milione di uomini inizia a ubriacarsi per diventare un grande scrittore, e uno ce la fa. Probabilmente ora un altro milione di uomini si sta ubriacando nel tentativo di capire come ci sia riuscito [[Charles Bukowski|Bukowski]]. Lui non è un sopravvissuto. Lui è un'aberrazione statistica.
:''A million guys start out to get drunk and become great writers, and one makes it. Now a million more guys are probably getting drunk trying to figure out how Bukowski did it. He isn't a survivor. He's a statistical aberration.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/interviews/mickey-rourke-plays-a-tough-barfly Mickey Rourke plays a tough barfly]'', ''Rogerebert.com'', 10 febbraio 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Cantando sotto la pioggia]]''}} Uno dei lati belli di questo film è che si tratta davvero di un tema. Ovviamente è una storia d'amore, come la maggior parte dei musical, ma racconta anche una pericolosa transizione nella storia del cinema.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1999. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 124. ISBN 9788858025864</ref>
{{Int|Recensione de ''[[I bostoniani]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/the-bostonians-1984 The Bostonians]'', ''Rogerebert.com'', 1° gennaio 1984}}
*{{NDR|Sul romanzo ''Gente di Boston'' di [[Henry James]]}} Parla di una dolce e un po' insignificante giovane donna che ha suscitato l'interesse di due ammiratori. Uno di questi aspiranti amanti è uno schietto avvocato del Sud che vuole farla innamorare e prenderla in moglie. L'altra è una donna che non sembra essere consapevole dei propri sentimenti nei suoi confronti; al giorno d'oggi sarebbe consapevole di essere lesbica, ma nel mondo di James è necessario che scambi i suoi sentimenti in modo tale da convincere se stessa di essere innamorata delle idee politiche della giovane donna.
:''It is about a sweet and somewhat inconsequential young woman who has inspired crushes in two of her admirers. One of her would-be lovers is a straight-spoken lawyer from the South, who wants to sweep her off her feet and make her his wife. The other is a woman, who does not seem quite in touch with the true nature of her feelings; today she would know she was a lesbian, but in the world of James it is necessary for her to displace her feelings -- to convince herself that she is in love with the young woman's politics.''
*{{NDR|Il film ''[[I bostoniani]]'' è}} intelligente e sottile, aperto alla tragedia implicita di una donna che non sa cosa vuole, un uomo a cui non importa ciò che vuole, e una ragazza che non ha bisogno di ciò che vuole.
:[...] ''intelligent and subtle and open to the underlying tragedy of a woman who does not know what she wants, a man who does not care what he wants, and a girl who does not need what she wants.''<ref name="bostonians">Da {{cita web|url=https://www.rogerebert.com/reviews/the-bostonians-1984|titolo=''The Bostonians''|editore=''rogerebert.com''|data=1º gennaio 1984}}.</ref>
{{Int|Recensione de ''[[Il drago del lago di fuoco]]''|Da {{en}} ''[https://www.rogerebert.com/reviews/dragonslayer-1981 Dragonslayer]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1981}}
*Mi piacerebbe pensare che i secoli bui assomigliavano un po' a ''Il drago del lago di fuoco'', quasi sempre tutto ostile, fangoso e cupo, e che i suoi abitanti andavano in giro in un perenne timore che qualcosa di indescrivibilmente malvagio stesse per mangiare loro un orecchio.
:''I'd like to think the Dark Ages looked something like “Dragonslayer” all fearsome and muddy and overcast most of the time, and that their inhabitants walked around in a constant state of fear that something unspeakably evil was just about to eat off their ear.''
*Ecco un film che ha il coraggio di essere sudicio. I [[Drago|draghi]] vivono in tane maleodoranti sotto le profondità di montagne che si sgretolano, e per raggiungerli bisogna attraversare laghi di fuoco e cercare in qualche modo di evitare di essere divorato vivo da draghetti cuccioli.
:''Here is a movie with the courage to be grungy. Dragons live in smelly lairs deep beneath crumbling mountains, and to reach them you have to cross lakes of fire and somehow avoid being eaten alive by little baby dragons.''
*Le scene che riguardano il drago sono di prim'ordine. La bestia è una delle creature più maligne, ripugnanti e abominevoli che io abbia mai visto in un film, e quando sputa le fiamme, sembra che le stia veramente sputando.
:''The scenes involving the dragon are first-rate. The beast is one of the meanest, ugliest, most reprehensible creatures I've ever seen in a film, and when it breathes flames it looks like it's really breathing flames.''
{{Int|Recensione di ''[[Gandhi (film)|Gandhi]]''|Da {{en}} ''[https://www.rogerebert.com/reviews/gandhi-1982 Gandhi]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1982}}
*Questo è il raro tipo di film epico che abbraccia un arco temporale di decenni, che impiega il proverbiale cast di migliaia, eppure segue una trama umana dall'inizio alla fine: ''Gandhi'' non viene sopraffatto dall'immensità della sua produzione come Gandhi non fu sopraffatto da tutta la gloria dell'Impero britannico.
:''This is the sort of rare epic film that spans the decades, that uses the proverbial cast of thousands, and yet follows a human thread from beginning to end: “Gandhi” is no more overwhelmed by the scope of its production than was Gandhi overwhelmed by all the glory of the British Empire.''
*L'interpretazione di Kingsley è potente senza essere chiassosa o istrionica; è quasi sempre silenzioso, attento, e pacato sullo schermo, eppure la sua interpretazione emana una tale forza che, dopo, ci rendiamo conto che dietro le parole deve esserci stata la pura e semplice forza morale di Gandhi. A parte tutte le sue altre qualità, ciò che rende speciale questo film è il fatto che indubbiamente fu girato da persone che credevano in esso.
:''Kingsley's performance is powerful without being loud or histrionic; he is almost always quiet, observant, and soft-spoken on the screen, and yet his performance comes across with such might that we realize, afterward, that the sheer moral force of Gandhi must have been behind the words. Apart from all its other qualities, what makes this movie special is that it was obviously made by people who believed in it.''
*''Gandhi'' non è semplicemente una storia morale con un lieto fine, e viene menzionata la tragedia dello spargimento di sangue tra le popolazioni indù e musulmane dell'India liberata, così come la spartizione dell'India e del Pakistan, di cui possiamo quasi letteralmente percepire che spezza il cuore di Gandhi.
:''"Gandhi" is not simply a moral story with a happy ending, and the tragedy of the bloodshed between the Hindu and Muslim populations of liberated India is addressed, as is the partition of India and Pakistan, which we can almost literally feel breaking Mahatma Gandhi's heart. ''
*Ciò che rende importante questo film non è che serve da lezione di storia (anche se lo fa) ma che, nell'epoca in cui la minaccia dell'olocausto nucleare incombe minacciosamente nell'aria, ci rammenta che siamo, dopo tutto, umani, e perciò capaci delle più straordinarie e meravigliose imprese, semplicemente facendo uso della nostra immaginazione, della nostra volontà, e del nostro senso di ciò che è giusto.
:''What is important about this film is not that it serves as a history lesson (although it does) but that, at a time when the threat of nuclear holocaust hangs ominously in the air, it reminds us that we are, after all, human, and thus capable of the most extraordinary and wonderful achievements, simply through the use of our imagination, our will, and our sense of right.''
{{Int|Recensione di ''[[Trappola di cristallo]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/die-hard-1988 Die Hard]'', ''Rogerebert.com'', 15 luglio 1988}}
*Ecco un suggerimento per gli sceneggiatori di thriller: non potete sbagliare se tutti i personaggi del vostro film sono intelligenti quanto la maggior parte degli appartenenti al vostro pubblico.
:''Here's a suggestion for thrillermakers: You can't go wrong if all of the characters in your movie are at least as intelligent as most of the characters in your audience.''
*Il titolo del film è ''Trappola di cristallo'' e mostra Bruce Willis in un altro di quei ruoli d'azione di Hollywood in cui la camicia dell'eroe è stappata fin dalla prima scena, così puoi vedere quanto tempo ha passato in palestra.
:''The name of the movie is "Die Hard," and it stars Bruce Willis in another one of those Hollywood action roles where the hero's shirt is ripped off in the first reel so you can see how much time he has been spending at the gym.''
*Per quanto posso dire, l'ispettore capo c'è nel film solo per un motivo: sbagliare costantemente in ogni azione e fornire un falso contrappeso ai progressi di Willis. Il personaggio è così volutamente inutile, così stupido, che sembra il risultato della 'Sindrome di trama idiota', e che da solo riesce a pregiudicare l'ultima parte del film.
:''As nearly as I can tell, the deputy chief is in the movie for only one purpose: to be consistently wrong at every step of the way and to provide a phony counterpoint to Willis' progress. The character is so willfully useless, so dumb, so much a product of the Idiot Plot Syndrome, that all by himself he successfully undermines the last half of the movie.''
*Riguardo a un livello tecnico, ci sarebbe molto da dire su ''Trappola di cristallo''. È quando arriviamo ad alcune delle inutili aggiunte della sceneggiatura che il film si dà il colpo di grazia.
:''On a technical level, there's a lot to be said for "Die Hard." It's when we get to some of the unnecessary adornments of the script that the movie shoots itself in the foot.''
*Senza l'ispettore capo e tutto ciò che rappresenta, ''Trappola di cristallo'' sarebbe stato un thriller più che discreto. Con lui è un pasticcio ed è un peccato, perché il film ha superbi effetti speciali, impressionanti scene con stuntman e una buona recitazione, specialmente quella di Alan Rickman nel ruolo del terrorista.
:''Without the deputy chief and all that he represents, "Die Hard" would have been a more than passable thriller. With him, it's a mess, and that's a shame, because the film does contain superior special effects, impressive stunt work and good performances, especially by Rickman as the terrorist.''
*Thriller come questo necessitano di essere macchine ben lubrificate, senza neppure un momento sprecato. Interruzioni inadeguate e sbagliate rivelano la fragile natura della trama e le impediscono di funzionare.
:''Thrillers like this need to be well-oiled machines, with not a single wasted moment. Inappropriate and wrongheaded interruptions reveal the fragile nature of the plot and prevent it from working.''
{{Int|Recensione di ''[[Tutti pazzi per Mary]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/theres-something-about-mary-1998 There's Something About Mary]'', ''Rogerebert.com'', 15 luglio 1998}}
*Che benedetto sollievo è la risata. {{NDR|Il film}} se ne frega delle buone maniere, dei valori, della correttezza politica e del decoro. Ci espone per quello che siamo, l'unico animale con il senso dell'umorismo.
:''What a blessed relief is laughter. It flies in the face of manners, values, political correctness and decorum. It exposes us for what we are, the only animal with a sense of humor.''
*Adoro quando un film prende il controllo, spazza via i miei dubbi e le mie obiezioni, e mi costringe a ridere. Sto avendo una reazione fisica, e non una intellettuale. C'è veramente libertà nel ridere così forte. Mi sento rinato.
:''I love it when a movie takes control, sweeps away my doubts and objections, and compels me to laugh. I'm having a physical reaction, not an intellectual one. There's such freedom in laughing so loudly. I feel cleansed.''
*Mi sono fermato qua alla tastiera, cercando di decidere come descriverti (a) in un giornale per famiglie e (b) senza tuttavia anticipare il divertimento. Non posso. Osserverò semplicemente che, subito dopo che la scena è "esplosa" per incredibili e prolungate risate, i Farrelly trovano un modo per accecarci con una conseguenza completamente inaspettata che ci fa nuovamente scatenare.
:''I have paused here at the keyboard for many minutes, trying to decide how to describe them (a) in a family newspaper, and (b) without spoiling the fun. I cannot. I will simply observe in admiration that after the scene explodes in disbelieving, prolonged laughter, the Farrellys find a way to blindside us with a completely unanticipated consequence that sets us off all over again.''
*Dopo mesi e mesi di commedie che non mi hanno fatto ridere, eccone infine una che c'è riuscita.
:''After months and months of comedies that did not make me laugh, here at last is one that did.''
{{Int|Recensione di ''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/fight-club-1999 Fight Club Movie Review & Film Summary (1999)]'', ''Rogerebert.com'', 15 ottobre 1999}}
*A mio parere {{NDR|il personaggio di Tyler Durden}} non ha verità utili. È un bullo [...] Nessuno dei membri diventa più forte o più libero per via della loro appartenenza al Fight Club; sono ridotti a patetici cultisti. Di conseguenza indossano camicie nere e si arruolano come fossero skinhead.
:''In my opinion, he has no useful truths. He's a bully [...] None of the Fight Club members grows stronger or freer because of their membership; they're reduced to pathetic cultists. Issue them black shirts and sign them up as skinheads.''
*È "macho-porn" — il sex movie verso cui Hollywood ha puntato per anni, in cui l'erotismo tra i due sessi è rimpiazzato da combattimenti da spogliatoio tra maschi. Le donne, che hanno avuto a che fare con gli atteggiamenti dei maschietti da una vita, lo capiranno istintivamente; gli uomini se lo godranno per via della botta di testosterone. Il fatto che è molto ben realizzato e ha un ottimo primo atto certamente offusca la questione.
:''It's macho porn -- the sex movie Hollywood has been moving toward for years, in which eroticism between the sexes is replaced by all-guy locker-room fights. Women, who have had a lifetime of practice at dealing with little-boy posturing, will instinctively see through it; men may get off on the testosterone rush. The fact that it is very well made and has a great first act certainly clouds the issue.''
*''Fight Club'' è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.
:'' ''Fight Club'' is a thrill ride masquerading as philosophy--the kind of ride where some people puke and others can't wait to get on again.''
*Quando vedi dei bravi attori in un progetto come questo ti viene da chiederti se hanno firmato il contratto come un'alternativa all'andare in canoa.<ref>Citato in ''[http://www.ilpost.it/2016/02/06/recensioni-brutte-film-belli/recensioni-negative-di-film-bellissimi/ Brutte recensioni di film bellissimi]'', ''il Post'', 2 febbraio 2016.</ref>
:''When you see good actors in a project like this, you wonder if they signed up as an alternative to canyoneering.''
*Ultimamente i film sembrano insoddisfatti a meno che non aggiungano scene finali che ridefiniscano la realtà di tutto ciò che hanno raccontato prima; chiamiamola la sindrome di [[I soliti sospetti|Keyser Soze]].
:''A lot of recent films seem unsatisfied unless they can add final scenes that redefine the reality of everything that has gone before; call it the Keyser Soze syndrome.''
*{{NDR|''[[Alien 3]]'' è}} uno dei "film brutti" più belli che abbia mai visto [...].
:''[...] one of the best-looking bad movies I have ever seen [...].''
{{Int|Recensione di ''[[V per Vendetta]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/v-for-vendetta-2006 V for Vendetta Movie Review & Film Summary (2006)]'', ''Rogerebert.com'', 16 marzo 2006}}
*Ci sono idee in questo film. La più acuta è la convinzione di V: "I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli." Non sono sicuro che V abbia ragione; sicuramente l'ideale sarebbe che i governi statali e la loro gente coesistessero felicemente. La paura in entrambe le direzioni conduce inevitabilmente alla violenza. Ma V ha uno Stato totalitario da rovesciare e solo un anno per farlo, e noi lo vediamo improvvisare una rivoluzione.
:''There are ideas in this film. The most pointed is V's belief: "People should not be afraid of their governments. Governments should be afraid of their people." I am not sure V has it right; surely in the ideal state governments and their people should exist happily together. Fear in either direction must lead to violence. But V has a totalitarian state to overthrow, and only a year to do it in, and we watch as he improvises a revolution.''
*Il personaggio di V e la sua relazione con Evey (Natalie Portman) ci ricorda inevitabilmente il Fantasma dell'Opera. V e il fantasma sono entrambi mascherati, si muovono attraverso spazi sotterranei, controllano gli altri attraverso la leva della loro immaginazione e hanno un conto in sospeso. Una differenza, una importante differenza, è che il travestimento del viso di V non si muove (a differenza, ad esempio, dei volti di un cattivo di Batman), ma è una maschera che ha sempre la stessa espressione sorridente. Dietro alla maschera c'è l'attore Hugo Weaving, che ha usato la voce e il linguaggio del corpo per creare un personaggio, ma mi sono ricordato del mio problema con il trenino Thomas: Se qualcosa parla, le sue labbra devono muoversi.
:''The character of V and his relationship with Evey (Natalie Portman) inescapably reminds us of the Phantom of the Opera. V and the Phantom are both masked, move through subterranean spaces, control others through the leverage of their imaginations and have a score to settle. One difference, and it is an important one, is that V's facial disguise does not move (unlike, say, the faces of a Batman villain) but is a mask that always has the same smiling expression. Behind it is the actor Hugo Weaving, using his voice and body language to create a character, but I was reminded of my problem with Thomas the Tank Engine: If something talks, its lips should move.''
*Non ho letto l'opera originale, non so cosa sia stato cambiato o tagliato, ma ho trovato un'audace confusione di idee in "[[V per Vendetta]]" e ho apprezzato la loro frenetica disorganizzazione. Realizzare una parabola su terrorismo e totalitarismo che fosse pertinente e piacevole poteva risultare impossibile, era rischioso e aveva buone chance di non dare buoni risultati al botteghino.
:''I have not read the original work, do not know what has been changed or gone missing, but found an audacious confusion of ideas in "V for Vendetta" and enjoyed their manic disorganization. To attempt a parable about terrorism and totalitarianism that would be relevant and readable might be impossible, could be dangerous and would probably not be box office.''
*"[[V per Vendetta]]" è stato scritto e co-prodotto dai fratelli Wachowski, Andy e Lana, creatori di "Matrix", anch'esso incentrato sulla ribellione ad un planetario sistema di controllo. Questo film è più letterario e meno dominato da effetti speciali (ne è comunque pieno), ed è pieno di idee che risultano ancora più intriganti perché non siamo in grado di definire con precisione il messaggio. Questo film è una parabola sul 2006, un ammonimento o solo una storia di fantasia? Può essere letto in diversi modi, come mi confermeranno certamente infinite e-mail.
:''"V for Vendetta" has been written and co-produced by the Wachowskis, Andy and Lana, whose "Matrix" movies also were about rebels holding out against a planetary system of control. This movie is more literary and less dominated by special effects (although there are plenty), and is filled with ideas that are all the more intriguing because we can't pin down the message. Is this movie a parable about 2006, a cautionary tale or a pure fantasy? It can be read many ways, as I will no doubt learn in endless e-mails.''
{{Int|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/rogers-journal/whats-your-favorite-movie "What's your favorite movie?]''| ''Rogerebert.com'', 4 settembre 2008}}
*"[[Quarto potere]]" è probabilmente il film più importante, per due motivi: ha consolidato quello che era stato il linguaggio cinematografico fino al 1941 e ha aperto nuovi orizzonti per ciò che concerne la profondità di campo, il suono complesso e la struttura narrativa. L'altro motivo è che ha dimostrato la "teoria francese dell'autore"<ref>{{Cfr}} [[w:Politica degli autori|Politica degli autori]].</ref> 25 anni prima che fosse definita (ovviamente la suddetta teoria si stava già dimostrando silenziosamente). Era "un film alla Orson Welles". Ha dimostrato che l'autore di un film, soprattutto se si tratta di un grande film, è spesso il suo regista, non la sua casa cinematografica, i suoi produttori, scrittori o sostenitori finanziari. Uno studio cinematografico, disse Welles, è il miglior treno a giocattolo che un ragazzo potrebbe mai sognare.
:''"Citizen Kane" is arguably the most important film, for two reasons: It consolidated the film language up until 1941 and broke new ground in such areas as deep focus, complex sound, and narrative structure. The other reason is that it demonstrated the auteur theory 25 years before it was being defined (of course that theory was already being demonstrated in silent days). It was "a film by Orson Welles." It dramatized that the controlling author of a film, especially a great film, is usually its director, not its studio, producers, writers or financial backers. A movie studio, Welles said, is the best toy train set a boy could ever hope for.''
*Mi chiederò: qual è il mio film preferito? Oppure stravolgerò leggermente la domanda: qual è il film che rivedrei con più piacere adesso? La risposta non sarebbe "[[Quarto potere]]". [...] Adesso, in questo momento, la prima risposta che mi verrebbe in mente è "[[La dolce vita]]" di [[Federico Fellini|Fellini]]. L'avrò visto venticinque volte, forse di più. Per me non invecchia mai. Mai fuori moda, l'età non ha appassito la sua infinita varietà. Mi sono eccitato a tal punto scrivendo questo paragrafo che vorrei inserire il DVD e guardarlo subito. Qualche anno fa mi chiesero perché lo avessi incluso nel mio annuale Ebertfest, perché, a loro avviso, non era stato poi così "trascurato", mentre il festival mette in vetrina film che meriterebbero maggiore attenzione. Dissi che era improbabile che più di qualche decina tra i 1600 spettatori del teatro l'avessero mai visto sul grande schermo da una pellicola 35 mm. Nei momenti più tristi, mi sono chiesto quanti tra gli spettatori non l'avrebbero mai visto altrimenti.
:''[...] I'll ask myself: What is my favorite film? Or I'll skew the question slightly: What film would I most like to see again right now? The answer would not be "Kane." [...] Right now, this moment, the answer that would spring most quickly to mind is Fellini's "La Dolce Vita" (1960). I've seen it, oh, at least 25 times, maybe more. It doesn't get old for me. Age has not withered, not custom staled, its infinite variety. I've grown so worked up just writing this paragraph that I want to slide in the DVD and start watching immediately. People asked me a few years ago why I included the movie in my annual Ebertfest, since it was, they said, hardly "overlooked," and the festival showcases films that deserve more attention. I said it was unlikely that more than a few dozen in the 1,600-seat theater would ever have seen it in a pristine 35mm print on a truly big screen. In gloomier moments, I wondered how many in the audience would never have seen it at all.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Potrei aggiungere che si tratta di uno dei film visivamente più fluidi mai realizzato, un film che si avvicina alla musica nella sua impetuosa passione, non solo perché la partitura di [[Nino Rota]] è tra le migliori che siano mai state realizzate, ma perché i personaggi sembrano muoversi con la musica dentro di loro (gioiosa, lussuriosa, eccitante, dubbiosa, triste). Fellini ha lavorato in Italia in un'epoca di dialoghi doppiati, e qualche volta ha inserito musica ad alto volume mentre filmava le scene. Questo è il motivo per cui sembra che i personaggi seguano ritmi non udibili.
:''I might add that it is one of the most visually fluid movies ever made, a movie that approaches music in its rushing passion, not simply because Nino Rota's score is one of the best ever recorded, but because the characters seem to move with music within them (joyful, lustful, exciting, doubtful, sad). Fellini worked in Italy at a time of dubbed dialogue, and he sometimes played music loudly as he filmed a scene. That's why the characters often seem to be moving to unheard rhythms.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Quando vidi il film poco dopo la morte di [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]], pensai che Fellini e Marcello avessero preso un attimo di scoperta e lo avessero reso immortale.
:'' When I saw the movie right after Mastroianni died, I thought that Fellini and Marcello had taken a moment of discovery and made it immortal.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Poiché il film ha avuto per me significati sempre differenti nelle diverse fasi della mia vita, eppure ha sempre avuto un significato, e poiché evidentemente anche per Fellini è avvenuto qualcosa del genere, credo che vorrò sempre vedere questo film un'altra volta. Non diventerà mai stantio perché io non ho ancora finito di cambiare.
:''Because the movie has meant different things to me at different stages in my life, but has always meant something, and because it clearly did for Fellini too, I think I will always want to see it again. It won't grow stale, because I haven't finished changing.''
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Ebert, Roger Joseph}}
[[Categoria:Critici cinematografici statunitensi]]
[[Categoria:Sceneggiatori statunitensi]]
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/* Citazioni di Roger Ebert */
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Roger Ebert crop (retouched).jpg|thumb|right|Roger Ebert]]
'''Roger Joseph Ebert''' (1942 – 2013), critico cinematografico e sceneggiatore statunitense.
==Citazioni di Roger Ebert==
*''[[Solo due ore|16 Blocks]]'' è più di uno studio del personaggio, è un film con due diversi protagonisti, basato su come Jack sia da molto tempo stufo del dipartimento, e sulla dolce, sciocca natura di Eddie capace di inclinare l'equilibrio. [...] Il film è stato diretto da [[Richard Donner]], uno specialista nel combinare azione, scene di inseguimenti e umorismo (vedi ''[[Arma letale]]'', ecc.). Qui inizia con tre buone prestazioni: [[Bruce Willis|Willis]], stanco del mondo e tuttavia con una scintilla di ribellione; [[Mos Def]], il cui ruolo è parlare più o meno lo stesso tempo di esecuzione del film; e [[David Morse]], il male e la burocrazia in egual misura.
:'' ''16 Blocks'' is more of a character study, a two-hander about how Jack has been fed up with the department for a long time, and Eddie's sweet, goofy nature tilts the balance. [...] The movie has been directed by Richard Donner, a specialist in combining action, chase scenes and humor (see "Lethal Weapon," etc). Here he starts with three good performances: Willis, world-weary and yet with a spark of defiance; Mos Def, whose speaking role is more or less the same as the movie's running time; and David Morse, evil and bureaucratic in equal measure.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/16-blocks-2006 16 Blocks Movie Review & Film Summary (2006)]'', ''Rogerebert.com'', 2 marzo 2006.</ref>
*{{NDR|Sull'interpretazione in ''[[American Psycho]]''}} [[Christian Bale]] è eroico per come permette al personaggio di saltare allegramente nel disprezzo; non c'è l'istinto di auto-conservazione qui, e questo è merito di un buon attore.
:''Christian Bale is heroic in the way he allows the character to leap joyfully into despicability; there is no instinct for self-preservation here, and that is one mark of a good actor.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/american-psycho-2000 American Psycho Movie Review & Film Summary (2000)]'', ''Rogerebert.com'', 14 aprile 2000.</ref>
*{{NDR|Sull'interpretazione in ''[[Equilibrium]]''}} [[Christian Bale]] nel ruolo del cleric John Preston è molto esigente nei confronti del suo partner Partridge. Nessuno può guardarti negli occhi con la stessa, oltraggiosa provocazione meglio di lui.
:''Christian Bale stars in "Equilibrium," as Cleric John Preston, partnered with Partridge ([[Sean Bean]]) as a top-level enforcer. Nobody can look dispassionate in the face of outrageous provocation better than Bale.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/equilibrium-2002 Equilibrium Movie Review & Film Summary (2002)]'', ''Rogerebert.com'', 6 dicembre 2002.</ref>
*Con ''Il tagliagole'' non smettiamo di pensare. Cosa sanno, cosa pensano, cosa vogliono?<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 199. ISBN 9788858025864</ref>
*''[[Entrapment]]'' è la vera incarnazione di una macchina da star: un film con una trama assurda, luoghi esotici, sequenze d'azione assurde, e tanta chimica tra gli attori interessanti di cui non ci importa. I protagonisti [[Sean Connery]] e [[Catherine Zeta-Jones]] mi hanno ricordato di ''[[Caccia al ladro]]'', ''[[Charade]]'', ''[[Topkapi]]'' e le sequenze stunt di [[James Bond|Bond]].
:'' ''Entrapment'' is the very embodiment of a star vehicle: a movie with a preposterous plot, exotic locations, absurd action sequences, and so much chemistry between attractive actors that we don't care. It stars Sean Connery and Catherine Zeta-Jones in a caper that reminded me of ''To Catch a Thief'', ''Charade'', ''Topkapi'' and the stunt sequences in Bond pictures.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/entrapment-1999 Entrapment Movie Review & Film Summary (1999)]'', ''Rogerebert.com'', 30 aprile 1999.</ref>
*''Fa' la cosa giusta'' non chiede al pubblico di schierarsi; il film è molto imparziale, in una storia in cui è la nostra società a non esserlo.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1989. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 264. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''Man on wire''}} Il documentario, un ibrido di filmati reali e ricostruiti, è impostato come un grande thriller.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2008. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 322. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''[[Il cielo sopra Berlino]]''}} Il film è come la musica o un paesaggio: crea uno spazio nella mia mente, e in quello spazio posso riflettere sulle domande.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1998. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 260. ISBN 9788858025864</ref>
*''[[Il portiere di notte]]'' è un'opera sgradevole quanto lubrica, un esecrabile intento di titillarci, servendosi delle memorie di persecuzione e sofferenza. È (so quanto suoni osceno) nazi-chic. [...] è una soap opera così superficiale che ne avremmo riso, se non fosse così inquietante.
:''"The Night Porter" is as nasty as it is lubricious, a despicable attempt to titillate us by exploiting memories of persecution and suffering. It is (I know how obscene this sounds) Nazi chic.'' [...] ''it's such a superficial soap opera we'd laugh at it if it weren't so disquieting.'' (Chicago Sun-Times, 10 febbraio 1975<ref>{{en}} Citato in ''[https://www.rogerebert.com/reviews/the-night-porter-1975 The Night Porter]'', ''RogerEbert.com''</ref>
*''[[Irréversible]]'' è un film talmente violento e crudele che la maggior parte delle persone lo troverà inguardabile.
:''Irreversible is a movie so violent and cruel that most people will find it unwatchable.''<ref name="irreversible">{{en}} Da [https://web.archive.org/web/20050720134902/http://rogerebert.suntimes.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20030314/REVIEWS/303140303/1023 ''Irreversible''], ''rogerebert.suntimes.com'', 14 marzo 2003.</ref>
*''[[Johnny Guitar]]'' (1954) di [[Nicholas Ray]] è sicuramente uno dei melodrammi psicosessuali più sfacciati che si siano mascherati nel più ampio dei generi, il western.
:''Nicholas Ray's "Johnny Guitar" (1954) is surely one of the most blatant psychosexual melodramas ever to disguise itself in that most commodious of genres, the Western.''<ref name="Johnny Guitar">{{en}} Da [http://www.rogerebert.com/reviews/johnny-guitar-1954 ''Johnny Guitar''], ''RogerEbert.com'', 8 maggio 2008.</ref>
*[[Leslie Nielsen]], l'[[Laurence Olivier|Olivier]] della parodia.
:''Leslie Nielsen, the Olivier of spoofs.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/scary-movie-3-2003 Scary Movie 3 Movie Review & Film Summary (2003)]'', ''Rogerebert.com'', 24 ottobre 2003.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Johnny Guitar]]''}} [...] mi chiedo se {{NDR|[[Joan Crawford]] e [[Nicholas Ray]]}} abbiano mai parlato apertamente dei temi nascosti nel film. Uno di questi è sicuramente la bisessualità; Vienna, la proprietaria della taverna interpretata dalla Crawford è, per quel che viene detto, innamorata di "Johnny Guitar" ([[Sterling Hayden]]), eppure non l'ha visto per cinque anni. Trasforma senza alcuno sforzo, uomini duri in femminucce, e, come fa notare il suo barista, "Mai vista una donna più uomo di lei". La sua arcinemica Emma ([[Mercedes McCambridge]]) è presumibilmente innamorata con Ballerino Kid ([[Scott Brady]]) ed è gelosa perché lui forse è innamorato di Vienna [...] Eppure non c'è quasi un momento in cui Emma riesca a distogliere lo sguardo da Vienna per posarlo su Kid. Tutta l'energia sessuale è tra le due donne, non importa quello che dicono a proposito degli uomini. Crawford ha voluto [[Claire Trevor]] per il ruolo, ma lo studio, forse avendo studiato con cura la sceneggiatura, ha insistito per la McCambridge, che non era lesbica, ma si dice che interpretasse una donna lesbica nei film.
:[...] ''I wonder if they even openly spoke of the movie's buried themes. One is certainly bisexualism; Crawford's tavern-owner Vienna is, it is claimed, in love with "Johnny Guitar" (Sterling Hayden), but has not seen him in five years. She effortlessly turns tough hombres into girly-men, and her bartender observes to Johnny, "I never met a woman who was more man." Her archenemy Emma (Mercedes McCambridge) is allegedly in love with "The Dancin' Kid" (Scott Brady) and is jealous because he is allegedly in love with Vienna'' [...] ''But there is hardly a moment when Emma can tear her eyes away from Vienna to glance at the Kid. All of the sexual energy is between the two women, no matter what they say about the men. Crawford wanted Claire Trevor for the role, but the studio, perhaps having studied the script carefully, insisted on McCambridge, who was not a lesbian but played one, as they say, in the movies.''<ref name="Johnny Guitar"/>
*{{NDR|''[[City of God]]''}} Mozzafiato e terrificante, drammaticamente coinvolto con i personaggi, annuncia un nuovo regista di grandi doti e passioni: [[Fernando Meirelles]]. Ricordatevi questo nome.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2003. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 309. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''[[Casablanca]]''}} Narra di un uomo e di una donna innamorati che sacrificano l'amore per uno scopo superiore.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1996. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 75. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|''Central do Brasil''}} Non è un film commovente su una donna che cerca di aiutare un orfano patetico, ma un film duro su una donna che pensa solo ai propri bisogni.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1998. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 285. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Sui film in generale}} Non possiamo fare a meno di identificarci con il protagonista. È codificato nel nostro DNA cinematografico.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 2012. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 14. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Su ''[[Il terzo uomo]]''}} Non so se esista un altro film in cui la musica si adatta con tale perfezione all'azione.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1996. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 101. ISBN 9788858025864</ref>
*Ogni [[film]] vale solo quanto il suo [[Cattivo (personaggio tipo)|cattivo]]. Dato che gli eroi e gli espedienti tendono a ripetersi di pellicola in pellicola, solo un grande cattivo può trasformare una buona prova in un trionfo.
:''Each film is only as good as its villain. Since the heroes and the gimmicks tend to repeat from film to film, only a great villain can transform a good try into a triumph.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/star-trek-ii-the-wrath-of-khan-1982 Star Trek II: The Wrath of Khan Movie Review (1982)]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1982.</ref>
*{{NDR|Sul film ''[[The Assassination]]''}} [[Sean Penn|Penn]] esprime rabbia attraverso piccoli, contenuti dettagli. È uno dei nostri grandi attori, capace di investire di importanza personaggi insignificanti [...]
:''Penn conveys anger through small, contained details. He is one of our great actors, able to invest insignificant characters with importance [...]''<ref>{{en}} Da [http://www.rogerebert.com/reviews/the-assassination-of-richard-nixon-2005 ''The Assassination of Richard Nixon''], ''RogerEbert.com'', 13 gennaio 2005.</ref>
*Penso che in ''Sentieri selvaggi'' [[John Ford|Ford]] abbia tentato in modo imperfetto, persino nervoso, di descrivere il razzismo che giustificava il genocidio.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1956. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 135. ISBN 9788858025864</ref>
*{{NDR|Su ''[[Irréversible]]''}} Quando Alex e Marcus amoreggiano e parlano ci rendiamo conto quanto la felicità sia appesa a un sottile filo. Conoscere il futuro non sarebbe una dono, ma una maledizione. La vita sarebbe invivibile senza l'innocenza della nostra ignoranza.
:''When Alex and Marcus caress and talk, we realize what a slender thread all happiness depends on. To know the future would not be a blessing but a curse. Life would be unlivable without the innocence of our ignorance.''<ref name="irreversible"/>
*''[[Scent of a Woman - Profumo di donna|Scent of a Woman]]'' di [[Martin Brest]] prende Charlie e il colonnello e li inserisce in una combinazione di due generi affidabili. C'è la formula del raggiungimento della maturità, in cui un uomo più anziano insegna a quello più giovane come comportarsi. Qui è incrociata con la ricetta del film scolastico, da ''[[A Separate Peace]]'' a ''[[Se...]]'', ''[[Taps - Squilli di rivolta]]'', ''[[L'attimo fuggente]]'' e ''[[I corridoi del potere]]'', che coinvolge sempre un disadattato che impara a lottare per ciò in cui crede. I due generi si adattano bene a "Profumo di donna", forse perché l'unica cosa di cui Charlie ha bisogno a scuola è un modello, e l'unica cosa che il colonnello ha sempre saputo fare è fornirne uno.
:''Martin Brest's ''Scent of a Woman'' takes Charlie and the colonel and places them in a combination of two reliable genres. There's the coming-of-age formula, in which an older man teaches a younger one the ropes. It's crossed here with the prep school movie, which from ''A Separate Peace'' through ''If'', ''Taps'', ''Dead Poets Society'' and ''True Colors'', has always involved a misfit who learns to stand up for what he believes in. The two genres make a good fit in ''Scent of a Woman'', maybe because the one thing Charlie needs in school is a role model, and the one thing the colonel has always known how to do is provide one.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/scent-of-a-woman-1992 Scent of a Woman (1992)]'', ''Rogerebert.com'', 23 dicembre 1992.</ref>
*''[[Patch Adams (film)|Patch Adams]]'' mi ha fatto venire voglia di spruzzare lo schermo con del Lysol. Questo film è vergognoso. Non è un tentativo di strappalacrime, estrae le lacrime singolarmente con la liposuzione, senza anestetico.
:'' ''Patch Adams'' made me want to spray the screen with Lysol. This movie is shameless. It's not merely a tearjerker. It extracts tears individually by liposuction, without anesthesia.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/reviews/patch-adams-1998 Patch Adams (1998)]'', ''Rogerebert.com'', 25 dicembre 1998.</ref>
*Un milione di uomini inizia a ubriacarsi per diventare un grande scrittore, e uno ce la fa. Probabilmente ora un altro milione di uomini si sta ubriacando nel tentativo di capire come ci sia riuscito [[Charles Bukowski|Bukowski]]. Lui non è un sopravvissuto. Lui è un'aberrazione statistica.
:''A million guys start out to get drunk and become great writers, and one makes it. Now a million more guys are probably getting drunk trying to figure out how Bukowski did it. He isn't a survivor. He's a statistical aberration.''<ref>{{en}} Da ''[http://www.rogerebert.com/interviews/mickey-rourke-plays-a-tough-barfly Mickey Rourke plays a tough barfly]'', ''Rogerebert.com'', 10 febbraio 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Cantando sotto la pioggia]]''}} Uno dei lati belli di questo film è che si tratta davvero di un tema. Ovviamente è una storia d'amore, come la maggior parte dei musical, ma racconta anche una pericolosa transizione nella storia del cinema.<ref>Da ''Chicago Sun-Times'', 1999. Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 124. ISBN 9788858025864</ref>
{{Int|Recensione de ''[[I bostoniani]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/the-bostonians-1984 The Bostonians]'', ''Rogerebert.com'', 1° gennaio 1984}}
*{{NDR|Sul romanzo ''Gente di Boston'' di [[Henry James]]}} Parla di una dolce e un po' insignificante giovane donna che ha suscitato l'interesse di due ammiratori. Uno di questi aspiranti amanti è uno schietto avvocato del Sud che vuole farla innamorare e prenderla in moglie. L'altra è una donna che non sembra essere consapevole dei propri sentimenti nei suoi confronti; al giorno d'oggi sarebbe consapevole di essere lesbica, ma nel mondo di James è necessario che scambi i suoi sentimenti in modo tale da convincere se stessa di essere innamorata delle idee politiche della giovane donna.
:''It is about a sweet and somewhat inconsequential young woman who has inspired crushes in two of her admirers. One of her would-be lovers is a straight-spoken lawyer from the South, who wants to sweep her off her feet and make her his wife. The other is a woman, who does not seem quite in touch with the true nature of her feelings; today she would know she was a lesbian, but in the world of James it is necessary for her to displace her feelings -- to convince herself that she is in love with the young woman's politics.''
*{{NDR|Il film ''[[I bostoniani]]'' è}} intelligente e sottile, aperto alla tragedia implicita di una donna che non sa cosa vuole, un uomo a cui non importa ciò che vuole, e una ragazza che non ha bisogno di ciò che vuole.
:[...] ''intelligent and subtle and open to the underlying tragedy of a woman who does not know what she wants, a man who does not care what he wants, and a girl who does not need what she wants.''<ref name="bostonians">Da {{cita web|url=https://www.rogerebert.com/reviews/the-bostonians-1984|titolo=''The Bostonians''|editore=''rogerebert.com''|data=1º gennaio 1984}}.</ref>
{{Int|Recensione de ''[[Il drago del lago di fuoco]]''|Da {{en}} ''[https://www.rogerebert.com/reviews/dragonslayer-1981 Dragonslayer]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1981}}
*Mi piacerebbe pensare che i secoli bui assomigliavano un po' a ''Il drago del lago di fuoco'', quasi sempre tutto ostile, fangoso e cupo, e che i suoi abitanti andavano in giro in un perenne timore che qualcosa di indescrivibilmente malvagio stesse per mangiare loro un orecchio.
:''I'd like to think the Dark Ages looked something like “Dragonslayer” all fearsome and muddy and overcast most of the time, and that their inhabitants walked around in a constant state of fear that something unspeakably evil was just about to eat off their ear.''
*Ecco un film che ha il coraggio di essere sudicio. I [[Drago|draghi]] vivono in tane maleodoranti sotto le profondità di montagne che si sgretolano, e per raggiungerli bisogna attraversare laghi di fuoco e cercare in qualche modo di evitare di essere divorato vivo da draghetti cuccioli.
:''Here is a movie with the courage to be grungy. Dragons live in smelly lairs deep beneath crumbling mountains, and to reach them you have to cross lakes of fire and somehow avoid being eaten alive by little baby dragons.''
*Le scene che riguardano il drago sono di prim'ordine. La bestia è una delle creature più maligne, ripugnanti e abominevoli che io abbia mai visto in un film, e quando sputa le fiamme, sembra che le stia veramente sputando.
:''The scenes involving the dragon are first-rate. The beast is one of the meanest, ugliest, most reprehensible creatures I've ever seen in a film, and when it breathes flames it looks like it's really breathing flames.''
{{Int|Recensione di ''[[Gandhi (film)|Gandhi]]''|Da {{en}} ''[https://www.rogerebert.com/reviews/gandhi-1982 Gandhi]'', ''Rogerebert.com'', 1 gennaio 1982}}
*Questo è il raro tipo di film epico che abbraccia un arco temporale di decenni, che impiega il proverbiale cast di migliaia, eppure segue una trama umana dall'inizio alla fine: ''Gandhi'' non viene sopraffatto dall'immensità della sua produzione come Gandhi non fu sopraffatto da tutta la gloria dell'Impero britannico.
:''This is the sort of rare epic film that spans the decades, that uses the proverbial cast of thousands, and yet follows a human thread from beginning to end: “Gandhi” is no more overwhelmed by the scope of its production than was Gandhi overwhelmed by all the glory of the British Empire.''
*L'interpretazione di Kingsley è potente senza essere chiassosa o istrionica; è quasi sempre silenzioso, attento, e pacato sullo schermo, eppure la sua interpretazione emana una tale forza che, dopo, ci rendiamo conto che dietro le parole deve esserci stata la pura e semplice forza morale di Gandhi. A parte tutte le sue altre qualità, ciò che rende speciale questo film è il fatto che indubbiamente fu girato da persone che credevano in esso.
:''Kingsley's performance is powerful without being loud or histrionic; he is almost always quiet, observant, and soft-spoken on the screen, and yet his performance comes across with such might that we realize, afterward, that the sheer moral force of Gandhi must have been behind the words. Apart from all its other qualities, what makes this movie special is that it was obviously made by people who believed in it.''
*''Gandhi'' non è semplicemente una storia morale con un lieto fine, e viene menzionata la tragedia dello spargimento di sangue tra le popolazioni indù e musulmane dell'India liberata, così come la spartizione dell'India e del Pakistan, di cui possiamo quasi letteralmente percepire che spezza il cuore di Gandhi.
:''"Gandhi" is not simply a moral story with a happy ending, and the tragedy of the bloodshed between the Hindu and Muslim populations of liberated India is addressed, as is the partition of India and Pakistan, which we can almost literally feel breaking Mahatma Gandhi's heart. ''
*Ciò che rende importante questo film non è che serve da lezione di storia (anche se lo fa) ma che, nell'epoca in cui la minaccia dell'olocausto nucleare incombe minacciosamente nell'aria, ci rammenta che siamo, dopo tutto, umani, e perciò capaci delle più straordinarie e meravigliose imprese, semplicemente facendo uso della nostra immaginazione, della nostra volontà, e del nostro senso di ciò che è giusto.
:''What is important about this film is not that it serves as a history lesson (although it does) but that, at a time when the threat of nuclear holocaust hangs ominously in the air, it reminds us that we are, after all, human, and thus capable of the most extraordinary and wonderful achievements, simply through the use of our imagination, our will, and our sense of right.''
{{Int|Recensione di ''[[Trappola di cristallo]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/die-hard-1988 Die Hard]'', ''Rogerebert.com'', 15 luglio 1988}}
*Ecco un suggerimento per gli sceneggiatori di thriller: non potete sbagliare se tutti i personaggi del vostro film sono intelligenti quanto la maggior parte degli appartenenti al vostro pubblico.
:''Here's a suggestion for thrillermakers: You can't go wrong if all of the characters in your movie are at least as intelligent as most of the characters in your audience.''
*Il titolo del film è ''Trappola di cristallo'' e mostra Bruce Willis in un altro di quei ruoli d'azione di Hollywood in cui la camicia dell'eroe è stappata fin dalla prima scena, così puoi vedere quanto tempo ha passato in palestra.
:''The name of the movie is "Die Hard," and it stars Bruce Willis in another one of those Hollywood action roles where the hero's shirt is ripped off in the first reel so you can see how much time he has been spending at the gym.''
*Per quanto posso dire, l'ispettore capo c'è nel film solo per un motivo: sbagliare costantemente in ogni azione e fornire un falso contrappeso ai progressi di Willis. Il personaggio è così volutamente inutile, così stupido, che sembra il risultato della 'Sindrome di trama idiota', e che da solo riesce a pregiudicare l'ultima parte del film.
:''As nearly as I can tell, the deputy chief is in the movie for only one purpose: to be consistently wrong at every step of the way and to provide a phony counterpoint to Willis' progress. The character is so willfully useless, so dumb, so much a product of the Idiot Plot Syndrome, that all by himself he successfully undermines the last half of the movie.''
*Riguardo a un livello tecnico, ci sarebbe molto da dire su ''Trappola di cristallo''. È quando arriviamo ad alcune delle inutili aggiunte della sceneggiatura che il film si dà il colpo di grazia.
:''On a technical level, there's a lot to be said for "Die Hard." It's when we get to some of the unnecessary adornments of the script that the movie shoots itself in the foot.''
*Senza l'ispettore capo e tutto ciò che rappresenta, ''Trappola di cristallo'' sarebbe stato un thriller più che discreto. Con lui è un pasticcio ed è un peccato, perché il film ha superbi effetti speciali, impressionanti scene con stuntman e una buona recitazione, specialmente quella di Alan Rickman nel ruolo del terrorista.
:''Without the deputy chief and all that he represents, "Die Hard" would have been a more than passable thriller. With him, it's a mess, and that's a shame, because the film does contain superior special effects, impressive stunt work and good performances, especially by Rickman as the terrorist.''
*Thriller come questo necessitano di essere macchine ben lubrificate, senza neppure un momento sprecato. Interruzioni inadeguate e sbagliate rivelano la fragile natura della trama e le impediscono di funzionare.
:''Thrillers like this need to be well-oiled machines, with not a single wasted moment. Inappropriate and wrongheaded interruptions reveal the fragile nature of the plot and prevent it from working.''
{{Int|Recensione di ''[[Tutti pazzi per Mary]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/theres-something-about-mary-1998 There's Something About Mary]'', ''Rogerebert.com'', 15 luglio 1998}}
*Che benedetto sollievo è la risata. {{NDR|Il film}} se ne frega delle buone maniere, dei valori, della correttezza politica e del decoro. Ci espone per quello che siamo, l'unico animale con il senso dell'umorismo.
:''What a blessed relief is laughter. It flies in the face of manners, values, political correctness and decorum. It exposes us for what we are, the only animal with a sense of humor.''
*Adoro quando un film prende il controllo, spazza via i miei dubbi e le mie obiezioni, e mi costringe a ridere. Sto avendo una reazione fisica, e non una intellettuale. C'è veramente libertà nel ridere così forte. Mi sento rinato.
:''I love it when a movie takes control, sweeps away my doubts and objections, and compels me to laugh. I'm having a physical reaction, not an intellectual one. There's such freedom in laughing so loudly. I feel cleansed.''
*Mi sono fermato qua alla tastiera, cercando di decidere come descriverti (a) in un giornale per famiglie e (b) senza tuttavia anticipare il divertimento. Non posso. Osserverò semplicemente che, subito dopo che la scena è "esplosa" per incredibili e prolungate risate, i Farrelly trovano un modo per accecarci con una conseguenza completamente inaspettata che ci fa nuovamente scatenare.
:''I have paused here at the keyboard for many minutes, trying to decide how to describe them (a) in a family newspaper, and (b) without spoiling the fun. I cannot. I will simply observe in admiration that after the scene explodes in disbelieving, prolonged laughter, the Farrellys find a way to blindside us with a completely unanticipated consequence that sets us off all over again.''
*Dopo mesi e mesi di commedie che non mi hanno fatto ridere, eccone infine una che c'è riuscita.
:''After months and months of comedies that did not make me laugh, here at last is one that did.''
{{Int|Recensione di ''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/fight-club-1999 Fight Club Movie Review & Film Summary (1999)]'', ''Rogerebert.com'', 15 ottobre 1999}}
*A mio parere {{NDR|il personaggio di Tyler Durden}} non ha verità utili. È un bullo [...] Nessuno dei membri diventa più forte o più libero per via della loro appartenenza al Fight Club; sono ridotti a patetici cultisti. Di conseguenza indossano camicie nere e si arruolano come fossero skinhead.
:''In my opinion, he has no useful truths. He's a bully [...] None of the Fight Club members grows stronger or freer because of their membership; they're reduced to pathetic cultists. Issue them black shirts and sign them up as skinheads.''
*È "macho-porn" — il sex movie verso cui Hollywood ha puntato per anni, in cui l'erotismo tra i due sessi è rimpiazzato da combattimenti da spogliatoio tra maschi. Le donne, che hanno avuto a che fare con gli atteggiamenti dei maschietti da una vita, lo capiranno istintivamente; gli uomini se lo godranno per via della botta di testosterone. Il fatto che è molto ben realizzato e ha un ottimo primo atto certamente offusca la questione.
:''It's macho porn -- the sex movie Hollywood has been moving toward for years, in which eroticism between the sexes is replaced by all-guy locker-room fights. Women, who have had a lifetime of practice at dealing with little-boy posturing, will instinctively see through it; men may get off on the testosterone rush. The fact that it is very well made and has a great first act certainly clouds the issue.''
*''Fight Club'' è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.
:'' ''Fight Club'' is a thrill ride masquerading as philosophy--the kind of ride where some people puke and others can't wait to get on again.''
*Quando vedi dei bravi attori in un progetto come questo ti viene da chiederti se hanno firmato il contratto come un'alternativa all'andare in canoa.<ref>Citato in ''[http://www.ilpost.it/2016/02/06/recensioni-brutte-film-belli/recensioni-negative-di-film-bellissimi/ Brutte recensioni di film bellissimi]'', ''il Post'', 2 febbraio 2016.</ref>
:''When you see good actors in a project like this, you wonder if they signed up as an alternative to canyoneering.''
*Ultimamente i film sembrano insoddisfatti a meno che non aggiungano scene finali che ridefiniscano la realtà di tutto ciò che hanno raccontato prima; chiamiamola la sindrome di [[I soliti sospetti|Keyser Soze]].
:''A lot of recent films seem unsatisfied unless they can add final scenes that redefine the reality of everything that has gone before; call it the Keyser Soze syndrome.''
*{{NDR|''[[Alien 3]]'' è}} uno dei "film brutti" più belli che abbia mai visto [...].
:''[...] one of the best-looking bad movies I have ever seen [...].''
{{Int|Recensione di ''[[V per Vendetta]]''|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/reviews/v-for-vendetta-2006 V for Vendetta Movie Review & Film Summary (2006)]'', ''Rogerebert.com'', 16 marzo 2006}}
*Ci sono idee in questo film. La più acuta è la convinzione di V: "I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli." Non sono sicuro che V abbia ragione; sicuramente l'ideale sarebbe che i governi statali e la loro gente coesistessero felicemente. La paura in entrambe le direzioni conduce inevitabilmente alla violenza. Ma V ha uno Stato totalitario da rovesciare e solo un anno per farlo, e noi lo vediamo improvvisare una rivoluzione.
:''There are ideas in this film. The most pointed is V's belief: "People should not be afraid of their governments. Governments should be afraid of their people." I am not sure V has it right; surely in the ideal state governments and their people should exist happily together. Fear in either direction must lead to violence. But V has a totalitarian state to overthrow, and only a year to do it in, and we watch as he improvises a revolution.''
*Il personaggio di V e la sua relazione con Evey (Natalie Portman) ci ricorda inevitabilmente il Fantasma dell'Opera. V e il fantasma sono entrambi mascherati, si muovono attraverso spazi sotterranei, controllano gli altri attraverso la leva della loro immaginazione e hanno un conto in sospeso. Una differenza, una importante differenza, è che il travestimento del viso di V non si muove (a differenza, ad esempio, dei volti di un cattivo di Batman), ma è una maschera che ha sempre la stessa espressione sorridente. Dietro alla maschera c'è l'attore Hugo Weaving, che ha usato la voce e il linguaggio del corpo per creare un personaggio, ma mi sono ricordato del mio problema con il trenino Thomas: Se qualcosa parla, le sue labbra devono muoversi.
:''The character of V and his relationship with Evey (Natalie Portman) inescapably reminds us of the Phantom of the Opera. V and the Phantom are both masked, move through subterranean spaces, control others through the leverage of their imaginations and have a score to settle. One difference, and it is an important one, is that V's facial disguise does not move (unlike, say, the faces of a Batman villain) but is a mask that always has the same smiling expression. Behind it is the actor Hugo Weaving, using his voice and body language to create a character, but I was reminded of my problem with Thomas the Tank Engine: If something talks, its lips should move.''
*Non ho letto l'opera originale, non so cosa sia stato cambiato o tagliato, ma ho trovato un'audace confusione di idee in "[[V per Vendetta]]" e ho apprezzato la loro frenetica disorganizzazione. Realizzare una parabola su terrorismo e totalitarismo che fosse pertinente e piacevole poteva risultare impossibile, era rischioso e aveva buone chance di non dare buoni risultati al botteghino.
:''I have not read the original work, do not know what has been changed or gone missing, but found an audacious confusion of ideas in "V for Vendetta" and enjoyed their manic disorganization. To attempt a parable about terrorism and totalitarianism that would be relevant and readable might be impossible, could be dangerous and would probably not be box office.''
*"[[V per Vendetta]]" è stato scritto e co-prodotto dai fratelli Wachowski, Andy e Lana, creatori di "Matrix", anch'esso incentrato sulla ribellione ad un planetario sistema di controllo. Questo film è più letterario e meno dominato da effetti speciali (ne è comunque pieno), ed è pieno di idee che risultano ancora più intriganti perché non siamo in grado di definire con precisione il messaggio. Questo film è una parabola sul 2006, un ammonimento o solo una storia di fantasia? Può essere letto in diversi modi, come mi confermeranno certamente infinite e-mail.
:''"V for Vendetta" has been written and co-produced by the Wachowskis, Andy and Lana, whose "Matrix" movies also were about rebels holding out against a planetary system of control. This movie is more literary and less dominated by special effects (although there are plenty), and is filled with ideas that are all the more intriguing because we can't pin down the message. Is this movie a parable about 2006, a cautionary tale or a pure fantasy? It can be read many ways, as I will no doubt learn in endless e-mails.''
{{Int|Da {{en}} ''[http://www.rogerebert.com/rogers-journal/whats-your-favorite-movie "What's your favorite movie?]''| ''Rogerebert.com'', 4 settembre 2008}}
*"[[Quarto potere]]" è probabilmente il film più importante, per due motivi: ha consolidato quello che era stato il linguaggio cinematografico fino al 1941 e ha aperto nuovi orizzonti per ciò che concerne la profondità di campo, il suono complesso e la struttura narrativa. L'altro motivo è che ha dimostrato la "teoria francese dell'autore"<ref>{{Cfr}} [[w:Politica degli autori|Politica degli autori]].</ref> 25 anni prima che fosse definita (ovviamente la suddetta teoria si stava già dimostrando silenziosamente). Era "un film alla Orson Welles". Ha dimostrato che l'autore di un film, soprattutto se si tratta di un grande film, è spesso il suo regista, non la sua casa cinematografica, i suoi produttori, scrittori o sostenitori finanziari. Uno studio cinematografico, disse Welles, è il miglior treno a giocattolo che un ragazzo potrebbe mai sognare.
:''"Citizen Kane" is arguably the most important film, for two reasons: It consolidated the film language up until 1941 and broke new ground in such areas as deep focus, complex sound, and narrative structure. The other reason is that it demonstrated the auteur theory 25 years before it was being defined (of course that theory was already being demonstrated in silent days). It was "a film by Orson Welles." It dramatized that the controlling author of a film, especially a great film, is usually its director, not its studio, producers, writers or financial backers. A movie studio, Welles said, is the best toy train set a boy could ever hope for.''
*Mi chiederò: qual è il mio film preferito? Oppure stravolgerò leggermente la domanda: qual è il film che rivedrei con più piacere adesso? La risposta non sarebbe "[[Quarto potere]]". [...] Adesso, in questo momento, la prima risposta che mi verrebbe in mente è "[[La dolce vita]]" di [[Federico Fellini|Fellini]]. L'avrò visto venticinque volte, forse di più. Per me non invecchia mai. Mai fuori moda, l'età non ha appassito la sua infinita varietà. Mi sono eccitato a tal punto scrivendo questo paragrafo che vorrei inserire il DVD e guardarlo subito. Qualche anno fa mi chiesero perché lo avessi incluso nel mio annuale Ebertfest, perché, a loro avviso, non era stato poi così "trascurato", mentre il festival mette in vetrina film che meriterebbero maggiore attenzione. Dissi che era improbabile che più di qualche decina tra i 1600 spettatori del teatro l'avessero mai visto sul grande schermo da una pellicola 35 mm. Nei momenti più tristi, mi sono chiesto quanti tra gli spettatori non l'avrebbero mai visto altrimenti.
:''[...] I'll ask myself: What is my favorite film? Or I'll skew the question slightly: What film would I most like to see again right now? The answer would not be "Kane." [...] Right now, this moment, the answer that would spring most quickly to mind is Fellini's "La Dolce Vita" (1960). I've seen it, oh, at least 25 times, maybe more. It doesn't get old for me. Age has not withered, not custom staled, its infinite variety. I've grown so worked up just writing this paragraph that I want to slide in the DVD and start watching immediately. People asked me a few years ago why I included the movie in my annual Ebertfest, since it was, they said, hardly "overlooked," and the festival showcases films that deserve more attention. I said it was unlikely that more than a few dozen in the 1,600-seat theater would ever have seen it in a pristine 35mm print on a truly big screen. In gloomier moments, I wondered how many in the audience would never have seen it at all.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Potrei aggiungere che si tratta di uno dei film visivamente più fluidi mai realizzato, un film che si avvicina alla musica nella sua impetuosa passione, non solo perché la partitura di [[Nino Rota]] è tra le migliori che siano mai state realizzate, ma perché i personaggi sembrano muoversi con la musica dentro di loro (gioiosa, lussuriosa, eccitante, dubbiosa, triste). Fellini ha lavorato in Italia in un'epoca di dialoghi doppiati, e qualche volta ha inserito musica ad alto volume mentre filmava le scene. Questo è il motivo per cui sembra che i personaggi seguano ritmi non udibili.
:''I might add that it is one of the most visually fluid movies ever made, a movie that approaches music in its rushing passion, not simply because Nino Rota's score is one of the best ever recorded, but because the characters seem to move with music within them (joyful, lustful, exciting, doubtful, sad). Fellini worked in Italy at a time of dubbed dialogue, and he sometimes played music loudly as he filmed a scene. That's why the characters often seem to be moving to unheard rhythms.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Quando vidi il film poco dopo la morte di [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]], pensai che Fellini e Marcello avessero preso un attimo di scoperta e lo avessero reso immortale.
:'' When I saw the movie right after Mastroianni died, I thought that Fellini and Marcello had taken a moment of discovery and made it immortal.''
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Poiché il film ha avuto per me significati sempre differenti nelle diverse fasi della mia vita, eppure ha sempre avuto un significato, e poiché evidentemente anche per Fellini è avvenuto qualcosa del genere, credo che vorrò sempre vedere questo film un'altra volta. Non diventerà mai stantio perché io non ho ancora finito di cambiare.
:''Because the movie has meant different things to me at different stages in my life, but has always meant something, and because it clearly did for Fellini too, I think I will always want to see it again. It won't grow stale, because I haven't finished changing.''
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Ebert, Roger Joseph}}
[[Categoria:Critici cinematografici statunitensi]]
[[Categoria:Sceneggiatori statunitensi]]
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Daniello Bartoli
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[[Immagine:Portret van Daniel Bartolus, RP-P-1886-A-10653.jpg|thumb|Daniello Bartoli]]
'''Daniello Bartoli''' (1608 – 1685), gesuita, storico e scrittore italiano.
==Citazioni di Daniello Bartoli==
*Anco da questi e singolarmente da' [[Tartari]] di Niuche detti Chin, e sono più orientali, vien difesa la Cina per munizione a mano, cioè quella tanto famosa [[Grande muraglia cinese|muraglia]], di cui qui è luogo di ragionare. Il capo o fondatore della imperiale famiglia Cin, una delle antichissime, principe in prodezza d'armi e in opere più che reale magnificenza glorioso sopra ogni altro nelle istorie dei cinesi e per diverse cagioni continuo in memoria de' letterati, fosse sogno che ne avesse o predizione fattane da indovini (che in ciò non s'accordano gli scrittori, e forse non v'ebbe altro che buon avviso di providenza), presentì che i Tartari, quanto prima lor ne venisse il bello, metterebbono ogni opera allo sforzo di rompere i confini e scender giù ad inondare e tutta riempir di loro nazione la Cina. Perciò consigliatosi col suo gran cuore, non solo a chiuderla loro al presente ma tale alzarvi un riparo che ne la sicurasse anco ne' secoli avvenire, determinò, per quanto si distendono quelle frontiere a settentrione, armarle di muraglia invincibile al contrasto e de' Tartari e del tempo. Né indugiò punto a mettere mano all'opera.<ref>Da ''Dalla «CINA»'', in Daniello Bartoli e Paolo Segneri, ''Prose scelte'', a cura di Mario Scotti, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1967, p. 319.</ref>
*Ella è tutta intramezzata di saldissime torri e spesse, che con bella proporzione e di spazio e d'altezza si lievano sopra 'l muro; e v'ha perpetuamente soldati in guernigione, quanti son di vantaggio a difendere que' tanti passi di cortina che fanno ala alla torre che guardano. Così anche castelli fortissimi alla difesa di quelle poche porti che fu necessario aprire nella [[Grande muraglia cinese|muraglia]]<ref>Da ''Dalla «CINA»'', 1967, p. 320.</ref>
*{{NDR|Sulla [[Grande muraglia cinese]]}} Tutta murata a pietre vive riquadrate, di vena forte per reggere a ogni tormento d'aria e d'acque; e, sia verità o giunta al verisimile, corre tuttavia fra' cinesi che il re Cin mandò gittar bando la testa a' capimastri dell'opera, se dove l'una pietra s'immargina e combacia coll'altra le giunture vi fossero tanto disgiunte che vi si potesse conficcare un chiodo: la quale, ove sia non altro che espressione d'ingrandimento, pur non avrebbe luogo a fingersi, se eziandio la riquadratura e 'l commesso de' marmi non fosse opera esquisitamente condotta.<ref>Da ''Dalla «CINA»'', 1967, p. 320</ref>
*Qui solo un contrasegno ci manca ad averli tutti in pruova d'esser noi su la sterile riva del tanto ricantato e temuto [[Lago d'Averno|Lago Averno]]: ciò che altro e Istorici e Poeti hanno scritto di lui, qui si riscontra col vero, e ce ne fan piena fede i nostri occhi. Ecco il continuato cerchio de' monti, nel cui profondissimo centro il Lago s'avvalla, e vi riman sì fattamente soppresso che sia verno sia state, nasca o tramonti, o s'alzi al circolo meriggiano il Sole, mai non vi può sì che il vegga pure con un riflesso di luce, o sia da lui veduto: perciò questa infelice acqua nel malinconico bruno che sempre mostra par che abbia le tenebre dell'inferno stemperatevi dentro per più annerarla. Ecco le folte selve che gli si addensano intorno, e di nuovo anch'esse l'acciecano, raddoppiandogli l'ombre. Egli da ogni parte serrato non ha per dove menar fuori pure un sottil filo d'acqua, e muoversi come vivo; ma tutto fra le sue rive ristagna, tutto entro a sé medesimo impaluda, e come un cadavero d'acqua impuzzolisce. De' Cimmerj che v'han loro alberghi vicino, non posso altro che accennar col dito, e dirvi, colà nelle loro caverne sotterra si stanno: se vivi o morti, non se ne sa il vero; perché la medesima che loro è casa è sepolcro. Ben da quest'altro lato vi sarà agevole a ravvisare in quella gran fenditura di monte la scura e paurosa bocca, o più tosto voragine, in cui convien che si gitti chi ha cuore di mettersi per entro le viscere della terra, e calar giù vivo se puó a' Campi Elisi, se no, ed è più verisimile, all'Inferno.<br>Sol dunque ci manca il veder qualche incauta torma d'uccelli volar per quest'aria che soprastà e cova sul Lago, e in entrarvi e attrarre il pestilente vapor che n'esala, avvelenarsi, e tempestar giù, non so se tramortiti o morti. Ma il tanto indugiarci in su questa infelice proda al fetor del zolfo che ci morde il celabro, e ci strangola, sarebbe un pagar la curiosità troppo caro.<ref>Da ''La geografia trasportata al morale'', Giacinto Marietti, Torino, 1839, [https://books.google.it/books?id=N-pLAAAAYAAJ&dq=&pg=PA343#v=onepage&q&f=false p. 343].</ref>
*Le gran [[cambiamento|mutazioni]] si vogliono imprendere con gran consiglio e andar lento per andar sicuro: altrimenti, invece d'un bene da savio, due mali da pazzo s'incontrano, che sono determinare senza giudicio e pentirsi senza rimedio. (da ''La missione al gran {{sic|Mogor}}'')<ref name=vallardi>Citato in ''Frasi celebri della letteratura italiana'', Vallardi, Milano, 1994, p. 41. ISBN 88-11-93614-4</ref>
*Le [[spina|spine]] sono a cento per una delle rose. (da ''L'uomo al punto'')<ref name=vallardi/>
==''La ricreatione del savio''==
===[[Incipit]]===
Il mare Atlantico, tempestato da' venti, che sopra lui le implacabili loro inimicitie disfogano, avvenutosi nello stretto di Gibilterra, colà ove l'Africa, e l'Europa s'affrontano, quivi entro si caccia, ''Eliso fluctu irrumpens'' (dice il Filosofo) ''ut dicere eum possis, in portum se recipere''; e quanto puo, allargandosi, viene a far questo nostro Mediterraneo, in cui, per la strettezza de' liti, e per le tante isole che l'interrompono, i venti hanno al piu uno steccato in cui azzuffarsi a duello, non come colà nell'oceano, una campagna aperta dove accamparsi, e far battaglia.
===Citazioni===
*Udite: potea parere il giorno troppo più onorato con le opere della mano, di che la notte è priva, se a questa non si davano in iscambio di quelle le opere dell'ingegno. Il dì dunque ha le fatiche, la notte i pensieri; e convenienti all'uno e all'altro, quello lo strepito, questa il silenzio. (1839, p. 97)
*Ma prima di condurvi innanzi le chiocciole mi convien fare come quel savio dipintore [[Teone di Samo|Teone]] raccordato da Eliano, che non prima svelò l'immagine d'un soldato in arme esposta a un gran popolo curiosissimo di vederla, che da un pieno coro di musici facesse udire una sonata in istile guerriero, come di sfidar due eserciti a battaglia, per cui poichè vide gli spettatori aver conceputo un non so che di spiriti marziali, ritrasse la cortina dal quadro e v'apparì il soldato in sì fiero atto d'uscire addosso al nemico, che come il descrive l'istorico, sembrava avere il lampo negli occhi e 'l fulmine nella destra, tanto appariva terribile con lo sguardo e formidabile con la spada, corrente poi di foggia e in un portamento di vita, quale appunto sta bene ad un portato per impeto di furore. Tal era il soldato di Teone, per cui mostrare egli prima dispose gli animi de' riguardanti con quella sonata invitantegli a un vero spettacolo di battaglia. (1839, p. 101)
*E giacché siamo nel volerne risapere tutto tragga fuori, e ci mostri le mani e misuriangliele, se per avventura elle fossero come quelle del re [[Artaserse I di Persia|Artaserse]], cioè d'Assuero marito d'Ester soprannominato Longimano, perciocché l'una mano avea più lunga dell'altra; e intendasi perch'egli ad alcuni dà scarsamente e solo quando è bisogno o gli aiuti della grazia, o i beni che chiamiam di fortuna ad altri si abbondantemente che lor sopravanza e traboccano. (1839, pp. 201-202)
*Del sole [[Anastasio il Sinaita|Sant'Anastagio Sinaita]], portò una strana opinione ch'egli fosse da Dio creato qua su la terra, indi levatone e trasportatolo al quarto cielo, di dove quella virtù che giù basso giacendo potea diffondere a pro di pochi, diffondesse a beneficio di tutti, e colà fosse come il cuore della natura, dal cui vital calore ella si anima e de' cui spiriti ha vigore per muoversi ed operare. (1839, p. 240)
*Le [[verità]] più utili a sapersi, sono ancora le più facili ad intendersi.<ref name=vallardi/>
*Una sola e diritta come un raggio di luce, è la via del [[verità|vero]]: infinite e contrarie son quelle che uscendone menano al falso.<ref name=vallardi/>
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Dell'uomo di lettere difeso e emendato''===
Disavventura, per non dire, come altri, destino dell'infelice Virtù, provato e pianto in ogni tempo, è, che ella non truovi in questo gran Teatro del Mondo luogo pari al suo merito, e nicchia degna della sua statua. Già tramontarono que' Secoli d'oro, quando le corone reali si mettevano all'incanto, e si pesavano le teste di chi vi pretendeva: quando le fasce de' diademi reali servivano non a legare, come in molti avvenne, il cervello de' pazzi, ma ad onorare il merito e coronare il senno de' Savj. Le mura, le fondamenta, le vestigie di quel famoso tempio dell'Onore, in cui s'entrava solo per la porta del Merito, sono oggi sì distrutte e sepolte, che non n'è rimaso né la memoria dov'egli fosse, né la speranza di rivederlo risorto dallo scempio delle presenti rovine alla gloria delle passate grandezze.
===''L'uomo al punto''===
In questa folta selva di mali che ingombrano tutta la terra, sì raddoppiati e densi, che nell'aggirarci che per lo mezzo d'essi facciamo, appena è mai, che volte a una sciagura le spalle fuggendone, non diam di petto in un'altra scontrandola; pur nondimeno è vero, non avervi niun [[Bene e male|male, a cui manchi questa qualunque condizion di bene]], cioè, il poter'avvenire ch'ei non avvenga.
==Citazioni su Daniello Bartoli==
*Pari o somigliante a quel terribile e stupendo Bartoli non abbiamo nessuno. Il quale nelle Istorie volò come aquila sopra tutti i nostri scrittori. (Pietro Giordani)
*Alla prosa d'arte si ascrivono prevalentemente le opere di Daniello Bartoli, che pur trattano argomenti storici, speculativi, scientifici, religiosi, perché tra le facoltà dello scrittore sormonta il piacere descrittivo della parola, e, si potrebbe dire, la stremata e rotta poesia del dizionario. ([[Francesco Flora]])
*Il Bartoli, come tutti i Gesuiti, non ha un affetto mai, non ti fa sentire mai un affetto neppure pei Santi dei quali egli parla, onde tu non sai se egli creda davvero quello che dice: nessun pensiero mai, né ti fa mai meditare. Egli ebbe memoria forte, e fantasia gagliardissima, però il suo stile è tutto immagini, tutto frasi, tutto parole; è un giuoco, una fantasmagoria, e niente altro. Dentro è vuoto, senza pensiero, senza vita, senza verità, senza ordine: e un fascio di fattarelli tratti da tutti gli scrittori sacri e profani, o descrizioni di ogni minima inezia. ([[Luigi Settembrini]])
*Il Bartoli rappresenta la mentalità tipica del letterato del Seicento: meravigliosa padronanza della forma, assoluta mancanza o deficienza di pensiero. Non si direbbe davvero che egli sia venuto al mondo una generazione dopo il Galileo e il Sarpi. ([[Eugenio Donadoni]])
*Il [[Giovan Battista Marino|Marino]] della prosa fu Daniello Bartoli, fabbro artificiosissimo e insuperabile di periodi e di frasi, di uno stile insieme prezioso e fiorito. È stato in ogni angolo quasi della terra; ha fatto migliaia di descrizioni e narrazioni: non si vede mai che la vieta di tante cose nuove gli abbia rinfrescate le impressioni. Retore e moralista astratto, pieno il capo di mitologia e di sacra scrittura, copiosissimo di parole e di frasi in tutto lo scibile, colorista brillante, credé di poter dir tutto, perché tutto sapeva ben dire. La natura e l'uomo non è per lui altro che stimolo e occasione a cavargli fuori tutta la sua erudizione e frasario. Altro scopo più serio non ha. Estraneo al movimento della coltura europea e a tutte le lotte del pensiero, stagnato in un classicismo e in un cattolicismo di seconda mano, venutogli dalla scuola, e non frugato dalla sua intelligenza, il suo cervello rimane ozioso non meno che il suo cuore; e la sua attenzione è tutta intorno alla parte tecnica e meccanica dell'espressione. Tratta la lingua italiana, come greco o latino, come lingua morta, già fissata, e da lui pienamente posseduta. ([[Francesco De Sanctis]])
===[[Giacomo Leopardi]]===
*Chi vuol persuadersi dell'immensa moltiplicità di stili e quasi lingue diverse rinchiuse nella lingua italiana, consideri le opere di Daniello Bartoli.
*Il p. Dan. Bartoli è il Dante della prosa italiana. Il suo stile in ciò che spetta alla lingua è tutto a risalti e rilievi.
*Uomo che fra tutti del suo tempo, e fors'anche di tutti i tempi, fu quello che e per teoria e scienza e per pratica, meglio e piú profondamente e pienamente conobbe la nostra lingua.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Daniello Bartoli, ''Dell'uomo di lettere difeso e emendato'', Giacinto Marietti, Torino, 1834.
*Daniello Bartoli, ''[https://books.google.it/books?id=QLm97kZaDnkC La ricreatione del savio]'', Ignatio de' Lazzeri, Roma, 1659.
*Daniello Bartoli, ''La ricreazione del savio'', Borel e Bompard, Napoli, 1839.
*Daniello Bartoli, ''L'uomo al punto'', 2 voll., a cura di Adolfo Faggi, UTET, Torino, 1930.
==Altri progetti==
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/* Citazioni su Daniello Bartoli */
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[[Immagine:Portret van Daniel Bartolus, RP-P-1886-A-10653.jpg|thumb|Daniello Bartoli]]
'''Daniello Bartoli''' (1608 – 1685), gesuita, storico e scrittore italiano.
==Citazioni di Daniello Bartoli==
*Anco da questi e singolarmente da' [[Tartari]] di Niuche detti Chin, e sono più orientali, vien difesa la Cina per munizione a mano, cioè quella tanto famosa [[Grande muraglia cinese|muraglia]], di cui qui è luogo di ragionare. Il capo o fondatore della imperiale famiglia Cin, una delle antichissime, principe in prodezza d'armi e in opere più che reale magnificenza glorioso sopra ogni altro nelle istorie dei cinesi e per diverse cagioni continuo in memoria de' letterati, fosse sogno che ne avesse o predizione fattane da indovini (che in ciò non s'accordano gli scrittori, e forse non v'ebbe altro che buon avviso di providenza), presentì che i Tartari, quanto prima lor ne venisse il bello, metterebbono ogni opera allo sforzo di rompere i confini e scender giù ad inondare e tutta riempir di loro nazione la Cina. Perciò consigliatosi col suo gran cuore, non solo a chiuderla loro al presente ma tale alzarvi un riparo che ne la sicurasse anco ne' secoli avvenire, determinò, per quanto si distendono quelle frontiere a settentrione, armarle di muraglia invincibile al contrasto e de' Tartari e del tempo. Né indugiò punto a mettere mano all'opera.<ref>Da ''Dalla «CINA»'', in Daniello Bartoli e Paolo Segneri, ''Prose scelte'', a cura di Mario Scotti, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1967, p. 319.</ref>
*Ella è tutta intramezzata di saldissime torri e spesse, che con bella proporzione e di spazio e d'altezza si lievano sopra 'l muro; e v'ha perpetuamente soldati in guernigione, quanti son di vantaggio a difendere que' tanti passi di cortina che fanno ala alla torre che guardano. Così anche castelli fortissimi alla difesa di quelle poche porti che fu necessario aprire nella [[Grande muraglia cinese|muraglia]]<ref>Da ''Dalla «CINA»'', 1967, p. 320.</ref>
*{{NDR|Sulla [[Grande muraglia cinese]]}} Tutta murata a pietre vive riquadrate, di vena forte per reggere a ogni tormento d'aria e d'acque; e, sia verità o giunta al verisimile, corre tuttavia fra' cinesi che il re Cin mandò gittar bando la testa a' capimastri dell'opera, se dove l'una pietra s'immargina e combacia coll'altra le giunture vi fossero tanto disgiunte che vi si potesse conficcare un chiodo: la quale, ove sia non altro che espressione d'ingrandimento, pur non avrebbe luogo a fingersi, se eziandio la riquadratura e 'l commesso de' marmi non fosse opera esquisitamente condotta.<ref>Da ''Dalla «CINA»'', 1967, p. 320</ref>
*Qui solo un contrasegno ci manca ad averli tutti in pruova d'esser noi su la sterile riva del tanto ricantato e temuto [[Lago d'Averno|Lago Averno]]: ciò che altro e Istorici e Poeti hanno scritto di lui, qui si riscontra col vero, e ce ne fan piena fede i nostri occhi. Ecco il continuato cerchio de' monti, nel cui profondissimo centro il Lago s'avvalla, e vi riman sì fattamente soppresso che sia verno sia state, nasca o tramonti, o s'alzi al circolo meriggiano il Sole, mai non vi può sì che il vegga pure con un riflesso di luce, o sia da lui veduto: perciò questa infelice acqua nel malinconico bruno che sempre mostra par che abbia le tenebre dell'inferno stemperatevi dentro per più annerarla. Ecco le folte selve che gli si addensano intorno, e di nuovo anch'esse l'acciecano, raddoppiandogli l'ombre. Egli da ogni parte serrato non ha per dove menar fuori pure un sottil filo d'acqua, e muoversi come vivo; ma tutto fra le sue rive ristagna, tutto entro a sé medesimo impaluda, e come un cadavero d'acqua impuzzolisce. De' Cimmerj che v'han loro alberghi vicino, non posso altro che accennar col dito, e dirvi, colà nelle loro caverne sotterra si stanno: se vivi o morti, non se ne sa il vero; perché la medesima che loro è casa è sepolcro. Ben da quest'altro lato vi sarà agevole a ravvisare in quella gran fenditura di monte la scura e paurosa bocca, o più tosto voragine, in cui convien che si gitti chi ha cuore di mettersi per entro le viscere della terra, e calar giù vivo se puó a' Campi Elisi, se no, ed è più verisimile, all'Inferno.<br>Sol dunque ci manca il veder qualche incauta torma d'uccelli volar per quest'aria che soprastà e cova sul Lago, e in entrarvi e attrarre il pestilente vapor che n'esala, avvelenarsi, e tempestar giù, non so se tramortiti o morti. Ma il tanto indugiarci in su questa infelice proda al fetor del zolfo che ci morde il celabro, e ci strangola, sarebbe un pagar la curiosità troppo caro.<ref>Da ''La geografia trasportata al morale'', Giacinto Marietti, Torino, 1839, [https://books.google.it/books?id=N-pLAAAAYAAJ&dq=&pg=PA343#v=onepage&q&f=false p. 343].</ref>
*Le gran [[cambiamento|mutazioni]] si vogliono imprendere con gran consiglio e andar lento per andar sicuro: altrimenti, invece d'un bene da savio, due mali da pazzo s'incontrano, che sono determinare senza giudicio e pentirsi senza rimedio. (da ''La missione al gran {{sic|Mogor}}'')<ref name=vallardi>Citato in ''Frasi celebri della letteratura italiana'', Vallardi, Milano, 1994, p. 41. ISBN 88-11-93614-4</ref>
*Le [[spina|spine]] sono a cento per una delle rose. (da ''L'uomo al punto'')<ref name=vallardi/>
==''La ricreatione del savio''==
===[[Incipit]]===
Il mare Atlantico, tempestato da' venti, che sopra lui le implacabili loro inimicitie disfogano, avvenutosi nello stretto di Gibilterra, colà ove l'Africa, e l'Europa s'affrontano, quivi entro si caccia, ''Eliso fluctu irrumpens'' (dice il Filosofo) ''ut dicere eum possis, in portum se recipere''; e quanto puo, allargandosi, viene a far questo nostro Mediterraneo, in cui, per la strettezza de' liti, e per le tante isole che l'interrompono, i venti hanno al piu uno steccato in cui azzuffarsi a duello, non come colà nell'oceano, una campagna aperta dove accamparsi, e far battaglia.
===Citazioni===
*Udite: potea parere il giorno troppo più onorato con le opere della mano, di che la notte è priva, se a questa non si davano in iscambio di quelle le opere dell'ingegno. Il dì dunque ha le fatiche, la notte i pensieri; e convenienti all'uno e all'altro, quello lo strepito, questa il silenzio. (1839, p. 97)
*Ma prima di condurvi innanzi le chiocciole mi convien fare come quel savio dipintore [[Teone di Samo|Teone]] raccordato da Eliano, che non prima svelò l'immagine d'un soldato in arme esposta a un gran popolo curiosissimo di vederla, che da un pieno coro di musici facesse udire una sonata in istile guerriero, come di sfidar due eserciti a battaglia, per cui poichè vide gli spettatori aver conceputo un non so che di spiriti marziali, ritrasse la cortina dal quadro e v'apparì il soldato in sì fiero atto d'uscire addosso al nemico, che come il descrive l'istorico, sembrava avere il lampo negli occhi e 'l fulmine nella destra, tanto appariva terribile con lo sguardo e formidabile con la spada, corrente poi di foggia e in un portamento di vita, quale appunto sta bene ad un portato per impeto di furore. Tal era il soldato di Teone, per cui mostrare egli prima dispose gli animi de' riguardanti con quella sonata invitantegli a un vero spettacolo di battaglia. (1839, p. 101)
*E giacché siamo nel volerne risapere tutto tragga fuori, e ci mostri le mani e misuriangliele, se per avventura elle fossero come quelle del re [[Artaserse I di Persia|Artaserse]], cioè d'Assuero marito d'Ester soprannominato Longimano, perciocché l'una mano avea più lunga dell'altra; e intendasi perch'egli ad alcuni dà scarsamente e solo quando è bisogno o gli aiuti della grazia, o i beni che chiamiam di fortuna ad altri si abbondantemente che lor sopravanza e traboccano. (1839, pp. 201-202)
*Del sole [[Anastasio il Sinaita|Sant'Anastagio Sinaita]], portò una strana opinione ch'egli fosse da Dio creato qua su la terra, indi levatone e trasportatolo al quarto cielo, di dove quella virtù che giù basso giacendo potea diffondere a pro di pochi, diffondesse a beneficio di tutti, e colà fosse come il cuore della natura, dal cui vital calore ella si anima e de' cui spiriti ha vigore per muoversi ed operare. (1839, p. 240)
*Le [[verità]] più utili a sapersi, sono ancora le più facili ad intendersi.<ref name=vallardi/>
*Una sola e diritta come un raggio di luce, è la via del [[verità|vero]]: infinite e contrarie son quelle che uscendone menano al falso.<ref name=vallardi/>
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Dell'uomo di lettere difeso e emendato''===
Disavventura, per non dire, come altri, destino dell'infelice Virtù, provato e pianto in ogni tempo, è, che ella non truovi in questo gran Teatro del Mondo luogo pari al suo merito, e nicchia degna della sua statua. Già tramontarono que' Secoli d'oro, quando le corone reali si mettevano all'incanto, e si pesavano le teste di chi vi pretendeva: quando le fasce de' diademi reali servivano non a legare, come in molti avvenne, il cervello de' pazzi, ma ad onorare il merito e coronare il senno de' Savj. Le mura, le fondamenta, le vestigie di quel famoso tempio dell'Onore, in cui s'entrava solo per la porta del Merito, sono oggi sì distrutte e sepolte, che non n'è rimaso né la memoria dov'egli fosse, né la speranza di rivederlo risorto dallo scempio delle presenti rovine alla gloria delle passate grandezze.
===''L'uomo al punto''===
In questa folta selva di mali che ingombrano tutta la terra, sì raddoppiati e densi, che nell'aggirarci che per lo mezzo d'essi facciamo, appena è mai, che volte a una sciagura le spalle fuggendone, non diam di petto in un'altra scontrandola; pur nondimeno è vero, non avervi niun [[Bene e male|male, a cui manchi questa qualunque condizion di bene]], cioè, il poter'avvenire ch'ei non avvenga.
==Citazioni su Daniello Bartoli==
*Pari o somigliante a quel terribile e stupendo Bartoli non abbiamo nessuno. Il quale nelle Istorie volò come aquila sopra tutti i nostri scrittori. ([[Pietro Giordani]])
*Alla prosa d'arte si ascrivono prevalentemente le opere di Daniello Bartoli, che pur trattano argomenti storici, speculativi, scientifici, religiosi, perché tra le facoltà dello scrittore sormonta il piacere descrittivo della parola, e, si potrebbe dire, la stremata e rotta poesia del dizionario. ([[Francesco Flora]])
*Il Bartoli, come tutti i Gesuiti, non ha un affetto mai, non ti fa sentire mai un affetto neppure pei Santi dei quali egli parla, onde tu non sai se egli creda davvero quello che dice: nessun pensiero mai, né ti fa mai meditare. Egli ebbe memoria forte, e fantasia gagliardissima, però il suo stile è tutto immagini, tutto frasi, tutto parole; è un giuoco, una fantasmagoria, e niente altro. Dentro è vuoto, senza pensiero, senza vita, senza verità, senza ordine: e un fascio di fattarelli tratti da tutti gli scrittori sacri e profani, o descrizioni di ogni minima inezia. ([[Luigi Settembrini]])
*Il Bartoli rappresenta la mentalità tipica del letterato del Seicento: meravigliosa padronanza della forma, assoluta mancanza o deficienza di pensiero. Non si direbbe davvero che egli sia venuto al mondo una generazione dopo il Galileo e il Sarpi. ([[Eugenio Donadoni]])
*Il [[Giovan Battista Marino|Marino]] della prosa fu Daniello Bartoli, fabbro artificiosissimo e insuperabile di periodi e di frasi, di uno stile insieme prezioso e fiorito. È stato in ogni angolo quasi della terra; ha fatto migliaia di descrizioni e narrazioni: non si vede mai che la vieta di tante cose nuove gli abbia rinfrescate le impressioni. Retore e moralista astratto, pieno il capo di mitologia e di sacra scrittura, copiosissimo di parole e di frasi in tutto lo scibile, colorista brillante, credé di poter dir tutto, perché tutto sapeva ben dire. La natura e l'uomo non è per lui altro che stimolo e occasione a cavargli fuori tutta la sua erudizione e frasario. Altro scopo più serio non ha. Estraneo al movimento della coltura europea e a tutte le lotte del pensiero, stagnato in un classicismo e in un cattolicismo di seconda mano, venutogli dalla scuola, e non frugato dalla sua intelligenza, il suo cervello rimane ozioso non meno che il suo cuore; e la sua attenzione è tutta intorno alla parte tecnica e meccanica dell'espressione. Tratta la lingua italiana, come greco o latino, come lingua morta, già fissata, e da lui pienamente posseduta. ([[Francesco De Sanctis]])
===[[Giacomo Leopardi]]===
*Chi vuol persuadersi dell'immensa moltiplicità di stili e quasi lingue diverse rinchiuse nella lingua italiana, consideri le opere di Daniello Bartoli.
*Il p. Dan. Bartoli è il Dante della prosa italiana. Il suo stile in ciò che spetta alla lingua è tutto a risalti e rilievi.
*Uomo che fra tutti del suo tempo, e fors'anche di tutti i tempi, fu quello che e per teoria e scienza e per pratica, meglio e piú profondamente e pienamente conobbe la nostra lingua.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Daniello Bartoli, ''Dell'uomo di lettere difeso e emendato'', Giacinto Marietti, Torino, 1834.
*Daniello Bartoli, ''[https://books.google.it/books?id=QLm97kZaDnkC La ricreatione del savio]'', Ignatio de' Lazzeri, Roma, 1659.
*Daniello Bartoli, ''La ricreazione del savio'', Borel e Bompard, Napoli, 1839.
*Daniello Bartoli, ''L'uomo al punto'', 2 voll., a cura di Adolfo Faggi, UTET, Torino, 1930.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Gesuiti italiani]]
[[Categoria:Storici italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Fanny e Alexander
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2022-08-23T14:02:10Z
82.55.166.166
/* Frasi e dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano= Fanny e Alexander
|immagine=
|didascalia=
|titolooriginale= Fanny och Alexander
|paese= Svezia/Francia/Germania
|anno= 1982
|genere= drammatico, fantastico
|regista= [[Ingmar Bergman]]
|soggetto= Ingmar Bergman
|sceneggiatore= Ingmar Bergman
|attori=
*[[Pernilla Allwin]]: Fanny Ekdhal
*[[Bertil Guve]]: Alexander Ekdhal
*[[Ewa Froeling]]: Emilie Ekdahl
*[[Gun Wallgren]]: Helena Ekdahl
*[[Jarl Kulle]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Allan Edwall]]: Oscar Ekdahl
*[[Borje Ahlstedt]]: Carl Ekdahl
*[[Pernilla August]]: Maj
*[[Jan Malmsjo]]: vescovo Vergerus
*[[Erland Josephson]]: Isak Jacobi
*[[Gunnar Björnstrand]]: Filip Landahl
*[[Kristina Adolphson]]: Siri
*[[Inga Alenius]]: Lisen
*[[Kristian Almgren]]: Putte
*[[Harriet Andersson]]: Justina
*[[Anna Bergman]]: Hanna Schwartz
*[[Mats Bergman]]: Aron
*[[Stina Ekblad]]: Ismael
*[[Siv Ericks]]: Alida
*[[Majlis Granlund]]: Vega
*[[Marie Granlund]]: Petra
*[[Sonya Hedenbratt]]: Emma
*[[Svea Holst]]: Ester
*[[Kabi Laretei]]: Anna
*[[Mona Malm]]: Alma Ekdahl
*[[Lena Olin]]: Rosa
*[[Gosta Prezuelius]]: Elsa Bergius
*[[Christina Schollin]]: Lydia Ekdahl
*[[Kerstin Tidelius]]: Henrietta Vergerus
*[[Eva Von Hanno]]: Berta
*[[Pernilla Wahlgren]]: figlia del vescovo
*[[Angelica Wallgren]]: Eva
*[[Emelie Werko]]: Jenny
|doppiatoriitaliani=
*[[Barbara De Bortoli]]: Fanny Ekdhal
*[[Davide Lepore]]: Alexander Ekdhal
*[[Micaela Esdra]]: Emilie Ekdahl
*[[Anna Miserocchi]]: Helena Ekdahl
*[[Gianni Marzocchi]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Sergio Tedesco]]: Oscar Ekdahl
*[[Serena Verdirosi]]: Maj
*[[Sergio Di Stefano]]: vescovo Vergérus
*[[Giorgio Piazza]]: Isak Jacobi
*[[Paila Pavese]]: Justina
*[[Massimo Giuliani]]: Aron
*[[Flaminia Iandolo]]: Alma Ekdahl
*[[Vittoria Febbi]]: Lydia Ekdahl
|note= '''Fotografia''': [[Sven Nykvist]]<br />
*Vincitore di 4 '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premi Oscar]] (1984)''':
**Miglior film straniero
**Miglior fotografia
**Miglior scenografia
**Migliori costumi
}}
'''''Fanny e Alexander''''', film del 1982 diretto dal regista svedese [[Ingmar Bergman]].
==Frasi e dialoghi==
{{cronologico}}
*E la donna in lacrime, piena di nostalgia, si ricompone e ritorna a essere la donna di sempre. Ognuno deve recitare la sua parte. C'è chi la fa piuttosto male e c'è invece chi riesce a farla molto bene. Io appartengo alla seconda categoria.<!--0.40.40 della versione da 180 minuti--> ('''Helena Ekdahl''')
*E adesso...Vorrei vedere Alexander... ('''Oscar Ekdahl''') {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}
*{{NDR|Monologando col fantasma del defunto figlio Oscar}} Era così bello essere incinta. Me ne infischiavo davvero di cuore del teatro. Del resto, si recita sempre un ruolo. Ci sono parti divertenti e altre meno. Io faccio la mamma, poi Giulietta, Margherita, poi mi trovo a fare la vedova e la nonna. Una parte succede all'altra, l'importante è non tirarsi indietro. Ma dov'è andato a finire tutto questo?<!--1.42.00--> ('''Helena Ekdahl''')
*'''Edvard Vergerus''': Una volta sostenevi di cambiare continuamente maschera, al punto che sapevi più chi fossi. Io ho solamente una maschera, ma impressa a fuoco, nella carne. E se dovessi strapparmela... Ho sempre creduto di piacere alla gente, mi vedevo saggio, aperto di idee, e giusto. Mai avrei pensato che qualcuno avrebbe potuto anche odiarmi.<br /> '''Emelie Ekdahl''': Io non ti odio. <br />'''Edvard Vergerus''': No, ma tuo figlio mi odia. Ho paura di lui.<!--2.29.38-->
*Le cose incomprensibili fanno uscire di senno, perciò è meglio dare la colpa agli apparecchi, agli specchi, alle proiezioni. Così la gente ride. È meglio da tutti i punti di vista, specie quello economico. ('''Aron Retzinsky''')
*Se esiste un [[dio]], è un dio di cacca e di piscio che vorrei prendere a calci in culo. ('''Alexander''')
*'''Ismael''': Forse siamo la stessa persona e tra noi non ci sono confini. Forse passiamo uno nell'altro e mirabilmente scorriamo all'infinito l'uno attraverso l'altro. Ti porti dentro pensieri terribili. È quasi penoso starti vicino. E al tempo stesso attraente. {{NDR|Lo accarezza.}} Sai perché?<br />'''Alexander''': Non so se voglio saperlo.<br />'''Ismael''': Avrai sentito dell'usanza di formare l'immagine di qualcuno che si odia per trafiggerla con gli spilli? È un metodo quanto mai rozzo se si pensa alla rapidità con la quale possono agire i pensieri cattivi. Sei proprio uno strano ragazzo, Alexander. Non vuoi parlare di quello a cui stai continuamente pensando. Porti in te la morte di un uomo.<!--2.40.04-->
*Noi Ekdahl, appunto, non siamo venuti al mondo per scrutarlo a fondo, no davvero. Noi non siamo preparati, attrezzati, per questo tipo di... per certe indagini, no. La cosa migliore è quella di mandare all'inferno i grandi contesti. Ecco, noi vivremo in piccolo, nel piccolo mondo. E ci contenteremo di quello. Lo coltiveremo e lo useremo nel modo migliore. La [[morte]] colpisce all'improvviso e all'improvviso si spalanca l'abisso. All'improvviso infuria la tempesta e la catastrofe ci sovrasta. Noi tutto questo lo sappiamo, ma ci rifiutiamo di pensare a queste cose sgradevoli. Noi Ekhdal amiamo i nostri trucchi e stratagemmi. Togliete a un uomo i suoi marchingegni e vedrete che perderà la testa e menerà colpi in aria. La gente deve essere aperta, che diavolo!, comprensibile, altrimenti non avremo il coraggio né di amarla né parlarne male. Il mondo, come anche la realtà, devono essere concepibili, così che possiamo tranquillamente e in piena coscienza lamentarci della sua monotonia. No, non rattristatevi, miei cari, meravigliosi, grandi artisti, ve ne prego. Attori, attrici, abbiamo ugualmente un immenso bisogno di voi, perché sarete voi che ci darete i nostri brividi soprannaturali e soprattutto anche i nostri piaceri terreni. Il mondo è una tana di ladroni e la notte sta per calare. Il male strappa le catene e vaga nel mondo come un cane impazzito, e tutti ne siamo contaminati: noi Ekhdal come qualsiasi altra persona. Nessuno vi sfugge, nemmeno lei, Helena Victoria, o la piccola Aurora. La vita è fatta così: è questo il motivo per il quale dobbiamo essere felici quando siamo felici, ed essere gentili, generosi, teneri, buoni. Proprio per questo motivo è necessario e tutt'altro che vergognoso essere felici, gioire di questo piccolo mondo: della buona cucina, dei dolci sorrisi, degli alberi da frutta che sono in fiore, o anche di un valzer... E ora, miei cari e amati amici, potete tirare un respiro di sollievo. Io ho finito di parlare e voi prendetela pure come vi pare, magari con i rigurgiti sentimentali d'un povero ignorante o il balbettio farneticante di un vecchio..., tanto, tanto non me ne importa niente. Tengo in braccio una piccola dolce imperatrice. Una cosa tangibile eppure incommensurabile. Un giorno mi dimostrerà che ho avuto torto in tutto quello che ho detto ora. Un giorno lei dominerà non soltanto sul piccolo mondo, ma su tutto, su ogni cosa, su ogni cosa. <!--2.47.07--> ('''Gustav Adolf''')
*«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di [[realtà]] l'[[immaginazione]] fila e tesse nuovi disegni.» ('''Helena Ekdahl''' legge ad Alexander ''Il sogno'' di [[August Strindberg]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fanny e Alexander''|w}}
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film fantastici]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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/* Frasi e dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano= Fanny e Alexander
|immagine=
|didascalia=
|titolooriginale= Fanny och Alexander
|paese= Svezia/Francia/Germania
|anno= 1982
|genere= drammatico, fantastico
|regista= [[Ingmar Bergman]]
|soggetto= Ingmar Bergman
|sceneggiatore= Ingmar Bergman
|attori=
*[[Pernilla Allwin]]: Fanny Ekdhal
*[[Bertil Guve]]: Alexander Ekdhal
*[[Ewa Froeling]]: Emilie Ekdahl
*[[Gun Wallgren]]: Helena Ekdahl
*[[Jarl Kulle]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Allan Edwall]]: Oscar Ekdahl
*[[Borje Ahlstedt]]: Carl Ekdahl
*[[Pernilla August]]: Maj
*[[Jan Malmsjo]]: vescovo Vergerus
*[[Erland Josephson]]: Isak Jacobi
*[[Gunnar Björnstrand]]: Filip Landahl
*[[Kristina Adolphson]]: Siri
*[[Inga Alenius]]: Lisen
*[[Kristian Almgren]]: Putte
*[[Harriet Andersson]]: Justina
*[[Anna Bergman]]: Hanna Schwartz
*[[Mats Bergman]]: Aron
*[[Stina Ekblad]]: Ismael
*[[Siv Ericks]]: Alida
*[[Majlis Granlund]]: Vega
*[[Marie Granlund]]: Petra
*[[Sonya Hedenbratt]]: Emma
*[[Svea Holst]]: Ester
*[[Kabi Laretei]]: Anna
*[[Mona Malm]]: Alma Ekdahl
*[[Lena Olin]]: Rosa
*[[Gosta Prezuelius]]: Elsa Bergius
*[[Christina Schollin]]: Lydia Ekdahl
*[[Kerstin Tidelius]]: Henrietta Vergerus
*[[Eva Von Hanno]]: Berta
*[[Pernilla Wahlgren]]: figlia del vescovo
*[[Angelica Wallgren]]: Eva
*[[Emelie Werko]]: Jenny
|doppiatoriitaliani=
*[[Barbara De Bortoli]]: Fanny Ekdhal
*[[Davide Lepore]]: Alexander Ekdhal
*[[Micaela Esdra]]: Emilie Ekdahl
*[[Anna Miserocchi]]: Helena Ekdahl
*[[Gianni Marzocchi]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Sergio Tedesco]]: Oscar Ekdahl
*[[Serena Verdirosi]]: Maj
*[[Sergio Di Stefano]]: vescovo Vergérus
*[[Giorgio Piazza]]: Isak Jacobi
*[[Paila Pavese]]: Justina
*[[Massimo Giuliani]]: Aron
*[[Flaminia Iandolo]]: Alma Ekdahl
*[[Vittoria Febbi]]: Lydia Ekdahl
|note= '''Fotografia''': [[Sven Nykvist]]<br />
*Vincitore di 4 '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premi Oscar]] (1984)''':
**Miglior film straniero
**Miglior fotografia
**Miglior scenografia
**Migliori costumi
}}
'''''Fanny e Alexander''''', film del 1982 diretto dal regista svedese [[Ingmar Bergman]].
==Frasi e dialoghi==
{{cronologico}}
*E la donna in lacrime, piena di nostalgia, si ricompone e ritorna a essere la donna di sempre. Ognuno deve recitare la sua parte. C'è chi la fa piuttosto male e c'è invece chi riesce a farla molto bene. Io appartengo alla seconda categoria.<!--0.40.40 della versione da 180 minuti--> ('''Helena Ekdahl''')
*E adesso...Vorrei vedere Alexander... ('''Oscar Ekdahl''') {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}
*{{NDR|Monologando col fantasma del defunto figlio Oscar}} Era così bello essere incinta. Me ne infischiavo davvero di cuore del teatro. Del resto, si recita sempre un ruolo. Ci sono parti divertenti e altre meno. Io faccio la mamma, poi Giulietta, Margherita, poi mi trovo a fare la vedova e la nonna. Una parte succede all'altra, l'importante è non tirarsi indietro. Ma dov'è andato a finire tutto questo?<!--1.42.00--> ('''Helena Ekdahl''')
*'''Edvard Vergerus''': Una volta sostenevi di cambiare continuamente maschera, al punto che sapevi più chi fossi. Io ho solamente una maschera, ma impressa a fuoco, nella carne. E se dovessi strapparmela... Ho sempre creduto di piacere alla gente, mi vedevo saggio, aperto di idee, e giusto. Mai avrei pensato che qualcuno avrebbe potuto anche odiarmi.<br /> '''Emelie Ekdahl''': Io non ti odio. <br />'''Edvard Vergerus''': No, ma tuo figlio mi odia. Ho paura di lui.<!--2.29.38-->
*Le cose incomprensibili fanno uscire di senno, perciò è meglio dare la colpa agli apparecchi, agli specchi, alle proiezioni. Così la gente ride. È meglio da tutti i punti di vista, specie quello economico. ('''Aron Retzinsky''')
*Se esiste un [[dio]], è un dio di cacca e di piscio che vorrei prendere a calci in culo. ('''Alexander''')
*'''Ismael''': Forse siamo la stessa persona e tra noi non ci sono confini. Forse passiamo uno nell'altro e mirabilmente scorriamo all'infinito l'uno attraverso l'altro. Ti porti dentro pensieri terribili. È quasi penoso starti vicino. E al tempo stesso attraente. {{NDR|Lo accarezza.}} Sai perché?<br />'''Alexander''': Non so se voglio saperlo.<br />'''Ismael''': Avrai sentito dell'usanza di formare l'immagine di qualcuno che si odia per trafiggerla con gli spilli? È un metodo quanto mai rozzo se si pensa alla rapidità con la quale possono agire i pensieri cattivi. Sei proprio uno strano ragazzo, Alexander. Non vuoi parlare di quello a cui stai continuamente pensando. Porti in te la morte di un uomo.<!--2.40.04-->
*Noi Ekdahl, appunto, non siamo venuti al mondo per scrutarlo a fondo, no davvero. Noi non siamo preparati, attrezzati, per questo tipo di... per certe indagini, no. La cosa migliore è quella di mandare all'inferno i grandi contesti. Ecco, noi vivremo in piccolo, nel piccolo mondo. E ci contenteremo di quello. Lo coltiveremo e lo useremo nel modo migliore. La [[morte]] colpisce all'improvviso e all'improvviso si spalanca l'abisso. All'improvviso infuria la tempesta e la catastrofe ci sovrasta. Noi tutto questo lo sappiamo, ma ci rifiutiamo di pensare a queste cose sgradevoli. Noi Ekhdal amiamo i nostri trucchi e stratagemmi. Togliete a un uomo i suoi marchingegni e vedrete che perderà la testa e menerà colpi in aria. La gente deve essere aperta, che diavolo!, comprensibile, altrimenti non avremo il coraggio né di amarla né parlarne male. Il mondo, come anche la realtà, devono essere concepibili, così che possiamo tranquillamente e in piena coscienza lamentarci della sua monotonia. No, non rattristatevi, miei cari, meravigliosi, grandi artisti, ve ne prego. Attori, attrici, abbiamo ugualmente un immenso bisogno di voi, perché sarete voi che ci darete i nostri brividi soprannaturali e soprattutto anche i nostri piaceri terreni. Il mondo è una tana di ladroni e la notte sta per calare. Il male strappa le catene e vaga nel mondo come un cane impazzito, e tutti ne siamo contaminati: noi Ekhdal come qualsiasi altra persona. Nessuno vi sfugge, nemmeno lei, Helena Victoria, o la piccola Aurora. La vita è fatta così: è questo il motivo per il quale dobbiamo essere felici quando siamo felici, ed essere gentili, generosi, teneri, buoni. Proprio per questo motivo è necessario e tutt'altro che vergognoso essere felici, gioire di questo piccolo mondo: della buona cucina, dei dolci sorrisi, degli alberi da frutta che sono in fiore, o anche di un valzer... E ora, miei cari e amati amici, potete tirare un respiro di sollievo. Io ho finito di parlare e voi prendetela pure come vi pare, magari con i rigurgiti sentimentali d'un povero ignorante o il balbettio farneticante di un vecchio... tanto, tanto non me ne importa niente. Tengo in braccio una piccola dolce imperatrice. Una cosa tangibile eppure incommensurabile. Un giorno mi dimostrerà che ho avuto torto in tutto quello che ho detto ora. Un giorno lei dominerà non soltanto sul piccolo mondo, ma su tutto, su ogni cosa, su ogni cosa. <!--2.47.07--> ('''Gustav Adolf''')
*«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di [[realtà]] l'[[immaginazione]] fila e tesse nuovi disegni.» ('''Helena Ekdahl''' legge ad Alexander ''Il sogno'' di [[August Strindberg]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fanny e Alexander''|w}}
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film fantastici]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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82.55.166.166
/* Frasi e dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano= Fanny e Alexander
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|titolooriginale= Fanny och Alexander
|paese= Svezia/Francia/Germania
|anno= 1982
|genere= drammatico, fantastico
|regista= [[Ingmar Bergman]]
|soggetto= Ingmar Bergman
|sceneggiatore= Ingmar Bergman
|attori=
*[[Pernilla Allwin]]: Fanny Ekdhal
*[[Bertil Guve]]: Alexander Ekdhal
*[[Ewa Froeling]]: Emilie Ekdahl
*[[Gun Wallgren]]: Helena Ekdahl
*[[Jarl Kulle]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Allan Edwall]]: Oscar Ekdahl
*[[Borje Ahlstedt]]: Carl Ekdahl
*[[Pernilla August]]: Maj
*[[Jan Malmsjo]]: vescovo Vergerus
*[[Erland Josephson]]: Isak Jacobi
*[[Gunnar Björnstrand]]: Filip Landahl
*[[Kristina Adolphson]]: Siri
*[[Inga Alenius]]: Lisen
*[[Kristian Almgren]]: Putte
*[[Harriet Andersson]]: Justina
*[[Anna Bergman]]: Hanna Schwartz
*[[Mats Bergman]]: Aron
*[[Stina Ekblad]]: Ismael
*[[Siv Ericks]]: Alida
*[[Majlis Granlund]]: Vega
*[[Marie Granlund]]: Petra
*[[Sonya Hedenbratt]]: Emma
*[[Svea Holst]]: Ester
*[[Kabi Laretei]]: Anna
*[[Mona Malm]]: Alma Ekdahl
*[[Lena Olin]]: Rosa
*[[Gosta Prezuelius]]: Elsa Bergius
*[[Christina Schollin]]: Lydia Ekdahl
*[[Kerstin Tidelius]]: Henrietta Vergerus
*[[Eva Von Hanno]]: Berta
*[[Pernilla Wahlgren]]: figlia del vescovo
*[[Angelica Wallgren]]: Eva
*[[Emelie Werko]]: Jenny
|doppiatoriitaliani=
*[[Barbara De Bortoli]]: Fanny Ekdhal
*[[Davide Lepore]]: Alexander Ekdhal
*[[Micaela Esdra]]: Emilie Ekdahl
*[[Anna Miserocchi]]: Helena Ekdahl
*[[Gianni Marzocchi]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Sergio Tedesco]]: Oscar Ekdahl
*[[Serena Verdirosi]]: Maj
*[[Sergio Di Stefano]]: vescovo Vergérus
*[[Giorgio Piazza]]: Isak Jacobi
*[[Paila Pavese]]: Justina
*[[Massimo Giuliani]]: Aron
*[[Flaminia Iandolo]]: Alma Ekdahl
*[[Vittoria Febbi]]: Lydia Ekdahl
|note= '''Fotografia''': [[Sven Nykvist]]<br />
*Vincitore di 4 '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premi Oscar]] (1984)''':
**Miglior film straniero
**Miglior fotografia
**Miglior scenografia
**Migliori costumi
}}
'''''Fanny e Alexander''''', film del 1982 diretto dal regista svedese [[Ingmar Bergman]].
==Frasi e dialoghi==
{{cronologico}}
*E la donna in lacrime, piena di nostalgia, si ricompone e ritorna a essere la donna di sempre. Ognuno deve recitare la sua parte. C'è chi la fa piuttosto male e c'è invece chi riesce a farla molto bene. Io appartengo alla seconda categoria.<!--0.40.40 della versione da 180 minuti--> ('''Helena Ekdahl''')
*E adesso...Vorrei vedere Alexander... ('''Oscar Ekdahl''') {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}
*{{NDR|Monologando col fantasma del defunto figlio Oscar}} Era così bello essere incinta. Me ne infischiavo davvero di cuore del teatro. Del resto, si recita sempre un ruolo. Ci sono parti divertenti e altre meno. Io faccio la mamma, poi Giulietta, Margherita, poi mi trovo a fare la vedova e la nonna. Una parte succede all'altra, l'importante è non tirarsi indietro. Ma dov'è andato a finire tutto questo?<!--1.42.00--> ('''Helena Ekdahl''')
*'''Edvard Vergerus''': Una volta sostenevi di cambiare continuamente maschera, al punto che sapevi più chi fossi. Io ho solamente una maschera, ma impressa a fuoco, nella carne. E se dovessi strapparmela... Ho sempre creduto di piacere alla gente, mi vedevo saggio, aperto di idee, e giusto. Mai avrei pensato che qualcuno avrebbe potuto anche odiarmi.<br /> '''Emelie Ekdahl''': Io non ti odio. <br />'''Edvard Vergerus''': No, ma tuo figlio mi odia. Ho paura di lui.<!--2.29.38-->
*Le cose incomprensibili fanno uscire di senno, perciò è meglio dare la colpa agli apparecchi, agli specchi, alle proiezioni. Così la gente ride. È meglio da tutti i punti di vista, specie quello economico. ('''Aron Retzinsky''')
*Se esiste un [[dio]], è un dio di cacca e di piscio che vorrei prendere a calci in culo. ('''Alexander''')
*'''Ismael''': Forse siamo la stessa persona e tra noi non ci sono confini. Forse passiamo uno nell'altro e mirabilmente scorriamo all'infinito l'uno attraverso l'altro. Ti porti dentro pensieri terribili. È quasi penoso starti vicino. E al tempo stesso attraente. {{NDR|Lo accarezza.}} Sai perché?<br />'''Alexander''': Non so se voglio saperlo.<br />'''Ismael''': Avrai sentito dell'usanza di formare l'immagine di qualcuno che si odia per trafiggerla con gli spilli? È un metodo quanto mai rozzo se si pensa alla rapidità con la quale possono agire i pensieri cattivi. Sei proprio uno strano ragazzo, Alexander. Non vuoi parlare di quello a cui stai continuamente pensando. Porti in te la morte di un uomo.<!--2.40.04-->
*Noi Ekdahl, appunto, non siamo venuti al mondo per scrutarlo a fondo, no davvero. Noi non siamo preparati, attrezzati, per questo tipo di... per certe indagini, no. La cosa migliore è quella di mandare all'inferno i grandi contesti. Ecco, noi vivremo in piccolo, nel piccolo mondo. E ci contenteremo di quello. Lo coltiveremo e lo useremo nel modo migliore. La [[morte]] colpisce all'improvviso e all'improvviso si spalanca l'abisso. All'improvviso infuria la tempesta e la catastrofe ci sovrasta. Noi tutto questo lo sappiamo, ma ci rifiutiamo di pensare a queste cose sgradevoli. Noi Ekdahl amiamo i nostri trucchi e stratagemmi. Togliete a un uomo i suoi marchingegni e vedrete che perderà la testa e menerà colpi in aria. La gente deve essere aperta, che diavolo!, comprensibile, altrimenti non avremo il coraggio né di amarla né parlarne male. Il mondo, come anche la realtà, devono essere concepibili, così che possiamo tranquillamente e in piena coscienza lamentarci della sua monotonia. No, non rattristatevi, miei cari, meravigliosi, grandi artisti, ve ne prego. Attori, attrici, abbiamo ugualmente un immenso bisogno di voi, perché sarete voi che ci darete i nostri brividi soprannaturali e soprattutto anche i nostri piaceri terreni. Il mondo è una tana di ladroni e la notte sta per calare. Il male strappa le catene e vaga nel mondo come un cane impazzito, e tutti ne siamo contaminati: noi Ekdahl come qualsiasi altra persona. Nessuno vi sfugge, nemmeno lei, Helena Victoria, o la piccola Aurora. La vita è fatta così: è questo il motivo per il quale dobbiamo essere felici quando siamo felici, ed essere gentili, generosi, teneri, buoni. Proprio per questo motivo è necessario e tutt'altro che vergognoso essere felici, gioire di questo piccolo mondo: della buona cucina, dei dolci sorrisi, degli alberi da frutta che sono in fiore, o anche di un valzer... E ora, miei cari e amati amici, potete tirare un respiro di sollievo. Io ho finito di parlare e voi prendetela pure come vi pare, magari con i rigurgiti sentimentali d'un povero ignorante o il balbettio farneticante di un vecchio... tanto, tanto non me ne importa niente. Tengo in braccio una piccola dolce imperatrice. Una cosa tangibile eppure incommensurabile. Un giorno mi dimostrerà che ho avuto torto in tutto quello che ho detto ora. Un giorno lei dominerà non soltanto sul piccolo mondo, ma su tutto, su ogni cosa, su ogni cosa. <!--2.47.07--> ('''Gustav Adolf''')
*«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di [[realtà]] l'[[immaginazione]] fila e tesse nuovi disegni.» ('''Helena Ekdahl''' legge ad Alexander ''Il sogno'' di [[August Strindberg]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fanny e Alexander''|w}}
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film fantastici]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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2022-08-23T14:12:19Z
82.55.166.166
/* Frasi e dialoghi */
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{{Film
|titoloitaliano= Fanny e Alexander
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|didascalia=
|titolooriginale= Fanny och Alexander
|paese= Svezia/Francia/Germania
|anno= 1982
|genere= drammatico, fantastico
|regista= [[Ingmar Bergman]]
|soggetto= Ingmar Bergman
|sceneggiatore= Ingmar Bergman
|attori=
*[[Pernilla Allwin]]: Fanny Ekdhal
*[[Bertil Guve]]: Alexander Ekdhal
*[[Ewa Froeling]]: Emilie Ekdahl
*[[Gun Wallgren]]: Helena Ekdahl
*[[Jarl Kulle]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Allan Edwall]]: Oscar Ekdahl
*[[Borje Ahlstedt]]: Carl Ekdahl
*[[Pernilla August]]: Maj
*[[Jan Malmsjo]]: vescovo Vergerus
*[[Erland Josephson]]: Isak Jacobi
*[[Gunnar Björnstrand]]: Filip Landahl
*[[Kristina Adolphson]]: Siri
*[[Inga Alenius]]: Lisen
*[[Kristian Almgren]]: Putte
*[[Harriet Andersson]]: Justina
*[[Anna Bergman]]: Hanna Schwartz
*[[Mats Bergman]]: Aron
*[[Stina Ekblad]]: Ismael
*[[Siv Ericks]]: Alida
*[[Majlis Granlund]]: Vega
*[[Marie Granlund]]: Petra
*[[Sonya Hedenbratt]]: Emma
*[[Svea Holst]]: Ester
*[[Kabi Laretei]]: Anna
*[[Mona Malm]]: Alma Ekdahl
*[[Lena Olin]]: Rosa
*[[Gosta Prezuelius]]: Elsa Bergius
*[[Christina Schollin]]: Lydia Ekdahl
*[[Kerstin Tidelius]]: Henrietta Vergerus
*[[Eva Von Hanno]]: Berta
*[[Pernilla Wahlgren]]: figlia del vescovo
*[[Angelica Wallgren]]: Eva
*[[Emelie Werko]]: Jenny
|doppiatoriitaliani=
*[[Barbara De Bortoli]]: Fanny Ekdhal
*[[Davide Lepore]]: Alexander Ekdhal
*[[Micaela Esdra]]: Emilie Ekdahl
*[[Anna Miserocchi]]: Helena Ekdahl
*[[Gianni Marzocchi]]: Gustav Adolf Ekdahl
*[[Sergio Tedesco]]: Oscar Ekdahl
*[[Serena Verdirosi]]: Maj
*[[Sergio Di Stefano]]: vescovo Vergérus
*[[Giorgio Piazza]]: Isak Jacobi
*[[Paila Pavese]]: Justina
*[[Massimo Giuliani]]: Aron
*[[Flaminia Iandolo]]: Alma Ekdahl
*[[Vittoria Febbi]]: Lydia Ekdahl
|note= '''Fotografia''': [[Sven Nykvist]]<br />
*Vincitore di 4 '''[[:Categoria:Film premi Oscar|premi Oscar]] (1984)''':
**Miglior film straniero
**Miglior fotografia
**Miglior scenografia
**Migliori costumi
}}
'''''Fanny e Alexander''''', film del 1982 diretto dal regista svedese [[Ingmar Bergman]].
==Frasi e dialoghi==
{{cronologico}}
*E la donna in lacrime, piena di nostalgia, si ricompone e ritorna a essere la donna di sempre. Ognuno deve recitare la sua parte. C'è chi la fa piuttosto male e c'è invece chi riesce a farla molto bene. Io appartengo alla seconda categoria.<!--0.40.40 della versione da 180 minuti--> ('''Helena Ekdahl''')
*E adesso...Voglio guardare Alexander... ('''Oscar Ekdahl''') {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}
*{{NDR|Monologando col fantasma del defunto figlio Oscar}} Era così bello essere incinta. Me ne infischiavo davvero di cuore del teatro. Del resto, si recita sempre un ruolo. Ci sono parti divertenti e altre meno. Io faccio la mamma, poi Giulietta, Margherita, poi mi trovo a fare la vedova e la nonna. Una parte succede all'altra, l'importante è non tirarsi indietro. Ma dov'è andato a finire tutto questo?<!--1.42.00--> ('''Helena Ekdahl''')
*'''Edvard Vergerus''': Una volta sostenevi di cambiare continuamente maschera, al punto che sapevi più chi fossi. Io ho solamente una maschera, ma impressa a fuoco, nella carne. E se dovessi strapparmela... Ho sempre creduto di piacere alla gente, mi vedevo saggio, aperto di idee, e giusto. Mai avrei pensato che qualcuno avrebbe potuto anche odiarmi.<br /> '''Emelie Ekdahl''': Io non ti odio. <br />'''Edvard Vergerus''': No, ma tuo figlio mi odia. Ho paura di lui.<!--2.29.38-->
*Le cose incomprensibili fanno uscire di senno, perciò è meglio dare la colpa agli apparecchi, agli specchi, alle proiezioni. Così la gente ride. È meglio da tutti i punti di vista, specie quello economico. ('''Aron Retzinsky''')
*Se esiste un [[dio]], è un dio di cacca e di piscio che vorrei prendere a calci in culo. ('''Alexander''')
*'''Ismael''': Forse siamo la stessa persona e tra noi non ci sono confini. Forse passiamo uno nell'altro e mirabilmente scorriamo all'infinito l'uno attraverso l'altro. Ti porti dentro pensieri terribili. È quasi penoso starti vicino. E al tempo stesso attraente. {{NDR|Lo accarezza.}} Sai perché?<br />'''Alexander''': Non so se voglio saperlo.<br />'''Ismael''': Avrai sentito dell'usanza di formare l'immagine di qualcuno che si odia per trafiggerla con gli spilli? È un metodo quanto mai rozzo se si pensa alla rapidità con la quale possono agire i pensieri cattivi. Sei proprio uno strano ragazzo, Alexander. Non vuoi parlare di quello a cui stai continuamente pensando. Porti in te la morte di un uomo.<!--2.40.04-->
*Noi Ekdahl, appunto, non siamo venuti al mondo per scrutarlo a fondo, no davvero. Noi non siamo preparati, attrezzati, per questo tipo di... per certe indagini, no. La cosa migliore è quella di mandare all'inferno i grandi contesti. Ecco, noi vivremo in piccolo, nel piccolo mondo. E ci contenteremo di quello. Lo coltiveremo e lo useremo nel modo migliore. La [[morte]] colpisce all'improvviso e all'improvviso si spalanca l'abisso. All'improvviso infuria la tempesta e la catastrofe ci sovrasta. Noi tutto questo lo sappiamo, ma ci rifiutiamo di pensare a queste cose sgradevoli. Noi Ekdahl amiamo i nostri trucchi e stratagemmi. Togliete a un uomo i suoi marchingegni e vedrete che perderà la testa e menerà colpi in aria. La gente deve essere aperta, che diavolo!, comprensibile, altrimenti non avremo il coraggio né di amarla né parlarne male. Il mondo, come anche la realtà, devono essere concepibili, così che possiamo tranquillamente e in piena coscienza lamentarci della sua monotonia. No, non rattristatevi, miei cari, meravigliosi, grandi artisti, ve ne prego. Attori, attrici, abbiamo ugualmente un immenso bisogno di voi, perché sarete voi che ci darete i nostri brividi soprannaturali e soprattutto anche i nostri piaceri terreni. Il mondo è una tana di ladroni e la notte sta per calare. Il male strappa le catene e vaga nel mondo come un cane impazzito, e tutti ne siamo contaminati: noi Ekdahl come qualsiasi altra persona. Nessuno vi sfugge, nemmeno lei, Helena Victoria, o la piccola Aurora. La vita è fatta così: è questo il motivo per il quale dobbiamo essere felici quando siamo felici, ed essere gentili, generosi, teneri, buoni. Proprio per questo motivo è necessario e tutt'altro che vergognoso essere felici, gioire di questo piccolo mondo: della buona cucina, dei dolci sorrisi, degli alberi da frutta che sono in fiore, o anche di un valzer... E ora, miei cari e amati amici, potete tirare un respiro di sollievo. Io ho finito di parlare e voi prendetela pure come vi pare, magari con i rigurgiti sentimentali d'un povero ignorante o il balbettio farneticante di un vecchio... tanto, tanto non me ne importa niente. Tengo in braccio una piccola dolce imperatrice. Una cosa tangibile eppure incommensurabile. Un giorno mi dimostrerà che ho avuto torto in tutto quello che ho detto ora. Un giorno lei dominerà non soltanto sul piccolo mondo, ma su tutto, su ogni cosa, su ogni cosa. <!--2.47.07--> ('''Gustav Adolf''')
*«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di [[realtà]] l'[[immaginazione]] fila e tesse nuovi disegni.» ('''Helena Ekdahl''' legge ad Alexander ''Il sogno'' di [[August Strindberg]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Fanny e Alexander''|w}}
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film fantastici]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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Cape Fear - Il promontorio della paura
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wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano= Cape Fear<br />Il promontorio della paura
|titolooriginale= Cape Fear
|immagine=
|didascalia=
|paese= USA
|anno= 1991
|genere= thriller / horror
|regista= [[Martin Scorsese]]
|soggetto= [[John D. MacDonald]] (romanzo)<br />[[James R. Webb]] (sceneggiatura 1962)
|sceneggiatore= [[Wesley Strick]]
|attori=
*[[Robert De Niro]]: Max Cady
*[[Nick Nolte]]: Sam Bowden
*[[Jessica Lange]]: Leigh Bowden
*[[Juliette Lewis]]: Danielle Bowden
*[[Robert Mitchum]]: Tenente Elgart
*[[Gregory Peck]]: Lee Heller
*[[Martin Balsam]]: giudice
*[[Joe Don Baker]]: Claude Kersek
*[[Illeana Douglas]]: Lori Davis
*[[Fred Dalton Thompson]]: Tom Broadbent
|doppiatoriitaliani=
*[[Ferruccio Amendola]]: Max Cady
*[[Luciano De Ambrosis]]: Sam Bowden
*[[Vittoria Febbi]]: Leigh Bowden
*[[Sergio Graziani]]: Tenente Elgart
*[[Eleonora De Angelis]]: Danielle Bowden
*[[Alessandro Rossi]]: Claude Kersek
*[[Pino Locchi]]: Lee Heller
*[[Dario Penne]]: giudice
*[[Cristina Boraschi]]: Lori Davis
|note='''Musiche''': [[Bernard Herrmann]] (adattate, arrangiate e condotte da [[Elmer Bernstein]])
*Remake di ''Il promontorio della paura'' (1962)
}}
'''''Cape Fear – Il promontorio della paura''''', film statunitense del 1991 con [[Robert De Niro]] e [[Nick Nolte]], regia di [[Martin Scorsese]].
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
I miei ricordi, svolgimento: ho sempre pensato che per un fiume così bello il nome "promontorio della paura" fosse mistificatorio. L'unica cosa di cui aver paura in quelle magiche notti d'estate era che la magia finisse e la realtà mi piombasse di nuovo addosso. ('''Danielle Bowden''')
==Frasi==
*{{NDR|Rivolto a Sam}} Libero come un uccellino, eh? Te ne vai dove ti pare, con chi ti pare. Quando uno è troppo libero, si mette in qualche guaio, tu che ne dici? ('''Max Cady''')
*{{NDR|Rivolto a Sam}} Imparerai che vuol dire perdere. ('''Max Cady''')
*Questo sigaro è l'unico vizio che mi sono permesso; mi ci voleva un vizio in galera, per ricordarmi che sono un uomo. ('''Max Cady''')
*Ma cosa vuole da me, signor Cady? Io ero il suo avvocato, io l'ho difesa. ('''Sam Bowden''')
*{{NDR|Prima di violentare Lori Davis}} Ora ci divertiamo, puttana! ('''Max Cady''')
*Non puoi fuggire dai tuoi peccati solo scappando di casa. ('''Max Cady''')
*Ogni uomo deve attraversare l'Inferno, per raggiungere il suo Paradiso. ('''Max Cady''')
*Avvocato! Avvocato! Sei tu, vero? Avvocato! Vieni fuori, dai forza, fatti vedere! ('''Max Cady''')
*Io non sono un povero pezzo di merda, io sono meglio di tutti voi! Leggo meglio di voi. Imparo meglio di voi. Ragiono meglio di voi. E filosofeggio pure meglio di voi! E durerò più di voi! Ti credi che un po' di botte mettano fuori combattimento questo vecchio montanaro? Dovrai fare uno sforzo molto più serio, avvocato, per dimostrare che vali più di me! ('''Max Cady''')
*Io sono simile a Dio e Dio è simile a me! Io sono grande quanto Dio, Egli è piccolo quanto me! Egli non può essere al di sopra di me, né io al di sotto di Lui! ('''Max Cady''')
*{{NDR|Dopo aver ucciso Kersek}} Questa l'ho inventata io. Ti piace, brutto stronzo di merda?! ('''Max Cady''')
*{{NDR|Riferito a Max Cady}} Io lo ammazzo questo figlio di puttana! Lo ammazzo! Figlio di puttana, io lo ammazzo! ('''Sam Bowden''')
*Pensare al passato è come morire un po' ogni giorno, e io voglio vivere. ('''Danielle Bowden''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]] rivolto a Sam, prima di essere affogato}} Sulla riva del Giordano io sto! Chi vuol venire con me? La Terra Promessa raggiungerò! La Terra Promessa raggiungerò! Chi vuol venire...? ('''Max Cady''')
==Dialoghi==
*'''Claude Kersek''': Ehi! Cady, aspetta! Aspetta un attimo. È un po' di tempo che sono di pessimo umore, è molto seccante. Sai cosa potresti fare per risollevarmi il morale? <br /> '''Max Cady''': No. <br /> '''Claude Kersek''': Levarti di torno. E non parlo di andartene da questa città, ma proprio fuori da questo stato! Non ti voglio più vedere, non ti voglio più sentire, neanche sentire la tua puzza, vattene via! <br /> '''Max Cady''': Sì, scusa ma tu sei amico mio? <br /> '''Claude Kersek''': No, non sono amico tuo. <br /> '''Max Cady''': Ah, be', io avevo l'impressione che tu fossi amico mio, perché mi piace programmare la mia vita con gli amici. Ma se non mi sei amico e vuoi programmare la mia vita sei un po' presuntuoso, anzi direi che sei un gran maleducato. Io non sono il tuo schiavo, lo capisci bello? <br /> '''Claude Kersek''': {{NDR|sarcastico}} Oh Santo Dio, sapessi quanto mi dispiace di averti offeso brutto pezzo di merda! <br /> '''Max Cady''': {{NDR|ironico}} Uhh, stanno quasi per prendermi le convulsioni! Lo sai che m'hai proprio scosso? Sto tremando tutto. Uhh!... {{NDR|serio}} Non ti conviene prendermi a male parole amico mio. Sai com'è, io mi potrei irritare, le cose potrebbero degenerare... e io per legittima difesa ti potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe per niente, qui, adesso. <br /> '''Claude Kersek''': Se vuoi saltarmi addosso, io sono qui che aspetto. <br /> '''Max Cady''': Mi stai minacciando?...Mi stai minacciando? <br /> '''Claude Kersek''': Hai afferrato il concetto! <br /> '''Max Cady''': Perché è mio diritto stare qua, e tu lo sai benissimo. E se io resto qua, tu che cosa fai? <br /> '''Claude Kersek''': Te li puoi ficcare dove meglio ti pare i tuoi diritti! Attento a dove metti i piedi, e sai di cosa parlo! <br /> '''Max Cady''': E che mi puoi fare? Arrestarmi? Sei un poliziotto? O eri un poliziotto? Oppure eri troppo stronzo per restare in servizio?! Perché, lo sai, è questa la sensazione che mi dai.
*{{NDR|Nel Cafè, Max Cady è seduto e sta leggendo la Bibbia, mentre sopraggiunge l'avvocato Bowden, con fare minaccioso}}<br />'''Max Cady''': Hai fatto caso a questi giovani? Non sembrano molto felici; si impegnano nelle professioni, si impegnano a far carriera, ma non si impegnano l'uno con l'altro...<br />'''Sam Bowden''': Cady, stia zitto e ascolti! Se non se ne va, se non lascia la mia famiglia in pace e se non lascia questa città, le assicuro che se ne pentirà. Neanche immagina quanto.<br />'''Max Cady''': Non ho capito, puoi ripetere?<br />'''Sam Bowden''': Ho detto, che se non se ne va via, se ne pentirà come neanche se l'immagina!<br />'''Max Cady''': È una minaccia.<br />'''Sam Bowden''': Sì. Ci può scommettere la testa.<br />'''Max Cady''': Avevo pensato di trasferirmi in un posto dove poter trovare più umanità, la California magari. Potevo insegnare pronto intervento terremotati, ma poi la folgorazione: io amo il mio ex-avvocato. In quale altro posto potrei fare quattro chiacchiere alla buona con un vecchio collega?<br />'''Sam Bowden''': Noi non siamo colleghi, lo vuol capire? Non siamo colleghi!<br />'''Max Cady''': Ti credi ancora migliore di me?<br />'''Sam Bowden''': No, non mi credo migliore di Lei, non si tratta di questo, lo vuol capire?!<br />'''Max Cady''': Bene, perché se non sei migliore di me, io posso avere quello che hai tu.<br />'''Sam Bowden''': E io che cosa ho?<br />'''Max Cady''': Una moglie, una figlia. Nella vita ci sono delle cose con cui devi fare i conti: quattordici anni fa io fui costretto a fare i conti con una cella due metri e mezzo per tre, e adesso sarai tu a dover fare dei conti. Puoi dire che io sono qui per salvarti.<br />'''Sam Bowden''': Va bene. {{NDR|Dà le spalle a Cady ed esce dal locale}}<br />'''Max Cady''': Dà un'occhiata alla Bibbia, Avvocato: tra il libro di Esther e i Salmi.<br />
*{{NDR|Bowden irrompe nell'ufficio di Kersek, nervoso dopo l'esito del processo favorevole a Cady}} '''Sam Bowden''': Kersek! Voglio una pistola! Devi aiutarmi, mi serve una pistola.<br />'''Claude Kersek'''{{NDR|interrompe la sua partita di mini-golf}}: Una pistola?<br />'''Sam Bowden''': Sì, hai sentito bene.<br />'''Claude Kersek''': La sai maneggiare?<br />'''Sam Bowden''': No, non credo nell'uso delle armi, non ne ho mai avuta una.<br />'''Claude Kersek''': Va bene, te la procuro. Che tipo di pistola vuoi? Calmati adesso!<br />'''Sam Bowden''': Be', non lo so. Qualcosa che sia semplice da usare.<br />'''Claude Kersek''': Aspetta, fammi pensare un attimo. Vediamo qual è la più adatta: 45, 30...fammi vedere le mani.<br />'''Sam Bowden'''{{NDR|Alza le mani e le mostra a Kersek}}: Ecco.<br />'''Claude Kersek''': Va bene: 38 special canna corta!<br />'''Sam Bowden''': D'accordo, bene!<br />'''Claude Kersek''': Dovrebbe andare: ti posso anche insegnare a usarla.<br />'''Sam Bowden''': Okay!<br />'''Claude Kersek''': La prima regola..<br />'''Sam Bowden''': Sì?<br />'''Claude Kersek''':...è questa: non devi pensare che stai sparando ad un uomo per ucciderlo. Pensa solo che sia la prolunga del tuo pugno, pensa che vuoi dare un cazzotto e stendere qualcuno! Pum!<br />'''Sam Bowden''': Va bene, ok.<br />'''Claude Kersek''': D'accordo? Se vuoi andiamo nei boschi a sparare a qualche tronco.<br />'''Sam Bowden''': Benissimo, sarebbe perfetto.<br />'''Claude Kersek''': D'accordo. Accidenti.. {{NDR|Kersek è colto da un brutto pensiero}}<br />'''Sam Bowden''': Ma che ti prende, che c'è? <br />'''Claude Kersek''': Be', Sam...<br />'''Sam Bowden''': Sì.<br />'''Claude Kersek''': Io ti do una pistola, tu la punti su Cady: ti rendi conto che sparare ad uomo è diverso che bucherellare un tronco d'albero...e nel giro di un attimo tu non hai la pistola e ce l'ha Cady.<br />'''Sam Bowden''': No no, se tu mi avrai addestrato, io saprò maneggiarla. Lui non riuscirà a portarmela via! <br />'''Claude Kersek''': Va bene, va bene! Facciamo un'altra ipotesi: tu spari a Cady e lo fai secco, mh? E ti becchi l'ergastolo. Te ne rendi conto o no?! <br />'''Sam Bowden''':{{NDR|Rimasto impietrito di fronte agli scenari ipotizzati da Kersek, Bowden si siede}}: Oh Cristo, qui si sono rovesciati i termini Kersek! La legge mi considera un fattore di pericolo peggiore di Max Cady! E uno stronzo di principe del Foro ha messo in agitazione i probiviri dell'Albo, che terranno una seduta a Raleigh per discutere dell'aggressione.<br />'''Claude Kersek''': Su quali elementi, scusa?<br />'''Sam Bowden''': Ero andato ad avvertire Cady che... {{NDR|Bowden diventa visibilmente nervoso}} m-mi sembrava la cosa più decente da fare, speravo di spaventarlo...aveva un registratore.<br />'''Claude Kersek''': Che figlio di puttana! {{NDR|Nel frattempo Sam si accende una sigaretta}} Questa udienza è veramente importante? <br/> '''Sam Bowden'''{{NDR|Con tono sarcastico}}: Ahahaha, solo se voglio continuare la professione dell'Avvocato?! Sì! Certo.<br />'''Claude Kersek''': Cady non sarà presente, vero?<br />'''Sam Bowden''': Oh nononono. Il signor Cady è al di sopra di ogni sospetto!<br />'''Claude Kersek''': Ma tu devi essere presente.<br />'''Sam Bowden''': Sì.<br />'''Claude Kersek''': Quand'è l'udienza?<br />'''Sam Bowden''': Giovedì mattina alle nove: la tortura comincerà giovedì e durerà due giorni.<br />'''Claude Kersek''': E tu ci vai in aereo la sera prima?<br />'''Sam Bowden''': Sì.<br/>'''Claude Kersek''':{{NDR|Si siede con la mazza da golf in mano}}: Cady è un tipo diabolico: il fatto di crederti fuori città per due giorni per lui sarà una tentazione irresistibile. E se Cady si introduce in casa tua, può essere ucciso...GIUSTIFICATAMENTE. Ma verrà solo se sarà sicuro che tu non ci sei. <br />
*{{NDR|Sulla barca di Sam Bowden durante una tempesta}}<br />'''Max Cady''' {{NDR|puntando una pistola alla tempia di Sam Bowden}}: L'accusa chiama a deporre Samuel G. Bowden! Giura di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità? Dica "lo giuro"! <br /> '''Sam Bowden''': Bisogna governare la barca, ci avviciniamo alle rapide...! <br /> '''Max Cady''': Ma tu hai giurato?!? <br /> '''Danielle Bowden''': Lo faccio io, papà! <br /> '''Max Cady''': Seduta, Danielle! Non prendere alla leggera i tuoi doveri! Tu sei la giuria! <br /> '''Sam Bowden''': D'accordo! Giuro di dire la verità. Cos'è che vuoi sapere? <br /> '''Max Cady''': Esisteva una relazione sulle attività sessuali della vittima in relazione alla mia difesa?! Ti ho domandato se esisteva una relazione sulle attività sessuali della vittima in relazione alla mia difesa! <br /> '''Sam Bowden''': Sì. {{NDR|Cady gli dà un pugno e Leigh e Danielle gridano terrorizzate}} <br /> '''Max Cady''': Spiacente, Vostro Onore, l'accordo alla domanda è mal formulato! L'investigatore preparò una relazione sulle precedenti attività sessuali della presunta vittima, vero?! Ora posso fare domande deduttive, Vostro Onore, il testimone è reticente! Sarebbe così gentile da esporre alla corte la sostanza di quel rapporto?! <br /> '''Sam Bowden''': Sono passati 14 anni, non posso ricordarmi quello che... {{NDR|Cady lo colpisce di nuovo}} <br /> '''Leigh Bowden''' {{NDR|gridando con rabbia}}: Ma come fa a risponderti se lo picchi così?! <br /> '''Max Cady''': Sta commettendo spergiuro, Vostro Onore! Lui sa molto bene qual era la sostanza, è vero o no?! <br /> '''Sam Bowden''': Diceva che si trattava di una donna di facili costumi, che aveva avuto tre diversi amanti in un solo mese... <br /> '''Max Cady''': Almeno tre! Almeno tre! E lei ha mostrato questo rapporto al procuratore?! <br /> '''Sam Bowden''': No. No. <br /> '''Max Cady''': No! Io... io lo scoprii solo dopo aver fatto istanza di autodifesa, dopo aver scontato sei anni! E il rapporto era là, agli occhi della causa! Ma allora nel '77 lei lo occultò, avvocato! Allora, vuol dire alla giuria perché lo ha fatto?! Vuol dire alla Corte perché lo ha fatto?! <br /> '''Sam Bowden''': Perché sapevo che lui l'aveva brutalmente stuprata e percossa! <br /> '''Max Cady''': Parla cone me! Io sto qua, non mi vedi?! {{NDR|gli dà un pugno}} <br /> '''Sam Bowden''': Il fatto che fosse di facili costumi non ti autorizzava a stuprarla! Ti vantasti con me di aver evitato due volte un'accusa di stupro aggravato, eri un pericolo...! <br /> '''Max Cady''': Tu eri il mio avvocato! Eri il mio avvocato! Quel rapporto mi avrebbe risparmiato 14 anni di galera! <br /> '''Sam Bowden''': Sì, forse hai ragione... <br /> '''Max Cady''': Tu sei uno stronzo presuntuoso! Io sono Virgilio e ti sto guidando nei gironi dell'Inferno! Adesso ci troviamo nel nono girone, il girone dei traditori! Traditori della patria, traditori del loro prossimo, traditori di Dio! Lei, signore, è accusato di aver tradito tutte e tre le categorie suddette! Vuole citarmi il testo della regola deontologica dell'albo degli avvocati americani al comma sette?! <br /> '''Sam Bowden''': L'avvocato deve patrocinare il suo cliente. <br /> '''Max Cady''': No, deve patrocinare con zelo il cliente, entro i limiti della legge! E quindi io la ritengo colpevole, avvocato! Colpevole di tradimento verso il prossimo! Colpevole di tradimento verso la patria! Colpevole di aver mancato al suo giuramento! Colpevole di avermi giudicato e condannato ingiustamente! E in virtù dei poteri conferitimi dal regno di Dio, io la condanno al nono cerchio dell'Inferno! Dove conoscerà il dolore di una perdita: la perdita della libertà, la perdita dell'umanità! Adesso, lei e io saremo veramente uguali!
*'''Sam Bowden''': Io questa volta t'ammazzo! <br /> '''Max Cady''': Tu m'hai già ammazzato una volta, avvocato!
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
Non abbiamo mai parlato di quello che è successo, almeno non fra di noi. Immagino, per paura, che il ricordo del suo nome, di quello che aveva fatto gli avrebbe dato diritto di cittadinanza nei nostri sogni. Quanto a me, io non me lo sogno più del tutto. Eppure la nostra vita non tornerà mai ad essere quella che era prima della sua venuta, ma in fondo non è un male, perché se si resta attaccati al passato si muore un poco ogni giorno e per quello che mi riguarda io so che preferisco vivere. Fine. ('''Danielle Bowden''')
== Voci correlate ==
*''[[Il promontorio della paura]]'' – film 1962
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=''Cape Fear - Il promontorio della paura''|w}}
[[Categoria:Film thriller]]
[[Categoria:Film remake]]
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Traiano Boccalini
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text/x-wiki
{{PDA}}
[[File:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e pietra del paragone politico, Vol. I, 1910 – BEIC 1769617.pdf|thumb|Traiano Boccalini, ''Ragguagli di Parnaso'', ed. 1910]]
'''Traiano Boccalini''' (1556 – 1613), scrittore italiano.
*Hanno il cervello nella schiena<ref>Più correttamente la frase di Boccalini, è: "gli scrittori oltramontani, che sono stimati avere il cervello nella schiena, come agli Italiani, che l'hanno nel capo, è comune il sempre inventar cose nuove e lavorar con la materia cavata dalla miniera del proprio ingegno".</ref>. (da ''Ragguagli di Parnaso'', Cent. I, ragg. XXIII)
==[[Incipit]] di ''Ragguagli di Parnaso''==
Il negotio che l’università de’ politici per tanti mesi ha trattato con questi ministri camerali, di poter aprire in Parnaso un pubblico fondaco della lor natione, con amplissimi privilegij per li politici, la settimana passata fu concluso e stabilito; i quali ieri nella piazza del mercato fecero una pomposa e molto ricca mostra di tutte le merci delle quali gli huomini hanno necessità maggiore: e così come il menante non si terrà a fatica il notar qui le più principali, così fermamente crede che a’ galanthuomini non sarà discaro il leggerle.
==Citazioni su Traiano Boccalini ==
* Il Boccalini è, in generale, uno spirito conservatore, attaccato alla buona pratica della pietà e desideroso della libertà d'Italia. Ma egli è ben lontano dal farsi riformatore, rimane scettico, motteggiatore. Ha la lingua e la penna mordace, uno spirito critico assai vivace e acuto. Parla forte contro i príncipi che seguivano la ragion di stato e che cacciata via «la sapienza di amar e temer Dio con tutto il cuore» si servivano «del sacrosanto suo nome per istrumenti di cavar denari dalle mani de' popoli». ([[Rocco Montano]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Traiano Boccalini, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/boccalini/de_ragguagli_di_parnaso/pdf/boccalini_de_ragguagli_di_parnaso.pdf De' ragguagli di Parnaso]'', Giovanni Guerigli, 1617.
*Traiano Boccalini, ''[[s:Ragguagli_di_Parnaso|Ragguagli di Parnaso e Pietra del Paragone politico]]'', Rua, Giuseppe, 1865-1928, Giuseppe Laterza, Bari, 1910.
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|s=Autore:Traiano Boccalini}}
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{{DEFAULTSORT:Boccalini, Traiano}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Natalia Aspesi
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Danyele
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'''Natalia Aspesi''' (1929 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
==Citazioni di Natalia Aspesi==
{{cronologico}}
*Nei processi per [[Violenza sessuale|stupro]] c'è sempre un ragionevole, o irragionevole dubbio, attorno alla figura della vittima. È vero che da anni ormai, ma neanche poi tanti, non c'è più avvocato difensore dei presunti violentatori, che chiami la donna accusatrice imputata, con un lapsus davvero rivelatore, o la descriva come massima seduttrice di poveri giovani, Messalina che dopo aver goduto dell'amplesso, insistentemente preteso, si vendica e inventa una inesistente violenza. [...] per affrontarlo una donna deve avere molto coraggio, che la versione della vittima sia ritenuta poco credibile, se non porta sul corpo i segni di una violenza selvaggia. Per anni, la sola violentata commiserata, è stata quella che, come [[Maria Goretti]], nell'incontro sfortunato con un maniaco omicida, pur di salvare l'onore, e possibilmente la verginità, si lasciava sgozzare o strangolare, rassettandosi le vesti, come le martiri cristiane più scriteriate.<ref>Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/03/quell-irragionevole-dubbio-questa-volta-non-ha.html Quell'irragionevole dubbio questa volta nom ha prevalso]'', ''la Repubblica'', 3 febbraio 1987.</ref>
*[[Aldo Busi|Busi]] ha umiliato chi si aspettava di vederlo vestito di rosa e con un lavoro all'uncinetto tra le mani, comportandosi come un fiero gentiluomo, un intellettuale offeso, uno scrittore integro, senza padrini o protettori.<ref>Il commento fa riferimento all'udienza del 13 marzo 1990 presso il tribunale di Trento, ove Busi comparve imputato «per oscenità» in ''Sodomie in corpo 11''. Busi si presentò in aula vestito di smoking nero, p«erché questo è il mio ballo delle debuttanti».</ref><ref>Dal quotidiano ''Repubblica'', 14 marzo 1990; citato nella postfazione di [[Carmen Covito]] a: Aldo Busi, ''Sodomie in corpo 11'', Oscar Mondadori, 1992.</ref>
*Dopo tanti manuali, e galatei, trattati e saggi sulle donne e le loro infelicità, incontinenze, sogni, errori, sconfitte, prevaricazioni, vite da manager e da casalinga, ugualmente frustrate al lavandino o alla scrivania, quello di Busi è forse il primo, dopo quello vecchio di quasi cinque secoli di [[Baldassarre Castiglione|Castiglione]], che pare davvero conoscere le donne, spronandole a non essere più solo delle liberte, ma delle donne libere.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/01/28/donne-da-manuale.html Donne da Manuale]'', ''la Repubblica.it'', 28 gennaio 1994.</ref>
*Di notte {{NDR|Aldo Busi}} leggeva, studiava, scriveva: «Alla Siemens di Monaco facevo il magazziniere e raccoglievo l'immondizia, mi davano due ore di libertà e io mi chiudevo nel cesso a studiare: la mia cultura nasce dagli odori delle deiezioni». Così Busi ha imparato perfettamente inglese, francese, tedesco, tanto da diventare interprete anche di quel venditore di collant, il grasso Lometto di Vita standard di un venditore provvisorio di collant, che già nell'85 prefigurava l'ascesa di personaggi berlusconiani e bossiani. Finalmente, a 28 anni prende a Firenze il diploma di puericultrice, e nell'81, a 33, si laurea a Verona in lingue e letterature straniere con una tesi sul poeta americano [[John Ashbery]], anche lì un dispetto, perché in tanti tra gli intellettuali d'epoca non sapevano chi fosse.<ref name=scand>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/03/io-fin-da-piccolo-cosi-scandaloso-puro.html Io fin da piccolo così scandaloso e puro]'', ''Repubblica.it'', 3 agosto 2002.</ref>
*Seminario sulla gioventù allora era intitolato Il Monoclino e l'editore lesse quasi tutte le 500 pagine fitte, «stupefatto di trovarmi davanti ogni tanto, nella farragine indescrivibile di quella colata di parole, una pagina perfetta, magistrale». Era il 1965 e le pagine magistrali con tutto il resto furono pubblicate nel 1984, proprio dall'Adelphi, ma intanto erano passati 19 anni, e la vita si era accumulata, con tutto il suo patire, su quello che da grazioso giovinetto capace di rossore, concupito da commesse e professionisti, si era trasformato in un bell'uomo di 36 anni che ne aveva visti di ogni colore in mezzo mondo [...].<ref name=scand/>
*[[Donald Trump|Trump]] non paga le tasse come tutti vorrebbero poter fare; Trump non è solo ricco, ma esibisce la sua [[ricchezza]] più dello stesso nostro finto ricco [[Flavio Briatore|Briatore]]; Trump non si vergogna di avere i rubinetti similoro nei bagni del suo enorme aereo privato; Trump ha a [[New York]] il più orribile immenso appartamento che incubo umano possa realizzare e che pure aleggia nel desiderante immaginario popolare, una finta Versailles ma tutta d’oro, marmo e cristalli e colonne corinzio-barocche, finti [[Pierre-Auguste Renoir|Renoir]], finte poltrone [[Luigi XIV]]; fontane zampillanti nei tanti saloni, persino un pianoforte a coda bianco tipo [[Liberace]].<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/11/22/news/donald-trump-e-quell-estetica-che-trionfa-anche-da-noi-1.289028 Donald Trump, Melania e quell'estetica che trionfa anche da noi]'', ''L'Espresso.it'', 23 novembre 2016.</ref>
*Signore state in guardia, soprattutto se siete videogeniche e attorno ai 40. I [[maschi]] come sempre tramano contro di voi, e qualche ingenua ci è già cascata. All’erta, all’erta! Se per caso simpatizzate stoltamente per un partito o movimento o ancor peggio vi fate parte, oppure se un vicino di casa, un parente, il vostro salumaio, il compagno di università di vostra figlia, o addirittura un pezzo grosso della politica, vi stanno circuendo, lusingando, muratevi in casa, oppure fuggite in chador dove alle donne è proibito anche guidare la macchina. Che [[libertà]]! In ogni caso siate furbe e forti, lo siete sempre state nei secoli, per salvarvi. Sappiate dire fermamente di no con la scusa che essendo donne, non meritate simili onori né sareste in grado di esercitarli: parlamentare, governatore, sindaco, ministro, sottosegretario, addirittura premier o capo di Stato? No grazie, sbrigatevela da voi, uomini di potere, il casino è vostro...<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/07/17/news/che-presa-in-giro-il-potere-alle-donne-1.306162 Donne non caschiamoci: il potere che ci tocca è solo una presa in giro]'', ''L'Espresso.it'', 17 luglio 2017.</ref>
*Chi se la prende con il [[Gay Pride]], un solo giorno all'anno di festa vistosa in varie città, in realtà ha trovato il modo meno [[razzismo|razzista]] di esprimere il suo rifiuto degli [[omosessualità|omosessuali]]: forse un po' se ne vergogna, e quindi si limita a esprimere il suo dissenso per quella che viene definita una carnevalata. In più può essere che l'idea che gli omosessuali non vivano nella vergogna e nella sofferenza, defilati e emarginati, ma siano talvolta allegrissimi, non gli piace per niente. Resta un mio problema: quello di non aver mai capito perché ancora oggi l'esistenza degli omosessuali crei problemi. Non penso per ragioni sessuali, visto che le coppie etero che non siano estremamente pie ed esclusivamente riproduttive a letto fanno più o meno le stesse cose e con il medesimo entusiasmo, quando c’è. Non voglio che mi accusino di essere una vecchia, anzi una vecchietta come giustamente e simpaticamente mi chiama il signor Gianluca, sporcacciona, tanto più che in queste due paginette si parla di cuore. Ma insomma, la vita è così e anche l'amore.<ref>Da ''Chi rifiuta il gay pride rifiuta i gay. Soprattutto se allegri.'', rubrica ''Questioni di cuore'', ''Il Venerdì'', 6 ottobre 2017.</ref>
*Provo tale disgusto e sbigottimento per la condizione del nostro Paese che la mia unica consolazione è pensare:per fortuna quando ci sarà di nuovo il [[fascismo]] io non ci sarò.<ref name=":0">Da intervista di Simonetta Fiori, ''Natalia Aspesi "Per favore non fatemi gli auguri"'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2019, p. 36.</ref>
*Io ho vissuto il [[fascismo]] in una famiglia modestissima e non so per quale ragione antifascista. Ricordo mia madre maestra elementare che ascoltava Radio Londra con una coperta in testa per non farsi sentire dai vicini. E alla cerimonia del sabato mi mandava con le scarpe marroni per rovinare la sfilata. Tutte stupidaggini che però fanno capire l’atmosfera che respiravo in casa.<ref name=":0" />
{{Int2|''[https://www.huffingtonpost.it/entry/tutto-tornera-come-prima-ma-con-piu-cattiveria-intervista-a-natalia-aspesi_it_5ea5513dc5b6e5522b5484d8 "Tutto tornerà come prima, ma con più cattiveria"]''|Intervista di Giuseppe Fantasia, ''Huffingtonpost.it'', 26 aprile 2020.}}
*{{NDR|«È vero che con l'avanzare dell'età si diventa più cattivi?»}} È verissimo. Viviamo nell'ipocrisia da secoli. Il vecchietto buono è una vipera che in realtà vorrebbe vedere tutti morti attorno a sé tranne lui. Noi [[Senilità|anziani]] siamo [[Cattiveria|cattivi]] perché non abbiamo più vita. Siamo qua, ma senza vita. Dobbiamo essere anche buoni? È impossibile. La bontà dei vecchietti è un'invenzione. Facciamo finta, è ovvio, ma sotto sotto siamo crudelissimi.
*Io non giudico nessuno della [[Lega Nord|Lega]], perché li considero la rovina del nostro Paese. Non li ascolto, non li sento, non mi importa di loro, però vinceranno sicuramente le prossime elezioni. A quel punto, spero di essere morta, sennò pazienza, tanto io sarò chiusa in casa. Sono molto triste, ma l'[[Italia]] vuole quello, non vuole la libertà, vuole essere comandata e così l'italiano che vuole sempre uno che risolva per tutti, non vuole preoccupazioni e vuole essere mantenuto... quindi va benissimo la Lega per gli italiani. Per me no, ma infatti io non conto.
*L'unica cosa che oggi davvero mi interessa non riguarda me, perché ormai sono mezza andata, ma proprio il mio Paese: vorrei che la gente fosse libera e intelligente, che sapesse cosa dice, cosa fa, capisse. Seguendo [[Facebook]] — perché sì, sono su Facebook — vedo che la gente non sa niente, non ha letto nulla e mi chiedo cosa ha fatto la scuola. Che brutto non sapere nulla, fidarsi dei cretini che ci propinano stupidaggini. Chiunque mi conosce sa che io non ho studiato, non ho fatto neanche il liceo. Ho avuto comunque un'adolescenza in tempi in cui l'unico divertimento era leggere, per cui per me leggere è stata la fonte della vita e lo è tutt'ora. Leggere non i romanzetti, ma le cose che ti fanno capire cos'è l'umano o perché la storia è andata così, perché sono successe certe cose... secondo me è indispensabile, il resto non importa se non c'è cultura.
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Aspesi, Natalia}}
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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1224163
2022-08-24T01:13:46Z
Danyele
19198
/* Citazioni di Natalia Aspesi */ typo
wikitext
text/x-wiki
'''Natalia Aspesi''' (1929 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
==Citazioni di Natalia Aspesi==
{{cronologico}}
*Nei processi per [[Violenza sessuale|stupro]] c'è sempre un ragionevole, o irragionevole dubbio, attorno alla figura della vittima. È vero che da anni ormai, ma neanche poi tanti, non c'è più avvocato difensore dei presunti violentatori, che chiami la donna accusatrice imputata, con un lapsus davvero rivelatore, o la descriva come massima seduttrice di poveri giovani, Messalina che dopo aver goduto dell'amplesso, insistentemente preteso, si vendica e inventa una inesistente violenza. [...] per affrontarlo una donna deve avere molto coraggio, che la versione della vittima sia ritenuta poco credibile, se non porta sul corpo i segni di una violenza selvaggia. Per anni, la sola violentata commiserata, è stata quella che, come [[Maria Goretti]], nell'incontro sfortunato con un maniaco omicida, pur di salvare l'onore, e possibilmente la verginità, si lasciava sgozzare o strangolare, rassettandosi le vesti, come le martiri cristiane più scriteriate.<ref>Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/03/quell-irragionevole-dubbio-questa-volta-non-ha.html Quell'irragionevole dubbio questa volta nom ha prevalso]'', ''la Repubblica'', 3 febbraio 1987.</ref>
*[[Aldo Busi|Busi]] ha umiliato chi si aspettava di vederlo vestito di rosa e con un lavoro all'uncinetto tra le mani, comportandosi come un fiero gentiluomo, un intellettuale offeso, uno scrittore integro, senza padrini o protettori.<ref>Il commento fa riferimento all'udienza del 13 marzo 1990 presso il tribunale di Trento, ove Busi comparve imputato «per oscenità» in ''Sodomie in corpo 11''. Busi si presentò in aula vestito di smoking nero, «perché questo è il mio ballo delle debuttanti».</ref><ref>Dal quotidiano ''Repubblica'', 14 marzo 1990; citato nella postfazione di [[Carmen Covito]] a: Aldo Busi, ''Sodomie in corpo 11'', Oscar Mondadori, 1992.</ref>
*Dopo tanti manuali, e galatei, trattati e saggi sulle donne e le loro infelicità, incontinenze, sogni, errori, sconfitte, prevaricazioni, vite da manager e da casalinga, ugualmente frustrate al lavandino o alla scrivania, quello di Busi è forse il primo, dopo quello vecchio di quasi cinque secoli di [[Baldassarre Castiglione|Castiglione]], che pare davvero conoscere le donne, spronandole a non essere più solo delle liberte, ma delle donne libere.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/01/28/donne-da-manuale.html Donne da Manuale]'', ''la Repubblica.it'', 28 gennaio 1994.</ref>
*Di notte {{NDR|Aldo Busi}} leggeva, studiava, scriveva: «Alla Siemens di Monaco facevo il magazziniere e raccoglievo l'immondizia, mi davano due ore di libertà e io mi chiudevo nel cesso a studiare: la mia cultura nasce dagli odori delle deiezioni». Così Busi ha imparato perfettamente inglese, francese, tedesco, tanto da diventare interprete anche di quel venditore di collant, il grasso Lometto di Vita standard di un venditore provvisorio di collant, che già nell'85 prefigurava l'ascesa di personaggi berlusconiani e bossiani. Finalmente, a 28 anni prende a Firenze il diploma di puericultrice, e nell'81, a 33, si laurea a Verona in lingue e letterature straniere con una tesi sul poeta americano [[John Ashbery]], anche lì un dispetto, perché in tanti tra gli intellettuali d'epoca non sapevano chi fosse.<ref name=scand>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/03/io-fin-da-piccolo-cosi-scandaloso-puro.html Io fin da piccolo così scandaloso e puro]'', ''Repubblica.it'', 3 agosto 2002.</ref>
*Seminario sulla gioventù allora era intitolato Il Monoclino e l'editore lesse quasi tutte le 500 pagine fitte, «stupefatto di trovarmi davanti ogni tanto, nella farragine indescrivibile di quella colata di parole, una pagina perfetta, magistrale». Era il 1965 e le pagine magistrali con tutto il resto furono pubblicate nel 1984, proprio dall'Adelphi, ma intanto erano passati 19 anni, e la vita si era accumulata, con tutto il suo patire, su quello che da grazioso giovinetto capace di rossore, concupito da commesse e professionisti, si era trasformato in un bell'uomo di 36 anni che ne aveva visti di ogni colore in mezzo mondo [...].<ref name=scand/>
*[[Donald Trump|Trump]] non paga le tasse come tutti vorrebbero poter fare; Trump non è solo ricco, ma esibisce la sua [[ricchezza]] più dello stesso nostro finto ricco [[Flavio Briatore|Briatore]]; Trump non si vergogna di avere i rubinetti similoro nei bagni del suo enorme aereo privato; Trump ha a [[New York]] il più orribile immenso appartamento che incubo umano possa realizzare e che pure aleggia nel desiderante immaginario popolare, una finta Versailles ma tutta d’oro, marmo e cristalli e colonne corinzio-barocche, finti [[Pierre-Auguste Renoir|Renoir]], finte poltrone [[Luigi XIV]]; fontane zampillanti nei tanti saloni, persino un pianoforte a coda bianco tipo [[Liberace]].<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/11/22/news/donald-trump-e-quell-estetica-che-trionfa-anche-da-noi-1.289028 Donald Trump, Melania e quell'estetica che trionfa anche da noi]'', ''L'Espresso.it'', 23 novembre 2016.</ref>
*Signore state in guardia, soprattutto se siete videogeniche e attorno ai 40. I [[maschi]] come sempre tramano contro di voi, e qualche ingenua ci è già cascata. All’erta, all’erta! Se per caso simpatizzate stoltamente per un partito o movimento o ancor peggio vi fate parte, oppure se un vicino di casa, un parente, il vostro salumaio, il compagno di università di vostra figlia, o addirittura un pezzo grosso della politica, vi stanno circuendo, lusingando, muratevi in casa, oppure fuggite in chador dove alle donne è proibito anche guidare la macchina. Che [[libertà]]! In ogni caso siate furbe e forti, lo siete sempre state nei secoli, per salvarvi. Sappiate dire fermamente di no con la scusa che essendo donne, non meritate simili onori né sareste in grado di esercitarli: parlamentare, governatore, sindaco, ministro, sottosegretario, addirittura premier o capo di Stato? No grazie, sbrigatevela da voi, uomini di potere, il casino è vostro...<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/07/17/news/che-presa-in-giro-il-potere-alle-donne-1.306162 Donne non caschiamoci: il potere che ci tocca è solo una presa in giro]'', ''L'Espresso.it'', 17 luglio 2017.</ref>
*Chi se la prende con il [[Gay Pride]], un solo giorno all'anno di festa vistosa in varie città, in realtà ha trovato il modo meno [[razzismo|razzista]] di esprimere il suo rifiuto degli [[omosessualità|omosessuali]]: forse un po' se ne vergogna, e quindi si limita a esprimere il suo dissenso per quella che viene definita una carnevalata. In più può essere che l'idea che gli omosessuali non vivano nella vergogna e nella sofferenza, defilati e emarginati, ma siano talvolta allegrissimi, non gli piace per niente. Resta un mio problema: quello di non aver mai capito perché ancora oggi l'esistenza degli omosessuali crei problemi. Non penso per ragioni sessuali, visto che le coppie etero che non siano estremamente pie ed esclusivamente riproduttive a letto fanno più o meno le stesse cose e con il medesimo entusiasmo, quando c’è. Non voglio che mi accusino di essere una vecchia, anzi una vecchietta come giustamente e simpaticamente mi chiama il signor Gianluca, sporcacciona, tanto più che in queste due paginette si parla di cuore. Ma insomma, la vita è così e anche l'amore.<ref>Da ''Chi rifiuta il gay pride rifiuta i gay. Soprattutto se allegri.'', rubrica ''Questioni di cuore'', ''Il Venerdì'', 6 ottobre 2017.</ref>
*Provo tale disgusto e sbigottimento per la condizione del nostro Paese che la mia unica consolazione è pensare:per fortuna quando ci sarà di nuovo il [[fascismo]] io non ci sarò.<ref name=":0">Da intervista di Simonetta Fiori, ''Natalia Aspesi "Per favore non fatemi gli auguri"'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2019, p. 36.</ref>
*Io ho vissuto il [[fascismo]] in una famiglia modestissima e non so per quale ragione antifascista. Ricordo mia madre maestra elementare che ascoltava Radio Londra con una coperta in testa per non farsi sentire dai vicini. E alla cerimonia del sabato mi mandava con le scarpe marroni per rovinare la sfilata. Tutte stupidaggini che però fanno capire l’atmosfera che respiravo in casa.<ref name=":0" />
{{Int2|''[https://www.huffingtonpost.it/entry/tutto-tornera-come-prima-ma-con-piu-cattiveria-intervista-a-natalia-aspesi_it_5ea5513dc5b6e5522b5484d8 "Tutto tornerà come prima, ma con più cattiveria"]''|Intervista di Giuseppe Fantasia, ''Huffingtonpost.it'', 26 aprile 2020.}}
*{{NDR|«È vero che con l'avanzare dell'età si diventa più cattivi?»}} È verissimo. Viviamo nell'ipocrisia da secoli. Il vecchietto buono è una vipera che in realtà vorrebbe vedere tutti morti attorno a sé tranne lui. Noi [[Senilità|anziani]] siamo [[Cattiveria|cattivi]] perché non abbiamo più vita. Siamo qua, ma senza vita. Dobbiamo essere anche buoni? È impossibile. La bontà dei vecchietti è un'invenzione. Facciamo finta, è ovvio, ma sotto sotto siamo crudelissimi.
*Io non giudico nessuno della [[Lega Nord|Lega]], perché li considero la rovina del nostro Paese. Non li ascolto, non li sento, non mi importa di loro, però vinceranno sicuramente le prossime elezioni. A quel punto, spero di essere morta, sennò pazienza, tanto io sarò chiusa in casa. Sono molto triste, ma l'[[Italia]] vuole quello, non vuole la libertà, vuole essere comandata e così l'italiano che vuole sempre uno che risolva per tutti, non vuole preoccupazioni e vuole essere mantenuto... quindi va benissimo la Lega per gli italiani. Per me no, ma infatti io non conto.
*L'unica cosa che oggi davvero mi interessa non riguarda me, perché ormai sono mezza andata, ma proprio il mio Paese: vorrei che la gente fosse libera e intelligente, che sapesse cosa dice, cosa fa, capisse. Seguendo [[Facebook]] — perché sì, sono su Facebook — vedo che la gente non sa niente, non ha letto nulla e mi chiedo cosa ha fatto la scuola. Che brutto non sapere nulla, fidarsi dei cretini che ci propinano stupidaggini. Chiunque mi conosce sa che io non ho studiato, non ho fatto neanche il liceo. Ho avuto comunque un'adolescenza in tempi in cui l'unico divertimento era leggere, per cui per me leggere è stata la fonte della vita e lo è tutt'ora. Leggere non i romanzetti, ma le cose che ti fanno capire cos'è l'umano o perché la storia è andata così, perché sono successe certe cose... secondo me è indispensabile, il resto non importa se non c'è cultura.
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Aspesi, Natalia}}
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
fs7gnbgfcl2b6qznydrofrloo4mnzj6
1224166
1224165
2022-08-24T01:14:13Z
Danyele
19198
/* Citazioni di Natalia Aspesi */ typo (2)
wikitext
text/x-wiki
'''Natalia Aspesi''' (1929 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
==Citazioni di Natalia Aspesi==
{{cronologico}}
*Nei processi per [[Violenza sessuale|stupro]] c'è sempre un ragionevole, o irragionevole dubbio, attorno alla figura della vittima. È vero che da anni ormai, ma neanche poi tanti, non c'è più avvocato difensore dei presunti violentatori, che chiami la donna accusatrice imputata, con un lapsus davvero rivelatore, o la descriva come massima seduttrice di poveri giovani, Messalina che dopo aver goduto dell'amplesso, insistentemente preteso, si vendica e inventa una inesistente violenza. [...] per affrontarlo una donna deve avere molto coraggio, che la versione della vittima sia ritenuta poco credibile, se non porta sul corpo i segni di una violenza selvaggia. Per anni, la sola violentata commiserata, è stata quella che, come [[Maria Goretti]], nell'incontro sfortunato con un maniaco omicida, pur di salvare l'onore, e possibilmente la verginità, si lasciava sgozzare o strangolare, rassettandosi le vesti, come le martiri cristiane più scriteriate.<ref>Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/03/quell-irragionevole-dubbio-questa-volta-non-ha.html Quell'irragionevole dubbio questa volta non ha prevalso]'', ''la Repubblica'', 3 febbraio 1987.</ref>
*[[Aldo Busi|Busi]] ha umiliato chi si aspettava di vederlo vestito di rosa e con un lavoro all'uncinetto tra le mani, comportandosi come un fiero gentiluomo, un intellettuale offeso, uno scrittore integro, senza padrini o protettori.<ref>Il commento fa riferimento all'udienza del 13 marzo 1990 presso il tribunale di Trento, ove Busi comparve imputato «per oscenità» in ''Sodomie in corpo 11''. Busi si presentò in aula vestito di smoking nero, «perché questo è il mio ballo delle debuttanti».</ref><ref>Dal quotidiano ''Repubblica'', 14 marzo 1990; citato nella postfazione di [[Carmen Covito]] a: Aldo Busi, ''Sodomie in corpo 11'', Oscar Mondadori, 1992.</ref>
*Dopo tanti manuali, e galatei, trattati e saggi sulle donne e le loro infelicità, incontinenze, sogni, errori, sconfitte, prevaricazioni, vite da manager e da casalinga, ugualmente frustrate al lavandino o alla scrivania, quello di Busi è forse il primo, dopo quello vecchio di quasi cinque secoli di [[Baldassarre Castiglione|Castiglione]], che pare davvero conoscere le donne, spronandole a non essere più solo delle liberte, ma delle donne libere.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/01/28/donne-da-manuale.html Donne da Manuale]'', ''la Repubblica.it'', 28 gennaio 1994.</ref>
*Di notte {{NDR|Aldo Busi}} leggeva, studiava, scriveva: «Alla Siemens di Monaco facevo il magazziniere e raccoglievo l'immondizia, mi davano due ore di libertà e io mi chiudevo nel cesso a studiare: la mia cultura nasce dagli odori delle deiezioni». Così Busi ha imparato perfettamente inglese, francese, tedesco, tanto da diventare interprete anche di quel venditore di collant, il grasso Lometto di Vita standard di un venditore provvisorio di collant, che già nell'85 prefigurava l'ascesa di personaggi berlusconiani e bossiani. Finalmente, a 28 anni prende a Firenze il diploma di puericultrice, e nell'81, a 33, si laurea a Verona in lingue e letterature straniere con una tesi sul poeta americano [[John Ashbery]], anche lì un dispetto, perché in tanti tra gli intellettuali d'epoca non sapevano chi fosse.<ref name=scand>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/03/io-fin-da-piccolo-cosi-scandaloso-puro.html Io fin da piccolo così scandaloso e puro]'', ''Repubblica.it'', 3 agosto 2002.</ref>
*Seminario sulla gioventù allora era intitolato Il Monoclino e l'editore lesse quasi tutte le 500 pagine fitte, «stupefatto di trovarmi davanti ogni tanto, nella farragine indescrivibile di quella colata di parole, una pagina perfetta, magistrale». Era il 1965 e le pagine magistrali con tutto il resto furono pubblicate nel 1984, proprio dall'Adelphi, ma intanto erano passati 19 anni, e la vita si era accumulata, con tutto il suo patire, su quello che da grazioso giovinetto capace di rossore, concupito da commesse e professionisti, si era trasformato in un bell'uomo di 36 anni che ne aveva visti di ogni colore in mezzo mondo [...].<ref name=scand/>
*[[Donald Trump|Trump]] non paga le tasse come tutti vorrebbero poter fare; Trump non è solo ricco, ma esibisce la sua [[ricchezza]] più dello stesso nostro finto ricco [[Flavio Briatore|Briatore]]; Trump non si vergogna di avere i rubinetti similoro nei bagni del suo enorme aereo privato; Trump ha a [[New York]] il più orribile immenso appartamento che incubo umano possa realizzare e che pure aleggia nel desiderante immaginario popolare, una finta Versailles ma tutta d’oro, marmo e cristalli e colonne corinzio-barocche, finti [[Pierre-Auguste Renoir|Renoir]], finte poltrone [[Luigi XIV]]; fontane zampillanti nei tanti saloni, persino un pianoforte a coda bianco tipo [[Liberace]].<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/11/22/news/donald-trump-e-quell-estetica-che-trionfa-anche-da-noi-1.289028 Donald Trump, Melania e quell'estetica che trionfa anche da noi]'', ''L'Espresso.it'', 23 novembre 2016.</ref>
*Signore state in guardia, soprattutto se siete videogeniche e attorno ai 40. I [[maschi]] come sempre tramano contro di voi, e qualche ingenua ci è già cascata. All’erta, all’erta! Se per caso simpatizzate stoltamente per un partito o movimento o ancor peggio vi fate parte, oppure se un vicino di casa, un parente, il vostro salumaio, il compagno di università di vostra figlia, o addirittura un pezzo grosso della politica, vi stanno circuendo, lusingando, muratevi in casa, oppure fuggite in chador dove alle donne è proibito anche guidare la macchina. Che [[libertà]]! In ogni caso siate furbe e forti, lo siete sempre state nei secoli, per salvarvi. Sappiate dire fermamente di no con la scusa che essendo donne, non meritate simili onori né sareste in grado di esercitarli: parlamentare, governatore, sindaco, ministro, sottosegretario, addirittura premier o capo di Stato? No grazie, sbrigatevela da voi, uomini di potere, il casino è vostro...<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/07/17/news/che-presa-in-giro-il-potere-alle-donne-1.306162 Donne non caschiamoci: il potere che ci tocca è solo una presa in giro]'', ''L'Espresso.it'', 17 luglio 2017.</ref>
*Chi se la prende con il [[Gay Pride]], un solo giorno all'anno di festa vistosa in varie città, in realtà ha trovato il modo meno [[razzismo|razzista]] di esprimere il suo rifiuto degli [[omosessualità|omosessuali]]: forse un po' se ne vergogna, e quindi si limita a esprimere il suo dissenso per quella che viene definita una carnevalata. In più può essere che l'idea che gli omosessuali non vivano nella vergogna e nella sofferenza, defilati e emarginati, ma siano talvolta allegrissimi, non gli piace per niente. Resta un mio problema: quello di non aver mai capito perché ancora oggi l'esistenza degli omosessuali crei problemi. Non penso per ragioni sessuali, visto che le coppie etero che non siano estremamente pie ed esclusivamente riproduttive a letto fanno più o meno le stesse cose e con il medesimo entusiasmo, quando c’è. Non voglio che mi accusino di essere una vecchia, anzi una vecchietta come giustamente e simpaticamente mi chiama il signor Gianluca, sporcacciona, tanto più che in queste due paginette si parla di cuore. Ma insomma, la vita è così e anche l'amore.<ref>Da ''Chi rifiuta il gay pride rifiuta i gay. Soprattutto se allegri.'', rubrica ''Questioni di cuore'', ''Il Venerdì'', 6 ottobre 2017.</ref>
*Provo tale disgusto e sbigottimento per la condizione del nostro Paese che la mia unica consolazione è pensare:per fortuna quando ci sarà di nuovo il [[fascismo]] io non ci sarò.<ref name=":0">Da intervista di Simonetta Fiori, ''Natalia Aspesi "Per favore non fatemi gli auguri"'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2019, p. 36.</ref>
*Io ho vissuto il [[fascismo]] in una famiglia modestissima e non so per quale ragione antifascista. Ricordo mia madre maestra elementare che ascoltava Radio Londra con una coperta in testa per non farsi sentire dai vicini. E alla cerimonia del sabato mi mandava con le scarpe marroni per rovinare la sfilata. Tutte stupidaggini che però fanno capire l’atmosfera che respiravo in casa.<ref name=":0" />
{{Int2|''[https://www.huffingtonpost.it/entry/tutto-tornera-come-prima-ma-con-piu-cattiveria-intervista-a-natalia-aspesi_it_5ea5513dc5b6e5522b5484d8 "Tutto tornerà come prima, ma con più cattiveria"]''|Intervista di Giuseppe Fantasia, ''Huffingtonpost.it'', 26 aprile 2020.}}
*{{NDR|«È vero che con l'avanzare dell'età si diventa più cattivi?»}} È verissimo. Viviamo nell'ipocrisia da secoli. Il vecchietto buono è una vipera che in realtà vorrebbe vedere tutti morti attorno a sé tranne lui. Noi [[Senilità|anziani]] siamo [[Cattiveria|cattivi]] perché non abbiamo più vita. Siamo qua, ma senza vita. Dobbiamo essere anche buoni? È impossibile. La bontà dei vecchietti è un'invenzione. Facciamo finta, è ovvio, ma sotto sotto siamo crudelissimi.
*Io non giudico nessuno della [[Lega Nord|Lega]], perché li considero la rovina del nostro Paese. Non li ascolto, non li sento, non mi importa di loro, però vinceranno sicuramente le prossime elezioni. A quel punto, spero di essere morta, sennò pazienza, tanto io sarò chiusa in casa. Sono molto triste, ma l'[[Italia]] vuole quello, non vuole la libertà, vuole essere comandata e così l'italiano che vuole sempre uno che risolva per tutti, non vuole preoccupazioni e vuole essere mantenuto... quindi va benissimo la Lega per gli italiani. Per me no, ma infatti io non conto.
*L'unica cosa che oggi davvero mi interessa non riguarda me, perché ormai sono mezza andata, ma proprio il mio Paese: vorrei che la gente fosse libera e intelligente, che sapesse cosa dice, cosa fa, capisse. Seguendo [[Facebook]] — perché sì, sono su Facebook — vedo che la gente non sa niente, non ha letto nulla e mi chiedo cosa ha fatto la scuola. Che brutto non sapere nulla, fidarsi dei cretini che ci propinano stupidaggini. Chiunque mi conosce sa che io non ho studiato, non ho fatto neanche il liceo. Ho avuto comunque un'adolescenza in tempi in cui l'unico divertimento era leggere, per cui per me leggere è stata la fonte della vita e lo è tutt'ora. Leggere non i romanzetti, ma le cose che ti fanno capire cos'è l'umano o perché la storia è andata così, perché sono successe certe cose... secondo me è indispensabile, il resto non importa se non c'è cultura.
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Aspesi, Natalia}}
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Parata del Pride
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[[File:Parada sp - fiesp.jpg|thumb|upright=1.4|Un gay pride]]
Citazioni sulla '''Parata del Pride''' (''Parata dell'orgoglio''), nota come '''Pride''' o '''Gay pride'''.
*Chi se la prende con il Gay Pride, un solo giorno all'anno di festa vistosa in varie città, in realtà ha trovato il modo meno [[razzismo|razzista]] di esprimere il suo rifiuto degli [[omosessualità|omosessuali]]: forse un po' se ne vergogna, e quindi si limita a esprimere il suo dissenso per quella che viene definita una carnevalata. In più può essere che l'idea che gli omosessuali non vivano nella vergogna e nella sofferenza, defilati e emarginati, ma siano talvolta allegrissimi, non gli piace per niente. Resta un mio problema: quello di non aver mai capito perché ancora oggi l'esistenza degli omosessuali crei problemi. Non penso per ragioni sessuali, visto che le coppie etero che non siano estremamente pie ed esclusivamente riproduttive a letto fanno più o meno le stesse cose e con il medesimo entusiasmo, quando c’è. ([[Natalia Aspesi]])
*I Gay Pride mi mettono una tristezza infinita, come il Carnevale di Viareggio. ([[Paolo Poli]])
*Il Gay Pride in quanto festa è come il Carnevale di [[Rio de Janeiro|Rio]], ma lo scopo è sempre stato, secondo me, quello di dichiarare: "Io non ho paura". Oggi credo non ci sia più bisogno di essere eccentrici per dichiararsi [[Omosessualità|gay]]. La civiltà e la rivoluzione di un Paese si evincono anche da quando diventa "normale" essere omosessuali. ([[Paola Turci]])
*Il padre... cioè... il figlio va dal padre e dice "Papà, sono gay" e il padre gli risponde "Basta che non sei frocio". Seconda cosa: ritorna dal padre e gli dici... e gli dice "Papà, io so' gay" e lui gli risponde "Basta che non sei pride", cioè per il Gay pride, avete capito? Cioè, "sono gay", "basta che non sei pride". Ma 'sti matrimoni tra uomini e uomini... ([[Richard Benson]])
*Il Pride non è solo un evento estivo. È una celebrazione, ma è anche una manifestazione dei diritti umani. È serio e gioioso. È un promemoria dei progressi compiuti, ma anche di tutto ciò che resta ancora da fare. Questa è una responsabilità che condividiamo tutti. Tanto io quanto voi. Non dobbiamo tacere. Dobbiamo parlare a nome di coloro che non hanno il coraggio di parlare, per quelli a cui non è permesso e per quelli che non possono. Qui in Svezia e nei paesi nordici, abbiamo fatto molta strada per quanto riguarda i diritti LGBTQI. Ma ciò che diamo come assodato è impensabile in altre parti del mondo. In molti paesi, le relazioni omosessuali sono illegali. I giovani sono costretti a nascondere e negare il loro amore e la loro identità. Le persone LGBTQI sono perseguitate, molestate e persino imprigionate. Per me questo è assolutamente inconcepibile. ([[Vittoria di Svezia]])
*Il Pride è un respiro di cittadinanza. È come un mosaico formato da una serie di cocci di colore diverso: il collante deve essere l'[[uguaglianza]]. ([[Leoluca Orlando]])
*Mi sembra una cosa da carnevale, li trovo confusi questi gay e trans in costume da bagno. Vadano a Cuba, dove c'è una marcia diversa senza tutto questo clamore. Bisogna avere anche un po' di pudore. ([[Cristiano Malgioglio]])
*Non sopporto che, per difendere i loro diritti, gli omosessuali vadano in piazza conciati da checche. ([[Roberto Calderoli]])
*Per lungo tempo ho avuto paura di essere quella che sono perché i miei genitori mi avevano convinta che c'è qualcosa di sbagliato in una persona come. Qualcosa di offensivo, qualcosa da evitare, forse anche da compatire, qualcosa che non si deve amare. Mia madre è una fan di [[San Tommaso D'Aquino]]. Lei considera l'orgoglio un brutto vizio e di tutti i vizi che può avere l'essere umano, per San Tommaso l'orgoglio era il re dei sette vizi capitali. Lo considerava il sommo vizio che in un batter d'ali poteva trasformare chiunque in un peccatore. Ma l'odio non è presente su quella lista, e nemmeno la vergogna. Avevo paura di questa parata perché desideravo davvero tanto poterne far parte. Così oggi marcerò per quella parte di me che aveva troppa paura per marciare e per quelli che non possono farlo, per le persone che vivono come ho vissuto io. Oggi marcerò per ricordare che non sono un io e basta, ma che sono anche un "noi". E noi marciamo con orgoglio! Vai affanculo San Tommaso! (''[[Sense8]]'')
*Per me questa parata ha il significato spirituale della lotta per la libertà di amare. Non è una cosa politica, né religiosa: è un diritto della natura che esiste da sempre la libertà di amare. Che siano uomini e donne, uomini e uomini, donne e donne. Non è una questione di classe sociale. ([[Asia Argento]])
==Voci correlate==
*[[Moti di Stonewall]]
*[[Omogenitorialità]]
*[[Omosessualità]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul}}
[[Categoria:Eventi sociali]]
[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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Angelo Di Livio
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[[File:Angelo Di Livio - Ned-AllStars (2015).jpg|thumb|Angelo Di Livio nel 2015]]
'''Angelo Di Livio''' (1966 – vivente), ex calciatore italiano.
==Citazioni di Angelo Di Livio==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su [[Zinedine Zidane]]}} Ho un ricordo sempre positivo, è stato un grandissimo campione. La sua timidezza era evidente ma a volte si trasformava in furbizia e allora faceva scherzi o anche battute. A livello tecnico penso sia stato il più forte trequartista in assoluto dell'ultima generazione. Era stimolante giocare con lui, ti dava sempre la palla giusta e ti dava una mano anche in fase di non possesso. Difficile pensare di vedere un nuovo Zidane, nessuno al momento si avvicina lui. Alla [[Juventus Football Club|Juve]] ricordo che aveva iniziato non benissimo, poi si sbloccò facendo gol all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]. Da quel momento diventò devastante e la squadra ne beneficiò. Un giocatore di un altro pianeta.<ref>Citato in Marco Bo, ''[http://www.tuttosport.com/calcio/euro_2012/2012/06/23-195761/Zidane+compie+40+anni.+Manda+i+tuoi+auguri+a+Zizou Zidane compie 40 anni. Manda i tuoi auguri a Zizou]'', ''Tuttosport.com'', 23 giugno 2012.</ref>
*[[Ramón Díaz|Díaz]] si deve vergognare per le sue insinuazioni sulla vittoria della Juventus della [[Coppa Intercontinentale]] contro il [[Club Atlético River Plate|River Plate]] del 1996. Abbiamo vinto quel trofeo e la [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] qualche mese prima perché eravamo più forti e meglio allenati. Se avessimo fatto uso di sostanze illegali non avremmo vinto solamente ai rigori contro l'[[Amsterdamsche Football Club Ajax|Ajax]] e con un gol di [[Alessandro Del Piero|Del Piero]] su un mio calcio d'angolo nel finale contro gli argentini. Li avremmo potuti asfaltare nel gioco e nel risultato, al contrario entrambe le finali sono state gare molto equilibrate e molto dure fino all'ultimo minuto. Evidentemente, a Díaz quella sconfitta brucia ancora e dopo quasi 17 anni cerca alibi. Peraltro, come per ogni squadra dopo ogni partita, vi erano controlli anti-doping a sorteggio e non mi pare siano emersi problemi. La delusione provocata dalle parole di Díaz deriva dal fatto che lui è un professionista, ex grande attaccante e attuale ottimo allenatore, non un tifoso dal quale mi potrei anche aspettare certe dichiarazioni.<ref>Citato in ''[http://www.corrieredellosport.it/serie_a/juve/2013/05/24-322632/Di+Livio%3A+Doping+e+Juve%3F+Diaz+si+deve+vergognare Di Livio: Doping e Juve? Diaz si deve vergognare]'', ''Corrieredellosport.it'', 24 maggio 2013.</ref>
*[[Colori e simboli della Juventus Football Club|La maglia della Juve]] ha un effetto incredibile; quando qualcuno la indossa, diventa [[Superman]]. È magica, gloriosa, dona al singolo giocatore una forza che lui stesso non sa di avere. Dicono sia una maglia pesante: ma se la senti pesante, semplicemente, è perché non hai le qualità per vestirla.<ref>Citato in ''Tuttosport'', 22 dicembre 2017.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Calciatori italiani|Dí Luvio, Angelo]]
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Violenza sessuale
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Danyele
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text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[Immagine:Rape of Tamar - Le Seur trim.jpg|miniatura|upright=1.2|''Lo stupro di Tamar'' (E. Le Sueur, ca. 1640)]]
Citazioni sulla '''violenza sessuale'''.
==Citazioni==
*Addio fanciulla, avrei potuto violentarti ma è un genere d'amore che non mi va. Troppo faticoso tutto sommato. (''[[Il settimo sigillo]]'')
*Come può rimanere impunito un delitto contro la persona? Come può sottrarsi alle forze dell'ordine chi ha commesso uno stupro semplicemente perché la vittima ha deciso di non denunziarlo? ([[Natalia Ginzburg]])
*Comunque io disprezzo gli stupratori. Per me siete una via di mezzo tra uno scarafaggio e quella schifezza di bava bianca che viene agli angoli della bocca quando qualcuno ha sete. (''[[Con Air]]'')
*Credo che lo stupro abbia a che fare con gli istinti primordiali dell'uomo. La caccia, l'inseguimento, la cattura, la preda calda, spaventata, tremante, il possesso. Ecco, questo il gioco, la mia eccitazione si fonda su questo subdolo e umiliante meccanismo: il possesso. Il sapere che lei è preda, alla tua totale mercé, debole e remissiva, schiava delle tue volontà. Il possesso totale. Sì, è vero, in uno stupro la soddisfazione sessuale è poca cosa, è il resto a farla da padrone. Il pieno controllo del corpo di lei, il senso di onnipotenza, lo sfogo sadico di un istinto malfermo, la tortura psicologica, la sua sofferenza, l'angoscia, la remissività. Tutto entra in un gioco perverso teso all'annullamento della sua volontà. La donna che è dominata, la schiavitù, la sottomissione, l'inseguimento del tuo solo piacere. ([[Angelo Izzo]])
*Il più violento e raccapricciante effetto dello stupro è lo smarrimento. La rabbia sarebbe benefica, la ricerca della vendetta sarebbe confortante. Invece no. È la solitudine la ricaduta prevalente. Così nessun giudice, nessun legislatore e pochissimi psicologi possono centrare l'essenza di questo crimine che modifica la storia di una vita. Gli aiuti sono solitamente inadeguati, spesso codificati e non personalizzati perché la ricerca della rinormalizzazione avviene tenendo conto di canoni comuni. Non c'è risarcimento, non c'è soluzione se non quella decisa dalla vittima. ([[Mina (cantante)|Mina]])
*In base alla quale {{NDR|alla sharia}} le donne sono considerate persone di serie {{maiuscoletto|b}}. Questo non risulta soltanto dal diritto divorzistico, ma anche dal fatto che in tribunale la deposizione di una donna vale solo la metà di quella di un uomo. In caso di stupro, fino a prova del contrario, la colpa viene attribuita alla donna; le si imputa di avere eccitato il maschio con il suo comportamento. La violenza nel matrimonio non viene sanzionata. ([[Hans Magnus Enzensberger]])
*La libertà dello stupro delle donne... la libertà dello stupro che vige nei codici quotidiani ordinari della TV, che impera in tutte le pubblicità, che impera nelle trasmissioni d'intrattenimento domenicale, che impera in tutte le mattine e nei pomeriggi. La libertà di marchiare come se fosse un prosciutto il sedere di una donna il cui corpo denudato viene tenuto in un angolo di uno studio televisivo che pare abitato da un pubblico di sadomaso-deficienti! ([[Nichi Vendola]])
*Lei ha usato l'espressione stupro "legittimo" come se esistesse anche lo stupro "illegittimo". Cercherò di spiegarle l'effetto che ha sulle menti, cuori e anime dei milioni di donne che vengono stuprate su questo pianeta. È una forma di stupro reiterato. Il presupposto alla base della sua affermazione è che non ci si deve fidare delle donne e delle loro esperienze. Che la loro comprensione di cosa è lo stupro deve essere stabilita da un'autorità superiore, più qualificata. Così facendo vengono delegittimati, minati e sminuiti l'orrore, l'invasività, la profanazione che hanno sperimentato. Questo le fa sentire sole e impotenti tanto quando si sentivano al momento dello stupro. ([[Eve Ensler]])
*Lo stupro è proprio di un'idea maschile di vendetta. Una donna, se vuole vendicarsi, ti ignora. ([[Carmen Covito]])
*Lo stupro è un'arma di guerra, un atto di aggressione e un crimine contro l'umanità. ([[Angelina Jolie]])
*Nei processi per stupro c'è sempre un ragionevole, o irragionevole dubbio, attorno alla figura della vittima. È vero che da anni ormai, ma neanche poi tanti, non c'è più avvocato difensore dei presunti violentatori, che chiami la donna accusatrice imputata, con un lapsus davvero rivelatore, o la descriva come massima seduttrice di poveri giovani, Messalina che dopo aver goduto dell'amplesso, insistentemente preteso, si vendica e inventa una inesistente violenza. [...] per affrontarlo una donna deve avere molto coraggio, che la versione della vittima sia ritenuta poco credibile, se non porta sul corpo i segni di una violenza selvaggia. Per anni, la sola violentata commiserata, è stata quella che, come [[Maria Goretti]], nell'incontro sfortunato con un maniaco omicida, pur di salvare l'onore, e possibilmente la verginità, si lasciava sgozzare o strangolare, rassettandosi le vesti, come le martiri cristiane più scriteriate. ([[Natalia Aspesi]])
*Paradossalmente, il «declino dell'impero patriarcale» va di pari passo con l'aumento delle violenze contro le donne. L'emancipazione della donna non porta ancora all'equilibrio sperato. Il bisogno dell'uomo di dimostrare la propria superiorità prende al contrario forme estremamente inquietanti. Dietro lo stupro c'è quasi sempre il bisogno di umiliare la donna, la volontà di lasciare una traccia di sé su quest'essere che si continua a considerare inferiore. ([[Michela Marzano]])
*Per le popolazioni matriarcali lo stupro è concettualmente incomprensibile proprio perché un maschio normale non ha nessun interesse penetrare una VAGINA MORTA. E questo concetto (una vagina viva ti dà piacere, una vagina morta no!) va a rafforzare la nostra campagna di informazione che mira a scardinare tutta la costruzione malata dello sciovinismo maschile denunciando la frigidità dello stupratore. ([[Jacopo Fo]])
*Se l'energia e gli impulsi naturali vengono repressi per troppo tempo, diventano violenza. È naturale che ciò che è tenuto sotto pressione sfoci nella violenza per reazione. Una persona che è stata repressa troppo duramente prova un piacere immenso in quegli sfoghi violenti. Sono esplosioni rare e brevissime. E alla lunga ti rendono infatuato della violenza. ([[Jim Morrison]])
*Tyson condannato, Kennedy assolto. Il confine tra stupro e atto consensuale a volte è chiaro, a volte è negro. ([[Ellekappa]])
===''[[Lie to me]]''===
*L'incendio e lo stupro hanno una correlazione molto alta, sono modi per affermare il proprio potere. ([[Lie to Me (prima stagione)|prima stagione]])
*Quando le donne ascoltano il racconto di uno stupro, hanno certe reazioni: arrossiscono, abbassano lo sguardo, curvano le spalle. ([[Lie to Me (prima stagione)|prima stagione]])
*Una volta ho chiesto a degli attori di interpretare i testimoni di un caso di stupro, davanti a trenta giudici federali, sai qual è stata la discriminante per stabilire se il giudice credesse all'uomo o alla donna? Il sesso del giudice. ([[Lie to Me (prima stagione)|prima stagione]])
===[[Denis Mukwege]]===
*Certo, le violenze sessuali non sono fenomeni visibili come le catastrofi naturali o i conflitti armati. Sono aggressioni che vengono perpetrate in segreto, in luoghi nascosti e spesso con il favore dell'oscurità. I testimoni sono rari e, quando ci sono, scompaiono o scelgono di non parlare. L'unica traccia che rimane è quella impressa sui corpi delle donne e, per ovvie ragioni, è negli ospedali che la realtà viene alla luce.
*Dopo lo stupro molte donne non riescono a trattenere le urine e le feci. Sporche e maleodoranti, faticano a compiere le loro attività quotidiane. Avere rapporti sessuali diventa impossibile. Spesso il loro apparato riproduttivo è talmente danneggiato da non permettere loro di avere figli. I mariti le rifiutano non tanto perché menomate, quanto piuttosto per il disonore di essere state toccate da un altro uomo. Il fatto che ciò sia avvenuto sotto costrizione non sembra importare. Ripudiate, si trovano di fronte a un solo destino: l'esclusione sociale. L'unica speranza è che qualche parente o conoscente le accompagni al nostro ospedale perché possano essere curate.
*Il silenzio è alleato degli stupratori. La vittima tace per vergogna e per paura di essere discriminata. Io devo combattere al loro fianco perché le donne sono forti, sono capaci di vivere per gli altri.
*Lo stupro non distrugge solo i corpi, ma spezza l'anima e rompe il rapporto con i familiari. I sopravvissuti hanno il diritto al sostegno che li aiuti a riprendersi completamente, e non solo per l’aspetto medico. Ogni donna con cui ho avuto a che fare ha avuto in sé stessa una capacità di recupero incredibile per superare il trauma.
==Voci correlate==
*[[Me Too (hashtag)]]
*[[Molestie sessuali]]
*[[Violenza]]
*[[Violenza contro le donne]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Rape|n=Category:Stupro|s_oggetto=il testo|s_preposizione=del|s_etichetta=codice penale italiano sullo stupro|s=Codice Penale/Libro II/Titolo XII|w|preposizione=sulla|etichetta=violenza sessuale}}
[[Categoria:Sessualità]]
[[Categoria:Violenza contro le donne]]
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Transessualità
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[[File:Transsexual symbol.svg|thumb|Simbolo trans]]
Citazioni sulla '''transessualità''' ed i '''transessuali'''.
==Citazioni==
*Diceva che non valeva la pena per lei vivere se non poteva essere una ragazza. Che cosa fareste voi domattina se vi svegliaste con il corpo del sesso opposto mentre tutta la vostra personalità è rimasta la stessa? Riuscite a immaginare quanto vi sentireste in trappola? Riuscite a immaginare il desiderio disperato di poter recuperare un corpo appropriato? Ecco come si sente Hailey. È intrappolata in un corpo sbagliato dal quale desidera uscire. (''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'')
*I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. ([[Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi]])
*Io non sono una donna e non voglio esserla. Non sono neanche un uomo, come specificamente lo sono gli altri. Dovremmo trovare una terminologia adatta a noi. Neanche transessuale o ermafrodito. Siamo delle piccole meteore che cadono sulla Terra. Non è che io voglia fare la bestia rara o che voglia essere un idolo. Siamo dei flash, belli. Che il mondo strumentalizza. C'è chi si castra, chi vuole diventare donna, per raggiungere un obiettivo razionale perché la società vuole delle suddivisioni. Penso di essere una delle poche che è rimasta quella che è e che vuole vivere per quella che è. Perché io voglio pisciare con il mio pene, non con una vagina artificiale. (''[[D'amore si vive]]'')
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere. ([[Aldo Busi]])
*Noi siamo per esempio, dei transessuali. Cioè nasciamo... donne. Sotto ogni punto di vista, mentalmente... tutto. E vorremmo essere donne. [...] ci trattano con una parola definitiva: il pederasta, o l'omosessuale o volgarmente, come dicono, il ''culano''... Loro ci mettono tutti nello stesso sacco. (''[[D'amore si vive]]'')
*Qualunque siano i nuovi abiti dell'imperatore, mutilarsi i genitali non lo rende un'imperatrice. ([[Milo Yiannopoulos]])
*{{NDR|Sulle transgender}} Quello che vorrei è che non fossimo oggetto di feticismo, ma che invece venissimo protette e rispettate. ([[Leyna Bloom]])
*Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender... un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto [...]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano. ([[Beppe Grillo]])
===[[Lea T]]===
*Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. [...] il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.
*La società cisgender [quando la sessualità coincide con l'identità di genere di una persona, ''ndr''] è sempre stata portata a escludere e discriminare i transessuali e ha sempre cercato di annullare la visibilità delle donne transessuali come donne. Anche se noi esistiamo da millenni. Prima della colonizzazione bianca eravamo viste come creature sacre. Nelle tribù indiane del nord America eravamo venerate e chiamate Two Spirits, Rae Rae in Polinesia. Anche nella mitologia greca si è tanto parlato di ambiguità di genere. Con il cattolicesimo sono arrivate, invece, le discriminazioni e una mentalità patriarcale.
*Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.
===[[Leslie Feinberg]]===
*"Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa."
*Ogni giorno in questa città vedevo altri come me, abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua.
*"Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire. [...] Per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>"[...] non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>[...] "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]"
==Voci correlate==
*[[Drag queen]]
*[[Transfobia]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla|wikt}}
[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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/* Leslie Feinberg */
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text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[File:Transsexual symbol.svg|thumb|Simbolo trans]]
Citazioni sulla '''transessualità''' ed i '''transessuali'''.
==Citazioni==
*Diceva che non valeva la pena per lei vivere se non poteva essere una ragazza. Che cosa fareste voi domattina se vi svegliaste con il corpo del sesso opposto mentre tutta la vostra personalità è rimasta la stessa? Riuscite a immaginare quanto vi sentireste in trappola? Riuscite a immaginare il desiderio disperato di poter recuperare un corpo appropriato? Ecco come si sente Hailey. È intrappolata in un corpo sbagliato dal quale desidera uscire. (''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'')
*I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. ([[Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi]])
*Io non sono una donna e non voglio esserla. Non sono neanche un uomo, come specificamente lo sono gli altri. Dovremmo trovare una terminologia adatta a noi. Neanche transessuale o ermafrodito. Siamo delle piccole meteore che cadono sulla Terra. Non è che io voglia fare la bestia rara o che voglia essere un idolo. Siamo dei flash, belli. Che il mondo strumentalizza. C'è chi si castra, chi vuole diventare donna, per raggiungere un obiettivo razionale perché la società vuole delle suddivisioni. Penso di essere una delle poche che è rimasta quella che è e che vuole vivere per quella che è. Perché io voglio pisciare con il mio pene, non con una vagina artificiale. (''[[D'amore si vive]]'')
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere. ([[Aldo Busi]])
*Noi siamo per esempio, dei transessuali. Cioè nasciamo... donne. Sotto ogni punto di vista, mentalmente... tutto. E vorremmo essere donne. [...] ci trattano con una parola definitiva: il pederasta, o l'omosessuale o volgarmente, come dicono, il ''culano''... Loro ci mettono tutti nello stesso sacco. (''[[D'amore si vive]]'')
*Qualunque siano i nuovi abiti dell'imperatore, mutilarsi i genitali non lo rende un'imperatrice. ([[Milo Yiannopoulos]])
*{{NDR|Sulle transgender}} Quello che vorrei è che non fossimo oggetto di feticismo, ma che invece venissimo protette e rispettate. ([[Leyna Bloom]])
*Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender... un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto [...]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano. ([[Beppe Grillo]])
===[[Lea T]]===
*Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. [...] il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.
*La società cisgender [quando la sessualità coincide con l'identità di genere di una persona, ''ndr''] è sempre stata portata a escludere e discriminare i transessuali e ha sempre cercato di annullare la visibilità delle donne transessuali come donne. Anche se noi esistiamo da millenni. Prima della colonizzazione bianca eravamo viste come creature sacre. Nelle tribù indiane del nord America eravamo venerate e chiamate Two Spirits, Rae Rae in Polinesia. Anche nella mitologia greca si è tanto parlato di ambiguità di genere. Con il cattolicesimo sono arrivate, invece, le discriminazioni e una mentalità patriarcale.
*Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.
===[[Leslie Feinberg]]===
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere.
*"Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa."
*Ogni giorno in questa città vedevo altri come me, abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua.
*"Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire. [...] Per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>"[...] non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>[...] "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]"
==Voci correlate==
*[[Drag queen]]
*[[Transfobia]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla|wikt}}
[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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/* Leslie Feinberg */
wikitext
text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[File:Transsexual symbol.svg|thumb|Simbolo trans]]
Citazioni sulla '''transessualità''' ed i '''transessuali'''.
==Citazioni==
*Diceva che non valeva la pena per lei vivere se non poteva essere una ragazza. Che cosa fareste voi domattina se vi svegliaste con il corpo del sesso opposto mentre tutta la vostra personalità è rimasta la stessa? Riuscite a immaginare quanto vi sentireste in trappola? Riuscite a immaginare il desiderio disperato di poter recuperare un corpo appropriato? Ecco come si sente Hailey. È intrappolata in un corpo sbagliato dal quale desidera uscire. (''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'')
*I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. ([[Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi]])
*Io non sono una donna e non voglio esserla. Non sono neanche un uomo, come specificamente lo sono gli altri. Dovremmo trovare una terminologia adatta a noi. Neanche transessuale o ermafrodito. Siamo delle piccole meteore che cadono sulla Terra. Non è che io voglia fare la bestia rara o che voglia essere un idolo. Siamo dei flash, belli. Che il mondo strumentalizza. C'è chi si castra, chi vuole diventare donna, per raggiungere un obiettivo razionale perché la società vuole delle suddivisioni. Penso di essere una delle poche che è rimasta quella che è e che vuole vivere per quella che è. Perché io voglio pisciare con il mio pene, non con una vagina artificiale. (''[[D'amore si vive]]'')
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere. ([[Aldo Busi]])
*Noi siamo per esempio, dei transessuali. Cioè nasciamo... donne. Sotto ogni punto di vista, mentalmente... tutto. E vorremmo essere donne. [...] ci trattano con una parola definitiva: il pederasta, o l'omosessuale o volgarmente, come dicono, il ''culano''... Loro ci mettono tutti nello stesso sacco. (''[[D'amore si vive]]'')
*Qualunque siano i nuovi abiti dell'imperatore, mutilarsi i genitali non lo rende un'imperatrice. ([[Milo Yiannopoulos]])
*{{NDR|Sulle transgender}} Quello che vorrei è che non fossimo oggetto di feticismo, ma che invece venissimo protette e rispettate. ([[Leyna Bloom]])
*Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender... un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto [...]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano. ([[Beppe Grillo]])
===[[Lea T]]===
*Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. [...] il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.
*La società cisgender [quando la sessualità coincide con l'identità di genere di una persona, ''ndr''] è sempre stata portata a escludere e discriminare i transessuali e ha sempre cercato di annullare la visibilità delle donne transessuali come donne. Anche se noi esistiamo da millenni. Prima della colonizzazione bianca eravamo viste come creature sacre. Nelle tribù indiane del nord America eravamo venerate e chiamate Two Spirits, Rae Rae in Polinesia. Anche nella mitologia greca si è tanto parlato di ambiguità di genere. Con il cattolicesimo sono arrivate, invece, le discriminazioni e una mentalità patriarcale.
*Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.
===[[Leslie Feinberg]]===
*Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità.
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere.
*"Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa."
*Ogni giorno in questa città vedevo altri come me, abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua.
*"Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire. [...] Per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>"[...] non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>[...] "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]"
==Voci correlate==
*[[Drag queen]]
*[[Transfobia]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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{{voce tematica}}
[[File:Transsexual symbol.svg|thumb|Simbolo trans]]
Citazioni sulla '''transessualità''' ed i '''transessuali'''.
==Citazioni==
*Diceva che non valeva la pena per lei vivere se non poteva essere una ragazza. Che cosa fareste voi domattina se vi svegliaste con il corpo del sesso opposto mentre tutta la vostra personalità è rimasta la stessa? Riuscite a immaginare quanto vi sentireste in trappola? Riuscite a immaginare il desiderio disperato di poter recuperare un corpo appropriato? Ecco come si sente Hailey. È intrappolata in un corpo sbagliato dal quale desidera uscire. (''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'')
*I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. ([[Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi]])
*Io non sono una donna e non voglio esserla. Non sono neanche un uomo, come specificamente lo sono gli altri. Dovremmo trovare una terminologia adatta a noi. Neanche transessuale o ermafrodito. Siamo delle piccole meteore che cadono sulla Terra. Non è che io voglia fare la bestia rara o che voglia essere un idolo. Siamo dei flash, belli. Che il mondo strumentalizza. C'è chi si castra, chi vuole diventare donna, per raggiungere un obiettivo razionale perché la società vuole delle suddivisioni. Penso di essere una delle poche che è rimasta quella che è e che vuole vivere per quella che è. Perché io voglio pisciare con il mio pene, non con una vagina artificiale. (''[[D'amore si vive]]'')
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere. ([[Aldo Busi]])
*Noi siamo per esempio, dei transessuali. Cioè nasciamo... donne. Sotto ogni punto di vista, mentalmente... tutto. E vorremmo essere donne. [...] ci trattano con una parola definitiva: il pederasta, o l'omosessuale o volgarmente, come dicono, il ''culano''... Loro ci mettono tutti nello stesso sacco. (''[[D'amore si vive]]'')
*Qualunque siano i nuovi abiti dell'imperatore, mutilarsi i genitali non lo rende un'imperatrice. ([[Milo Yiannopoulos]])
*{{NDR|Sulle transgender}} Quello che vorrei è che non fossimo oggetto di feticismo, ma che invece venissimo protette e rispettate. ([[Leyna Bloom]])
*Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender... un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto [...]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano. ([[Beppe Grillo]])
===[[Lea T]]===
*Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. [...] il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.
*La società cisgender [quando la sessualità coincide con l'identità di genere di una persona, ''ndr''] è sempre stata portata a escludere e discriminare i transessuali e ha sempre cercato di annullare la visibilità delle donne transessuali come donne. Anche se noi esistiamo da millenni. Prima della colonizzazione bianca eravamo viste come creature sacre. Nelle tribù indiane del nord America eravamo venerate e chiamate Two Spirits, Rae Rae in Polinesia. Anche nella mitologia greca si è tanto parlato di ambiguità di genere. Con il cattolicesimo sono arrivate, invece, le discriminazioni e una mentalità patriarcale.
*Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.
===[[Leslie Feinberg]]===
*Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità.
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole.
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere.
*"Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa."
*Ogni giorno in questa città vedevo altri come me, abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua.
*"Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire. [...] Per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>"[...] non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>[...] "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]"
==Voci correlate==
*[[Drag queen]]
*[[Transfobia]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla|wikt}}
[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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Citazioni sulla '''transessualità''' ed i '''transessuali'''.
==Citazioni==
*Diceva che non valeva la pena per lei vivere se non poteva essere una ragazza. Che cosa fareste voi domattina se vi svegliaste con il corpo del sesso opposto mentre tutta la vostra personalità è rimasta la stessa? Riuscite a immaginare quanto vi sentireste in trappola? Riuscite a immaginare il desiderio disperato di poter recuperare un corpo appropriato? Ecco come si sente Hailey. È intrappolata in un corpo sbagliato dal quale desidera uscire. (''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'')
*I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. ([[Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi]])
*Io non sono una donna e non voglio esserla. Non sono neanche un uomo, come specificamente lo sono gli altri. Dovremmo trovare una terminologia adatta a noi. Neanche transessuale o ermafrodito. Siamo delle piccole meteore che cadono sulla Terra. Non è che io voglia fare la bestia rara o che voglia essere un idolo. Siamo dei flash, belli. Che il mondo strumentalizza. C'è chi si castra, chi vuole diventare donna, per raggiungere un obiettivo razionale perché la società vuole delle suddivisioni. Penso di essere una delle poche che è rimasta quella che è e che vuole vivere per quella che è. Perché io voglio pisciare con il mio pene, non con una vagina artificiale. (''[[D'amore si vive]]'')
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere. ([[Aldo Busi]])
*Noi siamo per esempio, dei transessuali. Cioè nasciamo... donne. Sotto ogni punto di vista, mentalmente... tutto. E vorremmo essere donne. [...] ci trattano con una parola definitiva: il pederasta, o l'omosessuale o volgarmente, come dicono, il ''culano''... Loro ci mettono tutti nello stesso sacco. (''[[D'amore si vive]]'')
*Qualunque siano i nuovi abiti dell'imperatore, mutilarsi i genitali non lo rende un'imperatrice. ([[Milo Yiannopoulos]])
*{{NDR|Sulle transgender}} Quello che vorrei è che non fossimo oggetto di feticismo, ma che invece venissimo protette e rispettate. ([[Leyna Bloom]])
*Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender... un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto [...]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano. ([[Beppe Grillo]])
===[[Lea T]]===
*Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. [...] il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.
*La società cisgender [quando la sessualità coincide con l'identità di genere di una persona, ''ndr''] è sempre stata portata a escludere e discriminare i transessuali e ha sempre cercato di annullare la visibilità delle donne transessuali come donne. Anche se noi esistiamo da millenni. Prima della colonizzazione bianca eravamo viste come creature sacre. Nelle tribù indiane del nord America eravamo venerate e chiamate Two Spirits, Rae Rae in Polinesia. Anche nella mitologia greca si è tanto parlato di ambiguità di genere. Con il cattolicesimo sono arrivate, invece, le discriminazioni e una mentalità patriarcale.
*Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.
===[[Leslie Feinberg]]===
*Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità.
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole.
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere.
*"Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa."
*Ogni giorno in questa città vedevo altri come me, abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua.
*"Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire. [...] Per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>"[...] non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>[...] "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]"
==Voci correlate==
*[[Drag queen]]
*[[Moti di Stonewall]]
*[[Transfobia]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla|wikt}}
[[Categoria:Terminologia LGBT]]
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Marco Delvecchio
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[[File:Marco Delvecchio - Ned-AllStars (2015).jpg|thumb|right|Marco Delvecchio]]
'''Marco Delvecchio''' (1973 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.
==Citazioni di Marco Delvecchio==
{{cronologico}}
*{{NDR|Sulla finale di Euro 2000}} Siamo stati sfortunati, il gol di Wiltord fu una sequenza incredibile di episodi. [[Fabio Cannavaro|Cannavaro]] che non rinvia di testa, la palla che passa tra le gambe di [[Alessandro Nesta|Nesta]] e poi sotto l'avambraccio di [[Francesco Toldo|Toldo]]. Credo che il destino abbia voluto che andasse così. Quella era l'ultima azione. Dopo la partita mi hanno raccontato che a bordo campo c'era già la coppa con i nastrini dell'Italia.<ref name="euro2000">Dall'intervista di Valerio Gualerzi, ''[http://www.repubblica.it/2006/07/speciale/mondiali/servizi/parla-delvecchio/parla-delvecchio/parla-delvecchio.html Delvecchio e la finale persa "Vendicate Rotterdam"]'', ''la Repubblica'', 8 luglio 2006.</ref>
*{{NDR|Sull'esperienza all'Inter}} Ho bellissimi ricordi dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]. Non scorderò mai il mio esordio in Coppa Italia contro la Juve. Ero a Viareggio e mi chiamarono per giocare con campioni del calibro di [[Lothar Matthäus|Matthäus]] e Brehme. Stavo bene: Moratti mi considerava fondamentale e mi diceva che ero incedibile, che dovevo dare una mano a far ambientare i nuovi compagni.<ref name="inter">Dall'intervista per ''I Signori del calcio'', Sky; citato in ''[http://www.fcinternews.it/news/delvecchio-amareggiato-quando-andai-via-dall-inter-78208 Delvecchio: "Amareggiato quando andai via dall'Inter"]'', ''Fcinternews.it'', 28 aprile 2012.</ref>
*{{NDR|Sull'addio all'Inter}} Ero in Under 21, mi chiamarono e mi dissero che mi dovevo trasferire a Roma per via di uno scambio con Branca. Ero stupito e amareggiato e ci rimasi male. Misi però poco a dimenticare e ambientarmi. Devo anzi ringraziare [[Massimo Moratti|Moratti]] perché mi diede la possibilità di fare una carriera che forse all'Inter non avrei fatto.<ref name="inter"/>
*{{NDR|Sulla vittoria del campionato 2000-2001}} Era una situazione inverosimile con un clima surreale. Nessuno di noi potrà dimenticare quel giorno, un successo così vicino, con il grande timore di non farcela. Gli ultimi minuti non passavano mai.<ref name="intervista2014">Da un'intervista rilasciata a ''As Roma Membership''; citato in ''[http://www.pagineromaniste.com/delvecchio-intervista/ Delvecchio: "Noi non eravamo un gruppo unito, Garcia ha carattere"]'', ''Pagineromaniste.com'', 1° aprile 2014.</ref>
*{{NDR|Sulla carriera a Parma}} Parma è calcisticamente una situazione perfetta per ogni atleta. Una città a misura di uomo, dove si respira un'atmosfera serena e si ha la possibilità di fare bene. Nonostante mi sia trovato benissimo dal punto di vista ambientale, non sono riuscito a dare alla squadra l'apporto che avrei voluto. Sono arrivato dopo essermi operato al tendine di Achille, appena rientrato in forma ho avuto problemi ad un ginocchio, poi a fine stagione mi sono dovuto operare di nuovo sempre al tendine. Quando sono riuscito a scendere in campo ho dato il mio apporto, ma se fossi stato bene fisicamente avrei potuto dare di più.<ref name="intervista2014"/>
*{{NDR|Su [[Francesco Totti]]}} Francesco è un professionista esemplare, che sa perfettamente come gestirsi e in campo riesce ancora a fare la differenza.<ref name="intervista2014"/>
*{{NDR|Su [[Zdeněk Zeman]]}} Un allenatore molto simpatico e di compagnia, sembrava burbero ma è tutt'altro. Ricordo Di Biagio che ci scherzava, era il suo figlioccio. Lui stava allo scherzo, era molto divertente. Sul lavoro era molto esigente, faceva provare e riprovare gli schemi, poi c'era quella dose di lavoro atletico che ti levava la voglia di fare altro.<ref name="intervista">Dal programma televisivo ''Slideshow'', Roma TV; citato in ''[http://www.romaforever.it/news/leggi.php?idNews=40138 Delvecchio: "Devo molto a Mazzone e Sensi, Capello ti faceva dare il massimo, Batistuta un fratello"]'', ''Romaforever.it'', 31 ottobre 2014.</ref>
*{{NDR|Su Lazio-Roma (4-1)}} 21 novembre 1999, dopo mezz'ora eravamo 4-0, c'era gente incredula, non si era mai visto contro una Lazio fortissima. Rientrammo negli spogliatoi, esultavamo e Capello ci urlava che non era finita. Un derby veramente entusiasmante. [[Vincenzo Montella|Montella]] era straordinario, tecnicamente fortissimo, faceva la differenza. Appena capitava mezza palla buona faceva gol, non si poteva dir nulla. Ho avuto un buonissimo rapporto, poi abbiamo vissuto insieme tante altre esperienze.<ref name="intervista"/>
*[[Fabio Capello|Capello]] è stato l'allenatore che mi ha cambiato nel modo di giocare. Già dal suo primo anno ha voluto cambiare la mia posizione, quando arrivò giocai con [[Francesco Totti|Totti]] e Montella, ma già a metà stagione mi mise sulla fascia pensando all'anno dopo. Ti faceva tirare fuori il 110%, la sua più grande dote. Trattava tutti allo stesso modo, non c'erano giocatori di nome o altri, i regolamenti erano uguali.<ref name="intervista"/>
*{{NDR|Su [[Franco Sensi]]}} Ho sempre detto che è stato il mio presidente. Nel senso che mi ha cambiato la vita. Mi ha subito voluto bene, tutto quello che ho lo devo a lui oltre che a me stesso. È stato un presidente molto importante, mi ha fatto togliere tante soddisfazioni e lo ringrazierò per tutta la vita, mi ha permesso di fare la vita che sto facendo e di realizzare il sogno dello scudetto.<ref name="intervista"/>
*{{NDR|Sul gol nel [[derby di Roma]] nel 2001}} Entrai nel secondo tempo al posto di [[Gabriel Batistuta|Batistuta]], dopo 4 minuti gancio su Nesta e destro sul secondo palo. Una delle nove grandi emozioni. È sempre stata una partita che mi faceva dare qualcosa in più, i tifosi mi dicevano che era la partita più importante dell'anno, me la sono presa a cuore. Si vede anche alle spalle, prima allo stadio non c'era un posto libero. Fare gol in uno stadio così pieno è spettacolare.<ref name="intervista"/>
*{{NDR|Sul suo ultimo gol nel derby}} Periodo difficile, dopo i mondiali del 2002 ebbi una fascite plantare, rimasi 4 mesi fermo. Durante la settimana del derby riuscii a fare due allenamenti e Capello mi convocò. Totti chiese se fosse matto, gli dissi che magari era per farmi stare col gruppo. Alle 18.30 Capello diede la formazione ed ero titolare. Totti si girò e mi chiese ancora se fosse impazzito. Giocai quella partita con un po' di dolore e poco allenamento, destino volle che segnassi il gol del pareggio dopo quattro mesi che non giocavo. Doppia emozione, tornare a giocare, fare gol al derby. Totti non ci credeva, ma anche Batistuta corse ad abbracciarmi dalla panchina.<ref name="intervista"/>
*{{NDR|Sulla finale di Euro 2000}} Questa è la bella ma sfortunata finale di Rotterdam. Fu la prima partita da titolare che feci, fino alla semifinale non avevo mai giocato, giocai secondo tempo e supplementari. Zoff mi vide in forma e mi fece giocare al posto di Inzaghi, Montella e Del Piero. A volte è destino, se dovessimo rigiocare quel minuto finale staremmo parlando di un'altra conclusione. Ogni volta che lo racconto mi vengono i brividi, sono successe troppe cose in quel rinvio, bastava qualcosa di diverso e avremmo vinto.<ref name="intervista"/>
*[[Christian Vieri|Bobo]] è molto diverso, è un orsacchiotto. Risulta burbero se non sei suo amico, ma non è affatto così. Un ragazzo buono, a volte dovevo consolarlo perché aveva paura di tutto. Gli sudavano le mani, non sapevo come consolarlo.<ref name="intervista"/>
*{{NDR|Sul gol da ex con l'Ascoli}} Questo è quello che succede quando torna l'ex. Ti capita quella palla che non puoi fare a meno di spingere in porta, successe sotto quella Curva sotto cui ho esultato spesso, l'unica volta in cui sono riuscito a godere appieno di un gol. Non si poteva tirarsi indietro, mi sarebbe piaciuto farlo un'altra volta con la maglia giallorossa. [...] Finì 2-2, andai a salutare i tifosi che mi avevano perdonato, mi chiamarono sotto la curva per darmi il bentornato. Momento emozionante, ci andai con la maglia di un'altra squadra.<ref name="intervista"/>
==Citazioni su Marco Delvecchio==
*''Delvecchio, pure lui suda parecchio, se la schiaffa dentro poi ce fa vedé l'orecchio.'' ([[Brusco]])
*L'uomo-derby rimane Marco Delvecchio. ([[Mirko Vučinić]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Delvecchio, Marco}}
[[Categoria:Calciatori italiani]]
[[Categoria:Allenatori di calcio italiani]]
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Maschio e femmina
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[[File:Arnegger Portrait Geschwister Fromknecht VLM.jpg|thumb|upright=1.4|''Ritratto dei fratelli Fromknecht'' (A. Arnegger, 1915)]]
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Citazioni sul rapporto tra '''maschio e femmina''', '''uomo e donna'''.
==Citazioni==
*A un uomo di spirito serve solo una donna assennata: sono troppe due persone di spirito in una casa. ([[Louis de Bonald]])
*Allorché di due farete uno, allorché farete la parte interna come l'esterna, la parte esterna come l'interna e la parte superiore come l'inferiore, allorché del maschio e della femmina farete un unico essere sicché non vi sia più né maschio né femmina, allorché farete occhi in luogo di un occhio, una mano in luogo di una mano, un piede in luogo di un piede e un'immagine in luogo di un'immagine, allora entrerete nel ''[[Regno dei Cieli|Regno]]''. (''[[Vangelo di Tommaso]]'')
*''Altro da me in tutto... maschio, estraneo, | altra carne, altro cuore, altra mente, | pure, il mio stesso corpo prolungato, | la voce che si sdoppia, e mi continua: | ciò che si oppone, e ciò che mi compone | come un discorso teso, mai concluso, | o l'altro occhio: il raggio che converge | al rilievo, allo scatto delle cose – | mio necessario opposto, crudele meraviglia | è [[amore|amare]] te: godere di due vite | in questa sola, avere doppia morte.'' ([[Armanda Guiducci]])
*– C'è una differenza tra noi.<br>– Perché lei è un uomo e io sono una donna? Che differenza è?<br>– La stessa differenza che passa fra un uomo e una donna! ([[August Strindberg]])
*Che cos'è che fa pensare a un uomo che la donna che sposa o che genera potrebbe, sì, comportarsi male, ma tutte quelle che non ha sposato né generato si comporteranno male di sicuro? ([[William Faulkner]])
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. ([[Leslie Feinberg]])
*Come gli uomini non sanno distinguere il merito nelle donne, così esse spesso giudicano di noi molto più esattamente. Si direbbe che i due sessi siano in grado di spiarsi a vicenda, e siano forniti di capacità differenti, atte alla reciproca osservazione. ([[Oliver Goldsmith]])
*Credo davvero che il modo di comportarsi di un uomo con una donna sia inversamente proporzionale al suo coraggio con gli individui del suo stesso sesso. I deboli e i citrulli sono spesso abilissimi nell'incantare le donne, mentre i guerrieri che affrontano impavidi mille pericoli si ritirano nell'ombra come bambini spaventati. ([[Edgar Rice Burroughs]])
*– Dio crea i dinosauri, Dio distrugge i dinosauri, Dio crea l'uomo, l'uomo distrugge Dio, l'uomo crea i dinosauri.<br />– I dinosauri mangiano l'uomo, la donna eredita la Terra. (''[[Jurassic Park (film)|Jurassic Park]]'')
*Dio ha posto abilità e vocazioni nel cuore di tutti noi, a prescindere dal nostro sesso. E ognuno di noi ha il dovere, uomo o donna che sia, di realizzare i doni che da Dio ha ricevuto. Se consideriamo la questione da questo punto di vista, possiamo guardare a uomini e donne semplicemente per quello che sono: esseri umani. ([[Regina Jonas]])
*Dio non è una donna. Perché "Dio" è un nome da uomo! (''[[La vita secondo Jim]]'')
*Dio s'è fatto uomo. Il diavolo s'è fatto donna. ([[Victor Hugo]])
*Dopodiché si fece molto tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie, no? Mi resi conto che donna fantastica era... e di quanto fosse divertente solo conoscerla. E io pensai a... quella vecchia barzelletta, sapete... Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: "Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina", e il dottore gli dice: "perché non lo interna?", e quello risponde: "e poi a me le uova chi me le fa?". Be', credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm... e pazzi. E assurdi, e... Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova. (''[[Io e Annie]]'')
*Donne e uomini hanno bisogno del sesso per vivere insieme, è l'elemento che risolve ogni contrasto. (''[[How I Met Your Mother (quarta stagione)|How I Met Your Mother]]'')
*Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. ([[Simone de Beauvoir]])
*''E allora, riprendiamoci la nostra Libertà! | Rifiutiamo decise ogni Sudditanza! | Voi che al mondo veniste non senza nostra pena, | smettetela con la vostra crudeltà! | Essendo maggiore la vostra colpa, perché disdegnate | di accettarci come uguali, senz'oppressione?'' ([[Emilia Lanier]])
*E avendo la natura prodotto l'uomo e la donna di molto differente temperatura e complessione, si può credere che non siano atti ne' medesimi uffici: ma l'uomo, come più robusto, ad alcuni è disposto, e la donna, come più delicata, ad alcuni altri, onde nel principio della ''Politica'', contra Platone conchiude Aristotele che la virtù dell'uomo e della femina non siano la medesima; perciò che la virtù dell'uomo sarà la fortezza e la liberalità, e la virtù della donna la pudicizia. E come piacque a Gorgia, così il silenzio è virtù della donna, come l'eloquenza dell'uomo. ([[Torquato Tasso]])
*È curioso, gli uomini parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. ([[Leslie Feinberg]])
*È incredibile come un bipede di genere femminile possa ridurre un uomo. (''[[Totò e le donne]]'')
*È nostra arroganza definire «maschili» la schiettezza, la lealtà e la cavalleria quando la vediamo in una donna; è loro arroganza descrivere come «femminili» la sensibilità, il tatto o la dolcezza in un uomo. ([[C. S. Lewis]])
*È proprio vero quello che dicono: le donne sono di Omicron Perseo 7 e gli uomini di Omicron Perseo 9! (''[[Futurama (prima stagione)|Futurama]]'')
*E sa che penso? Che la [[Chiesa cattolica]] stia registrando oggi il suo più grande trionfo: l'uomo odia finalmente la donna. Non c'era riuscita nemmeno nei secoli più grevi, più oscuri. ([[Leonardo Sciascia]])
*È una donna e perciò vede la vita come non la vediamo noi, e certe volte ci insegna a guardarla; comprende sfumature, percepisce sottigliezze che i nostri sensi non registrano; sa trovare nel vocabolario quell'aggettivo che a contatto con un sostantivo crea imprevedibili effetti. Se è vero che la donna è il complemento spirituale dell'uomo, essa vede l'altra faccia della verità. ([[Dino Segre]])
*– Eh, le donne... Il tempo che perdete a far toilette...<br>– Per forza! L'aspetto conta molto più del cervello perché gli uomini ci vedono molto meglio di quanto non ragionino! (''[[La bestia umana (film)|La bestia umana]]'')
*Fece come gli uomini hanno sempre fatto, e probabilmente faranno sempre, fino alla fine dei tempi... {{NDR|per [[Cucito|cucire]]}} tenne immobile l'ago e cercò di infilare il filo nella cruna, che è l'opposto di come fanno le donne. ([[Mark Twain]])
*Felici le donne cui la femminilità è talora dono di preveggenza per la confidenza che l'uomo non osa in esse versare! ([[Carlo Maria Franzero]])
*Finché non cesseranno di percepirsi come le vedono gli uomini, le donne non potranno fondare su sé stesse l'autostima. [...] Per ritrovare fiducia in sé stessa, la donna non può semplicemente «deciderlo» o «imporselo». Deve pian piano imparare a non dipendere dallo sguardo dell'uomo; a non sentirsi bella solo quando un uomo glielo dice; a non sentirsi brava solo quando il capoufficio o il professore la approva. ([[Michela Marzano]])
*Fra cento anni [...] le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà la macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando le donne erano il sesso protetto sarà scomparso; ad esempio [...] l'idea che le donne, i preti e i giardinieri vivano più a lungo. Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai più giovani e assai più presto degli uomini; cosicché si dirà: "Oggi ho visto una donna", come si diceva "Oggi ho visto un aereo". Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un'occupazione protetta. ([[Virginia Woolf]])
*Gli uomini che in casa sottostanno alla disciplina di una [[moglie]] bisbetica sono appunto quelli che, fuori, sono più concilianti e ossequiosi. ([[Washington Irving]])
*Gli uomini forti — quelli che sono davvero un modello — non hanno bisogno di offendere le donne per dimostrare il loro potere. ([[Michelle Obama]])
*Gli uomini imparano ad amare la persona dalla quale sono attratti... le donne sono sempre più attratte dalla persona che amano. (''[[Sesso, bugie e videotape]]'')
*Gli uomini invecchiando, [...], diventano personaggi venerabili, guardate Nestore, guardate gli Eremiti. La donna vecchia, invece, se non è madre, diventa una esecrabile strega. ([[Anna Banti]])
*«Gli uomini sono molto diversi dalle donne.» Si sbatté una mano sul petto. «Qui, sono diversi. Vedi, questa è la differenza. Non sono forti come noi. Gli uomini sono più vulnerabili quando amano. Si danno di più. Le donne no. Le donne tengono sempre in serbo una piccola parte di sé. Le donne sono più complicate, sotto questo aspetto. Gli uomini no. Amano e basta. E sono vulnerabili.» ([[Torey Hayden]])
*''Gli uomini sono pastiglie da prendere quando piove, | le donne sono pastiglie da calare giù con il sole.'' ([[Dente (cantante)|Dente]])
*Gli uomini sono stati fatti per appropriarsi delle cose: prendono i tuoi soldi, la tua terra, le donne e tutto ciò che riescono ad afferrare con le loro avide mani. Ecco gli uomini. Le donne sono state fatte per amare, allevare, proteggere, avere cura. Ecco le donne. (''[[Le regole del delitto perfetto]]'')
*– Hai ferito i suoi sentimenti.<br>– Senti, non ammorbarmi con la roba da femmine. Io e Bender siamo maschi, i maschi non hanno sentimenti.<br>– Bender non è maschio! È un semplice robot!<br>– È la stessa cosa. (''[[Futurama (prima stagione)|Futurama]]'')
*Il bene pubblico è interesse dell'uomo: guai se decide la donna. ([[Eschilo]])
*Il bisogno che fa gli uomini cattivi, fa brutte le donne. ([[Emilio de Marchi]])
*Il maschio e la femmina: due corpi magnificamente ideati per adattarsi insieme senza fatica, senza sforzo. Sue tessere perfette di un puzzle, una mano che entra in un guanto. (''[[Wayward Pines]]'')
*Il mistero di una donna è un dolore che non si rimargina e neppure si riesce a imparare. L'uomo non imparerà mai a essere donna, e neppure una donna imparerà mai ad essere donna. Quando una donna nasce lo fa per sempre. Un uomo nasce solo per ferire, morire e ferire di nuovo; offendere, chiedere perdono, amare, amare di nuovo, di nuovo scappare, ferire, amare di nuovo e di nuovo morire. L'uomo vive per lasciare impronte nella neve, nell'illusione di fare traccia di sé. La donna la neve e il paesaggio che si farà primavera. La donna è una sfida che ti sfida. La donna è un ordigno, e l'uomo è un bambino che non riesce a capirci niente e lo distrugge, per piangere subito dopo e dare la colpa alle istruzioni. Ma la donna e il cielo non hanno istruzioni. ([[Filippo Timi]])
*Il modello femminile si è inesorabilmente conformato a quello maschile. Siamo conformi perché l'immagine che i media propongono di noi – a cui una buona parte delle donne consapevoli cercano strenuamente di resistere – è quello di una femmina puro oggetto di piacere e di seduzione. ([[Susanna Tamaro]])
*Il sesso femminile invoca e si aspetta dal sesso mascolino assolutamente tutto; tutto ciò che desidera e tutto ciò che gli è necessario; il sesso mascolino non domanda all'altro, prima di tutto e direttamente, che un'unica cosa. ([[Arthur Schopenhauer]])
*Impura e distorta: tale è la condizione naturale delle donne in questo mondo; ma l'uomo, ingannato da vesti e ornamenti, per le donne incorre nella passione. ([[Aśvaghoṣa]])
*In Italia l'uomo è sempre poligamo. La donna è poliandra. (Quando può.) ([[Giuseppe Prezzolini]])
*In ogni epoca non ci siano state mezzefemmine, spregiatrici del maschio, ma solo perché il tipo è stato individuato adesso, si è rivelato e ha sollevato scalpore. Vittima di una superstizione (che afferra anche i cervelli più forti), per cui la donna, questa forma distorta d'uomo, intermedia rispetto al maschio, signore della creazione e artefice della cultura, dovrebbe essergli uguale ovvero diventare simile a lui, ella inciampa in un'aspirazione assurda sulla quale cade. Assurda, dicevo, perché una forma distorta, subordinata alle leggi della procreazione, si riproduce sempre distorta e non può mai raggiungere chi le è superiore, secondo la seguente formula: A (l'uomo) e B (la donna) partono da uno stesso punto C; A (l'uomo) con velocità, poniamo, 100 e B (la donna) con velocità 60. Quando, chiediamo, B raggiungerà A? – Risposta: Mai! Né con l'ausilio della parità nell'istruzione, nel diritto di voto, né del disarmo o della temperanza, proprio come due rette parallele non possono mai intersecarsi. ([[August Strindberg]])
*In un'epoca in cui giustamente le donne rivendicano la loro forza, gli uomini rivendicano la loro debolezza. Io ho sempre pensato che la forza di un uomo non avesse nulla a che fare con la virilità. Ho sempre pensato che la virtù dell'uomo come quella delle donne fosse nell'ascolto degli altri e non nel gonfiare i muscoli o il petto. E' una nuova frontiera del maschio contemporaneo, mostrarsi debole. ([[Francesco Bruni (sceneggiatore)|Francesco Bruni]])
*Io cerco di ricordarmi di essere donna. L'uomo può uscire vestito casualmente, la donna deve essere carina ed elegante. ([[Fiona May]])
*Io ho sempre considerato la donna molto più forte dell'uomo, perché la donna dà la vita. ([[Claudia Cardinale]])
*''Io sono il poeta della donna come lo sono dell'uomo, | e dichiaro che è grande esser donna così come è grande esser uomo, | e dichiaro che nulla è più grande della madre degli uomini.'' ([[Walt Whitman]])
*Io vedo nei maschi l'infelicità di non poter essere dei super-esseri: non puoi chiedermi di essere amante e sposo, padre e figlio, di dar sicurezza economica e comportarmi con spavalderia criminale, essere il principe azzurro e l'impiegato mediocre. E, in molte donne, vedo salire nostalgie prefemministe. ([[Tiziano Scarpa]])
[[File:Pierre-Auguste Renoir - Suzanne Valadon - Dance at Bougival.jpg|thumb|''Dance at Bougival'' ([[Pierre-Auguste Renoir]], 1982-83)]]
*L'amore in sostanza tra un uomo e una donna non si basa su chi insegue e chi fugge, ma su chi sa aspettare. ([[Vittorio Sgarbi]])
*L'avvento della donna sulle scene segna una volta per tutte la scissione tra maschio e femmina, condannati a caratteri sessuali, differenti nel senso diversi l'uno dall'altra, cancellando da una parte l'erotismo... e dall'altra l'osceno..., la perversione che è il teatro nel suo farsi: il fantasma. ([[Carmelo Bene]])
*L'eccesso di [[sesso|copulazioni]] può in realtà non costare molto a una femmina, a parte un po' di tempo e di energia, ma certamente non le è di vantaggio. Un maschio invece non copula mai abbastanza con un numero sufficiente di femmine diverse: per un maschio, la parola eccesso non ha significato. ([[Richard Dawkins]])
*L'intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza di un uomo. ([[Rudyard Kipling]])
*L'uomo che non ha una donna al suo fianco è un uomo morto. (''[[Grand Hotel (film 1932)|Grand Hotel]]'')
*L'uomo è come il gallo; chicchirichì! sbatte appena le ali e via – la donna invece è come la povera chioccia; stattene seduta a covare i pulcini. ([[Aleksandr Sergeevic Puškin]])
*L'uomo nasce dalla donna e tutta la vita cerca di rientrarvi. ([[Pino Caruso]])
*L'uomo perfetto è l'uomo più donna. ([[Carlo Gnocchi]])
*L'uomo, poiché è forte e presiede alla donna, rappresenta la parte più elevata della ragione, invece la donna quella inferiore. E ciò a motivo della virilità da un lato, e della debolezza e fragilità dall'altro. ([[Bonaventura da Bagnoregio]])
*L'uomo si disonora quando è senza cuore, la donna quando si vende. (''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'')
*La bellezza fa autentici miracoli. Ogni difetto morale di una bella donna, lungi dal generare repulsione, diventa invece al massimo grado attraente; il vizio stesso spira leggiadria; ma scompaia la bellezza, e una donna dovrà essere venti volte più intelligente di un uomo per attirarsi, non dico amore, ma almeno stima. ([[Nikolaj Vasil'evič Gogol']])
*La donna che scrive mi dà, quasi sempre, lo stesso fastidio dell'uomo che cucina. ([[Libero Bovio]])
*La donna è cambiata molto. Stiamo assistendo ad una grande indipendenza della donna. Oggigiorno il ruolo che una volta storicamente apparteneva all'uomo è spesso ricoperto dalla donna (parlo dal punto di vista del comportamento): probabilmente la società attuale non è ancora preparata a assistere a una tale inversione di ruoli. ([[Camila Raznovich]])
*La donna è fatta per l'uomo, l'uomo per la vita, e per tutte le donne. ([[Henry de Montherlant]])
*La donna è meno consona alla moralità dell'uomo perché ha in sé più liquidità dell'uomo. Caratteristica del liquido è di ricevere facilmente e di trattenere male. Il liquido è un elemento facilmente mutevole, perciò le donne sono volubili e curiose. Quando una donna ha un rapporto con un uomo è molto probabile che desideri stare allo stesso tempo anche con un altro. La donna non è affatto fedele. Se tu le dai fiducia ne sarai deluso.[...] La donna è un uomo mal riuscito e rispetto all'uomo ha una natura difettosa e imperfetta, perciò è insicura. Quello che non riesce ad ottenere da sola cerca di raggiungerlo con gli inganni demoniaci. Perciò, per farla breve, l'uomo si deve guardare da ogni donna come da un serpente velenoso o da un diavolo cornuto. [...] L'intelligenza tende al bene e la furbizia al male. Pertanto nei comportamenti cattivi è più intelligente la donna perché è più furba dell'uomo. La sua sensibilità spinge la donna verso ogni male, mentre la ragione spinge l'uomo verso ogni bene. ([[Alberto Magno]])
*La donna innamorata non perdona le offese che le ha fatto il suo uomo, le dimentica. L'uomo innamorato non dimentica le offese fattegli dalla sua donna, le perdona. ([[Ugo Ojetti]])
*La donna non è una "replica" dell'uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L'immagine della "costola" non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari e che hanno anche questa reciprocità. E il fatto che — sempre nella parabola — Dio plasmi la donna mentre l'uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell'uomo, ma di Dio. Suggerisce anche un'altra cosa: per trovare la donna — e possiamo dire per trovare l'amore nella donna —, l'uomo prima deve sognarla e poi la trova. ([[Papa Francesco]])
*La donna non può essere superiore che come donna, ma dal momento in cui vuole emulare l'uomo, non è che una scimmia. ([[Joseph de Maistre]])
*La donna più addentro nell'anima sente forza d'amore, e l'uomo si fa padrone di tutto il suo essere e si rende vita della sua vita. La donna vive per amare, e di codesto sentimento usa nelle vicende dell'esistenza per lenire l'agrezza delle sciagure, per stemperare in dolce serenità le gioie trabocchevoli. È per cotesto che la donna è la poesia della natura, perché l'amore è l'eterno sorriso del creato, l'armonia che tutti gli esseri lega in un vincolo misterioso. E mentre l'uomo trascende a forti e concitati proponimenti, e passioni violenti e subitanee, la donna modera se stessa, finché lo consente natura; e la preghiera, l'umiltà, il sacrificio le porgono mezzi di giungere là, ove non possono la vendetta, l'odio, il furore dell'uomo. ([[Felice Guzzoni]])
*La donna più stupida può manovrare un uomo intelligente, ma ci vuole una donna molto intelligente per manovrare uno stupido. ([[Rudyard Kipling]])
*"La donna può cambiare meglio dell'uomo," disse Ma' in tono rassicurante. "La donna la vita ce l'ha tutta nelle braccia. L'uomo ce l'ha tutta nella testa." ([[John Steinbeck]])
*La donna [...] rispetto all'uomo ha una natura difettosa e imperfetta. ([[Alberto Magno]])
*La donna venuta dopo, quella dei giorni nostri, in gara col maschio in ogni competizione e in ogni attività, in ogni privilegio, che del maschio reclama i diritti e le prerogative fino nell'abito, è forse più utile ai fini pratici della vita sociale, ma la sua posizione rispetto all'uomo è divenuta quella di un oggetto di uso comune nella vita quotidiana, non di un oggetto prezioso e raro, che si guarda con ammirazione religiosa. Oggi abbiamo la donna sportiva sorta dal cinematografo: quella era la donna sorta alcuni secoli prima dalla poesia. ([[Aldo Palazzeschi]])
*La giovane evitava in particolare i faggi e i frassini, che gocciolavano più insidiosamente di tutte le altre piante. Così facendo dimostrava quanto le donne comprendano bene gli umori e le caratteristiche della natura: un uomo che avesse attraversato quei campi non si sarebbe nemmeno accorto che dagli alberi scendeva acqua. ([[Thomas Hardy]])
*La lingua di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] nella parola ''homo'', che valse a significare il maschio e la femina della coppia umana, riverberò la riposta idea di questa originaria egualità di natura, sebbene nelle pratiche della vita si ebbero un divario di destinazione, ed alla donna cui competea un equa reciprocanza, solo perché non isviluppata all'attività del corpo e della mente, si fece soffrire la sorte che la preponderante forza brutale impose sempre alla debolezza infelice. Sicché in tutti i tempi e presso tutt'i popoli la donna fu ''capitis deminuta''. ([[Salvatore Morelli]])
*La prima cosa che dovete sapere è che uomo e donna si sono evoluti insieme, fianco a fianco. E questo dimostra che la femmina della razza umana è l'animale più coraggioso che esista in natura, l'unico che riesce a sopportare un uomo a fianco per tutta la vita: esperienza terribile, che nessun altro essere vivente è in grado di sopportare, a meno che non si tratti di un militare. ([[Giobbe Covatta]])
*Le donne cercano sempre di dimostrare che la cura della casa e della famiglia rappresenta un lavoro che nessun uomo può accingersi a sbrigare, mentre è stato dimostrato che a fatti gli uomini sanno trovare più efficienti sistemi nell'organizzare anche i lavori domestici su basi bene ordinate e risparmiando tempo e fatica, cosa che le donne non sapranno mai fare. ([[Rosamond Du Jardin]])
*Le donne cercano negli uomini un elemento che loro non posseggono e gli uomini fanno la stessa cosa con le donne. (''[[Nadia - Il mistero della pietra azzurra]]'')
*Le donne commettono dei particolari reati per la loro fragilità, ma tenendo conto di questa fragilità femminile, i giudici maschi sono di solito tolleranti con loro. E dunque stiano buone. ([[Giuseppe Prezzolini]])
*Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile. ([[Charlotte Whitton]])
*Le donne dolci hanno sempre teso degli agguati agli uomini: nella culla, in cucina, in camera da letto. E sulle tombe dei figli, il luogo migliore per non cercare una scusa onde implorare pietà. ([[Mario Puzo]])
*Le donne hanno certamente ragione quando respingono le norme di vita fatte proprie dal mondo: tanto più che sono stati gli uomini ad averle stabilite senza neanche consultarle. ([[Michel de Montaigne]])
*Le donne hanno per certi atti il senso del pudore assai meno sviluppato che l'uomo. La loro femminilità è ad un tempo arma e difesa. ([[Carlo Maria Franzero]])
*Le donne nascono con il dolore dentro di sé. È il nostro destino: dolori mestruali, tette gonfie, il parto... Capisci? Siamo destinate a sentire il dolore per tutta la vita. Gli uomini no, devono cercarselo. Così inventano ogni genere di demone per sentire i sensi di colpa. Cosa che a noi invece viene del tutto naturale. Creano le guerre per poter provare qualcosa e quando non ci sono le guerre c'è il rugby. Invece noi sentiamo tutto quanto qui, dentro di noi, continuiamo a soffrire per il ciclo per anni e anni e anni... (''[[Fleabag]]'')
*Le donne ricordano solo gli uomini che le hanno fatte [[Risata e pianto|ridere]]; gli uomini solo le donne che li hanno fatti piangere. ([[Henri de Régnier]])
*"Le donne si immaginano che l'ammirazione significhi più di quello che è." "E gli uomini si danno un gran da fare perché esse se lo immaginino." ([[Jane Austen]])
*Le donne sono più pratiche, più realistiche. Non si disperdono in fumisterie come gli uomini, che girano sempre intorno all'albero per agguantare il nocciolo della questione. ([[Golda Meir]])
*Le donne spaventano gli uomini per la passione, per la vitalità con cui vivono l'amore e i sentimenti e soprattutto perché non sono interessate al potere, mentre gli uomini lo sono e la sete di potere, in qualche modo, sottrae energie e quindi impedisce di vivere l'amore in un modo così assoluto. È questo che genera la paura nei confronti delle donne, ed è per questo che tentano continuamente di sottometterle. ([[Eliette Abécassis]])
*Le prostitute dicevano che la maggior parte degli uomini avrebbe dovuto conoscere la donna quanto i protettori. La donna dovrebbe essere coccolata in modo da percepire l'affetto dell'uomo, ma trattata con severità... tutte le donne sono per natura fragili e deboli: sono attratte dall'uomo nel quale vedono la forza... La mia esperienza è fin troppo estesa e dimostra che le donne sono creature infide, ingannevoli e menzognere. ([[Malcolm X]])
*– Lei non dovrebbe stare qui.<br>– È grande. Le ho detto di restare.<br>– È una bambina.<br>– E le bambine diventano donne! E cambiano il pannolino ai maschi! (''[[Fargo (serie televisiva)|Fargo]]'')
*Lei pensa davvero che le donne siano migliori dell'uomo? Io non lo credo. Sono state solo più bistrattate, umiliate, incarcerate in quella deriva mentale fatta di paura e sudditanza. Ma non hanno per questo prodotto nessuna vera differenza. ([[Dacia Maraini]])
*''Ma perché gli uomini che nascono | sono figli delle donne | ma non sono come noi?'' ([[Mia Martini]])
*Man mano che invecchiano le donne diventano sempre più simili l'una all'altra. [...] Invece gli uomini si logorano. Le diverse nature vengono sempre più fuori. Le donne sembrano convergere. (''[[A Venezia... un dicembre rosso shocking]]'')
*Maschio o femmina, la prole di un leone sarà sempre leone. (''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'')
*Nel momento in cui l'uomo non fa quello che deve fare la donna si assume delle responsabilità che sono eccezionali... Nel momento in cui l’uomo torna a prendersi delle responsabilità, allora la donna non vede l’ora di fare quello per cui è stata creata. L'uomo è più istintivo, e la donna diversa, ma non parlo di dignità e di intelligenza o di spessore interiore, parlo di struttura. Dio ama la donna così tanto da non farle fare quello che per lei può risultare più faticoso. È ovvio che la donna sia più portata a prendersi cura dei figli, è nella sua indole. Se volesse avere una carriera, potrebbe fare entrambe le cose. Però dovremmo chiedere a lei se la carriera è veramente quello che vuole, capire quali sono le sue motivazioni, l’importante è che lei sia felice. ([[Nicola Legrottaglie]])
*Nell'uomo l'essenziale è l'essenziale e per tanto è sempre lo stesso, nella donna l'accidentale è essenziale e pertanto è inesauribile diversità. ([[Søren Kierkegaard]])
*Nella donna tutto è sacrificio, nell'uomo tutto è dovere. ([[Libero Bovio]])
*Noi donne passiamo oltre l'aspetto fisico se una persona ha qualcosa di importante e bello da offrirci. E se ha un cervello che funziona bene. Mi dispiace per i maschi dai grandi attributi fisici. Non ce l'ho con loro per questo, intendiamoci! ([[Eva Mendes]])
*Noi trascuriamo le donne, perché sono gli esseri umani più complicati e, nello stesso tempo, quelli che offrono di più in cambio agli sceneggiatori e ai registi. La donna può dire sì e no nello stesso tempo. La donna vuole e non vuole nello stesso istante. La donna mente e dissimula infinitamente meglio dell'uomo, perché è stata obbligata a farlo nella nostra società. Ma detesterei che perdesse i suoi meravigliosi attributi. Sono anche attributi naturali. Invidio loro i superiori mezzi per affrontare la vita. Le trovo infinitamente più affascinanti degli uomini [...]. Inoltre, le donne raramente sono rappresentate sullo schermo oggigiorno, tranne che come tette. ([[Joseph L. Mankiewicz]])
*Non nego che le donne siano sciocche: Dio onnipotente le ha create per combinarle con gli uomini. ([[George Eliot]])
*– Non sei la peggior scopata che abbia fatto. Credimi, c'è stato di peggio. Non è vero che sbuffi, soffi e fai rantoli da moribondo, anzi, ti dirò che a letto sei piuttosto normale.<br />– Perché le donne pensano sempre che la cosa più cattiva che possano fare ad un uomo è di confutare le sue capacità amatorie? (''[[Quinto potere]]'')
*Non si suole far credito alle donne d'alcuna larghezza di vedute, quando ci sia da agire; eppure esse vi danno qualche volta con singolare serenità in una questione uno scorcio ardito, cui gli uomini da soli non sarebbero mai arrivati. ([[Henry James]])
*''Non so se voi stimiate lieve risco | entrar con una [[donna]] in campo armato; | ma io, benché ingannata, v'avvertisco | che 'l mettersi con donne è da l'un lato | biasmo ad uom forte, ma da l'altro è poi | caso d'alta importanza riputato. | Quando armate ed esperte ancor siam noi, | render buon conto a ciascun uom potemo, | ché mani e piedi e core avem qual voi; | e se ben molli e delicate semo, | ancor tal uom, ch'è delicato, è forte; | e tal, ruvido ed aspro, è d'ardir scemo. | Di ciò non se ne son le donne accorte; | che se si risolvessero di farlo, | con voi pugnar porían fino a la morte. | E per farvi veder che 'l vero parlo, | tra tante donne incominciar voglio io, | porgendo essempio a lor di seguitarlo.'' ([[Veronica Franco]])
*Ogni uomo e ogni donna è una stella. ([[Aleister Crowley]])
*Per l'uomo l'amore può essere un episodio. Per la donna spesso è tutto il suo destino. ([[Nino Salvaneschi]])
*Per l'uomo la vita è fatta a salti: se nasce tuo figlio e muore tuo padre, per l'uomo è un salto; se ti compri la terra e ti perdi la terra, per l'uomo è un salto. Per la donna invece è tutto come un fiume, che ogni tanto c'è un mulinello, ogni tanto c'è una secca, ma l'acqua continua a scorrere, va sempre dritta per la sua strada. Per la donna è così ch'è fatta la vita. ([[John Steinbeck]])
*Per un attimo Susan si è chiesta se la sua avversaria sarebbe stata leale. [...] Ma le è stato ricordato che in fatto di uomini, le donne non sono leali. (''[[Desperate Housewives (prima stagione)|Desperate Housewives]]'')
*Perché Satana sa che ha sedotto il primo uomo per bocca di una donna e ha allontanato tutti gli esseri umani dalla beatitudine del paradiso grazie alla credulità della donna, così lui perseguita anche adesso, con astuzia ancora più attenta, il vostro sesso. ([[Papa Leone I]])
*Perché voi donne fate così? Perché vi fate tutte queste pippe mentali? Prendete ogni cosa che un uomo fa e la trasformate in un'altra cosa. Siete fuori! (''[[La verità è che non gli piaci abbastanza]]'')
*Porre donne e uomini sullo stesso piano è contro natura. Uomini e donne sono stati creati diversi. La loro natura è differente. La loro costituzione è differente. Perché alle donne non è richiesto di fare lo stesso lavoro degli uomini, come nei regimi comunisti. Mentre le madri godono di una posizione alta, la più alta. Che solo loro possono raggiungere. ([[Recep Tayyip Erdoğan]])
*Quando guardo il mondo e vedo come gli uomini lo hanno ridotto, allora dico a me stessa: "Be', se questo l'avessero fatto le donne, vorrei sapere che cosa ne penserebbero gli uomini." (''[[I bostoniani]]'')
*Quel primato che apparentemente l'uomo esercita sulla donna è un usurpazione della forza sul dritto, è un grossolano controsenso, che ripugna alla logica indagatrice del vero. I due sessi costituiti nella identità d'una medesima natura, si assimilano, si uguagliano in ciò che determina in essi la umana personalità. ([[Salvatore Morelli]])
*Questa emancipazione dicono dovere essere triplice: nella direzione della società domestica, nell'amministrazione del patrimonio, nell'esclusione e soppressione della prole. La chiamano emancipazione sociale, economica, fisiologica; fisiologica in quanto vogliono che la donna, a seconda della sua libera volontà, sia o debba essere sciolta dai pesi coniugali, sia di moglie, sia di madre (e che questa, più che emancipazione, debba dirsi nefanda scelleratezza, già abbiamo sufficientemente dichiarato); emancipazione economica, in forza della quale la moglie, all'insaputa e contro il volere del marito, possa liberamente avere, trattare e amministrare affari suoi privati, trascurando figli, marito e famiglia; emancipazione sociale, in quanto si rimuovono dalla moglie le cure domestiche sia dei figli come della famiglia, perché, mettendo queste da parte, possa assecondare il proprio genio e dedicarsi agli affari e agli uffici anche pubblici. Ma neppure questa è vera emancipazione della donna, né la ragionevole e dignitosa libertà che si deve al cristiano e nobile ufficio di donna e di moglie; ma piuttosto è corruzione dell'indole muliebre e della dignità materna, e perversione di tutta la famiglia, in quanto il marito resta privo della moglie, i figli della madre, la casa e tutta la famiglia della sempre vigile custode. Anzi, questa falsa libertà e innaturale eguaglianza con l'uomo tornano a danno della stessa donna; giacché se la donna scende dalla sede veramente regale, a cui, tra le domestiche pareti, fu dal Vangelo innalzata, presto ricadrà nella vecchia servitù (se non di apparenza, certo di fatto) e ridiventerà, come nel paganesimo, un mero strumento dell'uomo. ([[Papa Pio XI]])
*Questa società che ai maschi pone una serie di sfide per mettere alla prova le loro capacità, alla donna pone tutta una serie di tentazioni per metter fuori gioco le proprie. ([[Ursula Hirschmann]])
*Rare volte, mio buon signore, un uomo s'accinge a un'offerta di cordialità verso una donna, e che essa non n'abbia presentimento un po' prima. ([[Laurence Sterne]])
*Se l'uomo infatti è il capo, la donna è il cuore; e come l'uno tiene il primato del governo, così l'altra può e deve attribuirsi come suo proprio il primato dell'amore. ([[Papa Pio XI]])
*Se la donna è al suo posto, anche l'uomo troverà il proprio. ([[Maurice Zundel]])
*Se la donna rinuncia alla sua tentazione – il controllo – l'uomo abbandona la sua (di tentazione) l'egoismo. ([[Costanza Miriano]])
*Se una donna decide di essere accogliente, di stare lealmente dalla parte di suo marito, di avere un pregiudizio positivo nei suoi confronti, guardandolo con gli occhi di chi vuol vedere il buono, l'uomo non le resiste, si trasforma. ([[Costanza Miriano]])
*Se una donna impazzisce, il marito non può ripudiarla. (''[[Talmud]]'')
*Secondo me oggi la donna ha preso il sopravvento, è la più forte. Ma tutte e due hanno paura. Paura di innamorarsi e soffrire. ([[Manuela Arcuri]])
*Sì, hai ragione, non possono essere amici. Cioè, se tutti e due stanno con qualcun altro allora sì, è l'unico emendamento alla regola d'oro: "Se due persone stanno con altri la possibilità di un coinvolgimento diminuisce". E non funziona lo stesso, perché allora la persona con cui stai non capisce perché devi essere amico della persona di cui sei solo amico, come se mancasse qualcosa al rapporto e dovessi andare a cercartelo fuori. E quando dici "no, no, no, non è vero, non manca niente al rapporto", la persona con cui stai ti accusa di essere segretamente attratto dalla persona di cui sei solo amico, il che probabilmente è vero. Insomma parliamoci chiaro, vale la regola d'oro, si abolisce l'emendamento: uomini e donne non possono essere amici. Vieni a cena con me? (''[[Harry ti presento Sally]]'')
*Siamo onesti: in genere gli uomini sono più forti delle donne. Non è sessismo, è la verità. Se qualcuno qui è sessista è la Natura. Sì, la Natura era quella che ha organizzato tutto, tipo così: "Allora, uomini, voi avrete grandi muscoli e raggiungerete l'orgasmo ogni volta che farete sesso. E a volte anche per sbaglio! Sarà così facile per voi! E invece voi donne... dovrete far uscire un intero essere umano fuori dalla vostra vagina. Buona giornata." ([[Trevor Noah]])
*Sin dalla notte dei tempi, il [[sesso|SESSO]] è la causa fondamentale della grande incomprensione tra maschio e femmina della razza umana. ([[Giobbe Covatta]])
*Sono contenta di essere una donna, ma solo perché ho capito che la donna è un essere forte, persino più dell'uomo. Talmente forte da saper sopravvivere a dolori grandissimi, che nessun uomo potrà mai capire fino in fondo, perché non fanno parte della sua storia e del suo destino. ([[Claudia Cardinale]])
*Spartire la vita con un uomo, dedicargli il proprio amore, ha un prezzo, significa per le donne decidere di sacrificare qualche cosa di sé stesse. ([[Dacia Maraini]])
*Sulla questione uomo e donna ho sempre creduto che siano uguali, quello di cui parliamo è un Dio buono, un Dio di misericordia e non di condanna, ma allo stesso tempo crediamo in un Dio di ordine. Dio non discrimina la donna, ma potrebbero esserci dei ruoli diversi. La donna è stata fatta in maniera stupenda ma non è uguale all’uomo, hanno emozioni e sentimenti diversi, diverse abilità nel fare delle cose. ([[Nicola Legrottaglie]])
*''Tacete, o maschj, a dir, che la Natura | a far il maschio solamente intenda, | e per formar la femmina non prenda, | se non contra sua voglia alcuna cura.'' ([[Leonora della Genga]])
*''Un uomo che ama | si mostra completamente nudo, | la donna no, | è dietro lo scudo''. ([[Zucchero (cantante)|Zucchero]])
*''Un uomo è una grande cosa sulla terra e per l'eternità, ma ogni minimo elemento della grandezza dell'uomo si sviluppa dalla donna; | prima l'uomo è modellato nella donna, poi può modellare se stesso.'' ([[Walt Whitman]])
*''Un uomo è vecchio quanto si sente, | una donna è vecchia quanto appare.'' ([[Maurice Chapelan]])
*Un uomo ha molte stagioni mentre una donna ha diritto solo alla primavera. ([[Jane Fonda]])
*Un uomo non deve mai camminare dietro una donna per la strada, fosse pure sua moglie. (''[[Talmud]]'')
*Un uomo può mentire, rubare, perfino uccidere, ma finché resta attaccato al suo orgoglio è sempre un uomo. A una donna invece basta fare uno scivolone ed è una sgualdrina. Dev'essere un gran conforto per te essere un uomo. (''[[Johnny Guitar]]'')
*Un uomo sulla luna non sarà mai interessante quanto una donna sotto il sole. ([[Leopold Fechtner]])
*Una donna mentre guarda un film alla televisione contemporaneamente stira, fa la lista della spesa, interroga il figlio {{NDR|in}} matematica e gira il sugo per il giorno dopo... e ha già capito chi è l'assassino del film! Loro, i maschi, stanno seduti sulla poltrona così e alla fine devono andare a vedere su internet chi è l'assassino perché non l'han mica capito. [...] Non riuscite a fare sue cose contemporaneamente – due! Perché l'uomo fa l'[[occhiolino]] alla donna? Perché due occhi insieme non riuscite a chiuderli. ([[Luciana Littizzetto]])
*Uomo e donna complètansi vicendevolmente, come il bottone e l'occhiello, come il violino e l'archetto, come il seme e la terra. ([[Carlo Dossi]])
*Uomo e donna sono immagine di Dio in quanto esseri personali, dotati cioè di [[Autonomia|''autonomia'']] (capacità di essere-in-sé) e di relazione (capacità di aprirsi all'altro da sé), di ''autopossesso'' o potere d'[[introspezione]] e di ''autodonazione'' o relazionalità oblativa: grazie al carattere personale dell'essere umano ambedue – l'uomo e la donna – sono simili a Dio. ([[Stefano De Fiores]])
*Vi sono alcune ragioni per le quali il sapere è più consono al mondo delle donne che a quello degli uomini. In primo luogo, esse hanno più tempo libero e conducono vita più sedentaria... Un'altra ragione per la quale le donne, specialmente donne di rango, dovrebbero applicarsi alle lettere è che i mariti sono generalmente estranei. ([[Joseph Addison]])
*Vi sono nella vita di un uomo momenti in cui il sorriso di una donna può avere risultati importanti quanto quelli di una esplosione di dinamite. ([[P. G. Wodehouse]])
*{{NDR|In risposta a chi criticava l'usanza di mandare le ragazze in processione nude e ne chiedeva il motivo}} Voglio che le ragazze seguano la stessa educazione dei maschi, in modo che non siano inferiori né per vigoria fisica e salute né per dirittura morale e virtù; e voglio che si disinteressino di quel che gli altri pensano di loro. ([[Licurgo]])
*Vorrei morire come donna ma non rinascerei come un uomo. ([[Alda Merini]])
===[[Tommaso d'Aquino]]===
*Era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo. Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna ci deve essere un vincolo di amore. D'altra parte la donna «non deve dominare sull'uomo» [''1 Tm'' 2, 12], e per questo non fu formata dalla testa. Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava: perciò non fu formata dai piedi.
*Il Signore ha creato l'uomo, poi ha voluto creare la donna per dargli un aiuto simile a lui [''audiutorium sibi simile'']. [...] L'aiuto non è per qualsiasi altra opera, come alcuni hanno detto. [...] Infatti, per qualsiasi altra opera un maschio potrebbe essere aiutato più opportunamente da un altro maschio che da una femmina. L'aiuto quindi è per la generazione.
*La femmina, infatti, ha bisogno del maschio non solo per la generazione, come negli altri animali, ma anche come suo signore, perché il maschio è più perfetto quanto a intelligenza ed è più forte quanto a coraggio.
*Rispetto alla natura particolare la femmina è un essere difettoso e manchevole. Infatti la virtù attiva racchiusa nel seme del maschio tende a produrre un essere perfetto simile a sé, di sesso maschile, e il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva, o da una indisposizione della materia, o da una trasmutazione causata dal di fuori, p. es. dai venti australi, che sono umidi, come dice il Filosofo [''De gen. animal.'' 4, 2]. Rispetto invece alla natura nella sua universalità la femmina non è un essere mancato, ma è espressamente voluto in ordine alla generazione. Ora, l'ordinamento della natura nella sua universalità dipende da Dio, il quale è l'autore universale della natura. Quindi nel creare la natura egli produsse non solo il maschio, ma anche la femmina.
===[[Honoré de Balzac]]===
*Bisogna che una donna ami sempre un uomo che le sia superiore o che sia talmente ingannata nel giudicarlo tale, che allora il risultato sia identico...
*Chiedete alle donne quali uomini preferiscono: gli ambiziosi. Gli ambiziosi hanno le reni più resistenti, il sangue più ricco di ferro, il cuore più caldo, degli altri uomini. E la donna è così felice e così bella nelle ore in cui è forte, che preferisce a tutti gli uomini quello che ha una forza enorme, a costo d'essere spezzata da lui.
*Ci sono dei sentimenti che le donne indovinano, nonostante la cura che gli uomini si danno per seppellirli.
*Nella vita, la donna ha più cagioni di sofferenza dell'uomo e soffre, in realtà, più di lui.
*Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo.
*Non vi è che l'ultimo amore di una donna capace di soddisfare il primo di un uomo.
*Tutte le donne sono eguali davanti all'uomo.
===''[[Bibbia]]''===
[[File:Albrecht Dürer, Adam and Eve, 1504, Engraving.jpg|thumb|''Adamo ed Eva'' ([[Albrecht Dürer]], 1504)]]
====''[[Genesi]]''====
*Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
*Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "''Questa volta essa | è carne dalla mia carne | e osso dalle mie ossa | perché dall'uomo è stata tolta''". Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
*Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo […], ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "''Questa volta essa | è carne dalla mia carne | e osso dalle mie ossa | perché dall'uomo è stata tolta''". Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
====[[Paolo di Tarso]]====
*Capo della donna è l'uomo. (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'')
*L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'')
*Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà. (''[[Prima lettera a Timoteo]]'')
===[[Aldo Busi]]===
*È ora che le donne e i gay si rendano conto che i primi uomini o sono loro o altri non ce n'è al mondo.
*Il maschio è sempre un maschio a parole, perciò anche i suoi fatti sono fatti a parole, tanto lo sa che i fatti veri pertengono, che lo vogliano o no, alla femmine.
*In verità, chi dei due ha un'urgenza sentimentale più spiccata di quella sessuale è il maschio, non la femmina. Con la differenza che la femmina palesa, sentendolo poco o sentendolo come socialmente necessario per non fare la figura della puttana, questo suo bisogno, secondario, di ''amore'', mentre il maschio, sentendolo come bisogno primario ma socialmente disdicevole per un vero uomo, lo reprime, vendicandosi però sulla donna che, potendo provare ''tutto'' dandogli fiato e ossigeno, non permette a lui di provar niente di sentimentale cui possa dar veramente voce.
*La donna cerca nell'uomo di soddisfare il suo scompenso culturale, l'uomo cerca nella donna di soddisfare il suo scompenso naturale.
*Le donne continuano a ignorare che la spiritualizzazione o vera anima si compirebbe in loro se lasciassero vuoto e ben svuotato il buco fatto per essere riempito dal vuoto d'aria in fuori del maschio a nolo.
*Le trans devono passare la vita a gestire la propria indomita virilità, le donne a gestire la femminilità degli uomini, gli uomini a gestire la virilità delle donne: un inferno per ogni genere.
*Ma in una società in cui è concesso solo ai maschi l'''istinto'' e alle femmine il calcolo culturale sul proprio residuo d'istinto di sopravvivenza chiamato sentimento, non c'è che povertà, viltà, meschinità relazionale.
*Non c'è niente di più misero di un vero uomo alla ricerca di una vera donna e viceversa: partiti da un miraggio, finiscono con un cazzo di gomma e una figa di caucciù.
*Quando si parla di sessualità maschile e femminile, si parla in effetti di soggetti economici scaturiti dall'import/export del cazzo e della figa, del cazzo con la figa, del cazzo e del cazzo, cioè di soggetti del cazzo, non altro.
*Se a un uomo gli fa un baffo di essere amato per il suo mondo [...] basta gli si ami il cazzo, una donna per amare a fondo, ha bisogno di un iniziale periodo di franchigia sessuale durante il quale illudersi di essere desiderata come individuo pensante, appunto per la sua anima individuale, la pazza.
*Se è difficile concepire la società senza madri, senza sante e senza puttane che in quanto persone marcano visita da millenni, è impossibile presagire una società in cui le donne, finalmente liberatesi dai ruoli di subordinazione per loro stabiliti dagli uomini, non manchino più all'appello. Sarà una grande società, saremo più vicini a un progetto non più utopico di felicità tutta in Terra.
*Se è lecito amare gli uomini in quanto animali, la Perfetta gentildonna si guarda bene dall'amare gli animali in quanto surrogati di uomini.
*Se la donna si è stancata di fare come mestiere la donna, figuriamoci l'uomo di fare il maschio senza avere più in cambio neanche una donna ancora capace di farglielo fare!
*Se vuoi sapere qualcosa di un uomo devi aspettare che muoia e che te lo dica una donna.
===''[[Corano]]''===
*E risponde loro il Signore: «Io non manderò perduta l'opera di nessun operante fra voi, sia uomo o donna: l'una fa parte dell'altro».
*{{NDR|Sulle questioni di [[eredità]]}} Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine.
*Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.
===[[Mahatma Gandhi]]===
*Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un'ingiustizia dell'uomo nei confronti della donna.
*Dio ha donato all'uomo la benedizione del seme che ha il più alto potere e alla donna quella di un campo più ricco della più ricca terra che si possa trovare in qualsiasi parte del globo. È sicuramente una follia criminale che l'uomo si permetta di mandare sprecato il suo bene più prezioso. [[castità|Deve custodirlo]] con cura maggiore di quella che presta alle più ricche perle in suo possesso.
*Non è il contatto con la donna che corrompe l'uomo, è anzi l'uomo, spesso, troppo impuro per toccarla.
===[[Roberto Gervaso]]===
*L'uomo ama la donna; la donna, il matrimonio.
*L'uomo nasce cattivo, e la donna lo rende peggiore.
*La donna che vuol essere di un solo uomo, vuole in realtà che quest'uomo sia solo suo.
===[[Mu'ammar Gheddafi]]===
*L'aspetto della donna è diverso da quello dell'uomo perché ella è femmina, così come ogni femmina fra gli esseri viventi, animali e vegetali, è diversa dal maschio sia nella forma sia nell'essenza. Questa è una realtà naturale indiscutibile. Il maschio nel regno animale e vegetale è stato creato forte e rude per natura, mentre la femmina nei vegetali e negli animali è stata creata bella e delicata per natura. Queste sono realtà naturali ed eterne con cui sono stati creati gli esseri viventi chiamati uomini, animali, piante. In ragione di tale diversa costituzione e delle leggi naturali, il maschio svolge il ruolo del forte e del rude non per costrizione, ma perché è stato creato così. Invece la femmina svolge il ruolo del delicato e del bello non per sua libera scelta, ma perché è stata creata così. Questa regola naturale è la giusta norma, per il fatto che da un lato è naturale e dall'altro è la regola fondamentale della libertà, dato che le cose sono state create libere e che qualunque intervento contrario alla regola della libertà è un arbitrio. Non attenersi a questi ruoli naturali e trascurarne i limiti significa trascurare e corrompere i valori della vita stessa.
*L'eguaglianza fra l'uomo e la donna nel portare pesi mentre ella è gravida è ingiustizia e crudeltà, come lo è l'eguaglianza fra di loro nel digiuno e nella fatica mentre ella allatta. E' ingiustizia e crudeltà l'eguaglianza fra di loro in un lavoro sporco che sfigura la bellezza di una donna, privandola della sua femminilità. E' anche ingiustizia e crudeltà addestrare la donna ad un programma che, di conseguenza la conduce allo svolgimento di un lavoro non confacente alla sua natura.
*La donna è un essere umano e l'uomo è un essere umano. Su ciò non esiste disaccordo né dubbio alcuno. La donna e l'uomo, dal punto di vista umano, ovviamente sono uguali. Fare una discriminazione tra uomo e donna sul piano umano è un'ingiustizia clamorosa e senza giustificazione. La donna mangia e beve come mangia e beve l'uomo. La donna odia e ama come odia e ama l'uomo. La donna pensa, apprende e capisce come pensa, apprende e capisce l'uomo. La donna ha bisogno di alloggio, di vestiario e di mezzo di trasporto come ha bisogno l'uomo. La donna ha fame e ha sete come ha fame e ha sete l'uomo.
*Negli animali, nei vegetali e nell'uomo è necessario che vi siano maschio e femmina per il realizzarsi della vita fra l'essere e il divenire. E non è solo sufficiente che l'uomo e la donna esistano, ma bisogna anche che svolgano il loro ruolo naturale per il quale sono stati creati. E ciò deve avvenire con piena capacità. Se esso non è compiuto perfettamente, significa che nel corso della vita vi è un difetto, conseguente a chissà quale circostanza. E questa è la situazione oggi vissuta dalla società quasi ovunque al mondo, come risultato della confusione fra il ruolo dell'uomo e quello della donna: vale a dire in seguito ai tentativi di ridurre la donna in uomo.
*Perché il creato ha richiesto la creazione dell'uomo e della donna, il che si realizza con l'esistenza di entrambi, e non dell'uomo soltanto, o della donna soltanto? Deve assolutamente esservi una necessità naturale a favore dell'esistenza di entrambi, e non soltanto dell'uno, o soltanto dell'altra. Dunque ciascuno dei due non è l'altro, e fra i due vi è una differenza naturale, la cui prova è l'esistenza dell'uomo e della donna assieme nel creato. Ciò di fatto significa che per ciascuno dei due esiste un ruolo naturale che si differenzia conformemente alla diversità dell'uno rispetto all'altro. Dunque è assolutamente necessario che vi sia una condizione che ciascuno dei due vive, e in cui svolge il suo ruolo diverso dall'altro. E tale condizione deve differire da quella dell'altro, in ragione del diverso ruolo naturale proprio di ciascuno. Per riuscire a comprendere tale ruolo, rendiamoci conto della differenza naturale esistente fra la costituzione fisica dell'uomo e quella della donna, ossia quali sono le differenze naturali tra i due: la donna è femmina e l'uomo è maschio. La donna conformemente a ciò - come dice il ginecologo - ha le sue regole, ovvero arrivata al mese è indisposta, mentre l'uomo per il fatto che è maschio non ha le regole e di abitudine non è mensilmente indisposto. Questa indisposizione periodica, cioè mensile, è un'emorragia. Vale a dire che la donna, per il fatto che è femmina, è naturalmente soggetta ad una emorragia mensile. Quando la donna non ha le sue regole è gravida. E se è tale, per la natura stessa della gravidanza, è indisposta per circa un anno, ovvero impedita in ogni attività naturale finché non partorisce. Quando poi partorisce o quand'anche abortisce, è colpita dai disturbi conseguenti ad ogni parto o aborto. Invece l'uomo non diviene gravido e di conseguenza, per natura, non è colpito dai disturbi da cui è colta la donna per il fatto che è femmina. La donna dopo il parto allatta l'essere che aveva portato in sé. L'allattamento naturale dura circa due anni. Ciò significa che il bambino è inseparabile dalla donna ed ella è inseparabile da lui, tanto che sarà impedita da svolgere la sua attività e direttamente responsabile di un altro essere umano: è lei che lo assiste nell'adempimento di tutte le funzioni biologiche, e senza di lei egli morrebbe. Invece l'uomo non diviene gravido e non allatta. E qui termina la spiegazione del medico. Questi dati naturali creano differenze congenite, per le quali non è possibile che l'uomo e la donna siano eguali.
===[[Erica Jong]]===
*Ché, se non è facil cosa nascer Uomo, in questa valle di lagrime, ancor più difficile assai è nascervi Donna.
*Il guaio degli uomini sono gli uomini. Il guaio delle donne sono gli uomini.
*Molti uomini desiderano porsi al di sopra delle donne perché non riescono a stare al pari cogli uomini.
*Sanno bene le donne che esse spesso fioriscono nonostante i loro uomini, piuttosto che grazie ad essi.
===[[Alphonse Karr]]===
*Da molto tempo gli uomini e le donne vivono insieme, e non si conoscono: essi non hanno, gli uni di fronte agli altri, che conoscenze falsissime o per lo meno molto vaghe ed incerte.
*Diffidate delle gentilezze degli uomini. La donna che vede un uomo ai suoi piedi farà bene a non dimenticare che è proprio questa posizione che Jacques Clément trovò la più comoda per pugnalare Enrico III.
*È quasi impossibile non ingannare gli uomini: essi non domandano altro che d'essere ingannati. Hanno in testa un tipo di donna strana che non somiglia affatto a una donna vera e cui bisogna far di tutto per somigliare, sotto pena di non ottenere la loro preziosa approvazione.
*Gli uomini fanno le leggi, le donne le abrogano.
*In certe donne che non sono né belle né piacevoli quanto altre, c'è un fascino invincibile che attrae gli uomini e stupisce e fa sdegnare le altre donne le quali non possono rendersene conto, perché esso agisce soltanto sugli uomini. La ragione è che una certa donna è più donna di un'altra come fra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni una contiene più aroma ed essenza di vino di un'altra, così in una donna c'è molta più femminilità che in un'altra.
*La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto dell'albero della conoscenza dieci minuti prima dell'uomo: da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio.
*La donna per l'uomo è uno scopo, l'uomo per la donna è un mezzo.
*Non è raro vedere una donna arrivare certamente e sicuramente più presto alla verità, con la forza e la spontaneità dell'intuizione e del sentimento improvviso, che un uomo col metodo e il rigore del ragionamento.
===[[Karl Kraus]]===
*I «[[diritti delle donne]]» sono doveri degli uomini.
*L'[[erotismo]] dell'uomo è la sessualità della donna.
*L'immoralità dell'uomo trionfa sull'amoralità della donna.
*L'uomo si immagina di colmare la donna. Ma è soltanto un riempitivo.
*La donna ha un momento significativo in cui il destino di essere destinata al momento più insignificante dell'uomo, le fa assumere un'espressione del viso estasiata e spaventata, che rispecchia un piacere realmente tragico.
*La donna più spensierata ama al servizio di un'idea, mentre l'uomo ama al servizio di un bisogno. Persino la donna che sacrifica soltanto a un bisogno altrui è moralmente superiore all'uomo che serve soltanto il proprio.
*Le donne per lo meno hanno le "toilettes". Ma gli uomini, con che cosa possono coprire il loro vuoto?
*Molte donne vorrebbero sognare insieme con gli uomini senza andarci a letto. Bisogna far loro presente con decisione l'inattuabilità di un tale proposito.
*Per l'uomo lo [[specchio]] serve solo alla sua vanità; la donna ne ha bisogno per assicurarsi della propria personalità.
*Per l'uomo sano basta la donna. Per l'uomo erotico basta la calza per giungere alla donna. Per l'uomo malato basta la calza.
*Se le donne che si truccano sono inferiori, allora gli uomini che hanno fantasia sono infimi.
*Una donna che ama gli uomini ama soltanto un uomo.
===[[Marcello Marchesi]]===
*''La donna è mobile | l'uomo è falegname.''
*Le femminucce nascono sotto i fiori. I maschietti sotto i cavoli. Gli altri sotto i cavolfiori.
*Tutti gli uomini hanno un prezzo. Per le donne basta un regalo.
===[[William Somerset Maugham]]===
*La funzione precisa della donna è di propagare la specie. Se è saggia, sceglierà un uomo forte e robusto come padre dei suoi figli. Mi rifiuto di capire quelle donne che sposano un uomo intelligente. Cosa trovano in un tizio che sa fare degli astrusi calcoli matematici? Una donna ha bisogno di un uomo dalle braccia forti e dallo stomaco di struzzo.
*Questo è uno dei vantaggi delle donne: dopo i venticinque anni sorvolano sui loro compleanni come su cose sconvenienti. Gli uomini invece sono così persuasi dell'intelligenza dimostrata venendo al mondo, che il loro compleanno li interessa sempre; e sono così sciocchi da pensare che interessi anche agli altri.
*Una donna può perdonare ad un uomo il male che le fa [...]; ma non potrà mai perdonargli i sacrifici che egli compie per lei.
===[[Mina (cantante)|Mina]]===
*Il nemico più grande della donna è la donna stessa. Non riusciamo a sfilarci da sotto il calcagno dello schiavismo del maschio. Stiamo facendo la caricatura della femmina per cercare di andare insensatamente incontro ai supposti desideri della controparte. Tira qui, molla là, botulini, filler, acidi ialuronici, plastiche additive e delizie di questo tipo. Si vedono in giro donne con la faccia di Fantomas e il seno della Saraghina. Più oggetto di così si muore. Va bene che è nell'uomo che deve avvenire la famosa "alterazione fisica", ma ciò non giustifica il massacro che stiamo operando su di noi. Siamo noi le prime a trattarci come dei pezzi di carne. Magari non sarà vero che le armi a nostra disposizione siano necessariamente e fisiologicamente pari a quelle del maschio, ma pari deve essere la dignità da esigere con potenza e assennatezza prima di tutto da noi stesse. Ma, visto l'andazzo, speranze poche.
*Il testosterone, che i "maschi" possiedono in misura grandemente superiore alle "femmine" e che noi, per fortuna, tendiamo a convertire in estrogeni, è alla base, è l'origine di quasi tutti i guasti, dalla semplice rissa, alle guerre, le odissee, le morti, i dolori profondi. Per non parlare dello stretto lato sessuale... L'uomo dovrebbe essere altro. L'uomo è chi muore con dignità e chi con dignità accetta le tempeste fisiche e mentali della vita. E l'uomo è anche chi vorrebbe che inventassero l'anti-pillola che spegnesse, almeno in qualche momento, il continuo, incontrollato, estenuante fuoco che lo dirige e lo guida e che tratta per lui e in suo nome. In buona sostanza: l'uomo è la donna. Signore ti ringrazio per quando la levatrice ha comunicato a mio padre: "È una femmina".
*'Sto fatto che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna mi sembra una gran cretinata. È la solita storia che puzza di mancia, di gratifica natalizia, di carità, di "bel gesto" nei confronti di noi donne, esseri inferiori. Io mi sono rotta leggermente le palle. E dietro una grande donna c'è sempre chi o che cosa? Solo se stessa, temo.
===[[Friedrich Nietzsche]]===
*Così voglio l'uomo e la donna: abile l'uomo alla guerra, l'altra a partorire, entrambi a danzare con la testa e con le gambe.<br>E un giorno senza danzar sia considerato perduto! E falsa ogni [[verità]] che non destò almeno una risata!
*Due cose vuole l'uomo autentico: pericolo e giuoco. Perciò egli vuole la donna, come il giocattolo più pericoloso. L'uomo deve essere educato per la guerra e la donna per il ristoro del guerriero: tutto il resto è sciocchezza. Al guerriero non piacciono frutti troppo dolci. Perciò gli piace la donna; anche la donna più dolce è amara.
*L'uomo tema la donna, se odia: giacché in fondo all'anima l'uomo è solo [[malvagità|malvagio]], mentre la donna è cattiva.
*Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poterla conservare – a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica.
*La felicità dell'uomo dice: io voglio. La felicità della donna dice: lui vuole.
*Le stesse passioni nell'uomo e nella donna hanno un "tempo diverso": perciò uomo e donna non cessano di fraintendersi.
*Nella [[vendetta]] e nell'amore la donna è più barbarica dell'uomo.
*Per la donna, l'uomo è un mezzo il cui fine è un [[bambino]].
===[[Arthur Schopenhauer]]===
*Già dalla sua conformazione fisica si capisce che la donna non è fatta per grandi lavori materiali né intellettuali. La colpa del vivere essa non la sconta agendo, ma soffrendo: con i dolori del parto, con l'affanno per i figli, con la sottomissione all'uomo.
*Il [[coito]] è soprattutto affare dell'uomo, la gravidanza, invece, solo della donna.
*Il sesso femminile, di statura bassa, di spalle strette, di fianchi larghi e di gambe corte, può essere chiamato il bel sesso soltanto dall'intelletto maschile obnubilato dall'istinto sessuale: in altre parole, tutta la bellezza femminile risiede in quell'istinto.
*In fondo al cuore le donne pensano che compito dell'uomo è guadagnare soldi, e compito loro spenderli.
*Le donne sono ''sexus sequior'', il secondo sesso, che da ''ogni'' punto di vista è inferiore al sesso maschile; perciò bisogna aver riguardi per la debolezza della donna, ma è oltremodo ridicolo attestare venerazione alle donne: essa ci abbassa ai loro stessi occhi.
*Le leggi matrimoniali europee assumono la donna come equivalente all'uomo: partono, dunque, da un presupposto sbagliato.
*Più guardo gli uomini, meno mi piacciono. Se soltanto potessi dire la stessa cosa delle donne, tutto sarebbe a posto.
*Poiché non esistono due individui perfettamente uguali, ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà nel modo più perfetto a un determinato uomo. La vera passione d'amore è tanto rara quanto il caso che quei due si incontrino.
*Quando le leggi concessero alle donne gli stessi diritti degli uomini, avrebbero anche dovuto munirle di un'intelligenza maschile.
===[[Oscar Wilde]]===
*Fra uomo e donna non può esserci amicizia. Vi può essere passione, ostilità, adorazione, amore, ma non amicizia.
*Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna. Questa è la loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo.
*Le donne belle non hanno il tempo di essere gelose dei loro mariti... sono sempre occupate ad essere gelose dei mariti delle altre!
*Le donne rappresentano il trionfo della materia sull'intelletto, gli uomini rappresentano il trionfo dell'intelletto sulla morale.
*Tutte le figlie femmine diventano come la loro madre. Questa è la tragedia delle donne. Nessun maschio lo diventa: e questa è la tragedia degli uomini.
*Un uomo che moraleggia è di solito un ipocrita, una donna che moraleggia è inevitabilmente brutta.
==Proverbi==
*Donne e uomini dormono sullo stesso cuscino ma fanno sogni diversi. ([[proverbi mongoli|Mongolo]])
*L'uomo sarà anche il capo della casa, ma la donna ne è il cuore. ([[proverbi somali|Somalo]])
*Un uomo di paglia è degno di una donna d'oro. ([[proverbi francesi|Francese]])
===[[Proverbi italiani|Italiani]]===
*Chi dice donna dice guai, chi dice uomo peggio che mai.
*Con la pietra si prova l'oro, con l'oro la donna e con la donna l'uomo.
*Donna giovane e uomo anziano possono riempire la casa di figli.
*Donne, danno, fanno gli uomini e li disfanno.
*Guardati da tre cose: da cavallo focoso, da uomo infido e da donna svergognata.
*L'uomo propone e la donna dispone.
*La donna guarda più sott'occhio che non fa l'uomo a diritto filo. ([[proverbi toscani|Toscano]])
*La donna più sciocca vale due uomini.
==Voci correlate==
*[[Adamo]]
*[[Donna]]
*[[Eva]]
*[[Uomo (genere)]]
*[[Uguaglianza di genere]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Antropologia culturale]]
[[Categoria:Antropologia sociale]]
[[Categoria:Confronti]]
[[Categoria:Sociologia della cultura]]
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Viola (botanica)
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{{voce tematica}}
[[File:2014.03.29.-20-Mannheim Neckarau Waldpark--Wald-Veilchen.jpg|thumb|Viole]]
Citazioni sulla '''viola''' o '''violetta'''.
*''C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole | anzi d'antico: io vivo altrove e sento | che sono intorno nate le viole || Sono nate nella selva del convento | dei cappuccini, tra le morte foglie | che al ceppo delle quercie agita il vento.'' ([[Giovanni Pascoli]])
*Ho qui un vasetto di viole del pensiero. Da sei anni a primavera ho questa gentile compagnia: viole ed illusioni. ([[Ambrogio Bazzero]])
*''Le [[Rosa (fiore)|rose]] sono rosse | le viole sono blu | dolce è lo [[zucchero]] | ma non quanto sei tu.'' ([[Filastrocche inglesi|filastrocca inglese]])
*"Mi sono sempre piaciute le viole, ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." ([[Leslie Feinberg]])
*''Presto su muri caduti in rovina | fioriranno le viole: | così verdeggiano piano le tempie al taciturno.'' ([[Georg Trakl]])
*Quanto dura la [[bellezza]]? Lo spazio di un mattino. Poi appassisce, viene la morte vestita da violetta. (''[[L'amore coniugale]]'')
*Quel motivo ancora, dalla cadenza che si spegne al fondo; mi giunse all'orecchio simile a un dolce stormire che respira su un cespuglio di viole la cui fragranza esso carpisce ed effonde. ([[William Shakespeare]])
*''Scioglie il suo nastro azzurro primavera | nuovamente nell'aria. | Dolci, noti profumi, | rigano di presagi la campagna. | Trasognate viole | chiedono di sbocciare.'' ([[Eduard Mörike]])
*''Sono la piccola "Viola del Pensiero"! | Non mi curo di cieli imbronciati! | Se la Farfalla tarda | posso, per questo, mancare? || Se il Codardo Bombo | resta al calduccio, | io, devo essere più risoluta! | Chi farà la mia apologia?'' ([[Emily Dickinson]])
*''Tutti indossan bei panni a primavera | e a coppie van sui prati appena in fiore | a cogliere violette. | Perché soltanto io rimango a casa?'' ([[Michail Alekseevič Kuzmin]])
*Un soldato volontario non può diventare subito tenente; deve prima diventare soldato scelto, caporale, allievo ufficiale e sottotenente. Lo stesso dicasi delle piante. Prima di arrivare alle viole dobbiamo imparare a conoscere gli anemoni, e prima di tutto la loro forma inferiore, l'''Anemona nemorosa'', poi la successiva, l'erba epatica, e così via. La viola in un certo senso è un tenente. Riesce a farsene un'idea? ([[Ernst Lothar]])
*Una viola di primaticcio sboccio, | precoce ma d'effimera esistenza, | dolce ma non durevole, | il profumo e lo svago di un momento. | Nient'altro più. ([[William Shakespeare]], ''[[Amleto]]'')
==Voci correlate==
*[[Le rose sono rosse, le viole sono blu]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Fiori]]
[[Categoria:Piante aromatiche]]
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Capelli rossi
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{{Voce tematica}}
[[File:Albert Herter - Woman with Red Hair - Google Art Project.jpg|thumb|''Woman with Red Hair'' (A. Herter, 1894)]]
Citazioni sui '''capelli rossi''' e sul '''rutilismo'''.
*A me piacciono le rosse: le loro bocche sono una goccia di sciroppo alla fragola in un bicchiere di latte. (''[[Mad Men]]'')
*''Che m'importa se sono pelo di carota, | meglio aver la testa rossa | che la testa tutta vuota.'' ([[Rita Pavone]])
*"Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico." ([[Leslie Feinberg]])
*Le donne nel western c'erano, ma non in primo piano. Con qualche regola. Le bionde, considerate fragili e delicate, in genere morivano al primo rullo. Più fortuna avevano le rosse e le more, prostitute da saloon oppure dalla parte dei cattivi. Erano più forti, resistevano, potevano morire anche alla fine del film. ([[Marco Giusti]])
*Le donne non erano che odori. Innanzitutto odori, esclusivamente degli odori, mi piaceva solo l'odore, le riconoscevo dall'odore, le ricordavo per l'odore, le lasciavo per l'odore.<br />Le bionde erano una pasta frolla e tiepida, le brune profumavano di curry e legno bruciato, le rosse evocavano la cannella e la terra bagnata dopo la pioggia. ([[Renaud Meyer]])
*Le rosse sono donne volitive. La Rossa per antonomasia è [[Fiorella Mannoia|Fiorella]]: molti autori mi han dato fiducia perché lei l'ha data a me, mi ha fatta ascoltare dal suo pubblico. E poi le rosse hanno un piglio molto maschile sulla vita. Io non sento la competizione, faccio pochi paragoni, guardo molto il mio. Il [[rosso]], più che un propotipo femminile è uno stile di vita: decidere per sé, di pancia, tenere la barra dritta. ([[Noemi (cantante)|Noemi]])
*Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo. ([[Giovanni Verga]])
*Rosso, mal pelo. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]])
*Sono dappertutto: a scuola, al supermercato, in giro per le strade, ci scassano le palle e ci danno il voltastomaco; sto parlando ovviamente dei pel di carota. [...] I pel di carota sono nati con una malattia che provoca pallore della pelle, lentiggini e capelli rossi. Questa malattia si chiama carotismo e colpisce queste persone deforme perché sono nate senza l'anima. I ragazzi che hanno il carotismo sono incurabili. [...] Per la loro pelle chiara i pel di carota devono evitare il sole, proprio come... i vampiri! (''[[South Park (nona stagione)|South Park]]'')
==Voci correlate==
*[[Rosso]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sui|etichetta=capelli rossi|wikt=rosso|wikt_etichetta=rosso}}
{{Colore dei capelli}}
[[Categoria:Colore dei capelli|Rossi]]
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Max Biaggi
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Danyele
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/* Citazioni di Max Biaggi */ +2
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[[File:Max Biaggi - 2007.JPG|thumb|Max Biaggi (2007)]]
'''Max Biaggi''' (1971 – vivente), pilota motociclistico italiano.
==Citazioni di Max Biaggi==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su [[Valentino Rossi]]}} Gli attriti passano e si va avanti, ognuno guarda le proprie cose, ma Valentino è stato per me, per anni, comunque, il mio [[Fausto Coppi|Coppi]] o il mio [[Gino Bartali|Bartali]].<ref>Ricevendo la medaglia di bronzo di Roma Capitale in Campidoglio; citato in ''[http://www.gazzetta.it/Motori/Motomondiale/MotoGP/19-04-2011/biaggi-basta-attriti-rossi-80903654425.shtml Biaggi: "Basta attriti con Rossi. Ora adulti, e lui ha fatto meglio"]'', ''gazzetta.it'', 19 aprile 2011.</ref>
*{{NDR|Dopo la vittoria del mondiale Superbike 2012}} Vincere a 41 anni ha un sapore ancora più speciale [...]. Mi sento un po' come [[Dino Zoff]].<ref>Citato in Paolo Gozzi, ''[http://www.gazzetta.it/Motori/Altri_Motori/Superbike/07-10-2012/biaggi-cade-gara-1-sykes-1-riapre-giochi-912834428226.shtml Biaggi si riprende il Mondiale, dopo due anni torna sul trono]'', ''gazzetta.it'', 7 ottobre 2012.</ref>
*{{NDR|«Se tuo figlio volesse fare il tuo lavoro cosa gli diresti?»}} Direi, aiutoooo! Sarei preoccupatissimo.<ref>Dall'intervista ''[https://www.famigliacristiana.it/articolo/max-biaggi-.aspx Max Biaggi, la forza di dire basta]'', ''famigliacristiana.it'', 11 novembre 2012.</ref>
*La mia rivalità con Valentino Rossi? Ormai è solo un ricordo ma adesso che non corro più la sento come un ricordo piacevole più che negativo. Con Valentino è sempre stata una sfida importante, a volte è andata anche sopra le righe e fuori dallo sport. Quando ci sono persone che sono una all'opposto dell'altra, e noi tali eravamo, la rivalità ha anche un valore più importante.<ref>Da un'intervista a Radio Anch'io Sport; citato in ''[http://www.sportmediaset.mediaset.it/altrimotori/superbike/articoli/92874/biaggi-con-vale-bella-rivalita.shtml Biaggi: "Con Vale? Bella rivalità"]'', ''sportmediaset.mediaset.it'', 12 novembre 2012.</ref>
*Il primo anno cadevo spesso. Non sapevo nulla di motociclismo, di strategie, di come condurre la gara. Non avevo neanche un meccanico, ero allo sbaraglio. Eravamo io e papà, insieme ne facevamo mezzo in due.<ref>Da un'intervista a ''Libero''; citato in Rachele Nenzi, ''[https://www.ilgiornale.it/news/sport/max-biaggi-cos-mi-hanno-rubato-mondiale-1262974.html Max Biaggi: "Così mi hanno rubato il Mondiale"]'', ''ilgiornale.it'', 24 maggio 2016.</ref>
*{{NDR|«Che cosa ha rappresentato per lei la moto?»}} È stato qualcosa cui aggrapparmi in un momento difficile della mia vita. I miei si erano separati, la famiglia era spaccata a metà e come sempre i figli o se ne avvantaggiano o si perdono. Io stavo con mio padre, avevo lasciato da poco gli studi, non sapevo bene cosa volevo fare da grande. [...] Alla fine mi ha affascinato la moto. Mi ci sono dedicato anima e corpo, come fosse l'unico scopo della mia vita, che è ben diverso dal cercare una soluzione per vivere.<ref name="Gasparini">Citato in Gianluca Gasparini, ''La paura, il dolore e quello che ho imparato'', ''SportWeek'' nº 31 (844), 5 agosto 2017, pp. 24-29.</ref>
*{{NDR|«Il Biaggi del 1998 come si troverebbe oggi nella classe regina?»}} Sarebbe tutto più facile. Le 500 due tempi erano complicate da pilotare, [...] quando la moto scappava scappava. Serviva il polso dedicato. Te ne accorgevi perché in quel periodo i ''top rider'' erano tre o quattro ma quelli che appartenevano al resto dello schieramento li incontravi nel ''paddock'' chi con un gesso, chi con una clavicola rotta, chi con un bendaggio...<ref name="Gasparini"/>
*Non mi pento di nulla. Quello che ho fatto, dal punto di vista sportivo, è stato bello, fantastico e non potrei chiedere di più. È stato come un sogno. Ho raggiunto quello che sognavo: essere il numero uno nella categoria in cui ho cominciato, la 250cc. Poi sono arrivato alla 500, a cui è succeduta la nuova era MotoGP, e poi ho disputato la Superbike... Ho partecipato a molte categorie e anche se ho avuto molte difficoltà, sono abbastanza soddisfatto e mi sento ancora forte fisicamente. Non ho grandi problemi, non ho molte ossa rotte, quindi sono molto felice.<ref>Da un'intervista a BT Sport; citato in ''[https://www.tuttosport.com/news/moto/motomondiale/moto-gp/2020/04/12-68792254/motogp_max_biaggi_mi_mancano_i_duelli_con_valentino_rossi_ MotoGp, Max Biaggi: "Mi mancano i duelli con Valentino Rossi"]'', ''tuttosport.com'', 12 aprile 2020.</ref>
*Le moto sono state un fulmine a ciel sereno, mi piaceva il [[Calcio (sport)|calcio]]. È stato un mio amico a trascinarmi nel mondo del motorsport: da quel momento ho investito tutte le mie energie in questo sport. A 18 anni ho cominciato, a 21 ero campione del mondo.<ref name="Sky">Da un'intervista a #CasaSkySport; citato in ''[https://sport.sky.it/motogp/2020/05/15/biaggi-intervista-sky-sport Max Biaggi a #CasaSkySport: "Rivalità con Valentino Rossi? Abbiamo lasciato un segno"]'', ''sport.sky.it'', 15 maggio 2020.</ref>
*{{NDR|«Ti ha dato fastidio passare da pilota numero 1 d'Italia a pilota antagonista di Rossi?»}} Non ho mai avuto un antagonista italiano prima di Rossi, con cui mi sono scontrato anche in 500, ovvero nella classe più seguita. Quando hai un antagonista dividi i tifosi, i giornalisti, le folle: questo significa che hai lasciato un segno. Sono passati tanti anni e se guardo indietro, con un po' di romanticismo, trovo quel periodo bello.<ref name="Sky"/>
*Basta solo pensare di affrontare la curva e la moto dopo un'istante è già alla corda, oltretutto ad una velocità pazzesca. Rispetto ad una MotoGP o ad una SBK, le 2T [[Classe 250|250 cc]] hanno una velocità a centro curva molto maggiore ed è un godimento assoluto andarci così veloci! Poi ogni volta che cambi marcia lei ti risponde con una sinfonia degna di un'opera lirica! Non c'è paragone è lei la vera Regina!<ref>Citato in Cosimo Curatola, ''[https://mowmag.com/sport/max-biaggi-l-aprilia-250-2t-non-c-e-paragone-rispetto-a-motogp-ed-sbk-lei-e-la-regina Max Biaggi: "L'Aprilia 250 2T? Non c'è paragone rispetto a MotoGP e SBK... Lei è la regina!"]'', ''mowmag.com'', 27 aprile 2021.</ref>
*I piloti del Motomondiale hanno sempre avuto grande rispetto per i colleghi della Superbike, che mai sono stati considerati di "serie B": sappiamo quanto sia difficile e quanto coraggio serva per guidare le moto derivate dalla produzione. Quando la provai per la prima volta, trovai la SBK più "grossolana" rispetto alla MotoGP, le reazioni in sella erano più lente rispetto al prototipo, ma molto derivava dal peso e dalle gomme, perché i cavalli non erano pochi. Però, poi, una volta presa confidenza, la Superbike divenne molto divertente: parliamo di moto che danno spazio all'interpretazione del pilota ed è possibile essere competitivi anche senza una guida precisa, a differenza della MotoGP.<ref>Citato in Fiammetta La Guidara, ''[https://motosprint.corrieredellosport.it/news/sbk/superbike/2021/07/10-4480142/sbk_max_biaggi_nel_2007_in_suzuki_inizio_la_mia_nuova_vita_ SBK, Max Biaggi: "Nel 2007 in Suzuki iniziò la mia nuova vita"]'', ''motosprint.corrieredellosport.it'', 10 luglio 2021.</ref>
*Continuo nel dire che i non vincenti nello sport fanno fatica a comprendere la mentalità che anima un pluricampione del mondo! Da parte loro non ci sono invidie, ma solo un'incapacità nel vedere oltre, nel capire chi si è spinto oltre. Un campione vuole vincere ad ogni costo e così sacrifica la sua vita, in tutti i suoi aspetti, pur di raggiungere quell'obiettivo. Non credete a chi dice il contrario! Un campione deve rispettare tutti, ma in pista deve essere spietato! Così come in pista è difficile che si creino amicizie, soprattutto quando si combatte per lo stesso obiettivo, allo stesso modo un campione deve pretendere il massimo da tutti quelli che lo circondano. Tutti. Non si tratta di essere la primadonna. Una primadonna non rischierebbe di morire [...] per vincere!<ref>Da un post sul profilo ufficiale ''facebook.com''; citato in ''[https://www.gpone.com/it/2022/07/17/sbk/biaggi-vuota-il-sacco-nel-2008-preziosi-tolse-giri-alla-mia-ducati-per-favorire SBK, Biaggi vuota il sacco: "nel 2008 Preziosi tolse giri alla mia Ducati per favorire Bayliss"]'', ''gpone.com'', 17 luglio 2022.</ref>
*Con [[Troy Bayliss|Troy]] abbiamo corso insieme per qualche anno e ci tengo a precisare la profonda stima che ho nei riguardi di Troy, come pilota e come uomo. Infatti per me Troy è uno dei piloti più forti che ho avuto il piacere di incontrare nella mia carriera e al di là della moto che nel 2008 ha cavalcato {{NDR|Biaggi accusò Ducati di avere "tolto giri" alla sua moto, onde favorire l'australiano e compagno di marca nella corsa al titolo}}, sono sicuro che avrebbe comunque vinto quel campionato. In sella ci battiamo tutti per la vittoria e nessuno vuole arrivare secondo, ma nel cuore di ognuno di noi c'è la consapevolezza del valore di un grande avversario. Quando sei in pista cerchi di annientarlo, quando smetti di correre ti manca!<ref>Citato in ''[https://www.gpone.com/it/2022/07/23/sbk/dopo-la-polemica-biaggi-grande-stima-di-troy-bayliss-come-pilota-e-come-uomo.html SBK, DOPO LA POLEMICA, Biaggi: "grande stima di Troy Bayliss, come pilota e come uomo"]'', ''gpone.com'', 23 luglio 2022.</ref>
{{Int2|''[https://www.gazzetta.it/Moto/24-06-2021/motogp-max-biaggi-compie-50-anni-vita-sempre-corsa-4102246692543.shtml 50 sfumature di Max Biaggi: "La mia vita è come un film..."]''|Intervista di Paolo Ianieri, ''gazzetta.it'', 24 giugno 2021.}}
*{{NDR|«La vittoria che cambiò tutto?»}} Assoluti d'Italia del 1990. Avevo dominato la Sport Production 125. Per gli Assoluti a Vallelunga si era liberata una Honda: provai a [[Misano World Circuit Marco Simoncelli|Misano]] con un freddo becco, dopo 20 giri Fabrizio Cecchini, oggi in Aprilia, chiamò Matteoni dicendo che facevo tempi impossibili. E a Vallelunga chiusi 3°, dietro Romboni e Gresini. {{NDR|«E Biaggi all'improvviso non era più uno sconosciuto»}} Scoppiò la caccia all'uomo. Mi proponevano cento cose, io e mio padre Pietro non ci capivamo nulla. E lui tanto non ne sapeva, che fece il suo ragionamento: "Tu ch'hai due anni più di Capirossi che ha appena vinto il Mondiale 125, allora devi fa' la 250". "Papà, ma io la 250 non l'ho mai neanche provata". E lui: "E annamola a prova'". Test a Misano: dopo pochi giri avevo eguagliato la pole dell'Europeo. Mi chiamò il mondo [...]".
*[...] fino a 18 anni non avevo mai guidato la moto. La prima andai a ritirarla col mio amico Daniele, che la guidò fino casa perché non sapevo cambiare, mai usata la frizione. Dopo due settimane ero in pista.
*{{NDR|«La rivalità con Valentino Rossi spaccò l'Italia»}} Ognuno fa parte della storia dell'altro, abbiamo alimentato, reso famoso, peggiorato e migliorato l’altro. In quegli anni, poco intelligentemente, non comunicando tra di noi parlavamo solo attraverso la stampa che ha vissuto tempi d'oro. Ci prendevano con l'amo. Se c'era un minimo di astio si decuplicava. Siamo stati due dilettanti allo sbaraglio nel non parlarne o avere un rapporto un po' più diretto.
{{Int2|''[https://motosprint.corrieredellosport.it/news/motomondiale/2021/07/31-4550547/l_intervista_max_biaggi_in_50_pensieri_tutto_e_iniziato_a_vallunga_ Max Biaggi in 50 pensieri: "Tutto è iniziato a Vallelunga"]''|Intervista di Federico Porrozzi, ''motosprint.corrieredellosport.it'', 31 luglio 2021.}}
*{{NDR|Sui primi ricordi sportivi}} Non è legato alla moto ma alla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] che vince lo scudetto del [[Serie A 1982-1983|1983]]. Era un momento di gioia, ero in strada a festeggiare con tutti i romanisti. Mi ricordo le macchine, gli altoparlanti, i colori. C'era una Dyane con il tettino aperto, con tutti i miei cugini sopra: io ero sul marciapiede, mi presero di peso e mi fecero salire a festeggiare con loro...
*Non sono mai stato un presuntuoso, ma mi resi conto che avevo qualcosa da dire già da esordiente. Imparavo velocemente, ero rapido... volevo fare una cosa e ci riuscivo, un cambio di traiettoria, una frenata più azzardata, senza fare errori. Guidare la moto per me era come mettermi le scarpe. Un gesto innato, che non mi sono dovuto costruire.
*{{NDR|Sul debutto nel motomondiale}} Fu in occasione di una wild card da campione europeo. Non sapevo come muovermi, non ero organizzato, non avevo un motorhome né un luogo dove trovare un attimo di concentrazione. Mi ricordo i colori delle tute dei miei avversari sul rettilineo, quando mi sfilavano Cardus, Zeelenberg, [[Luca Cadalora|Cadalora]], Chili, le scritte Marlboro. Ero abituato a vederle in televisione o in foto: fu surreale, per me, ragazzino che veniva dal nulla, stare "dentro questo film".
*Quando alla fine del 2005 chiusi con la MotoGP fu complicato, perché fermarsi un anno è difficile, per noi atleti. Perdi il ritmo di gara, l'occhio non è allenato, la forma fisica ne risente... [...] La Superbike non era un'alternativa valida per me. Quando me la proposero, subito dopo l'addio alla MotoGP, risposi di no. Poi quando si ripresentarono, cambiai idea. Non l'ho mai raccontato ma l'ho vista come una missione: in quegli anni, con i vari [[Troy Bayliss|Bayliss]], Edwards, Haga, c'erano tanti corpo a corpo, la guida non era pulita forse anche per la natura stessa delle moto, delle gomme diverse e di circuiti old style rischiosi, molti pensavano che la Superbike non fosse adatta a me e al mio stile preciso. La missione era sfatare questo mito ed è stata una sfida vinta in modo incredibile.
*{{NDR|Sui titoli con l’Aprilia in SBK}} Fu la prima moto a quattro tempi vera realizzata dall'Aprilia, e fatta interamente a Noale. Era una bella sfida, difficile, ma avevo buone sensazioni. La mia idea iniziale era di tornare a "casa", ritrovare il concetto di famiglia che avevo vissuto in Aprilia con i titoli degli anni Novanta. Con [[Luigi Dall'Igna|Dall'Igna]], Mercanti e Sacchi, prima di parlare di durata del contratto e soldi, chiesi di riavere la mia squadra degli anni Novanta. Gigi mi rispose che era impossibile perché erano impegnati in altri progetti, replicai che per quanto mi riguardava il discorso finiva lì perché il mio sogno era aprire un ciclo vincente in Superbike con un progetto ambizioso, andando a contrastare il dominio [[Ducati]]. E per farlo ci serviva un'armata, persone valide professionalmente ma che conoscevano Max sia dentro che fuori la pista, nella felicità e nella sofferenza: Giovanni Sandi, Gianni Berti, Loris Conte... Dopo dieci secondi, Dall'Igna mi disse che avrei avuto tutta la mia squadra.
*{{NDR|Sull'addio alle corse}} A 41 anni, dopo aver vinto per mezzo punto un altro titolo, ti trovi davanti a un bivio: o provi a vincerne uno a 42 anni ma sai già che sarà molto complicato, o fai la cosa più difficile, sapendo comunque che sei il più forte: chiudi in bellezza, lasciando da campione del Mondo la cosa che più ti piace fare. Se devo dirmi bravo, lo faccio non per le vittorie ma per aver scelto il momento giusto per l'addio.
*Rifarei tutto, perché alla fine mi è riuscito bene.
*{{NDR|Su [[Fabrizio Frizzi]]}} La mia anima gemella, un amico vero a cui chiedere consigli e il fratellone che non ho mai avuto. Una persona d'altri tempi, venuta da un altro mondo, sempre pieno di entusiasmo, educato, gentile. Stavamo le mezz'ore al telefono. Quando c'era un discorso importante da affrontare, lui ci arrivava girandoci intorno, con grande delicatezza, cercando di non ferirti. Mi ricordo quando mi invitò a ''Scommettiamo che?'', il programma in prima serata del sabato sera da dieci milioni di spettatori: lui voleva festeggiare il mio titolo mondiale facendomi entrare in studio al Delle Vittorie con l'Aprilia 250 accesa. C'erano problemi con l'antincendio, con la sicurezza... risolse tutto con il suo solito modo di fare. Venne a prendermi con la bandiera italiana. E fu fantastico. Mi manca molto [...]
*Non è stato complicato "essere Max". Ero io, in tutto quello che ho fatto e quello che è successo. Difficile è stata la gestione di tutto ciò che avveniva fuori dalla pista. Proprio perché era quasi impossibile per me controllarla e gestirla in prima persona. Il mio essere "scientifico", fuori dalla pista, non era applicabile. E anche per questo mi sono sempre fidato poco in generale, delle persone e delle donne che avevo intorno. Perché, quando sei a casa da solo e ti spogli di tutto, ti chiedi sempre perché le persone ti stanno accanto, se stanno lì per te e per farti del bene in modo disinteressato.
==Citazioni su Max Biaggi==
*Max Biaggi era molto bravo a sistemare la moto, perché voleva partire forte e gestire la gara, senza rischiare. Così facendo, poteva amministrare le gomme, stressare meno la meccanica e guidare come meglio credeva. ([[Jan Witteveen]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Eleonora Pedron]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Piloti motociclistici italiani]]
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Citazioni sull''''etichetta'''.
*"Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre etichette" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." ([[Leslie Feinberg]])
*Da viva ho assunto molte identità diverse: amante, moglie, e alla fine vittima. Le etichette sono importanti per i vivi, indicano il modo in cui le persone vedono se stesse. Come la mia amica Lynette: lei si considerava una donna in carriera di grande successo; era nota per le sue colazioni d'affari, le presentazioni ad effetto, e il modo spietato di spazzare via la concorrenza. Ma Lynette aveva rinunciato a tutto per una nuova etichetta: il ruolo, più che gratificante, di madre a tempo pieno. Ma, sfortunatamente per Lynette, la nuova etichetta deludeva spesso le aspettative. (''[[Desperate Housewives (prima stagione)|Desperate Housewives]]'')
*Nessuno al mondo può appiccicarvi un'etichetta, perché nessuno sa quello che sentite davvero dentro di voi. (''[[La croce e il coltello]]'')
*– Non sei solo di colore, tu sei un gay di colore. Gli episodi di omofobia sono frequenti tanto alla Armstrong-Parker quanto al Pastiche. Dove sarebbe il conflitto tra queste due identità?<br>– No, scusa, ehm... "gay"?<br>– Oh, mi dispiace. Sei etero?<br>– Io... proprio non mi sento rappresentato da certe etichette.<br>– Le etichette sono quelle che impediscono alle persone di bersi la candeggina. Personalmente sono un messicano-italiano gay con una passione per i lecca-lecca. (''[[Dear White People (serie televisiva)|Dear White People]]'')
==Altri progetti==
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[[File:Грелка.jpg|thumb|Una borsa dell'acqua calda]]
Citazioni sul '''calore'''.
*Calore. Ecco che cosa significano per me le città grosse. Si scende dal treno, si esce dalla stazione e si è presi dalla scalmana. Il calore dell'aria, del traffico, della gente. Il calore del cibo e del sesso. Il calore dei grattacieli. Il calore che esce dalla metropolitana e dalle gallerie. Nelle città grosse ci sono almeno cinque gradi di più. Il calore si leva dai marciapiedi e cala dal cielo inquinato. Gli autobus sbuffano calore. Emana dalle folle di acquirenti e impiegati. Tutta l'infrastruttura si basa sul calore, lo usa disperatamente, ne produce altro. La definitiva morte per calore dell'universo, di cui gli scienziati amano parlare, è già ben avviata a verificarsi: in qualsiasi città di dimensioni grandi o medie si sente ovunque che si sta realizzando. Calore e umidità. ([[Don DeLillo]])
*La differenza fra passato e futuro esiste solo quando c'è calore. Il fenomeno fondamentale che distingue il futuro dal passato è il fatto che il calore va dalle cose più calde alle cose più fredde. ([[Carlo Rovelli]])
*Quell'estate, l'estate in cui tutte le regole cominciarono a cambiare, sembrava fosse giugno da cent'anni. La temperatura non lasciava scampo: trentasei, trentasette, poi trentotto gradi all'ombra. Faceva un caldo da morire, da impazzire o copulare. I vecchi collassavano, i cani si arrostivano nelle automobili, gli amanti non riuscivano a tenersi lontani. Il cielo premeva come la calotta di una fornace, facendo ritrarre il sottosuolo, spaccando il cemento, disseccando gli arboscelli dalle radici in su. Nelle periferie riarse, i furgoncini del gelato sparavano i loro motivetti infantili su strade trasudanti asfalto. Giù al porto, il mare rifletteva il sole in minuscoli, barbari specchietti. Asfissiati, si agognava la pioggia. Non venne. ([[Liz Jensen]])
*Questo non era calore, era una malattia dell'atmosfera: l'aria aveva la febbre, l'aria sudava, si sudava nel sudore. ([[Jean-Paul Sartre]])
*'''Benvolio''': Ti prego, Mercuzio, andiamo via. Fa caldo, i Capuleti sono in giro e, se li incontriamo, certo ci si azzuffa. Con questo caldo il sangue bolle. ([[Romeo e Giulietta]])
==Voci correlate==
*[[Estate]]
*[[Sole]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Grandezze fisiche]]
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Cultura di massa
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Citazioni sulla '''cultura di massa'''.
*In ogni caso, non è che io fossi ostile alla cultura di massa, né avevo intenzione di fare l'agitatore. Ero solo convinto che la cultura per il vasto pubblico fosse fiacca da morire, e anche una grossa presa in giro. ([[Bob Dylan]])
*La cultura di massa è una macchina che indica quali sono le cose da desiderare: questo è ciò che deve interessarti, dice, come se intuisse che gli uomini sono incapaci di trovare da soli chi devono desiderare. ([[Roland Barthes]])
*Se si crede in una frase di Brecht che dice: "''La tentazione del bene è irresistibile''", allora, si crede, anche, che si possano formare degli anticorpi capaci di trasformare lo schifo, la menzogna, le feci coltivate dalla cultura di massa in altro. È possibile, perciò, è doveroso mutare. ([[Franco Fortini]])
===[[Edgar Morin]]===
*Alta cultura e cultura di massa si ricongiungono, l'una per il suo aristocraticismo volgare, l'altra per la sua volgarità assetata di riconoscimento sociale.
*La concezione di felicità tipica della cultura di massa [...] può essere detta consumatrice nel senso più largo del termine, vale a dire che essa spinge non soltanto al consumo dei prodotti, ma al consumo della vita stessa.
*La cultura di massa è il riflesso pubblicitario dell'evoluzione consumistica del mondo occidentale.
==Voci correlate==
*[[Cultura]]
*[[Massa]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Sociologia della cultura]]
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Mission: Impossible - Fallout
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Homer
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{{Film
|immagine = Mission Impossible – Fallout (2018) Cast Members.png
|didascalia = Il cast del film
|titoloitaliano=Mission: Impossible - Fallout
|titolooriginale= Mission: Impossible - Fallout
|paese= USA
|anno= 2018
|genere= azione, avventura, spionaggio, thriller
|regista= [[Christopher McQuarrie]]
|sceneggiatore= [[Christopher McQuarrie]]
|attori=
* [[Tom Cruise]]: Ethan Hunt
* [[Henry Cavill]]: August Walker
* [[Rebecca Ferguson (attrice)|Rebecca Ferguson]]: Ilsa Faust
* [[Simon Pegg]]: Benji Dunn
* [[Ving Rhames]]: Luther Stickell
* [[Angela Bassett]]: Erica Sloane
* [[Sean Harris]]: Solomon Lane
* [[Michelle Monaghan]]: Julia Meade
* [[Vanessa Kirby]]: Vedova Bianca
* [[Alec Baldwin]]: Alan Hunley
|doppiatoriitaliani=
* [[Roberto Chevalier]]: Ethan Hunt
* [[Gianfranco Miranda]]: August Walker
* [[Gaia Bolognesi]]: Ilsa Faust
* [[Massimiliano Manfredi]]: Benji Dunn
* [[Alessandro Rossi]]: Luther Stickell
* [[Antonella Giannini]]: Erica Sloane
* [[Andrea Lavagnino]]: Solomon Lane
* [[Roberta Pellini]]: Julia Meade
* [[Valentina Favazza]]: Vedova Bianca
* [[Paolo Buglioni]]: Alan Hunley
}}
'''''Mission: Impossible - Fallout''''', film del 2018, con [[Tom Cruise]] e [[Henry Cavill]], regia di [[Christopher McQuarrie]].
==[[Incipit]]==
'''Solomon Lane''': {{NDR|In un sogno di Ethan}} Vuoi tu Ethan prendere Julia come tua legittima sposa? <br />'''Ethan Hunt''': Lo voglio. <br />'''Solomon Lane''': Per curarla, sostenerla, per amarla, rispettarla, onorarla e proteggerla? <br />'''Ethan Hunt''': Lo voglio. <br />'''Solomon Lane''': Per difenderla dai terroristi conosciuti e sconosciuti? Per mentire? Per ingannare? <br />'''Ethan Hunt''': Cosa? <br />'''Solomon Lane''': Per vivere una doppia vita? Per permettere che venga rapita? Per cancellare la sua identità, costringerla a nascondersi, privarla di tutto ciò che ama... <br />'''Ethan Hunt''': La smetta. <br />'''Solomon Lane''': ...nell'egoistico, inutile, maldestro... <br />'''Ethan Hunt''': La smetta! <br />'''Solomon Lane''': ...tentativo di sfuggire alla tua vera natura? <br />'''Ethan Hunt''': Per favore, la smetta! <br />'''Solomon Lane''': E Julia tu decidi di accettarlo? <br />'''Ethan Hunt''': No. <br />'''Julia Meade''': Accetto. <br />'''Ethan Hunt''': No! <br />'''Solomon Lane''': Dovevi uccidermi Ethan.
== Frasi ==
{{cronologico}}
* {{NDR|In un messaggio}} Buonasera signor Hunt, l'anarchico Solomon Lane, da quando lo ha catturato due anni fa, la sua assenza dalla scena mondiale ha avuto conseguenze impreviste. Il suo ''Sindacato'' di operativi canaglia continua a creare il caos in tutto il mondo. La divisione attività speciali della CIA ha dato una caccia incessante alla rete di ostili di Lane, ma molti rimangono ignoti e in libertà. I resti di questa scheggia estremista impazzita si autodefiniscono gli ''Apostoli''. Da allora hanno adottato una politica di terrorismo a noleggio che li ha resi una minaccia ancora più grande. Sono responsabili della recente insorgenza di vaiolo nel Kashmir indiano, lungo i confini della Cina e del Pakistan, che minaccia un terzo della popolazione mondiale, l'epidemia è stata circoscritta, ma l'Intelligence indica che un nuovo cliente ha ingaggiato gli ''Apostoli'' per un'operazione più ambiziosa: sono stati contattati da quest'uomo, un estremista conosciuto solo con il suo nome in codice, John Lark, autore di questo apocalittico manifesto che incita la distruzione dell'attuale ordine mondiale. Si ritiene che Lark sia il responsabile della sparizione dello specialista di armi nucleari norvegese Nils Debruuk. Nel frattempo, gli ''Apostoli'' hanno contattato elementi della criminalità europea, in possesso di tre nuclei di plutonio rubati da una base della Russia Orientale. Questo starebbe ad indicare che Lark e gli ''Apostoli'' lavorano insieme per acquisire armi nucleari funzionanti. Nelle mani di Lark e degli ''Apostoli'' queste armi presentano una minaccia senza precedenti per milioni di persone. La sua missione, se deciderà di accettarla, è impedire agli ''Apostoli'' di acquisire il plutonio, usando ogni mezzo a sua disposizione. Se lei o qualunque altro membro del team dell'IMF verrà catturato o ucciso, il segretario disconoscerà le vostre azioni. Buona fortuna Hunt, questo messaggio si autodistruggerà entro cinque secondi. ('''Agente dell'IMF''')
* Ciò che fatto è fatto quando ''noi'' diciamo che è fatto. ('''Ethan Hunt''')
* {{NDR|A Walker}} Nessuno deve mettersi tra te e il plutonio, né Hunt né il suo team né nessun altro. ('''Erica Sloane''')
* {{NDR|A Walker, prima di lanciarsi dall'aereo}} Il visore a sovrimpressione ha un sistema di guida integrato, seguilo fino a terra. Apri solo quando te lo dice il sistema, non prima né tanto meno dopo, o l'ultima cosa che ti passerà per la testa saranno le tue rotule. ('''Ethan Hunt''')
* La sua missione, se deciderà di accettarla, mi chiedo Ethan, hai mai deciso di no? Ti sei mai fermato a domandarti chi fosse a darti gli ordini e perché? E ogni giorno il padrone che servi compie un altro passo verso la fine del mondo. I terroristi sono scolaretti in cerca di attenzione che manipolano l'opinione pubblica con la paura. Non me ne frega di cosa la gente pensa o sente. La fine ti è chiara a te quanto a me Ethan, i governi del mondo precipitano nella follia, il ''Sindacato'' è stato costruito per smantellarlo, mattone dopo mattone. Il ''Sindacato'' era l'ultima speranza della civiltà, la possibilità di abbattere il vecchio ordine mondiale, la speranza è sfumata per colpa tua, e della tua patetica moralità. Dovevi uccidermi Ethan. La fine che hai sempre temuto sta arrivando, sta arrivando... e le tue mani si copriranno di sangue, la ricaduta di tutte le tue buone intenzioni. ('''Solomon Lane''').
* Quando scadrà il tempo, Ethan Hunt perderà tutto quello a cui teneva. ('''Solomon Lane''')
* Come da vostra richiesta, sto riconsegnando Solomon Lane all'MI6 tramite un intermediario nell'ambito del nostro corretto accordo. Dopo ciò che è accaduto a Parigi, preferiamo mantenere un basso profilo, e questo chiude il conto della vostra amica {{NDR|Ilsa}} con l'intelligence britannica. Ora comprendo perché Hunley credeva in voi: il mondo ha bisogno dell'IMF, abbiamo bisogno di gente come voi, che tiene alla vita di una persona quanto quello di milioni di persone, così almeno non dovrò più farlo io. ('''Erica Sloane''')
== Dialoghi ==
{{cronologico}}
*'''Postino''': Il destino sussurra al guerriero... <br />'''Ethan Hunt''': ...una tempesta in arrivo. <br /> '''Postino''': E il guerriero gli ribatte... <br />'''Ethan Hunt''': ...sono io la tempesta.
*'''Ethan Hunt''': Signore. <br />'''Alan Hunley''': Quel cellulare ci ha portato a un server in Islanda dove abbiamo decifrato un comunicato fra John Lark e questa donna: Alanna Mitsopolis, attivista e filantropa, soprannominata per le sue opere di carità "la Vedova Bianca", una facciata per i suoi traffici, armi e riciclo di denaro, agganci politici le danno adeguata protezione. Lark e la Vedova si vedranno stasera per negoziare una consegna non meglio specificata dal che possiamo desumere che sia il plutonio scomparso. Si incontreranno in un salone privato del Grand Palais di Parigi durante un evento di beneficenza, trova lì tutti i dettagli, se Lark non arriva per mezzanotte, la Vedova se ne andrà e venderà il pacchetto al più alto offerente, il che da a lei due ore da adesso per trovare Lark. <br />'''Ethan Hunt''': Signore, credo che debba sapere una cosa: io non... <br />'''Alan Hunley''': La fermo immediatamente: ha dovuto fare una scelta tremenda a Berlino, recuperare il plutonio o salvare il suo team, ha scelto il suo team e ora il mondo è a rischio. Un'imperfezione nel profondo dentro di lei non le ha permesso di scegliere fra la vita di un uomo e quella di milioni, e se per lei è un segno di debolezza, per me è la sua più grande forza, ed è segno che posso contare su di lei per coprirmi, perché passare qui dalla CIA secondo qualcuno è stato un passo indietro, ma l'ho fatto per causa sua, non mi faccia pentire.
*'''Alan Hunley''': Che intenzioni hai Erica?<br />'''Erica Sloane''': La missione sarà anche tua, ma l'aereo è della CIA in compenso, e non decolla senza il mio permesso.<br />'''Alan Hunley''': Non ho tempo da perdere.<br />'''Erica Sloane''': Ho un team a Parigi pronto a catturare Lark appena lascia il Palais. Un G-5 lo attende per consegnarlo alla base di Gizmo e sottoporlo a waterboarding.<br />'''Alan Hunley''': Impiegare 24 ore che non abbiamo per una confessione inaffidabile di un uomo che non abbiamo nemmeno identificato? No! Vogliamo informazioni credibili e le vogliamo ora. Questo scenario è il motivo per cui l'IMF esiste.<br />'''Erica Sloane''': L'IMF è Halloween, Alan. Adulti con maschere di gomma che giocano a dolcetto o scherzetto, e se lui si fosse tenuto stretto il plutonio a Berlino, ora non ci ritroveremmo qui a parlarne.<br />'''Alan Hunley''': E il suo team sarebbe morto!<br />'''Erica Sloane''': Sì! Sarebbero morti, è questo il loro lavoro, ed ecco perché voglio uno dei miei uomini sulla scena, per valutare la situazione. Agente Walker, attività speciali.<br />'''Alan Hunley''': La sua reputazione lo precede.<br />'''Erica Sloane''': Tu usi il bisturi, io preferisco il martello.<br />'''Alan Hunley''': La risposta è no! Ho io l'autorità operativa concessa dal presidente, se hai problemi veditela con lui.<br />'''Erica Sloane''': L'ho già fatto, ed è d'accordo con me, va anche il mio uomo o non va nessuno!
*'''Erica Sloane''' : Tu hai voglia di scherzare?<br />'''August Walker''': Se vuole Lane libero, non c'è altra scelta.<br />'''Erica Sloane''': Volevo che Lark lo liberasse, non Ethan Hunt! E volevo Lark a quello scambio, non Ethan Hunt! Volevo che Lark ci conducesse al plutonio e agli ''Apostoli''!<br />'''August Walker''': C'è ancora una possibilità.<br />'''Erica Sloane''': Ti sei dimenticato quel cadavere che abbiamo dovuto far uscire dal Grand Palais?<br />'''August Walker''': Ho idea che non fosse Lark, penso fosse una delle sue reclute.<br />'''Erica Sloane''': Non secondo le nostre Intelligence!<br />'''August Walker''': Intelligence raccolte da chi?<br />'''Erica Sloane''': Hunt!<br />'''August Walker''': Lei ha sempre avuto il sospetto che Lark fosse un agente americano, uno che conoscesse le nostre mosse, che potesse andare e venire come un fantasma.<br />'''Erica Sloane''': Stai insinuando che Hunt è John Lark? Congetture Walker, cerchi di passarla liscia, ma non funziona!<br />'''August Walker''': Ci rifletta: un uomo prudente e attento come Lark, pensa che rischierebbe il collo così? Per un faccia a faccia con la Vedova Bianca?<br />'''Erica Sloane''': Manderebbe un impostore.<br />'''August Walker''': Un'esca, e avrebbe fatto in modo che fosse la sua ragazza a uccidere quell'esca di fronte a un testimone attendibile, me. La trappola si chiude sul suo alter ego terrorista, quindi paga un uomo per interpretare Lark, e lo fa uccidere. E con la scusa di servire il suo paese...<br />'''Erica Sloane''': ...assume la sua identità segreta.<br />'''August Walker''': Libero di operare con il pieno appoggio del governo americano.<br />'''Erica Sloane''': Perché? Perché Hunt ha tradito?<br />'''August Walker''': E Lane perché allora? Perché ognuno dei suoi ''Apostoli''? Loro tutti credevano in una causa, e quando quella causa si è rivelata una menzogna, sono insorti contro i loro padroni. Quante volte il governo di Hunt lo ha tradito? Disconosciuto? Abbandonato? E quanto ci vuole prima che un uomo del genere ne abbia abbastanza?<br />'''Erica Sloane''': Questa è un'accusa estremamente seria. Puoi provarla?<br />'''August Walker''' : Questo è il telefono trovato sul corpo al Grand Palais. Ho idea che qui ci sia la prova che chiede.
*'''August Walker''' : Basta giochetti! Ti porto via!<br />'''Solomon Lane''': Dov'è Hunt?<br />'''August Walker''': È andato all'incontro con una tua copia.<br />'''Solomon Lane''': Calmati. Chiama gli ''Apostoli'', avvertili.<br />'''August Walker''': Non so nemmeno come contattarli, per sicurezza reciproca, in compenso una squadra d'estrazione con satellite e rendez-vous prestabilito, quando lasceremo l'edificio lo vedranno. <br />'''Solomon Lane''': No! Io resto qui... non ho finito con Hunt, ancora.<br />'''August Walker''' : Io mi chiedo perché cazzo devi farla così complicata!!<br />'''Solomon Lane''': Non riesco a capire che cosa vuoi dire.<br />'''August Walker''': L'accordo era semplice: io devo incastrare Hunt, tu devi darmi il plutonio, stai perdendo tempo!!<br />'''Solomon Lane''': "Non può esserci pace senza prima una grande sofferenza. Più grande è la sofferenza, più grande è la pace".<br />'''August Walker''': Quando ho scritto queste parole non mi riferivo certo alla tua pace, o che fosse Hunt a soffrire. Il vecchio ordine mondiale va demolito, e noi abbiamo lo strumento per demolirlo, ma l'unica cosa che a te importa è che Hunt viva e che venga incolpato. Questa non è anarchia, questa è vendetta.<br />'''Solomon Lane''': Sì, e così. E quando avrò ciò che voglio, gli ''Apostoli'' ti daranno il plutonio.<br />'''August Walker''': Hunt è l'unico amico che hai, se sei vivo è perché lui non ha avuto le palle per ucciderti. Sloane aveva ragione, l'IMF è Halloween, sono adulti con maschere di gomma... <br />'''Solomon Lane''' : Che c'è? <br />'''Benji Dunn''': È solo lavoro, senza rancore! <br />'''Alan Hunley''': Non vorrei averti rovinato la giornata. Oh, eri andato così bene fino adesso, questa credo sia carica, lo vuoi scoprire?
*'''Ethan Hunt''': Non puoi farlo, vero? Non finché non avrai il plutonio?<br />'''August Walker''': No. Lui ha altri piani per te. Ti dovrai consegnare e ammettere di essere John Lark, e guardare il vecchio mondo implodere dalla tua cella buia.<br />'''Ethan Hunt''': E se mi rifiutassi?<br />'''August Walker''' : Sono il suo angelo custode, Hunt. Se ti fai rivedere, lei muore. Se cerchi di avvertirla, lei muore. Ammetti la sconfitta.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Mission: Impossible}}
[[Categoria:Film d'avventura]]
[[Categoria:Film di spionaggio]]
[[Categoria:Film thriller d'azione]]
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Greta Thunberg
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/* Citazioni di Greta Thunberg */ +1, ordine alfab.
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[[File:Greta Thunberg, 27 August 2018 (cropped).jpg|thumb|Greta Thunberg nel 2018]]
'''Greta Ernman Thunberg''' (2003 – vivente), attivista svedese
==Citazioni di Greta Thunberg==
*Abbiamo i mezzi a nostra disposizione per correggere il grande squilibrio che esiste oggi nel mondo nella lotta contro il Covid-19. Proprio come con la crisi climatica, dobbiamo prima aiutare i più vulnerabili. (dichiarazione in collegamento con l'Organizzazione mondiale della Sanità, 18 aprile 2021)<ref>Citata in [https://www.fanpage.it/attualita/greta-thunberg-dona-100-000-euro-alloms-per-i-vaccini-ai-paesi-poveri-aiutare-i-piu-vulnerabili/ ''Greta Thunberg dona 100.000 euro all’Oms per i vaccini ai Paesi poveri: “Aiutare i più vulnerabili”''], ''Fanpage.it'', 19 aprile 2021.</ref>
*È così ridicolo. Donald deve lavorare sul problema del controllo della rabbia e poi andare a vedere un buon vecchio film con un amico. Rilassati Donald, rilassati! (tweet del 5 novembre 2020)<ref>Citato in [https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/usa-2020-greta-thunberg-twitter-donald-trump-rilassati-09eeea4c-1bd1-4035-83cf-0671c08a79eb.html ''Usa2020. Greta a Trump, "rilassati Donald, rilassati!"''], ''Rainews.it'', 6 novembre 2020.</ref>
*Essere diversa è stato per me un dono, mi fa anche vedere le cose fuori dagli schemi. Non credo facilmente alle bugie, non mi faccio ingannare dalle cose.
:''Being different is a gift. It makes me see things from outside the box. I don’t easily fall for lies, I can see through things.''<ref>{{en}} Dall'[https://www.facebook.com/thetodayprogramme/videos/431966280706285/ intervista] di Nick Robinson, BBC Radio 4; citato in ''[https://www.theguardian.com/commentisfree/2019/apr/23/greta-thunberg-autism Greta Thunberg teaches us about autism as much as climate change]'', ''theguardian.com'', 23 aprile 2019.</ref>
*Ho ricevuto il premio ambientale del Nordic Council nel 2019. Ho deciso di rifiutare questo premio, anche se è un grande onore. Ciò di cui abbiamo bisogno è che i nostri politici e le persone al potere inizino a dare ascolto alla scienza.<ref>Citato in [https://www.repubblica.it/ambiente/2019/10/30/news/greta_thunberg_rifiuto_questo_premio_finche_la_politica_iniziera_a_fare_qualcosa_-239870248/ ''Greta Thunberg: "Rifiuto questo premio finché la politica non inizierà a fare qualcosa"''], ''Repubblica.it'', 30 ottobre 2019</ref>
*Non ci sono riunioni d'emergenza, né titoli sui giornali, né edizioni straordinarie. Nessuno agisce come se fossimo in crisi. Persino la maggior parte dei climatologi e dei politici impegnati nell'ecologia continuano a volare per il mondo, mangiando carne e latticini.
:''There are no emergency meetings, no headlines, no breaking news. No one is acting as if we were in a crisis. Even most climate scientists or green politicians keep on flying around the world, eating meat and dairy.''<ref>{{en}} Dal discorso ''[https://www.fridaysforfuture.org/greta-speeches#greta_speech_tedx School strike for climate - save the world by changing the rules | Greta Thunberg | TEDxStockholm]'', ''fridaysforfuture.org'', 24 novembre 2018.</ref>
*Ricostruire meglio: bla, bla, bla. Green economy: bla, bla, bla. Emissioni zero entro il 2050: bla, bla, bla.<ref>Dalla conferenza "Youth4Climate" di Milano; citato in ''[https://www.ilpost.it/2021/09/28/greta-thunberg-conferenza-cambiamento-climatico/ ilpost.it]'', 28 settembre 2021.</ref>
*Tutti mi chiedono sempre di [[Donald Trump]]. Io dico 'ascolta la scienza' e lui ovviamente non lo fa.<ref>Citato in [https://www.tio.ch/dal-mondo/cronaca/1388511/greta-attacca-trump-rifiuta-la-scienza ''Greta attacca Trump: «Rifiuta la scienza»''], ''Tio.ch'', 29 agosto 2019</ref>
{{Int|1=Da ''[https://www.repubblica.it/dossier/ambiente/proteste-clima/2019/03/11/news/greta_thunberg_la_paladina_del_clima_mamma_non_vuole_ma_salvero_il_pianeta_-221266090/ Greta Thunberg, la paladina del clima: "Mamma non vuole ma salverò il pianeta"]''|2=''Repubblica.it'', 11 marzo 2019}}
*C'erano dei ragazzi negli Usa che si rifiutavano di andare a scuola come reazione alle sparatorie nelle scuole, poi una persona che conoscevo ha detto: e se lo facessero i bambini per il clima?
*La [[Cambiamento climatico|crisi climatica]] è la più grande crisi che l'umanità si sia trovata ad affrontare, e se non facciamo niente ora, siamo rovinati. Ho pensato che da grande vorrò ripensare al passato e dire: ho fatto quel che potevo all'epoca e ho l'obbligo morale di fare tutto il possibile.
*Ho smesso di usare l'aereo, ho [[Veganismo|smesso di mangiare carne e latticini]] e ho smesso di usare e comprare cose nuove. Dobbiamo comprendere l'emergenza della situazione, renderci conto che i nostri leader politici non sono riusciti a tutelarci, che dobbiamo far sentire la nostra voce, e dobbiamo far pressione su chi è al potere e dire loro che non permetteremo che tutto ciò prosegua. Dobbiamo arrabbiarci e trasformare quella rabbia in azione.
{{Int|1=Da ''[https://video.sky.it/news/mondo/greta-thunberg-intervista-esclusiva-a-sky-tg24/v504101.vid Greta Thunberg, intervista esclusiva a Sky Tg24]''|2=''Sky.it'', 16 aprile 2019}}
*Non dobbiamo pensare all'[[Ottimismo e pessimismo|ottimismo]] o al pessimismo quanto piuttosto a essere realisti. Bisogna dire la verità, qual è la situazione e cosa dobbiamo fare per prevenire una catastrofe, dire le cose come stanno. [...] Credo che le generazioni passate abbiano fallito nell'affrontare il problema. Perciò noi, le nuove generazioni, dobbiamo farli rispondere delle loro azioni.
*Molte persone si focalizzano su di me invece che sulla crisi climatica. Non posso farci molto, se non continuare a fare quello che faccio e richiamare l'attenzione sul clima.
*Prima di iniziare a protestare non riponevo troppe speranze nei miei coetanei, li credevo pigri ed egoisti, ma poi mi sono dovuta ricredere perchè in realtà sono numerosissimi i giovani appassionati di queste tematiche, giovani che vogliono cambiare le cose. Tutto ciò che so è che il fatto di affrontare una crisi che mette a rischio la nostra vita, ignorata per decenni, alimenta questo impegno.
*Non so cosa direi a [[Donald Trump|Trump]] se lo incontrassi, probabilmente niente. Molte persone hanno cercato di fargli cambiare idea. Invano. Quella tattica non funziona. Con lui i fatti non funzionano. Deve occuparsene qualcun altro. Io non ho tempo da sprecare.
*Dietro di me non c'è nessuno. Io ho avuto l'idea di questa iniziativa. Io ho deciso di portarla avanti. I miei genitori e la mia famiglia non volevano, ma ho deciso di testa mia.
{{Int|1=Da [https://www.huffingtonpost.it/entry/greta-thunberg-allonu-come-osate_it_5d88ea3be4b0849d472d579f ''"How dare you?" Il discorso di Greta Thunberg all'Onu'']|2=''Huffingtonpost.it'', 23 settembre 2019}}
*Il mio messaggio è che vi terremo d'occhio. Tutto questo è così sbagliato. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall'altro lato dell'Oceano. Venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come vi permettete?
*Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all'inizio di un'estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come vi permettete?
*Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai.
{{Int|1=Da ''[https://timgate.it/news/esteri/greta-thunberg-madrid.vum Il discorso di Greta Thunberg al Cop25 di Madrid]''|2=''Timgate.it'', 7 dicembre 2019}}
*Credo che abbiamo raggiunto molti obiettivi: abbiamo creato una consapevolezza e un dibattito: è un grande passo avanti. Però evidentemente non è assolutamente sufficiente. Le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, nel 2019 aumenteranno.
*È molto importante includere la giustizia ambientale quando parliamo di giustizia sociale. È un elemento chiave. È la base di un altro tipo di giustizia.
*Una figura come me non è molto, sono una semplice attivista del clima, sono una piccola parte di un grande movimento. Abbiamo bisogno di più attivisti del clima. Non devi ascoltarmi prima di chiunque altro, quindi non fare domande solo a me, falle anche ai miei compagni.
==''Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza''==
[[File:Greta Thunberg - No one is too small to make a difference.jpg|thumb|Copertina dell'edizione inglese di ''Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza'']]
*In [[Svezia]], viviamo come se avessimo le risorse di 4,2 pianeti. La nostra impronta di carbonio è una delle dieci peggiori al mondo. Questo significa che la Svezia ruba ogni anno alle generazioni future 3,2 anni di risorse naturali. Chi di noi appartiene a quelle generazioni vorrebbe che la Svezia smettesse di comportarsi così.<br>''Subito''. (p. 10)
*A parere di molti, la Svezia è un piccolo paese, al punto che non ha importanza ciò che facciamo. Ma se poche ragazze riescono a finire in prima pagina in tutto il mondo semplicemente non andando a scuola per qualche settimana, immaginate cosa potremmo fare insieme se volessimo.<br>''Ogni singolo individuo conta''. (p. 12)
*Secondo alcuni, noi dovremmo essere qui, ma a scuola. Ma perché dovremmo studiare per un futuro che ben presto non esisterà più se nessuno agisce per salvare quel futuro? E a cosa serve imparare nozioni nel sistema scolastico quando i fatti elencati dalla scienza promossa da quello stesso sistema non hanno palesemente alcun significato per i nostri politici e la nostra società? (p. 16)
*Non è necessario andare in un luogo preciso per protestare contro il cambiamento climatico, perché il problema è ovunque. (p. 16)
*Io ho la [[sindrome di Asperger]] e, per me, ogni cosa è bianca e nera.<br>Sotto molti aspetti credo che noi [[Autismo|autistici]] siamo persone normali e gli altri siano strani. Continuano a dire che il cambiamento climatico è una minaccia all'esistenza ed è il problema più importante in assoluta. E continuano a vivere esattamente come prima. (p. 21)
*Perché dovremmo aspettarci che paesi come l'India o la Nigeria si interessino alla crisi climatica mentre noi, che già abbiamo tutto, ci disinteressiamo completamente dell'Accordo di Parigi?
*Stiamo per sacrificare l'intera civiltà umana per permettere ad alcuni di continuare a realizzare enormi profitti. Stiamo per sacrificare la biosfera affinché i ricchi abitanti di paesi come il mio possano vivere nel lusso. Ma sono le sofferenze di tanti che finanziano il lusso di pochi. (p. 32)
*Alcuni dicono che non dovremmo impegnarci nell'attivismo, che dovremmo lasciare il compito ai politici e cambiare le cose nell'urna elettorale. E cosa facciamo, invece, se non c'è una volontà politica? Cosa facciamo se le politiche necessarie non sono nemmeno all'orizzonte? (p. 39)
*Molti si divertono a diffondere pettegolezzi secondo i quali ci sarebbe qualcuno «dietro» di me, io sarei «pagata» o «usata» per fare ciò che faccio. Dietro di me, però, non c'è nessuno tranne me stessa. I miei genitori, prima che li mettessi al corrente di questa situazione, non erano certo degli attivisti per il clima. Anzi.<br>Io non faccio parte di alcuna organizzazione. A volte ho sostenuto delle ONG che si occupano di clima e ambiente e ho collaborato con loro, ma resto assolutamente indipendente e rappresento solo me stessa. Facciò ciò che faccio in maniera del tutto gratuita, non ho ricevuto denaro né promesse di futuri pagamenti sotto qualsivoglia forma. E lo stesso vale per le persone collegate a me e alla mia famiglia. (p. 45)
*Alcuni mi prendono in giro per la mia diagnosi. L'Asperger, tuttavia, non è una malattia, è un dono. La gente dice anche che, siccome, ho l'Asperger, è impossibile che mi sia messa volontariamente in questa posizione. Questo però è esattamente il motivo per il quale l'ho fatto. Perché se fossi stata «normale» e sociale, mi sarei organizzata con un gruppo o avrei fondato una mia organizzazione. Siccome però non sono brava a socializzare, ho fatto questo. Ero profondamente frustrata per il fatto che nessuno affrontasse la crisi climatica e sentivo di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa. (p. 47)
*Io sono solo un messaggero, eppure vengo sommersa di odio. Io non sto dicendo nulla di nuovo, sto solo ripetendo ciò che gli scienziati dicono da decenni. E, sono d'accordo con voi, io sono troppo giovane per fare tutto questo. (p. 49)
*Quando molti politici parlano degli scioperi scolastici per il clima, parlano di quasi tutto tranne che della crisi climatica. Molti stanno tentando di portare il discorso sul fatto che, con gli scioperi, spingiamo gli studenti a fare assenze ingiustificate e tutti esprimono un'opinione sulla nostra presenza a scuola (o sulla nostra assenza). Stanno inventando ogni sorta di teoria del complotto e ci definiscono marionette incapaci di pensare da sole. Stanno disperatamente tentando di spostare l'attenzione dalla crisi climatica e di cambiare argomento. Non vogliono parlarne perché sanno di non poter vincere questa battaglia. Perché sanno di non aver fatto i compiti. Noi, invece, li abbiamo fatti. (pp. 92-93)
==[[Incipit]] di ''La nostra casa è in fiamme''==
Mi chiamo Greta Thunberg. Sono un'attivista svedese per il clima.
Quando avevo più o meno otto anni, ho sentito parlare per la prima volta di una cosa chiamata cambiamento climatico, o riscaldamento globale. A quanto pareva, era una cosa che gli esseri umani avevano prodotto con il loro modo di vivere. Ci veniva detto di spegnere le luci per risparmiare energia, di riciclare la carta per salvaguardare le risorse.<br>
Ricordo di aver pensato che era molto strano che gli esseri umani, che sono una specie animale tra le altre, fossero in grado di cambiare il clima terrestre. Perché se era così, se stava succedendo davvero, non si sarebbe dovuto parlare d'altro. Alla televisione avrebbero dovuto parlare solo di quello. Alla radio, sui quotidiani, sulle prime pagine dei giornali. Praticamente non si sarebbe dovuto leggere né sentire altro. Come se ci fosse una guerra mondiale.<br>
E invece non ne parlava nessuno.<br>
Se bruciare combustibili fossili era tanto dannoso da minacciare la nostra stessa esistenza, com'era possibile che continuassimo a farlo? Perché non c'erano restrizioni? Perché non lo rendevano illegale?<br>
Per me non aveva senso. Era troppo assurdo.
==Citazioni su Greta Thunberg==
*Da un certo punto di vista sta portando avanti una battaglia femminista. Fa arrabbiare molte persone, prevalentemente uomini, e faccio fatica a capire da dove provenga tutta questa cattiveria nei suoi confronti. Come puoi scendere così in basso da crticare l'aspetto fisico di una ragazzina? La ragione è ovviamente la mancanza di contro argomentazioni. ([[Björn Ulvaeus]])
*Greta è costruita in laboratorio! Ha la faccia giusta, le treccine giuste, la malattia giusta, è piccola il giusto... Lei e tutta la sua famiglia si sono sistemate per sempre, ma è evidente che vengono usate. Dopo due giorni stringeva la mano alla signora Christine Lagarde, che guida il [[Fondo Monetario Internazionale|FMI]]. È pura costruzione da laboratorio. ([[Marco Rizzo]])
*Greta Thunberg ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo ad agire per affrontare la crisi climatica e il suo forte sostegno all'equità dei vaccini per combattere la pandemia Covid-19 dimostra ancora una volta il suo impegno a rendere il nostro mondo un posto più sano, più sicuro e più giusto per tutte le persone. Esorto la comunità globale a seguire l'esempio di Greta e fare il possibile, a sostegno di Covax, per proteggere le persone più vulnerabili del mondo da questa pandemia. ([[Tedros Adhanom]])
*Il discorso di Greta Thunberg alle Nazioni Unite condanna tutti coloro che hanno celebrato un modello economico di eterna crescita. Questa illusione ha rubato il futuro ai nostri figli e nipoti. È un’accusa pesante, che ci mette di fronte ad una realtà surreale, la sopravvivenza della specie è un codice che ci portiamo dentro dagli albori della comparsa dei nostri antenati sulla terra, è stato il motore della nostra evoluzione, adesso, invece di continuare lungo questa strada, le nostre azioni remano a favore dell’estinzione. E dato che i cambiamenti climatici sono già arrivati, li viviamo stagione dopo stagione, negare tutto ciò vuole dire essere ipocriti. ([[Loretta Napoleoni]])
*Il messaggio di Greta è straordinariamente efficace perché la sua voce è identica a quella del bambino che nella favola di Hans Christian Andersen rivela quello che tutti hanno sotto gli occhi, a non hanno il coraggio di ammettere: «Il re è nudo!» [...] Molto efficace. Troppo. E così, ecco che la "macchina della negazione" non ha tardato a entrare in azione con il solito obiettivo: quello di cercare di delegittimare Greta, anziché rispondere nel merito dei problemi su cui lei, con il suo attivismo, cerca di puntare l'attenzione.<br>E allora, ecco che subito compare che attacca Greta accusandola di essere una massona, una "rettiliana" e, forse l'attacco più maligno, una malata incapace di intendere e di volere. Greta presenta infatti in forma lieve alcune caratteristiche dei Disturbi dello Spettro Autistico, ma ciò non le impedisce di provare emozioni, di ragionare e di esprimersi in maniera piuttosto articolata, a differenza dei suoi denigratori. ([[Massimo Polidoro]])
*L'immagine di Greta ha attratto trasversalmente giovani, genitori e nonni ed è molto positivo. C’e da dire però che in Svezia le donne hanno molti più diritti che in Italia, ricordiamo che nella classifica del Global gender Gap la Svezia è sempre ai primissimi posti, mentre noi siamo al settantesimo. Inoltre la Svezia e in generale i Paesi anglosassoni quasi sempre supportano e fanno fiorire le risorse interne: le istituzioni svedesi hanno dato una grande amplificazione al fenomeno Greta, e lei ha potuto portare il suo messaggio in tutto il mondo. La stessa cosa non succede in Italia. Accade spesso che se un personaggio arriva dall’estero gli diamo molta credibilità, se ne parla sui media, sui social, mentre si guardano con più sospetto o addirittura disinteresse le iniziative italiane. ([[Lorella Zanardo]])
*L'unica amica per cui valga la pena di saltare la scuola. ([[Malala Yousafzai]])
*La seguo dall'inizio. Sembra così fragile e delicata, ma è tanto determinata e autentica. Scrive i suoi discorsi. Non fa sconti a nessuno, nemmeno al governo svedese considerato trai più green al mondo. Sebbene le sue parole siano già state dette dagli scienziati, i suoi messaggi sono chiari e arrivano ai ragazzi di tutto il mondo. Un potere incredibile, importantissimo. Vuole risposte. ([[Filippa Lagerbäck]])
*Mi piace. I tanti che la detestano la criticano con accenti maschilisti molto antipatici, oppure con i toni del vecchio saggio che rimette al suo posto una ragazzina. Non hanno capito in quali tempi stiamo vivendo. Greta sì. ([[Ségolène Royal]])
*Non posso dire che questa ragazzina mi stia simpatica, anzi - ad essere sincero - mi inquieta parecchio. E credo sia certamente malizioso, ma anche legittimo, chiedersi chi è e che cosa ci sia alle sue spalle forse non del tutto disincantate. Ma quando all'Onu afferma con occhi cattivi davanti ai potenti della terra "siete capaci solo di parlare di denaro e di favole di un'eterna crescita economica", aggiungendo "stanno crollando interi ecositemi: ci state rubando i sogni con le vostre parole vuote" è sinceramente molto, molto difficile darle torto! ([[Marino Bartoletti]])
*Se uno pensa che Greta sia un fatto spontaneo e naturale, forse non ha idea di quale macchina politica e mediatica sta dietro Greta. Non è mica [[Giovanna D'Arco]], è un fenomeno complesso con un investimento di capitali alle spalle straordinario. ([[Giulio Tremonti]])
*Spero che il messaggio di Greta diventi una sveglia per tutti i grandi della terra, che il tempo per l'inerzia è finito. ([[Leonardo DiCaprio]])
*Uno degli esiti dell'"effetto Greta" è vedere come il patriarcato se la stia facendo sotto per paura di una ragazzina di sedici anni con i superpoteri. È diventata l'incubo dei populisti. Dice che ciò di cui abbiamo bisogno ora sono la scienza e l’illuminismo, non il vecchio stantio nazionalismo e le teorie cospirazioniste. ([[Björn Ulvaeus]])
*{{NDR|«Cosa pensi di Greta Thunberg?»}} Veicola idee buone e molto forti. Fa bene a farlo, ma non ne condivido i toni. Non mi piacciono i modi: insultare o dare addosso a generazioni più grandi che ignoravano o sottovalutavano il problema {{NDR|del [[cambiamento climatico]]}}, non è costruttivo. Credere sino in fondo nel cambiamento e fare qualcosa di concreto perché gli altri ti seguano, capiscano, cambino, è ugualmente efficace. Lei sembra ammaestrata da qualcuno. ([[Federica Brignone]])
*Io se avessi una figlia come Greta - io non ho mai picchiato i miei figli - ma a Greta un paio di ceffoni glieli darei per rimandarla a scuola, perché lei non va a scuola e chi non va a scuola non può arrogarsi il diritto di fare la professoressina. ([[Vittorio Feltri]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Greta Thunberg, Svante Thunberg - Beata Ernman e Malena Ernman, ''[https://books.google.it/books?id=BQSNDwAAQBAJ&pg=PT0 La nostra casa è in fiamme: la nostra battaglia contro il cambiamento climatico]'', traduzione di Silvia Canavero, Andrea Stringhetti e Teresa Albanese, Mondadori, Milano, 2019.
*Greta Thunberg, ''Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza'', traduzione di Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2019.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Ambientalisti]]
[[Categoria:Attivisti svedesi]]
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Induzione
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SunOfErat
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{{voce tematica}}
[[File:What is the Unifomity of nature.png|thumb|Violazione del "principio dell'uniformità della natura" in un'induzione enumerativa: le premesse sono che l'altro ieri, ieri ed oggi il sole è sorto ad est; la conclusione è che domani l'anguria sorgerà ad ovest]]
Citazioni sull''''induzione'''.
*Da un punto di vista gnoseologico schematico possiamo immaginare il processo evolutivo di una scienza empirica come un continuo processo di induzione. Le teorie appaiono come ricapitolazione di un gran numero di singole osservazioni entro leggi empiriche, dalle quali, mediante comparazione, si possono accertare le leggi generali. Sotto quest'aspetto lo sviluppo di una scienza ha qualche somiglianza con la compilazione di un catalogo. Costituisce, per così dire, un'impresa puramente empirica. ([[Albert Einstein]])
*Guardati dall'errore del "Cigno Nero". La [[logica]] deduttiva è tautologica: non c'è modo di ricavarne una verità nuova, e manipola le affermazioni false con la stessa facilità di quelle vere. Se lo dimentichi, puoi inguaiarti... con logica perfetta. I progettisti dei primi computer la chiamarono "la Legge Gigo", cioè "Garbage in, garbage out": "se entra robaccia, ne esce robaccia". La logica induttiva è molto più difficile... ma può produrre verità nuove. ([[Robert Anson Heinlein]])
*[[David Hume|Hume]] ha perfettamente ragione quando afferma che l'induzione non può essere giustificata in alcun modo. ([[Karl Popper]])
*{{maiuscoletto|induzione}} L'essere amato è desiderato perché un altro o degli altri hanno segnalato al soggetto che esso è desiderabile: per quanto speciale esso sia, il desiderio amoroso viene scoperto per induzione. ([[Roland Barthes]])
==Voci correlate==
*[[Deduzione]]
*[[Epistemologia]]
*[[Probabilità]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Epistemologia]]
[[Categoria:Logica]]
[[Categoria:Metodi e strumenti filosofici]]
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Una giornata particolare
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{{Film|
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titolooriginale=Una giornata particolare
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genere=drammatico, sentimentale, storico
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regista=[[Ettore Scola]]
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attori=
*[[Sophia Loren]]: Antonietta
*[[Marcello Mastroianni]]: Gabriele
*[[Françoise Berd]]: la portinaia
*[[John Vernon]]: Emanuele, marito di Antonella
*[[Alessandra Mussolini]]: Maria Luisa
*[[Vittorio Guerrieri]]: Umberto
*[[Patrizia Basso]]: Romana
*[[Tiziano De Persio]]: Arnaldo
*[[Maurizio Di Paolantonio]]: Fabio
*[[Antonio Garibaldi]]: Littorio
*[[Nicole Magny]]: la figlia del cavaliere
|doppiatori italiani=
*[[Lia Curci]]: la portinaia
|note =
*'''Musiche''': [[Armando Trovajoli]]
* 3 Nastri d'Argento (miglior attrice protagonista, migliore sceneggiatura, miglior colonna sonora)
* 2 David di Donatello (migliore regia, miglior attrice protagonista)
* Golden Globe al miglior film straniero
* Premio César al miglior film straniero
}}
'''''Una giornata particolare''''', film italiano del 1977 con [[Sophia Loren]] e [[Marcello Mastroianni]], regia di [[Ettore Scola]].
==Frasi==
*Eppure ci dovrei essere abituato, fin da ragazzo: o isolato o solo, che poi è la stessa cosa. {{NDR|Pausa}} Ma certo che conti, solo che è tutto così assurdo: secondo loro dovremmo sentirci in colpa. Oggi stavo, come si dice?, stavo per commettere una sciocchezza. Mi ha salvato l'arrivo di una che abita qui di fronte. {{NDR|Pausa}} No, è sicuro. La vita, qualunque sia, vale la pena di essere vissuta, non si dice così? E poi arriva sempre un pappagalletto a ricordartelo. Solo che oggi per me è una giornata particolare, lo sai? È come un sogno, quando... quando vuoi gridare e non... e non ci riesci perché ti manca il respiro. Poi hai voglia di parlare, parlare, parlare! Te ne accorgi, vero? Oppure, che ti devo dire?, scendere nella strada, fermare il primo sconosciuto e raccontargli tutti i fatti miei ma... ma fino a spaventarlo, a scandalizzarlo, a menargli anche, guarda! Sì, fargli del male! Qualunque cosa, piuttosto che stare solo in questa casa che odio. Non dici niente? {{NDR|Pausa}} Pronto? Marco! E parla, cazzo! Ma di' qualcosa! {{NDR|Pausa}} Ma quello che vuoi, non lo so! Parla del tempo, di sport, di un libro che stai leggendo! {{NDR|Pausa}} Scusami. {{NDR|Pausa}} Sì, lo so quello che senti anche tu. {{NDR|Pausa}} No, no, lo sai che non possiamo vederci, e poi forse sarebbe anche peggio. Senti, quando si è scoraggiati bisogna trovare la forza di reagire, e subito, se no non c'è niente da fare: sei fregato. Capisci? {{NDR|Pausa}} Senti, perché non ci ridiamo sopra? Piangere...si può farlo anche da soli, ma ridere...bisogna essere in due. Ti ricordi quella volta a Ostia con...con quello lì del cocomero?! Eh, eh eh! Ma ridi Marco! Ti prego, ridi! {{NDR|Pausa}} Che amico triste mi sono scelto! {{NDR|Pausa}} Sai cos'è che mi peserà di più? La tua mancanza. Curati. Fammi sapere della tua salute. Sì, appena succede ti richiamo. Ciao. Pensami quando vuoi. ('''Gabriele''') {{NDR|Parlando a telefono con il suo amante}}.<br>
* "L'uomo non è uomo se non è marito, padre, soldato". ('''Frase attribuita a Mussolini''') {{NDR|riportata da Antonietta nel suo album fotografico dedicato al Duce}}
* È strano, non sento nessun rimorso. Anzi, con lui non è mai stato così. ('''Antonietta''') {{NDR|a Gabriele, dopo aver fatto l'amore con lui}}
* Antonietta mia, che spettacolo te sei persa! Ahò, ma che ce fai magnà, 'a minestra co' 'a forchetta?! Ma 'ndo cell'hai 'a testa? Una giornata fatidica, indimenticabile! E voi avete avuto er privilegio de viverla direttamente, di persona. A suo tempo, tra venti, trent'anni, parlandone ai vostri figli potete dì "Quer giorno c'ero pure io!". ('''Emanuele''')
* Mamma! Vedrai domani quanto c'avrai da ritajà sui giornali! ('''Umberto''')
==Dialoghi==
* '''Gabriele''': C'è una frase nel tuo album: "L'uomo dev'essere marito, padre e soldato". Io non sono né marito, né padre e né soldato.<br>'''Antonietta''': Che vuol dire?<br>'''Gabriele''': Non mi hanno mandato via dalla radio per la mia voce. "Disfattista, inutile e con tendenze depravate": così hanno detto.<br>'''Antonietta''': Non capisco!<br>'''Gabriele''': Hai capito benissimo. È così. {{NDR|indignata Antonietta gli rifila uno schiaffo. Gabriele la insegue e l'afferra per le braccia}} Che ti aspettavi?! Che ti aspettavi?! Baci? Mozzichi? Raspate? {{NDR|le alza il vestito}} Mani sotto le vesti? È questo che ti aspettavi da stamattina?! E questo si deve fare...<br>'''Antonietta''': Lasciami Gabriele!<br>'''Gabriele''': ...quando si sta soli con una donna?!<br>'''Antonietta''': Non farlo!<br>'''Gabriele''' {{NDR|la blocca per le braccia}}: Rispondi! Tanto tutti gli uomini sono uguali, è vero?! {{NDR|la tiene stretta al muro del terrazzo}}<br>'''Antonietta''': Non mi toccate! Lasciatemi!<br>'''Gabriele''': Bisogna farglielo sentire, perché è questo...<br>'''Antonietta''': Non mi toccate!<br>'''Gabriele''': ...il muscolo più importante! È vero?!<br>'''Antonietta''' {{NDR|si divincola dalla morsa}}: Non mi toccate più...non mi toccate più!<br>'''Gabriele''': Mi dispiace per te, ma ti sei sbagliata cara! Ti sei sbagliata! Io non sono quel maschione virile che speravi: sono un frocio! "Frocio": così ci chiamano. Al biliardo di Piazza Tuscolo, quando scoprivano uno come noi gli calavano i calzoni e gli ficcavano una stecca nel culo! Hai capito cosa gli facevano? Che ne sai?<br>'''Antonietta''': Madonna, questo è matto!<br>'''Gabriele''': Che ne sai? Che ne sai tu? Sei una piccola donna ignorante e ottusa. Una maritata in fregola, ma tanto perbene! Tanto perbene! Una di quelle che dicono...<br>'''Antonietta''': Zitto!<br>'''Gabriele''': ..."È stato un momento di debolezza, cosa ne sapete di me?". Disposta a farsi sbattere in terrazza...<br>'''Antonietta''': Non è vero!<br>'''Gabriele''': ...ma pronta a giudicare, a linciare! Ma che ne sai? Che ne sai? Che ne sai tu?<br>'''Antonietta''': Zitto! La portiera!<br>'''Gabriele''': Ma chi se ne fotte? La chiamo io, la portiera! Portiera! Portiera! Così lo sapranno tutti finalmente che l'inquilino del sesto piano è "ricchione", è "finocchio", è "invertito"! È frocio...<br>
* {{NDR|Antonietta e Gabriele mangiano una frittata insieme}}<br>'''Gabriele''': Con una mi sono anche fidanzato. Una della radio. Non che si sapesse. La portavo a cena, al cinema. Insomma, in tutti quei posti dove ero sicuro che ci avrebbero visti assieme. Mi fingevo pazzo di lei, e lei di me: era una buona amica che voleva aiutarmi. Ma forse recitavo male la mia parte. Poi un giorno mi hanno chiamato in direzione, mi hanno detto che non facevo più parte della famiglia EIAR: "Non hai la tessera del Partito", mi hanno detto. "No, ce l'ho". "No", dice, "ce l'avevi! Te l'abbiamo ritirata, perché quelli come te non possono far parte del nostro partito, che è un partito di uomini". Allora io tentai di barare esibendo un certificato medico che dichiarava che non ero omosessuale. Sì insomma, che ero un individuo normale.<br>'''Antonietta''': Ci hanno creduto?<br>'''Gabriele''': Macché! Anzi, peggio. Ma certo, fu un errore: se uno non lo è, non va in giro con il certificato. E questa è la cosa più grave: che cerchi di sembrare diverso da quello che sei, ti obbligano a vergognarti di te stesso, a nasconderti.<br>'''Antonietta''': A me però l'hai detto.<br>'''Gabriele''': Sì, con te ho trovato il coraggio, perché non sei come gli altri.<br>'''Antonietta''': Non è vero. T'ho pigliato pure a schiaffi.<br>'''Gabriele''': Già, però stai qui con me.<br>
*'''Antonietta''': Pure io tante volte mi sento umiliata, considerata meno di zero. Mio marito con me non parla: ordina, di giorno e di notte. È da quando eravamo fidanzati che non ci facciamo più una risata insieme. Lui ride fuori casa, con le altre.<br>'''Gabriele''': Ma come, non ti è fedele? Mi sembravi una moglie felice, sicura.<br>'''Antonietta''': Fedele...alla Patria! Sai quei posti dove vanno gli uomini a pagamento? Lui è conosciuto più lì che nel suo ufficio. Ma finché erano quelle lì... Invece il mese scorso gli ho trovato una lettera di una certa Laura che fa la maestra elementare in Via Ruggiero Bonghi. Mettersi con un'istruita...{{NDR|trattiene le lacrime a stento}} È come se mio marito... È come dire a una moglie che è una mezza calzetta, un'ignorante. Vero è vero: io a scuola ci sono andata poco o niente. E una lettera come quella...anche quando gli volevo bene...non gliel'ho mai scritta...perché non la so scrivere...{{NDR|piange, rincuorata da Gabriele}} A un ignorante gli puoi fare qualunque cosa...non c'è rispetto!<br>
* '''Arnaldo''': Me sa che c'avemo più cannoni noi de tutta Europa.<br>'''Fabio''': Pure d'Âmerica, papà?<br>'''Emanuele''': Ma certo, loro sò bravi a ffà er cinematografo. Ma 'n fatto d'armi stanno ancora ai pellerossa co' 'e frecce.<br>
* '''Emanuele''': Antonié, 'na giornata come questa va festeggiata! E se nasce er settimo, lo chiamamo Adolfo! {{NDR|le assesta un buffetto sul sedere}}<br>'''Antonietta''': No, stasera no.<br>'''Emanuele''': Tu sbrìghete a venì a letto, e poi ne riparlamo.<br>
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|etichetta=''Una giornata particolare''}}
[[Categoria:Film drammatici]]
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Kimono
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Danyele
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[[File:Young Woman at Kennin-ji Zen Temple - Kyoto - Japan - 01 (47929418887).jpg|thumb|Donna in kimono (2019)]]
Citazioni sul '''kimono'''.
*Non posso obbligare le signore a indossare il kimono, ma posso creare l'atmosfera del kimono. ([[Hanae Mori]])
*Una rigogliosa fonte, a cui ispirasi la poesia giapponese, è il ''chimono'', un abito femminile dalle maniche ampie e spioventi. Le maniche del ''chimono'' sono il testimonio più intimo di ogni piccola giapponese. In esse scrivono versi, depongono fiori e lagrime; ad esse confidano le ansie del cuore, le tristezze e le gioie dell'amore; con esse vivono i fugaci istanti di una esistenza segreta che parla al cuore ed allo sguardo dei pochi privilegiati e che sfugge alle indiscrezioni dei profani. Quanti versi, pieni di soavità e di malinconia, sono stati scritti intorno al ''chimono!'' ([[Pacifico Arcangeli]])
==Voci correlate==
*[[Kosode]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}}
{{s}}
[[Categoria:Abbigliamento]]
[[Categoria:Cultura del Giappone]]
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Julie Christie
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text/x-wiki
[[Immagine:Julie Christie (1997) cropped.jpg|miniatura|Julie Christie nel 1997]]
{{Premio|Oscar|
'''[[Darling]]'''
*Oscar alla miglior attrice (1966)
}}
'''Julie Frances Christie''' (1941 – vivente), attrice britannica.
==Citazioni di Julie Christie==
*{{NDR|Sulle offerte di lavoro ricevute dopo aver vinto l'[[Premio Oscar|Oscar]]}} Beh, chiunque vinca un Oscar è descritto da allora in poi come "il tal dei tali vincitore di Oscar" il che sembra impressionare tutti.
:''Well, anyone who wins an Oscar is described thereafter as "Oscar-winning So-and-so" which seems to impress everyone.''<ref name="closelyobservedframes">{{en}} Dall'intervista di Oliver Webb, ''[https://www.closelyobservedframes.com/post/an-interview-with-julie-christie An Interview with Julie Christie]'', ''closelyobservedframes.com'', 23 settembre 2020.</ref>
*Ho iniziato a rifiutare ruoli quando sentivo che le donne cadevano in modelli accettati di femminilità.
:''I began to turn down roles if I felt the women fell into accepted patterns of womanhood.''<ref name="closelyobservedframes"/>
*Perfino negli anni sessanta, soprattutto allora, ero sempre profondamente ansiosa. Non ho mai pensato di essere abbastanza bella, o di essere vestita bene. Cose stupide. Avevo paura. [...] Non riuscivo mai a liberarmi di questa ansia.
:''Even in the Sixties, especially then, I was always deeply anxious. I never felt that I was cool enough, or that I was dressed right. Silly things. I was fearful. ''[...]'' I could never quite get away from this anxiety all the time.''<ref>{{en}} Dall'intervista di Tim Adams, ''[https://www.theguardian.com/film/2007/apr/01/awardsandprizes The divine Miss Julie]'', ''theguardian.com'', 1 aprile 2007.</ref>
==Note==
<references />
==Filmografia==
*''[[Fahrenheit 451 (film)|Fahrenheit 451]]'' (1966)
*''[[A Venezia... un dicembre rosso shocking]]'' (1973)
*''[[Il paradiso può attendere]]'' (1978)
*''[[Dragonheart - Cuore di drago]]'' (1996)
*''[[Troy]]'' (2004)
*''[[Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (film)|Harry Potter e il prigioniero di Azkaban]]'' (2004)
*''[[Neverland - Un sogno per la vita]]'' (2004)
*''[[Cappuccetto rosso sangue]]'' (2011)
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Christie, Julie}}
[[Categoria:Attori britannici]]
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Leopoli
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[[File:Lwów - Widok z wieży ratuszowej 01.jpg|thumb|Leopoli]]
Citazioni su '''Leopoli''' e i suoi abitanti.
**''E ora, ma in fretta, | fare i bagagli, sempre, ogni giorno | e andare senza fiato, andare a [[Leopoli]], | eppure esiste, quieta e pura come | una pesca. Leopoli è ovunque''. ([[Adam Zagajewski]])
*Il sabato pomeriggio uscivo a passeggio con mia madre. Dalla penombra dell'atrio si accedeva di colpo al bagno solare del giorno. I passanti, brancolando in quell'oro, dal bagliore tenevano gli occhi semichiusi, come impastati di miele, mentre il labbro superiore, sollevato, scopriva le gengive e i denti. E tutti coloro che brancolavano in quel giorno dorato portavano sul viso la stessa smorfia di calura, quasi che il sole avesse imposto ai suoi adepti un'unica e identica maschera, la maschera dorata della fraternità solare [...].<br>La piazza del mercato era vuota, gialla di fuoco, spazzata da calde ventate come un deserto biblico. Acacie spinose, cresciute nel vuoto di quella piazza gialla, scrollavano il loro fogliame chiaro, mazzi di filigrane verdi artisticamente aggruppate come gli alberi sui vecchi gobelin. Sembrava che quegli alberi simulassero una tempesta e agitassero teatralmente le loro chiome per mostrare in quel patetico incurvarsi la raffinatezza dei ventagli di foglie dal rovescio argentato, come pellicce di volpi preziose. Le vecchie case, smerigliate da giorni e giorni di vento, scherzavano coi riflessi dell'atmosfera, con gli echi, i ricordi delle tinte, dispersi nelle profondità del tempo colorato. Pareva che intere generazioni di giornate estive (come pazienti stuccatori che grattano dalle vecchie facciate l'intonaco ammuffito) avessero infranto le vernice menzognera per mettere a nudo ogni giorno di più il vero aspetto delle case, la fisionomia che il destino e la vita avevano loro formato dall'interno. Adesso le finestre, accecate dal bagliore della piazza vuota, dormivano; i balconi confessavano al cielo il loro deserto; gli androni aperti odoravano di fresco e di vino. ([[Bruno Schulz]])
==Voci correlate==
*[[Ucraina]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Luoghi dell'Ucraina]]
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[[File:Lwów - Widok z wieży ratuszowej 01.jpg|thumb|Leopoli]]
Citazioni su '''Leopoli''' e i suoi abitanti.
*''E ora, ma in fretta, | fare i bagagli, sempre, ogni giorno | e andare senza fiato, andare a Leopoli, | eppure esiste, quieta e pura come | una pesca. Leopoli è ovunque''. ([[Adam Zagajewski]])
*Il sabato pomeriggio uscivo a passeggio con mia madre. Dalla penombra dell'atrio si accedeva di colpo al bagno solare del giorno. I passanti, brancolando in quell'oro, dal bagliore tenevano gli occhi semichiusi, come impastati di miele, mentre il labbro superiore, sollevato, scopriva le gengive e i denti. E tutti coloro che brancolavano in quel giorno dorato portavano sul viso la stessa smorfia di calura, quasi che il sole avesse imposto ai suoi adepti un'unica e identica maschera, la maschera dorata della fraternità solare [...].<br>La piazza del mercato era vuota, gialla di fuoco, spazzata da calde ventate come un deserto biblico. Acacie spinose, cresciute nel vuoto di quella piazza gialla, scrollavano il loro fogliame chiaro, mazzi di filigrane verdi artisticamente aggruppate come gli alberi sui vecchi gobelin. Sembrava che quegli alberi simulassero una tempesta e agitassero teatralmente le loro chiome per mostrare in quel patetico incurvarsi la raffinatezza dei ventagli di foglie dal rovescio argentato, come pellicce di volpi preziose. Le vecchie case, smerigliate da giorni e giorni di vento, scherzavano coi riflessi dell'atmosfera, con gli echi, i ricordi delle tinte, dispersi nelle profondità del tempo colorato. Pareva che intere generazioni di giornate estive (come pazienti stuccatori che grattano dalle vecchie facciate l'intonaco ammuffito) avessero infranto le vernice menzognera per mettere a nudo ogni giorno di più il vero aspetto delle case, la fisionomia che il destino e la vita avevano loro formato dall'interno. Adesso le finestre, accecate dal bagliore della piazza vuota, dormivano; i balconi confessavano al cielo il loro deserto; gli androni aperti odoravano di fresco e di vino. ([[Bruno Schulz]])
==Voci correlate==
*[[Ucraina]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Città]]
[[Categoria:Luoghi dell'Ucraina]]
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Leslie Feinberg
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SunOfErat
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/* Citazioni */
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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/* Citazioni */
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, pp. 275)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
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[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York City|New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>a New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il necrologio riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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SunOfErat
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/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York City|New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>a New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il necrologio riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Stonewall riot|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York City|New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo d'Adamo sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York City|New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>a New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il necrologio riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Stonewall riot|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York City|New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo d'adamo sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (fiore)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambino, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[Rutigliano|capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...] alzò e aprì il grill punto io non ho bisogno di altre etichette sospirò. Sono solo quel che sono appunto il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anna punto e, mia nonna era Anna punto Ecco chi sono punto Ecco da dove vengo.
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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1224103
2022-08-23T16:54:08Z
SunOfErat
12245
/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York City|New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>a New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il necrologio riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Stonewall riot|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York City|New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo d'adamo sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (fiore)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambino, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[Rutigliano|capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre etichette" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non combattiamo noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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wikitext
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York City|New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>a New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli uomini sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il necrologio riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Stonewall riot|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York City|New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo d'adamo sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (fiore)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambino, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre etichette" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non combattiamo noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli [[maschi e femmine|uomini]] sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il [[necrologio]] riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Moti di Stonewall|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo {{sic|d'adamo}} sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (botanica)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre [[Etichetta di identificazione|etichette]]" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non combattiamo noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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SunOfErat
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wikitext
text/x-wiki
'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli [[maschi e femmine|uomini]] sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il [[necrologio]] riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Moti di Stonewall|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo {{sic|d'adamo}} sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (botanica)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre [[Etichetta di identificazione|etichette]]" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non [[lotta|combattiamo]] noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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1224153
1224127
2022-08-23T20:54:28Z
SunOfErat
12245
/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli [[maschi e femmine|uomini]] sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il [[necrologio]] riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Moti di Stonewall|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo {{sic|d'adamo}} sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (botanica)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre [[Etichetta di identificazione|etichette]]" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non [[lotta|combattiamo]] noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
*Mi toccai i [[muscoli]] che mi gonfiavano le spalle, il petto e le braccia. Improvvisamente, tutte quelle lunghe ore passate in palestra mi parvero la prova della mia volontà di vivere. Avevo fatto un regalo a me stessa: i muscoli mi ricordavano che avevo ancora un corpo, un io. (cap. 23, p. 317)
*"Ma non capisco se hai dipinto l'[[alba]] o il [[crepuscolo]]."<br>Lei sorrise al soffitto. "Né l'uno né l'altra, oppure tutti e due. Ti mette a disagio?"<br>"In un certo senso sì" dissi lentamente.<br>"Me lo immaginavo" disse. "È il luogo dentro di me che devo accettare. Pensavo che forse anche tu hai bisogno di rifletterci."<br>"Davvero, per me è un problema non capire se hai dipinto il giorno che nasce o il giorno che se ne va."<br>Ruth si girò verso di me e mi posò una mano sul petto. "Non è il giorno che nasce o che muore, Jess. Sarà sempre quel momento di infinite possibilità che li collega entrambi." (cap. 24, p. 321-322)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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/* Citazioni */
wikitext
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli [[maschi e femmine|uomini]] sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il [[necrologio]] riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Moti di Stonewall|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo {{sic|d'adamo}} sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (botanica)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre [[Etichetta di identificazione|etichette]]" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non [[lotta|combattiamo]] noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
*Mi toccai i [[muscoli]] che mi gonfiavano le spalle, il petto e le braccia. Improvvisamente, tutte quelle lunghe ore passate in palestra mi parvero la prova della mia volontà di vivere. Avevo fatto un regalo a me stessa: i muscoli mi ricordavano che avevo ancora un corpo, un io. (cap. 23, p. 317)
*"[...] Ma non capisco se hai dipinto l'[[alba]] o il [[crepuscolo]]."<br>Lei sorrise al soffitto. "Né l'uno né l'altra, oppure tutti e due. Ti mette a disagio?"<br>"In un certo senso sì" dissi lentamente.<br>"Me lo immaginavo" disse. "È il luogo dentro di me che devo accettare. Pensavo che forse anche tu hai bisogno di rifletterci."<br>"Davvero, per me è un problema non capire se hai dipinto il giorno che nasce o il giorno che se ne va."<br>Ruth si girò verso di me e mi posò una mano sul petto. "Non è il giorno che nasce o che muore, Jess. Sarà sempre quel momento di infinite possibilità che li collega entrambi." (cap. 24, pp. 321-322)
*"[...] Se devo essere sincera, stare con qualcuno che non è chiaramente giorno o notte mi spaventa. Credo che stare con le femme per me fosse anche un modo di ancorarmi, di sentirmi vicina alla normalità." [...] "All'inizio ero l'alba" dissi con un sorriso triste "e alla fine il crepuscolo." (cap. 24, p. 322)
*"Desiderio" ripetei. "Che bella parola detta a voce alta da una butch!" (cap. 24, p. 328)
*''Il mondo è la nostra toilette!'' Questo fu il nostro [[motti dai libri|motto]] durante il viaggio verso nord. Ci eravamo portate un sacco di carta igienica così da non rischiare di dover cercare un gabinetto. (cap. 25, p. 330)
*"Sono proprio contenta di non aver fatto quegli ormoni" annunciò Grant.<br>morsi forte la cannuccia di plastica della mia bibita. "E perché, Grant?" le chiesi, sulla difensiva.<br>"Be', adesso sei incastrata, no? Cioè non sei né una butch né un uomo. Ma sembri un uomo." [...]<br>"Stai attenta, Grant" la avvertii. "Stai guardando il tuo riflesso." (cap. 25, p. 336)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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/* Citazioni */
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'''Leslie Feinberg''' (1949 – 2014), personalità politica, saggista e attivista statunitense.
==''Stone Butch Blues''==
===[[Incipit]]===
Cara Theresa, è notte e sono sdraiata sul letto. Mi manchi, ho gli occhi gonfi e le lacrime mi scorrono calde sul viso. Fuori infuria un violento temporale estivo, con tuoni e lampi. Stasera ho camminato per le strade cercandoti nel volto di ogni donna che incrociavo, come ho fatto ogni sera di questo esilio solitario. Ho paura che non rivedrò mai più i tuoi occhi ridenti e canzonatori. (cap. 1, p. 15) {{NDR|[[lettere dai libri|lettera]]}}
===Citazioni===
*Mentre parlava, la osservavo e mi dicevo che non sono altro che un'estranea, agli occhi di questa donna. Mi guarda ma non mi vede. Alla fine ha detto che detesta questa società per ciò che ha fatto alle "donne come me", che si odiano talmente da essere spinte ad apparire e comportarsi come uomini. Ho sentito il sangue affluirmi al volto, poi con tutta calma ho cominciato a dirle che le donne come me esistevano sin dall'alba dei tempi, da prima che ci fosse l'oppressione, e che allora quelle società le rispettavano, e lei ha messo su un'espressione molto interessata - ma ormai era già ora di andare. (cap. 1, p. 15)
*Ero molto orgogliosa di non aver mai picchiato un'altra [[Butch (LGBT)|butch]], in tutti quegli anni. Il fatto è che io gli volevo bene, capivo la loro sofferenza e la loro vergogna perché ero molto simile a loro. [...] A loro modo, anche loro mi volevano bene. Mi proteggevano perché sapevo che non ero una 'butch del sabato sera'. Alle butch del fine settimana facevo paura perché ero stone, una donna-uomo di pietra. Se solo avessero saputo quanto mi sentivo impotente dentro! Ma le butch più anziane, loro sì conoscevano quello che mi aspettava e avrebbero voluto risparmiarmelo perché era molto doloroso. Quando arrivavo al bar vestita da uomo, un po' curva e impacciata, loro mi dicevano: "Sii fiera di te stessa" e mi aggiustavano la cravatta, più o meno come facevi tu. Erano come me, sapevano che non avevo scelta. Per questo non ho mai fatto a pugni con loro. Ci scambiavamo pacche sulla schiena nei bar, e ci guardavamo le spalle a vicenda in fabbrica. (cap. 1, p. 17)
*Se la musica s'interrompeva perché alla porta c'erano i poliziotti, qualcuno riaccendeva il jukebox e allora ci scambiavamo i partner. Noi in giacca e cravatta facevamo coppia con le sorelle drag queen in abito femminile e scarpette. Non sembra vero, ma a quei tempi era illegale che due donne o due uomini ballassero insieme. Appena la musica finiva, le butch s'inchinavano, le partner femme facevano la riverenza e tutti tornavamo alle nostre sedie, alle nostre amanti e ai nostri drink, ad aspettare il fato che incombeva. (cap. 1, p. 18) {{NDR|nel [[gay bar]]}}
*Ho sempre voluto dirti questo: in quel momento, ho avuto la certezza che capivi davvero come io mi sentivo nella vita. Soffocata dalla rabbia, con un tale senso di impotenza, incapace di proteggere me stessa o quelli che amavo di più, eppure decisa a resistere, a non arrendermi. (cap. 1, p. 21)
*Pensavamo di aver vinto la guerra di liberazione quando adottammo la parola [[gay]]. E di colpo spuntarono come funghi professori, dottori e avvocati a dettarci le regole per incontrarci e parlare. Ci hanno mandate via, ci hanno fatto vergognare del nostro aspetto. Hanno detto che eravamo porci maschi sciovinisti, che eravamo il nemico. Ma erano cuori di donne quelli che hanno spezzato. Non è stato difficile mandarci via, ce ne siamo andate in silenzio. (cap. 1, p. 21)
*A ogni cambio di stagione, quando arrivava il catalogo Sears, io ero la prima a sfogliarlo e non mi perdevo una pagina. Sul catalogo, le donne e le ragazze sembravano tutte uguali, e così pure gli uomini e i ragazzi. Io non c'ero, tra quelle ragazze. E nessuna donna adulta somigliava a me. a come sarei stata io da grande. Né in televisione, né fuori per strada, esistevano donne simili alla ragazzina riflessa in quello specchio. Lo sapevo, perché le cercavo continuamente. (cap. 2, p. 32)
*La scuola di [[grazia]] e portamento mi insegnò una volta per tutte che non ero carina, non ero femminile e non sarei mai stata aggraziata. Il [[motti dai libri|motto]] della scuola era ''Ogni ragazza che entra, ne esce donna''. Io rappresentavo l'eccezione. (cap. 2, pp. 35-36)
*Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il [[seno]]. Le [[mestruazioni]] non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo! (cap. 2, p. 36)
*Donne forti e massicce in giacca e cravatta, i capelli imbrillantinati all'indietro. Erano le donne più belle che avessi mai visto. Alcune di loro ballavano un lento strette a donne in vestito da sera e tacchi alti che le abbracciavano teneramente. Solo a guardarle, morivo di desiderio. Era tutto ciò che avevo sperato nella vita. (cap. 3, p. 41) {{NDR|[[Butch (LGBT)|butch]] e [[Femme (LGBT)|femme]] nel [[gay bar]]}}
*{{NDR|Le lesbiche [[Separatismo femminista|separatiste]]}} "Hanno detto che le [[Butch (LGBT)|butch]] sono degli stronzi maschi sciovinisti!" [...] "Credo sia perché per loro donne e uomini sono due cose nettamente separate. Quindi le donne che secondo loro assomigliano agli uomini sono il nemico. E quelle che somigliano a me vanno a letto col nemico. Siamo troppo femminili per i loro gusti."<br>"Aspetta un attimo" la fermai "noi siamo troppo mascoline e voi troppo femminili? Cosa dovremmo fare, misurarci e stare nel mezzo preciso?"<br>"Le cose stanno cambiando" disse lei.<br>"Già" risposi. "Ma prima o poi torneranno com'erano."<br>"Le cose non tornano com'erano" sospirò lei "cambiano e basta." (cap. 13, pp. 167-168)
*"Quando una donna mi dice: 'se volessi un uomo starei con uno vero', io le rispondo: 'io non sto con un uomo finito sto con una vera butch.'"(cap. 13, p. 171)
*"Oggi compio [[ventun anni]] e mi sento vecchia", dissi invece.<br>Il sorriso di Jan era triste. "Ne hai passate tante. C'è un'età che non si calcola in anni. Sai quando tagliano un albero e contano gli anelli? Tu hai un sacco di anelli nel tuo tronco [...]". (cap. 13, p. 173)
*"[...] Nel [[sogni dai libri|sogno]] avevo la barba e il petto piatto. Ero così felice. È una parte di me che non so spiegare, capisci? [...] È una cosa vecchia dentro di me. Una cosa che riguarda il fatto di crescere diversa. Nella mia vita non ho mai voluto sentirmi diversa, nel sogno invece mi piaceva e stavo con altre persone che erano diverse come me. [...] Ma nel sogno non si trattava di essere gay ma di essere uomo o donna, capisci cosa intendo? Ho sempre pensato di dover dimostrare che sono come le altre donne, ma nel sogno non mi sentivo così. Forse non mi sentivo neanche una donna."<br>La luce della luna illuminava le rughe sulla fronte di Theresa. "Ti sentivi un uomo?"<br>"No" dissi scuotendo la testa "questa era la parte strana. Non mi sentivo né uomo né donna e mi piaceva essere una cosa diversa." (cap. 13, p. 176) {{NDR|[[transgender]]}}
*"Scrivimi una [[lettera]], un giorno."<be>"Non so dove spedirla."<br>"Scrivila lo stesso." (cap. 13, p. 188)
*"[...] Io non mi sento un uomo intrappolato in un corpo di donna. Mi sento in trappola e basta." (cap. 14, p. 195)
*All'inizio era tutto divertente. Il mondo aveva smesso di prendersela con me. Ma molto presto scoprii che passare non significava solo non essere più notata, voleva dire essere sepolta viva. Dentro di me ero sempre io, intrappolata con tutte le mie ferite e le mie paure. Ma al di fuori non ero più io.<br>[...] Camminavo per Elmwood diretta alla moto. Davanti a me una donna si voltò nervosamente a guardarmi. Rallentai il passo mentre lei attraversò la strada e scappava via. Aveva paura di me. Fu allora che mi resi conto che passare da uomo cambiava quasi tutto. (cap. 15, p. 211)
*È curioso, gli [[Maschio e femmina|uomini]] parlano sempre come esperti anche se possiedono solo una piccola [[Honda]] 50. Invece una donna può guidare per tutta la vita una [[Harley-Davidson|Harley]] superaccessoriata e sentirsi sempre insicura nella sua competenza. (cap. 15, p. 213)
*[...] certificato di nascita, patente, tutti chiaramente al femminile. Come potevo procurarmi i documenti da uomo? [...] Senza uno straccio di documento non potevo nemmeno aprirmi un conto in banca, una carta di credito era fuori discussione. Mi sentivo una non-persona. Anche i fuorilegge probabilmente avevano più identità ufficiale di me. (cap. 15, p. 213)
*Non era giusto. Per tutta la vita mi avevano detto che tutto, di me, era perverso e malato; se ero un uomo, però, diventavo "carino". Il fatto che mi accettassero come un uomo suonava con un ulteriore condanna di me come donna-uomo. (cap. 15, p. 218)
*"Mi sento come un fantasma, Edna. Come se fossi sepolta viva. Per il mondo, sono nata il giorno in cui ho cominciato a passare. Non ho un passato, non ho amori, nessun ricordo, non ho un io. Nessuno mi vede veramente, nessuno mi parla o mi tocca. (cap. 18, pp. 255-256)
*"Pensi che io sia una donna?"<br>Edna si sollevò su un gomito e mi guardò: "Tu cosa pensi?" chiese dolcemente.<br>Sospirai "Non so. Non ci sono mai state molte altre donne al mondo in cui identificarmi. Ma una cosa è certa, non mi sento nemmeno un uomo. Non so cosa sono. È una cosa che mi fa impazzire."<br>[...] "Credo di non aver mai avuto una compagna butch che non si sentisse lacerata come te."<br>"Sì, ma per me è diverso perché sto vivendo da uomo. Non so neppure se sono ancora una butch."<br>Lei annuì. "È vero, per te e Rocco è dura riuscire a conciliare la vita di tutti i giorni con la fedeltà a voi stesse. Ma credimi, tesoro, non sei la sola ad avere questa sensazione di non essere né uomo né donna."<br>"Non mi piace non essere nessuno dei due."<br>Edna portò il viso vicino al mio. "Tu sei qualcosa di più che nessuno dei due. Ci sono altri modi di essere, non solo una cosa o l'altra. Non è così semplice, altrimenti non ci sarebbero così tante persone che non rientrano in queste categorie. [...]" (cap. 18, p. 261)
*Ma chi ero adesso, donna o uomo? Avevo lottato a lungo e duramente per essere considerata una donna tra le donne, ma mi ero sempre sentita esclusa perché diversa. Passare da uomo non era stato soltanto un modo di nascondermi; avevo sperato che mi permettesse di esprimere quella parte di me che non sembrava rientrare nel femminile. Così, invece di vivere a fondo la mia condizione di donna-uomo, ero semplicemente diventata un uomo senza passato.<br>Finché la domanda 'uomo o donna' era una domanda obbligata, finché quelle erano le due solo risposte possibili, io non potevo rispondere. (cap. 19, p. 266)
*Ricordavo quant'è penoso affrontare gli sguardi degli estranei arrabbiati, confusi, sconcertati. Donna o uomo? Sono colpevole di provocare confusione, e sarò punita. La sola cosa che vedo in me è che sono "altro", sono diversa, e lo sarò sempre. Non riuscirò mai a rifugiarmi nel conforto dell'uniformità. (cap. 19, p. 269)
*{{NDR|[[Harlem]], New York}} Gli edifici si facevano sempre più alti, nascondevano il cielo. Mi inoltravo nel fitto di una foresta di case. Alcune abitate, altre abbandonate, l'unica differenza erano le finestre sbarrate da assi o da panni stesi. Bucati che sventolavano sulle scale antincendio, ogni centimetro di muro coperto di graffiti.<br> Nell'aria un sapore che conoscevo bene, quello della povertà. (cap. 19, p. 271)
*Era vero che la {{sic|[[42esima Strada (Manhattan)|42° strada]]}} era piena di cinema aperti tutta la notte. Con tre dollari si poteva vedere una serie di film di kung fu uno dopo l'altro. Scelsi un cinema ed entrai in un mondo di soli uomini che puzzavano di fumo stantio e di spinelli. Molti sedili erano rotti, come scoprì quando mi si è detti e finì sul pavimento appiccicoso. (cap. 20, p. 273)
*I film mi piacevano, e le trame si somigliavano tutte. Un giovane uomo si trova di fronte a un potente nemico, e deve trovare un maestro che gli insegni i segreti del [[film di arti marziali|kung fu]], ma poi a sorpresa viene fuori che il maestro non è abbastanza potente da solo, oppure muore prima che il giovane sia pronto. Occorre sempre una combinazione particolare di abilità e intuito per sconfiggere il nemico. L'eroe è onesto, si distingue per umiltà e disciplina ed è molto rispettoso, se non addirittura casto, con la sua ragazza. (cap. 20, pp. 273-4)
*Non sapevo dove altro passare la notte se non nei cinema di kung fu. Mi sembravano molto più sicuri di un palazzo abbandonato. (cap. 20, p. 275)
*Vivere a [[New York]] non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A [[Manhattan]] succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.<br>A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (cap. 21, p. 285)
*Io non avevo nessun rapporto col mio utero. Ma mi venne in mente come era sconvolta Theresa, dopo il mio arresto a Rochester, perché non riusciva a ricordare quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Adesso capivo perché: temeva che potessi rimanere incinta. Quest'idea non mi era mai passata per la testa. Cosa avrei fatto se fossi rimasto incinta dopo uno stupro? [...] Smisi di saltare le parti sul controllo delle donne sul proprio corpo. Forse tutte queste cose che erano così importanti per le altre donne si sarebbero dimostrate importanti anche per me. (cap. 21, p. 285)
*Chissà se gli [[maschi e femmine|uomini]] sanno che le donne parlavano in maniera diversa quando sono tra loro. Magari i lavoratori neri e latinoamericani fanno lo stesso, in assenza dei bianchi. (cap. 21, p. 286)
*''Il maggiordomo era una donna: scoperta dopo la morte.'' [...] Il [[necrologio]] riportava la morte, nel 1930, di un domestico poi scoperto essere una donna. Il corpo era stato trovato in una pensione. Il nome non era riportato. Nient'altro: nessun diario, nessun indizio. Di lei restavano soltanto quelle poche parole su una pagina. Chiusi gli occhi. Non avrei mai saputo i particolari della sua vita, eppure la conoscevo come se potessi toccarla con le mani.<br>Ora sapevo che un'altra donna al mondo aveva preso la stessa difficile decisione mia e di Rocco. Questo anonimo domestico era lontano da me nel tempo, Rocco nello spazio.<br>Il titolo era agghiacciante: una vita ridotta a nove parole. (cap. 21, pp. 288-89)
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo [[Stonewall Inn|Stonewall]]. La notizia della [[Moti di Stonewall|battaglia]] contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al [[gay bar|bar]]. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. (cap. 21, p. 289)
*A [[New York]] la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (cap. 21, p. 289)
*''Dove sono le mie lacrime come mai non posso piangere quando ne sento il bisogno?'' sapevo che in futuro sarà più bastato il profumo dei lillà o il vibrare di un violoncello a scatenare in me le lacrime. (cap. 21, p. 291)
*La sua faccia era impressionante, in parte coperta da un grosso livido in tinta arcobaleno: giallo, rosso e blu, e i capelli erano di un rosso sfacciato. L'approdo alla femminilità non doveva essere stato facile per lei, si capiva del pomo {{sic|d'adamo}} sporgente e dalle mani grosse, ma soprattutto dagli occhi bassi e dalla fretta con cui se ne andò non appena li rivolsi la parola. (cap. 22, p. 296) {{NDR|sulla vicina di casa trans, Ruth}}
*Ogni giorno in questa città vedevo [[transgender|altri come me]], abbastanza da popolare un'altra città. Ma non ci scambiavamo che occhiate furtive, timorosi di richiamare l'attenzione. Essere soli in pubblico era già abbastanza doloroso; in due avremmo attirato ancora di più l'attenzione. Evidentemente non avevamo un posto nostro, dove riunirci in comunità, vivere il nostro modo di essere, parlare la nostra lingua. (cap. 22, p. 296)
*"So cosa vuol dire starsene in un campo nel buio assoluto sotto un miliardo di stelle, senza altro suono che la musica dei grilli e delle cicale. [...] E so com'è un fiume con la spuma bianca che corre verso le cascate, com'è verde e trasparente là dove l'acqua precipita, sembra vetro di bottiglia lavato dalla risacca." (cap. 22, p. 297)
*"Mi sono sempre piaciute le [[viola (botanica)|viole]], ma mi mettono anche a disagio perché era così che gli altri ragazzi mi chiamavano quando ero bambina, ''pansy''." (cap. 22, p. 299)
*Misi i [[fiori]] nell'acqua e li sistemai in mezzo al soggiorno vuoto. "Sono proprio belli, Ruth. Mi è capitato di comprare fiori per le donne, ma nessuna donna ne aveva mai regalati a me. È una cosa bellissima."<br>Ruth arrossì. "La gente ha bisogno di fiori." (cap. 22, p. 301)
*[...] avere troppa paura di [[perdere]] ciò che si ama vuol dire aver già perso tutto. (cap. 22, pp. 301-2)
*"Sai quando ti si addormentano le gambe, poi quando il sangue ricomincia a circolare fa male, no? Non sono sicura di voler sperare. Non voglio altre disillusioni." (cap. 22, p. 303)
*{{NDR|Sui [[capelli rossi]]}} "Il colore dei miei capelli dichiara pubblicamente che non mi nascondo. È un colore difficile da portare, ma lo porto per celebrare la mia vita e le mie decisioni. La maggior parte della gente reagisce con imbarazzo al colore dei miei capelli. Solo una persona particolare poteva paragonarlo a quello del sorbo selvatico."<br>[...] "Sai se sono un uomo o una donna?"<br>"No" disse Ruth. "Ecco perché so così tanto di te."<br>"Pensavi che fossi un uomo quando mi hai visto per la prima volta?"<br>"Sì. All'inizio pensavo che tu fossi un etero. Poi un gay. È stato uno shock rendermi conto che anch'io do molte cose per scontate in fatto di sesso e genere."<br>"Non volevo che pensassi che ero un uomo. Volevo che mi vedessi nella mia realtà, che è molto più complessa. E volevo piacerti." (cap. 22, pp. 303-4)
*"Oh Ruth. Come sarebbe bello avere delle parole nostre per descriverci, per metterci in contatto." [...]<br> "Io non ho bisogno di altre [[Etichetta di identificazione|etichette]]" sospirò. "Sono solo quel che sono. Il mio nome è Ruth. Mia madre è Ruth Anne; mia nonna era Anne. Ecco chi sono. Ecco da dove vengo."<br>"Ma neanch'io voglio altre etichette. Vorrei solo che avessimo dei nomi così belli da volerli dire forte." (cap. 22, p. 304)
*Ma non uscivamo mai insieme, per via di quella che lei chiamava la sua teoria algebrica: due come noi in pubblico elevano il problema al quadrato. (cap. 22, pp. 304-5)
*"Quando ero bambina, credevo che da grande avrei fatto qualcosa di molto importante, tipo esplorare l'universo o curare le malattie. Non pensavo di dover spendere tante energie vitali e litigare su che toilette devo usare."<br>"Be', io ho visto gente rischiare la vita per il diritto di sedersi al banco di una tavola calda. Se non [[lotta|combattiamo]] noi per il diritto di vivere, dovranno farlo i giovani dopo di noi." (cap. 22, p. 305)
*"Tu sei il mio piacere, Ruth. Tu sei l'ultima [[coca-cola]] ghiacciata nel deserto." (cap. 22, p. 305)
*Mi toccai i [[muscoli]] che mi gonfiavano le spalle, il petto e le braccia. Improvvisamente, tutte quelle lunghe ore passate in palestra mi parvero la prova della mia volontà di vivere. Avevo fatto un regalo a me stessa: i muscoli mi ricordavano che avevo ancora un corpo, un io. (cap. 23, p. 317)
*"[...] Ma non capisco se hai dipinto l'[[alba]] o il [[crepuscolo]]."<br>Lei sorrise al soffitto. "Né l'uno né l'altra, oppure tutti e due. Ti mette a disagio?"<br>"In un certo senso sì" dissi lentamente.<br>"Me lo immaginavo" disse. "È il luogo dentro di me che devo accettare. Pensavo che forse anche tu hai bisogno di rifletterci."<br>"Davvero, per me è un problema non capire se hai dipinto il giorno che nasce o il giorno che se ne va."<br>Ruth si girò verso di me e mi posò una mano sul petto. "Non è il giorno che nasce o che muore, Jess. Sarà sempre quel momento di infinite possibilità che li collega entrambi." (cap. 24, pp. 321-322)
*"[...] Se devo essere sincera, stare con qualcuno che non è chiaramente giorno o notte mi spaventa. Credo che stare con le femme per me fosse anche un modo di ancorarmi, di sentirmi vicina alla normalità." [...] "All'inizio ero l'alba" dissi con un sorriso triste "e alla fine il crepuscolo." (cap. 24, p. 322)
*"Desiderio" ripetei. "Che bella parola detta a voce alta da una butch!" (cap. 24, p. 328)
*''Il mondo è la nostra toilette!'' Questo fu il nostro [[motti dai libri|motto]] durante il viaggio verso nord. Ci eravamo portate un sacco di carta igienica così da non rischiare di dover cercare un gabinetto. (cap. 25, p. 330)
*"Sono proprio contenta di non aver fatto quegli ormoni" annunciò Grant.<br>morsi forte la cannuccia di plastica della mia bibita. "E perché, Grant?" le chiesi, sulla difensiva.<br>"Be', adesso sei incastrata, no? Cioè non sei né una butch né un uomo. Ma sembri un uomo." [...]<br>"Stai attenta, Grant" la avvertii. "Stai guardando il tuo riflesso." (cap. 25, p. 336)
*[...] ecco cos'è il [[coraggio]]. Non è solo sopravvivere all'incubo, ma farne qualcosa, dopo. Essere abbastanza coraggiosi da parlarne ad altri. Cercare di organizzarsi per cambiare le cose.<br>E improvvisamente fui così nauseata dal mio silenzio che sentii il bisogno di parlare anch'io. (cap. 26, p. 352)
*Nella notte feci questo [[sogni dai libri|sogno]]:<br>''Attraversavo un vasto campo. Ai bordi, uomini, donne e bambini mi guardavano sorridendo. Andavo verso una piccola capanna rotonda sul limitare del bosco. Avevo la sensazione di essere già stata in questo posto. Dentro c'erano persone che erano diverse come me. Sedevamo in cerchio e ci rispecchiavamo gli uni negli occhi degli altri. Mi guardavo intorno e non avrei saputo dire chi era donna e chi uomo. Sulle loro facce splendeva una bellezza diversa da quella reclamizzata in televisione e sulle riviste. È una bellezza con cui non si nasce, ma che ci si conquista a prezzo di lotta e sacrificio. Ero orgogliosa di sedere tra loro, di essere una di loro. [...] Senti che la mia vita si componeva in un cerchio perfetto punto essere cresciuta così diversa, scoprirmi butch, passare da uomo per poi ritornare alla stessa domanda che aveva dato forma alla mia vita due punti donna o uomo?'' (cap. 26, p. 357)
*Se potessi mandare un messaggio indietro nel tempo alla giovane butch seduta su una cassetta del latte, le direi: {{Sic|Recentemente}} la mia vicina di casa, Ruth, mi ha chiesto se, potendo ricominciare da capo la mia vita, prenderei le stesse decisioni. "Sì" ho risposto senza ombra di dubbio "sì." Mi dispiace che sia stata così dura. Ma se non avessi fatto questa strada, chi sarei adesso? (cap. 26, p. 358)
*In quel momento mi sentivo al centro della mia vita, con il sogno che ancora profumava di dolcezza nel ricordo.<br>Ripensai alla sfida di Duffy. ''Immagina un mondo dove valga la pena vivere, e chiediti se non vale la pena di lottare per costruirlo.'' Chiusi gli occhi e lasciai che le mie speranze volassero in alto.<br>Sentii un battito d'ali. Aprii gli occhi. Su un tetto vicino, un giovane liberava i suoi piccioni, come sogni, nell'alba. (cap. 26, p. 358) {{NDR|[[explicit]]}}
===Citazioni su ''Stone Butch Blues''===
*Se avete trovato ''Stone Butch Blues'' in una libreria o in una biblioteca, in che settore era? narrativa lesbica? studi di genere? Come il romanzo germinale ''Il Pozzo della Solitudine'' di Radclyffe/John Hall, questo è un romanzo lesbico e al tempo stesso transgender, nonché trans-genere dal punto di vista letterario.<br>"È fiction o è successo davvero?" mi chiedono spesso. Oh, certo che è vero. Così vero che sanguina. E allo stesso tempo è una ricostruzione: mai sottovalutare il potere della fiction di dire la verità. (Leslie Feinberg, ''Postfazione'', p. 359)
==Bibliografia==
*Leslie Feinberg, ''Stone Butch Blues'', traduzione a cura di Margherita Giacobino e Davide Tolu, Il Dito e La Luna, 2004. ISBN 88-86633-30-0
==Voci correlate==
*[[Butch (LGBT)]]
*[[Transessualità]]
*[[Travestitismo]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Feinberg, Leslie}}
[[Categoria:Attivisti statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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Mychajlo Podoljak
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Mariomassone
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[[File:Михайло Подоляк.jpg|thumb|Podoljak nel 2021]]
'''Mychajlo Mychajlovyč Podoljak''' (1972 – vivente), politico e giornalista ucraino.
==Citazioni di Mychajlo Podoljak==
*Se l'imperialismo russo avesse un volto, sarebbe quello di [[Dmitrij Medvedev|Medvedev]]. Un piccolo uomo con grandi insicurezze, che sprizza veleno verso l'Ucraina o minaccia il mondo come unico modo per affermarsi. L'Ucraina c'era, c'è e ci sarà. La domanda è dove sarà fra due anni Dmitri Medvedev.<ref>Citato in [https://www.adnkronos.com/medvedev-chi-ha-detto-che-ucraina-tra-due-anni-esistera-ancora_1oMiNaCEcsmir5g01jhANp ''Medvedev: "Chi ha detto che Ucraina tra due anni esisterà ancora?"''], ''adnkronos.com'', 15 giugno 2022.</ref>
*{{NDR|Su [[Dmitrij Medvedev]]}} L'ex presidente russo è una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà.<ref>Citato in [https://www.ilgiornale.it/news/mondo/nuova-minaccia-medvedev-conoscerete-giorno-giudizio-2051969.html ''"Pronta una risposta da fine del mondo": l'ultima minaccia di Medvedev''], ''ilgiornale.it'', 17 luglio 2022.</ref>
*Il futuro della Crimea sarà quello di essere una perla del Mar Nero, un parco nazionale con una natura unica e una località turistica mondiale. Non una base militare per terroristi.<ref>Citato in [https://www.ilsole24ore.com/art/ucraina-ultime-notizie-pentagono-80mila-soldati-russi-morti-o-feriti-inizio-guerra-AELDaEsB ''Kiev rivendica raid su base Crimea: «È solo l’inizio»''], ''ilsole24ore.com'', 9 agosto 2022.</ref>
*L'Ucraina non ha nulla a che fare con l'omicidio della figlia di [[Aleksandr Gel'evič Dugin|Dugin]]. [...] Non siamo uno stato criminale, a differenza della Russia, e sicuramente non uno stato terrorista.<ref>Citato in [https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/08/21/kiev-noi-nulla-a-che-fare-con-morte-figlia-dugin_7e8bdb0d-e84b-4f54-8060-37d639e65ede.html ''Kiev, "noi nulla a che fare con morte figlia Dugin"''], ''Ansa.it'', 21 agosto 2022.</ref>
{{Int|Da [https://www.rsi.ch/news/mondo/Podolyak-La-Svizzera-ha-fatto-bene-a-schierarsi-15230776.html ''Podolyak: "La Svizzera ha fatto bene a schierarsi"'']|Intervista di Marco Lupis sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''rsi.ch'', 11 aprile 2022.}}
*Dobbiamo renderci contro che Mosca sul piano militare sta utilizzando metodi "siriani", colpendo indiscriminatamente la popolazione, prendendo d’assedio le città e colpendo deliberatamente gli obbiettivi civili, causando enormi sofferenze alla popolazione ucraina, che non ha colpe.
*Abbiamo un esercito molto motivato, possiamo ripulire da soli la nostra nazione dai russi, a condizioni che ci forniscano armi pesanti, artiglieria pesante e mezzi corazzati per mettere fine all’invasione nemica, soprattutto a sud.
*Il mondo e l’Europa devono capire che se non porremo fine a questa guerra nel modo giusto, se permetteremo alla Russia di mantenere il suo potenziale di aggressione militare, questa guerra riesploderà nel giro di due tre anni al massimo.
{{Int|Da [https://www.corriere.it/esteri/22_giugno_27/podolyak-consigliere-zelensky-donbass-putin-9d3398ee-f582-11ec-99ec-20139d9d2617.shtml ''Podolyak, il consigliere di Zelensky: «I russi non negoziano. Cedere il Donbass non fermerebbe Putin»'']|Intervista di Andrea Nicastro sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''corriere.it'', 27 giugno 2022.}}
*La Russia non è pronta a dialogare, sa solo dettare le sue condizioni. [...] Né noi ucraini né l’Unione Europea possiamo chiudere la guerra alle condizioni russe. Non sarebbe la fine, ma l’inizio di un ricatto russo in attesa di un’altra invasione.
*L'élite russa si è convinta che uccidere altre centinaia di bambini o radere al suolo Kiev non fa più differenza. Non vedono arrivare conseguenze più gravi di quelle che già hanno subito, in un certo senso, credono di avere carta bianca per continuare a comportarsi così. Condanne e destituzioni arriveranno solo in caso di sconfitta, quindi a loro basta conquistare l’Ucraina per evitarle. Per questo adesso parlano solo con ultimatum.
*{{NDR|La Russia}} non è uno Stato legale che ha controversie con noi su alcuni territori o sulla nostra quota di grano o metallo nel mercato internazionale. No, la Russia è solamente votata alla distruzione o allo smantellamento totale dello Stato ucraino. Ogni obiettivo intermedio non l’accontenterà.
*{{NDR|Cedere il Donbas}} non servirebbe a nulla. Cedendo alla pressione russa e firmando un accordo di pace la guerra non finirà. Non è finita nel 2014, la Russia ha ripreso fiato e ha attaccato. Questa volta lo farebbe contro l’Europa. Se Putin non pagherà per questa invasione, il prossimo attacco sarà ancora più massiccio. La Russia andrà avanti a riprendere alcuni territori che reputa suoi. Continuerà a bombardare città, ricattare, sfruttare la sua propaganda in Europa per creare una spaccatura.
*Tutti gli [[Oligarchi russi|oligarchi]] sono dei semplici portafogli per la verticale del potere russa. Possono acquistare cose di lusso per se stessi e per i gerarchi, ma non decidono nulla.
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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[[Categoria:Politici ucraini]]
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Alexis Jazz
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Danyele
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'''Rkomi''', pseudonimo di '''Mirko Manuele Martorana''' (1994 – vivente), rapper e cantautore italiano.
==Citazioni di Rkomi==
{{cronologico}}
*Non credo in un revival del [[rock]], ma credo che possa avere una grande forza nelle canzoni di oggi.<ref>Dall'intervista di Barbara Visentin, ''[https://www.corriere.it/spettacoli/21_giugno_18/basta-rap-rock-da-piu-forzae-oggi-duetto-chi-mi-pare-3d581a52-d04f-11eb-8ae4-82443567179f.shtml Rkomi: «Il mio rap ha più forza col rock. E oggi duetto con chi mi pare»]'', ''corriere.it'', 18 giugno 2021.</ref>
{{Int2|1=''[https://www.vanityfair.it/article/intervista-rkomi-sanremo-mirko-martorana-foto-taxi-driver-album-storia-rap-musica «Dov'è la scintilla?»]''|2=Intervista di Valentina Colosimo, ''vanityfair.it'', 1 febbraio 2022.}}
*L'elettricità è quella sensazione che mi ha sempre accompagnato in tutto ciò che amo fare. È la scintilla che cerco in tutte le cose che faccio.
*Sono un amante del caos e della compagnia, ma ho bisogno di una dose di solitudine. Stare per i fatti miei, passare una serata a casa da solo. La mia generazione non è molto capace di starsene sola a lottare con i propri mostriciattoli.
*Tutto quello che sto facendo – la muay thai, il corso di teatro, le lezioni di pianoforte – sono una dichiarazione d'amore alla bellezza della vita.
*{{NDR|«Che ruolo ha nella sua vita oggi la muay thai, la boxe thailandese?»}} È stato l'inizio di tutto a 18 anni, quando l'ho incontrata in un momento di grande caos di cui non ero consapevole. Avevo lasciato la scuola, l'istituto alberghiero, stavo sempre fisso nel quartiere, ho fatto anche qualche marachella... In quel momento ho conosciuto una persona con un vissuto simile al mio che è diventata il mio maestro. Inizialmente la muay thai mi sembrava solo una disciplina che ti insegna a difenderti, poi ho scoperto tutta l'altra parte.
*Adesso in realtà sono in un momento di enorme fascinazione per il cinema: [[Truffaut]], [[Fellini]], [[Antonioni]]. Mi piace il ritmo di quelle sceneggiature, più lente di oggi, mi sembra che in quel cinema ci fosse spazio per la riflessione, per il silenzio.
{{Int2|''[https://www.corriere.it/cronache/i-miti-dei-giovani/22_agosto_22/rkomi-ero-senza-soldo-mi-sentivo-sconfitto-ma-tedua-sfera-ce-l-abbiamo-fatta-19a1863a-2255-11ed-bca3-87e269fdfa32.shtml «Ero senza un soldo, mi sentivo uno sconfitto»]''|Intervista di Renato Franco, ''corriere.it'', 22 agosto 2022.}}
*Io a 18 anni ero uno sbandato, guardavo il mondo con gli occhi sbagliati, ho sempre pensato che la vita ce l'avesse con me per via delle poche possibilità economiche che avevamo, ero arrabbiato, vedevo quel colore nero ovunque.
*Il mio dispiacere è non essere tanto erudito, tendo a essere un credulone, ma almeno in una cosa sono stato intelligente: ero consapevole che bisognasse lavorare per sentirsi liberi di dire: "Mamma, voglio fare musica". Perché è importante sognare ma essere anche realisti; dovevo lavorare e pagarmi l'affitto per poter cantare [...]
*I miei album sono principalmente incentrati sulle relazioni, durature o meno che siano. A parte il primo album, dove ero molto incazzato con il mondo, nelle mie canzoni c'è quasi sempre una donna: l'amore o le fughe dall'amore sono ricorrenti, i rapporti quando finiscono sono per loro natura sempre conflittuali, c'è sempre uno che ha sbagliato, c'è sempre uno stronzo, e di solito quello sono io. Mi attacco molto alle presenze femminili che incontro, credo sia perché sono sempre stato in mezzo a sole donne. Mia mamma ha cinque sorelle (e un fratello) e ha cresciuto da sola me e mio fratello; a sua volta mia nonna — una che si è fatta da sola — ha cresciuto da sola tutti quei figli. Il mito della donna forte ce l'ho sempre avuto e nelle mie relazioni, di amore o di amicizia, cerco quel tipo di donna.
*{{NDR|«Cosa le ha insegnato sua mamma?»}} Tantissime cose, a partire dal valore dei soldi, a stare attento a come usarli. E mi ha insegnato che in famiglia non esiste uomo e donna, ognuno ha una parte femminile e maschile e bisogna lasciar coesistere queste due anime.
*{{NDR|«Nei suoi concerti invita a lasciare in tasca il cellulare...»}} Ma non mi ascoltano mica tanto... Capisco fare un video, lo faccio io per primo ai concerti che vado a vedere. Ma se stai tutto il tempo con il cellulare in mano ti perdi delle sensazioni importanti, un conto è guardare con i propri occhi, un altro attraverso lo schermo. Un giorno mi piacerebbe far diventare i miei concerti una sorta di escape room: ritirare i telefoni, dare al pubblico delle fiaccole, far vivere un'esperienza quasi soprannaturale.
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Rkomi}}
[[Categoria:Cantautori italiani]]
[[Categoria:Rapper italiani]]
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Servitore del popolo (serie televisiva)
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2022-08-23T15:16:30Z
Mariomassone
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text/x-wiki
{{FictionTV
|titolo italiano = Servitore del popolo
|immagine = Слуга народу.png
|titolo originale = Слуга Народу
|titolo traslitterato = Sluha Narodu
|paese = [[Ucraina]]
|annoprimatv= 2015 – 2019
|tipo fiction = serie TV
|genere = Commedia, satirico
|lingua originale = [[Lingua russa|Russo]]<br />[[Lingua ucraina|Ucraino]]
|ideatore = [[Volodymyr Zelens'kyj]]
|regista = [[Volodymyr Zelens'kyj]]<br />Andrij Yakovlev<br />Olexij Kirjušenko
|soggetto = [[Volodymyr Zelens'kyj]]<br />[[Stanislav Boklan]]
|sceneggiatore = [[Volodymyr Zelens'kyj]]
|produttore = [[Eugene Koshovyij]]<br>[[Serhij Shefir]]
|attori = * [[Volodymyr Zelens'kyj]]: Presidente Vasilij Petrovič Holoborodko, Griša
* [[Stanislav Boklan]]: Primo Ministro Jurij Ivanovyč Čuiko
* Jurij Krapov: Mychajlo Ivanovyč Sanin, Ministro delle Finanze
* [[Olena Kravets]]: Olha Miščenko, ex moglie di Vasilij
*[[Dmitry Surzhikov]]: Dmitryj Vasiljevyč Surikov, primo ministro dell’Ucraina
* Viktor Saraykin: Petro Vasiljevyč Holoborodko, padre di Vasilij
* Natalija Sumskaja: Marija Stefanovna Holoborodko, madre di Vasilij
* Hanna Kašmal: Nataša, nipote di Vasilij
* Mykhailo Fatalov: Volodymyr, oligarca
* Oleksandr Pikalov
* Eugene Koshovyi: ministro degli affari esteri
* Kateryna Kisten
|doppiatori italiani = * [[Luca Bizzarri]]: Presidente Vasilij Petrovič Holoborodko, Griša
* [[Mario Cordova]]: Primo Ministro Jurij Ivanovyč Čuiko
* [[Fabio Gervasi]]: Mychajlo Ivanovyč Sanin
* [[Massimo De Ambrosis]]: Petro Vasiljevyč Holoborodko
* [[Daniela Abbruzzese]]: Mariya Stefanovna Holoborodko
* [[Perla Liberatori]]: Olha Miščenko
*[[Stefano Macchi]]: Dmitryj Vasiljevyč Surikov
* [[Luisa D'Aprile]]: Nataša
* [[Sergio Lucchetti]]: Volodymyr
}}
'''''Servitore del popolo''''', serie tv ucraina.
<!--Frasi e dialoghi tratti dal sottotitolaggio su Netflix, con errori ortografici corretti-->
==Stagione 1==
===Episodio 1-2===
*'''Andrij Nemčuk''': Signori, non siete stanchi di sprecare i vostri soldi? Spendiamo milioni per i nostri candidati, e il doppio per rovinare l'opposizione.<br>'''Mychajlo Rojzman''': È così che funziona. Se no è impossibile insediare un presidente.<br>'''Andrij Nemčuk''': Siamo onesti per una volta.<br>'''Rustem Mamatov''': Quando qualcuno vuole parlare onestamente significa che vuole fregarti. Non ricordo chi lo ha detto, ma penso fosse qualcuno famoso.<br>'''Mychajlo Rojzman''': [[Pavlo Ivanovyč Lazarenko|Paša Lazarenko]]. Andrij Mykolajovyč, lei ha qualche idea?<br>'''Andrij Nemčuk''': Sì, Mychajlo Semenovyč. Manca poco alle elezioni. Abbiamo aiutato i nostri candidati. E ora sono in cima ai sondaggi. Lasciamo che vinca il migliore.<br>'''Rustem Mamatov''': Questo cosa mi porterà?<br>'''Andrij Nemčuk''': Rustem Ašotovyč, lei dimostrerà a Mychajlo Semenovyč, a me, e a lei stesso chi è il re del castello.<br>'''Rustem Mamatov''': D'accordo. Lasciamo che sia l'[[Ucraina]] a decretare il vincitore.<br>'''Mychajlo Rojzman''': Senza il nostro controllo? Mi piace come gioco. Da tempo non sentivo una tale scarica di adrenalina.
*'''Petro Holoborodko''': La [[disoccupazione]] è meglio dello stipendio da [[insegnante]].<br>'''Vasilij Holoborodko''': La tua logica è strana.<br>'''Petro Holoborodko''': Sei tu che hai fatto l'università per tornare a scuola.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Mi dispiace di non aver fatto come te, e non fare il [[Taxi|tassista]].<br>'''Petro Holoborodko''': Non sono un tassista. Lavoro nel settore dei servizi.
*'''Barack Obama''': Sinceramente non so nulla di Vasilij Holoborodko. Ma mi auguro di trovare un terreno comune.<br>'''Xi Jinping''': La vittoria di Holoborodko è stata inaspettata. Siamo sconvolti dal risultato.<br>'''Angela Merkel''': Tuttavia, rispettiamo la scelta del popolo ucraino e riconosciamo l'elezione che si è svolta in maniera democratica.
*'''Vasilij Holoborodko''': È uno scherzo. Deve essere uno scherzo. Secondo i sondaggi preliminari non ero neppure tra i primi dieci.<br>'''Jurij Čuiko''': I sondaggi preliminari non misurano la volontà del popolo.
*{{NDR|Flashback, in aula}}<br>'''Vasilij Holoborodko''': Come?<br>'''Glotov''': Beh... Lo hanno eletto...<br>'''Vasilij Holoborodko''': [[Mychajlo Serhijovyč Hruševs'kyj|Hruševs'kyj]]?<br>'''Glotov''': Hruševs'kyj.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Sì. Presidente?<br>'''Glotov''': Presidente.<br>'''Vasilij Holoborodko''': È inesatto. Era capo del Consiglio, tutto qui. Cos'altro sai dirmi di Hruševs'kyj?<br>'''Glotov''': Si chiama come una via.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Una via.<br>'''Glotov''': È anche sulla banconota da 50 grivne.<br>{{NDR|Gli alunni ridono}}<br>'''Vasilij Holoborodko''': Fate silenzio. Una banconota, una via... Tutto giusto. Ma per quale motivo?<br>'''Glotov''': Per il suo Servizio alla Madrepatria?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Appunto. Per i tuoi servizi alla Madrepatria ti diamo... un'insufficienza. Complimenti, è la quinta insufficienza.
*{{NDR|Flashback, in aula}}<br>'''Vasilij Holoborodko''': Sono stuffo, c...!<br>'''Insegnante''': Qual è il problema?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Sono stanco di questo! La [[matematica]] è una c... di scienza. Va bene. E storia è solo una m...! Chissà perché i [[Politica|politici]] al potere fanno sempre gli stessi errori. Perché sono dei grandi matematici! Sanno solo dividere e sottrarre. Nient'altro.<br>'''Insegnante''': Non l'ho mai sentita parlare così. Che ha?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Queste teste di c... mi hanno stancato. Dannazione, mandano i ragazzi a montare i seggi! La vita fa schifo perché scegliamo in un seggio di legno. E per chi si può votare? Per i soliti due s... che sono lì da 25 anni. Sa che altro? Non cambierà nulla. E sa perché? Perché tutti noi voteremo per l'ennesimo def...! Perché sì, lui fa schifo ma l'altro candidato è peggio!<br>'''Insegnante''': Su, beviamo qualcosa.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Poi questi s... arrivano al governo, rubano, dicono c..., e truffano! È sempre la stessa storia. E non frega un c... a nessuno. A nessuno. A nessuno frega un c... di tutto questo! Se fossi al loro posto, anche solo una settimana, ci penserei io! F... ai cortei, ai benefici, agli chalet! F... a tutto! Magari ci fosse un insegnante al posto del presidente! Glielo sto dicendo da insegnante di storia.
*'''Jurij Čuiko''': Comunque quale preferisce? [[Patek Philippe]] o [[Vacheron Constantin]]?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Non li ho letti. Non ne ho il tempo.
*{{NDR|Flashback, in aula}}<br>Quindi... Chi ha visto il video? {{NDR|tutti gli alunni, tranne Glotov, alzano la mano}} Grazie. Tutti tranne Glotov? Devo congratularmi. Il video ''Lo storico si infiamma'' è diventato immediatamente virale. Mi sembra il momento di raccontarvi una parabola. Un tempo, da un imperatore giapponese si recò un umile contadino. Disse: "Altezza, in provincia le tasse sono troppo alte, non abbiamo da mangiare. E io in particolare non ho niente, quindi sarò sincero". Poi vomitò un fiume di imprecazioni contro l'imperatore, la sua famiglia, e il suo regno. Contro tutto ciò che l'imperatore possedeva, in pratica. Le sue parole fecero arrossire i samurai e le guardie. Le geishe persero i sensi e il ciliegio in fiore appassì, e non produsse più alcun frutto. L'imperatore rimase calmo e silenzioso e dopo emanò due decreti. Con il primo ordinò di tagliare la lingua al contadino per la sua colpa. E con il secondo ridusse le tasse nella provincia. Perché la [[verità]], qualunque sia, è comunque la verità. ('''Vasilij Holoborodko''')
*'''Petro Holoborodko''': Perché i muratori?<br>'''Myhola Pavlovyč''': È primavera. È tempo di fare i lavori.<br>'''Petro Holoborodko''': Finalmente, dopo 10 anni, è tornata la primavera.
===Episodio 3===
*{{NDR|Plutarco e Erodoto visitano Holoborodko in un sogno}}<br>'''Vasilij Holoborodko''': Un dollaro equivale a otto grivne...<br>'''Plutarco''': Sta delirando.<br>'''Erodoto''': È colpa del tuo libro.<br>'''Plutarco''': Non è vero, Erodoto! È solo nervoso. Gli è stata affidata una nazione.<br>'''Erodoto''': Dovrebbe gioire. I suoi figli e nipoti saranno ricchi!<br>'''Plutarco''': Ma è una persona onesta.<br>'''Erodoto''': Questo è un problema.<br>'''Plutarco''': Vuole servire e migliorare il Paese.<br>'''Erodoto''': Un riformista? È una condanna.<br>'''Plutarco''': ''Demos Russos''...<br>'''Vasilij Holoborodko''': Un euro equivale a cinque grivne...<br>'''Erodoto''': Cosa vuole cambiare? Qual è l'ordinamento sociale?<br>'''Plutarco''': La democrazia. {{NDR|Holoborodko ride}} Beh... Dicono sia una democrazia.<br>'''Erodoto''': E cosa vorrebbe? Anarchia? Centralismo?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Centralismo...<br>'''Erodoto''': Federalismo? {{NDR|Holoborodko lo afferra per la gola}}
*{{NDR|Plutarco e Erodoto visitano Holoborodko in un sogno}}<br>'''Erodoto''': Ma il socialismo era così male? {{NDR|Holoborodko si alza di scatto}}<br>'''Plutarco''': Attento a quello che dici!<br>'''Erodoto''': Okay.<br>'''Plutarco''': Dovrebbe optare per l'autocrazia. Zar Holoborodko. {{NDR|Holoborodko ride}} Gli piace come suona.<br>'''Erodoto''': Pensaci un po'. Uno zar non può rubare a se stesso.<br>'''Plutarco''': Ma gli altri... Vengono, rubano e se ne vanno. E lo stesso fanno i successori. Il potere è fragile.<br>'''Erodoto''': E adesso? Il popolo vive in povertà?<br>'''Plutarco''': Beh... Hanno il primato nella produzione di olio.<br>'''Erodoto''': Olio d'oliva?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Di semi di girasole.<br>'''Plutarco''': Vero. Esiste.<br>'''Erodoto''': Okay.<br>'''Plutarco''': Sono terzi nella produzione di grano.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Esatto.<br>'''Plutarco''': Costruiscono aeroplani, mietitrebbie, automobili...<br>'''Vasilij Holoborodko''': Non proprio...<br>'''Plutarco''': Trattori!<br>'''Vasilij Holoborodko''': Giusto, i trattori...<br>'''Erodoto''': Ma questo è un paradiso. Perché cambiarlo?<br>'''Plutarco''': Il paese è in crisi.<br>'''Erodoto''': Com'è possibile? Dove finisce tutta la ricchezza?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Nelle tasche di pochi. Ladri.<br>'''Plutarco''': Capito?<br>'''Erodoto''': Deve fare qualcosa.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Continuano a rubare...<br>'''Erodoto''': Le cose devono cambiare.<br>'''Plutarco''': Lo vorrebbe.<br>'''Erodoto''': È una situazione complicata.
*'''Vasilij Holoborodko''': Per il discorso, pensavo...<br>'''Jurij Čuiko''': Non c'è bisogno. Cioè, è positivo che lei ci pensi. Ma ci sono figure apposite per questo. Non si deve preoccupare di tali minuzie.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Pensa siano minuzie?<br>'''Jurij Čuiko''': Penso che il capo dello stato non debba occupare la sua preziosa mente con qualsiasi banalità.
*Questo è Vasilij Petrovyč Holoborodko, nato nel 1978, originario di Kyiv. È di etnia ucraina. La famiglia appartiene alla classe operaia. Figlio di un costruttore e di una neurologa. La nonna era una famosa dottoressa in storia, professoressa, e vincitrice di premi accademici. L'appartamento della famiglia le era stato assegnato per le sue ricerche. Nel 1997 il soggetto si è diplomato con lode. Iscritto a giurisprudenza, si è ritirato. Il padre aveva corrotto i professori per ammetterlo. Quando lo ha scoperto, il soggetto si è ribellato, per iscriversi a storia. È stato rappresentante e capitano della squadra di calcio. Da studente ha guidato proteste e uno sciopero della fame contro un docente. Dopo 12 giorni, il professore si è dimesso, e lui è stato ricoverato per denutrizione. È conosciuto per le sue forti qualità morali, e per il carattere forte, deciso e coraggioso. Si è laureato con lode. Lo stesso anno, ha sposato Olha Miščenko. L'anno dopo, hanno avuto un figlio. Quell'anno sono andati in vacanza a Berdjans'k. Per la precisione, il soggetto non è mai stato all'estero. Due anni dopo, la coppia ha divorziato. I vicini dicono che i due litigavano per la situazione economica. La casa è rimasta a moglie e figlio, e lui ora vive con i genitori. Lavora da 12 anni alla scuola numero 521. Non ha problemi a lavoro. Per gli studenti il soggetto è praticamente un santo. Non ha beni, né un conto bancario. Ha fatto un mutuo per un microonde e paga una rata mensile di 74 grivne. Non fa parte di alcun partito politico, non accetta compensi per partecipare a incontri, e non ha cattive abitudini. ('''Krivickij''')
*'''Jurij Čuiko''': Le presento gli ingranaggi della macchina statale.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Salve.<br>'''Jurij Čuiko''': Valentina Nikolaevna, addetta stampa.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Salve.<br>'''Jurij Čuiko''': Kirill Ivanovyč. Per la politica estera.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Piacere.<br>'''Jurij Čuiko''': Tatiana Pavlovna, delle Politiche umanitarie. E Viktor Olegovyč, del ministero di politiche umanitarie estere.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Che confusione. Forse si dovrebbero riformare i ministeri.<br>'''Jurij Čuiko''': Ci abbiamo pensato. C'è il Ministero delle riforme.
*Anche agli onesti piace vivere a spese dello Stato, quando possono farlo. ('''Andrij Mykolajovyč Nemčuk''')
*'''Jurij Čuiko''': Si deve abituare. Un politico perde tanto peso in un'ora quanto un fabbro in un giorno.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Dubito che si applichi a tutti i politici.<br>'''Jurij Čuiko''': Bel senso dell'umorismo. Potremmo usarlo all'inaugurazione.<br>'''Vasilij Holoborodko''': A proposito, riguardo al discorso... Ho un'idea.<br>'''Jurij Čuiko''': Solo una? Rassicurante.
===Episodio 4===
*'''Ministro del Cerimoniale''': Per adesso salga le scale.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Sì.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Qui ci saranno le guardie domani. Sorrida e continui lungo la scalinata di marmo. È italiano, antico. Pure [[Maria Antonietta]] ci ha camminato. Salendo alla ghigliottina. Comunque, prima di essere dorato, il lampadario era argentato. Ricorda la crisi del 2008?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Sì.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Ecco.
*'''Vasilij Holoborodko''': Cari ucraini! Da 25 anni, abbiamo iniziato a costruire una nuova nazione, basata sulla libertà e sulla parità di tutti i cittadini!<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Magnifico!<br>'''Vasilij Holoborodko''': Per niente.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Che c'è?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Questo è il discorso di Gettysburg, che [[Abraham Lincoln|Lincoln]] pronunciò nel 1863.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Sul serio?<br>'''Jurij Čuiko''': In realtà è un'ottima cosa. Nessuno qui lo noterà, e la patria di Lincoln lo apprezzerà. Dovranno chiederle i diritti.<br>'''Vasilij Holoborodko''': E se usassi le mie parole?<br>'''Jurij Čuiko''': Vasilij Petrovyč, mi ascolti. Si fidi della mia lunga esperienza. Le improvvisazioni portano a bushismi come "mi hanno frainteso". Quindi, meglio attenersi al testo.
*'''Ministro del Cerimoniale''': Passiamo alla parte più importante della cerimonia. Le congratulazioni!<br>'''Vasilij Holoborodko''': Okay.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Iniziamo.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Che devo fare?<br>'''Jurij Čuiko''': Nulla. Sorrida, annuisca, stringa le mani. Non dica molto, per evitare di doversi scusare troppo.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Okay<br>'''Jurij Čuiko''': Si sieda.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Signore e signori! Il presidente degli Stati Uniti, [[Barack Obama]].<br>'''Jurij Čuiko''': In piedi.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Okay. È davvero lui?<br>{{NDR|Entra la controfigura di Obama}}<br>'''Vasilij Holoborodko''': ''Hello! I'm glad to see you. Nice to meet you.''<br>'''Controfigura''': Mi scusi, non la capisco.
*'''Ministro del Cerimoniale''': Signore e signori! [[Angela Merkel]]!<br>'''Jurij Čuiko''': Si alzi.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Okay.<br>'''Controfigura''': Salve, Vasilij Petrovyč.<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Valija, perché questa informalità? "Salve" non va bene. Poi cosa dirai, "shalom"? Devi imitare la Merkel!<br>'''Controfigura''': ''Guten abend, Herr Wassyl Petrowytsch.''<br>'''Vasilij Holoborodko''': ''Guten abend''. {{NDR|Le stringe la mano}}<br>'''Jurij Čuiko''': Sia delicato.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Okay.<br>'''Jurij Čuiko''': Deve dominare lei. La stretta indica quanto aiuto ci darà la banca tedesca.
*'''Ministro del Cerimoniale''': Signore e signori! [[Nicolas Sarkozy|Sarkozy]] e [[Vladimir Putin|Putin]].<br>'''Vasilij Holoborodko''': Perché Putin?<br>'''Jurij Čuiko''': Anche Sarkozy. Il presidente è [[François Hollande|Hollande]].<br>'''Ministro del Cerimoniale''': Scusate, erano in una vecchia lista.
*'''Ministro del Cerimoniale''': Il presidente bielorusso, [[Aljaksandr Lukašėnka]].<br>'''Jurij Čuiko''': Non si alzi.
*'''Vasilij Holoborodko''': Salve, signor Lincoln. È un piacere. Come ha fatto...<br>'''Abraham Lincoln''': Volevo vedere come stava. È inquieto.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Abramo... Qual è il suo patronimico?<br>'''Abraham Lincoln''': Mi chiami Signor Presidente.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Riguardo al discorso... Non volevo rubarglielo.<br>'''Abraham Lincoln''': E perché dovrebbe? Il suo discorso era bello. Anche se non ho capito qualcosa. Ad esempio, quando diceva "def". Intendeva deficit? Poi non capivo di che enti parlasse.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Non è... attualmente nel nostro Paese c'è un "deficit di enti".<br>'''Abraham Lincoln''': Chiaro.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Più o meno.<br>'''Abraham Lincoln''': È come la Grande Depressione?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Più o meno.<br>'''Abraham Lincoln''': E...<br>'''Vasilij Holoborodko''': E cosa?<br>'''Abraham Lincoln''': Cosa farà? Ha un piano? O il suo limite sono cinque milioni di visualizzazioni?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Erano otto milioni, non cinque. E poi...<br>'''Abraham Lincoln''': Sa che noi due siamo molto simili? Vengo da una famiglia povera. E non credevo nelle mie capacità. Ma ho abolito la schiavitù. Liberato milioni di schiavi. Nell'anno 18...<br>'''Vasilij Holoborodko''': ...62. Me lo ricordo.<br>'''Abraham Lincoln''': Bravo. Anche lei può liberare il suo popolo.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Ma non siamo schiavi.<br>'''Abraham Lincoln''': Pensa che i milioni di ucraini che si spezzano la schiena per sfamare la cosiddetta "élite", e per pagargli ogni bene, non siano schiavi?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Ma cosa posso fare?<br>'''Abraham Lincoln''': Sia se stesso. Signor Presidente.
*Miei cari concittadini, e ospiti. Da 25 anni proviamo a costruire una nuova Nazione, basata sulla libertà e sull'uguaglianza dei diritti dei cittadini. [...] Scusatemi. Posso usare le mie parole? Sapete, sono solo un insegnante. Un insegnante di storia che sta facendo la storia! Fa ridere. Secondo i programmi, dovevo promettervi tante cose. Ma... Non farò promesse. Perché non è onesto, e perché non sono bravo in queste cose. Per adesso. Ma lo diventerò. Ma una cosa c'è: voglio che le mie azioni non mi facciano vergognare quando guardo i bambini. O i loro genitori. O voi, ovviamente. Questo ve lo prometto, popolo dell'Ucraina. ('''Vasilij Holoborodko''')
===Episodio 5===
*'''Marija Holoborodko''': Petija, auguragli buona fortuna.<br>'''Petro Holoborodko''': Non distruggere il paese.
*'''Jurij Čuiko''': Mi è piaciuto il suo discorso inaugurale.<br>'''Vasilij Holoborodko''': Davvero?<br>'''Jurij Čuiko''': Sì. È stato capace di fare un discorso eloquente senza promettere nulla alla fine. Merita un dieci.
*'''Vasilij Holoborodko''': È inaccettabile per il presidente, un servo del popolo.<br>'''Jurij Čuiko''': Perché?<br>'''Vasilij Holoborodko''': Perché no? Il popolo elegge il presidente, gli ufficiali e i legislatori. E noi siamo i suoi servitori.<br>'''Jurij Čuiko''': Io direi "manager".<br>'''Vasilij Holoborodko''': Ma perché il popolo deve lavorare per pagare i manager e i loro palazzi, auto, domestici e scorta?
*'''Vasilij Holoborodko''': Che succede?<br>'''Bella Rudolfivna''': L'ex presidente si è chiuso in ufficio, urlando che è lui il presidente. E chiedendo vodka, sigarette, e asilo politico in [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]].<br>'''Vasilij Holoborodko''': Non esiste più.<br>'''Bella Rudolfivna''': Lo sa. La vodka è per questo.
*'''Serhij Pavlovyč''': Dobbiamo fare qualcosa!<br>'''Jurij Čuiko''': E cosa?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Cambiare la costituzione.<br>'''Jurij Čuiko''': Come?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Lo sai... Lo abbiamo già fatto.<br>'''Jurij Čuiko''': Non si può.<br>'''Serhij Pavlovyč''': Ricontiamo i voti.<br>'''Jurij Čuiko''': Già fatto.<br>'''Serhij Pavlovyč''': Voglio contarli personalmente.<br>'''Jurij Čuiko''': Vuoi contare il tuo tre per cento?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Tre e mezzo.<br>'''Jurij Čuiko''': Ha il 60%<br>'''Serhij Pavlovyč''': Hanno sbagliato.<br>'''Jurij Čuiko''': Con il 60% dei voti?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Il popolo ha sbagliato. Gli darò una seconda possibilità. Lascia che votino di nuovo. Facciamoli votare via messaggio. Via messaggio, Jura! Perché stai zitto? Fa' qualcosa, stronzo!<br>'''Jurij Čuiko''': Serhij, è giunto il momento... Io ti capisco.<br>'''Serhij Pavlovyč''': Non lo fai.<br>'''Jurij Čuiko''': Sì.<br>'''Serhij Pavlovyč''': No!<br>'''Jurij Čuiko''': Ho detto di sì.<br>'''Serhij Pavlovyč''': Mi hanno rubato il Paese! Un intero Paese! Hai mai avuto una nazione tutta per te? Ci ho vissuto, mangiato, bevuto! E voglio morire con lei, Jura! Ho faticato tantissimo, ho pure i capelli grigi. Ho pure imparato l'ucraino, Jura!
*'''Serhij Pavlovyč''': Lasciatemi solo! Lasciatemi morire in pace. Ovunque... in Transcarpazia! Datemi la Transcarpazia! O il porto di Odessa! Datemi della terra e dell'acqua.<br>'''Jurij Čuiko''': Acqua?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Un pezzo di mare! Un area marina! Del pesce!<br>'''Jurij Čuiko''': Che pesce?<br>'''Serhij Pavlovyč''': Non lo so. Sogliole o acciughe. Datemi i delfini! Me ne prenderò cura. Mi piace il pesce, Jura. Era un sogno per mio figlio... Ora cosa gli dirò?<br>'''Jurij Čuiko''': Tuo figlio ha 30 anni. È a capo della Corte Suprema.
==Altri progetti==
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Sciabica
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Citazioni sulla '''sciabica''' o '''sciàbeca'''.
*He tirata 'a sciaveca?<ref>Hai tirato la sciabica? Lo si dice, con ironia, allo scansafatiche che, avendo fatto un lavoro di poco impegno, si dà arie di eroe, si presenta distrutto, a pezzi, come un campione, un martire del lavoro, quasi fosse reduce di una massacrante giornata lavorativa passata a trainare la sciabica.</ref> ([[modi di dire napoletani|modo di dire napoletano]])
*''«Soh, vaie, ch'è cchiena! | Soh, forza, ch'aonna!<ref name=abundat>Abbonda.</ref>» | Tiranno, s'affonna | cu 'e piede int' 'arena. || Nu viecchio 'nturciglia<ref>Attorciglia.</ref> | na funa, ch'aumenta. | Quann'uno rallenta, | va n'ato e ripiglia. || Cappielle scagnate<ref>Stinti, scoloriti.</ref>; | nu sfuorzo ogne faccia; | cu 'e gamme e cu 'e braccia | d' 'o sole scuttate. || Nu sùvero<ref>Sughero.</ref> sponta, | già n'ato s'affaccia. | «P' 'o mare è bunaccia! | Soh, 'a maneca<ref>La manica, la parte anteriore del sacco della rete a sciabica.</ref> è pronta!» || «Tirammo, strignimmo, | ca 'a rezza se 'nzerra!<ref>Si chiude.</ref> | Soh, forza, sta 'nterra! | E aunimmo 'sti ccimme!<ref>E uniamo queste cime!</ref>» || «Soh, vaie, ch'è cchiena! | Soh, forza, ch'aonna!<ref name=abundat />» | Sta rezza se mena | prianno<ref>Pregando.</ref> 'a Maronna. || «Soh, vaie, ch'è cchiena!»'' ([[Raffaele Viviani]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Pesca (attività)|Pesca]]
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Citazioni sulla '''sciabica''' o '''sciàbeca'''.
*He tirata 'a sciaveca?<ref>Hai tirato la sciabica? Lo si dice, con ironia, allo scansafatiche che, occupato in un lavoro di poco impegno, si dà arie di eroe, si presenta distrutto, a pezzi, come un campione, un martire del lavoro, quasi fosse reduce di una massacrante giornata lavorativa passata a trainare la sciabica.</ref> ([[modi di dire napoletani|modo di dire napoletano]])
*''«Soh, vaie, ch'è cchiena! | Soh, forza, ch'aonna!<ref name=abundat>Abbonda.</ref>» | Tiranno, s'affonna | cu 'e piede int' 'arena. || Nu viecchio 'nturciglia<ref>Attorciglia.</ref> | na funa, ch'aumenta. | Quann'uno rallenta, | va n'ato e ripiglia. || Cappielle scagnate<ref>Stinti, scoloriti.</ref>; | nu sfuorzo ogne faccia; | cu 'e gamme e cu 'e braccia | d' 'o sole scuttate. || Nu sùvero<ref>Sughero.</ref> sponta, | già n'ato s'affaccia. | «P' 'o mare è bunaccia! | Soh, 'a maneca<ref>La manica, la parte anteriore del sacco della rete a sciabica.</ref> è pronta!» || «Tirammo, strignimmo, | ca 'a rezza se 'nzerra!<ref>Si chiude.</ref> | Soh, forza, sta 'nterra! | E aunimmo 'sti ccimme!<ref>E uniamo queste cime!</ref>» || «Soh, vaie, ch'è cchiena! | Soh, forza, ch'aonna!<ref name=abundat />» | Sta rezza se mena | prianno<ref>Pregando.</ref> 'a Maronna. || «Soh, vaie, ch'è cchiena!»'' ([[Raffaele Viviani]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Pesca (attività)|Pesca]]
==Altri progetti==
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Moti di Stonewall
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SunOfErat
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Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:Stonewall was a riot.jpg|thumb|«Stonewall was a riot».]] Citazioni sui '''moti di Stonewall''', o '''rivolta di Stonewall''' o semplicemente '''Stonewall'''. *L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo Stonewall. La notizia della battaglia contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al bar. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto..."
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[[File:Stonewall was a riot.jpg|thumb|«Stonewall was a riot».]]
Citazioni sui '''moti di Stonewall''', o '''rivolta di Stonewall''' o semplicemente '''Stonewall'''.
*L'ultimo obiettivo che mi ero prefissata era trovare lo Stonewall. La notizia della battaglia contro la polizia nel 1969 ci aveva colpito immensamente. Volevo chiedere un passante di farmi una foto davanti al bar. Pensavo che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno poteva trovare la foto e capirmi un po' meglio. ([[Leslie Feinberg]])
*''Le ragazze dello Stonewall siam: | la permanente ci facciam; | le mutande non portiam; | i peli pubici mostriam! | Le regine del villaggio siam: | sempre ci specchiam | la permanente ci facciam, | perché ragazze siam!'' (''[[Stonewall]]'')
*Ognuno ha la sua leggenda su Stonewall. (''[[Stonewall]]'')
==Voci correlate==
*[[Manhattan]]
*[[New York]]
*[[Omosessualità]]
*[[Parata del Pride]]
*[[Transessualità]]
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
[[Categoria:LGBT]]
[[Categoria:New York]]
[[Categoria:Storia degli Stati Uniti d'America]]
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Hanae Mori
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Danyele
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Creata pagina con "[[File:Hanae Mori 1974.jpg|thumb|Hanae Mori (1974)]] '''Hanae Mori''' (1926 – 2022), stilista giapponese. ==Citazioni di Hanae Mori== {{cronologico}} *Tutto il concetto giapponese di bellezza si basa sulla dissimulazione. Mi resi conto che dovevo cambiare approccio e creare abiti che aiutassero le donne a distinguersi.<ref>Citato in Roberta Damiata, ''[https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/addio-hanae-mori-grande-signora-moda-giapponese-2059795.html Addio a Hanae..."
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[[File:Hanae Mori 1974.jpg|thumb|Hanae Mori (1974)]]
'''Hanae Mori''' (1926 – 2022), stilista giapponese.
==Citazioni di Hanae Mori==
{{cronologico}}
*Tutto il concetto giapponese di bellezza si basa sulla dissimulazione. Mi resi conto che dovevo cambiare approccio e creare abiti che aiutassero le donne a distinguersi.<ref>Citato in Roberta Damiata, ''[https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/addio-hanae-mori-grande-signora-moda-giapponese-2059795.html Addio a Hanae Mori, la grande signora della moda giapponese]'', ''ilgiornale.it'', 18 agosto 2022.</ref>
*{{NDR|Sulla scelta della farfalla come logo del suo marchio di moda}} La farfalla è un simbolo di speranza che annuncia l'arrivo della primavera. Inoltre, ''[[Madama Butterfly]]'', che ho visto a New York. Ho scelto la farfalla, che rappresenta la donna giapponese che dispiega le sue ali nel mondo, come mio filo conduttore.
:''The butterfly is a symbol of hope which announces the arrival of spring. Also, ''Madame Butterfly'', which I saw in New York. I chose the butterfly, symbolizing the Japanese woman spreading her wings around the world, as my theme.''<ref>Dall'intervista {{en}} ''[https://rakutenfashionweektokyo.com/en/topics/interview/hanae-mori/ Hanae Mori]'', ''rakutenfashionweektokyo.com''.</ref>
{{Int2|{{en}} ''[https://www.thediarist.ph/my-face-time-with-hanae-mori-women-today-are-not-so-easily-dictated-upon/ "Women today are not so easily dictated upon"]''|Dall'intervista di Thelma Sioson al ''Times Journal'', 1982; citato in ''thediarist.ph'', 19 agosto 2022.}}
*{{NDR|Nel 1982}} Le donne di oggi non si lasciano imporre nulla. Sono più concrete che mai, soprattutto con gli abiti da indossare tutti i giorni [...] Non abbiamo tempo per indossare tutti quegli abiti fantasiosi e scenografici.
:''Women today are not so easily dictated upon. They are more practical than ever, especially with day dresses. [...] We don't have time to wear all those fantasy and theatrical clothes.''
*{{NDR|Sulla moda femminile degli anni Ottanta}} La vita di una donna sta cambiando. Le vengono date le stesse responsabilità dell'uomo. In questo contesto, una donna, per quanto ricca, non può dedicare il suo tempo a indossare vestiti poco pratici. Desidera sempre più degli abiti semplici e facili da indossare.
:''A woman's life is changing. She's given as much responsibility as the man. In this context, a woman, no matter how rich she is, can't spare the time just to don impractical costumes. More and more she wants simpler, easy-to-wear clothes.''
*A New York la [[moda]] è un business. La gente cerca il nuovo look, non necessariamente la buona qualità. A Parigi la moda è arte.
:''In New York, fashion is business. People are after the new look, not necessarily the good quality. In Paris, fashion is art.''
{{Int2|{{en}} ''[https://www.vogue.com/article/hanae-mori-obituary Remembering Hanae Mori]''|Citato in Laird Borrelli-Persson, ''vogue.com'', 17 agosto 2022.}}
*{{NDR|Nel 1996, ricordando i primi anni in famiglia}} Eravamo gli unici nella mia città natale a vestire all'occidentale. Da bambina mi imbarazzava essere diversa, ma credo che fossimo anche piuttosto invidiati.
:''We were the only ones in my hometown who dressed Western-style. It was embarrassing for me as a child to be different, but I guess we were rather envied, too.''
*{{NDR|Dopo il matrimonio}} Sono stata una brava casalinga per un mese, ma non mi piaceva stare a casa. Volevo lavorare, così ho chiesto a mio marito — è giapponese, molto severo ma molto gentile — e ne abbiamo discusso per un mese. Poi ho frequentato una scuola di design a Tokyo.
:''I was a very nice housewife for one month, but I did not like to be at home. I wanted to be working, so I ask my husband—he's Japanese, very strong but very nice—and we discussed it for a month. Then I went to designing school in Tokyo.''
*{{NDR|Nel 1983}} Non posso obbligare le signore a indossare il [[kimono]], ma posso creare l'atmosfera del kimono.
:''I cannot force ladies to wear [the] kimono, but I can create the atmosphere of the kimono.''
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Stilisti giapponesi|Mori, Hanae]]
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Carlos Fonseca Suárez
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2022-08-23T19:10:24Z
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'''Carlos Fonseca Suárez''' (1987 — vivente), scrittore costaricano.
*Un'intuizione luminosa gli dice che un giorno i romanzi saranno così: almanacchi illustrati, grandi cataloghi, gabinetti di curiosità sui quali gli autori, semplici copisti, scriveranno dei commenti.<ref>Da ''Museo animale''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/07/20/museo-animale-carlos-fonseca/ ilpost.it]'', 20 luglio 2022.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Carlos Fonseca, ''Museo animale'', traduzione di Gina Maneri, Sellerio, 2022. ISBN 9788838943744
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori]]
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Yasmina Reza
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2022-08-23T19:18:25Z
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[[File:Yasmina REZA photo.jpg|thumb|Yasmina Reza]]
'''Yasmina Reza''' (1959 — vivente), drammaturga, scrittrice, attrice e sceneggiatrice francese.
*Quando torna l'estate torna il tempo. La natura vi ride in faccia. Lo spirito di letizia vi scortica l'anima. Ogni estate contiene dentro tutte le estati, quelle del passato e quelle che non vedremo mai.<ref>Da ''Serge''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/05/19/serge-yasmina-reza-estate/ ilpost.it]'', 19 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Yasmina Reza, ''Serge'', traduzione di Daniela Salomoni, Adelphi, 2022. ISBN 9788845936579
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[[Categoria:Attori francesi]]
[[Categoria:Sceneggiatori francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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Garth Greenwell
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'''Garth Greenwell''' (1978 — vivente), scrittore statunitense.
*Volevo mettere radici, benché il vento stesse dicendo che le radici erano una truffa, non esistevano che accordi passeggeri, rifugi di fortuna e porti scadenti, Ti amo, pensai all'improvviso in quella foga che tutto fa sembrare possibile, ti amo, qualsiasi cosa di me ti serva è tua.<ref>Da ''Purezza''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/03/22/purezza-garth-greenwell/ ilpost.it]'', 22 marzo 2022.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Garth Greenwell, ''Purezza'', traduzione di Matteo Colombo, Einaudi, 2022. ISBN 9788806247737
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[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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AnjaQantina
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'''Garth Greenwell''' (1978 — vivente), scrittore statunitense.
*Volevo mettere radici, benché il vento stesse dicendo che le radici erano una truffa, non esistevano che accordi passeggeri, rifugi di fortuna e porti scadenti, Ti amo, pensai all'improvviso in quella foga che tutto fa sembrare possibile, ti amo, qualsiasi cosa di me ti serva è tua.<ref>Da ''Purezza''; citato in ''[https://www.ilpost.it/2022/03/22/purezza-garth-greenwell/ ilpost.it]'', 22 marzo 2022.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Garth Greenwell, ''Purezza'', traduzione di Matteo Colombo, Einaudi, 2022. ISBN 9788806247737
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