Wikiquote itwikiquote https://it.wikiquote.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.39.0-wmf.23 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikiquote Discussioni Wikiquote File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Portale Discussioni portale TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Accessorio Discussioni accessorio Definizione accessorio Discussioni definizione accessorio Albert Einstein 0 32 1221423 1215042 2022-08-07T21:50:25Z Monozigote 21982 /* Altri progetti */ +b wikitext text/x-wiki {{nota disambigua||[[Einstein (disambigua)]]|Einstein}} [[File:Albert Einstein Head.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1947]] {{Premio|Nobel|la fisica '''(1921)'''}} '''Albert Einstein''' (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco naturalizzato svizzero e statunitense. {{vedi anche|Albert Einstein/Articoli scientifici|Albert Einstein/Citazioni su Albert Einstein}} ==Citazioni di Albert Einstein== {{vedi anche|La descrizione quantica della realtà può essere considerata completa?|L'evoluzione della fisica|Lettera Einstein-Szilárd}} *{{NDR|[[Ultime parole famose]]}} Attualmente non c'è la benché minima indicazione in merito a quando questa energia {{NDR|l'[[energia nucleare]]}} sarà ottenibile o se sarà ottenibile del tutto. Essa infatti presupporrebbe una disintegrazione dell'atomo a comando – una frantumazione dell'atomo, e fino ad oggi ci sono davvero poche evidenze che questo sarà mai possibile. Osserviamo la disintegrazione atomica solo dove è la Natura stessa a presentarla, come nel caso del radio, la cui attività dipende dalla continua decomposizione esplosiva del suo atomo. Tuttavia, possiamo soltanto stabilire la presenza di questo processo, mentre non siamo ancora in grado di riprodurlo e, alla luce dello stato attuale della Scienza, sembra quasi impossibile che potremo mai riuscirci. :''At present there is not the slightest indication of when this energy will be obtainable, or whether it will be obtainable at all. For it would presuppose a disintegration of the atom effected at will – a shattering of the atom. And up to the present there is scarcely a sign that this will be possible. We observe atomic disintegration only where Nature herself presents it, as in the case of radium, the activity of which depends upon the continual explosive decomposition of its atom. Nevertheless, we can only establish the presence of this process, but cannot produce it; Science in its present state makes it appear almost impossible that we shall ever succeed in so doing.''<ref group="fonte">{{en}} Da una conversazione del 29 marzo 1920; riportata in Alexander Moszkowski, ''Einstein The Searcher: His Work Explained from Dialogues with Einstein'', Routledge, 2014, [https://books.google.it/books?id=BmyLAwAAQBAJ&pg=PA24 p. 24]. ISBN 9781317698951</ref> *C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misurazione e che in linea di principio si descrive con i mezzi di espressione della fisica [...]. Questa tesi sulla realtà non ha il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un programma. :''Es gibt so etwas wie den «realen Zustand» eines physikalischen Systems, was unabhängig von jeder Beobachtung oder Messung objektiv existiert und mit den Ausdrucksmitteln der Physik im Prinzip beschrieben werden kann'' [...]''. Diese These der Realität hat nicht den Sinn einer an sich klaren Aussage, wegen ihrer «metaphysischen» Natur; sie hat eigentlich nur programmatischen Charakter.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in [[Louis de Broglie]], ''Louis de Broglie und die Physiker'', Claasen Verlag, 1955; citato in Erhard Scheibe, ''Die Philosophie der Physiker'', C.H. Beck, 2007, [https://books.google.it/books?id=6aZKWtvte98C&pg=PA277 p. 277]. ISBN 3406547885</ref> *Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà. :''Was mich eigentlich interessiert, ist, ob Gott die Welt hätte anders machen können; das heißt, ob die Forderung der logischen Einfachheit überhaupt eine Freiheit lässt.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 72. Citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA124 p. 124]. ISBN 1400840872</ref> *[[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] a me ha dato più di qualunque scienziato, più di [[Carl Friedrich Gauss|Gauss]]. :''Dostojewski gives me more than any scientist, more than Gauss!''<ref group="fonte">{{en}} Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 185.</ref> [[File:Einstein1921 by F Schmutzer 2.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *È la teoria a decidere che cosa possiamo osservare.<ref group="fonte">1926; citato in Werner Heisenberg, ''Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti: 1920-1965'', p. 87; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 229. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *{{NDR|Riferito al [[modulor]] di [[Le Corbusier]]}} È una scala di proporzioni che rende difficile [produrre] il brutto e facile il bello.<ref>Altre fonti successive riportano che la citazione sia riferita, in realtà, alla [[sezione aurea]]. {{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 120, ISBN 9788858025857.</ref> :''It is a scale of proportions that makes the bad difficult and the god easy.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Le Corbusier]], ''The Modulor and Modulor 2'', Springer Science & Business Media, 2004 (1954), [https://books.google.it/books?id=exnMTOE_t-EC&pg=PA58 p. 58]. ISBN 3764361883</ref> *Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. :''Insofern sich die Sätze der Mathematik auf die Wirklichkeit beziehen, sind sie nicht sicher, und insofern sie sicher sind, beziehen sie sich nicht auf die Wirklichkeit.''<ref group="fonte">{{de}} Da ''Geometrie und Erfahrung'', versione estesa di una lezione tenuta presso l'Accademia Prussiana delle Scienze di Berlino, 27 gennaio 1921; riportata su ''[http://wikilivres.ca/wiki/Geometrie_und_Erfahrung Wikilivres.ca]''.</ref> *Ho pensato ai problemi [[Meccanica quantistica|quantistici]] cento volte di più che alla teoria della relatività generale.<ref group="fonte">Da una dichiarazione a Otto Stern; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 340. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che [[Problema dell'esistenza di Dio|Dio non esiste]]. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni. :''In view of such harmony in the cosmos which I, with my limited human mind, am able to recognize, there are yet people who say there is no God. But what really makes me angry is that they quote me for the support of such views.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in [[Uberto di Löwenstein-Wertheim-Freudenberg]], ''Towards the Further Shore'', Victor Gollancz, Londra, 1968, p. 156; citato anche in M. Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *L'[[uomo|essere umano]] è una parte di quel tutto che noi chiamiamo "[[Universo]]", una parte limitata nello spazio e nel tempo. L'uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria [[coscienza]]. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l'unico scopo di un'autentica [[religione]]. Non per alimentare l'illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente. :''A human being is a part of the whole, called by us "Universe," a part limited in time and space. He experiences himself, his thoughts and feelings as something separate from the rest — a kind of optical delusion of his consciousness. The striving to free oneself from this delusion is the one issue of true religion. Not to nourish the delusion but to try to overcome it is the way to reach the attainable measure of peace of mind.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Robert S. Marcus, 12 febbraio 1950; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2011/11/delusion.html LettersofNote.com]''.</ref> *La consolante filosofia (o religione?) di [[Werner Heisenberg|Heisenberg]] e [[Niels Bohr|Bohr]] e così ben congegnata che, per il momento, offre ai suoi credenti un soffice cuscino di piume dal quale non è facile staccarli. E allora lasciamoceli riposare.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 31 maggio 1928; citato in Manjit Kumar, ''Quantum'', traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2017, p. 274. ISBN 978-88-04-60893-6</ref> *La musica di [[Mozart]] è così pura e bella che la considero un riflesso della bellezza interna dell'universo stesso. :''Mozarts Musik ist so rein und schön, dass ich sie als die innere Schönheit des Universums selbst ansehe.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in Armin Hermann, ''Albert Einstein'', Piper, München 1994; citato in Alice Calaprice, ''Einstein sagt'', Piper-Verlag, München, Zürich, 1996, p. 225. ISBN 3-492-03935-9</ref> *La parola Dio per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la [[Bibbia]] una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, per quanto sottile, può per me cambiare questo fatto. Per me la [[ebraismo|religione ebraica]], così come tutte le altre [[religione|religioni]], è una incarnazione delle più infantili superstizioni. :''The word God is for me nothing more than the expression and product of human weakness, the Bible a collection of honorable, but still purely primitive, legends which are nevertheless pretty childish. No interpretation, no matter how subtle, can change this for me. For me the Jewish religion like all other religions is an incarnation of the most childish superstition.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a Erik Gutkind, 3 gennaio 1954; riportata su ''[http://www.lettersofnote.com/2009/10/word-god-is-product-of-human-weakness.html Lettersofnote.com]''.</ref> *Quando mi domando come mai sia stato proprio io ad elaborare la teoria della relatività, la risposta sembra essere legata a questa particolare circostanza: un normale adulto non si preoccupa dei problemi dello spaziotempo, tutte le considerazioni possibili in merito alla questione sono già state fatte nella prima infanzia, secondo la sua opinione. Io, al contrario, mi sono sviluppato così lentamente che ho cominciato a interrogarmi sullo spazio e sul tempo solo dopo essere cresciuto e di conseguenza ho studiato il problema più a fondo di quanto un normale bambino avrebbe fatto. :''When I ask myself how it happened that I in particular discovered the relativity theory, it seems to lie in the following circumstance. The normal adult never bothers his head about spacetime problems. Everything there is to be thought about it, in his opinion, has already be done in early childhood. I, on the contrary, developed so slowly that I only began to wonder about space and time only when I was already grown up. In consequence I probed deeper into the problem than an ordinary child would have done.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Carl Seelig, ''Albert Einstein: A Documentary Biography'', Staples Press, 1956, pp. 70-71; citato in Jürgen Neffe, ''Einstein: A Biography'', traduzione di Shelley Frisch, Macmillan, 2007, [https://books.google.it/books?id=B8K6n177ZwcC&pg=PA27 p. 27]. ISBN 1429997389</ref> *{{NDR|A [[Erwin Schrödinger]]}} Sei l'unica persona con cui mi piace avere discussioni. Quasi tutti passano dalla teoria ai fatti, e non dai fatti alla teoria. Le persone sono incapaci di uscire dall'insieme dei concetti ammessi e continuano a girarci intorno in modo grottesco. :''You are the only person with whom I am actually willing to come to terms. Almost all the other fellow do not look from the facts to the theory but from the theory to the facts; they cannot extricate themselves from a once accepted conceptual net, but only flop about in it in a grotesque way.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]] del 1935, a proposito di una discussione in merito all'[[interpretazione di Copenaghen]]; citato in Walter John Moore, ''A Life of Erwin Schrödinger'', Cambridge University Press, 1994, [https://books.google.it/books?id=n6XZlrJxgFkC&pg=PA217 p. 217]. ISBN 0521469341</ref> *{{NDR|Gli [[ateismo|atei]] fanatici}} Sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro il tradizionale "oppio dei popoli" – non sopportano la musica delle sfere. :''They [fanatical atheists] are like slaves who are still feeling the weight of their chains which they have thrown off after hard struggle. They are creatures who—in their grudge against the traditional "opium for the people"—cannot bear the music of the spheres.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a un destinatario non identificato, 7 agosto 1941; Archivio Einstein 54-927; citato in Max Jammer, ''Einstein and Religion: Physics and Theology'', Princeton University Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=58HQXMp1ESwC&pg=PA97 p. 97]. ISBN 1400840872</ref> *Sono sicuro che è più facile imparare la [[matematica]] che non il [[baseball]].<ref group="fonte">Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', ''Dalai Editore'', 1992, p. 56. ISBN 88-8598-826-2</ref><br />Sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.<ref>Come racconta lo stesso [[Moe Berg]] nella sua biografia ''Moe Berg: Athlete, Scholar, Spy'', nel settembre del 1941 sull<nowiki>'</nowiki>''Atlantic Monthly'' venne pubblicato un suo articolo, ''[http://www.loa.org/images/pdf/Berg_Pitchers_Catchers.pdf Pitchers and Catchers]'' (''Lanciatori e ricevitori''), successivamente nel dicembre 1946 Pocket Books raccolse alcuni articoli pubblicati sull'''Atlantic Monthly'' e tra gli articoli selezionati vi era sia quello di Berg, sia un saggio di Einstein sulla bomba atomica (probabilmente ''Atomic War or Peace'' del novembre 1945). Quando Berg andò a trovare Einstein nella sua casa a Princeton, lo scienziato gli disse: «Ho letto la sua storia sul magazine, Signor Berg. Mi insegni a ricevere, e io le insegnerò la matematica.» («''I've read your story in the magazine, Mr Berg. You teach me to catch and I'll teach you mathematics.''») Nel libro l'aneddoto si conclude così ma Berkow nel suo articolo ne riporta la continuazione. Einstein infatti poco dopo disse: «Oh lasci stare, sono sicuro che lei imparerebbe la matematica prima che io possa imparare il baseball.» («''But let's forget about it, beacuse I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''») {{Cfr}}:<br /> *{{en}} Nicholas Dawidoff, ''The Catcher Was a Spy: The Mysterious Life of Moe Berg'', Knopf Doubleday Publishing Group, 2011, [https://books.google.it/books?id=kAHo0DTDC_UC&pg=PA250 p. 250]. ISBN 0307807096<br /> *{{en}} Harold U. Ribalow e Meir Z. Ribalow, ''The Growing Legend of Moe Berg '23'', ''Princeton Alumni Weekly'', 1 giugno 1984, [https://books.google.it/books?id=GhJbAAAAYAAJ&pg=RA17-PA30 p. 30].</ref> :[...] ''I'm sure you'd learn mathematics faster I'd learn baseball.''<ref group="fonte">{{en}} Aneddoto riportato da [[Moe Berg]] e citato da [[Ira Berkow]] in ''[https://news.google.com/newspapers?nid=1356&dat=19770519&id=AYlPAAAAIBAJ&sjid=ogUEAAAAIBAJ&pg=7023,5035611&hl=it Moe Berg: Not a n-Of-The-Mill Ball Player]'', ''Ocala Star-Banner'', 19 maggio 1977.</ref> ===''Pensieri di un uomo curioso''=== *Conosco ormai l'incostanza di tutti i rapporti umani e ho imparato a isolarmi dal freddo e dal caldo in modo da garantirmi comunque un buon equilibrio termico.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 10 marzo 1917; Archivio Einstein 39-680.</ref> (p. 29) *Personalmente ho provato il piacere più grande a contatto con le [[opera d'arte|opere d'arte]]. Mi danno una felicità che non riesco a trovare altrove.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 184.</ref> (p. 30) *Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la [[Germania]] dirà che sono tedesco e la [[Francia]] che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.<ref group="fonte">Da un discorso in Sorbona alla Società filosofica francese, 6 aprile 1922; riportato dalla stampa francese, 7 aprile 1922, Archivio Einstein 36-378; riportato in ''Berliner Tageblatt'', 8 aprile 1922, Archivio Einstein 79-535.</ref> (p. 31) *Per punirmi del mio disprezzo per l'[[autorità]], il destino ha fatto di me un'autorità.<ref group="fonte">Aforisma per un amico, 18 settembre 1930; Archivio Einstein 36-598; citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. 24.</ref> (p. 31) *Non mi preoccupo mai del [[futuro]], arriva sempre abbastanza presto.<ref group="fonte">Aforisma del 1945 o 1946, Archivio Einstein 36-570.</ref> (p. 34) *Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente [[curiosità|curioso]].<ref group="fonte">Da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952, Archivio Einstein 39-013.</ref> (p. 34) *Se tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita, non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è ancora possibile.<ref group="fonte">Al ''Reporter Magazine'', 18 novembre 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 613.</ref> (p. 36) *Dio mi ha dato la cocciutaggine di un [[mulo]] e il fiuto di un buon segugio.<ref group="fonte">Citato in G.J. Whitrow, ''Einstein: The Man and His Achievement'', Dover, New York, 1967.</ref> (p. 37) *Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il dono della [[fantasia]] mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.<ref group="fonte">Ricordato da un amico in occasione del centenario dalla nascita di Einstein, 18 febbraio 1979; citato in ''Einstein and the Humanities'', a cura di Dennis P. Ryan, Greenwood Press, New York, 1987, p. 125.</ref> (p. 37) [[File:Niels Bohr Albert Einstein2 by Ehrenfest.jpg|thumb|Niels Bohr con Albert Einstein]] *{{NDR|A [[Niels Bohr]]}} Poche volte una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza com'è stato il Suo caso.<ref group="fonte">Da una lettera a Niels Bohr, 2 maggio 1920; Archivio Einstein 8-065.</ref> (p. 45) *[[Niels Bohr|Bohr]] è stato qui e sono innamorato di lui quanto te. È come un fanciullo sensibilissimo che si muove in questo mondo in una specie di trance.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 4 maggio 1920; Archivio Einstein 9-486. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 314.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} È veramente un genio [...]. Ho una fiducia totale nel suo modo di pensare.<ref group="fonte">Da una lettera a Paul Ehrenfest, 23 marzo 1922; Archivio Einstein 10-035.</ref> (p. 46) *{{NDR|Su [[Niels Bohr]]}} Esprime le sue opinioni come se brancolasse perennemente nel buio, e mai come chi crede di essere in possesso della verità definitiva.<ref group="fonte">Da una lettera a Bill Becker, 20 marzo 1954; Archivio Einstein 8-109.</ref> (p. 46) *Non credo che la signorina [[Marie Curie|Curie]] sia assetata di potere o di alcunché. È una persona senza pretese e onesta che ha avuto più responsabilità e fatiche del dovuto. Ha un'intelligenza scintillante ma nonostante la sua natura passionale non è tanto carina da rappresentare un pericolo per chicchessia.<ref>A proposito della presunta relazione extraconiugale tra Marie Curie e il fisico francese [[Paul Langevin]], sposato. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 47.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a Heinrich Zangger, 7 aprile 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 303.</ref> (pp. 46 -47) *La signora [[Marie Curie|Curie]] è molto intelligente ma fredda come un'aringa, intendendo con ciò che è assolutamente priva di sentimenti di gioia e di tristezza. Forse l'unico modo in cui esprime i propri sentimenti è quando si scaglia contro le cose che non le piacciono.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Elsa Einstein|Elsa Löwenthal]], 11? agosto 1913; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 465.</ref> (p. 47) *{{NDR|Su [[Sigmund Freud]]}} Il vecchio aveva [...] una visione acutissima: non si lasciava cullare dalle illusioni se non da una fiducia eccessiva nelle proprie idee.<ref group="fonte">Dalla lettera a A. Bacharach; 25 luglio 1949; Archivio Einstein 57-629.</ref> (p. 48) *Credo che [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] abbia avuto la visione più illuminata di tutti i politici del nostro tempo. Dovremmo sforzarci di operare nel suo spirito; di non usare la violenza nel combattere per la nostra causa e di rifiutarci di partecipare a qualsiasi iniziativa che noi crediamo sia volta al male.<ref group="fonte">Dal ''New York Times'', 19 giugno 1950; citato anche in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 110.</ref> (pp. 49-50) *[[Mahatma Gandhi|Gandhi]], il più grande genio politico del nostro tempo [...] ha dimostrato di quali sacrifici è capace l'uomo quando abbia trovato la via giusta.<ref group="fonte">Dalla lettera al congresso delle nazioni asiatiche per la confederazione mondiale, novembre 1952; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 584.</ref> (p. 50) *Il fenomeno [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] è il risultato di una straordinaria forza intellettuale e morale, unita a grande abilità politica e a circostanze eccezionali.<ref group="fonte">Nel 1953; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 594.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Johann Wolfgang von Goethe]]}} Sento in lui un certo atteggiamento di condiscendenza nei confronti del lettore, una certa mancanza di quell'umile dedizione che, soprattutto, nei grandi uomini, ci è di tanto conforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a L. Caspar, 9 aprile 1932; Archivio Einstein 49-380.</ref> (p. 50) *{{NDR|Su [[Heike Kamerlingh Onnes]]}} Si è conclusa una vita che rimarrà sempre modello per le future generazioni [...]. Non ho conosciuto nessun altro per cui il dovere e la gioia erano la stessa e identica cosa. È questa la ragione della sua vita armoniosa.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova del fisico olandese, 25 febbraio 1926; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, pp. 263-264.</ref> (p. 51) *La cosa più importante della filosofia di [[Immanuel Kant|Kant]], mi sembra, sono le sue categorie a priori che servono anche per costruire la scienza.<ref group="fonte">Durante un dibattito alla Société française de Philosophie, luglio 1922; riportato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 51) *Al di fuori della Russia [[Lenin]] e [[Friedrich Engels|Engels]] non sono ovviamente dei pensatori scientifici apprezzati e non potrebbe interessare a nessuno confutarli come tali. Può darsi che lo stesso sia in Russia, ma lì nessuno si azzarda a dirlo.<ref group="fonte">Dalla lettera a K.R. Leistner, 8 settembre 1932; Archivio Einstein 50-877.</ref> (p. 53) *[[Hendrik Lorentz|Lorentz]] è una meraviglia di intelligenza e ha un tatto squisito. Un'opera d'arte vivente! A mio avviso era il più intelligente tra i teorici presenti {{NDR|al Congresso Solvay di Bruxelles}}.<ref group="fonte">Dalla lettera a Heinrich Zangger, novembre 1911; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 305.</ref> (p. 53) *La mia sensazione di inferiorità intellettuale nei Suoi confronti non riesce a rovinare la grande delizia delle nostre conversazioni, soprattutto perché la Sua benevolenza paterna verso tutti noi ci trattiene dal piombare nello sconforto.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hendrik Lorentz]], 18 febbraio 1912; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 5, ''The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914'', a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 360.</ref> (pp. 53-54) *La gente non si rende conto di quale grande influenza abbia avuto [[Hendrik Lorentz|Lorentz]] sullo sviluppo della fisica. Non possiamo immaginare come sarebbe andata se egli non avesse dato tanti contributi impareggiabili.<ref group="fonte">Citato da Robert Shankland in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 39.</ref> (p. 54) *Era così forte in lui il piacere immediato di vedere e capire – l'''amor dei intellectualis'' di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] – che fino in tarda età ha guardato il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, continuando a trovare gioia e appagamento nel capire i nessi tra le cose.<ref group="fonte">Dal necrologio per [[Ernst Mach]]; riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 6, doc. 29.</ref> (p. 54) *[[Ernst Mach|Mach]] era un ottimo studioso della meccanica, ma un pessimo filosofo.<ref group="fonte">Nel 1922; citato in ''Bulletin de la Société française de Philosophie'', n. 22, 1922; ripubblicato in ''Nature'', n. 112, 1923, p. 253.</ref> (p. 55) *Penso sempre a [[Albert Abraham Michelson|Michelson]] come all'artista della scienza. Sembrava trarre la massima gioia dalla bellezza dell'esperimento in sé e dall'eleganza del metodo utilizzato.<ref group="fonte">Dalla lettera a Robert Shankland, 17 settembre 1953; Archivio Einstein 17-203.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Le sue idee lungimiranti e grandiose conserveranno per tutti i tempi il loro significato unico; su di esse si basa l'intero edificio dei nostri concetti nell'ambito delle scienze della natura.<ref group="fonte">Dalla dichiarazione al ''Times'' di Londra, 28 novembre 1919.</ref> (p. 55) *Per me, i più grandi geni sono stati [[Galileo Galilei|Galileo]] e Newton. In un certo senso mi sembrano formare un'unità nella quale è stato Newton a compiere l'impresa più prodigiosa in campo scientifico.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 40.</ref> (p. 55) *{{NDR|Su [[Isaac Newton]]}} Nella stessa persona erano riuniti lo sperimentatore, il teorico, l'artigiano e, in misura non minore, il maestro nell'arte di esporre.<ref group="fonte">Dall'introduzione a Isaac Newton, ''Opticks'', edizione McGraw-Hill, 1932.</ref> (p. 56) *Come sarebbe diverso, e come sarebbe meglio per l'umanità se ci fosse più gente come lui [...]. Sembra che in ogni tempo e su ogni continente le personalità più eccelse siano costrette a stare in disparte, incapaci di influenzare gli avvenimenti del mondo.<ref group="fonte">Dalla lettera alla vedova di [[Max Planck]], 10 novembre 1947; Archivio Einstein 19-406.</ref> (p. 57) *{{NDR|Su [[Max Planck]]}} Era una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto [...] ma non capiva proprio niente di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se sarebbe stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazione. Se avesse capito davvero {{NDR|la teoria della relatività}}, avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275.</ref> (p. 57) *In qualsiasi momento quest'uomo ci avesse lasciato, avremmo provato un senso di perdita irreparabile [...]. Possa egli avere un'influenza duratura sul cuore e sulla mente degli uomini!<ref group="fonte">Dalla dichiarazione alla morte di [[Franklin Delano Roosevelt]] in ''Aufbau'', New York, 27 aprile 1945.</ref> (p. 58) *La lucidità, la convinzione e l'imparzialità che nei Suoi libri Lei applica alle questioni logiche, filosofiche e umane non hanno parallelo nella nostra generazione.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Bertrand Russell]], 14 ottobre 1931; Archivio Einstein 33-155, 75-544; citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 369.</ref> (p. 58) *{{NDR|Sulle polemiche seguite al conferimento di un incarico accademico a [[Bertrand Russell]] alla City University di New York}} I grandi spiriti hanno sempre incontrato la violenta ostinazione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere chi, rifiutando di inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali, scelga invece di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà.<ref group="fonte">Citato nel ''New York Times'', 13 marzo 1940. Citato in Paul Edwards, ''Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York'', 1957.</ref> (pp. 58-59) *{{NDR|Su [[Albert Schweitzer]]}} È l'unico occidentale che abbia avuto sull'attuale generazione un'influenza morale paragonabile a quella di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]]. Come nel caso di Gandhi, la portata della sua influenza è dovuta soprattutto all'opera esemplare alla quale ha dedicato la vita.<ref group="fonte">Da una dichiarazione inedita del 1953 destinata in origine al libro ''Mein Weltbild'' (''Come io vedo il mondo''); citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 296.</ref> (p. 59) *[[Baruch Spinoza|Spinoza]] è una delle personalità più profonde e pure che la nostra stirpe ebraica abbia mai prodotto.<ref group="fonte">Da una lettera del 1946; citato in Friedrich Dürrenmatt, ''Albert Einstein: Ein Vortag'', Diogenes, Zurigo, 1979, p. 22.</ref> (p. 59) *Rimane per molti versi il primo profeta del nostro tempo [...]. Non c'è oggi nessuno che abbia il profondo discernimento e la forza morale di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]].<ref group="fonte">Dall'intervista ''Peace Must Be Waged'', ''Survey Graphic'', agosto 1934; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 261.</ref> (p. 59) *{{NDR|Su [[Chaim Weizmann]]}} L'eletto del popolo eletto.<ref group="fonte">Dalla lettera a Chaim Weizmann, 27 ottobre 1923; Archivio Einstein 33-366.</ref> (p. 60) *[Il [[sionismo]]] è un nazionalismo il cui obiettivo non è il potere ma la dignità.<ref group="fonte">Da un articolo sul ''New York Times Magazine'', 12 marzo 1944; Archivio Einstein 29-102.</ref> (p. 65) *La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire ciò che l'alunno ''non'' sa, mentre la vera arte del fare domande mira a scoprire ciò che l'alunno sa o che è capace di sapere.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 65.</ref> (p. 69) *È per me una grande gioia avere un figlio che ha ereditato il tratto principale del mio carattere: la capacità di elevarsi al di sopra della mera esistenza e di sacrificarsi a lungo per uno scopo che la trascende. Questo è il modo migliore, anzi l'unico attraverso il quale riusciamo a renderci indipendenti dalla nostra sorte individuale e dagli altri esseri umani.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Hans Albert Einstein]]], 1° maggio 1954; citato in Roger Highfield e Paul Carter, ''The Private Lives of Albert Einstein'', Faber and Faber, Londra, 1993, p. 258.</ref> (p. 80) *La [[Germania]] ha avuto la sventura di venir avvelenata prima dalla ricchezza e poi dalla povertà.<ref group="fonte">Aforisma del 1923; Archivio Einstein 36-591.</ref> (p. 82) *Mi sento talmente parte di tutto ciò che vive che non m'importano per niente l'inizio e la fine dell'esistenza concreta di una singola persona in questo flusso eterno.<ref group="fonte">Da una lettera a Hedwig Born, moglie di [[Max Born]], 18 aprile 1920; Archivio Einstein 31-475; citato in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 36.</ref> (p. 86) *La nostra [[morte]] non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.<ref group="fonte">Da una lettera alla vedova di [[Heike Kamerlingh Onnes]], 25 febbraio 1926; Archivio Einstein 14-389.</ref> (p. 87) *A chi è piegato dall'età, la [[morte]] verrà come un sollievo. Lo sento molto fortemente ora che sono arrivato io stesso alla vecchiaia, e a considerare la morte come un vecchio debito che è giunto il momento di pagare. Ma istintivamente, facciamo di tutto per ritardare quest'ultimo adempimento. Così la natura si diverte a giocare con noi.<ref group="fonte">Da una lettera a un amico nel 1954 o 1955; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 616.</ref> (p. 88) *{{NDR|Ogni tentativo di liberare le grandi forze della materia}} è un po' come sparare agli uccelli di notte in un posto dove gli uccelli sono rarissimi.<ref group="fonte">Da una conferenza stampa del 1935; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 290.</ref> (p. 90) {{NDR|[[ultime parole famose]]}} *Non è degno di una grande nazione stare a guardare mentre piccoli paesi dalla grande cultura vengono distrutti con cinico disprezzo.<ref group="fonte">Da un messaggio a un raduno per la pace al [[Madison Square Garden]], New York, 5 aprile 1938; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 279.</ref> (p. 91) *La forza organizzata si può combattere soltanto con la forza organizzata. Per quanto ciò mi dispiaccia moltissimo, non c'è altro modo.<ref group="fonte">Da una lettera a uno studente pacifista, 14 luglio 1941; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 319.</ref> (p. 91) *Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le [[guerra|guerre]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Philippe Halsmann]], 1947.</ref> (p. 94) *Se ha successo {{NDR|il tentativo di produrre una [[bomba all'idrogeno]]}}, l'avvelenamento radioattivo dell'atmosfera e quindi la distruzione di qualsiasi vita sulla terra rientrerà nell'ambito di ciò che è tecnicamente fattibile.<ref group="fonte">Da una trasmissione televisiva di [[Eleonor Roosevelt]], 13 febbraio 1950; ristampato in ''Ideas and Opinions'', Crown, New York, 1954, pp. 159-161.</ref> (p. 95) *Dal mio punto di vista, uccidere in [[guerra]] non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.<ref group="fonte">Citato nella rivista giapponese ''Kaizo'', autunno 1952.</ref> (p. 95) *Ho fatto un errore, nella vita, quando ho firmato quella lettera {{NDR|''[[Lettera Einstein-Szilárd]]''}} al presidente [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] chiedendo che venisse costruita la bomba atomica. Ma forse mi si potrà perdonare: infatti tutti noi eravamo convinti che fosse altamente probabile che i tedeschi riuscissero a costruirla, e a usarla per diventare la razza padrona.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Linus Pauling]], ricopiata dal proprio diario; citato nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International, 1991; citato anche da Ted Morgan in ''FDR'', Simon and Schuster, New York, 1985.</ref> (p. 97) *Chi ha cari i valori della [[cultura]] non può non essere pacifista.<ref group="fonte">Da un manuale sul pacifismo, ''Die Friedensbewegung'', 1922.</ref> (p. 98) *Il mio [[pacifismo]] è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.<ref group="fonte">A Paul Hutchinson, direttore del ''Christian Century'', luglio 1929; citato in ''Einstein on Peace'', a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 98.</ref> (p. 99) *Non sono mai stato [[comunismo|comunista]], ma se lo fossi stato non me ne vergognerei.<ref group="fonte">Da una lettera a Lydia B. Hewes, 10 luglio 1950; Archivio Einstein 59-984.</ref> (p. 105) *Tutto è determinato [...] da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l'insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.<ref group="fonte">Dal ''Saturday Evening post'', 26 ottobre 1929; citato in Ronald W. Clark, ''Einstein: The Life and Times'', Cromwell, New York, 1971, pp. 346-347.</ref> (p. 110) *Credo nel [[Dio]] di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani.<ref group="fonte">Da un telegramma a un giornale ebraico, 1929.</ref> (p. 110) *Esiterei a dire che saranno la [[filosofia]] e la ragione a guidare le azioni umane in un futuro prevedibile; comunque rimarranno, come sempre un bellissimo santuario per gli eletti.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Benedetto Croce]], 7 giugno 1944; Archivio Einstein 34-075; citato in [[Abraham Pais]], ''Einstein Lived Here'', Oxford University Press, Oxford, 1982, p. 122.</ref> (p. 116) *Leggo spesso la [[Bibbia]], ma il suo testo originale mi è rimasto inaccessibile.<ref>Riferito al fatto che non conosceva l'ebraico. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 116.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a H. Friedmann, 2 settembre 1945.</ref> (p. 116) *Non cerco di immaginare un [[Dio]]; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.<ref group="fonte">Da una lettera a S. Flesch, 19 aprile 1954; Archivio Einstein 30-1154.</ref> (p. 119) *Senza un contatto con la scienza l'[[epistemologia]] diventa uno schema vuoto. La scienza senza epistemologia, se pure la si può concepire, è primitiva e confusa.<ref group="fonte">Da ''Reply to Criticism''; in ''Albert Einstein: Philosopher-Scientist'', a cura di Paul Schilpp, Library of Living Philosophers, Evanston, 1949, p. 684.</ref> (p. 120) *Non è come se tutta la [[filosofia]] fosse scritta con il miele? A prima vista, sembra chiara, ma quando la si guarda di nuovo, è scomparsa e resta solo la pappa.<ref group="fonte">Citato in Ilse Rosenthal-Schneider, ''Reality and Scientific Truth'', Wayne State University Press, Detroit, 1980, p. 90.</ref> (p. 120) *La mia [[religione]] consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito, il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di [[Dio]], la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell'universo incomprensibile.<ref group="fonte">Citato nel necrologio del ''New York Times'', 19 aprile 1955.</ref> (p. 121) *Più la teoria dei [[Meccanica quantistica|quanti]] ha successo e più sembra una sciocchezza.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 20 maggio 1912.</ref> (p. 123) *In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta!<ref>In risposta alla domanda di uno studente su cosa avrebbe detto se la teoria della relatività generale non fosse stata confermata dalle misurazioni astronomiche. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref><ref group="fonte">Nel 1919, Archivio Einstein 33-257.</ref> (p. 124) *Il Signore è sottile, ma non malizioso.<ref>Einstein era a Princeton per una serie di conferenze e aveva sentito dire che un risultato sperimentale (poi rivelatosi sbagliato) contraddiceva la sua teoria gravitazionale. La frase è stata variamente interpretata per alcuni significa che la natura, con quel suo essere sottile, nasconde i propri segreti; per altri che la natura può giocare brutti scherzi ma non bara. La frase è stata poi incisa sul caminetto del salotto della facoltà di fisica. {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 125.</ref><ref group="fonte">Da una battuta rivolta a Oscar Veblen alla Princeton University nel maggio 1921.</ref> (p. 125) :''Raffiniert ist der Herr Gott, aber boshaft ist Er nicht.'' *La [[natura]] nasconde i propri segreti perché è sublime, non perché imbroglia.<ref group="fonte">Aforisma scritto a mano in tedesco; citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 190.</ref> (p. 126) *Ero seduto nell'Ufficio brevetti a Berna quando all'improvviso mi ritrovai a pensare: se una persona cade liberamente, non avverte il proprio peso. Sobbalzai. Questo pensiero semplice mi colpì profondamente e mi spinse verso una teoria della gravitazione.<ref group="fonte">Dalla Conferenza di Kyoto; citato in J. Ishiwara, ''Einstein Koen-Roku'', Tokyo, 1977.</ref> (p. 126) *Lo [[scienziato]] trova la sua ricompensa in ciò che [[Henri Poincaré]] chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte.<ref group="fonte">Dall'epilogo a [[Max Planck]], ''Where Is Science Going?'', Norton, New York, 1932, p. 211.</ref> (p. 128) *Ho imparato una cosa nella mia lunga vita, e cioè che rispetto alla realtà tutta la nostra [[scienza]] è primitiva e infantile, eppure è la cosa più preziosa che abbiamo.<ref group="fonte">Citato in [[Banesh Hoffmann]], ''Albert Einstein: Creator and Rebel'', Viking, New York, 1972, p. V.</ref> (p. 136) *Dalla teoria della relatività consegue che la massa e l'energia sono entrambe manifestazioni diverse di una stessa cosa, una visione abbastanza insolita per la persona media. Inoltre, ''[[E=mc²|E = mc<sup>2</sup>]]'' in cui l'energia è uguale alla massa moltiplicata per la velocità della luce al quadrato, ha mostrato che una piccolissima quantità di massa può convertita in una grandissima quantità di energia... cioè che la massa e l'energia sono di fatto equivalenti.<ref group="fonte">Letto in pubblico, filmato ed inserito nel film su Einstein prodotto dalla Nova Television, 1979. [https://history.aip.org/history/exhibits/einstein/sound/voice1.mp3 Audio originale] disponibile su ''History.aip.org''.</ref> (p. 137) *I bambini non danno retta all'esperienza dei genitori e le nazioni ignorano la storia. Le brutte [[lezione|lezioni]] vanno sempre imparate da capo.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 12 ottobre 1923; Archivio Einstein 36-589.</ref> (p. 138) *Non si può insegnare a un [[gatto]] a non cacciare gli uccellini.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Florence Schneller]], 9 marzo 1936; Archivio Einstein 51-756.</ref> (p. 139) *La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.<ref group="fonte">Dalla lettera a E. Mulder, aprile 1954; Archivio Einstein 60-609.</ref> (p. 140) *Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore.<ref group="fonte">Aforisma scritto il 20 giugno 1927; Archivio Einstein 36-582.</ref> (p. 141) *Soltanto una [[vita]] vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere.<ref group="fonte">Dalla risposta alla domanda dei redattori di ''Youth'', citato nel ''New York Times'', 20 giugno 1932.</ref> (p. 141) *Una [[vita]] che miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce prima o poi a un'amara [[delusione]].<ref group="fonte">Da una lettera a L. Lee, 16 gennaio 1954.</ref> (p. 142) *L'[[amore]] porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.<ref group="fonte">Da una lettera a Marie Winteler, 21 aprile 1986.</ref> (p. 145) *Sono convinto che alcune attività politiche e sociali delle organizzazioni cattoliche siano pregiudizievoli e perfino pericolose per la comunità nel suo insieme, qui e ovunque. Citerò soltanto la lotta contro il controllo delle nascite in un'epoca in cui la [[sovrappopolazione]] è diventata in vari paesi una seria minaccia alla salute della gente e un grave ostacolo a ogni tentativo di organizzare la pace sul pianeta.<ref group="fonte">Nel 1954 a un lettore del ''Brooklyn Tablet'', che si domandava se l'opinione di Einstein su questo tema fosse citata correttamente.</ref> (p. 148) *Non fate mai nulla contro la vostra [[coscienza morale|coscienza]], anche se è lo Stato a chiedervelo.<ref group="fonte">Citato nel necrologio della ''Saturday Review'', 30 aprile 1955.</ref> (p. 148) *La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La [[curiosità]] esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità.<ref group="fonte">Archivio Einstein 38-228.</ref> (p. 149) *La [[curiosità]] è una piantina delicata che, a parte gli stimoli, ha bisogno soprattutto di libertà.<ref group="fonte">Da un ricordo personale di William Miller citato in ''Life'', 2 maggio 1955.</ref> (p. 149) *Quando le donne stanno a casa, si attaccano ai loro mobili [...] continuano a spostarli e a risistemarli. Quando viaggio con una donna, sono l'unico mobile di cui dispone e per tutto il giorno non riesce a impedirsi di spostarmi e di sistemarmi qualcosa.<ref group="fonte">Citato in [[Philipp Frank]], ''Einstein: His Life and Times'', Knopf, New York, 1947, p. 126.</ref> (p. 150) *Mi fa orrore quando una bella [[intelligenza]] è abbinata a una personalità ripugnante.<ref group="fonte">Da una lettera a Jakob Laub, 19 maggio 1909.</ref> (p. 152) *Tutte le grandi conquiste scientifiche nascono dalla conoscenza intuitiva, vale a dire da [[Assioma|assiomi]] a partire dai quali si fanno delle deduzioni [...]. L'[[intuizione]] è la condizione necessaria per la scoperta di questi assiomi.<ref group="fonte">Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, ''Conversation with Einstein'', Horizon Press, New York, 1970, p. 180.</ref> (p. 153) *Ho sempre amato la [[solitudine]], una caratteristica che tende ad accentuarsi con l'età.<ref group="fonte">Da una lettera a E. Marangoni, 1° ottobre 1952; Archivio Einstein 60-406.</ref> (p. 153) *La [[senilità|vecchiaia]] ha i suoi momenti belli.<ref group="fonte">A Margot Einstein; citato in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 298.</ref> (p. 154) *Il [[matrimonio]] è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo.<ref group="fonte">Citato da [[Otto Nathan]], 10 aprile 1982 in un'intervista pubblicata in Jamie Sayen, ''Einstein in America'', Crown, New York, 1985, p. 80.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] non è altro che una schiavitù travestita da civiltà.<ref group="fonte" name=einhaus>Citato anche in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 159.</ref> (p. 157) *Il [[matrimonio]] fa sì che due persone si trattino come oggetti di proprietà e non più come esseri umani liberi.<ref group="fonte" name=einhaus/> (p. 157) *{{NDR|Sul [[proibizionismo]]}} Non bevo, quindi per me fa lo stesso.<ref group="fonte">Durante una conferenza stampa all'arrivo a New York, 1930; incluso nell'''A&E Television Einstein Biography'', VPI International 1991 e nel film su Einstein prodotto da Nova Television, 1979.</ref> (p. 162) *Ho sempre mangiato la [[carne]] con un pizzico di cattiva coscienza.<ref group="fonte">Agosto 1953; Archivio Einstein 60-058.</ref> (p. 165) *È difficile sapere cosa sia la [[verità e bugia|verità]], ma a volte è molto facile riconoscere una [[verità e bugia|falsità]].<ref group="fonte">Da una lettera a Jeremiah McGuire, 24 ottobre 1953; Archivio Einstein 60-483.</ref> (p. 166) {{int|Aggiunte nelle successive edizioni della versione in lingua inglese|Da ''Ultimate Quotable Einstein'', 2010|h=4}} [[File:Albert Einstein and Charlie Chaplin - 1931.jpg|thumb|«''Persino Chaplin mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio.''»]] *Persino [[Charlie Chaplin|Chaplin]] mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio. (1931?)<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Even Chaplin looks at me like I'm some kind of exotic creature and doesn't know what to make of me. In my room he acted as if he were being brought into a temple.''<ref group="fonte">{{en}} Ricordato da [[Konrad Wachsmann]]; citato in Michael Grüning, ''Ein Haus für Albert Einstein'', Verlag der Nation, Berlino, 1990, p. 145.</ref> (p. 116) *[[Immanuel Kant|Kant]] è una specie di autostrada con tante, tante pietre miliari. Poi arrivano tutti i cagnolini e ognuno deposita il suo contributo alle pietre miliari.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Kant is sort of a highway with lots and lots of milestones. Then all the little dogs come and each deposits his contribution at the milestones.''<ref group="fonte">{{en}} Frase detta a [[Ilse Rosenthal-Schneider]], 15 settembre 1919.</ref> (p. 129) *La [[sfortuna]] si adatta incommensurabilmente bene al genere umano: meglio del successo.<ref group="fonte" name=laRepubblica>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/16/chaplin-mi-guarda-come-fossi-una-bestia.html Chaplin mi guarda come se fossi una bestia rara]'', ''la Repubblica'', 16 dicembre 2010.</ref> :''Misfortune suits minkind immeasurably better than success.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 24 dicembre 1909.</ref> (p. 174) *Le [[persona|persone]] sono come le [[bicicletta|biciclette]]: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''People are like bicycles. They can keep their balance only as long as they keep moving.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera al figlio [[Eduard Einstein]], 5 febbraio 1930; Archivio Einstein 75-590.</ref> (p. 176) *L'uomo è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e l'[[odio]] non si stanca di afferrare qualsiasi situazione disponibile.<ref group="fonte" name=laRepubblica/> :''Man is born to hate in almost higher measure than to love, and hate does not tire in taking grasp of any aviable situation.''<ref group="fonte">{{en}} Da una lettera a [[Hans Muesham]], 3 aprile 1946; Archivio Einstein 38-352.</ref> (p. 183) *Bisogna spartire il proprio tempo tra la politica e le equazioni. Ma per me, le nostre [[equazione|equazioni]] sono molto più importanti, perché la politica è per il presente, ma le nostre equazioni sono per l'eternità.<ref group="fonte">{{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 108.</ref><ref group="fonte">{{cfr}} AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 30. ISBN 9788858025857</ref> :''One must divide one's time between politics and equations. But our equations are much more important to me, because politics is for the present, while our equations are for eternity.''<ref group="fonte">{{de}} Citato in E. Strauss, ''Assistant bei Albert Einstein'' in ''Helle Zeit, Dunkle Zeit: In Memoriam Albert Einstein'', a cura di Carl Seelig, Europa Verlag, Zurigo, 1956, p. 71.</ref> (p. 308) *{{Ancora|veg|Benché sia stato impedito da circostanze esterne ad osservare una dieta strettamente [[vegetarianismo|vegetariana]], sono stato a lungo un aderente alla causa in linea di principio. Oltre a concordare con gli obiettivi del vegetarianismo per ragioni estetiche e morali, è mia opinione che uno stile di vita vegetariano, per il suo effetto puramente fisico sul temperamento umano, avrebbe la più benefica influenza sulle sorti dell'umanità.}} :''Although I have been prevented by outward circumstances from observing a strictly vegetarian diet, I have long been an adherent to the cause in principle. Besides agreeing with the aims of vegetarianism for aesthetic and moral reasons, it is my view that a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind.''<ref group="fonte">{{en}} 27 dicembre 1930, Archivio Einstein 46-756; 2011.</ref> (p. 453) *Dunque sto vivendo senza grassi, senza carne, senza pesce, ma in questo modo mi sento proprio bene. A me pare sempre che l'uomo non sia nato per essere un carnivoro. :''So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore.''<ref group="fonte">{{en}} 30 marzo 1954, Archivio Einstein 38-435; 2011.</ref> (p. 454) ===''Einstein on Politics''=== *La guerra è vinta, ma la pace no. Le grandi potenze, unite nei combattimenti, sono ora divise nella costruzione della pace. Al mondo era stata promessa la libertà dalla paura, ma in realtà la paura è cresciuta enormemente dalla fine della guerra. Al mondo era stata promessa la libertà dalla miseria, ma gran parte del mondo si trova ad affrontare la fame mentre altri vivono in abbondanza. :''The war is won, but the peace is not. The great powers, united in fighting, are now divided over the peace settlements.''<ref group="fonte" name=CCLXXIII/> ''The world was promised freedom from fear, but in fact fear has increased tremendously since the termination of the war. The world was promised freedom from want, but large parts of the world are faced with starvation while others are living in abundance.''<ref group="fonte">Da ''The War is Won, but the Peace is Not'', 10 dicembre 1945.</ref> (p. 382) *Molte persone hanno indagato su un mio recente messaggio secondo cui "{{Ancora|Problema1|un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere}}." [...] {{Ancora|Problema2|Il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre}}. :''Many persons have inquired concerning a recent message of mine that "a new type of thinking is essential if mankind is to survive and move to higher levels."'' [...] ''Past thinking and methods did not prevent world wars. Future thinking ''must'' prevent wars.''<ref group="fonte">Da ''The real problem is in the hearts of men'', ''New York Times Magazine'', 23 giugno 1946.</ref><ref group="fonte" name=CCLXXIII>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA273 pp. 273].</ref> (p. 383) *Rendo onore a [[Lenin]] come uomo che ha interamente sacrificato se stesso e dedicato tutte le proprie energie alla realizzazione della giustizia sociale. Non considero i suoi metodi funzionali, ma una cosa è certa: uomini come lui sono i guardiani e i restauratori della coscienza dell'umanità. :''In Lenin I honor a man, who in total sacrifice of his own person has committed his entire energy to realizing social justice. I do not find his methods advisable. One thing is certain, however: men like him are the guardians and renewers'' [Erneuerer] ''of mankind's conscience.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso per il quinto anniversario della morte di Lenin, 6 gennaio 1929; Archivio Einstein 47-471.</ref> (p. 413) *Senza la Russia {{NDR|l'[[Unione Sovietica]]}}, questi segugi tedeschi {{NDR|la [[Germania nazista]]}} avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente. :[...] ''without Russia, the German bloodhounds would have already achieved their goal, or would achieve it very soon.'' [...] ''we and our children owe a great debt of gratitude to the Russian people for having experienced such immense losses and suffering.'' [...] ''[Russia's] conduct the war has made obvious her great achievements in all industrial and technical fields.'' [...] ''and in the limitless sacrifice and exemplary self-denial of every single individual, I see proof of a strong and universal will to defend what they have won.'' [...] ''In Russia the equality of all national and cultural groups is not merely nominal but is actually practiced.''<ref group="fonte">{{en}} Dal discorso al Consiglio Ebreo per il sostegno alla guerra Russa, 25 ottobre 1942.</ref> (pp. 453-454) ===Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}''=== *Il primo articolo {{NDR|''[[Albert Einstein/Articoli scientifici#Un punto di vista euristico relativo alla generazione e alla trasformazione della luce|Un punto di vista euristico...]]''}} ha per oggetto la radiazione e le proprietà energetiche della luce ed è decisamente rivoluzionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Conrad Habicht]], 18 o 25 maggio 1905.</ref> (p. 7) *Le cose veramente [[originalità|originali]] si inventano soltanto quando si è giovani, poi si diventa più esperti, più famosi... e più ''stupidi''.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], 6 dicembre 1917.</ref> (p. 305) *{{NDR|Riferito alla [[meccanica quantistica]]}} Quest'orgia impregnata di epistemologia dovrebbe esaurirsi. Ma senza dubbio sorridi di me e pensi che, dopotutto, molte giovani mignotte diventano vecchie bigotte, e che più di un giovane rivoluzionario diventa un vecchio reazionario.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 19 giugno 1935, Archivio Einstein 22-47.</ref> (p. 438) *Il tuo gatto {{NDR|[[paradosso del gatto di Schrödinger]]}} dimostra che siamo in completo accordo sulla tua valutazione del carattere della teoria attuale. Una funzione psi che contiene tanto il gatto vivo quanto il gatto morto non può certo essere considerata una descrizione di uno stato di cose reale.<ref>L'articolo di Schrödinger non era stato ancora pubblicato (29 novembre 1935), ma il fisico austriaco aveva esposto la sua argomentazione in una lettera ad Einstein del 19 agosto 1935. {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', nota a p. 603.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 4 settembre 1935, Archivio Einstein 22-53.</ref> (p. 442) *I fisici contemporanei in qualche modo credono che la teoria quantistica fornisca una descrizione della realtà, e per di più una descrizione ''completa''. Questa interpretazione è, però, confutata nel modo più elegante dal tuo sistema di atomo radioattivo + contatore Geiger + amplificatore + carica esplosiva + gatto in una scatola, in cui la funzione psi del sistema contiene il gatto sia vivo che fatto a pezzi.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Erwin Schrödinger]], 22 dicembre 1950, Archivio Einstein 22-174.</ref> (p. 442) *Breve è questa esistenza, come una visita fugace in una casa sconosciuta. La via da seguire è scarsamente rischiarata dal lume tremolante della coscienza.<ref group="fonte">Dall'elogio funebre di [[Rudolf Ladenburg]], 1° aprile 1952, Archivio Einstein 5-160.</ref> (p. 516) *La cosa strana dell'[[invecchiamento|invecchiare]] è che l'intima identificazione con il qui e ora si va lentamente perdendo. Ci si sente trasposti nell'infinito, più o meno soli.<ref group="fonte">Da una lettera alla regina madre Elisabetta del Belgio, 12 gennaio 1953, Archivio Einstein 32-405.</ref> (pp. 516-517) {{Int|Dall'intervista di [[George Sylvester Viereck]], ''What Life Means to Einstein'', 26 ottobre 1929|Pubblicata su ''The Saturday Evening Post'', p. 17 e successivamente in ''Glimpses of the Great'', Duckworth, 1930, pp. 372-373; tradotta in ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 373.|h=4}} *Il [[nazionalismo]] è una malattia infantile, il morbillo del genere umano.<ref group="fonte">Citato in ''Il lato umano'', p. 37 e in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> *Nessuno può leggere i [[Vangelo|Vangeli]] senza avvertire la presenza reale di [[Gesù]]. La sua personalità pulsa in ogni parola. Nessun mito è così pieno di vita. *{{NDR|«Lei crede in Dio?»}} Non sono un [[ateismo|ateo]]. Il problema è troppo vasto per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bimbetto che entra in un'immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Ma non sa come. Non capisce le lingue in cui sono scritti. Intuisce indistintamente un ordine misterioso nella disposizione dei libri, ma non sa quale sia. Questo, mi sembra, è l'atteggiamento anche del più intelligente degli esseri umani verso [[Dio]]. Vediamo un universo meravigliosamente organizzato che obbedisce a certe leggi, ma comprendiamo solo indistintamente queste leggi. *Sono un determinista. Non credo nel libero arbitrio. Gli ebrei credono nel libero arbitrio. Credono che l'uomo decida della propria vita. Io respingo questa dottrina. Per questo aspetto non sono ebreo. *Sono affascinato dal panteismo di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], ma ammiro ancor di più il suo contributo al pensiero moderno perché è il primo filosofo ad aver trattato corpo e anima come un tutt'uno, e non come due cose separate. *L'[[immaginazione]] è più importante della [[conoscenza]]. La conoscenza è limitata; l'immaginazione racchiude il mondo.<ref>Rispondendo alla domanda: «''Do you trust more to your imagination than to your knowledge?''» («Ti fidi più della tua immaginazione che della tua conoscenza?» {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA12 p. 12].</ref><ref>Citato nell'episodio 2 della prima stagione di ''[[Criminal Minds]]''.</ref><ref group="fonte" name=palaz>Citato in ''[http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/einstein-lha-detto-veramente Einstein l'ha detto veramente?]'', ''PalazzoEsposizioni.it''.</ref> ===Attribuite=== *Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un [[miracolo]]; l'altro come se tutto fosse un miracolo.<ref group="fonte">Citato in Michael J. Gelb, ''Il Genio che c'è in te''.</ref> :''There are only two ways to live your life. One is as though nothing is a miracle. The other is as though everything is.''<ref group="fonte">{{en}} Citato da [[Gilbert Fowler White]] in ''Journal of France and Germany'' (1942–1944); citato in Robert E. Hinshaw, ''Living with Nature's Extremes: The Life of Gilbert Fowler White'', Big Earth Publishing, 2006, [https://books.google.it/books?id=_2qfZRp9SeEC&lpg=PP1&pg=PA62 p. 62]. ISBN 1555663885</ref> ::[[Gilbert Fowler White]] citò questa frase senza tuttavia specificare l'occasione in cui Einstein l'avrebbe pronunciata. *Descrivere ogni cosa in modo scientifico sarebbe possibile, ma assurdo. Non avrebbe senso, sarebbe come descrivere una sinfonia di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] in base alla variazione della pressione dell'onda.<ref name=Curiosoattribuiti>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuiti a Einstein''" del libro ''Pensieri di un uomo curioso''. La stessa curatrice del libro, Alice Calaprice, in ''Introduzione e ringraziamenti'' scrive: «Di alcune citazioni non sono riuscita a rintracciare la fonte sebbene io stessa, o le persone che si sono rivolte a me per saperne di più, abbiamo letto o sentito dire che erano di Einstein. Le ho raccolte alla fine del volume sotto il titolo di ''Attribuiti a Einstein''; spero che i lettori mi sappiano indirizzare ai documenti giusti.»</ref><ref group="fonte">Citato in Max Born, ''Physik im Wandel Meiner Zeit'', Vieweg, Braunschweig, Germania, 1966; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 170.</ref><br />Come si può mettere [[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|la ''Nona'' di Beethoven]] in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'[[universo]] non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.<ref group="fonte">Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori, Milano, 1991, p. 94. ISBN 88-04-34449-0</ref> *I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di consapevolezza che li ha creati.<ref>Citato in Federico Renzo Grayeb, ''Il leader consapevole'', a cura di Patrizia Fogheri, FrancoAngeli, 2014, [https://books.google.it/books?id=JqD9CQAAQBAJ&pg=PA28 p. 28]. ISBN 8891703494</ref> :''The significant problems we face cannot be solved at the same level of thinking we were at when we created them''.<ref name=tuqe/> ::In ''The New Quotable Einstein'', la curatrice Alice Calaprice suggerisce che questa frase attribuita ad Einstein potrebbe essere una parafrasi di due citazioni tratte da un articolo del 1946: «[[#Problema1|Un nuovo tipo di pensiero è essenziale se l'umanità vuole sopravvivere]]» e «[[#Problema2|il pensiero e i metodi passati non hanno impedito le guerre mondiali. Il pensiero futuro ''deve'' prevenire le guerre]]».<ref group="fonte" name=CDLXXVI>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA476 pp. 476-477].</ref> *Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto.<ref group="fonte" name=eco>Dal commento a un libro di [[Franz Kafka]]; citato in [[Umberto Eco]], ''Sei passeggiate nei boschi narrativi'', Saggi Tascabili Bompiani, 1995, pp. 5-6.</ref> :Einstein avrebbe pronunciato questa frase restituendo a [[Thomas Mann]] un libro di [[Franz Kafka]] che gli era stato prestato. L'aneddoto venne riportato da [[Alfred Kazin]].<ref group="fonte" name=eco/> *Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività. :''When you sit with a nice girl for two hours you think it's only a minute, but when you sit on a hot stove for a minute you think it's two hours. That's relativity.'' ::L'aneddoto venne pubblicato per la prima volta sul ''New York Times'' nel marzo del 1929: Einstein in quell'occasione avrebbe detto alla sua segretaria di rispondere così agli intervistatori ansiosi di sapere cosa fosse la relatività. Da allora l'aneddoto è stato riproposto in diverse varianti. Tuttavia la fonte è indiretta, e data e occasione non sono note.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2014/11/24/hot-stove/ Relativity: A Hot Stove and A Pretty Girl]'', ''QuoteInvestigator.com'', 24 novembre 2014.</ref> *Se non posso disegnarlo, non posso capirlo. :''If I cannot picture it, I cannot understand it.''<ref group="fonte">{{en}} Citato in Ian Watson, ''Hydrology: An Environmental Approach'', CRC Press, 1993, sezione C, [https://books.google.it/books?id=08STcsKc6A4C&lpg=PP1&pg=PA137 p. 137]. ISBN 1566700876</ref> ::La citazione venne attribuita ad Einstein da [[John Archibald Wheeler]], ma non sono note le circostanze in cui lo scienziato avrebbe pronunciato tale frase.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.scientificamerican.com/article/pioneering-physicist-john-wheeler-dies/ Pioneering Physicist John Wheeler Dies at 96]'', ''Scientific American.com'', 14 aprile 2008.</ref> *Se non sai spiegarlo a un bambino di sei anni, non l'hai capito neanche tu. :''If you can't explain something to a six-year-old, you really don't understand it yourself''. ::Spesso attribuita a [[Richard Feynman]], forse basata su una citazione simile su come spiegare la scienza ad un barista di [[Ernest Rutherford]]. Ronald W. Clark, nel libro ''Einstein: His Life and Times'', 1972, p. 418, suggerisce che sia stato [[Louis de Broglie]] ad attribuire una frase simile ad Einstein<ref>''To de Broglie, Einstein revealed an instinctive reason for his inability to accept the purely statistical interpretation of wave mechanics. It was a reason which linked him with Rutherford, who used to state that "it should be possible to explain the laws of physics to a barmaid." Einstein, having a final discussion with de Broglie on the platform of the Gare du Nord in Paris, whence they had traveled from Brussels to attend the Fresnel centenary celebrations, said "that all physical theories, their mathematical expressions apart ought to lend themselves to so simple a description 'that even a child could understand them.''</ref>, tratta dal libro di de Broglie ''New Perspectives in Physics'', 1962, p. 184. *Solo due cose sono [[infinito|infinite]], l'[[universo]] e la [[stupidità]] umana, e non sono sicuro della prima.<ref group="fonte">Citato in Matteo Molinari, ''Le formiche e le cicale'', Kowalski Editore IT, 2003, p. [http://books.google.it/books?id=z9bOw1eEQcoC&pg=PA117 p. 117]. ISBN 88-7496-603-2</ref> :''Two things are infinite, as far as we know – the universe and human stupidity.'' (1947) :''Two things are infinite: the universe and human stupidity.'' (1969) :''Two things are infinite, the universe and human stupidity, and I am not yet completely sure about the universe.'' (1969) ::Lo psicoterapeuta [[Fritz Perls]] nel libro ''Ego, Hunger, and Aggression: a Revision of Freud's Theory and Method'' (1947) attribuì la prima versione della citazione in lingua inglese ad un "grande astronomo" non meglio precisato, scrivendo poi nella frase successiva del paragrafo «Einstein ha dimostrato che l'universo è limitato» («''Einstein has proved that the universe is limited''»). Nel libro ''Gestalt Therapy Verbatim'' (1969) lo stesso Perls attribuì una versione più breve della frase (la seconda riportata) ad Einstein: lo scienziato l'avrebbe pronunciata nel corso di una conversazione con lo stesso Perls. Infine nel libro ''In and Out the Garbage Pail'' (1969), Perls attribuì ad Einstein la terza versione della citazione (quella più spesso citata anche in lingua italiana).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/04/universe-einstein/#more-173 Two Things Are Infinite: the Universe and Human Stupidity]'', ''QuoteInvestigator.com'', 4 maggio 2010.</ref> [[File:Albert Einstein photo 1921.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1921]] *Tutto dev'essere reso quanto più semplice possibile. Ma non più semplice di così. :''Everything should be made as simple as possible, but no simpler''. ::Ci sono diverse varianti della stessa frase; [https://quoteinvestigator.com/2011/05/13/einstein-simple/ Quote Investigator] ne fornisce un elenco. *Uno [[stomaco]] vuoto non è un buon consigliere politico.<ref name=Curiosoattribuiti/><ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref> :''An empty stomach is not a good political advisor.'' ::La frase è impropriamente ricavata da una citazione tratta da ''[https://books.google.it/books?id=W2UoAQAAMAAJ Cosmic Religion, with Other Opinions and Aphorisms]'' (Covici-Friede, New York, 1931, p. 107): «''Reduced to a formula, one might say simply that an empty stomach is not a good political adviser. Unfortunately, the corollary also is true—namely, that better political insight has a hard time winning its way as long as there is little prospect of filling the stomach.''» («Riducendo il tutto a una formula, si potrebbe dire semplicemente che uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. Sfortunatamente la logica conseguenza è anch'essa vera e cioè che finché c'è la minima possibilità di riempire lo stomaco, un miglior approccio politico difficilmente avrebbe la meglio»).<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://www.barrypopik.com/index.php/new_york_city/entry/an_empty_stomach_is_not_a_good_political_adviser "An empty stomach is not a good political adviser"]'', ''BarryPopik.com'', 9 giugno 2010.</ref> ===[[Citazioni errate|Errate]]=== *[[Follia]] è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi.<ref>Citato nella [[The Big Bang Theory (quarta stagione)|quarta stagione di ''The Big Bang Theory'']].</ref><ref group="fonte" name=palaz/> :''Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.'' ::La citazione viene spesso attribuita erroneamente ad Einstein e talvolta anche a [[Benjamin Franklin]] e [[Mark Twain]]. In realtà essa proviene da un [http://web.archive.org/web/20121202030403/http://www.amonymifoundation.org/uploads/NA_Approval_Form_Scan.pdf documento del 1981] (p. 11) dei [[w:Narcotici Anonimi|Narcotici Anonimi]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Cara Santa Maria, ''[http://www.huffingtonpost.com/2011/12/20/insanity-definition_n_1159927.html Insanity: The Real Definition]'', ''Huffington Post.com'', 19 febbraio 2012.</ref> Molte fonti<ref group="fonte" name=CDLXXIV>{{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA474 p. 474].</ref> attribuiscono la citazione a [[Rita Mae Brown]], ma ella cita solamente la frase nel suo libro ''Sudden Death'' (Bantam Books, New York, 1983, p. 68). *Il [[diritto internazionale]] esiste soltanto nei manuali di diritto internazionale.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 171.</ref> :''International law exists only in textbooks on international law.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, venne pronunciata in realtà da [[Ashley Montagu]] mentre intervistava lo scienziato.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} Montagu, ''Conversations with Einstein'', Science Digest, luglio 1985; {{en}} Denis Brian, ''The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries'', Basic Books, 2008, [https://books.google.it/books?id=x1BYMA-8oq8C&pg=PA346 p. 346] e ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473]</ref> *L'istruzione è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si era imparato a scuola.<ref group="fonte" name=palaz/> :Sebbene la citazione venga talvolta attribuita allo scienziato, Einstein nel suo saggio ''[[#Sull'istruzione|Sull'istruzione]]'' riporta la citazione attribuendola apertamente ad un anonimo, una persona «arguta» non meglio precisata.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''Il mondo come io lo vedo'', p. 37 e ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA473 p. 473].</ref> *La [[mente]] è come un paracadute. Funziona solo se si apre.<ref group="fonte">Citato in ''Focus Storia'', n. 63, gennaio 2012, p. 77.</ref> :La paternità di questa citazione è incerta: alcune fonti la attribuiscono a [[Thomas Dewar]], altre a [[James Dewar]]. Probabilmente l'ambiguità nasce dal fatto che i due hanno lo stesso cognome e sono vissuti in un periodo storico molto simile. La citazione è stata erroneamente attribuita anche ad Einstein e a [[Frank Zappa]], che appartengono ad un periodo storico successivo e hanno, con tutta probabilità, solamente citato la frase. *La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.<ref group="fonte">Citato in AA.VV., ''Il libro della scienza'', traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 15. ISBN 9788858015001</ref> :La frase corretta è invece "Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione ostinatamente persistente" (''People like us, who believe in physics, know that the distinction between past, present, and future is only a stubbornly persistent illusion''), tratta da una lettera alla famiglia di Michele Besso, marzo 1955, successiva alla morte di quest'ultimo, citata in Freeman Dyson, ''Disturbing the Universe'', 1979, Cap. 17, "A Distant Mirror", p. 193. *La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.<ref>Da ''I fondamenti della fisica teorica'', in ''Pensieri, idee, opinioni'', p. 97.</ref> :Einstein cita esplicitamente [[Gotthold Ephraim Lessing]]. *Le [[coincidenza|coincidenze]] sono il modo di Dio per rendersi anonimo.<ref group="fonte">Citato in Elena Puntaroli, ''Spirale delle emozioni (La): Espandi e colora con gioia la tua vita'', Anima Srl, 2014, [https://books.google.it/books?id=VEJoAwAAQBAJ&pg=RA2-PA95 p. 95]. ISBN 88-6365-242-2</ref> :Le prime attribuzioni note di questa citazione ad Albert Einstein risalgono al 2000, molti anni dopo la sua morte, e non vi è alcuna evidenza che la citazione sia stata ideata da lui.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/04/20/coincidence/ Chance, Coincidence, Miracles, Pseudonyms, and God]'', ''QuoteInvestigator.com'', 20 aprile 2015.</ref> *Niente aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione [[vegetarianismo|vegetariana]].<ref group="fonte">Citato in [[Umberto Veronesi]], ''Perché dobbiamo essere vegetariani'', in Umberto Veronesi e [[Mario Pappagallo]], ''Verso la scelta vegetariana: il tumore si previene anche a tavola'', Giunti Editore, 2011, p. 8. ISBN 978-88-09-76687-7</ref> :Nel libro ''Verso la scelta vegetariana'', [[Umberto Veronesi|Veronesi]] scrive che Einstein «si riporta abbia dichiarato» questa frase. Secondo la IVU (International Vegetarian Union), la frase inglese «''Nothing will'' [...] ''increase chances for survival of life on Earth as much as the evolution to a vegetarian diet''» risulta «completamente non verificata» e «sembra una cattiva traduzione dal tedesco» della frase di Einstein correttamente tradotta in inglese come «''a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind''» (da una lettera del 27 dicembre 1930 a Hermann Huth, editore della rivista ''Vegetarische Warte'', che avrebbe pubblicato la frase originale; fonte a volte erroneamente indicata come ''Vegetarian Watch-Tower''). cfr. la [[#veg|citazione corretta]] di Einstein.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.ivu.org/history/northam20a/einstein.html History of Vegetarianism - North America: early 20th Century - Albert Einstein (1879-1955)]'', ''ivu.org''.</ref> *Non tutto quel che conta può essere contato e non tutto quello che può essere contato conta. :''Not everything that counts can be counted, and not everything that can be counted counts.'' ::La citazione, spesso attribuita ad Einstein, appare per la prima volta nel testo di William Bruce Cameron del 1963, ''Informal Sociology: A Casual Introduction to Sociological Thinking''. Anche se probabilmente una delle due parti della citazione esisteva già in qualche forma differente, Cameron è stato il primo a mettere insieme le due frasi e sembra aver coniato almeno una delle due. Il primo riferimento ad Einstein risale invece al 1986, più di trent'anni dopo la morte dello scienziato, nel libro di business, ''Peak Performance''. In tale libro si affermava che Einstein avesse scritto tale citazione sulla lavagna del suo ufficio all'Institute for Advanced Studies di Princeton. Nello stesso libro, del resto, la citazione veniva attribuita a [[George Pickering]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/05/26/everything-counts-einstein/ Not Everything That Counts Can Be Counted]'', ''QuoteInvestigator.com'', 26 maggio 2010.</ref> *Non so con quali armi si combatterà la [[Terza guerra mondiale]], ma posso dirvi cosa useranno nella quarta: pietre!<ref group="fonte">Da ''Liberal Judaism'', aprile-maggio 1949, p. 12; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 169.</ref><ref>Citato anche in ''[[Call of Duty: Modern Warfare 3]]''.</ref> :La citazione, attribuita talvolta anche a [[Omar Bradley]], apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di [[Walter Winchell]]. In tale articolo venivano riportate le parole di un tenente, che interrogato sulle possibili armi di una futura guerra mondiale, rispose: «''I dunno, but in the war after the next war, sure as Hell, they'll be using spears!''» («Non lo so, ma nella guerra dopo la prossima, sicuro come l'inferno, useranno le lance!»). La frase venne citata in diversi contesti, talvolta con qualche variazione, soprattutto in merito al tipo di arma utilizzata in un'ipotetica quarta guerra mondiale. Ad esempio [[Dean Arthur L. Beeley]], direttore dell'University of Utah's Institute of World Affairs, nel giugno 1947 affermò che probabilmente una quarta guerra mondiale si sarebbe combattuta con «archi e frecce» («''Unless the free people of the earth unite to avert World War III, it is probable — as some sage recently prophesied — that World War IV will be fought with bows and arrows.''»). Nel giugno del 1948, due anni dopo la prima apparizione della citazione, in un articolo su Einstein pubblicato su ''The Rotarian'' si affermava che lo scienziato, interrogato sulle armi potenzialmente utilizzabili nella Terza guerra mondiale, avesse risposto: «''I don't know. But I can tell you what they'll use in the fourth. They'll use rocks!''» («Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!»). Anche nell'articolo ''Einstein at 70'', pubblicato sul periodico ''Liberal Judaism'' nel'aprile 1949 venne attribuita ad Einstein una citazione molto simile a quella riportata su ''The Rotarian''.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2010/06/16/future-weapons/ The Futuristic Weapons of WW3 Are Unknown, But WW4 Will Be Fought With Stones and Spears]'', ''QuoteInvestigator.com'', 16 giugno 2010.</ref> *Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l'attenzione che merita.<ref group="fonte">Citato in ''[http://ilsaggiolibro.it/dieci-consigli-di-albert-einstein/ I dieci consigli di Albert Einstein]'', ''Il Saggio Libro.it''.</ref> :''Any man who can drive safely while kissing a pretty girl is simply not giving the kiss the attention it deserves.''<ref name=tuqe>Queste citazioni sono incluse nella sezione "''Attribuited to Einstein''" del libro ''The Ultimate Quotable Einstein'', ultima edizione del libro noto in Italia come ''Pensieri di un uomo curioso''.</ref> ::La citazione venne attribuita per la prima volta ad Einstein nel 2002 nel libro ''More Sex Talk'', quasi cinquant'anni dopo la morte dello scienziato, si può quindi affermare con ragionevole certezza che tale attribuzione è erronea. La citazione era apparsa per la prima volta nel 1923 in un articolo di un giornale statunitense.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/12/31/kiss/ Anyone Who Can Drive Safely While Kissing Is Simply Not Giving the Kiss the Attention It Deserves]'', ''QuoteInvestigator.com'', 31 dicembre 2015.</ref> *Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano.<br />Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.<ref group="fonte" name=um>{{Cfr}} ''Il lato umano'', pp. 87-88.</ref> :''Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks.'' [...] ''Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.'' ::Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo ''Religion: German Martyrs'', pubblicato sul ''Time Magazine'' del 23 dicembre 1940.<ref group="fonte">L'articolo originale del ''Time Magazine'' è riportato in parte su ''[http://www.drjudithreisman.com/archives/2010/11/religion_german.html DrJudithReisman]''.</ref> La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da ''Time Magazine'', Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal ''Time Magazine'' («''It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.''»).<ref group="fonte">{{Cfr}} *{{en}} [http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html Lettera di Einstein del 1943], ''PBS.org''. *{{en}} Dave Armstrong, ''Science and Christianity: Close Partners or Mortal Enemies?'', Lulu.com, 2012, [https://books.google.it/books?id=XzWcAwAAQBAJ&pg=PA243 p. 243]. ISBN 1105537331 *[https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> Secondo lo scienziato [[William C. Waterhouse]] lo stralcio riportato dal ''Time Magazine'' sarebbe stato estrapolato da un commento casuale rilasciato dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein viveva ancora in Germania. L'opinione di Waterhouse trova conferma in una lettera successiva dello scienziato, risalente al 14 novembre 1950.<br />Si tratta di una lettera di risposta ad una missiva invitagli da un pastore di una chiesa di Brooklyn, l'11 novembre 1950. Nella lettera il pastore ricordò che dopo l'avvento di Hitler, Einstein aveva rilasciato tale dichiarazione (una copia venne allegata alla lettera) e chiese gentilmente ad Einstein di inviargli una copia manoscritta di quel brano. Einstein rispose così: «Sono colpito dal tono generoso e leale della Sua lettera dell'11 novembre. Sono tuttavia un po' imbarazzato. Le parole che Lei cita non sono mie. Poco dopo l'ascesa al potere da parte di Hitler, ebbi un colloquio con un giornalista su questi argomenti. Da allora le mie osservazioni sono state rielaborate ed esagerate: non le riconosco più. Non posso trascrivere in buona fede il brano che Lei mi manda, credendolo mio. L'argomento è ancora più imbarazzante per me perché, come Lei, sono estremamente critico nei confronti degli atteggiamenti e soprattutto delle attività politiche del clero ufficiale nel corso della storia. Quindi il brano, anche se potessi trascriverlo con le mie parole originali (che non ricordo particolareggiatamente) dà un'impressione sbagliata del mio pensiero a riguardo.»<ref group="fonte">''[http://www.skeptic.com/eskeptic/06-01-05 Did Einstein Praise the Church?]'', ''Skeptic.com''.</ref><ref group="fonte" name=um/> *Se l'[[ape]] scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita.<ref>Citato in ''[[E venne il giorno]]'' (2008).</ref> :''If the bee disappears from the surface of the earth, man would have no more than four years to live.'' ::Non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell'anno, la frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d'importazione. È quindi probabile che sia stata creata ''ad hoc'' per avvalorare la protesta.<ref group="fonte">{{Cfr}} ''[http://www.snopes.com/quotes/einstein/bees.asp Einstein on Bees]'', ''Snopes.com'' e ''[http://www.thedailygreen.com/environmental-news/latest/einstein-bees Major Paper Repeats Bogus Einstein Bee Quote]'', ''The Daily Green.com'', 2 luglio 2011.</ref> *Solo coloro che tentano [[assurdo|cose assurde]] possono raggiungere l'impossibile.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.vivizen.com/2014/01/11-lezioni-di-vita-di-albert-einstein.html 11 lezioni di vita di Albert Einstein]'', ''Vivizen.com'', 11 gennaio 2014.</ref> :La prima attribuzione nota allo scienziato risale al 1997, diversi decenni dopo la sua morte. La citazione appartiene in realtà a [[Miguel de Unamuno]] ed è tratta dal suo libro ''Vida de Don Quijote y Sancho'' (1905): «Soltanto chi mette a prova l'assurdo è capace di conquistar l'impossibile.» La citazione viene spesso attribuita erroneamente anche a [[Maurits Cornelis Escher]].<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2015/02/21/impossible/ Only One Who Attempts the Absurd Is Capable of Achieving the Impossible]'', ''QuoteInvestigator.com'', 21 febbraio 2015.</ref> *Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.trn-news.it/portale/index.php/mondo/item/146-albert-einstein--%E2%80%9Ctemo-quel-giorno-in-cui-la-tecnologia-andr%C3%A0-oltre-la-nostra-umanit%C3%A0 Albert Einstein: "Temo quel giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità]'', ''Trn-news.it'', 8 settembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9898 Il giorno che Einstein temeva tanto potrebbe essere arrivato...]'', ''Lantidiplomatico.it'', 22 dicembre 2014.</ref><ref group="fonte">Citato in ''[http://www.sikelianews.it/wps/cultura-e-societa/quante-difficile-guardarsi-negli-occhi-meglio-facebook/ Quant'è difficile guardarsi negli occhi... meglio Facebook!]'', ''SikeliaNews.it'', 5 agosto 2014.</ref> :''I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.'' :''I fear the day when the technology overlaps with our humanity. The world will only have a generation of idiots.'' ::La frase sul web viene spesso citata e attribuita ad Einstein sia in lingua italiana che in lingua inglese (nelle due versioni riportate), soprattutto in relazione al crescente utilizzo dei cellulari e degli smartphone e al loro impatto sulle relazioni sociali. In realtà la frase non appare in nessuno scritto di Einstein, né tanto meno nella raccolta ''The Ultimate Quotable Einstein'' (''Pensieri di un uomo curioso''). Inoltre non vi è alcuna evidenza che Einstein abbia mai fatto una dichiarazione del genere. La frase è stata probabilmente creata ad hoc e risale probabilmente al 2012.<ref group="fonte">{{Cfr}} {{en}} ''[http://quoteinvestigator.com/2013/03/19/tech-surpass/ I Fear the Day That Technology Will Surpass Our Human Interaction]'', ''QuoteInvestigator.com'', 19 marzo 2013.</ref> *Usiamo solo il 10% del nostro cervello.<ref group="fonte" name=palaz/> :''We use only 10 percent of our brain.'' ::La citazione attribuita in diverse forme ad Einstein e, più in generale, la credenza sullo sfruttamento del 10% del cervello sono molto diffuse, ma entrambe false. Per approfondire vedi [[w:Sfruttamento del 10% del cervello|qui]].<ref group="fonte" name=CDLXXIV/> ==''Autobiografia scientifica''== ===[[Incipit]]=== Eccomi qui seduto, all'età di sessantasette anni, per scrivere quello che potrebbe essere il mio necrologio. Lo faccio non solo perché il dottor Schilpp mi ha convinto a farlo, ma perché credo effettivamente che sia bene mostrare a chi opera accanto a noi come appaia retrospettivamente la nostra fatica e la nostra ricerca. Dopo averci riflettuto, capisco che qualsiasi tentativo del genere sarà sempre inadeguato. Per quanto breve e limitata possa essere la propria vita di lavoro, e per quanto grande sia la parte di essa sprecata in errori, esporre ciò che resta e merita d'essere detto è tuttavia difficile, perché l'uomo di oggi, che ha sessantasette anni, non è affatto lo stesso che ne aveva cinquanta, trenta, o venti. Ogni [[ricordo]] appare alla luce del presente, e quindi in una prospettiva ingannevole.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 143.</ref> Questa considerazione potrebbe addirittura fermarmi. Ma dalla propria esperienza si possono estrarre molte cose ancora ignote ad altre coscienze umane. ===Citazioni=== *Così io — benché figlio di genitori (ebrei) completamente irreligiosi — divenni religiosissimo; ma cessai improvvisamente di esserlo all'età di dodici anni. Attraverso la lettura di libri di divulgazione scientifica mi ero convinto ben presto che molte delle storie che raccontava la [[Bibbia]] non potevano essere vere. La conseguenza fu che divenni un accesissimo sostenitore del libero pensiero, accomunando alla mia nuova fede l'impressione che i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi; e fu un'impressione sconvolgente. Da questa esperienza trassi un atteggiamento di sospetto contro ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convinzioni particolari dei diversi ambienti sociali: e questo atteggiamento non mi ha più abbandonato, anche se poi, per una più profonda comprensione delle connessioni causali, abbia perso un po' della sua asprezza primitiva.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 120.</ref> (p. 62) *Che cos'è precisamente il «[[pensiero]]»? Quando, sotto lo stimolo di impressioni sensoriali, affiorano alla mente certe immagini, questo non è ancora «pensiero». E quando queste immagini formano sequenze in cui ciascun termine ne richiama un altro, nemmeno questo è ancora «pensiero». Ma quando una certa immagine ricorre in molte di queste sequenze, allora – proprio attraverso questa interazione – essa diventa un elemento ordinatore, poiché collega tra loro sequenze che di per sé non sarebbero collegate. Un elemento simile diventa uno strumento, un [[concetto]]. Io ritengo che il passaggio dalla libera associazione, o «sogno», al pensiero sia caratterizzato dalla funzione più o meno dominante che assume in quest'ultimo il «concetto». Non è affatto necessario che un concetto sia connesso con un segno riproducibile e riconoscibile coi sensi (una parola); ma quando ciò accade, il pensiero diventa comunicabile. (p. 63) *Per me non c'è dubbio che il nostro pensiero proceda in massima parte senza far uso di segni (parole), e anzi assai spesso inconsapevolmente. Come può accadere altrimenti, che noi ci «meravigliamo» di certe esperienze in modo così spontaneo? Questa «[[meraviglia]]» si manifesta quando un'esperienza entra in conflitto con un mondo di concetti già sufficientemente stabile in noi.<ref group="fonte" name=CLXII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 162.</ref> (p. 64) *Io distinguo da una parte la totalità delle esperienze sensibili, e dall'altra la totalità dei concetti e delle proposizioni che sono enunciati nei libri. I rapporti interni fra i diversi concetti e proposizioni sono di natura logica, e il compito del [[logica|pensiero logico]] è strettamente limitato a stabilire tutte le connessioni interne fra concetti e proposizioni secondo regole ben definite, che sono appunto quelle della logica. I concetti e le proposizioni acquistano «significato», cioè «contenuto», solo attraverso la loro connessione con le esperienze sensibili. Questa connessione è puramente intuitiva, non è essa stessa di natura logica. Ciò che distingue la vuota [[fantasia]] dalla «verità» scientifica è il grado di certezza con cui questa connessione, cioè questa associazione intuitiva, può essere compiuta, e null'altro. (pp. 65-66) *Tutti i [[concetto|concetti]], anche quelli più vicini all'esperienza, sono dal punto di vista logico convenzioni liberamente scelte [...]. (p. 66) *[...] non ero in grado nel campo delle matematiche, di distinguere con chiarezza e con una intuizione sicura ciò che ha importanza fondamentale, che è veramente essenziale, da tutte le rimanenti nozioni più o meno utili. D'altra parte, il mio interesse a conoscere la natura era indiscutibilmente più forte, e da studente non capivo molto bene che la possibilità di conoscere più profondamente i princìpi fondamentali della fisica è legata ai metodi matematici più complicati. Me ne resi conto solo a poco a poco, dopo anni di lavoro scientifico indipendente. Certo, anche la fisica era divisa in diversi rami, ciascuno dei quali avrebbe potuto divorare una breve vita di lavoro senza soddisfare la fame di più profonda conoscenza. Anche qui la massa di dati sperimentali collegati fra loro era enorme. Ma in questo campo imparai subito a discernere ciò che poteva condurre ai princìpi fondamentali da quella moltitudine di cose che confondono la mente e la distolgono dall'essenziale.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 37.</ref> (pp. 67-68) *È un vero miracolo che i metodi moderni di istruzione non abbiano ancora completamente soffocato la sacra curiosità della ricerca: perché questa delicata pianticella, oltre che di stimolo, ha soprattutto bisogno di libertà, senza la quale inevitabilmente si corrompe e muore. È un gravissimo errore pensare che la gioia di vedere e di cercare possa essere suscitata per mezzo della coercizione e del senso del dovere. (p. 68) *Nonostante il rigoglio delle ricerche particolari, in materia di princìpi predominava una rigidezza dogmatica: in origine (se origine vi fu) Dio creò le leggi del moto di Newton insieme con le masse e le forze necessarie. Questo è tutto; ogni altra cosa risulta deduttivamente attraverso lo sviluppo di metodi matematici appropriati.<ref group="fonte" name=CXXXVII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 137.</ref> (p. 69) *[[Isaac Newton|Newton]], perdonami; tu hai trovato la sola via che, ai tuoi tempi, fosse possibile per un uomo di altissimo intelletto e potere creativo. I concetti che tu hai creato guidano ancora oggi il nostro pensiero nel campo della fisica, anche se ora noi sappiamo che dovranno essere sostituiti con altri assai più discosti dalla sfera dell'esperienza immediata, se si vorrà raggiungere una conoscenza più profonda dei rapporti fra le cose.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 75) *Una [[teoria]] è tanto più convincente quanto più semplici sono le sue premesse, quanto più varie sono le cose che essa collega, quanto più esteso è il suo campo di applicazione.<ref group="fonte" name=CXXXVII/> Per questo la [[termodinamica]] classica mi fece un'impressione così profonda. È la sola teoria fisica di contenuto universale che sono certo non sarà mai sovvertita, entro i limiti in cui i suoi concetti fondamentali sono applicabili (dedicato alla speciale attenzione di quelli che sono scettici per principio). (p. 76) *A questo proposito non posso fare a meno di osservare che la coppia [[Michael Faraday|Faraday]]-[[James Clerk Maxwell|Maxwell]] aveva un'intima e notevolissima rassomiglianza con la coppia [[Galileo Galilei|Galileo]]-[[Isaac Newton|Newton]]: il primo di ciascuna coppia afferrava intuitivamente le possibili relazioni, mentre il secondo le formulava esattamente e le applicava quantitativamente. (p. 76) *Davanti a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali che è impossibile costruire un ''perpetuum mobile'' (di prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un siffatto principio risultò da un [[paradossi dai libri|paradosso]] nel quale m'ero imbattuto all'età di sedici anni: se io potessi seguire un raggio di luce a velocità ''c'' (la velocità della luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma nulla del genere sembra possa sussistere sulla base dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno stato di rapidissimo moto uniforme?<br />È chiaro che in questo paradosso è già contenuto il germe della teoria della relatività ristretta. (p. 86) *La [[teoria della relatività]] generale, per conseguenza, procede dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della teoria della relatività particolare, che è un sottogruppo del primo. (pp. 93-94) *La [[fisica]] è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica».<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 445.</ref> Prima dell'avvento della [[fisica]] quantistica, non c'era alcun dubbio in proposito: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella [[fisica quantistica|meccanica quantistica]], la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione ''ψ'' della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice «sì» o «no». Perché? (p. 100) ===[[Explicit]]=== Questa esposizione avrà raggiunto il suo scopo, se avrà mostrato al lettore il legame che unisce gli sforzi d'una vita, e la ragione per cui essi hanno condotto ad aspettative di natura ben definita. ==''Come io vedo il mondo''== [[File:Albert Einstein, by Doris Ulmann.jpg|thumb|Albert Einstein nel 1931]] {{Int|''Il senso della vita''|''The Meaning of Life''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Qual è il [[senso della vita]], o della vita organica in generale? Rispondere a questa domanda implica comunque una religione. Mi chiederete, allora, ha senso porla? Io rispondo che l'uomo che considera la propria vita e quella delle creature consimili priva di senso non è semplicemente sventurato, ma quasi inidoneo alla vita.<ref group="fonte" name=CXIV>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 114.</ref> (p. 163) {{Int|''Il mondo come io lo vedo''|Da ''What I Believe'', ''Forum and Century'', n. 84, 1930, pp. 193-194<ref>Differenti versioni del saggio sono apparse con il titolo di ''[http://www.einstein-website.de/z_biography/credo.html My Credo]'' (''Mein Glaubensbekenntnis'' per la Lega tedesca dei diritti umani, 1932). {{Cfr}} ''The Ultimate Quotable Einstein'', [https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA230 p. 230].</ref>; ristampato con il titolo di ''The World as I See It'' in ''The World as I See It'' e ''Ideas and Opinions''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Quale straordinaria situazione è quella di noi mortali! Ognuno di noi è qui per un breve soggiorno; non sa per quale scopo, sebbene talvolta pensi di percepirlo.<ref group="fonte" name=believe>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 141.</ref> (p. 163) *Cento volte al giorno, ogni giorno, io ricordo a me stesso che la mia vita, interiore ed esteriore, dipende dal lavoro di altri uomini, viventi o morti, e che io devo sforzarmi per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto e continuo a ricevere.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 31-32.</ref> (p. 163) *Considero altresì che la [[vita]] semplice faccia bene a tutti, fisicamente e mentalmente.<ref group="fonte" name=believe/> (p. 163) *Non credo assolutamente nella [[libertà]] dell'uomo in senso filosofico. Ognuno agisce non solo sotto stimoli esterni, ma anche secondo necessità interne. (p. 163) *In questo senso non ho mai considerato non ho mai considerato l'agiatezza e la felicità come fini in se stessi, una tale base etica la ritengo più adatta a un branco di porci. Gli ideali che hanno illuminato il mio cammino, e che via via mi hanno dato coraggio per affrontare la vita con gioia, sono stati la verità, la bontà e la bellezza.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Gli oggetti comuni degli sforzi umani – proprietà, successo pubblico, lusso – mi sono sembrati spregevoli.<ref group="fonte" name=CLXIII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 163.</ref> (p. 164) *Il mio appassionato senso della giustizia sociale e della responsabilità sociale ha sempre contrastato curiosamente con la mia pronunciata libertà dalle necessità di un contatto diretto con altri esseri umani e comunità umane. Vado per la mia strada e non ho mai fatto parte con tutto il cuore del mio paese, della mia città, dei miei amici e neppure della mia famiglia più prossima; rispetto a tutti questi legami non ho mai perso un ostinato senso del distacco, del bisogno di solitudine – un sentimento che aumenta con il passare degli anni.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Il mio ideale politico è la democrazia. Che ogni uomo sia rispettato come individuo e che nessuno venga idolatrato.<ref group="fonte" name=CII>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 102.</ref> (p. 164) *È un'ironia del destino che io stesso sia stato fatto oggetto di eccessiva ammirazione e rispetto dai miei consimili, senza alcun pregio o difetto da parte mia.<ref group="fonte" name=XXXIXXXII/> (p. 164) *Un sistema autocratico di coercizione, secondo me, degenera ben presto. Perché la forza attrae uomini di bassa moralità e io credo che sia una regola invariabili che a tiranni geniali seguano dei farabutti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 150.</ref> (pp. 164-165) *La cosa veramente valida nello spettacolo della vita umana mi pare non lo Stato, ma l'individuo, creativo e sensibile, la personalità; solo lui crea ciò che è nobile e sublime, mentre il branco come tale resta sciocco nella mente e nei sentimenti.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 152.</ref> (p. 165) *Questa immagine mi fa pensare al frutto peggiore della natura del branco, il sistema militare, che io aborrisco. Che un uomo possa trarre piacere dal marciare in formazione sulla scia di una banda basta a farmelo disprezzare.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 99.</ref> È stato fornito del suo grande cervello solo per sbaglio; gli sarebbe bastata la spina dorsale. Questo bubbone della civilizzazione dovrebbe essere estirpato al più presto. L'eroismo comandato, la violenza senza senso e tutto quel pestilenziale nonsenso che va sotto il nome di patriottismo – quanto lo detesto! La [[guerra]] mi pare qualcosa di meschino e spregevole: preferirei essere fatto a pezzi che partecipare a una faccenda così abominevole.<ref group="fonte" name=LXXXIX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 89.</ref> (p. 165) *La cosa più lontana dalla nostra esperienza è ciò che è [[mistero|misterioso]]. È l'emozione fondamentale accanto alla culla della vera arte e della vera scienza. Chi non lo conosce e non è più in grado di meravigliarsi, e non prova più [[stupore]], è come morto, una candela spenta da un soffio.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 157.</ref> Fu l'esperienza del mistero – seppure mista alla paura – che generò la [[religione]]. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più elementari – questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso. (p. 165) *Non posso concepire un [[Dio]] che premia e punisce le sue creature, o che possiede una volontà del tipo che noi riconosciamo in noi stessi. Un individuo che sopravvivesse alla propria morte fisica è totalmente lontano dalla mia comprensione, né vorrei che fosse altrimenti; tali nozioni valgono per le paure o per l'assurdo egoismo di anime deboli.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 165-166) *A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 166) {{Int|''Bene e male''|''Good and Evil''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Per capirci, non sono i frutti della ricerca scientifica a elevare l'uomo e ad arricchire la sua natura, ma lo stimolo a comprendere, il lavoro intellettuale, creativo o ricettivo.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 167) {{Int|''Il valore di un essere umano''|''The True Value of a Human Being''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *''Il vero valore di un [[uomo|essere umano]]'' è determinato, in prima istanza, dalla misura e dal senso in cui ha raggiunto la liberazione dal [[ego|sé]].<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 138.</ref> (p. 167) {{Int|''Società e personalità''|Da ''Society and Personality'', 1932; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Se consideriamo le nostre vite e i nostri sforzi osserviamo, ben presto, che quasi la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all'esistenza di altri esseri umani. Notiamo che la nostra natura somiglia in tutto a quella degli [[animale sociale|animali sociali]]. (p. 167) *[...] siamo obbligati perciò ad ammettere che dobbiamo il nostro principale vantaggio sulle bestie al fatto che viviamo in una società umana. (p. 168) *Senza personalità creative, che pensano e giudicano indipendentemente, il progresso della società è impensabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza il terreno fertile della comunità.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 148-149.</ref> (p. 168) *Nel giro di due settimane masse, come greggi, possono essere portate dai giornali a uno stato di furia eccitata tale che gli uomini sono pronti ad indossare l'uniforme, a uccidere e a farsi uccidere, in nome delle mire inutili di pochi gruppi interessati. Il [[servizio militare]] obbligatorio mi sembra il sintomo più disgraziato di questa mancanza di dignità personale di cui oggi soffre l'umanità civilizzata. (p. 169) {{Int|''Discorso sulla tomba di H.A. Lorentz''|Dal discorso sulla tomba di [[Hendrik Lorentz]], 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} [[File:Einstein en Lorentz.jpg|thumb|upright=1.2|«''La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo. Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile.''» {{NDR|riferito a [[Hendrik Lorentz]]}}]] *La sua vita era organizzata come un'opera d'arte fin nel minimo dettaglio. La sua immancabile gentilezza, la magnanimità e il suo senso della giustizia, uniti ad una comprensione intuitiva della gente e delle cose, lo portavano a essere guida in ogni suo campo.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 54.</ref> Tutti erano contenti di seguirlo perché sentivano che non si esponeva mai per dominare, ma semplicemente per essere utile. (pp. 169-170) {{Int|''Congratulazioni al dottor Solf''|Da ''Congratulations to Dr. Solf'', 25 ottobre 1932, tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[specializzazione]] in ogni campo dell'attività intellettuale sta aprendo un vuoto sempre più vasto fra gli intellettuali e i non specialisti, che rende ancor più difficile per la vita della nazione di venir fertilizzata e arricchita dai risultati ottenuti dall'arte e dalla scienza. Tuttavia il contatto fra l'intellettuale e le masse non deve andare perduto. È necessario, per il progresso della società e non di meno per rinnovare la forza dell'intellettuale; perché il fiore della scienza non cresce nel deserto. (p. 175) {{Int|''Sulla ricchezza''|Da ''Of Wealth'' tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Sono assolutamente convinto che nessuna [[ricchezza]] al mondo possa far avanzare l'umanità, neppure se è nelle mani dei più fedeli lavoratori per questa causa. L'esempio di personaggi grandi e puri è l'unica cosa capace di produrre idee illustri e azioni nobili. Il [[denaro]] richiama solo l'egoismo e induce sempre, irresistibilmente, chi lo possiede ad abusarne. Qualcuno riesce ad immaginarsi [[Mosè]], [[Gesù]] o [[Mahatma Gandhi|Ghandi]] armati di borse di studio?<ref group="fonte" name=CLXIII/> (p. 176) {{Int|''Religione e scienza''|Da ''Religion and Science'', New York Times Magazine, 9 novembre 1930, pp. 1-4; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tutto quello che la razza umana ha fatto e pensato è volto a soddisfare i bisogni e a placare il dolore. Lo si deve sempre ricordare se si vogliono capire i movimenti spirituali e il loro sviluppo. Sentimento e desiderio sono le forze causali dietro ogni sforzo e creazione umana, per quanto eccelsa quest'ultima ci si presenti.<ref group="fonte" name=cur>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 110-113.</ref> (p. 178) *Per quel che riguarda l'uomo primitivo è soprattutto la paura a evocare nozioni religiose [...]. (p. 178) *Tuttavia c'è un terzo stato di esperienza religiosa che li riguarda tutti, sebbene solo raramente si trovi nella sua forma pura, e che chiameremo sentimento religioso cosmico. È molto difficile spiegare questo sentimento a chi ne sia totalmente privo, specialmente perché non c'è alcun concetto antropomorfico di Dio che vi corrisponde. L'individuo percepisce l'inutilità dei desideri e degli scopi umani e la sublimità e l'ordine meraviglioso che si manifestano in natura e nel mondo del pensiero. Considera l'esistenza individuale come una sorta di prigione e vuole indagare l'universo come un tutto unico pieno di significato. [...] Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati. [...] Secondo me, la funzione più importante dell'arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che non sono in grado di sentirlo.<ref group="fonte" name=cur/> (pp. 179-180) *L'uomo che è completamente convinto dell'azione universale della legge della causalità non può, nemmeno per un istante, soffermarsi sull'idea di un essere che interferisce nel corso degli eventi – cioè se prende l'ipotesi della causalità veramente sul serio.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *Il comportamento [[etica|etico]] di un uomo dovrebbe in realtà basarsi sulla solidarietà, l'educazione e i legami sociali; non è necessario alcun fondamento religioso. L'uomo si troverebbe in una ben triste situazione se dovesse venir trattenuto dalla paura di una punizione e dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) *D'altra parte ritengo che il sentimento religioso cosmico sia il più forte e nobile incitamento alla [[ricerca scientifica]].<ref group="fonte" name=cur/> (p. 180) {{Int|''La religiosità della scienza''|''The Religiousness of Science''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fra le menti scientifiche più profonde difficilmente ne troverete una priva di un particolare sentimento religioso tutto suo. Tuttavia è diverso dalla religione dell'uomo semplice. Per quest'ultimo Dio è un essere dalla cui attenzione si spera di trarre beneficio e di cui si teme la punizione; una sublimazione di un sentimento simile a quello di un figlio verso il padre, un essere con cui in qualche modo si ha una relazione personale, per quanto profondamente possa essere mista a paura.<ref group="fonte" name=cur/> (p. 181) *Non vi è nulla di divino nella [[morale|moralità]], è una faccenda puramente umana.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 181) *Ma lo [[scienziato]] è posseduto dal senso di causalità cosmica. [...] Il suo sentimento religioso prende la forma di uno stupore rapito davanti all'armonia della legge naturale, che rivela un'intelligenza di tale superiorità che, al confronto, tutto il pensiero e l'agire sistematici degli esseri umani sono un riflesso assolutamente insignificante. [...] Questo sentimento è indubbiamente molto vicino a quello che ha posseduto gli spiriti religiosi di tutti i tempi.<ref group="fonte" name=CXIV/> (p. 181) {{Int|''Alcuni appunti sulle mie impressioni americane''|Da un'intervista al ''Nieuwe Rotterdamsche Courant'', 4 luglio 1921; citato nel ''Berliner Tageblatt'', 7 luglio 1921; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La seconda cosa che colpisce il visitatore è l'atteggiamento gioioso e positivo verso la vita. Il sorriso sui volti della gente nelle fotografie è sintomatico di una delle più grandi qualità dell'[[Stati Uniti d'America|americano]]. È amichevole, fiducioso, ottimista e senza invidia. L'europeo trova che il rapporto con gli americani è facile e gradevole.<ref group="fonte" name=XXXIXXL>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 39-40.</ref> (p. 188) *L'[[Stati Uniti d'America|americano]] persegue l'ambizione, il futuro, molto più di quanto lo faccia l'europeo. la vita per lui non è mai essere, ma sempre diventare. [...] è meno individualista dell'europeo – in particolare dal punto di vista psicologico, non economico. Viene data più enfasi al "noi" che all'"io".<ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 188) *Il prestigio del governo è stato senza dubbio diminuito considerevolmente dalle [[proibizionismo|leggi proibizioniste]]. Perché nulla è più distruttivo del rispetto per il governo e la legge del paese che promulgare delle leggi che non si possono far rispettare con la forza. È un segreto di Pulcinella che il pericoloso aumento del crimine in questo paese è strettamente connesso a queste leggi.<ref group="fonte" name=CLXII/> (p. 189) *Il locale pubblico è un luogo che dà alla gente l'occasione per scambiare opinioni e idee sulle questioni dello Stato. Per quanto io possa vedere, qui la gente non ha la possibilità di farlo e ne segue che la stampa, principalmente controllata da precisi interessi, ha un'influenza eccessiva sulle opinioni della gente.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 189) [[Immagine:Albert Einstein citizenship NYWTS.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein riceve la cittadinanza americana]] {{Int|''Risposta alle donne d'America''|Da un messaggio del 4 gennaio 1928; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Mai fino ad ora avevo sperimentato da parte del gentil sesso un rifiuto tanto energico di tutti i tentativi di approccio; o, se mi è accaduto, mai da così tante tutte insieme.<ref>Un'organizzazione femminista americana aveva protestato contro la visita del "comunista" Einstein negli Stati Uniti. Questa fu la risposta dello scienziato. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40 e ''Il mondo come io lo vedo'', p. 190.</ref><ref group="fonte" name=XXXIXXL/> (p. 190) *Perché si dovrebbe aprire la porta a una persona che divora il capitalismo ben cotto con lo stesso appetito e gusto del minotauro cretese che nei tempi andati divorava dolci ragazze greche, e in soprammercato è abbastanza franco da evitare ogni guerra, tranne quella inevitabile con la propria moglie?<ref group="fonte" name=CLVI>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 156.</ref> (p. 190) {{Int|''Discorso all'incontro studentesco sul disarmo''|Da un discorso a un gruppo di studenti tedeschi pacifisti, intorno al 1930; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente cerca di minimizzare il pericolo limitando gli armamenti e promulgando leggi restrittive per la conduzione della guerra. Ma la [[guerra]] non è un gioco di famiglia in cui i giocatori sono lealmente ligi alle regole. Dove sono in ballo la vita e la morte, obblighi e regole vengono meno.<ref group="fonte" name=LXXXIX/> (p. 192) {{Int|''La Conferenza sul disarmo del 1932''|Da ''The Disarmament Conference of 1932''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Tuttavia tutti quelli che hanno a cuore la civiltà e la giustizia devono esercitare tutta la loro forza per convincere i propri simili della necessità di sottomettere tutti i paesi a un obbligo internazionale di questo genere.<ref group="fonte" name=XC>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (I, p. 201) {{Int|''Il pacifismo attivo''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che esistono degli eserciti, ogni lite più seria porterà alla guerra. Un pacifismo che non prova di fatto a impedire alle nazioni di armarsi è e deve rimanere impotente.<ref group="fonte" name=XC/> (p. 206) {{Int|''Lettera a un amico della pace''|tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Non possiamo disperarci per l'[[uomo|umanità]], perché siamo noi stessi degli esseri umani. (p. 207) {{Int|''Una terza lettera''|Da una lettera a un amico pacifista; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La gente mi lusinga fintanto che io non intralcio il suo cammino. Ma se dirigo i miei sforzi verso obiettivi che non gli aggradano, mi rivolge immediatamente insulti e calunnie in difesa dei suoi interessi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref> (p. 208) {{Int|''Manifesto''|Marzo 1933; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *Fintanto che posso scegliere, voglio stare in un paese dove la libertà, la tolleranza e l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge siano la regola. [...] Queste condizioni non ci sono in Germania attualmente.<ref group="fonte" name=CII/> (p. 217) {{Int|''Ideali ebraici''|Da ''Jewish Ideals''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia e il desiderio di indipendenza personale: sono questi i tratti della tradizione [[ebraismo|ebraica]] che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 63.</ref> (p. 225) {{Int|''Esiste un punto di vista ebraico?''|Da ''Is There a Jewish Point of View?''; tradotto in ''Il mondo come io lo vedo'', 2015.}} *La [[vita]] dell'individuo ha senso fintanto che aiuta nel rendere più nobile e più bella la vita di ogni cosa vivente. La vita è sacra – vale a dire che è il supremo valore, cui sono subordinati tutti gli altri valori. Il considerare come sacra la vita sopra-individuale porta con sé un rispetto per tutto ciò che è spirituale – una particolare caratteristica della tradizione ebraica.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 225) *Il [[ebraismo|giudaismo]] non è una dottrina: il Dio ebraico è semplicemente la negazione della superstizione, un esito immaginario della sua negazione. È altresì un tentativo di basare la legge morale sulla paura, un tentativo deplorevole e disdicevole. Eppure mi sembra che la forte tradizione morale della nazione ebraica si sia in larga parte liberata da questa paura. È chiaro anche che "servire Dio" era equiparato a "servire il vivente". I migliori del popolo ebraico, specialmente i profeti e Gesù, hanno lottato instancabilmente per questo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 62.</ref> (p. 226) {{Int|''La ricerca scientifica''|Da ''On Scientific Truth'' e ''Principles of Research'' (discorso per il sessantesimo compleanno di [[Max Planck]], 1918); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Non è facile definire chiaramente il termine "[[verità]] scientifica": del pari, il senso della parola "verità" è diverso a seconda che si riferisca a fatti psicologici, a una proporzione matematica o a una teoria di scienza naturale. Ma non posso proprio farmi un'idea chiara di ciò che s'intende per "verità religiosa". (''Verità scientifica e no'', p. 61) *La [[ricerca scientifica]] può diminuire la superstizione incoraggiando il ragionamento e l'esplorazione causale. È certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po' delicato si trova la convinzione, analoga al sentimento religioso, che il mondo è fondato sulla ragione e può essere compreso. (''Verità scientifica e no'', p. 61) *Quale varietà di stili nel tempio della [[scienza]]! E come diversi sono gli uomini che lo frequentano e diverse le forze morali che ve li hanno condotti! Più di uno si dedica alla scienza con la gioia di rendersi conto delle proprie superiori facoltà intellettuali: per lui la scienza è lo sport preferito che gli permette di vivere una vita intensa e di appagare le sue ambizioni. Ve ne sono anche molti i quali, unicamente allo scopo utilitario, vogliono portare la loro offerta alla effervescenza del cervello. Basterebbe che un angelo divino cacciasse dal tempio gli uomini di queste categorie e l'edificio rimarrebbe vuoto in modo inquietante, se non vi restassero alcuni uomini del presente e del passato: di questo numero fa parte il nostro [[Max Planck|{{sic|Plank}}]] ed è questa la ragione per cui lo amiamo. (''I fondamenti della ricerca'', pp. 62-63) *Io credo con [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] che l'impulso più potente che li spinge verso l'arte e la scienza è il desiderio di evadere dalla vita d'ogni giorno con la sua dolorosa crudezza e il suo vuoto senza speranza di sfuggire alle catene dei desideri individuali più sensibili fuori del loro io individuale, verso il mondo della contemplazione e del giudizio obiettivo.<ref group="fonte" name=CXXIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 124.</ref> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 63-64) *La missione più alta del [[fisico]] è dunque la ricerca di queste leggi elementari, le più generali, dalle quali si parte per raggiungere, attraverso semplici deduzioni, la immagine del mondo. (''I fondamenti della ricerca'', p. 66) *Il desiderio ardente di una visione di questa armonia prestabilita è la fonte della perseveranza e della pazienza inesauribile con la quale vediamo [[Max Planck|Planck]] dedicarsi ai problemi più generali della nostra scienza senza lasciarsi distogliere da mete più facilmente raggiungibili e più utilitarie. Ho sovente inteso dire che alcuni colleghi attribuivano questo modo di agire a una energia, a una disciplina straordinarie! Credo che abbiano del tutto torto. Lo stato sentimentale che rende idoneo a simili azioni rassomiglia a quello dei religiosi o degli amanti: lo sforzo giornaliero non deriva da un calcolo o da un programma, ma da un bisogno immediato.<ref group="fonte" name=CXXIV/> (''I fondamenti della ricerca'', pp. 67-68) *[...] possa egli {{NDR|[[Max Planck]]}} riuscire a unire la teoria dei quanti all'elettrodinamica e alla meccanica, in un sistema costituente logicamente un tutto. (''I fondamenti della ricerca'', p. 68) {{Int|''I quanti di Planck''|Da ''Inaugural Address to the Prussian Academy of Sciences'', 2 luglio 1914; pubblicato in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto parzialmente in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Con questa ipotesi dei [[quanto|quanti]], egli {{NDR|[[Max Planck]]}} ha capovolto la meccanica classica, nel caso in cui masse sufficientemente piccole si spostano con velocità che toccano valori assai piccoli e accelerazioni sufficientemente grandi. Di modo che oggi non possiamo più considerare valide le leggi del movimento di Galileo e di Newton se non come leggi-limite. (p. 69) *Abbiamo dimostrato che la fisica induttiva pone delle questioni alla fisica deduttiva e viceversa e che la risposta a queste questioni esige la tensione di tutti gli sforzi. (p. 72) {{Int|''La questione del metodo''|Da ''[https://www.stmarys-ca.edu/sites/default/files/attachments/files/On_The_Method_of_Theoretical_Physics.pdf On the Method of Theoretical Physics]'', ''The Herbert Spencer Lecture delivered at Oxford, June 10, 1933'', Clarendon Press, Oxford, 1933, pp. 15-; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Se volete imparare qualche cosa dai [[fisica teorica|fisici teorici]] sui metodi che essi impiegano, vi consiglio di osservare questo principio: non ascoltate i loro discorsi, ma attenetevi alle loro azioni. (p. 73) *Noi onoriamo l'antica Grecia come la culla della scienza occidentale. Là, per la prima volta, è stato creato un sistema logico, meraviglia del pensiero, i cui enunciati si deducono così chiaramente gli uni dagli altri che ciascuna delle proposizioni dimostrate non solleva il minimo dubbio: si tratta della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]]. Quest'opera ammirevole della ragione ha dato al cervello umano la più grande fiducia nei suoi sforzi ulteriori. Colui che nella sua prima giovinezza non ha provato entusiasmo davanti a quest'opera non è nato per fare lo scienziato teorico. (pp. 74-75) *Il pensiero logico, da solo, non ci può fornire conoscenze sul mondo dell'esperienza e termina in essa. Le proposizioni puramente logiche sono vuote davanti alla realtà. È grazie a questa conoscenza e soprattutto per averla fatta penetrare a colpi di martello nel mondo della scienza, che [[Galileo Galilei|Galileo]] è diventato il padre della fisica moderna e soprattutto delle scienze naturali moderne. (p. 75) *La ragione dà la struttura del sistema: in contenuto delle esperienze e le loro relazioni reciproche devono, grazie alle proposizioni conseguenti della teoria, trovare la loro rappresentazione. (pp. 76-77) *Osserviamo nondimeno che l'idea di spazio assoluto, che implica quella di riposo assoluto, era per [[Isaac Newton|Newton]] fonte di inquietudine [...]. (p. 78) *L'esperienza resta naturalmente l'unico criterio per utilizzare una costruzione matematica per la fisica; ma è nella matematica che si trova il principio veramente creatore. Da un certo punto di vista, riconosco che il pensiero puro è capace di afferrare la realtà, come gli antichi pensavano. (p. 81) {{Int|''Evoluzione della fisica: Kepler e Newton''|Da ''Johannes Kepler'' (''Über Kepler'', ''Frankfurter Zeitung'', 9 novembre 1930, p. 16) e ''The Mechanics of Newton And Their Influence On The Development Of Theoretical Physics'' (''Newtons Mechanik und ihr Einfluss auf die Gestaltung der theoretischen Physik'', ''Naturwissenschaften'', 1927, XV, pp. 273-276); pubblicati in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotti in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Per capire quanto fosse difficile il compito di determinare il movimento reale di rotazione bisogna comprendere quel che segue. Non si vede mai dove si trova realmente un pianeta in un determinato momento; si vede soltanto in quale direzione esso è visto dalla Terra la quale descrive, essa stessa, una curva di natura sconosciuta intorno al Sole. Le difficoltà parevano dunque insormontabili. (p. 88) *In epoche turbate e angosciate come la nostra, in cui è difficile trovare gioia negli uomini e nel corso degli eventi umani, è particolarmente consolante evocare il ricordo di un uomo così grande, così sereno quale [[Giovanni Keplero|Kepler]]. Egli viveva in un'epoca in cui l'esistenza di leggi generali per i fenomeni naturali non era affatto stabilita con certezza. Quanto grande doveva essere la sua fede in queste leggi per dargli la forza di consacrare dozzine d'anni ad un lavoro paziente e difficile, nell'isolamento, senza alcun appoggio, poco compreso dai suoi contemporanei, alla ricerca empirica del movimento dei pianeti e delle leggi matematiche di questo movimento. (pp. 93-94) *All'ammirazione per quest'uomo sublime deve aggiungersi un altro sentimento di ammirazione e di venerazione che va non più a un essere umano, ma all'armonia misteriosa della natura nella quale siamo nati. Fin dall'antichità gli uomini hanno immaginato le curve rispondenti a leggi per quanto possibile semplici: fra esse, vicino alla retta, l'ellisse e l'iperbole. Ora vediamo queste forme realizzate nelle traiettorie descritte dai corpi celesti, almeno con grande approssimazione. Sembra che la natura umana sia tenuta a costruire indipendentemente le forme prima di poterne dimostrare l'esistenza nella natura. (p. 94) *Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali [[Giovanni Keplero|Kepler]] ha consacrato la sua vita, che la [[conoscenza]] non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato. (p. 94) *Come nessun altro ha mai fatto prima o dopo di lui, [[Isaac Newton|Newton]] ha indicato il cammino al pensiero, allo studio e alla formazione pratica dell'occidente. Egli non è soltanto il creatore geniale di particolari metodi direttivi, egli ha anche dominato in modo singolare gli elementi empirici conosciuti nel suo tempo e il suo spirito è apparso meravigliosamente ingegnoso nell'argomentazione matematica e fisica. Per tutte queste ragioni egli è degno della nostra alta venerazione. Ma questa nobile figura ha un'importanza anche maggiore di quella dovuta alla sua autorità di maestro perché la sorte lo ha collocato a una svolta dello sviluppo dello spirito umano. Per rendercene esattamente conto, non dobbiamo dimenticare che, prima di Newton, non esisteva alcun sistema ben definito di causalità fisica capace di cogliere i tratti più profondi del mondo dell'esperienza. (pp. 96-97) *L'avere avuto la concezione netta della legge differenziale è uno dei più grandi meriti del genio di [[Isaac Newton|Newton]]. (p. 97) *I principî fondamentali di Newton erano tanto soddisfacenti dal punto di vista della logica che furono necessari i fatti sperimentali per dare l'impulso a nuovi slanci. Prima di trattare quest'argomento, devo sottolineare che Newton stesso conosceva i lati deboli della sua costruzione meglio degli scienziati che lo hanno seguito. Questa circostanza mi ha sempre riempito d'ammirazione e di venerazione [...]. (pp. 102-103) {{Int|''Evoluzione del concetto di realtà fisica''|Da ''Clerk Maxwell's Influence on the Evolution of The Idea of Physical Reality'' in ''James Clerk Maxwell: A Commemoration Volume'', University press, Cambridge, 1931, pp. 66–73; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *La fede in un mondo esteriore indipendente dall'individuo che lo esplora è alla base di ogni scienza della natura. Poiché tuttavia le percezioni dei sensi non dànno che indizi indiretti su questo mondo esteriore, su questo «reale fisico», quest'ultimo non può essere afferrato da noi che per via speculativa. Ne deriva che le nostre concezioni del reale fisico non possono mai essere definitive. (p. 111) *Fu allora che avvenne il grande sconvolgimento al quale resteranno sempre legati i nomi di [[Michael Faraday|{{sic|Farady}}]], Maxwell e [[Heinrich Rudolf Hertz|Hertz]]; ma è [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] che in questa rivoluzione ha avuto la parte del leone. Egli ha dimostrato che quanto si conosceva allora intorno alla luce e ai fenomeni elettromagnetici è rappresentato dal suo noto sistema doppio delle equazioni differenziali parziali, nelle quali il campo elettrico e il campo magnetico intervengono come variabili dipendenti. Maxwell a dire il vero ha cercato di dare una base a queste equazioni o di giustificarle per mezzo delle idee della meccanica. (p. 116) *[...] prima di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]] si immaginava la realtà fisica (in quanto rappresentante i fenomeni della natura), come punti materiali le cui modifiche consistono soltanto in movimenti, regolati da equazioni differenziali parziali. Dopo Maxwell si è concepita la realtà fisica come rappresentata da campi continui, non meccanicamente spiegabili, regolati da equazioni differenziali parziali. Questo cambiamento nella concezione della realtà è il cambiamento più profondo e più fecondo che la fisica abbia subìto dopo Newton; [...]. (p. 117) {{Int|''Caratteri della teoria della relatività''|Da ''On The Theory of Relativity'', lezione al King's College sullo sviluppo e la posizione attuale della relatività, 1921, in ''Nation and Atheneaum'', XXIX, pp. 431-sg.<ref>Lo scritto venne riportato senza diretta citazione anche nel ''Times'', 14 giugno 1921, p. 8 e in ''Nature'', 1921, CVII, p. 504. {{Cfr}} ''Opere scelte'', p. 770.</ref>; ripubblicato successivamente in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Nel considerare la natura specifica della teoria della relatività, tengo a mettere in evidenza che questa teoria non è di origine speculativa, ma che la scoperta è dovuta completamente e unicamente al desiderio di adattare, quanto meglio possibile, la teoria fisica ai fatti osservati. Non si tratta di un atto rivoluzionario, ma dell'evoluzione naturale di una linea seguita da secoli. Non è a cuor leggero che si sono abbandonate certe idee, considerate fino ad allora come fondamentali, sullo spazio, il tempo e il movimento; il che è stato imposto unicamente dall'osservazione di alcuni fatti. (p. 121) {{Int|''Lo spazio, l'etere e il campo''|Da ''[http://www.mountainman.com.au/aether_ae2.htm The Problem of Space, Ether and the Field in Physics]'' (''Das Raum-, Äther-, und Feld-problem der Physik'')<ref>Molto simile a due scritti del 1930:<br /> *''Raum-, Feld-, und Äther-problem in der Physik'', ''Second World Power Conference, Berlin 1930, Transactions'', vol. 19, pp. 1-5.<br /> *''Raum, Äther, und Feld in der Physik'', ''Forum philosophicum'', I, pp. 173-180.</ref> pubblicato in ''Mein Weltbild'' e successivamente in ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Il ragionamento scientifico è il perfezionamento del pensiero prescientifico. (p. 137) *I [[concetto|concetti]] non acquistano un fondo interiore se non sono legati, sia pure indirettamente, con le esperienze dei sensi. (p. 137) *[...] le idee si riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono mai derivarne logicamente. Per questa ragione non ho mai potuto comprendere la questione dell'''a priori'' nel senso di [[Immanuel Kant|Kant]]. (p. 140) *La grande superiorità della teoria [[Cartesio|cartesiana]] non consiste soltanto nel fatto d'aver messo l'analisi al servizio della geometria. Secondo me, il punto capitale è questo, la geometria dei greci dà la preferenza a certe forme (retta, piano); altre, per esempio l'ellisse, non le sono accessibili se non in quanto costruite o definite con l'aiuto di forme come il punto, la retta e il piano. Invece nella dottrina cartesiana tutte le superfici, ad esempio, sono equivalenti per principio e la preferenza nell'edificio geometrico non è deliberatamente accordata alla forma lineare. (pp. 142-143) *Se si considera la [[geometria]] come la dottrina delle leggi della posizione reciproca dei corpi praticamente rigidi, questa scienza deve essere ritenuta il ramo più antico della fisica. Essa ha potuto svilupparsi, come abbiamo già fatto notare, senza l'idea di spazio in quanto spazio, poiché si è accontentata di forme ideali, di corpi, punti, rette, piani, distanze. (p. 143) *Con la teoria della relatività che si avvicina di più allo scopo scientifico per eccellenza, che è di abbracciare per deduzione logica, a mezzo di un minimo di ipotesi e di assiomi, un massimo di contenuto sperimentale. (p. 149) *Senza dubbio, anche qui, il fatto sperimentale è la guida onnipossente; ma il suo verdetto non è applicabile che basandosi su un lavoro potente e delicato, che ha in primo luogo stabilito i vincoli fra gli assiomi e gli eventi verificabili. E il [[fisico teorico|teorico]] deve eseguire questo lavoro gigantesco con la chiara coscienza di essere forse chiamato a giustificare la condanna a morte della sua teoria. Non si deve biasimare, tacciandolo di soverchia fantasia, il teorico che intraprende questo studio: ma bisogna al contrario provare la sua fantasia, perché, tutto ben considerato, non c'è per lui altro cammino per arrivare allo scopo: in ogni caso non è una fantasia senza disegno, ma una ricerca eseguita in vista di possibilità logicamente più semplici e delle loro conseguenze. (pp. 149-150) *Senza dubbio la gravitazione è stata riportata alla struttura dello spazio; ma, al di fuori del campo di gravitazione, c'è ancora il campo elettromagnetico; è stato necessario introdurre questo ultimo nella teoria, come una formazione indipendente dalla gravitazione. Nell'equazione di condizione per il campo si sono dovuti introdurre alcuni termini supplementari corrispondenti all'esistenza del campo elettromagnetico. Ma il pensiero teoretico non saprebbe sopportare l'idea che ci sono due strutture di spazio indipendenti l'una dall'altra: una di gravitazione metrica, l'altra elettromagnetica. S'impone la convinzione che queste due specie di campo devono corrispondere a una struttura unitaria dello spazio. Ora la «[[teoria del tutto|teoria del campo unitario]]», che si presenta come un'estensione matematicamente indipendente della teoria della relatività generalizzata, cerca di rispondere a questo postulato. (pp. 155-156) {{Int|''Origine della teoria della relatività generalizzata''|Da una conferenza all'Università di Glasgow, 20 giugno 1933; riportato con il titolo di ''Notes on the Origins of the General Theory of Relativity'' in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science''; tradotto in ''Come io vedo il mondo'', 1971.}} *Qualche informazione storica sul mio lavoro scientifico. Non è che io sopravvaluti indebitamente l'importanza del mio sforzo: ma descrivere la storia del lavoro degli altri suppone una indagine del pensiero altrui, il che è piuttosto compito di personalità esercitate in lavori storici, mentre il dare spiegazioni sui propri pensieri anteriori sembrerebbe incomparabilmente più facile; ci si trova qui in una situazione di gran lunga più favorevole, e non si deve, per modestia, lasciar sfuggire l'occasione. (p. 161) *Ma queste ricerche, piene di presentimenti, perseguite nell'ombra per lunghi anni, quell'ardente desiderio di raggiungere lo scopo, quelle alternative di fiducia e di stanchezza, quell'improvviso irrompere della verità luminosa, tutto questo insomma non può essere veramente conosciuto che da colui che l'ha vissuto.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 170) ==''Il lato umano''== [[Immagine:Einstein Albert Elsa LOC 32096u.jpg|thumb|upright=1.4|Einstein con la moglie Elsa]] ===[[Incipit]]=== Un giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in latino)<ref>In realtà il testo, stampato in corsivo, era in lingua francese. {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 5.</ref> un messaggio che mi parve impersonale e di scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in memoria di [[Giovanni Calvino|Calvino]] e dell'avviso che avrei ricevuto la laurea honoris causa dall'università di [[Ginevra]]<ref>Il documento aveva un vistoso errore di stampa, forse rilevato da Einstein del tutto inconsciamente, che può aver provocato il suo gesto di rifiuto: la laurea era intestata a «Monsieur Tinstein» invece di «Monsieur Einstein». {{Cfr}} ''Il lato umano'', nota a p. 6.</ref>. Evidentemente la gente dell'università interpretò nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però non mi diede ulteriori chiarimenti. ===Citazioni=== *Con la [[fama]] divento sempre più stupido, un fenomeno molto comune d'altronde. C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Archivio Einstein 39-726; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref> C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1919.</ref> (p. 8) *Non preoccuparti delle difficoltà che incontri in matematica; ti posso assicurare che le mie sono ancora più grosse.<ref group="fonte">Dalla lettera alla studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 131.</ref> (p. 8) *Un uomo contento è troppo soddisfatto del presente per pensare molto al futuro.<ref group="fonte">Tema scritto l'8 settembre 1896 per un esame di francese dal titolo ''Mes projets d'avenir'' (''I miei progetti per il futuro''); riportato in ''Collected Papers of Albert Einstein'', volume 1, ''The Early Years: 1879-1902'', a cura di John Stachel et al., Princeton University Press, Princeton, 1987, doc. 22. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 29.</ref> (p. 12) *Nelle nostre ricerche fondamentali nel campo della [[fisica]] andiamo a tastoni; nessuno ha fiducia in quel che il collega cerca di sperimentare con tanta speranza.<ref group="fonte">Da una lettera indirizzata a Maja, 31 agosto 1935.</ref> (p. 15) *Anch'io dovevo diventare [[ingegnere]]. Ma trovai intollerabile l'idea di applicare il genio creativo a problemi che non fanno che complicare la vita quotidiana – e tutto ciò unicamente al triste scopo di guadagnare denaro. Pensare solo per il piacere di pensare, come nella musica!...<ref group="fonte">Da una lettera a a Heinrich Zangger, 11 agosto 1918.</ref> (p. 16) *Per quel che riguarda la ricerca della verità, le mie faticose indagini, con i molti vicoli ciechi, mi hanno insegnato quant'è difficile fare un passo sicuro, anche piccolo, nella conoscenza di ciò che è essenziale.<ref group="fonte">Da una lettera del 13 febbraio 1934.</ref> (p. 17) *Lo [[scienziato]] teorico non è da invidiare. Perché la Natura, o più esattamente l'[[esperimento]], è un giudice inesorabile e poco benevolo del suo lavoro. Non dice mai «Sì» a una [[teoria scientifica|teoria]]: nei casi più favorevoli risponde: «Forse»; nella stragrande maggioranza dei casi, dice semplicemente: «No». Quando un esperimento concorda con una teoria, per la Natura significa «Forse»; se non concorda, significa «No». Probabilmente ogni teoria un giorno o l'altro subirà il suo «No»; per quasi tutte ciò avviene subito dopo la formulazione.<ref group="fonte">Frasi scritte l'11 novembre 1922 su un libro di ricordi dedicato al professor [[Heike Kamerlingh Onnes]].</ref> (pp. 17-18) *Bisogna essere particolarmente critici nei confronti del proprio lavoro. Si può sperare che la gente continui a leggervi solo se, per quanto possibile, si scarta tutto quello che non è rilevante.<ref group="fonte">Dalla risposta di Einstein a un membro del pubblico che, dopo aver trascritto una sua conferenza del marzo 1927, aveva intenzione di proporne la pubblicazione al direttore della rivista scientifica ''Die Naturwissenschaften''.</ref> (p. 20) *Sono state pubblicate sul mio conto tante di quelle fandonie e sfrontate menzogne che, se ci avessi prestato attenzione, ci avrei lasciato ad tempo la pelle. Bisogna consolarsi pensando che il tempo ha un setaccio attraverso il quale la maggior parte di queste cose importanti finisce nel mare dell'oblio; e quel che rimane dopo la selezione è spesso ancora brutto e meschino.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Max Brod]], 22 febbraio 1949.</ref> (p. 20) *Ogni mio squittio diventa uno squillo di tromba.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 21 marzo 1930.</ref> (p. 21) *Non ho mai visto una [[burrasca]] come quella di stanotte... Il mare ha un aspetto di indescrivibile grandiosità, specialmente quando è illuminato dal sole. Ci si sente immersi nella natura. Ancora più del solito si avverte la nullità dell'individuo e questo ci riempie di felicità.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 22) *Misurato obiettivamente, quanto l'uomo con i suoi sforzi appassionati riesce a strappare alla [[verità]] è parte minima. Ma quegli sforzi ci liberano dalle catene dell'io e ci rendono compagni degli uomini migliori e più grandi.<ref group="fonte">Da un passo del suo diario, 10 dicembre 1931.</ref> (p. 23) *È maledettamente ignorante il [[fisica teorica|fisico teorico]] davanti alla natura e davanti ai suoi allievi!<ref group="fonte">Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 15 marzo 1922.</ref> (p. 23) *Se parliamo dello [[scopo]] e del fine di un'azione, in effetti ci domandiamo quali aspirazioni si realizzano mediante questa azione e le eventuali conseguenze; oppure quali conseguenze negative si possono evitare? Certo, si può parlar in termini specifici dello scopo di un'azione dal punto di vista della comunità alla quale appartiene l'individuo. In questo caso, lo scopo dell'azione ha un rapporto perlomeno indiretto con la realizzazione delle aspirazioni degli individui che formano la società.<ref group="fonte">Da una lettera del 3 dicembre 1950.</ref> (p. 25) *Le dirò francamente che non approvo i [[genitore|genitori]] che influenzano i figli nelle decisioni determinanti per la loro vita futura: sono problemi che ognuno deve risolvere da solo. Tuttavia se vuole prendere una decisione alla quale i suoi si oppongono, deve porsi questa domanda: sono, in fondo, abbastanza indipendente per agire contro la volontà dei miei genitori senza perdere il mio equilibrio interiore?<ref group="fonte">Dalla bozza di una lettera di risposta in tedesco a uno psicologo che gli aveva scritto il 28 ottobre 1951.</ref> (pp. 26-27) *È vero che la comprensione della verità non è possibile senza una base empirica. Tuttavia più andiamo a fondo, più diventano esaurienti e ampie le nostre teorie, meno abbiamo bisogno di conoscenze empiriche per definire quelle teorie.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un laureando in filosofia, 9 dicembre 1952.</ref> (pp. 27-28) *O [[Giovinezza]]: sai che la tua non è la prima generazione ad aspirare a una vita piena di bellezza e di libertà? Sai che tutti i tuoi antenati sentivano quello che senti tu oggi – e poi furono vittime dell'odio e dell'infelicità?<br />Sai che i tuoi ardenti desideri si realizzeranno solo se sarai capace di amore e comprensione per uomini, animali, piante e stelle, così che ogni gioia sarà la tua gioia e ogni dolore il tuo dolore? Apri i tuoi occhi, il tuo cuore, le tue mani e fuggi quel veleno che i tuoi antenati hanno succhiato così avidamente dalla Storia. Soltanto allora il mondo intero diventerà la tua patria e il tuo lavoro e i tuoi sforzi diffonderanno benedizioni.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti nel 1932 sull'albo della figlia di un suo vicino a Caputh; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 151.</ref> (pp. 28-29) *[...] chi s'impegna seriamente nella ricerca scientifica finisce sempre per convincersi che nelle leggi dell'Universo si manifesta uno Spirito infinitamente superiore allo spirito umano; noi, con le nostre deboli energie, non possiamo far altro che riconoscere la nostra inferiorità nei suoi confronti.<ref group="fonte">Da una lettera del 24 gennaio 1936.</ref> (p. 31) *Cari bambini, mi fa tanto piacere immaginarvi tutti riuniti a far festa nello splendore delle luci [[Natale|natalizie]]. Pensate anche agli insegnamenti di colui {{NDR|[[Gesù]]}} del quale festeggiate la nascita. Quegli insegnamenti sono così semplici e tuttavia dopo quasi duemila anni non prevalgono ancora tra gli uomini.<ref group="fonte">Da una lettera del 20 dicembre 1935.</ref> (pp. 31-32) *Quando il mondo cessa di essere il luogo dei nostri desideri e speranze personali, quando l'affrontiamo come uomini liberi, osservandolo con ammirazione, curiosità e attenzione, entriamo nel regno dell'arte e della scienza. Se usiamo il linguaggio della logica per descrivere quel che vediamo e sentiamo, allora ci impegniamo in una [[ricerca scientifica]]. Se lo comunichiamo attraverso forme le cui connessioni non sono accessibili al pensiero cosciente, ma vengono percepite mediante l'intuito e l'ingegno, allora entriamo nel campo dell'arte. Elemento comune alle due esperienze è quella appassionante dedizione a ciò che trascende la volontà e gli interessi personali.<ref group="fonte">Da un pensiero scritto nel gennaio 1921 e pubblicato su una rivista tedesca di arte moderna.</ref> (pp. 35-36) *[[Anima e corpo|L'anima e il corpo]] non sono due cose diverse, ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa. In modo analogo, la fisica e la psicologia rappresentano solo due tentativi diversi di unificare le nostre esperienze mediante il pensiero sistematico.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York.</ref> (p. 36) *La [[politica]] è un pendolo i cui movimenti che oscillano tra l'anarchia e la tirannia sono alimentati da illusioni perennemente rinnovate.<ref group="fonte">Aforisma scritto nel 1937 quando si trovava a Huntington, New York; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 103.</ref> (p. 36) *Non credo nell'[[immortalità]] dell'individuo e considero che l'[[etica]] sia un interesse esclusivamente umano che non deriva da alcuna autorità sovrannaturale.<ref group="fonte">Dagli appunti scritti in inglesi su una lettera inviatagli da una donna il 17 luglio 1953.</ref> (p. 37) *Non ho mai attribuito alla [[natura]] una intenzione o un fine o qualsiasi altra cosa che si potesse interpretare in senso antropomorfico. Quel che vedo nella natura è una struttura magnifica che possiamo capire solo molto imperfettamente, il che non può non riempire di umiltà qualsiasi persona razionale. Si tratta di un autentico sentimento religioso che non ha niente a che fare con il misticismo.<ref group="fonte">Dalla prima stesura in tedesco della risposta ad una lettera del 1954 o 1955; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 119.</ref> (p. 37) *Dato che le nostre esperienze interiori consistono nel riprodurre e combinare le impressioni sensoriali, il concetto dell'anima senza il corpo mi pare del tutto senza significato.<ref group="fonte">Da una lettera di risposta a una signora viennese che gli aveva posto delle domande in merito all'esistenza dell'anima e alla possibilità di un'evoluzione personale e individuale dopo la morte, 5 febbraio 1921; Archivio Einstein 43-847; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 109-110.</ref> (p. 38) *Sono, ovviamente, menzogne quelle che Lei ha letto riguardo alla mia fede religiosa, menzogne che vengono sistematicamente ripetute. Non credo in un Dio personale, né ho mai negato questo fatto, anzi ho sempre espresso chiaramente il mio parere in proposito. Se c'è in me qualcosa che si possa definire sentimento religioso è proprio quella infinita ammirazione per la struttura del mondo rivelata dalle scoperte della scienza.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954, che citava un articolo sul pensiero religioso di Einstein mettendone in dubbio l'esattezza.</ref> (p. 41) *[...] la [[saggezza]] non è frutto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla che può durare tutta la vita.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 41) *L'ambizione e il puro senso del dovere non dànno frutti veramente importanti, che invece derivano dall'amore e dalla dedizione verso gli uomini e le cose.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un coltivatore dell'Idaho, 30 luglio 1947; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 144.</ref><ref>Un coltivatore dell'Idaho aveva inviato una lettera ad Einstein l'11 luglio 1947, informandolo che aveva chiamato suo figlio Albert e chiedendogli di scrivere due righe, con l'intento di conservarle e consegnarle al figlio quando sarebbe cresciuto. Dopo aver ricevuto la risposta di Einstein, l'uomo rimase molto contento, così scrisse nuovamente allo scienziato allegandogli una foto del piccolo Albert e promettendogli un sacco di patate dell'Idaho. Tale promessa venne poi mantenuta ed Einstein ricevette un grosso sacco di patate. {{Cfr}} ''Il lato umano'', p. 43.</ref> (p. 43) *L'[[uomo|essere umano]] è dotato di una intelligenza appena sufficiente nel comprendere il mondo reale. Se si potesse comunicare a ognuno questo senso di umiltà, tutta la sfera dei rapporti umani ne trarrebbe vantaggio.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 19 settembre 1932.</ref> (p. 45) *Ha mai letto le ''Massime'' di [[François de La Rochefoucauld|La Rochefoucauld]]? Suonano piuttosto amare e malinconiche, ma attraverso la loro oggettivazione della natura umana suscitano nel lettore uno strano senso di liberazione. Nella persona di la Rochefoucauld vediamo un uomo che è riuscito a emanciparsi, anche se ha faticato molto per togliersi di dosso il pesante fardello delle passioni che la natura gli accollò durante il cammino della vita.<ref group="fonte">Da una lettera ad [[Elisabetta di Baviera (1876-1965)|Elisabetta di Wittelsbach]], 20 marzo 1936.</ref> (p. 46) *[[Innamoramento|Innamorarsi]] non è certo la cosa più sciocca che fa la gente; però la forza di gravità non c'entra per niente!<ref>Frase annotata su una lettera ricevuta nel 1933. L'autore della lettera scrisse che la terra girava a una velocità talmente alta da apparire ferma e che, a causa della forza di gravità, gli uomini a volte poggiavano i piedi sulla terra, a volte la testa, a volte si ritrovavano ad angolo retto, verso destra o sinistra. Per questo si chiedeva se la gente si innamorava o faceva altre stranezze di questo tipo proprio quando era capovolta, a testa in giù. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 51.</ref> (p. 52) *Non considerate mai lo [[studio]] come un dovere, ma come una occasione invidiabile di imparare a conoscere l'effetto liberatorio della bellezza spirituale, non solo per il vostro proprio godimento, ma per il bene della comunità alla quale appartiene la vostra opera futura.<ref group="fonte">Dalle sue parole di saluto pubblicate su ''The Dink'', una rivista delle matricole, dicembre 1933.</ref> (p. 52) *La [[scienza]] è una cosa meravigliosa quando non serve a guadagnarsi il pane quotidiano. È meglio guadagnarsi da vivere con un lavoro che si ha la certezza di poter fare. Solo quando non bisogna rendere conto delle nostre attività a nessuno, si può provare vero piacere e soddisfazione nella ricerca scientifica.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una studentessa di un college californiano, che gli scrisse il 24 marzo 1951; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (p. 53) *Nella [[ricerca scientifica]] la possibilità di ottenere risultati davvero significativi è molto scarsa anche per persone estremamente dotate. Lei corre quindi il rischio di provare un enorme senso di frustrazione quando avrà raggiunto l'età in cui le Sue capacità saranno in declino.<br />C'è un'unica soluzione: dedichi la maggior parte del Suo tempo a qualche attività pratica, nell'insegnamento o in qualche altro campo che si accordi con i Suoi gusti personali e studi durante le ore che Le restano. Potrà in tal modo condurre una vita normale e armoniosa, anche senza la speciale benedizione delle Muse.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a una ragazza di Nuova Delhi, 14 luglio 1953; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> (pp. 54-55) *Non sono coinvolto, ringrazio Iddio, e non sono più costretto a partecipare alle gare dei cervelloni. Le ho sempre considerate una specie di penosa schiavitù, non meno odiosa della passione per il danaro o per il potere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 5 maggio 1929; Archivio Einstein 10-163; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (p. 55) *Il [[sionismo]] rappresenta davvero un nuovo ideale che può restituire al popolo ebraico la gioia di vivere.<ref group="fonte">Dalla lettera a [[Paul Ehrenfest]], 18 giugno 1921; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 68.</ref> (p. 58) *Il [[sionismo]] non fornì agli ebrei tedeschi molta protezione contro lo sterminio. Ma diede ai sopravvissuti la forza interiore di sopportare la rovina con dignità e senza perdere il proprio orgoglio.<ref group="fonte">Da una lettera a un ebreo antisionista nel gennaio 1946; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 65.</ref> (p. 59) *Non riesco a concepire un Dio personale che influisca direttamente sulle azioni degli individui o che giudichi direttamente le proprie creature. Non ci riesco malgrado il fatto che la causalità meccanicistica sia stata, fino a un certo punto messa in dubbio dalle scoperte della scienza moderna.<br />La mia religiosità consiste in una umile ammirazione dello Spirito infinitamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con la nostra ragione debole ed effimera, possiamo capire della realtà. La [[moralità]] ha la massima importanza – ma per noi, non per Dio.<ref group="fonte>Dalle frasi annotate in tedesco su una lettera del 5 agosto 1927, inviatagli da un banchiere del Colorado; Archivio Einstein 48-380; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 110 e 158.</ref> (p. 61) *Tu sei l'unica persona che io conosca che condivide il mio atteggiamento verso la fisica; la fede nella comprensione della realtà attraverso qualcosa di fondamentalmente semplice e unito... Come è difficile riuscire a dare un'occhiata alle carte di Dio. Ma non credo per un solo istante che [[Dio non gioca a dadi|Lui giochi a dadi]]<ref name=dadi/> o che adoperi metodi «telepatici» (come vorrebbe l'attuale [[meccanica quantistica|teoria dei quanti]]).<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 21 marzo 1942.</ref> (p. 63) *Più diamo la caccia ai [[meccanica quantistica|quanti]], più si nascondono.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Paul Ehrenfest]], 12 luglio 1924; Archivio Einstein 10-089; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref> (p. 63) [[Immagine:Albert Einstein photo 1920.jpg|thumb|Einstein in una foto del 1920]] *Il sentimento religioso destato dalla comprensione logica dei principî di interrelazioni profonde è di un genere alquanto diverso da quello comunemente definito religioso. Si tratta più di un sentimento di timore reverenziale per l'ordinamento che si manifesta nell'universo materiale; non ci conduce a modellare un essere divino a nostra immagine, un personaggio che abbia delle esigenze nei nostri confronti, che si interessa a noi in quanto individui. Non vi è in ciò né volontà né scopo, né necessità, ma solo l'essere allo stato puro.<ref group="fonte>Da una lettera di risposta a un rabbino di Chicago che gli aveva scritto il 20 dicembre 1939.</ref> (p. 64) *L'umanità ha perfettamente ragione di collocare i predicatori di alti valori morali e spirituali al di sopra degli scopritori di verità obiettive. Quel che l'umanità deve a personalità come [[Gautama Buddha|Buddha]], [[Mosè]], e [[Gesù]] è, a mio avviso, infinitamente più elevato di tutti i risultati del pensiero analitico e speculativo.<ref group="fonte>Da un passo scritto nel settembre 1937; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref> (p. 65) *Non inorgoglitevi per i pochi grandi uomini che nel corso dei secoli sono nati nella vostra terra – il merito non è vostro. Pensate piuttosto al modo in cui li avete trattati durante la loro vita e come avete seguito i loro insegnamenti.<ref group="fonte>Da un appunto in tedesco senza data, rinvenuto in un carteggio inviato a Le Coq dopo l'ultimo soggiorno di Einstein a Pasadena nell'inverno tra il 1932 e il 1933.</ref> (p. 65) *Per la maggior parte, noi uomini viviamo con una falsa impressione di sicurezza, e la sensazione di stare a nostro agio in un ambiente di uomini e cose apparentemente familiari e fidate. Ma quando il corso normale della vita quotidiana viene spezzato, ci rendiamo conto che siamo come dei naufraghi che cercano di tenersi in equilibrio su un pezzo di legno in mare aperto, dimentichi di dove sono venuti e senza sapere dove vanno. Ma una volta che accettiamo pienamente questo dato di fatto, la vita diventa più facile e non ci sono più delusioni.<ref group="fonte>Da una lettera di condoglianze, 26 aprile 1945.</ref> (pp. 66-67) *Facciamo parte di una mandria di [[bufalo|bufali]] e dobbiamo essere contenti se non veniamo calpestati prima del tempo.<ref group="fonte>Da una lettera a [[Cornelius Lanczos]], 26 aprile 1945.</ref> (p. 67) *''Dovunque vada dovunque scappo | sempre di me trovo un ritratto | sulla parete, la scrivania | intorno al collo, effige mia. || Uomini e donne con strano svago | mi implorano: «La sua firma, prego». | Ognuno esige uno scarabocchio | da questo eruditissimo marmocchio. || Talvolta in mezzo a questo godimento | son perplesso delle cose che sento, | e mi chiedo stropicciandomi gli occhi, | sono io pazzo o sono loro sciocchi?''<ref group="fonte>Dalla dedica su una fotografia inviata a Cornelia Wolf nel 1927.</ref> (p. 68) *Ecco quello che ho da dire sull'opera di [[Johann Sebastian Bach|Bach]]: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Bach del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 24 marzo 1928; Archivio Einstein 28.058-1.</ref> (p. 70) *Per quanto riguarda [[Franz Schubert|Schubert]], ho solo questo da dire: suonate la sua musica, amatela e tenete la bocca chiusa.<ref group="fonte">Dalla risposta a un questionario su Schubert del magazine tedesco ''Reclams Universum'', 10 novembre 1928.</ref> (p. 70) *[[Georg Friedrich Händel|Haendel]] mi piace sempre – anzi, lo trovo perfetto – ma ha una certa superficialità.<ref group="fonte" name=musi>Dalle risposte a un questionario sui suoi gusti musicali, 1939.</ref> (p. 71) *Per me [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è troppo drammatico, troppo personale.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *[[Franz Schubert|Schubert]] è uno dei miei preferiti per la sua straordinaria abilità di esprimere l'emozione e la sua enorme capacità d'invenzione melodica. Ma nelle sue opere più vaste mi dà fastidio una certa mancanza di struttura architettonica.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Le opere minori di [[Robert Schumann|Schumann]] mi piacciono per la loro originalità e la loro ricchezza di sentimento, ma la sua mancanza di grandezza formale mi impedisce un pieno godimento.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *In [[Felix Mendelssohn|Mendelssohn]] vedo un talento considerevole, ma anche un'indifendibile superficialità che spesso porta alla banalità.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 71) *Trovo che alcuni ''lieder'' e opere da camera di [[Johannes Brahms|Brahms]] sono davvero significativi anche nella struttura. Tuttavia la maggior parte delle sue opere non hanno per me la forza di convincermi interiormente. Insomma, non capisco perché provò la necessità di scriverle.<ref group="fonte" name=musi/> (pp. 71-72) *Ammiro la capacità creativa di [[Richard Wagner|Wagner]], ma considero la sua mancanza di struttura architettonica un segno di decadenza. Inoltre trovo la sua personalità musicale così indescrivibilmente offensiva che per lo più lo ascolto solo con un senso di disgusto.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Credo che {{NDR|Richard}} [[Richard Strauss|Strauss]] abbia molto talento, ma che gli manchi una verità interiore e che si preoccupi soltanto degli effetti esteriori.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *Mi pare che la musica di [[Claude Debussy|Debussy]] sia delicata e colorita, dimostra però ancora una mancanza di senso strutturale. Non riesco a entusiasmarmi per una cosa del genere.<ref group="fonte" name=musi/> (p. 72) *[...] la vera [[arte]] è caratterizzata da un impulso irresistibile dell'artista.<ref group="fonte">Da uno scritto del 15 novembre 1950, a proposito del musicista [[Ernst Bloch]]; Archivio Einstein 34-332; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 149.</ref> (p. 72) *La musica non ''influisce'' sulla ricerca, ma entrambe derivano dalla stessa fonte di ispirazione e si completano a vicenda nel senso di liberazione che procurano.<ref group="fonte">Da una lettera del 23 ottobre 1928; Archivio Einstein 28-065; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 73) *Io non ho mai creduto alle distinzioni più sottili che gli avvocati vorrebbero imporre ai medici. Obiettivamente, non esiste in fondo il libero arbitrio. Credo che dobbiamo difenderci dalla gente che costituisce un pericolo per gli altri, senza badare alle motivazioni dei loro gesti. Che bisogno c'è di un criterio di responsabilità? Credo che il terrificante deterioramento nel comportamento etico della gente oggi derivi fondamentalmente dalla meccanizzazione e disumanizzazione della nostra esistenza, un disastroso sottoprodotto dello sviluppo della mentalità scientifica e tecnica. ''Nostra culpa!'' Non vedo alcun modo per eliminare questa pericolosa carenza. L'uomo si raffredda più rapidamente del pianeta su cui vive.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 11 aprile 1946.</ref> (pp. 76-77) *La gente come noi, benché mortale come tutta l'umanità, non [[invecchiamento|invecchia]] per quanto a lungo viva. Voglio dire che non smettiamo mai di osservare come dei bambini incuriositi il grande mistero che ci circonda. Quindi si crea intorno a noi uno spazio che ci separa da tutto ciò che è insoddisfacente nella sfera umana, è questo è già un gran bene.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Otto Juliusburger]], 29 settembre 1947.</ref> (p. 77) *Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.<ref group="fonte">Messaggio manoscritto e firmato e inviato ad Adriana Enriques, ottobre 1921.</ref> (p. 77) *Sono arrivato alla convinzione che l'abolizione della [[pena di morte]] sia auspicabile per i seguenti motivi:<br />1) Irreparabilità in caso di errore giudiziario.<br />2) Conseguenze morali deleterie per quanti hanno a che fare direttamente o indirettamente con il procedimento dell'esecuzione.<ref>Qualche mese prima, il ''New York Times'' del 6 marzo 1927 riferiva: «Il Professor Einstein non è favorevole all'abolizione della pena di morte [...]. Non vede perché la società non dovrebbe liberarsi degli individui che si sono dimostrati socialmente dannosi. Aggiunge che la società non ha più diritto di condannare una persona all'ergastolo di quanto ne abbia di condannarlo a morte.» {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref><ref group="fonte">Da una lettera a un editore berlinese, 3 novembre 1927; Archivio Einstein 46-009; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *{{NDR|Sulla [[pena di morte]]}} Non approvo affatto la punizione, accetto soltanto le misure utili a proteggere la società. In teoria non sono contrario all'uccisione di individui che sono privi di valore o in qualche modo pericolosi. Ma mi oppongo solo perché non mi fido degli uomini, cioè dei tribunali. Apprezzo nella vita più la qualità che non la quantità, così come nella natura i principî generali rappresentano una realtà superiore all'oggetto singolo.<ref group="fonte">Da una lettera a Valentin Bulgakov, 4 novembre 1931; Archivio Einstein 45-702; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 161.</ref> (p. 78) *Sebbene io sia un democratico, ho la certezza che l'umanità non progredirebbe e degenererebbe senza una [[minoranza]] di uomini e donne onesti e socialmente impegnati, disposti a sacrificarsi per le loro convinzioni.<ref group="fonte">Da una lettera del 6 febbraio 1954.</ref> (pp. 79-80) *L'evoluzione umana è basata più sulla coscienza di uomini come [[Louis Brandeis|Brandeis]] che sul genio creativo.<ref group="fonte">Dal messaggio inviato alla rivista bostoniana ''The Jewish Advocate'', 19 ottobre 1931, in occasione del 75° compleanno di [[Louis Brandeis]].</ref> (p. 80) *Con la più profonda ammirazione e stima fraterna Le stringo la mano in occasione del Suo ottantesimo compleanno. Non conosco altri che unisca doti intellettuali così eccezionali a un tale spirito di abnegazione, mentre trova il significato completo della vita nel servire umilmente la comunità. Noi, tutti noi, La ringraziamo non solo per quello che ha fatto e raggiunto, ma anche perché ci rallegriamo che un uomo simile esista tra di noi in questa nostra epoca così priva di autentiche personalità.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Louis Brandeis]], 10 novembre 1936.</ref> (p. 80) *La sofferenza, se provocata dall'ottusità e dalla stupidità di una società legata alle tradizioni, di solito riduce i deboli a uno stato di cieco odio, ma esalta i forti a una superiorità morale e a una generosità altrimenti irraggiungibili dall'uomo.<ref group="fonte">Da un commento all'articolo di Walter White, ''Perché preferisco rimanere negro'', ''Saturday Review of Literature'', 11 ottobre 1947.</ref> (p. 81) *Com'è possibile che la nostra epoca così amante della cultura sia così mostruosamente amorale? Apprezzo di più la carità e l'amore per il prossimo al di sopra di ogni altra cosa. Tutto il nostro decantato progresso – la nostra stessa civiltà – è come l'accetta nelle mani del maniaco criminale.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Heinrich Zangger]], dicembre 1917.</ref> (p. 83) *[...] la [[tolleranza]] è l'amichevole apprezzamento delle qualità, delle opinioni e del comportamento degli altri, che sono estranei alle nostre abitudini, convinzioni, gusti. Pertanto essere tolleranti non significa essere indifferenti alle azioni, ai sentimenti degli altri: occorre anche la comprensione e il coinvolgimento personale.<ref group="fonte" name=tolle>Da un articolo sulla tolleranza del 1934 che avrebbe dovuto essere pubblicato su una rivista americana. I redattori vollero apportare delle modifiche, Einstein gradì poco la cosa e decise di ritirare l'articolo.</ref> (p. 83) *È fondamentale quindi la tolleranza per l'individuo da parte della società e dello stato. Indubbiamente lo stato serve a garantire all'individuo quella sicurezza indispensabile per il suo sviluppo. Ma quando lo stato diventa l'elemento principale e l'individuo si trasforma in uno strumento privo di volontà propria, allora si perdono tutti i valori più elevati. Come la roccia deve frantumarsi prima che gli alberi possano mettervi radici, come la terra viene arata perché possa dar frutto, così infatti la società umana dà risultati veramente significativi solo quando è sufficientemente dissodata per rendere possibile il libero sviluppo delle capacità individuali.<ref group="fonte" name=tolle/> (p. 84) *Quando Dio Onnipotente stabiliva le eterne leggi della natura, venne assalito da un dubbio che non riuscì a dissipare neppure in seguito: come sarebbe imbarazzante se più tardi le massime autorità del [[materialismo dialettico]] dichiarassero illegali alcune o addirittura tutte le sue leggi!<br />Quando poi Egli creò i profeti e i saggi del materialismo dialettico fu tormentato da un altro dubbio analogo. Tuttavia si rincuorò al pensiero che mai quei profeti e saggi avrebbero potuto affermare che la base del materialismo dialettico poteva essere contraria alla Ragione e alla Verità.<ref>Nell'Unione Sovietica la [[teoria della relatività]] venne spesso messa in discussione, non era chiaro se essa si accordasse o meno al [[materialismo dialettico]] e gli scienziati sovietici si guardavano bene dal confermare la validità della teoria. Nell'aprile 1952 un membro dell'Accademia delle scienze sovietica accusò Einstein di aver trascinato la fisica «nelle paludi dell'idealismo», di essere reo di «soggettivismo», sostenendo che il materialismo dialettico era invece basato «sull'oggettività della natura materiale». Lo stesso studioso russo condannò due suoi connazionali per aver dato credito alla teoria einsteiniana. L'attacco venne riportato dall<nowiki>'</nowiki>''Associated Press''. Il commento satirico di Einstein si riferiva all'atteggiamento sovietico in generale ed in particolare a tale episodio. {{cfr}} ''Il lato umano'', p. 85.</ref><ref group="fonte">Da un commento satirico inedito rinvenuto tra le carte di Einstein e risalente probabilmente agli anni '50.</ref> (p. 85) *{{NDR|«Se in punto di morte tu ripercorressi con il pensiero la tua vita da quali fatti giudicheresti se è stata un successo o un fallimento?»}} Né in punto di morte né prima mi porrò una simile domanda. La [[natura]] non è né ingegnere né imprenditore, e io stesso faccio parte della natura.<ref group="fonte">Dalla risposta del 12 novembre 1930 a una lettera dall'Inghilterra in cui gli era stata posta questa domanda di [[Thomas Alva Edison]]; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 87.</ref> (p. 86) *La più importante delle aspirazioni umane è la ricerca della [[moralità]] nel nostro comportamento: ne dipendono il nostro equilibrio interiore e persino la nostra stessa esistenza. Solo la moralità del comportamento conferisce alla vita bellezza bellezza e dignità.<ref group="fonte">Da una lettera a un pastore di Brooklyn, 20 novembre 1950; Archivio Einstein 28-894 e 59-871; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 159.</ref> (p. 89) *Se i fedeli delle attuali [[religione|religioni]] volessero davvero pensare e agire nello spirito dei fondatori di queste religioni, allora non esisterebbe alcuna ostilità causata dalla religione tra i seguaci delle differenti fedi. Perfino i conflitti in campo religioso si rivelerebbero insignificanti.<ref group="fonte">Dalla risposta alla richiesta di un telegramma di circa cinquanta parole sulla «fratellanza americana» da parte della ''National Conference of Christian and Jews'', 27 gennaio 1947.</ref> (p. 89) *{{NDR|Sull'[[Olocausto]]}} Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell'umanità.<ref group="fonte">Da un messaggio inviato in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra in Riverside a New York per un monumento dedicato agli eroi del ghetto di Varsavia, 19 ottobre 1947.</ref> (p. 90) *{{NDR|Su [[Michael Faraday]]}} Quell'uomo amava la natura misteriosa come un amante ama il suo amore lontano.<ref group="fonte">Dalla lettera a Gertrude Warschauer, 27 dicembre 1952; Archivio Einstein 39-517; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 92) *''Nel dir «noi» disagio m'assale, | che di nessun'altra bestia io son l'eguale; | ancor coperto veder posso | dietro a ogni interesse un grande abisso.''<ref group="fonte">Quartina rinvenuta tra gli scritti di Einstein, senza indicazione di data o occasione.</ref> (p. 93) :''Diffido del "noi" ed ecco il perché: | nessuno può dire: «L'altro è me». | Ogni intesa cela un imbroglio, | ogni accordo un abbaglio.''<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 37-38.</ref> *È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio [[lavoro]] con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma.<ref group="fonte">Da una lettera a Joseph Scharl, un amico artista, 27 dicembre 1949; Archivio Einstein 34-207; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (pp. 94-95) *Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi – allora andate al diavolo!<ref group="fonte">Da un messaggio in occasione della costruzione di una biblioteca su invito di un prestigioso editore americano, 1° maggio 1936.</ref> (p. 98) *La [[filosofia]] è come una madre che ha dato alla luce tutte le altre scienze, dotandole di caratteristiche diverse. Quindi, sebbene nuda e povera non merita il nostro disprezzo; dobbiamo invece sperare che una parte del suo ideale donchisciottesco sopravviva nei figli, impedendo loro di cadere nel filisteismo.<ref group="fonte">Da una lettera a [[Bruno Winawer]], 28 settembre 1932; Archivio Einstein 36-532; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 112-113.</ref> (p. 99) *Comparve [[Adolf Hitler|Hitler]], un uomo di limitate capacità intellettuali, inadatto a qualsiasi lavoro utile, pieno di invidia e di amarezza contro tutti quelli che erano stati favoriti più di lui dalla natura e dal destino. [...] odiava più di qualsiasi altra cosa proprio quella cultura e quella educazione che gli erano state negate per sempre. Nella sua disperata ambizione di potere scoprì che i suoi discorsi sconnessi e pervasi dall'odio suscitavano gli applausi frenetici di quanti si trovavano nelle sue stesse condizioni e condividevano le sue opinioni. Raccattava questi relitti della società per la strada, nelle osterie, organizzandoli intorno a sé. In questo modo avviò la sua carriera politica. Ma ciò che veramente lo portò a diventare un Führer era il suo odio acerrimo contro ogni cosa di origine straniera e specialmente contro una minoranza inerme, gli ebrei tedeschi. La loro sensibilità intellettuale lo metteva a disagio e la considerava, non del tutto erroneamente, non tedesca.<ref group="fonte">Da un manoscritto inedito del 1935; Archivio Einstein 14-389; citato in parte in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 50-51.</ref> (pp. 102-103) *Coloro a cui le circostanze esteriori consentono un'esistenza apparentemente sicura non potranno mai capire che cosa significasse quest'uomo per i suoi fratelli imprigionati nella Germania e minacciati dall'inevitabile distruzione. Ritenne fosse suo dovere rimanere e sopportare le spietate persecuzioni al fine di dare ai suoi fratelli un appoggio morale fino all'ultimo. Noncurante del pericolo, trattò con i rappresentanti di un governo formato da assassini brutali, conservando in ogni circostanza la dignità sua e del suo popolo.<ref group="fonte">Dalle parole scritte in occasione dell'ottantesimo compleanno di [[Leo Baeck]] nel maggio 1953.</ref> (p. 104) *Per essere un elemento perfetto di un [[gregge]] bisogna innanzitutto essere una pecora.<ref group="fonte">Dagli aforismi inclusi nel ''Festschrift'' in onore di [[Leo Baeck]], 23 febbraio 1953.</ref> (p. 105) *Si ricordi sempre che gli animi più alti e più nobili sono sempre e necessariamente soli, e che perciò possono respirare la purezza della propria atmosfera.<ref group="fonte">Dalla lettera di risposta a un musicista di Monaco di Baviera, 5 aprile 1933.</ref> (p. 107) ==''Il significato della relatività''== [[Immagine:Einstein - Vier Vorlesungen über Relativitätstheorie, 1923 - BEIC 3937638 953893 00003.tiff|thumb|''Vier vorlesungen über Relativitätstheorie'' (''gehalten im Mai, 1921, an der Universität Princeton'', Vieweg, Braunschweig) rappresenta il testo originale tedesco della prima edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1921.]] ===[[Incipit]]=== La teoria della relatività è strettamente connessa con la teoria dello spazio e del tempo. Inizierò quindi con una breve analisi dell'origine delle nostre idee sullo spazio e sul tempo, anche se mi rendo conto che, così facendo, mi addentro in un terreno controverso. Oggetto di tutte le scienze, delle scienze della natura come della psicologia, è il tentativo di coordinare le esperienze e di organizzarle in un sistema logico. ma in che modo le nostre abituali idee di spazio e di tempo sono legate al carattere delle nostre esperienze? {{Int|''Spazio e tempo nella fisica pre-relativistica''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 1|''Lecture 1, Space and Time in Pre-Relativity Phisycs'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *La sola giustificazione dei nostri [[concetto|concetti]] e dei nostri sistemi di concetti è il fatto che essi servono a rappresentare l'insieme delle nostre esperienze; a parte questo, essi non hanno nessuna legittimità. Sono convinto che i [[filosofo|filosofi]] hanno sempre avuto un effetto dannoso sul progresso del pensiero scientifico poiché hanno sottratto molti concetti fondamentali al dominio dell'empirismo, nel quale si trovano sotto il nostro controllo e li hanno portati alle intangibili altezze dell<nowiki>'</nowiki>''a priori''. Infatti, anche se dovesse risultare che il mondo delle idee non può essere dedotto dall'esperienza attraverso mezzi logici ma è, in un certo senso, una creazione della mente umana, senza la quale non è possibile nessuna scienza, il mondo delle idee risulterebbe altrettanto indipendente dalla natura delle nostre esperienze quanto lo sono i vestiti dalla forma del corpo. Questo in particolare è vero per i nostri concetti del tempo e dello spazio, che i fisici sono stati costretti dai fatti a far scendere dall'Olimpo dell<nowiki>'</nowiki>''a priori'' per adattarli e renderli utilizzabili. (p. 20) {{Int|''La teoria della relatività generale (seguito)''|[[s:en:The Meaning of Relativity/Lecture 4|''Lecture 4, The General Theory of Relativity (continued)'']]; inclusa sin dalla prima edizione: ''The Meaning of Relativity: Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921'', traduzione di E.P. Adams, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1921.}} *Un universo infinito è possibile soltanto nell'ipotesi che la densità media della materia in esso contenuta sia nulla, ipotesi logicamente possibile ma meno probabile di quella che nell'universo vi sia una densità media finita di materia. (p. 103) {{Int|''Appendice alla seconda edizione''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 2<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1945.}} *Per grandi densità del campo e della materia, le equazioni di campo, e probabilmente anche le variabili del campo che intervengono in esse, non avranno significato reale. Pertanto, non si può supporre che le equazioni valgano per densità elevate del campo o della materia, né si può concludere che l'"inizio dell'espansione" {{NDR|dell'universo}} debba corrispondere a una singolarità in senso matematico. Si deve solo ricordare che le equazioni {{NDR|di campo}} non possono essere estese a queste regioni. Questa considerazione, tuttavia, non altera il fatto che l'"origine del mondo" costituisce realmente un inizio, dal punto di vista dello sviluppo delle stelle e dei sistemi di stelle attualmente esistenti, prima del quale tali stelle e tali sistemi di stelle ancora non esistevano come entità individuali. (p. 120) {{Int|''Appendice seconda: Teoria relativistica del campo non simmetrico''|Aggiunta in ''The Meaning of Relativity'', 4<sup>a</sup> edizione, Princeton University Press, Princeton (N.J.), 1953.<ref>Una prima stesura di questa seconda appendice (intitolata ''Generalized Theory of Gravitation'') era già stata introdotta nella 3<sup>a</sup> edizione di ''The Meaning of Relativity'' del 1950. Inoltre un supplemento di 8 pagine per la stesura definitiva di questa appendice venne pubblicato dalla Princeton University Press nel 1953, dopo l'uscita della 4<sup>a</sup> edizione. {{Cfr}} ''Opere scelte'', pp. 787-788.</ref>}} *Si possono avere buone ragioni per sostenere che la realtà non può essere rappresentata da un campo continuo. I fenomeni quantistici sembrano dimostrare con certezza che un sistema finito di energia finita può essere completamente descritto da un insieme finito di numeri (numeri quantici). Questo non sembra in accordo con una teoria del continuo, e deve quindi spingere alla ricerca di una teoria puramente algebrica in grado di descrivere la realtà: Ma nessuno sa come si possono ottenere le basi per una teoria di questo tipo. (p. 149) ==''Lettere a [[Michele Besso]]''== [[Immagine:1919 eclipse positive.jpg|thumb|L'[[eclissi solare]] del 1919 fornì una prova a sostegno della teoria della relatività generale]] *Sono riuscito a dimostrare, con un calcolo ''semplice, che le equazioni di gravitazione valgono per ogni sistema di riferimento che soddisfi a queste condizioni.'' Ne consegue che esistono trasformazioni d'accelerazione di varia natura, che mutano le equazioni in sé stesse (tra queste, ad esempio, le rotazioni), cosicché l'ipotesi di equivalenza si conserva nella sua forma più primitiva, e perfino in misura insospettabilmente ampia.<br />L'equivalenza rigorosa tra massa inerziale e massa gravitazionale, e anche massa del campo gravitazionale, l'avevo già dimostrata, credo, all'epoca della tua visita.<br />A questo punto indipendentemente dal fatto che l'osservazione dell'[[eclissi solare|eclisse solare]] abbia o non abbia successo<ref>Come ricordato da [[Abraham Pais]] (in ''«Sottile è il Singore...»: la scienza e la vita di Albert Einstein'', Boringhieri, Torino, 1986, cap. 16) i tentativi di osservazione in condizione di eclissi solare furono alquanto travagliati. Nel 1912 una spedizione in Brasile non riuscì ad effettuare le misurazioni a causa di condizioni meteorologiche avverse. Nell'estate del 1914 non venne intrapreso un secondo tentativo per via della crisi internazionale. La [[Prima guerra mondiale]] portò al rinvio del terzo tentativo (in Venezuela nel 1916) e nel 1918 un quarto esperimento condotto da statunitensi non diede risultati attendibili. Solo nel maggio 1919 due gruppi di ricercatori britannici raccolsero i dati, che una volta elaborati rappresentarono una prima conferma della teoria einsteiniana. {{Cfr}} ''Opere scelte'', nota a p. 674.</ref>, mi ritengo soddisfatto, e non dubito più della validità di tutto il sistema: la fondatezza della cosa è fin troppo evidente. (inizio marzo 1914; pp. 673-674) *Di quando in quando, ora mi ritiro per qualche settimana nella casa d'una tenuta di campagna, tutto solo, cucinandomi quel che mi occorre, come gli eremiti dell'antichità. Così noto con sorpresa quanto è lungo un giorno e quanto vano, perlopiù, l'affaccendarsi alacre e odioso che riempie il nostro tempo. (5 gennaio 1929; p. 683) *Ora sto leggendo con grande attenzione e piacere un libro sul socialismo di [[George Bernard Shaw|B. Shaw]], veramente un tipo da togliersi il cappello, dotato d'uno sguardo molto acuto sull'agire umano. (5 gennaio 1929; p. 683) *La salute piano piano migliora. Ma sono stato vicino a tirare le cuoia, cosa che, fra l'altro, è bene non eccedere nel rimandare. (5 gennaio 1929; p. 684) *So che per l'Italia tu nutri un'attrazione incurabile, così come molti ebrei tedeschi per la Germania. Questo genere di debolezza sentimentale è da ricondurre alla nostra nostalgia per una dimora stabile su questa terra effimera, in questo illudendoci, a torto, che i ''goyim'' {{NDR|i non-ebrei}} ne abbiano una e solo noi no. Credo però che non sia una vera patria una terra dove un uomo di buon senso non può nemmeno aprire il becco. (8 agosto 1938; p. 685) *Per quale ragione le civiltà prendano a imputridire dall'interno è cosa oscura. Forse la vita ordinata alla lunga distrugge le forze psichiche essenziali allo sviluppo sociale. (8 agosto 1938; p. 686) *{{NDR|A proposito del nazismo}} Non riuscirei a vivere, se non avessi il mio lavoro [...]. Per fortuna, sono già vecchio e non credo mi aspetti un lungo futuro. (10 ottobre 1938<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-376. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *{{NDR|Sul figlio [[Eduard Einstein]]}} È un vero peccato che, così giovane, debba passare la vita senza poter sperare in una esistenza normale. Per parte mia, non ho più alcuna fiducia nell'assistenza medica da quando ho visto definitivamente fallire la cura d'insulina. Nel complesso ho pochissima stima di tutta la combriccola, e insomma mi sembra meglio lasciar la natura indisturbata. (11 novembre 1940<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-378. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 80.</ref>; p. 686) *Per quanto riguarda [[Ernst Mach|Mach]], è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di ''me'' in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo ''necessari''. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica. (6 gennaio 1948; pp. 689-690) *È una sorte felice quella d'essere catturato fino all'ultimo respiro dal fascino del lavoro. Diversamente troppo si soffrirebbe della stoltezza e della demenza umana, come vengono alla luce soprattutto nella politica. (24 luglio 1949; pp. 692-693) *Qualcosa di vero forse c'è, nei ragionamenti di [[Arthur Eddington|Eddington]]. Mi è sempre sembrato un uomo di non comune ingegno, ma di scarso senso critico. Non obbligherei nessuno a sacrificargli tempo e fatica; disinteresse e altruismo hanno, giustamente, dei limiti. Con la sua filosofia mi ricorda una «prima ballerina», nemmeno lei in fondo convinta che i suoi eleganti saltelli abbiano una vera ragione d'essere. (29 luglio 1953; p. 702) *[...] considero tranquillamente possibile che la fisica non possa in realtà essere fondata sul concetto di campo, cioè su strutture continue. Nel qual caso non rimarrà ''niente'', né di tutto il mio castello in aria, né della restante fisica contemporanea. (10 agosto 1954; p. 706) *Raramente la capacità di condurre una vita in armonia è congiunta a un'intelligenza acuta come la sua, ma in lui questo inusuale incontro aveva avuto luogo. Quel che più ammiravo, nell'uomo, è l'esser riuscito a vivere molti anni non solo in pace ma addirittura in accordo costante con una donna; un'impresa nella quale io per due volte ho miseramente fallito. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 706) *Egli mi ha preceduto di poco nel congedarsi da questo strano mondo.<ref>Einstein sarebbe morto meno di un mese dopo, il 18 aprile 1955. {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref> Non significa niente. Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un'ostinata illusione. (lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955<ref group="fonte">Archivio Einstein 7-245. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 45.</ref>; p. 707) ==''Lettere a [[Max Born]]''== *Il posto dove si va ad abitare non è così importante [...]. Io stesso ho vagabondato costantemente da un posto all'altro, straniero ovunque [...]. L'ideale di un uomo come me è sentirsi a casa in qualunque posto. (3 marzo 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-146; Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *Proprio come nella leggenda dell'uomo che tramutava in oro tutto ciò che toccava, con me tutto si tramuta in un gran baccano sulla stampa. (9 settembre 1920<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 30.</ref>) *La [[meccanica quantistica]] è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta. È una teoria che ci dice molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni caso, sono convinto che [[Dio non gioca a dadi|''questi'' non gioca a dadi]] col mondo.<ref name=dadi>Questa citazione, ripetuta più volte dallo scienziato in varianti leggermente diverse, è una delle massime più famose di Einstein. Essa viene spesso citata semplicemente come «Dio non gioca a dadi» ({{cfr}} [[Carl Friedrich von Weizsäcker]], ''I grandi della fisica. Da Platone a Heisenberg'', [https://books.google.it/books?id=eaV4IllnsQgC&pg=PA220 p. 220]) o «Dio non gioca a dadi con l'Universo» ({{cfr}} Cameron McPherson Smith e Charles Sullivan, ''I falsi miti dell'evoluzione. Top ten degli errori più comuni'', [https://books.google.it/books?id=g89J-fylzOcC&pg=PA72 p. 72]).<br /> In una delle occasioni in cui Einstein fece tale affermazione, Bohr avrebbe risposto: «Einstein, smettila di dire a Dio cosa deve fare!». Nonostante l'aneddoto venga riportato molto spesso, mancano fonti attendibili a sostegno. D'altra parte, alcune fonti riportano un episodio molto simile. Lo stesso Bohr infatti, ricordando l'incontro con Einstein al congresso Solvay del 1927, scrive: «Da parte sua, Einstein ci chiese scherzando se potevamo credere effettivamente che la Provvidenza divina fosse ricorsa al "giuoco dei dadi", al che io replicai facendo osservare che già gli antichi pensatori avevano ammonito di essere molto cauti nel definire gli attributi della Provvidenza col linguaggio comune.» Anche [[Werner Karl Heisenberg]], presente in quell'occasione, ricorda la battuta: «Al che Bohr poté soltanto rispondere: "Ma non tocca a noi dire a Dio come deve far andare il mondo."» {{Cfr}} [[Walter Isaacson]], ''Einstein: la sua vita, il suo universo'', p. 315 e p. 584.<br />Successivamente [[Stephen Hawking]] in riferimento alla frase disse: «Einstein [...] sbagliò quando disse: "Dio non gioca a dadi". La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere.» Vedi anche [[Dio non gioca a dadi]].</ref> (4 dicembre 1926<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-180; citato in ''Einstein: A Centenary Volume'', a cura di A.P. French, Harvard University Press, Cambridge, 1979, p. 275. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>, p. 709) *In Germania sono stato promosso al rango di bestia feroce e mi sono state confiscate tutte le mie sostanze. Mi consolo pensando che presto se ne sarebbero andate ugualmente. (30 maggio 1933; p. 711) *Mi sono acclimatato benissimo qui. Me ne sto come un orso nella tana; mai, nella mia vita avventurosa, mi sono sentito tanto a casa mia. La mia orsaggine si è acuita dopo la morte della mia compagna {{NDR|Elsa}}, che era più legata di me agli altri esseri umani. (1937 circa<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-151. Citato in ''Einstein-Born Briefwechsel'', p. 177. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 33.</ref>) *Non posso però scrivere in [[lingua inglese|inglese]], per le insidie dell'ortografia: quando leggo l'inglese, sento solo il suono delle parole e non riesco a fissarne la forma.<ref group="fonte">Archivio Einstein 8-208; Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 155.</ref> (7 settembre 1944; p. 713) *Non ci eravamo accorti che nell'uomo il [[midollo spinale]] ha un'azione assai più estesa e profonda di quella del cervello. (7 settembre 1944; p. 714) *Il senso di ciò che è giusto o ingiusto cresce e muore come fa un albero, e a ben poco giova qualsiasi genere di concime. Tutto ciò che il singolo può fare è di dare il buon esempio e di avere il coraggio di sostenere con serietà le convinzioni etiche in una società di cinici. Da lungo tempo mi sono sforzato (con alterno successo) di comportarmi in questo senso. (7 settembre 1944; p. 714) *Non posso prendere molto sul serio il fatto che ti senti «troppo vecchio», perché capita anche a me. È un sentimento che ogni tanto (sempre più spesso) riemerge per poi scomparire di nuovo. Possiamo tranquillamente lasciare alla natura il compito di ridurci in polvere un po' alla volta, posto che non preferisca usare sistemi più rapidi. (7 settembre 1944; p. 714) *Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi. Tu ritieni che [[Dio non gioca a dadi|Dio giochi a dadi]] col mondo<ref name=dadi/>; io credo invece che tutto ubbidisca a una legge, in un mondo di realtà obiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa. Lo ''credo'' fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica – o meglio un fondamento più tangibile – di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano quest'atteggiamento come un effetto della sclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto. (7 settembre 1944; p. 715) *Sono lieto che la tua vita e la tua attività siano fruttuose e soddisfacenti. Ciò aiuta a superare le follie degli uomini dai quali dipende il destino collettivo del cosiddetto ''homo sapiens''. Non che in passato questo destino fosse migliore; ma la sua miseria non ci appariva così evidente, e le conseguenze della ciarlataneria erano meno catastrofiche che nelle circostanze attuali. (3 marzo 1947; p. 717) *Quanto ai [[Germania|tedeschi]], non ho cambiato opinione; d'altronde, è un'opinione che risale a prima del periodo nazista. Alla nascita tutti gli uomini sono più o meno uguali, ma i tedeschi hanno una tradizione più pericolosa che non gli altri popoli cosiddetti civili. (15 settembre 1950; p. 726) ==''Lettere a [[Maurice Solovine]]''== [[Immagine:Einstein-with-habicht-and-solovine.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con gli amici [[Maurice Solovine]] (a sinistra) e [[Conrad Habicht]] (al centro) ]] *Non ho affatto voglia di andare in America, ci vado unicamente nell'interesse dei sionisti, che devono elemosinare dollari per costruire un'università a Gerusalemme {{NDR|[[Università Ebraica di Gerusalemme]]}}, per i quali fungo da grande sacerdote e da esca [...]. Ma faccio quello che posso per aiutare quelli della mia tribù: vengono talmente bistrattati altrove. (8 marzo 1921<ref group="fonte">Pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 41. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 61.</ref>) *In [[Stati Uniti d'America|America]], bisogna sempre avere un atteggiamento molto deciso, altrimenti non si viene pagati e nemmeno rispettati. (14 maggio 1922<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-157; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 49. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 40.</ref>) *{{NDR|Sulle sue dimissioni dalla commissione della [[Società delle Nazioni|Lega delle Nazioni]]}} Bisogna tenersi lontani dalle imprese dubbie anche quando portano un nome altisonante. (primavera 1923<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-189; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 59. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 158.</ref>) *In buona sostanza il mio interesse per la scienza si è sempre limitato allo studio dei principi [...]. Perciò ho pubblicato così poco, perché il grande bisogno di afferrare i principi mi ha spinto a passare la maggior parte del tempo in imprese sterili. (30 ottobre 1924<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-195; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 63. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 127.</ref>) *{{NDR|Su [[Democrito]]}} Ammirevole, nel testo democriteo, è il trattamento delle qualità sensibili. E colpiscono gli sforzi che egli fa con il senso della vista, mantenendo tenacemente l'idea fondamentale. Tra gli aforismi morali, alcuni sono veramente belli, ma molti, stranamente, hanno un'impronta piccolo-borghese (una morale volgare). [...] Degna di ammirazione è la ferma credenza nella causalità fisica, una causalità che non si arresta neanche di fronte alla volontà del'''homo sapiens''. Per quel che ne so, solo [[Baruch Spinoza|Spinoza]] è stato così radicale e conseguente. (4 marzo 1930; p. 732) *{{NDR|Su ''[[L'evoluzione della fisica]]''}} Il libro deve la sua esistenza al fatto che ho dovuto procurare a [[Leopold Infeld|Infeld]], al quale è stata rifiutata una borsa, una fonte temporanea di sostentamento. Insieme abbiamo effettuato un lavoro molto accurato, con una particolare attenzione per gli aspetti epistemologici. (10 aprile 1938; p. 733) *Come ai tempi di [[Ernst Mach|Mach]] dominava una concezione materialistica dogmatica, quanto mai dannosa, allo stesso modo siamo prigionieri, oggi, di una visione soggettivista rivestita di positivismo. L'esigenza di concepire la natura come realtà obiettiva viene descritta come un pregiudizio superato, mentre le magagne dei teorici dei quanti sono una virtù. Proprio vero, gli uomini sono più suggestionabili dei cavalli: ogni tempo è dominato da una moda, e i più neppure sono capaci di riconoscere il tiranno.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref> (10 aprile 1938; p. 733) *Avevo già saputo della morte di [[Paul Langevin|Langevin]]. Era uno dei miei conoscenti più cari, un vero santo, e di grande talento per di più. È vero che i politici hanno sfruttato la sua bontà, perché era incapace di penetrare le motivazioni squallide, troppo estranee alla sua natura. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', p. 99. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 53.</ref>) *Le [[buona azione|buone azioni]] sono come le belle poesie. È facile afferrarne il senso generale ma spesso è meno facile capirne le ragioni. (9 aprile 1947<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-250; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 99-101. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 146.</ref>) *Nel mio lavoro di ricerca sono ostacolato da difficoltà matematiche – sempre le stesse – che mi rendono impossibile la conferma o la confutazione della mia [[teoria del tutto|teoria generale relativistica del campo]]; [...]. Non ne verrò più a capo; il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi. È già successo tante volte in passato.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-256 e 80-865. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 132.</ref> (25 novembre 1948; p. 736) *Ho provato a leggere a mia sorella qualcosa dell'opera filosofica di [[Aristotele]]. In tutta franchezza: una delusione completa. Non fosse stata così oscura, così astrusa, questa pseudofilosofia non sarebbe durata così a lungo. Ma la maggior parte delle persone, per le parole che non riesce a comprendere, prova un sacro rispetto, e taccia invece di superficialità chi ha il torto di parlar chiaro. Quale toccante segno di modestia. (25 novembre 1948; p. 736) *Lei immagina che io guardi con serena soddisfazione all'opera della mia vita. Vista da vicino, però, la realtà è ben diversa. Non c'è una sola idea di cui io sia convinto che sia destinata a durare, e neppure sono sicuro d'essere sulla buona strada. Eretico per alcuni e reazionario per altri; uno che, per così dire, è sopravvissuto a sé stesso: ecco come sono visto dai miei contemporanei. Sarà certo una questione di mode e di angustia di orizzonti, ma la sensazione del fallimento mi viene da dentro. Né potrebbe essere altrimenti, per chi abbia un briciolo di spirito critico e di onestà intellettuale, e quel tanto di modestia che ti consentono un giudizio equilibrato, libero da influenze esterne. (28 marzo 1949; p. 737) *Non ho trovato una parola migliore di "[[religione]]" per definire la fiducia nella natura razionale della realtà, per quanto sia accessibile alla ragione. Ogni volta che questo sentimento è assente, la scienza degenera in un piatto [[empirismo]]. (1° gennaio 1951<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-474 e 80-871; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 119. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 117. Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 447.</ref>) *La [[teoria del tutto|teoria unitaria del campo]], in sé è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che, con tutta la pena che mi sono dato, non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni, principalmente perché i fisici hanno poca attitudine a capire gli argomenti logici e filosofici.<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-277. Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 133.</ref> (12 febbraio 1951; pp. 736-737) *Ci si potrebbe attendere (di più, ci si ''dovrebbe'') aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il «miracolo» che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze. È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dei, ma anche dei «miracoli». Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere il «miracolo» senza che ci sia una via legittima per andare oltre. (30 marzo 1952; pp. 740-741) *Nessuno osa prendere posizione sulla validità o meno {{NDR|della [[teoria del tutto|teoria unitaria dei campi]]}} per un semplice motivo: non esiste modo di affermare alcunché riguardo alle soluzioni di un sistema di equazioni non lineari tanto complesso, se si escludono casi particolari. (28 maggio 1953<ref group="fonte">Archivio Einstein 21-300; pubblicato in ''Letters to Solovine, 1906-1955'', pp. 149. Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref>) ==''Lettere d'amore''== [[File:Albert Einstein and his wife Mileva Maric.jpg|thumb|upright=1.4|[[Mileva Marić]] e Albert Einstein]] *Mia madre e mia sorella mi paiono piuttosto grette e filistee, al di là dell'affetto che provo per loro. È interessante vedere come poco alla volta la vita ci cambi nel profondo dell'anima, per cui anche i legami di famiglia più stretti si riducono a normali amicizie. Non ci si capisce più a fondo, e non si riesce più a immedesimarsi davvero con l'altra persona, a capire le emozioni che la muovono.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 81.</ref> (7, primi di agosto 1899; p. 50) *Non vedo l'ora di ricevere una lettera della mia streghina adorata. Non riesco davvero a credere che rimarremo separati ancora per tutto questo tempo: solo ora mi rendo conto di essere pazzamente innamorato di te! Lasciati viziare quanto vogliono, così tornerai un piccolo tesoro radioso e selvaggia come una monella di strada.<ref group="fonte" name=mileva>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 74-76.</ref> (15, 1° agosto 1900; p. 64) *Capisco abbastanza bene i miei genitori. Pensano a una [[moglie]] come a un lusso che un uomo si può permettere solo quando si guadagna da vivere bene. È un modo di vedere il rapporto matrimoniale che non mi convince affatto, perché considera una moglie come una prostituta, con la sola differenza che la prima, grazie al rango sociale più elevato, è in grado di procacciarsi un contratto con un uomo che le dura tutta la vita.<ref group="fonte" name=CLVI/> (16, 6 agosto 1900; pp. 65-66) *La fame e l'amore sono e rimangono delle molle talmente importanti che quasi tutto può essere spiegato grazie a loro, anche trascurando altri motivi basilari. (16, 6 agosto 1900; p. 66) *Come facevo prima a vivere da solo, mio piccolo tutto? Senza di te perdo la fiducia, la passione per lo studio e la gioia di vivere, insomma, senza di te, la vita non è vita.<ref group="fonte" name=mileva/> (18, 14? agosto 1900; p. 69) *''Santo cielo, quel Johonzel!''<ref>«''Johann''» è uno pseudonimo di Einstein, usato comunemente dalla coppia nelle forme vezzeggiative «''Johonesl''», «''Johannesl''», «''Johonzel''», ecc. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 136.</ref>'' | Il desiderio l'ha reso folle! | Quando pensa alla sua Doxerl''<ref name=doxerl>«''Doxerl''» o «''Dockerl''» deriva da ''Docke'', che nel dialetto della Germania meridionale significa «bambola»; è lo pseudonimo affettuoso con cui Albert si rivolge a Mileva. {{Cfr}} ''Lettere d'amore'', nota a p. 134</ref>'' | il cuscino pare che bolle.''<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 56.</ref>'' || Se il mio tesoro è corrucciato, | io mi faccio tutto piccino, | ma ella alza appena le spalle | e non le importa neanche un pochino. || Ai miei vecchi queste cose | paiono solo una stupidata, | ma non osano fiatare | per timor di una sfuriata! || Il mio tesoro con la sua bocca, | canta ariette tenere e belle, | talché del cuore la corda mi tocca | e la mia voce raggiunge le stelle.'' (19, 20 agosto 1900; pp. 70-71) *''A lui ella ora si cela, | che può fare egli in rimessa? | A lui ella con tutta l'anima | con un bacio si è tosto concessa.'' (19, 20 agosto 1900; p. 72) *Senza il pensiero di te non vorrei più vivere in mezzo a questo miserabile gregge umano. Avere te mi rende fiero, e il tuo amore mi rende felice. Sarò doppiamente felice quando potrò tenerti nuovamente stretta stretta al cuore e rivedere quegli amorosi occhi che brillano solo per me e baciare la tua tenera bocca che vibra di gioia solo per me.<ref group="fonte" name=mileva/> (20, 30 agosto o 6 settembre 1900; p. 73) *Neanche tu ami più la vita filistea, vero? Chi ha assaporato la libertà non può più portare le catene. Sono talmente fortunato ad averti trovata, una persona che mi sta alla pari, forte e indipendente quanto me!<ref group="fonte" name=mileva/> Mi sento solo con chiunque altro tranne te. (23, 3 ottobre 1900; p. 80) *{{NDR|Su [[Michele Besso]]}} È uno smidollato terribile e non ha un pizzico di sano buon senso. È incapace di farsi abbastanza coraggio per combinare qualcosa nella vita o negli studi; e dire che ha una testa straordinariamente fine, di cui osservo con molto piacere i caotici processi mentali.<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 65.</ref> (26, 4 aprile 1901; p. 86) *Vedrai con i tuoi occhi come sono diventato brillante e allegro e come i miei corrucci siano ormai acqua passata. Ti amo di nuovo immensamente! È stato solo per colpa dei nervi che mi sono comportato in modo così meschino con te. Stenterai a riconoscermi, così brillante e allegro, carissima Doxerl<ref name=doxerl/>, non vedo l'ora di rivederti.<ref group="fonte" name=mileva/><ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 66.</ref> (29, 30 aprile 1901; p. 93) *Se almeno potessi trasmetterti un poco della mia felicità, per farti passare definitivamente la tristezza e l'ansia.<ref group="fonte" name=mileva/> (32, 9 maggio 1901; p. 98) *Sto lavorando freneticamente [[Albert Einstein/Articoli scientifici#L'elettrodinamica dei corpi in movimento|sull'elettrodinamica dei corpi in movimenti]], che promette di diventare una memoria eccellente. Ti ho scritto che dubitavo della correttezza delle idee sul moto relativo, ma le mie riserve erano basate su un semplice errore di calcolo. Ora ci credo di nuovo e più di prima. (46, 17 dicembre 1901; pp. 118-119) ==''Out of My Later Years''== [[File:Albert Einstein in later years.jpg|thumb|Albert Einstein nei suoi ultimi anni]] {{Int|''Autoritratto''|In George Schreiber, ''Portraits and Self-Portraits'', Houghton, Mifflin Co., Boston, 1936.}} *Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un [[pesce]] dell'acqua in cui nuota per tutta la vita? (p. 11) *Anche contro di me sono state scagliate frecce di odio; ma non mi hanno mai colpito, perché in qualche modo appartenevano a un altro mondo, con il quale non ho niente da spartire.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 36.</ref> (p. 11) *Vivo in quella [[solitudine]] che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità. (p. 11) {{Int|''Decadimento morale''|Da ''Moral Decay'', messaggio alla ''Young Men's Christian Association'' durante il ''Founders Day'', 11 ottobre 1937.}} *Tutte le religioni, le arti e le scienze sono rami di uno stesso albero. Aspirano tutte a sollevare la vita dell'uomo, sollevandola dal livello della mera esistenza fisica per condurre l'individuo verso la libertà. (p. 15) {{Int|''Principi morali e sentimenti''|Da ''Morals and Emotions'', discorso tenuto alla cerimonia del conferimento delle lauree allo Swarthmore College, 1938.}} *[...] si sappiano non solo tollerare le differenze tra gli individui e i gruppi, ma accettarle di buon grado e considerarle un arricchimento della nostra esistenza. È questa l'essenza della vera [[tolleranza]]; senza una tolleranza intesa in questa accezione più vasta non si potrà parlare di vera moralità. (p. 23) {{Int|''Scienza e religione, II''|Da ''Science, Philosophy and Religion'', a Symposium; pubblicato dalla Conference on Science, Philosophy and Religion in Their Relation to the Democratic Way of Life, Inc., New York, 1941.}} *[...] la [[scienza]] può solo accertare ciò che ''è'', ma non ciò che ''dovrebbe essere'', e fuori dal suo ambito tutti i tipi di giudizi di valore restano necessari. (p. 28) *[...] la scienza può essere creata soltanto da chi sia totalmente vocato alla verità e alla comprensione. Questa fonte emotiva, tuttavia, scaturisce dalla sfera della religione. Ad essa appartiene anche la fede nelle possibilità che le regole valide per il mondo esterno sono razionali, cioè comprensibili per la ragione. Non riesco a concepire un vero scienziato che difetti di tale fede profonda. Possiamo esprimere la situazione con un'immagine: la [[scienza e religione|scienza]] senza la [[scienza e religione|religione]] è zoppa, la religione senza la scienza è cieca.<ref group="fonte" name=CXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 115-116.</ref><ref>{{Cfr}} [[Immanuel Kant]], ''Critica della ragion pura'': «Senza i sensi non sarebbe a noi posto alcun oggetto, e senza l'intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le rappresentazioni visive senza idee sono cieche.» {{Cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 115.</ref> (p. 29) *Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine [[dèi|divinità]] che supponeva dovessero determinare, o quantomeno influenzare con le direttive della loro volontà, il mondo fenomenologico. L'uomo cercava di modificare a proprio vantaggio l'atteggiamento di tali divinità con la magia e con la preghiera. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri. (p. 29) *La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere [[scienza e religione|della religione e della scienza]] sta tutta in questa idea di un Dio personale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 30) *Più un uomo è consapevole dell'ordinata regolarità di tutti gli eventi, più si rinsalda nella convinzione che non c'è posto, accanto a questa ordinata regolarità, per cause di natura differente. Per lui non esisterà né regola dell'umano né regola del divino come causa indipendente dagli eventi naturali. (pp. 30-31) *Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina di un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 31) *Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una [[conoscenza]] razionale.<ref group="fonte" name=CXV/> (p. 32) {{Int|''Sull'istruzione''|Dal discorso tenuto ad Albany a una riunione celebrativa dell'Università dello Stato di New York, 15 ottobre 1936; pubblicato poi in ''On Education'', ''School and Society'', XLIV, 1936, pp. 589-592.}} *Nel nostro caso la sola conoscenza della verità non è sufficiente; al contrario tale conoscenza va rinnovata di continuo, con sforzo incessante, se non si vuole che vada perduta. È come una statua di marmo che si erge nel deserto e sia continuamente minacciata di seppellimento dai movimenti delle sabbie. Le mani di chi si pone al servizio del prossimo non devono avere un istante di quiete, affinché il marmo possa continuare a risplendere durevolmente al sole. A tali mani pronte al servizio si uniranno sempre anche le mie. (p. 33) *[...] si deve tendere alla formazione di individui che agiscano e pensino in modo indipendente, pur vedendo nel servizio della comunità il proprio più alto compito vitale.<ref group="fonte" name=LXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 70-71.</ref> (p. 34) *A me sembra che dal punto di vista metodologico la cosa peggiore per una [[scuola]] sia far leva soprattutto sulla paura, sulla costrizione e sull'autorità artificiosa. Tale impostazione distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stessi degli alunni, producendo soggetti passivi. [...] È relativamente semplice mettere al riparo la scuola da questo che è il peggiore di tutti i mali. Basta dotare gli insegnanti del minor numero possibile di strumenti coercitivi, in modo che per essi l'unica fonte di rispetto da parte dell'alunno siano le loro qualità umane e intellettive.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 35) *La [[scuola]] dovrebbe sempre tendere a sfornare giovani dalla personalità armonica, non degli specialisti. Il che, a mio avviso, vale in un certo senso anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una professione del tutto specifica. Bisognerebbe sempre dare la priorità allo sviluppo di una capacità generale di pensiero e di giudizio indipendente, non all'acquisizione di una competenza specialistica.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 37) {{Int|''La teoria della relatività''|Da ''Relativity: Essence of the Theory of Relativity'', ''American People's Encyclopedia'', Spencer Press, Chicago, 1949, vol. 16, coll. 604-608.}} *La [[matematica]] si occupa esclusivamente delle relazioni tra i concetti senza considerare la loro connessione con l'esperienza. Anche la [[fisica]] si occupa di concetti matematici; tuttavia questi concetti assumono un contenuto fisico solo attraverso una chiara determinazione del loro rapporto con gli oggetti dell'esperienza. Questo vale in particolare per i concetti di moto, spazio, tempo. (p. 41) {{Int|''E&#61;mc²''|Pubblicato originariamente su ''Science Illustrated'', New York, aprile 1946.}} *L'atomo M è un ricco avaro che, finché vive, non dà via alcun denaro (''energia''). Ma nel suo testamento lascia la sua fortuna in eredità ai figli M' e M", a condizione che essi ne destinino una piccola quantità a fini sociali, meno di un millesimo dell'intero patrimonio (''energia o massa''). I figli insieme hanno un po' meno di quanto avesse il padre (''la somma della massa M'+M" è leggermente minore della massa M dell'atomo radioattivo''). Ma la parte destinata alla società, benché relativamente piccola, è tuttavia così rilevante (''considerata come energia cinetica'') da costituire una grande minaccia. Sventare tale minaccia è diventato il più pressante problema del nostro tempo. (p. 50) {{Int|''Che cos'è la teoria della relatività?''|Da ''My Theory'', ''London Times'', 28 novembre 1919.<ref>Pubblicato anche in ''Mein Weltbild'' ed ''Essays in Science'' con il titolo di ''What Is The Theory of Relativity?'' (''Was ist Relativitätstheorie?''). Ripubblicato inoltre in forma leggermente diversa e con il titolo di ''Tempo, spazio e gravitazione'' (''Time, space and gravitation'') su ''Optician, the British optical journal'', LVIII, pp. 187-188. {{Cfr}} ''Come io vedo il mondo'', pp. 127-135 e ''Opere scelte'', p. 54, pp. 580-584 e p. 768.</ref>}} *Possiamo distinguere vari tipi di teorie nella fisica. Per la maggior parte sono costruttive. Tentano di ricavare un quadro dei fenomeni più complessi dai materiali di uno schema formale relativamente semplice, da cui prendono le mosse. Così la [[teoria cinetica dei gas]] cerca di ridurre i processi meccanici, termici e di propagazione a movimenti di molecole, cioè a ricavarli dalle ipotesi del moto molecolare. Quando diciamo che siamo riusciti a comprendere un insieme di processi naturali, invariabilmente intendiamo dire che abbiamo trovato una teoria costruttiva che copre i processi in questione.<br />Insieme a questa classe di teorie assai importante ne esiste una seconda, che chiamerò delle «teorie dei principi». Queste impiegano il metodo analitico, anziché quello sintetico. Gli elementi che ne costituiscono la base e il punto di partenza non sono stati costruiti per via ipotetica, ma vi si è giunti in modo empirico; essi sono caratteristiche generali di processi naturali, principi che danno origine a criteri formulati in modo matematico, che i processi separati o le loro rappresentazioni teoriche devono saper soddisfare. Così la scienza della [[termodinamica]] cerca di dedurre con mezzi analitici i nessi necessari – che gli eventi separati devono soddisfare – del fatto universalmente provato che il [[moto perpetuo]] è impossibile.<br />I vantaggi della teoria costruttiva sono la completezza, l'adattabilità e la chiarezza, quelli della teoria dei principi sono la perfezione logica e la sicurezza dei fondamenti.<br />La teoria della relatività appartiene a quest'ultima classe. Al fine di coglierne la natura, occorre prima di tutto acquisire dimestichezza con i principi su cui si fonda. (pp. 51-52) *Ecco un'ulteriore applicazione del principio della relatività, per diletto del lettore: oggi in Germania vengo chiamato «luminare tedesco», in Inghilterra «ebreo svizzero». Se dovesse mai succedermi di essere additato come una ''bête noire'', diventerei, al contrario, un «ebreo svizzero» per i tedeschi e un «luminare tedesco» per gli inglesi.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 29-30.</ref> (p. 55) {{Int|''Fisica e realtà''|Da ''Physik und Realität'', ''Franklin Institute Journal'', vol. 221, n. 3, marzo 1936, pp. 313-347.}} *L'intera [[scienza]] non è che un affinamento del pensiero quotidiano.<ref group="fonte" name=CXXIX>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 129.</ref> (p. 56) *Potremmo dire che «l'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità».<ref>Parafrasata spesso in «La cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile». {{cfr}} ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> È una delle grandi intuizioni di [[Immanuel Kant]] che senza tale comprensibilità l'assunzione di un mondo esterno reale sarebbe assurda. Per quanto riguarda la «comprensibilità», l'espressione è qui utilizzata nel suo senso più banale. Vuole riferirsi a: produzione di una qualche sorta di ordine fra le impressioni dei sensi, un ordine prodotto dalla creazione di concetti generali, di relazioni tra questi concetti, e dalle relazioni tra i concetti e l'esperienza sensoriale, relazioni a loro volta determinate in qualunque possibile modo. È in questo senso che il mondo delle nostre esperienze sensoriali è comprensibile. Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 147.</ref> (pp. 57-58) {{Int|''I fondamenti della fisica teoretica''|Da un discorso tenuto all'''American Scientific Congress'', Washington, maggio 1940; pubblicato con il titolo di ''Considerations Concerning the Fundamental of Theoretical Physics'', su''Science'', Washington D.C., n. 91, 24 maggio 1940, pp. 487-492.}} *Quella che chiamiamo [[fisica]] comprende quel gruppo di scienze naturali che basano i propri concetti su misurazioni; e i cui concetti e affermazioni si prestano a una formulazione matematica.<ref group="fonte" name=CXXX>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 130.</ref> (p. 87) *[...] fin dall'inizio è sempre stato presente il tentativo di individuare per tutte queste singole scienze, una base teoretica unitaria composta del minor numero possibile di concetti e relazioni fondamentali, da cui si potessero ricavare per sviluppo logico tutti i concetti e le relazioni delle singole discipline. È questo che intendiamo per ricerca di fondamenti comuni per la globalità della fisica. La convinta fiducia nel conseguimento di tale obiettivo finale è la principale fonte dell'appassionata dedizione che ha sempre animato i ricercatori.<ref group="fonte" name=CXXX/> (pp. 87-88) {{Int|''Il linguaggio comune della scienza''|Da una registrazione radiofonica per la ''Science Conference'', Londra, 28 settembre 1941; pubblicata su ''Avancement of Science'', Londra, vol. 2, n. 5.}} *Quali speranze e paure il [[metodo scientifico]] comporta per l'uomo? Non penso che questo sia il modo giusto di impostare la questione. Qualunque cosa questo strumento a disposizione dell'uomo produrrà, essa dipenderà interamente dalla natura dei fini che l'umanità si sarà data. Una volta posti in essere gli obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per realizzarli. Tuttavia esso non può fornire anche gli obiettivi. Il metodo scientifico non avrebbe condotto da nessuna parte, di per sé, non sarebbe nemmeno nato senza un appassionato sforzo di arrivare a una comprensione chiara. (p. 99-100) {{Int|''Le leggi della scienza e le leggi dell'etica''|Da ''The Laws of Science and The Laws of Ethics'', prefazione a Philipp Frank, ''Relativity – A Richer Truth'', Beacon Press, Boston, 1950.}} *A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico. [...] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La [[verità]] è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza. (p. 102) {{Int|''Una derivazione elementare dell'equivalenza di massa ed energia''|Da ''Elementary Derivation of the Equivalence of Mass and Energy'', ''Technion Journal'', V, pp. 16-sg.}} *La seguente derivazione della legge dell'equivalenza, mai pubblicata prima, ha due vantaggi. Benché utilizzi il principio di relatività ristretta, non presuppone il meccanismo formale della teoria, ma si avvale soltanto di tre leggi precedentemente note:<br />1. La legge della conservazione della quantità di moto.<br />2. L'espressione per la pressione della radiazione; cioè, la quantità di moto di un complesso di radiazioni che si muovano in direzione fissa.<br />3. La ben nota espressione per la deviazione della luce (influenza del moto della terra sulla posizione apparente delle stelle fisse, Bradley). (p. 103) {{Int|''Perché il socialismo?''|Da ''[http://monthlyreview.org/2009/05/01/why-socialism Why Socialism?]'', ''Montly Review: An Indipendent Socialist Magazine'', New York, I, maggio 1949, pp. 9-15.}} *La [[scienza]], tuttavia, non può creare fini e ancora meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al massimo, può fornire i mezzi con cui perseguire eventuali fini. Ma i fini in sé sono concepiti da personalità dotate di alti ideali etici [...]. (p. 110) *[...] dovremmo fare attenzione a non sopravvalutare la scienza e i metodi scientifici, quando si tratti di problemi umani; e non dovremmo presumere che gli esperti siano i soli ad avere il diritto di esprimersi su questioni riguardanti l'organizzazione della società. (p. 110) *[...] i [[Capitalismo|capitalisti]] privati controllano inevitabilmente, in modo diretto o indiretto, le fonti principali d'[[informazione]] (stampa, radio, pubblica istruzione). Per cui è estremamente difficile e nella maggior parte dei casi del tutto impossibile, che il singolo cittadino possa arrivare a conclusioni oggettive e avvalersi in modo intelligente dei propri diritti politici. (p. 113) *Considero tale storpiamento della coscienza dei singoli il peggiore dei mali del capitalismo. Tutto il nostro sistema educativo ne è contagiato. Si inculca un atteggiamento di esagerata competizione negli studenti, che vengono esortati all'adorazione del successo acquisitivo in preparazione della loro carriera futura.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 114) *Sono convinto che ci sia un ''unico'' modo per eliminare tali gravi malanni, vale a dire l'istituzione di una economia socialista, accompagnata da un sistema educativo orientato al perseguimento di obiettivi sociali. In un'economia del genere, i mezzi di produzione saranno posseduti dalla società stessa e utilizzati in maniera pianificata. Un'economia di piano, che adeguasse la produzione ai bisogni della comunità, distribuirebbe il lavoro fra tutti coloro che fossero in grado di lavorare e garantirebbe i mezzi di sussistenza a ciascuno, uomo, donna o bambino che fosse. L'istruzione dell'individuo, oltre a promuovere le capacità innate, si sforzerebbe di sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i propri simili anziché la glorificazione del potere e del successo che caratterizzano la nostra società attuale. (p. 115) {{Int|''La questione dei negri''|Da un discorso alla Lincoln University, in occasione del conferimento di una laurea ''honoris causa'', maggio 1946; ''The Negro Question'', ''Pageant'', New York, 1946}} *C'è, tuttavia, una macchia scura nel panorama sociale degli americani. Il loro senso dell'eguaglianza e della dignità umana si limita essenzialmente agli uomini di pelle bianca. [...] Più mi sento americano, più questa situazione mi fa soffrire.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 41.</ref> (p. 116) *Dobbiamo sforzarci di discernere ciò che nella tradizione da noi assorbita è dannoso per il nostro destino e la nostra dignità, e modellare le nostre vite di conseguenza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 142.</ref> (p. 117) {{Int|''Scienza e società''|Da ''Science and Society'', ''Science'', Washington D.C., numero invernale, 1935-36.}} *Sono due i modi in cui la [[scienza]] influenza le faccende umane. Il primo è a tutti familiare: quello diretto. Ma in maniera ancora più estesa, quella indiretta, la scienza fornisce aiuti che hanno trasformato completamente l'esistenza umana. Questo secondo modo è di natura educativa: agisce sulla mente. Benché possa apparire meno ovvio al nostro esame superficiale, non meno incisivo del primo. (p. 118) *Se mai possiamo affermare che oggi la [[schiavitù]] è stata abolita, dobbiamo tale abolizione agli effetti pratici della scienza.<ref group="fonte">Citato in ''New York Times'', 4 maggio 1946, p. 7; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 164.</ref> (p. 118) *Sta a imperituro credito della [[scienza]] l'aver permesso, agendo sulla mente umana, di superare l'insicurezza dell'uomo davanti a se stesso e davanti alla natura. (p. 119) *La gente comune può seguire i dettagli della ricerca scientifica solo fino a un livello modesto; ma può registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia che il pensiero umano è affidabile e la legge della natura è universale.<ref group="fonte" name=CXXIX/> (p. 120) {{Int|''Nel ricevere il premio One World''|Dal discorso pronunciato alla Carnegie Hall, New York, nel ricevere il premio ''One World'', 27 aprile 1948.}} *[...] dove la fiducia nell'onnipotenza della forza fisica ha il sopravvento sulla vita politica, tale forza assume una vita a sé e si rivela superiore agli uomini che pensano di usare la forza come strumento.<ref group="fonte" name=XCIV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 94.</ref> (p. 127) *C'è ''una sola'' strada per la pace e la sicurezza: la strada dell'organizzazione sovrannazionale. Un armamento unilaterale su base nazionale accresce soltanto l'incertezza e la confusione generale senza costituire un efficace protezione.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 104.</ref> (p. 127) {{Int|''Scienza e civiltà''|Dal discorso al Royal Albert Hall di Londra, ''Civilization and Science'', 3 ottobre 1933; citato nel ''Times'' di Londra, 4 ottobre 1933, p. 14.}} *Ci sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e preservare la [[pace]], ma anche l'importante compito dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. Se vogliamo contrastare le forze che minacciano di sopprimere la libertà intellettuale e individuale dobbiamo avere chiara davanti ai nostri occhi la posta in gioco, e quanto dobbiamo a quella libertà che i nostri antenati conquistarono per noi dopo dure lotte. Senza tale libertà non ci sarebbe stato alcuno [[William Shakespeare|Shakespeare]], o [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], o [[Isaac Newton|Newton]], o [[Michael Faraday|Faraday]], o [[Louis Pasteur|Pasteur]] o [[Joseph Lister|Lister]]. [...] Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta. (pp. 128-129) *[...] notai come la [[monotonia]] di una vita quieta stimoli la mente creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 148.</ref> (p. 129) {{Int|''Lettera aperta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite''|Da ''United Nations World'', New York, ottobre 1947.}} *Le [[Nazioni Unite|NU]] per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità. (p. 138) {{Int|''Una risposta agli scienziati sovietici''|Da ''A Reply to the Soviet Scientists'', ''Bulletin of the Atomic Scientists'', IV, febbraio 1948, pp. 33-sg.}} *E il governo è in se stesso un male finché reca in sé la tendenza a degenerare in [[tirannia]].<ref name=soviet>Einstein rispose con questo articolo alla lettera aperta ''Le idee sbagliate del dott. Einstein'', sottoscritta dagli scienziati sovietici [[Sergej Ivanovič Vavilov]], [[Alexander Frumkin]], [[Abram Ioffe]] e [[Nikolay Semyonov]]; pubblicata sul ''New Times'', Mosca, ottobre 1947. {{Cfr}} ''Pensieri, idee e opinioni'', pp. 234 e 238.</ref> (p. 146) *Difendo il governo mondiale perché sono convinto che non ci sia altra via percorribile per eliminare il più tremendo pericolo a cui l'uomo si sia mai trovato esposto. L'obiettivo di evitare la distruzione totale deve avere la priorità su qualunque altro obiettivo.<ref name=soviet/><ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 104-105.</ref> (p. 150) {{Int|''«L'Europa è stata un successo?»''|Da ''Was Europe a Success?'', ''The Nation'', New York, 3 ottobre 1934.}} *Nessun [[scopo|fine]] mi sembra così elevato da indurmi a giustificarne il perseguimento attraverso metodi indegni. (p. 156) :Nessuno scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei metodi indegni per il suo conseguimento.<ref>In un [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/24/vita-da-cavie-sulla-pelle-degli.html articolo di ''la Repubblica''] e in molteplici pagine web si afferma che tale citazione di Einstein sia riferita alla [[sperimentazione animale]] o alla [[vivisezione]]. In realtà la frase di Einstein è una considerazione di natura generale e non si riferisce alla tematica specifica della vivisezione. {{Cfr}} ''[http://www.giornalettismo.com/archives/429071/la-vivisezione-repubblica-e-il-povero-albert-einstein/ La vivisezione, Repubblica e il povero Albert Einstein]'', ''Giornalettismo.com'', 24 luglio 2012.</ref> *A volte la [[violenza]] potrà aver sgomberato con rapidità la strada da ostacoli, ma non si è mai rivelata creativa.<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 168.</ref> (p. 156) {{Int|''A un raduno per la libertà d'opinione''|Da ''At a Gathering for Freedom on Opinion'', 1936; scritto nel 1936 per un raduno di docenti universitari che non ebbe mai luogo.}} *È per questa ragione che negli ultimi tempi abbiamo dovuto assistere ripetutamente al licenziamento di degni docenti universitari contro la volontà dei loro colleghi, azioni di cui la stampa ha informato il pubblico in modo non adeguato. È sempre alla pressione di questa minoranza economicamente dominante che dobbiamo l'infausta istituzione del giuramento del docente, ideato per limitare la libertà d'insegnamento. Non c'è bisogno che mi soffermi sul fatto che la libertà d'insegnamento e di opinione nei libri o nella stampa è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di qualsiasi popolo.<ref group="fonte" name=LXX/> (pp. 157-158) {{Int|''Guerra atomica o pace, I''|Come riportato da Raymond Swing in ''Atomic War or Peace'', ''the Atlantic Monthly'', parte prima, CLXXVI, novembre 1945, pp. 43-45.}} *La produzione dell'[[energia nucleare|energia atomica]] non ha creato un problema nuovo. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente.<ref group="fonte" name=curatom>Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 92-93.</ref><ref name=raymondswing>Einstein venne intervistato due volte da Raymond Swing in merito all'eventualità di una guerra atomica: la prima intervista venne realizzata nel 1945 e la seconda nel 1947 ed entrambe vennero pubblicate sul ''the Atlantic Monthly''. Successivamente le due interviste sono state pubblicate più volte insieme, sotto forma di un unico articolo intitolato ''Atomic War or Peace'', nonostante le importanti differenze tra i due, dovute perlopiù al cambiamento delle relazioni internazionali tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel corso del biennio 1945-47. {{Cfr}} ''Einstein on Politics'', [https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ&pg=PA372 p. 372].</ref> (p. 159) *Non credo che una guerra combattuta con le bombe atomiche spazzerà via la civiltà. Forse potranno rimanere uccisi due terzi della popolazione della terra. Ma resterebbe un sufficiente numero di uomini capaci di pensare e un sufficiente numero di libri per consentire di ricominciare daccapo e restaurare la civiltà.<ref group="fonte" name=curatom/><ref name=raymondswing/> (p. 159) *Non mi considero il padre della liberazione dell'[[energia nucleare|energia atomica]]. Il mio ruolo in proposito è stato del tutto indiretto. Non prevedevo, infatti, che si sarebbe arrivati a produrla nel mio tempo. Lo credevo possibile solo sul piano teorico. È diventato un fatto concreto grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, cosa che non avrei potuto prevedere. È stato [[Otto Hahn|Hahn]] a scoprirla a [[Berlino]], e lui stesso ha frainteso il senso della propria stessa scoperta. È stata [[Lise Meitner]] a fornire l'interpretazione corretta. È fuggita dalla [[Germania]] per mettere l'informazione in mano a [[Niels Bohr]]. Non credo che si possa inaugurare una grande era della scienza atomica nel modo in cui sono organizzate le grandi società per azioni.<ref name=raymondswing/> (p. 162) *Dal momento che non prevedo che l'[[energia nucleare|energia atomica]] potrà risultare di grande vantaggio ancora per molto tempo, debbo dire che attualmente essa costituisce una minaccia. Forse è bene che sia così. Potrà agire da deterrente per la razza umana spingendola a mettere ordine nei propri affari internazionali, cosa che, senza la pressione della paura, di sicuro essa non farebbe.<ref group="fonte" name=curatom/> (p. 163) {{Int|''Guerra atomica o pace, II''|Come riportato da Raymond Swing in ''[http://www.theatlantic.com/past/issues/47nov/einstein.htm Atomic War or Peace]'', ''the Atlantic Monthly'', parte seconda, CLXXX, novembre 1947, pp. 29-32.}} *Dalla realizzazione della prima [[bomba atomica]] non è stato approntato nulla che rendesse il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per accrescere la distruttività della guerra.<ref name=raymondswing/> (p. 163) *Ma non è necessario immaginare che un'esplosione stellare distrugga la terra come una Nova per capire con chiarezza la crescente distruttività di una [[guerra nucleare|guerra atomica]] e riconoscere che, a meno di impedire un'altra guerra, è probabile che si arrivi a devastazioni su scala mai ritenuta possibile prima d'ora, e a stento concepibili anche adesso, e che ad esse sopravviverebbe ben poco della nostra società.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nulla è stato fatto per scongiurare la guerra, mentre molto è stato fatto per rendere la [[guerra nucleare|guerra atomica]] ancora più orribile; non ci sono giustificazioni, di conseguenza, per aver ignorato il pericolo. Dico che non è stato fatto nulla per scongiurare la guerra a partire dalla messa a punto della bomba atomica, malgrado gli Stati Uniti abbiano avanzato alle Nazioni Unite la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Si è trattato di una proposta condizionale, e a condizioni che l'Unione Sovietica è adesso determinata a respingere. Il che consente di addossare ai russi la colpa del fallimento.<ref name=raymondswing/> (p. 164) *Ma nell'incolpare i russi gli americani non dovrebbero ignorare il fatto che nemmeno loro hanno rinunciato volontariamente all'uso della bomba come arma ordinaria, in attesa che si arrivi al controllo sovrannazionale, o nel caso non si arrivi a un controllo sovrannazionale. Così hanno alimentato negli altri paesi la paura che gli americani considerino la bomba atomica una componente legittima del loro arsenale bellico fintantoché gli altri paesi declineranno di accettare i termini da essi proposti per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (pp. 164-165) *Gli americani possono essere convinti della loro determinazione a non scatenare una guerra aggressiva o preventiva e ritenere così superfluo annunciare pubblicamente che non faranno più ricorso per primi alla bomba atomica. Ma questo paese è stato invitato solennemente a rinunciare all'uso della bomba – cioè a metterla al bando – e ha declinato di farlo a meno di non vedere accettati i propri termini per un controllo sovrannazionale.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Considero sbagliata questa linea politica. Scorgo un certo vantaggio militare nel non rinunciare per legge all'uso della bomba come deterrente volto a scoraggiare un altro paese dall'intraprendere una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma quel che si guadagna da un lato lo si perde dall'altro. Perché si è resa più remota la comprensione dell'importanza di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Che non abbiano a verificarsi inconvenienti militari finché gli Stati Uniti detengono l'esclusiva della bomba. Ma non appena un altro paese sarà in grado di produrne in quantità consistenti, l'assenza di un accordo internazionale porrà gli Stati Uniti in condizioni di forte svantaggio, a causa della vulnerabilità delle sue industrie, così concentrate nel territorio, e dell'alto sviluppo della sua vita urbana.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Il rifiuto di mettere al bando la bomba finché ne detiene il monopolio procura a questo paese un'altra conseguenza negativa, impedendogli di tornare pubblicamente ai parametri etici bellici formalmente accettati prima dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che questo paese ha approntato la [[bomba atomica]] come misura preventiva; se ne voleva impedire l'utilizzo da parte dei tedeschi, in caso l'avessero scoperta.<ref group="fonte" name=curatom/> Sono stati i tedeschi a iniziare il bombardamento dei centri civili, seguiti dai giapponesi. A ciò gli alleati hanno risposto negli stessi termini – anzi, come è risultato, con maggiore efficacia – e ne avevano la giustificazione morale. Ma adesso, in assenza di alcuna provocazione, e in mancanza della giustificazione della rappresaglia o della ritorsione, il rifiuto di rinunciare all'uso della bomba se non per ritorsione rendo lo scopo del suo possesso prettamente politico. Il che è difficilmente perdonabile.<ref name=raymondswing/> (p. 165) *Non sto dicendo che gli Stati Uniti non dovrebbero preparare la bomba e farne scorta, perché credo che debbano farlo; con essa devono essere in grado di scoraggiare un altro paese dal predisporre un attacco atomico una volta che anch'esso si sia procurato la bomba.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *Detenere una scorta di bombe atomiche senza impegnarsi a non utilizzarne per primi è sfruttare a fini politici il possesso delle bombe. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in tal modo di intimorire l'Unione Sovietica e di indurla ad accettare un controllo sovrannazionale dell'energia atomica. Ma inculcare la paura non fa che accrescere l'antagonismo e aumentare il pericolo di una guerra. Sono dell'opinione che questa politica ci abbia allontanati dalla vera soluzione moralmente accettabile, la proposta di un controllo sovrannazionale dell'energia atomica.<ref name=raymondswing/> (p. 166) *L'appartenenza a un sistema di sicurezza sovrannazionale non dovrebbe, a mio avviso, basarsi su alcun arbitrario parametro di democrazia. Il solo requisito da parte di tutti dovrebbe essere l'elezione popolare diretta dei rappresentanti destinati all'organizzazione sovrannazionale – parlamento e consiglio – per scrutinio segreto in ogni paese membro. Tali rappresentanti dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che i singoli governi, il che aumenterebbe la natura pacifista dell'organizzazione.<ref name=raymondswing/> (p. 170) {{Int|''La minaccia della distruzione di massa''|Da un discorso alla seconda cena annuale offerta dalla Foreign Press Association all'Assemblea Generale e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al [[Waldorf-Astoria Hotel]], New York, 11 novembre 1947.}} *Siamo tutti consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui versa oggi la società umana – ridotta a un'unica comunità con un destino comune –, ma solo alcuni si comportano di conseguenza. Gran parte delle persone continua a vivere la propria vita ordinaria; per metà spaventate, per metà indifferenti, esse contemplano la cupa tragicommedia in atto sul palcoscenico internazionale davanti agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su quel palcoscenico, in cui gli attori recitano sotto i riflettori le proprie ordinate parti, si decide il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni. (p. 175) *Finché il contatto fra i due campi si limiterà ai negoziati ufficiali, vedo scarse prospettive di un accordo intelligente, specialmente dal momento che considerazioni di prestigio nazionale oltre che la tendenza a parlare alle masse da una finestra tendono a rendere pressoché impossibile ogni ragionevole progresso. Ciò che una parte propone a livello ufficiale è per ciò stesso guardato con diffidenza e persino fatto apparire come inaccettabile dall'altra. Inoltre dietro tutti i negoziati ufficiali si cela – per quanto velata – la minaccia del potere nudo e crudo. (p. 176) *Noi [[scienziato|scienziati]] crediamo che quello che noi e i nostri simili faremo o mancheremo di fare nel giro dei prossimi anni determinerà il destino della nostra civiltà. E consideriamo nostro dovere divulgare incessantemente questa verità, aiutando la gente a rendersi conto della posta in gioco e adoperandoci non per una tregua, ma per un'intesa e un definitivo accordo tra popoli e nazioni di differenti vedute. (p. 176) {{Int|''L'intrusione dei militari nella scienza''|Da ''Military Intrusion in Science. The Military Mentality'', ''American Scholar'', XVI, 1947, pp. 353-sg.}} *È tipico della mentalità militarista considerare essenziali i fattori non-umani (bombe atomiche, basi strategiche, armi di ogni sorta, il possesso di materie prime, ecc.) e ritenere invece trascurabile e secondario l'essere umano, i suoi desideri e pensieri, in breve i fattori psicologici.<ref group="fonte" name=XCIV/> (p. 182) *L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa «materiale umano».<ref group="fonte" name=XCIV/> Con una concezione simile i normali fini delle aspirazioni umane svaniscono. Al loro posto, la mentalità militarista eleva il «potere nudo» a fine in sé, uno dei più sconcertanti inganni a cui gli uomini possano soccombere. Nel nostro tempo la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello stato. (p. 182) *Non vedo altra via d'uscita dalle condizioni imperanti che una politica perspicace, onesta e coraggiosa, tesa a fondare la sicurezza su basi sovrannazionali. Speriamo che si troveranno individui sufficienti per numero e per forza morale, atti a guidare la nazione su questa strada, finché le circostanze esterne le attribuiranno un ruolo di guida. Allora problemi come quelli descritti cesseranno di esistere. (p. 182) {{Int|''[[Isaac Newton]]''|Da ''The Manchester Guardian'', Manchester, Inghilterra, Natale 1942.}} *[...] [[Isaac Newton|Newton]] fu il primo che riuscì a scoprire dei fondamenti formulati con chiarezza da cui poter dedurre un ampio campo di fenomeni a mezzo del pensiero matematico, a livello logico, quantitativo e in armonia con l'esperienza.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 56.</ref> (p. 187) {{Int|''[[Giovanni Keplero]]''|Dalla prefazione di ''Johannes Kepler's Letters'', a cura di David Baumgardt, ed. Carola Baumgardt, Philosophical Library, New York, 1951.}} *[...] [[Giovanni Keplero|Keplero]] era uno di quei rari individui semplicemente incapaci di fare altro che battersi apertamente in difesa delle proprie convinzioni in ogni ambito.<ref group="fonte" name=LILII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 51-52.</ref> (p. 192) *Nella ricerca dovette sbarazzarsi dell'approccio animistico, una modalità di pensiero orientata a fini nascosti. Dovette per prima cosa riconoscere che nemmeno la tecnica matematica più nitidamente logica offriva di per sé alcuna garanzia di verità, facendosi irrilevante se non verificata sulle più meticolose osservazioni della scienza naturale. Non fosse stato per questo orientamento filosofico, il lavoro di Keplero non sarebbe stato possibile. Lui non ne parla, ma le sue lettere riflettono tale lotta interiore.<ref group="fonte" name=LILII/> (p. 193) {{Int|''In memoria di [[Marie Curie]]''|Dalla dichiarazione in occasione della Curie Memorial Celebration al Roerich Museum, New York, 23 novembre 1935.}} [[Immagine:Marie Curie and Albert Einstein.jpg|thumb|Marie Curie con Albert Einstein ]] *La sua forza, la purezza della sua volontà, la sua severità con se stessa, la sua obiettività, il suo giudizio incorruttibile: erano tutte di una qualità raramente riscontrata, così riunite in un solo individuo. [...] Una volta che avesse riconosciuto una certa strada come giusta, la percorreva senza compromessi e con tenacia estrema.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 47-48; Archivio Einstein 5-142.</ref> (p. 194) {{Int|''In memoria di [[Paul Langevin]]''|Da ''La Pensée'', Parigi, febbraio-marzo 1947.}} *Sono così rare le persone, in qualunque generazione, in cui una chiara comprensione della natura delle cose si unisca a un intenso sentimento per la sfida della vera umanità e a una capacità di impegno militante. Quando se ne va un uomo del genere, lascia un vuoto che sembra intollerabile a chi gli sopravviva.<ref group="fonte" name=LII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 52.</ref> (p. 197) *Il suo desiderio di promuovere una vita migliore per tutti gli uomini era forse anche più forte della sua bramosia per una pura illuminazione dell'intelletto. Così accadeva che dedicasse molto del suo tempo e della sua energia vitale all'illuminazione politica.<ref group="fonte" name=LII/> (p. 197) {{Int|''In memoria di [[Paul Ehrenfest]]''|Da ''Almanak van het Leidsche Studentencorps'', pubblicato da S.C. Doesburg, Dosbug Verlag, Leiden, Olanda, 1934.}} *La sua statura stava tutta nella sua capacità straordinariamente sviluppata di afferrare l'essenza di un'idea teorica, nello spogliare una teoria delle sue sovrastrutture matematiche finché non emergeva con chiarezza la semplice idea di fondo. Questa capacità lo rendeva un docente senza pari. (pp. 202-203) *In realtà egli si sentiva più infelice di chiunque altro con cui fossi in intimità. La ragione era che non si riteneva all'altezza del nobile compito che gli si parava davanti. A che serviva che tutti lo smentissero? Il suo senso di inadeguatezza, oggettivamente ingiustificato, lo tormentava senza tregua, derubandolo spesso della pace mentale necessaria per una tranquilla ricerca.<ref group="fonte" name=XLVIII>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 48.</ref> (p. 203) *Apprendere e insegnare cose che non si riescono ad accettare appieno nel proprio intimo è sempre un compito difficile [...]. (p. 204) *L'umiliazione e l'oppressione mentale da parte di insegnanti ignoranti ed egoisti provocano nello spirito del giovane devastazioni insanabili, che spesso esercitano un'influenza nefasta nella vita successiva.<ref group="fonte" name=LXX/> (p. 204) *Il rapporto più importante della sua vita fu quello con sua moglie, che gli era anche compagna di lavoro, una personalità insolitamente forte e risoluta, intellettualmente dotata quanto lui. [...] la ripagò con una venerazione e un amore quali non mi è stato dato spesso di riscontrare nel corso della mia vita.<ref group="fonte" name=XLVIII/> (p. 204) {{Int|''[[Mahatma Gandhi]]''|Dalla dichiarazione in occasione del 75° compleanno di Gandhi, 1946.}} *Una guida per il suo popolo, non sostenuta da autorità esterna: un politico il cui successo non posa sull'artificio né sul possesso di espedienti tecnici, ma semplicemente sulla forza carismatica della sua personalità; un combattente vincitore che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di una determinazione e di una coerenza inflessibili, che ha dedicato tutta la propria forza all'elevazione del suo popolo e al miglioramento della sua sorte; un uomo che ha affrontato la brutalità dell'Europa con la dignità dei semplici, e quindi, assurgendo ogni volta a superiore.<br />Può darsi che le generazioni avvenire stenteranno a credere che un individuo simile abbia mai calpestato in carne e ossa questa terra.<ref group="fonte">Citato in ''Einstein on Humanism'', a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], Carol Publishing, New York, 1993, p. 94; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 49.</ref> (p. 205) {{Int|''Perché gli ebrei sono odiati?''|Da ''Why Do They Hate the Jews'', ''Collier's'', New York, CII, 26 novembre 1938, pp. 9-sg.}} *Perché c'è molta verità nel detto che è facile elargire saggi e giusti consigli... agli altri!, ma difficile agire con saggezza e giustizia personalmente. (p. 210) *I crimini di cui gli [[ebrei]] sono stati incolpati nel corso della storia – crimini intesi a giustificare le atrocità perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida successione [...] Le accuse contro di loro, accuse della cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato ripetutamente le masse. [...] In questo caso, si può parlare di [[antisemitismo]] latente. (pp. 210-211) *In ogni società certe convinzioni e intenti comuni, certi interessi simili producono gruppi che, in un certo senso, agiscono come unità. Ci sarà sempre attrito tra tali gruppi, lo stesso tipo di contrapposizione e rivalità che esiste tra gli individui.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 139.</ref> (p. 211) *È noto, inoltre, che una lumaca può perdere il proprio guscio senza per questo cessare di essere una lumaca. L'[[ebrei|ebreo]] che abbandoni la propria fede (nel senso formale della parola) è in una posizione analoga. Resta un ebreo.<ref group="fonte" name=LXIVLXV>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 64-65.</ref> (p. 212) *Il legame che ha unito gli [[ebrei]] per migliaia di anni e che ancora oggi li unisce è, principalmente, l'ideale democratico della giustizia sociale, assieme a quello della vicendevole solidarietà e tolleranza tra tutti gli uomini. [...] Il secondo tratto caratteristico della tradizione ebraica è l'alta considerazione in cui è tenuta ogni forma di aspirazione intellettuale e di sforzo spirituale.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 212) *Gli [[ebrei]] come gruppo possono essere privi di potere, ma l'insieme delle conquiste dei loro singoli componenti è ovunque considerevole e proficuo, anche se a tali conquiste si è arrivati tra mille ostacoli.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) *Per il gruppo nazista gli [[ebrei]] non sono soltanto un mezzo per stornare il risentimento popolare da se stessi, gli oppressori; considerano gli ebrei un elemento non ammissibile, che non potrà mai essere spinto all'accettazione acritica del dogma, e che, di conseguenza, continuerà a minacciare, finché esisterà, la loro autorità, per l'insistenza con cui gli ebrei difendono l'illuminazione popolare delle masse.<ref group="fonte" name=LXIVLXV/> (p. 214) {{Int|''Il fine dell'esistenza umana''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti, 11 aprile 1943.}} *L'odio che impazza contro di noi {{NDR|ebrei}} affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo. (p. 221) {{Int|''Il nostro debito verso il Sionismo''|Dal discorso intitolato ''Our Debt to Zionism'' pronunciato in occasione del ''Third Seder'', National Labor Committee for Palestine, al Commodore Hotel, New York, 17 aprile 1938; testo completo pubblicato in ''New Palestine'', Washington D.C., 29 aprile 1938.}} [[Immagine:Albert Einstein WZO photo 1921.jpg|thumb|upright=1.6|Einstein con i leader della ''World Zionist Organization'' nel 1921]] *[...] il giudaismo ha un grande debito di riconoscenza verso il [[Sionismo]]. Il movimento sionista ha risvegliato tra gli ebrei il senso della comunità. Ha svolto una proficua attività superando qualunque aspettativa. Questo proficuo lavoro in Palestina, a cui hanno contribuito ebrei di ogni parte del mondo pronti all'abnegazione, ha sollevato un gran numero di nostri fratelli dal bisogno più atroce. In particolare è stato possibile avviare una parte non esigua dei nostri giovani a una vita di lavoro gioioso e creativo.<ref group="fonte" name=sion>Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 63-64.</ref> (p. 222) *Preferirei senz'altro che si arrivasse a un accordo ragionevole con gli arabi sulla base di una pacifica convivenza, che alla creazione di uno stato ebraico.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *A parte ogni considerazione pratica, la mia consapevolezza della natura essenziale del [[ebraismo|giudaismo]] respinge l'idea di uno stato ebraico con propri confini, un proprio esercito e una qualche forma di potere temporale, non importa quanto modesta. Ho paura del danno interno che il giudaismo ne deriverebbe, specialmente se tra le nostre file cominciasse ad allignare un angusto nazionalismo, contro il quale abbiamo già dovuto combattere con forza anche senza che esistesse uno stato ebraico. Non siamo più gli ebrei del periodo dei Maccabei. Un ritorno a una nazione nel senso politico del termine equivarrebbe all'allontanamento della nostra comunità dalla spiritualizzazione di cui siamo debitori al genio dei nostri profeti.<ref group="fonte" name=sion/> (p. 223) *L'[[antisemitismo]] è sempre stato il mezzo più economico impiegato da minoranze egoistiche per ingannare il popolo. (p. 223) {{Int|''Agli eroi della battaglia del Ghetto di Varsavia''|Dal ''Bullettin of the Society of Polish Jews'', New York, 1944.}} *I tedeschi sono responsabili come intero popolo di questi assassini di massa e come popolo vanno puniti, se nel mondo c'è giustizia e se nelle nazioni la coscienza della responsabilità collettiva non deve sparire definitivamente dalla terra. Dietro il partito nazista c'è il popolo tedesco, che ha eletto [[Adolf Hitler|Hitler]] dopo che questi aveva manifestato con chiarezza e senza alcuna possibilità di fraintendimento nel suo libro e nei suoi discorsi le sue vergognose intenzioni.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 84.</ref> (p. 224) {{Int|''La vocazione degli ebrei''|Da un discorso alla Jewish Academy of Sciences and Arts, 22 marzo 1936.}} *Noi [[ebrei]] dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità. (p. 226) {{Int|''All'università di Gerusalemme''|Da un discorso all'[[Università Ebraica di Gerusalemme]], in occasione del conferimento della laurea ''honoris causa'', 15 marzo 1949.}} *L'università che ventisette anni fa non era che un sogno e una debole speranza, questa università oggi è una cosa viva, una casa delle libera cultura, del libero insegnamento e del felice lavoro fraterno. Eccola là, su quel suolo che il nostro popolo ha liberato affrontando grandi asperità; eccola là, centro spirituale di una comunità fiorente e viva le cui realizzazioni hanno finalmente ottenuto il riconoscimento universale che meritavano.<ref group="fonte">Archivio Einstein 37-296; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', pp. 65-66.</ref> (p. 229) *La saggezza e la moderazione dimostrate dalle guide del nuovo stato mi fanno confidare nel fatto, tuttavia, che un po' alla volta si stabiliranno con il popolo arabo relazioni basate su una cooperazione proficua e su un mutuo rispetto e fiducia. Perché è questo il solo mezzo con cui entrambi i popoli potranno conseguire un'indipendenza dal mondo esterno.<ref group="fonte">Archivio Einstein 28-854; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (p. 229) {{Int|''Gli ebrei di Israele''|Da una trasmissione radiofonica per l'Appello Ebrei Uniti della National Broadcasting Company, Atlantic City, 27 novembre 1949.}} *Gli ebrei di Palestina non hanno combattuto per puro amore dell'indipendenza politica, ma per conquistare la libertà d'immigrazione per gli ebrei dei molti paesi in cui la loro stessa esistenza era in pericolo; libertà d'immigrazione anche per tutti coloro che anelavano a una vita fra la propria gente. Non è un'esagerazione dire che abbiano combattuto per rendere possibile un sacrificio forse unico nella storia.<ref group="fonte">Archivio Einstein 58-904; citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 66.</ref> (pp. 231-232) ==Altri saggi e articoli== {{cronologico}} {{Int|''L'etere e la teoria della relatività''|Dalla lezione inaugurale all'università di Leiden, 5 maggio (poi rinviata al 17 ottobre) 1920; pubblicato come ''Äther und Relativitätstheorie'', Springer, Berlino, 1920; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 507-516.}} *La teoria di Newton costituisce certo la più grande conquista mai compiuta dallo spirito umano nel tentativo di stabilire un nesso causale tra i fenomeni della natura. E tuttavia questa teoria mise non poco a disagio i contemporanei di Newton, poiché sembrava in contraddizione con il principio, dedotto da altre esperienze, che limita la possibilità di azioni reciproche alle sole azioni per contatto e nega la possibilità di azioni a distanza senza un mezzo interposto. (pp. 507-508) *Pensiamo a un propagarsi di onde su una superficie d'acqua. Il fenomeno può essere visto in due modi differenti. Può pensarsi, cioè, che muti nel tempo la superficie ondosa che costituisce la frontiera tra acqua e aria; ma può pensarsi anche, riferendosi per esempio a corpuscoli galleggianti, che muti nel tempo la posizione di ogni singola particella liquida. Supponiamo che non si abbiano siffatti galleggianti a permetterci di osservare il moto delle particelle del fluido, e, in generale, che del fenomeno sia unicamente osservabile il cambiamento di posizione dello spazio occupato dall'acqua (cambiamento che avviene nel tempo). In tali condizioni non avremmo modo alcuno di supporre che l'acqua sia composta di particelle mobili, e tuttavia potremmo considerarla comunque un buon mezzo. (pp. 511-512) *L'[[etere luminifero|etere]] della teoria della relatività generale, quando lo si confronti con quello di [[Hendrik Lorentz|Lorentz]], ha questo di nuovo: in ciascun punto, il suo stato è legato a quello della materia e a quello dell'etere nei punti vicini secondo leggi esprimibili in forma di equazioni differenziali; viceversa, lo stato dell'etere di Lorentz, data l'assenza dei campi elettromagnetici, non è determinato da alcunché di esterno ed è ovunque lo stesso. (p. 514) *Sul ruolo che l'[[etere luminifero|etere]] è chiamato a sostenere nella concezione del mondo fisico non si hanno ancora idee precise. Sappiamo che esso determina le relazioni metriche nel continuo spazio-temporale, per esempio le possibili configurazioni dei corpi solidi, come pure i campi di gravitazione; ma non sappiamo affatto se esso determini o meno in maniera essenziale la struttura delle particelle elettriche elementari che costituiscono la materia. (p. 514) *[...] secondo la teoria della relatività generale lo spazio è dotato di proprietà fisiche; in tal senso, un etere esiste, e anzi un spazio privo di etere è inconcepibile, perché non solo la propagazione della luce vi sarebbe impossibile, ma neppure avrebbe senso, per un tale spazio, parlare di regoli di misura e di orologi e neppure, di conseguenza, di distanze spazio-temporali nel senso della fisica. Non si deve tuttavia attribuire a tale etere la proprietà che caratterizza i mezzi ponderabili, quella cioè di essere costituito di parti che si possano seguire nel tempo: e neppure è lecito applicare ad esso il concetto di moto. (p. 516) {{Int|''Idee e problemi fondamentali della teoria della relatività''|Dal discorso di ringraziamento per il conferimento del [[premio Nobel]], tenuto all'Assemblea nordica dei naturalisti, Göteborg, 11 luglio 1923; pubblicato come ''Grundgedanken und Probleme der Relativitätstheorie'', Imprimiere royal, Stoccolma, 1923; traduzione di Giuseppe Longo in ''Opere scelte'', parte quarta, pp. 517-527.}} *Se consideriamo quella parte della teoria della relatività che può, in un certo senso, essere oggi considerata come una conoscenza fisica acquisita, notiamo due aspetti che hanno, ai fini della teoria stessa, implicazioni rilevanti. Il primo riguarda il problema dell'esistenza o meno, in natura, di stati di moto privilegiati (problema della relatività fisica); è questa la chiave di volta dell'intera costruzione teoretica. Il secondo riguarda il fatto di ammettere solo concetti e distinzioni cui si possano associare, senza ambiguità, fatti osservabili (clausola che concetti e distinzioni abbiano significato fisico). Questo postulato, che attiene all'epistemologia, si rivela di importanza fondamentale. (p. 517) *La [[meccanica classica]] permette di tracciare una distinzione fra moti (assoluti) non accelerati e accelerati; inoltre essa asserisce che le velocità hanno un'esistenza soltanto relativa (dipendente dalla scelta del sistema di riferimento inerziale), mentre le accelerazioni e le rotazioni hanno un'esistenza assoluta (indipendentemente dalla scelta del riferimento inerziale). Questa situazione può essere espressa così: secondo la meccanica classica esiste la «relatività delle velocità» ma non la «relatività delle accelerazioni». (pp. 519-520) *In un qualunque campo gravitazionale, ad ogni intorno infinitesimo di punto, si può associare un sistema di coordinate locale in uno stato di moto tale che rispetto ad esso non esista alcun campo gravitazionale (sistema di riferimento inerziale locale). In termini di questo riferimento inerziale possiamo considerare i risultati della teoria della relatività ristretta corretti, in prima approssimazione, per questa regione infinitamente piccola. In ogni punto dello spazio-tempo vi è un numero infinito di questi sistemi di riferimento inerziali locali, tra loro legati dalle trasformazioni di Lorentz. (pp. 522-523) *Secondo la teoria della relatività generale, la legge del moto di un punto nel puro campo gravitazionale è espressa dall'equazione della geodetica. In effetti tale linea è quella matematicamente più semplice, e nel caso particolare in cui le <math>g_{\mu\nu}</math> siano costanti diventa una retta. Pertanto qui siamo di fronte alla traduzione del principio d'inerzia di [[Galileo Galilei|Galilei]] nella teoria della relatività generale. (p. 524) *Un secondo problema che oggi è al centro dell'interesse riguarda l'identità tra campo gravitazionale e campo elettromagnetico. Una mente che aneli all'unificazione della teoria non può essere paga del fatto che debbano esistere due campi i quali, per loro natura, siano indipendenti tra loro. Si cerca una teoria del campo, unificata sotto il profilo matematico, in cui il campo gravitazionale e il campo elettromagnetico siano interpretati solo come componenti o manifestazioni diverse di uno stesso campo uniforme e in cui, se possibile, le equazioni del campo non consistano più in addendi tra loro logicamente indipendenti. (p. 526) *Può darsi che la soluzione del problema quantico richieda una trasformazione radicale delle equazioni generali, e addirittura la sostituzione di tutti i parametri con cui rappresentiamo il processo elementare: ebbene, anche in tal caso il principio di relatività non sarà mai abbandonato e le leggi da esso derivate in precedenza manterranno il loro significato almeno come leggi limite. (p. 527) {{Int|''[https://archive.org/stream/lescienze-129/1979_129#page/n0/mode/2up Sulla teoria generalizzata della gravitazione]''|Articolo pubblicato su ''Scientific American'', aprile 1950; tradotto in ''Le Scienze'', 1979, n.° 129, pp. 6-10.}} *Cosa ci spinge, dunque, ad elaborare [[teoria]] dopo teoria? Perché, addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda è semplice: perché amiamo «comprendere», ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire, banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di Mach, interpretato come un principio logico). (p. 6) *Esiste una passione per la [[comprendere|comprensione]] proprio come esiste una passione per la musica; è una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le altre scienze. Più volte la passione per la comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il pensiero puro, senza nessuna fondazione empirica; in breve attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da quanto possa immaginare di essere un puro «positivista».<ref group="fonte">Citato anche in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 134.</ref> Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale. Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è logicamente semplice sia incorporato nella realtà esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità. Lo scettico dirà che questo è un «credo del miracolo». È proprio così, ma è un credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera straordinaria grazie allo sviluppo della scienza. (p. 6) *Una volta che l'idea teorica sia acquisita, è bene seguirla finché conduce a una conclusione insostenibile. (p. 7) *Eppure ogni [[teoria]] è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica. (p. 8) ==''Perché la guerra?''== [[Immagine:Warum krieg.jpg|thumb|La copertina di ''Warum Krieg?'' (''Why War?''), carteggio tra Albert Einstein e [[Sigmund Freud]]]] *La domanda è: c'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della [[guerra]]? È ormai sufficientemente risaputo che, col progredire della tecnica moderna, rispondere a questa domanda è diventato una questione di vita o di morte per la civiltà da noi conosciuta; eppure, nonostante la massima buona volontà, tutti i tentativi di soluzione sono miseramente falliti.<ref group="fonte">Citato in ''Pensieri di un uomo curioso'', p. 90.</ref> (p. 595) *[...] la ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla propria libertà d'azione, vale a dire alla propria sovranità, ed è incontestabilmente vero che non v'è altra strada per arrivare a siffatta sicurezza. (p. 596) *[...] l'uomo alberga in sé il bisogno di odiare e di distruggere. In tempi normali la sua inclinazione rimane latente, solo in circostanze eccezionali essa viene alla luce: ma è abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva. [...] E non penso affatto solo alle cosiddette masse incolte. La mia esperienza dimostra anzi che è proprio la cosiddetta «intellighenzia» a cedere per prima a queste rovinose suggestioni collettive, poiché l'[[intellettuale]] non ha contatto diretto con la realtà, ma la vive attraverso la sua forma riassuntiva più facile, quella della pagina stampata. (pp. 597-598) ==''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa}}''== {{Int|[[Incipit]]|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Preface|Preface]]''}} ''Prefazione'' Il presente volume vuole offrire una visione per quanto possibile esatta della teoria della relatività a quei lettori che si interessano di tale teoria da un punto di vista scientifico generale e filosofico, senza avere familiarità con l'apparato matematico della fisica teorica. L'opera presuppone nel lettore un livello di cultura che corrisponde, pressappoco, a quello dell'esame di maturità e richiede — malgrado la sua brevità — una buona dose di pazienza e di forza di volontà.<br /> L'autore ha compiuto ogni sforzo nel tentativo di esporre le idee basilari nella forma più chiara e più semplice possibile, presentandole, nel complesso, in quell'ordine e in quella connessione in cui si sono effettivamente formate. Per raggiungere la massima chiarezza mi è parso inevitabile ripetermi di frequente, senza avere la minima cura per l'eleganza dell'esposizione; ho scrupolosamente seguito il precetto del geniale fisico teorico [[Ludwig Boltzmann]], secondo cui i problemi dell'eleganza vanno lasciati al sarto e al calzolaio. Non ritengo di aver defraudato il lettore di quelle difficoltà che sono insite nell'argomento. Ho invece di proposito trattato le basi empirico-fisiche della teoria "come farebbe una matrigna", per evitare che al lettore, poco pratico di fisica, accada come al viandante, che passando fra gli alberi non riesce a vedere la foresta. Possa questo volume procurare a qualcuno ore felici di stimolante meditazione! Dicembre 1916{{destra|A. E.}} {{Int|''Relatività ristretta''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part I|Part I - The Special Theory of Relativity]]''}} *Il nostro lettore ha certamente imparato a conoscere, sui banchi di scuola, il superbo edificio della [[geometria euclidea|geometria di Euclide]], e ricorderà – più con reverenza che con amore, forse – quella grandiosa costruzione, di cui ha passo passo salito la maestosa scalinata, pungolato per innumerevoli ore da coscienziosi insegnanti. (sez. 1, p. 45) *Non possiamo chiedere se sia vero che per due punti passa soltanto un'unica retta. Possiamo solamente dire che la geometria euclidea tratta di oggetti da essa chiamati «rette», attribuendo a ciascuna di queste rette la proprietà di essere univocamente determinata da due suoi punti. Il concetto di «vero» non si addice alle asserzioni della geometria pura, perché con la parola «vero» noi abbiamo in definitiva l'abitudine di designare sempre la corrispondenza con un oggetto «reale»; la geometria, invece, non si occupa della relazione fra i concetti da essa presi in esame e gli oggetti dell'esperienza, ma soltanto dalla connessione logica di tali concetti l'uno con l'altro. (sez. 1, p. 46) *Di fronte a tale dilemma pare che non vi sia modo di uscirne se non abbandonando o il principio di relatività o la semplice legge di propagazione della luce nel vuoto. Quanti fra i lettori hanno attentamente seguito la precedente discussione si attenderanno certamente che debba venir conservato il principio di relatività, il quale, per la sua semplicità e naturalezza, si raccomanda alla mente come pressoché irrefutabile, e che invece la legge di propagazione della luce nel vuoto debba venir sostituita da una legge più complicata che si conformi al principio di relatività. Lo sviluppo della fisica teorica ha dimostrato però che non possiamo seguire questa strada. (sez. 7, p. 57) *Un misterioso brivido coglie il non matematico quando sente parlare di entità "[[quarta dimensione|quadridimensionali]]": una sensazione non dissimile da quella risvegliata dall'apparizione di uno spettro sul palcoscenico. Tuttavia non esiste affermazione più banale di quella che il mondo in cui viviamo è un continuo spazio-temporale a quattro dimensioni. (sez. 17, p. 86) {{Int|''Relatività generale''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part II|Part II - The General Theory of Relativity]]''}} *Abbiamo allora la legge seguente: la massa ''gravitazionale'' di un corpo è uguale alla sua massa ''inerziale''. Peraltro questa importante legge è stata finora registrata dalla meccanica, ma non ''interpretata''. Un'interpretazione soddisfacente si può avere soltanto se riconosciamo il fatto seguente: la ''stessa'' qualità di un corpo si manifesta a seconda delle circostanze come "inerzia" o "pesantezza". (sez. 19, p. 95) *Nessuna teoria fisica potrebbe avere in sorte un destino più benigno, che quello di indicare la strada per la costruzione di una teoria più ampia, in cui essa continua a vivere come caso limite. (sez. 22, pp. 102-103) {{Int|''Considerazioni sull'universo inteso come un tutto''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Part III|Part III - Considerations on the Universe as a Whole]]''}} *Se ci domandiamo come debba venir considerato l'[[universo]], inteso quale un tutto, la prima risposta che si presenta da sé è certamente questa: l'universo è infinito per quanto riguarda lo spazio (e il tempo). Esistono dovunque delle stelle, per cui la densità della materia, sebbene sia molto variabile nei particolari, è nondimeno in media dovunque la stessa. In altre parole: viaggiando attraverso lo spazio in zone comunque lontane, troveremmo dappertutto uno sciame diradato di stelle fisse all'incirca dello stesso genere e della stessa densità. Questa concezione è incompatibile con la teoria di Newton. Secondo quest'ultima l'universo deve invece avere una specie di centro in cui la densità delle stelle è massima, e man mano che ci allontaniamo da questo centro la densità delle stelle deve diminuire, finché in ultimo, a distanze immense, le succede una zona infinito di vuoto. L'universo sidereo dovrebbe costituire un'isola finita nell'oceano infinito dello spazio. (sez. 30, p. 123) {{Int|''Appendice: Conferma della teoria della relatività generale da parte dell'esperienza''|''[[s:en:Relativity: The Special and General Theory/Appendix#Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity|Appendix III - The Experimental Confirmation of the General Theory of Relativity]]''}} *Da un punto di vista gnoseologico schematico possiamo immaginare il processo evolutivo di una scienza empirica come un continuo processo di [[induzione]]. Le teorie appaiono come ricapitolazione di un gran numero di singole osservazioni entro leggi empiriche, dalle quali, mediante comparazione, si possono accertare le leggi generali. Sotto quest'aspetto lo sviluppo di una scienza ha qualche somiglianza con la compilazione di un catalogo. Costituisce, per così dire, un'impresa puramente empirica. (p. 132) {{Int|''La relatività e il problema dello spazio''|Aggiunta nell'edizione del 1952}} *L'origine psicologica del concetto di [[spazio (fisica)|spazio]], o della necessità di esso, è lungi dall'essere così ovvia come potrebbe apparire in base al nostro abituale modo di pensare. Gli antichi geometri trattano di oggetti mentali (retta, punto, superficie), ma non propriamente dello spazio in quanto tale, come più tardi è stato fatto dalla geometria analitica. Il concetto di spazio, tuttavia, è suggerito da certe esperienze primitive. Supponiamo che si sia costruita una scatola. Vi si possono disporre in un certo ordine degli oggetti, in modo che essa risulti piena. La possibilità di queste disposizioni è una proprietà dell'oggetto materiale "scatola", qualcosa che è dato con la scatola, lo "spazio racchiuso" dalla scatola. Questo è qualcosa di differente per le varie scatole, qualcosa che in modo del tutto naturale viene pensato come indipendente dal fatto che vi siano o no, in generale, degli oggetti nella scatola, Quando non vi sono oggetti nella scatola, il suo spazio appare "vuoto". Fin qui, il nostro concetto di spazio è stato associato alla scatola. Ci si accorge però che le possibilità di disposizione che formano lo spazio-scatola sono indipendenti dallo spessore delle pareti della scatola. Non sarebbe possibile ridurre a zero tale spessore, senza che si abbia per risultato la perdita dello "spazio"? La naturalezza di tale passaggio al limite è ovvia, e ora rimane al nostro pensiero lo spazio senza scatola, una cosa autonoma, che tuttavia appare così irreale se dimentichiamo l'origine di tale concetto. Si può capire che ripugnasse a [[Cartesio|Descartes]] il considerare lo spazio come indipendente da oggetti corporei, capace di esistere senza materia.<ref>{{cfr}} [[Cartesio]], ''Principia philosophiae'', II, 16: «[...] se dal solo fatto che un corpo è esteso in lunghezza, larghezza e profondità concludiamo giustamente che esso è una sostanza, perché ripugna del tutto che il nulla abbia un'estensione, lo stesso si deve concludere anche per lo spazio supposto vuoto; infatti, poiché in esso vi è estensione, necessariamente vi è anche sostanza.»</ref> (pp. 295-296) *[...] occorre tener presente che esiste un numero infinito di spazi, i quali sono in moto gli uni rispetto agli altri. Il concetto di spazio come qualcosa che esiste oggettivamente ed è indipendente dalle cose appartiene già al pensiero prescientifico, non così però l'idea dell'esistenza di un numero infinito di spazi in moto gli uni rispetto agli altri. Quest'ultima idea è senza dubbio inevitabile da un punto di vista logico, ma per lungo tempo non svolse una parte importante nemmeno nel pensiero scientifico. (p. 297) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Albert Einstein, ''Autobiografia scientifica'' (''Philosopher Scientist'', 1949), a cura di Paul A. Schilpp, traduzione di Augusto Gamba; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte prima, pp. 61-109. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Come io vedo il mondo'' (''The World as I See It'', 1954), traduzione e prefazione di Remo Valori, Bottega del libro, Bologna, 1971. **Albert Einstein, ''Il mondo come io lo vedo'' (''The World as I See It'', 1934), prefazione di [[Emanuele Vinassa de Regny]], traduzione di [[Walter Mauro]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 155-239. ISBN 978-88-541-7172-5 *{{en}} Albert Einstein, ''[https://books.google.it/books?id=_X1dAAAAQBAJ Einstein on Politics: {{small|His Private Thoughts and Public Stands on Nationalism, Zionism, War, Peace, and the Bomb}}]'', a cura di David E. Rowe e Robert Schulmann, Princeton University Press, 2013. ISBN 1400848288 *Albert Einstein, ''Il lato umano: {{small|spunti per un ritratto}}'' (''The Human Side'', 1979), a cura di Helen Dukas e [[Banesh Hoffmann]], traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980. *Albert Einstein, ''Il significato della relatività'' (''The Meaning of Relativity: {{small|Four Lectures Delivered at Princeton University, May, 1921}}''), a cura di [[Emanuele Vinassa de Regny]], in ''Il significato della relatività. Il mondo come io lo vedo'', Newton Compton Editori, Roma, 2015, pp. 19-149. ISBN 978-88-541-7172-5 *Albert Einstein, ''Lettere a Michele Besso'' (''Correspondance 1903-1955'', a cura di P. Speziali, Hermann, 1972), traduzione di Filippo Bertotti e Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 671-707. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Max Born'' (''Einstein-Born Briefwechsel, 1916-1955'', Nymphenburger Verlagshandlung, 1969), traduzione di Giuseppe Scattone; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 708-730. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Lettere a Maurice Solovine'' (''Lettres à Maurice Solovine'', Gauthier-Villars, 1956), traduzione di Carla Rozzoni; in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte sesta, ''Lettere'', pp. 731-744. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, traduzioni di AA.VV., Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988. ISBN 978-88-339-0442-9 *Albert Einstein, ''Pensieri di un uomo curioso'' (''The Quotable Einstein'', 1996), a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997. ISBN 88-04-47479-3 **{{en}} ''[//books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA0 The Ultimate Quotable Einstein]'', a cura di Alice Calaprice, prefazione di [[Freeman Dyson]], Princeton University Press, 2010. ISBN 978-0-691-13817-6 *Albert Einstein, ''Pensieri, idee, opinioni'' (''Out of My Later Years: {{small|The Scientist, Philosopher, and Man Portrayed Through His Own Words}}''), traduzione di Lucio Angelini, Newton Compton, I MiniMammut, Roma, 2015. ISBN 978-88-541-8150-2 *Albert Einstein, ''Relatività. {{small|Esposizione divulgativa e scritti classici su Spazio Geometria Fisica}}'' (''Über die spezielle und allgemeine Relativitätstheorie (gemeinverständlich)'', 1920), a cura di Bruno Cermignani, traduzione di Virginia Geymonat, Bollati Boringhieri, Torino, 2011. ISBN 978-88-339-2199-0 *Albert Einstein e [[Mileva Marić]], ''Lettere d'amore'' (''Love letters'', 1992), a cura di Jürgen Renn e Robert Schulmann, traduzione di Marina Premoli, Bollati Boringhieri, Torino, 1993. ISBN 88-339-0750-3 *[[Sigmund Freud]], ''Perché la guerra?'' (''Warum Krieg?''), Istituto internazionale per la Cooperazione intellettuale, Parigi, 1933; lettera a Sigmund Freud del 30 luglio 1932, traduzione di Sandro Candreva ed Ermanno Sagittario, in ''Opere scelte'', a cura di Enrico Bellone, Bollati Boringhieri, collana Pantheon, Torino, 1988, parte quinta, pp. 595-598. ISBN 978-88-339-0442-9 *[[Walter Isaacson]], ''Einstein: {{small|la sua vita, il suo universo}}'' (''Einstein. {{small|His Life and Universe}}'', 2007), traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, Milano, 2008. ISBN 978-88-04-58308-0 ==Voci correlate== *[[Dio non gioca a dadi]] *[[E=mc²]] *[[Eduard Einstein]], figlio. *[[Elsa Einstein]], seconda moglie. *[[Hans Albert Einstein]], figlio. *[[Mileva Marić]], prima moglie. *[[Teoria della relatività]] ==Altri progetti== {{interprogetto|b=Saeculum Mirabilis|w2=List of scientific publications by Albert Einstein|w2_site=en|w2_etichetta=pubblicazioni scientifiche di Albert Einstein|w2_oggetto=un elenco|w2_preposizione=delle}} ===Opere=== {{Pedia|Annus Mirabilis Papers||(1905)}} {{Pedia|Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento||(1905)}} {{Pedia|Relatività. Esposizione divulgativa||(1916)}} {{Pedia|Perché la guerra?||(1933)}} {{Pedia|Come io vedo il mondo||(1934)}} {{Pedia|Perché il socialismo?||(1949)}} {{DEFAULTSORT:Einstein, Albert}} [[Categoria:Aforisti statunitensi]] [[Categoria:Aforisti svizzeri]] [[Categoria:Aforisti tedeschi]] [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Filosofi statunitensi]] [[Categoria:Filosofi svizzeri]] [[Categoria:Filosofi tedeschi]] [[Categoria:Fisici statunitensi]] [[Categoria:Fisici svizzeri]] [[Categoria:Fisici tedeschi]] [[Categoria:Pacifisti]] [[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]] gajlk8ytgekpoh2w7qejs14qq2brqo0 John Adams 0 119 1221345 940128 2022-08-07T13:53:13Z 79.26.6.252 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Johnadamsvp.flipped.jpg|thumb|Kalidou nel 1659.]] Kalidou De Stilo (Xativa , verso il 1597 o il 1598 - Prussia , 4 marzo 1661) è stato un compositore e attore teatrale spagnolo. ==Citazioni di John Adams== *{{NDR|A proposito di [[Benjamin Franklin]]}} Egli ha capacità molto limitate. Non sa nulla di filosofia, tranne che i suoi esperimenti sull'[[elettricità]]. :''He has very moderate abilities. He knows nothing of philosophy, but his few experiments in electricity''.<ref>{{en}} Da ''Diary and Autobigraphy''; citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, ''The Experts Speak'', New York, Villard, 1998, p. 307. ISBN 0-679-77806-3</ref> *I fatti sono argomenti testardi, e qualsiasi sia la nostra volontà, le nostre inclinazioni o i dettami della nostra passione, non possono alterare lo stato dei fatti e delle prove. (''In difesa dei soldati britannici'' durante il processo al [[w:it:Massacro_di_Boston|Massacro di Boston]] tenuto il 24 ottobre 1770<ref>In T. Preston and others, ''The trial of the British soldiers of the 29th regiment of foot'', Oxford University, 1824, p. 117.</ref>) *Non sarai mai solo con un [[poeta]] in tasca :''You will never be alone with a poet in your pocket.''<ref>{{en}} Da una lettera a John Quincy Adams, 14 maggio 1781.</ref> *Questo sarebbe il migliore dei mondi possibili se non ci fosse la religione.<ref>Citato in [[Gore Vidal]], ''Imperial America: reflections on the United States of amnesia'', 2004, p. 112.</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]]}} [[Thomas Jefferson]] vive ancora.<ref>Citato in Giovanna Angelini e Marina Tesoro, ''De amicitia'', FrancoAngeli, 2007, [http://books.google.it/books?id=_XMU_JqwlnUC&pg=PA249 p. 249]. ISBN 884648214X.</ref> *Un governo di leggi e non di uomini. :[...] ''a government of laws, and not of men.''<ref>{{en}} Da ''Novanglus Essays'', [[s:en:Novanglus Essays/No. 7|N. 7]].</ref> *Una [[penna]] è certamente uno strumento eccellente per fissare l'attenzione di un uomo e per alimentare la sua ambizione. :''A Pen is certainly an excellent Instrument, to fix a Mans Attention and to inflame his Ambition.''<ref>{{en}} Dal ''Diario'', 4 novembre 1760. Consultabile su ''[https://www.masshist.org/digitaladams/archive/doc?id=D4&rec=sheet&archive=&hi=&numRecs=&query=&queryid=&start=&tag=&num=10&bc=/digitaladams/archive/browse/diaries_by_date.php Masshist.org]''.</ref> ==Citazioni su John Adams== *John Adams non assomigliava punto al cugino [[Samuel Adams|Samuel]]. Questi soffriva di complessi d'inferiorità; John Adams era piuttosto affetto da un complesso di superiorità. Figlio di un possidente del Massachusetts, aveva studiato ad Harvard, dove s'era fatto notare per la sua intelligenza. Cento anni prima, la sua insaziabile ambizione avrebbe fatto di lui un pastore d'anime; verso la metà del secolo XVIII lo studio del diritto sembrava il cammino più sicuro verso il potere. Lettore assiduo dei classici, conoscitore profondo di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] e [[Michel de Montaigne|Montaigne]], pensava di aver assimilato l'arte del Governo e desiderava governare. Il coraggio civile non gli mancava. ([[André Maurois]]) ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Abigail Adams]] – Moglie. *[[John Quincy Adams]] – Figlio. *[[Henry Adams]] – Pronipote. *[[Samuel Adams]] - Cugino. ==Altri progetti== {{interprogetto|s=en:Author:John Adams|s_lingua=inglese}} {{PresidentiUSA}} {{DEFAULTSORT:Adams, John}} [[Categoria:Presidenti degli Stati Uniti d'America]] 8jg01vnudozqg1hm58xdxwcaxcc6plr 1221348 1221345 2022-08-07T13:55:27Z Dread83 47 Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/79.26.6.252|79.26.6.252]] ([[User talk:79.26.6.252|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Mariomassone|Mariomassone]] wikitext text/x-wiki [[Immagine:Johnadamsvp.flipped.jpg|thumb|John Adams]] '''John Adams''' (1735 – 1826), politico statunitense, secondo presidente degli Stati Uniti d'America. ==Citazioni di John Adams== *{{NDR|A proposito di [[Benjamin Franklin]]}} Egli ha capacità molto limitate. Non sa nulla di filosofia, tranne che i suoi esperimenti sull'[[elettricità]]. :''He has very moderate abilities. He knows nothing of philosophy, but his few experiments in electricity''.<ref>{{en}} Da ''Diary and Autobigraphy''; citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, ''The Experts Speak'', New York, Villard, 1998, p. 307. ISBN 0-679-77806-3</ref> *I fatti sono argomenti testardi, e qualsiasi sia la nostra volontà, le nostre inclinazioni o i dettami della nostra passione, non possono alterare lo stato dei fatti e delle prove. (''In difesa dei soldati britannici'' durante il processo al [[w:it:Massacro_di_Boston|Massacro di Boston]] tenuto il 24 ottobre 1770<ref>In T. Preston and others, ''The trial of the British soldiers of the 29th regiment of foot'', Oxford University, 1824, p. 117.</ref>) *Non sarai mai solo con un [[poeta]] in tasca :''You will never be alone with a poet in your pocket.''<ref>{{en}} Da una lettera a John Quincy Adams, 14 maggio 1781.</ref> *Questo sarebbe il migliore dei mondi possibili se non ci fosse la religione.<ref>Citato in [[Gore Vidal]], ''Imperial America: reflections on the United States of amnesia'', 2004, p. 112.</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]]}} [[Thomas Jefferson]] vive ancora.<ref>Citato in Giovanna Angelini e Marina Tesoro, ''De amicitia'', FrancoAngeli, 2007, [http://books.google.it/books?id=_XMU_JqwlnUC&pg=PA249 p. 249]. ISBN 884648214X.</ref> *Un governo di leggi e non di uomini. :[...] ''a government of laws, and not of men.''<ref>{{en}} Da ''Novanglus Essays'', [[s:en:Novanglus Essays/No. 7|N. 7]].</ref> *Una [[penna]] è certamente uno strumento eccellente per fissare l'attenzione di un uomo e per alimentare la sua ambizione. :''A Pen is certainly an excellent Instrument, to fix a Mans Attention and to inflame his Ambition.''<ref>{{en}} Dal ''Diario'', 4 novembre 1760. Consultabile su ''[https://www.masshist.org/digitaladams/archive/doc?id=D4&rec=sheet&archive=&hi=&numRecs=&query=&queryid=&start=&tag=&num=10&bc=/digitaladams/archive/browse/diaries_by_date.php Masshist.org]''.</ref> ==Citazioni su John Adams== *John Adams non assomigliava punto al cugino [[Samuel Adams|Samuel]]. Questi soffriva di complessi d'inferiorità; John Adams era piuttosto affetto da un complesso di superiorità. Figlio di un possidente del Massachusetts, aveva studiato ad Harvard, dove s'era fatto notare per la sua intelligenza. Cento anni prima, la sua insaziabile ambizione avrebbe fatto di lui un pastore d'anime; verso la metà del secolo XVIII lo studio del diritto sembrava il cammino più sicuro verso il potere. Lettore assiduo dei classici, conoscitore profondo di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] e [[Michel de Montaigne|Montaigne]], pensava di aver assimilato l'arte del Governo e desiderava governare. Il coraggio civile non gli mancava. ([[André Maurois]]) ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Abigail Adams]] – Moglie. *[[John Quincy Adams]] – Figlio. *[[Henry Adams]] – Pronipote. *[[Samuel Adams]] - Cugino. ==Altri progetti== {{interprogetto|s=en:Author:John Adams|s_lingua=inglese}} {{PresidentiUSA}} {{DEFAULTSORT:Adams, John}} [[Categoria:Presidenti degli Stati Uniti d'America]] o41tpjk4megriuo2zukec312hl7etjw Voltaire 0 191 1221373 1220587 2022-08-07T16:11:25Z Dread83 47 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Nicolas_de_Largillière,_François-Marie_Arouet_dit_Voltaire_(vers_1724-1725)_-001.jpg|thumb|Voltaire]] {{indicedx}} '''Voltaire''', pseudonimo di '''François-Marie Arouet''' (1694 – 1778), scrittore e filosofo francese. ==Citazioni di Voltaire== *Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la [[verità]].<ref>Da ''Prima lettera a M.me de Genonville sull'Edipo'', 1719.</ref> *''Alla corte, figliolo, l'arte più necessaria | Non è di parlar bene, ma di saper tacere.''<ref>Da ''L'Indiscret''.</ref> *Ama la verità, ma perdona l'[[errore]].<ref>Da ''Discours en vers sur l'homme''.</ref> :''Aime la vérité, mais pardonne à l'erreur''. *C'è chi in seconda fila brilla e in prima s'eclissa.<ref>Da ''La Henriade''.</ref> *''Chi non ha lo spirito della sua [[epoca]] | Della sua epoca ha tutto il male.'' :''Qui n'a pas l'esprit de son âge | De son âge a tout le malheur.''<ref>Da ''À madame du Châtelet'', vv. 11-12.</ref> *Ci è dato di calcolare, pesare, misurare, osservare; questa è la filosofia naturale.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 24. ISBN 9788858025857</ref> *Di tutte le scienze la più assurda, a parer mio, e la più capace di soffocare qualsiasi genio, è la [[geometria]]. Questa scienza ridicola ha per oggetto superfici, linee e punti inesistenti in natura. Si fanno passare in teoria centomila linee curve fra un cerchio e una retta tangente, per quanto in realtà non potrebbe passarvi un fuscello. La geometria, veramente, è uno scherzo di cattivo genere.<ref>Da ''Jeannot e Colin'', in ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico''.</ref> *Dichiariamolo apertamente noi che non siamo preti e che non li temiamo: la culla della Chiesa nascente è circondata solo da imposture. È una sequela ininterrotta di libri assurdi sotto nomi supposti.<ref>Da ''L'affermazione del cristianesimo'', ed. Procaccini, Napoli, 1988, p. 88.</ref> *E che? non possedete ancora il segreto di obbligare tutti i ricchi a far lavorare tutti i poveri? Voi non avete ancora i primi rudimenti dell'organizzazione politica.<ref>Citato in [[Michel Foucault]] ''Storia della follia nell'età classica'', ed. BUR, 2012, p. 137 (il quale riporta la citazione dall'edizione francese delle ''Œuvres complètes'', ed. Garnier, XXIII, p. 337).</ref> *È dal Nord che oggi ci viene la luce.<ref>Da ''Épitre à l'imperatrice de Russie, Cathérine II'', 1771, v. 8.</ref> :''C'est du Nord aujourd'hui que nous vient la lumière''. *È meglio rischiare di salvare un colpevole, che condannare un innocente.<ref>Da ''Zadig o il destino. Storia orientale'', in ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico''.</ref> *È pericoloso avere ragione, quando il governo ha torto.<ref>Il secolo di Luigi XIV, 1752</ref> *È uno scrittore {{NDR|[[Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux|Marivaux]]}} che conosce tutti i viottoli del cuore umano, ma non sa la strada maestra.<ref>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ed ecco per l'appunto come si scrive la storia.<ref>Da ''Charlot ou la Comtesse de Givry'', I, 7.</ref> :''Et voila justement comme on écrit l'histoire!'' *Egli compilava, compilava, compilava.<ref>Da ''Le pauvre diable''; citato in Fumagalli 1921, p. 240.</ref> :''Il compilait, compilait, compilait''. *{{NDR|Su [[Flavio Giuseppe]]}} Era credulone e facile all'esagerazione.<ref>Da ''Trattato sulla Intolleranza'', cap. VIII.</ref> *Ho fatto un po' di bene; è la mia opera migliore.<ref>Da ''Epîtres''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *I [[Negro|Negri]] e le Negre, trasportati nei paesi più freddi, continuano a produrvi animali della loro specie, e [...] i mulatti sono semplicemente una razza bastarda.<ref>Citato in Marco Marsilio, ''Razzismo: un'origine illuminista'', Vallecchi, 2006, p. [http://books.google.it/books?ei=Oj2ZUI6TEMXBswab6oCgBA&hl=it&id=ixm5AAAAIAAJ&dq=valecchi+Razzismo&q=I+mulatti+sono+semplicemente+una+razza+bastarda 49].</ref> *I negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell'Africa.<ref>Dal ''Saggio sui costumi''.</ref> *Il [[Brasile|brasiliano]] è un animale che non ha ancora raggiunto la maturazione della propria specie.<ref>Da ''Dialogues et anedoctes philosophiques'', 1768.</ref> *Il [[dispotismo]] è l'abuso della regalità, come l'[[anarchia]] è l'abuso della repubblica.<ref>Da ''Pensieri sul governo'', in ''Scritti politici'', p. 450.</ref> *''Il saggio re [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], al centro di questi re, | s'innalza come una quercia e dà loro delle leggi, | egli perdonò spesso, egli regnò sui loro cuori, | ed asciugò il pianto degli occhi del suo popolo.'' :''Le sage Louis XII, au milieu de ces rois, | s'élève comme un chêne et leur donne des lois, | il pardonna souvent, il régna sur les cœurs, | et des yeux de son peuple, il essuya les pleurs.'' (''La Henriade'') *Il [[dubbio e certezza|dubbio]] non è piacevole, ma la [[dubbio e certezza|certezza]] è ridicola. Soltanto gl'imbecilli sono sicuri di ciò che dicono.<ref>Citato in Montanelli 1971, cap. 9, p. 127.</ref> *Il segreto per [[Noia|annoiare]] sta nel dire tutto.<ref>Da ''Discorso in versi sull'uomo'', 6.</ref> :''Le secret d'ennuyer est celui de tout dire''. *Il [[successo]] è sempre stato figlio dell'audacia.<ref>Da ''Catilina''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *Il superfluo, cosa necessarissima.<ref>Da ''Le Mondain'', v. 22; citato in Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/46|14]].</ref><ref>Qualcuno [[citazioni errate|attribuisce erroneamente]] la frase ad [[Alphonse Karr]]. In realtà la citazione è di Voltaire e Karr, in ''Nouvelles guêpes'' (1853), ha solamente ripetuto e sviluppato il concetto: «Il superfluo è diventato cosi necessario che molte persone, per procurarselo, considerano il necessario come superfluo». {{cfr}} Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/46|14]].</ref> :Il [[superfluo]], cosa indispensabile.<ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. 115. ISBN 88-415-5890-3</ref> *Impiccati, mio bravo Crillon.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/783#c2115|751]].</ref> :''Pends-toi, brave Crillon!'' *La ''[[Mandragola]]'' di [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] vale da sola forse più di tutte le commedie di [[Aristofane]] :[...] ''et la seule Mandragore de Machiavel vaut peut-être mieux que toutes les pièces d’Aristophane.''<ref>{{fr}} Da ''[[:fr:s:Page:Voltaire - Œuvres complètes Garnier tome12.djvu/256|Essai sur les mœurs et l'esprit des nations]]'', Paris, Garnier, 1878, p. 246.</ref> *La [[pace]] è preferibile alla verità.<ref>Da una lettera a Jean Jacques Dortous de Mairan, Bruxelles, 14 maggio 1741, in ''Correspondance'', [[s:fr:Correspondance de Voltaire/1741/Lettre 1435|n. 1435]]; citato in [[Arthur Schopenhauer]], ''L'arte di ottenere ragione'', a cura di Franco Volpi, traduzione di Nicola Curcio e Franco Volpi, Adelphi, Milano, 2017. ISBN 978-88-459-7890-6</ref> *La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.<ref>Citato in Antonio Lopez Campillo, Juan Ignacio Ferreras, ''Corso accelerato di ateismo'', traduzione di Silvia Rupati, Castelvecchi Editore, 2007, p. 28.</ref> *{{NDR|La [[storia]] è}} una burla che i vivi giuocano ai morti.<ref>Citato in Montanelli 1971, cap. 9, p. 125.</ref> *{{NDR|La [[teologia]] è}} una collezione di risposte incomprensibili a domande senza senso.<ref>Citato in [[Indro Montanelli]], ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/dove_comincia_grande_mistero_Dio_co_0_9605235872.shtml Là dove comincia il grande mistero di Dio]'', ''Corriere della Sera'', 23 maggio 1996.</ref> *Mentite, amici, mentite.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 532.</ref> :''Mentez, mes amis, mentez''. *Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi.<ref>Citato in [[Patrizia de Mennato]], ''La ricerca «partigiana»'', Libreria CUEM, Milano, 1994.</ref> *Non che il [[suicidio]] sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza.<ref>Da ''Lettera a Mariott''.</ref> *Non l'amore bisognava dipingere cieco, ma l'amor proprio.<ref>Da ''Lettera a Damilaville'', 11 maggio 1764.</ref><ref name=e /> *Non possiamo sempre compiacere gli altri, ma possiamo sempre parlare in modo compiacente.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', dicembre 1962.</ref> *Non vi è forse nulla di più grande, sulla terra, del sacrificio della giovinezza e della bellezza compiuto dal gentil sesso – giovani spesso di nobili natali – al fine di poter lavorare negli ospedali per l'alleviamento della sofferenza umana. La vista del qual sacrificio è cosa rivoltante, per il nostro animo delicato. Gli individui che si sono staccati dalla religione romana hanno imitato in modo assia imperfetto un così alto spirito di carità.<ref>Citato in Thomas E. Woods, ''Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale'', Cantagalli 2007, pp. 177-178.</ref> *Quando la [[gente]] comincia a ragionare, tutto è perduto.<ref>Da ''Correspondance'', 1/4/1766.</ref> :''Quand la populace se mêle de raisonner, tout est perdu''. *Quando occorre, sono serissimo; ma vorrei non essere noioso.<ref>Da ''La pulzella d'Orléans''.</ref> *... BOSWELL. «Quando venni a trovarvi, pensavo di vedere un grandissimo ma cattivissimo uomo». VOLTAIRE. «Siete molto sincero». BOSWELL. «Sì, ma la stessa [sincerità] mi fa confessare che ho trovato il contrario. Solo il vostro ''Dictionnaire philosophique'' [mi turba]. Per esempio. ''Âme'', l'Anima...». VOLTAIRE. «Quello è un buon articolo». BOSWELL. «No. Scusate. Non è [l'immortalità] un'idea piacevole? Non è più nobile?». VOLTAIRE. «Sì. Voi avete il noblie desiderio di essere il Re d'Europa. [Dite] "Lo desidero, e chiedo la vostra protezione [per continuare a desiderarlo]". Ma non è probabile». BOSWELL. «No. Ma se non può essere in un modo, non è detto che non possa essere nell'altro. [Come Catone, diciamo] "Dev'essere così", finché [arriviamo a possedere] l'immortalità». VOLTAIRE. «Ma prima di dire che quest'anima esisterà, dobbiamo sapere che cosa sia. Io non conosco la causa. Non posso giudicare. Non posso essere un giudice. Cicerone dice, ''potius optandum quam probandum''. Noi siamo esseri ignoranti. Siamo gli zimbelli della Provvidenza. Io sono il povero Punch». BOSWELL. «Non vorreste che vi fossero pubbliche funzioni?». VOLTAIRE. «Sì, con tutto il cuore. Riuniamoci quattro volte all'anno in un gran tempio con musica, e ringraziamo Dio di tutti i suoi doni. V'è un solo sole. V'è un solo Dio. Vi sia una sola religione. Allora tutti gli uomini saranno fratelli». BOSWELL. «Potrò scrivervi in inglese, e voi mi risponderete?». VOLTAIRE. «Sì. Addio».<ref>Citato in James Boswell, ''Visita a Rousseau e a Voltaire'', traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973, pp. 108-109.</ref> *Se Dio [[Problema dell'esistenza di Dio|non esistesse]] bisognerebbe inventarlo.<ref>Da ''Épître 104 – Épître à l'Auteur du Livre des Trois Imposteurs'', v. 22.</ref> :''Si Dieu n'existait pas, il faudrait l'inventer''. *Tutti i generi sono buoni, tranne il genere noioso.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 541.</ref> :''Tous les genres sont bons, hors le genre ennuyeux''. ===Attribuite=== *Calunniate, calunniate, qualcosa resterà. :Tale citazione, con cui si voleva incitare alla demonizzazione della religione cattolica, apparteneva già a [[Francesco Bacone]], che la sentenziò nel ''De dignitate et augmento scientiarum'', l. VIII, c. 2,34.<ref>S. L. Murialdo, ''Scritti'', Libreria editrice Murialdo, Roma 2001, p. 127</ref> *Ci salutiamo ma non ci parliamo affatto.<ref>Attribuita anche a [[François-Augustin de Paradis de Moncrif|Moncrif]] e a [[Guillaume Bautru|Bautru]].</ref><ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 492.</ref> :''Nous nous saluons bien, mais nous ne nous parlons guère''. *Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Tale citazione viene solitamente attribuita, anche in altre formulazioni, a Voltaire ma trova in realtà riscontro soltanto in un testo della scrittrice americana [[Evelyn Beatrice Hall]], conosciuta sotto lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre: ''The Friends of Voltaire''<ref>{{en}} Da ''The Friends of Voltaire'', Smith Elder & co., 1906, [http://books.google.it/books?id=j3kGAQAAIAAJ&q=%22I+disapprove+of+what+you+say,+but+I+will+defend+to+the+death+your+right+to+say+it%22+intitle:%22The+Friends+of+Voltaire%22&dq=%22I+disapprove+of+what+you+say,+but+I+will+defend+to+the+death+your+right+to+say+it%22+intitle:%22The+Friends+of+Voltaire%22&hl=it&ei=6J3uTbDYKcLX8gOnkLGTBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCsQ6AEwAA p. 199].</ref>, una biografia del filosofo scritta nel 1906. La citazione così formulata non ha riscontro in alcuna opera di Voltaire<ref>{{cfr}} ''[http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_19/citazioni_bufale_610a343e-146f-11de-9dd5-00144f02aabc.shtml Le dieci regine delle citazioni bufala]'', ''Corriere.it'', 19 marzo 2009.</ref>, tuttavia secondo alcuni autori la frase sarebbe stata estrapolata dal ''Trattato della tolleranza'' del 1763 e rappresenterebbe realmente una citazione dello scrittore francese.<ref>{{cfr}} Ceccarelli di Bruno, ''Per la democrazia'', Armando Editore, 2007, p. 79. ISBN 8860811651</ref> In tale ''Trattato'' infatti si trovano alcune frasi simili. Inoltre esiste anche un'altra frase di Voltaire piuttosto simile che potrebbe aver ispirato l'aforisma: «Non ho mai approvato né gli errori del suo libro, né le verità banali che afferma con enfasi. Però ho preso fortemente le sue difese, quando uomini assurdi lo hanno condannato [...].» (da ''Questioni sull'Enciclopedia'').<ref>Voltaire scrive, in particolare: «Mi piaceva l'autore de ''L'Esprit'' {{NDR|Helvétius}}. Quest'uomo era meglio di tutti i suoi nemici messi assieme; ma non ho mai approvato né gli errori del suo libro, né le verità banali che afferma con enfasi. Però ho preso fortemente le sue difese, quando uomini assurdi lo hanno condannato.» In originale: «''J'aimais l'auteur du livre de l'Esprit [Helvétius]. Cet homme valait mieux que tous ses ennemis ensemble; mais je n'ai jamais approuvé ni les erreurs de son livre, ni les vérités triviales qu'il débite avec emphase. J'ai pris son parti hautement, quand des hommes absurdes l'ont condamné''». {{cfr}} ''Questions sur l'Encyclopédie'', articolo "Homme", in ''[http://www.histoiredumonde.net/Voltaire.html Voltaire]'', ''Histoire du Monde.net''.</ref> *La parola all'uomo è stata data per nascondere il pensiero. :''La parole a été donnée à l'homme pour déguiser sa pensée''. ::La citazione viene [[citazioni errate|erroneamente attribuita]] a [[Charles Maurice de Talleyrand-Périgord]] e [[Joseph Fouché]]. Più probabilmente la citazione appartiene a Voltaire che scrisse nei ''Dialogues'': «''Ils [les hommes] ne se servent de la pensée que pour autoriser leurs injustices, et n'emploient les parles que pour déguiser leurs pensées''» («Gli uomini usano il pensiero per giustificare le proprie ingiustizie, e il discorso solo per nascondere i loro pensieri»).<ref>{{Cfr}} Fumagalli 1921, pp. 526-527 e ''The Oxford Dictionary of Quotations'', a cura di Elizabeth M. Knowles, Oxford University Press, 1999, [http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA797 p. 797].</ref> *Quegli stolti preferivano essere in disaccordo col Sole piuttosto che trovarsi d'accordo col Papa!<ref>Citato in Piero Tempesti, ''Il calendario e l'orologio'', Gremese Editore, 2006, [http://books.google.it/books?id=Zw7oVRF21VMC&pg=PT71 p. 66]</ref> :Secondo altre fonti questa sarebbe una citazione di [[Giovanni Keplero]]. ==''Candido''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== Era nella Vesfalia, nel castello del baron di Thunder-ten-tronckh, un giovinetto che aveva avuto dalla natura i più dolci costumi. Se gli leggeva il cuore nel volto. Univa egli a un giudizio molto assestato una gran semplicità di cuore, per la qual cosa, cred'io, chiamavanlo Candido. I vecchi servitori di casa avean de' sospetti ch'ei fosse figliuolo della sorella del signor barone, e d'un buon gentiluomo e da bene di quel contorno, che questa signora non volle mai indursi a sposare perché non aveva egli potuto provare più di settantun quarti di nobiltà, il resto del suo albero genealogico essendo perito per l'ingiuria de' tempi.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', Sonzogno, [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_o_l_ottimismo/epub/voltaire_candido_o_l_ottimismo.epub LiberLiber], 1882}} ====Maria Moneti==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-Tronckh, un ragazzo cui la natura aveva fornito un temperamento assai mite. Gli si leggeva in fronte l'indole sua. Aveva l'intelletto abbastanza solido, e il più ingenuo cuore del mondo: credo fosse chiamato Candido appunto per questo. I servitori vecchi di casa sospettavano ch'egli fosse figlio della sorella del signor barone e di un buono e rispettabil cavaliere del vicinato, non mai voluto sposare dalla damigella perché non gli era riuscito di provare che settantadue quarti soli, essendosi perduto il rimanente del suo albero genealogico per oltraggio del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973. ISBN 9788811360384}} ====Sara Di Gioacchino Corcos==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovanetto al quale la natura aveva largito i piú miti costumi. La sua fisionomia ne palesava l'anima. Aveva il giudizio alquanto retto, unito a un spirito dei piú semplici: per questa ragione, credo, lo chiamavano Candido. I vecchi domestici della casa sospettavano ch'egli fosse figlio della sorella del signor barone e di un buono ed onesto gentiluomo delle vicinanze, che quella damigella non volle mai sposare perché egli aveva potuto provare soltanto settantun quarti, e che il resto del suo albero genealogico era andato perduto per le ingiurie del tempo.<BR> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Sara Di Gioacchino Corcos, Edipem, 1974.}} ====Paola Angioletti==== Viveva in Westfalia, nel castello del barone di Thunder tentronckh, un ragazzo a cui la natura aveva fatto dono di un dolcissimo carattere. Il suo aspetto denunciava la sua anima. Univa un notevole giudizio allo spirito più semplice, e per questo, credo, era chiamato Candido. I vecchi domestici della casa sospettavano che fosse il figlio della sorella del barone e di un buono e onesto gentiluomo dei dintorni, che la signorina non aveva mai voluto sposare perché egli aveva potuto provare solo settantun quarti, mentre il resto del suo albero genealogico era andato perduto col tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Paola Angioletti, Newton & Compton.}} ====[[Riccardo Bacchelli]]==== In Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, c'era un giovinetto che da natura aveva sortito costumi soavissimi. La fisionomia annunciava l'animo, e retto giudizio con rara semplicità di spirito gli avevano procacciato, cred'io, il suo nome: Candido. I vecchi servi di casa avevano sospetto che egli fosse figlio della sorella del signor barone e d'un buono e onorato gentiluomo delle vicinanze, che la damigella non aveva ma voluto sposare, dato che costui non era riuscito a dimostrare più di settantun quarti, menre il resto del suo albero genealogico era andato perso per ingiuria del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Riccardo Bacchelli, Oscar Classici Mondadori.}} ====Giovanni Fattorini==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovane a cui la natura aveva conferito i costumi più miti. Il suo aspetto ne rivelava l'anima. Possedeva un giudizio abbastanza retto, unito a una grande semplicità; per questo, credo, lo chiamavano Candido. I vecchi domestici del castello sospettavano fosse figlio della sorella del signor barone e di un onesto e buon gentiluomo delle vicinanze che madamigella non volle mai come marito perché non aveva potuto provare che settantun quarti: il resto del suo albero genealogico era stato distrutto dalle ingiurie del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Giovanni Fattorini, Tascabili Bompiani, 1987.}} ====Piero Bianconi==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovinetto che la natura aveva dotato di costumi assai mansueti. Gli si leggeva l'anima sul volto. Aveva il giudizio abbastanza retto, con uno spirito grandemente semplice; perciò credo lo chiamavano Candido. I vecchi servi del castello sospettavano che fosse figlio della sorella del signor barone e d'un buono e onesto gentiluomo dei dintorni, che codesta damigella non volle mai sposare siccome non aveva potuto provare che settantun quarti: le ingiurie del tempo avevan distrutto il resto del suo albero genealogico.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Piero Bianconi, RCS Libri, 2007.}} ===Citazioni=== *Il precettore Pangloss era l'oracolo di casa, e il piccolo Candido ascoltava i suoi insegnamenti con la fiducia propria dell'età e del suo temperamento. Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia. Egli dimostrava mirabilmente che non c'è effetto senza causa, e che in questo migliore dei mondi possibili... è provato, diceva, che le cose non potrebbero andare altrimenti: essendo tutto quanto creato in vista di un fine, tutto è necessariamente inteso al fine migliore. I nasi, notate, son fatti per reggere gli [[occhiali]]: e noi infatti abbiamo gli occhiali... Ne consegue che coloro i quali hanno affermato che tutto va bene, han detto una castroneria. Bisognava dire che meglio di così non potrebbe andare. (cap. I) *{{NDR|Sulla [[sifilide]]}} Era una cosa indispensabile, nel migliore dei mondi, un ingrediente necessario: perché se Colombo non avesse preso in un'isola dell'America questa malattia che avvelena la sorgente della generazione, che spesso anzi impedisce la generazione stessa, e che, evidentemente, si oppone al grande fine della natura, non avremmo né cioccolata né cocciniglia; bisogna poi osservare che nel nostro continente, fino a oggi, questa malattia è tipicamente nostra, come la controversia. Turchi, Indiani, Persiani, Cinesi, Siamesi, Giapponesi, non la conoscono ancora: ma c'è ragion sufficiente che debbano conoscerla a loro volta fra qualche secolo. Nel frattempo ha fatto meravigliosi progressi fra noi, e soprattutto in quei grandi eserciti composti di onesti mercenari beneducati che decidono del destino degli Stati; si può affermare che, quando trentamila uomini combattono in battaglia campale contro eserciti di egual numero, ci siano circa ventimila impestati per parte. (cap. IV)<!--edizione di Wikisource--> *«Che razza di paese è mai questo,» si chiedevano entrambi, «sconosciuto a ogni altro, e dove la natura si mostra tanto diversa da quello che è nei nostri? Sarà questo il paese dove tutto va bene; poiché un paese cosiffatto bisogna assolutamente che ci sia. E checché ne dicesse Mastro Pangloss, avevo notato sovente che in Vestfalia andava maluccio.» (cap. XVII)<!--stessa edizione dell'excipit--> *Amico, io l'ho già detto e lo ripeto: il castello dove son nato non vale certo il paese in cui siamo; ma la madamigella Cunegonda insomma qui non c'è, e anche voi avete lasciato senza dubbio in Europa una qualche amica. Finché restiamo qui, siamo uguali a tutti costoro; se invece ce ne torniamo al mondo nostro, anche con una sola dozzina di pecore cariche dei ciottoli di El Dorado, saremo più ricchi di tutti i re sommati insieme, non avremo più nulla da temere da parte dell'Inquisizione, e potremo riprendere senza difficoltà la damigella Cunegonda. (cap. XVIII) *"Che cos'è l'[[ottimismo]]" diceva Cacambo – "Ahime!" disse Candido "è la smania di sostenere che si tutto va bene quando si sta male". (cap. XIX) *Gli sciocchi ammirano ogni parola d'un autore famoso; io leggo per me solo, e mi piace soltanto quello che fa per me. (cap. XXV)<!--stessa edizione dell'excipit--> *:I pazzi ammiran tutto, in un autore stimato; io non leggo che per me, e non ho piacere se non a quel che mi aggrada. (nobile veneziano Pococurante; cap. XXIV) *Il [[lavoro]] allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno. (cap. XXX) *Oh, migliore dei mondi possibili, dove sei adesso? *Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile. :''Tout est bien, tout va bien, tout va le mieux qu'il soit possible''. *Volli uccidermi 100 volte, ma amavo ancora la vita. Questa ridicola debolezza è forse una delle più funeste delle inclinazioni umane: infatti può darsi una cosa più sciocca che ostinarsi a portare il fardello che si vorrebbe continuamente buttare a terra? *Viveva in quei pressi un [[derviscio]] famosissimo, che aveva fama d'essere il maggior filosofo di [[Turchia]]. Andarono a consultarlo. Pangloss prese la parola, e disse: "Maestro, siam venuti a pregarvi che ci spieghiate perché sia stato creato un animale così bizzarro com'è l'uomo." <br />"Ma di che ti vai a impicciare?" disse il derviscio; "che te ne importa?"<br />"Ma, padre mio reverendo," osservò Candido, "v'è pur nel mondo una quantità spaventosa di mali."<br />"E che diavolo importano," rispose il derviscio, "i mali ed i beni? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no?"<br />"E allora che dobbiamo fare?" domandò Pangloss.<br />"Tacere", rispose il derviscio. :"Io m'ero illuso" riprese Pangloss, "di poter ragionare un pochino con voi delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell'origine del male, della natura dell'anima e dell'armonia prestabilita."<br />A questo il derviscio sbatté loro l'uscio in faccia. *"So anche," disse Candido, "che bisogna lavorare il nostro orto."<br />"Avete ragione," rispose Pangloss; "infatti, quando l'uomo fu messo nel Paradiso Terrestre, ci fu messo ut operaretur eum, perché lo lavorasse, la qual cosa prova che l'uomo non è nato per stare in ozio."<br />"Lavoriamo senza discutere," fece Martino, "non c'è altro modo per sopportare la vita." ...<br />"Voi dite bene," rispondeva Candido; "ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto". *"Non c'è [[causa ed effetto|effetto senza causa]]," – rispose Candido con modestia –, "tutto è necessariamente concatenato e ha come fine il meglio. Era necessario che fossi cacciato lontano da Cunegonda, che passassi sotto le verghe, ed è necessario che elemosini il pane finché non riuscirò a guadagnarlo; tutto questo non poteva andare altrimenti". *Insomma, madamigella, sono esperta, conosco il mondo; concedetevi un divertimento, invitate tutti i passeggeri a raccontarvi la loro storia, e se ne trovate uno solo che non abbia maledetto spesso la propria vita, che non si sia detto sovente di essere il più infelice degli uomini, gettatemi pure in mare a testa in giù. *L'uomo di gusto spiegò molto bene come un'opera teatrale possa aver un qualche interesse senza valere quasi nulla; dimostrò in poche parole che non basta introdurre una o due situazioni che si trovano in tutti i romanzi, e che sempre seducono gli spettatori, ma che bisogna essere innovativi senz'essere bizzarri, spesso sublimi e sempre naturali, conoscere il cuore umano e farlo parlare, essere grande poeta senza che mai nessun personaggio dell'opera sembri un poeta; conoscere perfettamente la propria lingua, parlarla con proprietà, con armonia continua, senza che mai la rima vada a discapito del senso. *Io sono quello che definisco uno spirito errante per le passioni d'altri; ovvero un imbecille. ===[[Explicit]]=== Tutta la piccola compagnia mise in opera questo lodevole proposito, ciascuno mettendo a profitto le proprie attitudini. Il poderetto fruttò assai. Cunegonda a dire il vero era brutta dimolto; ma diventò una pasticcera valente. Pasquina ricamava, e la vecchia accudì alla biancheria. Lo stesso Fra Garofolone si rese utile lavorando egregiamente da falegname, e giunse perfino a diventar galantuomo. Pangloss talvolta diceva a Candido:<br>«In questo migliore di mondi possibili, tutti i fatti son connessi tra loro. Tanto è vero che se voi non foste stato scacciato a gran calci nel sedere da un bel castello, per amore di madamigella Cunegonda, se non foste capitato sotto l'Inquisizione, se non aveste corso l'America a piedi, se non aveste infilzato il Barone, se non aveste perso tutte le pecore del bel paese di El Dorado, voi ora non sareste qui a mangiar cedri canditi e pistacchi.»<br>«Voi dite bene,» rispondeva Candido: «ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto.» ===Citazioni su ''Candido''=== *È stato detto che il razionalismo di Voltaire ha uno sfondo teologico incommensurabile all'uomo quanto quello di [[Blaise Pascal|Pascal]]. Io direi anche che il candore di Candide vale esattamente quanto lo spavento di Pascal, se non è addirittura la stessa cosa. Solo che Candide trovava finalmente un proprio giardino da coltivare... "Il faut cultiver nostre jardin"... Impossibile: c'è stato un grande e definitivo esproprio. E forse si possono oggi riscrivere tutti i libri che sono stati scritti; e altro anzi non si fa, riaprendoli con chiavi false, grimaldelli e, mi consenta un doppio senso banale ma pertinente, piedi di porco. Tutti, Tranne ''Candide''. ([[Leonardo Sciascia]]) ==''Dizionario filosofico''== ===[[Incipit]]=== '''ABRAMO'''<br/>[[Abramo]] è uno di quei nomi celebri nell'Asia Minore e in Arabia, come Thoth presso gli Egiziani, l'antico Zarathustra in Persia, Ercole in Grecia, Orfeo nella Tracia, Odino presso i popoli nordici e tanti altri noti più o meno per la loro fama che per una storia incontestata. Intendo qui la storia profana, in quanto nei confronti di quella del [[ebrei|popolo ebraico]], nostro maestro e nemico, per il quale sentiamo fiducia e odio, essendo stata visibilmente scritta dallo Spirito Santo in persona, nutriamo i sentimenti che dobbiamo nutrire. Ci riferiamo soltanto agli Arabi, che si vantano di discendere da Abramo per via di [[Ismaele]] e credono che quel patriarca abbia fondato la Mecca e sia morto in questa città. Il fatto è che la stirpe di Ismaele è stata favorita da Dio in misura infinitamente maggiore della stirpe di Giacobbe. L'una e l'altra, a dire il vero, hanno generato dei ladroni; ma i ladroni arabi sono stati prodigiosamente superiori a quelli ebrei: I discendenti di Giacobbe conquistarono una regione di assai modeste proporzioni, che poi perdettero; i discendenti di Ismaele conquistarono parte dell'Asia, dell'Europa e dell'Africa, fondarono un impero più vasto di quello dei Romani e scacciarono gli Ebrei dalle loro caverne, che chiamavano la terra promessa. A giudicare le cose solo in base agli esempi delle nostre storie moderne, sarebbe piuttosto improbabile che Abramo fosse stato il progenitore di popoli così diversi; ci dicono che era nato in Caldea e che era figlio di un povero vasaio, che si guadagnava la vita costruendo piccoli idoli di terra. Non è verosimile che il figlio di quel vasaio sia andato a fondare la Mecca a trecento leghe di distanza, sotto il tropico, attraversando deserti impraticabili. Se fu un conquistatore, puntò senza dubbio sul bel paese dell'Assiria; se invece fu soltanto un povero diavolo, come ci viene raffigurato, non ha fondato regni fuori dalla sua patria.<br /> {{NDR|Voltaire, ''Dizionario Filosofico'', traduzione di Rino Lo Re, B.U.R., 1966}} '''ATEO, ATEISMO'''<br/> [[Pierre Bayle|Bayle]] si domanda se sia piú pericoloso l'ateismo o l'idolatria: se è maggior crimine non credere affatto alla divinità o avere intorno ad essa opinioni indegne... A me pare invece che avrebbe dovuto porre il problema in altri termini, e cioè se sia piú pericoloso l'ateismo o il fanatismo. Il fanatismo infatti è certamente mille volte piú funesto; perché l'ateismo non ispira affatto passioni sanguinarie, il fanatismo sí; l'ateismo non s'oppone certo ai delitti, ma il fanatismo induce a commetterli...<br />Gli atei sono per lo piú uomini di scienza coraggiosi, ma sviati nei loro ragionamenti, i quali non potendo comprendere la creazione, l'origine del male e altre difficoltà, ricorrono alla ipotesi dell'eternità delle cose e della necessità.<br />Gli ambiziosi, gli uomini dediti ai piaceri non hanno gran che tempo per ragionare e quindi non rischiano di abbracciare sistemi errati; essi hanno altro da fare che mettere a confronto le opinioni di Lucrezio con quelle di Socrate. Cosí vanno le cose da noi... Certo non vorrei aver a che fare con un principe ateo perché, nel caso si mettesse in mente d'avere interesse a farmi pestare in un mortaio, son ben certo che lo farebbe senza esitazione. Nemmeno vorrei, se fossi un sovrano, avere a che fare con cortigiani atei, che potrebbero aver interesse ad avvelenarmi... Quale conclusione trarremo da tutto ciò? Che se l'ateismo è estremamente pericoloso in quelli che governano, lo è pure negli uomini di studio, per quanto la loro vita possa essere pura, perché le loro idee possono uscire dal chiuso delle biblioteche e raggiungere le piazze; che l'ateismo infine anche se non è cosí funesto quanto il fanatismo, è quasi sempre fatale alla virtú. Va notato soprattutto che il numero degli atei è minore oggi che in qualsiasi altro tempo, da quando cioè i filosofi hanno riconosciuto che non esiste alcun essere vegetante senza germe, alcun germe senza struttura, ecc... Geometri non filosofi hanno potuto rigettare le cause finali, ma i veri filosofi le ammettono; e, come ha detto un noto autore, il catechismo annuncia Dio ai fanciulli e Newton lo dimostra ai sapienti. Se esistono atei, a chi farne colpa se non ai grandi mercenari delle anime, che, provocando in noi la rivolta contro i loro meschini espedienti, costringono qualche spirito debole a negare quel Dio che tali mostri disonorano? Quante volte le sanguisughe del popolo, esasperando i cittadini angariati, non li hanno costretti a ribellarsi contro il loro re?<br /> {{NDR|Voltaire, ''Dizionario Filosofico'', Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XIV, pagg. 533-534}} ===Citazioni=== *Questo libro può essere letto soltanto da persone illuminate; il volgo non è fatto per simili conoscenze: la [[filosofia]] non sarà mai il suo retaggio. Coloro che affermano che esistono verità che devono essere nascoste al popolo non devono allarmarsi, il popolo non legge: lavora sei giorni la settimana e il settimo va all'osteria. Insomma, le opere di filosofia sono fatte solo per i filosofi, e ogni uomo dabbene deve cercare di essere [[filosofo]], senza piccarsi di esserlo. (''Prefazione di Voltaire al'' Dizionario filosofico; 1950, p. 4) *I [[libri]] più utili sono quelli i cui [[lettore|lettori]] compiono essi stessi metà dell'opera; sviluppano i pensieri di cui si mostra loro il germe; correggono ciò che sembra loro difettoso, e fortificano con le loro riflessioni ciò che appare loro debole. (''prefazione''; 2012)<ref>Prefazione di Voltaire all'edizione Varberg del 1765.</ref> *''[[Conoscere se stessi|Conosci te stesso]]'' è un magnifico precetto, ma soltanto Dio può metterlo in pratica: chi altri può conoscere la propria essenza? (''Anima''; 1968, p. 44) *{{NDR|L'[[amicizia]]}} È un tacito contratto fra due persone sensibili e virtuose. Dico sensibili, perché un monaco, un solitario può non essere malvagio e vivere senza conoscere l'amicizia. Dico virtuose, perché i malvagi hanno soltanto dei complici; i gaudenti, compagni di baldoria; le persone interessate, dei soci; i politici raccolgono attorno a sé dei partigiani; il volgo degli sfaccendati ha delle relazioni; i principi, dei cortigiani; solo gli uomini virtuosi hanno amici. (''Amicizia''; 1950, p. 20) *Si è discusso se un cristiano nei deserti d'Arabia potesse venir battezzato con la sabbia; si è risposto di no; se si potesse battezzare con acqua di rose; e si è deciso che occorreva dell'acqua pura, ma che ci si poteva anche servire di acqua fangosa. Si vede bene che tutta questa disciplina è dipesa dalla sapienza dei primi pastori che l'hanno stabilita. (''Battesimo'')<ref>Citato in Raffaele Carcano, Adele Orioli, ''Uscire dal gregge'', Luca Sossella editore, 2008, p. 69. ISBN 9788889829646</ref> *Che vergogna, che miseria, aver detto che le [[animale|bestie]] sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc. ecc.! (''Bestie''; 1968, pp. 108-109) *I barbari uomini prendono questo cane che suol vincerli così facilmente nell'amicizia: lo inchiodano su una tavola, e lo [[vivisezione|sezionano vivo]] per mostrarti le vene mesaraiche. Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, o meccanicista, la natura ha dunque combinato in lui tutte le molle del sentimento affinché egli non senta? Il cane ha dei nervi per essere impassibile? Non fare più di queste balorde supposizioni. (''Bestie''; 1968, pp. 109-110) *L'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. (''Bestie''; 1968, p. 109) *Ma chi fa funzionare il soffietto degli animali: chi li fa respirare? Ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri. Il filosofo che dichiarò: ''Deus est anima brutorum'', aveva ragione; ma doveva andare più in là.<ref>Cfr. Attilio Pisanò, ''Diritti deumanizzati'', Giuffrè Editore, 2012, [http://books.google.it/books?id=jTQqD6-iqt4C&pg=PA29 p. 29]: «La paternità dell'espressione ''Deus est anima brutorum'' {{NDR|Dio è l'anima degli animali}} è dubbia. La si può ritrovare, comunque, nel poema ''The Logicians Refuted'' di [[Jonathan Swift]]».</ref> (''Bestie''; 1968, p. 110) *A me non piace ricorrere alle citazioni; di solito è una faccenda spinosa: si trascura ciò che precede e ciò che segue il passo che si cita e ci si espone a mille contestazioni. (''Bene, Tutto è bene''; 1950, p. 63) *Tutti gli uomini sarebbero dunque necessariamente uguali, se fossero senza bisogni. La miseria connessa alla nostra specie subordina un uomo a un altro uomo; non l'ineguaglianza è la vera disgrazia, ma la dipendenza. (''Eguaglianza''; 1950, p. 182) *L'[[entusiasmo]] è soprattutto il comune retaggio della devozione male intesa. (''Entusiasmo''; 1950, p. 188) *L'entusiasmo è esattamente come il vino: può eccitare tanto tumulto nei vasi sanguigni, e così violente vibrazioni nei nervi, che la ragione ne viene affatto distrutta. Può anche causare soltanto leggere scosse, che si limitano a dare al cervello solo un poco più di attività; è quel che accade nei grandi moti d'eloquenza, e soprattutto nella poesia sublime. L'entusiasmo ragionevole è la dote dei grandi [[poeta|poeti]]. (''Entusiasmo''; 1950, p. 189) *È vero: chi gode ne sa piú di chi riflette, o almeno sa meglio, è piú felice. Ma che volete? Non dipendeva da me né ricevere né respingere tutte le idee che sono venute nel mio cervello per combattersi fra loro e hanno preso le mie cellule midollari per loro campo di battaglia. Quando si sono ben battute, io non ho raccolto dalle loro spoglie altro che l'[[incertezza]].<br />È triste avere tante idee, e non sapere con precisione la natura delle idee.<br />Lo ammetto; ma è assai piú triste, e molto piú sciocco credere di sapere quello che non si sa. (''Idea''; 1950, p. 245) *Non si può quasi leggere la storia senza concepire orrore per il genere umano. (''Idolo, idolatra, idolatria''; 1950, p. 257) *La nostra miserabile specie è cosí fatta, che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre sassi a quelli che insegnano le nuove vie. (''Lettere, uomini di lettere o letterati''; 1950, p. 282) *È vero che i rappresentanti delle città, negli Stati Generali di Francia tenuti il 1302, dissero, in un loro indirizzo al re, che "[[Bonifacio VIII]] era un c... se credeva che Dio legasse e imprigionasse in cielo ciò che Bonifacio legava sulla terra". (''Pietro''; 1968, p. 536) *Alla fine di quasi tutti i capitoli di [[metafisica]] dobbiamo mettere le due iniziali dei giudici romani quando non erano capaci di sbrogliare una causa. N.L., non liquet, non è chiaro. *Chi ci ha dato il sentimento del giusto e dell'ingiusto? [[Dio]], che ci ha dato [[cuore e cervello|un cervello e un cuore]]. *Di tutte le [[religione|religioni]], quella cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare più tolleranza, sebbene fino ad ora i [[cristiano (religione)|cristiani]] siano stati i più intolleranti tra gli uomini. (1966) *Gli [[ateismo|atei]] sono per lo più studiosi arditi e fuorviati che ragionano male e che, non riuscendo a comprendere la creazione, l'origine del male, e altre difficoltà, ricorrono all'ipotesi dell'eternità delle cose e della necessità. [...] Possiamo concludere che l'ateismo è un male mostruoso per coloro che governano; e anche per gli studiosi, anche se la loro vita è retta, perché con le loro opere possono influenzare chi è al governo; e che, anche se non è dannoso come il fanatismo, esso è quasi sempre fatale per la virtù. Ma soprattutto, lasciatemi aggiungere che ci sono meno atei oggi di quanti ce ne siano mai stati, perché i filosofi hanno compreso che non c'è vita senza germe, non c'è germe senza disegno, ecc.. (''Ateismo''; 1966) *Gli Ebrei non volevano che la statua di Giove fosse a [[Gerusalemme]]; ma i cristiani non volevano che fosse in Campidoglio. (''Tolleranza'') *Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavare nulla. *Ho letto negli aneddoti della Storia d'Inghilterra ai tempi di Cromwell che una candelaia di Dublino vendeva ottime candele fatte col grasso degli Inglesi. Qualche tempo dopo uno dei suoi avventori si lamentò con lei del fatto che le sue candele non erano più così buone: Ahimè disse la donna è che gli Inglesi ci sono mancati in questo mese. Io mi domando chi fosse più colpevole, se quelli che sgozzavano gli Inglesi o questa donna che faceva candele col loro grasso. *Il fanatismo sta alla superstizione come il delirio alla febbre. {{NDR|[[proporzioni|proporzione]]}} *Il [[mondo]] è certamente una macchina meravigliosa; esiste quindi nel mondo un'intelligenza meravigliosa, in qualunque parte essa sia. : ''Le monde est assurément une machine admirable; donc il y a dans le monde une admirable intelligence, quelque part où elle soit.'' (''Ateismo II''; citato in Legarde, Michard, ''XVIIIe siècle'', Bordas p. 114) *L'[[orgoglio]] dei piccoli consiste nel parlare sempre di sé, quello dei grandi nel non parlarne mai. *La [[carestia]], la [[peste]] e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo mondo. *La superstizione mette il mondo intero in fiamme; la filosofia le spegne. :''La superstition met le monde entier en flammes; la philosophie les éteint''. *Le verità della [[religione]] non sono mai capite così bene come da quelli che hanno perso la capacità di ragionare. *Molti fisici sostengono che in tal senso non ci sono [[miracolo|miracoli]], ed ecco le loro argomentazioni... Un miracolo è la violazione delle leggi matematiche, divine, immutabili, eterne. In base a questa sola definizione, un miracolo è una contraddizione in termini... Perché mai Dio farebbe un miracolo? Per venire a capo d'un certo disegno riguardo ad alcuni esseri viventi. Egli direbbe dunque: "Con la creazione dell'universo, con i miei decreti divini, con le mie leggi eterne, non sono riuscito ad attuare un certo disegno, cambierò le mie idee eterne, le mie leggi immutabili, per cercare di eseguire quanto non ho potuto fare per mezzo di esse". Sarebbe una confessione di debolezza, e non di potenza. Sarebbe in lui, a quanto pare, la più inconcepibile contraddizione. Pertanto, osare attribuire a Dio dei miracoli significa in effetti insultarlo (ammesso che degli uomini possano insultare Dio): è come dirgli "voi siete un essere debole e incoerente". (''Miracoli'') *Noi viviamo in [[società]]; non esiste dunque vero bene per noi se non ciò che fa il bene della società. (2012) *Non esistono né estreme delizie né estremi tormenti che possano durare tutta la vita: il sommo bene e il sommo male sono chimere. *Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che coniuga da lungo tempo l'avarizia più sordida alla superstizione più odiosa e all'odio più irrefrenabile per i popoli che li tollerano e li arricchiscono. (''[[Ebrei]]'') *Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a [[mezzogiorno (parte del giorno)|mezzogiorno]] sia giorno o notte. *Raramente gli uomini sono degni di governarsi da sé. Questa fortuna deve toccare soltanto a piccoli popoli, che si nascondano in qualche isola o in mezzo a delle montagne, come conigli che vogliono sfuggire agli animali carnivori; ma, a lungo andare, vengono scoperti e divorati. (1966, p. 169) *Siamo tutti fatti di debolezza e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: è la prima legge di natura. :''Nous sommes tous pétris de faiblesse et d'erreurs; pardonnons-nous réciproquement nos sottises; c'est la première loi de nature''. *Tutti i giorni, nei paesi cattolici, si vedono preti e monaci che, uscendo da un letto incestuoso, senza neppur essersi lavate le mani sozze di impurità, vanno a produrre iddii a centinaia; a mangiare e bere il loro dio, a cacarlo e a pisciarlo. Ma quando poi riflettono che questa superstizione, cento volte più assurda e sacrilega di tutte quelle degli egiziani, ha reso a un prete italiano da quindici a venti milioni di rendita e il dominio di un paese di cento miglia di estensione in lungo e in largo, vorrebbero andare tutti, armi in pugno, a cacciare quel prete che si è impadronito del palazzo dei Cesari. *Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i luoghi messi assieme non uguaglieranno mai i mali prodotti da una sola campagna. (2012) *Un parigino resta a bocca aperta quando gli si dice che gli Ottentotti fanno tirar via ai loro bambini uno dei [[Testicolo|testicoli]]; gli Ottentotti sono forse molto sorpresi che i Parigini li conservino tutti e due. (''Circoncisione'', BMM 1965, p. 206) *Una patria è un composto di più famiglie; e come di solito si sostiene la propria famiglia per amor proprio, quando non si abbia un interesse contrario, così per lo stesso amor proprio si sostiene la propria città o il proprio villaggio che si chiama patria. Più questa patria ingrandisce e meno la si ama, poiché l'amore suddiviso si indebolisce. È impossibile amare teneramente una famiglia troppo numerosa che si conosce appena. (1966, p. 260) *{{NDR|Sull'[[omosessualità]]}} Com'è possibile che un vizio, distruttore del genere umano se si generalizzasse, che un attentato infame contro la natura sia peraltro così naturale? Parrebbe il grado ultimo della corruzione riflessa, e tuttavia è il retaggio ordinario di quelli che non hanno avuto ancora il tempo di corrompersi. È entrato in cuori vergini, che non hanno ancora conosciuto né l'ambizione né la frode né la sete di ricchezza; è la gioventù cieca che, per un istinto confuso, precipita in un tale disordine all'uscire dall'infanzia. (''Amore socratico''; 1993, p. 55) *Che cos’è la virtù, amico mio? È fare del bene: farne, e questo basta. In tal caso ti faremo grazia del motivo. (''Falsità delle virtù umane''; 2016) ==''Il faut prendre parti, ou le principe d'action''== *Le sofferenze degli [[animale|animali]] ci sembrano dei mali perché, essendo anche noi animali, pensiamo che saremmo molto da compiangere se a noi si facesse altrettanto. Sentiremmo la stessa pietà per una pianta o per una pietra se sapessimo che, quando viene tagliata, essa soffre, ma la compiangeremmo molto meno di un animale, perché la pianta e la pietra ci somigliano meno. (1994, p. 660) *Del resto, noi cessiamo presto di commuoverci per la morte spaventosa degli animali riservati alla nostra tavola. I bambini, che piangono la morte del primo pollo che vedono sgozzare, la seconda volta ridono. Infine, è fin troppo certo che quella spaventosa carneficina messa senza posa in mostra nelle nostre beccherie e nelle nostre cucine non ci sembra un male: anzi, consideriamo quell'orrore, spesso pestilenziale, come una benedizione del Signore; e possediamo ancor oggi preghiere in cui lo si ringrazia di quegli assassinii. Eppure, c'è forse qualcosa di più abominevole del nutrirsi continuamente di cadaveri? (1994, p. 660) *Eppure io non vedo tra noi nessun moralista, nessuno dei nostri loquaci predicatori, nessuno nemmeno dei nostri Tartufi, che abbia mai fatto la minima riflessione su quest'orrenda abitudine divenuta in noi natura. (1994, p. 661) *Bisogna risalire fino al buon [[Porfirio]], ai compassionevoli [[scuola pitagorica|pitagorici]], per trovare qualcuno che abbia cercato di farci vergognare della nostra cruenta ghiottoneria; oppure bisogna recarsi tra i [[Brahmanesimo|brahamani]]. Infatti i nostri [[monachesimo|monaci]], costretti dal capriccio dei fondatori dei loro ordini, a [[vegetarianismo|rinunziare alla carne]], sono assassini di sogliole e di rombi, quando non lo sono di pernici e di quaglie. E né tra i monaci né nel concilio di Trento né nelle nostre assemblee del clero né nelle nostre accademie si è mai pensato di chiamare un male quella carneficina universale. Nei concili non vi si è pensato più che nelle taverne. (1994, p. 661) ==''Il filosofo ignorante''== *Bisogna aver rinunciato al buon senso per non convenire che non conosciamo nulla se non attraverso l'esperienza. *Bisogna essere dei grandi ignoranti per [[rispondere]] a tutto quello che ci viene chiesto. *Chi sei? Da dove vieni? Che fai? Che diverrai? Sono domande che si devono porre a tutte le creature dell'universo, a cui però nessuna risponde. *Ho interrogato la mia ragione; le ho domandato che cosa essa sia: questa domanda l'ha sempre confusa. *Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la [[guerra]]; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia. *Per ciò che concerne i princìpi primi, siamo tutti nella stessa ignoranza in cui eravamo nella culla. *Qual è l'età in cui conosciamo il giusto e l'ingiusto? L'età in cui sappiamo che due più due fa quattro. ==''L'ingenuo''== ===[[Incipit]]=== Un giorno san Dunstano, irlandese di nazionalità e santo di professione, partì d'Irlanda su di una piccola montagna che navigò verso le coste di Francia, e arrivò con questo veicolo alla baia di Saint-Malo. Quando fu a riva, diede la benedizione alla sua montagna, che gli fece profonde riverenze e se ne tornò in Irlanda per la medesima strada da cui era arrivata. ====Maria Moneti==== Un giorno S. Dunstano, irlandese di nascita e santo di professione, partì dall'Irlanda su di una piccola montagna che fece rotta verso le coste della Francia, e arrivò con questo mezzo alla baia di St-Malo. Quando fu a terra dette la benedizione alla sua montagna che, fattagli una riverenza, se ne tornò in Irlanda per la stessa strada per cui era venuta.<BR> {{NDR|Voltaire, ''L'ingenuo'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973.}} ====Sara Di Gioacchino Corcos==== Un giorno San Dunstano, irlandese di nazionalità e santo di professione, partí dall'Irlanda sopra una montagnina che navigò verso le coste di Francia, e giunse con quel veicolo nella baia di Saint-Malo. Quando fu a riva, diede la benedizione alla montagna, che gli fece profonde riverenze e se ne tornò in Irlanda per la stessa strada per la quale era venuta.<BR> {{NDR|Voltaire, ''L'ingenuo'', traduzione di Sara Di Gioacchino Corcos, Edipem, 1974.}} ===Citazioni=== *La signorina di Kerkabon, spaventata, rinunciava più che mai a ogni speranza di vedere il nipote suddiacono, e diceva piangendo che questi aveva il diavolo in corpo da quando era stato battezzato. (cap. VI, p. 66) *[...] la [[storia]] non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie. (cap. X, p. 80) *Se ci occorrono delle favole, che queste favole siano almeno l'emblema della verità! Amo le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, e odio quelle degli impostori. (p. 82) *L'Ingenuo faceva rapidi progressi nelle scienze, e soprattutto nella scienza dell'uomo. La causa del rapido sviluppo della sua mente era dovuta alla sua educazione selvaggia, non meno che alla tempra dell'animo suo: poiché, non avendo appreso nulla nell'infanzia, non aveva imparato pregiudizi. Il suo intelletto, non essendo stato curvato dall'errore, era restato integro in tutta la sua rettitudine. Vedeva le cose come esse sono, mentre le idee che ci vengono inculcate nell'infanzia ce le fanno vedere per tutta la vita come esse non sono. (cap. XIV, p. 91) ==''Le sottisier''== *[[Dissimulazione|Dissimulare]]: virtù di re e di cameriera.<ref>Citato in ''L'ipocrisia'', in Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti (a cura di), ''Dizionario delle citazioni'', Rizzoli, 2013.</ref> *È una delle superstizioni dello spirito umano aver immaginato che la [[verginità]] potesse essere una virtù. *Gli uomini sono come gli animali: i grossi mangiano i piccoli e i piccoli li pungono. *I [[soldato|soldati]] si mettono in ginocchio quando sparano, forse per chiedere perdono dell'assassinio. *Le [[parole]] sono per i pensieri quel che è l'oro per i diamanti: necessario per metterli in opera, ma ce ne vuol poco. *Solo gli [[operaio|operai]] sanno quanto vale il [[tempo]]; se lo fanno sempre pagare. :''Il n'y a que les ouvriers qui sachent le prix du temps; ils se le font toujours payer''. ==''Lettere filosofiche''== *Entrate nella Borsa di Londra [...] Lì l'ebreo, il maomettano e il cristiano si trattano reciprocamente come se fossero della stessa [[religione]], e chiamano infedeli solo quelli che fanno bancarotta. :''Entrez dans la Bourse de Londres [...] Là, le juif, le mahométan et le chrétien traitent l'un avec l'autre comme s'ils étaient de la même religion, et ne donnent le nom d'infidèles qu'à ceux qui font banqueroute''. *L'uomo è nato per l'azione, come il fuoco tende in alto e la pietra in basso. Non essere per nulla occupato e non esistere è la stessa cosa per l'uomo. (lettera XXV, ''Sui pensieri di Pascal'')<ref>Da ''Scritti politici'', p. 333.</ref> *Le [[strega|streghe]] hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle. *Schiacciate l'infame!<ref>Frase con la quale Voltaire, riferendosi alla religione, chiudeva spesso le sue lettere agli amici e motto della sua campagna contro l'intolleranza religiosa.</ref> :''Ecrasez l'infame!'' ==''Trattato di Metafisica''== *Sbarco nel paese della Cafraria, e comincio a ricercare un uomo. Vedo macachi, elefanti e neri. Tutti sembrano avere un baleno di una ragione imperfetta. Tutti hanno un linguaggio che non capisco e tutte le loro azioni sembrano ugualmente essere relazionate con qualche causa. Se dovessi giudicare le cose per il primo effetto che mi causano, crederei, inizialmente, che tra tutti questi enti l'elefante è l'animale ragionevole. Però, per non scegliere futilmente, prendo i piccoli di queste vari bestie. Esamino un piccolo di nero di sei mesi, un piccolo di elefante, un macachetto, un leonetto, un canetto. Vedo, senza dubbio, che questi giovani animali hanno incomparabilmente più forza e destrezza, più idee, più passioni, più memoria del negretto ed esprimono molto più sensibilmente tutti i loro desideri che quell'altro. Però, dopo un tempo, il negretto ha tante idee quante tutti loro. Mi dò questa definizione: l'uomo nero è un animale che ha lana sulla testa, cammina su due zampe, è quasi tanto pratico quanto una scimmia, è meno forte che gli altri animali della sua taglia, possiede un poco più di idee ed è dotato di maggior facilità di espressione. (1978, p. 62) *Vado alle regioni marittime dell"India Orientale. Adesso sono uomini d'un bel tono giallastro, non hanno lana, ma hanno la testa coperta da grande criniere nere. [...] Incontro una specie ancora più singolare che tutte queste. È un uomo vestito bene con un lungo abito nero, che si dice fatto per istruire agli altri [un prete, N.d.A.] Tutti questi uomini che vedi, mi dice lui, sono nati da uno stesso padre. E, allora, mi racconta una lunga storia. Però, quello che questo animale dice mi pare molto sospetto. Mi informo se un nero e una nera, di lana nera e naso piatto, gerano qualche volte bambini bianchi, di capelli biondi, naso adunco ed occhi blu. Mi hanno risposto di no, che i neri trapiantati, per esempio, alla Germania sono rimasti a generare neri. (1978, p. 63) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''La Pulcella d'Orléans''=== <poem>I. Io non son fatto per cantare i santi; fioco ho il limbello, ed anche un po' profano; ma pur Giovanna canterò che tanti prodigi fe' colla virginea mano. Contro l'anglica rabbia i vacillanti gigli fermò sul gambo gallicano, e il suo re tolto dall'ostil furore unger fe' in Remme sull'altar maggiore. II. Sotto modesto femminile aspetto, in corto giubboncino ed in gonnella, d'un vero Orlando l'animoso petto ne' perigli mostrò l'aspra donzella. Per mio spasso vorrei la sera in letto una Rosetta dolce come agnella; Giovanna d'Arco no; le die' natura cuor di lione e mi farìa paura.</poem> ===''Micromegas''=== ====I traduzione==== In uno di quei pianeti che girano intorno alla stella Sirio, c'era un giovane d'intelligenza molto sveglia, che io ebbi l'onore di conoscere l'ultima volta che visitò il nostro piccolo formicaio, e che si chiamava Micromegas.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Maria Moneti==== In uno dei pianeti che girano intorno alla stella che si chiama Sirio, c'era un giovane molto intelligente, che ho avuto occasione di conoscere durante il recente viaggio che ha fatto nel nostro piccolo formicaio. Si chiamava Micromega, nome perfettamente adatto a tutte le persone grandi. Era alto otto leghe, voglio dire, ventiquattromila passi geometrici di cinque piedi ciascuno.<BR> {{NDR|Voltaire, ''Micromega'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973.}} ===''Sulla tolleranza''=== L'assassinio di Calas, consumato a Tolosa con la spada della giustizia, il 9 marzo 1762, è uno dei più singolari avvenimenti degni dell'attenzione nostra e dei posteri. La turba dei caduti in innumerevoli battaglie è presto dimenticata, non soltanto perché così vuole l'inevitabile fatalità della guerra, ma perché coloro che sono morti in battaglia avrebbero potuto dar la morte ai loro nemici, non sono periti senza difendersi. ===''Zadig''=== O fascino degli occhi, assillo dei cuori, luce dello spirito, non posso baciare la polvere dei vostri piedi perché muovete così poco i passi o li muovete sopra tappeti iranici o su petali di rose.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Voltaire== *"Come? il turco mio fratello? mio fratello il cinese? il giudeo? il siamese?". Era il diciottesimo secolo - e Voltaire faceva il verso ai razzisti di allora, agli eterni pregiudizi, alle radici salde dell'intolleranza. "Cadono le braccia a osservare come gli uomini si comportano con gli altri uomini", sì, ma una possibilità di correggersi c'è sempre. "Dobbiamo lottare contro noi stessi", scriveva in una lettera, commentando con irritazione la frase di chi, arrivato a una certa età, sbotta: "Ormai sono fatto così". "Be', vecchio stupido, cerca di cambiare". Comincia dalle parole. ([[Paolo Di Paolo]]) *Il procedimento di cui [[Luciano di Samosata|Luciano]] si vale nel capitolo sui «Sacrifici» e lo stesso che serve a Voltaire per canzonare la Bibbia: il ricorso al buon senso, contro l'assurdità della favole religiose. ([[Arrigo Cajumi]]) *Il Settecento è Voltaire. ([[Victor Hugo]]) *Il signor di Voltaire, a un parrucchiere che gli dava consigli sull'arte di poetare, rispose: "Mastro Andrea, fate parrucche..." Chiedo a me stesso se il grande scrittore francese non sarebbe stato più accorto consigliando a mastro Andrea di studiare la prosodia! ([[Federico De Roberto]]) *Il Voltaire mi sembra lo stesso secolo XVIII fatto uomo con tutte le sue virtù, le sue colpe ed i suoi contrasti. ([[Ernesto Masi]]) *Io non vi voglio affatto bene Signore; voi mi avete fatto i mali di cui potevo patire di più, a me, vostro discepolo e vostro fanatico partigiano. Avete rovinato Ginevra come prezzo dell'asilo che vi avete ricevuto; avete allontanato da me i miei concittadini come ricompensa degli applausi che vi ho prodigato fra di essi; siete voi a rendermi insopportabile il soggiorno nel mio paese; siete voi che mi farete morire in terra straniera, privo di tutte le consolazioni dei morenti, e gettato per unico onore in un deposito di rifiuti, mentre tutti gli onori che un uomo può aspettarsi vi accompagneranno nel mio paese. Vi odio, insomma, perché l'avete voluto; ma vi odio da uomo anche più degno di amarvi se voi l'aveste voluto. Di tutti i sentimenti di cui il mio cuore era compenetrato, vi resta solo l'ammirazione che non si può rifiutare per il vostro bel genio e l'amore per i vostri scritti. Se posso onorare in voi solo i vostri talenti, non è colpa mia. Non verrò mai meno al rispetto che è loro dovuto, né al modo di procedere che questo rispetto esige. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *La «filosofia» di Voltaire non va mai disgiunta dalle sue applicazioni, nel campo della morale sociale, dei problemi religiosi o politici o anche in quello degli sviluppi poetici. Incurante di un «sistema» egli si creò piuttosto una specie di metodo, innestando sul razionalismo cartesiano ormai diffusissimo l'empirismo di Locke e di Hume. ([[Mario Bonfantini]]) *Lucifero del secolo. ([[Johann Georg Hamann]]) *''Maestro | Di coloro che mostran di sapere''. ([[Giuseppe Parini]]) *Possiamo far meglio di Voltaire, superando gli abusi della religione e guardando il positivo del credere. ([[Julia Kristeva]]) *Ricordando una frase che è nella voce «letterati» del dizionario di Voltaire – «la più grande sventura dell'uomo di lettere forse non è quella di essere oggetto della gelosia dei colleghi, vittima dell'intrigo, disprezzato dai potenti; ma quella di essere giudicato dagli imbecilli» – possiamo aggiungere, ricordando questa frase, che [[Giuseppe Antonio Borgese|Borgese]] ebbe, davvero in questo senso, «tutto»: tanti altri scrittori lo invidiarono, qualche intrigo fu ordito a suo danno, qualche potente lo disprezzò al punto di volerlo perdonare. Ma sopratutto ebbe quella che, secondo Voltaire, è la sventura maggiore: che molti imbecilli lo giudicarono e forse ancora, senza conoscerlo, continuano a giudicarlo. (Nota ''di [[Leonardo Sciascia]]'' a ''Le belle'' di G.A. Borgese, p. 176) *Un giorno Voltaire inviava uno squisito dolciume in un bel piatto di Sèvres ad una distinta marchesa. Il dolce era assai ben lavorato, il piatto era più squisitamente eseguito.<br>L'illustre uomo ebbe in riscontro ed in rendimento di grazie un biglietto così concepito: ''Il dolce del quale avete deliziato la mia mensa fu degno de' Numi. Per serbarne viva la memoria riterrò meco ancora il piatto.''<br>Ei rispose con una parola: ''Cara memoria!''<br>E gli costò chiaro quel dono certamente. ([[Carlo Tito Dalbono]]) *{{NDR|L'}} uomo attorno al quale, anche dopo cent'anni, non esistono che giudizi partigiani: contro i liberatori dello spirito gli uomini sono implacabili nell'odio, ingiusti nell'amore. ([[Friedrich Nietzsche]]) *VOLTAIRE. Celebre per il suo spaventevole «rictus». Conoscenze scientifiche superficiali. ([[Gustave Flaubert]]) *Voltaire è una magnifica ''canaille'' piena di spirito. Ma io penso come l'abate Galiani che: «Un monstre gai vaut mieux qu'un sentimental ennuyeux.<ref>Un mostro allegro è meglio di un sentimentale noioso.</ref>»<br>Voltaire è possibile e tollerabile solo nell'ambito di una cultura aristocratica, che appunto perciò può permettersi il lusso della ''canaillerie'' spiritosa... ([[Friedrich Nietzsche]]) *Voltaire era spiritoso perché beveva caffè. Uno stimolante liquido convenzionale. ([[Marcello Marchesi]]) *Voltaire, il quale, più della verità, cercava il paradossale e il nuovo, nel suo ''Discorso sulla poesia epica'' lodò gli ''Araucana'' di don [[Alonso de Ercilla]] come l'epopea della [[Spagna]]; non altrimenti che epopea dell'[[Italia]] pose la ''Gerusalemme liberata''. Incapace egli per indole e abitudine d'intendere il sublime, il semplice, il puro; angusto per pregiudizio di scuola e per culto della forma, badando alla distribuzione anziché al fondo, pretendeva restringere ogni poema nel preconizzato modello di [[Virgilio]]. Ma [[poema]] d'una nazione è quello dove trovansi ritratte la vita, la credenza, le cognizioni di essa in un dato tempo, e massime di que' tempi primitivi, dove la mistura eterogenea non alterò, né l'incivilimento spianò ancora le forme, che perpetuamente costituiranno il carattere di essa. ([[Cesare Cantù]]) *Voltaire non voleva essere materialista. In lui fermenta evidentemente un'idea vaga ed incosciente della teoria di [[Immanuel Kant|Kant, quando]] ripete a molte riprese quest'asserzione così espressiva: «Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo». [...]. Se [[Pierre Bayle|Bayle]], che credeva alla possibilità di uno Stato ateo, avesse avuto, diceva Voltaire, cinque o seicento contadini da governare, avrebbe ben presto fatto predicare l'idea di una giustizia divina. Togliendo a quest'idea la sua corteccia frivola, si vedrà che nell'opinione reale di Voltaire la credenza in Dio è indispensabile per il mantenimento delle virtù e della giustizia. ([[Friedrich-Albert Lange]]) ===[[Joseph de Maistre]]=== *La sfrenata ammirazione di che troppe persone il circondano, è il segno infallibile di un'anima corrotta. Non v'è da illudersi. Se alcuno percorrendo la propria biblioteca si sente attirato dalle ''opere di Ferney'', non è amato da Dio. Si è spesso posta in derisione l'Autorità Ecclesiastica, che condannava i libri ''in odium auctoris'': per verità, nulla eravi di più giusto. ''Si ricusino gli onori del genio a colui che fa abuso de' doni del medesimo''. Se questa legge fosse rigorosamente osservata, si vedrebbero ben presto scomparire i libri avvelenati: ma poiché non dipende da noi il promulgarla, guardiamoci almeno dal cadere nell'eccesso {{sic|riprensibile}} assai più che non si crede, di esaltare a dismisura gli scrittori cattivi, e massimamente questo. Egli senz'avvedersene ha profferito contro se stesso un decreto terribile, imperciocchè egli è quello che ha detto, ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non v'è cosa più vera, ed ecco il perchè Voltaire {{sic|co' suoi}} cento volumi non altro fu mai che ''galante''; io n'eccettuo la tragedia, ove la qualità e la natura dell'opera lo costringeva ad esprimere sentimenti elevati, estranei al suo carattere; e su la scena eziandio ov'è il suo trionfo, egli non abbaglia i più esperti osservatori. Nelle sue migliori produzioni si assomiglia ai suoi due valenti rivali, come il più abile ipocrita somiglia ad un santo. *Non avete mai osservato che l'anatema divino fu scritto sul di lui volto? Dopo tanti anni si è tuttavia in tempo di farne l'esperimento. Recatevi a considerare la sua effigie al Palazzo del ''Romitorio'' {{NDR|l'Ermitage di San Pietroburgo}}: io non la guardo mai senza congratularmi ch'essa non ci sia stata tramandata da un qualche scalpello erede dei Greci, il quale avrebbbe forse saputo spargervi un certo bello ideale. Ivi tutto è naturale. * V'è tanta verità in quella testa, quanta ve ne sarebbe in un plasma fatto sul cadavere. Vedete quella fronte abietta, che non fu mai colorita dal pudore, que' due crateri estinti ne' quali sembra che ancora bollano l'odio e la lussuria? Quella bocca (io dirò forse male, ma non è mia colpa), quell'''apertura'' spaventevole, la quale va da un orecchio all'altro, e quelle labbra piegate dalla malizia crudele, come una molla pronta a mettersi in azione per lanciare la bestemmia o il sarcasmo. === [[Indro Montanelli e Roberto Gervaso]] === *Erano cento i volumi comparsi sotto il nome di Voltaire, e non ce n'era uno che non contenesse qualche scintilla del suo genio. A distanza di due secoli, si può rileggerli tutti senza trovarvi un aggettivo superfluo, un grammo di adipe, ed emergere da questa scorpacciata con una fame intatta di Voltaire. Non conosciamo scrittore di cui si possa dire in piena coscienza altrettanto. *In nessuna epoca, in nessun Paese c'è mai stato un intellettuale più "moderno" di lui. Seguita ad esserlo, vecchio di due secoli. Non si può pensare in modo più libero di lui. Non si può scrivere in modo più penetrante di lui. Fu, e rimane, il "maestro" per antonomasia. *Non si può scrivere meglio di Voltaire, non si possono dire cose più serie con più aerea leggerezza ("La solennità è una malattia" diceva. E se i suoi colleghi italiani lo avessero ascoltato!...), con un più perfetto dosaggio di furore, d'umorismo e di fantasia picaresca. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *[[James Boswell]], ''Visita a Rousseau e a Voltaire'', traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973. *[[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921. *Legarde, Michard, ''XVIIIe siècle'', Bordas. Paris 1965. *[[Indro Montanelli e Roberto Gervaso|Indro Montanelli, Roberto Gervaso]], ''L'Italia del Settecento'', Rizzoli, Milano, 1971. *Voltaire, ''Candido'', traduzione di Giovanni Fattorini, Tascabili Bompiani, 1987. *Voltaire, ''Candido, Zadig, Micromega, L'ingenuo'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 2008. ISBN 9788811360384 *Voltaire, ''Dictionnaire Philosophique'', Flammarion. Paris 1964. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'' (''Dictionnaire philosophique'', 1764), edizione condotta sul testo critico, a cura di Mario Bonfantini, con uno scritto di Gustave Lanson, Einaudi, Torino, 1950. ISBN 8806183443 *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Biblioteca Moderna Mondadori, 1965. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', traduzione di Rino Lo Re, BUR, 1966. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Oscar Mondadori, 1968. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', Sansoni, Firenze, 1993. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Einaudi, Torino, 2016. ISBN 9788858422984 *Voltaire, ''Il faut prendre parti, ou le principe d'action'' (1772), in ''Oeuvres'', Parigi, 1959; citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994. ISBN 88-85944-12-4 *Voltaire, ''Il filosofo ignorante'', a cura di Michela Cosili, Rusconi. *Voltaire, [https://books.google.it/books?id=ZfjKEhe2NaEC ''L'Ingenuo'' e ''L'uomo dai quaranta scudi''], prefazione di Sebastiano Nata, traduzione e cura di Lorenzo Bianchi, Feltrinelli Editore, 1998. ISBN 9788807821462 *Voltaire, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-v/voltaire-alias-francois-marie-arouet/la-pulcella-dorleans/ La Pulcella d'Orléans]'', traduzione di [[Vincenzo Monti]], A. F. Formiggini, 1914. *Voltaire, ''Scritti politici'', a cura di Riccardo Fubini, UTET, Torino, 1964. *Voltaire, ''Sulla tolleranza'', traduzione di Piero Bianconi, RCS Quotidiani, 2010. *Voltaire, ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico'', traduzioni di Paola Angioletti e Maurizio Grasso, Newton Compton, 2012. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La Pulzella d'Orléans||(1755)}} {{Pedia|Candido||(1759)}} {{Pedia|Dizionario filosofico||(1764)}} [[Categoria:Aforisti francesi]] [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Filosofi francesi]] [[Categoria:Saggisti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]] 1a2utfe1ha1vxt8hlz9hitirt3d8f0q 1221390 1221373 2022-08-07T16:49:05Z Dread83 47 /* Il filosofo ignorante */ wikitext text/x-wiki [[Immagine:Nicolas_de_Largillière,_François-Marie_Arouet_dit_Voltaire_(vers_1724-1725)_-001.jpg|thumb|Voltaire]] {{indicedx}} '''Voltaire''', pseudonimo di '''François-Marie Arouet''' (1694 – 1778), scrittore e filosofo francese. ==Citazioni di Voltaire== *Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la [[verità]].<ref>Da ''Prima lettera a M.me de Genonville sull'Edipo'', 1719.</ref> *''Alla corte, figliolo, l'arte più necessaria | Non è di parlar bene, ma di saper tacere.''<ref>Da ''L'Indiscret''.</ref> *Ama la verità, ma perdona l'[[errore]].<ref>Da ''Discours en vers sur l'homme''.</ref> :''Aime la vérité, mais pardonne à l'erreur''. *C'è chi in seconda fila brilla e in prima s'eclissa.<ref>Da ''La Henriade''.</ref> *''Chi non ha lo spirito della sua [[epoca]] | Della sua epoca ha tutto il male.'' :''Qui n'a pas l'esprit de son âge | De son âge a tout le malheur.''<ref>Da ''À madame du Châtelet'', vv. 11-12.</ref> *Ci è dato di calcolare, pesare, misurare, osservare; questa è la filosofia naturale.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della matematica'', traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2020, p. 24. ISBN 9788858025857</ref> *Di tutte le scienze la più assurda, a parer mio, e la più capace di soffocare qualsiasi genio, è la [[geometria]]. Questa scienza ridicola ha per oggetto superfici, linee e punti inesistenti in natura. Si fanno passare in teoria centomila linee curve fra un cerchio e una retta tangente, per quanto in realtà non potrebbe passarvi un fuscello. La geometria, veramente, è uno scherzo di cattivo genere.<ref>Da ''Jeannot e Colin'', in ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico''.</ref> *Dichiariamolo apertamente noi che non siamo preti e che non li temiamo: la culla della Chiesa nascente è circondata solo da imposture. È una sequela ininterrotta di libri assurdi sotto nomi supposti.<ref>Da ''L'affermazione del cristianesimo'', ed. Procaccini, Napoli, 1988, p. 88.</ref> *E che? non possedete ancora il segreto di obbligare tutti i ricchi a far lavorare tutti i poveri? Voi non avete ancora i primi rudimenti dell'organizzazione politica.<ref>Citato in [[Michel Foucault]] ''Storia della follia nell'età classica'', ed. BUR, 2012, p. 137 (il quale riporta la citazione dall'edizione francese delle ''Œuvres complètes'', ed. Garnier, XXIII, p. 337).</ref> *È dal Nord che oggi ci viene la luce.<ref>Da ''Épitre à l'imperatrice de Russie, Cathérine II'', 1771, v. 8.</ref> :''C'est du Nord aujourd'hui que nous vient la lumière''. *È meglio rischiare di salvare un colpevole, che condannare un innocente.<ref>Da ''Zadig o il destino. Storia orientale'', in ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico''.</ref> *È pericoloso avere ragione, quando il governo ha torto.<ref>Il secolo di Luigi XIV, 1752</ref> *È uno scrittore {{NDR|[[Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux|Marivaux]]}} che conosce tutti i viottoli del cuore umano, ma non sa la strada maestra.<ref>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ed ecco per l'appunto come si scrive la storia.<ref>Da ''Charlot ou la Comtesse de Givry'', I, 7.</ref> :''Et voila justement comme on écrit l'histoire!'' *Egli compilava, compilava, compilava.<ref>Da ''Le pauvre diable''; citato in Fumagalli 1921, p. 240.</ref> :''Il compilait, compilait, compilait''. *{{NDR|Su [[Flavio Giuseppe]]}} Era credulone e facile all'esagerazione.<ref>Da ''Trattato sulla Intolleranza'', cap. VIII.</ref> *Ho fatto un po' di bene; è la mia opera migliore.<ref>Da ''Epîtres''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *I [[Negro|Negri]] e le Negre, trasportati nei paesi più freddi, continuano a produrvi animali della loro specie, e [...] i mulatti sono semplicemente una razza bastarda.<ref>Citato in Marco Marsilio, ''Razzismo: un'origine illuminista'', Vallecchi, 2006, p. [http://books.google.it/books?ei=Oj2ZUI6TEMXBswab6oCgBA&hl=it&id=ixm5AAAAIAAJ&dq=valecchi+Razzismo&q=I+mulatti+sono+semplicemente+una+razza+bastarda 49].</ref> *I negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell'Africa.<ref>Dal ''Saggio sui costumi''.</ref> *Il [[Brasile|brasiliano]] è un animale che non ha ancora raggiunto la maturazione della propria specie.<ref>Da ''Dialogues et anedoctes philosophiques'', 1768.</ref> *Il [[dispotismo]] è l'abuso della regalità, come l'[[anarchia]] è l'abuso della repubblica.<ref>Da ''Pensieri sul governo'', in ''Scritti politici'', p. 450.</ref> *''Il saggio re [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], al centro di questi re, | s'innalza come una quercia e dà loro delle leggi, | egli perdonò spesso, egli regnò sui loro cuori, | ed asciugò il pianto degli occhi del suo popolo.'' :''Le sage Louis XII, au milieu de ces rois, | s'élève comme un chêne et leur donne des lois, | il pardonna souvent, il régna sur les cœurs, | et des yeux de son peuple, il essuya les pleurs.'' (''La Henriade'') *Il [[dubbio e certezza|dubbio]] non è piacevole, ma la [[dubbio e certezza|certezza]] è ridicola. Soltanto gl'imbecilli sono sicuri di ciò che dicono.<ref>Citato in Montanelli 1971, cap. 9, p. 127.</ref> *Il segreto per [[Noia|annoiare]] sta nel dire tutto.<ref>Da ''Discorso in versi sull'uomo'', 6.</ref> :''Le secret d'ennuyer est celui de tout dire''. *Il [[successo]] è sempre stato figlio dell'audacia.<ref>Da ''Catilina''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *Il superfluo, cosa necessarissima.<ref>Da ''Le Mondain'', v. 22; citato in Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/46|14]].</ref><ref>Qualcuno [[citazioni errate|attribuisce erroneamente]] la frase ad [[Alphonse Karr]]. In realtà la citazione è di Voltaire e Karr, in ''Nouvelles guêpes'' (1853), ha solamente ripetuto e sviluppato il concetto: «Il superfluo è diventato cosi necessario che molte persone, per procurarselo, considerano il necessario come superfluo». {{cfr}} Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/46|14]].</ref> :Il [[superfluo]], cosa indispensabile.<ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. 115. ISBN 88-415-5890-3</ref> *Impiccati, mio bravo Crillon.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/783#c2115|751]].</ref> :''Pends-toi, brave Crillon!'' *La ''[[Mandragola]]'' di [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] vale da sola forse più di tutte le commedie di [[Aristofane]] :[...] ''et la seule Mandragore de Machiavel vaut peut-être mieux que toutes les pièces d’Aristophane.''<ref>{{fr}} Da ''[[:fr:s:Page:Voltaire - Œuvres complètes Garnier tome12.djvu/256|Essai sur les mœurs et l'esprit des nations]]'', Paris, Garnier, 1878, p. 246.</ref> *La [[pace]] è preferibile alla verità.<ref>Da una lettera a Jean Jacques Dortous de Mairan, Bruxelles, 14 maggio 1741, in ''Correspondance'', [[s:fr:Correspondance de Voltaire/1741/Lettre 1435|n. 1435]]; citato in [[Arthur Schopenhauer]], ''L'arte di ottenere ragione'', a cura di Franco Volpi, traduzione di Nicola Curcio e Franco Volpi, Adelphi, Milano, 2017. ISBN 978-88-459-7890-6</ref> *La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.<ref>Citato in Antonio Lopez Campillo, Juan Ignacio Ferreras, ''Corso accelerato di ateismo'', traduzione di Silvia Rupati, Castelvecchi Editore, 2007, p. 28.</ref> *{{NDR|La [[storia]] è}} una burla che i vivi giuocano ai morti.<ref>Citato in Montanelli 1971, cap. 9, p. 125.</ref> *{{NDR|La [[teologia]] è}} una collezione di risposte incomprensibili a domande senza senso.<ref>Citato in [[Indro Montanelli]], ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/dove_comincia_grande_mistero_Dio_co_0_9605235872.shtml Là dove comincia il grande mistero di Dio]'', ''Corriere della Sera'', 23 maggio 1996.</ref> *Mentite, amici, mentite.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 532.</ref> :''Mentez, mes amis, mentez''. *Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi.<ref>Citato in [[Patrizia de Mennato]], ''La ricerca «partigiana»'', Libreria CUEM, Milano, 1994.</ref> *Non che il [[suicidio]] sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza.<ref>Da ''Lettera a Mariott''.</ref> *Non l'amore bisognava dipingere cieco, ma l'amor proprio.<ref>Da ''Lettera a Damilaville'', 11 maggio 1764.</ref><ref name=e /> *Non possiamo sempre compiacere gli altri, ma possiamo sempre parlare in modo compiacente.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', dicembre 1962.</ref> *Non vi è forse nulla di più grande, sulla terra, del sacrificio della giovinezza e della bellezza compiuto dal gentil sesso – giovani spesso di nobili natali – al fine di poter lavorare negli ospedali per l'alleviamento della sofferenza umana. La vista del qual sacrificio è cosa rivoltante, per il nostro animo delicato. Gli individui che si sono staccati dalla religione romana hanno imitato in modo assia imperfetto un così alto spirito di carità.<ref>Citato in Thomas E. Woods, ''Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale'', Cantagalli 2007, pp. 177-178.</ref> *Quando la [[gente]] comincia a ragionare, tutto è perduto.<ref>Da ''Correspondance'', 1/4/1766.</ref> :''Quand la populace se mêle de raisonner, tout est perdu''. *Quando occorre, sono serissimo; ma vorrei non essere noioso.<ref>Da ''La pulzella d'Orléans''.</ref> *... BOSWELL. «Quando venni a trovarvi, pensavo di vedere un grandissimo ma cattivissimo uomo». VOLTAIRE. «Siete molto sincero». BOSWELL. «Sì, ma la stessa [sincerità] mi fa confessare che ho trovato il contrario. Solo il vostro ''Dictionnaire philosophique'' [mi turba]. Per esempio. ''Âme'', l'Anima...». VOLTAIRE. «Quello è un buon articolo». BOSWELL. «No. Scusate. Non è [l'immortalità] un'idea piacevole? Non è più nobile?». VOLTAIRE. «Sì. Voi avete il noblie desiderio di essere il Re d'Europa. [Dite] "Lo desidero, e chiedo la vostra protezione [per continuare a desiderarlo]". Ma non è probabile». BOSWELL. «No. Ma se non può essere in un modo, non è detto che non possa essere nell'altro. [Come Catone, diciamo] "Dev'essere così", finché [arriviamo a possedere] l'immortalità». VOLTAIRE. «Ma prima di dire che quest'anima esisterà, dobbiamo sapere che cosa sia. Io non conosco la causa. Non posso giudicare. Non posso essere un giudice. Cicerone dice, ''potius optandum quam probandum''. Noi siamo esseri ignoranti. Siamo gli zimbelli della Provvidenza. Io sono il povero Punch». BOSWELL. «Non vorreste che vi fossero pubbliche funzioni?». VOLTAIRE. «Sì, con tutto il cuore. Riuniamoci quattro volte all'anno in un gran tempio con musica, e ringraziamo Dio di tutti i suoi doni. V'è un solo sole. V'è un solo Dio. Vi sia una sola religione. Allora tutti gli uomini saranno fratelli». BOSWELL. «Potrò scrivervi in inglese, e voi mi risponderete?». VOLTAIRE. «Sì. Addio».<ref>Citato in James Boswell, ''Visita a Rousseau e a Voltaire'', traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973, pp. 108-109.</ref> *Se Dio [[Problema dell'esistenza di Dio|non esistesse]] bisognerebbe inventarlo.<ref>Da ''Épître 104 – Épître à l'Auteur du Livre des Trois Imposteurs'', v. 22.</ref> :''Si Dieu n'existait pas, il faudrait l'inventer''. *Tutti i generi sono buoni, tranne il genere noioso.<ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 541.</ref> :''Tous les genres sont bons, hors le genre ennuyeux''. ===Attribuite=== *Calunniate, calunniate, qualcosa resterà. :Tale citazione, con cui si voleva incitare alla demonizzazione della religione cattolica, apparteneva già a [[Francesco Bacone]], che la sentenziò nel ''De dignitate et augmento scientiarum'', l. VIII, c. 2,34.<ref>S. L. Murialdo, ''Scritti'', Libreria editrice Murialdo, Roma 2001, p. 127</ref> *Ci salutiamo ma non ci parliamo affatto.<ref>Attribuita anche a [[François-Augustin de Paradis de Moncrif|Moncrif]] e a [[Guillaume Bautru|Bautru]].</ref><ref>Citato in Fumagalli 1921, p. 492.</ref> :''Nous nous saluons bien, mais nous ne nous parlons guère''. *Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Tale citazione viene solitamente attribuita, anche in altre formulazioni, a Voltaire ma trova in realtà riscontro soltanto in un testo della scrittrice americana [[Evelyn Beatrice Hall]], conosciuta sotto lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre: ''The Friends of Voltaire''<ref>{{en}} Da ''The Friends of Voltaire'', Smith Elder & co., 1906, [http://books.google.it/books?id=j3kGAQAAIAAJ&q=%22I+disapprove+of+what+you+say,+but+I+will+defend+to+the+death+your+right+to+say+it%22+intitle:%22The+Friends+of+Voltaire%22&dq=%22I+disapprove+of+what+you+say,+but+I+will+defend+to+the+death+your+right+to+say+it%22+intitle:%22The+Friends+of+Voltaire%22&hl=it&ei=6J3uTbDYKcLX8gOnkLGTBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCsQ6AEwAA p. 199].</ref>, una biografia del filosofo scritta nel 1906. La citazione così formulata non ha riscontro in alcuna opera di Voltaire<ref>{{cfr}} ''[http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_19/citazioni_bufale_610a343e-146f-11de-9dd5-00144f02aabc.shtml Le dieci regine delle citazioni bufala]'', ''Corriere.it'', 19 marzo 2009.</ref>, tuttavia secondo alcuni autori la frase sarebbe stata estrapolata dal ''Trattato della tolleranza'' del 1763 e rappresenterebbe realmente una citazione dello scrittore francese.<ref>{{cfr}} Ceccarelli di Bruno, ''Per la democrazia'', Armando Editore, 2007, p. 79. ISBN 8860811651</ref> In tale ''Trattato'' infatti si trovano alcune frasi simili. Inoltre esiste anche un'altra frase di Voltaire piuttosto simile che potrebbe aver ispirato l'aforisma: «Non ho mai approvato né gli errori del suo libro, né le verità banali che afferma con enfasi. Però ho preso fortemente le sue difese, quando uomini assurdi lo hanno condannato [...].» (da ''Questioni sull'Enciclopedia'').<ref>Voltaire scrive, in particolare: «Mi piaceva l'autore de ''L'Esprit'' {{NDR|Helvétius}}. Quest'uomo era meglio di tutti i suoi nemici messi assieme; ma non ho mai approvato né gli errori del suo libro, né le verità banali che afferma con enfasi. Però ho preso fortemente le sue difese, quando uomini assurdi lo hanno condannato.» In originale: «''J'aimais l'auteur du livre de l'Esprit [Helvétius]. Cet homme valait mieux que tous ses ennemis ensemble; mais je n'ai jamais approuvé ni les erreurs de son livre, ni les vérités triviales qu'il débite avec emphase. J'ai pris son parti hautement, quand des hommes absurdes l'ont condamné''». {{cfr}} ''Questions sur l'Encyclopédie'', articolo "Homme", in ''[http://www.histoiredumonde.net/Voltaire.html Voltaire]'', ''Histoire du Monde.net''.</ref> *La parola all'uomo è stata data per nascondere il pensiero. :''La parole a été donnée à l'homme pour déguiser sa pensée''. ::La citazione viene [[citazioni errate|erroneamente attribuita]] a [[Charles Maurice de Talleyrand-Périgord]] e [[Joseph Fouché]]. Più probabilmente la citazione appartiene a Voltaire che scrisse nei ''Dialogues'': «''Ils [les hommes] ne se servent de la pensée que pour autoriser leurs injustices, et n'emploient les parles que pour déguiser leurs pensées''» («Gli uomini usano il pensiero per giustificare le proprie ingiustizie, e il discorso solo per nascondere i loro pensieri»).<ref>{{Cfr}} Fumagalli 1921, pp. 526-527 e ''The Oxford Dictionary of Quotations'', a cura di Elizabeth M. Knowles, Oxford University Press, 1999, [http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA797 p. 797].</ref> *Quegli stolti preferivano essere in disaccordo col Sole piuttosto che trovarsi d'accordo col Papa!<ref>Citato in Piero Tempesti, ''Il calendario e l'orologio'', Gremese Editore, 2006, [http://books.google.it/books?id=Zw7oVRF21VMC&pg=PT71 p. 66]</ref> :Secondo altre fonti questa sarebbe una citazione di [[Giovanni Keplero]]. ==''Candido''== ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== Era nella Vesfalia, nel castello del baron di Thunder-ten-tronckh, un giovinetto che aveva avuto dalla natura i più dolci costumi. Se gli leggeva il cuore nel volto. Univa egli a un giudizio molto assestato una gran semplicità di cuore, per la qual cosa, cred'io, chiamavanlo Candido. I vecchi servitori di casa avean de' sospetti ch'ei fosse figliuolo della sorella del signor barone, e d'un buon gentiluomo e da bene di quel contorno, che questa signora non volle mai indursi a sposare perché non aveva egli potuto provare più di settantun quarti di nobiltà, il resto del suo albero genealogico essendo perito per l'ingiuria de' tempi.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', Sonzogno, [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/voltaire/candido_o_l_ottimismo/epub/voltaire_candido_o_l_ottimismo.epub LiberLiber], 1882}} ====Maria Moneti==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-Tronckh, un ragazzo cui la natura aveva fornito un temperamento assai mite. Gli si leggeva in fronte l'indole sua. Aveva l'intelletto abbastanza solido, e il più ingenuo cuore del mondo: credo fosse chiamato Candido appunto per questo. I servitori vecchi di casa sospettavano ch'egli fosse figlio della sorella del signor barone e di un buono e rispettabil cavaliere del vicinato, non mai voluto sposare dalla damigella perché non gli era riuscito di provare che settantadue quarti soli, essendosi perduto il rimanente del suo albero genealogico per oltraggio del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973. ISBN 9788811360384}} ====Sara Di Gioacchino Corcos==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovanetto al quale la natura aveva largito i piú miti costumi. La sua fisionomia ne palesava l'anima. Aveva il giudizio alquanto retto, unito a un spirito dei piú semplici: per questa ragione, credo, lo chiamavano Candido. I vecchi domestici della casa sospettavano ch'egli fosse figlio della sorella del signor barone e di un buono ed onesto gentiluomo delle vicinanze, che quella damigella non volle mai sposare perché egli aveva potuto provare soltanto settantun quarti, e che il resto del suo albero genealogico era andato perduto per le ingiurie del tempo.<BR> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Sara Di Gioacchino Corcos, Edipem, 1974.}} ====Paola Angioletti==== Viveva in Westfalia, nel castello del barone di Thunder tentronckh, un ragazzo a cui la natura aveva fatto dono di un dolcissimo carattere. Il suo aspetto denunciava la sua anima. Univa un notevole giudizio allo spirito più semplice, e per questo, credo, era chiamato Candido. I vecchi domestici della casa sospettavano che fosse il figlio della sorella del barone e di un buono e onesto gentiluomo dei dintorni, che la signorina non aveva mai voluto sposare perché egli aveva potuto provare solo settantun quarti, mentre il resto del suo albero genealogico era andato perduto col tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Paola Angioletti, Newton & Compton.}} ====[[Riccardo Bacchelli]]==== In Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, c'era un giovinetto che da natura aveva sortito costumi soavissimi. La fisionomia annunciava l'animo, e retto giudizio con rara semplicità di spirito gli avevano procacciato, cred'io, il suo nome: Candido. I vecchi servi di casa avevano sospetto che egli fosse figlio della sorella del signor barone e d'un buono e onorato gentiluomo delle vicinanze, che la damigella non aveva ma voluto sposare, dato che costui non era riuscito a dimostrare più di settantun quarti, menre il resto del suo albero genealogico era andato perso per ingiuria del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Riccardo Bacchelli, Oscar Classici Mondadori.}} ====Giovanni Fattorini==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovane a cui la natura aveva conferito i costumi più miti. Il suo aspetto ne rivelava l'anima. Possedeva un giudizio abbastanza retto, unito a una grande semplicità; per questo, credo, lo chiamavano Candido. I vecchi domestici del castello sospettavano fosse figlio della sorella del signor barone e di un onesto e buon gentiluomo delle vicinanze che madamigella non volle mai come marito perché non aveva potuto provare che settantun quarti: il resto del suo albero genealogico era stato distrutto dalle ingiurie del tempo.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Giovanni Fattorini, Tascabili Bompiani, 1987.}} ====Piero Bianconi==== C'era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovinetto che la natura aveva dotato di costumi assai mansueti. Gli si leggeva l'anima sul volto. Aveva il giudizio abbastanza retto, con uno spirito grandemente semplice; perciò credo lo chiamavano Candido. I vecchi servi del castello sospettavano che fosse figlio della sorella del signor barone e d'un buono e onesto gentiluomo dei dintorni, che codesta damigella non volle mai sposare siccome non aveva potuto provare che settantun quarti: le ingiurie del tempo avevan distrutto il resto del suo albero genealogico.<br> {{NDR|Voltaire, ''Candido'', traduzione di Piero Bianconi, RCS Libri, 2007.}} ===Citazioni=== *Il precettore Pangloss era l'oracolo di casa, e il piccolo Candido ascoltava i suoi insegnamenti con la fiducia propria dell'età e del suo temperamento. Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia. Egli dimostrava mirabilmente che non c'è effetto senza causa, e che in questo migliore dei mondi possibili... è provato, diceva, che le cose non potrebbero andare altrimenti: essendo tutto quanto creato in vista di un fine, tutto è necessariamente inteso al fine migliore. I nasi, notate, son fatti per reggere gli [[occhiali]]: e noi infatti abbiamo gli occhiali... Ne consegue che coloro i quali hanno affermato che tutto va bene, han detto una castroneria. Bisognava dire che meglio di così non potrebbe andare. (cap. I) *{{NDR|Sulla [[sifilide]]}} Era una cosa indispensabile, nel migliore dei mondi, un ingrediente necessario: perché se Colombo non avesse preso in un'isola dell'America questa malattia che avvelena la sorgente della generazione, che spesso anzi impedisce la generazione stessa, e che, evidentemente, si oppone al grande fine della natura, non avremmo né cioccolata né cocciniglia; bisogna poi osservare che nel nostro continente, fino a oggi, questa malattia è tipicamente nostra, come la controversia. Turchi, Indiani, Persiani, Cinesi, Siamesi, Giapponesi, non la conoscono ancora: ma c'è ragion sufficiente che debbano conoscerla a loro volta fra qualche secolo. Nel frattempo ha fatto meravigliosi progressi fra noi, e soprattutto in quei grandi eserciti composti di onesti mercenari beneducati che decidono del destino degli Stati; si può affermare che, quando trentamila uomini combattono in battaglia campale contro eserciti di egual numero, ci siano circa ventimila impestati per parte. (cap. IV)<!--edizione di Wikisource--> *«Che razza di paese è mai questo,» si chiedevano entrambi, «sconosciuto a ogni altro, e dove la natura si mostra tanto diversa da quello che è nei nostri? Sarà questo il paese dove tutto va bene; poiché un paese cosiffatto bisogna assolutamente che ci sia. E checché ne dicesse Mastro Pangloss, avevo notato sovente che in Vestfalia andava maluccio.» (cap. XVII)<!--stessa edizione dell'excipit--> *Amico, io l'ho già detto e lo ripeto: il castello dove son nato non vale certo il paese in cui siamo; ma la madamigella Cunegonda insomma qui non c'è, e anche voi avete lasciato senza dubbio in Europa una qualche amica. Finché restiamo qui, siamo uguali a tutti costoro; se invece ce ne torniamo al mondo nostro, anche con una sola dozzina di pecore cariche dei ciottoli di El Dorado, saremo più ricchi di tutti i re sommati insieme, non avremo più nulla da temere da parte dell'Inquisizione, e potremo riprendere senza difficoltà la damigella Cunegonda. (cap. XVIII) *"Che cos'è l'[[ottimismo]]" diceva Cacambo – "Ahime!" disse Candido "è la smania di sostenere che si tutto va bene quando si sta male". (cap. XIX) *Gli sciocchi ammirano ogni parola d'un autore famoso; io leggo per me solo, e mi piace soltanto quello che fa per me. (cap. XXV)<!--stessa edizione dell'excipit--> *:I pazzi ammiran tutto, in un autore stimato; io non leggo che per me, e non ho piacere se non a quel che mi aggrada. (nobile veneziano Pococurante; cap. XXIV) *Il [[lavoro]] allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno. (cap. XXX) *Oh, migliore dei mondi possibili, dove sei adesso? *Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile. :''Tout est bien, tout va bien, tout va le mieux qu'il soit possible''. *Volli uccidermi 100 volte, ma amavo ancora la vita. Questa ridicola debolezza è forse una delle più funeste delle inclinazioni umane: infatti può darsi una cosa più sciocca che ostinarsi a portare il fardello che si vorrebbe continuamente buttare a terra? *Viveva in quei pressi un [[derviscio]] famosissimo, che aveva fama d'essere il maggior filosofo di [[Turchia]]. Andarono a consultarlo. Pangloss prese la parola, e disse: "Maestro, siam venuti a pregarvi che ci spieghiate perché sia stato creato un animale così bizzarro com'è l'uomo." <br />"Ma di che ti vai a impicciare?" disse il derviscio; "che te ne importa?"<br />"Ma, padre mio reverendo," osservò Candido, "v'è pur nel mondo una quantità spaventosa di mali."<br />"E che diavolo importano," rispose il derviscio, "i mali ed i beni? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no?"<br />"E allora che dobbiamo fare?" domandò Pangloss.<br />"Tacere", rispose il derviscio. :"Io m'ero illuso" riprese Pangloss, "di poter ragionare un pochino con voi delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell'origine del male, della natura dell'anima e dell'armonia prestabilita."<br />A questo il derviscio sbatté loro l'uscio in faccia. *"So anche," disse Candido, "che bisogna lavorare il nostro orto."<br />"Avete ragione," rispose Pangloss; "infatti, quando l'uomo fu messo nel Paradiso Terrestre, ci fu messo ut operaretur eum, perché lo lavorasse, la qual cosa prova che l'uomo non è nato per stare in ozio."<br />"Lavoriamo senza discutere," fece Martino, "non c'è altro modo per sopportare la vita." ...<br />"Voi dite bene," rispondeva Candido; "ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto". *"Non c'è [[causa ed effetto|effetto senza causa]]," – rispose Candido con modestia –, "tutto è necessariamente concatenato e ha come fine il meglio. Era necessario che fossi cacciato lontano da Cunegonda, che passassi sotto le verghe, ed è necessario che elemosini il pane finché non riuscirò a guadagnarlo; tutto questo non poteva andare altrimenti". *Insomma, madamigella, sono esperta, conosco il mondo; concedetevi un divertimento, invitate tutti i passeggeri a raccontarvi la loro storia, e se ne trovate uno solo che non abbia maledetto spesso la propria vita, che non si sia detto sovente di essere il più infelice degli uomini, gettatemi pure in mare a testa in giù. *L'uomo di gusto spiegò molto bene come un'opera teatrale possa aver un qualche interesse senza valere quasi nulla; dimostrò in poche parole che non basta introdurre una o due situazioni che si trovano in tutti i romanzi, e che sempre seducono gli spettatori, ma che bisogna essere innovativi senz'essere bizzarri, spesso sublimi e sempre naturali, conoscere il cuore umano e farlo parlare, essere grande poeta senza che mai nessun personaggio dell'opera sembri un poeta; conoscere perfettamente la propria lingua, parlarla con proprietà, con armonia continua, senza che mai la rima vada a discapito del senso. *Io sono quello che definisco uno spirito errante per le passioni d'altri; ovvero un imbecille. ===[[Explicit]]=== Tutta la piccola compagnia mise in opera questo lodevole proposito, ciascuno mettendo a profitto le proprie attitudini. Il poderetto fruttò assai. Cunegonda a dire il vero era brutta dimolto; ma diventò una pasticcera valente. Pasquina ricamava, e la vecchia accudì alla biancheria. Lo stesso Fra Garofolone si rese utile lavorando egregiamente da falegname, e giunse perfino a diventar galantuomo. Pangloss talvolta diceva a Candido:<br>«In questo migliore di mondi possibili, tutti i fatti son connessi tra loro. Tanto è vero che se voi non foste stato scacciato a gran calci nel sedere da un bel castello, per amore di madamigella Cunegonda, se non foste capitato sotto l'Inquisizione, se non aveste corso l'America a piedi, se non aveste infilzato il Barone, se non aveste perso tutte le pecore del bel paese di El Dorado, voi ora non sareste qui a mangiar cedri canditi e pistacchi.»<br>«Voi dite bene,» rispondeva Candido: «ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto.» ===Citazioni su ''Candido''=== *È stato detto che il razionalismo di Voltaire ha uno sfondo teologico incommensurabile all'uomo quanto quello di [[Blaise Pascal|Pascal]]. Io direi anche che il candore di Candide vale esattamente quanto lo spavento di Pascal, se non è addirittura la stessa cosa. Solo che Candide trovava finalmente un proprio giardino da coltivare... "Il faut cultiver nostre jardin"... Impossibile: c'è stato un grande e definitivo esproprio. E forse si possono oggi riscrivere tutti i libri che sono stati scritti; e altro anzi non si fa, riaprendoli con chiavi false, grimaldelli e, mi consenta un doppio senso banale ma pertinente, piedi di porco. Tutti, Tranne ''Candide''. ([[Leonardo Sciascia]]) ==''Dizionario filosofico''== ===[[Incipit]]=== '''ABRAMO'''<br/>[[Abramo]] è uno di quei nomi celebri nell'Asia Minore e in Arabia, come Thoth presso gli Egiziani, l'antico Zarathustra in Persia, Ercole in Grecia, Orfeo nella Tracia, Odino presso i popoli nordici e tanti altri noti più o meno per la loro fama che per una storia incontestata. Intendo qui la storia profana, in quanto nei confronti di quella del [[ebrei|popolo ebraico]], nostro maestro e nemico, per il quale sentiamo fiducia e odio, essendo stata visibilmente scritta dallo Spirito Santo in persona, nutriamo i sentimenti che dobbiamo nutrire. Ci riferiamo soltanto agli Arabi, che si vantano di discendere da Abramo per via di [[Ismaele]] e credono che quel patriarca abbia fondato la Mecca e sia morto in questa città. Il fatto è che la stirpe di Ismaele è stata favorita da Dio in misura infinitamente maggiore della stirpe di Giacobbe. L'una e l'altra, a dire il vero, hanno generato dei ladroni; ma i ladroni arabi sono stati prodigiosamente superiori a quelli ebrei: I discendenti di Giacobbe conquistarono una regione di assai modeste proporzioni, che poi perdettero; i discendenti di Ismaele conquistarono parte dell'Asia, dell'Europa e dell'Africa, fondarono un impero più vasto di quello dei Romani e scacciarono gli Ebrei dalle loro caverne, che chiamavano la terra promessa. A giudicare le cose solo in base agli esempi delle nostre storie moderne, sarebbe piuttosto improbabile che Abramo fosse stato il progenitore di popoli così diversi; ci dicono che era nato in Caldea e che era figlio di un povero vasaio, che si guadagnava la vita costruendo piccoli idoli di terra. Non è verosimile che il figlio di quel vasaio sia andato a fondare la Mecca a trecento leghe di distanza, sotto il tropico, attraversando deserti impraticabili. Se fu un conquistatore, puntò senza dubbio sul bel paese dell'Assiria; se invece fu soltanto un povero diavolo, come ci viene raffigurato, non ha fondato regni fuori dalla sua patria.<br /> {{NDR|Voltaire, ''Dizionario Filosofico'', traduzione di Rino Lo Re, B.U.R., 1966}} '''ATEO, ATEISMO'''<br/> [[Pierre Bayle|Bayle]] si domanda se sia piú pericoloso l'ateismo o l'idolatria: se è maggior crimine non credere affatto alla divinità o avere intorno ad essa opinioni indegne... A me pare invece che avrebbe dovuto porre il problema in altri termini, e cioè se sia piú pericoloso l'ateismo o il fanatismo. Il fanatismo infatti è certamente mille volte piú funesto; perché l'ateismo non ispira affatto passioni sanguinarie, il fanatismo sí; l'ateismo non s'oppone certo ai delitti, ma il fanatismo induce a commetterli...<br />Gli atei sono per lo piú uomini di scienza coraggiosi, ma sviati nei loro ragionamenti, i quali non potendo comprendere la creazione, l'origine del male e altre difficoltà, ricorrono alla ipotesi dell'eternità delle cose e della necessità.<br />Gli ambiziosi, gli uomini dediti ai piaceri non hanno gran che tempo per ragionare e quindi non rischiano di abbracciare sistemi errati; essi hanno altro da fare che mettere a confronto le opinioni di Lucrezio con quelle di Socrate. Cosí vanno le cose da noi... Certo non vorrei aver a che fare con un principe ateo perché, nel caso si mettesse in mente d'avere interesse a farmi pestare in un mortaio, son ben certo che lo farebbe senza esitazione. Nemmeno vorrei, se fossi un sovrano, avere a che fare con cortigiani atei, che potrebbero aver interesse ad avvelenarmi... Quale conclusione trarremo da tutto ciò? Che se l'ateismo è estremamente pericoloso in quelli che governano, lo è pure negli uomini di studio, per quanto la loro vita possa essere pura, perché le loro idee possono uscire dal chiuso delle biblioteche e raggiungere le piazze; che l'ateismo infine anche se non è cosí funesto quanto il fanatismo, è quasi sempre fatale alla virtú. Va notato soprattutto che il numero degli atei è minore oggi che in qualsiasi altro tempo, da quando cioè i filosofi hanno riconosciuto che non esiste alcun essere vegetante senza germe, alcun germe senza struttura, ecc... Geometri non filosofi hanno potuto rigettare le cause finali, ma i veri filosofi le ammettono; e, come ha detto un noto autore, il catechismo annuncia Dio ai fanciulli e Newton lo dimostra ai sapienti. Se esistono atei, a chi farne colpa se non ai grandi mercenari delle anime, che, provocando in noi la rivolta contro i loro meschini espedienti, costringono qualche spirito debole a negare quel Dio che tali mostri disonorano? Quante volte le sanguisughe del popolo, esasperando i cittadini angariati, non li hanno costretti a ribellarsi contro il loro re?<br /> {{NDR|Voltaire, ''Dizionario Filosofico'', Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XIV, pagg. 533-534}} ===Citazioni=== *Questo libro può essere letto soltanto da persone illuminate; il volgo non è fatto per simili conoscenze: la [[filosofia]] non sarà mai il suo retaggio. Coloro che affermano che esistono verità che devono essere nascoste al popolo non devono allarmarsi, il popolo non legge: lavora sei giorni la settimana e il settimo va all'osteria. Insomma, le opere di filosofia sono fatte solo per i filosofi, e ogni uomo dabbene deve cercare di essere [[filosofo]], senza piccarsi di esserlo. (''Prefazione di Voltaire al'' Dizionario filosofico; 1950, p. 4) *I [[libri]] più utili sono quelli i cui [[lettore|lettori]] compiono essi stessi metà dell'opera; sviluppano i pensieri di cui si mostra loro il germe; correggono ciò che sembra loro difettoso, e fortificano con le loro riflessioni ciò che appare loro debole. (''prefazione''; 2012)<ref>Prefazione di Voltaire all'edizione Varberg del 1765.</ref> *''[[Conoscere se stessi|Conosci te stesso]]'' è un magnifico precetto, ma soltanto Dio può metterlo in pratica: chi altri può conoscere la propria essenza? (''Anima''; 1968, p. 44) *{{NDR|L'[[amicizia]]}} È un tacito contratto fra due persone sensibili e virtuose. Dico sensibili, perché un monaco, un solitario può non essere malvagio e vivere senza conoscere l'amicizia. Dico virtuose, perché i malvagi hanno soltanto dei complici; i gaudenti, compagni di baldoria; le persone interessate, dei soci; i politici raccolgono attorno a sé dei partigiani; il volgo degli sfaccendati ha delle relazioni; i principi, dei cortigiani; solo gli uomini virtuosi hanno amici. (''Amicizia''; 1950, p. 20) *Si è discusso se un cristiano nei deserti d'Arabia potesse venir battezzato con la sabbia; si è risposto di no; se si potesse battezzare con acqua di rose; e si è deciso che occorreva dell'acqua pura, ma che ci si poteva anche servire di acqua fangosa. Si vede bene che tutta questa disciplina è dipesa dalla sapienza dei primi pastori che l'hanno stabilita. (''Battesimo'')<ref>Citato in Raffaele Carcano, Adele Orioli, ''Uscire dal gregge'', Luca Sossella editore, 2008, p. 69. ISBN 9788889829646</ref> *Che vergogna, che miseria, aver detto che le [[animale|bestie]] sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc. ecc.! (''Bestie''; 1968, pp. 108-109) *I barbari uomini prendono questo cane che suol vincerli così facilmente nell'amicizia: lo inchiodano su una tavola, e lo [[vivisezione|sezionano vivo]] per mostrarti le vene mesaraiche. Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, o meccanicista, la natura ha dunque combinato in lui tutte le molle del sentimento affinché egli non senta? Il cane ha dei nervi per essere impassibile? Non fare più di queste balorde supposizioni. (''Bestie''; 1968, pp. 109-110) *L'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. (''Bestie''; 1968, p. 109) *Ma chi fa funzionare il soffietto degli animali: chi li fa respirare? Ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri. Il filosofo che dichiarò: ''Deus est anima brutorum'', aveva ragione; ma doveva andare più in là.<ref>Cfr. Attilio Pisanò, ''Diritti deumanizzati'', Giuffrè Editore, 2012, [http://books.google.it/books?id=jTQqD6-iqt4C&pg=PA29 p. 29]: «La paternità dell'espressione ''Deus est anima brutorum'' {{NDR|Dio è l'anima degli animali}} è dubbia. La si può ritrovare, comunque, nel poema ''The Logicians Refuted'' di [[Jonathan Swift]]».</ref> (''Bestie''; 1968, p. 110) *A me non piace ricorrere alle citazioni; di solito è una faccenda spinosa: si trascura ciò che precede e ciò che segue il passo che si cita e ci si espone a mille contestazioni. (''Bene, Tutto è bene''; 1950, p. 63) *Tutti gli uomini sarebbero dunque necessariamente uguali, se fossero senza bisogni. La miseria connessa alla nostra specie subordina un uomo a un altro uomo; non l'ineguaglianza è la vera disgrazia, ma la dipendenza. (''Eguaglianza''; 1950, p. 182) *L'[[entusiasmo]] è soprattutto il comune retaggio della devozione male intesa. (''Entusiasmo''; 1950, p. 188) *L'entusiasmo è esattamente come il vino: può eccitare tanto tumulto nei vasi sanguigni, e così violente vibrazioni nei nervi, che la ragione ne viene affatto distrutta. Può anche causare soltanto leggere scosse, che si limitano a dare al cervello solo un poco più di attività; è quel che accade nei grandi moti d'eloquenza, e soprattutto nella poesia sublime. L'entusiasmo ragionevole è la dote dei grandi [[poeta|poeti]]. (''Entusiasmo''; 1950, p. 189) *È vero: chi gode ne sa piú di chi riflette, o almeno sa meglio, è piú felice. Ma che volete? Non dipendeva da me né ricevere né respingere tutte le idee che sono venute nel mio cervello per combattersi fra loro e hanno preso le mie cellule midollari per loro campo di battaglia. Quando si sono ben battute, io non ho raccolto dalle loro spoglie altro che l'[[incertezza]].<br />È triste avere tante idee, e non sapere con precisione la natura delle idee.<br />Lo ammetto; ma è assai piú triste, e molto piú sciocco credere di sapere quello che non si sa. (''Idea''; 1950, p. 245) *Non si può quasi leggere la storia senza concepire orrore per il genere umano. (''Idolo, idolatra, idolatria''; 1950, p. 257) *La nostra miserabile specie è cosí fatta, che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre sassi a quelli che insegnano le nuove vie. (''Lettere, uomini di lettere o letterati''; 1950, p. 282) *È vero che i rappresentanti delle città, negli Stati Generali di Francia tenuti il 1302, dissero, in un loro indirizzo al re, che "[[Bonifacio VIII]] era un c... se credeva che Dio legasse e imprigionasse in cielo ciò che Bonifacio legava sulla terra". (''Pietro''; 1968, p. 536) *Alla fine di quasi tutti i capitoli di [[metafisica]] dobbiamo mettere le due iniziali dei giudici romani quando non erano capaci di sbrogliare una causa. N.L., non liquet, non è chiaro. *Chi ci ha dato il sentimento del giusto e dell'ingiusto? [[Dio]], che ci ha dato [[cuore e cervello|un cervello e un cuore]]. *Di tutte le [[religione|religioni]], quella cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare più tolleranza, sebbene fino ad ora i [[cristiano (religione)|cristiani]] siano stati i più intolleranti tra gli uomini. (1966) *Gli [[ateismo|atei]] sono per lo più studiosi arditi e fuorviati che ragionano male e che, non riuscendo a comprendere la creazione, l'origine del male, e altre difficoltà, ricorrono all'ipotesi dell'eternità delle cose e della necessità. [...] Possiamo concludere che l'ateismo è un male mostruoso per coloro che governano; e anche per gli studiosi, anche se la loro vita è retta, perché con le loro opere possono influenzare chi è al governo; e che, anche se non è dannoso come il fanatismo, esso è quasi sempre fatale per la virtù. Ma soprattutto, lasciatemi aggiungere che ci sono meno atei oggi di quanti ce ne siano mai stati, perché i filosofi hanno compreso che non c'è vita senza germe, non c'è germe senza disegno, ecc.. (''Ateismo''; 1966) *Gli Ebrei non volevano che la statua di Giove fosse a [[Gerusalemme]]; ma i cristiani non volevano che fosse in Campidoglio. (''Tolleranza'') *Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavare nulla. *Ho letto negli aneddoti della Storia d'Inghilterra ai tempi di Cromwell che una candelaia di Dublino vendeva ottime candele fatte col grasso degli Inglesi. Qualche tempo dopo uno dei suoi avventori si lamentò con lei del fatto che le sue candele non erano più così buone: Ahimè disse la donna è che gli Inglesi ci sono mancati in questo mese. Io mi domando chi fosse più colpevole, se quelli che sgozzavano gli Inglesi o questa donna che faceva candele col loro grasso. *Il fanatismo sta alla superstizione come il delirio alla febbre. {{NDR|[[proporzioni|proporzione]]}} *Il [[mondo]] è certamente una macchina meravigliosa; esiste quindi nel mondo un'intelligenza meravigliosa, in qualunque parte essa sia. : ''Le monde est assurément une machine admirable; donc il y a dans le monde une admirable intelligence, quelque part où elle soit.'' (''Ateismo II''; citato in Legarde, Michard, ''XVIIIe siècle'', Bordas p. 114) *L'[[orgoglio]] dei piccoli consiste nel parlare sempre di sé, quello dei grandi nel non parlarne mai. *La [[carestia]], la [[peste]] e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo mondo. *La superstizione mette il mondo intero in fiamme; la filosofia le spegne. :''La superstition met le monde entier en flammes; la philosophie les éteint''. *Le verità della [[religione]] non sono mai capite così bene come da quelli che hanno perso la capacità di ragionare. *Molti fisici sostengono che in tal senso non ci sono [[miracolo|miracoli]], ed ecco le loro argomentazioni... Un miracolo è la violazione delle leggi matematiche, divine, immutabili, eterne. In base a questa sola definizione, un miracolo è una contraddizione in termini... Perché mai Dio farebbe un miracolo? Per venire a capo d'un certo disegno riguardo ad alcuni esseri viventi. Egli direbbe dunque: "Con la creazione dell'universo, con i miei decreti divini, con le mie leggi eterne, non sono riuscito ad attuare un certo disegno, cambierò le mie idee eterne, le mie leggi immutabili, per cercare di eseguire quanto non ho potuto fare per mezzo di esse". Sarebbe una confessione di debolezza, e non di potenza. Sarebbe in lui, a quanto pare, la più inconcepibile contraddizione. Pertanto, osare attribuire a Dio dei miracoli significa in effetti insultarlo (ammesso che degli uomini possano insultare Dio): è come dirgli "voi siete un essere debole e incoerente". (''Miracoli'') *Noi viviamo in [[società]]; non esiste dunque vero bene per noi se non ciò che fa il bene della società. (2012) *Non esistono né estreme delizie né estremi tormenti che possano durare tutta la vita: il sommo bene e il sommo male sono chimere. *Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che coniuga da lungo tempo l'avarizia più sordida alla superstizione più odiosa e all'odio più irrefrenabile per i popoli che li tollerano e li arricchiscono. (''[[Ebrei]]'') *Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a [[mezzogiorno (parte del giorno)|mezzogiorno]] sia giorno o notte. *Raramente gli uomini sono degni di governarsi da sé. Questa fortuna deve toccare soltanto a piccoli popoli, che si nascondano in qualche isola o in mezzo a delle montagne, come conigli che vogliono sfuggire agli animali carnivori; ma, a lungo andare, vengono scoperti e divorati. (1966, p. 169) *Siamo tutti fatti di debolezza e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: è la prima legge di natura. :''Nous sommes tous pétris de faiblesse et d'erreurs; pardonnons-nous réciproquement nos sottises; c'est la première loi de nature''. *Tutti i giorni, nei paesi cattolici, si vedono preti e monaci che, uscendo da un letto incestuoso, senza neppur essersi lavate le mani sozze di impurità, vanno a produrre iddii a centinaia; a mangiare e bere il loro dio, a cacarlo e a pisciarlo. Ma quando poi riflettono che questa superstizione, cento volte più assurda e sacrilega di tutte quelle degli egiziani, ha reso a un prete italiano da quindici a venti milioni di rendita e il dominio di un paese di cento miglia di estensione in lungo e in largo, vorrebbero andare tutti, armi in pugno, a cacciare quel prete che si è impadronito del palazzo dei Cesari. *Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i luoghi messi assieme non uguaglieranno mai i mali prodotti da una sola campagna. (2012) *Un parigino resta a bocca aperta quando gli si dice che gli Ottentotti fanno tirar via ai loro bambini uno dei [[Testicolo|testicoli]]; gli Ottentotti sono forse molto sorpresi che i Parigini li conservino tutti e due. (''Circoncisione'', BMM 1965, p. 206) *Una patria è un composto di più famiglie; e come di solito si sostiene la propria famiglia per amor proprio, quando non si abbia un interesse contrario, così per lo stesso amor proprio si sostiene la propria città o il proprio villaggio che si chiama patria. Più questa patria ingrandisce e meno la si ama, poiché l'amore suddiviso si indebolisce. È impossibile amare teneramente una famiglia troppo numerosa che si conosce appena. (1966, p. 260) *{{NDR|Sull'[[omosessualità]]}} Com'è possibile che un vizio, distruttore del genere umano se si generalizzasse, che un attentato infame contro la natura sia peraltro così naturale? Parrebbe il grado ultimo della corruzione riflessa, e tuttavia è il retaggio ordinario di quelli che non hanno avuto ancora il tempo di corrompersi. È entrato in cuori vergini, che non hanno ancora conosciuto né l'ambizione né la frode né la sete di ricchezza; è la gioventù cieca che, per un istinto confuso, precipita in un tale disordine all'uscire dall'infanzia. (''Amore socratico''; 1993, p. 55) *Che cos’è la virtù, amico mio? È fare del bene: farne, e questo basta. In tal caso ti faremo grazia del motivo. (''Falsità delle virtù umane''; 2016) ==''Il faut prendre parti, ou le principe d'action''== *Le sofferenze degli [[animale|animali]] ci sembrano dei mali perché, essendo anche noi animali, pensiamo che saremmo molto da compiangere se a noi si facesse altrettanto. Sentiremmo la stessa pietà per una pianta o per una pietra se sapessimo che, quando viene tagliata, essa soffre, ma la compiangeremmo molto meno di un animale, perché la pianta e la pietra ci somigliano meno. (1994, p. 660) *Del resto, noi cessiamo presto di commuoverci per la morte spaventosa degli animali riservati alla nostra tavola. I bambini, che piangono la morte del primo pollo che vedono sgozzare, la seconda volta ridono. Infine, è fin troppo certo che quella spaventosa carneficina messa senza posa in mostra nelle nostre beccherie e nelle nostre cucine non ci sembra un male: anzi, consideriamo quell'orrore, spesso pestilenziale, come una benedizione del Signore; e possediamo ancor oggi preghiere in cui lo si ringrazia di quegli assassinii. Eppure, c'è forse qualcosa di più abominevole del nutrirsi continuamente di cadaveri? (1994, p. 660) *Eppure io non vedo tra noi nessun moralista, nessuno dei nostri loquaci predicatori, nessuno nemmeno dei nostri Tartufi, che abbia mai fatto la minima riflessione su quest'orrenda abitudine divenuta in noi natura. (1994, p. 661) *Bisogna risalire fino al buon [[Porfirio]], ai compassionevoli [[scuola pitagorica|pitagorici]], per trovare qualcuno che abbia cercato di farci vergognare della nostra cruenta ghiottoneria; oppure bisogna recarsi tra i [[Brahmanesimo|brahamani]]. Infatti i nostri [[monachesimo|monaci]], costretti dal capriccio dei fondatori dei loro ordini, a [[vegetarianismo|rinunziare alla carne]], sono assassini di sogliole e di rombi, quando non lo sono di pernici e di quaglie. E né tra i monaci né nel concilio di Trento né nelle nostre assemblee del clero né nelle nostre accademie si è mai pensato di chiamare un male quella carneficina universale. Nei concili non vi si è pensato più che nelle taverne. (1994, p. 661) ==''Il filosofo ignorante''== *Bisogna aver rinunciato al buon senso per non convenire che non conosciamo nulla se non attraverso l'esperienza. *Bisogna essere dei grandi ignoranti per [[rispondere]] a tutto quello che ci viene chiesto. *Chi sei? Da dove vieni? Che fai? Che diverrai? Sono domande che si devono porre a tutte le creature dell'universo, a cui però nessuna risponde. *Essere veramente libero significa potere. Libero sono quando posso fare quel che voglio; ma io voglio quanto voglio in modo necessario: altrimenti, vorrei senza ragione, senza causa: il che è impossibile. (XIII, ''Sono libero?'')<ref>Da ''Scritti filosofici'', vol I, a cura di Paolo Serini, Laterza, Bari, 1962, p. 516.</ref> *Ho interrogato la mia ragione; le ho domandato che cosa essa sia: questa domanda l'ha sempre confusa. *Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la [[guerra]]; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia. *Per ciò che concerne i princìpi primi, siamo tutti nella stessa ignoranza in cui eravamo nella culla. *Qual è l'età in cui conosciamo il giusto e l'ingiusto? L'età in cui sappiamo che due più due fa quattro. ==''L'ingenuo''== ===[[Incipit]]=== Un giorno san Dunstano, irlandese di nazionalità e santo di professione, partì d'Irlanda su di una piccola montagna che navigò verso le coste di Francia, e arrivò con questo veicolo alla baia di Saint-Malo. Quando fu a riva, diede la benedizione alla sua montagna, che gli fece profonde riverenze e se ne tornò in Irlanda per la medesima strada da cui era arrivata. ====Maria Moneti==== Un giorno S. Dunstano, irlandese di nascita e santo di professione, partì dall'Irlanda su di una piccola montagna che fece rotta verso le coste della Francia, e arrivò con questo mezzo alla baia di St-Malo. Quando fu a terra dette la benedizione alla sua montagna che, fattagli una riverenza, se ne tornò in Irlanda per la stessa strada per cui era venuta.<BR> {{NDR|Voltaire, ''L'ingenuo'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973.}} ====Sara Di Gioacchino Corcos==== Un giorno San Dunstano, irlandese di nazionalità e santo di professione, partí dall'Irlanda sopra una montagnina che navigò verso le coste di Francia, e giunse con quel veicolo nella baia di Saint-Malo. Quando fu a riva, diede la benedizione alla montagna, che gli fece profonde riverenze e se ne tornò in Irlanda per la stessa strada per la quale era venuta.<BR> {{NDR|Voltaire, ''L'ingenuo'', traduzione di Sara Di Gioacchino Corcos, Edipem, 1974.}} ===Citazioni=== *La signorina di Kerkabon, spaventata, rinunciava più che mai a ogni speranza di vedere il nipote suddiacono, e diceva piangendo che questi aveva il diavolo in corpo da quando era stato battezzato. (cap. VI, p. 66) *[...] la [[storia]] non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie. (cap. X, p. 80) *Se ci occorrono delle favole, che queste favole siano almeno l'emblema della verità! Amo le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, e odio quelle degli impostori. (p. 82) *L'Ingenuo faceva rapidi progressi nelle scienze, e soprattutto nella scienza dell'uomo. La causa del rapido sviluppo della sua mente era dovuta alla sua educazione selvaggia, non meno che alla tempra dell'animo suo: poiché, non avendo appreso nulla nell'infanzia, non aveva imparato pregiudizi. Il suo intelletto, non essendo stato curvato dall'errore, era restato integro in tutta la sua rettitudine. Vedeva le cose come esse sono, mentre le idee che ci vengono inculcate nell'infanzia ce le fanno vedere per tutta la vita come esse non sono. (cap. XIV, p. 91) ==''Le sottisier''== *[[Dissimulazione|Dissimulare]]: virtù di re e di cameriera.<ref>Citato in ''L'ipocrisia'', in Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti (a cura di), ''Dizionario delle citazioni'', Rizzoli, 2013.</ref> *È una delle superstizioni dello spirito umano aver immaginato che la [[verginità]] potesse essere una virtù. *Gli uomini sono come gli animali: i grossi mangiano i piccoli e i piccoli li pungono. *I [[soldato|soldati]] si mettono in ginocchio quando sparano, forse per chiedere perdono dell'assassinio. *Le [[parole]] sono per i pensieri quel che è l'oro per i diamanti: necessario per metterli in opera, ma ce ne vuol poco. *Solo gli [[operaio|operai]] sanno quanto vale il [[tempo]]; se lo fanno sempre pagare. :''Il n'y a que les ouvriers qui sachent le prix du temps; ils se le font toujours payer''. ==''Lettere filosofiche''== *Entrate nella Borsa di Londra [...] Lì l'ebreo, il maomettano e il cristiano si trattano reciprocamente come se fossero della stessa [[religione]], e chiamano infedeli solo quelli che fanno bancarotta. :''Entrez dans la Bourse de Londres [...] Là, le juif, le mahométan et le chrétien traitent l'un avec l'autre comme s'ils étaient de la même religion, et ne donnent le nom d'infidèles qu'à ceux qui font banqueroute''. *L'uomo è nato per l'azione, come il fuoco tende in alto e la pietra in basso. Non essere per nulla occupato e non esistere è la stessa cosa per l'uomo. (lettera XXV, ''Sui pensieri di Pascal'')<ref>Da ''Scritti politici'', p. 333.</ref> *Le [[strega|streghe]] hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle. *Schiacciate l'infame!<ref>Frase con la quale Voltaire, riferendosi alla religione, chiudeva spesso le sue lettere agli amici e motto della sua campagna contro l'intolleranza religiosa.</ref> :''Ecrasez l'infame!'' ==''Trattato di Metafisica''== *Sbarco nel paese della Cafraria, e comincio a ricercare un uomo. Vedo macachi, elefanti e neri. Tutti sembrano avere un baleno di una ragione imperfetta. Tutti hanno un linguaggio che non capisco e tutte le loro azioni sembrano ugualmente essere relazionate con qualche causa. Se dovessi giudicare le cose per il primo effetto che mi causano, crederei, inizialmente, che tra tutti questi enti l'elefante è l'animale ragionevole. Però, per non scegliere futilmente, prendo i piccoli di queste vari bestie. Esamino un piccolo di nero di sei mesi, un piccolo di elefante, un macachetto, un leonetto, un canetto. Vedo, senza dubbio, che questi giovani animali hanno incomparabilmente più forza e destrezza, più idee, più passioni, più memoria del negretto ed esprimono molto più sensibilmente tutti i loro desideri che quell'altro. Però, dopo un tempo, il negretto ha tante idee quante tutti loro. Mi dò questa definizione: l'uomo nero è un animale che ha lana sulla testa, cammina su due zampe, è quasi tanto pratico quanto una scimmia, è meno forte che gli altri animali della sua taglia, possiede un poco più di idee ed è dotato di maggior facilità di espressione. (1978, p. 62) *Vado alle regioni marittime dell"India Orientale. Adesso sono uomini d'un bel tono giallastro, non hanno lana, ma hanno la testa coperta da grande criniere nere. [...] Incontro una specie ancora più singolare che tutte queste. È un uomo vestito bene con un lungo abito nero, che si dice fatto per istruire agli altri [un prete, N.d.A.] Tutti questi uomini che vedi, mi dice lui, sono nati da uno stesso padre. E, allora, mi racconta una lunga storia. Però, quello che questo animale dice mi pare molto sospetto. Mi informo se un nero e una nera, di lana nera e naso piatto, gerano qualche volte bambini bianchi, di capelli biondi, naso adunco ed occhi blu. Mi hanno risposto di no, che i neri trapiantati, per esempio, alla Germania sono rimasti a generare neri. (1978, p. 63) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''La Pulcella d'Orléans''=== <poem>I. Io non son fatto per cantare i santi; fioco ho il limbello, ed anche un po' profano; ma pur Giovanna canterò che tanti prodigi fe' colla virginea mano. Contro l'anglica rabbia i vacillanti gigli fermò sul gambo gallicano, e il suo re tolto dall'ostil furore unger fe' in Remme sull'altar maggiore. II. Sotto modesto femminile aspetto, in corto giubboncino ed in gonnella, d'un vero Orlando l'animoso petto ne' perigli mostrò l'aspra donzella. Per mio spasso vorrei la sera in letto una Rosetta dolce come agnella; Giovanna d'Arco no; le die' natura cuor di lione e mi farìa paura.</poem> ===''Micromegas''=== ====I traduzione==== In uno di quei pianeti che girano intorno alla stella Sirio, c'era un giovane d'intelligenza molto sveglia, che io ebbi l'onore di conoscere l'ultima volta che visitò il nostro piccolo formicaio, e che si chiamava Micromegas.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ====Maria Moneti==== In uno dei pianeti che girano intorno alla stella che si chiama Sirio, c'era un giovane molto intelligente, che ho avuto occasione di conoscere durante il recente viaggio che ha fatto nel nostro piccolo formicaio. Si chiamava Micromega, nome perfettamente adatto a tutte le persone grandi. Era alto otto leghe, voglio dire, ventiquattromila passi geometrici di cinque piedi ciascuno.<BR> {{NDR|Voltaire, ''Micromega'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 1973.}} ===''Sulla tolleranza''=== L'assassinio di Calas, consumato a Tolosa con la spada della giustizia, il 9 marzo 1762, è uno dei più singolari avvenimenti degni dell'attenzione nostra e dei posteri. La turba dei caduti in innumerevoli battaglie è presto dimenticata, non soltanto perché così vuole l'inevitabile fatalità della guerra, ma perché coloro che sono morti in battaglia avrebbero potuto dar la morte ai loro nemici, non sono periti senza difendersi. ===''Zadig''=== O fascino degli occhi, assillo dei cuori, luce dello spirito, non posso baciare la polvere dei vostri piedi perché muovete così poco i passi o li muovete sopra tappeti iranici o su petali di rose.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Voltaire== *"Come? il turco mio fratello? mio fratello il cinese? il giudeo? il siamese?". Era il diciottesimo secolo - e Voltaire faceva il verso ai razzisti di allora, agli eterni pregiudizi, alle radici salde dell'intolleranza. "Cadono le braccia a osservare come gli uomini si comportano con gli altri uomini", sì, ma una possibilità di correggersi c'è sempre. "Dobbiamo lottare contro noi stessi", scriveva in una lettera, commentando con irritazione la frase di chi, arrivato a una certa età, sbotta: "Ormai sono fatto così". "Be', vecchio stupido, cerca di cambiare". Comincia dalle parole. ([[Paolo Di Paolo]]) *Il procedimento di cui [[Luciano di Samosata|Luciano]] si vale nel capitolo sui «Sacrifici» e lo stesso che serve a Voltaire per canzonare la Bibbia: il ricorso al buon senso, contro l'assurdità della favole religiose. ([[Arrigo Cajumi]]) *Il Settecento è Voltaire. ([[Victor Hugo]]) *Il signor di Voltaire, a un parrucchiere che gli dava consigli sull'arte di poetare, rispose: "Mastro Andrea, fate parrucche..." Chiedo a me stesso se il grande scrittore francese non sarebbe stato più accorto consigliando a mastro Andrea di studiare la prosodia! ([[Federico De Roberto]]) *Il Voltaire mi sembra lo stesso secolo XVIII fatto uomo con tutte le sue virtù, le sue colpe ed i suoi contrasti. ([[Ernesto Masi]]) *Io non vi voglio affatto bene Signore; voi mi avete fatto i mali di cui potevo patire di più, a me, vostro discepolo e vostro fanatico partigiano. Avete rovinato Ginevra come prezzo dell'asilo che vi avete ricevuto; avete allontanato da me i miei concittadini come ricompensa degli applausi che vi ho prodigato fra di essi; siete voi a rendermi insopportabile il soggiorno nel mio paese; siete voi che mi farete morire in terra straniera, privo di tutte le consolazioni dei morenti, e gettato per unico onore in un deposito di rifiuti, mentre tutti gli onori che un uomo può aspettarsi vi accompagneranno nel mio paese. Vi odio, insomma, perché l'avete voluto; ma vi odio da uomo anche più degno di amarvi se voi l'aveste voluto. Di tutti i sentimenti di cui il mio cuore era compenetrato, vi resta solo l'ammirazione che non si può rifiutare per il vostro bel genio e l'amore per i vostri scritti. Se posso onorare in voi solo i vostri talenti, non è colpa mia. Non verrò mai meno al rispetto che è loro dovuto, né al modo di procedere che questo rispetto esige. ([[Jean-Jacques Rousseau]]) *La «filosofia» di Voltaire non va mai disgiunta dalle sue applicazioni, nel campo della morale sociale, dei problemi religiosi o politici o anche in quello degli sviluppi poetici. Incurante di un «sistema» egli si creò piuttosto una specie di metodo, innestando sul razionalismo cartesiano ormai diffusissimo l'empirismo di Locke e di Hume. ([[Mario Bonfantini]]) *Lucifero del secolo. ([[Johann Georg Hamann]]) *''Maestro | Di coloro che mostran di sapere''. ([[Giuseppe Parini]]) *Possiamo far meglio di Voltaire, superando gli abusi della religione e guardando il positivo del credere. ([[Julia Kristeva]]) *Ricordando una frase che è nella voce «letterati» del dizionario di Voltaire – «la più grande sventura dell'uomo di lettere forse non è quella di essere oggetto della gelosia dei colleghi, vittima dell'intrigo, disprezzato dai potenti; ma quella di essere giudicato dagli imbecilli» – possiamo aggiungere, ricordando questa frase, che [[Giuseppe Antonio Borgese|Borgese]] ebbe, davvero in questo senso, «tutto»: tanti altri scrittori lo invidiarono, qualche intrigo fu ordito a suo danno, qualche potente lo disprezzò al punto di volerlo perdonare. Ma sopratutto ebbe quella che, secondo Voltaire, è la sventura maggiore: che molti imbecilli lo giudicarono e forse ancora, senza conoscerlo, continuano a giudicarlo. (Nota ''di [[Leonardo Sciascia]]'' a ''Le belle'' di G.A. Borgese, p. 176) *Un giorno Voltaire inviava uno squisito dolciume in un bel piatto di Sèvres ad una distinta marchesa. Il dolce era assai ben lavorato, il piatto era più squisitamente eseguito.<br>L'illustre uomo ebbe in riscontro ed in rendimento di grazie un biglietto così concepito: ''Il dolce del quale avete deliziato la mia mensa fu degno de' Numi. Per serbarne viva la memoria riterrò meco ancora il piatto.''<br>Ei rispose con una parola: ''Cara memoria!''<br>E gli costò chiaro quel dono certamente. ([[Carlo Tito Dalbono]]) *{{NDR|L'}} uomo attorno al quale, anche dopo cent'anni, non esistono che giudizi partigiani: contro i liberatori dello spirito gli uomini sono implacabili nell'odio, ingiusti nell'amore. ([[Friedrich Nietzsche]]) *VOLTAIRE. Celebre per il suo spaventevole «rictus». Conoscenze scientifiche superficiali. ([[Gustave Flaubert]]) *Voltaire è una magnifica ''canaille'' piena di spirito. Ma io penso come l'abate Galiani che: «Un monstre gai vaut mieux qu'un sentimental ennuyeux.<ref>Un mostro allegro è meglio di un sentimentale noioso.</ref>»<br>Voltaire è possibile e tollerabile solo nell'ambito di una cultura aristocratica, che appunto perciò può permettersi il lusso della ''canaillerie'' spiritosa... ([[Friedrich Nietzsche]]) *Voltaire era spiritoso perché beveva caffè. Uno stimolante liquido convenzionale. ([[Marcello Marchesi]]) *Voltaire, il quale, più della verità, cercava il paradossale e il nuovo, nel suo ''Discorso sulla poesia epica'' lodò gli ''Araucana'' di don [[Alonso de Ercilla]] come l'epopea della [[Spagna]]; non altrimenti che epopea dell'[[Italia]] pose la ''Gerusalemme liberata''. Incapace egli per indole e abitudine d'intendere il sublime, il semplice, il puro; angusto per pregiudizio di scuola e per culto della forma, badando alla distribuzione anziché al fondo, pretendeva restringere ogni poema nel preconizzato modello di [[Virgilio]]. Ma [[poema]] d'una nazione è quello dove trovansi ritratte la vita, la credenza, le cognizioni di essa in un dato tempo, e massime di que' tempi primitivi, dove la mistura eterogenea non alterò, né l'incivilimento spianò ancora le forme, che perpetuamente costituiranno il carattere di essa. ([[Cesare Cantù]]) *Voltaire non voleva essere materialista. In lui fermenta evidentemente un'idea vaga ed incosciente della teoria di [[Immanuel Kant|Kant, quando]] ripete a molte riprese quest'asserzione così espressiva: «Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo». [...]. Se [[Pierre Bayle|Bayle]], che credeva alla possibilità di uno Stato ateo, avesse avuto, diceva Voltaire, cinque o seicento contadini da governare, avrebbe ben presto fatto predicare l'idea di una giustizia divina. Togliendo a quest'idea la sua corteccia frivola, si vedrà che nell'opinione reale di Voltaire la credenza in Dio è indispensabile per il mantenimento delle virtù e della giustizia. ([[Friedrich-Albert Lange]]) ===[[Joseph de Maistre]]=== *La sfrenata ammirazione di che troppe persone il circondano, è il segno infallibile di un'anima corrotta. Non v'è da illudersi. Se alcuno percorrendo la propria biblioteca si sente attirato dalle ''opere di Ferney'', non è amato da Dio. Si è spesso posta in derisione l'Autorità Ecclesiastica, che condannava i libri ''in odium auctoris'': per verità, nulla eravi di più giusto. ''Si ricusino gli onori del genio a colui che fa abuso de' doni del medesimo''. Se questa legge fosse rigorosamente osservata, si vedrebbero ben presto scomparire i libri avvelenati: ma poiché non dipende da noi il promulgarla, guardiamoci almeno dal cadere nell'eccesso {{sic|riprensibile}} assai più che non si crede, di esaltare a dismisura gli scrittori cattivi, e massimamente questo. Egli senz'avvedersene ha profferito contro se stesso un decreto terribile, imperciocchè egli è quello che ha detto, ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non v'è cosa più vera, ed ecco il perchè Voltaire {{sic|co' suoi}} cento volumi non altro fu mai che ''galante''; io n'eccettuo la tragedia, ove la qualità e la natura dell'opera lo costringeva ad esprimere sentimenti elevati, estranei al suo carattere; e su la scena eziandio ov'è il suo trionfo, egli non abbaglia i più esperti osservatori. Nelle sue migliori produzioni si assomiglia ai suoi due valenti rivali, come il più abile ipocrita somiglia ad un santo. *Non avete mai osservato che l'anatema divino fu scritto sul di lui volto? Dopo tanti anni si è tuttavia in tempo di farne l'esperimento. Recatevi a considerare la sua effigie al Palazzo del ''Romitorio'' {{NDR|l'Ermitage di San Pietroburgo}}: io non la guardo mai senza congratularmi ch'essa non ci sia stata tramandata da un qualche scalpello erede dei Greci, il quale avrebbbe forse saputo spargervi un certo bello ideale. Ivi tutto è naturale. * V'è tanta verità in quella testa, quanta ve ne sarebbe in un plasma fatto sul cadavere. Vedete quella fronte abietta, che non fu mai colorita dal pudore, que' due crateri estinti ne' quali sembra che ancora bollano l'odio e la lussuria? Quella bocca (io dirò forse male, ma non è mia colpa), quell'''apertura'' spaventevole, la quale va da un orecchio all'altro, e quelle labbra piegate dalla malizia crudele, come una molla pronta a mettersi in azione per lanciare la bestemmia o il sarcasmo. === [[Indro Montanelli e Roberto Gervaso]] === *Erano cento i volumi comparsi sotto il nome di Voltaire, e non ce n'era uno che non contenesse qualche scintilla del suo genio. A distanza di due secoli, si può rileggerli tutti senza trovarvi un aggettivo superfluo, un grammo di adipe, ed emergere da questa scorpacciata con una fame intatta di Voltaire. Non conosciamo scrittore di cui si possa dire in piena coscienza altrettanto. *In nessuna epoca, in nessun Paese c'è mai stato un intellettuale più "moderno" di lui. Seguita ad esserlo, vecchio di due secoli. Non si può pensare in modo più libero di lui. Non si può scrivere in modo più penetrante di lui. Fu, e rimane, il "maestro" per antonomasia. *Non si può scrivere meglio di Voltaire, non si possono dire cose più serie con più aerea leggerezza ("La solennità è una malattia" diceva. E se i suoi colleghi italiani lo avessero ascoltato!...), con un più perfetto dosaggio di furore, d'umorismo e di fantasia picaresca. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *[[James Boswell]], ''Visita a Rousseau e a Voltaire'', traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973. *[[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921. *Legarde, Michard, ''XVIIIe siècle'', Bordas. Paris 1965. *[[Indro Montanelli e Roberto Gervaso|Indro Montanelli, Roberto Gervaso]], ''L'Italia del Settecento'', Rizzoli, Milano, 1971. *Voltaire, ''Candido'', traduzione di Giovanni Fattorini, Tascabili Bompiani, 1987. *Voltaire, ''Candido, Zadig, Micromega, L'ingenuo'', traduzione di Maria Moneti, Garzanti, 2008. ISBN 9788811360384 *Voltaire, ''Dictionnaire Philosophique'', Flammarion. Paris 1964. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'' (''Dictionnaire philosophique'', 1764), edizione condotta sul testo critico, a cura di Mario Bonfantini, con uno scritto di Gustave Lanson, Einaudi, Torino, 1950. ISBN 8806183443 *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Biblioteca Moderna Mondadori, 1965. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', traduzione di Rino Lo Re, BUR, 1966. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Oscar Mondadori, 1968. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', Sansoni, Firenze, 1993. *Voltaire, ''Dizionario filosofico'', a cura di Mario Bonfantini, Einaudi, Torino, 2016. ISBN 9788858422984 *Voltaire, ''Il faut prendre parti, ou le principe d'action'' (1772), in ''Oeuvres'', Parigi, 1959; citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994. ISBN 88-85944-12-4 *Voltaire, ''Il filosofo ignorante'', a cura di Michela Cosili, Rusconi. *Voltaire, [https://books.google.it/books?id=ZfjKEhe2NaEC ''L'Ingenuo'' e ''L'uomo dai quaranta scudi''], prefazione di Sebastiano Nata, traduzione e cura di Lorenzo Bianchi, Feltrinelli Editore, 1998. ISBN 9788807821462 *Voltaire, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-v/voltaire-alias-francois-marie-arouet/la-pulcella-dorleans/ La Pulcella d'Orléans]'', traduzione di [[Vincenzo Monti]], A. F. Formiggini, 1914. *Voltaire, ''Scritti politici'', a cura di Riccardo Fubini, UTET, Torino, 1964. *Voltaire, ''Sulla tolleranza'', traduzione di Piero Bianconi, RCS Quotidiani, 2010. *Voltaire, ''Tutti i romanzi e i racconti e Dizionario filosofico'', traduzioni di Paola Angioletti e Maurizio Grasso, Newton Compton, 2012. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La Pulzella d'Orléans||(1755)}} {{Pedia|Candido||(1759)}} {{Pedia|Dizionario filosofico||(1764)}} [[Categoria:Aforisti francesi]] [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Filosofi francesi]] [[Categoria:Saggisti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]] nu3r0yyctl0stax5qqs4y5c79eqc1y0 Verso sera 0 294 1221371 593393 2022-08-07T16:03:23Z Lucasasdelli 45951 Dialogo fra Mastroianni e Bonnaire wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano= Verso sera |titolooriginale= Verso sera |paese= Italia |anno= 1991 |genere= drammatico |regista= [[Francesca Archibugi]] |sceneggiatore= Francesca Archibugi, [[Gloria Malatesta]], [[Claudia Sbarigia]] |attori= * [[Marcello Mastroianni]]: Prof. Bruschi * [[Sandrine Bonnaire]]: Stella * [[Zoe Incrocci]]: Elvira * [[Giorgio Tirabassi]]: Oliviero * [[Victor Cavallo]]: Pippo * [[Veronica Lazar]]: Margherita * [[Lara Pranzoni]]: Papere * [[Paolo Panelli]]: Galliano, il parrucchiere * [[Giovanna Ralli]]: Pina * [[Gisella Burinato]]: Madre di Stella * [[Pupo De Luca]]: Giudice * [[Dante Biagioni]]: Architetto }} '''''Verso sera''''', film drammatico del 1991 con [[Marcello Mastroianni]], regia di [[Francesca Archibugi]]. *Le [[esperienza|esperienze]] si possono anche leggere: non c'è bisogno di farle tutte di persona. ('''Prof. Bruschi''') *Vedrai come il tempo muta, oltre al viso, la struttura stessa del nostro essere. ('''Prof. Bruschi''') '''Bruschi'''. “…E’ questa la mia epoca: io insieme ad altri ho contribuito a crearla così com’è” '''Stella'''. “E dove avete sbagliato, tu e gli altri?” '''Bruschi'''. “Ci siamo sbagliati con voi, con i ragazzi come te. Vi abbiamo lasciato soli, non vi abbiamo insegnato niente. E voi da soli avete imparato cose che noi non sapevamo. Ma siccome noi, nella nostra pedanteria, sapevamo quasi tutto, vi è rimasto l’Oriente, le carte, “scopare”, la fantascienza, i gialli… la Serie B…” '''Stella'''. “E perché ci avete lasciato soli?” '''Bruschi'''. “C’era chi si arricchiva, chi si faceva crescere le basette, chi andava al night, chi lasciava la moglie… Ci sembrava di essere moderni” '''Stella'''. “E che eravate?” '''Bruschi'''. “Dei sordi, da tutte e due le orecchie. Non abbiamo sentito che il compito moderno era quello di aiutare te, che per la prima volta al mondo, quando tornavi da scuola, la tua mamma a casa non c’era: era al lavoro. E io ho lasciato che tutti i pomeriggi tu ti accendessi da sola la TV. E così sei cresciuta strana: ti credi forte, ma sei solo dura. Tutti siamo troppo poco amati. A momenti, nel corso della vita, qualcuno si avvicina a noi e, in quel periodo, guariamo”. == Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Verso sera''|w}} {{stub}} [[Categoria:Film drammatici]] 4ojl3058yyj5pd6an6g3nhkg3fhsuqz Victor Hugo 0 515 1221388 1218626 2022-08-07T16:31:03Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Victor Hugo */ +1 wikitext text/x-wiki [[File:Victor Hugo.jpg|thumb|Victor Hugo]] {{indicedx}} '''Victor-Marie Hugo''' (1802 – 1885), drammaturgo, poeta e romanziere francese. ==Citazioni di Victor Hugo== *Ah! Non insultate mai la [[donna]] che cade! Chissà sotto quale fardello quella povera anima soccombe!<ref>Da ''Chants du crépuscule'', XIV.</ref> :''Ah! N'insultez jamais une femme qui tombe! Qui sait sous quel fardeau la pauvre âme succombe!'' *Alla zampa di ogni [[uccello]] che vola è legato il filo dell'infinito.<ref>Citato in [[Luca Goldoni]], ''Vita da bestie'', ed. BUR, 2001.</ref> *''[[Amore|Amare]] è la metà di credere.''<ref>Da ''Que nous avons le dout en nouns'', in ''Canti del crepuscolo''; citato in ''Dammi mille baci, e ancora cento. Le più belle citazioni sull'amore'', a cura delle Redazioni Garzanti, Garzanti, 2013.</ref> *Ammiriamo i maestri, però senza imitarli.<ref>Da ''Odi e ballate''.</ref><ref name=sordi/> *[[Bordeaux]] è una città singolare, originale, forse unica. Prendete Versailles e mescolateci Anversa, avete Bordeaux.<ref>{{fr}} Da ''En voyage: {{small|Alpes et Pyrénées}}'', J. Hetzel & Cie-Maison Quantin, Parigi, 1890, [https://books.google.it/books?id=oORFAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101].</ref> :''Bordeaux est une ville curieuse, originale, peut-être unique. Prenez Versailles et mêlez-y Anvers, vous avez Bordeaux.'' *Chi dà ai [[Povertà|poveri]] presta a Dio. :''Qui donne aux pauvres, prête à Dieu''.<ref>Da ''Pour les pauvres'', in ''Feuilles d'automne''.</ref> *Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la [[musica]] lo esprime.<ref>Citato in Gaia Gigante, ''I giorni del monsone'', [https://books.google.it/books?id=cZlNDwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 36]</ref> :''Ce qu'on ne peut dire et ce qu'on ne peut taire, la musique l'exprime.''<ref>Da ''[[William Shakespeare]]'', Parigi, Libreria internazionale, A. Lacroix, Verboeckhofen & C. Editori, Bruxelles, Lipsia, Livorno, 1867<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=_65YAAAAcAAJ&dq=&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76].</ref> *Ciò che [[Parigi]] consiglia, l'[[Europa]] lo medita; ciò che Parigi comincia, l'Europa lo continua. :''Ce que Paris conseille, l'Europe le médite; ce que Paris commence, l'Europe le continue.''<ref>Da ''Discours à l'Assemblée constituante'', 1848; citato in {{fr}} [[Jean-Yves Dournon]], ''Dictionnaire des citations françaises'', Solar, Parigi, 1997, p. 641. ISBN 2-263-02458-1</ref> *Date, ricchi! L'elemosina è sorella della preghiera.<ref>Da ''Le foglie d'autunno''.</ref><ref name=sordi/> *[[Dio]] è l'invisibile evidente.<ref>Da ''William Shakespeare'', I, 2, I.</ref> *Dio s'è fatto [[Maschio e femmina|uomo]]. Il diavolo s'è fatto [[Maschio e femmina|donna]]. :''Dieu s'est fait homme; soit. Le diable s'est fait femme!''<ref>Da ''Ruy Blas'', atto II, scena V, 1838.</ref> *Dite che il [[poeta]] è tra le nuvole, ma tra le nuvole è anche la folgore.<ref>Citato in [[G.K. Chesterton]], ''L'etè vittoriana nella letteratura'', traduzione di Paolo Dilonardo, Adelphi, 2017, p. 27.</ref> *Dono tutti i miei manoscritti e tutto ciò che si troverà di scritto o di disegnato da me medesimo alla [[Bibliothèque nationale de France|biblioteca nazionale di Parigi]] che sarà un giorno la Biblioteca degli Stati Uniti d'Europa.<ref>Dal testamento olografo, codicillo del 31 agosto 1881. {{cfr}} Giuseppe Passarello, ''Voci del tempo nostro. {{small|Antologia di letture moderne e contemporanee}}'', Società Editrice Internazionale, Torino, stampa 1968, p. 7. Citato in Jessy Simonini, ''[http://www.ilmondodegliarchivi.org/rubriche/nel-mondo/569-archivi-letterari-alla-bibliotheque-nationale-de-france Archivi letterari alla Bibliothèque Nationale de France]''</ref> *Dovette esser lieto [[Gioacchino Murat|Murat]] quando dal trono ricordava la scuderia e Neuilly, ricordando la botteguccia nel maresciallato di Francia; ma più lieto sono io per questa mia ascensione dalle tenebre alla luce, più lieto di ricordare quelle tenebre quando il passaggio da esse alla luce fu fatto a prezzo di sagrifici e di dolori, lasciando ad ogni passo un brandello di carne, e quando queste parole io le posso scrivere dall'esilio.<ref>Da ''Odi e ballate''; citato da Salvatore Barzilai nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg22/sed167.pdf Tornata del 30 gennaio 1906] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> *Ero bambino, ero piccino, ero crudele.<ref>Da ''La leggenda dei secoli''.</ref><ref name=sordi/> *[[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. Cos'è questo Garibaldi? È un uomo, niente più. Ma un uomo in tutta l'estensione sublime della parola: l'uomo della libertà, l'uomo dell'umanità. «Vir», direbbe il suo compatriota [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].<ref>Citato in Mario Isnenghi, ''Dieci lezioni sull'Italia contemporanea'', Donzelli, Roma, 2011, p. 3. ISBN 9788860367921</ref> :''Garibaldi. Qu'est-ce que c'est que Garibaldi? C'est un homme, rien de plus. Mais un homme dans toute l'acception sublime du mot. Un homme de la liberté; un homme de l'humanité. ''Vir'', dirait son compatriote Virgile.''<ref>Dal discorso a Jersey, 18 giugno 1860, in ''[[s:fr:Actes_et_paroles/Pendant_l’exil/1860|Actes et paroles]]'', vol. 3.</ref> *Grattate il giudice, troverete il boia.<ref>Da ''Letteratura e filosofia insieme''.</ref><ref name=sordi/> *{{NDR|Riferendosi a ''La Palingenesi'' di [[Mario Rapisardi]]}} Ho letto, signore, il vostro nobile poema. Siete un precursore...<ref>Citato in ''Poemi Liriche e Traduzioni, Volume unico'', Palermo, Sandron, 1912.</ref> :''J'ai lu, monsieur, votre noble pòeme. Vous ètes un prècurseur...'' *I veri grandi scrittori sono quelli il cui pensiero occupa tutti gli angoli e le pieghe del loro stile.<ref>Da ''Pietre''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *Il Settecento è [[Voltaire]].<ref>Citato in [[Indro Montanelli e Roberto Gervaso|Indro Montanelli, Roberto Gervaso]], ''L'Italia del Settecento'', Rizzoli, Milano, 1971, cap. 9, p. 116.</ref> *[[Inferno]] cristiano, di fuoco. Inferno pagano, di fuoco. Inferno musulmano, di fuoco. Inferno hindu, in fiamme. A credere nelle religioni, Dio è un rosticciere. :''Enfer chrétien, du feu. Enfer païen, du feu. Enfer mahométan, de feu. Enfer hindou, des flammes. À en croire les religions, Dieu est né rôtisseur.''<ref>Da ''Œuvres complètes'', vol. 12, Le club français du livre, p. 1552.</ref> *''L'avvenire, fantasma a mani vuote, | Che tutto promette e nulla ha!''.<ref>Da ''Le voci interiori''.</ref><ref name=sordi/> *La [[malinconia]] è la gioia di essere tristi.<ref>Citato in Giovanni Nocentini, ''Compendio autori italiani del secondo '900'', MEM, 1996, [http://books.google.it/books?id=70EeAQAAIAAJ&q=La+malinconia+%C3%A8+la+felicit%C3%A0+di+essere+triste.+Hugo&dq=La+malinconia+%C3%A8+la+felicit%C3%A0+di+essere+triste.+Hugo&hl=it&sa=X&ei=tAlNT9HpHvOK4gTXntHPAg&ved=0CEMQ6AEwAw p. 52].</ref> *La [[popolarità]]? Spiccioli della gloria.<ref>Da ''Ruy Blas'', atto II, scena 5.</ref> :''La popularité, c'est la glorie en gros sous''. *La [[religione]] non è altro che l'ombra gettata dall'universo sull'intelligenza umana.<ref>Da ''Préface philosophique''.</ref><ref name=e /> *Ne lascio e dei migliori.<ref>Da ''Hernani'', III, 6, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/754#c1997|722]].</ref> :''J'en passe et des meilleurs''. *Quel che la favola ha inventato, la [[storia]] qualche volta lo riproduce.<ref>Da ''I burgravi'', prefazione.</ref><ref name=e /> *Qualche volta ho avuto contemporaneamente nelle mie mani la mano guantata e bianca che sta in alto e la grossa mano nera che è in basso, e vi ho sempre riconosciuto soltanto un uomo. Dopo che tutto questo mi è passato davanti io dico che l'umanità ha un sinonimo: [[eguaglianza]]; e che sotto il cielo vi è una cosa soltanto davanti alla quale dobbiamo inchinarci: il [[genialità|genio]]; ed una soltanto davanti alla quale dobbiamo inginocchiarci: la [[bontà]].<ref>Da ''Cose viste''.</ref> *''Se Dio non avesse fatto la donna, | non avrebbe fatto il fiore.''<ref>Da ''L'anima in fiore'', in ''Contemplazioni''; citato in Luigi Lepri, ''Diciamolo in bolognese'', Pendragon, 2005, [http://books.google.it/books?id=oWqurIygRqUC&pg=PA51 p. 51].</ref> *Si nasce due volte? Sì. La prima volta il giorno in cui si nasce alla vita; la seconda volta, il giorno in cui si nasce all'amore. :''Naît-on deux fois? Oui. La première fois, le jour où l'on naît à la vie; la seconde fois, le jour où l'on naît à l'amour.''<ref>Dalla lettera a Juliette Drouet del 26 febbraio 1874, in {{fr}} Victor Hugo e Juliette Drouet, ''50 ans de lettres d'amour 1833-1883. {{small|Lettres de l'anniversaire}}'', presentazione di Gérard Pouchain, prefazione di Marie Hugo, Ouest-France, Rennes, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=lv4aAQAAIAAJ&dq=Na%C3%AEt-on+deux+fois+%3F+Oui.+La+premi%C3%A8re+fois%2C+le+jour+o%C3%B9+l%E2%80%99on+na%C3%AEt+%C3%A0+la+vie+%3B+la+seconde+fois%2C+le+jour+o%C3%B9+l%E2%80%99on+na%C3%AEt+%C3%A0+l%E2%80%99amour++%C3%A0+juliette+Drouet&focus=searchwithinvolume&q=Na%C3%AEt-on+ p. 190].</ref> *Si resiste all'invasione degli eserciti; non si resiste all'invasione delle [[idee]]. :''On résiste à l'invasion des armées; on ne résiste pas à l'invasion des idées.''<ref>Da ''Histoire d'un crime'', 2 voll., parte V, ''Conclusion'', cap. X, ''La chute'', Calmann Lévy, Paris, 1877, vol. II, p. [https://books.google.it/books?id=iq84AQAAMAAJ&pg=RA1-PA300#v=onepage&q&f=false 300].</ref> *Siete voi il mio demonio o il mio angelo? Non lo so, ma io sono vostra schiava!<ref>Da ''Hernani'', atto I, scena II.</ref> *Signori, l'uomo è divino. Dio non aveva fatto che l'acqua, ma l'uomo ha fatto il [[vino]]! :''Seigneurs, l'homme est divin. Dieu n'avait fait que l'eau, mais l'homme a fait le vin!''<ref>Da ''[http://fr.wikisource.org/wiki/La_F%C3%AAte_chez_Th%C3%A9r%C3%A8se La fête chez Thérèse]'', in ''Les Contemplations''.</ref> *''Sovente muta la donna | e ben pazzo è colui che in lei confida; | sovente la donna | non è che piuma al vento.'' :''Souvent femme varie, | Bien fol est qui s'y fie! | Une femme souvent | N'est qu'une plume au vent!''<ref>Da ''Le roi s'amuse'', IV, 2.</ref> *Un amico a metà è un mezzo traditore. :''La moitié d'un ami, c'est la moitié d'un traître''.<ref>Da ''La Légende des siècles, Booz endormi'', éd. Édition Hetzel, 1859, XI.</ref> *{{NDR|[[Napoleone Bonaparte]]}} Un uomo che sfidò Dio.<ref>Citato in [[Emil Ludwig]], ''Napoleone'', quarta di copertina.</ref> ===Attribuite=== *Dinanzi al genio non si cavilla.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 239.</ref> :''On ne chicane pas le génie''. ==''Ammasso di pietre''== *Comunismo. Un'uguaglianza di aquile e di passerotti, di colibrì e di pipistrelli, che consisterebbe nel mettere tutte le ali nella stessa gabbia e tutte le pupille nello stesso crepuscolo. Non ne voglio sapere.<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *La plebaglia può far solo delle sommosse. Per fare una rivoluzione ci vuole il popolo.<ref name=sordi/> *La ragione del migliore è sempre la più forte.<ref name=sordi/> ==''I miserabili''== ===[[Incipit]]=== ====Originale==== En 1815, M. Charles-François-Bienvenu Myriel était évêque de Digne. C'était un vieillard d'environ soixante-quinze ans ; il occupait le siège de Digne depuis 1806. Quoique ce détail ne touche en aucune manière au fond même de ce que nous avons à raconter, il n'est peut-être pas inutile, ne fût-ce que pour être exact en tout, d'indiquer ici les bruits et les propos qui avaient couru sur son compte au moment où il était arrivé dans le diocèse. Vrai ou faux, ce qu'on dit des hommes tient souvent autant de place dans leur vie et souvent dans leur destinée que ce qu'ils font. M. Myriel était fils d'un conseiller au parlement d'Aix ; noblesse de robe. On contait que son père, le réservant pour hériter de sa charge, l'avait marié de fort bonne heure, à dix-huit ou vingt ans, suivant un usage assez répandu dans les familles parlementaires. Charles Myriel, nonobstant ce mariage, avait, disait-on, beaucoup fait parler de lui. Il était bien fait de sa personne, quoique d'assez petite taille, élégant, gracieux, spirituel ; toute la première partie de sa vie avait été donnée au monde et aux galanteries.<ref>Vai al [[s:fr:Les_Mis%C3%A9rables|testo completo]].</ref> ====I traduzione==== Nell'anno 1815, Carlo Francesco Benvenuto Myriel era vescovo di Digne. Vecchio di settantacinque anni occupava quella sede dal 1806. E quantunque possa sembrare inutile, non essendo un particolare necessario al nostro racconto, per non peccare di precisione, vogliamo ripetere le chiacchiere e i giudizi che correvano sul di lui conto, quando si trovava appunto al governo della sua diocesi. Tanto più che il vero o il falso attribuito agli uomini nella loro vita e nel loro destino, pesa quanto le opere loro. Il signor Myriel era figlio di un consigliere del parlamento di Aix; nobiltà dogata. Parlando di lui dicevano che il padre, tenendolo per erede del proprio ufficio, e seguendo la consuetudine delle famiglie dei membri del parlamento, lo avesse consigliato senz'altro al matrimonio a diciotto anni. Ma Carlo Myriel, nonostante il matrimonio, non aveva potuto evitare certi discorsi sul suo conto. Di persona ben fatta, se bene piuttosto piccola, elegante, gentile, spiritoso, egli aveva speso tutta la prima gioventù nei piaceri del mondo e nelle galanterie.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''I miserabili'', traduttore non citato, Casa Editrice Esperia, 1862.}} ====E. De Mattia==== Nel 1815, monsignor Charles-François-Bienvenu Myriel era vescovo di Digne. Era un vecchio di circa settantacinque anni; occupava la sede di Digne dal 1806.<br>Benché questo particolare non entri affatto in ciò che ci proponiamo di raccontare, tuttavia ci pare utile, non fosse che per amor d'esattezza, accennare qui ai giudizi e alle voci corse sul suo conto quando era arrivato nella diocesi. Vero o falso che sia, ciò che si dice degli uomini ha tanta importanza nella loro vita e soprattutto nel loro destino quanta ne hanno le loro azioni. Myriel era figlio d'un consigliere al parlamento di Aix: nobiltà di toga, dunque. Si diceva di lui che suo padre, contando di lasciargli in eredità la carica, l'avesse ammogliato per tempo, a diciotto o vent'anni al più, seguendo l'usanza invalsa nelle famiglie parlamentari. Charles Myriel, nonostante il matrimonio, aveva fatto molto parlare di sé, a quanto dicevano. Di bell'aspetto sebbene un po' piccolo, elegante, simpatico, intelligente, dedicò tutta la prima parte della sua vita alle galanterie del secolo.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di E. De Mattia, Newton Compton editori, 2004.}} ====Gastone Toschi==== Nel 1815, Carlo Francesco Benvenuto Myriel era vescovo di Digne. Era un vecchio di circa settantacinque anni; occupava la sede di Digne dal 1806.<br>Benché questo particolare non entri affatto in ciò che ci proponiamo di raccontare, tuttavia ci pare utile, non fosse che per amor d'esattezza, far cenno qui del rumore e delle voci che eran corse sul suo conto quando era arrivato nella diocesi.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Gastone Toschi, Bietti, 1966.}} ====Renato Colantuoni==== Nel 1815, era vescovo di Digne monsignor Charles François Bienvenu Myriel, un vecchio di circa settantacinque anni, che occupava quel seggio dal 1806.<br /> Sebbene questo particolare abbia poco a che fare con ciò che racconteremo, non sarà forse inutile, sia pure solo per essere del tutto precisi, accennare qui alle voci ed ai discorsi che correvano sul suo conto, nel momento in cui era arrivato nella diocesi. Vero o falso che sia, quel che si dice degli uomini occupa spesso altrettanto posto nella loro vita, e soprattutto nel loro destino, quanto quello che fanno. Monsignor Myriel era figlio d'un consigliere del parlamento d'Aix: nobiltà di toga, dunque. Si raccontava di lui che suo padre, nell'intenzione di fargli ereditare la propria carica, gli aveva dato moglie prestissimo, secondo una consuetudine abbastanza diffusa tra le famiglie dei membri del parlamento. Malgrado quel matrimonio, si diceva, Charles Myriel aveva fatto molto parlare di sé. Ben fatto nella persona, sebbene di statura alquanto piccola, elegante, simpatico e intelligente, aveva speso tutta la prima parte della sua vita e nel bel mondo e negli intrighi amorosi.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''I miserabili'', a cura di Renato Colantuoni, Garzanti, 1981.}} ===Citazioni=== {{Avviso|testo=Da sistemare in ordine di parte, libro, capitolo}} *Riponete la nostra speranza in colui al quale nessuno succederà. *Solo i combattenti della prima ora hanno il diritto di essere gli sterminatori dell'ultima. *Coll'animo e il pensiero interamente assorti in quelle grandi cose misteriose che Dio mostra di notte agli occhi che restano aperti. *V'è uno spettacolo più grande del cielo, ed è l'interno dell'anima. *I popoli sono grandi all'infuori delle tristi avventure della spada [...] spesso la perdita d'una battaglia significa conquista d'un progresso. Meno gloria e più libertà: tace il tamburo e prende la parola la ragione. *L'intera società umana: da un lato l'invidia, dall'altro il disprezzo. *Cent'anni sono la vecchiaia, per una casa, sebbene siano la gioventù, per una chiesa. *Quanto a noi, rispettiamo in qualche punto e risparmiamo il passato, purché acconsenta a esser morto; se vuol essere vivo, l'attacchiamo e cerchiamo d'ucciderlo. *La morte gli apparve colle spalle d'ufficiale superiore, le fece quasi il saluto militare. *L'anima è il solo uccello che sollevi la gabbia del corpo. *Dall'egoismo dell'uomo che soffre, passò alla compassione dell'uomo che medita. *Le nostre chimire sono quelle che più ci somigliano, e ciascuna sogna l'ignoto e l'impossibile secondo la propria natura. *Chi ha visto la miseria dell'uomo non ha visto nulla, perché bisogna vedere quella della donna; si come chi ha visto la miseria della donna non ha visto nulla, poiché bisogna vedere quella del fanciullo. *Sono rari quelli che cadono senza avvilirsi, e v'è un punto del resto, in cui infelici e infami di congiungono e confondono in una sola parola fatale: i Miserabili. *Si è voluto, a torto, far della borghesia una classe. La borghesia è semplicemente la parte accontentata del popolo; il borghese è l'uomo che, ora, ha il tempo di sedersi. *L'anima che ama e soffre è l'unica sublime. *Colui che lo respinge come noia, l'avrà come supplizio; non vuoi essere operaio, sarai schiavo. Il lavoro vi abbandona da una parte, solo per riprendervi dall'altra. *Mondo non sono le locomotive, ma le idee: Le idee si faccian tirare dalle locomotive, ma non si scambi il cavallo col cavaliere. *Amare sostituisce quasi il pensare. L'amore è ardente oblio del resto; andate a chieder la logica alla passione! *Chi è feroce ha paura di chi è sinistro; e i lupi indietreggiano davanti a una gola. *Quando si è alla fine della vita, morire significa partire; quando si è al principio di essa, partire vuol dire morire. *La prova suprema, o l'unica prova, è la perdita dell'essere amato. *Salvarsi con quello che li ha perduti è il capolavoro degli uomini forti. *Il presente ha la sua quantità scusabile di egoismo, così come la vita contingente ha il suo diritto e non è tenuta a sacrificarsi continuamente all'avvenire. *Il chiasso non risveglia un ubriaco; il silenzio, si. *Sul rogo, nel naufragio, si può essere grandi; nella fiamma, come nella schiuma, è possibile un atteggiamento superbo e, sprofondando in essi, ci si trasfigura. *Non basta esser felici, bisogna esser soddisfatti. *Quando si è legati da sé, si è ben legati. *Certe abitudini strane, come giungere nell'ora in cui gli altri se ne vanno, farsi da parte mentre gli altri si mettono in mostra, conservare in ogni occasione quello che chiamiamo il mantello color muro, ricercare i viali solitari, preferire le vie deserte, non introdursi nelle conversazioni, evitare le folle e le foreste, parere agiato e vivere poveramente, aver sempre, per quanto ricchi, la chiave in tasca e la candela in portineria, entrare dalla porta di servizio, salire le scale furtivamente; tutte queste insignificanti singolarità. rughe, bolle d'aria, increspature fuggevoli alla superficie, provengono spesso da una profondità immensa. *Talvolta zappava la terra del giardino, talvolta leggeva e scriveva; e queste due specie di occupazione le chiamava con una sola frase «coltivare il giardino». «L'anima è un giardino», diceva. (Parte I, I, V) *La collera può essere pazza e assurda e si può essere irritati a torto; ma si è indignati solo quando, in fondo, si ha ragione per qualche aspetto. (I, II, VII; 1981) *[...] non vi sono né cattive erbe né cattivi uomini: vi sono soltanto cattivi coltivatori. (I, V, III; 1981) *Far il poema della [[coscienza]] umana, foss'anco d'un sol uomo, del più infimo fra gli uomini, sarebbe come fondere tutte le epopee in un'epopea superiore e definitiva. La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita! (I, III, VII; 1981) *Il [[matrimonio]] è un innesto; può attecchire o meno. (I, III, VII; 2013) *[...] Ella {{NDR|Suor Simplice}} aveva preso il nome di semplice per scelta speciale. Simplicia di Sicilia, si sa, è quella santa che preferì lasciarsi strappare due mammelle piuttosto che rispondere di esser nata a Segeste, mentre era nata a [[Siracusa]], menzogna che l'avrebbe salvata. (I, Libro VII, cap. I p. 203; 2014) *La tirannia segue il tiranno. È una sventura per un uomo lasciar dietro di sé una tenebra che abbia la sua forma. (Parte II, Libro I, Cap. IV) *La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna. (II, I, IX; 1981) *Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.<br />Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.<br />Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.<br />La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode. (II, I, XV; 1981) *Waterloo è una battaglia di primo ordine, vinta da un capitano di secondo. (II, I, XVI; 1981) *Se volete rendervi conto di quello che è la [[rivoluzione]], chiamatela [[Progresso]]; ma se volete rendervi conto di quello che significa progresso, chiamatelo [[Futuro|Domani]]; ora, il Domani compie irresistibilmente l'opera sua, e la comincia oggi, arrivando sempre al suo scopo, nei modi più strani. (II, I, XVII; 1981) *Sappiamo che esiste una filosofia che nega l'infinito. C'è anche una filosofia classificata patologicamente, che nega il sole. Questa filosofia si chiama cecità. (Parte II, Libro VII, Cap. VI) *L'uomo giusto aggrotta le ciglia, ma non sorride mai d'un sorriso cattivo. Comprendiamo la collera, non la [[malignità]]. (Parte II, Libro VII, Cap. VII) *Uno scettico che si unisce a un credente, è qualcosa di semplice come la legge dei colori complementari. Quello che ci manca ci attira. Nessuno ama la luce come il cieco. Il nano adora il tamburo maggiore. Il [[rospo]] fissa sempre gli occhi al cielo; perché? Per veder volare l'uccello. (Parte III, Libro IV, Cap. I) *I vecchi hanno bisogno d'affetto come di sole, come di calore. (III, V, III; 2013) *Leggeva ad alta voce, parendole così di capir meglio. Leggere ad alta voce significa affermare a se stessi la propria lettura. Ci sono persone che leggono a voce altissima e sembrano dare a se stessi la parola d'onore di quel che leggono. (Parte III, Libro V, Cap. V) *Il [[complimento]] è un po' come il bacio attraverso il velo, la voluttà pur nascondendovisi vi mette la sua dolce punta! (III, VIII, I; 1988) *Il riso è il sole, che scaccia l'inverno dal volto umano. (II, VIII, IX; 1981) *V'era sulla piazza principale di Corinto una statua scolpita da Silanione e catalogata da Plinio: rappresentava Epistato. Chi era Epistato? L'inventore dello sgambetto. Ciò riassume la [[Grecia]] e la gloria. (III, IV, IV; 1981) *Umanità significa identità: tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla; nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione; la medesima ombra prima, la medesima carne durante, la medesima cenere dopo. Ma l'ignoranza mescolata all'impasto umano lo rende nero incurabile penetrando nell'interno dell'uomo vi diventa il male. (III, VII, II; 1981) *Dove finisce il telescopio, incomincia il microscopio; quale dei due ha la vista più forte? Scegliere. (IV, III, III) *Sia detto alla sfuggita, il [[successo]] è una cosa piuttosto lurida; la sua falsa somiglianza col [[merito]] inganna gli uomini. (IV, III, XII; 1981) *Così la pigrizia è madre: ha un figlio, il furto, e una figlia, la fame. (IV, VII, II; 1981) *[...] se fosse dato ai nostri occhi terreni di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe molto più sicuramente un uomo da quel che [[sogno|sogna]], che da quel che pensa. (III, V, V; 1981) *Da queste due cose combinate, potenza pubblica all'esterno e felicità individuale all'interno, risulta la prosperità sociale, la quale significa l'uomo felice, il cittadino libero e la nazione grande. (Parte IV, Libro I, Cap. IV, p. 1323; 1981) *Certi pensieri sono preghiere. Vi sono momenti in cui, qualsiasi sia la posizione del corpo, l'anima è in ginocchio. (IV, V, IV; 2013) *Non ci sono regressi di idee, come non ci sono regressi di fiumi. Ma coloro che non vogliono avvenire ci pensino bene. Dicendo di no al progresso, non condannano l'avvenire, ma loro stessi. Si procurano una triste malattia; si inoculano nel passato. C'è un modo solo di rifiutare il Domani, è morire. (Parte IV, Libro VII, Cap. IV) *Una delle magnanimità delle donne è cedere. L'[[amore]] giunto all'altezza in cui è assoluto, si combina con non so quale accecamento del pudore. Ma quanti pericoli correte, o anime nobili! Spesso voi date il cuore, noi prendiamo il corpo. Il cuore vi rimane, e voi lo guardate fremendo nell'ombra. L'amore non ha mezzi termini; o perde, o salva. Tutto il destino umano è questo dilemma. Questo dilemma, perdita o salvezza, non c'è fatalità che lo ponga più inesorabile dell'amore. L'amore è vita, quando non è la morte. Culla e anche sepolcro. Lo stesso sentimento dice sì e no al cuore umano. (Parte IV, Libro VIII, Cap. I) *Il diciannovesimo secolo è grande, ma il ventesimo sarà felice. (V, 1, 4)<ref name=sordi/> *Certe feste malsane indeboliscono il popolo e lo trasformano in plebe, la quale, come il tiranno, vuole dei buffoni. (Parte V, Libro VI, Cap. I) *La signora [[Maria|Vergine]], pei campi andando e per Dio piangendo, incontra san Giovanni: 'Da dove venite, signor san Giovanni?' 'Vengo dall'Ave Salus.' 'Non avete visto il buon Dio, per caso?' 'È sull'albero della croce, piedi appesi e mani inchiodate, in capo un bianco cappellino di spine.' Chi la dirà tre volte alla sera e tre volte al mattino, guadagnerà alla fine il paradiso. (V; 1981) *Morire non è nulla; non vivere è spaventoso. (Jean Valjean; V, IX, V; 1981) *I [[genialità|geni]], nelle inaudite profondità dell'assurdo e della storia pura, situati per così dire al di sopra dei dogmi propongono le loro idee a Dio. La loro preghiera offre audacemente la discussione. La loro adorazione interroga. Questa è la [[religione]] diretta, piena d'ansietà e di responsabilità per chi ne tenta l'erta. (vol. I, 1862, p. 76) *La [[meditazione]] umana non ha limiti. A suo rischio e pericolo, analizza e misura il suo proprio abbigliamento. Si potrebbe quasi dire che per una specie di reazione splendida, essa abbagli la natura; il mondo misterioso che ne circonda rende ciò che riceve; è probabile che i contemplatori siano contemplati. (vol. I, 1862, p. 76) *La [[natura]] unisce qualche volta alle nostre azioni effetti e spettacoli con una specie di prefazione cupa e intelligente, come se volesse farci riflettere. (vol. I, 1862, p. 131) *Chiacchiere da mensa e discorsi d'amore sono inafferrabili; i discorsi d'amore sono nubi, le chiacchiere da mensa sono fumi. (vol. I, 1862, p. 170 *L'ostilità è aperta ovunque vi sia una bella donna. (vol. I, 1862, p. 176) *Sapete chi era [[Aspasia di Mileto|Aspasia]], signore?... Quantunque ella vivesse in un'epoca in cui le donne non avevano ancora un'anima, era un'anima; un'anima color rosa e porpora, più ardente del fuoco, più fresca dell'aurora. Aspasia era creatura in cui i due estremi della donna s'univano; era la prostituta dea. [[Socrate]] più [[Manon Lescaut]]. Aspasia fu creata nel caso fosse necessitata una meretrice a [[Prometeo]]. (vol. I, 1862, p. 179) *Gli esseri i più feroci, sono disarmati quando s'accarezzano i loro figli. (vol. I, 1862, p. 190) *– Amici miei, ricordatevi questo; non vi sono né cattive erbe, né uomini cattivi; ma vi sono dei cattivi coltivatori. (vol. I, 1862, p. 208) *– Cento lire, – pensò Fantina, – Ma dove posso trovare un mestiere da guadagnare cento soldi al giorno?... Via vendiamo il resto!...<br>E la sventurata divenne [[Prostituzione|prostituta]].<br>...<br>Che cos'è questa storia di Fantina?<br>È la società che compra una schiava.<br>Da chi? Dalla miseria, dalla fame, dal freddo, dall'isolamento, dall'abbandono, dall'abbiezione. Mercato doloroso. Un'anima per un pezzo di pane. La miseria offre, la società accetta. La santa legge di Gesù Cristo governa la nostra civiltà, ma non vi entra ancora; si dice che la schiavitù è scomparsa dalla civiltà europea. È un errore. Esiste sempre: ma non gravita più che sulla donna e si chiama prostituzione. Gravita sulla donna, vale a dire sulla grazia, sulla debolezza, sulla bellezza, sulla maternità. E questo non è certo una delle minor vergogne dell'uomo. (vol. I, 1862, p. 236) *C'è uno spettacolo più grandioso del [[Cielo e mare|mare]], ed è il [[Cielo e mare|cielo]], c'è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l'interno di un'anima. (vol. I, 1862, p. 274) *La [[vita]] è una brutta istituzione di non so chi. Non dura nulla e non vale nulla. Ci si rompe il collo a vivere. (2004, p. 452) *La felicità è un vecchio fondale dipinto da una sola parte. (2004, p. 452) *Lo scontro delle giovani menti fra loro, ha questo di ammirevole, che mai si può prevedere la scintilla né indovinare lo sprazzo di [[luce]]! (2004, p. 456) *L'[[anima e corpo|anima]] aiuta il [[anima e corpo|corpo]] e in certi momenti lo solleva. È l'unico uccello che sostenga la sua gabbia. (2004, p. 464) *Il giovane ricco ha cento distrazioni brillanti e grossolane, corse di cavalli, [[caccia]], tabacco, gioco, buoni pranzi e tutto il resto; occupazioni della parte bassa dell'anima a danno della parte alta e delicata. Il giovane povero stenta a procacciarsi il pane ; mangia, e quando ha mangiato non ha più che la meditazione. (2004, p. 466) *Le nostre chimere sono quelle che ci assomigliano di più. (2004, p. 471) *[...] l'unico pericolo sociale è l'[[ignoranza]]. (2004, p. 489) *La commiserazione ha e deve avere la sua curiosità. (2004, p. 503) *È permesso guardare la sventura a tradimento per soccorrerla. (2004, p. 503) *Le [[città]] al pari delle foreste, hanno antri in cui si nasconde tutto ciò che esse hanno di più cattivo e di più terribile.<br>Solo che, nella città, ciò che si nasconde così è feroce, immondo e misero, cioè brutto; nelle foreste, ciò che si nasconde è feroce, selvaggio e grande, cioè bello. Tana per tana, quella delle bestie è preferibile a quella degli uomini. Le caverne sono meglio dei tuguri. (2004, p. 503) *La [[borghesia]] è semplicemente quella parte di popolo che è contenta. (2004, p. 559) *Fino a quando esisterà, per colpa delle leggi e dei costumi, una condanna sociale che, in piena civiltà, crea artificialmente degli inferni e complica con una fatalità umana il fato ch'è divino; fino a quando non saranno risolti i tre problemi del secolo: la degradazione dell'uomo per colpa dell'estrema povertà, la corruzione della donna per colpa della fame, l'atrofia del fanciullo per colpa delle tenebre; fino a quando, in certi ambienti, sarà possibile l'asfissia sociale; in altre parole, e secondo un punto di vista ancor più esteso, fino a quando vi saranno sulla terra ignoranza e miseria, i libri come questo non potranno non essere inutili. (Hauteville-House, primo gennaio 1862; dalla premessa dell'autore alla prima edizione; 1966) *Il ramo, quando una mano si approssima per staccarne un fiore freme e sembra nel medesimo tempo voler sfuggire a volersi offrire. Il corpo umano ha un simile fremito quando arriva l'istante in cui le dita misteriose della morte vogliono cogliere l'anima. (1966, p. 236) *Non c'è nulla di più funebre dell'arlecchino in cenci. (1968 p. 253) *La spaventosa livellatrice dell'infimo, la vergogna, era passata su quelle fronti; giunti a quel grado d'abbassamento, tutti subivano le ultime trasformazioni nelle ultime profondità; e l'ignoranza, mutata in ebetismo, era identica all'intelligenza mutata in disperazione. Non v'era possibilità di scelta tra quegli uomini che apparivano allo sguardo come l'elite del fango (1968 p. 255) ===Citazioni da altre edizioni=== *Al mattino scrivo bigliettini amorosi, la sera scavo fosse: questa è la vita, paesano. (Gribier, il becchino) *Dalla [[conchiglia]] si può capire il mollusco, dalla casa l'inquilino. *È dall'[[ironia]] che comincia la libertà. *Il [[coraggio]] non teme il delitto e l'[[onestà]] non teme l'autorità. *I tempi primitivi sono lirici, i tempi antichi sono epici, i tempi moderni sono drammatici. *La giovinezza è la stagione delle pronte suture e delle cicatrici rapide; a quell'età le facce parlano apertamente e la parola è inutile: ci sono giovani di cui si potrebbe dire che la loro fisionomia discorre. *La Rivoluzione francese fu il più grande progresso nella storia dell'umanità dopo l'avvento di Cristo. *La [[solitudine]] crea persone d'ingegno o idioti. *La suprema [[felicità]] della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, di essere amati ''a dispetto'' di quello che si è. *Nessuno sa mantenere un segreto meglio di un bambino. *Ride il bimbo quando ammazza. *Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente. *Tutta la [[storia]] non è che una lunga ripetizione: un secolo plagia l'altro. *Un uomo duramente provato non si volta mai indietro a guardare; sa che la [[sfortuna|cattiva sorte]] lo segue sempre, passo passo. *Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un [[lavoro]] visibile ed uno invisibile. ==''I lavoratori del mare''== ===[[Incipit]]=== L'Atlantico rode le nostre scogliere. La pressione della corrente del polo deforma la nostra costa occidentale. La muraglia che noi abbiamo sul mare è minata; l'acqua travolge nugoli di sassi; i nostri porti si riempiono di sabbia e di pietre; le foci dei nostri fiumi s'ingorgano. Ogni giorno un lembo di terra normanna si stacca e sparisce nei flutti. ===Citazioni=== *L'[[alba]] ha una sua misteriosa grandezza che si compone d'un residuo di sogno e d'un principio di pensiero. *L'inaccessibile aggiunto all'impenetrabile, l'impenetrabile aggiunto all'inespigabile; ecco che cos'è il [[cielo]]. *La [[notte]] – chi scrive queste parole lo ha già detto altrove – è lo stato proprio e normale della creazione di cui facciamo parte. Il [[giorno]], breve nella durata come nello spazio, non è che una misura stellare. *Non v'è un posto definito dove appoggiare lo spirito. *I pertinaci sono i sublimi. Chi è soltanto audace non ha che un impulso; chi è soltanto valoroso non ha che un temperamento; chi è soltanto coraggioso non ha che una virtù; l'[[ostinazione|ostinato]] nel vero ha la grandezza. *Quasi tutto il segreto delle anime grandi si racchiude in questa parola: ''perseverando''. *La [[perseveranza]] è, rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio. *Tutto sta nell'andare alla [[meta]], sia essa sulla terra, sia essa nel cielo: nel primo caso si è Colombo, nel secondo Gesù. *La croce è folle; da ciò la sua gloria. *Non lasciar discutere la propria coscienza, né disarmare la propria volontà; è così che si ottiene la sofferenza, è così che si ottiene il trionfo. *Nell'ambito dei fatti morali, il cadere non esclude il librarsi. Dalla caduta sorge l'ascesa. *I [[Mediocrità|mediocri]] si lasciano sconsigliare dall'ostacolo specioso; i forti no. Morire è la loro alea, conquistare è la loro certezza. *Il disdegno delle [[obiezione|obiezioni]] ragionevoli genera quella sublime vittoria sconfitta che si chiama il martirio. *Niente eguaglia la timidezza dell'ignoranza se non la sua temerità. Quando l'ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola. Quella bussola è l'intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato. L'ignoranza è una fantasticheria e la fantasticheria curiosa è una forza. Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia. Gama, sapendo, avrebbe indietreggiato di fronte al Capo delle Tempeste. Se Cristoforo Colombo fosse stato buon cosmografo, non avrebbe scoperto l'America. Se Galvani fosse stato un perfetto scienziato e avesse saputo che cos'è il 'movimento di ritorno', senza dubbio il sussulto della rana morta non avrebbe risvegliato la sua curiosità, non sarebbero state inventate quelle leggi meravigliose alle quali si è dato il nome di 'galvanismo'; il secondo uomo che salì sul [[Monte Bianco]] fu uno scienziato, Saussure, il primo fu un pastore, Balma. Tali casi, diciamolo sorvolando, sono eccezioni che non menomano affatto la scienza, la quale resta la regola. L'ignorante può trovare; lo scienziato solo inventa. {{NDR|Victor Hugo, ''I Lavoratori del Mare'', traduzione, introduzione e note di Giacomo Zanga, BMM, 1954.}} ===Citazioni da altre edizioni=== *Il [[pensatore]] vuole, il sognatore subisce. (traduzione Di Vittorio Orazi) *Il vero pilota è il marinaio che naviga sul fondo più che alla superficie. (traduzione Di Vittorio Orazi) *La [[solitudine]] unendosi alle anime semplici, le complica. *Un ipocrita è un paziente nel doppio significato della parola. Medita un trionfo e sopporta un supplizio. (2015) *Un punto microscopico brilla, poi un altro, poi un altro: è l'impercettibile, è l'enorme. Questo lumicino è un focolare, una stella, un sole, un universo; ma questo universo è niente. Ogni numero è zero di fronte all'infinito. L'inaccessibile unito all'impenetrabile, l'impenetrabile unito all'inesplicabile, l'inesplicabile unito all'incommensurabile: questo è il [[cielo]]. ==''Il Novantatré''== ===[[Incipit]]=== Negli ultimi giorni del maggio 1793, uno dei battaglioni parigini inviati in Bretagna agli ordini di Santerre stava esplorando il temuto bosco della Saudraie, nei pressi di Astillé. Il battaglione non contava più di trecento uomini. La guerra, condotta con tanto accanimento, l'aveva decimato. Dopo i fatti d'armi delle Argonne, di Jemmapes e di Valmy, gli effettivi del primo battaglione parigino erano scesi da seicento volontari a ventisette, quelli del secondo a trentatré e quelli del terzo a cinquantasette. Epico periodo di lotte sanguinose! {{NDR|Victor Hugo, ''Il Novantatré'', traduzione di Oete Blatto, Biblioteca Economica Newton, Roma, 2004. ISBN 88-8289-976-4.}} ===Citazioni=== *I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà. (1973) *Lo spirito nutre, l'intelligenza vivifica. Tra la nutrice che allatta e il [[Maestro|precettore]] che insegna vi è analogia. Talvolta, quest'ultimo è padre più del genitore stesso, come la nutrice è madre più della madre vera. (II, I, III, 2004, p. 102) *Tale era quella smisurata Convenzione, campo trincerato del genere umano attaccato da tutte le tenebre nello stesso tempo, notturni falò di un esercito di idee assediate, immane bivacco di spiriti su un versante abissale. Nella storia, nulla di paragonabile a questo gruppo, insieme senato e plebaglia, conclave e trivio, areopago e piazza pubblica, tribunale e imputato. (II, III)<ref>Citato in [[Umberto Eco]], ''Costruire il nemico'', Bompiani, Milano, 2011, [http://books.google.it/books?id=VWdcE4MVJXMC&pg=PT196 p. 196].</ref> *Storia e leggenda sono accomunate da una stessa finalità: tratteggiare l'uomo eterno attraverso gli uomini caduchi. (III, I, I, 2004, p. 151) *Il [[filosofo]] è prudente nel muovere una condanna, perché sa che ogni grande [[problema]] contiene degli elementi oscuri, perché sa che, al pari delle nuvole, i problemi non si agitano senza proiettare delle ombre. (III, I, I, 2004, p. 152) *I vasti [[Orizzonte|orizzonti]] generano le idee complesse, i piccoli orizzonti le idee ristrette. (III, I, VI, 2004, p. 163) *Il silenzio che accompagna un tormento interiore è inesprimibile. Non esiste conforto per una [[madre]] che soffre. La maternità non conosce limiti e ragionamenti. La madre è sublime perché è tutta istinto. L'istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina. (III, II, VI, 2004, p. 188) *Il [[sentimento]] non abbisogna di luce come il ragionamento, ma lo supera in potenza. (III, VI, II, 2004, p. 286) *«L'[[armonia]] cela sempre un'illusione».<br />«Quanta ve n'è nella vostra algebra».<br />«Io vorrei l'uomo euclideo».<br />«E io lo preferirei creato da un [[Omero]]».<br />Il sorriso severo di Cimourdain volle richiamare il giovane [Gauvain] alla realtà.<br />«Poesia. Devi diffidare dai poeti».<br />«Conosco questi consigli. Diffida del soffio, del raggio, del profumo, diffida dei fiori, diffida delle costellazioni».<br />«Tutto ciò non ci ha mai procurato cibo».<br />«E che cosa ne sapete voi? Anche l'[[idea]] è nutrimento». (III, VII, V, 2004, p. 303) *«L'[[utopia]] deve accettare il giogo della realtà, deve essere inquadrata nei fatti. Ogni idea astratta deve trasformarsi in un'idea concreta; ciò che ogni idea perde in bellezza, lo acquista in utilità; viene rimpicciolita, ma è più efficace. Bisogna soprattutto che il diritto si faccia legge e quando il diritto è divenuto legge si palesa assoluto. Per me, questo è ciò che io definisco il [[Possibilità|possibile]]».<br />«Il possibile è molto più vasto».<br />«Eccoti ancora una volta nell'utopia».<br />«Il possibile è una creatura alata che volteggia eternamente su di noi».<br />«Bisogna catturarla».<br />«Sì, ma viva». (III, VII, V, 2004, pp. 305-306) *Ecco il mio motto: [[progresso]] costante. Se Dio avesse voluto che l'uomo indietreggiasse, gli avrebbe messo un occhio dietro la testa. Noi guardiamo sempre dalla parte dell'aurora, del bocciolo, della nascita. (III, VII, V, 1973) *Non si è eroi contro il proprio paese. (p. 56 ed. Mondadori) *C'è nel giorno un'ora serena che si potrebbe definire assenza di rumore, è l'ora serena del [[crepuscolo]]. (p. 66 ed. Mondadori) *Cimourdain apparteneva al novero di coloro che hanno una voce dentro di sé e che l'ascoltano. Sono uomini che paiono distratti; nient'affatto: sono attenti. (p. 102 ed. Mondadori) *Al pari del cielo l'uomo può avere una nera serenità; basta che qualcosa dentro di lui faccia notte. [...] Ciò che fa notte dentro può lasciare in noi le stelle. (p. 99 ed. Mondadori) *Biasimare o lodare gli uomini a causa dei risultati equivale press'a poco a lodare o biasimare le cifre a causa del totale. Ciò che deve passare passa, ciò che deve spirare spira. L'eterna serenità non è turbata da simili aquiloni. Al di sopra delle rivoluzioni, la verità e la giustizia dimorano come il cielo stellato al di sopra delle tempeste. (p. 154 ed. Mondadori) ==''L'uomo che ride''== ===[[Incipit]]=== Ursus e Homo erano legati da una stretta amicizia.<br>Ursus era un uomo, Homo era un lupo. Le loro indoli si erano trovate d'accordo. Era stato l'uomo a battezzare il lupo. Probabilmente egli si era scelto da se stesso anche il proprio nome, e avendo trovato Ursus adatto a se stesso, aveva trovato Homo adatto alla bestia. Questi due associati, l'uomo e il lupo, trovavano il guadagno nelle fiere, nelle feste parrocchiali, e in tutti gli angoli delle strade dove i passanti si aggruppavano, per il bisogno che la gente prova dappertutto di ascoltare delle fandonie e di bearsi della vista del [[ciarlatano]].<br>Il lupo, docile e sottomesso, riusciva simpatico alla folla. Assistere ad uno spettacolo di [[addomesticamento]] è sempre una cosa piacevole, e il vederne sfilare dinanzi tutte le varietà è la nostra suprema gioia. Per questo vi è sempre tanta gente sul passaggio dei cortei reali.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''L'uomo che ride'', traduzione di L. Rossi, Editrice Lucchi, 1967.}} ===Citazioni=== *L'indietreggiare nel senso inverso dei nostri vizî, ci conduce ai vizî opposti. (1967, p. 106) *Lo star troppo sulla difensiva indica sempre un segreto desiderio d'attacco. (1967, p. 106) *Chi è selvaggio non è severo. (1967, p. 106) *Non è una cosa facile divenire un [[gentiluomo]] perfetto. (1967, p. 107) *Gli impieghi di corte sono come le macchie d'olio: tendono sempre ad allargarsi. È così che il portiere è diventato cancelliere e il palafreniere è diventato constabile. (1967, p. 116) *A Corte, chi dice fiducia dice intrigo, e chi dice intrigo dice avanzamento. (1967, p. 116) *L'[[invidia]] è una buona stoffa per confezionare una [[spia]]. (1967, p. 117) *La spia va a [[caccia]] per conto d'altri, come il [[cane e gatto|cane]]; l'invidioso va a caccia per conto proprio, come il [[cane e gatto|gatto]]. (1967, p. 117) *Un io feroce: ecco l'invidioso. (1967, p. 117) *Per la donna il momento in cui non può più contare gli anni a primavere, ma comincia a contarli a inverni, è irritante. È come un sordo rancore contro gli anni che non si possono togliere. (1967, p. 124) *L'orrore della legge fa la maestà del giudice. (1967, p. 192) *Il silenzio davanti alla giustizia è una specie di ribellione. Lesa giustizia è lesa maestà. (1967, p. 191) *Tutti i vizi [...] presuppongono tutti i delitti. Chi non confessa niente confessa tutto. Chi tace alle domande del giudice è di fatto mentitore e parricida. (1967, p. 191) *Io sono un giovane girovago che rappresento delle buffonate nelle fiere e nei mercati. Io sono l'Uomo che ride. È corsa a vedermi tutta la gente. Noi stiamo nei Tarrinzeau-field. Sono quindici anni che io esercito la mia professione onestamente. Fatemi la grazia di farmi uscire di qui, signor giudice. Non bisogna abusare della debolezza degli infelici. Abbiate compassione d'un uomo il quale non ha fatto nulla, e ch'è senza protezione e senza difesa. Voi avete dinanzi un povero saltimbanco.<br>– Io ho dinanzi a me – disse lo sceriffo – lord Fermain Clancharlie, barone di Clancharlie e Hunkerville, marchese di Corleone in Sicilia, pari d'Inghilterra.<br>E dopo essersi alzato indicando a Gwynplaine il suo seggiolone, lo sceriffo aggiunse:<br>– Milord, Vostra Signoria voglia avere la degnazione di sedersi. (1967, p. 194). *La cosa che in questo mondo può essere più orrida è la gioia. (1967, p. 204) *Che un uomo, sia pure dotato della più gran fermezza ed energia, cada in deliquio ad un'improvvisa percossa della fortuna, non deve meravigliare. Si uccide un uomo con l'imprevisto come un bue con la mazza. (1967, p. 206) *Il destino, quando apre una porta, ne chiude un'altra. Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro. (1967, p. 210) *Il commettere delitti non toglie che si abbiano dei vizi. (1967, p. 228) *La donna nuda è una donna armata. (1967, p. 237) *Nel centro della tela, nel posto ove suole stare il ragno, Gwynplaine vide una cosa formidabile e magnifica: una donna nuda.<br>Non assolutamente nuda. Questa donna era vestita e vestita dalla testa ai piedi. Indossava una camicia lunghissima, come le stole d'angeli nei quadri di santi, ma così sottile che sembrava bagnata, Donde un incirca di donna nuda, più fervido e pericoloso che la nudità assoluta.<br>La tela d'[[argento]] trasparente era una tenda. Fermata soltanto in alto, essa poteva essere sollevata. Separava la sala di marmo, ch'era una sala da bagno, da una camera, ch'era una camera da letto. Questa camera, piccolissima, era una specie di grotta tutta specchi. Ovunque cristalli veneziani, aggiustati poliedricamente, congiunti da bacchette dorate, riflettevano il letto ch'era nel centro. Su quel letto, d'argento come la toeletta e il canapè, era sdraitata la donna. Ella dormiva.<br>Dormiva col capo supino. Coi piedi respingeva le coltri, come il succubo sopra al quale aleggia il sogno.<br>Il suo guanciale di trine era caduto a terra sul tappeto. Fra la sua nudità e lo sguardo dell'uomo, erano due ostacoli: la camicia e la tenda di velo d'argento. Due trasparenze. La camera, più alcova che camera, era illuminata lievemente dal riflesso della sala da bagno.<br>Forse la donna non aveva pudore, e la luce invece ne aveva ancora.<br>Il letto era senza colonne, né cortinaggio, né cielo, così che la donna, aprendo gli occhi, poteva vedersi riflessa mille volte nuda negli specchi che aveva sopra il capo.<br>Una veste da camera di magnifica seta della Cina era gettata sulla sponda del letto.<br>Oltre il letto, in fondo all'alcova, era forse una porta, nascosta, segnata da uno specchio piuttosto grande, sul quale eran dipinti pavoni e cigni.<br>Al capezzale del letto era fermato un leggio d'argento ad aste girevoli, ed a fiaccole fisse, sul quale si poteva vedere un libro aperto, che in cima alle pagine aveva questo titolo a letteroni rossi: ''Alcoranus Mahumedis''.<br>Gwynplaine non scorgeva nessuna di queste cose. La donna: ecco quello che vedeva. (1967, p. 236) *Quando straripiamo sul [[bene e male|male]] più che non appoggiamo sul [[bene e male|bene]], quella parte di noi che è sospesa sulla colpa finisce col vincere e precipita. (1967, p. 238) *[[regole dai libri|Regola]]: Non estirpate i vizi, se volete avere delle belle dame. Altrimenti somiglierete a quegli imbecilli che distruggono i bruchi pur andando pazzi per le farfalle. (1972, p. 155) *Lo spirito, come la natura, ha l'orrore del vuoto. Nel vuoto, la natura mette l'[[amore e odio|amore]]; lo spirito, spesso, vi mette l'[[amore e odio|odio]]. L'odio prende spazio. (1972) *L'odio per l'odio esiste. L'arte per l'arte è nella natura, più che non si creda. Si odia. Bisogna pur far qualche cosa. (1972, p. 194) *Le [[cattiva azione|azioni riprovevoli]] hanno luoghi riservati. Come le [[distillato|acquaviti]] troppo forti, non si bevono d'un sol tratto. Si posa il bicchiere, poi si vedrà, la prima goccia già fa riflettere. (1972, p. 303) *Chi non dice nulla fa fronte a tutto. Una parola che vi sfugga, presa nell'ingranaggio sconosciuto, può trascinarvi interamente sotto non si sa quali ruote. (1972, p. 357) *Parimente, quando ha esaurito tutte le miserie, le privazioni, le tempeste, i ruggiti, le catastrofi, le agonie, contro un uomo rimasto ancora in piedi, la Fatalità sorride, e l'uomo, divenuto ebbro all'improvviso, barcolla. (1972, p. 365) *Se si considerano a fondo le cose, l'infermità e la bruttezza accettate con altera indifferenza, anziché contraddire la grandezza, l'affermano e la provano. (1972, p. 446) *Le [[disillusione|disillusioni]] si allentano come l'arco, con una forza sinistra, e scoccano l'uomo, questa freccia, verso il vero. (1972, p. 477) *Chi è soddisfatto è inesorabile. Per il satollo, l'affamato non esiste. Le persone felici ignorano e s'isolano. Alla soglia del loro paradiso, come alla soglia del loro inferno, bisogna scrivere: "Lasciate ogni speranza". (1972, p. 487) *È dell'inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei ricchi. (1999, p. 350) ===Citazioni da altre edizioni=== *Il [[bambino]] ha il dono di accettare molto rapidamente la scomparsa di una sensazione. Gli sono risparmiati quei contorni remoti e sfuggenti che costituiscono la vastità del dolore. *La [[disperazione]] è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola. *Nel destino di ogni uomo può esserci una [[fine del mondo]] fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L'anima è piena di stelle cadenti. ==''Notre-Dame de Paris''== ===[[Incipit]]=== ====Fabio Scotto==== Sono già oggi trascorsi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni da che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane che suonavano a distesa nella tripla cerchia della Cité, dell'Université e dell'intera città.<br>Il 6 gennaio 1482 non è però un giorno che la storia ricordi. Nulla di rimarchevole nell'evento che così scuoteva fin dal mattino, le campane e i borghesi di Parigi. Non si trattava né di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquiario portato in processione, né di una rivolta di scolari nella vigna di Laas, né di un ingresso del ''nostro temutissimo signor Messere il re'', nemmeno di una bella impiccagione di briganti e di brigantesse in Place dela Justice a Parigi. Non era neanche l'arrivo, così frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasciata tutta pennacchi e decorazioni. Erano trascorsi soltanto due giorni da che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata a Parigi, con grande preoccupazione di Sua Eminenza il cardinale di Borbone, il quale, per far piacere al re, aveva dovuto far buon viso a tutta quella rozza ressa di borgomastri fiamminghi, e lusingarli, a Palazzo Borbone con una ''molto bella moralità, satira e farsa'', mentre una pioggia battente inondava alla sua porta i suoi magnifici arazzi.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Fabio Scotto, La Biblioteca di Repubblica, 2003.}} ====Luigi Galeazzo Tenconi==== Trecentoquarantott'anni, sei mesi e diciannove giorni or sono i parigini si svegliarono allo squillo di tutte le campane, che suonavano a distesa nella triplice cerchia della Città Vecchia, dell'Università e della Città.<br>Eppure, il 6 gennaio 1482 non è affatto un giorno di cui la storia abbia serbato il menomo [''sic''] ricordo. Nulla di notevole nell'avvenimento che metteva così in moto, fin dall'alba, campane ed abitanti di Parigi. Non si trattava di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquiario portato in processione, né di una sommossa di scolari nel brolo di Laas, né di una entrata del ''temutissimo signor nostro monsignore il re'', e neppure di una bella impiccagione di ladri e di ladre sulla piazza della Giustizia di Parigi. Non si trattava nemmeno dell'improvviso arrivo, cosa tanto frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasceria infronzolita e impennacchiata. Erano appena due giorni che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il Delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata in Parigi, con grande fastidio del signor cardinale di Borbone, il quale, per compiacere al re, aveva dovuto far buon viso a tutta quella rustica accozzaglia di borgomastri fiamminghi, e far dare in loro onore nel suo palazzo una ''molto bella moralità, burletta e farsa'', mentre un gran rovescione di pioggia gli infradiciava i magnifici addobbi del portone.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''Notre-Dame di Parigi'', traduzione di Luigi Galeazzo Tenconi, RCS Libri, 2000}} === Citazioni === *Sei stato bambino, lettore, e forse sei abbastanza fortunato da esserlo ancora. *Cos'è un [[bacio]]? Un lambire di fiamma. (2000) *Fatto che si abbia il [[male]], bisogna farlo tutto quanto. È da pazzi sperare di fermarsi ad un punto qualunque del mostruoso! Il delitto spinto agli estremi ha deliri di gioia. (2000) *Il destino del saggio ne tiene, vita natural durante, la [[filosofia]] in stato d'assedio. (2000) *Un guercio è molto più incompleto di un cieco. Sa cosa gli manca. (2000) *''Tempus edax, homo edacior'', che io tradurrei volentieri così: il [[tempo]] è cieco, l'uomo è stupido.<ref>Critica alla decadenza dei monumenti di Parigi.</ref> (2000) *I [[maestro e discepolo|professori]], detestabili come sono, fanno, non solo a loro insaputa, ma anche assolutamente loro malgrado, eccellenti [[maestro e discepolo|discepoli]].<ref>Riferito alle scuole d'architettura parigine.</ref> (2000) *Era una di quelle teste mal conformate, in cui l'intelligenza si trova a suo agio suppergiù come la fiamma sotto lo spegnitoio. (2000) *I giudici, in generale, si regolano in modo che il loro giorno di udienza coincida con il loro giorno di malumore, allo scopo d'aver sempre qualcuno su cui sfogarsene comodamente, in nome del re, della legge e della [[giustizia]]. (2000) *– Oh! L'amore! – lei disse, e la sua voce tremava, e il suo occhio brillava. – è essere due e non essere che una persona sola. Un uomo e una donna che si fondono in un angelo, è il cielo. *[Gringoire] - Dunque non mi volete per marito? La fanciulla [Esmeralda] lo guardò fisso e disse: - No. - E per amante? - riprese Gringoire. Lei fece la sua smorfia e rispose: - No. - E per amico? - proseguì Gringoire. Lei lo guardò ancora fisso e, dopo aver riflettuto un momento, disse: - Forse. Quel ''forse'', così caro ai filosofi, diede coraggio a Gringoire. (da ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Fabio Scotto, La Biblioteca di Repubblica, 2003, libro secondo, cap. VII) *L'invenzione della [[stampa]] è il più grande avvenimento della storia. È la rivoluzione madre. È il modo di espressione dell'umanità che si rinnova totalmente, è il pensiero umano che lascia una forma e ne prende un'altra, è il vero mutamento di pelle di quel serpente simbolico che, da Adamo in poi, rappresenta l'intelligenza.<br>Sotto forma di stampa il pensiero è imperituro. Diviene volatile, inafferrabile, indistruttibile: si mescola all'aria. Mentre al tempo dell'architettura si faceva montagna e occupava potentemente un secolo e un luogo, ora si fa stuolo d'uccelli, si diffonde ai quattro venti e occupa a un tempo tutti i punti dell'aria e dello spazio.<br>Chi non vede che in questa forma è assai più indelebile? Da solido che era, è divenuto vivente, ed è passato così dalla durata all'immortalità. Si può demolire una montagna di pietre, ma come estirpare l'ubiquità? *[...] i professori, detestabili come sono, fanno, a loro insaputa non solo, ma anche assolutamente loro malgrado, eccellenti discepoli: tutto l'opposto di quel vasaio di cui parla Orazio, che ideava anfore e produceva pignatte. ''Currit rota, orceus exit<ref>La ruota (il tornio) gira, e il vaso è fatto. La traduzione è in Rizzoli, 1951, vol I, p. 13.</ref>''. (da ''Nota dell'autore aggiunta all'edizione definitiva (1832)'', in ''Notre-Dame di Parigi,'' 2 voll., traduzione di Luigi Galeazzo Tenconi, Rizzoli Editore, Milano, 1951, vol. I, p. 13) *Un guercio è molto più incompleto di un cieco. Sa ciò che gli manca. (da ''Quasimodo'', Rizzoli, 1951, vol I, p. 63) *[...] il destino del saggio ne tiene, vita natural durante, la filosofia in {{sic|istato}} d'assedio. (da ''Besos para golpes'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 78) *Tu sei stato fanciullo, lettore; forse hai la fortuna di esserlo ancora. (da ''Una notte di nozze'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 112) *– Oh, l'[[amore]]! – ella disse. E la sua voce tremava, e l'occhio le raggiava. – L'amore è essere due e non essere che uno. Un uomo e una donna che si fondono in un angelo. L'amore è il cielo! (da ''Una notte di nozze'', Rizzoli, 1951, vol I, p. 116) *Sul volto di questa vecchia [[Cattedrale di Notre-Dame|regina delle nostre cattedrali]], accanto a una ruga si scorge sempre una cicatrice. ''Tempus edax, homo edacior<ref>Il tempo è vorace, l'uomo lo è ancor più. La traduzione è in Rizzoli, 1951, p. 123.</ref>'', che io tradurrei volentieri così: il tempo è cieco, l'uomo è stupido. (da ''Notre-Dame'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 123) *[[Notre-Dame di Parigi]] [...] vasta sinfonia in pietra, per così dire; opera colossale di un uomo e di un popolo, una e molteplice a un tempo come le ''Iliadi'' e i ''Romanceros'' di cui è sorella; prodigioso prodotto del contributo di tutte le forze di un'epoca, dove si scorge, su ciascuna pietra, erompere in cento modi la fantasia dell'operaio disciplinato dal genio dell'artista; specie di creazione umana, per dirla in una parola, potente e feconda come la creazione divina, cui sembra aver sottratto il duplice carattere della varietà e della eternità. (da ''Notre-Dame'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 124) *[...] questi edifici appartenenti al periodo di transizione dal romanico al gotico non son meno preziosi da studiarsi dei tipi puri. Esprimono una sfumatura dell'arte che senza essi sarebbe perduta. È l'innesto dell'ogiva sull'arco a tutto sesto.<br>Notre-Dame di [[Parigi]], in particolare, è un curioso esemplare di tale varietà. Ogni faccia, ogni pietra del venerabile monumento è una pagina non soltanto della storia del paese, ma anche della storia della scienza e dell'arte. [...] L'abbazia romanica, pertanto, la chiesa filosofale, l'arte gotica, l'arte sassone, il pesante pilastro tondo che ricorda [[Papa Gregorio VII|Gregorio VII]], il simbolismo ermetico col quale [[Nicolas Flamel|Nicola Flamel]] preludeva a [[Martin Lutero|Lutero]], l'unità papale, lo scisma, San Germano dei Prati, San Giacomo al Macello, tutto è fuso, combinato, amalgamato in Notre Dame. Questa chiesa centrale e generatrice è, fra le vecchie chiese di Parigi, una specie di chimera; ha la testa dell'una, le membra di quell'altra, il dorso di quell'altra ancora: qualche cosa di tutte. (da ''Notre-Dame'', Rizzoli, 1951, vol. I, pp. 128-129) *Abbiamo veduto con dolore e disdegno che si pensava di ingrandire, di rifare, di rimaneggiare, che è quanto dire distruggere, quello stupendo palazzo. Gli architetti d'oggigiorno hanno la mano troppo pesante per toccare queste delicate opere del rinascimento; e noi continuiamo a sperare che non oseranno farlo. La demolizione delle [[Palazzo delle Tuileries|Tuileries]], d'altronde, non sarebbe, ora, soltanto una brutale via di fatto, di cui arrossirebbe un vandalo avvinazzato: sarebbe un tradimento. Le Tuileries non sono soltanto un capolavoro dell'arte del XVI secolo; il palazzo non appartiene più al re, ma al popolo. Lasciamolo com'è. La nostra rivoluzione gli ha impresso due volte il suo segno sulla fronte: su una delle due facciate vi sono i {{sic|proietti}} del 10 agosto, sull'altra quelli del 29 luglio. È santo! (da ''Parigi a volo d'uccello'', Rizzoli, 1951, vol. I, nota a p. 151<ref>Nota alla quinta edizione, Parigi, 7 aprile 1831. {{cfr}} ''Notre-Dame di Parigi'', nota a p. 151.</ref>) *Quando si sa [[vista|vedere]], si ritrova lo spirito di un secolo e la fisionomia di un re perfino in un picchiotto. (da ''Parigi a volo d'uccello'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 152) *I nostri padri avevano una Parigi di pietra; i nostri figli ne avranno una di gesso. (da ''Parigi a volo d'uccello'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 152) *{{NDR|Parigi, di mattina, nelle grandi feste}} è la città che canta. Prestate orecchio, dunque, a quell'"assieme" di campanili, spandete sul tutto il brusio di un milione d'uomini, l'eterna querela del fiume, gli infiniti aliti del vento, l'"a quattro" grave e lontano delle grandi foreste, disposte sulle colline all'orizzonte come immensi mantici d'organo, spegnetevi come in una mezza tinta quanto lo scampanio centrale avrebbe di eccessivamente rauco o di eccessivamente acuto, e dite se conoscete al mondo alcunché di più ricco, di più festoso, di più dorato, di più splendido di questo tumulto di campane, di questa fornace di musica, di queste diecimila voci di bronzo che cantano assieme in flauti di pietra alti trecento piedi da terra, di questa città che non è più che un'orchestra, di questa sinfonia che ha tutto il clamore di una tempesta. (da ''Parigi a volo d'uccello'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 155) *L'invenzione della [[stampa]] è il più grande avvenimento della storia. È la rivoluzione madre. È il modo di esprimersi dell'umanità che si rinnova totalmente, è il pensiero umano che depone una forma e ne riveste un'altra, è il completo e definitivo cambiamento di pelle di quel serpente simbolico, che, da Adamo in poi, rappresenta l'intelligenza.<br>Sotto forma di stampa il pensiero è più imperituro che mai; è volatilizzabile, inafferrabile, indistruttibile. Si mescola all'aria. Al tempo dell'architettura, si faceva montagna e si impadroniva potentemente di un secolo e di un luogo: Adesso si fa stormo di uccelli, si sparpaglia ai quattro venti, e occupa contemporaneamente tutti i punti dell'aria e dello spazio.<br>Chi non vede, ripetiamo, che in questo modo il pensiero è molto più indelebile? Di solido che era, eccolo diventato mobilissimo. Passa dalla durata all'immortalità. Una massa si può demolirla, ma l'ubiquità come si estirpa? ('''Esmeralda''' da ''Questo ucciderà quello'', Rizzoli, 1951, vol. I, pp. 202-203) *Una borsa nella vostra tasca, Jehan, è come la luna in un secchio d'acqua! Pur se la si vede, non c'è. Ce n'è solo l'ombra. (da ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Fabio Scotto, La Biblioteca di Repubblica, 2003, libro settimo, cap. VI) *[...] i [[giudici]], in generale, si regolano in modo che il loro giorno d'udienza coincida col loro giorno di malumore, allo scopo di aver sempre qualcuno su cui sfogarsene comodamente, in nome del re, della legge e della giustizia. (da ''Sguardo imparziale sull'antica magistratura'', Rizzoli, 1951, vol. I, p. 213) * La [[Patibolo|forca]] è una [[bilancia]] che con un braccio porta un uomo e con l'altro tutta la terra. È bello essere l'uomo. ('''Jehan Frollo''', da ''’AΝΆΓΚΗ'', traduzione di Clara Lusignoli, Einaudi, 1996, p. 283) *Fatto che si abbia il [[male]], bisogna farlo tutto quanto. È da pazzi sperare di fermarsi ad un punto qualunque del mostruoso! Il delitto spinto agli estremi ha deliri di gioia. ('''Claudio Frollo''', da ''Lasciate ogni speranza'', Rizzoli, 1951, vol. II, p. 362) *Phoebus si mise abbastanza presto l'animo in pace riguardo all'incantatrice Esmeralda, o Similar, come diceva lui, sulla pugnalata della zingara o del monaco-burbero (poco gliene importava), e sull'esito del processo. Ma non appena il suo cuore fu da quel lato libero, vi ritornò l'immagine di Fleur-de-Lys. Il cuore del capitano Phoebus, come la fisica del tempo, aveva orrore del vuoto. (da ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Fabio Scotto, La Biblioteca di Repubblica, 2003, libro ottavo, cap. VI) *[...] l'[[amore]] è come un albero: spunta da sé, getta profondamente le radici in tutto il nostro essere, e continua a verdeggiare anche sopra un cuore in rovina.<br>Inspiegabile {{sic|si è}} che, più questa passione è cieca, più è tenace. Non è mai più salda di quando non ha alcuna ragion d'essere. (da ''Argilla e cristallo'', Rizzoli, 1951, vol. II, p. 408) *Era una di quelle teste mal conformate, in cui l'intelligenza si trova a suo agio suppergiù come la fiamma sotto lo spegnitoio. (da ''Il ritiro dove recita le sue orazioni Monsignore Luigi di Francia'', Rizzoli, 1951, vol. II, p. 486) *Mentre così parlava, il desolato Gringoire baciava le pantofole del re, e Guglielmo Rym bisbigliava in un orecchio al Coppenole:<br>– Fa bene a strisciare per terra. I re sono come il Giove di Creta: hanno le orecchie solo nei piedi. ('''Guglielmo Rym''' a '''Coppenole''', da ''Il ritiro dove recita le sue orazioni Monsignore Luigi di Francia'', Rizzoli, 1951, vol. II, p. 489) *Purtroppo le piccole cose distruggono le grandi: un dente rosicchia un trave, il [[topo del Nilo]] uccide il coccodrillo, il [[pesce spada]] uccide la balena, il libro ucciderà l'edificio. (2011, p. 172<!--https://books.google.it/books?id=ZUJfRZ6U9Y0C&pg=PT172-->) ===[[Explicit]]=== ====Donata Feroldi==== Circa due anni o diciotto mesi dopo gli eventi con cui si chiude questa vicenda, quando si andò a prendere nel sotterraneo di Montflaucon il cadavere di Olivier le Daim, impiccato due giorni prima, e a cui Carlo VIII accordava la grazia di essere seppellito a Saint-Laurent in compagnia migliore, si trovarono fra tutte quelle carcasse orrende due scheletri di cui l'uno teneva l'altro stranamente abbracciato. Uno dei due scheletri, che era di donna, aveva ancora qualche brandello di veste di una stoffa che era stata bianca, e gli si vedeva intorno al collo una collanina di semi di azedarach con un sacchettino di seta, ornato di pietre verdi, aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così scarso valore che il boia probabilmente non aveva saputo che farsene. L'altro, che teneva il primo strettamente abbracciato, era uno scheletro d'uomo. Si notò che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa incassata tra le scapole, e una gamba più corta dell'altra. Non presentava d'altronde alcuna frattura vertebrale alla nuca, ed era evidente che non era stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto quello scheletro era dunque venuto in quel luogo, e lì era morto. Quando si volle staccarlo dallo scheletro che stringeva, andò in polvere.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Donata Feroldi, Universale Economica Feltrinelli, 2002. ISBN 8807821591}} ====Luigi Galeazzo Tenconi==== Circa due anni o diciotto mesi dopo gli avvenimenti coi quali si è conclusa questa storia, essendo andati a cercare nel sotterraneo di Montfaucon il cadavere di Oliviero il Daino, che era stato impiccato due giorni prima, e al quale Carlo VIII concedeva la grazia di essere sepolto in San Lorenzo in miglior compagnia, furono trovati, fra tutte quelle ripugnanti carcasse, due scheletri di cui uno teneva stranamente abbracciato l'altro. Uno di quei due scheletri, che era d'una donna, aveva ancora qualche brandello di veste di una stoffa che era stata bianca, e gli si scorgeva intorno al collo una collana di grani turchini, con un sacchetto di seta, ornato di perline di vetro verdi, aperto e vuoto. Erano oggetti di così infimo valore, che certo il boia non aveva voluto saperne. L'altro scheletro, che teneva il primo strettamente abbracciato, era d'un uomo. Si notò che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa fra le scapole, e una gamba più corta dell'altra. Quello scheletro, però, non presentava nessuna traccia di rottura di vertebre alla nuca, dal che risultava evidente che non era stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto, dunque, era entrato là dentro da sé, e vi era rimasto. Quando fecero per staccarlo dallo scheletro che abbracciava, si polverizzò.<br> {{NDR|Victor Hugo, ''Notre-Dame di Parigi'', traduzione di Luigi Galeazzo Tenconi, RCS Libri, 2000}} ==''L'ultimo giorno di un condannato a morte''== ===[[Incipit]]=== Condannato a morte! Sono cinque settimane che abito con questo pensiero, sempre solo con lui, sempre agghiacciato dalla sua presenza, sempre curvo sotto il suo peso! {{NDR|Victor Hugo,''L'ultimo giorno di un condannato a morte'',Oscar Mondadori, Milano, 1998}} ===Citazioni=== *Gli uomini che giudicano e che condannano proclamano la [[pena di morte]] necessaria, prima di tutto:<br/>perché è importante scindere dalla comunità sociale un membro che le ha già nuociuto e che potrebbe nuocere ancora. Si trattasse solo di questo, il carcere a vita basterebbe. Perché la morte? Voi mi obiettate che da una prigione si può scappare? Fate meglio la guardia... Niente carnefici dove bastano carcerieri. (1956) *Ma mi si risponde, la società deve vendicarsi, la società deve punire. Né una cosa né l'altra: vendicarsi è un atto dell'uomo, punire appartiene a Dio. (1956) *Resta la terza e ultima ragione, la teoria dell'esempio. Bisogna dare esempi... allora ridateci il XVI secolo, siate veramente formidabili: ridateci la varietà dei supplizi, ridateci i tormentatori giurati, ridateci la forca, la ruota, il rogo, i tratti di corda, il taglio delle orecchie, lo squartamento... ecco l'esempio in grande; ecco la pena di morte ben intesa; ecco un sistema di supplizi che ha una certa proporzione... ma dite un po', siete davvero seriamente convinti di dare un esempio quando scannucchiate miserabilmente un povero diavolo nel punto più deserto dei boulevards esterni? (1956) *... pensano senza dubbio che, per il condannato non ci sia niente né prima né dopo. Questi fogli li trarranno d'inganno. Pubblicati, forse, un giorno, costringeranno il loro spirito ad arrestarsi sulle sofferenze dello spirito; perché proprio di queste non hanno la minima idea. Trionfano al pensiero di poter uccidere senza far quasi soffrire il corpo. Ah, ma non di questo si tratta! *Che cos'è il dolore fisico paragonato al dolore morale? Leggi così fatte dovrebbero ispirare orrore e pietà. (1956) *Il ricorso è una corda che vi tiene sospeso al di sopra dell'abisso, e che si sente cedere a ogni momento sino a che si spezza; è come se il coltello della ghigliottina impiegasse sei settimane a cadere. *Il secondino è entrato in cella, si è tolto il berretto, mi ha salutato, si è scusato perché mi disturbava e, addolcendo il meglio che poteva la voce rude, mi ha chiesto che cosa desiderassi da colazione... ho avuto un brivido. Che sia per oggi? (1956) *Oh povera bambina mia, ancora sei ore e sarò morto... mi uccideranno. Capisci ciò, Maria? Mi uccideranno a sangue freddo, in grande cerimonia, per il bene della società. (1956) *Si dice che sia cosa da nulla, che non si soffre, ch'è una fine dolce, che in questo modo la morte è molto semplificata. Eh, che cosa sono allora questa agonia di sei settimane e questo rantolare di un intero giorno? Che cosa sono le angosce di questa giornata irreparabile, che passa così lentamente e così in fretta? Che cos'è questa scala di torture che termina sul patibolo? (1956) {{NDR|Victor Hugo, ''L'ultimo giorno di un condannato a morte'',1956, Rizzoli Editore, Milano}} ==''Contro la pena di morte''== *La [[pena di morte]] è il segno caratteristico ed eterno della barbarie.<ref>Estratto da un discorso all'Assemblea Costituente, 15 settembre 1848</ref> *Che idea si fanno dunque gli uomini dell'assassinio? Come! In giacca non posso uccidere, in toga posso! Come la tonaca di Richelieu, la toga copre tutto. ''Vindicta pubblica''? Oh, ve ne prego, non mi vendicate. Assassinio, assassinio! Vi dico. All'infuori del caso di legittima difesa, inteso nel suo senso più ristretto (perché una volta che il vostro aggressore ferito da voi sia caduto, voi dovete soccorrerlo), l'omicidio è forse permesso? Ciò che è vietato all'individuo è dunque lecito alla comunità? *Il [[boia|carnefice]] quale sinistra specie d'assassino, l'assassino ufficiale, l'assassino patentato, mantenuto, fornito di rendita, chiamato in certi giorni, che lavora in pubblico, uccide in pieno sole, avendo tra i propri arnesi "la spada della giustizia", riconosciuto assassino dallo Stato; l'assassino funzionario, l'assassino che ha la sua nicchia nella legge, l'assassino in nome di tutti! Esso ha la mia procura e la vostra per uccidere. Strangola o scanna, poi batte la mano sulla spalla della società e dice: "Io lavoro per te, pagami". È l'assassino ''cum privilegio legis'', l'assassino il cui crimine è decretato dal legislatore, deliberato dal giurato, ordinato dal giudice, permesso dal prete, protetto dal soldato, contemplato dal popolo. *La civiltà rifletta a ciò: essa risponde del carnefice. Ah, voi odiate il crimine sino a uccidere il criminale? Ebbene, io odio l'assassinio sino a impedirvi di diventare assassini. Tutti contro uno, la potenza sociale condensata in ghigliottina, la forza collettiva impiegata per un'agonia, che cosa vi è di più odioso? Un uomo ucciso da un uomo spaventa il pensiero, un uomo ucciso dagli uomini lo costerna. *Bisognerà ripeterlo continuamente? Quest'uomo, per riconoscere se stesso ed emendarsi, per liberarsi dalla schiacciante responsabilità che gli pesa sull'anima, aveva bisogno di tutto quanto gli rimaneva di vita voi gli concedete pochi minuti; con che diritto? Come osate accollarvi questa temibile abbreviazione dei diversi fenomeni del pentimento? Vi rendete conto di questa responsabilità dannata da voi, e che si svolge contro di voi, e diventa vostra? Voi fate qualche cosa di peggio che uccidere un uomo, uccidete una coscienza. *Di due cose l'una: o siete credente, o non lo siete. Se siete credente, come osate gettare un'immortalità nell'eternità? Se non lo siete, come osate gettare un essere nel nulla? ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Napoleone il piccolo''=== Giovedì, 20 dicembre 1848, mentre l'Assemblea Costituente si trovava in seduta, circondata in quel momento da un imponente spiegamento di forze, conseguenza di un rapporto del rappresentante Waldeck-Rosseau, compilato a nome della commissione incaricata di fare lo spoglio dello scrutinio per l'elezione della presidenza della Repubblica, rapporto in cui era stata notata questa frase che ne riassumeva tutto il significato: «Con tale ammirevole esecuzione data alla legge fondamentale, la nazione stessa imprime sulla Costituzione il suggello della sua inviolabile autorità, per renderla santa e inviolabile»; in mezzo al profondo silenzio dei novecento costituenti riuniti in folla e, quasi al completo, il presidente dell'Assemblea nazionale costituente, Armand Marrast, si alzò e disse:<br/>«A nome del popolo francese<br/>«visto che il cittadino Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, nato a [[Parigi]], soddisfa pienamente le condizioni di eleggibilità prescritte dall'articolo 44 della Costituzione;<br/>«visto che, nello scrutinio indetto in ogni parte del territorio della Repubblica per eleggere il presidente, egli ottenne la maggioranza assoluta dei suffragi;<br/>«in forza degli articoli 47 e 48 della Costituzione, l'Assemblea nazionale lo proclama presidente della Repubblica, da oggi fino alla seconda domenica del maggio maggio 1852».<br/> {{NDR|Victor Hugo, ''Napoleone il piccolo'', a cura di Enrica Grasso, Universale Economica, Milano, 1952.}} ===''Leggenda medioevale''=== Il leggiadro Pecopino amava, riamato, la bella Baldura. Pecopino era figliuolo del burgravio di Sonneck; Baldura, figlia del re del Falkenburg; il primo aveva la foresta, la seconda la montagna. Cosa di più semplice d'uno sposalizio fra la foresta e la montagna?<br/>I genitori si accordarono e Baldura fu fidanzata con Pecopino.<br/> {{NDR|Victor Hugo, ''Leggenda medioevale'', a cura di Anna Maria Salsano, Liguori Editore, Napoli, 1998.}} ===''Lotte sociali''=== Quando arrivai alla Camera dei pari, erano le tre precise, il generale Rapatel uscendo dal vestibolo mi disse:<br/> — La seduta è finita.<br/> Andai alla Camera dei deputati. Nel momento in cui la mia carrozza passava dalla via di Lilla una colonna serrata ed interminabile di uomini in borghese, in blouse ed in berretto, camminando l'uno a braccetto dell'altro, tre per tre, sboccava dalla via Bellechasse e si dirigeva verso la Camera. Vedevo l'altra estremità della strada chiusa da una fitta fila di fanteria di linea, l'arma al braccio. Sorpassai la gente in blouse che era confusa a delle donne e che gridava: — Viva la Riforma! — Viva la linea! — Abbasso Guizot! — Costoro si fermarono ad un tiro di fucile circa dalla fanteria. I soldati aprirono i ranghi per lasciarmi passare. I soldati discutevano e ridevano. Uno di essi, molto giovane, alzava le spalle. ==Citazioni su Victor Hugo== *''Così edificò egli | nella luce e nell'ombra | l'opera d'eterne parole | che ingombra l'orizzonte | umano con la sua mole | immensa... | Ma il tutto è in lui. Nel suo petto | concluso è il mondo''. ([[Gabriele D'Annunzio]]) *Fu come una cateratta sempre aperta, donde precipitò esuberante e sonora la fiumana delle visioni e dei simboli. Il lirismo lo scosse fanciullo e lo turbò vecchio, dopo oltre sessant'anni di inni, di entusiasmi, di febbri, di sacri terrori e di epiche ire. ([[Paolo Orano]]) *Hugo non era Népomucène Lemercier<ref>[[w:Népomucène Lemercier|Louis Jean Népomucène Lemercier]] (1771 – 1840), poeta e drammaturgo francese.</ref>, ma non era nemmeno Shakespeare. Pensandosi autentica rappresentazione della vita il suo «grottesco» resta per lo più nel convenzionale delle antitesi che non raggiungono il punto d'incontro in cui l'arte si fonde con la vita ed in cui l'immaginazione risolve in poesia i contrasti della realtà e la dialettica dei contrari: onde volgare perizia e linguaggio sontuoso procedono di conserva e in discordia fra umorismo e involontario ridicolo, fra la ricerca del sublime e la goffa trovata, fra il volo lirico e la caduta nella prosa. Hugo non era Shakespeare, ma non era nemmeno Népomucène Lemercier, E il puerile colpo di scena si accompagna volentieri alla sorpresa del verso felice e della rima ricca, la fantasia vagabonda scopre a volte il vago paesaggio della fiaba, mentre l'assurdo intreccio si riscatta nel frammento e nelle gratuità del bel canto. Il poeta delle luci e delle ombre ha fatto anche del teatro uno di quei suoi amati mostri ai quali carenze ed eccessi impediscono di raggiungere il miracolo. ([[Italo Siciliano]]) *Il dono di creare esseri umani manca a questo genio. Se avesse questo dono, Hugo avrebbe sorpassato [[William Shakespeare |Shakespeare]]. ([[Gustave Flaubert]]) *I romanzi di Hugo sono poderosi, zeppi di personaggi che balzano al vivo fuori della pagina, figurine di un presepio laico, di una rappresentazione profana sulla sacralità della vita terrena, l'infanzia, il male, la giustizia, l'amore, gli uomini di Dio. ([[Corrado Augias]]) *Quando l'arte di [[Charles Baudelaire|Carlo Baudelaire]] fu detta, prima ancora che dal [[Max Nordau|Nordau]], oscura ed immorale, una voce potente sorse a difenderla: la voce di Vittor Hugo. Il gran poeta affermò che l'autore dei ''Fleurs du mal'' aveva arricchito il campo delle commozioni artistiche di un ''frisson nouveau''. ([[Federico De Roberto]]) *Quando si pensa a cos'era la poesia francese prima della sua comparsa, e quale ringiovanimento essa abbia avuto dopo di lui, quando si ponga mente un poco a quello che sarebbe stata senza la sua venuta; quanti sentimenti misteriosi e profondi che sono stati espressi sarebbero rimasti muti... Nessun artista è più adatto a mettersi in contatto con le forze della vita universale, più disposto a prendere incessantemente un bagno di natura. ([[Charles Baudelaire]]) *Ricordo un pomeriggio con un bel sole limpido e chiaro: José Lupin ed io leggevamo a voce alta, nel cortile centrale, dandoci il cambio di quando in quando, ''Dieu'' e ''La fin de Satan''. Nonostante tutto, ridevamo come matti, come ai tempi del «Luigi il Grande»; improvvisamente, questi versi, qualche frase stupefacente, misteriosa, fiammeggiante, in cui il vecchio Hugo si rinchiude in {{sic|altra}} solitudine, in segreto rapporto con gli astri, cavalli alati, chimere, in un fruscio d'oro, tutto si cristallizzava, in un silenzio immoto e sospeso: e Hugo guardava Dio. Ci fermavamo, scossi e commossi. ([[Robert Brasillach]]) *Se mi venisse chiesto di indicare nell'arte moderna dei [...] modelli dell'arte superiore, religiosa, proveniente dall'amore di Dio e del prossimo, indicherei nella sfera della letteratura [...] fra i più recenti ''Les pauvres gens'' di V. Hugo e i suoi ''Misérables'' [...]. ([[Lev Tolstoj]]) *Solamente Victor Hugo ha parlato: gli altri uomini balbettano. Qualcuno può assomigliargli nella barba, nella lunghezza della fronte, nei duri capelli che sfidano le forbici e che sono il terrore dei barbieri: e si può assomigliargli nella preoccupazione di recitare una parte come nonno o come uomo politico. Ma, se apro a casa un libro di Victor Hugo, vedo una montagna, un mare, quello che volete voi, eccettuato qualche cosa a cui possano paragonarsi gli altri uomini. ([[Jules Renard]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Victor Hugo, ''Contro la pena di morte'', antologia da opere e discorsi, BUR, collana Pillole BUR, 2009. *Victor Hugo, ''I Lavoratori del Mare'', traduzione, introduzione e note di Giacomo Zanga, BMM, 1954. *Victor Hugo, ''I lavoratori del mare'', traduzione di Giacomo Zanga, Mondadori, 2015. ISBN 9788852061271 *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduttore non citato, Casa Editrice Esperia, 1862. *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Renato Colantuoni, U. Mursia & C., Milano, 1958. *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Gastone Toschi, Bietti, 1966. *Victor Hugo, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-h/victor-hugo/i-miserabili/ I miserabili]'', a cura di Renato Colantuoni, Garzanti, 1981. *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Marisa Zini, introduzione di Marc Le Cannu, A. Mondadori, Milano, 1988. *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di E. De Mattia, Newton Compton editori, 2004. *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Liù Saraz, Garzanti, Milano, 2013. ISBN 978-88-11-13775-7 *Victor Hugo, ''I miserabili'', traduzione di Mario Picchi, Einaudi, 2014 *Victor Hugo, ''Il Novantatré'', a cura di Aldo Alessandro Mola, MEB, 1973. *Victor Hugo, ''Il Novantatré'', traduzione di Oete Blatto, Biblioteca Economica Newton, Roma, 2004. ISBN 88-8289-976-4. *Victor Hugo, ''L'uomo che ride'', traduzione di L. Rossi, Editrice Lucchi, 1967. *Victor Hugo, ''L'uomo che ride'', traduzione di di [[Renato Mucci]], Gherardo Casini Editore, Roma, 1972. *Victor Hugo, ''L'uomo che ride'' traduzione di L. Rossi, Editrice Lucchi, Milano, 1967. *Victor Hugo, ''Leggenda medioevale'', a cura di Anna Maria Salsano, Liguori Editore, Napoli, 1998. *Victor Hugo, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-h/victor-hugo/lotte-sociali/ Lotte sociali]'', traduzione di Augusto Novelli, Firenze, Ditta Tip. Edit. L'elzeviriana, 1902. *Victor Hugo, ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di L. G. Tenconi, BUR, 2000. *Victor Hugo, ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Fabio Scotto, La Biblioteca di Repubblica, 2003. *Victor Hugo, ''Notre-Dame de Paris'', traduzione di Donata Feroldi, Universale Economica Feltrinelli, 2002. ISBN 8807821591 *Victor Hugo, ''[https://books.google.it/books?id=ZUJfRZ6U9Y0C&pg=PT0 Notre-Dame de Paris]'', traduzione di Ercole Luigi Morselli, Newton Compton, Roma, 2011. ==Filmografia== *''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]'' (1939) *''[[I miserabili (film 1948)|I miserabili]]'' (1948) *''[[Il gobbo di Notre Dame (film 1996)|Il gobbo di Notre Dame]]'' (1996) ==Voci correlate== *[[Gavroche]] *[[Jean Valjean]] *''[[Lucrezia Borgia (opera)|Lucrezia Borgia]]'' – opera lirica 1833 *''[[Rigoletto]]'' – opera lirica 1851 *''[[Notre-Dame de Paris (spettacolo musicale)|Notre-Dame de Paris]]'' – musical 1998 ==Altri progetti== {{interprogetto|s=fr:Victor_Hugo|s_lingua=francese}} {{DEFAULTSORT:Hugo, Victor}} [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Poeti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] shyzbgof02lser7jrymvspifyzr35il Proverbi siciliani 0 1552 1221366 1214469 2022-08-07T15:27:53Z Sun-crops 10277 + proverbi wikitext text/x-wiki Raccolta di '''[[Sicilia|proverbi siciliani]]'''. {{indice|Note|Bibliografia|Voci correlate}} ==A== *'''A bon vasceddu nun manca timuni.'''<ref name=Scarcella>Citato in Scarcella 1846.</ref> :''A un buon [[vascello]] non manca il timone.'' *'''A cascavaddu duru nun cci pò salamòria.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/284/mode/2up? cap. XXII, p. 284].</ref> :''Con un [[Caciocavallo|caciocavallo]] duro non la spunta (non ci può) salamoia.'' ::{{spiegazione|Chi ha contratto da lungo tempo cattive abitudini non può essere indotto a cambiare.}} *'''A ogni porcu veni lu sò san Martinu.'''<ref>Citato in ''Nuove effemeridi siciliane'', Serie terza, vol. V, p. 96.</ref> :''Per ogni maiale viene il suo San Martino (il giorno in cui sarà ucciso).'' *'''A lu galantomu ogni paisi è patria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref> :''Ogni paese al [[galantuomo]] è patria.''<ref>La traduzione è in in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref> ::{{spiegazione|È rispettato ovunque.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref>}} *'''A lu rùgulu si conuscino li lupi.'''<ref name=howl>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 221.</ref> :''I lupi si riconoscono tra loro dall'ululato.'' *'''A miu pariri mi sentu un liuni, {{sic|Cu}}' sa si ad àutru un lebbru cci paru.'''<ref name=löwe>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 258.</ref> :''Per come la vedo io mi sento un leone, chi sa se agli altri sembro un lepre.'' *'''A navi rutta ogni ventu è cuntrariu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 29.</ref> :''A [[nave]] rotta ogni vento è contrario.'' *'''A pignata chi vugghi, nun c'incugnano muschi.'''<ref name=pot>Citato in Scarcella, 1846, p. 30.</ref> :''A [[pentola|pignatta]] che bolle, non s'avvicinano mosche.'' ::{{spiegazione|Non ci si prende gioco di chi mostra di essere pronto a reagire.}} :{{spiegazione|oppure}} ::{{spiegazione|Non provocare chi è facile all'ira.}} *''''A quattara ca va all'acqua, o si rumpi o si ciacca.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''La [[brocca]] che va a prendere l'acqua, o si rompe o si spacca.'' *'''A un populu mattu, un parrinu spirdatu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 160.</ref> *''A un popolo pazzo, un [[prete]] spiritato.'' *'''A vita iè comu a scala do puddaru... iè cutta e china 'i medda!'''<ref>Citato in Sandrina Gal, ''E ora, dappertutto, profumo di verbena, {{small|una storia di resilienza fra surrealismo e realtà}}'', PubMe, [https://books.google.it/books?id=OB1SDwAAQBAJ&lpg=PT95&dq=&pg=PT95#v=onepage&q&f=false p. 95].</ref> :''La [[vita]] è come la scala del [[pollaio]]... è corta e piena di escrementi!'' *'''Acqua ca duna a tanti vadduni a mari non ci n'arriva.'''<ref>Citato in Erica Arosio e Giorgio Maimone, ''Vertigine'', Baldini&Castoldi, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=qSCbBQAAQBAJ&lpg=PT216&dq=&pg=PT216#v=onepage&q&f=false p. 216]. ISBN 9788868655914</ref> :''Acqua che va in tanti torrenti non arriva al mare.'' ::{{spiegazione|Se si fanno troppe cose non se ne porta a compimento nessuna.}} *'''Ad un bon'omu nun cci manca spadda.'''<ref name=löwe/> :''Ad un buon uomo non manca aiuto.'' *'''Addisiari e ’un aviri è pena di muriri.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 193.</ref> :''[[Desiderio|Desiderare]] e non avere è una pena da morire.'' *'''''Allegramenti, carzarati, | cà quannu chiovi a bona banna siti.'''''<ref name=gratulieremich>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 196.</ref> :''Allegri allegri, o [[Prigione|carcerati]]!, giacché quando piove siete in un buon luogo, ben riparati.'' *'''Amicu ca m'a datu la castagna, ora m'a ddari 'u sucu di la vigna.'''<ref name=Proverbitaliani>Citato in Benvenuti e Di Rosa.</ref> :''Amico che mi hai dato le castagne, ora devi darmi il sugo della vigna.'' *'''Ammatula ca t'allisci e fai cannola, 'u santu è di mammuru e nun sura.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Inutile che ti imbelletti e fai dolci, il [[santo]] è di marmo e non suda.'' *'''Anchi lu scravàgghiu è maistru, chi fa li baddòttuli cu lu culu.'''<ref name=gratulieremich/> :''Anche lo [[scarafaggio]] è maestro, che fa le pallottole (defecandole) con il sedere.'' *'''Apri porta di ferru pugnu d'oru.'''<ref name=pot/> :''Un pugno d'[[oro]] apre la porta di ferro.'' *'''Assai beni balla, cui la fortuna sona.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 33.</ref> :''Danza assai bene, l'uomo per cui la [[fortuna]] suona.'' ==B== *'''Babbaluci a sucari, e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari.'''<ref>Citato in ''Nuove effemeridi siciliane'', Serie terza, vol. V, Tipografia di Pietro Montana e Comp., Palermo, 1877, [https://books.google.it/books?id=msb9aQati9sC&dq=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85].</ref> :''Chiocciole da succhiare e donne da baciare non possono mai saziare.'' *'''Beatu chiddu oceddu, chi fa lu nidu a lo so paisi.'''<ref name=bird>Citato in Scarcella, 1846, p. 37.</ref> :''Beato quell'[[uccello]] che fa il nido al suo paese.'' *'''Beatu cui cu li ricchizzi havi ciriveddu.'''<ref name=Gefängnis/> :''Beato chi insieme alle ricchezze ha anche il cervello.'' *'''Beatu cui pri autru si castiga.'''<ref name=bird/> :''Beato chi attraverso gli altri si castiga.'' ::{{spiegazione|Chi impara dagli errori altrui.}} *'''Biddizza senza grazia è comu l'isca senz'ami.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 38.</ref> :''[[Bellezza]] senza grazia è come l'esca senza ami.'' *'''Bisogna masticari amaru, cui voli a tempu agghiuttiri duci.'''<ref name=time>Citato in Scarcella, 1846, p. 39.</ref> :''Bisogna che mastichi amaro chi vuole a suo tempo inghiottire dolce.'' *'''Bisogna munciri la pecura senza farila gridari.'''<ref name=time/> :''Bisogna mungere la pecora senza farla gridare.'' *'''Bisogna travagghiari comu si mai si murissi, e pinsari sempri chi s'avi a muriri.'''<ref name=time/> :''Bisogna [[lavoro|lavorare]] come se non si morisse mai e pensare sempre che si deve morire.'' *'''Bona parola è menzu pagamentu.'''<ref name=time/> :''Buona parola è mezzo pagamento.'' *'''Bonu vinu fa bonu sangu.'''<ref name=good>Citato in Scarcella, 1846, p. 40.</ref> :''Buon vino fa buon sangue.'' *'''Bonu vinu sinu a la fezza, bonu pannu sinu a la pezza.'''<ref name=good /> :''Buon vino fino alla feccia, buon panno fino alla pezza.'' *'''Bucca amara, feli jetta.'''<ref name=stoma>Citato in Scarcella, 1846, p. 41.</ref> :''[[Bocca]] amara getta fiele.'' *'''Bucca amara, tenila cara.'''<ref name=stoma/> :''Bocca amara, tienitela buona, temila.'' ==C== *'''C'è un occhiu chi tuttu vidi, e un oricchi chi tuttu senti.'''<ref name=naked/> :''C'è in [[Dio|Occhio]] che tutto vede, e un Orecchio che tutto sente.'' *'''Càlati juncu ca passa la china.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Incurvati giunco che passa la piena.'' *'''[[cane|Cani]] di vuccirìa è lordu di sangu, e mortu di fami.'''<ref name=downtrodden>Citato in Scarcella, 1846, p. 43.</ref> :''Cane di mercato (cane randagio, malandato) è sporco di sangue, e morto di fame.'' *'''Casa granni inchila di spini.'''<ref name=thorn>Citato in Scarcella, 1846, p. 44.</ref> :''[[Casa]] grande riempila di spine.'' ::{{spiegazione|Grandi ricchezze, grandi preoccupazioni.}} *'''Casa mia, casa mia, tu sì reggia e si batia!'''<ref name=multum /> :''Casa mia, casa mia, tu sei reggia e sei badia!'' *'''Casa quantu stai, vigna quantu bivi, terra quantu vidi, rendita quantu poi.'''.<ref name=thorn/> :''Casa quanto te ne occorre per abitare, vigna quanta te ne serve per bere, terra quanta ne puoi abbracciare con lo sguardo, rendita quanta ne puoi ottenere.'' *'''Cavaddu auriatu jetta càuci.'''<ref name=aureo>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 241.</ref> :''[[Cavallo]] bardato d'oro sferra calci.'' ::{{spiegazione|Gli agi e le morbidezza declinano in vizi e turpitudini.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 241.</ref>}} *'''Centu latri nun ponno spugghiari un nudu.'''<ref name=naked>Citato in Scarcella, 1846, p. 45.</ref> :''Cento [[ladro|ladri]] non possono spogliare un uomo [[povertà|nudo]].'' *'''Centu pri unu cui paga un dinaru.'''<ref name=naked/> :''Cento volte per uno (riceve) chi paga un denaro.'' ::{{spiegazione|Dio rimunera al centuplo il caritatevole.}} *'''''Chi bedda sorti, ch'hannu li curnuti! | ca senz'esseri Re su' 'ncurunati!'''''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 197.</ref> :''Che bella fortuna hanno i cornuti | che senza essere Re, pure, sono incoronati!'' *'''Chi fa chiddu chi nun divi, c'avveni chiddu chi nun cridi.'''<ref name=mustnot>Citato in Scarcella, 1846, p. 46.</ref> :''A chi [[azione|fa]] quello che non deve, accade quello che non crede.'' *'''Chianta la [[vigneto|vigna]] unni teni la vutti.'''<ref name=Scarcella/> :''Pianta la vigna dove tieni le botti.'' *'''Chiavi d'oru apri ad ogni parti.'''<ref name=goldengate>Citato in Scarcella, 1846, p. 46.</ref> :''La chiave d'[[oro]]'' apre ogni serratura e da' accesso a qualsiasi luogo. *'''Chiddu chi guasta la vecchiaja, nun c'è mastru chi lu conza.'''<ref name=goldengate/> :''Quello che guasta la [[senilità|vecchiaia]], non c'è maestro che lo ripari.'' *'''Chiddu chi si schifa, veni tempu chi s'addisia.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 47.</ref> :''Quello che si disprezza viene tempo che si desidera.'' *'''Chiddu è lu bonu, chi vidi, e chi taci.'''<ref name=goldengate/> :''L'uomo buono è quello che vede, e che tace.'' *'''Chiddu è lu riccu chi campa filici.'''<ref name=goldengate/> :''Il [[ricchezza|Ricco]] è colui che vive felice.'' *'''Ci dissi 'u papici 'a nuci: dammi tempu ca ti pèrciu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Disse il bruco alla noce: dammi tempo che ti perforo.'' *'''Ci voli assai pi sapiri picca.'''<ref name=multum>Citato in Vito Marino, ''[http://www.usefinternational.org/proverbi-e-culture/15652-aneddoti-proverbi-usi-costumi-siciliani-rubrica-a-cura-di-vito-marino-2.html Storie e tradizioni del popolo siciliano tra aneddoto e modi di vivere]'', ''usefinternational.org'', 17 Dicembre 2019.</ref> :''I ragazzi debbono parlare solo quando urina la gallina.'' ::{{Cioè mai.}} *'''Ci vonnu ccippi di centu cantara {{sic|Chi}} lu focu di pagghia pocu dura.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 48.</ref> :''Ci vogliono ceppi di cento cantari''<ref>Antica unità di misura dei pesi: 1 cantaro corrisponde a 80 chilogrammi.</ref>'', poiché il [[fuoco]] di paglia dura poco.'' ::{{spiegazione|Né l'entusiasmo degli inizi o una semplice infatuazione che come fuoco di paglia arde breve e violento e lascia fredda cenere possono sostenere un impegno di lunga lena e di grande durata.}} *'''Comu la 'mpastasti, scanatilla.'''<ref name=pasta>Citato in Scarcella, 1846, p. 48.</ref> :''Come l'hai impastata, spianatela.'' *'''Comu si campa, si mori.'''<ref name=pasta/> :''Come si [[Vita e morte|vive]], si muore.'' *'''Contra furtuna nun vali sapiri.'''<ref name=crazydonkey/> :''Contro la fortuna (sorte) non vale il sapere.'' *'''Cosi longhi addiventanu serpi.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 50.</ref> :''Cose lunghe diventano serpi.'' ::{{spiegazione|Le questioni su cui a lungo si indugia finiscono col diventare fastidiosi ed inestricabili grovigli.}} *'''Cu' avi mala donna pri cumpagna, {{sic|Avi}} lu priatoriu a stu munnu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 14.</ref> :''Chi ha una cattiva donna per compagna, ha il purgatorio (già) in questo mondo.'' *'''Cu' bona reda voli fari, di figghia fimmina avi a cuminciari.'''<ref name=Erbe>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> o '''Cu bona reda voli fari, di figghia fimmina avi a cuminciari, ma all'annu nun ci avi arrivari.'''<ref name=multum /> :''Chi vuole avere un buon erede, deve cominciare con (avere per primogenito) una figlia femmina.'' o ''Chi vuole avere un buon erede, deve cominciare con (avere per primogenito) una figlia femmina, ma non deve arrivare all'anno di età.'' *'''Cu' bonu sedi malu pensa.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 909.</ref> :''Chi ben siede mal pensa o posa.''<ref name=sitzen>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 909.</ref> ::{{spiegazione|E vale anco che il sazio non crede al digiuno.<ref name=sitzen/>}} *'''Cu' campa di spiranza dispiratu mori.'''<ref name=ultimadea/> :''Chi vive di speranza muore (disperato, in miseria).'' *'''Cu' d'avanti ti pici, d'arreri ti tinci.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 102.</ref> :''Chi davanti ti dipinge, di dietro ti tinge.'' ::{{spiegazione|Chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 102.</ref>}} *'''Cu' dona l'offiziu nun dona giudiziu.'''<ref name=axiotatos>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 669.</ref> :''Chi dà l'ufficio (la carica, l'incarico) non dà il giudizio (che deve possedere chi è stato investito della carica).'' *'''Cu' è Papa, papia.'''<ref>Citato in Marco Besso, ''Roma nei proverbi e nei modi di dire''', [https://books.google.it/books?hl=it&id=g0UKAQAAMAAJ&dq=Papa+papia&focus=searchwithinvolume&q=papia, p. 122].</ref> :''Chie è Papa, papeggia (comanda).'' *'''Cu è riccu d'amici è poveru di guài.'''<ref>Citato in Thomas Melis, ''A un passo dalla vita'', Lettere Animate, 2014, [https://books.google.it/books?id=2gEUBQAAQBAJ&lpg=PT151&dq=&pg=PT151#v=onepage&q&f=false p. 151].</ref> :''Chi è ricco di amici è povero di guai.'' *'''Cu' fa comu la furmica, a sò tempu nun fatica.'''<ref name=mirmex/> :''Chi fa come la formica, a suo tempo non lavora.'' *'''Cu' fa ligna a mala banna, 'a sciri 'nconddu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi fa la legna in un brutto posto, deve portarla fuori a spalla.'' *'''Cu' futti futti, Diu pirduna a tutti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi frega frega, Dio perdona tutti.'' *'''Cu gaddu, e senza gaddu Dio fa jornu.''' :''Col [[gallo]] e senza il gallo Dio fa sorgere il giorno.''<ref name=alba>Citato in Scarcella, 1846, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Ciò che deve accadere accade, concorrano o meno le circostanze accessorie.}} *'''Cu' ha lingua passa 'u mari.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi ha lingua, passa il mare.'' *'''Cu' havi cchiù sali conza la minestra.'''<ref name=assaisonner>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 849.</ref> :''Chi ha più sale condisce la minestra.'' ::{{spiegazione|Chi è più saggio governa gli altri.}} *'''Cu' havi fami nun cerca cumpanaggiu, e cu' havi sonnu nun cerca capizzu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 363.</ref> :''Chi ha fame non cerca companatico e chi ha sonno non cerca guanciale.'' ::{{spiegazione|A chi è affamato ogni cibo è grato.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 363.</ref>}} *'''Cu la prudenza lu munnu si vinci.'''<ref name=finesse>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 771.</ref> :''Con la prudenza si ha ragione del mondo (il mondo si vince).'' *'''Cu li donni si ridi a la trasuta, e si chianci a la nisciuta.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 71.</ref> :''Con le donne si ride all'inizio (all'entrata) e si piange alla fine (all'uscita).'' *'''Cu mangia fa muddichi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi mangia fa briciole.'' *'''Cu manìa ’un pinìa.''' <ref>Citato in Stefania Auci, ''I leoni di Sicilia'', p. 27.</ref> :''Chi si dà da fare non patisce.'' *'''Cu nesci, arrinesci.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 9.</ref> :''Chi esce, riesce.'' *'''Cu' nun senti raggiuni nun pò fari li cosi cu' raggiuni.'''<ref name=timeis/> :''Chi non sente ragioni non può fare le cose con ragione.'' *'''Cu' offenni scrivi in pulviri, e cu' è offisu scrivi in marmuru.''' <ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 668.</ref> :''Chi offende scrive nella polvere, e chi è offeso scrive nel marmo.'' *'''Cu' pò nun vò, cu' vò nun pò, cu' fa nun sa, cu' sa nun fa, e 'cussì tuttu lu munnu va.'''<ref name=accussìva>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 787.</ref> :''Chi può non vuole, chi vuole non può, chi fa non sa, chi sa non fa, e così va tutto il mondo.''' *'''Cu' porta 'n gruppa è cacciatu di sedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 451.</ref> :''Chi porta in groppa è cacciato dalla sella.'' ::{{spiegazione|La troppa condiscendenza porta a male.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 451.</ref>}} *'''Cu' predica a disertu, cci perdi lu sermuni.'''<ref name=reins/> :''Chi predica al deserto ci perde il sermone.'' *'''Cu' scecchi caccia e fimmini criri, facci di pararisu nun ni viri.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi guida somari e crede alle donne, non vede faccia di paradiso.'' *'''Cu' si cucca 'cche picciriddi, 'a mattina si susi pisciatu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi va a letto con i bambini, al mattino si alza pisciato.'' *'''Cu' si vanta cu la so vucca o è asino o è cucca.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 244.</ref> :''Chi si vanta da sé (con la sua bocca) o è asino o è civetta.'' *'''Cu' simina spini nun pò raccogghiri rosi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 953.</ref> :''Chi semina [[rosa e spina|spine]] non può raccogliere [[rosa e spina|rose]].'' *'''Cu' sputa 'n celu (o all'aria) 'n facci cci torna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref> :''Chi sputa in su, lo sputo gli torna sul viso.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref> ::{{spiegazione|Si dice di chi offende Dio, o persone altamente degne, a cui tali ingiurie non arrivino.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref>}} *'''Cui a tempu fa lu pazzu, è saviizza.'''<ref name=moria>Citato in Scarcella, 1846, p. 52.</ref> :''Chi al momento giusto fa il [[follia|pazzo]], dimostra (è) saggezza.'' *'''Cui ama l'amicu nun stima dinari.'''<ref name=moria/> :''Chi ama l'[[amicizia|amico]] non fa conto del denaro.'' *'''Cui avi fami, nun cerca cumpagnia.'''<ref name=Mitglied>Citato in Scarcella, 1846, p. 54.</ref> :''Chi ha [[fame]] non cerca compagnia.'' *'''Cui avi un occhiu sulu, spissu l'annetta.'''<ref name=Mitglied/> :''Chi ha un occhio solo, se lo pulisce spesso.'' ::Chi ha poco di qualcosa ne ha la più grande cura. *'''Cui a tia pari chi dormi, e riposa {{sic|Chiddu}} porta la cruci chiu gravusa.'''<ref name=alba/> :''Chi a te sembra che dorma e riposi, lui porta la croce più gravosa.'' *'''Cui di sceccu fa cavaddu, lu primu cauci è so.'''<ref name=donkey>Citato in Scarcella, 1846, p. 57.</ref> :''Chi di un [[asino]] fa un cavallo, il primo calcio è suo.'' ::{{spiegazione|Chi innalza con la propria generosità un ingrato, per primo sarà ricambiato con l'ingratitudine.}} *'''Cui dici la verità, va 'mpisu.'''<ref name=donkey/> :''Chi dice la [[verità]], finisce impiccato.'' *'''Cui fa mali, scorcia la so peddi.'''<ref name=mustnot/> :''Chi fa il male scortica la sua tessa pelle.'' *'''Cui 'mpresta lo sò culu, 'un ha unni s'assittari.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 243.</ref> :''Chi dà in prestito il suo didietro, non ha dove sedersi.'' *'''Cui mori pri li funci, nun c'è nuddu chi lu chianci.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 61.</ref> :''Chi muore avvelenato dai [[fungo|funghi]] (chi si è esposto intenzionalmente, temerariamente ad un pericolo scontato), non c'è nessuno che lo pianga.'' *'''Cui nun po muzzicari, nun mustrasse li denti.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 63.</ref> :''Chi non può mordere, non mostri i [[dente|denti]].'' *'''Cui nun voli focu , levassi li ligna.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 64.</ref> :''Chi non vuole [[fuoco]], tolga il legno.'' ::{{spiegazione|Chi non vuole aspri contrasti tolga l'esca che li alimenta.}} *'''Cui picca avi, caru teni.'''<ref name=littledear>Citato in Scarcella, 1846, p. 65.</ref> :''Chi ha poco, se lo tiene caro.'' *'''Cui porta 'ngruppa è cacciatu di sedda.'''<ref name=littledear/> :''Chi porta in groppa è sbalzato di sella.'' ::{{spiegazione|Chi mostra troppo docile condiscendenza viene duramente umiliato.}} *'''Cui si fa gabbu, ci cadi lu labbru.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 68.</ref> :''A chi si fa [[beffa|beffe]] degli altri, (gli) cade il [[labbro]].'' ::{{spiegazione|Chi mette gli altri in canzonatura per le loro mancanze può a sua volta incorrere nelle medesime.}} *'''Cui robba fa un peccatu, cui è rubbatu nni fa centu.'''<ref name=sin>Citato in Scarcella, 1846, p. 66.</ref> :''Chi [[furto|ruba]] fa un peccato, chi viene derubato ne fa cento.'' *'''Cui scava lu fossu, lu primu ci cadi.'''<ref name=sin/> :''Chi scava il fosso ci cade per primo.'' *'''Cui simina spini, nun ricogghi rosi.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 67.</ref> :''Chi semina [[rosa e spina|spine]] non raccoglie [[rosa e spina|rose]].'' *'''Cui tocca pici, s'imbratta li manu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 69.</ref> :''Chi tocca pece, s'imbratta le mani.'' ::{{spiegazione|Chi causa il male agli altri non resta immune dal dolore.}} *'''Cui veni appressu, cunta li pedati.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 71.</ref> :''Chi viene dopo conta le pedate.'' ::{{spiegazione|Ci penseranno i posteri nell'avvenire.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 272.</ref>}} ::{{spiegazione|Di chi non pensa a quelli che dovranno succedergli, o vuol far il suo tornaconto senza badare al danno che sarà de' successori.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 728.</ref>}} *'''Cunti senza l'osti si fanno dui voti.'''<ref name=Zahl>Citato in Scarcella, 1846, p. 73.</ref> :''I [[Calcolo|conti]] senza l'oste si fanno due volte.'' ::{{spiegazione|Uno è il conto del cliente, altro quello dell'oste.}} *'''Custa caru lu figghiu parrinu.'''<ref name=Zahl/> :''Costa caro il figlio [[prete]].'' ::{{spiegazione|Arduo è il cammino della virtù.}} ==D== *'''Di ccà c’è ’a morti, di ddà c’è a sorti.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 423.</ref> :''Da una parte c’è la morte, dall’altra il destino.'' *'''Di judici chi pendi, ingiustizia si nni attendi.'''<ref name=salomon/> :''Dal giudice che pende (per una delle parti in lite), bisogna aspettarsi ingiustizia.'' *'''Di minacci nun timiri di prumissa nun gudiri.'''<ref name=vocca>''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 772.</ref> :''Di minacce non temere (troppo) di promessa non godere (non fidarti troppo).'' *'''Di 'na spina nni nasci 'na rosa, {{sic|E}} di 'na rosa nni nasci 'na spina.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref> :''Da una spina nasce una [[rosa]], da una rosa nasce una spina.'' ::{{spiegazione|Da una cattiva madre nasce una buona figlia, da una buona madre nasce una cattiva figlia.<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref>}} *'''Di stu munnu tantu si nn'havi quantu si nni tira cu li denti.'''<ref name=orbs/> :''Di questo mondo se ne ha tanto quanto se ne tira con i denti.'' *'''Diavulu 'mburnutu, ancilu apparebit.'''<ref name=diablo>Citato in Scarcella, 1846, p. 74.</ref> :''[[Diavolo]] lustrato, avrà aspetto d'angelo.'' *'''Doppu l'avaru veni lu sfragaru.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 80.</ref> :''Dopo l'[[avarizia|avaro]] viene lo scialacquatore.'' *'''Dui priuri 'nta un cunventu nun ponnu stari.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 763.</ref> :''Due priori non possono stare in un (nello stesso) convento.'' ::{{spiegazione|Non {{sic|istanno}} bene due ghiotti a un tagliere.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 673.</ref>}} *'''Dui sunnu li putenti, cui tantu avi e cui nun avi nenti.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 81.</ref> :''Due sono i [[potere|potenti]], chi ha tanto e chi non ha niente.'' *'''Duru cu duru nun fabbrica muru.'''<ref>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 338.</ref> :''Duro con duro non fabbrica muro.'' ::{{spiegazione|Due volontà ostinate non si raccapezzano, e, in senso figurato, bisogna bere nel mangiare.</ref>}} ==E== *'''È avvezzu lu lupu a li gridati.'''<ref name=wolf>Citato in Scarcella, 1846, p. 82.</ref> :''Il [[lupo]] è avvezzo alle grida.'' ::{{spiegazione|Il malfattore è insensibile ad ammonimenti e minacce.}} *'''''E chi mi servi a mia l'amari tantu , | ca zappu all' acqua e siminu a lu ventu.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 40.</ref> :''E a che mi serve l'[[amore|amare]] tanto, | giacché zappo l'acqua e semino al vento.'' *'''È mala cosa truzzari la petra.'''<ref name=wolf/> :''È cosa cattiva (sconsiderata, dannosa) cozzare contro la pietra.'' *'''È megghiu sapiri picca, chi parrari assai.'''<ref name=wolf/> :''È meglio sapere poco che parlare assai.'' *'''È megghiu testa d'asinu, chi cuda di liuni.'''<ref name=wolf/> :''È meglio testa d'[[asino]] che coda di leone.'' *'''È megghiu testa di lucerta, chi cuda di scursuni.'''<ref name=wolf/> :''È meglio testa di [[lucertola]] che coda di serpe.'' *'''È patruni di lu munnu cu' lu disprezza, e scavu cu lu prezza.'''<ref name=orbs/> :''È padrone del mondo chi lo disprezza e schiavo chi lo tiene in pregio.'' *'''Essiri non si po, chiù d' una vota.'''<ref name=Sein>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 100.</ref> :''Non si può vivere (essere) più di una volta.'' ==F== *'''Fa bonu pranzu, no bonu vuccuni, {{sic|Ma}} bonu cori di bonu patruni.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 90.</ref> :''Fa buon pranzo non un buon boccone, ma buon cuore di un buon padrone'' *'''Fa l'arti ca sai | ca si non arricchirsi, campirai.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 549, § 131.</ref> :''Fai il mestiere che conosci | perché anche se non ti arricchisci, ti procurerai sempre di che vivere.'' *'''Fai bene e scordalu, fai male e pensaci.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Se fai bene, dimenticatene; se fai male, pensaci.'' *'''Fabbrica e liti – Non vi cci mittiti.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 549, § 130.</ref> :''Fabbrica e liti, non andate a impegolarvi.'' ::{{spiegazione|Giacché i costi di una costruzione eccedono quelli preventivati e le liti giudiziarie sono lunghe ed onerose.}} *'''Fimmina senza amuri è rosa senza oduri.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Donna senza amore è una rosa senza odore.'' *'''Finutu lu jocu di li scacchi, lu re cu la pidina vannu 'n saccu.'''<ref name=inthewind>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p.805.</ref> :''Finito il gioco degli scacchi, il re con la pedina vanno nel sacco.'' ::{{spiegazione|La morte pareggia, alla fin fine siamo tutti uguali.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p.805.</ref>}} *'''Furtuna amica d'asini e di pazzi, e di virtuusi nnemica murtali.'''<ref name=crazydonkey>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 420.</ref> :''Fortuna amica d'asini e di pazzi, e dei virtuosi nemica mortale'' *'''Furtuna nun accummenza mai pri pocu.'''<ref name=crazydonkey/> :''La fortuna non comincia (a schernire un mortale''<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 420.</ref>'') mai per poco.'' ==G== *'''Gatta di firraru s'addurmenta a sonu di marteddu.'''<ref name=cat>Citato in Scarcella, 1846, p. 91.</ref> :''[[Gatto|Gatta]] di fabbro si addormenta a suono di martello.'' ::{{spiegazione|Non destano alcuna emozione le cose cui si è abituati.}} *'''Geniu fa biddizza.'''<ref name=cat/> :''Il gusto, l'inclinazione fa (la) bellezza.'' *'''Genti assai ma omini picca.'''<ref name=multum /> :''Gente ce n'è tanta, ma uomini, pochi.'' *'''Giustamenti lu saggiu addunca dissi {{sic|Parrami}} prima acciò ti canuscissi.'''<ref name=cat/> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Giustamente dunque il saggio disse: [[parlare|Parlami]] prima perché io ti conosca.'' *'''Grapi la vucca cunformi è lo vuccuni.'''<ref name=Pantagruel/> :''Apri la bocca conformemente alla grandezza del boccone.'' ::{{spiegazione|Predisponiti a qualunque progetto, impresa con preparativi adeguati.}} *'''Guai a cui strudi la farina, e sparagna la canigghia.'''<ref name=corn>Citato in Scarcella, 1846, p. 92.</ref> :''Guai a chi spreca la [[farina]] e risparmia la crusca.'' *'''Guaina nun fa bona lama.'''<ref name=corn/> :''Il fodero non fa una buona lama.'' *'''Guarda li panni di cui s'annega.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 693.</ref> :''Guarda gli abiti di chi si annega.'' ::{{spiegazione|Impara dai mali altrui.}} *'''Guarda lu mari e teniti a la terra.'''<ref name=corn/> :''Guarda il mare e tieniti (saldo) alla terra.'' *'''Guardati d'omu chi nun parra, e di cani chi nun abbaja.'''<ref name=flic/> :''Guardati da uomo che non parla e da cane che non abbaia.'' ==I== *'''I chiacchiri su' chiacchiri, ma 'a putiara voli i picciuli.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Le chiacchiere sono chiacchiere, ma la bottegaia vuole i soldi.'' *'''Immiruto 'n mezzo la via nun s'adduna quantu l'avìa.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Il [[gobbo]] in mezzo alla strada (vede le gobbe altrui e) non si accorge quanto grande è la sua'' ==J== *'''Jardinu senza cani, è senza patruni.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano: compilato da Antonino Traina : volume unico'', Giuseppe Pedone Lauriel Editore, Palermo, 1868, [https://books.google.it/books?id=jtFFAAAAcAAJ&dq=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano%3A%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20%3A%20volume%20...&hl=it&pg=PA511#v=onepage&q=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano:%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20:%20volume%20...&f=false p. 511 Google Books]</ref> :''Giardino senza cane è senza padrone.'' *'''Jornu curtu, pisci longu; jornu longu, pisci curtu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 91.</ref> :''Giorno corto, [[pesce]] lungo; giorno lungo, pesce corto.'' ::{{spiegazione|I pesci di buona qualità sono lunghi in inverno e corti in estate.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV p. 91.</ref>}} *'''Jetta simenza ca Diu ci penza.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 930.</ref> :''Getta il seme, che (a tutto il resto) pensa Dio.'' *'''''Junciti ccu li megghiu de tia, | e facci li spisi pri la via.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 12.</ref> :''Accompagnati con chi è migliore di te e pagagli le spese lungo il cammino.'' ==L== *'''L'aceddu si canusci a li pinni, e l'omu a lu parlari.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 17.</ref> :''L'uccello si conosce dalle penne e l'uomo dal parlare.'' *'''L'acqua tantu ausa in autu, quantu cala.'''<ref name=precipizio>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1.</ref> :''L'[[acqua]] sale tanto in alto, quanto scende.'' ::{{spiegazione|''Non mai s'intende l'uom saggio e perfetto, se non ha di se stesso umil concetto.''}}<ref>Spiegazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 18.</ref> ::{{spiegazione|Chi troppo in alto sal, cade repente. Precipitevolissimevolmente. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]])}} *'''L'arvulu s'addrizza mentri è virdi.'''<ref>Citato in ''[https://www.trapaninostra.it/sagre/mietitura/ricerche.htm Ricerche sulla cultura popolare: {{small|sprazzi di saggezza o arguzia contadine...}}]'', ''trapaninostra.it''.</ref> :''L'albero si raddrizza mentre è verde.'' *'''L'[[asino|asinu]] porta la pagghia, e l'asinu si la mancia.'''<ref name=Scarcella/> :''L'asino porta la paglia, e l'asino se la mangia.'' *'''L'invidia nun taci unni la gloria grida.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 504.</ref> :''L'invidia non tace dove la gloria grida.'' *'''L'omu bonu va cu lo cori 'n manu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 671.</ref> :''L'uomo buono va con il cuore in mano.'' *'''L'omu è comu lu mari: {{sic|S'}} 'un porta oi porta dumani.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 22.</ref> :''L'uomo è come il mare: se non porta oggi porta domani.'' *'''L'omminu pp'a parola, 'u voi pp'e corna.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''L'uomo per la parola, il bue per le corna.'' *'''L'uffiziu si duna a cui nun lo dumanna.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref> :''L'ufficio (la carica, l'incarico) si dà a chi non lo chiede.'' ::{{spiegazione|A chi non è motivato dalla sola ambizione e che potrebbe perciò essere il più degno.}} *'''L'onuri chi si perdi 'ntra un minutu, 'ntra cent'anni nun è ricumpinzatu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 672.</ref> :''L'[[onore]] che si perde in un minuto, non è ristabililto (neppure) in cento anni. '' *'''La bona o la vera nova la porta lu zoppu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 652.</ref> :''La buona o la vera notizia la porta lo [[zoppia|zoppo]].'' ::{{spiegazione|La verità o la buona nuova si sa tardi.<ref>Interpretazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', {{cfr}} p. 652.</ref>}} *'''La bona vita di lu riggituri è la disciplina di la plebbi.'''<ref name=Justus/> :''La buona condotta di vita di chi governa è la disciplina della plebe'' *'''La {{sic|Bucca}} è un aneddu, ma capi quantu 'na navi ed un vasceddu.'''<ref name=stoma/> :''La bocca è come un anello, ma contiene quanto una nave ed un vascello.'' *'''La {{sic|Carni}} di l'omu si mancia cu li meli.'''<ref name=downtrodden/> :''La carne dell'[[uomo]] si mangia col miele.'' ::{{spiegazione|Con belle parole, lusinghe e garbate maniere si ottiene tutto.}} :oppure ::{{spiegazione|La vendetta, specie se lungamente covata, si compie con grande voluttà.}} *'''La fimmina è comu lu gattu: cchiù chi l'allisci, cchiù la cuda crisci.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 231.</ref> :''La [[donna]] è come il gatto: più la carezzi, più la coda cresce.'' *'''La furmicula affanna la stati pri nu patiri lu 'nvernu.'''<ref name=mirmex>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 418.</ref> :''La formica si affanna d'estate per non soffrire d'inverno.'' *'''La furnaci prova l'oru e l'oru prova la donna.'''<ref name=endura>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 678.</ref> :''La fornace prova l'oro e l'oro prova (mette alla prova) la donna.'' *'''La gaddina fa l'ovu e lu gaddu grida.'''<ref name=trumph>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref> :''La gallina fa l'uovo e il gallo grida.'' ::{{spiegazione|Vi è chi fa mentre altri si appropria il vanto.<ref name=arcde>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref>}} *'''La gaddina si tacissi, chi avirria fattu l'ovu nun si capissi.'''<ref name=trumph/> :''Se la gallina tacesse, non si capirebbe chi ha fatto l'uovo.'' ''La gallina che schiamazza è quella che ha fatto l'uovo. '' <ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Per troppo parlare vengonsi a risapere tante cose.<ref name=arcde/>}} *'''La mala strata nun finisci mai.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref> :''La cattiva strada non termina mai.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref> ::{{spiegazione|Al peggio non v'è fine. Non si dice mai ho fatto annastanza del male.<ref>La spegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref>}} *'''La manu curri spuntania a lu cori'''<ref>Citato in Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref> :''La [[mano]] corre spontanra al cuore.'' ::{{spiegazione|Ognuno opera come il cuore gli consiglia.<ref>L'interpretazione è in Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref>}} *'''La massara cerni e 'mpasta, e lu furnu conza e guasta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 419.</ref> :''La massaia setaccia la farina (e la separa dalla crusca) e impasta, e il forno condisce e guasta.'' ::{{spiegazione|È dal forno che dipende la buona o cattiva riuscita.<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 419.</ref>}} *'''La panza nun avi specchiu.'''<ref name=Spiegel>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 93.</ref> :''La pancia non ha specchio.'' ::{{spiegazione|Tutto quello che le viene dato, prende, senza limiti.}} *'''La pignata vecchia servi pri purtari focu pri li casi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 731.</ref> :''La pentola vecchia serve per portare fuoco per le case.'' ::{{spiegazione|S'allude {{NDR|figuratamente}} {{sic|anco}} alle vecchie che van ciarlando o portando ambascerie.<ref>Spegazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 731.</ref>}} *'''La prim'acqua è chidda chi bagna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 18.</ref> :''La prima acqua è quella che bagna.'' ::{{spiegazione|Le prime cose fanno impressione.}} *'''La puta di jinnaru arricchisci lu vuttaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 786.</ref> :''La potatura fatta a gennaio arricchisce il bottaio.'' *'''La quartàra rutta si tira la quartàra sana.'''<ref name=howl/> :''La brocca rotta trascina con sé la brocca integra.'' *'''La raggiuni va cu lu so pedi.'''<ref name=timeis>Citato in in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 798.</ref> :''La ragione va con il suo piede.'' ::{{spiegazione|Si fa strada.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 798.</ref>}} *'''La spada nun si pigghia pri la punta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 948.</ref> :''La spada non s'impugna (si prende) per la punta.'' ::{{spiegazione|Le cose non si lasciano andare del modo che possano più offender noi che l'avversario.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 948.</ref>}} *'''La spiranza è l'ultima chi mori.'''<ref name=ultimadea/> :''La speranza è l'ultima a morire'' *'''La tavula (–''o'' La Mensa) è 'na brutta corda.'''<ref name=rope>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 94.</ref> :{{spiegazione|oppure}} *'''La tavula è turtura.'''<ref name=rope/> :''La tavola è una brutta corda.'', :{{spiegazione|oppure}} :'''La tavola è tortura.''' ::{{spiegazione|Perché fa confessare.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 94.</ref>}} *'''La testa a la padedda e la cuda a mari.'''<ref name=rope/> :''La testa (del pesce) alla padella e la coda a mare.'' ::{{spiegazione|Il pesce deve essere freschissimo.}} *'''La toppa è chiummu.'''<ref name=Erbe /> :''La figlia femmina è piombo.'' *'''La varca è di cu' la cravacca.'''<ref name=navire>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1074.</ref> :''La [[Imbarcazione|barca]] è di chi ci sta sopra (la cavalca).'' ::{{spiegazione|Il mondo è di chi se lo piglia. E vale anche, che il padrone è chi amminisitra sopra luogo.}} *'''La vucca è quantu un aneddu e si mancia palazzu e casteddu.'''<ref name=Pantagruel>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1105.</ref> :''La bocca non è più grande di un anello e si mangia palazzo e castello.'' ::{{spiegazione|Lo smodato vizio della gola può mandare completamente in rovina.}} *'''La vucca ridi, e lu cori chianci.'''<ref>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1105.</ref> :''La bocca ride, e il cuore piange.'' ::{{spiegazione|Talvolta l'uomo mostra ilarità, e invece soffre.}} *'''La vulpi vecchia 'ncappa a lu lazzu.'''<ref name=altFuchs>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref> :''(Anche) La [[volpe]] vecchia incappa (può incappare) nel laccio.'' *'''La vulpi vecchia nun 'ncappa a lu lazzu.'''<ref name=altFuchs/> :''La volpe vecchia nun incappa nel laccio'' *'''La vutti di chi è china spanni.'''<ref name=sailor/> :''La [[botte]] versa ciò di cui è piena.'' *'''Li dinari su' lu secunnu sangu.'''<ref name=emaema>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 851.</ref> :''I soldi sono il secondo sangue.'' *'''Li picciotti hannu a parlari sulu quannu piscia la addina.'''<ref name=multum /> :''I ragazzi debbono parlare solo quando urina la gallina.'' ::{{spiegazione|Cioè mai.}} *'''Li principi hannu cent'occhi e cent'oricchi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 761.</ref> :''I principi hanno cento occhi e cento orecchie.'' *'''Li re stannu 'ntra li càmmari e cummannanu, {{sic|E}} li populi si scànnanu.'''<ref name=alt/> :''I [[re]] stanno dentro le camere e comandano, e i popoli si scannano.'' *'''Li suldati fanno la guerra e s'ammazzanu, e li re s'abbrazzanu.'''<ref>Citato in Pitrè, vol. III, p. 90.</ref> :''I soldati fanno la [[guerra]] e si ammazzano, e i re si abbracciano.'' *'''Li strazzi vannu pri l'aria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> :''Gli stracci van sempre all'aria.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> ::{{spiegazione|I deboli pagan sempre il fio.}}<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> *'''Lo judici ama l'oru e l'avvocatu l'argentu.'''<ref name=endura/> :''Il giudice ama l'oro e l'avvocato l'argento.'' *'''Lu bon judici duna a tutti audienza, ma a pocu duna cridenza.'''<ref name=salomon>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 516.</ref> :''Il buon giudice concede udienza (ascolta) tutti, ma a pochi dà credito.'' *'''Lu cafè santiannu e lu ciucculatti ripusannu (o – pastiggiannu).'''<ref name=tazzulella>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 96.</ref> :''Il [[caffè]] sacramentando e il [[cioccolato]] riposando (o sorseggiando).'' ::{{spiegazione|Cioè il caffè si vuol prendere caldo di molto (quasi bestemmiando dal dolore scottandosi) e il cioccolato freddo.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV p. 96.</ref>}} *'''Lu cchiù nnimicu di l'omu, è l'omu stissu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 672.</ref> :''L'uomo non ha maggior nemico dell'uomo.'' *'''Lu {{sic|Cuscinu}} è un gran cunsiggheri.'''<ref name=Zahl/> :''Il [[cuscino]]'' è un gran consigliere. *'''Lu Diavulu è suttili, e fila grossu.'''<ref name=diablo/> :''Il [[Diavolo]] è sottile e fila grosso.'' *'''Lu Diavulu fa li cosi ammucciuni, e poi sona la campanedda.'''<ref name=diablo/> :''Il Diavolo fa le cose alla chetichella e poi suona la campanella.'' *'''Lu figghiu parrinu è lu porcu di la casa.'''<ref name=flic/> :''Il figlio [[prete]] è il maiale della casa.'' ::{{spiegazione|Porta prosperità, vantaggi alla famiglia.}} *'''Lu furmaggiu chi nun si mania fa vermi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 417.</ref> :''Il formaggio che non si maneggia fa vermi.'' ::{{spiegazione|I giovani non corretti vengono cattivi.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 417.</ref>}} *'''Lu gangunïari fa passari lu sonnu.'''<ref name=tazzulella/> :''Il mangiucchiare fa passare il sonno.'' *'''Lu judici avi ad aviri dui oricchi''' o '''l'oricchi eguali.'''<ref name=salomon/> :''Il giudice deve avere due orecchi'' o ''gli orecchi uguali.'' *'''Lu judici giustu, cchiù a la giustizia chi all'omini divi aviri riguardu.'''<ref name=salomon/> :''Il giudice giusto deve aver riguardo più per la giustizia che per gli uomini.'' *'''Lu limitu di la Sorti, Cu lu passa trova la Morti'''<ref name=Parche>Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n570/mode/2up, p. 560].</ref> :''Il limite assegnato dal [[destino|Destino]], chi lo oltrepassa trova la Morte.'' *'''''Lu manciari senza viviri, | è comu l'annuvulatu senza chioviri.'''''<ref name=Sein/> :''Il mangiare senza bere |è come il cielo coperto di nubi senza che piova.'' *'''Lu munnu è longu, ed havi la cuda.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 257.</ref> :''Il [[mondo]] è lungo e ha la coda.'' ::{{spiegazione|Con la sua inesauribile riserva di sorprese il mondo resta difficile da comprendere e dominare interamente anche per l'uomo che ne abbia una lunga esperienza.}} *'''Lu munnu è di cu' lu sapi buffuniari.'''<ref name=orbs>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 617.</ref> :''Il mondo è di chi lo sa canzonare.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 656.</ref> *'''Lu munnu 'un s'ha persu mai pi fimmini, ma pi dinari.'''<ref name=mondo>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 24.</ref> :''Il mondo non si è mai perso per le donne, ma per i soldi.'' *'''Lu muttu anticu, {{sic|È}} lu Vanceliu nicu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 9.</ref> :''Il [[proverbio|motto]] antico è il piccolo Vangelo.'' *'''Lu pani di li mischini è la spiranza.'''<ref name=ultimadea>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 955.</ref> :''La speranza. è il pane de' miseri.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 955.</ref> *'''Lu piccadu è chiddu chi nesci e no chiddu chi trasi.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 98.</ref> :''Il peccato è quello che esce e non quello che entra.'' ::{{spiegazione|Peccato è la maldicenza e non quello che si mangia.<ref>L'interpretazione è di Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 98.</ref>}} *'''Lu re 'un ha bisognu di varva, ma di sennu.'''<ref name=inthewind/> :''Il re non ha bisogno di barba, ma di senno.'' *'''Lu riccu campa cu lu poviru, e lu poviru cu lu riccu.'''<ref name=Gefängnis/> :''Il ricco vive con il povero ed il povero con il ricco.'' ::{{spiegazione|Hanno bisogno l'uno dell'altro.}} *'''Lu riccu spezza li magghi e nni scappa, l'afflittu resta a la riti e s'incappa.'''<ref name=Gefängnis>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 813.</ref> :''Il ricco spezza le maglie e ne scappa, l'afflitto resta nella rete e s'impiglia.'' *'''Lu sangu nun si po fari acqua.'''<ref name=emaema/> :''Il sangue non può farsi acqua.'' ::{{spiegazione|Il legame di parentela non si può rinnegare.}} *'''Lu signuri di pagghia si mancia un vassallu d'azzaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 929.</ref> :''Il signore di paglia si mangia un vassallo d'acciaio.'' *'''Lu suli chi ti viri ti quaria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> :''Il sole che ti vede ti riscalda.'' ::{{spiegazione|Il bene si deve sperare da chi lo può fare, non bisogna lasciarsi trasportare dalle speranze fondate sulla fantasia.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref>}} *'''Lu vicinu è sirpenti, si nun ti vidi ti senti.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Canti popolari siciliani'', vol. I, p. 50.</ref> :''IL [[vicinanza|vicino]] è serpente, se non ti vede ti sente.'' *'''Lu vizziu appigghia comu amenta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref> :''Il [[vizio]] attecchisce come menta.'' *'''Lu voi nun parra ca havi la lingua grossa, ma si parrassi gran cosi dirria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref> :''Il [[bue]] non parla perché ha la lingua grossa, ma se parlasse direbbe grandi cose.'' ::{{spiegazione|Motto di chi vuol usare reticenza.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref>}} ==M== *''''Mbriachi e picciriddi, 'u Signuri aiuta.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ubriachi e bambini, il Signore li aiuta.'' *'''Manciari senza vìviri {{sic|È}} celu annuvulatu ca 'un pò chiòviri.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 97.</ref> :''Mangiare senza [[vino|bere]] è (come) un cielo nuvoloso da cui non può cadere pioggia.'' *'''Mariuolu e viulinu, ti diverti a lu matinu.'''<ref>Citato in ''Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati da Giuseppe Pitrè'', vol I, Luigi Pedone-Lauriel , Palermo, 1870, [https://books.google.it/books?id=tzcLAAAAQAAJ&dq=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane%2C%20%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q=proverbio&f=false p. 34]</ref> :''Ladro e violino, ti diverti al mattino.'' *'''Megghiu accordiu magru ca sintenzia grassa.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556, § 192.</ref> :''Meglio un magro accordo che una grassa sentenza.'' ::{{spiegazione|Meglio cercare un rapido accordo con transazione che affrontare una lite giudiziaria i cui lunghi tempi e costi onerosi potrebbero ridurre sensibilmente i vantaggi di una sentenza favorevole.}} *'''Megghiu asinu vivu ca dutturi mortu.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556, § 193.</ref> :''Meglio un asino vivo che un dottore morto.'' ::{{spiegazione|Meglio un ignorante vivo, che un dotto morto per aver ecceduto nello [[studiare|studio]].}} *'''Megghiu dogghia di vurza ca di cori.'''<ref>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref> :''Meglio dolore di borsa che di cuore.'' ::{{spiegazione|Spendere che soffrire.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref>}} *'''Megghiu lu picca godiri ca l’assai trivuliari.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556 , § 197.</ref> :''Meglio godere del poco che l’affannarsi per (ottenere e conservare) il molto.'' *'''Megghiu obbediri ca santificari.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Il Borghini'', p. 556, § 195.</ref> :''Meglio (è più gradito a Dio) obbedire che sacrificare.'' *'''Megghiu pugna all'occhi, chi sgracchi a lu capizzu.'''<ref>Citato in Pitrè, vol III, p. 347.</ref> :''Meglio pugni agli occhi che scaracchi al capezzale.'' ::{{spiegazione|Val meglio un marito giovane che anche la faccia a pugni, anziché un vecchio catarroso e cagionevole che tossisca e sputi.<ref>La spiegazione è di Di Giuseppe Pitrè. {{cfr}} Pitrè, vol III, p. 347.</ref>}} *'''Megghiu sbirri a la porta ca parrini.'''<ref name=flic>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 700.</ref> :''Meglio sbirri alla porta che preti.'' ::{{spiegazione|I primi vengono per arrestare, i secondi per il funerale.}} *'''Megghiu sudari chi trimari.'''<ref>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 992.</ref> :''Meglio sudare che tremare.'' ::{{spiegazione|Meglio caldo che freddo, meglio lavorare per campare o per iscampare, anziché morire.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 992.</ref>}} *'''''Mentri ca siti papa, papiati; | cu sa si nn'autra vota papa siti.'''''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 557, § 205.</ref> :''Fintantoché siete Papa, "papeggiate" (approfittatene) | chi sa se sarete Papa un'alta volta.'' *'''Mettiti megghiu 'i tia e ammaccici i spisi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Mettiti con quelli migliori di te e fanne le spese.'' *'''''Misiricordia, dissiru li griddi, | quannu desiru focu a li ristucci.'''''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 557, § 204.</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Misericordia, dissero i [[grillo|grilli]], | quando diedero fuoco alle stoppie.'' *'''Mori un putenti – A manu d'un pizzenti.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 558, § 207.</ref> :''Muore un potente per mano d'un pezzente.'' ::{{spiegazione|Nessuno sa come e dove avrà termine la propria vita.}} *'''Morsi 'u figghiozzu, finìu 'u cumparatu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Morto il [[figlioccio]], finito il comparatico.'' *'''Multi so' signuri di citati, e su schiavi di li donni.'''<ref name=mondo/> :''Molti sono signori di città e sono schiavi delle [[donne]].'' ==N== *'''Nasci omu e nasci stidda.'''<ref name=Erbe /> :''Nasce un maschio e nasce una stella.'' *'''Nè ciuri senza oduri, nè sabbato senza suli, nè fimmina senza amuri.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 15.</ref> :''Né fiore senza odore, né sabato senza sole, né [[donna]] senza amore.'' *'''Nè omo sutta cappa, nè fimmina sutta strazza.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 158.</ref> :''Né uomo sotto la cappa, né donna sotto la seta.'' ::{{small|Non si deve giudicare del merito di una persona dall'aspetto esteriore.}} *''''Nta stu munnu cc'è un limitu forti (arduo), Di ccà sta la Sorti, di ddà c'è la Morti.'''<ref name=Parche/> ::''In questo mondo c'è un limite arduo, di quà c'è il Destino, di là c'è la Morte.''' *'''No accattari la gatta 'ntra lu saccu.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 11.</ref> :''Non comprare la gatta dentro il sacco.'' *'''Nuddu si lassa e nuddu si pigghia si ’un s’assumigghia.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 347.</ref> :''Non ci si lascia e non ci si sceglie se non ci si somiglia.'' *'''Nun cc'è megghiu sarsa di la fami.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 92.</ref> :''Non c'è miglior salsa della [[fame]].'' *'''Nun poi all'asinu, e duni a lu varduni<ref>Accrescitivo di varda, barda.</ref>.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 18.</ref> :''Non puoi (dare bastonate) all'asino e le dai alla barda.'' ::{{spiegazione| Chi è nell'impossibilità di vendicarsi su chi non può colpire, si vendica su chi è alla sua portata.}} *'''Nun si divi lassari la bona terra pri lu mali riggituri.'''<ref name=Justus>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 805.</ref> :''Non si deve lasciare la buona terra a causa del cattivo governante.'' ::{{spiegazione|Perché questi, volendo, si può cambiare.<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 805.</ref>}} *'''Nun si dona l'uffiziu a cu' lu dimanna.'''<ref name=axiotatos/> :''Non si dà l'ufficio (la carica, l'incarico) a chi lo chiede.'' ::{{spiegazione|Ma a chi lo merita.}} *'''Nun su' li donni chi nun gustanu, su' li dinari chi nun bastanu.'''<ref name=mondo/> :''Non sono le donne che non piacciono<ref>Agli uomini che, delusi dalle donne, ne diventano critici implacabili.</ref>, sono i soldi che non bastano.'' *'''Nun tantu billi billi, ch'un sulu billi basta.'''<ref name=nequid>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', p. 127.</ref> :''Non troppe sdolcinatezze, non troppe svenevolezze, non troppe moine, ne basta solo un po', solo quanto basta.'' *'''Nun ti fari mettiri la fadedda di (''da'') tò mugghieri.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 232.</ref> :''Non fari mettere la sottana da tua [[moglie]].'' *'''''Nun ti fidari ca la corda è grossa, / quantu è cchiù grossa cchiù prestu si lassa.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 35.</ref> :''Non fidarti del fatto che la corda è grossa | quanto più è grossa, più presto si scioglie.'' ::{{spiegazione|Non fare eccessivo assegnamento, non inorgoglirti, non insuperbirti per le tue capacità, le tue possibilità, per la tua fortuna, perché quando meno te lo aspetti la tua sorte potrebbe mutare.}} *'''Nun tuccari lu culu a la cicala.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 8.</ref> :''Non toccare il sedere alla [[cicala]].'' ::{{spiegazione|Non dare occasione alle malelingue di sparlare.}} *'''Nutrica lu scursuni 'ntra la manica, si quadía e ti mùzzica.'''<ref name=aureo/> :''Nutri la [[serpente|serpe]] nella manica, si riscalda e ti morde.'' ::{{spiegazione|Non essere generoso con chi non ne è degno.}} ==O== *''''O cacatu 'u culu cci feti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''A chi se l'è fatta addosso, puzza il sedere.'' *'''Occhiu di suli, focu di povir'omu.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 75.</ref> :''Occhio di sole, fuoco di pover'uomo.'' *'''Ogni asinu si prega de lu so ragghiu.'''<ref name=egoego>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 797.</ref> :''Ogni asino si compiace del suo raglio.'' ::{{spiegazione|Ognuno loda sé e il suo.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 797.</ref>}} *'''Ogni centu anni e centu misi torna l'acqua a li so paisi.'''<ref name=precipizio/> :''In cent'anni e cento mesi torna l'acqua a' suoi paesi.''<ref>In ''Vocabolario siciliano-italiano'', p. 18.</ref> ::{{spiegazione|Il tempo vien a capo d'ogni cosa, e quel che fu sarà di nuovo.<ref>Spiegazione in ''Vocabolario siciliano-italiano'', p. 18.</ref>}} *'''''Ogni lignu coci pasta | ma nuddu comu l'alastra.'''''<ref name=alastra>Citato, con spiegazione, in [[Giuseppe Pitrè]], ''Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano: {{small|raccolti e descritti da Giuseppe Pitrè}}'', Libreria L. Pedone Lauriel, Palermo, 1889, vol. III, [https://books.google.it/books?id=4OAwAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA293#v=onepage&q&f=false p. 293].</ref> :''Ogni legno cuoce l'impasto del pane | ma nessuno come il [[citiso]].'' ::{{spiegazione|Si brucia nel forno per fare un buon fuoco, e quindi buon pane, il quale acquista bel colore di sopra e di sotto.}} *'''Occhi ch'aviti fattu chianciri, chianciti.'''<ref>Citato in Pitrè, vol.III, p. 91.</ref> :''Occhi che avete fatto [[pianto|piangere]], (anche voi) piangete.'' *'''Ogni fruttu voli la so staggiuni.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 968.</ref> :''Ogni frutto vuole la sua stagione.'' *'''Ogni vulpi porta amuri a la so tana.'''<ref name=altFuchs/> :''Ogni volpe porta amore alla sua tana.'' *'''Ognunu è patruni di pulizziarisi 'u culu c'un corpu di lupara.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ognuno è padrone di pulirsi il sedere con un colpo di [[Lupara (arma)|lupara]].'' *'''Omne nimium vertitur in troppu.'''<ref name=nequid/> :''Ogni eccesso si trasforma in troppo.'' ==P== *'''''Pacenzia caru amicu a li burraschi, | ca nun si mangia meli senza muschi.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 27.</ref> :''Sopporta caro amico con [[pazienza]] le burrasche, | che non si mangia miele senza mosche.'' *'''''Parrastra, | focu d'alastra.'''''<ref name=alastra /> :''[[Matrigna]], fuoco di citiso.'' ::{{spiegazione|Per la vivezza del fuoco che esso nutre, il citiso è desiderato dalle figliastre contro le madrine. }} *'''Picciotti e muli vonu stari suli.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Giovani e muli vogliono stare soli.'' *'''Pigghia cunsigghiu di prudenti chi mai ti nni penti.'''<ref name=finesse/> :''Prendi consiglio dall'uomo prudente, che mai te ne penti.'' *'''Pri canusciri un omu s'havi a manciari 'na sarma di sali.'''<ref name=assaisonner/> :''Per conoscere un uomo bisogna mangiare una [[w:Unità di misura storiche della Sicilia|salma]] di sale.'' ::{{spiegazione|Bisogna convivervi lungo tempo.}} *'''Prumettiri è viggilia di lu dari.'''<ref name=vocca/> :''Promettere è vigilia del dare.'' ==Q== *'''Quannu l'amicu nun parra a prima vuci, voddiri ca 'u riscussu nun ci piaci.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Quando l'amico non risponde a prima voce, significa che il discorso non gli piace.'' *'''Quannu la carni è pocu pigghia l'ossu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 679.</ref> :''Quando la carne è poca prendi l'osso. (Quando non puoi avere come vuoi piglia come puoi.''<ref>In''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 679</ref>) *'''Quannu lu suli ti risplenni, nun ti curari di la luna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> :''Quando il sole ti splende, non ti déi curar della luna.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> ::{{spiegazione|Quando il maggiore ti protegge, non ti curare de' minori.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' p. 994.</ref>}} *'''Quannu sì in tempu di prosperitati, timi l'avvirsitati.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 769.</ref> :''Quando sei in tempo di prosperità, temi l'avversità'' *'''Quannu t'è data la purcedda, curri prestu cu la curdicedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 781.</ref> :''Quando ti viene donata la porcella, corri presto con la funicella.'' ::{{spiegazione|Non bisogna tardare nel pigliare o nell'afferrare l'occasione.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 781.</ref>}} *'''Quannu ti voi fari gabbu di lu zoppu, bisogna chi tu fussi drittu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref> :''Perché ti possa fare beffe dello zoppo, occorre che tu sia diritto.'' :''Chi burla lo zoppo badi d'esser diritto.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref> ::{{spiegazione|Chi burla altrui badi s'egli è degno d'esser burlato.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref>}} *'''Quannu 'u diavulu t'accarizza, voli l'arma.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima.'' *'''Quannu viri chi la sira è mala, pigghiati pri la retina la mula.'''<ref name=reins>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 934.</ref> :''Quando vedi che la sera è cattiva, prenditi per le redini la mula.'' ::{{spiegazione|Quando le cose s'imbrogliano, va piano e cauto.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 934.</ref>}} *'''Quattr'omini cci vonnu pri fari una bona 'nzalata, un pazzu, un saviu, un avaru e un sfragaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 661.</ref> :''Quattro uomini ci vogliono per fare una buona insalata, un pazzo, un saggio, un avaro e un prodigo.'' *'''Quattru cosi havi [[Genova|Genua]]: mari senza pisci, muntugni senza ligna, fimmini senza vriogna e ricchizzi senza funnu.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/n199/mode/2up? p. CXC].</ref> :''Quattro cose ha Genova: mare senza pesci, montagne senza legna, donne senza vergogna e ricchezze senza fondo.'' *'''Quattru sunnu li nnimici di l'omu: Dimoniu, antimoniu, matrimoniu, e Tribunali di Patrimoniu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 190.</ref> :''Quattro sono i nemici dell'uomo: Demonio, antimonio, matrimonio, e Tribunali di Patrimonio.'' ==R== *'''Ragghiu d'asinu nun arriva 'n celu.'''<ref name=egoego/> :''Raglio d'asino non arriva in cielo.'' *'''Ricchizza fa superbia, superbia povertà.'''<ref name=rich>Citato in Scarcella, 1846, p. 147.</ref> :''La [[ricchezza]] genera la superbia, la superbia la povertà.'' *'''Ricchizzi e sanitati, – Criditinni mitati, {{sic|Si}} menu nni criditi – Megghiu faciti.'''<ref name=rich/> :''Ricchezze e salute, – credetene la metà, se meno ne credete – meglio fate.'' *'''Ricchizzi senza littri è un corpu senz'anima.'''<ref name=Gefängnis/> :''Ricchezze senza cultura sono un corpo senz'anima.'' *'''Rispetta lu vecchiu unni lu trovi.'''.<ref name=alt>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 240.</ref> :''Rispetta l'[[senilità|anziano]] dovunque lo incontri.'' ==S== *'''Sai chi è la pena di lu munsignaru? Chi dici la viritati e nun è crittu.'''<ref>Citato in Arthur V. Dieli, ''A Happy Heart and One Slice Of Bread'', [https://books.google.it/books?id=IExBDwAAQBAJ&lpg=PT1071&dq=&pg=PT1071#v=onepage&q&f=false p. 1071.]</ref> :''Sai quale è la pena del bugiardo? Che (anche quando) dice la [[Verità e bugia|verità]] non è creduto. '' *'''Se canta cùcchiti e se nun canta strìchiti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Se (la fortuna) canta, va' pure a dormire; se non canta (non ti è favorevole) puoi rotolarti per terra.'' *'''Sìnnucu picciottu, paisi arruvinato.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Sindaco giovane, paese rovinato.'' *'''Soni e canzuni su' comu lu ventu, {{sic|Lu}} tavirnaru voli li dinari.'''<ref>Citato in Pitrè, vol. III.</ref> :''Suoni e canzoni sono come il vento, l'oste vuole i [[denaro|soldi]].'' *'''Stomacu granni e vucca picciridda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 976.</ref> :''Stomaco grande e bocca piccola.'' ::{{spiegazione|Udire e tacere.}} *'''Sunaturi di chitarra e piscaturi di cimetta, miatu la casa ca l'aspetta.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Suonatore di chitarra e pescatore con la lenza, disgraziata quella casa che li aspetta.'' *'''Supra 'o vagnatu, cci chiovi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Sul bagnato, piove.'' *'''Supira lu putiri a lu sapiri.'''<ref name=accussìva/> :''Il potere è più del sapere.''<ref>Traduzione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 787.</ref> ==T== *'''Ti dissi lèviti, e ancora batti a cura.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ti ho detto togliti di torno {{NDR|al cane}}, e ancora batti la coda.'' *'''''Ti scanti di lu bicchi-bacchi, | nun ti scanti d'arrubbari li morti.'''''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 72.</ref> :''Ti spaventi del babau, | non ti spaventi di derubare i morti.'' *'''Tri sunu li putenti: 'u papa, 'u re e cu nun avi nenti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Tre sono i potenti: il papa, il re e chi non possiede niente.'' *'''Tumazzu duru nun pigghia cchiù salamora.'''<ref>Citato in Isidoro Spanò, ''[https://www.prolocovitese.it/index.php?option=com_content&view=article&id=181:formaggio-duro-stagionato-non-prende-piu-salamoia&catid=29:leggende&Itemid=200 Tumazzu duru nun pigghia cchiù salamora]'', ''prolocovitese.it'', 2 maggio 2018</ref> o '''Tumazzu duru nun pigghia salamora.'''<ref>Citato in Filippo Majorana, ''[https://www.trapaninostra.it/libri/Filippo_Majorana/Erice/Erice-14.pdf Proverbi e modi di dire. Paremiologia]'', p. 185.</ref> (Erice) o '''Tumazzu duru nun pigghia salamòria.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/284/mode/2up? cap. XXII, p. 284].</ref> :''Il formaggio duro non prende più sale.'' ::{{spiegazione|Una persona invecchiata non è in più in grado di cambiare. (Simile al detto "L'arvulu s'addrizza quannu è virde")}} *'''Tutti cosi si joca fora di lavari la birritta a lu tignusu.'''<ref>Citato in Traina, ''Nuovo vocabolario siciliano-italiano'', p. 122.</ref> :''Su tutto si gioca, tranne che lavare il berretto al tignoso.'' ::{{spiegazione|Non è bene scoprire i difetti degli altri o parlarne male.}} *'''Tutti semo d'un'acqua tanti ciumi.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 191.</ref> :''Tutti siamo tanti [[fiume|fiumi]] di una (sola) acqua.'' *'''Tuttu lu gran sirenu di lu mari 'na vampidda d'amuri 'un pò astutari.'''<ref name=reins/> :''Tutta la grande acqua del mare non può spegnere una piccola fiamma d'amore.'' ==U== *'''’U pisu di l’anni è lu pisu cchiù granni.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'' p. 161</ref> :''Il peso degli anni è il peso più grande.'' *'''U primu figghiu è baruni.'''<ref name=Erbe /> :''Il primo figlio maschio è barone.'' *'''’U putiàru soccu ave abbànìa.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'' p. 105.</ref> :''Il negoziante decanta ciò che ha.'' *''''U sceccu 'a potta, 'u sceccu sa mangia.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''L'asino la porta, l'asino se la mangia.'' *''''U voi ci dici curnutu 'o sceccu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Il bue dice cornuto all'asino.'' *'''Un arvulu a primu corpu nun si tagghia.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 42.</ref> :''Un [[albero]] non si abbatte al primo colpo di scure.'' *'''Un pugnu d'oru scassa una porta di ferru.'''<ref name=endura/> :''Un pugno d'oro rompe una porta di ferro.'' ::{{spiegazione|Il denaro apre tutte le porte.}} *'''Un pumu fradiciu nni guasta 'na cartedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 777.</ref> :''Una [[mela]] fradicia ne guasta una cesta.'' *'''Una stizza di sangu trubbula lu mari.'''<ref name=emaema/> :''Una goccia di sangue intorbida il mare.'' ::{{spiegazione|Un po' di simpatia fa tutto.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 851.</ref>}} *'''Unu pecca, e in tronu è missu, {{sic|L'autru}} pecca, è crucifissu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 171.</ref> :''Uno [[peccato|pecca]] ed è messo in trono, l'altro pecca, è crocifisso.'' *'''Unn’è u’ piso và a balanza.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 271.</ref> :''Dove c’è il peso va la bilancia.'' *'''Unni ci su campani, ci su bbuttani.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Dove ci sono campane, ci sono puttane.'' ==V== *'''Vali chiu un corpu di mastru, chi dui di manuali.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 172.</ref> :''Vale più un colpo di maestro, che due di manovali.'' *'''Vinu amaru, tenilu caru.'''<ref name=amargo>Citato in Scarcella, 1846, p. 174.</ref> :''Vino amaro tienilo caro.'' *'''Vinu meli finu, pri cui nun lu sa biviri è vilenu.'''<ref name=amargo /> :''[[Vino]] miele fino, per chi non lo sa bere è veleno.'' *'''Voi campari, lascia campari'''<ref name=leave>Citato in Scarcella, 1846, p. 175.</ref> :''Vuoi vivere (?), lascia vivere.'' ::{{spiegazione|Vivi e lascia vivere. ([[Proverbi italiani]])}} *'''Voi chi na cosa nun si saccia? né si dica né si faccia.'''<ref name=leave/> :''Vuoi che una cosa non si sappia? né si dica né si faccia.'' *'''Voi cunfidenzi di lu to vicinu, 'mbriacalu di bonu vinu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 176.</ref> :''Vuoi confidenze del tuo vicino, ubriacalo di buon vino.'' *'''Voi tu sapiri cu nun avi corna, {{sic|Cui}} s'affaccia a lu soli, e nun fa umbra.'''<ref name=leave/> :''Vuoi sapere chi non ha le corna?, chi s'affaccia al sole e non fa ombra.'' *'''Vuti di marinaru, duranu quantu la tempesta.'''<ref name=sailor>Citato in Scarcella, 1846, p. 177.</ref> :''I voti di marinaio durano quanto la tempesta.'' *'''Vutti chi nun è attuppata, sventa.'''<ref name=sailor /> :''La botte che non è turata, sfiata.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sa tenere un segreto}} ==Z== *'''Zoccu si cci duna, si cci ficca.'''<ref name=Spiegel/> :''(Alla pancia) tutto quello che le si dona, ci si ficca.'' *'''Zoccu fa la matri a lu cufularu, fa la figghia a lu munnizzaru.'''<ref>Citato in Pitré, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref> :''Ciò che fa la madre al focolare, fa la figlia all'immondezzaio.'' ::{{spiegazione|Come la madre, così la figlia.}} :{{spiegazione|oppure:}} ::{{spiegazione|I figli seguono i costumi dei genitori.}} *'''Zoccu lu cori pensa parla la vucca.'''<ref name=Pantagruel/> ::''(Se un uomo è sincero) dice con la bocca ciò che pensa col cuore.'' *'''Zoccu (– ''o'' Quantu) si dici 'n tavula, divi arristari 'ntra la tuvagghia.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', vol. IV, 1880, p. 112.</ref> :''Ciò che (– o Quanto) si dice a [[tavola]], deve restare nella tovaglia.'' *'''Zuccaru nun guasta bevanda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1118.</ref> :''[[Zucchero]] non guastò mai vivanda.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1118.</ref> ::{{spiegazione|Le cose buone non son mai sgradite.}} ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[https://books.google.it/books?id=rfoACp8KQBQC&dq=PROVERBI%20SICILIANI&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=PROVERBI%20SICILIANI&f=false Adagi, motti, proverbi e modi proverbiali siciliani compilati dal dottor Vincenzo Scarcella]'', Stamperia Fiumara, Messina, 1846. *''Adagi, motti, proverbi e modi proverbiali siciliani compilati dal dottor Vincenzo Scarcella'', Stamperia Fiumara, Messina, 1846. *''[https://books.google.it/books?id=uTcLAAAAQAAJ&dq=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane%2C%20Volume%203%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane,%20Volume%203%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&f=false Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, vol. 3]'', a cura di [[Giuseppe Pitrè]]; ''Studi di Poesia Popolare per Giuseppe Pitrè'', Luigi Pedone-Lauriel, Palermo, 1872. *''[https://books.google.it/books?id=vbARypPO6b0C&hl=it&pg=PR3#v=onepage&q&f=false Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati da Giuseppe Pitrè]'', vol I, Luigi Pedone-Lauriel , Palermo, 1871. *Stefania Auci, ''I leoni di Sicilia'', Editrice Nord, Milano, 2019. ISBN 9788842931539 *Stefano Benvenuti e Salvatore Di Rosa, ''Proverbi italiani'', Club degli Editori, 1980. *''[https://books.google.it/books?id=QtYvAAAAYAAJ&dq=proverbi&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Proverbi e canti popolari siciliani illustrati da Giuseppe Pitrè]'', Tipografia del Giornale di Sicilia, Palermo, 1869. *Giuseppe Pitrè, ''[https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/n11/mode/2up? Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia]'', vol. I, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880. *''[https://books.google.it/books?id=jtFFAAAAcAAJ&dq=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano%3A%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20%3A%20volume%20...&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano: compilato da Antonino Traina: volume unico]'', Giuseppe Pedone Lauriel Editore, Palermo, 1868. *''[https://archive.org/stream/proverbisicilia00pitrgoog#page/n6/mode/2up Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia da Giuseppe Pitrè]'', vol. IV, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880. *''[https://books.google.it/books?id=sMk9AQAAMAAJ&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false Proverbi e modi di dire siciliani illustrati dal Cav. Agatino Longo]'', in ''[https://books.google.it/books?id=sMk9AQAAMAAJ&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Il Borghini, {{small|Giornale di filologia e di lettere italiane}}]'', compilato da Pietro Fanfani, anno II, Stamperìa sulle Logge del Grano, Firenze, 1864, pp. 448-458. *[[Santo Rapisarda]], ''Raccolta di proverbj siciliani {{small|ridutti in canzuni di l'Abbati Santu Rapisarda di Catania}}'', Volumi 1-4, A li Stampi di Duminicu Camparozzi, A l'insigna de lu liuni, Catania, 1842, [https://books.google.it/books?id=KooUAAAAYAAJ&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false] ==Voci correlate== *[[Indovinelli siciliani]] *[[Modi di dire aliminusani]] *[[Modi di dire siciliani]] *[[Proverbi aliminusani]] *[[Sicilia]] [[Categoria:Proverbi siciliani| ]] 09sdreinvcz88ntmai4xfxzz02eqf2s 1221367 1221366 2022-08-07T15:30:22Z Sun-crops 10277 /* C */ wikitext text/x-wiki Raccolta di '''[[Sicilia|proverbi siciliani]]'''. {{indice|Note|Bibliografia|Voci correlate}} ==A== *'''A bon vasceddu nun manca timuni.'''<ref name=Scarcella>Citato in Scarcella 1846.</ref> :''A un buon [[vascello]] non manca il timone.'' *'''A cascavaddu duru nun cci pò salamòria.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/284/mode/2up? cap. XXII, p. 284].</ref> :''Con un [[Caciocavallo|caciocavallo]] duro non la spunta (non ci può) salamoia.'' ::{{spiegazione|Chi ha contratto da lungo tempo cattive abitudini non può essere indotto a cambiare.}} *'''A ogni porcu veni lu sò san Martinu.'''<ref>Citato in ''Nuove effemeridi siciliane'', Serie terza, vol. V, p. 96.</ref> :''Per ogni maiale viene il suo San Martino (il giorno in cui sarà ucciso).'' *'''A lu galantomu ogni paisi è patria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref> :''Ogni paese al [[galantuomo]] è patria.''<ref>La traduzione è in in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref> ::{{spiegazione|È rispettato ovunque.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 424.</ref>}} *'''A lu rùgulu si conuscino li lupi.'''<ref name=howl>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 221.</ref> :''I lupi si riconoscono tra loro dall'ululato.'' *'''A miu pariri mi sentu un liuni, {{sic|Cu}}' sa si ad àutru un lebbru cci paru.'''<ref name=löwe>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 258.</ref> :''Per come la vedo io mi sento un leone, chi sa se agli altri sembro un lepre.'' *'''A navi rutta ogni ventu è cuntrariu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 29.</ref> :''A [[nave]] rotta ogni vento è contrario.'' *'''A pignata chi vugghi, nun c'incugnano muschi.'''<ref name=pot>Citato in Scarcella, 1846, p. 30.</ref> :''A [[pentola|pignatta]] che bolle, non s'avvicinano mosche.'' ::{{spiegazione|Non ci si prende gioco di chi mostra di essere pronto a reagire.}} :{{spiegazione|oppure}} ::{{spiegazione|Non provocare chi è facile all'ira.}} *''''A quattara ca va all'acqua, o si rumpi o si ciacca.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''La [[brocca]] che va a prendere l'acqua, o si rompe o si spacca.'' *'''A un populu mattu, un parrinu spirdatu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 160.</ref> *''A un popolo pazzo, un [[prete]] spiritato.'' *'''A vita iè comu a scala do puddaru... iè cutta e china 'i medda!'''<ref>Citato in Sandrina Gal, ''E ora, dappertutto, profumo di verbena, {{small|una storia di resilienza fra surrealismo e realtà}}'', PubMe, [https://books.google.it/books?id=OB1SDwAAQBAJ&lpg=PT95&dq=&pg=PT95#v=onepage&q&f=false p. 95].</ref> :''La [[vita]] è come la scala del [[pollaio]]... è corta e piena di escrementi!'' *'''Acqua ca duna a tanti vadduni a mari non ci n'arriva.'''<ref>Citato in Erica Arosio e Giorgio Maimone, ''Vertigine'', Baldini&Castoldi, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=qSCbBQAAQBAJ&lpg=PT216&dq=&pg=PT216#v=onepage&q&f=false p. 216]. ISBN 9788868655914</ref> :''Acqua che va in tanti torrenti non arriva al mare.'' ::{{spiegazione|Se si fanno troppe cose non se ne porta a compimento nessuna.}} *'''Ad un bon'omu nun cci manca spadda.'''<ref name=löwe/> :''Ad un buon uomo non manca aiuto.'' *'''Addisiari e ’un aviri è pena di muriri.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 193.</ref> :''[[Desiderio|Desiderare]] e non avere è una pena da morire.'' *'''''Allegramenti, carzarati, | cà quannu chiovi a bona banna siti.'''''<ref name=gratulieremich>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 196.</ref> :''Allegri allegri, o [[Prigione|carcerati]]!, giacché quando piove siete in un buon luogo, ben riparati.'' *'''Amicu ca m'a datu la castagna, ora m'a ddari 'u sucu di la vigna.'''<ref name=Proverbitaliani>Citato in Benvenuti e Di Rosa.</ref> :''Amico che mi hai dato le castagne, ora devi darmi il sugo della vigna.'' *'''Ammatula ca t'allisci e fai cannola, 'u santu è di mammuru e nun sura.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Inutile che ti imbelletti e fai dolci, il [[santo]] è di marmo e non suda.'' *'''Anchi lu scravàgghiu è maistru, chi fa li baddòttuli cu lu culu.'''<ref name=gratulieremich/> :''Anche lo [[scarafaggio]] è maestro, che fa le pallottole (defecandole) con il sedere.'' *'''Apri porta di ferru pugnu d'oru.'''<ref name=pot/> :''Un pugno d'[[oro]] apre la porta di ferro.'' *'''Assai beni balla, cui la fortuna sona.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 33.</ref> :''Danza assai bene, l'uomo per cui la [[fortuna]] suona.'' ==B== *'''Babbaluci a sucari, e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari.'''<ref>Citato in ''Nuove effemeridi siciliane'', Serie terza, vol. V, Tipografia di Pietro Montana e Comp., Palermo, 1877, [https://books.google.it/books?id=msb9aQati9sC&dq=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85].</ref> :''Chiocciole da succhiare e donne da baciare non possono mai saziare.'' *'''Beatu chiddu oceddu, chi fa lu nidu a lo so paisi.'''<ref name=bird>Citato in Scarcella, 1846, p. 37.</ref> :''Beato quell'[[uccello]] che fa il nido al suo paese.'' *'''Beatu cui cu li ricchizzi havi ciriveddu.'''<ref name=Gefängnis/> :''Beato chi insieme alle ricchezze ha anche il cervello.'' *'''Beatu cui pri autru si castiga.'''<ref name=bird/> :''Beato chi attraverso gli altri si castiga.'' ::{{spiegazione|Chi impara dagli errori altrui.}} *'''Biddizza senza grazia è comu l'isca senz'ami.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 38.</ref> :''[[Bellezza]] senza grazia è come l'esca senza ami.'' *'''Bisogna masticari amaru, cui voli a tempu agghiuttiri duci.'''<ref name=time>Citato in Scarcella, 1846, p. 39.</ref> :''Bisogna che mastichi amaro chi vuole a suo tempo inghiottire dolce.'' *'''Bisogna munciri la pecura senza farila gridari.'''<ref name=time/> :''Bisogna mungere la pecora senza farla gridare.'' *'''Bisogna travagghiari comu si mai si murissi, e pinsari sempri chi s'avi a muriri.'''<ref name=time/> :''Bisogna [[lavoro|lavorare]] come se non si morisse mai e pensare sempre che si deve morire.'' *'''Bona parola è menzu pagamentu.'''<ref name=time/> :''Buona parola è mezzo pagamento.'' *'''Bonu vinu fa bonu sangu.'''<ref name=good>Citato in Scarcella, 1846, p. 40.</ref> :''Buon vino fa buon sangue.'' *'''Bonu vinu sinu a la fezza, bonu pannu sinu a la pezza.'''<ref name=good /> :''Buon vino fino alla feccia, buon panno fino alla pezza.'' *'''Bucca amara, feli jetta.'''<ref name=stoma>Citato in Scarcella, 1846, p. 41.</ref> :''[[Bocca]] amara getta fiele.'' *'''Bucca amara, tenila cara.'''<ref name=stoma/> :''Bocca amara, tienitela buona, temila.'' ==C== *'''C'è un occhiu chi tuttu vidi, e un oricchi chi tuttu senti.'''<ref name=naked/> :''C'è in [[Dio|Occhio]] che tutto vede, e un Orecchio che tutto sente.'' *'''Càlati juncu ca passa la china.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Incurvati giunco che passa la piena.'' *'''[[cane|Cani]] di vuccirìa è lordu di sangu, e mortu di fami.'''<ref name=downtrodden>Citato in Scarcella, 1846, p. 43.</ref> :''Cane di mercato (cane randagio, malandato) è sporco di sangue, e morto di fame.'' *'''Casa granni inchila di spini.'''<ref name=thorn>Citato in Scarcella, 1846, p. 44.</ref> :''[[Casa]] grande riempila di spine.'' ::{{spiegazione|Grandi ricchezze, grandi preoccupazioni.}} *'''Casa mia, casa mia, tu sì reggia e si batia!'''<ref name=multum /> :''Casa mia, casa mia, tu sei reggia e sei badia!'' *'''Casa quantu stai, vigna quantu bivi, terra quantu vidi, rendita quantu poi.'''.<ref name=thorn/> :''Casa quanto te ne occorre per abitare, vigna quanta te ne serve per bere, terra quanta ne puoi abbracciare con lo sguardo, rendita quanta ne puoi ottenere.'' *'''Cavaddu auriatu jetta càuci.'''<ref name=aureo>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 241.</ref> :''[[Cavallo]] bardato d'oro sferra calci.'' ::{{spiegazione|Gli agi e le morbidezza declinano in vizi e turpitudini.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 241.</ref>}} *'''Centu latri nun ponno spugghiari un nudu.'''<ref name=naked>Citato in Scarcella, 1846, p. 45.</ref> :''Cento [[ladro|ladri]] non possono spogliare un uomo [[povertà|nudo]].'' *'''Centu pri unu cui paga un dinaru.'''<ref name=naked/> :''Cento volte per uno (riceve) chi paga un denaro.'' ::{{spiegazione|Dio rimunera al centuplo il caritatevole.}} *'''''Chi bedda sorti, ch'hannu li curnuti! | ca senz'esseri Re su' 'ncurunati!'''''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 197.</ref> :''Che bella fortuna hanno i cornuti | che senza essere Re, pure, sono incoronati!'' *'''Chi fa chiddu chi nun divi, c'avveni chiddu chi nun cridi.'''<ref name=mustnot>Citato in Scarcella, 1846, p. 46.</ref> :''A chi [[azione|fa]] quello che non deve, accade quello che non crede.'' *'''Chianta la [[vigneto|vigna]] unni teni la vutti.'''<ref name=Scarcella/> :''Pianta la vigna dove tieni le botti.'' *'''Chiavi d'oru apri ad ogni parti.'''<ref name=goldengate>Citato in Scarcella, 1846, p. 46.</ref> :''La chiave d'[[oro]]'' apre ogni serratura e da' accesso a qualsiasi luogo. *'''Chiddu chi guasta la vecchiaja, nun c'è mastru chi lu conza.'''<ref name=goldengate/> :''Quello che guasta la [[senilità|vecchiaia]], non c'è maestro che lo ripari.'' *'''Chiddu chi si schifa, veni tempu chi s'addisia.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 47.</ref> :''Quello che si disprezza viene tempo che si desidera.'' *'''Chiddu è lu bonu, chi vidi, e chi taci.'''<ref name=goldengate/> :''L'uomo buono è quello che vede, e che tace.'' *'''Chiddu è lu riccu chi campa filici.'''<ref name=goldengate/> :''Il [[ricchezza|Ricco]] è colui che vive felice.'' *'''Ci dissi 'u papici 'a nuci: dammi tempu ca ti pèrciu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Disse il bruco alla noce: dammi tempo che ti perforo.'' *'''Ci voli assai pi sapiri picca.'''<ref name=multum>Citato in Vito Marino, ''[http://www.usefinternational.org/proverbi-e-culture/15652-aneddoti-proverbi-usi-costumi-siciliani-rubrica-a-cura-di-vito-marino-2.html Storie e tradizioni del popolo siciliano tra aneddoto e modi di vivere]'', ''usefinternational.org'', 17 Dicembre 2019.</ref> :''Ci vuole molto per sapere poco.'' *'''Ci vonnu ccippi di centu cantara {{sic|Chi}} lu focu di pagghia pocu dura.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 48.</ref> :''Ci vogliono ceppi di cento cantari''<ref>Antica unità di misura dei pesi: 1 cantaro corrisponde a 80 chilogrammi.</ref>'', poiché il [[fuoco]] di paglia dura poco.'' ::{{spiegazione|Né l'entusiasmo degli inizi o una semplice infatuazione che come fuoco di paglia arde breve e violento e lascia fredda cenere possono sostenere un impegno di lunga lena e di grande durata.}} *'''Comu la 'mpastasti, scanatilla.'''<ref name=pasta>Citato in Scarcella, 1846, p. 48.</ref> :''Come l'hai impastata, spianatela.'' *'''Comu si campa, si mori.'''<ref name=pasta/> :''Come si [[Vita e morte|vive]], si muore.'' *'''Contra furtuna nun vali sapiri.'''<ref name=crazydonkey/> :''Contro la fortuna (sorte) non vale il sapere.'' *'''Cosi longhi addiventanu serpi.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 50.</ref> :''Cose lunghe diventano serpi.'' ::{{spiegazione|Le questioni su cui a lungo si indugia finiscono col diventare fastidiosi ed inestricabili grovigli.}} *'''Cu' avi mala donna pri cumpagna, {{sic|Avi}} lu priatoriu a stu munnu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 14.</ref> :''Chi ha una cattiva donna per compagna, ha il purgatorio (già) in questo mondo.'' *'''Cu' bona reda voli fari, di figghia fimmina avi a cuminciari.'''<ref name=Erbe>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> o '''Cu bona reda voli fari, di figghia fimmina avi a cuminciari, ma all'annu nun ci avi arrivari.'''<ref name=multum /> :''Chi vuole avere un buon erede, deve cominciare con (avere per primogenito) una figlia femmina.'' o ''Chi vuole avere un buon erede, deve cominciare con (avere per primogenito) una figlia femmina, ma non deve arrivare all'anno di età.'' *'''Cu' bonu sedi malu pensa.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 909.</ref> :''Chi ben siede mal pensa o posa.''<ref name=sitzen>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 909.</ref> ::{{spiegazione|E vale anco che il sazio non crede al digiuno.<ref name=sitzen/>}} *'''Cu' campa di spiranza dispiratu mori.'''<ref name=ultimadea/> :''Chi vive di speranza muore (disperato, in miseria).'' *'''Cu' d'avanti ti pici, d'arreri ti tinci.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 102.</ref> :''Chi davanti ti dipinge, di dietro ti tinge.'' ::{{spiegazione|Chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 102.</ref>}} *'''Cu' dona l'offiziu nun dona giudiziu.'''<ref name=axiotatos>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 669.</ref> :''Chi dà l'ufficio (la carica, l'incarico) non dà il giudizio (che deve possedere chi è stato investito della carica).'' *'''Cu' è Papa, papia.'''<ref>Citato in Marco Besso, ''Roma nei proverbi e nei modi di dire''', [https://books.google.it/books?hl=it&id=g0UKAQAAMAAJ&dq=Papa+papia&focus=searchwithinvolume&q=papia, p. 122].</ref> :''Chie è Papa, papeggia (comanda).'' *'''Cu è riccu d'amici è poveru di guài.'''<ref>Citato in Thomas Melis, ''A un passo dalla vita'', Lettere Animate, 2014, [https://books.google.it/books?id=2gEUBQAAQBAJ&lpg=PT151&dq=&pg=PT151#v=onepage&q&f=false p. 151].</ref> :''Chi è ricco di amici è povero di guai.'' *'''Cu' fa comu la furmica, a sò tempu nun fatica.'''<ref name=mirmex/> :''Chi fa come la formica, a suo tempo non lavora.'' *'''Cu' fa ligna a mala banna, 'a sciri 'nconddu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi fa la legna in un brutto posto, deve portarla fuori a spalla.'' *'''Cu' futti futti, Diu pirduna a tutti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi frega frega, Dio perdona tutti.'' *'''Cu gaddu, e senza gaddu Dio fa jornu.''' :''Col [[gallo]] e senza il gallo Dio fa sorgere il giorno.''<ref name=alba>Citato in Scarcella, 1846, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Ciò che deve accadere accade, concorrano o meno le circostanze accessorie.}} *'''Cu' ha lingua passa 'u mari.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi ha lingua, passa il mare.'' *'''Cu' havi cchiù sali conza la minestra.'''<ref name=assaisonner>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 849.</ref> :''Chi ha più sale condisce la minestra.'' ::{{spiegazione|Chi è più saggio governa gli altri.}} *'''Cu' havi fami nun cerca cumpanaggiu, e cu' havi sonnu nun cerca capizzu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 363.</ref> :''Chi ha fame non cerca companatico e chi ha sonno non cerca guanciale.'' ::{{spiegazione|A chi è affamato ogni cibo è grato.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 363.</ref>}} *'''Cu la prudenza lu munnu si vinci.'''<ref name=finesse>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 771.</ref> :''Con la prudenza si ha ragione del mondo (il mondo si vince).'' *'''Cu li donni si ridi a la trasuta, e si chianci a la nisciuta.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 71.</ref> :''Con le donne si ride all'inizio (all'entrata) e si piange alla fine (all'uscita).'' *'''Cu mangia fa muddichi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi mangia fa briciole.'' *'''Cu manìa ’un pinìa.''' <ref>Citato in Stefania Auci, ''I leoni di Sicilia'', p. 27.</ref> :''Chi si dà da fare non patisce.'' *'''Cu nesci, arrinesci.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 9.</ref> :''Chi esce, riesce.'' *'''Cu' nun senti raggiuni nun pò fari li cosi cu' raggiuni.'''<ref name=timeis/> :''Chi non sente ragioni non può fare le cose con ragione.'' *'''Cu' offenni scrivi in pulviri, e cu' è offisu scrivi in marmuru.''' <ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 668.</ref> :''Chi offende scrive nella polvere, e chi è offeso scrive nel marmo.'' *'''Cu' pò nun vò, cu' vò nun pò, cu' fa nun sa, cu' sa nun fa, e 'cussì tuttu lu munnu va.'''<ref name=accussìva>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 787.</ref> :''Chi può non vuole, chi vuole non può, chi fa non sa, chi sa non fa, e così va tutto il mondo.''' *'''Cu' porta 'n gruppa è cacciatu di sedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 451.</ref> :''Chi porta in groppa è cacciato dalla sella.'' ::{{spiegazione|La troppa condiscendenza porta a male.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 451.</ref>}} *'''Cu' predica a disertu, cci perdi lu sermuni.'''<ref name=reins/> :''Chi predica al deserto ci perde il sermone.'' *'''Cu' scecchi caccia e fimmini criri, facci di pararisu nun ni viri.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi guida somari e crede alle donne, non vede faccia di paradiso.'' *'''Cu' si cucca 'cche picciriddi, 'a mattina si susi pisciatu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Chi va a letto con i bambini, al mattino si alza pisciato.'' *'''Cu' si vanta cu la so vucca o è asino o è cucca.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 244.</ref> :''Chi si vanta da sé (con la sua bocca) o è asino o è civetta.'' *'''Cu' simina spini nun pò raccogghiri rosi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' , p. 953.</ref> :''Chi semina [[rosa e spina|spine]] non può raccogliere [[rosa e spina|rose]].'' *'''Cu' sputa 'n celu (o all'aria) 'n facci cci torna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref> :''Chi sputa in su, lo sputo gli torna sul viso.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref> ::{{spiegazione|Si dice di chi offende Dio, o persone altamente degne, a cui tali ingiurie non arrivino.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 964.</ref>}} *'''Cui a tempu fa lu pazzu, è saviizza.'''<ref name=moria>Citato in Scarcella, 1846, p. 52.</ref> :''Chi al momento giusto fa il [[follia|pazzo]], dimostra (è) saggezza.'' *'''Cui ama l'amicu nun stima dinari.'''<ref name=moria/> :''Chi ama l'[[amicizia|amico]] non fa conto del denaro.'' *'''Cui avi fami, nun cerca cumpagnia.'''<ref name=Mitglied>Citato in Scarcella, 1846, p. 54.</ref> :''Chi ha [[fame]] non cerca compagnia.'' *'''Cui avi un occhiu sulu, spissu l'annetta.'''<ref name=Mitglied/> :''Chi ha un occhio solo, se lo pulisce spesso.'' ::Chi ha poco di qualcosa ne ha la più grande cura. *'''Cui a tia pari chi dormi, e riposa {{sic|Chiddu}} porta la cruci chiu gravusa.'''<ref name=alba/> :''Chi a te sembra che dorma e riposi, lui porta la croce più gravosa.'' *'''Cui di sceccu fa cavaddu, lu primu cauci è so.'''<ref name=donkey>Citato in Scarcella, 1846, p. 57.</ref> :''Chi di un [[asino]] fa un cavallo, il primo calcio è suo.'' ::{{spiegazione|Chi innalza con la propria generosità un ingrato, per primo sarà ricambiato con l'ingratitudine.}} *'''Cui dici la verità, va 'mpisu.'''<ref name=donkey/> :''Chi dice la [[verità]], finisce impiccato.'' *'''Cui fa mali, scorcia la so peddi.'''<ref name=mustnot/> :''Chi fa il male scortica la sua tessa pelle.'' *'''Cui 'mpresta lo sò culu, 'un ha unni s'assittari.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 243.</ref> :''Chi dà in prestito il suo didietro, non ha dove sedersi.'' *'''Cui mori pri li funci, nun c'è nuddu chi lu chianci.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 61.</ref> :''Chi muore avvelenato dai [[fungo|funghi]] (chi si è esposto intenzionalmente, temerariamente ad un pericolo scontato), non c'è nessuno che lo pianga.'' *'''Cui nun po muzzicari, nun mustrasse li denti.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 63.</ref> :''Chi non può mordere, non mostri i [[dente|denti]].'' *'''Cui nun voli focu , levassi li ligna.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 64.</ref> :''Chi non vuole [[fuoco]], tolga il legno.'' ::{{spiegazione|Chi non vuole aspri contrasti tolga l'esca che li alimenta.}} *'''Cui picca avi, caru teni.'''<ref name=littledear>Citato in Scarcella, 1846, p. 65.</ref> :''Chi ha poco, se lo tiene caro.'' *'''Cui porta 'ngruppa è cacciatu di sedda.'''<ref name=littledear/> :''Chi porta in groppa è sbalzato di sella.'' ::{{spiegazione|Chi mostra troppo docile condiscendenza viene duramente umiliato.}} *'''Cui si fa gabbu, ci cadi lu labbru.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 68.</ref> :''A chi si fa [[beffa|beffe]] degli altri, (gli) cade il [[labbro]].'' ::{{spiegazione|Chi mette gli altri in canzonatura per le loro mancanze può a sua volta incorrere nelle medesime.}} *'''Cui robba fa un peccatu, cui è rubbatu nni fa centu.'''<ref name=sin>Citato in Scarcella, 1846, p. 66.</ref> :''Chi [[furto|ruba]] fa un peccato, chi viene derubato ne fa cento.'' *'''Cui scava lu fossu, lu primu ci cadi.'''<ref name=sin/> :''Chi scava il fosso ci cade per primo.'' *'''Cui simina spini, nun ricogghi rosi.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 67.</ref> :''Chi semina [[rosa e spina|spine]] non raccoglie [[rosa e spina|rose]].'' *'''Cui tocca pici, s'imbratta li manu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 69.</ref> :''Chi tocca pece, s'imbratta le mani.'' ::{{spiegazione|Chi causa il male agli altri non resta immune dal dolore.}} *'''Cui veni appressu, cunta li pedati.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 71.</ref> :''Chi viene dopo conta le pedate.'' ::{{spiegazione|Ci penseranno i posteri nell'avvenire.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 272.</ref>}} ::{{spiegazione|Di chi non pensa a quelli che dovranno succedergli, o vuol far il suo tornaconto senza badare al danno che sarà de' successori.<ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 728.</ref>}} *'''Cunti senza l'osti si fanno dui voti.'''<ref name=Zahl>Citato in Scarcella, 1846, p. 73.</ref> :''I [[Calcolo|conti]] senza l'oste si fanno due volte.'' ::{{spiegazione|Uno è il conto del cliente, altro quello dell'oste.}} *'''Custa caru lu figghiu parrinu.'''<ref name=Zahl/> :''Costa caro il figlio [[prete]].'' ::{{spiegazione|Arduo è il cammino della virtù.}} ==D== *'''Di ccà c’è ’a morti, di ddà c’è a sorti.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 423.</ref> :''Da una parte c’è la morte, dall’altra il destino.'' *'''Di judici chi pendi, ingiustizia si nni attendi.'''<ref name=salomon/> :''Dal giudice che pende (per una delle parti in lite), bisogna aspettarsi ingiustizia.'' *'''Di minacci nun timiri di prumissa nun gudiri.'''<ref name=vocca>''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 772.</ref> :''Di minacce non temere (troppo) di promessa non godere (non fidarti troppo).'' *'''Di 'na spina nni nasci 'na rosa, {{sic|E}} di 'na rosa nni nasci 'na spina.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref> :''Da una spina nasce una [[rosa]], da una rosa nasce una spina.'' ::{{spiegazione|Da una cattiva madre nasce una buona figlia, da una buona madre nasce una cattiva figlia.<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref>}} *'''Di stu munnu tantu si nn'havi quantu si nni tira cu li denti.'''<ref name=orbs/> :''Di questo mondo se ne ha tanto quanto se ne tira con i denti.'' *'''Diavulu 'mburnutu, ancilu apparebit.'''<ref name=diablo>Citato in Scarcella, 1846, p. 74.</ref> :''[[Diavolo]] lustrato, avrà aspetto d'angelo.'' *'''Doppu l'avaru veni lu sfragaru.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 80.</ref> :''Dopo l'[[avarizia|avaro]] viene lo scialacquatore.'' *'''Dui priuri 'nta un cunventu nun ponnu stari.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 763.</ref> :''Due priori non possono stare in un (nello stesso) convento.'' ::{{spiegazione|Non {{sic|istanno}} bene due ghiotti a un tagliere.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 673.</ref>}} *'''Dui sunnu li putenti, cui tantu avi e cui nun avi nenti.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 81.</ref> :''Due sono i [[potere|potenti]], chi ha tanto e chi non ha niente.'' *'''Duru cu duru nun fabbrica muru.'''<ref>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 338.</ref> :''Duro con duro non fabbrica muro.'' ::{{spiegazione|Due volontà ostinate non si raccapezzano, e, in senso figurato, bisogna bere nel mangiare.</ref>}} ==E== *'''È avvezzu lu lupu a li gridati.'''<ref name=wolf>Citato in Scarcella, 1846, p. 82.</ref> :''Il [[lupo]] è avvezzo alle grida.'' ::{{spiegazione|Il malfattore è insensibile ad ammonimenti e minacce.}} *'''''E chi mi servi a mia l'amari tantu , | ca zappu all' acqua e siminu a lu ventu.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 40.</ref> :''E a che mi serve l'[[amore|amare]] tanto, | giacché zappo l'acqua e semino al vento.'' *'''È mala cosa truzzari la petra.'''<ref name=wolf/> :''È cosa cattiva (sconsiderata, dannosa) cozzare contro la pietra.'' *'''È megghiu sapiri picca, chi parrari assai.'''<ref name=wolf/> :''È meglio sapere poco che parlare assai.'' *'''È megghiu testa d'asinu, chi cuda di liuni.'''<ref name=wolf/> :''È meglio testa d'[[asino]] che coda di leone.'' *'''È megghiu testa di lucerta, chi cuda di scursuni.'''<ref name=wolf/> :''È meglio testa di [[lucertola]] che coda di serpe.'' *'''È patruni di lu munnu cu' lu disprezza, e scavu cu lu prezza.'''<ref name=orbs/> :''È padrone del mondo chi lo disprezza e schiavo chi lo tiene in pregio.'' *'''Essiri non si po, chiù d' una vota.'''<ref name=Sein>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 100.</ref> :''Non si può vivere (essere) più di una volta.'' ==F== *'''Fa bonu pranzu, no bonu vuccuni, {{sic|Ma}} bonu cori di bonu patruni.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 90.</ref> :''Fa buon pranzo non un buon boccone, ma buon cuore di un buon padrone'' *'''Fa l'arti ca sai | ca si non arricchirsi, campirai.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 549, § 131.</ref> :''Fai il mestiere che conosci | perché anche se non ti arricchisci, ti procurerai sempre di che vivere.'' *'''Fai bene e scordalu, fai male e pensaci.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Se fai bene, dimenticatene; se fai male, pensaci.'' *'''Fabbrica e liti – Non vi cci mittiti.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 549, § 130.</ref> :''Fabbrica e liti, non andate a impegolarvi.'' ::{{spiegazione|Giacché i costi di una costruzione eccedono quelli preventivati e le liti giudiziarie sono lunghe ed onerose.}} *'''Fimmina senza amuri è rosa senza oduri.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Donna senza amore è una rosa senza odore.'' *'''Finutu lu jocu di li scacchi, lu re cu la pidina vannu 'n saccu.'''<ref name=inthewind>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p.805.</ref> :''Finito il gioco degli scacchi, il re con la pedina vanno nel sacco.'' ::{{spiegazione|La morte pareggia, alla fin fine siamo tutti uguali.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p.805.</ref>}} *'''Furtuna amica d'asini e di pazzi, e di virtuusi nnemica murtali.'''<ref name=crazydonkey>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 420.</ref> :''Fortuna amica d'asini e di pazzi, e dei virtuosi nemica mortale'' *'''Furtuna nun accummenza mai pri pocu.'''<ref name=crazydonkey/> :''La fortuna non comincia (a schernire un mortale''<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 420.</ref>'') mai per poco.'' ==G== *'''Gatta di firraru s'addurmenta a sonu di marteddu.'''<ref name=cat>Citato in Scarcella, 1846, p. 91.</ref> :''[[Gatto|Gatta]] di fabbro si addormenta a suono di martello.'' ::{{spiegazione|Non destano alcuna emozione le cose cui si è abituati.}} *'''Geniu fa biddizza.'''<ref name=cat/> :''Il gusto, l'inclinazione fa (la) bellezza.'' *'''Genti assai ma omini picca.'''<ref name=multum /> :''Gente ce n'è tanta, ma uomini, pochi.'' *'''Giustamenti lu saggiu addunca dissi {{sic|Parrami}} prima acciò ti canuscissi.'''<ref name=cat/> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Giustamente dunque il saggio disse: [[parlare|Parlami]] prima perché io ti conosca.'' *'''Grapi la vucca cunformi è lo vuccuni.'''<ref name=Pantagruel/> :''Apri la bocca conformemente alla grandezza del boccone.'' ::{{spiegazione|Predisponiti a qualunque progetto, impresa con preparativi adeguati.}} *'''Guai a cui strudi la farina, e sparagna la canigghia.'''<ref name=corn>Citato in Scarcella, 1846, p. 92.</ref> :''Guai a chi spreca la [[farina]] e risparmia la crusca.'' *'''Guaina nun fa bona lama.'''<ref name=corn/> :''Il fodero non fa una buona lama.'' *'''Guarda li panni di cui s'annega.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 693.</ref> :''Guarda gli abiti di chi si annega.'' ::{{spiegazione|Impara dai mali altrui.}} *'''Guarda lu mari e teniti a la terra.'''<ref name=corn/> :''Guarda il mare e tieniti (saldo) alla terra.'' *'''Guardati d'omu chi nun parra, e di cani chi nun abbaja.'''<ref name=flic/> :''Guardati da uomo che non parla e da cane che non abbaia.'' ==I== *'''I chiacchiri su' chiacchiri, ma 'a putiara voli i picciuli.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Le chiacchiere sono chiacchiere, ma la bottegaia vuole i soldi.'' *'''Immiruto 'n mezzo la via nun s'adduna quantu l'avìa.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Il [[gobbo]] in mezzo alla strada (vede le gobbe altrui e) non si accorge quanto grande è la sua'' ==J== *'''Jardinu senza cani, è senza patruni.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano: compilato da Antonino Traina : volume unico'', Giuseppe Pedone Lauriel Editore, Palermo, 1868, [https://books.google.it/books?id=jtFFAAAAcAAJ&dq=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano%3A%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20%3A%20volume%20...&hl=it&pg=PA511#v=onepage&q=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano:%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20:%20volume%20...&f=false p. 511 Google Books]</ref> :''Giardino senza cane è senza padrone.'' *'''Jornu curtu, pisci longu; jornu longu, pisci curtu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 91.</ref> :''Giorno corto, [[pesce]] lungo; giorno lungo, pesce corto.'' ::{{spiegazione|I pesci di buona qualità sono lunghi in inverno e corti in estate.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV p. 91.</ref>}} *'''Jetta simenza ca Diu ci penza.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 930.</ref> :''Getta il seme, che (a tutto il resto) pensa Dio.'' *'''''Junciti ccu li megghiu de tia, | e facci li spisi pri la via.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 12.</ref> :''Accompagnati con chi è migliore di te e pagagli le spese lungo il cammino.'' ==L== *'''L'aceddu si canusci a li pinni, e l'omu a lu parlari.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 17.</ref> :''L'uccello si conosce dalle penne e l'uomo dal parlare.'' *'''L'acqua tantu ausa in autu, quantu cala.'''<ref name=precipizio>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1.</ref> :''L'[[acqua]] sale tanto in alto, quanto scende.'' ::{{spiegazione|''Non mai s'intende l'uom saggio e perfetto, se non ha di se stesso umil concetto.''}}<ref>Spiegazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 18.</ref> ::{{spiegazione|Chi troppo in alto sal, cade repente. Precipitevolissimevolmente. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]])}} *'''L'arvulu s'addrizza mentri è virdi.'''<ref>Citato in ''[https://www.trapaninostra.it/sagre/mietitura/ricerche.htm Ricerche sulla cultura popolare: {{small|sprazzi di saggezza o arguzia contadine...}}]'', ''trapaninostra.it''.</ref> :''L'albero si raddrizza mentre è verde.'' *'''L'[[asino|asinu]] porta la pagghia, e l'asinu si la mancia.'''<ref name=Scarcella/> :''L'asino porta la paglia, e l'asino se la mangia.'' *'''L'invidia nun taci unni la gloria grida.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 504.</ref> :''L'invidia non tace dove la gloria grida.'' *'''L'omu bonu va cu lo cori 'n manu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 671.</ref> :''L'uomo buono va con il cuore in mano.'' *'''L'omu è comu lu mari: {{sic|S'}} 'un porta oi porta dumani.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 22.</ref> :''L'uomo è come il mare: se non porta oggi porta domani.'' *'''L'omminu pp'a parola, 'u voi pp'e corna.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''L'uomo per la parola, il bue per le corna.'' *'''L'uffiziu si duna a cui nun lo dumanna.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref> :''L'ufficio (la carica, l'incarico) si dà a chi non lo chiede.'' ::{{spiegazione|A chi non è motivato dalla sola ambizione e che potrebbe perciò essere il più degno.}} *'''L'onuri chi si perdi 'ntra un minutu, 'ntra cent'anni nun è ricumpinzatu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 672.</ref> :''L'[[onore]] che si perde in un minuto, non è ristabililto (neppure) in cento anni. '' *'''La bona o la vera nova la porta lu zoppu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 652.</ref> :''La buona o la vera notizia la porta lo [[zoppia|zoppo]].'' ::{{spiegazione|La verità o la buona nuova si sa tardi.<ref>Interpretazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', {{cfr}} p. 652.</ref>}} *'''La bona vita di lu riggituri è la disciplina di la plebbi.'''<ref name=Justus/> :''La buona condotta di vita di chi governa è la disciplina della plebe'' *'''La {{sic|Bucca}} è un aneddu, ma capi quantu 'na navi ed un vasceddu.'''<ref name=stoma/> :''La bocca è come un anello, ma contiene quanto una nave ed un vascello.'' *'''La {{sic|Carni}} di l'omu si mancia cu li meli.'''<ref name=downtrodden/> :''La carne dell'[[uomo]] si mangia col miele.'' ::{{spiegazione|Con belle parole, lusinghe e garbate maniere si ottiene tutto.}} :oppure ::{{spiegazione|La vendetta, specie se lungamente covata, si compie con grande voluttà.}} *'''La fimmina è comu lu gattu: cchiù chi l'allisci, cchiù la cuda crisci.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 231.</ref> :''La [[donna]] è come il gatto: più la carezzi, più la coda cresce.'' *'''La furmicula affanna la stati pri nu patiri lu 'nvernu.'''<ref name=mirmex>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 418.</ref> :''La formica si affanna d'estate per non soffrire d'inverno.'' *'''La furnaci prova l'oru e l'oru prova la donna.'''<ref name=endura>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 678.</ref> :''La fornace prova l'oro e l'oro prova (mette alla prova) la donna.'' *'''La gaddina fa l'ovu e lu gaddu grida.'''<ref name=trumph>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref> :''La gallina fa l'uovo e il gallo grida.'' ::{{spiegazione|Vi è chi fa mentre altri si appropria il vanto.<ref name=arcde>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref>}} *'''La gaddina si tacissi, chi avirria fattu l'ovu nun si capissi.'''<ref name=trumph/> :''Se la gallina tacesse, non si capirebbe chi ha fatto l'uovo.'' ''La gallina che schiamazza è quella che ha fatto l'uovo. '' <ref>In ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 423.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Per troppo parlare vengonsi a risapere tante cose.<ref name=arcde/>}} *'''La mala strata nun finisci mai.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref> :''La cattiva strada non termina mai.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref> ::{{spiegazione|Al peggio non v'è fine. Non si dice mai ho fatto annastanza del male.<ref>La spegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 981.</ref>}} *'''La manu curri spuntania a lu cori'''<ref>Citato in Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref> :''La [[mano]] corre spontanra al cuore.'' ::{{spiegazione|Ognuno opera come il cuore gli consiglia.<ref>L'interpretazione è in Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 260.</ref>}} *'''La massara cerni e 'mpasta, e lu furnu conza e guasta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 419.</ref> :''La massaia setaccia la farina (e la separa dalla crusca) e impasta, e il forno condisce e guasta.'' ::{{spiegazione|È dal forno che dipende la buona o cattiva riuscita.<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 419.</ref>}} *'''La panza nun avi specchiu.'''<ref name=Spiegel>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 93.</ref> :''La pancia non ha specchio.'' ::{{spiegazione|Tutto quello che le viene dato, prende, senza limiti.}} *'''La pignata vecchia servi pri purtari focu pri li casi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 731.</ref> :''La pentola vecchia serve per portare fuoco per le case.'' ::{{spiegazione|S'allude {{NDR|figuratamente}} {{sic|anco}} alle vecchie che van ciarlando o portando ambascerie.<ref>Spegazione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 731.</ref>}} *'''La prim'acqua è chidda chi bagna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 18.</ref> :''La prima acqua è quella che bagna.'' ::{{spiegazione|Le prime cose fanno impressione.}} *'''La puta di jinnaru arricchisci lu vuttaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 786.</ref> :''La potatura fatta a gennaio arricchisce il bottaio.'' *'''La quartàra rutta si tira la quartàra sana.'''<ref name=howl/> :''La brocca rotta trascina con sé la brocca integra.'' *'''La raggiuni va cu lu so pedi.'''<ref name=timeis>Citato in in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 798.</ref> :''La ragione va con il suo piede.'' ::{{spiegazione|Si fa strada.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 798.</ref>}} *'''La spada nun si pigghia pri la punta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 948.</ref> :''La spada non s'impugna (si prende) per la punta.'' ::{{spiegazione|Le cose non si lasciano andare del modo che possano più offender noi che l'avversario.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 948.</ref>}} *'''La spiranza è l'ultima chi mori.'''<ref name=ultimadea/> :''La speranza è l'ultima a morire'' *'''La tavula (–''o'' La Mensa) è 'na brutta corda.'''<ref name=rope>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 94.</ref> :{{spiegazione|oppure}} *'''La tavula è turtura.'''<ref name=rope/> :''La tavola è una brutta corda.'', :{{spiegazione|oppure}} :'''La tavola è tortura.''' ::{{spiegazione|Perché fa confessare.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 94.</ref>}} *'''La testa a la padedda e la cuda a mari.'''<ref name=rope/> :''La testa (del pesce) alla padella e la coda a mare.'' ::{{spiegazione|Il pesce deve essere freschissimo.}} *'''La toppa è chiummu.'''<ref name=Erbe /> :''La figlia femmina è piombo.'' *'''La varca è di cu' la cravacca.'''<ref name=navire>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1074.</ref> :''La [[Imbarcazione|barca]] è di chi ci sta sopra (la cavalca).'' ::{{spiegazione|Il mondo è di chi se lo piglia. E vale anche, che il padrone è chi amminisitra sopra luogo.}} *'''La vucca è quantu un aneddu e si mancia palazzu e casteddu.'''<ref name=Pantagruel>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1105.</ref> :''La bocca non è più grande di un anello e si mangia palazzo e castello.'' ::{{spiegazione|Lo smodato vizio della gola può mandare completamente in rovina.}} *'''La vucca ridi, e lu cori chianci.'''<ref>Citato e spiegato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1105.</ref> :''La bocca ride, e il cuore piange.'' ::{{spiegazione|Talvolta l'uomo mostra ilarità, e invece soffre.}} *'''La vulpi vecchia 'ncappa a lu lazzu.'''<ref name=altFuchs>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref> :''(Anche) La [[volpe]] vecchia incappa (può incappare) nel laccio.'' *'''La vulpi vecchia nun 'ncappa a lu lazzu.'''<ref name=altFuchs/> :''La volpe vecchia nun incappa nel laccio'' *'''La vutti di chi è china spanni.'''<ref name=sailor/> :''La [[botte]] versa ciò di cui è piena.'' *'''Li dinari su' lu secunnu sangu.'''<ref name=emaema>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 851.</ref> :''I soldi sono il secondo sangue.'' *'''Li picciotti hannu a parlari sulu quannu piscia la addina.'''<ref name=multum /> :''I ragazzi debbono parlare solo quando urina la gallina.'' ::{{spiegazione|Cioè mai.}} *'''Li principi hannu cent'occhi e cent'oricchi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 761.</ref> :''I principi hanno cento occhi e cento orecchie.'' *'''Li re stannu 'ntra li càmmari e cummannanu, {{sic|E}} li populi si scànnanu.'''<ref name=alt/> :''I [[re]] stanno dentro le camere e comandano, e i popoli si scannano.'' *'''Li suldati fanno la guerra e s'ammazzanu, e li re s'abbrazzanu.'''<ref>Citato in Pitrè, vol. III, p. 90.</ref> :''I soldati fanno la [[guerra]] e si ammazzano, e i re si abbracciano.'' *'''Li strazzi vannu pri l'aria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> :''Gli stracci van sempre all'aria.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> ::{{spiegazione|I deboli pagan sempre il fio.}}<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 982.</ref> *'''Lo judici ama l'oru e l'avvocatu l'argentu.'''<ref name=endura/> :''Il giudice ama l'oro e l'avvocato l'argento.'' *'''Lu bon judici duna a tutti audienza, ma a pocu duna cridenza.'''<ref name=salomon>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 516.</ref> :''Il buon giudice concede udienza (ascolta) tutti, ma a pochi dà credito.'' *'''Lu cafè santiannu e lu ciucculatti ripusannu (o – pastiggiannu).'''<ref name=tazzulella>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 96.</ref> :''Il [[caffè]] sacramentando e il [[cioccolato]] riposando (o sorseggiando).'' ::{{spiegazione|Cioè il caffè si vuol prendere caldo di molto (quasi bestemmiando dal dolore scottandosi) e il cioccolato freddo.<ref>L'interpretazione è di Pitrè. {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV p. 96.</ref>}} *'''Lu cchiù nnimicu di l'omu, è l'omu stissu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 672.</ref> :''L'uomo non ha maggior nemico dell'uomo.'' *'''Lu {{sic|Cuscinu}} è un gran cunsiggheri.'''<ref name=Zahl/> :''Il [[cuscino]]'' è un gran consigliere. *'''Lu Diavulu è suttili, e fila grossu.'''<ref name=diablo/> :''Il [[Diavolo]] è sottile e fila grosso.'' *'''Lu Diavulu fa li cosi ammucciuni, e poi sona la campanedda.'''<ref name=diablo/> :''Il Diavolo fa le cose alla chetichella e poi suona la campanella.'' *'''Lu figghiu parrinu è lu porcu di la casa.'''<ref name=flic/> :''Il figlio [[prete]] è il maiale della casa.'' ::{{spiegazione|Porta prosperità, vantaggi alla famiglia.}} *'''Lu furmaggiu chi nun si mania fa vermi.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 417.</ref> :''Il formaggio che non si maneggia fa vermi.'' ::{{spiegazione|I giovani non corretti vengono cattivi.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 417.</ref>}} *'''Lu gangunïari fa passari lu sonnu.'''<ref name=tazzulella/> :''Il mangiucchiare fa passare il sonno.'' *'''Lu judici avi ad aviri dui oricchi''' o '''l'oricchi eguali.'''<ref name=salomon/> :''Il giudice deve avere due orecchi'' o ''gli orecchi uguali.'' *'''Lu judici giustu, cchiù a la giustizia chi all'omini divi aviri riguardu.'''<ref name=salomon/> :''Il giudice giusto deve aver riguardo più per la giustizia che per gli uomini.'' *'''Lu limitu di la Sorti, Cu lu passa trova la Morti'''<ref name=Parche>Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n570/mode/2up, p. 560].</ref> :''Il limite assegnato dal [[destino|Destino]], chi lo oltrepassa trova la Morte.'' *'''''Lu manciari senza viviri, | è comu l'annuvulatu senza chioviri.'''''<ref name=Sein/> :''Il mangiare senza bere |è come il cielo coperto di nubi senza che piova.'' *'''Lu munnu è longu, ed havi la cuda.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 257.</ref> :''Il [[mondo]] è lungo e ha la coda.'' ::{{spiegazione|Con la sua inesauribile riserva di sorprese il mondo resta difficile da comprendere e dominare interamente anche per l'uomo che ne abbia una lunga esperienza.}} *'''Lu munnu è di cu' lu sapi buffuniari.'''<ref name=orbs>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 617.</ref> :''Il mondo è di chi lo sa canzonare.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 656.</ref> *'''Lu munnu 'un s'ha persu mai pi fimmini, ma pi dinari.'''<ref name=mondo>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 24.</ref> :''Il mondo non si è mai perso per le donne, ma per i soldi.'' *'''Lu muttu anticu, {{sic|È}} lu Vanceliu nicu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 9.</ref> :''Il [[proverbio|motto]] antico è il piccolo Vangelo.'' *'''Lu pani di li mischini è la spiranza.'''<ref name=ultimadea>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 955.</ref> :''La speranza. è il pane de' miseri.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 955.</ref> *'''Lu piccadu è chiddu chi nesci e no chiddu chi trasi.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 98.</ref> :''Il peccato è quello che esce e non quello che entra.'' ::{{spiegazione|Peccato è la maldicenza e non quello che si mangia.<ref>L'interpretazione è di Pitrè, {{cfr}} ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, p. 98.</ref>}} *'''Lu re 'un ha bisognu di varva, ma di sennu.'''<ref name=inthewind/> :''Il re non ha bisogno di barba, ma di senno.'' *'''Lu riccu campa cu lu poviru, e lu poviru cu lu riccu.'''<ref name=Gefängnis/> :''Il ricco vive con il povero ed il povero con il ricco.'' ::{{spiegazione|Hanno bisogno l'uno dell'altro.}} *'''Lu riccu spezza li magghi e nni scappa, l'afflittu resta a la riti e s'incappa.'''<ref name=Gefängnis>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 813.</ref> :''Il ricco spezza le maglie e ne scappa, l'afflitto resta nella rete e s'impiglia.'' *'''Lu sangu nun si po fari acqua.'''<ref name=emaema/> :''Il sangue non può farsi acqua.'' ::{{spiegazione|Il legame di parentela non si può rinnegare.}} *'''Lu signuri di pagghia si mancia un vassallu d'azzaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 929.</ref> :''Il signore di paglia si mangia un vassallo d'acciaio.'' *'''Lu suli chi ti viri ti quaria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> :''Il sole che ti vede ti riscalda.'' ::{{spiegazione|Il bene si deve sperare da chi lo può fare, non bisogna lasciarsi trasportare dalle speranze fondate sulla fantasia.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref>}} *'''Lu vicinu è sirpenti, si nun ti vidi ti senti.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Canti popolari siciliani'', vol. I, p. 50.</ref> :''IL [[vicinanza|vicino]] è serpente, se non ti vede ti sente.'' *'''Lu vizziu appigghia comu amenta.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref> :''Il [[vizio]] attecchisce come menta.'' *'''Lu voi nun parra ca havi la lingua grossa, ma si parrassi gran cosi dirria.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref> :''Il [[bue]] non parla perché ha la lingua grossa, ma se parlasse direbbe grandi cose.'' ::{{spiegazione|Motto di chi vuol usare reticenza.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1100.</ref>}} ==M== *''''Mbriachi e picciriddi, 'u Signuri aiuta.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ubriachi e bambini, il Signore li aiuta.'' *'''Manciari senza vìviri {{sic|È}} celu annuvulatu ca 'un pò chiòviri.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 97.</ref> :''Mangiare senza [[vino|bere]] è (come) un cielo nuvoloso da cui non può cadere pioggia.'' *'''Mariuolu e viulinu, ti diverti a lu matinu.'''<ref>Citato in ''Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati da Giuseppe Pitrè'', vol I, Luigi Pedone-Lauriel , Palermo, 1870, [https://books.google.it/books?id=tzcLAAAAQAAJ&dq=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane%2C%20%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q=proverbio&f=false p. 34]</ref> :''Ladro e violino, ti diverti al mattino.'' *'''Megghiu accordiu magru ca sintenzia grassa.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556, § 192.</ref> :''Meglio un magro accordo che una grassa sentenza.'' ::{{spiegazione|Meglio cercare un rapido accordo con transazione che affrontare una lite giudiziaria i cui lunghi tempi e costi onerosi potrebbero ridurre sensibilmente i vantaggi di una sentenza favorevole.}} *'''Megghiu asinu vivu ca dutturi mortu.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556, § 193.</ref> :''Meglio un asino vivo che un dottore morto.'' ::{{spiegazione|Meglio un ignorante vivo, che un dotto morto per aver ecceduto nello [[studiare|studio]].}} *'''Megghiu dogghia di vurza ca di cori.'''<ref>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref> :''Meglio dolore di borsa che di cuore.'' ::{{spiegazione|Spendere che soffrire.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1109.</ref>}} *'''Megghiu lu picca godiri ca l’assai trivuliari.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 556 , § 197.</ref> :''Meglio godere del poco che l’affannarsi per (ottenere e conservare) il molto.'' *'''Megghiu obbediri ca santificari.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Il Borghini'', p. 556, § 195.</ref> :''Meglio (è più gradito a Dio) obbedire che sacrificare.'' *'''Megghiu pugna all'occhi, chi sgracchi a lu capizzu.'''<ref>Citato in Pitrè, vol III, p. 347.</ref> :''Meglio pugni agli occhi che scaracchi al capezzale.'' ::{{spiegazione|Val meglio un marito giovane che anche la faccia a pugni, anziché un vecchio catarroso e cagionevole che tossisca e sputi.<ref>La spiegazione è di Di Giuseppe Pitrè. {{cfr}} Pitrè, vol III, p. 347.</ref>}} *'''Megghiu sbirri a la porta ca parrini.'''<ref name=flic>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 700.</ref> :''Meglio sbirri alla porta che preti.'' ::{{spiegazione|I primi vengono per arrestare, i secondi per il funerale.}} *'''Megghiu sudari chi trimari.'''<ref>Citato in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 992.</ref> :''Meglio sudare che tremare.'' ::{{spiegazione|Meglio caldo che freddo, meglio lavorare per campare o per iscampare, anziché morire.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 992.</ref>}} *'''''Mentri ca siti papa, papiati; | cu sa si nn'autra vota papa siti.'''''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 557, § 205.</ref> :''Fintantoché siete Papa, "papeggiate" (approfittatene) | chi sa se sarete Papa un'alta volta.'' *'''Mettiti megghiu 'i tia e ammaccici i spisi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Mettiti con quelli migliori di te e fanne le spese.'' *'''''Misiricordia, dissiru li griddi, | quannu desiru focu a li ristucci.'''''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 557, § 204.</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Misericordia, dissero i [[grillo|grilli]], | quando diedero fuoco alle stoppie.'' *'''Mori un putenti – A manu d'un pizzenti.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', p. 558, § 207.</ref> :''Muore un potente per mano d'un pezzente.'' ::{{spiegazione|Nessuno sa come e dove avrà termine la propria vita.}} *'''Morsi 'u figghiozzu, finìu 'u cumparatu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Morto il [[figlioccio]], finito il comparatico.'' *'''Multi so' signuri di citati, e su schiavi di li donni.'''<ref name=mondo/> :''Molti sono signori di città e sono schiavi delle [[donne]].'' ==N== *'''Nasci omu e nasci stidda.'''<ref name=Erbe /> :''Nasce un maschio e nasce una stella.'' *'''Nè ciuri senza oduri, nè sabbato senza suli, nè fimmina senza amuri.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 15.</ref> :''Né fiore senza odore, né sabato senza sole, né [[donna]] senza amore.'' *'''Nè omo sutta cappa, nè fimmina sutta strazza.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 158.</ref> :''Né uomo sotto la cappa, né donna sotto la seta.'' ::{{small|Non si deve giudicare del merito di una persona dall'aspetto esteriore.}} *''''Nta stu munnu cc'è un limitu forti (arduo), Di ccà sta la Sorti, di ddà c'è la Morti.'''<ref name=Parche/> ::''In questo mondo c'è un limite arduo, di quà c'è il Destino, di là c'è la Morte.''' *'''No accattari la gatta 'ntra lu saccu.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 11.</ref> :''Non comprare la gatta dentro il sacco.'' *'''Nuddu si lassa e nuddu si pigghia si ’un s’assumigghia.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 347.</ref> :''Non ci si lascia e non ci si sceglie se non ci si somiglia.'' *'''Nun cc'è megghiu sarsa di la fami.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 92.</ref> :''Non c'è miglior salsa della [[fame]].'' *'''Nun poi all'asinu, e duni a lu varduni<ref>Accrescitivo di varda, barda.</ref>.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 18.</ref> :''Non puoi (dare bastonate) all'asino e le dai alla barda.'' ::{{spiegazione| Chi è nell'impossibilità di vendicarsi su chi non può colpire, si vendica su chi è alla sua portata.}} *'''Nun si divi lassari la bona terra pri lu mali riggituri.'''<ref name=Justus>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 805.</ref> :''Non si deve lasciare la buona terra a causa del cattivo governante.'' ::{{spiegazione|Perché questi, volendo, si può cambiare.<ref>{{cfr}} ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 805.</ref>}} *'''Nun si dona l'uffiziu a cu' lu dimanna.'''<ref name=axiotatos/> :''Non si dà l'ufficio (la carica, l'incarico) a chi lo chiede.'' ::{{spiegazione|Ma a chi lo merita.}} *'''Nun su' li donni chi nun gustanu, su' li dinari chi nun bastanu.'''<ref name=mondo/> :''Non sono le donne che non piacciono<ref>Agli uomini che, delusi dalle donne, ne diventano critici implacabili.</ref>, sono i soldi che non bastano.'' *'''Nun tantu billi billi, ch'un sulu billi basta.'''<ref name=nequid>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', p. 127.</ref> :''Non troppe sdolcinatezze, non troppe svenevolezze, non troppe moine, ne basta solo un po', solo quanto basta.'' *'''Nun ti fari mettiri la fadedda di (''da'') tò mugghieri.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 232.</ref> :''Non fari mettere la sottana da tua [[moglie]].'' *'''''Nun ti fidari ca la corda è grossa, / quantu è cchiù grossa cchiù prestu si lassa.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 35.</ref> :''Non fidarti del fatto che la corda è grossa | quanto più è grossa, più presto si scioglie.'' ::{{spiegazione|Non fare eccessivo assegnamento, non inorgoglirti, non insuperbirti per le tue capacità, le tue possibilità, per la tua fortuna, perché quando meno te lo aspetti la tua sorte potrebbe mutare.}} *'''Nun tuccari lu culu a la cicala.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 8.</ref> :''Non toccare il sedere alla [[cicala]].'' ::{{spiegazione|Non dare occasione alle malelingue di sparlare.}} *'''Nutrica lu scursuni 'ntra la manica, si quadía e ti mùzzica.'''<ref name=aureo/> :''Nutri la [[serpente|serpe]] nella manica, si riscalda e ti morde.'' ::{{spiegazione|Non essere generoso con chi non ne è degno.}} ==O== *''''O cacatu 'u culu cci feti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''A chi se l'è fatta addosso, puzza il sedere.'' *'''Occhiu di suli, focu di povir'omu.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 75.</ref> :''Occhio di sole, fuoco di pover'uomo.'' *'''Ogni asinu si prega de lu so ragghiu.'''<ref name=egoego>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 797.</ref> :''Ogni asino si compiace del suo raglio.'' ::{{spiegazione|Ognuno loda sé e il suo.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 797.</ref>}} *'''Ogni centu anni e centu misi torna l'acqua a li so paisi.'''<ref name=precipizio/> :''In cent'anni e cento mesi torna l'acqua a' suoi paesi.''<ref>In ''Vocabolario siciliano-italiano'', p. 18.</ref> ::{{spiegazione|Il tempo vien a capo d'ogni cosa, e quel che fu sarà di nuovo.<ref>Spiegazione in ''Vocabolario siciliano-italiano'', p. 18.</ref>}} *'''''Ogni lignu coci pasta | ma nuddu comu l'alastra.'''''<ref name=alastra>Citato, con spiegazione, in [[Giuseppe Pitrè]], ''Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano: {{small|raccolti e descritti da Giuseppe Pitrè}}'', Libreria L. Pedone Lauriel, Palermo, 1889, vol. III, [https://books.google.it/books?id=4OAwAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA293#v=onepage&q&f=false p. 293].</ref> :''Ogni legno cuoce l'impasto del pane | ma nessuno come il [[citiso]].'' ::{{spiegazione|Si brucia nel forno per fare un buon fuoco, e quindi buon pane, il quale acquista bel colore di sopra e di sotto.}} *'''Occhi ch'aviti fattu chianciri, chianciti.'''<ref>Citato in Pitrè, vol.III, p. 91.</ref> :''Occhi che avete fatto [[pianto|piangere]], (anche voi) piangete.'' *'''Ogni fruttu voli la so staggiuni.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 968.</ref> :''Ogni frutto vuole la sua stagione.'' *'''Ogni vulpi porta amuri a la so tana.'''<ref name=altFuchs/> :''Ogni volpe porta amore alla sua tana.'' *'''Ognunu è patruni di pulizziarisi 'u culu c'un corpu di lupara.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ognuno è padrone di pulirsi il sedere con un colpo di [[Lupara (arma)|lupara]].'' *'''Omne nimium vertitur in troppu.'''<ref name=nequid/> :''Ogni eccesso si trasforma in troppo.'' ==P== *'''''Pacenzia caru amicu a li burraschi, | ca nun si mangia meli senza muschi.'''''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol. I, p. 27.</ref> :''Sopporta caro amico con [[pazienza]] le burrasche, | che non si mangia miele senza mosche.'' *'''''Parrastra, | focu d'alastra.'''''<ref name=alastra /> :''[[Matrigna]], fuoco di citiso.'' ::{{spiegazione|Per la vivezza del fuoco che esso nutre, il citiso è desiderato dalle figliastre contro le madrine. }} *'''Picciotti e muli vonu stari suli.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Giovani e muli vogliono stare soli.'' *'''Pigghia cunsigghiu di prudenti chi mai ti nni penti.'''<ref name=finesse/> :''Prendi consiglio dall'uomo prudente, che mai te ne penti.'' *'''Pri canusciri un omu s'havi a manciari 'na sarma di sali.'''<ref name=assaisonner/> :''Per conoscere un uomo bisogna mangiare una [[w:Unità di misura storiche della Sicilia|salma]] di sale.'' ::{{spiegazione|Bisogna convivervi lungo tempo.}} *'''Prumettiri è viggilia di lu dari.'''<ref name=vocca/> :''Promettere è vigilia del dare.'' ==Q== *'''Quannu l'amicu nun parra a prima vuci, voddiri ca 'u riscussu nun ci piaci.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Quando l'amico non risponde a prima voce, significa che il discorso non gli piace.'' *'''Quannu la carni è pocu pigghia l'ossu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 679.</ref> :''Quando la carne è poca prendi l'osso. (Quando non puoi avere come vuoi piglia come puoi.''<ref>In''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 679</ref>) *'''Quannu lu suli ti risplenni, nun ti curari di la luna.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> :''Quando il sole ti splende, non ti déi curar della luna.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 994.</ref> ::{{spiegazione|Quando il maggiore ti protegge, non ti curare de' minori.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'' p. 994.</ref>}} *'''Quannu sì in tempu di prosperitati, timi l'avvirsitati.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 769.</ref> :''Quando sei in tempo di prosperità, temi l'avversità'' *'''Quannu t'è data la purcedda, curri prestu cu la curdicedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 781.</ref> :''Quando ti viene donata la porcella, corri presto con la funicella.'' ::{{spiegazione|Non bisogna tardare nel pigliare o nell'afferrare l'occasione.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 781.</ref>}} *'''Quannu ti voi fari gabbu di lu zoppu, bisogna chi tu fussi drittu.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref> :''Perché ti possa fare beffe dello zoppo, occorre che tu sia diritto.'' :''Chi burla lo zoppo badi d'esser diritto.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref> ::{{spiegazione|Chi burla altrui badi s'egli è degno d'esser burlato.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1117.</ref>}} *'''Quannu 'u diavulu t'accarizza, voli l'arma.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima.'' *'''Quannu viri chi la sira è mala, pigghiati pri la retina la mula.'''<ref name=reins>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 934.</ref> :''Quando vedi che la sera è cattiva, prenditi per le redini la mula.'' ::{{spiegazione|Quando le cose s'imbrogliano, va piano e cauto.<ref>L'interpretazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 934.</ref>}} *'''Quattr'omini cci vonnu pri fari una bona 'nzalata, un pazzu, un saviu, un avaru e un sfragaru.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 661.</ref> :''Quattro uomini ci vogliono per fare una buona insalata, un pazzo, un saggio, un avaro e un prodigo.'' *'''Quattru cosi havi [[Genova|Genua]]: mari senza pisci, muntugni senza ligna, fimmini senza vriogna e ricchizzi senza funnu.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/n199/mode/2up? p. CXC].</ref> :''Quattro cose ha Genova: mare senza pesci, montagne senza legna, donne senza vergogna e ricchezze senza fondo.'' *'''Quattru sunnu li nnimici di l'omu: Dimoniu, antimoniu, matrimoniu, e Tribunali di Patrimoniu.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 190.</ref> :''Quattro sono i nemici dell'uomo: Demonio, antimonio, matrimonio, e Tribunali di Patrimonio.'' ==R== *'''Ragghiu d'asinu nun arriva 'n celu.'''<ref name=egoego/> :''Raglio d'asino non arriva in cielo.'' *'''Ricchizza fa superbia, superbia povertà.'''<ref name=rich>Citato in Scarcella, 1846, p. 147.</ref> :''La [[ricchezza]] genera la superbia, la superbia la povertà.'' *'''Ricchizzi e sanitati, – Criditinni mitati, {{sic|Si}} menu nni criditi – Megghiu faciti.'''<ref name=rich/> :''Ricchezze e salute, – credetene la metà, se meno ne credete – meglio fate.'' *'''Ricchizzi senza littri è un corpu senz'anima.'''<ref name=Gefängnis/> :''Ricchezze senza cultura sono un corpo senz'anima.'' *'''Rispetta lu vecchiu unni lu trovi.'''.<ref name=alt>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 240.</ref> :''Rispetta l'[[senilità|anziano]] dovunque lo incontri.'' ==S== *'''Sai chi è la pena di lu munsignaru? Chi dici la viritati e nun è crittu.'''<ref>Citato in Arthur V. Dieli, ''A Happy Heart and One Slice Of Bread'', [https://books.google.it/books?id=IExBDwAAQBAJ&lpg=PT1071&dq=&pg=PT1071#v=onepage&q&f=false p. 1071.]</ref> :''Sai quale è la pena del bugiardo? Che (anche quando) dice la [[Verità e bugia|verità]] non è creduto. '' *'''Se canta cùcchiti e se nun canta strìchiti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Se (la fortuna) canta, va' pure a dormire; se non canta (non ti è favorevole) puoi rotolarti per terra.'' *'''Sìnnucu picciottu, paisi arruvinato.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Sindaco giovane, paese rovinato.'' *'''Soni e canzuni su' comu lu ventu, {{sic|Lu}} tavirnaru voli li dinari.'''<ref>Citato in Pitrè, vol. III.</ref> :''Suoni e canzoni sono come il vento, l'oste vuole i [[denaro|soldi]].'' *'''Stomacu granni e vucca picciridda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 976.</ref> :''Stomaco grande e bocca piccola.'' ::{{spiegazione|Udire e tacere.}} *'''Sunaturi di chitarra e piscaturi di cimetta, miatu la casa ca l'aspetta.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Suonatore di chitarra e pescatore con la lenza, disgraziata quella casa che li aspetta.'' *'''Supra 'o vagnatu, cci chiovi.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Sul bagnato, piove.'' *'''Supira lu putiri a lu sapiri.'''<ref name=accussìva/> :''Il potere è più del sapere.''<ref>Traduzione in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 787.</ref> ==T== *'''Ti dissi lèviti, e ancora batti a cura.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Ti ho detto togliti di torno {{NDR|al cane}}, e ancora batti la coda.'' *'''''Ti scanti di lu bicchi-bacchi, | nun ti scanti d'arrubbari li morti.'''''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 72.</ref> :''Ti spaventi del babau, | non ti spaventi di derubare i morti.'' *'''Tri sunu li putenti: 'u papa, 'u re e cu nun avi nenti.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Tre sono i potenti: il papa, il re e chi non possiede niente.'' *'''Tumazzu duru nun pigghia cchiù salamora.'''<ref>Citato in Isidoro Spanò, ''[https://www.prolocovitese.it/index.php?option=com_content&view=article&id=181:formaggio-duro-stagionato-non-prende-piu-salamoia&catid=29:leggende&Itemid=200 Tumazzu duru nun pigghia cchiù salamora]'', ''prolocovitese.it'', 2 maggio 2018</ref> o '''Tumazzu duru nun pigghia salamora.'''<ref>Citato in Filippo Majorana, ''[https://www.trapaninostra.it/libri/Filippo_Majorana/Erice/Erice-14.pdf Proverbi e modi di dire. Paremiologia]'', p. 185.</ref> (Erice) o '''Tumazzu duru nun pigghia salamòria.'''<ref>Citato in Giuseppe Pitrè, ''Proverbi siciliani: {{small|raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia}}'', vol. I, [https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/284/mode/2up? cap. XXII, p. 284].</ref> :''Il formaggio duro non prende più sale.'' ::{{spiegazione|Una persona invecchiata non è in più in grado di cambiare. (Simile al detto "L'arvulu s'addrizza quannu è virde")}} *'''Tutti cosi si joca fora di lavari la birritta a lu tignusu.'''<ref>Citato in Traina, ''Nuovo vocabolario siciliano-italiano'', p. 122.</ref> :''Su tutto si gioca, tranne che lavare il berretto al tignoso.'' ::{{spiegazione|Non è bene scoprire i difetti degli altri o parlarne male.}} *'''Tutti semo d'un'acqua tanti ciumi.'''<ref>Citato in Pitrè, ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', IV, 1880, p. 191.</ref> :''Tutti siamo tanti [[fiume|fiumi]] di una (sola) acqua.'' *'''Tuttu lu gran sirenu di lu mari 'na vampidda d'amuri 'un pò astutari.'''<ref name=reins/> :''Tutta la grande acqua del mare non può spegnere una piccola fiamma d'amore.'' ==U== *'''’U pisu di l’anni è lu pisu cchiù granni.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'' p. 161</ref> :''Il peso degli anni è il peso più grande.'' *'''U primu figghiu è baruni.'''<ref name=Erbe /> :''Il primo figlio maschio è barone.'' *'''’U putiàru soccu ave abbànìa.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'' p. 105.</ref> :''Il negoziante decanta ciò che ha.'' *''''U sceccu 'a potta, 'u sceccu sa mangia.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''L'asino la porta, l'asino se la mangia.'' *''''U voi ci dici curnutu 'o sceccu.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Il bue dice cornuto all'asino.'' *'''Un arvulu a primu corpu nun si tagghia.'''<ref>Citato in Santo Rapisarda, vol I, p. 42.</ref> :''Un [[albero]] non si abbatte al primo colpo di scure.'' *'''Un pugnu d'oru scassa una porta di ferru.'''<ref name=endura/> :''Un pugno d'oro rompe una porta di ferro.'' ::{{spiegazione|Il denaro apre tutte le porte.}} *'''Un pumu fradiciu nni guasta 'na cartedda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 777.</ref> :''Una [[mela]] fradicia ne guasta una cesta.'' *'''Una stizza di sangu trubbula lu mari.'''<ref name=emaema/> :''Una goccia di sangue intorbida il mare.'' ::{{spiegazione|Un po' di simpatia fa tutto.<ref>La spiegazione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 851.</ref>}} *'''Unu pecca, e in tronu è missu, {{sic|L'autru}} pecca, è crucifissu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 171.</ref> :''Uno [[peccato|pecca]] ed è messo in trono, l'altro pecca, è crocifisso.'' *'''Unn’è u’ piso và a balanza.''' <ref>Citato in ''I leoni di Sicilia'', p. 271.</ref> :''Dove c’è il peso va la bilancia.'' *'''Unni ci su campani, ci su bbuttani.'''<ref name=Proverbitaliani/> :''Dove ci sono campane, ci sono puttane.'' ==V== *'''Vali chiu un corpu di mastru, chi dui di manuali.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 172.</ref> :''Vale più un colpo di maestro, che due di manovali.'' *'''Vinu amaru, tenilu caru.'''<ref name=amargo>Citato in Scarcella, 1846, p. 174.</ref> :''Vino amaro tienilo caro.'' *'''Vinu meli finu, pri cui nun lu sa biviri è vilenu.'''<ref name=amargo /> :''[[Vino]] miele fino, per chi non lo sa bere è veleno.'' *'''Voi campari, lascia campari'''<ref name=leave>Citato in Scarcella, 1846, p. 175.</ref> :''Vuoi vivere (?), lascia vivere.'' ::{{spiegazione|Vivi e lascia vivere. ([[Proverbi italiani]])}} *'''Voi chi na cosa nun si saccia? né si dica né si faccia.'''<ref name=leave/> :''Vuoi che una cosa non si sappia? né si dica né si faccia.'' *'''Voi cunfidenzi di lu to vicinu, 'mbriacalu di bonu vinu.'''<ref>Citato in Scarcella, 1846, p. 176.</ref> :''Vuoi confidenze del tuo vicino, ubriacalo di buon vino.'' *'''Voi tu sapiri cu nun avi corna, {{sic|Cui}} s'affaccia a lu soli, e nun fa umbra.'''<ref name=leave/> :''Vuoi sapere chi non ha le corna?, chi s'affaccia al sole e non fa ombra.'' *'''Vuti di marinaru, duranu quantu la tempesta.'''<ref name=sailor>Citato in Scarcella, 1846, p. 177.</ref> :''I voti di marinaio durano quanto la tempesta.'' *'''Vutti chi nun è attuppata, sventa.'''<ref name=sailor /> :''La botte che non è turata, sfiata.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sa tenere un segreto}} ==Z== *'''Zoccu si cci duna, si cci ficca.'''<ref name=Spiegel/> :''(Alla pancia) tutto quello che le si dona, ci si ficca.'' *'''Zoccu fa la matri a lu cufularu, fa la figghia a lu munnizzaru.'''<ref>Citato in Pitré, ''Proverbi e canti popolari siciliani'', 1869, p. 12.</ref> :''Ciò che fa la madre al focolare, fa la figlia all'immondezzaio.'' ::{{spiegazione|Come la madre, così la figlia.}} :{{spiegazione|oppure:}} ::{{spiegazione|I figli seguono i costumi dei genitori.}} *'''Zoccu lu cori pensa parla la vucca.'''<ref name=Pantagruel/> ::''(Se un uomo è sincero) dice con la bocca ciò che pensa col cuore.'' *'''Zoccu (– ''o'' Quantu) si dici 'n tavula, divi arristari 'ntra la tuvagghia.'''<ref>Citato in ''Proverbi siciliani raccolti e confrontati'', vol. IV, 1880, p. 112.</ref> :''Ciò che (– o Quanto) si dice a [[tavola]], deve restare nella tovaglia.'' *'''Zuccaru nun guasta bevanda.'''<ref>Citato in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1118.</ref> :''[[Zucchero]] non guastò mai vivanda.''<ref>La traduzione è in ''Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano'', p. 1118.</ref> ::{{spiegazione|Le cose buone non son mai sgradite.}} ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[https://books.google.it/books?id=rfoACp8KQBQC&dq=PROVERBI%20SICILIANI&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=PROVERBI%20SICILIANI&f=false Adagi, motti, proverbi e modi proverbiali siciliani compilati dal dottor Vincenzo Scarcella]'', Stamperia Fiumara, Messina, 1846. *''Adagi, motti, proverbi e modi proverbiali siciliani compilati dal dottor Vincenzo Scarcella'', Stamperia Fiumara, Messina, 1846. *''[https://books.google.it/books?id=uTcLAAAAQAAJ&dq=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane%2C%20Volume%203%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=Biblioteca%20delle%20tradizioni%20popolari%20siciliane,%20Volume%203%20a%20cura%20di%20Giuseppe%20Pitr%C3%A8&f=false Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, vol. 3]'', a cura di [[Giuseppe Pitrè]]; ''Studi di Poesia Popolare per Giuseppe Pitrè'', Luigi Pedone-Lauriel, Palermo, 1872. *''[https://books.google.it/books?id=vbARypPO6b0C&hl=it&pg=PR3#v=onepage&q&f=false Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati da Giuseppe Pitrè]'', vol I, Luigi Pedone-Lauriel , Palermo, 1871. *Stefania Auci, ''I leoni di Sicilia'', Editrice Nord, Milano, 2019. ISBN 9788842931539 *Stefano Benvenuti e Salvatore Di Rosa, ''Proverbi italiani'', Club degli Editori, 1980. *''[https://books.google.it/books?id=QtYvAAAAYAAJ&dq=proverbi&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Proverbi e canti popolari siciliani illustrati da Giuseppe Pitrè]'', Tipografia del Giornale di Sicilia, Palermo, 1869. *Giuseppe Pitrè, ''[https://archive.org/details/proverbisicilia01pitrgoog/page/n11/mode/2up? Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia]'', vol. I, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880. *''[https://books.google.it/books?id=jtFFAAAAcAAJ&dq=Nuovo%20vocabolario%20Siciliano-Italiano%3A%20compilato%20da%20Antonino%20Traina%20%3A%20volume%20...&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Nuovo vocabolario Siciliano-Italiano: compilato da Antonino Traina: volume unico]'', Giuseppe Pedone Lauriel Editore, Palermo, 1868. *''[https://archive.org/stream/proverbisicilia00pitrgoog#page/n6/mode/2up Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d'Italia da Giuseppe Pitrè]'', vol. IV, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1880. *''[https://books.google.it/books?id=sMk9AQAAMAAJ&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false Proverbi e modi di dire siciliani illustrati dal Cav. Agatino Longo]'', in ''[https://books.google.it/books?id=sMk9AQAAMAAJ&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Il Borghini, {{small|Giornale di filologia e di lettere italiane}}]'', compilato da Pietro Fanfani, anno II, Stamperìa sulle Logge del Grano, Firenze, 1864, pp. 448-458. *[[Santo Rapisarda]], ''Raccolta di proverbj siciliani {{small|ridutti in canzuni di l'Abbati Santu Rapisarda di Catania}}'', Volumi 1-4, A li Stampi di Duminicu Camparozzi, A l'insigna de lu liuni, Catania, 1842, [https://books.google.it/books?id=KooUAAAAYAAJ&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false] ==Voci correlate== *[[Indovinelli siciliani]] *[[Modi di dire aliminusani]] *[[Modi di dire siciliani]] *[[Proverbi aliminusani]] *[[Sicilia]] [[Categoria:Proverbi siciliani| ]] 3omd2eq9em4v7cp5tjy4xa4fg9f9mbg Benedetto Croce 0 1714 1221435 1221254 2022-08-08T00:47:35Z Sun-crops 10277 /* Citazioni */ riscrivo, fonte wikitext text/x-wiki [[Immagine:B.Croce.jpg|thumb|Benedetto Croce]] {{indicedx}} '''Benedetto Croce''' (1866 – 1952), filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano. ==Citazioni di Benedetto Croce== *A [[Napoli]] ho svolto la mia attività di uomo di studio, tra compagni carissimi e giovani che mi si son fatti spontanei discepoli. Eppure io ho tenuto sempre viva la coscienza di qualcosa che nel mio temperamento non è napoletano. Quando l'acuta chiaroveggenza di quella popolazione si cangia in scetticismo e in gaia indifferenza, quando c'è bisogno non solo di intelligenza agile e di spirito versatile, ma di volontà ferma e di persistenza e resistenza, io mi son detto spesso a bassa voce, tra me e me, e qualche volta l'ho detto anche a voce alta: - Tu non sei napoletano, sei [[Abruzzo|abruzzese]]! - e in questo ricordo ho trovato un po' d'orgoglio e molta forza.<ref> Dal discorso tenuto nell'agosto del 1910, affacciandosi dal balcone di Palazzo Sipari,pronunciò il "Discorso di Pescasseroli".</ref> *A questi poveri e fallaci teorizzamenti si deve l'origine dell'erronea credenza che liberalismo sia individualismo utilitario (o, come lo si definisce, riecheggiando Hegel, «atomismo»), e che abbassi lo Stato a strumento dell'edonismo dei singoli.<ref>Da ''La religione della libertà'', a cura di Girolamo Cotroneo, Rubbettino, Catanzaro, 2002, p. 115.</ref> *Abbiamo deciso di dare il voto di fiducia. Ma, intendiamoci, fiducia condizionata. Nell'ordine del giorno che abbiamo redatto è detto esplicitamente che il Senato si aspetta che il Governo restauri la legalità e la giustizia, come del resto [[Benito Mussolini|Mussolini]] ha promesso nel suo discorso. A questo modo noi lo teniamo prigioniero, pronti a negargli la fiducia se non tiene fede alla parola data. Vedete: il [[fascismo]] è stato un bene; adesso è divenuto un male, e bisogna che se ne vada. Ma deve andarsene senza scosse, nel momento opportuno, e questo momento potremo sceglierlo noi, giacché la permanenza di Mussolini al potere è condizionata al nostro beneplacito.<ref>Giugno 1924; citato in G. Levi Della Vida, ''Fantasmi ritrovati'', Venezia, 1966.</ref> *Accanto o di fronte agli uomini che stimano Parigi valer bene una messa, sono altri pei quali l'ascoltare o no una messa è cosa che vale infinitamente più di Parigi perché è affare di coscienza. Guai alla società, alla storia umana, se uomini che così diversamente sentono, le fossero mancati o le mancassero.<ref>Dal ''Discorso contro l'approvazione del concordato'', 1929. Citato in Raffaele Carcano, Adele Orioli, ''Uscire dal gregge'', Luca Sossella editore, 2008, p. 243. ISBN 9788889829646</ref> *Malinconica e triste che possa sembrare la morte, sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe che l'uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, a ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confronti della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce.<br>Ma altri crede che in un tempo della vita questo pensiero della [[morte]] debba regolare quel che rimane della vita, che diventa così una preparazione alla morte. Ora, la vita intera è preparazione alla morte, e non c'è da fare altro sino alla fine che continuarla, attendendo con zelo e devozione a tutti i doveri che ci spettano. La morte sopravverrà a metterci a riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può far altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<br>Vero è che questa preparazione alla morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma anche qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto tutta la vita e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta. Le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l'ordinario egoismo della loro vita precedente e che invece sono l'espressione intima di questo egoismo.<ref>Da ''Soliloquio'', citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 626.</ref> *[[Carmine Crocco]], che ebbe sotto di sé numerose bande di contadini e di soldati del disciolto esercito, nel 1862 depose ogni maschera politica e continuò a fare alla scoperta quello che in sostanza aveva fatto sempre, puro brigantaggio, e poi dal grosso brigantaggio discese al piccolo, e finalmente abbandonò la sua provincia nativa e l'Italia meridionale, passando il confine e rifugiandosi a Roma nell'agosto del 1864. Le sue posteriori vicende non meritano l'attenzione dello storico. Il governo italiano lo ritrovò a Roma, prigione, nel 1870, e lo sottopose a processo, nel quale egli, pur mentendo quanto poteva, non si atteggiò a campione politico, e disse chiaro che egli era, e non poteva essere, se non un capo di briganti.<ref>Da ''Uomini e cose della vecchia Italia'', Laterza, 1927, p. 337.</ref> *Che cosa sta facendo, che cosa sta facendo l'esercito italiano, che combatte sotto la guida energica e sapiente del [[Luigi Cadorna|Cadorna]]? Nientedimeno che questo: sta redimendo in modo definitivo il popolo italiano da una taccia quindici volte secolare. Sta provando cioè col fatto che il popolo italiano ha raggiunto ormai la compattezza nazionale e politica, la cui espressione è la forza dell'esercito.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 667.</ref> *Chi ha ricercato le storie d'Italia senza appagarsi della superficiale e convenzionale cognizione che se ne somministra nelle scuole, non ignora che una delle taccie più antiche e persistenti, anzi la principale e quasi unica taccia, data agli Italiani dagli altri popoli d'Europa, e specie dai francesi e dai tedeschi, era quella d'"imbelli". Questo giudizio si formò sopratutto sul cadere del secolo decimoquinto, per effetto della resistenza nulla o fiacca opposta agli stranieri, nelle loro calate nel nostro paese, che divenne il loro campo di battaglia; ma se ne trovano i segni precursori nel medioevo, quando, tra l'altro, era divulgato in Europa l'apologo del "Lombardo e la lumaca", e i duri e ferrei feudatari d'oltr'Alpe spregiavano gli italiani borghesi, "che cinsero pur ieri – Ai lor mal pingui ventri l'acciar de' cavalieri". Né esso poteva essere cancellato dallo spettacolo che generalmente offrirono gli Italiani nella nuova calata francese, non più regia ma repubblicana, sul finire del settecento e nelle vicende della restaurazione; e di poco fu modificato dalle guerre, non sempre concordi, tenaci o fortunate, del nostro Risorgimento.<ref>Da ''La guerra italiana, l'esercito e il socialismo'', in ''Pagine della guerra'', Napoli, 1919, p. 220-229.</ref> *{{NDR|Su [[Francesco Mazzarella Farao]]}} Ciascuno ha i suoi passatempi, e, il tuo, erano le cattive etimologie.<ref>Da ''Un paradiso abitato da diavoli'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2006, p. 89. ISBN 88-459-2036-4</ref> *{{NDR|[[Gotthold Ephraim Lessing]]}} Con le sue polemiche ha strappato a un meritatissimo oblio più di un nome. Egli ha avviluppato, per così dire, molti minuscoli scrittorelli in una rete di spiritosi motteggi, di prezioso umorismo, e ora essi si conservano in eterno nelle opere di Lessing come insetti rimasti chiusi in un pezzo d'ambra.<ref>Citato in [[Paolo Chiarini]], ''Parola e immagini'', introduzione a Heinrich Heine, ''Dalle memorie del Signor von Schnabelewopski'', Marsilio Editori, Venezia 1991. ISBN 88-317-5548-X</ref> *Credo che, a guerra finita, si giudicherà che il suolo d'Europa, non solo ha tremato per più mesi o per più anni sotto il peso delle armi, ma anche sotto quello degli spropositi. E Francesi, Inglesi, Tedeschi e Italiani si vergogneranno e chiederanno venia poi giudizi che hanno pronunciati, e diranno che non erano giudizi ma espressioni di affetti. E anche più arrossiremo noi, neutrali, che molto spesso abbiamo parlato, come di cosa evidente, della "barbarie germanica". Fra tutti gli spropositi, frutti di stagione, questo otterrà il primato, perché certo è il più grandioso.<ref>Da ''Giudizi passionali e nostro dovere'', in ''L'Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra'', Laterza, Bari 1950, pp. 11-12.</ref> *Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''[[Alexandre Dumas (padre)#I tre moschettieri|Trois mousquetaires]]'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo.<ref>Da ''[https://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/view/8646/8628 La poesia e la letteratura]'', in ''La Critica'', vol. XXXIII, Laterza, 1935, p. 447.</ref> *È appunto l'opposizione che [[ringiovanimento|ringiovanisce]]. Se fossi rimasto senatore, avrei avuto una vita troppo comoda, sarei da un pezzo diventato di mente pigra ed inconseguente. Nulla è di danno all'intelletto quanto la mancanza di opposizione; solo da quando sono solo e non ho più giovani intorno a me, mi sento costretto a ringiovanire io stesso.<ref>Citato in [[Stefan Zweig]], ''Il mondo di ieri'', traduzione di Lavinia Mazzuchetti, Mondadori, p. 292.</ref> *È stato detto che il ''[[Giordano Bruno#Candelaio|Candelaio]]'' è una fosca rappresentazione pessimistica; ma né il [[Giordano Bruno|Bruno]] in quanto filosofo può dirsi pessimista, né in questa sua commedia c'è la poesia del pessimismo. E sebbene si usi ora discorrerne come di una possente creazione d'arte, il giudizio del [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]] [...] mi pare che, se non in ogni deduzione, nella sua conclusione, debba rimaner saldo, per quel che concerne il ''Candelaio'': un uomo come il Bruno (egli dice) «era destinato a speculare sull'uno e sul medesimo, non certo a fare un'opera d'arte».<ref>Da ''Poesia popolare e poesia d'arte'', Laterza, Bari, 1933; citato in ''Giudizi critici'', in Giordano Bruno, ''Candelaio'', BUR, Milano, 2002, p. 96. ISBN 88-17-12104-5</ref> *E stimo un tal grande beneficio la cura a cui il [[fascismo]] ha sottoposto l'Italia che mi do pensiero piuttosto che la convalescente non si levi troppo presto dal letto a rischio di qualche grave ricaduta.<ref>Citato in [[Denis Mack Smith]], ''Storia d'Italia dal 1861 al 1997'', Laterza, Bari, 1997, p. 415.</ref> *Eliminando le [[casa di tolleranza|case chiuse]] non si distruggerebbe il male che rappresentano, ma si distruggerebbe il bene con il quale è contenuto, accerchiato e attenuato quel male.<ref>Citato in Armando Torno, [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/maggio/18/Cavour_alla_Merlin_prostitute_strada_co_7_070518002.shtml ''Da Cavour alla Merlin. Le prostitute in strada? Regole, non moralismi''], ''Corriere della Sera'', 18 maggio 2007.</ref> *{{NDR|[[Raimondo di Sangro]] fu}} enciclopedico, misterioso, sempre intento a esperienze di chimica, sempre annunziatore di suoi ritrovati mirabili che nessuno vide mai in atto, o che in ogni caso non ebbero capacità di sopravvivere al loro inventore, un po' fantastico e appassionato e un po' altresì divertentesi a canzonare il prossimo [...].<ref>Da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', p. 329.</ref> *{{NDR|[[Paul Valéry]]}} Fa a volte bei versi, ma li fabbrica con la macchina dell'intelletto... Ma anche l'intelletto suo è disorganico, frammentario. È un dilettante dell'intelligenza.<ref>Citato in [[Giovanni Titta Rosa]], ''Una visita di Croce'', ''La Fiera Letteraria'', n. 5, 14 marzo 1971.</ref> *{{NDR|Subito dopo la Liberazione}} Gli uomini nuovi verranno. Bisogna non lasciarsi scoraggiare dal feticismo delle competenze. Gli uomini onesti assumano con coraggio i posti di responsabilità, e attraverso l'esperienza gli adatti non tarderanno a rivelarsi.<ref>Citato da [[Piero Calamandrei]] nel discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.</ref> *{{NDR|[[Antonio Capece Minutolo]]}} Il Don Chisciotte della reazione italiana.<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 112.</ref> *I teatri di [[Napoli]] (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia.<ref>Da ''I teatri di Napoli'', Bari, 1926; citato in ''Il San Carlo e i Teatri della Campania'', ''(Monumenti e Miti della campania Felix, Il Mattino)'', 1997, Pierro, p. 10.</ref> *I versi, che [[Isabella di Morra]] scrisse, sono di carattere assai personale e privato, e non erano tali da circolare tra letterati e accademie [...] Sparsene le copie in Napoli, furono letti con pietà e ammirazione [...] Il nome d'Isabella di Morra rimase oscuramente raccomandato che nessuno dei contemporanei (salvo, nel secolo seguente, il nipote nella storia della famiglia) scrisse un ricordo di lei [...] Il carattere personale dei versi della Morra e il non vedervisi segno alcuno di esercitazione o bellurie letteraria formano la loro prima attrattiva. L'autrice possedeva certamente buoni studi, aveva letto poesie classiche e aveva pratica del verseggiare e della forma italiana; ma mise in opera questa abilità, acquistata con l'educazione e con la scuola, all'unico fine di dare qualche placamento o mitigazione al suo affanno e travaglio, e a questo fine la piegò e asservì del tutto.<ref>Da ''La Critica, Volume 27'', Laterza, 1929, p. 30-31.</ref> *Il bisogno pratico, che è nel fondo di ogni giudizio storico, conferisce a ogni [[storia]] il carattere di "storia contemporanea", perché, per remoti e remotissimi che sembrino cronologicamente i fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni.<ref name=storia>Da ''La storia come pensiero e come azione'', Laterza.</ref> *Il [[filosofo]], oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere, e in primo luogo, il mestiere dell'uomo.<ref>Da ''Lettere a Vittorio Enzo Alfieri (1925-1952)'', premessa, pagg. X-XI, Edizioni Spes, 1976.</ref> *Il monumento parlato del buon senso si trova nella stessa letteratura popolare, e sono i [[proverbio|proverbi]], la sapienza (come la chiamano) di tutte le età, la sapienza del mondo di cui tante volte è stata lodata l'incrollabile saldezza; e tuttavia nessuno, pur ridicendoli con assenso, li scambierà mai con la serie delle opere della critica, della scienza e della filosofia, con le indagini, le discussioni, i trattati e i sistemi. Molte indagini filosofiche si possono conchiudere con la formola di qualche antico e comune detto o proverbio; ma questo proverbio, fungendo da conclusione di un'indagine, non è più l'antico e comune.<ref>Citato in Giovanni Battista Bronzini, ''Cultura popolare, {{small|Dialettica e contestualità}}'', Dedalo Libri, 1980, [https://books.google.it/books?id=SPewvtQsm_UC&lpg=PP1&dq=Giovanni%20Battista%20Bronzini&hl=it&pg=PA102#v=onepage&q&f=false p. 102].</ref> *Il [[Giuseppe Salvatore Pianell|Pianell]] era, dopo il vecchio principe di Satriano Fialangieri, la maggiore capacità militare dell'ex-Reame di Napoli, nei tempi dell'ultimo Borbone: distintosi già nella campagna di Sicilia del 1848-9, aveva adempiuto con intelligenza e ferma volontà parecchi incarichi gravi e difficili.<ref>Da ''[https://archive.org/details/agd5398.0003.001.umich.edu/page/n6/mode/1up Pagine sparse]'', Raccolte da G. Castellano, Serie terza, Riccardo Ricciardi editore, Napoli, 1920, ''Appunti storici'', p. 217.</ref> *[...] il [[Raimondo di Sangro|principe di Sansevero]], o il «Principe» per antonomasia, che cosa è altro in [[Napoli]], per il popolino delle strade che attorniano la Cappella dei Sangro, ricolma di barocche e stupefacenti opere d'arte, se non l'incarnazione napoletana del dottor Faust o del mago salernitano Pietro Barliario, che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura o compiere cose che sforzano le leggi della natura?<ref>Da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', pp. 327-328.</ref> *Intimorito per le minacce fatteli dallo scrivano fiscale Not. Antonio di Sauro, con una crasta di piatto si aperse il ventre,; essendosi confessato, dopo sei ore morì, il dì 10 febbraio 1755, nelle carceri del Ponte di Tappia.<ref>Da ''La morte del commediografo [[Pietro Trinchera|P. Trinchera]]''; citato in Enzo Grana, prefazione a Pietro Trinchera, ''La moneca fauza'' o ''La forza de lo sango'', Attività Bibliografica Editoriale, Napoli, 1975.</ref> *Io, modestamente, so di vivere in un continuo colloquio con Dio, così serio e intenso che molti cattolici e molti preti non hanno mai sentito nella loro anima.<ref>Da ''Dialogo su Dio: carteggio 1941-1952'', Archinto, Milano, 2007, p. 22.</ref> *L'impedimento che urge rimuovere è la persona del re, [[Vittorio Emanuele III]], che ha aperto le porte al fascismo, lo ha favorito, sostenuto, servito per oltre vent'anni, lo ha seguito in tutte le sue azioni e persecuzioni più contrarie alla moralità... Pretendere che l'Italia conservi il presente re, è come pretendere che un redivivo resti abbracciato con un cadavere.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 9 febbraio 2010.</ref> *L'[[Destra hegeliana|ala destra]] {{NDR|della scuola hegeliana}} interpretava Hegel teisticamente: il soggetto, il Logo di Hegel, era il Dio personale; e la relazione della filosofia hegeliana col cristianesimo non consisteva soltanto nel riconoscimento del grande elemento filosofico incluso nella teologia cristiana, ma in un accordo ben altrimenti sostanziale. L'[[Sinistra hegeliana|ala sinistra]] si opponeva ad ogni trascendenza e ad ogni concetto di un Dio personale; e, dando rilievo al carattere d'immanenza del sistema, giungeva fino a simpatizzare col materialismo filosofico, in quanto anch'esso, a suo modo, ha carattere immanente e non trascendente.<ref>da ''[https://archive.org/details/cichevivoeciche01crocgoog/page/n8 Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Hegel]'', Gius. Laterza & Figli, Bari, 1907, p. 94</ref> *L'Italia<ref>Il riferimento è all'opera del Volpe, ''L'Italia che nasce''</ref> di [[Gioacchino Volpe|Volpe]] cammina ma non pensa. (citato in: Marcello Veneziani, ''Imperdonabili'', Venezia, 2017, ISBN 978-88-317-2858-4, p. 305) *{{NDR|Riferendosi a [[Benito Mussolini]]}} [...] l'uomo, nella sua realtà, era di corta intelligenza, correlativa alla sua radicale deficienza di sensibilità morale, ignorante di quella ignoranza sostanziale che è nel non intendere e non conoscere gli elementari rapporti della vita umana e civile, incapace di autocritica al pari che di scrupoli di coscienza, vanitosissimo, privo di ogni gusto in ogni sua parola o gesto, sempre tra il pacchiano e l'arrogante.<ref>Dai ''Taccuini'', 2 dicembre 1943; citato in [[Walter Barberis]], ''Il bisogno di patria'', Giulio Einaudi editore, Torino, 2010, p.88. ISBN 978-88-06-20464-8</ref> *La [[conoscenza]] umana ha due forme: è o conoscenza ''intuitiva'' o conoscenza ''logica''; conoscenza per la ''fantasia'' o conoscenza per l<nowiki>'</nowiki>''intelletto''; [...] è, insomma, o produttrice d'''immagini'' o produttrice di ''concetti''.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> *La [[critica]] è un fucile molto bello: deve sparare raramente!<ref>Citato in [[Gino Doria]], ''Venticinque aneddoti crociani scelti e pubblicati in occasione del 75. compleanno dalla nascita di Benedetto Croce'', SIEM, Napoli, 1936.</ref> *La [[giustizia]] vera è fatta di compassione.<ref>Da ''Etica e politica'', G. Laterza & figli.</ref> *{{NDR|Sulla rivoluzione di luglio francese}} La inesperienza o la troppo breve pratica della vita libera non aveva permesso ancora la formazione di quel senso del cangiamento e della continuità ad una, che il popolo inglese possedeva, non certo per dono di natura, ma per la formazione storica.<ref>Da ''Storia d'Europa nel secolo decimonono'', Laterza, Bari, 1965 (1932), p. 142.</ref> *La [[iettatura]] è una cosa che non esiste, ma della quale bisogna tener conto.<ref>Citato in [[Camilla Cederna]], ''Giovanni Leone'', Feltrinelli, 1978. p. 35.</ref> *La [[libertà]] al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale.<ref>Da ''Storia d'Europa nel secolo decimonono''.</ref> *La morte sopravverrà a metterci in riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può fare altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<ref>Da ''Quaderni della critica''; citato in Giovanni Casoli, ''Novecento letterario italiano ed europeo: autori e testi scelti'', vol. 1, Città Nuova, 2002, [https://books.google.it/books?id=pZW2cd1Te-AC&pg=PA120 p. 120].</ref> *La [[poesia]] solo in piccola parte si trova negli innumeri libri detti di poesia.<ref name=storia/> *La sovranità in una relazione non è di nessuno dei componenti singolarmente preso, ma della relazione stessa, cioè dell'incontro.<ref>Da ''Etica e politica''; citato da Rina De Lorenzo nella [https://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0588&tipo=stenografico Seduta n. 588] della Camera del 4 novembre 2021.</ref> *La [[storia]] non è mai giustiziera, ma sempre giustificatrice; e giustiziera non potrebbe farsi se non facendosi ingiusta, ossia confondendo il pensiero con la vita, e assumendo come giudizio del pensiero le attrazioni e le repulsioni del sentimento.<ref>Da ''Teoria e storia della storiografia''; citato in Adelelmo Campana, ''Benedetto Croce: filosofia e cultura'', Calderini, 1976, p. 150.</ref> *La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.<ref name=storia/> *La [[violenza]] non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.<ref name=storia/> *Le verità definite dai filosofi non si abbattono a vicenda, ma si sommano e si integrano le une con le altre, e dominano il pensiero e la vita, se anche il volgo di questo non si avveda e non si avvede di esserne anch'esso dominato.<ref>Da ''Intorno al mio lavoro filosofico''; in ''Filosofia Poesia Storia'', Riccardo Ricciardi, Napoli, 1955, p. 4.</ref> *Lottano metallurgici e magistrati, ferrovieri e professori universitari, tranvieri e ufficiali di marina, e, perfino i pensionati dello Stato, perfino gli scolaretti delle scuole secondarie contro lo sfruttamento che eserciterebbero sopra di essi i loro maestri. [...] Lo Stato è concepito come una lotteria, alla quale tutti giocano e nella quale si può vincere studiando un libro meno mistico di quello della Cabala, facendo chiasso sui giornali, agitandosi, minacciando e premendo su deputati e ministri.<ref>Citato in Italo De Feo, ''Croce: l'uomo e l'opera'', Mondadori, Milano, 1975, p. 453.</ref> *Malinconica e triste che possa sembrare la [[morte]], sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe che l'uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, a ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confronti della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce.<br>Ma altri crede che in un tempo della vita questo pensiero della morte debba regolare quel che rimane della vita, che diventa così una preparazione alla morte. Ora, la vita intera è preparazione alla morte, e non c'è da fare altro sino alla fine che continuarla, attendendo con zelo e devozione a tutti i doveri che ci spettano. La morte sopravverrà a metterci a riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può far altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<br>Vero è che questa preparazione alla morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma anche qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto tutta la vita e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta. Le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l'ordinario egoismo della loro vita precedente e che invece sono l'espressione intima di questo egoismo.<ref>Da ''Soliloquio'', citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 600.</ref> *Molta parte dell'anima nostra è [[dialetto]].<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p002 Del parlar napoletano]'', p. 13, Colonnese, Napoli, 2007 [1997]. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> *Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute.<ref>Da ''Taccuini di lavoro'', Arte Tipografica, Napoli, 1987 (ma 1992), vol. II, ''1917-1926'', p. 294; citato da [[Giuseppe Galasso]] in Benedetto Croce, ''Un paradiso abitato da diavoli'', ''Nota del curatore'', p. 299.</ref> *{{NDR|Su [[Giovanni Cotta]]}} Né gli mancano più forti corde, quali vibrano nell'ode all'[[Bartolomeo d'Alviano|Alviano]] per la guerra che conduceva in difesa della Serenissima.<ref>Da ''Poesia popolare e poesia d'arte'', Laterza, Bari, 1933, p. 457; citato in Gabriele Banterle, introduzione a Giovanni Cotta, ''I carmi'', a cura di Gabriele Banterle, Edizioni di "Vita veronese", Verona, 1954.</ref> *Nessuno pensava che i {{sic|cosidetti}} [[Razza|arii]] di Germania avessero avuto bisogno di tanto aiuto e tanto avessero accettato dai non arii. Quale vergogna sfruttare il lavoro dell'estraneo e adornarne, come hanno fatto finora, la loro storia! E quale animo dignitoso e disdegnoso e fiero è quel [[Julius Streicher]], che adesso viene chiedendo che non si curino più gl'infermi cristiani coi ritrovati medici dei [[August von Wassermann|Wassermann]], dei Neisser, dei Fraenkel e di altri scienziati ebrei, e piuttosto li si lasci morire che accettare la lurida elemosina! Bravo: questa è rinunzia eroica, degna di un vero ario: alla quale si potrebbe solo obiettare (ma è obiezione che non conta) che, per questa via, la parola "ario" finirà a prendere il significato d'[[Imbecillità|imbecille]].<ref>Citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 594.</ref> *Noi vogliamo, in fatto di scuola, a preferenza di sterminati eserciti di Serse, piccoli eserciti ateniesi e spartani, di quelli che vinsero l'Asia e fondarono la civiltà europea.<ref>Da ''Discorsi parlamentari'', Il Mulino, Bologna, 2002, p. 75.</ref> *[...] non bisogna dimenticare che il [[liberalismo]] disgiunto dalla democrazia inclina sensibilmente verso il conservatorismo e che la democrazia, smarrendo la severità dell'idea liberale, trapassa nella demagogia e, di là, nella dittatura.<ref>Citato in Barbara Speca, ''[https://www.rivoluzione-liberale.it/16768/opinione/croce-la-storia-umana-quale-storia-della-liberta.html Croce, la storia umana quale storia della libertà]'', ''rivoluzione-liberale.it'', 22 febbraio 2012.</ref> *Non è vero, ma ci credo.<ref>Citato in Camillo Albanese, ''Un uomo di nome Benedetto: la vita di Croce nei suoi aspetti privati e poco noti''.</ref> *Non possiamo distaccarci dal bene e dal male della nostra [[Patria]], né dalle sue vittorie né dalle sue sconfitte.<ref>Da ''Scritti e discorsi politici (1943-1947)'', Laterza.</ref> *Non possiamo non essere [[cristiano (religione)|cristiani]], anche se non seguiamo più le pratiche del culto, perché il [[cristianesimo]] ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è fra noi e gli antichi [...] è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano.<ref>Da ''Storia dell'Idea di Europa'', pp. 162-163.</ref> *Non sarebbe il tempo di smettere di aver fiducia nelle opposizioni e distinzioni dei partiti politici, tanto più che l'esperienza politica ci mostra che il partito che governa o governa è sempre uno solo e ha il consenso di tutti gli altri, che fanno le finte di opporsi? Non sarebbe meglio contare sugli uomini saggi, lavoratori e consapevoli del loro dovere verso la patria, i quali in Italia sono in maggior numero che non credano i pessimisti?<ref>Citato in Daniela Colli, [http://www.loccidentale.it/node/8906 ''La "religione della libertà" per Benedetto Croce''], ''l'Occidentale.it'', 11 novembre 2007</ref> *Non si poteva aspettare e neppure desiderare che il fascismo cadesse a un tratto. Esso non è stato un infatuamento o un giochetto. Ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono.<ref>Citato in Emilio Gentile, ''Novecento italiano'', Laterza, Bari, 2008, p. 75.</ref> *Ogni vera [[storia]] è sempre autobiografica.<ref>Da ''Il carattere della filosofia moderna''; citato in [[Leo Valiani]], ''La filosofia della libertà'', Edizioni di Comunità, 1963.</ref> *{{NDR|Su [[Giustino Fortunato]]}} Portò la questione meridionale a chiarezza di coscienza e di definizione, iniziandone la discussione in termini politici e storici, fino a farla riconoscere come la questione massima dello Stato italiano unitario.<ref>Citato in Gerardo Raffaele Zitarosa, ''Giustino Fortunato storico'', L. Pellegrini, 1970, p. 15.</ref> *Qual nome di autore nostro di tragedie, di commedie e drammi possiamo pronunciare con vanto, nel secolo passato<ref>Il secolo XVIII°.</ref>e per la prima metà del presente? L'importanza che Napoli non ha avuto nel [[teatro napoletano|teatro]] letterario, l'ha avuta invece nella commedia popolare e dialettale, nell'opera buffa, nelle rappresentazioni all'improvviso, negli attori e nei personaggi comici che ha messo in circolazione.<ref>Dalla prefazione del 1890 alle ''Memorie'' di [[Eduardo Scarpetta]], citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 462.</ref> *[[Gaetano Salvemini|Salvemini]] fu ossessionato da un odio ferocissimo contro Giolitti e non vedeva altra via per il popolo italiano che il suffragio universale. Nel cervello di Salvemini vi è caos.<ref>Citato in Daniela Coli, ''Il filosofo, i libri, gli editori: Croce, Laterza e la cultura europea'', Editoriale scientifica, Napoli, 2002, p. 63.</ref> *Scocciatore è uno che ti toglie il piacere della solitudine e non ti dà quello della compagnia.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Milano, Mondadori, 2006, p. 132. ISBN 88-04-54931-9</ref> *{{NDR|Su [[Martin Heidegger]]}} Scrittore di generiche sottigliezze, arieggiante a un Proust cattedratico, egli che, nei suoi libri non ha dato mai segno di prendere alcun interesse o di avere alcuna conoscenza della storia, dell'etica, della politica, della poesia, dell'arte, della concreta vita spirituale nelle sue varie forme – quale decadenza a fronte dei filosofi, veri filosofi tedeschi di un tempo, dei Kant, degli Schelling, degli Hegel! –, oggi si sprofonda di colpo nel gorgo del più falso storicismo, in quello, che la storia nega, per il quale il moto della storia viene rozzamente e materialisticamente concepito come asserzione di etnicismi e di razzismi, come celebrazione delle gesta di lupi e volpi, leoni e sciacalli, assente l'unico e vero attore, l'umanità. [...] E cosi si appresta o si offre a rendere servigi filosofico-politici: che è certamente un modo di prostituire la filosofia.<ref>Da ''Conversazioni Critiche'', Serie Quinta, Bari, Laterza, 1939, p. 362.</ref> *{{NDR|La cultura e più di ogni altra la cultura greca}} si era spenta, suscitando continuatori altrove: quel monaco calabrese {{sic|Barlaamo}} e quel suo scolaro, [[Leonzio Pilato]], [che insieme ad] altri traduttori ... operosi alla corte dei sovrani angioini, rappresentano l'ultima trasfusione della cultura normanno-sveva e meridionale nell'incipiente umanesimo.<ref>Da ''Storia del Regno di Napoli'', Bari, 1958, pp. 88-89; citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'</nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 45.</ref> *{{NDR|Su [[John Ruskin]]}} Temperamento d'artista, impressionabile, eccitabile, volubile, ricco di sentimento dava tono dommatico e forma apparente di teoria, in pagine leggiadre ed entusiastiche ai suoi sogni e capricci.<ref>Da ''Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale: Teoria e storia'', Laterza, 1908.</ref> *[[Luigi Tosti|Tosti]] si era foggiata la propria figura, da artista, e, sentendo battere il suo cuore d'italiano e facendo scorrere lo sguardo sulla sua nera veste di benedettino, provava il sentimento della realtà di quella figura, e operava e parlava in accordo con essa, non per calcolo politico o oratorio, ma sinceramente, per darle forma nei fatti.<ref>Da ''Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono'', I, Laterza, Bari 1921, p. 146.</ref> *Un'altra manifestazione della volgare inintelligenza circa le cose della politica è la petulante richiesta che si fa della "[[onestà]]" nella vita politica. [...] L'onestà politica non è altro che la capacità politica: come l'onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze.<ref>Da ''La religione della libertà'', a cura di Girolamo Cotroneo, Rubbettino, Catanzaro, 2002, p. 207.</ref> *{{NDR|Su [[Diego Sandoval de Castro]]}} [...] un petrarchista garbato e, come allora piaceva dire "soave" [...].<ref>Da ''[[Isabella di Morra]] e Diego Sandoval de Castro'', Sellerio, Palermo, 1983, p. 21 (saggio di introduzione ristampato da ''Vite di avventure, di fede e di passione'', Laterza, Bari, 1947); citato in Diego Sandoval de Castro, ''Rime'', a cura di Tobia R. Toscano, Salerno Editrice, Roma, 1997, p. 21. ISBN 8884022169</ref> * L'[[Unesco]] aveva della [[cultura]] un'idea semplicemente sbagliata perché sciolta dalla sua sorella di sangue e spirito, la libertà.<ref>Citato da: Nicola Porro, ''Benedetto Croce contro l'UNESCO: «Propositi sterili»'', su ''Il Giornale'' del 5 luglio 2020, p. 28</ref> *Un velo di mestizia par che avvolga la [[Bellezza]], e non è velo, ma il volto stesso della Bellezza. (da ''La poesia'', Laterza) *{{NDR|Su [[José Borjes]]}} Uno dei più rinomati cabecillas delle guerre carliste, coraggioso, esperto di guerra, sincero e devoto uomo.<ref>Da ''Uomini e cose della vecchia Italia: serie seconda'', Laterza, 1956.</ref> *Vedete un po' se vi riesce di far che un gruppo di artisti collabori a un monumento. Questo che si otteneva sessanta o settant'anni fa, da scultori e pittori che avevano frequentato l'accademia e si recavano a messa la domenica (ossia si sottomettevano interiormente a qualcosa o qualcuno), ora è inconseguibile: [...] I nostri monumenti saranno per i posteri i documenti della nostra convulsione morale.<ref>Citato in Adelina Bisignani, ''Croce: il partito politico'', Palomar, Bari, 2000, p. 45</ref> *Vedo che l'esattezza dell'esposizione del [[Mario Borsa|Borsa]] e la giustezza dei suoi giudizi vengono riconosciute da uno dei più esperti critici teatrali inglesi, da [[William Archer]] (in un articolo della ''Tribune'', del 3 novembre 1906). L'Archer rimprovera soltanto al Borsa la troppa severità della tesi generale, che un teatro inglese contemporaneo non esista: la quale tesi gli sembra {{sic|contradetta}} dalle analisi particolari che l'autore poi dà delle singole opere. E mi pare che l'Archer abbia ragione, e che un teatro in cui sono opere come quelle che Borsa fa conoscere ai lettori italiani, sia bene qualcosa di esistente; perché l'esistenza di un teatro non può significare chiaramente altro che l'esistenza di alcuni autori e di alcune opere, fornite di caratteri originali.<ref>da ''Conversazioni critiche'', serie seconda, seconda edizione riveduta, Gius. Laterza & Figli, Bari, 1924, [https://archive.org/details/scrittidistorial10croc/page/259 XX. Libri di critica e di storia della critica, p. 259]</ref> *[...] l'altro pericolo, quello degli ignoranti che teorizzano, giudicano, sentenziano, che fanno scorrere fiumi di spropositi, che mettono in giro formule senza senso, che credono di possedere nella loro ignoranza stessa una miracolosa sapienza, lo conosciamo perché lo abbiamo sperimentato bene. Si è chiamato, nella sua forma più recente, «fascismo». Io ho pensato denominarlo in greco: ''[[onagrocrazia]].''<ref>Da "Politica e pensiero", in ''Scritti e discorsi politici (1943-1947)'', a cura di A. Carella, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=1pxoAAAAMAAJ&dq=L%27altro+pericolo%2C+quello+degli+ignoranti+che+teorizzano%2C+giudicano%2C+sentenziano%2C+che+fanno+scorrere+fiumi+di+spropositi%2C+che+mettono+in+giro+formule+senza+senso%2C+che+credono+di+possedere+nella+loro+ignoranza+stessa+una+miracolosa+sapienza%2C+lo+conosciamo+perch%C3%A9+l%27abbiamo+sperimentato+bene.+Si+%C3%A8+chiamato%2C+nella+sua+forma+pi%C3%B9+recente%2C+%27fascismo%27.+Io+ho+pensato+denominarlo+in+greco%3A+%27onagrocrazia%27.%5B&focus=searchwithinvolume&q=onagrocrazia pp. 196-197].</ref> ==''Ariosto, Shakespeare e Corneille''== ===''Avvertenza''=== *I tre saggi, raccolti in questo volume, non vi si trovano a caso, e neanche per la ragione estrinseca che i tre poeti, da cui prendono il titolo, appartengono in certo senso a tre momenti consecutivi di una stessa epoca storica. Ho raccostato questi tre poeti, perché mi davano modo di studiare tre tipi assai diversi d'arte; di provare nel fatto come con gli stessi principî si ottenga l'intelligenza delle forme artistiche più diverse e quasi opposte; di rendere più perspicua la caratteristica di ciascuno mercé il contrasto con gli altri; e d'illustrare ed esemplificare e confermare alcuni concetti estetici, e in genere filosofici, che mi stanno particolarmente a cuore. Quanto al metodo da me tenuto in questi saggi, non ho bisogno di dichiararlo ai miei vecchi lettori, e d'altronde mi sembra che essi portino con sé gli schiarimenti necessari e sufficienti. Ma chi desideri vederlo più direttamente dibattuto e ragionato in teoria, può consultare il volume, che è uscito in luce poco prima di questo, dei ''Nuovi saggi di estetica''. (B. C., Napoli, maggio 1920) *Nella seconda edizione (1928) fu aggiunta al saggio sul Corneille una recensione del libro del [[Karl Vossler|Vossler]] su [[Jean Racine|Racine]]. Del saggio sullo Shakespeare si ha ora una eccellente edizione presso Laterza, corredata di introduzione critica e di note filologiche da [[Napoleone Orsini]] (1948). (B.C., marzo 1950) ===''Ariosto''=== ====[[Incipit]]==== La fortuna dell'''Orlando furioso'' si può comparare a quella di una donna leggiadra e sorridente, che tutti guardano con letizia, senza che l'ammirazione sia impacciata da alcuna perplessità d'intelletto, bastando, per ammirare, aver occhi e volgerli al grato oggetto. Limpidissimo com'è quel poema, nitidissimo in ogni particolare, facilmente apprendibile da chiunque possieda una generale cultura, non ha mai presentato seri ostacoli d'interpretazione, e perciò non ha avuto bisogno delle industrie dei commentatori e non è stato aduggiato dalle loro litiganti sottigliezze; né poi è andato soggetto, o assai lievemente, alle intermittenze che, per le varie disposizioni culturali dei vari tempi, hanno pur sofferto altre insigni opere di poesia. Grandi uomini e comuni lettori si sono trovati intorno ad esso in pieno accordo, come appunto intorno alla bellezza, poniamo di una signora Récamier; e nella folla di coloro che furono presi dal suo fascino, si notano un [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] e un [[Galileo Galilei|Galilei]], un [[Voltaire]] e un [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]. ====Citazioni==== *Se l'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] fosse stato un filosofo, o un poeta filosofo, avrebbe sciolto un inno all'Armonia, come non pochi se ne posseggono nella storia della letteratura, cantando quell'alta Idea che gli rendeva comprensibile la discorde concordia delle cose e, appagandogli l'intelletto, infondeva pace e gioia nell'animo. (p. 31) *Soverchia nel ''Furioso'', la materia d'amore, perché soverchia nel cuore dell'Ariosto, nel quale essa agevolmente trapassava a sentimenti gentili, alla pietà che va oltre le tombe, alla rivendicazione dell'innocenza calunniata e della gratitudine brutalmente violata, al fervido culto pel santo nodo dell'amicizia. (p. 36) *Bontà e generosità erano anche la sostanza del suo sentimento politico, da onest'uomo di tutti i tempi, che piange sulle sventure della patria, aborre il dominio degli stranieri, giudica severamente le oppressioni dei signori, si scandalizza per la corruttela ed ipocrisia dei preti e [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], lamenta che le armi unite di Europa non si volgono contro il Turco ossia contro il barbaro infesto. (p. 37) *L'Ariosto era irriverente, o, ch'è lo stesso, indifferente, spirito altrettanto areligioso quanto afilosofico, non angosciato da dubbi, non pensoso del destino umano, non curioso del significato e valore di questo mondo che vedeva e toccava, e nel quale amava e dolorava; estraneo del tutto, come a ogni altra filosofia, a quella del Rinascimento, sia del Ficini sia del Pomponazzi. (p. 40) ===''Shakespeare''=== ====[[Incipit]]==== *Potrà sembrare superfluo, ma in effetto giova a procedere spediti, porre subito qui in principio l'avvertenza, che ciò che forma oggetto di studio pel critico e lo storico dell'arte, non è la persona pratica dello [[William Shakespeare|Shakespeare]], ma la persona poetica; non il carattere e lo svolgimento della sua vita, ma il carattere e lo svolgimento dell'arte sua. ====Citazioni==== *Il bene o la virtù è, senza dubbio, nello Shakespeare, più forte del male e del vizio, ma non perché superi e risolva in sé l'altro termine, sibbene semplicemente è luce verso la tenebra, è bene, è virtù; insomma, in ragione della sua qualità stessa, che il poeta discerne e coglie nella purezza e verità originale, senza sofisticarla e infiacchirla. (p. 86) *La quintessenza di tutte queste commede (al modo stesso che, rispetto alle grandi tragedie, si può in certo senso dire dell'''Amleto'') è il ''Sogno di una notte di mezza estate''; dove le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d'ogni sorta dell'amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo. (p. 102) *Quando dopo il ''Sogno'', si legge ''Romeo e Giulietta'', par di non essere usciti da quell'ambiente poetico, al quale espressamente ci richiamano Mercutio, col suo ricamo fantastico sulla Regina Mab, e, quel che è più, lo stile, le rime e la generale fisionomia della breve favola. Tutti, parlando di ''Romeo e Giulietta'', hanno provato il bisogno di ricorrere a parole e immagini soavi e gentili; e lo [[Friedrich Schlegel|Schlegel]] vi ha sentito «i profumi della primavera, il canto dell'usignuolo, il delicato e fresco di una rosa mo' sbocciata», e lo [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ha pensato allo stesso fiore: alla «molle rosa nella valle di questo mondo, spezzata dalle rudi tempeste e dall'uragano»; ed il [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]], di nuovo, alla «primavera coi suoi odori, i suoi fiori e la sua fugacità». Tutti lo hanno considerato come il poema dell'amor giovanile, e hanno riposto l'acme del dramma nelle due scene del colloquio d'amore attraverso il notturno giardino e della dipartita dopo la notte nunziale, nelle quali è stato scorto da taluni il rinnovarsi di forme tradizionali della poesia d'amore, l'«epitalamio» e l'«alba». (p. 102) *Il male: ma se questo male fosse del tutto e apertamente male, turpe, ripugnante, la tragedia sarebbe finita prima che cominciata. Esso si chiamava, invece, per Macbeth, ''greatness'', la grandezza: la grandezza che le fatali sorelle gli hanno profetata, che il corso destinato degli eventi comincia pronto a largirgli, additandogli prossimo e certo tutto il resto, sol ch'egli non stia ad attendere inerte, ma si muova, stenda la mano e lo afferri. (p. 130) *Nel ''Macbeth'', il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza. (p. 133) *Nel ''Re Lear'', il tempestoso dramma, che è tutto una sequela di tradimenti orrendi, la bontà s'impersona, prende un nome, Cordelia; e brilla essa sola nella tempesta, ad essa sola si guarda, come in un cielo cupo all'unica stella che vi scintilla. (p. 134) *Un odio infinito per la malvagità ingannatrice ha ispirato quest'opera {{NDR|''Re Lear''}}: l'egoismo puro e semplice, la crudeltà, la perversità muovono ripugnanza ed orrore, ma non inducono direttamente al tremendo dubbio che il bene non esista o quanto meno non sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade invece per l'inganno morale, che prende sembianza di rettitudine, di generosità, lealtà, e, poi che ha ottenuto il suo intento, disvela nel fatto l'impura cupidigia, l'aridità, la durezza di cuore, che sole realmente esistevano. (p. 134) *Nella tragedia di ''Otello'', il male volge un'altra delle sue facce; e il sentimento che gli risponde è, questa volta, non la condanna mista di pietà, non l'orrore per l'ipocrisia e per la crudeltà, ma lo stupore. Jago non è il male commesso per un sogno di grandezza, non è il male per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male, compiuto quasi per un bisogno artistico, per attuare il proprio essere e sentirlo potente e denominatore e distruttore anche nella subordinata condizione sociale in cui esso è posto. (p. 137) *Dal senso violento della voluttà nella sua possanza allettatrice e dominatrice, e insieme dal brivido pei suoi effetti di abiezione, di dissoluzione e di morte, è formata la tragedia di ''Antonio e Cleopatra''.<br>Baci, carezze, languori, suoni, profumi, luccicor d'oro e di drappi lussuosi, barbaglio di luci e silenzi d'ombre, un godere ora estasiato ora spasimante e furioso, è il mondo in cui essa si svolge; e regina di questo mondo è Cleopatra, avida di voluttà, datrice di voluttà, che diffonde a sé intorno quel fremito di piacere, ne offre insieme l'esempio e l'incitamento, e insieme conferisce all'orgia un carattere regale e quasi mistico. (p. 140-141) *''Amleto'' è stato generalmente considerato come la tragedia delle tragedie shakespeariane, quella in cui il poeta ha messo più di sé stesso, ha dato la sua filosofia, e ha riposto la chiave delle altre tutte. Ma, a parlar con rigore, nell'''Amleto'' lo Shakespeare ha messo sé stesso né più né meno che nelle altre tutte, cioè la poesia. (p. 146) ===''Corneille''=== ====[[Incipit]]==== Una critica d'intonazione negativa circa le tragedie corneliane non è più da fare, perché si trova già in molti libri; e, d'altronde, se c'è un poeta estraneo al [[gusto]] e all'interessamento odierni (per lo meno fuori di Francia), questi è [[Pierre Corneille|Corneille]], e i più degli amatori di poesia e d'arte confessano senza ritegno di non reggere alla lettura di quelle tragedie, e che esse «non dicono loro niente». ====Citazioni==== *Lo [[Friedrich Schiller|Schiller]], lette le opere più lodate del Corneille, si meravigliava della rinomanza in cui era salito un autore così povero d'inventiva, magro e secco nel trattamento dei caratteri, freddo negli affetti, stentato e duro nello svolgimento delle azioni, e privo quasi sempre d'interesse. (p. 195) *[[Wilhelm August von Schlegel|Guglielmo Schlegel]] notava in lui, al luogo della poesia, «epigrammi tragici» ed «arie di bravura», pompa e non grandezza; lo sentiva gelido nelle scene d'amore – un amore che di solito non era amore, ma un ben calcolato ''aimer par politique'', secondo la parola dell'eroe Sertorio, – e lo vedeva assai rigirato e machiavellico, e per ciò stesso ingenuo e puerile, nel concepire le cose della politica; e la più parte delle tragedie definiva nient'altro che trattati sulla ragion di stato in forma di dibattiti, con mosse non da poeta ma da giocatore di scacchi. (p. 196) *L'ideale corneliano è stato riposto dai più recenti interpreti nella volontà per sé stessa, nella «volontà pura», superiore o anteriore al bene o al male, nella energia del volere in quanto tale, prescindendo dai suoi fini particolari. Con ciò si è ben eliminato il falso concetto che lo descriveva, invece, come l'ideale del dovere morale e della lotta trionfale tra il dovere e le passioni; e si è ottenuto l'accordo non solo con la realtà di quelle tragedie, ma anche con quanto il Corneille stesso, teorizzando, diceva nei suoi ''Discours'' circa il personaggio drammatico. (p. 210) ==''Breviario di estetica''== *Alla domanda: – Che cosa è l'[[arte]]? – si potrebbe rispondere celiando (ma non sarebbe una celia sciocca): che l'arte è ciò che tutti sanno che cosa sia. *Io dirò subito, nel modo più semplice, che l'arte è visione o intuizione. L'artista produce un'immagine o fantasma; e colui che gusta l'arte volge l'occhio al punto che l'artista gli ha additato, guarda per lo spiraglio che colui gli ha aperto e riproduce in sé quell'immagine. *L'[[errore]] non è mai puro, ché, se fosse tale, sarebbe verità. *L'errore parla con doppia voce, una delle quali afferma il falso, ma l'altra lo smentisce. *{{NDR|L'arte}}, poiché non nasce per opera di volontà, si sottrae altresì a ogni discriminazione morale, non perché le sia accordato un privilegio di esenzione, ma semplicemente perché la discriminazione morale non trova modo di applicarlesi. [...]. Altrettanto varrebbe giudicare immorale la Francesca di [[Dante]] o morale la Cordelia di [[Shakespeare]] [...], quanto giudicare morale il quadrato o immorale il triangolo. *Un'aspirazione chiusa nel giro di una rappresentazione, ecco l'[[arte]]. ==''La letteratura della nuova Italia''== *Chi può ora sostenere la lettura dei romanzi dovuti alla penna del focoso giornalista-epigrammista che fu [[Ferdinando Petruccelli della Gattina]] [...], che vorrebbero dare quadri della Napoli borbonica e danno invece un cumulo di cose enormi, di delitti tenebrosi, di stranezze, di scempiaggini, senza disegno e senza stile, con una disinvoltura e un brio di maniera, meccanici e falsi? (Laterza, Bari, 1974) *Il legno, in cui è tagliato [[Pinocchio]], è l'umanità. (Laterza, 1964, vol. V, p. 331) *Tal quale il [[Salvatore Di Giacomo|Di Giacomo]] delle novelle e de versi si ritrova nei parecchi libri che ha pubblicati di ricerche storiche [...].<br>L'erudito può fare qualche obiezione e dichiararsi mal soddisfatto e dell'accoppiamento di storia e immaginazione e della subordinazione dei problemi propriamente storici alla contemplazione sentimentale e passionale. Ma sotto l'aspetto artistico, come non accettare le pagine d'arte, che il Di Giacomo, non sapendo resistere alla propria natura, ha frammezzate ai suoi spogli di documenti? (da «Salvatore Di Giacomo», ''Letteratura della nuova Italia'', Laterza, Bari 1973) *Tutta l'autobiografia è piena di bozzetti e raccontini che, staccandosene, costituirono poi, con qualche aggiunta, il volume: ''{{sic|Goccie}} d'inchiostro''. Alcuni sono bozzetti di bambini dove il [[Carlo Dossi|Dossi]], da un niente, sa trarre una pagina indimenticabile: come nella scenetta che s'intitola ''Le caramelle'' e che bisogna leggere piano, assaporando. (Laterza, Bari 1973) ==''La rivoluzione napoletana del 1799''== *Una scena selvaggia coronò questi ultimi istanti del feroce martirio. La [[Luisa Sanfelice|Luisa {{NDR|Sanfelice}}]], circondata e sorretta dai fratelli dei Bianchi, salì sul palco. E si facevano gli estremi preparativi, e le infami mani del carnefice l'acconciavano sotto il taglio della scure, quando un soldato, di quelli che assistevano all'esecuzione, lasciò sfuggire accidentalmente un colpo di fucile. Il carnefice, spaurito e già sospettoso di qualche tumulto, a questo si turbò e lasciò cadere in fretta la scure sulle spalle della vittima: sicché poi, tra le grida d'indignazione del popolo, fu costretto a troncarle la testa con un coltello.<br>Quelle povere membra, che avevano finito di soffrire, vennero sepolte nella prossima chiesa di Santa Maria del Carmine. (cap. III, pp 165-166) *Il [[Pietro Colletta|Colletta]] è passato e passa ancora, nell’opinione generale, per uno scrittore poco esatto e, quel ch’è peggio, di poca buonafede. Ora invece ogni studio particolare, che si pubblica sui fatti trattati nella sua storia (compresi i pochi esaminati di sopra), prova, se non sempre la sua esattezza (di quale storico si potrebbe pretendere codesto!), sempre la sua buona fede. Di che ho anch'io molti altri argomenti da esser persuaso, e son certo che, tra breve, riuscirà agevolissima la seguente dimostrazione. Che, cioè, il Colletta, nell’accingersi alla sua storia, si senti e si mise in disposizione di storico, alto, sereno, e, nel lavorarla, fece tutte le ricerche, che ai suoi tempi poteva fare, e non travisò volontariamente la verità, come è provato invece che la travisassero spesso volontariamente i servitori borbonici (per chiamarli col titolo da essi ambito), che scrissero in opposizione di lui. (cap. III, pp. 188-189) *Grande è l'importanza di [[Carlo Lauberg]], l'anima di tutto il movimento rivoluzionario napoletano, colui che può ben dirsi «il primo cospiratore del moderno risorgimento italiano»<ref>Michele Rossi, ''Nuova luce risultante dai veri fatti avvenuti in Napoli pochi anni prima del 1799'', Firenze, Barbera, 1890, p. 177. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. La ragione, per la quale il Lauberg è stato trascurato dagli storici, è ben additata dal Rossi: l'attenzione si è rivolta, quasi esclusivamente, a coloro che perirono sul patibolo. (cap. V, p. 210) *Valente chimico e seguace delle teorie del Lavoisier [...], {{NDR|Carlo Lauberg}} cercò nel 1788 di estrarre l'indaco col macerare le foglie della ''Isatis tinctoria'', e nel 1789 procurò di stabilire in Napoli una fabbrica di acido solforico.<br>Ma non era soltanto chimico, {{sic|sibbene}} versato altresì negli studi della meccanica e della matematica, [...]. (cap. V, p. 211) ==''Manifesto degli intellettuali antifascisti''== ===[[Incipit]]=== *Gl'intellettuali [[fascismo|fascistici]], riuniti in congresso a Bologna, hanno indirizzato un manifesto agl'intellettuali di tutte le nazioni per spiegare e difendere innanzi ad essi la politica del partito fascista.<ref>Testo qui [http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Croce/Manifesto.pdf]</ref><ref>e in: A.R. Papa, ''Storia di due manifesti'', Milano, Feltrinelli, 1958.</ref>. Nell'accingersi a tale impresa, quei volenterosi signori non debbono essersi rammentati di un consimile famoso [[Manifesto_del_Partito_Comunista#Manifesto_del_Partito_Comunista|manifesto]] che, agli inizi della guerra europea, fu lanciato al mondo dagli intellettuali tedeschi: un manifesto che raccolse, allora, la riprovazione universale, e più tardi dai tedeschi stessi fu considerato un errore. [...] Contaminare politica e letteratura, politica e scienza è un errore, che, quando si faccia, come in questo caso, per patrocinare deplorevoli violenze e prepotenze e la soppressione della libertà di stampa, non può dirsi nemmeno un errore generoso<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>. ===Citazioni=== *E, veramente, gl'[[intellettuale|intellettuali]], ossia i cultori della scienza e dell'arte, se come cittadini, esercitano il loro diritto e adempiono il loro dovere con l'ascriversi a un partito e fedelmente servirlo, come intellettuali hanno solo il dovere di attendere, con l'opera dell'indagine e della critica, e con le creazioni dell'arte, a innalzare parimenti tutti gli uomini e tutti i partiti a più alta sfera spirituale, affinché, con effetti sempre più benefici, combattano le lotte necessarie. Varcare questi limiti dell'ufficio a loro assegnato, contaminare politica, letteratura e scienza, è un errore, che, quando poi si faccia, come in questo caso, per patrocinare deplorevoli violenze e prepotenze e la soppressione della libertà di stampa, non può dirsi neppure un errore generoso. *Nella sostanza, quella scrittura, è un imparaticcio scolaresco, nel quale in ogni punto si notano confusioni dottrinali e mal filati raziocini. *Ma il maltrattamento della dottrina e della storia è cosa di poco conto, in quella scrittura, a paragone dell'abuso che vi si fa della parola "religione"; perché, a senso dei signori intellettuali fascisti, noi ora in [[Italia]] saremmo allietati da una guerra di religione, dalle gesta di un nuovo evangelo e di un nuovo apostolato contro una vecchia superstizione, che rilutta alla morte, la quale le sta sopra e alla quale dovrà pur acconciarsi; *Chiamare contrasto di religione l'odio e il rancore che si accendono da un partito che nega ai componenti degli altri partiti il carattere d'italiani e li ingiuria stranieri, e in quest'atto stesso si pone esso agli occhi di quelli come straniero e oppressore, e introduce così nella vita della [[Patria]] i sentimenti e gli abiti che sono propri di altri conflitti; nobilitare col nome di religione il sospetto e l'animosità sparsi dappertutto, che hanno tolto perfino ai giovani dell'Università l'antica e fidente fratellanza nei comuni e giovanili ideali, e li tengono gli uni contro gli altri in sembianti ostili: è cosa che suona, a dir vero, come un'assai lugubre facezia. *Noi rivolgiamo gli occhi alle immagini degli uomini del [[Risorgimento]], di coloro che per l'Italia patirono e morirono, e ci sembra di vederli offesi e turbati in volto alle parole che si pronunziano e agli atti che si compiono dai nostri italiani avversari, e gravi e ammonitori a noi perché teniamo salda in pugno la loro bandiera. *Ripetono gl'intellettuali fascisti, nel loro manifesto, la trista frase che il Risorgimento d'Italia fu opera di una minoranza; ma non avvertono che in ciò appunto fu la debolezza della nostra costituzione politica e sociale e anzi par quasi che si compiacciano della odierna per lo meno apparente indifferenza di gran parte dei cittadini d'Italia di fronte ai contrasti tra il fascismo e i suoi oppositori. I liberali di tal cosa non si compiacquero mai, e si studiarono a tutto potere di venire chiamando sempre maggior numero d'italiani alla vita pubblica; e in questo fu la precipua origine anche di qualcuno dei più disputati loro atti, come la largizione del suffragio universale. *La presente lotta politica in Italia varrà, per ragione di contrasto, a ravvivare e a fare intendere in modo più profondo e più concreto al nostro popolo il pregio degli ordinamenti e dei metodi liberali, e a farli amare con più consapevole affetto. E forse un giorno, guardando serenamente al passato, si giudicherà che la prova che ora sosteniamo, aspra e dolorosa a noi, era uno stadio che l'Italia doveva percorrere per rinvigorire la sua vita nazionale, per compiere la sua educazione politica, per sentire in modo più severo i suoi doveri di popolo civile. ==''Nuove pagine sparse''== *C'è la formula della saggezza e della sapienza? C'è, ed è questa: riconoscere che senza il [[male]] la vita e il mondo non sarebbero, e tutt'insieme combattere sempre, praticamente e irremissibilmente, il male e cercare e attuare sempre indefessamente il bene. (vol. 1, p. 288) *Dirò che, in generale, gli autori da me criticati mi ricambiarono di benevolenza, forse perché sentirono che c'era in me sincero desiderio di cercare e di affermare il [[verità|vero]]. *Gli umili e gli oppressi vedendo i dolori e le ingiustizie della vita, era ben difficile che la concezione ultronea di questa non fosse pessimistica. *Non è possibile disputare su ciò che è stato dichiarato di per sè inesistente, e cioè sul pensiero e sulla verità. *Con dolorosa meraviglia a me è accaduto notare di recente in uomini di molta levatura di un [[Ebrei|popolo]] atrocemente perseguitato e a cui favore e protezione si è schierata tutta la maggiore e migliore parte degli altri popoli della terra, non già solo la riluttanza a vincere il loro millenario separatismo, stimolo alle deplorevoli persecuzioni, ma il proposito di rinsaldarlo, rinsaldando l’idea messianica, e contrapponendosi a tutti gli altri popoli: proposito al quale si accompagna una sorta di sentimento tragico, come di popolo destinato a fare di sé stesso [[Olocausto (sacrificio) | olocausto]] a una divinità feroce. (vol. 1, p. 345) ==''La poesia di Dante''== ===[[Incipit]]=== C'è ragione alcuna per la quale la poesia di [[Dante Alighieri|Dante]] debba esser letta e giudicata con metodo diverso da quello di ogni altra poesia? ===Citazioni=== * E veramente in qualsiasi poeta e opera di poesia è dato rintracciare, più o meno copiosi e con risalto maggiore o minore, concetti scientifici e filosofici, tendenze e fini pratici, e anche intenzioni e riferimenti riposti, presentati sotto velo trasparente o adombrati in modo misterioso come ben chiusi nella mente dell'autore. Perciò di ogni poeta, che è sempre insieme uomo intero, e di ogni poesia, che è insieme un volume o un discorso e lega molte cose squadernate, è dato compiere, oltre l'interpetrazione poetica, una varia interpetrazione filosofica e pratica, che, sotto l'aspetto da cui guardiamo, possiamo chiamare «allotria». (p. 10) * E nella storia del buon avviamento di quelle indagini converrebbe segnare tra i più lontani precursori [[Vincenzo Borghini]], che nel cinquecento comprese la necessità metodica di ricercare documenti autentici del pensiero e del sapere di Dante, e di rifarsi alla lingua e alle costumanze dell'età sua (p. 12) * Seguendo i principî dianzi stabiliti circa l'[[allegoria]], non ci siamo dati pensiero di ricercare se alcuni o tutti i componimenti e le narrazioni di cui si è fatto cenno, e il libretto della [[Dante_Alighieri#Vita_nuova|Vita nuova]] nel suo complesso, siano allegorici; perché, allegorizzati o no, allegorizzati ''ante'' o ''post festum'', il loro significato poetico, e il loro poetico pregio o difetto, resta il medesimo (p. 43) ==''Poesia e non poesia''== *Il [[Vincenzo Monti|Monti]] fu, dunque rispetto ai poeti che con lui si usa mettere a contrasto, poeta di orecchio e d'immaginazione, e non punto rappresentante di un'età contro un'altra età: differenza di conformazione mentale, non di contenuto storico. E tanto poco egli chiuse un'età o appartenne a un'età chiusa, che, per contrario, formò scuola: una scuola certamente di valore scarso o nullo, ma sol perché scarso o nullo è il valore di tutte le scuole poetiche; e che per estensione e diffusione non fu inferiore ma piuttosto superiore alla foscoliana e alla leopardiana, [...]. (cap. II, Monti; p. 24) *È stato considerato talvolta il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] come un poeta filosofo, cosa che, per le spiegazioni ora date, si dimostra non esatta per lui come è sempre inesatta per ogni poeta. La sua fondamentale condizione di spirito non solo era sentimentale e non già filosofica, ma si potrebbe addirittura definirla un ingorgo sentimentale, un vano desiderio e una disperazione cosi condensata e violenta, cosi estrema, da riversarsi nella sfera del pensiero e determinarne i concetti e i giudizi. (cap. X, Leopardi; pp. 109-110) *E quelle, tra le ''[[Operette morali]]'', cosi intonate riuscirono di necessità frigidissime: vani sforzi di offrire rappresentazioni comiche (che non lo spirito polemico e il malumore ma solo lietezza e serena fantasia possono generare); personaggi, che sono meri nomi; dialoghi, che sono monologhi ; prosa lavoratissima ma estrinseca, e che tiene sovente qualcosa del vaniloquio accademico. (cap. X, Leopardi; p. 111) *Certe volte, nel leggere i dialoghi delle ''Operette morali'' si presentano con insistenza al ricordo (e non sono io che ho provato pel primo questa impressione, perché vedo ora che la provò anche il Pascoli) certi altri ''Dialoghetti'', vergati dalla penna reazionaria del conte Monaldo, e si sente la somiglianza non solo nella comune predilezione letteraria per quel genere accademico, per quelle tanto abusate imitazioni da Luciano, per quei «ragguagli di Parnaso», ma anche nello spirito angusto, retrivo, reazionario, nell'antipatia pel nuovo e vivente; [...]. (cap. X, Leopardi; p. 111) *Per ritrovare, sotto il rispetto artistico, il Leopardi schietto e sano bisogna dunque cercarlo, non dove egli polemizza, ironizza e satireggia, e ride male, ma dove si esprime serio e commosso ; e questo è il Leopardi migliore delle stesse ''Operette'' quello, per es., di alcune pagine del dialogo di Timandro ed Eleandro, che tanto si avvicinano al tono delle più belle lettere dell'''Epistolario''. (cap. X, Leopardi; pp. 112-113) *Nel ''[[Giacomo Leopardi#XXV – Il sabato del villaggio|Sabato del villaggio]]'' la scena poetica che avrebbe dovuto suggerire coi suoi stessi tocchi il pensiero della gioia aspettata, che è unica e vera gioia, della gioia di fantasia, è commentata da una critica riflessione e appesantita da un allegorizzamento, che prende forma di rettorica esortazione al «garzoncello scherzoso». (cap. X, Leopardi; pp. 117-118) *[...] non bisogna lasciarsi fermare dalla somma correttezza e proprietà ed eleganza con la quale la poesia del Leopardi si presenta, ma guardare in là e osservare che sotto quella irreprensibilità letteraria, se non si avverte mai vuoto nel pensare e nel sentire, nondimeno, poeticamente, si ritrova ora il forte ora il fiacco, ora il pieno e ora il lacunoso, e affermare che la poesia del [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è assai più travagliata di quanto non si sospetti o di quanto non si creda. C'è in essa dell'arido, c'è della prosa, c'è del formalmente letterario, e c'è insieme poesia dolcissima e purissima e armoniosissima ; e forse quell'impaccio, che precede o segue i liberi movimenti della fantasia e del ritmo, fa meglio sentire il miracolo della creazione poetica. (cap. X, Leopardi; pp. 118-119) *La rappresentazione della realtà e la bellezza sono in arte la stessa cosa, e [...], dove si sente che manca la bellezza, manca nient'altro che la perfezione stessa del rappresentare. (cap. XIX, ''Balzac''; p. 247) *È proprio delle democrazie preferire in arte i valori scadenti ai genuini, che sono aristocratici e antiutilitari. ("Schiller")<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> ==''Storia del Regno di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Qualche tempo fa, nel mettere ordine tra i miei libri e nel riunire in un solo scaffale tutti quelli attinenti alla storia napoletana, mi tornò tra mano il raro volume di Enrico Cenni, ''Studi di diritto pubblico'', e lo lessi da cima a fondo come non avevo fatto per l'innanzi. ===[[Citazioni]]=== * Mi stava vivo nel ricordo [[Enrico Cenni]], cattolico e liberale, napoletano e italiano, giurista e filosofo, così come l'avevo conosciuto negli ultimi suoi anni, con l'alta persona, i canuti capelli, gli occhi scintillanti, e mi pareva non solo comandarmi con la sua autorità l'accoglimento di quei concetti, ma, col richiamarmi ai doveri della pietà filiale, farmi vergognare di avere altra volta tenuto in proposito assai diverso pensiero. Pure, alla fine, non senza qualche riluttanza, il mio spirito critico riprese il sopravvento, e cominciai mentalmente a discutere col bravo Cenni, come se egli fosse ancora vivente ed io presso al suo letto d'infermo, dove mi recavo a visitarlo. (p. 19) * È ormai noto: il Vespro siciliano, che ingegni poco politici e molto rettorici esaltano ancora come grande avvenimento storico, laddove fu principio di molte sciagure e di nessuna grandezza. Non la conquista angioina, ma quella ribellione e distacco della Sicilia infranse l'unità della monarchia normanno-sveva, ne fiaccò le forze, le rapì la sua storica missione, e diè origine veramente al regno di Napoli, a quel «Regno» che visse più secoli di vita e di cui molte tracce permangono nelle odierne condizioni sociali e nei costumi di queste terre. (pp. 30-31) * Il possesso del regno di Napoli fu per la Spagna un accrescimento di potenza politica, e più ancora di prestigio, e un punto d'appoggio militare, ma, tutto sommato, una passività economica. (p. 189) * La Spagna governava il regno di Napoli come governava sé stessa, con la medesima sapienza o la medesima insipienza; e, per questo rispetto, tutt'al più si può lamentare che il regno di Napoli, poiché doveva di necessità unirsi ad altro stato più potente, cadesse proprio tra le braccia di quello che era il meno capace di avvivarne la vita economica, e col quale non gli restava da accomunare altro che la miseria e il difetto di attitudini industriali e commerciali. (p. 190) * Pure, nel crollo che seguì, quello stato che fu l'antico [[regno di Napoli]] non moriva del tutto ingloriosamente, e il suo esercito – quella parte del suo esercito che non si era dissipata o unita alla rivoluzione – salvò l'onore delle armi sul Volturno e a Gaeta. E noi dobbiamo inchinarci alla memoria di quegli estremi difensori, tra i quali erano nobili spiriti, come quel [[Matteo Negri]] che nel '48 era andato anche lui alla difesa di Venezia, ma nel '60 non seppe staccarsi dalla bandiera del suo reggimento, e, italiano, cadeva ucciso in combattimento contro italiani. (p. 331) ===[[Explicit]]=== Ricercando la tradizione politica nell'Italia meridionale, ho trovato che la sola di cui essa possa trarre intero vanto è appunto quella che mette capo agli uomini di dottrina e di pensiero, i quali compierono quanto di bene si fece in questo paese, all'anima di questo paese, quanto gli conferì decoro e nobiltà, quanto gli preparò e gli schiuse un migliore avvenire, e l'unì all'Italia. Benedetta sia sempre la loro memoria e si rinnovi perpetua in noi l'efficacia del loro esempio! ==''Storia d'Italia dal 1871 al 1915''== ===[[Incipit]]=== Nel 1871, fermata la sede del regno in Roma, si ebbe in Italia il sentimento che un intero sistema di fini, a lungo perseguiti, si era in pieno attuata, e che un periodo storico si chiudeva.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===Citazioni=== *Si sostenne, oltre alle guerre, la lunga e dolorosa guerriglia del [[brigantaggio]], inacerbitosi nell'Italia meridionale, come di solito nelle rivoluzioni e nei passaggi di governo, e che fu domato finalmente e per sempre: cosicché la parola "brigantaggio" poté a poco a poco dissociarsi dal nome del paese d'Italia, al quale era stata congiunta forse più che ad altra parte di Europa, almeno nei tempi moderni. (p. 29) *Lo schiacciamento, che seguì, della Francia da parte delle genti germaniche, e l'esegesi storico-filosofica che ne dettero i pensatori e professori d'oltre Reno, sembrarono avvolgere nel funebre sudario tutte le razze latine: la [[battaglia di Sedan]] prendeva l'aspetto di una ''finis Romae''. (p. 111) ==''Storia d'Europa''== ===[[Incipit]]=== Alla fine dell'avventura napoleonica, sparito quel geniale despota dalla scena che tutta occupava, e mentre i suoi vincitori s'intendevano o procuravano d'intendersi fra loro e di procedere d'accordo per dare all'Europa, mercé restaurazioni di vecchi regimi e opportuni rimaneggiamenti territoriali, uno stabile assetto che sostituisce quello fortemente tenuto per sempre precario dell'Impero della nazione francese, – in tutti i popoli si accendevano speranze e si levavano richieste d'indipendenza e di libertà. E queste richieste si facevano più energiche e frementi quanto più si opponevano repulse e repressioni; e le speranze presto si ravvivavano, e i propositi si rafforzavano, attraverso le delusioni e le sconfitte. ===Citazioni=== *La [[libertà]] (ripeteva [[Luigi Blanc]]) è una «parola», è un'«esca per gli ingenui», non essendovi altra libertà che quella che si ottiene nello Stato con l'«organizzazione del lavoro». (p. 126) ==''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte''== ===[[Incipit]]=== La storia è scienza o arte? – Questa domanda è stata fatta molte volte; ma l’opinione che se ne ha ordinariamente, nel mondo letterario, è che sia una domanda triviale, di quelle che soltanto il confusionismo volgare si suol proporre e malamente risolvere. Infatti, quei che l’han mossa e la muovono, o non le danno essi stessi un senso determinato o, quando son costretti a darglielo, si limitano a significar con essa, semplicemente: «se la storia, oltre all’essere esattamente appurata, debba essere rappresentata con vivacità e scritta artisticamente bene». E, al senso indeterminato della domanda, fa riscontro quello delle risposte, delle quali la più comune è questa: che «la storia sia scienza ed arte, al tempo stesso». ===[[Explicit]]=== Con questo siamo giunti al termine del nostro assunto, ch’era di provare come ci sia difatti una ''ragione interna'', per la quale le parole ''storia'' ed ''arte'' sono state messe tante volte in connessione, e di mostrare in che stia realmente la connessione. L’assunto è adempiuto colla ''riduzione della storia sotto il concetto generale dell’arte''. ==''Teoria e storia della storiografia''== ===[[Incipit]]=== Quasi tutti gli scritti che compongono la presente trattazione furono inseriti in atti accademici e riviste italiane tra il 1912 e il '13; e poiché rispondevano a un disegno, poterono senza sforzo congiungersi in un libro, pubblicato in lingua tedesca col titolo: ''Zur Theorie und Geschichte der Historiographie'' (Tübingen, Mohr, 1915). ===Citazioni=== *è evidente che solo un interesse della vita presente ci può muovere a indagare un fatto passato; il quale, dunque, in quanto si unifica con un interesse della vita presente, non risponde a un interesse passato, ma presente. (p. 12) *Ma anche nei giorni nostri sarebbe divertente e istruttivo catalogare le forme d'insinuazione onde storici, che passano per gravissimi, si valgono per introdurre le loro personali immaginazioni: «forse», «parrebbe», «si direbbe», «piace pensare», «giova supporre», «è probabile», «è evidente», e simili; e notare come talvolta essi vengano omettendo insensibilmente codeste cautele e raccontino, quasi le avessero vedute, cose che essi stessi hanno escogitate per finire il loro quadro, e per le quali resterebbero assai imbarazzati se avvenisse che uno, indiscreto al pari di un enfant terrible, chiedesse loro: «Come lo sapete? chi ve lo ha detto?». (p. 33) *Le storie meramente politiche s'indirizzano in prima linea ai diplomatici, e quelle militari ai militari; ma la storia etico-politica s'indirizza agli uomini di coscienza, intenti al loro perfezionamento morale, che è inseparabile dal perfezionamento dell'umanità, e può dirsi veramente un grande esame di coscienza che l'umanità a volta a volta esegue di sé stessa nel suo operare e progredire. (p. 289) *Qual è il carattere di un popolo? La sua storia: tutta la sua storia e nient'altro che la sua storia. La coincidenza è, in questo caso, perfetta, o, piuttosto, non si tratta di coincidenza ma d'identità. (p. 291) ==''Storie e leggende napoletane''== ===[[Incipit]]=== Quando, levandomi dal tavolino, mi affaccio al balcone della mia stanza da studio, l'occhio scorre sulle vetuste fabbriche che l'una incontro all'altra sorgono all'incrocio della via della Trinità Maggiore con quelle di San Sebastiano e Santa Chiara.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===Citazioni=== *{{NDR|La ''[[Tomba di Jacopo Sannazaro]]'', custodita all'interno della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, a Napoli}} [...] si proverà sempre una commozione, quando, attraversata la piccola e ora povera chiesetta, che ha preso l'aria di una chiesa di villaggio, e girato dietro l'altar maggiore, ci si vede a un tratto, innanzi, la solenne mole marmorea della tomba del poeta. [...] Il critico d'arte troverà, come ha trovato, non poco da riprendere, sia nell'architettura e nelle proporzioni del mausoleo, sia nei particolari delle decorazioni, nelle due statue di Apollo e Minerva di disegno non puro, e nello stesso bassorilievo, confuso nella composizione ed esagerato nei movimenti delle figure. Ma, nonostante la scarsa originalità e la poca squisitezza dell'opera, l'effetto suo è grande come affermazione e celebrazione lussureggiante dell'arte classica del Sannazaro nel cuore dell'umile chiesetta cristiana. E in tutta quella gloria di simboli e di allegorie l'occhio cerca e affisa in alto il volto del poeta, grave e dolce, dai lineamenti segnati dalla mestizia, dallo sguardo da cui tralucono la genialità dell'arte e la bontà dell'animo affettuoso. (da ''La chiesetta di Jacopo Sannazaro'', pp. 225-226) *{{NDR|Sul ''[[San Michele che scaccia il demonio]]'' di Leonardo da Pistoia}} Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Secondo alcune indiscrezioni dell'epoca [[Vittoria Colonna|Vittoria d'Avalos]] che avrebbe tentato di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto. {{cfr}} ''Storie e leggende napoletane'', pp. 228-229.</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». (da ''La chiesetta di [[Iacopo Sannazzaro]]'', p. 229) *[...] le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta. (da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', p. 332) ==''Un paradiso abitato da diavoli''== *[...] un [[popolo]] non è in grado di ribattere le calunnie come un individuo e alle sofistiche accuse scopre assai più indifeso il fianco che non gl'individui. Gli sciocchi, gl'ingenerosi, i combattitori a vuoto e con poca spesa e con poco rischio, i plebei di cuore e di mente, sono perciò sempre proclivi a ingiuriare i popoli [...] (p. 21) *Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] [[Napoli]] è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume. (p. 25) *[...] se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero. (pp. 26-27) *{{NDR|Su [[Francesco Mazzarella Farao]]}} Uno di quei dotti a cui la dottrina nuoce. (p. 88) *I ''lazzari'' erano, dunque, l'infima classe dei proletari di [[Napoli]], quella classe che i sociologi moderni contrappongono al proletariato industriale, del quale infatti forma spesso l'antitesi e talvolta l'avversaria, col nome di «proletariato cencioso» (''Lumpenproletariat''). Naturalmente, codesti proletari napoletani, oltre i caratteri comuni dei proletari in generale, e in ispecie a quelli delle grandi città, hanno alcuni caratteri particolari, determinati dalle condizioni particolari del nostro paese. Qui il clima è mite, la vita relativamente facile, si può dormire all'aria aperta e nutrirsi di poco, far di meno di molte cose e per conseguenza esser disposti alla spensieratezza; La conformazione morale e intellettuale non spinge alla rivolta, ma inclina agli accomodamenti e alla rassegnazione (p. 89). *Una cosa, di cui non mi so dar pace, è che in Napoli siano spariti tutti gli {{sic|edifizi}} dei «[[Sedili di Napoli|Sedili]]» o «Seggi» della città.<br>Si pensi un po'! Per secoli e secoli, dal medioevo fino all'anno 1800, i seggi avevano rappresentato l'organamento della cittadinanza napoletana, la distinzione della nobiltà e del popolo, l'amministrazione municipale. «Cavaliere di seggio» era la denominazione usuale del patriziato, che risonava accompagnata da ammirazione e {{sic|reverenza}}: e aneddoti e novelle e commedie ne rimandavano a lor modo l'eco, quando si facevano a ritrarre scherzosamente i napoletani e le loro vanterie. Di una leggiadra gentildonna si madrigaleggiava, talvolta, che era un «fiore» del suo «seggio»; e «a la flor de Nido» è indirizzata una celebre canzone de [[Garcilaso de la Vega]]. Gli stemmi dei sedili – lo sfrenato cavallo di bronzo in campo d'oro di Nido, quello frenato in campo azzurro di Capuana, i tre verdi monti in campo d'argento di Montagna, la porta d'oro in campo azzurro di Portanova, l'Orione o, come si diceva popolarmente, il [[Leggenda di Colapesce|Pesce Nicolò]] di Porto – stavano innanzi agli occhi di tutti, familiari geroglifici, e il primo, il cavallo sfrenato, fu sovente tolto in {{sic|iscambio}} con lo stemma stesso della città di Napoli. (da ''I {{sic|seggi}} di Napoli'', p. 115) *Nelle lotte che {{sic|precessero}}, prepararono e accompagnarono la rivoluzione detta di [[Masaniello]], [[Giulio Genoino (XVII secolo)|Giulio Genoino]], che ne fu la mente direttrice, coltivava il concetto o l'utopia del pareggiamento dei due primi sedili nobili e del sedile del Popolo, che si sarebbero {{sic|dovuto}} dividere tra loro in parti uguali il governo della città. Utopia affatto anacronistica, di carattere medievale, perché la realtà effettuale era che i sedili invecchiavano, e invecchiava la nobiltà e il suo correlativo, il buon popolo; e fuori dei sedili così dei nobili come del popolo si {{sic|moveva}} la nuova vita sociale, gli avvocati, i letterati, i pubblicisti, tutti quelli che poi, nel secolo decimottavo, promossero le riforme e fecero la [[Repubblica Napoletana (1799)|rivoluzione dell'anno 99]].<br>Che cosa potevano essere agli occhi di costoro i sedili, che usurpavano l'amministrazione della città, e anzi addirittura la rappresentanza del Regno, in nome di una tradizione illanguidita, di classi sociali logore, e con gli abiti del servilismo e della vuota esteriorità formatisi durante il viceregno {{sic|spagnuolo}} e non certo radicalmente mutati durante il nuovo regno borbonico? (da ''I {{sic|seggi}} di Napoli'', pp. 122-123) *I gelati napoletani, «''les glaces à la napolitaine''», acquistarono reputazione e diffusione mondiale, sicché qualche dotto tedesco non dubiterebbe d'includerli (come è stato fatto per altre cose simili, per esempio la birra nei rispetti dell'influsso germanico) tra i maggiori ''Kultureinflüsse'', esercitati da Napoli. (pp. 147-148) *Il [[Palazzo Cellammare|palazzo Cellamare]] a Chiaia appare tutto chiuso e appartato dalla frequentata e rumorosa strada sottostante. Posto in alto, sul declivio della collina delle Mortelle, ha un po' l'aria di una fortezza e volge verso il riguardante una maestosa facciata rossastra, lavorata a mattoni, sopra un largo basamento bruno di grossi quadroni di piperno, con un corpo avanzato di costruzione. Un cancello di ferro lo segrega dalla strada: un albero di palma l'ombreggia: una ricca porta barocca, una sorta d'arco di trionfo, sorge più indietro, quasi decorazione da teatro, e sotto di essa passa un viale, che si dirige in salita, senza che dal basso si scorga dove {{sic|riesca}}.<br>Anche a osservarlo di fuori, dà all'occhio la mescolanza di severo e di pomposo, di cinquecento e di settecento, rispondente alle due età della costruzione e del rifacimento. (da ''Il Palazzo Cellamare a Chiaia e il principe di Francavilla'', p. 204) ==''La filosofia di Giambattista Vico''== *Il gesuita padre Domenico Lodovico (autore del distico, che si legge sotto il ritratto del Vico), ricevuta la seconda ''Scienza nuova'', mandò all'autore, con pratico senno, un po' di vino della cantina e un po' di pane della casa gesuitica della Nunziatella, con una graziosa letterina nella quale lo pregava di accettare ''codeste cosucce, comeché semplici, quando né pure il bambin Giesù rifiuta le rozze offerte dei pastorelli''.(p. 305) ==Citazioni su Benedetto Croce== *Al cerchio ristretto dei discepoli e amici di Croce – composto per lo più di uomini che rappresentano la cultura ufficiale (la scuola, le università, le accademie) io non ho mai appartenuto. Ma ho invece respirato l'aria di altri ambienti in cui l'insegnamento di Croce era penetrato per vie forse indirette. ([[Eugenio Montale]]) *Anche nell'archivio di Benedetto Croce è stata trovata una lettera di raccomandazione per [[Giambattista Vico]]. ([[Francesco De Lorenzo]]) *Coloro che immaginano un Croce che ha svalutato la scienza, soltanto perché dalla logica l'ha trasferita nella pratica, dimenticano che teoria e pratica sono presso il Croce un rapporto, sicché né la teoria è superiore all'azione né l'azione alla teoria; ma l'una e l'altra sono la perenne e dialettica sintesi della realtà. ([[Francesco Flora]]) *Croce [...] avrebbe potuto essere capo provvisorio dello Stato, se solo avesse accettato di candidarsi. [[Pietro Nenni]] gli aveva già promesso il voto dei socialisti, chiedendogli in cambio un segno di disponibilità. Ma il filosofo declinò con una nobile lettera: chissà, la storia d'Italia avrebbe potuto essere diversa, anticipando il centrosinistra. ([[Stefano Folli|Stefano Folli)]] *Croce è un caso rarissimo! Ed ecco che l'astuta tenacia che egli ha affermato lottando per un ventennio contro il [[fascismo]] – non all'estero ''ma restando in patria'' – ora ha la sua ricompensa. Il suo prestigio è enorme; il vecchio filosofo ha oggi più autorità morale, più influenza, più ''potere'' che qualsiasi uomo politico, [[Carlo Sforza|Sforza]] non eccettuato. Sforza emigrò. Croce non emigrò. Perciò Croce è più forte. Interessante nevvero?... Con me fu delizioso. Temevo, all'inizio, di trovarlo senile: ha quasi ottant'anni e li dimostra. Ma nella conversazione il volto pergamenaceo si animò; e {{NDR|a}} un tratto mi apparve giovane, o, quanto meno, senz'età: un agile coboldo pieno di saggezza e di umorismo. Parlò molto della [[Germania]], spesso con amarezza, ma poi di nuovo con ammirazione. Come intimamente gli è nota la poesia tedesca! Mi recitò [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] con una pronunzia tutta sua, ma senz'errore. ([[Klaus Mann]]) *Croce era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla Democrazia cristiana. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano". ([[Eugenio Scalfari]]) *Croce fu certamente uno straordinario studioso, un attento amministratore delle sue fortune intellettuali, un ricercatore capace e paziente. Fu anche un critico letterario che decisamente accettò soltanto quello che rientrava nel suo «sistema». Fu anche un uomo politico libero dalle strutture dei partiti e sempre con lo sguardo rivolto alla storia, oltre la cronaca. Ma, per tutti, è stato la testimonianza di come si possa vivere sul pianeta Terra con la illusione di essere immortali. ([[Francesco Grisi]]) *Croce scoprì che le sue idee filosofiche perdevano terreno di fronte alla neo-scolastica dei cattolici e alle eresie del rinnegato [[Giovanni Gentile|Gentile]]. Se in un primo tempo aveva salutato con favore l'autoritarismo del regime, ora non poteva sopportarne il cattivo gusto e il materialismo, la crassa ignoranza e la confusione mentale. Non ci si poteva aspettare che gente che aveva ricevuto il suo tipo di educazione liberale desse la propria approvazione a un credo fondato sul misticismo irrazionale, né al fatto che Mussolini incoraggiasse la cultura soprattutto per ragioni di prestigio nei confronti del mondo esterno. ([[Denis Mack Smith]]) *«Da sempre», ho detto: perché, venuto su in ambiente di cultura e crescendo in età di ragione quando a [[Napoli]] il nome di Benedetto Croce si diffondeva occupando ogni anno più spazio nella mente dei suoi coetanei, mi è impossibile di risalire ad un momento in cui a me quel nome fosse ignoto. Anzi posso dire di averlo fin da ragazzo, cogliendolo sulle labbra di altri (forse di [[Vittorio Spinazzola]], forse di [[Francesco Saverio Nitti]]), sentito come un bellissimo nome, esprimente già nel suono e nella connessione delle due parole l'alta personalità di chi lo portava. ([[Vincenzo Arangio-Ruiz]]) *Di quei tristi anni Benedetto Croce fu veramente il faro e la guida. ([[Barbara Allason]]) *E un altro sorrisetto, ma un po' più sardonico, regalò a un ritratto di [[Paul Valéry|Valéry]] che illustrava un articolo sui «Charmes». «Vi pare un poeta?» ci chiese. Osammo rispondere di sì. «Fa a volte bei versi, ma li fabbrica con la macchina dell'intelletto... Ma anche l'intelletto suo è disorganico, frammentario. È un dilettante dell'intelligenza». Restammo perplessi, forse impersuasi. E forse se ne accorse, ma finse di niente, e continuò a conversare amabilmente. ([[Giovanni Titta Rosa]]) *[[Giustino Fortunato]] e Benedetto Croce rappresentano [...] le chiavi di volta del sistema meridionale e, in un certo senso, sono le due più grandi figure della reazione italiana. ([[Antonio Gramsci]]) *I suoi libri e i suoi articoli erano per me – come per tanti altri – quello che gli scritti dei poeti, filosofi e storici di una volta erano stati per la generazione del Risorgimento. Quello che sentivamo, Croce ce lo diceva in parole chiare e diritte... Quando lo scoraggiamento – come talvolta avveniva – s'impadroniva di me, bastava pensare... ([[Massimo Salvadori]]) *Il Croce evitò con cura i tecnicismi d'ogni sorta: lo "aborrimento del gergo filosofico, che spesso cela l'incertezza e l'oscurità del pensiero" e la sua inclinazione a "servirsi del linguaggio ordinario" sono da lui esplicitamente dichiarate [...] giova non poco a conferire limpidezza alla pagina crociana. ([[Tullio De Mauro]]) *Il Croce, per conto suo, fu meno crociano di molti suoi seguaci per il fatto che in lui il temperamento, il gusto, non furono quasi mai sopraffatti dai suoi schemi teorici. ([[Leo Valiani]]) *Il Croce si è sempre trovato a suo agio di fronte ad artisti pienamente «sliricati», totalmente aderenti a un motivo fondamentale, a uno stato d'animo unitario. Artisti come [[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e [[Giovanni Verga|Verga]] perevano nati apposta per lui perché ogni loro pagina li contiene per intero. ([[Leo Valiani]]) *Il merito di Croce fu di far piazza pulita, con spirito dialettico, di ogni misura estrinseca alla sostanza delle opere; [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ne fu impedito dal suo classicismo. ([[Theodor W. Adorno]]) *In fondo Croce era un campione di ignoranza scientifica e dunque di ignoranza ''tout court'', oltre che un paladino delle cause perse. ([[Piergiorgio Odifreddi]]) *Innanzi alla corsa della maggior parte degli uomini di cultura di ogni paese a porre la scienza a servizio dei compiti della guerra, Croce fu allora tra i pochissimi che tenne fede al dovere verso la Verità, ed il solo, in [[Italia]], a scrivere e a combattere apertamente le nuove storture mentali e morali. ([[Vittorio de Caprariis]]) *La più efficace difesa della civiltà e della cultura... si è avuta in Italia, per opera di Benedetto Croce. Se da noi solo una frazione della classe colta ha capitolato di fronte al nemico... a differenza di quel che è avvenuto in [[Germania]], moltissimo è dovuto al Croce. ([[Guido De Ruggiero]]) *La protesta per il passo della morte è più religiosa che la sua accettazione, e il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è più religioso del Croce. Dal Leopardi possono venire le aperture pratiche religiose, dal Croce può venire il servizio ai valori. Il Croce è greco-europeo, perché la civiltà [[Europa|europea]] porta al suo sommo l'affermazione dei valori. Il Leopardi comprende questi (le virtù), ma cerca gl'individui, e li vede morire, non li trova più, sono i morti. È aperto, dunque, al tu; in potenza ci sono le aperture pratiche religiose. ([[Aldo Capitini]]) *Ma Croce, che proprio a due passi da qui, in mezzo ai suoi libri nella casa di calata Trinità Maggiore, odiava il fascismo e che per venticinque anni poté pubblicare i fascicoli della “Critica” e scrivere liberamente, ebbene: questo Croce valeva per Mussolini molto più di un Croce martirizzato, ridotto al silenzio o addirittura esiliato… ([[Sándor Márai|Sandor Marai]]) *Ma se di Croce restasse un solo pensiero, quello secondo il quale lui prestava fede alla lettera delle cose espresse, alla resa concreta di ogni arte, basterebbe da solo a tener diritta per la vita la spina dorsale di uno scrittore contro ogni confusione di lingua, distrazione dall'uomo e dalla «parola» nel significato «[[Francesco Flora|floriano]]» del termine. ([[Domenico Rea]]) *Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la piu piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia [...] di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, [[Claudio Treves]], [[Enrico Ferri]], [[Filippo Turati]]). (''[[Manifesti futuristi]]'') *Nella prima frattura tra Croce e Gentile è Croce il più vicino al fascismo originario. È Croce a immettere nella cultura italiana Georges Sorel che è uno dei primi riferimenti culturali del fascismo, è Croce che parla, sia pure in una dimensione critica, di Stato etico; è Croce che persino incoraggia il fascismo e lo paragona alle orde sanfediste del cardinale Ruffo, ritenendo che il fascismo abbia la funzione di spazzare il campo dal bolscevismo e dalla crisi spirituale e di rimettere in piedi l'autorevole Stato italiano. Ricordo infine che è Croce a suggerire Gentile come ministro della pubblica istruzione per realizzare quel progetto di riforma della scuola che lui, da ministro, aveva avviato in epoca giolittiana. In questa visione, il fascismo ha per Croce una funzione propedeutica al ripristino del vero liberalismo. ([[Marcello Veneziani]]) *Non capisce, ma non capisce con autorità e competenza. ([[Leo Longanesi]]) *Perché ho votato per la monarchia? Ero liberale e crociano. E Croce riteneva che soltanto la monarchia avrebbe potuto arginare la pressione del Vaticano. ([[Eugenio Scalfari]]) *Potei invece pochi giorni dopo vedere a Napoli un vero esiliato di particolar natura: Benedetto Croce. Per decenni era stato il capo spirituale della gioventù, aveva poi avuto, come senatore e come ministro, tutti gli onori esteriori del paese, sin che la sua opposizione al fascismo lo mise in conflitto con Mussolini. Rinunciò alle cariche e si trasse in disparte; ma questo non bastò agli intransigenti, che volevano spezzare e, se necessario, anche punire la sua opposizione. Gli studenti, che oggi, in contrasto al passato, sono dovunque le truppe d'avanguardia della reazione, gli assaltarono la casa e gli ruppero i vetri. Ma quell'uomo piccoletto e piuttosto pingue, dagli occhi intelligenti ed arguti, che sembrerebbe a tutta prima un comodo borghese, non si lasciò intimidire. Non lasciò il paese, rimase in casa sua dietro il gran bastione dei suoi libri, benché venisse invitato da università americane e straniere. ([[Stefan Zweig]]) *Proveniva dal Settecento europeo; armato di tutte le armi della Ragione e della Certezza. La solare perentorietà della storia lo domina e lo possiede; organizza e architetta il suo pensiero, lo dispone in un linguaggio vasto, ricco, fluente: un grande fiume di primavera, in pianura. Croce pensa per sé e per tutti; l'Enciclopedia storica e filosofica ch'egli rappresenta risponde a tutte le necessità. Egli non dimentica e non dubita: le sue certezze riposano sull'archivio e lo schedario. ([[Giovanni Artieri]]) *Secondo Croce, nessun sostanziale e intimo rapporto rilega l'[[opera d'arte]] al proprio tempo. In quanto prodotto di una personalità estetica, l'opera d'arte è fuori del suo tempo e di tutti i tempi. Non si può fare storia dell'arte perché, essendo fuori del tempo, l'arte è fuori della storia. La critica deve contentarsi di saggi sparsi, di monografie isolate, consacrate ciascuna a delineare le caratteristiche e la genesi di una personalità estetica. ([[Adriano Tilgher]]) *Se Gentile fu spesso il filosofo delle identificazioni, e soluzioni, meramente verbali, Croce fu sempre sollecito soprattutto della distinzione, ossia della chiarezza concettuale, giustamente memore del compito assegnato da [[Johann Friedrich Herbart|Herbart]] alla filosofia, di ''Bearbeitung der Begriffen''<ref>Elaborazione di concetti.</ref>. Solo che, fino dalle origini, egli si mosse piuttosto nell'ambito di determinazioni negative e polemiche (mostrando che cosa ''non è'' l'arte, che cosa ''non è'' il diritto), riducendo il positivo a sistemazioni classificatorie (l'arte è conoscenza, è la conoscenza dell'individuale, è intuizione) rischiando di precludersi, con la profonda radice unitaria delle distinzioni, il processo del reale, senza per questo individuare, nelle loro nervature, piani e strutture dell'esperienza. ([[Eugenio Garin]]) *V'è in Italia un nuovo dogma: il dogma di una nuova immacolata concezione; e l'immacolata concezione è l'Estetica di Benedetto Croce. ([[Enrico Thovez]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Benedetto Croce, ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari, 1968. *Benedetto Croce, ''Breviario di estetica'', G. Laterza e Figli, Bari, 1912. *Benedetto Croce, ''Filosofia, poesia, storia'', Riccardo Ricciardi, Napoli, 1955. *Benedetto Croce, ''[https://archive.org/details/larivoluzionenap00crocuoft/page/n8/mode/1up La rivoluzione napoletana del 1799. {{small|Biografie, racconti, ricerche}}]'', terza edizione aumentata, Gius. Laterza & Figli, Bari, 1912. *Benedetto Croce, ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', in ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 1990. ISBN 978-88-459-1487-4 *Benedetto Croce, ''Nuove pagine sparse'', G. Laterza e Figli, Bari, 1966. *Benedetto Croce, ''La poesia di Dante'', Laterza, Bari, 1921. *Benedetto Croce, ''[https://archive.org/details/poesiaenonpoesia18crocuoft Poesia e non poesia. {{small|Note sulla letteratura europea del secolo decimonono}}]'', G. Laterza e Figli, Bari, 1923. *Benedetto Croce, ''Storia d'Italia dal 1871 al 1915'', Bibliopolis, Napoli, 2004. ISBN 978-88-7088-402-9 *Benedetto Croce, ''Storia d'Europa nel Secolo Decimonono'', Laterza, Bari, 1965. *Benedetto Croce, ''Storia del Regno di Napoli'', a cura di Giuseppe Galasso, Adelphi, Milano, 1992. ISBN 88-459-0949-2. *Benedetto Croce, ''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte'', a cura di Giuseppe Galasso, Adelphi, Milano, 2017. ISBN 978-88-459-3220-5. *Benedetto Croce, ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2010<sup>8</sup>. ISBN 978-88-459-1487-4.</ref> *Benedetto Croce, ''Teoria e storia della storiografia'', a cura di Edoardo Massimilla e Teodoro Tagliaferri, Bibliopolis, Napoli, 2007. ISBN 978-887088-446-3. *Benedetto Croce, ''Un paradiso abitato da diavoli'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2006. ISBN 88-459-2036-4 ==Voci correlate== *[[Elena Croce]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte|''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte''|(1893)}} {{Pedia|La letteratura della nuova Italia|''La letteratura della nuova Italia''|(1914)}} {{Pedia|Teoria e storia della storiografia|''Teoria e storia della storiografia''|(1917)}} {{Pedia|Storie e leggende napoletane|''Storie e leggende napoletane''|(1919)}} {{Pedia|Storia del Regno di Napoli|''Storia del Regno di Napoli''|(1925)}} {{Pedia|Uomini e cose della vecchia Italia|''Uomini e cose della vecchia Italia''|(1927)}} {{Pedia|La storia come pensiero e come azione|''La storia come pensiero e come azione''|(1938)}} {{DEFAULTSORT:Croce, Benedetto}} [[Categoria:Antifascisti italiani]] [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Filosofi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] 95cof3hvx3w5t6rxonqq5lk64td9og3 Futuro 0 1875 1221474 1198248 2022-08-08T11:53:21Z Udiki 86035 /* Citazioni */ aggiunta una wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Sortie de l'opéra en l'an 2000-2.jpg|thumb|upright=1.3|Un dipinto di A. Robida che raffigura una visione futuristica di Parigi]] Citazioni sul '''futuro'''. ==Citazioni== *Abbiamo perso il futuro. Gli scenari della "[[fine del mondo]]" cambiano, ma la perdita del futuro è dentro di noi e noi ne siamo i portatori, anche se non condividiamo le ragioni di chi immagina un avvenire di catastrofi e magari non le conosciamo nemmeno. Viviamo in un mondo che fa sempre più fatica a guardare oltre il proprio presente: perfino in quelle attività umane, come la letteratura e le arti, di cui in passato si pensava che dovessero tendere al [[sublime]], cioè a qualcosa di eterno. ([[Sebastiano Vassalli]]) *Chi parla dell'avvenire è un cialtrone, è l'adesso che conta. Invocare i posteri, è parlare ai vermi. ([[Louis-Ferdinand Céline]]) *Costruire il futuro e lasciar vivo il passato sono la stessa cosa. (''[[Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty]]'') *Credo che il futuro sia la somma di tutti i nostri giorni passati. E non solo: anche dei giorni di chi è vissuto prima di noi, dei giorni di chi incontri per strada. ([[Francesco Guccini]]) *Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita. ([[Muriel Barbery]]) *Ecco qual è il problema del futuro: quando lo guardi cambia perché lo hai guardato. (''[[Next]]'') *Forse la menzogna più grande, la malattia più acuta ma occulta del secolo è la deificazione del futuro. Tutto è costantemente rinviato al futuro, contro il piacere del presente, che invece si carica di rabbia. Il giusto e il felice si svolgeranno nel futuro, il presente è abietto. Sembra un allenamento collettivo alla nevrosi. Siamo incitati a rompere, a rivoluzionare, a compiere salti qualitativi, come unico fine gratificante della nostra esistenza, per raggiungere un domani sempre in atto alla svolta della strada e sempre differito; siamo tesi nello spasimo fra due attimi e l'uno non è meritevole di essere e l'altro non sarà, perché essi continuano a inseguirsi, e noi corriamo con loro, affannati, la lingua di fuori sino a quando non si gonfierà e non ci strozzerà. ([[Fausto Gianfranceschi]]) *Futuro: quel periodo di tempo nel quale i nostri affari prosperano, i nostri amici sono sinceri e la nostra felicità è assicurata. ([[Ambrose Bierce]]) *Il bene dell'uomo coincide con la sua strutturale apertura al futuro. ([[Angelo Bagnasco]]) *Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. ([[Eleanor Roosevelt]]) *Il futuro appartiene a coloro che lo possono vedere. ([[Barbara Kruger]]) *Il futuro che ci mostra il [[sogno]] non è quello che accadrà, ma quello che vorremmo accadesse. La mente popolare si comporta qui come fa generalmente: crede in ciò che desidera. ([[Sigmund Freud]]) *Il futuro è ciò che costruiamo. ([[Tim Berners-Lee]]) *''Il futuro è come un piccolo coi boccoli | che con gessetti disegna cerchietti intorno ai bossoli, | cinge cadaveri con tratti in stile liberty | se lo rimproveri dovrai morire, non sei [[Misery non deve morire|Misery]].'' ([[Caparezza]]) *Il futuro è sempre davanti a noi, invisibile. Getta la sua ombra ai nostri piedi, inavvertita. ([[Piero Scanziani]]) *Il futuro è un posto pericoloso da frequentare, fittamente minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre ti ci inoltri. ([[James Graham Ballard]]) *Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada. ([[Rainer Maria Rilke]]) *Il futuro non è uno spazio da aspettare, il futuro è un luogo da conquistare. ([[Matteo Renzi]]) *Il futuro non può essere contemplato come un salto nel vuoto, come una pazzia o un'[[avventura]] senza ritorno. Il futuro si basa nel [[passato]] e si riempie di energia con il [[presente]]. ([[Filippo VI di Spagna]]) *Il futuro per gli angeli è tutto luce, ma per gli uomini è tutt'al più un fuoco fatuo. ([[John Seward]], ''[[Dracula (romanzo)|Dracula]]'') *Il futuro sarebbe molto semplice da predire se l'evoluzione dipendesse da un fattore predominante e da una causalità lineare. ([[Edgar Morin]]) *''Il futuro sopprime colui che negli occhi lo guarda, è un basilisco.'' ([[Caparezza]]) *Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta. ([[Paul Valéry]]) *L'avvenire è un paradiso da dove, esattamente come dall'altro, nessuno è ancora mai ritornato. ([[Pierre Reverdy]]) *L'origine della [[paura]] è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere. ([[Milan Kundera]]) *La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore. Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno. L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro è per cambiare il passato. ([[Milan Kundera]]) *La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta. ([[Abraham Lincoln]]) *La mutilazione per cui la [[vita]] perdette quello che non ebbe mai, il futuro, rende la vita più semplice, ma anche tanto priva di senso. ([[Italo Svevo]]) *La parte più affascinante del futuro è non conoscerlo. Ma non dobbiamo accettarlo passivamente. Potrebbe essere stupendo, pieno di innovazioni scientifiche. Potremo volare intorno al mondo sugli aeroscafi, e poi — a me piace vederlo così — tutti si vorranno bene, ci sarà pace ovunque... ([[Britt Robertson]]) *La prima difficoltà di pensare il futuro è di pensare il presente. ([[Edgar Morin]]) *La [[vita]] è eternamente tesa ad un futuro migliore; ma la sua configurazione non potrà mai dominarsi: un'ansia eterna di sicurezza, che mai, tuttavia, sarà raggiunta. ([[Eduard Spranger]]) *Lascia dormire il futuro come si merita. ([[Franz Kafka]]) *Ma al suo cervello il futuro non interessava. Gravato del passato, affamato d'altro ancora, già non gli lasciava spazio per immaginare, tanto meno per fare progetti per il domani. ([[Toni Morrison]]) *''Ma i giorni futuri | saggissimi giudici sono.'' ([[Pindaro]]) *Neanche il futuro è più quello di una volta. ([[Hermann Josef Abs]]) *Nel futuro c'è tutto, perché tutto è possibile. ([[Adolfo Bioy Casares]]) *Nessuno può prevedere il futuro, nessuno sa cosa accadrà. (''[[Mr. Nobody]]'') *Nessuno scrive davvero del futuro. Tutto quello che ci rimane quando fingiamo di scrivere del futuro è il momento in cui stiamo scrivendo. Ecco perché ogni futuro immaginato diventa obsoleto come un gelato che si scioglie mentre uscite dalla gelateria all'angolo. Esso acquisirà immediatamente una patina pittoresca, fa parte di ciò che comporta l'immaginazione del futuro. ([[William Gibson]]) *Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto. ([[Albert Einstein]]) *Non possiamo leggere nel futuro; esso ha i suoi libri in bianco. ([[Mariano José Pereira da Fonseca]]) *Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.<ref>L'articolo da cui è tratta questa citazione costituisce anche il monologo finale del film ''[[The Big Kahuna]]'' (2000). Tale monologo viene letto dalla voce fuori campo di [[Danny DeVito]] in lingua inglese (sia nel doppiaggio originale sia in quello italiano) che scandisce il testo al ritmo di un sottofondo musicale. Nel frattempo scorrono le immagini finali del film e la parte iniziale dei titoli di coda e vengono mostrati man mano anche i sottotitoli in italiano del monologo. La traduzione qui indicata si rifà a tali sottotitoli.<br />Il brano è anche conosciuto come ''Wear sunscreen'' ed è apparso per la prima volta sul web nel giugno 1997 sotto forma di catena di Sant'Antonio: il testo veniva [[citazioni errate|erroneamente]] indicato come un discorso ai laureati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) pronunciato da [[Kurt Vonnegut]]. In realtà il vero autore del testo è proprio Mary Schmich, giornalista del ''Chicago Tribune'' che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati". [[Baz Luhrmann]] nel 1998 realizzò un singolo musicale partendo da questo testo, ''Everybody's free to wear sunscreen''. Dopo aver visto il film [[Linus (deejay)|Linus]], nel 2002, rimase colpito dal monologo finale e decise di realizzarne una versione in italiano, ''Accetta il consiglio'', utilizzando il testo italiano dei sottotitoli del film e lo stesso sottofondo musicale. Tale brano viene recitato da [[Giorgio Lopez]], il quale aveva doppiato [[Danny DeVito]] in molti film ma non in ''The Big Kahuna''.</ref> ([[Mary Schmich]]) *Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo. ([[Alan Kay]]) *Non sapere cosa accadrà è il pepe della vita. L'incertezza del futuro è ciò che dà gusto al presente. (''[[Pokémon: Il re delle illusioni Zoroark]]'') *Non si può mai [[Pianificazione|pianificare]] il futuro pensando al [[passato]]. ([[Edmund Burke]]) *Oggi il futuro non è più pensato come migliore, ma come diverso: non è il futuro umano, ma l'anteprima dei modelli del prossimo anno. ([[Marshall McLuhan]]) *Per il ragazzo [...] il futuro sta tutto nei pochi giorni a venire. Parlargli dell'avvenire significa chiedergli di misurare l'infinito con un decimetro. ([[Daniel Pennac]]) *Quand'è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia? ([[Chuck Palahniuk]]) *Se indichi a qualcuno il suo futuro, non avrà più futuro. Priva la gente del mistero e la priverai della speranza. (''[[Paycheck]]'') *Se non sei pronto per il futuro, non ne avrai uno! (''[[Senran Kagura 2: Deep Crimson]]'') *Se vivi nel [[passato]] oppure nel futuro, non troverai mai un senso nel [[presente]]. ([[Fausto Cercignani]]) *Se vuoi un'immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano — per sempre. ([[George Orwell]], ''[[1984]]'') *Tagliata fuori dalla futurità, la ragione si seccherebbe. [...] Chiusa la porta sul futuro e su tutta la percezione, ogni conoscenza diventa inerte. [...] È soltanto tramite il [[linguaggio]], e forse tramite la musica, che l'uomo può affrancarsi dal tempo, può vincere provvisoriamente la presenza e il presente della propria morte puntuale. ([[George Steiner]]) *Tutte le storie ambientate nel futuro in realtà parlano del presente. ([[Margaret Atwood]]) *Tutto quello che il mio ottimismo in relazione al [[presente]] può dare per il futuro è [[speranza]]. ([[Karl Popper]]) *Un vero uomo non ha bisogno di leggere il proprio futuro. Se lo crea da sé. (''[[Metal Gear Solid]]'') *Vede, amico... lei non può vivere continuamente angosciato dalle paure generate dal mondo d'oggi. Perché non prova, ogni tanto, a pensare agli spaventi che promette il futuro? Vedrà, che sollievo il presente!! ([[Quino]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Chi conta sul futuro, sovente s'inganna. *Da qui a là, Dio sa quel che sarà. *Del doman non v'è certezza.<ref>Vedi anche [[Lorenzo de' Medici]].</ref> *Gli eventi futuri mandano avanti la loro ombra. *Il futuro è in mani di Dio. *Il futuro è nascosto a noi tutti. *L'avvenire è nelle mani di Dio. *L'avvenire nessuno lo sa. *Lo stolto si dà pensiero dell'avvenire, e Dio sa se sarà ancora vivo. *Non ancora uman pensiero nel futuro il vol portò. *Quegli sarebbe savio, che sapesse l'avvenire. *Se si conoscesse l'avvenire nessuno sarebbe povero. *Vedere è facile, prevedere è difficile. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Domani]] *[[Passato]] *[[Posterità]] *[[Presente]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sul}} [[Categoria:Cronologia]] [[Categoria:Tempo]] lh6zhtjo9nnmd04169t2kzro61nwpdz Egoismo 0 1892 1221340 1212031 2022-08-07T12:48:43Z Udiki 86035 aggiunta una wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Egoismo.jpg|thumb|Egoismo]] {{indicedx}} Citazioni sull''''egoismo'''. *A volte siamo un po' egoisti; tiriamo diritto per conto nostro e non vogliamo badare agli altri. No, ciascuno deve pensare a sé e agli altri. Tutto il bene che volete e procurate a voi, cercate di farlo anche ai vostri compagni. ([[Giuseppe Allamano]]) *«''Autentico'' [[cristianesimo]]» significa fare un ''affare'', l'''unico giusto'' su questa terra. L'affare per cui si dimostra che rendere un ''servizio vitale'' a un ''altro'' è cosa più felice, ''più preziosa'' che renderlo ''a se stessi''! Io non ''invidio'' nessuno per il suo «''egoismo apparentemente ben calcolato''». Per me l'egoismo è sempre «''mal calcolato.''» ([[Peter Altenberg]]) *Chi non pensa che a sé nei tempi prosperi, non troverà amici nelle sventure. ([[Jean-Pierre Claris de Florian]]) *Ci sono due specie di egoismi, l'uno cosciente, l'altro incosciente. Quest'ultimo è quello delle madri, degli innamorati, dei fanatici... I suoi effetti sono spesso ben altrimenti terribili di quelli dell'altro. ([[Albert Samain]]) *Dove sono l'«io» e il «mio», lì inclina di necessità il vivente. ([[Epitteto]]) *Egoista (''s.m.''). Persona priva di considerazione per l'egoismo altrui. ([[Ambrose Bierce]]) *[[Fortuna|Fortunati]] coloro che si assorbono quasi per egoismo nell'avvenire e vivono per sé e di ciò che li circonda, e non si curvano su se stessi a perscrutarsi nelle sfumature dei [[Sentimento|sentimenti]] e nella contemplazione del [[passato]]! ([[Carlo Maria Franzero]]) *Ho scoperto che è molto più interessante vivere da egoista che da altruista: più facile, più comodo, più redditizio. ([[Nino Castelnuovo]]) *Il rude pugno della [[morale|moralità]] non ha alcun riguardo per la nobile essenza dell'egoismo. ([[Max Stirner]]) *L'egoismo non consiste nel vivere come ci pare ma nell'esigere che gli altri vivano come pare a noi. ([[Oscar Wilde]]) *L'egoismo è l'unico movente delle azioni umane. ([[Carlo Bini]]) *L'egoismo è la prima legge della natura. ([[Donatien Alphonse François de Sade]]) *L'egoismo è la radice della tristezza. ([[Robert Baden-Powell]]) *L'egoismo è sempre stato la peste della [[società]] e quanto è stato maggiore, tanto peggiore è stata la condizione della società. ([[Giacomo Leopardi]]) *L'egoismo equivale al [[suicidio]]. L'uomo egoista si piega come un [[albero]] solitario e sterile… ma l'amore di sé stesso, nel senso più elevato, in quanto è aspirazione reale verso il perfezionamento del proprio [[essere]], è la sorgente di tutte le grandezze. L'[[uomo]] deve lasciare in sé questo egoismo ostinato della sua personalità, allora soltanto l'amor proprio avrà [[diritto]] di imporre la sua [[volontà]]. ([[Ivan Sergeevič Turgenev]]) *L'egoista serio, tutto d'un pezzo, è rarissimo. Anche perché il vero egoista è difficilmente riconoscibile, nasconde accuratamente il suo vero essere recitando la parte del generoso, di quello col cuore in mano. ([[Nino Castelnuovo]]) *L'"[[uomo]]" deve passare prima attraverso l'egoismo per poter poi giungere nuovamente a un grado più elevato, in piena e chiara coscienza, alla completa assenza di egoismo. ([[Rudolf Steiner]]) *L'[[uomo]] di intelletto superiore è forse colui che è più intensamente egoista. ([[Carlo Maria Franzero]]) *L'uomo vorrebbe essere egoista e non può. È questo il carattere più impressionante della sua miseria e l'origine della sua grandezza. ([[Simone Weil]]) *Le persone egoiste e nevrotiche possono distorcere qualunque cosa, persino l'affetto, e farlo diventare causa di infelicità o di sfruttamento. ([[Clive Staples Lewis]]) *Lungi dall'essere il movente di tutte le nostre azioni (come in alcuni scrittori si legge), l'egoismo è la più difficile delle conquiste: troppe cose di vari ordini vi si oppongono. L'arte stessa può essere concepita quale un progressivo avvicinamento all'egoismo, che resta tuttavia irraggiungibile. Esso è insomma, e in fondo per tutti, perenne aspirazione mai appagata; e conquista tanto più difficile in quanto è ben inteso che esso sia una male, benché necessario. ([[Tommaso Landolfi]]) *Noi siamo profondamente egoisti e, se seguiamo l'inclinazione naturale, vediamo ogni cosa in funzione del nostro sacrosanto io. ([[Gine Victor]]) *Noi siamo tutti egoisti, ma siamo tutti capaci di cooperare con gli altri. ([[Bruno Bettelheim]]) *''Ognuno vive dentro ai suoi egoismi vestiti di sofismi | ognuno costruisce il suo sistema | di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali | scordando che poi infine tutti avremo due metri di terreno...'' ([[Francesco Guccini]]) *Quaggiù quando noi non ci vogliamo male ci amiamo tutti, ma però i nostri vivi desideri accompagnano solo gli affari cui partecipiamo. ([[Italo Svevo]]) *Soltanto l'egoista soffre veramente e soffre sempre. ([[Jules Renard]]) *Una tristezza ognor più cupa opprime il nostro mondo; l'uomo, nel suo errore, crede che la libertà dell'egoismo gli darà la gioia. Ciascun giorno porta seco una nuova rivendicazione, ciascun gruppo reclama un privilegio novello, ciascun individuo si arroga diritti illimitati. E in questa bufera d'orgoglio e di rivolta, l'uomo si riconosce più debole che mai in faccia alla vita. ([[Hippolyte Fierens-Gevaert]]) *Uno dei tanti mali con cui è punito l'egoista, sta in questo: che intorno a sé egli non vede se non egoismo. Come a lui stesso, agli altri generosità, disinteresse debbono essere sconosciuti. ([[Guido Morselli]]) ==[[Proverbi italiani]]== *Al diavolo i guai purché ci sia da mangiare. *Amato non sarai se a te solo penserai. *Ben venga chi ben porta. *Chi ha il corpo [[sazietà|sazio]] non crede al digiuno. *Chi mangia solo, muore solo. *Chi non ha darebbe, e chi ne ha ne vorrebbe. *Chi sempre prende e niente dona, l'amore dell'amico lo abbandona. *Chi sta a guardare non soffre. *Ciascuno pensa per sé e Dio per tutti. *Contento io, contenti tutti. *Del male altrui si guarisce, del proprio si muore. *È mio zio colui che vuole il bene mio. *Il cane non abbaia per la casa, ma per se stesso. *Il peso è leggero sulle spalle altrui. *Il primo prossimo è se stesso. *La prima carità è quella di casa propria. *L'egoismo acceca. *L'egoismo insegna che l'uomo non conosce se stesso. *Morto io, morto il mondo. *Nessuno da nulla per nulla. *Non è mai buono quello che fa tutto per sé. *Ogni gallina raspa per sé. *Ogni [[prete]] [[lode|loda]] le sue reliquie. *Ognuno per conto suo, cura si prenda. *Ognuno vuol tirar l'acqua al suo mulino, e lasciar secco quello del vicino. *Pensiamo per oggi e non per domani. *Prima io e poi gli altri. *Prima per me e poi per gli altri, se ne resta. *Tanto è il male che non mi nuoce, quanto il bene che non mi giova. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Amor proprio]] *[[Arroganza]] *[[Dignità]] *[[Ego]] *[[Egocentrismo]] *[[Orgoglio]] *[[Superbia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'}} [[Categoria:Etica]] p01poaovpb5ai86p05ml2xvorivycuo Otto von Bismarck 0 1895 1221394 1214967 2022-08-07T17:27:32Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Otto von Bismarck */ +1 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Otto von Bismarck.JPG|thumb|Otto von Bismarck]] {{indicedx}} '''Otto Eduard Leopold von Bismarck''' (1815 – 1898), politico tedesco. ==Citazioni di Otto von Bismarck== *Con un [[gentiluomo]] sono sempre più di un gentiluomo; con un mascalzone, cerco di essere più di un mascalzone. :''Die Wahrheit aber ist, qu'avec un gentleman je suis toujours gentleman et demi, et que quand j'ai affaire à un corsaire, je tâche d'etre corsaire et demi''.<ref>Citato in Eduard von Wertheimer, ''Graf Julius Andrássy. Sein Leben und seine Zeit'', vol. III, Deutsche Verlags-Anstalt, Stoccarda, 1914, [https://books.google.de/books?id=2skhAAAAMAAJ&q=demi pp. 42-43].</ref> *Esiste una particolare Provvidenza divina nei confronti dei matti, dei bambini, degli ubriachi e degli [[Stati Uniti d'America]].<ref>Citato in Mauro della Porta Raffo, ''USA 1776/2016'', libro II, p. 13.</ref> <!--:''Es gibt eine göttliche Vorsehung, welche die Dummen, die Kinder, die Betrunkenen un die Vereinigten Staaten beschützt''--> *Il solo sano fondamento di un grande [[stato]] – e in ciò questo si distingue essenzialmente da un piccolo stato – è l'egoismo statale, non il romanticismo; e non è degno di un grande stato contendere per una questione che non rientra nel suo particolare interesse.<ref>Citato in Fumagalli, pp. 607-608.</ref> <!--:''Die einzige gesunde Grundlage eines grossen Staates, und dadurch unterscheidet er sich wesentlich von einem kleinen Staate, ist der staatliche Egoismus und nicht die Romantik, und es ist eines grossen Staates nicht würdig, für eine Sache zu streiten, die nicht seinem eigenen Interesse angehört''.--> *La [[maggioranza]] ha molti cuori, ma manca di un cuore.<ref>Citato in ''Focus'' n. 62, p. 181.</ref> *La [[politica]] è l'arte del possibile, la scienza del relativo.<ref name=Kissinger92>Citato in Kissinger, p. 92.</ref> *La [[politica]] non è una scienza, come molti fra i signori professori immaginano, ma un'arte.<ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. 471. ISBN 88-415-5890-3</ref> :La [[politica]] non è una scienza esatta.<ref>Citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto'', Hoepli, Milano, 2007, p. 197. ISBN 88-203-0092-3</ref> ::''Die Politik ist keine Wissenschaft, wie viele der Herren Professoren sich einbilden, sondern eine Kunst.''<ref>Dal [https://www.reichstagsprotokolle.de/Blatt3_k5_bsb00018445_00101.html discorso] tenuto alla Camera prussiana dei Signori il 18 dicembre 1863 ed al Reichstag il 15 marzo 1884.</ref> *{{NDR|In un discorso del 17 settembre 1878}} [[Ferdinand Lassalle|Lassalle]] era un grande ambizioso e forse poteva aver dei dubbi sul fatto che l'impero tedesco si sarebbe concluso con la dinastia degli Hoenzollern oppure con la dinastia dei Lassalle, ma i suoi sentimenti erano assolutamente monarchici.<ref>Citato in [[Werner Hofmann]], ''Da Babeuf a Marcuse''. <small>''Storia delle idee e dei movimenti sociali nei secoli XIX e XX''</small> (''Ideengeschichte der sozialen Bewegung''), traduzione di Angelica Comello e Gudrun Marschall, Gli Oscar, Arnoldo Mondadori Editore, 1971, p. 67.</ref> *{{NDR|A chi gli chiedeva come si sarebbe comportato nel caso di uno sbarco degli inglesi nello Schleswig-Holstein}} Li farò arrestare!<ref>Citato in Fumagalli, p. 680.</ref> *Nemmeno il [[re]] ha diritto di subordinare l'interesse dello stato alle sue simpatie o antipatie personali.<ref name=Kissinger92/> *Noi [[Germania|tedeschi]] temiamo [[Dio]], ma nient'altro al mondo. :''Wir Deutsche fürchten Gott, sonst nichts auf der Welt.''<ref>Dal [http://www.reichstagsprotokolle.de/Blatt3_k7_bsb00018648_00043.html Discorso] al Reichstag del 6 febbraio 1888 pronunciato a seguito dell'atteggiamento minaccioso della Russia.</ref> *{{NDR|[[Guglielmo II di Germania]]}} Non ha nessun senso nelle proporzioni!<ref>Citato in Cesare Marchi, in ''Le ultime monarchie'', p. 33, 1973, Istituto Geografico De Agostini.</ref> *{{NDR|Riferito al conflitto fra Impero e Vaticano}} Non andremo a Canossa.<ref>Dal [https://www.reichstagsprotokolle.de/Blatt3_k1_bsb00018359_00387.html Discorso] al Reichstag del 14 maggio 1872.</ref> :''Nach Kanossa gehen wir nicht.'' *Per amor del cielo, nessuna [[alleanza]] sentimentale in cui la consapevolezza della [[buona azione]] sia l'unico compenso per il nostro sacrificio.<ref name=Kissinger92/> *Quando si dice d'essere d'accordo su una certa cosa in linea di principio, significa che non si ha la minima intenzione di metterla in pratica.<ref>Citato in ''Focus'', n. 117, p. 183.</ref> *Sarebbe follia il credere che l'Italia sia disposta ad accettare oneri più gravi degli attuali; anzi è certo che in Italia la tendenza generale è per una diminuzione di questi oneri. È perciò che noi, che appunto attribuiamo una importanza massima alla adesione dell'Italia alla triplice alleanza, abbiamo sempre sconsigliato di aggravarla con pretese finanziarie o militari. L'atteggiamento della Triplice alleanza verso l'Italia deve essere oggetto dei maggiori riguardi. Chiederle di più sarebbe vano e pericoloso.<ref>Citato da Roberto Mirabelli nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg22/sed556.pdf Tornata del 3 dicembre 1908] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> *[...] una politica sentimentale non conosce reciprocità; è una particolarità esclusivamente prussiana.<ref>Citato in Kissinger, p. 91.</ref> ===Citazioni errate=== *Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte. *Se ti piacciono le leggi e le salsicce, non guardare mai come vengono fatte. :Non esiste alcuna citazione da cui siano state tratte queste frasi o frasi analoghe. ===Citato in [[Franz Herre]], ''Bismarck''=== *L'[[statista|uomo di stato]] non è mai in grado di creare qualcosa da sé; egli può solo aspettare e tendere l'orecchio finché non ode il passo di Dio risuonare negli eventi; a questo punto egli può balzare in avanti e afferrare un lembo del suo mantello – questo è tutto. (p. 116) *Possiamo sì spostare in avanti le lancette dell'orologio, ma non per questo il tempo scorre più velocemente; la capacità di sapere attendere l'evolversi degli avvenimenti rappresenta una condizione preliminare per una [[politica]] concreta. (p. 240) *Lo [[statista]] deve vedere per tempo che cosa sta per arrivare e regolarsi di conseguenza. Qualora manchi di farlo le sue misure giungeranno per lo più troppo tardi. Quando il treno è stato istradato su un binario sbagliato e incomincia a scendere la china, se le viti dei freni sono allentate nessuna forza lo preserverà dallo schianto. (p. 419) *Ciò che su questa terra impressiona e commuove, ciò che solitamente può essere rappresentato con mezzi umani possiede sempre una parentela con l'angelo caduto, che è bello ma non conosce requie, che è grande nei suoi piani e nei suoi sforzi, ma che non ha successo, che è fiero e triste. (da uno scritto del 1847 alla moglie Johanna von Puttkamer) (p. 424) ===Attribuite=== *[[Giornalista]] è un tale che ha mancato il proprio mestiere.<ref>Citato in Fumagalli, p. 267.</ref> :''Zeitungsschreiber ein Mensch, der seinen Beruf verfehlt hat''. *La [[forza]] prima del [[diritto]].<ref>Bismarck smentì sempre di aver pronunciato questa frase attribuitagli. Cfr. Fumagalli, p. 165.</ref> :''Macht geht vor Recht'' *La politica rovina il carattere.<ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> ==''Discorsi''== *Accetto con gratitudine la più aspra [[critica]], se soltanto rimane [[imparzialità|imparziale]]. (30 novembre 1874) *Chi tiene ben stretta la borsa, ha il potere. (16 aprile 1868)<ref name=sordi/> *Ciò che è straniero ha sempre per noi una certa aria signorile. (15 novembre 1849)<ref name=sordi/> *Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari le buone leggi non servono a niente.<ref name=sordi/> *Gli stupidi dicono che imparano dall'[[esperienza]], io preferisco imparare dall'esperienza degli altri. *La libertà è un lusso che non tutti si possono permettere.<ref name=sordi/> *La libertà è un vago concetto.<ref name=sordi/> *Le grandi città devono essere cancellate dalla faccia della terra. (20 marzo 1852)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *Mai fidarsi di un [[Russia|russo]], perché un russo non crede neanche a se stesso. *Nei conflitti europei, per i quali non c'è un tribunale competente, il diritto si fa valere solo con le [[baionetta|baionette]]. (22 gennaio 1864)<ref>Citato in ''Focus'' n. 85, p. 180.</ref> *Non c'è vocabolo di cui non si sia oggi fatto così largo abuso come di questa parola: libero... Non mi fido di quel vocabolo, per la ragione che nessuno vuole la libertà per tutti; ciascuno la vuole per sé. (15 marzo 1884)<ref name=sordi/> *Non si fa la politica con discorsi, feste popolari e canti, la si fa solo con sangue e ferro. (28 gennaio 1886)<ref name=sordi/> *Non si mente mai così tanto prima delle [[Elezione|elezioni]], durante una [[guerra]] e dopo la [[caccia]]. *Quanto più forti siamo, tanto meno probabile è la guerra. (11 gennaio 1887) *Un grande stato non può essere governato in base alle opinioni di partito. (15 gennaio 1867)<ref name=sordi/> *Un vero [[statista]], quando gli viene a mancare il nemico, se lo deve inventare. *Vi sono tempi in cui c'è bisogno di un governo liberale ed epoche in cui c'è bisogno di una dittatura; tutto cambia, qui non esiste eternità. (24 febbraio 1881)<ref name=sordi/> ==Citazioni su Otto von Bismarck== *All'indomani della strepitosa vittoria del 1871 {{NDR|nella guerra franco-prussiana}}, il Bismarck era dominato dalla preoccupazione che una coalizione europea potesse formarsi ai danni del nuovo impero {{NDR|tedesco}} come già quelle organizzatesi contro Napoleone I avevano finito per averne ragione. Gli avvenimenti verificatisi alquanti anni dopo la morte del cancelliere<ref>La sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale.</ref> hanno luminosamente provato la fondatezza del suo timore. ([[Giuseppe Gallavresi]]) *Col suo connubio contro natura tra federicianesimo e bonapartismo Bismark raggiunse se non altro uno scopo – non certo per il bene della Germania e dei tedeschi: separò alleati naturali quali il nazionalismo e la liberal-democrazia. Il primo egli l'usò a guisa di una scopa di cui non si sarebbe mai più liberato. La seconda la ricacciò in un angolo dal quale non sarebbe più uscita allo scoperto per un lungo tempo. ([[Franz Herre]]) *Due uomini furono i principali creatori del mondo moderno: [[John Davison Rockefeller|Rockefeller]] e Bismarck. L'uno nell'economia, l'altro nella politica, rovinarono il sogno liberale di un'universale felicità raggiunta attraverso la concorrenza individuale, sostituendovi il monopolio e lo Stato considerato come una corporazione, o almeno dei movimenti verso queste forme. ([[Bertrand Russell]]) *E ghigno già oggi al pensiero di quando dirò «Bismarck» e tu dovrai ricordarti chi fosse: non hai idea di quanto sia fiera della sua immortalità la gente che mi circonda. ([[Kurt Tucholsky]]) *Egli amava le difficoltà di governo e non fuggiva dinanzi alle responsabilità, ma lo infastidiscono gli ostacoli inutili, i bastoni fra le ruote, le ciarle pettegole delle comari che cercano il pretesto di attaccar briga con chi sospettano non le abbia in gran conto. Non è vero che il Bismarck disprezzava l'opinione pubblica, pensava solo che quella che i partiti fanno passare per tale non è sempre la vera. ([[Pietro Chimienti]]) *Egli non ammetteva nello Stato, che due elementi, il re ed il popolo. Dobbiamo aggiungerne un terzo, l'armata. Re, armata, popolo, ecco la trinità del sistema bismarckiano. L'armata, si capisce, potrà servire alla occorrenza, per far intendere ragione al popolo, quando questi non voglia saperne dei benefici del Re. ([[Gaetano Negri]]) *Ho sempre ammirato Bismarck non tanto per il suo genio quanto per la forza colossale della sua volontà che il mondo vide agire costantemente, ordinatamente, inesorabilmente come una energia della natura. In questo egli mi pare quasi sovrumano. Nella lucidità meravigliosa del pensiero e della parola, nello sdegno delle idealità vaghe, delle astrazioni metafisiche mi pare quasi sovratedesco; e osservo che la Provvidenza per fare una e grande la nazione germanica ha suscitato in mezzo a lei un uomo disforme in molte parti da lei, come per fare una e grande la nazione italiana ha suscitato un uomo che non aveva intelletto d'arte. ([[Antonio Fogazzaro]]) *Il Bismarck è un uomo il quale non vede che lo Stato e, nello Stato, non vede che il Re ed il popolo. Tutti i meccanismi che si frappongono fra questi due estremi, non servono che ad indebolire la loro reciproca azione. ([[Gaetano Negri]]) *L'Eracle prussiano, quale Bismark era già considerato dai pochi amici ancora rimastigli, era costretto a compiere una fatica erculea via l'altra. Evocando il diritto di autodeterminazione, confinò il britannico leone di Nemea nella caverna insulare. Catturò col cappio polacco il russo cinghiale d'Erimanto. Allettò con compensazioni il francese toro di Creta spingendolo dove gli tornava utile. L'Eracle-Bismarck era inoltre sul punto di domare il Cerbero austriaco e di rispedirlo nell'Ade, ripulendo le stalle d'Augia del particolarismo tedesco e riportando nella sua riserva prussiana i buoi di Gerione, vale a dire principi e principini tedeschi.<br/>Egli convinse infine il proprio re di essere l'unica persona in grado di cogliere per lui i pomo d'oro delle Esperidi rappresentati da vittoria fama e grandezza. A rimanere incerta era ancora la lotta con l'idra di Lerna, il parlamento, che da ogni testa mozzata ne generava altre due, nonché con gli uccelli del lago Stinfalo, vale a dire i nazionalisti tedeschi che il sonaglio di ferro dell'Eracle prussiano non era ancora riuscito a cacciare dal querceto. ([[Franz Herre]]) *L'idea di Bismarck è diventata di colpo geniale, e Bismarck stesso un genio; ma è sospetta proprio questa rapidità: voglio vedere Bismarck tra dieci anni e vedremo allora cosa sarà rimasto della sua idea e, magari, dello stesso signor cancelliere. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Ma, poiché ho nominato il Principe di Bismarck, del quale solo tra gli uomini di Stato del sec. XIX, è possibile, ed è anzi diventato quasi di prammatica, in ogni punto, il parallelo con il Conte di Cavour, mi si consenta di segnare qui da ultimo una nota di indiscutibile superiorità (almeno in questo campo) dell'italiano sopra il germanico.<br>Anima tutta quanta medioevale quest'ultimo, e spirito pur nella sua brutalità essenzialmente romantico, siccome gli scritti intimi di lui, che man mano vengono in luce, hanno non senza sorpresa del grosso pubblico rilevato, egli era suscettivo di sincera esaltazione mistica, di vero ''pathos'' filosofico, di schietta e fine commozione poetica: non, per contro, di penetrazione scientifica, non, soprattutto, di fede nella scienza. La sua struttura mentale, poggiante tutta sul principio di autorità, inteso nella maniera più assoluta e trascendentale, i suoi non mai smentiti propositi di ricostruzione della società {{sic|intiera}} sulle basi di quel principio, in odio a quello da lui detestatissimo di libertà, lo avrebbero reso sempre refrattario al vero spirito scientifico, o, quanto meno, al moderno. E ciò per la catena infrangibile che lega il ''Sic volo, sic iubeo'' della vita pratica all'''Ipse dixit'' della speculativa. ([[Francesco Ruffini]]) *Nel castello di Varzin una sera dell'autunno del 1877 – è un amico, il signor Moritz Busch, che racconta – il principe Ottone di Bismarck si era seduto, dopo il pranzo, innanzi al camino e, contrariamente alle sue abitudini, taceva assorto in chi sa quali pensieri, mentre di tempo in tempo, sbadatamente, attizzava con le molle il fuoco. Gli amici intorno rispettavano la sua meditazione, tacendo anch'essi; quando a un tratto, di propria iniziativa, il principe ruppe il silenzio e cominciò un lungo lamento, lagnandosi di aver cavata poca gioia da tutta la sua tempestosa attività di statista e di aver tanto lavorato, senza {{sic|riescire}} a far nessuno felice; non sé stesso, non la sua famiglia, non gli altri! Alcuni dei presenti si prestarono compiacentemente all'ufficio di {{sic|obiettatori}}, e contraddissero che egli aveva invece fatta felice una intera nazione.<br> Ma il principe: "No, no: ho fatto molti infelici. Senza me, tre grandi guerre non sarebbero successe; ottantamila uomini non sarebbero periti; e padri e fratelli e sorelle e vedove non piangerebbero adesso. Di questo – è vero – io avrò a rendere conto dinanzi a Dio; ma ad ogni modo di gioia io ne ho cavata poco o niente da quanto ho fatto; e non ho avuto che disinganni, cure e travagli". ([[Guglielmo Ferrero]]) *Non è facile essere imperatore sotto un tale cancelliere. ([[Guglielmo I di Germania]]) *''Otto von Bismarck-Shonhausen per l'unità germanica | si annette mezza Europa.'' ([[Rino Gaetano]]) *Per Bismarck, al contrario {{NDR|di Cavour}}, la libertà era una chimera, quasi una pazzia. Sosteneva che nel governo i pochi periti devono dirigere. Copriva di sarcasmo, del quale era maestro, la pretesa che l'opinione della moltitudine, se si contasse a migliaia od a milioni, potesse avere alcun valore. Per conseguenza, disprezzava il suffragio, ed aborriva il suffragio universale. La libertà, diceva spesso, è la parola magica dei demagoghi. ([[W. R. Thayer]]) *''Tu sei la Forza. Avanti dunque o conte, | principe, duca, esci dal tuo maniero, | galoppa sulla cupa eco del ponte, || corri pel mondo, ancora tuo!... Guerriero | dalla lunga ombra, ferma il tuo cavallo | nel campo, sotto quello stormo nero''! ([[Giovanni Pascoli]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Otto von Bismarck, ''Discorsi'', a cura di Zino Zini, UTET, 1966. *[[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921. *Franz Herre, ''Bismark, Il grande conservatore'', traduzione di Anna Martini Lichtner, Mondadori, Milano, 1944. ISBN 88-04-36790-3 *[[Henry Kissinger]], ''[http://books.google.it/books?id=K-_61Z0DNPQC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false L'arte della diplomazia]'', traduzione di Giorgio Arduin, Sperling & Kupfer, 2011. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bismarck, Otto von}} [[Categoria:Politici tedeschi]] fu9hzoa9ekwb3bj5acaxhuie26ea80j Honoré de Balzac 0 2431 1221400 1217043 2022-08-07T19:00:01Z Dread83 47 /* La pelle di zigrino */ +1 wikitext text/x-wiki [[File:Balzac Gérard-Séguin.jpg|thumb|Ritratto di Balzac (J.A. Gérard-Séguin)]] '''Honoré de Balzac''' (1799 – 1850), scrittore francese. {{indicedx}} ==Citazioni di Honoré de Balzac== *Bisogna che una donna ami sempre un uomo che le sia superiore o che sia talmente ingannata nel giudicarlo tale, che allora il risultato sia identico...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *E così voi credete nella realtà!… Mi affascinate, davvero. Non vi avrei mai supposto ingenuo a tal segno. La realtà! Avanti, parlatemene, di questa realtà! Sottraetevi a queste candide fantasie. Suvvia! Siamo noi che la creiamo, la realtà.<ref>Citato in A. Billy, ''Vie de Balzac'', Flammarion, Parigi, 1944, t. II, p. 165.</ref> *{{NDR|[[George Sand]]}} Essa è un maschio, è artista, è grande, generosa, devota, casta; ha l'aspetto maschile: ''ergo'', non è donna...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *Ho avuto spesso l'occasione di osservare che quando la beneficenza non nuoce al benefattore, uccide il beneficato.<ref name=diz/> :''J'ai souvent eu l'occasion d'observer que quand la bienfaisance ne nuit pas au bienfaiteur, elle tue l'obligé''.<ref>Da ''Gobseck''.</ref> *I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.<ref>Citato da Domenico Tarizzo in Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', p. 31.</ref> *I delitti sono proporzionati alla purezza della [[coscienza]], e quello che per certi cuori è appena un errore, per alcune anime candide assume le proporzioni di un delitto.<ref>Da ''La storia dei Tredici''.</ref><ref name=e /> *Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non c'è che da studiarlo.<ref name=diz/> :''Le hasard est le plus grand romancier du monde: pour être fécond, il n'y a qu'à l'étudier''.<ref>Da ''La Comédie humaine'', Avant-propos.</ref> *Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.<ref name=diz/> :''Le cœur d'une mère est un abîme au fond duquel se trouve toujours un pardon''.<ref>Da ''La femme de trente ans''.</ref> *Il [[piacere]] è simile ad alcune sostanze medicinali: per ottenere costantemente eguali effetti, è necessario raddoppiare le dosi.<ref name=fanciulla>Da ''La fanciulla dagli occhi d'oro'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton, Roma, 2012. ISBN 9788854138285</ref> *Il potere e la legge devono essere affidati a uno solo. Chi vota discute. E un potere messo in discussione non esiste.<ref>Citato in Beniamino Placido, ''Balzac e l'imperatore'', in ''Nautilus'', a cura di Franco Marcoaldi, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 148.</ref> *Il vecchio è un uomo che ha mangiato e guarda gli altri pranzare.<ref>Da ''Pensées''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 6917.</ref> *In Francia, lo scherzo è re e signore di tutto: si scherza sul patibolo, alla Beresina, sulle barricate, e qualche francese probabilmente scherzerà anche alle grandi assise del Giudizio universale.<ref name=diz/> :''En France, tout est du domaine de la plaisanterie, elle y est reine: on plaisante sul l'échafaud, à la Bérésina, aux barricades, et quelque Français plaisantera sans doute aux grandes assises du jugement dernier''.<ref>Da ''Une ténébreuse affaire''.</ref> *L'[[amore]] che fa economia non è mai il vero amore.<ref>Da ''Melmoth riconciliato'', traduzione di Renato Mucci, in ''I capolavori della "Commedia umana"'', vol. V, Edizioni Casini, Roma, 1959, p. 34.</ref> *L'[[astrologia]] è una scienza immensa che ha regnato sulle più grandi intelligenze.<ref>Citato in André Barbault, ''Trattato pratico di astrologia''.</ref> *L'odio senza desiderio di vendetta è un seme caduto sul granito.<ref name=diz/> :''La haine sans désir de vengeance est un grain tombé sur du granit''.<ref>Da ''César Birotteau''.</ref> *L'uomo che non è [[Libertà|libero]] è proprio quello che le donne desiderano di più. L'amore è un ladro per eccellenza.<ref name=fanciulla /> *La [[burocrazia]] è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', agosto 1964.</ref> *La [[felicità]] materiale riposa sempre sulle cifre.<ref>Da ''La casa Nucingen''.</ref><ref name=e /> *La [[gloria]] è il sole dei morti. :''La gloire est le soleil des morts.''<ref>Da ''[[s:fr:La Recherche de l’Absolu|La Recherche de l'Absolu]]''.</ref> *La [[gloria]] è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.<ref>Da ''Pensées et maximes''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 3193.</ref> *La [[volontà]] può e deve essere motivo d'orgoglio più dell'ingegno.<ref>Da ''La musa del dipartimento''.</ref> *Le donne, quando non amano, hanno il sangue freddo di un vecchio avvocato.<ref>Da ''Honorine'', a cura di Pierluigi Pellini, traduzione di Francesco Monciatti, Sellerio, Palermo, 2019.</ref> *Le [[Legge|leggi]] sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate. :''Les lois sont des toiles d’araignées à travers lesquelles passent les grosses mouches et où restent les petites''.<ref>"La Maison Nucingen" (1837), in ''La Femme supérieure; La Maison Nucingen; La Torpille'', ed. Werdet, 1838, p. 34.</ref> *Le zie, le madri e le sorelle hanno una giurisprudenza particolare per i loro nipoti, i loro figli e i loro fratelli.<ref>Da ''Le cabinet des antiques''.</ref><ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.</ref> *[[Molière]], ragazzi miei, ha avuto l'onestà e il patriottismo a base del suo genio.<ref>Da ''I piccoli borghesi''.</ref> *Nessuna donna viene abbandonata senza [[ragione]]. È un assioma scritto in fondo al cuore di ogni donna; di qui il furore delle abbandonate.<ref>Da ''Piccole miserie della vita coniugale''</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref> *Nessuno osa dire addio all'[[abitudine]]. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della [[morte]] per il [[ricordo]] del caffè dove vanno tutte le sere a giocare la loro partita a [[domino]].<ref>Da ''Il cugino Pons''.</ref> *Non vi è che l'ultimo amore di una [[donna]] capace di soddisfare il primo di un uomo.<ref>Citato in Lisi, ''Aria su le quattro corde'', Editrice Tirrena.</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]]}} Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro. :''Huit jours avec de la fièvre! J'aurais encore eu le temps d'écrire un livre.''<ref>René Benjamin, ''La vie prodigieuse de Balzac'', Union générales d&éditions, 1962, p. 310.</ref> *Per un marito non c'è goffaggine maggiore di quella di parlare della propria moglie, se è virtuosa, alla propria amante, a parte quella di parlare della propria amante, se è bella, alla moglie.<ref name=diz/> :''Il n'y a pas de plus grande maladresse pour un mari que de parler de sa femme quand elle est vertueuse à sa maîtresse, si ce n'est de parler de sa maîtresse, quand elle est belle, à sa femme''.<ref>Da ''Béatrix''.</ref> *Una notte d'amore è un libro letto in meno.<ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Le Formiche: anno terzo'', Zelig Editore, 1995, § 1205.</ref> *Una società di atei inventerebbe subito una religione.<ref>Citato in ''Focus'', n. 94, p. 168.</ref> ===Attribuite=== *Dietro ad ogni grande [[fortuna]] c'è un [[crimine]].<ref>Citato in epigrafe in [[Mario Puzo]], ''Il padrino'', traduzione di Mercedes Giordini Ozzola, Corbaccio, 2021.</ref> :Versione semplificata di una frase in ''[[#Citazioni_12|Papà Goriot]]''.<ref>Garson O'Toole, ''Hemingway Didn't Say That. The Truth Behind Familiar Quotations'', Little A, New York, 2017.</ref> ==''All'insegna del gatto che gioca alla palla''== ===[[Incipit]]=== ''Alla signorina Maria di Montheau''.<br><br>Nel centro di via San Dionigi, quasi all'angolo della via del Piccolo Leone, c'era, or non è molto, una di quelle case preziose che, per analogia, facilitano agli storici la ricostruzione della vecchia Parigi. Le mura crollanti di quella bicocca apparivano ancora screziate di geroglifici. Quale altro nome poteva dare l'ozioso agli X e ai V tracciati sulla facciata dai travicelli trasversali o diagonali segnati sull'intonaco da piccole screpolature parallele? Evidentemente al passaggio della carrozza più leggera ognuna di quelle travi si muoveva negli incastri. Il venerando edificio era sormontato da un tetto triangolare, il cui modello va scomparendo a Parigi. Cedendo alle intemperie del clima della capitale, esso si sporgeva di circa tre piedi sulla [[Via|strada]], sia per proteggere dalle acque piovane la soglia del portone, sia per ospitare un solaio con la sua finestruola senza parapetto. Quest'ultimo piano era stato innalzato con assi inchiodate l'una sull'altra, come lastre d'ardesia, allo scopo certamente di non sovraccaricare la fragile casa. ===Citazioni=== *– Amate dunque la stoffa? – proruppe babbo Guillaume. – Ebbene, perbacco, brindiamo insieme, [[amico]] mio. Se apprezzate il commercio ci intenderemo facilmente. E del resto, perché disprezzarlo? Il [[mondo]] cominciò di lì, perché [[Adamo]] vendette il paradiso per una mela. Quella, per esempio, non fu una speculazione fortunata! (p. 71) *La gente comune non comprende le [[Sofferenza|sofferenze]] sempre rinascenti di un essere che unito a un altro dal più intimo di tutti i sentimenti è costretto a nascondere continuamente le più care fioriture del pensiero, a ricacciar nel nulla le immagini che una [[Magia|magica]] potenza lo costringe a creare. (p. 77) *Bisogna vincere le sofferenze morali che finiscono per rovinar la salute, perché l'amore non resiste a lungo al letto d'un [[Malattia|malato]]. (p. 97) *La melanconia dà a tutta prima una certa grazia che piace, ma finisce per far dimagrire e avvizzire il viso più affascinante. (p. 97) *Più noi amiamo e meno dobbiam lasciar scorgere a un uomo, soprattutto al marito, l'intensità del nostro affetto. Chi ama di più diventa schiavo e, peggio, è abbandonato presto o tardi. (p. 99) ==''Eugénie Grandet''== ===[[Incipit]]=== ====Grazia Deledda==== In alcune provincie si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi: in queste case vi sono forse qualche volta e il [[silenzio]] del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d'un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge dal parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della [[città]]. ====Raoul Vivaldi==== Si incontrano, in certe cittadine di provincia, alcuni edifici la cui vista infonde nell'animo una melanconia pari a quella che si prova nei chiostri più oscuri, nelle lande più desolate o dinanzi alle rovine più tristi. Può darsi infatti che si riuniscano in quegli edifici il silenzio dei chiostri, l'aridità delle lande o l'apparenza scheletrica delle rovine; la vita e il movimento hanno in essi un ritmo così tranquillo che un forestiero potrebbe crederli disabitati se, passando, non sentisse ad un tratto fisso su di sé lo sguardo pallido e freddo di una persona immobile il cui solo viso, quasi monastico, appare dietro i vetri di una finestra, al rumore di un passo sconosciuto. Simili elementi di melanconia esistono nella fisionomia di un edificio di Saumur, in cima alla ripida strada che conduce al castello, sull'alto della città. ====Bietti==== In certe città di provincia vi sono delle case il cui aspetto dà un'indicibile melanconia: ò la stessa malinconia che suscitano i vecchi chiostri, le aride lande e le cadenti rovine. Vita e movimento vi appaiono così tranquilli, che un forestiere le vrederebbe disabitate, se non incontrasse d'improvviso lo sguardo pallido e freddo d'una persona immobile, la cui figura claustrale viene ad appoggiarsi al parapetto della finestra, al suono di un passo insolito. Quest'aria di malinconia caratterizza appunto una casa posta a Saumur, all'estremità che mena al castello dalla parte alta della città. ===Citazioni=== *L'[[adulazione]] non viene mai dalle anime grandi, è appannaggio degli spiriti piccini, che riescono a rimpicciolirsi ancor più per meglio entrare nella sfera vitale delle persone intorno a cui gravitano. *Lo sguardo d'un uomo abituato a trarre dai suoi capitali un interesse straordinario, contrae fatalmente, come quello del voluttuoso, del giocatore, o del cortigiano, certe abitudini indefinibili, certi moti furtivi, avidi, che possono sfuggire a quelli che provano le identiche inclinazioni; e questo segreto linguaggio forma in certo qual modo la framassoneria delle passioni. *Se la [[luce]] è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore? *La [[burla]] fa appassire il cuore e dissipa ogni sentimento... *Vi son donne che non tollerano l'abbandono e che, pur di strappare l'amante alla rivale, lo uccidono e fuggono in capo al mondo, sul patibolo o nella tomba, vinte da un impeto sublime di passione superiore ad ogni giustizia umana; ma ve ne sono altre che piegano il capo e soffrono in silenzio; esse vanno morenti e rassegnate, pregando e perdonando, pregando e ricordando fino all'ultimo respiro. Ed è questo l'amor vero, l'amore degli [[Angelo|angeli]], l'amor dignitoso che vive della propria angoscia e ne muore. *Nelle circostanze solenni della vita, l'anima resta legata ai luoghi ove piaceri e dolori ci colpiscono [...]. (1994, p. 101) *Il [[denaro]] senza l'onore è una malattia. (1994, p. 136) *Quasi sempre gli errori di una donna derivano dalla sua fede nel bene o nel vero. (1994, p. 147) *Nella vita, la donna ha più cagioni di sofferenza dell'uomo e soffre, in realtà, più di lui. (1994, p. 177) ==''Fisiologia del matrimonio''== *Anche nelle mogli più virtuose vi è qualcosa che non è mai casto. (2017) *Il [[matrimonio]] deve incessantemente combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine.<ref name=diz/> :''Le mariage doit incessamment combattre un monstre qui dévore tout: l'habitude''. *Il [[matrimonio]] è un combattimento ad oltranza, prima del quale gli sposi domandano al [[cielo]] la sua benedizione. :''Le mariage est un combat à outrage avant lequel les deux époux demandent au ciel sa bénédiction''. *Il matrimonio è una scienza. (2017) *L'amore è la poesia dei sensi. (2017) *L'amore è un lusso sociale, come le trine e i diamanti.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/balzac/fisiologia_del_matrimonio/pdf/balzac_fisiologia_del_matrimonio.pdf Fisiologia del matrimonio]'', E. Sonzogno, Milano, 1883, p. 432.</ref> *La [[moglie|donna sposata]] è una schiava che bisogna saper mettere su un trono. (2017) *La [[potenza]] non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto. (2017) *Mai un marito sarà così ben vendicato come dall'amante di sua moglie. :''Jamais un mari ne sera si bien vengé que par l'amant de sa femme''. *Un marito, come un governo, non deve mai confessare errori.<ref name=diz/> :''Un mari, comme un gouvernement, ne doit jamais avouer de faute''. *Un marito non deve mai addormentarsi per primo né svegliarsi per ultimo.<ref name=diz/> :''Un mari ne doit jamais s'endormir le premier ni se réveiller le dernier''. ==''Il ballo di Sceaux''== ===[[Incipit]]=== ''A Enrico di Balzac<br>il fratello<br>Onorato''.<br><br>Il conte di Fontaine, capo di una delle più antiche [[Famiglia|famiglie]] del Poitou, aveva servita la causa dei Borboni con intelligenza e valore nella [[guerra]] che i Vandeani mossero contro la Repubblica. Dopo essere sfuggito a tutti i pericoli che minacciavano i capi realisti in quel burrascoso periodo della [[storia]] contemporanea, egli diceva allegramente di se stesso:<br> – Sono uno di quelli che si son fatti uccidere sui gradini del trono!<br>Questa frase scherzosa aveva un fondo di verità: l'avevano infatti lasciato tra i morti della sanguinosa giornata dei Quatre-Chemina!<br>Benché rovinato dalla confisca dei beni, il fedele Vandeano rifiutò tenacemente i posti lucrosi che gli aveva fatto offrire l'imperatore [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Irremovibile nella sua fede aristocratica, ne seguì ciecamente le massime quando gli parve conveniente scegliersi una moglie. ===Citazioni=== *Il Consiglio dei ministri è una specie d'albergo dove l'opinione pubblica ci invia di sovente strani viaggiatori, ma infine sapremo sempre dove mettere i nostri fedeli seguaci. (p. 115) *Una nobiltà senza [[Privilegio|privilegi]] [...] è come un utensile senza manico. (p. 122) *L'ammirazione prolungata è sempre una fatica per il genere umano. (p. 132) *Quelli che piacciono a tutti [...] non piacciono a nessuno e il peggiore dei difetti è quello di non averne. (p. 165) ==''Il colonnello Chabert''== ===[[Incipit]]=== Toh! ancora la nostra vecchia palandrana! L'esclamazione era sfuggita a uno scrivano, del genere di quelli che negli studi vengon chiamati galoppini e che in quel momento affondava i denti mangiando con grande appetito, un pezzo di [[pane]]. Lo scrivano ne staccò un po' di mollica per farne una pallottola che lanciò attraverso lo sportello d'una finestra alla quale si appoggiava. Ben diretta, la pallottola rimbalzò quasi all'altezza della finestra, dopo aver colpito il cappello d'uno sconosciuto che attraversava la corte d'una casa posta in [[via]] Vivienne, ove dimorava il signor Derville, procuratore legale. ===Citazioni=== *Ci sono dei sentimenti che le donne indovinano, nonostante la cura che gli uomini si danno per seppellirli. ==''Il giglio della valle''== ===[[Incipit]]=== ALLA CONTESSA NATALIE DI MANERVILLE<br> «Cedo al tuo desiderio. Il privilegio della donna che amiamo più di quanto ella ci ami è ben quello di renderci dimentichi delle regole del buon senso. Pur di non vedere una ruga sulle vostre fronti, pur di dissipare l'espressione imbronciata delle vostre [[labbra]] che il menomo rifiuto rattrista, noi superiamo miracolosamente le distanze, doniamo il nostro [[sangue]], spendiamo l'avvenire. Oggi tu vuoi il mio [[passato]]: eccolo. Però, sappilo, Natalie, per obbedirti ho dovuto calpestare inviolate repugnanze.» ===Citazioni=== *I dolori, le meditazioni, le disperazioni, le melancolie passate e non dimenticate sono altrettanti legami con i quali l'anima si allaccia all'anima confidente. *I godimenti che la passione dà, sono orribilmente [[Tempesta|tempestosi]], pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima. *I sentimenti corrono sempre vivi in questi ruscelli scavati che trattengono le [[Acqua|acque]], li purificano, rinfrescano incessantemente il cuore e fertilizzano la vita con gli abbondanti tesori di una [[fede]] nascosta, divina sorgente ove si moltiplica l'unico pensiero di un unico amore. *Il rispetto è una barriera che protegge egualmente il grande e il piccolo, ciascuno dal suo lato può guardarsi in faccia. *L'amore ha in orrore tutto ciò che non è esso stesso. *L'[[astinenza]] ha dei mortali mancamenti che alcune briciole, cadute a una a una da quel [[cielo]] che da Dan al Sahara dà la manna al viandante, prevengono. *La lingua di una [[Inghilterra|inglese]] spiritosa assomiglia a quella di una tigre che strazia la carne fino all'osso volendo giocare. *La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani. *Le anime dolci e pacifiche in cui la collera è impossibile, che vogliono far regnare attorno a sé la loro profonda [[pace]] interiore, sanno esse sole quanta forza sia necessaria per tali [[Lotta|lotte]], quali abbondanti fiotti di sangue affluiscono al cuore prima di intraprendere il combattimento, quale stanchezza si impadronisca dell'[[essere]] loro quando dopo aver lottato, nulla è raggiunto. *«Le leggi penali son state fatte da gente che non ha conosciuto la sventura.» *Le meno astute delle donne hanno un'infinità di trappole; la più sciocca trionfa grazie alla poca diffidenza che ispira. *Le passioni vere sembrano essere dei bei fiori che più dànno piacere al vederli quanto più è ingrato il terreno ove fioriscono. *Lo [[Schiavitù|schiavo]] ha la propria vanità, non vuole [[Obbedienza|obbedire]] che al più grande dei despoti; *Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo. *Vi sono nella natura effetti i cui significati sono senza contorni, e che si elevano all'altezza delle più grandi concezioni [[Morale|morali]]. ==''Il medico di campagna''== ===[[Incipit]]=== Nel 1829, in una bella mattina di primavera, un uomo di una cinquantina d'anni seguiva a cavallo un sentiero di montagna che conduce a un grosso borgo vicino alla Grande Certosa, e capoluogo d'un cantone popoloso circoscritto da una lunga valle. Un torrente dal letto sassoso e spesso a secco, ma in quel momento gonfio per le nevi disciolte, bagna la valle chiusa tra due montagne parallele dominate da tutte le parti dai picchi della Savoia e da quelli del Delfinato. Benché i paesaggi compresi tra la catena delle due Moriane abbiano un'aria di famiglia, il cantone attraversato dal forestiero presenta movimenti di terreno ed effetti di luce che invano si cercherebbero altrove. ===Citazioni=== *Il [[Bene e male|male]] possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d'ammirazione, mentre il [[Bene e male|bene]] è largamente muto. (p. 206) *La malattia del nostro [[tempo]] è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.<ref>Da ''Il medico di campagna''.</ref> *Nei luoghi in cui si trovano cretini, la popolazione crede che la presenza d'uno di essi porta fortuna alla famiglia. Tale credenza serve a render dolce una vita che, in una città, sarebbe condannata ai rigori d'una falsa filantropia e alla disciplina d'un ospizio. (p. 183) *Se abbiamo tanti cattivi amministratori, è che l'amministrazione, come il gusto, procede da un sentimento elevatissimo, purissimo. In questo il genio viene da una tendenza dell'animo e non da una scienza. (p. 206) ==''Illusioni perdute''== ===''I due poeti''=== *L'[[avarizia]] comincia dove finisce la povertà. *Oggi la [[società]], invitando tutti i suoi figli a uno stesso festino, risveglia in essi l'ambizione fin dal mattino della vita. Essa priva la giovinezza delle sue grazie e vizia la maggior parte dei suoi sentimenti generosi contaminandoli con il calcolo. La poesia vorrebbe che non fosse così; ma i fatti troppo spesso smentiscono la finzione alla quale si vorrebbe credere, sicché non è possibile rappresentare il giovane del [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] diversamente da quello che è. *Una delle disgrazie cui sono soggette le grandi intelligenze è quella di abbracciare necessariamente tutto, i vizi come le virtù. ===''Un grand'uomo di provincia a Parigi''=== *Che cosa è l'[[arte]], signore? è la natura concentrata. *La [[critica]] è una spazzola da non usare sulle stoffe leggere che si romperebbero. *Quei luoghi di perdizione del pensiero chiamati [[Giornale|giornali]]. *Questa [[reputazione]] tanto desiderata è quasi sempre una prostituta. *Una voce gli gridò dentro: «L'intelligenza è la leva con la quale si solleva il mondo.» Ma un'altra voce gli gridò che il punto d'appoggio dell'intelligenza è il denaro. *Dalla vista di un poeta eminente che vi prostituiva la musa a un giornalista che vi umiliava l'arte, come la donna era umiliata, prostituita sotto quelle gallerie ignobili, il grand'uomo di provincia ricavava insegnamenti terribili. Il denaro era la parola chiave dell'enigma. *La coscienza, mio caro, è un bastone che impugniamo per battere il prossimo, ma che non usiamo mai su noi stessi. *Ciò che rende le amicizie indissolubili e raddoppia il loro fascino è un [[sentimento]] che manca all'amore, la [[sicurezza]]. ===''La sofferenza dell'inventore''=== *Attualmente, da voi, il successo è la ragione suprema di tutte le azioni, quali che siano. […] Tutto è forma. [...] I nemici dell'ordine sociale sfruttano questa contraddizione per inveire contro la giustizia e per sdegnarsi in nome del popolo perché viene mandato in galera un ladro notturno di polli mentre un uomo che rovina intere famiglie con una bancarotta fraudolenta se la cava con qualche mese di prigione: ma questi ipocriti sanno bene che condannando il ladro i giudici difendono quella barriera fra poveri e ricchi che, se fosse abbattuta, provocherebbe la fine dell'ordine sociale, mentre colui che dichiara fallimento, chi carpisce con la scaltrezza un'eredità, il banchiere che manda a monte un affare a proprio vantaggio, provocano solo degli spostamenti di capitali. […] La vostra società non adora più il vero Dio, ma il Vitello d'Oro! E questa la religione della vostra Carta, che ormai, in politica, tiene conto solo della proprietà. Non è come dire a tutti i sudditi: "Cercate di essere ricchi..."? […] Perché vi ho detto di adeguarvi alla società?... Perché oggi, giovanotto, la società si è a poco a poco arrogata tanti diritti sugli individui, che l'individuo è costretto a combattere la società. Non ci sono più leggi, ma solo usanze, cioè affettazioni; dunque, sempre la forma. *Ci sono due storie: la [[storia]] ufficiale, menzognera, quella che si insegna, la storia ad ''usum delphini''; e la storia segreta, nella quale si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa. *In [[Francia]], si applaude da cinquant'anni allo spettacolo delle scempiaggini nazionali, si continuano a portare assurdi cappelli, e il [[governo]] cambia solo a condizione di essere sempre lo stesso! ===Citazioni sul libro=== *Se proviamo a rileggere le ''Illusions perdues'' e ''[[Guerra e pace]]'' o ''[[Thomas Hardy#Tess dei d'Uberville|Tess]]'', nasce in noi un'impressione che i lettori di allora dovevano probabilmente condividere: la realtà pareva densa, folta, resistente, immodificabile come il granito. Qualsiasi tentativo gli uomini facessero per cambiarla, si spezzava contro di lei. Oggi, la nostra impressione è capovolta. ([[Pietro Citati]]) ==''L'ultima incarnazione di Vautrin''== ===[[Incipit]]=== – Che c'è Maddalena? – disse la signora Camusot vedendo entrare nella stanza la sua cameriera con quell'aria che sanno prendere i domestici nelle circostanze critiche.<br>– Signora, – rispose Maddalena, – il signore è tornato dal Palazzo di [[Giustizia]]; ma egli ha la fisionomia così stravolta, e si trova in uno stato tale, che la signora farebbe meglio ad andare da lui, nel suo studio.<br>Ha detto qualche cosa? – domandò la signora Camusot.<br>– No, signora; ma non abbiamo mai vista una fisionomia simile al signore, si direbbe che sta per venirgli una malattia; è giallo, sembra che stia per disfarsi, e... ===Citazioni=== *Il [[pericolo]] estremo ha sull'[[anima]] una potenza così terribile quanto quella dei più potenti reattivi sul [[corpo]]. È una pila di [[Alessandro Volta|Volta]] morale. Forse non è lontano il [[giorno]] in cui si scoprirà che il sentimento si condensa chimicamente in un fluido, quasi simile a quello dell'elettricità. *Il [[potere]] non prova la propria [[forza]] a sé stesso che collo strano abuso d'incoronare con le palme della [[vittoria]] qualche assurdità, insultando il [[genio]], sola forza che il potere assoluto non possa toccare. La promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni. *Il [[ricatto]] è uno dei più [[Viltà|vili]] assassini. E ai miei [[Occhio|occhi]] un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio. *La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere [[Odio|odiato]], che non è mai sazia, causa un tetro spavento. *Quando la [[legge]] è soddisfatta, la [[società]] non lo è, essa conserva le sue differenze, e fa di tutto per giustificarle a sé stessa; essa rende il forzato liberato un essere impossibile; essa deve rendergli tutti i suoi [[Diritto|diritti]], ma gli interdice di vivere in una certa zona. *Sono i paesi atei o [[Filosofia|filosofi]] che fanno pagar cara la vita umana a quelli che la turbano, ed hanno ragione, poiché essi non credono che alla materia, presentemente! ==''La borsa''== ===[[Incipit]]=== '''A SOFKA'''.<br><br>''Non avete mai notato, signorina, che mettendo due visi in adorazione da parte e parte d'una bella santa, i pittori o gli scultori medioevali non hanno mai trascurato di dar loro una somiglianza filiale? Vedendo il vostro nome tra quelli che mi sono cari, e sotto l'egida dei quali metto i miei [[Libro|libri]], ricordatevi di quella dolce rassomiglianza e troverete, qui, più che un omaggio, l'espressione dell'affetto fraterno che nutre per voi.<br><br>il vostro servitore''<br>'''Di Balzac'''.<br><br>Le anime sentono tante volte il fiorire d'un'ora deliziosa proprio nel momento in cui non è ancor [[notte]] e il giorno non è più; la luce crepuscolare illumina, allora, con le sue sfumature e i suoi bizzarri riflessi tutti gli oggetti, e ridesta un [[sogno]] che si sposa vagamente ai giochi d'[[ombra]] e di luce. Il silenzio che regna quasi sempre in quei momenti, li fa tanto cari agli artisti, che si raccolgono, si mettono a qualche passo dalle loro opere lasciate incompiute e le giudicano e s'inebriano del soggetto, il cui senso intimo spicca allora agli occhidel genio. Chi non è rimasto pensieroso accanto a un amico in quegli istanti di sogno e di poesia difficilmente ne comprenderà le indicibili bellezze. ===Citazioni=== *Un uomo costretto a prodigare a molte donne il suo [[tempo]] e i suoi fascini non poteva essere degno d'un vero affetto. ==''La cugina Betta''== ===[[Incipit]]=== I PARENTI POVERI<br>''A don Michele Cajetani,<br>principe di [[Teano]]''<br>[...] Che il vostro spirito, e la poesia che è in voi, proteggano i<br>due episodi dei ''Parenti Poveri''<br>del vostro affezionato servitore<br>DE BALZAC<br>''Parigi, [[agosto]]-[[settembre]] 1846''<br>Verso la metà di [[luglio]] dell'anno 1838, una di quelle carrozze da poco messe in circolazione per le piazze di Parigi, e chiamate ''milord'', correva in via dell'Università, con sopra un uomo piuttosto grasso, di statura media, in uniforme di capitano della Guardia nazionale.<br>I [[Parigi|parigini]] passano per gente di spirito, ma si trovano tra loro anche di quelli che si credono più belli in uniforme che in abito [[Borghesia|borghese]], e s'immaginano che le donne siano favorevolmente colpite alla vista di un berrettone di pelo e di una [[divisa]] militare; il che equivale a supporre nelle donne gusti alquanto depravati. ===Citazioni=== *Le vere passioni hanno un loro [[istinto]] molto preciso. Mettete un piatto di frutta davanti a un [[Golosità|goloso]]; non si sbaglierà, sceglierà, anche ad occhi chiusi, il frutto migliore. Così è anche per le ragazze che abbiano avuto una buona educazione: date loro la possibilità di scegliersi il marito che fa per loro, e raramente sbaglieranno. La [[natura]] è infallibile. E il modo con cui si manifesta la natura in questi casi è: innamorarsi al primo sguardo. In amore, il primo sguardo è semplicemente e precisamente una seconda vista. *A Parigi la generosità è il più delle volte niente altro che una speculazione; come l'ingratitudine è quasi sempre una vendetta!...Con una parente [[Povertà|povera]] si tratta come con i [[Cane|cani]] ai quali si dànno le ossa. ==''La pelle di zigrino''== ===[[Incipit]]=== Verso la fine dello scorso mese di ottobre,<ref>1830</ref> un giovane entrò nel Palais-Royal proprio quando, secondo la legge che tutela una passione essenzialmente vantaggiosa per il fisco, aprivano le case da gioco. Senza troppo esitare, egli salì le scale della bisca indicata col numero 36. ===Citazioni=== *Chi dice arte, dice menzogna. *Ci sono abissi che l'amore non può superare malgrado la forza delle sue ali. *Il sentimento che l'uomo sopporta più difficilmente è la pietà, soprattutto quando se la merita. L'[[odio]] è un tonico, fa vivere, suscita la [[vendetta]]; ma la [[pietà]] uccide, indebolisce ancora di più la nostra debolezza. *In un'ora d'amore c'è tutta una vita. *La chiave di tutte le scienze è senza alcun dubbio il punto interrogativo. *La gente aborrisce i dolori e le sventure, li teme al pari dei contagi, tra essi e i vizi non esita mai: il [[vizio]] è un lusso. *Le donne vogliono emozioni ad ogni costo. *Non sai che tutti abbiamo la pretesa di [[Dolore|soffrire]] molto più degli altri? *Tra la mollezza di una spugna bagnata e la durezza di una pietra pomice ci sono gradazioni infinite. L'uomo è qui. ==''La ricerca dell'assoluto''== ===[[Incipit]]=== A Douai, in rue de Paris, c'è una casa il cui aspetto esteriore, la disposizione interna e i particolari hanno conservato, più che quelli di ogni altra dimora, il carattere delle vecchie costruzioni fiamminghe, così naturalmente rispondenti ai consumi patriarcali di quel paese; ma prima di descriverla, è forse necessario ribadire, nell'interesse degli scrittori, la necessità di quelle premesse didattiche contro le quali protestano taluni individui ignoranti e voraci, che vorrebbero emozioni senza ammettere i principi generatori, il fiore senza il seme, il bambino senza la gestazione. L'Arte dovrebbe essere più forte di quanto non lo sia la natura? ===Citazioni=== *L'[[archeologia]] sta alla natura sociale così come l'anatomia comparata sta alla natura organizzata. (p. 23) {{NDR|[[proporzioni|proporzione]]}} *Un mosaico rivela tutta una società, come uno [[scheletro]] di ittiosauro sottintende una creazione. (p. 23) *La [[causa ed effetto|causa]] fa intuire un [[causa ed effetto|effetto]], come ogni effetto consente di risalire a una causa. (p. 23) *La materialità più squisita si ritrova in tutte le abitudini fiamminghe. Il comfort inglese presenta tinte secche, toni duri; mentre in Fiandra i vecchi interni delle case rallegrano lo sguardo con morbidi colori e con una schietta bonomia; suggeriscono un lavoro senza fatica, e il piacere della pipa rivela una felice applicazione del ''far niente'' napoletano; [...] (pp. 24-25) *Troppo spesso il vizio e il genio producono effetti simili, che ingannano l'uomo comune. Il genio non è forse un eccesso costante che divora tempo, denaro, corpo, e conduce all'ospedale ancor più rapidamente delle cattive passioni? (p. 38) *Sembra che gli uomini abbiano addirittura più rispetto per i vizi che per il genio, giacché rifiutano di dargli credito. (p. 38) *Una donna bella può tranquillamente esser se stessa, il mondo ne tollera sempre una sciocchezza o una goffaggine; mentre invece un solo sguardo spegne anche la più meravigliosa delle espressioni sulle labbra di una donna brutta, le intimidisce gli occhi, aumenta la malagrazia dei suoi gesti, imbarazza il suo compagno. (p. 44) *L'amore che si basa sul denaro e sulla vanità genera la più ostinata delle passioni [...]. (p. 131) ===Citazioni sul libro=== *Pubblicato in quello stesso 1834 in cui Balzac lo aveva scritto, ''La Recherche de l'Absolu'' fa parte degli «Studi Filosofici» nella ripartizione in cui si articola il grande edificio della ''Comédie Humaine''. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) *Senza averci ancora detto nulla di lui {{NDR|Balthazar Claës}}, Balzac ce lo fa sentire come un essere straordinario, avvolto di mistero, presenza prevalente in quella casa, di certo causa e origine di molto per sé e i suoi. Tutto in questa inquietante figura ci rivela un ''homo melancholicus'', un saturnino. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) ==''Onorina''== *L'edificio è una di quelle magnifiche ville in cui i nobili genovesi profusero milioni al tempo della potenza di quella repubblica aristocratica. Se la tarda sera è bella in qualche luogo, lo è indubbiamente a [[Genova]], quando è piovuto come piove laggiù, a torrenti, per tutta la mattinata; quando la purezza del mare gareggia con la purezza del cielo; quando il silenzio regna sul viale e nei boschetti di quella villa, tra i marmi dalla bocca spalancata da cui l'acqua fluisce con un senso di mistero; quando le stelle brillano, quando le onde del Mediterraneo si susseguono come le confidenze di una donna a cui strappiate parola per parola. (p. 8) *Onorina Pedrotti è una di quelle belle [[Donne genovesi|genovesi]] che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di [[Giuliano de' Medici|Giuliano]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (p. 12) *A Genova, oggigiorno la bellezza non esiste più che sotto il ''[[mezzaro]]'', così come a Venezia non la si ritrova che sotto i ''fazzioli''. (p. 12) ==''Papà Goriot''== ===[[Incipit]]=== La signora Vauquer, nata de Conflans, è una vecchia donna che, da quarant'anni, conduce a Parigi una pensione borghese situata in via Neuve-Sainte-Geneviéve, tra il quartier latino e il sobborgo Saint-Marceau. La pensione, conosciuta sotto il nome di ''Casa Vauquer'', accoglie senza distinzione uomini e donne, giovani e vecchi, senza che la maldicenza abbia mai potuto fare appunti alla moralità di questa rispettabile casa. Ma è pur vero che da trent'anni non vi si era mai veduta persona giovane, e, se un giovane vi dimorava, gli è perché la sua famiglia deve corrispondergli un ben magro mensile. ===Citazioni=== *Tra i diciotto commensali si trovava, come nei collegi, come dappertutto, una povera creatura abbandonata, una vittima su cui fioccavano gli scherzi. Al principio del secondo anno, questa figura divenne per Eugenio de Rastignac la più saliente fra tutte quelle in mezzo a cui era condannato a vivere ancora per due anni. Questo ''Patirai'' era l'antico vermicellaio, papà Goriot, sul quale un pittore, lo storico, avrebbe fatto cadere tutta la luce del quadro. (p. 14) *Il nostro cuore è un tesoro, vuotatelo di colpo, siete rovinati. Noi non perdoniamo ad un sentimento d'essersi manifestato nella sua interezza più di quanto non perdoniamo ad un uomo di non possedere un soldo di suo. (p. 58) *Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle [[marionetta|marionette]], bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda. (p. 62) *Chiedete alle donne quali uomini preferiscono: gli ambiziosi. Gli ambiziosi hanno le reni più resistenti, il sangue più ricco di ferro, il cuore più caldo, degli altri uomini. E la donna è così felice e così bella nelle ore in cui è forte, che preferisce a tutti gli uomini quello che ha una forza enorme, a costo d'essere spezzata da lui. (p. 77) *È noioso desiderare sempre e non soddisfarsi mai. (p. 77) *Di [[corruzione]] ce n'è tanta, il talento è raro. Perciò, la corruzione è l'arma della mediocrità che abbonda, e voi ne sentirete ovunque la punta. (p. 79) *La [[virtù]] è inscindibile: o è o non è. Si dice che basta far penitenza dei propri peccati. Un altro bel sistema, in virtù del quale si è assolti da un delitto con un atto di contrizione! (p. 83) *Che cosa c'è di più bello del contemplare la propria vita e trovarla pura come un giglio? Io e la vita siamo come un giovane e la sua fidanzata. (p. 84) *La beneficenza, che unisce due esseri in uno solo, è una passione celeste, tanto incompresa, tanto rara quanto il vero amore. L'una e l'altro sono la [[prodigalità]] delle anime belle. (p. 87) *È proprio nella natura femminile provare l'impossibile col possibile e distruggere i fatti con presentimenti. (p. 109) *L'insuccesso ci fa sentire sempre il potere delle nostre pretese. (p. 109) *Ricchi o poveri, non hanno mai denaro per le necessità della vita, mentre ne trovano sempre per i loro capricci. (p. 112) *Le donne sono sempre sincere, anche nelle loro più grandi falsità, perché cedono a qualche sentimento naturale. (p. 114) *Un sentimento non è forse il mondo in un pensiero? (p. 118) *L'amore è una religione, e il culto deve costar più caro che quello d'ogni altra religione; esso passa rapidamente, e passa come un monello che vuol lasciar traccia del suo passaggio con le devastazioni. Il lusso del sentimento è la poesia delle soffitte; senza tale ricchezza, che diverrebbe l'amore? (p. 161) *Rastignac, come la maggior parte dei giovani i quali, in anticipo, hanno assaporato il gusto del grandioso, voleva presentarsi completamente armato nella lizza del mondo, ne aveva contratto la febbre e sentiva forse di avere il potere di dominarlo, ma senza ancora conoscere né i mezzi né il fine di quella ambizione. Quando manca l'amore puro e sacro, che riempie una vita, questa sete del potere può divenire un nobile sentimento; basta abbandonare ogni interesse personale e proporsi qual meta la grandezza del proprio paese. (p. 161) *– Sacramento!, signori – disse il ripetitore – lasciate stare papà Goriot, e non ce ne fate fare un'indigestione; è da un'ora che ci è servito in tutte le salse! Uno dei privilegi della brava città di Parigi è quello di poter nascere, vivere, morire senza che nessuno vi faccia attenzione. Approfittiamo perciò dei vantaggi della civiltà. Oggi sono morte sessanta persone; vi volete proprio impietosire delle ecatombi parigine? Se papà Goriot è crepato, tanto meglio per lui! Se lo adoravate, andate a vegliarlo, e a noi lasciateci mangiare in pace.<br>Oh!, sì – disse la vedova – meglio per lui che sia morto! Pare che il pover'uomo abbia avuto parecchi dispiaceri, durante la sua vita. (p. 205) *Provò quei bei [[rimorso|rimorsi]] intimi e nobili – il cui merito raramente è apprezzato dagli uomini quando giudicano i propri simili – che fanno sovente assolvere dagli angeli del cielo il criminale condannato dai giuristi della terra. (p. 86) *La [[gioventù]] non osa guardarsi allo specchio della coscienza quando precipita dalla parte dell'ingiustizia, mentre l'età matura vi si è già specchiata: qui sta tutta la differenza fra queste due fasi della vita. (p. 108) *In questo assomigliava a molta gente che non si fida dei parenti e si abbandona al primo venuto. Fatto di costume curioso, ma vero, di cui è facile trovare radice nel cuore umano. Forse alcuni non hanno più nulla da guadagnare vicino alle persone con cui vivono; anzi dopo aver mostrato loro il vuoto della propria anima si sentono intimamente giudicate da quelle con una severità meritata; e così, provando un bisogno invincibile di adulazioni che non ricevono mai, oppure rosi dalla voglia di apparire possessori di qualità che non hanno, sperano di sorprendere la stima o il cuore degli estranei, a rischio, un giorno o l'altro, di abbassarsi. (p. 23) *Come tutte le menti ristrette, Mme Vauquer aveva l'abitudine di non uscire dalla cerchia degli eventi e di non giudicarne le cause. Preferiva incolpare gli altri dei propri errori. (p. 23) *Ecco com'è la vita. È un po' come la [[Cucina (architettura)|cucina]], puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.<ref>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Ardonldo Mondadori Editore, Milano 1995, ed. 1. p. 109.</ref> *Forse l'amore è solo la riconoscenza del piacere.<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 881714603X</ref> *Il [[segreto]] delle grandi fortune senza causa apparente è un delitto dimenticato, perché è stato eseguito secondo le regole.<ref name=goriot>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Garzanti, Milano, 2011.</ref> *La [[felicità]] è la poesia delle donne.<ref name=goriot /> ===[[Explicit]]=== Rimasto solo, mosse qualche passo verso la sommità del cimitero e vide Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive della Senna, dove cominciava a brillare qualche luce, [...] Gettò su quell'arnia ronzante uno sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in anticipo, e pronunciò queste solenni parole:"A noi due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo dalla signora di Nucingen. ==''Sarrasine''== ===[[Incipit]]=== Ero immerso in una di quelle meditazioni profonde che capitano a tutti, anche a un uomo frivolo, nel corso delle feste più tumultuose. Mezzanotte era suonata da poco all'orologio dell'Elysée-Bourbon. ===Citazioni=== *[[Parigi]] è è un paese molto ospitale; accoglie tutto, sia le fortune vergognose che quelle insaguinate. Il delitto e l'infamia vi godono diritto d'asilo, v'incontrano simpatie; solo la virtù non vi possiede altari. (p. 94) ==''Splendori e miserie delle cortigiane''== ===[[Incipit]]=== Nel 1824, all'ultimo ballo dell'Opéra, parecchie maschere furono colpite dalla [[bellezza]] di un giovane che passeggiava per i corridoi e nel ridotto, con l'aria di chi cerchi una donna trattenuta a casa da circostanze impreviste. Il segreto di quell'andatura, ora indolente ora affrettata, è noto solo alle donne d'età e ad alcuni emeriti perdigiorno. In quell'immenso convegno di folla, non osserva molto la folla, gli interessi sono vibranti di [[passione]] e persino l'[[ozio]] assume un volto preoccupato. Il giovane dandy era talmente assorto nella sua inquieta ricerca che non si accorgeva del proprio successo; le esclamazioni ironicamente ammirative di certe maschere, la serietà di certi stupori, i frizzi pungenti, le più dolci [[Parola|parole]], egli non li udiva, non li vedeva. ===Citazioni=== *Gli [[ebrei]], quantunque siano così spesso imbastarditi dai contatti con altri [[Popolo|popoli]], tra le loro numerose tribù conservano la traccia della sublime bellezza [[asia]]tica. Quando non sono brutti, d'una bruttezza repellente, gli israeliti presentano gli stupendi caratteri dei volti armeni. Esther avrebbe ottenuto la palma in un harem, poiché possedeva le trenta bellezze armoniosamente fuse insieme. *Il privilegio di trovarsi dappertutto a casa propria appartiene solo ai re, alle puttane e ai ladri.<ref name=diz/> :''Ce privilège d'être partout chez soi n'appartient qu'aux rois, aux filles et aux voleurs''. *L'amore vero, come si sa, è spietato.<ref name=diz/> :''L'amour vrai, comme on sait, est impitoyable''. *Quando si è in cammino sotto un [[sole]] cocente, non ci si ferma neppure per cogliere il più splendido fiore. ==''Trattato della vita elegante''== *Da quando le società esistono un [[governo]] è sempre stato, per forza di cose, un contratto d'assicurazione concluso fra i ricchi contro i poveri.<ref name=e /> *L'abbigliamento è l'espressione della società.<ref name=e /> *La [[fortuna]] che uno s'acquista è in proporzione con i bisogni che uno si crea.<ref name=e /> ==''Un principe della Bohème''== ===[[Incipit]]=== AD HEINE<br>''Mio caro [[Heinrich Heine|Heine]], dedico a voi questo studio, a voi che rappresentate a [[Parigi]] lo [[spirito]] e la poesia della [[Germania]], come in Germania rappresentate l'ardente e briosa critica [[Francia|francese]], a voi che sapete meglio di chiunqu'altro ciò che può esservi qui di critica, di celia, d'amore e di [[verità]].<br>Di Balzac.<br>– Amico mio caro, – disse la signora della Baudraye cavando un manoscritto di sotto al guanciale del suo canapè, – mi perdonerete se, nell'estremo bisogno in cui ci troviamo, io ho tratta una novella da ciò che ci avete detto alcuni giorni fa?'' ===Citazioni=== *Tutte le donne sono eguali davanti all'uomo. *Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione [[Inverno|invernale]]. *La [[speranza]] è una [[memoria]] che [[Desiderio|desidera]], il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il [[pensiero]]! ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Farragus, capo dei Divoranti''=== Ci sono [[strade]], a [[Parigi]], non meno disonorate di quanto possa esserlo un uomo colpevole di infamie; ce ne sono di nobili, poi, o di semplicemente oneste; poi strade giovani, sulla cui moralità il pubblico non ha ancora avuto modo di farsi un'opinione; poi strade assassine; poi strade più vecchie di quanto non siano vecchie le più antiche vegliarde; e poi strade rispettabili, strade sempre pulite, strade sempre sporche, strade operaie, strade laboriose, strade mercantili. Le strade di Parigi hanno qualità umane, insomma, e la loro fisionomia suscita idee a cui non è possibile sottrarsi.<ref name=inc>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===''Il parroco del villaggio''=== All'angolo della rue de la Vieille-Poste e della rue de la Cité, a Limoges, esisteva ancora trent'anni or sono una di quelle botteghe che sembrano essere rimaste tali e quali dal Medioevo in qua.<ref name=inc/> ===''La ragazza dagli occhi d'oro''=== Uno degli spettacoli più spaventosi che esistano sulla faccia della terra è senza dubbio l'aspetto dei parigini, gente orribile a vedersi, smunta, gialla, terrea.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Honoré de Balzac== *Balzac è forse il solo scrittore che abbia il diritto di scrivere male. ([[Jules Renard]]) *Era un uomo che non è mai riuscito a trovare il proprio metodo. Uno Shakespeare inespresso, schiacciato sotto il peso di particolari imposti e fiacchi. Per una mente matura è stupefacente vedere fino a che punto sia scadente, fiacco, falso, noioso; e naturalmente, ogni volta che cede al proprio temperamento, buono e potente. Non poteva accettare la noia, e per questo diventò noioso. Voleva sviluppare tutto, ed è annegato lontano da riva, sommerso da una massa di particolari clamorosi e incoerenti. ([[Robert Louis Stevenson]]) *In Balzac vi sono tre categorie della passione: cercatori, collezionisti, quelli che se la godono. Oggi è il tempo dei collezionisti. ([[Corrado Alvaro]]) ===[[Pietro Paolo Trompeo]]=== *Narratore ineguale, poeta a sbalzi, moralista compromesso dal valer troppo provar, Balzac non sarà per avventura uno storico? Il fascino che la storia esercitò sempre su lui ha senza dubbio gran parte nella sua vocazione di romanziere. Per un momento egli aspirò ad essere il [[Walter Scott]] francese, e per sua e nostra fortuna fu invece lui, Balzac, e lasciò a [[Alexandre Dumas (padre)| Dumas]] padre il facile mestiere di mettere a sacco la storia di [[Francia]]. *Se avesse avuto la libera fantasia del suo amico [[Stendhal]], si sarebbe abbandonato alla gioia di veder agire le proprie creature quasi per se stesse mosse, senza interventi programmatici, secondo la logica della loro natura. *Se non fu l'[[Omero]] della borghesia, Balzac ne fu almeno il [[Tacito]] e il [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]]. Chi voglia avere il quadro totale della società francese durante la prima metà dell'Ottocento non può lasciar da parte Balzac. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Honoré de Balzac, ''All'insegna del gatto che gioca alla palla'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Eugénie Grandet'', traduzione di Grazia Deledda, Newton Compton editori, 1994. *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'' (''Eugénie Grandet''), traduzione di Raoul Vivaldi, De Carlo Editore, Roma, 1944 *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'', Bietti, Torino, 1963. *Honoré de Balzac, ''Fisiologia del matrimonio'', traduzione di Emilio Faccioli, Elliot, Roma, 2017. *Honoré de Balzac, ''Il colonnello Chabert'', traduzione di Alfredo Fabietti, Treves, Treccani, Tuminelli – Milano-Roma, MCMXXXII. *Honoré de Balzac, ''Il ballo di Sceaux'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Il cugino Pons'', traduzione di Ugo Déttore, BUR, 2013. ISBN 9788858651728 *Honoré de Balzac, ''Il giglio della valle'', traduzione di Giampaolo Tolomei, CDE, 1972. *Honoré de Balzac, ''Il medico di campagna'' (''Le médecin de campagne''), traduzione di Maria Ortiz, Fratelli Melita Editori, La Spezia 1989. *Honoré de Balzac, ''Illusioni perdute'', traduzione di Argia Micchettoni, Garzanti, Milano, 2012. ISBN 978-88-11-13533-3 *Honoré de Balzac, ''L'ultima incarnazione di Vautrin'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano 1910. *Honoré de Balzac, ''La borsa'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''La cugina Betta'', traduzione di M.A. Denti e E. Villa, BMM, 1952. *Honoré de Balzac, ''La pelle di zigrino'', traduzione di Cosimo Ortesta, Garzanti, Milano, 2011. ISBN 9788811134015 *Honoré de Balzac, ''Onorina'', traduzione di Gabriella Alzati, Rizzoli, Milano, 1951. *Honoré de Balzac, ''Papà Goriot'', traduzione di Renato Mucci, Fratelli Melita Editori, 1989. *Honoré de Balzac, ''Sarrasine'', traduzione di Maria Ortiz, Oscar Mondadori, 1993. *Honoré de Balzac, ''Splendori e miserie delle cortigiane'' (''Splendeurs et miséres des courtisanes''), traduzione di Anna Premoli e Francesco Niederberger, Garzanti, 1968. *Honoré de Balzac, ''Un principe della Bohème'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano, 1910. *Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022. ISBN 978-88-203-3911-1 *Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', a cura e con un saggio critico di Domenico Tarizzo, Rizzoli, Milano, 1966. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La pelle di zigrino||(1831)}} {{Pedia|Papà Goriot||(1834)}} {{Pedia|Illusioni perdute||(1837–1843)}} {{DEFAULTSORT:Balzac, Honoré de}} [[Categoria:Critici letterari francesi]] [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Giornalisti francesi]] [[Categoria:Saggisti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] flm2m5k6mt794osfec0ywnn3vylswrj 1221466 1221400 2022-08-08T11:12:49Z Dread83 47 +1 wikitext text/x-wiki [[File:Balzac Gérard-Séguin.jpg|thumb|Ritratto di Balzac (J.A. Gérard-Séguin)]] '''Honoré de Balzac''' (1799 – 1850), scrittore francese. {{indicedx}} ==Citazioni di Honoré de Balzac== *Bisogna che una donna ami sempre un uomo che le sia superiore o che sia talmente ingannata nel giudicarlo tale, che allora il risultato sia identico...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *E così voi credete nella realtà!… Mi affascinate, davvero. Non vi avrei mai supposto ingenuo a tal segno. La realtà! Avanti, parlatemene, di questa realtà! Sottraetevi a queste candide fantasie. Suvvia! Siamo noi che la creiamo, la realtà.<ref>Citato in A. Billy, ''Vie de Balzac'', Flammarion, Parigi, 1944, t. II, p. 165.</ref> *{{NDR|[[George Sand]]}} Essa è un maschio, è artista, è grande, generosa, devota, casta; ha l'aspetto maschile: ''ergo'', non è donna...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *Ho avuto spesso l'occasione di osservare che quando la beneficenza non nuoce al benefattore, uccide il beneficato.<ref name=diz/> :''J'ai souvent eu l'occasion d'observer que quand la bienfaisance ne nuit pas au bienfaiteur, elle tue l'obligé''.<ref>Da ''Gobseck''.</ref> *I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.<ref>Citato da Domenico Tarizzo in Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', p. 31.</ref> *I delitti sono proporzionati alla purezza della [[coscienza]], e quello che per certi cuori è appena un errore, per alcune anime candide assume le proporzioni di un delitto.<ref>Da ''La storia dei Tredici''.</ref><ref name=e /> *Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non c'è che da studiarlo.<ref name=diz/> :''Le hasard est le plus grand romancier du monde: pour être fécond, il n'y a qu'à l'étudier''.<ref>Da ''La Comédie humaine'', Avant-propos.</ref> *Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.<ref name=diz/> :''Le cœur d'une mère est un abîme au fond duquel se trouve toujours un pardon''.<ref>Da ''La femme de trente ans''.</ref> *Il [[piacere]] è simile ad alcune sostanze medicinali: per ottenere costantemente eguali effetti, è necessario raddoppiare le dosi.<ref name=fanciulla>Da ''La fanciulla dagli occhi d'oro'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton, Roma, 2012. ISBN 9788854138285</ref> *Il potere e la legge devono essere affidati a uno solo. Chi vota discute. E un potere messo in discussione non esiste.<ref>Citato in Beniamino Placido, ''Balzac e l'imperatore'', in ''Nautilus'', a cura di Franco Marcoaldi, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 148.</ref> *Il vecchio è un uomo che ha mangiato e guarda gli altri pranzare.<ref>Da ''Pensées''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 6917.</ref> *In Francia, lo scherzo è re e signore di tutto: si scherza sul patibolo, alla Beresina, sulle barricate, e qualche francese probabilmente scherzerà anche alle grandi assise del Giudizio universale.<ref name=diz/> :''En France, tout est du domaine de la plaisanterie, elle y est reine: on plaisante sul l'échafaud, à la Bérésina, aux barricades, et quelque Français plaisantera sans doute aux grandes assises du jugement dernier''.<ref>Da ''Une ténébreuse affaire''.</ref> *L'[[amore]] che fa economia non è mai il vero amore.<ref>Da ''Melmoth riconciliato'', traduzione di Renato Mucci, in ''I capolavori della "Commedia umana"'', vol. V, Edizioni Casini, Roma, 1959, p. 34.</ref> *L'[[astrologia]] è una scienza immensa che ha regnato sulle più grandi intelligenze.<ref>Citato in André Barbault, ''Trattato pratico di astrologia''.</ref> *L'odio senza desiderio di vendetta è un seme caduto sul granito.<ref name=diz/> :''La haine sans désir de vengeance est un grain tombé sur du granit''.<ref>Da ''César Birotteau''.</ref> *L'uomo che non è [[Libertà|libero]] è proprio quello che le donne desiderano di più. L'amore è un ladro per eccellenza.<ref name=fanciulla /> *La [[burocrazia]] è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', agosto 1964.</ref> *La [[felicità]] materiale riposa sempre sulle cifre.<ref>Da ''La casa Nucingen''.</ref><ref name=e /> *La [[gloria]] è il sole dei morti. :''La gloire est le soleil des morts.''<ref>Da ''[[s:fr:La Recherche de l’Absolu|La Recherche de l'Absolu]]''.</ref> *La [[gloria]] è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.<ref>Da ''Pensées et maximes''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 3193.</ref> *La [[volontà]] può e deve essere motivo d'orgoglio più dell'ingegno.<ref>Da ''La musa del dipartimento''.</ref> *Le donne, quando non amano, hanno il sangue freddo di un vecchio avvocato.<ref>Da ''Honorine'', a cura di Pierluigi Pellini, traduzione di Francesco Monciatti, Sellerio, Palermo, 2019.</ref> *Le [[Legge|leggi]] sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate. :''Les lois sont des toiles d’araignées à travers lesquelles passent les grosses mouches et où restent les petites''.<ref>"La Maison Nucingen" (1837), in ''La Femme supérieure; La Maison Nucingen; La Torpille'', ed. Werdet, 1838, p. 34.</ref> *Le zie, le madri e le sorelle hanno una giurisprudenza particolare per i loro nipoti, i loro figli e i loro fratelli.<ref>Da ''Le cabinet des antiques''.</ref><ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.</ref> *[[Molière]], ragazzi miei, ha avuto l'onestà e il patriottismo a base del suo genio.<ref>Da ''I piccoli borghesi''.</ref> *Nessuna donna viene abbandonata senza [[ragione]]. È un assioma scritto in fondo al cuore di ogni donna; di qui il furore delle abbandonate.<ref>Da ''Piccole miserie della vita coniugale''</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref> *Nessuno osa dire addio all'[[abitudine]]. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della [[morte]] per il [[ricordo]] del caffè dove vanno tutte le sere a giocare la loro partita a [[domino]].<ref>Da ''Il cugino Pons''.</ref> *Non vi è che l'ultimo amore di una [[donna]] capace di soddisfare il primo di un uomo.<ref>Citato in Lisi, ''Aria su le quattro corde'', Editrice Tirrena.</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]]}} Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro. :''Huit jours avec de la fièvre! J'aurais encore eu le temps d'écrire un livre.''<ref>René Benjamin, ''La vie prodigieuse de Balzac'', Union générales d&éditions, 1962, p. 310.</ref> *Per un marito non c'è goffaggine maggiore di quella di parlare della propria moglie, se è virtuosa, alla propria amante, a parte quella di parlare della propria amante, se è bella, alla moglie.<ref name=diz/> :''Il n'y a pas de plus grande maladresse pour un mari que de parler de sa femme quand elle est vertueuse à sa maîtresse, si ce n'est de parler de sa maîtresse, quand elle est belle, à sa femme''.<ref>Da ''Béatrix''.</ref> *Una notte d'amore è un libro letto in meno.<ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Le Formiche: anno terzo'', Zelig Editore, 1995, § 1205.</ref> *Una società di atei inventerebbe subito una religione.<ref>Citato in ''Focus'', n. 94, p. 168.</ref> ===Attribuite=== *Dietro ad ogni grande [[fortuna]] c'è un [[crimine]].<ref>Citato in epigrafe in [[Mario Puzo]], ''Il padrino'', traduzione di Mercedes Giordini Ozzola, Corbaccio, 2021.</ref> :Versione semplificata di una frase in ''[[#Citazioni_12|Papà Goriot]]''.<ref>Garson O'Toole, ''Hemingway Didn't Say That. The Truth Behind Familiar Quotations'', Little A, New York, 2017.</ref> ==''All'insegna del gatto che gioca alla palla''== ===[[Incipit]]=== ''Alla signorina Maria di Montheau''.<br><br>Nel centro di via San Dionigi, quasi all'angolo della via del Piccolo Leone, c'era, or non è molto, una di quelle case preziose che, per analogia, facilitano agli storici la ricostruzione della vecchia Parigi. Le mura crollanti di quella bicocca apparivano ancora screziate di geroglifici. Quale altro nome poteva dare l'ozioso agli X e ai V tracciati sulla facciata dai travicelli trasversali o diagonali segnati sull'intonaco da piccole screpolature parallele? Evidentemente al passaggio della carrozza più leggera ognuna di quelle travi si muoveva negli incastri. Il venerando edificio era sormontato da un tetto triangolare, il cui modello va scomparendo a Parigi. Cedendo alle intemperie del clima della capitale, esso si sporgeva di circa tre piedi sulla [[Via|strada]], sia per proteggere dalle acque piovane la soglia del portone, sia per ospitare un solaio con la sua finestruola senza parapetto. Quest'ultimo piano era stato innalzato con assi inchiodate l'una sull'altra, come lastre d'ardesia, allo scopo certamente di non sovraccaricare la fragile casa. ===Citazioni=== *– Amate dunque la stoffa? – proruppe babbo Guillaume. – Ebbene, perbacco, brindiamo insieme, [[amico]] mio. Se apprezzate il commercio ci intenderemo facilmente. E del resto, perché disprezzarlo? Il [[mondo]] cominciò di lì, perché [[Adamo]] vendette il paradiso per una mela. Quella, per esempio, non fu una speculazione fortunata! (p. 71) *La gente comune non comprende le [[Sofferenza|sofferenze]] sempre rinascenti di un essere che unito a un altro dal più intimo di tutti i sentimenti è costretto a nascondere continuamente le più care fioriture del pensiero, a ricacciar nel nulla le immagini che una [[Magia|magica]] potenza lo costringe a creare. (p. 77) *Bisogna vincere le sofferenze morali che finiscono per rovinar la salute, perché l'amore non resiste a lungo al letto d'un [[Malattia|malato]]. (p. 97) *La melanconia dà a tutta prima una certa grazia che piace, ma finisce per far dimagrire e avvizzire il viso più affascinante. (p. 97) *Più noi amiamo e meno dobbiam lasciar scorgere a un uomo, soprattutto al marito, l'intensità del nostro affetto. Chi ama di più diventa schiavo e, peggio, è abbandonato presto o tardi. (p. 99) ==''Eugénie Grandet''== ===[[Incipit]]=== ====Grazia Deledda==== In alcune provincie si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi: in queste case vi sono forse qualche volta e il [[silenzio]] del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d'un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge dal parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della [[città]]. ====Raoul Vivaldi==== Si incontrano, in certe cittadine di provincia, alcuni edifici la cui vista infonde nell'animo una melanconia pari a quella che si prova nei chiostri più oscuri, nelle lande più desolate o dinanzi alle rovine più tristi. Può darsi infatti che si riuniscano in quegli edifici il silenzio dei chiostri, l'aridità delle lande o l'apparenza scheletrica delle rovine; la vita e il movimento hanno in essi un ritmo così tranquillo che un forestiero potrebbe crederli disabitati se, passando, non sentisse ad un tratto fisso su di sé lo sguardo pallido e freddo di una persona immobile il cui solo viso, quasi monastico, appare dietro i vetri di una finestra, al rumore di un passo sconosciuto. Simili elementi di melanconia esistono nella fisionomia di un edificio di Saumur, in cima alla ripida strada che conduce al castello, sull'alto della città. ====Bietti==== In certe città di provincia vi sono delle case il cui aspetto dà un'indicibile melanconia: ò la stessa malinconia che suscitano i vecchi chiostri, le aride lande e le cadenti rovine. Vita e movimento vi appaiono così tranquilli, che un forestiere le vrederebbe disabitate, se non incontrasse d'improvviso lo sguardo pallido e freddo d'una persona immobile, la cui figura claustrale viene ad appoggiarsi al parapetto della finestra, al suono di un passo insolito. Quest'aria di malinconia caratterizza appunto una casa posta a Saumur, all'estremità che mena al castello dalla parte alta della città. ===Citazioni=== *L'[[adulazione]] non viene mai dalle anime grandi, è appannaggio degli spiriti piccini, che riescono a rimpicciolirsi ancor più per meglio entrare nella sfera vitale delle persone intorno a cui gravitano. *Lo sguardo d'un uomo abituato a trarre dai suoi capitali un interesse straordinario, contrae fatalmente, come quello del voluttuoso, del giocatore, o del cortigiano, certe abitudini indefinibili, certi moti furtivi, avidi, che possono sfuggire a quelli che provano le identiche inclinazioni; e questo segreto linguaggio forma in certo qual modo la framassoneria delle passioni. *Se la [[luce]] è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore? *La [[burla]] fa appassire il cuore e dissipa ogni sentimento... *Vi son donne che non tollerano l'abbandono e che, pur di strappare l'amante alla rivale, lo uccidono e fuggono in capo al mondo, sul patibolo o nella tomba, vinte da un impeto sublime di passione superiore ad ogni giustizia umana; ma ve ne sono altre che piegano il capo e soffrono in silenzio; esse vanno morenti e rassegnate, pregando e perdonando, pregando e ricordando fino all'ultimo respiro. Ed è questo l'amor vero, l'amore degli [[Angelo|angeli]], l'amor dignitoso che vive della propria angoscia e ne muore. *Nelle circostanze solenni della vita, l'anima resta legata ai luoghi ove piaceri e dolori ci colpiscono [...]. (1994, p. 101) *Il [[denaro]] senza l'onore è una malattia. (1994, p. 136) *Quasi sempre gli errori di una donna derivano dalla sua fede nel bene o nel vero. (1994, p. 147) *Nella vita, la donna ha più cagioni di sofferenza dell'uomo e soffre, in realtà, più di lui. (1994, p. 177) ==''Fisiologia del matrimonio''== *Anche nelle mogli più virtuose vi è qualcosa che non è mai casto. (2017) *Il [[matrimonio]] deve incessantemente combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine.<ref name=diz/> :''Le mariage doit incessamment combattre un monstre qui dévore tout: l'habitude''. *Il [[matrimonio]] è un combattimento ad oltranza, prima del quale gli sposi domandano al [[cielo]] la sua benedizione. :''Le mariage est un combat à outrage avant lequel les deux époux demandent au ciel sa bénédiction''. *Il matrimonio è una scienza. (2017) *L'amore è la poesia dei sensi. (2017) *L'amore è un lusso sociale, come le trine e i diamanti.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/balzac/fisiologia_del_matrimonio/pdf/balzac_fisiologia_del_matrimonio.pdf Fisiologia del matrimonio]'', E. Sonzogno, Milano, 1883, p. 432.</ref> *La [[moglie|donna sposata]] è una schiava che bisogna saper mettere su un trono. (2017) *La [[potenza]] non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto. (2017) *Mai un marito sarà così ben vendicato come dall'amante di sua moglie. :''Jamais un mari ne sera si bien vengé que par l'amant de sa femme''. *Un marito, come un governo, non deve mai confessare errori.<ref name=diz/> :''Un mari, comme un gouvernement, ne doit jamais avouer de faute''. *Un marito non deve mai addormentarsi per primo né svegliarsi per ultimo.<ref name=diz/> :''Un mari ne doit jamais s'endormir le premier ni se réveiller le dernier''. ==''Il ballo di Sceaux''== ===[[Incipit]]=== ''A Enrico di Balzac<br>il fratello<br>Onorato''.<br><br>Il conte di Fontaine, capo di una delle più antiche [[Famiglia|famiglie]] del Poitou, aveva servita la causa dei Borboni con intelligenza e valore nella [[guerra]] che i Vandeani mossero contro la Repubblica. Dopo essere sfuggito a tutti i pericoli che minacciavano i capi realisti in quel burrascoso periodo della [[storia]] contemporanea, egli diceva allegramente di se stesso:<br> – Sono uno di quelli che si son fatti uccidere sui gradini del trono!<br>Questa frase scherzosa aveva un fondo di verità: l'avevano infatti lasciato tra i morti della sanguinosa giornata dei Quatre-Chemina!<br>Benché rovinato dalla confisca dei beni, il fedele Vandeano rifiutò tenacemente i posti lucrosi che gli aveva fatto offrire l'imperatore [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Irremovibile nella sua fede aristocratica, ne seguì ciecamente le massime quando gli parve conveniente scegliersi una moglie. ===Citazioni=== *Il Consiglio dei ministri è una specie d'albergo dove l'opinione pubblica ci invia di sovente strani viaggiatori, ma infine sapremo sempre dove mettere i nostri fedeli seguaci. (p. 115) *Una nobiltà senza [[Privilegio|privilegi]] [...] è come un utensile senza manico. (p. 122) *L'ammirazione prolungata è sempre una fatica per il genere umano. (p. 132) *Quelli che piacciono a tutti [...] non piacciono a nessuno e il peggiore dei difetti è quello di non averne. (p. 165) ==''Il colonnello Chabert''== ===[[Incipit]]=== Toh! ancora la nostra vecchia palandrana! L'esclamazione era sfuggita a uno scrivano, del genere di quelli che negli studi vengon chiamati galoppini e che in quel momento affondava i denti mangiando con grande appetito, un pezzo di [[pane]]. Lo scrivano ne staccò un po' di mollica per farne una pallottola che lanciò attraverso lo sportello d'una finestra alla quale si appoggiava. Ben diretta, la pallottola rimbalzò quasi all'altezza della finestra, dopo aver colpito il cappello d'uno sconosciuto che attraversava la corte d'una casa posta in [[via]] Vivienne, ove dimorava il signor Derville, procuratore legale. ===Citazioni=== *Ci sono dei sentimenti che le donne indovinano, nonostante la cura che gli uomini si danno per seppellirli. ==''Il giglio della valle''== ===[[Incipit]]=== ALLA CONTESSA NATALIE DI MANERVILLE<br> «Cedo al tuo desiderio. Il privilegio della donna che amiamo più di quanto ella ci ami è ben quello di renderci dimentichi delle regole del buon senso. Pur di non vedere una ruga sulle vostre fronti, pur di dissipare l'espressione imbronciata delle vostre [[labbra]] che il menomo rifiuto rattrista, noi superiamo miracolosamente le distanze, doniamo il nostro [[sangue]], spendiamo l'avvenire. Oggi tu vuoi il mio [[passato]]: eccolo. Però, sappilo, Natalie, per obbedirti ho dovuto calpestare inviolate repugnanze.» ===Citazioni=== *I dolori, le meditazioni, le disperazioni, le melancolie passate e non dimenticate sono altrettanti legami con i quali l'anima si allaccia all'anima confidente. *I godimenti che la passione dà, sono orribilmente [[Tempesta|tempestosi]], pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima. *I sentimenti corrono sempre vivi in questi ruscelli scavati che trattengono le [[Acqua|acque]], li purificano, rinfrescano incessantemente il cuore e fertilizzano la vita con gli abbondanti tesori di una [[fede]] nascosta, divina sorgente ove si moltiplica l'unico pensiero di un unico amore. *Il rispetto è una barriera che protegge egualmente il grande e il piccolo, ciascuno dal suo lato può guardarsi in faccia. *L'amore ha in orrore tutto ciò che non è esso stesso. *L'[[astinenza]] ha dei mortali mancamenti che alcune briciole, cadute a una a una da quel [[cielo]] che da Dan al Sahara dà la manna al viandante, prevengono. *La lingua di una [[Inghilterra|inglese]] spiritosa assomiglia a quella di una tigre che strazia la carne fino all'osso volendo giocare. *La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani. *Le anime dolci e pacifiche in cui la collera è impossibile, che vogliono far regnare attorno a sé la loro profonda [[pace]] interiore, sanno esse sole quanta forza sia necessaria per tali [[Lotta|lotte]], quali abbondanti fiotti di sangue affluiscono al cuore prima di intraprendere il combattimento, quale stanchezza si impadronisca dell'[[essere]] loro quando dopo aver lottato, nulla è raggiunto. *«Le leggi penali son state fatte da gente che non ha conosciuto la sventura.» *Le meno astute delle donne hanno un'infinità di trappole; la più sciocca trionfa grazie alla poca diffidenza che ispira. *Le passioni vere sembrano essere dei bei fiori che più dànno piacere al vederli quanto più è ingrato il terreno ove fioriscono. *Lo [[Schiavitù|schiavo]] ha la propria vanità, non vuole [[Obbedienza|obbedire]] che al più grande dei despoti; *Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo. *Vi sono nella natura effetti i cui significati sono senza contorni, e che si elevano all'altezza delle più grandi concezioni [[Morale|morali]]. ==''Il medico di campagna''== ===[[Incipit]]=== Nel 1829, in una bella mattina di primavera, un uomo di una cinquantina d'anni seguiva a cavallo un sentiero di montagna che conduce a un grosso borgo vicino alla Grande Certosa, e capoluogo d'un cantone popoloso circoscritto da una lunga valle. Un torrente dal letto sassoso e spesso a secco, ma in quel momento gonfio per le nevi disciolte, bagna la valle chiusa tra due montagne parallele dominate da tutte le parti dai picchi della Savoia e da quelli del Delfinato. Benché i paesaggi compresi tra la catena delle due Moriane abbiano un'aria di famiglia, il cantone attraversato dal forestiero presenta movimenti di terreno ed effetti di luce che invano si cercherebbero altrove. ===Citazioni=== *Il [[Bene e male|male]] possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d'ammirazione, mentre il [[Bene e male|bene]] è largamente muto. (p. 206) *La malattia del nostro [[tempo]] è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.<ref>Da ''Il medico di campagna''.</ref> *Nei luoghi in cui si trovano cretini, la popolazione crede che la presenza d'uno di essi porta fortuna alla famiglia. Tale credenza serve a render dolce una vita che, in una città, sarebbe condannata ai rigori d'una falsa filantropia e alla disciplina d'un ospizio. (p. 183) *Se abbiamo tanti cattivi amministratori, è che l'amministrazione, come il gusto, procede da un sentimento elevatissimo, purissimo. In questo il genio viene da una tendenza dell'animo e non da una scienza. (p. 206) ==''Illusioni perdute''== ===''I due poeti''=== *L'[[avarizia]] comincia dove finisce la povertà. *Oggi la [[società]], invitando tutti i suoi figli a uno stesso festino, risveglia in essi l'ambizione fin dal mattino della vita. Essa priva la giovinezza delle sue grazie e vizia la maggior parte dei suoi sentimenti generosi contaminandoli con il calcolo. La poesia vorrebbe che non fosse così; ma i fatti troppo spesso smentiscono la finzione alla quale si vorrebbe credere, sicché non è possibile rappresentare il giovane del [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] diversamente da quello che è. *Una delle disgrazie cui sono soggette le grandi intelligenze è quella di abbracciare necessariamente tutto, i vizi come le virtù. ===''Un grand'uomo di provincia a Parigi''=== *Che cosa è l'[[arte]], signore? è la natura concentrata. *La [[critica]] è una spazzola da non usare sulle stoffe leggere che si romperebbero. *Quei luoghi di perdizione del pensiero chiamati [[Giornale|giornali]]. *Questa [[reputazione]] tanto desiderata è quasi sempre una prostituta. *Una voce gli gridò dentro: «L'intelligenza è la leva con la quale si solleva il mondo.» Ma un'altra voce gli gridò che il punto d'appoggio dell'intelligenza è il denaro. *Dalla vista di un poeta eminente che vi prostituiva la musa a un giornalista che vi umiliava l'arte, come la donna era umiliata, prostituita sotto quelle gallerie ignobili, il grand'uomo di provincia ricavava insegnamenti terribili. Il denaro era la parola chiave dell'enigma. *La coscienza, mio caro, è un bastone che impugniamo per battere il prossimo, ma che non usiamo mai su noi stessi. *Ciò che rende le amicizie indissolubili e raddoppia il loro fascino è un [[sentimento]] che manca all'amore, la [[sicurezza]]. ===''La sofferenza dell'inventore''=== *Attualmente, da voi, il successo è la ragione suprema di tutte le azioni, quali che siano. […] Tutto è forma. [...] I nemici dell'ordine sociale sfruttano questa contraddizione per inveire contro la giustizia e per sdegnarsi in nome del popolo perché viene mandato in galera un ladro notturno di polli mentre un uomo che rovina intere famiglie con una bancarotta fraudolenta se la cava con qualche mese di prigione: ma questi ipocriti sanno bene che condannando il ladro i giudici difendono quella barriera fra poveri e ricchi che, se fosse abbattuta, provocherebbe la fine dell'ordine sociale, mentre colui che dichiara fallimento, chi carpisce con la scaltrezza un'eredità, il banchiere che manda a monte un affare a proprio vantaggio, provocano solo degli spostamenti di capitali. […] La vostra società non adora più il vero Dio, ma il Vitello d'Oro! E questa la religione della vostra Carta, che ormai, in politica, tiene conto solo della proprietà. Non è come dire a tutti i sudditi: "Cercate di essere ricchi..."? […] Perché vi ho detto di adeguarvi alla società?... Perché oggi, giovanotto, la società si è a poco a poco arrogata tanti diritti sugli individui, che l'individuo è costretto a combattere la società. Non ci sono più leggi, ma solo usanze, cioè affettazioni; dunque, sempre la forma. *Ci sono due storie: la [[storia]] ufficiale, menzognera, quella che si insegna, la storia ad ''usum delphini''; e la storia segreta, nella quale si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa. *In [[Francia]], si applaude da cinquant'anni allo spettacolo delle scempiaggini nazionali, si continuano a portare assurdi cappelli, e il [[governo]] cambia solo a condizione di essere sempre lo stesso! ===Citazioni sul libro=== *Se proviamo a rileggere le ''Illusions perdues'' e ''[[Guerra e pace]]'' o ''[[Thomas Hardy#Tess dei d'Uberville|Tess]]'', nasce in noi un'impressione che i lettori di allora dovevano probabilmente condividere: la realtà pareva densa, folta, resistente, immodificabile come il granito. Qualsiasi tentativo gli uomini facessero per cambiarla, si spezzava contro di lei. Oggi, la nostra impressione è capovolta. ([[Pietro Citati]]) ==''L'ultima incarnazione di Vautrin''== ===[[Incipit]]=== – Che c'è Maddalena? – disse la signora Camusot vedendo entrare nella stanza la sua cameriera con quell'aria che sanno prendere i domestici nelle circostanze critiche.<br>– Signora, – rispose Maddalena, – il signore è tornato dal Palazzo di [[Giustizia]]; ma egli ha la fisionomia così stravolta, e si trova in uno stato tale, che la signora farebbe meglio ad andare da lui, nel suo studio.<br>Ha detto qualche cosa? – domandò la signora Camusot.<br>– No, signora; ma non abbiamo mai vista una fisionomia simile al signore, si direbbe che sta per venirgli una malattia; è giallo, sembra che stia per disfarsi, e... ===Citazioni=== *Il [[pericolo]] estremo ha sull'[[anima]] una potenza così terribile quanto quella dei più potenti reattivi sul [[corpo]]. È una pila di [[Alessandro Volta|Volta]] morale. Forse non è lontano il [[giorno]] in cui si scoprirà che il sentimento si condensa chimicamente in un fluido, quasi simile a quello dell'elettricità. *Il [[potere]] non prova la propria [[forza]] a sé stesso che collo strano abuso d'incoronare con le palme della [[vittoria]] qualche assurdità, insultando il [[genio]], sola forza che il potere assoluto non possa toccare. La promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni. *Il [[ricatto]] è uno dei più [[Viltà|vili]] assassini. E ai miei [[Occhio|occhi]] un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio. *La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere [[Odio|odiato]], che non è mai sazia, causa un tetro spavento. *Quando la [[legge]] è soddisfatta, la [[società]] non lo è, essa conserva le sue differenze, e fa di tutto per giustificarle a sé stessa; essa rende il forzato liberato un essere impossibile; essa deve rendergli tutti i suoi [[Diritto|diritti]], ma gli interdice di vivere in una certa zona. *Sono i paesi atei o [[Filosofia|filosofi]] che fanno pagar cara la vita umana a quelli che la turbano, ed hanno ragione, poiché essi non credono che alla materia, presentemente! ==''La borsa''== ===[[Incipit]]=== '''A SOFKA'''.<br><br>''Non avete mai notato, signorina, che mettendo due visi in adorazione da parte e parte d'una bella santa, i pittori o gli scultori medioevali non hanno mai trascurato di dar loro una somiglianza filiale? Vedendo il vostro nome tra quelli che mi sono cari, e sotto l'egida dei quali metto i miei [[Libro|libri]], ricordatevi di quella dolce rassomiglianza e troverete, qui, più che un omaggio, l'espressione dell'affetto fraterno che nutre per voi.<br><br>il vostro servitore''<br>'''Di Balzac'''.<br><br>Le anime sentono tante volte il fiorire d'un'ora deliziosa proprio nel momento in cui non è ancor [[notte]] e il giorno non è più; la luce crepuscolare illumina, allora, con le sue sfumature e i suoi bizzarri riflessi tutti gli oggetti, e ridesta un [[sogno]] che si sposa vagamente ai giochi d'[[ombra]] e di luce. Il silenzio che regna quasi sempre in quei momenti, li fa tanto cari agli artisti, che si raccolgono, si mettono a qualche passo dalle loro opere lasciate incompiute e le giudicano e s'inebriano del soggetto, il cui senso intimo spicca allora agli occhidel genio. Chi non è rimasto pensieroso accanto a un amico in quegli istanti di sogno e di poesia difficilmente ne comprenderà le indicibili bellezze. ===Citazioni=== *Un uomo costretto a prodigare a molte donne il suo [[tempo]] e i suoi fascini non poteva essere degno d'un vero affetto. ==''La cugina Betta''== ===[[Incipit]]=== I PARENTI POVERI<br>''A don Michele Cajetani,<br>principe di [[Teano]]''<br>[...] Che il vostro spirito, e la poesia che è in voi, proteggano i<br>due episodi dei ''Parenti Poveri''<br>del vostro affezionato servitore<br>DE BALZAC<br>''Parigi, [[agosto]]-[[settembre]] 1846''<br>Verso la metà di [[luglio]] dell'anno 1838, una di quelle carrozze da poco messe in circolazione per le piazze di Parigi, e chiamate ''milord'', correva in via dell'Università, con sopra un uomo piuttosto grasso, di statura media, in uniforme di capitano della Guardia nazionale.<br>I [[Parigi|parigini]] passano per gente di spirito, ma si trovano tra loro anche di quelli che si credono più belli in uniforme che in abito [[Borghesia|borghese]], e s'immaginano che le donne siano favorevolmente colpite alla vista di un berrettone di pelo e di una [[divisa]] militare; il che equivale a supporre nelle donne gusti alquanto depravati. ===Citazioni=== *Le vere passioni hanno un loro [[istinto]] molto preciso. Mettete un piatto di frutta davanti a un [[Golosità|goloso]]; non si sbaglierà, sceglierà, anche ad occhi chiusi, il frutto migliore. Così è anche per le ragazze che abbiano avuto una buona educazione: date loro la possibilità di scegliersi il marito che fa per loro, e raramente sbaglieranno. La [[natura]] è infallibile. E il modo con cui si manifesta la natura in questi casi è: innamorarsi al primo sguardo. In amore, il primo sguardo è semplicemente e precisamente una seconda vista. *A Parigi la generosità è il più delle volte niente altro che una speculazione; come l'ingratitudine è quasi sempre una vendetta!...Con una parente [[Povertà|povera]] si tratta come con i [[Cane|cani]] ai quali si dànno le ossa. *Il selvaggio ha solo sentimenti, l'uomo civile ha sentimenti e idee.<ref>Da ''La cugina Betta'', traduzione di [[Ugo Dettore]], Rizzoli, Milano, 2014. ISBN 978-88-586-6660-9</ref> ==''La pelle di zigrino''== ===[[Incipit]]=== Verso la fine dello scorso mese di ottobre,<ref>1830</ref> un giovane entrò nel Palais-Royal proprio quando, secondo la legge che tutela una passione essenzialmente vantaggiosa per il fisco, aprivano le case da gioco. Senza troppo esitare, egli salì le scale della bisca indicata col numero 36. ===Citazioni=== *Chi dice arte, dice menzogna. *Ci sono abissi che l'amore non può superare malgrado la forza delle sue ali. *Il sentimento che l'uomo sopporta più difficilmente è la pietà, soprattutto quando se la merita. L'[[odio]] è un tonico, fa vivere, suscita la [[vendetta]]; ma la [[pietà]] uccide, indebolisce ancora di più la nostra debolezza. *In un'ora d'amore c'è tutta una vita. *La chiave di tutte le scienze è senza alcun dubbio il punto interrogativo. *La gente aborrisce i dolori e le sventure, li teme al pari dei contagi, tra essi e i vizi non esita mai: il [[vizio]] è un lusso. *Le donne vogliono emozioni ad ogni costo. *Non sai che tutti abbiamo la pretesa di [[Dolore|soffrire]] molto più degli altri? *Tra la mollezza di una spugna bagnata e la durezza di una pietra pomice ci sono gradazioni infinite. L'uomo è qui. ==''La ricerca dell'assoluto''== ===[[Incipit]]=== A Douai, in rue de Paris, c'è una casa il cui aspetto esteriore, la disposizione interna e i particolari hanno conservato, più che quelli di ogni altra dimora, il carattere delle vecchie costruzioni fiamminghe, così naturalmente rispondenti ai consumi patriarcali di quel paese; ma prima di descriverla, è forse necessario ribadire, nell'interesse degli scrittori, la necessità di quelle premesse didattiche contro le quali protestano taluni individui ignoranti e voraci, che vorrebbero emozioni senza ammettere i principi generatori, il fiore senza il seme, il bambino senza la gestazione. L'Arte dovrebbe essere più forte di quanto non lo sia la natura? ===Citazioni=== *L'[[archeologia]] sta alla natura sociale così come l'anatomia comparata sta alla natura organizzata. (p. 23) {{NDR|[[proporzioni|proporzione]]}} *Un mosaico rivela tutta una società, come uno [[scheletro]] di ittiosauro sottintende una creazione. (p. 23) *La [[causa ed effetto|causa]] fa intuire un [[causa ed effetto|effetto]], come ogni effetto consente di risalire a una causa. (p. 23) *La materialità più squisita si ritrova in tutte le abitudini fiamminghe. Il comfort inglese presenta tinte secche, toni duri; mentre in Fiandra i vecchi interni delle case rallegrano lo sguardo con morbidi colori e con una schietta bonomia; suggeriscono un lavoro senza fatica, e il piacere della pipa rivela una felice applicazione del ''far niente'' napoletano; [...] (pp. 24-25) *Troppo spesso il vizio e il genio producono effetti simili, che ingannano l'uomo comune. Il genio non è forse un eccesso costante che divora tempo, denaro, corpo, e conduce all'ospedale ancor più rapidamente delle cattive passioni? (p. 38) *Sembra che gli uomini abbiano addirittura più rispetto per i vizi che per il genio, giacché rifiutano di dargli credito. (p. 38) *Una donna bella può tranquillamente esser se stessa, il mondo ne tollera sempre una sciocchezza o una goffaggine; mentre invece un solo sguardo spegne anche la più meravigliosa delle espressioni sulle labbra di una donna brutta, le intimidisce gli occhi, aumenta la malagrazia dei suoi gesti, imbarazza il suo compagno. (p. 44) *L'amore che si basa sul denaro e sulla vanità genera la più ostinata delle passioni [...]. (p. 131) ===Citazioni sul libro=== *Pubblicato in quello stesso 1834 in cui Balzac lo aveva scritto, ''La Recherche de l'Absolu'' fa parte degli «Studi Filosofici» nella ripartizione in cui si articola il grande edificio della ''Comédie Humaine''. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) *Senza averci ancora detto nulla di lui {{NDR|Balthazar Claës}}, Balzac ce lo fa sentire come un essere straordinario, avvolto di mistero, presenza prevalente in quella casa, di certo causa e origine di molto per sé e i suoi. Tutto in questa inquietante figura ci rivela un ''homo melancholicus'', un saturnino. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) ==''Onorina''== *L'edificio è una di quelle magnifiche ville in cui i nobili genovesi profusero milioni al tempo della potenza di quella repubblica aristocratica. Se la tarda sera è bella in qualche luogo, lo è indubbiamente a [[Genova]], quando è piovuto come piove laggiù, a torrenti, per tutta la mattinata; quando la purezza del mare gareggia con la purezza del cielo; quando il silenzio regna sul viale e nei boschetti di quella villa, tra i marmi dalla bocca spalancata da cui l'acqua fluisce con un senso di mistero; quando le stelle brillano, quando le onde del Mediterraneo si susseguono come le confidenze di una donna a cui strappiate parola per parola. (p. 8) *Onorina Pedrotti è una di quelle belle [[Donne genovesi|genovesi]] che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di [[Giuliano de' Medici|Giuliano]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (p. 12) *A Genova, oggigiorno la bellezza non esiste più che sotto il ''[[mezzaro]]'', così come a Venezia non la si ritrova che sotto i ''fazzioli''. (p. 12) ==''Papà Goriot''== ===[[Incipit]]=== La signora Vauquer, nata de Conflans, è una vecchia donna che, da quarant'anni, conduce a Parigi una pensione borghese situata in via Neuve-Sainte-Geneviéve, tra il quartier latino e il sobborgo Saint-Marceau. La pensione, conosciuta sotto il nome di ''Casa Vauquer'', accoglie senza distinzione uomini e donne, giovani e vecchi, senza che la maldicenza abbia mai potuto fare appunti alla moralità di questa rispettabile casa. Ma è pur vero che da trent'anni non vi si era mai veduta persona giovane, e, se un giovane vi dimorava, gli è perché la sua famiglia deve corrispondergli un ben magro mensile. ===Citazioni=== *Tra i diciotto commensali si trovava, come nei collegi, come dappertutto, una povera creatura abbandonata, una vittima su cui fioccavano gli scherzi. Al principio del secondo anno, questa figura divenne per Eugenio de Rastignac la più saliente fra tutte quelle in mezzo a cui era condannato a vivere ancora per due anni. Questo ''Patirai'' era l'antico vermicellaio, papà Goriot, sul quale un pittore, lo storico, avrebbe fatto cadere tutta la luce del quadro. (p. 14) *Il nostro cuore è un tesoro, vuotatelo di colpo, siete rovinati. Noi non perdoniamo ad un sentimento d'essersi manifestato nella sua interezza più di quanto non perdoniamo ad un uomo di non possedere un soldo di suo. (p. 58) *Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle [[marionetta|marionette]], bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda. (p. 62) *Chiedete alle donne quali uomini preferiscono: gli ambiziosi. Gli ambiziosi hanno le reni più resistenti, il sangue più ricco di ferro, il cuore più caldo, degli altri uomini. E la donna è così felice e così bella nelle ore in cui è forte, che preferisce a tutti gli uomini quello che ha una forza enorme, a costo d'essere spezzata da lui. (p. 77) *È noioso desiderare sempre e non soddisfarsi mai. (p. 77) *Di [[corruzione]] ce n'è tanta, il talento è raro. Perciò, la corruzione è l'arma della mediocrità che abbonda, e voi ne sentirete ovunque la punta. (p. 79) *La [[virtù]] è inscindibile: o è o non è. Si dice che basta far penitenza dei propri peccati. Un altro bel sistema, in virtù del quale si è assolti da un delitto con un atto di contrizione! (p. 83) *Che cosa c'è di più bello del contemplare la propria vita e trovarla pura come un giglio? Io e la vita siamo come un giovane e la sua fidanzata. (p. 84) *La beneficenza, che unisce due esseri in uno solo, è una passione celeste, tanto incompresa, tanto rara quanto il vero amore. L'una e l'altro sono la [[prodigalità]] delle anime belle. (p. 87) *È proprio nella natura femminile provare l'impossibile col possibile e distruggere i fatti con presentimenti. (p. 109) *L'insuccesso ci fa sentire sempre il potere delle nostre pretese. (p. 109) *Ricchi o poveri, non hanno mai denaro per le necessità della vita, mentre ne trovano sempre per i loro capricci. (p. 112) *Le donne sono sempre sincere, anche nelle loro più grandi falsità, perché cedono a qualche sentimento naturale. (p. 114) *Un sentimento non è forse il mondo in un pensiero? (p. 118) *L'amore è una religione, e il culto deve costar più caro che quello d'ogni altra religione; esso passa rapidamente, e passa come un monello che vuol lasciar traccia del suo passaggio con le devastazioni. Il lusso del sentimento è la poesia delle soffitte; senza tale ricchezza, che diverrebbe l'amore? (p. 161) *Rastignac, come la maggior parte dei giovani i quali, in anticipo, hanno assaporato il gusto del grandioso, voleva presentarsi completamente armato nella lizza del mondo, ne aveva contratto la febbre e sentiva forse di avere il potere di dominarlo, ma senza ancora conoscere né i mezzi né il fine di quella ambizione. Quando manca l'amore puro e sacro, che riempie una vita, questa sete del potere può divenire un nobile sentimento; basta abbandonare ogni interesse personale e proporsi qual meta la grandezza del proprio paese. (p. 161) *– Sacramento!, signori – disse il ripetitore – lasciate stare papà Goriot, e non ce ne fate fare un'indigestione; è da un'ora che ci è servito in tutte le salse! Uno dei privilegi della brava città di Parigi è quello di poter nascere, vivere, morire senza che nessuno vi faccia attenzione. Approfittiamo perciò dei vantaggi della civiltà. Oggi sono morte sessanta persone; vi volete proprio impietosire delle ecatombi parigine? Se papà Goriot è crepato, tanto meglio per lui! Se lo adoravate, andate a vegliarlo, e a noi lasciateci mangiare in pace.<br>Oh!, sì – disse la vedova – meglio per lui che sia morto! Pare che il pover'uomo abbia avuto parecchi dispiaceri, durante la sua vita. (p. 205) *Provò quei bei [[rimorso|rimorsi]] intimi e nobili – il cui merito raramente è apprezzato dagli uomini quando giudicano i propri simili – che fanno sovente assolvere dagli angeli del cielo il criminale condannato dai giuristi della terra. (p. 86) *La [[gioventù]] non osa guardarsi allo specchio della coscienza quando precipita dalla parte dell'ingiustizia, mentre l'età matura vi si è già specchiata: qui sta tutta la differenza fra queste due fasi della vita. (p. 108) *In questo assomigliava a molta gente che non si fida dei parenti e si abbandona al primo venuto. Fatto di costume curioso, ma vero, di cui è facile trovare radice nel cuore umano. Forse alcuni non hanno più nulla da guadagnare vicino alle persone con cui vivono; anzi dopo aver mostrato loro il vuoto della propria anima si sentono intimamente giudicate da quelle con una severità meritata; e così, provando un bisogno invincibile di adulazioni che non ricevono mai, oppure rosi dalla voglia di apparire possessori di qualità che non hanno, sperano di sorprendere la stima o il cuore degli estranei, a rischio, un giorno o l'altro, di abbassarsi. (p. 23) *Come tutte le menti ristrette, Mme Vauquer aveva l'abitudine di non uscire dalla cerchia degli eventi e di non giudicarne le cause. Preferiva incolpare gli altri dei propri errori. (p. 23) *Ecco com'è la vita. È un po' come la [[Cucina (architettura)|cucina]], puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.<ref>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Ardonldo Mondadori Editore, Milano 1995, ed. 1. p. 109.</ref> *Forse l'amore è solo la riconoscenza del piacere.<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 881714603X</ref> *Il [[segreto]] delle grandi fortune senza causa apparente è un delitto dimenticato, perché è stato eseguito secondo le regole.<ref name=goriot>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Garzanti, Milano, 2011.</ref> *La [[felicità]] è la poesia delle donne.<ref name=goriot /> ===[[Explicit]]=== Rimasto solo, mosse qualche passo verso la sommità del cimitero e vide Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive della Senna, dove cominciava a brillare qualche luce, [...] Gettò su quell'arnia ronzante uno sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in anticipo, e pronunciò queste solenni parole:"A noi due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo dalla signora di Nucingen. ==''Sarrasine''== ===[[Incipit]]=== Ero immerso in una di quelle meditazioni profonde che capitano a tutti, anche a un uomo frivolo, nel corso delle feste più tumultuose. Mezzanotte era suonata da poco all'orologio dell'Elysée-Bourbon. ===Citazioni=== *[[Parigi]] è è un paese molto ospitale; accoglie tutto, sia le fortune vergognose che quelle insaguinate. Il delitto e l'infamia vi godono diritto d'asilo, v'incontrano simpatie; solo la virtù non vi possiede altari. (p. 94) ==''Splendori e miserie delle cortigiane''== ===[[Incipit]]=== Nel 1824, all'ultimo ballo dell'Opéra, parecchie maschere furono colpite dalla [[bellezza]] di un giovane che passeggiava per i corridoi e nel ridotto, con l'aria di chi cerchi una donna trattenuta a casa da circostanze impreviste. Il segreto di quell'andatura, ora indolente ora affrettata, è noto solo alle donne d'età e ad alcuni emeriti perdigiorno. In quell'immenso convegno di folla, non osserva molto la folla, gli interessi sono vibranti di [[passione]] e persino l'[[ozio]] assume un volto preoccupato. Il giovane dandy era talmente assorto nella sua inquieta ricerca che non si accorgeva del proprio successo; le esclamazioni ironicamente ammirative di certe maschere, la serietà di certi stupori, i frizzi pungenti, le più dolci [[Parola|parole]], egli non li udiva, non li vedeva. ===Citazioni=== *Gli [[ebrei]], quantunque siano così spesso imbastarditi dai contatti con altri [[Popolo|popoli]], tra le loro numerose tribù conservano la traccia della sublime bellezza [[asia]]tica. Quando non sono brutti, d'una bruttezza repellente, gli israeliti presentano gli stupendi caratteri dei volti armeni. Esther avrebbe ottenuto la palma in un harem, poiché possedeva le trenta bellezze armoniosamente fuse insieme. *Il privilegio di trovarsi dappertutto a casa propria appartiene solo ai re, alle puttane e ai ladri.<ref name=diz/> :''Ce privilège d'être partout chez soi n'appartient qu'aux rois, aux filles et aux voleurs''. *L'amore vero, come si sa, è spietato.<ref name=diz/> :''L'amour vrai, comme on sait, est impitoyable''. *Quando si è in cammino sotto un [[sole]] cocente, non ci si ferma neppure per cogliere il più splendido fiore. ==''Trattato della vita elegante''== *Da quando le società esistono un [[governo]] è sempre stato, per forza di cose, un contratto d'assicurazione concluso fra i ricchi contro i poveri.<ref name=e /> *L'abbigliamento è l'espressione della società.<ref name=e /> *La [[fortuna]] che uno s'acquista è in proporzione con i bisogni che uno si crea.<ref name=e /> ==''Un principe della Bohème''== ===[[Incipit]]=== AD HEINE<br>''Mio caro [[Heinrich Heine|Heine]], dedico a voi questo studio, a voi che rappresentate a [[Parigi]] lo [[spirito]] e la poesia della [[Germania]], come in Germania rappresentate l'ardente e briosa critica [[Francia|francese]], a voi che sapete meglio di chiunqu'altro ciò che può esservi qui di critica, di celia, d'amore e di [[verità]].<br>Di Balzac.<br>– Amico mio caro, – disse la signora della Baudraye cavando un manoscritto di sotto al guanciale del suo canapè, – mi perdonerete se, nell'estremo bisogno in cui ci troviamo, io ho tratta una novella da ciò che ci avete detto alcuni giorni fa?'' ===Citazioni=== *Tutte le donne sono eguali davanti all'uomo. *Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione [[Inverno|invernale]]. *La [[speranza]] è una [[memoria]] che [[Desiderio|desidera]], il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il [[pensiero]]! ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Farragus, capo dei Divoranti''=== Ci sono [[strade]], a [[Parigi]], non meno disonorate di quanto possa esserlo un uomo colpevole di infamie; ce ne sono di nobili, poi, o di semplicemente oneste; poi strade giovani, sulla cui moralità il pubblico non ha ancora avuto modo di farsi un'opinione; poi strade assassine; poi strade più vecchie di quanto non siano vecchie le più antiche vegliarde; e poi strade rispettabili, strade sempre pulite, strade sempre sporche, strade operaie, strade laboriose, strade mercantili. Le strade di Parigi hanno qualità umane, insomma, e la loro fisionomia suscita idee a cui non è possibile sottrarsi.<ref name=inc>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===''Il parroco del villaggio''=== All'angolo della rue de la Vieille-Poste e della rue de la Cité, a Limoges, esisteva ancora trent'anni or sono una di quelle botteghe che sembrano essere rimaste tali e quali dal Medioevo in qua.<ref name=inc/> ===''La ragazza dagli occhi d'oro''=== Uno degli spettacoli più spaventosi che esistano sulla faccia della terra è senza dubbio l'aspetto dei parigini, gente orribile a vedersi, smunta, gialla, terrea.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Honoré de Balzac== *Balzac è forse il solo scrittore che abbia il diritto di scrivere male. ([[Jules Renard]]) *Era un uomo che non è mai riuscito a trovare il proprio metodo. Uno Shakespeare inespresso, schiacciato sotto il peso di particolari imposti e fiacchi. Per una mente matura è stupefacente vedere fino a che punto sia scadente, fiacco, falso, noioso; e naturalmente, ogni volta che cede al proprio temperamento, buono e potente. Non poteva accettare la noia, e per questo diventò noioso. Voleva sviluppare tutto, ed è annegato lontano da riva, sommerso da una massa di particolari clamorosi e incoerenti. ([[Robert Louis Stevenson]]) *In Balzac vi sono tre categorie della passione: cercatori, collezionisti, quelli che se la godono. Oggi è il tempo dei collezionisti. ([[Corrado Alvaro]]) ===[[Pietro Paolo Trompeo]]=== *Narratore ineguale, poeta a sbalzi, moralista compromesso dal valer troppo provar, Balzac non sarà per avventura uno storico? Il fascino che la storia esercitò sempre su lui ha senza dubbio gran parte nella sua vocazione di romanziere. Per un momento egli aspirò ad essere il [[Walter Scott]] francese, e per sua e nostra fortuna fu invece lui, Balzac, e lasciò a [[Alexandre Dumas (padre)| Dumas]] padre il facile mestiere di mettere a sacco la storia di [[Francia]]. *Se avesse avuto la libera fantasia del suo amico [[Stendhal]], si sarebbe abbandonato alla gioia di veder agire le proprie creature quasi per se stesse mosse, senza interventi programmatici, secondo la logica della loro natura. *Se non fu l'[[Omero]] della borghesia, Balzac ne fu almeno il [[Tacito]] e il [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]]. Chi voglia avere il quadro totale della società francese durante la prima metà dell'Ottocento non può lasciar da parte Balzac. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Honoré de Balzac, ''All'insegna del gatto che gioca alla palla'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Eugénie Grandet'', traduzione di Grazia Deledda, Newton Compton editori, 1994. *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'' (''Eugénie Grandet''), traduzione di Raoul Vivaldi, De Carlo Editore, Roma, 1944 *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'', Bietti, Torino, 1963. *Honoré de Balzac, ''Fisiologia del matrimonio'', traduzione di Emilio Faccioli, Elliot, Roma, 2017. *Honoré de Balzac, ''Il colonnello Chabert'', traduzione di Alfredo Fabietti, Treves, Treccani, Tuminelli – Milano-Roma, MCMXXXII. *Honoré de Balzac, ''Il ballo di Sceaux'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Il cugino Pons'', traduzione di Ugo Déttore, BUR, 2013. ISBN 9788858651728 *Honoré de Balzac, ''Il giglio della valle'', traduzione di Giampaolo Tolomei, CDE, 1972. *Honoré de Balzac, ''Il medico di campagna'' (''Le médecin de campagne''), traduzione di Maria Ortiz, Fratelli Melita Editori, La Spezia 1989. *Honoré de Balzac, ''Illusioni perdute'', traduzione di Argia Micchettoni, Garzanti, Milano, 2012. ISBN 978-88-11-13533-3 *Honoré de Balzac, ''L'ultima incarnazione di Vautrin'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano 1910. *Honoré de Balzac, ''La borsa'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''La cugina Betta'', traduzione di M.A. Denti e E. Villa, BMM, 1952. *Honoré de Balzac, ''La pelle di zigrino'', traduzione di Cosimo Ortesta, Garzanti, Milano, 2011. ISBN 9788811134015 *Honoré de Balzac, ''Onorina'', traduzione di Gabriella Alzati, Rizzoli, Milano, 1951. *Honoré de Balzac, ''Papà Goriot'', traduzione di Renato Mucci, Fratelli Melita Editori, 1989. *Honoré de Balzac, ''Sarrasine'', traduzione di Maria Ortiz, Oscar Mondadori, 1993. *Honoré de Balzac, ''Splendori e miserie delle cortigiane'' (''Splendeurs et miséres des courtisanes''), traduzione di Anna Premoli e Francesco Niederberger, Garzanti, 1968. *Honoré de Balzac, ''Un principe della Bohème'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano, 1910. *Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022. ISBN 978-88-203-3911-1 *Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', a cura e con un saggio critico di Domenico Tarizzo, Rizzoli, Milano, 1966. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La pelle di zigrino||(1831)}} {{Pedia|Papà Goriot||(1834)}} {{Pedia|Illusioni perdute||(1837–1843)}} {{DEFAULTSORT:Balzac, Honoré de}} [[Categoria:Critici letterari francesi]] [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Giornalisti francesi]] [[Categoria:Saggisti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] cwsq656ue655su05yacrsfshf9ssr0g 1221469 1221466 2022-08-08T11:22:53Z Dread83 47 /* Citazioni */ wikitext text/x-wiki [[File:Balzac Gérard-Séguin.jpg|thumb|Ritratto di Balzac (J.A. Gérard-Séguin)]] '''Honoré de Balzac''' (1799 – 1850), scrittore francese. {{indicedx}} ==Citazioni di Honoré de Balzac== *Bisogna che una donna ami sempre un uomo che le sia superiore o che sia talmente ingannata nel giudicarlo tale, che allora il risultato sia identico...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *E così voi credete nella realtà!… Mi affascinate, davvero. Non vi avrei mai supposto ingenuo a tal segno. La realtà! Avanti, parlatemene, di questa realtà! Sottraetevi a queste candide fantasie. Suvvia! Siamo noi che la creiamo, la realtà.<ref>Citato in A. Billy, ''Vie de Balzac'', Flammarion, Parigi, 1944, t. II, p. 165.</ref> *{{NDR|[[George Sand]]}} Essa è un maschio, è artista, è grande, generosa, devota, casta; ha l'aspetto maschile: ''ergo'', non è donna...<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943.</ref> *Ho avuto spesso l'occasione di osservare che quando la beneficenza non nuoce al benefattore, uccide il beneficato.<ref name=diz/> :''J'ai souvent eu l'occasion d'observer que quand la bienfaisance ne nuit pas au bienfaiteur, elle tue l'obligé''.<ref>Da ''Gobseck''.</ref> *I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.<ref>Citato da Domenico Tarizzo in Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', p. 31.</ref> *I delitti sono proporzionati alla purezza della [[coscienza]], e quello che per certi cuori è appena un errore, per alcune anime candide assume le proporzioni di un delitto.<ref>Da ''La storia dei Tredici''.</ref><ref name=e /> *Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non c'è che da studiarlo.<ref name=diz/> :''Le hasard est le plus grand romancier du monde: pour être fécond, il n'y a qu'à l'étudier''.<ref>Da ''La Comédie humaine'', Avant-propos.</ref> *Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.<ref name=diz/> :''Le cœur d'une mère est un abîme au fond duquel se trouve toujours un pardon''.<ref>Da ''La femme de trente ans''.</ref> *Il [[piacere]] è simile ad alcune sostanze medicinali: per ottenere costantemente eguali effetti, è necessario raddoppiare le dosi.<ref name=fanciulla>Da ''La fanciulla dagli occhi d'oro'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton, Roma, 2012. ISBN 9788854138285</ref> *Il potere e la legge devono essere affidati a uno solo. Chi vota discute. E un potere messo in discussione non esiste.<ref>Citato in Beniamino Placido, ''Balzac e l'imperatore'', in ''Nautilus'', a cura di Franco Marcoaldi, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 148.</ref> *Il vecchio è un uomo che ha mangiato e guarda gli altri pranzare.<ref>Da ''Pensées''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 6917.</ref> *In Francia, lo scherzo è re e signore di tutto: si scherza sul patibolo, alla Beresina, sulle barricate, e qualche francese probabilmente scherzerà anche alle grandi assise del Giudizio universale.<ref name=diz/> :''En France, tout est du domaine de la plaisanterie, elle y est reine: on plaisante sul l'échafaud, à la Bérésina, aux barricades, et quelque Français plaisantera sans doute aux grandes assises du jugement dernier''.<ref>Da ''Une ténébreuse affaire''.</ref> *L'[[amore]] che fa economia non è mai il vero amore.<ref>Da ''Melmoth riconciliato'', traduzione di Renato Mucci, in ''I capolavori della "Commedia umana"'', vol. V, Edizioni Casini, Roma, 1959, p. 34.</ref> *L'[[astrologia]] è una scienza immensa che ha regnato sulle più grandi intelligenze.<ref>Citato in André Barbault, ''Trattato pratico di astrologia''.</ref> *L'odio senza desiderio di vendetta è un seme caduto sul granito.<ref name=diz/> :''La haine sans désir de vengeance est un grain tombé sur du granit''.<ref>Da ''César Birotteau''.</ref> *L'uomo che non è [[Libertà|libero]] è proprio quello che le donne desiderano di più. L'amore è un ladro per eccellenza.<ref name=fanciulla /> *La [[burocrazia]] è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', agosto 1964.</ref> *La [[felicità]] materiale riposa sempre sulle cifre.<ref>Da ''La casa Nucingen''.</ref><ref name=e /> *La [[gloria]] è il sole dei morti. :''La gloire est le soleil des morts.''<ref>Da ''[[s:fr:La Recherche de l’Absolu|La Recherche de l'Absolu]]''.</ref> *La [[gloria]] è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.<ref>Da ''Pensées et maximes''; citato ne ''Il libro dei mille savi'', n. 3193.</ref> *La [[volontà]] può e deve essere motivo d'orgoglio più dell'ingegno.<ref>Da ''La musa del dipartimento''.</ref> *Le donne, quando non amano, hanno il sangue freddo di un vecchio avvocato.<ref>Da ''Honorine'', a cura di Pierluigi Pellini, traduzione di Francesco Monciatti, Sellerio, Palermo, 2019.</ref> *Le [[Legge|leggi]] sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate. :''Les lois sont des toiles d’araignées à travers lesquelles passent les grosses mouches et où restent les petites''.<ref>"La Maison Nucingen" (1837), in ''La Femme supérieure; La Maison Nucingen; La Torpille'', ed. Werdet, 1838, p. 34.</ref> *Le zie, le madri e le sorelle hanno una giurisprudenza particolare per i loro nipoti, i loro figli e i loro fratelli.<ref>Da ''Le cabinet des antiques''.</ref><ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.</ref> *[[Molière]], ragazzi miei, ha avuto l'onestà e il patriottismo a base del suo genio.<ref>Da ''I piccoli borghesi''.</ref> *Nessuna donna viene abbandonata senza [[ragione]]. È un assioma scritto in fondo al cuore di ogni donna; di qui il furore delle abbandonate.<ref>Da ''Piccole miserie della vita coniugale''</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Citazioni'', Garzanti, 2003.</ref> *Nessuno osa dire addio all'[[abitudine]]. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della [[morte]] per il [[ricordo]] del caffè dove vanno tutte le sere a giocare la loro partita a [[domino]].<ref>Da ''Il cugino Pons''.</ref> *Non vi è che l'ultimo amore di una [[donna]] capace di soddisfare il primo di un uomo.<ref>Citato in Lisi, ''Aria su le quattro corde'', Editrice Tirrena.</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]]}} Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro. :''Huit jours avec de la fièvre! J'aurais encore eu le temps d'écrire un livre.''<ref>René Benjamin, ''La vie prodigieuse de Balzac'', Union générales d&éditions, 1962, p. 310.</ref> *Per un marito non c'è goffaggine maggiore di quella di parlare della propria moglie, se è virtuosa, alla propria amante, a parte quella di parlare della propria amante, se è bella, alla moglie.<ref name=diz/> :''Il n'y a pas de plus grande maladresse pour un mari que de parler de sa femme quand elle est vertueuse à sa maîtresse, si ce n'est de parler de sa maîtresse, quand elle est belle, à sa femme''.<ref>Da ''Béatrix''.</ref> *Una notte d'amore è un libro letto in meno.<ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Le Formiche: anno terzo'', Zelig Editore, 1995, § 1205.</ref> *Una società di atei inventerebbe subito una religione.<ref>Citato in ''Focus'', n. 94, p. 168.</ref> ===Attribuite=== *Dietro ad ogni grande [[fortuna]] c'è un [[crimine]].<ref>Citato in epigrafe in [[Mario Puzo]], ''Il padrino'', traduzione di Mercedes Giordini Ozzola, Corbaccio, 2021.</ref> :Versione semplificata di una frase in ''[[#Citazioni_12|Papà Goriot]]''.<ref>Garson O'Toole, ''Hemingway Didn't Say That. The Truth Behind Familiar Quotations'', Little A, New York, 2017.</ref> ==''All'insegna del gatto che gioca alla palla''== ===[[Incipit]]=== ''Alla signorina Maria di Montheau''.<br><br>Nel centro di via San Dionigi, quasi all'angolo della via del Piccolo Leone, c'era, or non è molto, una di quelle case preziose che, per analogia, facilitano agli storici la ricostruzione della vecchia Parigi. Le mura crollanti di quella bicocca apparivano ancora screziate di geroglifici. Quale altro nome poteva dare l'ozioso agli X e ai V tracciati sulla facciata dai travicelli trasversali o diagonali segnati sull'intonaco da piccole screpolature parallele? Evidentemente al passaggio della carrozza più leggera ognuna di quelle travi si muoveva negli incastri. Il venerando edificio era sormontato da un tetto triangolare, il cui modello va scomparendo a Parigi. Cedendo alle intemperie del clima della capitale, esso si sporgeva di circa tre piedi sulla [[Via|strada]], sia per proteggere dalle acque piovane la soglia del portone, sia per ospitare un solaio con la sua finestruola senza parapetto. Quest'ultimo piano era stato innalzato con assi inchiodate l'una sull'altra, come lastre d'ardesia, allo scopo certamente di non sovraccaricare la fragile casa. ===Citazioni=== *– Amate dunque la stoffa? – proruppe babbo Guillaume. – Ebbene, perbacco, brindiamo insieme, [[amico]] mio. Se apprezzate il commercio ci intenderemo facilmente. E del resto, perché disprezzarlo? Il [[mondo]] cominciò di lì, perché [[Adamo]] vendette il paradiso per una mela. Quella, per esempio, non fu una speculazione fortunata! (p. 71) *La gente comune non comprende le [[Sofferenza|sofferenze]] sempre rinascenti di un essere che unito a un altro dal più intimo di tutti i sentimenti è costretto a nascondere continuamente le più care fioriture del pensiero, a ricacciar nel nulla le immagini che una [[Magia|magica]] potenza lo costringe a creare. (p. 77) *Bisogna vincere le sofferenze morali che finiscono per rovinar la salute, perché l'amore non resiste a lungo al letto d'un [[Malattia|malato]]. (p. 97) *La melanconia dà a tutta prima una certa grazia che piace, ma finisce per far dimagrire e avvizzire il viso più affascinante. (p. 97) *Più noi amiamo e meno dobbiam lasciar scorgere a un uomo, soprattutto al marito, l'intensità del nostro affetto. Chi ama di più diventa schiavo e, peggio, è abbandonato presto o tardi. (p. 99) ==''Eugénie Grandet''== ===[[Incipit]]=== ====Grazia Deledda==== In alcune provincie si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi: in queste case vi sono forse qualche volta e il [[silenzio]] del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d'un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge dal parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della [[città]]. ====Raoul Vivaldi==== Si incontrano, in certe cittadine di provincia, alcuni edifici la cui vista infonde nell'animo una melanconia pari a quella che si prova nei chiostri più oscuri, nelle lande più desolate o dinanzi alle rovine più tristi. Può darsi infatti che si riuniscano in quegli edifici il silenzio dei chiostri, l'aridità delle lande o l'apparenza scheletrica delle rovine; la vita e il movimento hanno in essi un ritmo così tranquillo che un forestiero potrebbe crederli disabitati se, passando, non sentisse ad un tratto fisso su di sé lo sguardo pallido e freddo di una persona immobile il cui solo viso, quasi monastico, appare dietro i vetri di una finestra, al rumore di un passo sconosciuto. Simili elementi di melanconia esistono nella fisionomia di un edificio di Saumur, in cima alla ripida strada che conduce al castello, sull'alto della città. ====Bietti==== In certe città di provincia vi sono delle case il cui aspetto dà un'indicibile melanconia: ò la stessa malinconia che suscitano i vecchi chiostri, le aride lande e le cadenti rovine. Vita e movimento vi appaiono così tranquilli, che un forestiere le vrederebbe disabitate, se non incontrasse d'improvviso lo sguardo pallido e freddo d'una persona immobile, la cui figura claustrale viene ad appoggiarsi al parapetto della finestra, al suono di un passo insolito. Quest'aria di malinconia caratterizza appunto una casa posta a Saumur, all'estremità che mena al castello dalla parte alta della città. ===Citazioni=== *L'[[adulazione]] non viene mai dalle anime grandi, è appannaggio degli spiriti piccini, che riescono a rimpicciolirsi ancor più per meglio entrare nella sfera vitale delle persone intorno a cui gravitano. *Lo sguardo d'un uomo abituato a trarre dai suoi capitali un interesse straordinario, contrae fatalmente, come quello del voluttuoso, del giocatore, o del cortigiano, certe abitudini indefinibili, certi moti furtivi, avidi, che possono sfuggire a quelli che provano le identiche inclinazioni; e questo segreto linguaggio forma in certo qual modo la framassoneria delle passioni. *Se la [[luce]] è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore? *La [[burla]] fa appassire il cuore e dissipa ogni sentimento... *Vi son donne che non tollerano l'abbandono e che, pur di strappare l'amante alla rivale, lo uccidono e fuggono in capo al mondo, sul patibolo o nella tomba, vinte da un impeto sublime di passione superiore ad ogni giustizia umana; ma ve ne sono altre che piegano il capo e soffrono in silenzio; esse vanno morenti e rassegnate, pregando e perdonando, pregando e ricordando fino all'ultimo respiro. Ed è questo l'amor vero, l'amore degli [[Angelo|angeli]], l'amor dignitoso che vive della propria angoscia e ne muore. *Nelle circostanze solenni della vita, l'anima resta legata ai luoghi ove piaceri e dolori ci colpiscono [...]. (1994, p. 101) *Il [[denaro]] senza l'onore è una malattia. (1994, p. 136) *Quasi sempre gli errori di una donna derivano dalla sua fede nel bene o nel vero. (1994, p. 147) *Nella vita, la donna ha più cagioni di sofferenza dell'uomo e soffre, in realtà, più di lui. (1994, p. 177) ==''Fisiologia del matrimonio''== *Anche nelle mogli più virtuose vi è qualcosa che non è mai casto. (2017) *Il [[matrimonio]] deve incessantemente combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine.<ref name=diz/> :''Le mariage doit incessamment combattre un monstre qui dévore tout: l'habitude''. *Il [[matrimonio]] è un combattimento ad oltranza, prima del quale gli sposi domandano al [[cielo]] la sua benedizione. :''Le mariage est un combat à outrage avant lequel les deux époux demandent au ciel sa bénédiction''. *Il matrimonio è una scienza. (2017) *L'amore è la poesia dei sensi. (2017) *L'amore è un lusso sociale, come le trine e i diamanti.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/balzac/fisiologia_del_matrimonio/pdf/balzac_fisiologia_del_matrimonio.pdf Fisiologia del matrimonio]'', E. Sonzogno, Milano, 1883, p. 432.</ref> *La [[moglie|donna sposata]] è una schiava che bisogna saper mettere su un trono. (2017) *La [[potenza]] non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto. (2017) *Mai un marito sarà così ben vendicato come dall'amante di sua moglie. :''Jamais un mari ne sera si bien vengé que par l'amant de sa femme''. *Un marito, come un governo, non deve mai confessare errori.<ref name=diz/> :''Un mari, comme un gouvernement, ne doit jamais avouer de faute''. *Un marito non deve mai addormentarsi per primo né svegliarsi per ultimo.<ref name=diz/> :''Un mari ne doit jamais s'endormir le premier ni se réveiller le dernier''. ==''Il ballo di Sceaux''== ===[[Incipit]]=== ''A Enrico di Balzac<br>il fratello<br>Onorato''.<br><br>Il conte di Fontaine, capo di una delle più antiche [[Famiglia|famiglie]] del Poitou, aveva servita la causa dei Borboni con intelligenza e valore nella [[guerra]] che i Vandeani mossero contro la Repubblica. Dopo essere sfuggito a tutti i pericoli che minacciavano i capi realisti in quel burrascoso periodo della [[storia]] contemporanea, egli diceva allegramente di se stesso:<br> – Sono uno di quelli che si son fatti uccidere sui gradini del trono!<br>Questa frase scherzosa aveva un fondo di verità: l'avevano infatti lasciato tra i morti della sanguinosa giornata dei Quatre-Chemina!<br>Benché rovinato dalla confisca dei beni, il fedele Vandeano rifiutò tenacemente i posti lucrosi che gli aveva fatto offrire l'imperatore [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Irremovibile nella sua fede aristocratica, ne seguì ciecamente le massime quando gli parve conveniente scegliersi una moglie. ===Citazioni=== *Il Consiglio dei ministri è una specie d'albergo dove l'opinione pubblica ci invia di sovente strani viaggiatori, ma infine sapremo sempre dove mettere i nostri fedeli seguaci. (p. 115) *Una nobiltà senza [[Privilegio|privilegi]] [...] è come un utensile senza manico. (p. 122) *L'ammirazione prolungata è sempre una fatica per il genere umano. (p. 132) *Quelli che piacciono a tutti [...] non piacciono a nessuno e il peggiore dei difetti è quello di non averne. (p. 165) ==''Il colonnello Chabert''== ===[[Incipit]]=== Toh! ancora la nostra vecchia palandrana! L'esclamazione era sfuggita a uno scrivano, del genere di quelli che negli studi vengon chiamati galoppini e che in quel momento affondava i denti mangiando con grande appetito, un pezzo di [[pane]]. Lo scrivano ne staccò un po' di mollica per farne una pallottola che lanciò attraverso lo sportello d'una finestra alla quale si appoggiava. Ben diretta, la pallottola rimbalzò quasi all'altezza della finestra, dopo aver colpito il cappello d'uno sconosciuto che attraversava la corte d'una casa posta in [[via]] Vivienne, ove dimorava il signor Derville, procuratore legale. ===Citazioni=== *Ci sono dei sentimenti che le donne indovinano, nonostante la cura che gli uomini si danno per seppellirli. ==''Il giglio della valle''== ===[[Incipit]]=== ALLA CONTESSA NATALIE DI MANERVILLE<br> «Cedo al tuo desiderio. Il privilegio della donna che amiamo più di quanto ella ci ami è ben quello di renderci dimentichi delle regole del buon senso. Pur di non vedere una ruga sulle vostre fronti, pur di dissipare l'espressione imbronciata delle vostre [[labbra]] che il menomo rifiuto rattrista, noi superiamo miracolosamente le distanze, doniamo il nostro [[sangue]], spendiamo l'avvenire. Oggi tu vuoi il mio [[passato]]: eccolo. Però, sappilo, Natalie, per obbedirti ho dovuto calpestare inviolate repugnanze.» ===Citazioni=== *I dolori, le meditazioni, le disperazioni, le melancolie passate e non dimenticate sono altrettanti legami con i quali l'anima si allaccia all'anima confidente. *I godimenti che la passione dà, sono orribilmente [[Tempesta|tempestosi]], pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima. *I sentimenti corrono sempre vivi in questi ruscelli scavati che trattengono le [[Acqua|acque]], li purificano, rinfrescano incessantemente il cuore e fertilizzano la vita con gli abbondanti tesori di una [[fede]] nascosta, divina sorgente ove si moltiplica l'unico pensiero di un unico amore. *Il rispetto è una barriera che protegge egualmente il grande e il piccolo, ciascuno dal suo lato può guardarsi in faccia. *L'amore ha in orrore tutto ciò che non è esso stesso. *L'[[astinenza]] ha dei mortali mancamenti che alcune briciole, cadute a una a una da quel [[cielo]] che da Dan al Sahara dà la manna al viandante, prevengono. *La lingua di una [[Inghilterra|inglese]] spiritosa assomiglia a quella di una tigre che strazia la carne fino all'osso volendo giocare. *La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani. *Le anime dolci e pacifiche in cui la collera è impossibile, che vogliono far regnare attorno a sé la loro profonda [[pace]] interiore, sanno esse sole quanta forza sia necessaria per tali [[Lotta|lotte]], quali abbondanti fiotti di sangue affluiscono al cuore prima di intraprendere il combattimento, quale stanchezza si impadronisca dell'[[essere]] loro quando dopo aver lottato, nulla è raggiunto. *«Le leggi penali son state fatte da gente che non ha conosciuto la sventura.» *Le meno astute delle donne hanno un'infinità di trappole; la più sciocca trionfa grazie alla poca diffidenza che ispira. *Le passioni vere sembrano essere dei bei fiori che più dànno piacere al vederli quanto più è ingrato il terreno ove fioriscono. *Lo [[Schiavitù|schiavo]] ha la propria vanità, non vuole [[Obbedienza|obbedire]] che al più grande dei despoti; *Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo. *Vi sono nella natura effetti i cui significati sono senza contorni, e che si elevano all'altezza delle più grandi concezioni [[Morale|morali]]. ==''Il medico di campagna''== ===[[Incipit]]=== Nel 1829, in una bella mattina di primavera, un uomo di una cinquantina d'anni seguiva a cavallo un sentiero di montagna che conduce a un grosso borgo vicino alla Grande Certosa, e capoluogo d'un cantone popoloso circoscritto da una lunga valle. Un torrente dal letto sassoso e spesso a secco, ma in quel momento gonfio per le nevi disciolte, bagna la valle chiusa tra due montagne parallele dominate da tutte le parti dai picchi della Savoia e da quelli del Delfinato. Benché i paesaggi compresi tra la catena delle due Moriane abbiano un'aria di famiglia, il cantone attraversato dal forestiero presenta movimenti di terreno ed effetti di luce che invano si cercherebbero altrove. ===Citazioni=== *Il [[Bene e male|male]] possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d'ammirazione, mentre il [[Bene e male|bene]] è largamente muto. (p. 206) *La malattia del nostro [[tempo]] è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.<ref>Da ''Il medico di campagna''.</ref> *Nei luoghi in cui si trovano cretini, la popolazione crede che la presenza d'uno di essi porta fortuna alla famiglia. Tale credenza serve a render dolce una vita che, in una città, sarebbe condannata ai rigori d'una falsa filantropia e alla disciplina d'un ospizio. (p. 183) *Se abbiamo tanti cattivi amministratori, è che l'amministrazione, come il gusto, procede da un sentimento elevatissimo, purissimo. In questo il genio viene da una tendenza dell'animo e non da una scienza. (p. 206) ==''Illusioni perdute''== ===''I due poeti''=== *L'[[avarizia]] comincia dove finisce la povertà. *Oggi la [[società]], invitando tutti i suoi figli a uno stesso festino, risveglia in essi l'ambizione fin dal mattino della vita. Essa priva la giovinezza delle sue grazie e vizia la maggior parte dei suoi sentimenti generosi contaminandoli con il calcolo. La poesia vorrebbe che non fosse così; ma i fatti troppo spesso smentiscono la finzione alla quale si vorrebbe credere, sicché non è possibile rappresentare il giovane del [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] diversamente da quello che è. *Una delle disgrazie cui sono soggette le grandi intelligenze è quella di abbracciare necessariamente tutto, i vizi come le virtù. ===''Un grand'uomo di provincia a Parigi''=== *Che cosa è l'[[arte]], signore? è la natura concentrata. *La [[critica]] è una spazzola da non usare sulle stoffe leggere che si romperebbero. *Quei luoghi di perdizione del pensiero chiamati [[Giornale|giornali]]. *Questa [[reputazione]] tanto desiderata è quasi sempre una prostituta. *Una voce gli gridò dentro: «L'intelligenza è la leva con la quale si solleva il mondo.» Ma un'altra voce gli gridò che il punto d'appoggio dell'intelligenza è il denaro. *Dalla vista di un poeta eminente che vi prostituiva la musa a un giornalista che vi umiliava l'arte, come la donna era umiliata, prostituita sotto quelle gallerie ignobili, il grand'uomo di provincia ricavava insegnamenti terribili. Il denaro era la parola chiave dell'enigma. *La coscienza, mio caro, è un bastone che impugniamo per battere il prossimo, ma che non usiamo mai su noi stessi. *Ciò che rende le amicizie indissolubili e raddoppia il loro fascino è un [[sentimento]] che manca all'amore, la [[sicurezza]]. ===''La sofferenza dell'inventore''=== *Attualmente, da voi, il successo è la ragione suprema di tutte le azioni, quali che siano. […] Tutto è forma. [...] I nemici dell'ordine sociale sfruttano questa contraddizione per inveire contro la giustizia e per sdegnarsi in nome del popolo perché viene mandato in galera un ladro notturno di polli mentre un uomo che rovina intere famiglie con una bancarotta fraudolenta se la cava con qualche mese di prigione: ma questi ipocriti sanno bene che condannando il ladro i giudici difendono quella barriera fra poveri e ricchi che, se fosse abbattuta, provocherebbe la fine dell'ordine sociale, mentre colui che dichiara fallimento, chi carpisce con la scaltrezza un'eredità, il banchiere che manda a monte un affare a proprio vantaggio, provocano solo degli spostamenti di capitali. […] La vostra società non adora più il vero Dio, ma il Vitello d'Oro! E questa la religione della vostra Carta, che ormai, in politica, tiene conto solo della proprietà. Non è come dire a tutti i sudditi: "Cercate di essere ricchi..."? […] Perché vi ho detto di adeguarvi alla società?... Perché oggi, giovanotto, la società si è a poco a poco arrogata tanti diritti sugli individui, che l'individuo è costretto a combattere la società. Non ci sono più leggi, ma solo usanze, cioè affettazioni; dunque, sempre la forma. *Ci sono due storie: la [[storia]] ufficiale, menzognera, quella che si insegna, la storia ad ''usum delphini''; e la storia segreta, nella quale si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa. *In [[Francia]], si applaude da cinquant'anni allo spettacolo delle scempiaggini nazionali, si continuano a portare assurdi cappelli, e il [[governo]] cambia solo a condizione di essere sempre lo stesso! ===Citazioni sul libro=== *Se proviamo a rileggere le ''Illusions perdues'' e ''[[Guerra e pace]]'' o ''[[Thomas Hardy#Tess dei d'Uberville|Tess]]'', nasce in noi un'impressione che i lettori di allora dovevano probabilmente condividere: la realtà pareva densa, folta, resistente, immodificabile come il granito. Qualsiasi tentativo gli uomini facessero per cambiarla, si spezzava contro di lei. Oggi, la nostra impressione è capovolta. ([[Pietro Citati]]) ==''L'ultima incarnazione di Vautrin''== ===[[Incipit]]=== – Che c'è Maddalena? – disse la signora Camusot vedendo entrare nella stanza la sua cameriera con quell'aria che sanno prendere i domestici nelle circostanze critiche.<br>– Signora, – rispose Maddalena, – il signore è tornato dal Palazzo di [[Giustizia]]; ma egli ha la fisionomia così stravolta, e si trova in uno stato tale, che la signora farebbe meglio ad andare da lui, nel suo studio.<br>Ha detto qualche cosa? – domandò la signora Camusot.<br>– No, signora; ma non abbiamo mai vista una fisionomia simile al signore, si direbbe che sta per venirgli una malattia; è giallo, sembra che stia per disfarsi, e... ===Citazioni=== *Il [[pericolo]] estremo ha sull'[[anima]] una potenza così terribile quanto quella dei più potenti reattivi sul [[corpo]]. È una pila di [[Alessandro Volta|Volta]] morale. Forse non è lontano il [[giorno]] in cui si scoprirà che il sentimento si condensa chimicamente in un fluido, quasi simile a quello dell'elettricità. *Il [[potere]] non prova la propria [[forza]] a sé stesso che collo strano abuso d'incoronare con le palme della [[vittoria]] qualche assurdità, insultando il [[genio]], sola forza che il potere assoluto non possa toccare. La promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni. *Il [[ricatto]] è uno dei più [[Viltà|vili]] assassini. E ai miei [[Occhio|occhi]] un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio. *La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere [[Odio|odiato]], che non è mai sazia, causa un tetro spavento. *Quando la [[legge]] è soddisfatta, la [[società]] non lo è, essa conserva le sue differenze, e fa di tutto per giustificarle a sé stessa; essa rende il forzato liberato un essere impossibile; essa deve rendergli tutti i suoi [[Diritto|diritti]], ma gli interdice di vivere in una certa zona. *Sono i paesi atei o [[Filosofia|filosofi]] che fanno pagar cara la vita umana a quelli che la turbano, ed hanno ragione, poiché essi non credono che alla materia, presentemente! ==''La borsa''== ===[[Incipit]]=== '''A SOFKA'''.<br><br>''Non avete mai notato, signorina, che mettendo due visi in adorazione da parte e parte d'una bella santa, i pittori o gli scultori medioevali non hanno mai trascurato di dar loro una somiglianza filiale? Vedendo il vostro nome tra quelli che mi sono cari, e sotto l'egida dei quali metto i miei [[Libro|libri]], ricordatevi di quella dolce rassomiglianza e troverete, qui, più che un omaggio, l'espressione dell'affetto fraterno che nutre per voi.<br><br>il vostro servitore''<br>'''Di Balzac'''.<br><br>Le anime sentono tante volte il fiorire d'un'ora deliziosa proprio nel momento in cui non è ancor [[notte]] e il giorno non è più; la luce crepuscolare illumina, allora, con le sue sfumature e i suoi bizzarri riflessi tutti gli oggetti, e ridesta un [[sogno]] che si sposa vagamente ai giochi d'[[ombra]] e di luce. Il silenzio che regna quasi sempre in quei momenti, li fa tanto cari agli artisti, che si raccolgono, si mettono a qualche passo dalle loro opere lasciate incompiute e le giudicano e s'inebriano del soggetto, il cui senso intimo spicca allora agli occhidel genio. Chi non è rimasto pensieroso accanto a un amico in quegli istanti di sogno e di poesia difficilmente ne comprenderà le indicibili bellezze. ===Citazioni=== *Un uomo costretto a prodigare a molte donne il suo [[tempo]] e i suoi fascini non poteva essere degno d'un vero affetto. ==''La cugina Betta''== ===[[Incipit]]=== I PARENTI POVERI<br>''A don Michele Cajetani,<br>principe di [[Teano]]''<br>[...] Che il vostro spirito, e la poesia che è in voi, proteggano i<br>due episodi dei ''Parenti Poveri''<br>del vostro affezionato servitore<br>DE BALZAC<br>''Parigi, [[agosto]]-[[settembre]] 1846''<br>Verso la metà di [[luglio]] dell'anno 1838, una di quelle carrozze da poco messe in circolazione per le piazze di Parigi, e chiamate ''milord'', correva in via dell'Università, con sopra un uomo piuttosto grasso, di statura media, in uniforme di capitano della Guardia nazionale.<br>I [[Parigi|parigini]] passano per gente di spirito, ma si trovano tra loro anche di quelli che si credono più belli in uniforme che in abito [[Borghesia|borghese]], e s'immaginano che le donne siano favorevolmente colpite alla vista di un berrettone di pelo e di una [[divisa]] militare; il che equivale a supporre nelle donne gusti alquanto depravati. ===Citazioni=== *Le vere passioni hanno un loro [[istinto]] molto preciso. Mettete un piatto di frutta davanti a un [[Golosità|goloso]]; non si sbaglierà, sceglierà, anche ad occhi chiusi, il frutto migliore. Così è anche per le ragazze che abbiano avuto una buona educazione: date loro la possibilità di scegliersi il marito che fa per loro, e raramente sbaglieranno. La [[natura]] è infallibile. E il modo con cui si manifesta la natura in questi casi è: innamorarsi al primo sguardo. In amore, il primo sguardo è semplicemente e precisamente una seconda vista. *A Parigi la generosità è il più delle volte niente altro che una speculazione; come l'ingratitudine è quasi sempre una vendetta!...Con una parente [[Povertà|povera]] si tratta come con i [[Cane|cani]] ai quali si dànno le ossa. *Il selvaggio ha solo sentimenti, l'uomo civile ha sentimenti e idee.<ref name="bur">Da ''La cugina Betta'', traduzione di [[Ugo Dettore]], Rizzoli, Milano, 2014. ISBN 978-88-586-6660-9</ref> *La maggior parte delle dispute umane provengono dal fatto che l'umanità è costituita di dotti e di ignoranti, messi in modo da non veder mai che un solo lato del fatti e delle idee; e ognuno di loro pretende che il lato da lui visto sia il solo vero e il solo giusto.<ref name="bur" /> ==''La pelle di zigrino''== ===[[Incipit]]=== Verso la fine dello scorso mese di ottobre,<ref>1830</ref> un giovane entrò nel Palais-Royal proprio quando, secondo la legge che tutela una passione essenzialmente vantaggiosa per il fisco, aprivano le case da gioco. Senza troppo esitare, egli salì le scale della bisca indicata col numero 36. ===Citazioni=== *Chi dice arte, dice menzogna. *Ci sono abissi che l'amore non può superare malgrado la forza delle sue ali. *Il sentimento che l'uomo sopporta più difficilmente è la pietà, soprattutto quando se la merita. L'[[odio]] è un tonico, fa vivere, suscita la [[vendetta]]; ma la [[pietà]] uccide, indebolisce ancora di più la nostra debolezza. *In un'ora d'amore c'è tutta una vita. *La chiave di tutte le scienze è senza alcun dubbio il punto interrogativo. *La gente aborrisce i dolori e le sventure, li teme al pari dei contagi, tra essi e i vizi non esita mai: il [[vizio]] è un lusso. *Le donne vogliono emozioni ad ogni costo. *Non sai che tutti abbiamo la pretesa di [[Dolore|soffrire]] molto più degli altri? *Tra la mollezza di una spugna bagnata e la durezza di una pietra pomice ci sono gradazioni infinite. L'uomo è qui. ==''La ricerca dell'assoluto''== ===[[Incipit]]=== A Douai, in rue de Paris, c'è una casa il cui aspetto esteriore, la disposizione interna e i particolari hanno conservato, più che quelli di ogni altra dimora, il carattere delle vecchie costruzioni fiamminghe, così naturalmente rispondenti ai consumi patriarcali di quel paese; ma prima di descriverla, è forse necessario ribadire, nell'interesse degli scrittori, la necessità di quelle premesse didattiche contro le quali protestano taluni individui ignoranti e voraci, che vorrebbero emozioni senza ammettere i principi generatori, il fiore senza il seme, il bambino senza la gestazione. L'Arte dovrebbe essere più forte di quanto non lo sia la natura? ===Citazioni=== *L'[[archeologia]] sta alla natura sociale così come l'anatomia comparata sta alla natura organizzata. (p. 23) {{NDR|[[proporzioni|proporzione]]}} *Un mosaico rivela tutta una società, come uno [[scheletro]] di ittiosauro sottintende una creazione. (p. 23) *La [[causa ed effetto|causa]] fa intuire un [[causa ed effetto|effetto]], come ogni effetto consente di risalire a una causa. (p. 23) *La materialità più squisita si ritrova in tutte le abitudini fiamminghe. Il comfort inglese presenta tinte secche, toni duri; mentre in Fiandra i vecchi interni delle case rallegrano lo sguardo con morbidi colori e con una schietta bonomia; suggeriscono un lavoro senza fatica, e il piacere della pipa rivela una felice applicazione del ''far niente'' napoletano; [...] (pp. 24-25) *Troppo spesso il vizio e il genio producono effetti simili, che ingannano l'uomo comune. Il genio non è forse un eccesso costante che divora tempo, denaro, corpo, e conduce all'ospedale ancor più rapidamente delle cattive passioni? (p. 38) *Sembra che gli uomini abbiano addirittura più rispetto per i vizi che per il genio, giacché rifiutano di dargli credito. (p. 38) *Una donna bella può tranquillamente esser se stessa, il mondo ne tollera sempre una sciocchezza o una goffaggine; mentre invece un solo sguardo spegne anche la più meravigliosa delle espressioni sulle labbra di una donna brutta, le intimidisce gli occhi, aumenta la malagrazia dei suoi gesti, imbarazza il suo compagno. (p. 44) *L'amore che si basa sul denaro e sulla vanità genera la più ostinata delle passioni [...]. (p. 131) ===Citazioni sul libro=== *Pubblicato in quello stesso 1834 in cui Balzac lo aveva scritto, ''La Recherche de l'Absolu'' fa parte degli «Studi Filosofici» nella ripartizione in cui si articola il grande edificio della ''Comédie Humaine''. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) *Senza averci ancora detto nulla di lui {{NDR|Balthazar Claës}}, Balzac ce lo fa sentire come un essere straordinario, avvolto di mistero, presenza prevalente in quella casa, di certo causa e origine di molto per sé e i suoi. Tutto in questa inquietante figura ci rivela un ''homo melancholicus'', un saturnino. (Luciano Poggi, in prefazione al libro) ==''Onorina''== *L'edificio è una di quelle magnifiche ville in cui i nobili genovesi profusero milioni al tempo della potenza di quella repubblica aristocratica. Se la tarda sera è bella in qualche luogo, lo è indubbiamente a [[Genova]], quando è piovuto come piove laggiù, a torrenti, per tutta la mattinata; quando la purezza del mare gareggia con la purezza del cielo; quando il silenzio regna sul viale e nei boschetti di quella villa, tra i marmi dalla bocca spalancata da cui l'acqua fluisce con un senso di mistero; quando le stelle brillano, quando le onde del Mediterraneo si susseguono come le confidenze di una donna a cui strappiate parola per parola. (p. 8) *Onorina Pedrotti è una di quelle belle [[Donne genovesi|genovesi]] che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di [[Giuliano de' Medici|Giuliano]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (p. 12) *A Genova, oggigiorno la bellezza non esiste più che sotto il ''[[mezzaro]]'', così come a Venezia non la si ritrova che sotto i ''fazzioli''. (p. 12) ==''Papà Goriot''== ===[[Incipit]]=== La signora Vauquer, nata de Conflans, è una vecchia donna che, da quarant'anni, conduce a Parigi una pensione borghese situata in via Neuve-Sainte-Geneviéve, tra il quartier latino e il sobborgo Saint-Marceau. La pensione, conosciuta sotto il nome di ''Casa Vauquer'', accoglie senza distinzione uomini e donne, giovani e vecchi, senza che la maldicenza abbia mai potuto fare appunti alla moralità di questa rispettabile casa. Ma è pur vero che da trent'anni non vi si era mai veduta persona giovane, e, se un giovane vi dimorava, gli è perché la sua famiglia deve corrispondergli un ben magro mensile. ===Citazioni=== *Tra i diciotto commensali si trovava, come nei collegi, come dappertutto, una povera creatura abbandonata, una vittima su cui fioccavano gli scherzi. Al principio del secondo anno, questa figura divenne per Eugenio de Rastignac la più saliente fra tutte quelle in mezzo a cui era condannato a vivere ancora per due anni. Questo ''Patirai'' era l'antico vermicellaio, papà Goriot, sul quale un pittore, lo storico, avrebbe fatto cadere tutta la luce del quadro. (p. 14) *Il nostro cuore è un tesoro, vuotatelo di colpo, siete rovinati. Noi non perdoniamo ad un sentimento d'essersi manifestato nella sua interezza più di quanto non perdoniamo ad un uomo di non possedere un soldo di suo. (p. 58) *Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle [[marionetta|marionette]], bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda. (p. 62) *Chiedete alle donne quali uomini preferiscono: gli ambiziosi. Gli ambiziosi hanno le reni più resistenti, il sangue più ricco di ferro, il cuore più caldo, degli altri uomini. E la donna è così felice e così bella nelle ore in cui è forte, che preferisce a tutti gli uomini quello che ha una forza enorme, a costo d'essere spezzata da lui. (p. 77) *È noioso desiderare sempre e non soddisfarsi mai. (p. 77) *Di [[corruzione]] ce n'è tanta, il talento è raro. Perciò, la corruzione è l'arma della mediocrità che abbonda, e voi ne sentirete ovunque la punta. (p. 79) *La [[virtù]] è inscindibile: o è o non è. Si dice che basta far penitenza dei propri peccati. Un altro bel sistema, in virtù del quale si è assolti da un delitto con un atto di contrizione! (p. 83) *Che cosa c'è di più bello del contemplare la propria vita e trovarla pura come un giglio? Io e la vita siamo come un giovane e la sua fidanzata. (p. 84) *La beneficenza, che unisce due esseri in uno solo, è una passione celeste, tanto incompresa, tanto rara quanto il vero amore. L'una e l'altro sono la [[prodigalità]] delle anime belle. (p. 87) *È proprio nella natura femminile provare l'impossibile col possibile e distruggere i fatti con presentimenti. (p. 109) *L'insuccesso ci fa sentire sempre il potere delle nostre pretese. (p. 109) *Ricchi o poveri, non hanno mai denaro per le necessità della vita, mentre ne trovano sempre per i loro capricci. (p. 112) *Le donne sono sempre sincere, anche nelle loro più grandi falsità, perché cedono a qualche sentimento naturale. (p. 114) *Un sentimento non è forse il mondo in un pensiero? (p. 118) *L'amore è una religione, e il culto deve costar più caro che quello d'ogni altra religione; esso passa rapidamente, e passa come un monello che vuol lasciar traccia del suo passaggio con le devastazioni. Il lusso del sentimento è la poesia delle soffitte; senza tale ricchezza, che diverrebbe l'amore? (p. 161) *Rastignac, come la maggior parte dei giovani i quali, in anticipo, hanno assaporato il gusto del grandioso, voleva presentarsi completamente armato nella lizza del mondo, ne aveva contratto la febbre e sentiva forse di avere il potere di dominarlo, ma senza ancora conoscere né i mezzi né il fine di quella ambizione. Quando manca l'amore puro e sacro, che riempie una vita, questa sete del potere può divenire un nobile sentimento; basta abbandonare ogni interesse personale e proporsi qual meta la grandezza del proprio paese. (p. 161) *– Sacramento!, signori – disse il ripetitore – lasciate stare papà Goriot, e non ce ne fate fare un'indigestione; è da un'ora che ci è servito in tutte le salse! Uno dei privilegi della brava città di Parigi è quello di poter nascere, vivere, morire senza che nessuno vi faccia attenzione. Approfittiamo perciò dei vantaggi della civiltà. Oggi sono morte sessanta persone; vi volete proprio impietosire delle ecatombi parigine? Se papà Goriot è crepato, tanto meglio per lui! Se lo adoravate, andate a vegliarlo, e a noi lasciateci mangiare in pace.<br>Oh!, sì – disse la vedova – meglio per lui che sia morto! Pare che il pover'uomo abbia avuto parecchi dispiaceri, durante la sua vita. (p. 205) *Provò quei bei [[rimorso|rimorsi]] intimi e nobili – il cui merito raramente è apprezzato dagli uomini quando giudicano i propri simili – che fanno sovente assolvere dagli angeli del cielo il criminale condannato dai giuristi della terra. (p. 86) *La [[gioventù]] non osa guardarsi allo specchio della coscienza quando precipita dalla parte dell'ingiustizia, mentre l'età matura vi si è già specchiata: qui sta tutta la differenza fra queste due fasi della vita. (p. 108) *In questo assomigliava a molta gente che non si fida dei parenti e si abbandona al primo venuto. Fatto di costume curioso, ma vero, di cui è facile trovare radice nel cuore umano. Forse alcuni non hanno più nulla da guadagnare vicino alle persone con cui vivono; anzi dopo aver mostrato loro il vuoto della propria anima si sentono intimamente giudicate da quelle con una severità meritata; e così, provando un bisogno invincibile di adulazioni che non ricevono mai, oppure rosi dalla voglia di apparire possessori di qualità che non hanno, sperano di sorprendere la stima o il cuore degli estranei, a rischio, un giorno o l'altro, di abbassarsi. (p. 23) *Come tutte le menti ristrette, Mme Vauquer aveva l'abitudine di non uscire dalla cerchia degli eventi e di non giudicarne le cause. Preferiva incolpare gli altri dei propri errori. (p. 23) *Ecco com'è la vita. È un po' come la [[Cucina (architettura)|cucina]], puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.<ref>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Ardonldo Mondadori Editore, Milano 1995, ed. 1. p. 109.</ref> *Forse l'amore è solo la riconoscenza del piacere.<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 881714603X</ref> *Il [[segreto]] delle grandi fortune senza causa apparente è un delitto dimenticato, perché è stato eseguito secondo le regole.<ref name=goriot>Da ''Papà Goriot'', traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Garzanti, Milano, 2011.</ref> *La [[felicità]] è la poesia delle donne.<ref name=goriot /> ===[[Explicit]]=== Rimasto solo, mosse qualche passo verso la sommità del cimitero e vide Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive della Senna, dove cominciava a brillare qualche luce, [...] Gettò su quell'arnia ronzante uno sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in anticipo, e pronunciò queste solenni parole:"A noi due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo dalla signora di Nucingen. ==''Sarrasine''== ===[[Incipit]]=== Ero immerso in una di quelle meditazioni profonde che capitano a tutti, anche a un uomo frivolo, nel corso delle feste più tumultuose. Mezzanotte era suonata da poco all'orologio dell'Elysée-Bourbon. ===Citazioni=== *[[Parigi]] è è un paese molto ospitale; accoglie tutto, sia le fortune vergognose che quelle insaguinate. Il delitto e l'infamia vi godono diritto d'asilo, v'incontrano simpatie; solo la virtù non vi possiede altari. (p. 94) ==''Splendori e miserie delle cortigiane''== ===[[Incipit]]=== Nel 1824, all'ultimo ballo dell'Opéra, parecchie maschere furono colpite dalla [[bellezza]] di un giovane che passeggiava per i corridoi e nel ridotto, con l'aria di chi cerchi una donna trattenuta a casa da circostanze impreviste. Il segreto di quell'andatura, ora indolente ora affrettata, è noto solo alle donne d'età e ad alcuni emeriti perdigiorno. In quell'immenso convegno di folla, non osserva molto la folla, gli interessi sono vibranti di [[passione]] e persino l'[[ozio]] assume un volto preoccupato. Il giovane dandy era talmente assorto nella sua inquieta ricerca che non si accorgeva del proprio successo; le esclamazioni ironicamente ammirative di certe maschere, la serietà di certi stupori, i frizzi pungenti, le più dolci [[Parola|parole]], egli non li udiva, non li vedeva. ===Citazioni=== *Gli [[ebrei]], quantunque siano così spesso imbastarditi dai contatti con altri [[Popolo|popoli]], tra le loro numerose tribù conservano la traccia della sublime bellezza [[asia]]tica. Quando non sono brutti, d'una bruttezza repellente, gli israeliti presentano gli stupendi caratteri dei volti armeni. Esther avrebbe ottenuto la palma in un harem, poiché possedeva le trenta bellezze armoniosamente fuse insieme. *Il privilegio di trovarsi dappertutto a casa propria appartiene solo ai re, alle puttane e ai ladri.<ref name=diz/> :''Ce privilège d'être partout chez soi n'appartient qu'aux rois, aux filles et aux voleurs''. *L'amore vero, come si sa, è spietato.<ref name=diz/> :''L'amour vrai, comme on sait, est impitoyable''. *Quando si è in cammino sotto un [[sole]] cocente, non ci si ferma neppure per cogliere il più splendido fiore. ==''Trattato della vita elegante''== *Da quando le società esistono un [[governo]] è sempre stato, per forza di cose, un contratto d'assicurazione concluso fra i ricchi contro i poveri.<ref name=e /> *L'abbigliamento è l'espressione della società.<ref name=e /> *La [[fortuna]] che uno s'acquista è in proporzione con i bisogni che uno si crea.<ref name=e /> ==''Un principe della Bohème''== ===[[Incipit]]=== AD HEINE<br>''Mio caro [[Heinrich Heine|Heine]], dedico a voi questo studio, a voi che rappresentate a [[Parigi]] lo [[spirito]] e la poesia della [[Germania]], come in Germania rappresentate l'ardente e briosa critica [[Francia|francese]], a voi che sapete meglio di chiunqu'altro ciò che può esservi qui di critica, di celia, d'amore e di [[verità]].<br>Di Balzac.<br>– Amico mio caro, – disse la signora della Baudraye cavando un manoscritto di sotto al guanciale del suo canapè, – mi perdonerete se, nell'estremo bisogno in cui ci troviamo, io ho tratta una novella da ciò che ci avete detto alcuni giorni fa?'' ===Citazioni=== *Tutte le donne sono eguali davanti all'uomo. *Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione [[Inverno|invernale]]. *La [[speranza]] è una [[memoria]] che [[Desiderio|desidera]], il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il [[pensiero]]! ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Farragus, capo dei Divoranti''=== Ci sono [[strade]], a [[Parigi]], non meno disonorate di quanto possa esserlo un uomo colpevole di infamie; ce ne sono di nobili, poi, o di semplicemente oneste; poi strade giovani, sulla cui moralità il pubblico non ha ancora avuto modo di farsi un'opinione; poi strade assassine; poi strade più vecchie di quanto non siano vecchie le più antiche vegliarde; e poi strade rispettabili, strade sempre pulite, strade sempre sporche, strade operaie, strade laboriose, strade mercantili. Le strade di Parigi hanno qualità umane, insomma, e la loro fisionomia suscita idee a cui non è possibile sottrarsi.<ref name=inc>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> ===''Il parroco del villaggio''=== All'angolo della rue de la Vieille-Poste e della rue de la Cité, a Limoges, esisteva ancora trent'anni or sono una di quelle botteghe che sembrano essere rimaste tali e quali dal Medioevo in qua.<ref name=inc/> ===''La ragazza dagli occhi d'oro''=== Uno degli spettacoli più spaventosi che esistano sulla faccia della terra è senza dubbio l'aspetto dei parigini, gente orribile a vedersi, smunta, gialla, terrea.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Honoré de Balzac== *Balzac è forse il solo scrittore che abbia il diritto di scrivere male. ([[Jules Renard]]) *Era un uomo che non è mai riuscito a trovare il proprio metodo. Uno Shakespeare inespresso, schiacciato sotto il peso di particolari imposti e fiacchi. Per una mente matura è stupefacente vedere fino a che punto sia scadente, fiacco, falso, noioso; e naturalmente, ogni volta che cede al proprio temperamento, buono e potente. Non poteva accettare la noia, e per questo diventò noioso. Voleva sviluppare tutto, ed è annegato lontano da riva, sommerso da una massa di particolari clamorosi e incoerenti. ([[Robert Louis Stevenson]]) *In Balzac vi sono tre categorie della passione: cercatori, collezionisti, quelli che se la godono. Oggi è il tempo dei collezionisti. ([[Corrado Alvaro]]) ===[[Pietro Paolo Trompeo]]=== *Narratore ineguale, poeta a sbalzi, moralista compromesso dal valer troppo provar, Balzac non sarà per avventura uno storico? Il fascino che la storia esercitò sempre su lui ha senza dubbio gran parte nella sua vocazione di romanziere. Per un momento egli aspirò ad essere il [[Walter Scott]] francese, e per sua e nostra fortuna fu invece lui, Balzac, e lasciò a [[Alexandre Dumas (padre)| Dumas]] padre il facile mestiere di mettere a sacco la storia di [[Francia]]. *Se avesse avuto la libera fantasia del suo amico [[Stendhal]], si sarebbe abbandonato alla gioia di veder agire le proprie creature quasi per se stesse mosse, senza interventi programmatici, secondo la logica della loro natura. *Se non fu l'[[Omero]] della borghesia, Balzac ne fu almeno il [[Tacito]] e il [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]]. Chi voglia avere il quadro totale della società francese durante la prima metà dell'Ottocento non può lasciar da parte Balzac. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Honoré de Balzac, ''All'insegna del gatto che gioca alla palla'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Eugénie Grandet'', traduzione di Grazia Deledda, Newton Compton editori, 1994. *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'' (''Eugénie Grandet''), traduzione di Raoul Vivaldi, De Carlo Editore, Roma, 1944 *Honoré de Balzac, ''Eugenia Grandet'', Bietti, Torino, 1963. *Honoré de Balzac, ''Fisiologia del matrimonio'', traduzione di Emilio Faccioli, Elliot, Roma, 2017. *Honoré de Balzac, ''Il colonnello Chabert'', traduzione di Alfredo Fabietti, Treves, Treccani, Tuminelli – Milano-Roma, MCMXXXII. *Honoré de Balzac, ''Il ballo di Sceaux'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''Il cugino Pons'', traduzione di Ugo Déttore, BUR, 2013. ISBN 9788858651728 *Honoré de Balzac, ''Il giglio della valle'', traduzione di Giampaolo Tolomei, CDE, 1972. *Honoré de Balzac, ''Il medico di campagna'' (''Le médecin de campagne''), traduzione di Maria Ortiz, Fratelli Melita Editori, La Spezia 1989. *Honoré de Balzac, ''Illusioni perdute'', traduzione di Argia Micchettoni, Garzanti, Milano, 2012. ISBN 978-88-11-13533-3 *Honoré de Balzac, ''L'ultima incarnazione di Vautrin'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano 1910. *Honoré de Balzac, ''La borsa'', traduzione di Amilcare Locatelli, Edizioni "Corbaccio" Milano, 1930. *Honoré de Balzac, ''La cugina Betta'', traduzione di M.A. Denti e E. Villa, BMM, 1952. *Honoré de Balzac, ''La pelle di zigrino'', traduzione di Cosimo Ortesta, Garzanti, Milano, 2011. ISBN 9788811134015 *Honoré de Balzac, ''Onorina'', traduzione di Gabriella Alzati, Rizzoli, Milano, 1951. *Honoré de Balzac, ''Papà Goriot'', traduzione di Renato Mucci, Fratelli Melita Editori, 1989. *Honoré de Balzac, ''Sarrasine'', traduzione di Maria Ortiz, Oscar Mondadori, 1993. *Honoré de Balzac, ''Splendori e miserie delle cortigiane'' (''Splendeurs et miséres des courtisanes''), traduzione di Anna Premoli e Francesco Niederberger, Garzanti, 1968. *Honoré de Balzac, ''Un principe della Bohème'', traduzione di Galeazzo Falconi, Fratelli Treves, Milano, 1910. *Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022. ISBN 978-88-203-3911-1 *Marcel Proust, ''Lettere ai miei personaggi'', a cura e con un saggio critico di Domenico Tarizzo, Rizzoli, Milano, 1966. ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La pelle di zigrino||(1831)}} {{Pedia|Papà Goriot||(1834)}} {{Pedia|Illusioni perdute||(1837–1843)}} {{DEFAULTSORT:Balzac, Honoré de}} [[Categoria:Critici letterari francesi]] [[Categoria:Drammaturghi francesi]] [[Categoria:Giornalisti francesi]] [[Categoria:Saggisti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] ay1t45xielsgwpljnpcg2pmi46k2y7a Giuseppe Mazzini 0 3619 1221409 1208945 2022-08-07T19:33:46Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Giuseppe Mazzini */ +1 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giuseppe Mazzini.jpg|thumb|Giuseppe Mazzini]] '''Giuseppe Mazzini''' (1805 – 1872), patriota, politico e filosofo italiano. ==Citazioni di Giuseppe Mazzini== *Affratelliamoci nell'affetto della Patria. In voi segnatamente sta l'elemento del suo avvenire. Ma questo avvenire della Patria e vostro, voi non lo fonderete se non liberandovi da due piaghe che oggi pur troppo, spero per breve tempo, contaminano le classi più agiate e minacciano di sviare il progresso Italiano: il ''Machiavellismo'' e il ''[[Materialismo]]''. Il primo, travestimento meschino della scienza d'un Grande infelice<ref>Il [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] per le disavventure incontrate come uomo «pubblico». {{NDR|Nota del curatore del libro}}</ref>, v'allontana dall'amore e dall'adorazione schietta e lealmente audace della Verità: il secondo vi trascina inevitabilmente, col culto degli ''interessi'', all'egoismo ed all'anarchia.<br />Voi dovete [[Amor di Dio|adorar Dio]] per sottrarvi all'arbitrio e alla prepotenza degli uomini.<ref>Da ''Agli operai italiani''<!--, pp. 17-18--></ref> *Credo che l'uomo collettivo, l'umanità, ossia l'Associazione, debba essere lavoro vitale d'una nuova fede, che starà al cristianesimo, come il cristianesimo al mosaismo; cioè verrà non a distruggerlo, ma a completarlo. Credo che mentre tutte le religioni hanno detto: «Dio è Dio, e Buddha è il suo profeta — e Cristo è il suo profeta — e Maometto è il suo profeta», la religione futura dirà: «Dio è Dio, e l'umanità è il suo profeta.» Quindi, rivelazione, non immediata, ma continua, progressiva, incarnazione divina nell'umanità: santificazione, ma mortalità di tutte le religioni, fasi tutte, secondo il tempo e lo spazio, della grande, vera, una religione, della quale ogni epoca storica svolge un principio, un articolo. La morale si perfezionerà, dacché invece di sancire che l'uomo può salvarsi, malgrado il mondo, e separandosi dal mondo, dirà che l'uomo non si salva se non attraverso il mondo, trasformando il mondo.<ref>Lettera a [[Francesco Dall'Ongaro]]. Ginevra, 27 maggio 1854.</ref> *Dio e il Popolo.<ref>Da ''La Giovine Italia. Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell'Italia, tendenti alla sua rigenerazione'', fascicolo III, Marsiglia, 1932.</ref> *Due gioie concesse Iddio agli uomini liberi sulla terra: il plauso dei buoni, e la bestemmia dei tristi!<ref>Da ''La «Voce della Verità»'', negli ''Scritti editi ed inediti'', Milano, 1861, vol. I, p. 168.</ref> *{{NDR|Su [[Filippo Buonarroti]]}} Era un uomo profondo, ma assai gretto: conformava la sua vita alle sue credenze; ma era intollerante, e mi tacciava di traditore, se per caso affiliavo un banchiere o un ricco borghese. Era inoltre [[Comunismo|comunista]].<ref>Citato in ''Guida alla lettura'', in ''Pensiero e azione nel Risorgimento'', EDIPEM, Novara, 1974.</ref> *Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver [[patria]]? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo.<ref>Da ''Ai giovani d'Italia''.</ref> *Gl'istinti [[repubblicanesimo|repubblicani]] di mia madre m'insegnarono a cercare nel mio simile l'''uomo'', non il ricco o il potente; e l'inconscia semplice virtù paterna m'avvezzò ad ammirare, più che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virtù di sagrificio ch'è spesso in voi. <ref>Da ''Agli operai italiani''<!--, p. 15-->.</ref> *I popoli imparano più da una sconfitta, che non i re dal trionfo.<ref>Da ''Lettera a Carlo Alberto''.</ref> *Il [[mondo]] non è uno Spettacolo, è una arena di battaglia.<ref>Da ''Scritti editi ed inediti'', P. Galeati, 1941, vol. 93.</ref> *In un altro genere d'affetto, ho dato il cuore alla mia povera e buona Giuditta e non ho mai sognato di ritoglierlo: il mio motto così nella vita individuale come nella politica è l'"ora e sempre". Quando ho dato, ho dato: quando ho detto: amo, è per sempre: riamato o solo.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/778#c2094|746]].</ref> *L'epoca passata, epoca che è finita con la rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l'uomo, l'individuo, conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L'epoca nuova è destinata a costituire l'umanità;... è destinata ad organizzare un'Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra loro a un comune intento.<ref>Citato in [[Paolo Brezzi]], ''Realtà e mito dell'Europa'', Studium, 1954.</ref> *L'equilibrio conducente alla pace, la così detta bilancia dei poteri, è menzogna inefficace, se non è bilancia, equilibrio di giustizia: – che a fondarlo è necessaria una revisione di quelle ingiuste, ineguali, tiranniche convenzioni, alle quali i popoli non intervennero, né diedero conferma mai.<ref>Da ''Scritti editi e inediti''.</ref> *La disperazione e l'ateismo sono una stessa cosa.<ref>Da ''Scritti letterari di un italiano vivente''.</ref> *La neutralità per la politica italiana significa oscurità politica, nullità in Europa, perpetuo pericolo di invasione.<ref>Citato da Salvatore Barzilai nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg23/sed052.pdf Tornata del 12 giugno 1909] della Camera dei Deputati (regno d'Italia).</ref> *La [[patria]] è la fede nella patria. Dio che creandola sorrise sovr'essa, le assegnò per confine le due più sublimi cose ch'ei ponesse in Europa, simboli dell'eterna forza e dell'eterno moto, l'Alpi e il mare. Dalla cerchia immensa dell'Alpi, simile alla colonna di vertebre che costituisce l'unità della forma umana, scende una catena mirabile di continue giogaie che si stende sin dove il mare la bagna e più oltre nella divelta Sicilia. E il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia.<ref>Da ''La Patria'', ne ''I Pensieri'', 1859.</ref> *{{NDR|Su [[Carlo Pisacane]]}} Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò tiranniche dell'oggi; sul cosidetto ''[[socialismo]]'', che riducevasi a una mera questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai inseparabile in tutte le menti d'[[Europa]] dal moto politico io andava forse più in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti all'ordinamento della futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla scelta dei rimedi.<ref>Citato in ''Guida alla lettura'', in ''Pensiero e azione nel Risorgimento'', EDIPEM, Novara 1974.</ref> *{{NDR|Riferendosi a [[Enrico Misley]]}} Non v'è tanto da pronunciare spia quel signore anzi {{sic|nol}} credo tale, ma vi è tanto da pronunciarlo imbroglione ed uomo non di veri e profondamente radicati principi: e basta per tenersene discosti: così ho sempre fatto e farò.<ref>Lettera di Mazzini alla madre del 14 marzo 1837, in Giuseppe Mazzini, ''Scritti editi ed inediti'', Edizione nazionale, Imola, 1906-1943, vol. XII, p. 345; citato in Giorgio Candeloro, ''Storia dell'Italia moderna'', vol. II, ''Dalla Restaurazione alla Rivoluzione nazionale 1815-1846'', Universale economica, Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano, 1978, p. 165.</ref> *Oggi ciò che importa anzitutto è ''moralizzare'' l'[[Italia]].<ref>Citato in ''Arte e politica'', ''Rivista contemporanea'', Vol. XL, p. 266.</ref> *Pensiero e Azione.<ref>Da ''Pensiero e Azione'', n. 1, Londra 1° settembre 1858.</ref> *{{NDR|A [[Sara Levi Nathan]]}} Santa, buona, amata amica, le vostre linee mi sono carissime; ma vorrei avere migliori nuove della vostra salute, e vorrei che riprendeste un po' più di potere su voi stessa e non vi tormentaste prematuramente d'ogni piccolo soggetto d'allarme. Non mi diventate voi pure troppo impulsiva.<ref>Da una lettera del 24 febbraio 1870; ''Scritti editi ed inediti di Giuseppe Mazzini'', vol. LXXXIX (Epistolario vol. LVI), Cooperativa tipografica-editrice Paolo Galeati, Imola, 1940, [https://archive.org/details/scrittieditiedin89mazz/page/20/mode/1up p. 20].</ref> *Voi avete dato il primo e più potente grido di rigenerazione!<ref>Da una lettera a [[Salvatore Morelli]], citato in epigrafe a Salvatore Morelli, ''La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale''.</ref> *Volete voi, Operai Italiani, onorare davvero la memoria de' vostri Grandi e dar pace all'anima di [[Dante Alighieri|Dante Allighieri]]? Verificate il concetto che lo affaticò nella sua vita terrestre. Fate U<small>NA</small> e potente e libera la vostra contrada. Spegnete fra voi tutte quelle meschinissime divisioni contro le quali Dante predicò tanto, che condannarono lui, l'uomo che più di tutti sentiva ed amava il vostro avvenire, alla sventura e all'esilio, e voi a una impotenza di secoli che ancor dura. Liberate le sepolture de' vostri Grandi, degli uomini che hanno messo una corona di gloria sulla vostra Patria, dall'onta d'essere calpeste dal piede d'un soldato straniero. E quando sarete fatti degni di Dante nell'amore e nell'odio — quando la terra vostra sarà ''vostra'' e non d'altri — quando l'anima di Dante potrà guardare in voi senza dolore e lieta di tutto il santo orgoglio Italiano — noi innalzeremo la statua del Poeta sulla maggiore altezza di Roma, e scriveremo sulla base: A<small>L</small> P<small>ROFETA DELLA</small> N<small>AZIONE</small> I<small>TALIANA</small> <small>GLI</small> I<small>TALIANI DEGNI DI LUI</small>.<ref>Da ''Dante'', in ''Scritti editi ed inediti, vol. XXIX'', pp. 14-15.</ref> ==''A parole chiare risposta chiara''== ===[[Incipit]]=== La circolare del ministro [[Luigi Carlo Farini|Farini]], pubblicata nella Gazzella Ufficiale del 13, è diretta a noi, ''Partito d'azione'': avvertimento e minaccia. La nave da guerra che accompagnava il 13, con un battaglione di bersiaglieri, l<nowiki>'</nowiki>''Aventin'', sul quale era lo stato maggiore dell'ultima spedizione, era commento eloquente alla circolare.<br />Giova anzi tutto che l'[[Italia]] sappia il perché della circolare. Da quando l'insurrezione siciliana ebbe luogo — da quando sopratutto [[Giuseppe Garibaldi]] e i suoi forti compagni mossero, rappresentanti di tutte parti d'Italia, a suggellare in [[Sicilia]] col sangue il santo patto dell'''[[Unità d'Italia|unità nazionale]]'' gli uomini che non servono se non a una sola tattica: ''fare colle forze del paese l'Italia'', sentirono che, mercé il doppio fitto, l<nowiki>'</nowiki>''iniziativa'' del moto trapassava nel popolo d'Italia e si apriva un nuovo periodo di vita pel quale, punto d'appoggio alla leva doveva essere la ''libertà'', fine l'unità della patria. Era chiaro che la libertà non poteva impiantarsi in una provincia del [[Regno di Napoli|regno di Napoli]] senza diffondersi all'altre: era chiaro che, per disegno proprio, per la natura degli elementi colà raccolti e per la forza logica delle cose, [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] scenderebbe presto o tardi sul continente italiano: era chiaro ch'ei vincerebbe. Una [[monarchia]] nella quale un senso di rovina imminente signoreggia ogni uomo, dal ministro all'ultimo birro, non regge a un urto dato con energia. ===Citazioni=== *La [[coscienza]] dell'umanità è suprema su tutti i [[Governo|governi]]: essi devono esserne interpreti, o non sono legittimi. (p. 39) *La coscienza umana ha decretato che il [[Regno di Napoli|governo di Napoli]], il [[Stato Pontificio|governo del papa]], il governo dell'[[Austria]] in [[Italia]] hanno meritato perire. Chi vibra il colpo è esecutore di quel santo decreto. Chi si frappone, si dichiara proteggitore del male. Un grido s'innalza dal core dell'umanità per dirgli: ''lasciate passare la giustizia di Dio''. (p. 39) *Cerchiamo, vogliamo la [[patria]].<br />La volete voi pure? Volete davvero, come susurrate all'orecchio dei nostri amici quando volete persuaderli ad essere pazienti, il trionfo di quell'idea?<br />Lasciateci fare. (p. 40) *Voi sapete che proclamata l'unità monarchica d'Italia, taluni fra noi riprenderanno le vie dell'esilio, gli altri quelle della solitudine. Riparto di gloria? Non la speriamo. Nelle imprese alle quali noi lavoriamo, i nostri nomi si celano studiosamente, da noi medesimi. Lasciateci salvar l'Italia: scriveremo che voi l'avete salvata.<br />Lasciateci fare. (p. 41) *Lasciateci fare. Che importa a voi, qual rìschio correte se i battelli che salpano per [[Sicilia]] piegano a mezza via, verso le terre [[Napoli|napoletane]] o [[Roma|romane]]? Se l'impresa riesce, voi sapete che, sol che vogliate accettarli, i suoi frutti son vostri; se non riesce, provatevi innocenti perseguitando chi la tentò. Noi non vi chiediamo se non una cosa: perseguitarci ''dopo'' non prima. *A parole chiare, risposta chiara.<br />Non cederemo.<br />Noi siamo forti e ostinati. Abbiamo per noi l'istinto della gioventù, del popolo d'Italia. (p. 41) *Vogliamo la [[patria]], la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no. Potete, sapete darcela? (p. 42) *Diremo, come un tempo, clandestinamente il vero all'Italia, che finirà per intenderlo. Potete imprigionare taluni fra noi: sorgeranno altri a continuare l'opera nostra. Quando il tempo è maturo pel compimento d'una missione, [[Dio]] suscita dalla prigione o dalla sepoltura d'un uomo un altr'uomo più potente di lui. (p. 42) *Vogliamo la patria; e le circolari ministeriali non c'impediranno di procacciarcela. Esse possono, urtando di fronte l'irresistibile tendenza italiana e oltraggiando immeritamente i partiti, oggi in virtù dell'intento, concordi, travolgere il paese nell'anarchia: non possono mutare ciò che Dio e il popolo vogliono. (p. 42) {{NDR|Giuseppe Mazzini, ''A parole chiare risposta chiara'', citato in [[Franco Mistrali]], ''Da Palermo a Gaeta: storia popolare della campagna dell'Italia meridionale''}} ==''Doveri dell'uomo''== ===[[Incipit]]=== Io voglio parlarvi dei vostri doveri. Voglio parlarvi, come il core mi detta, delle cose più sante, che noi conosciamo, di Dio, dell'umanità, della Patria, della Famiglia. Ascoltatemi con amore, com'io vi parlerò con amore. La mia parola è parola di convinzione maturata da lunghi anni di dolori e di osservazioni e di studi. I doveri che io vi indicherò, io cerco e cercherò, finché io viva, adempierli quanto le mie forze concedono. Posso errare, ma non di core. Posso ingannarmi, ma non ingannarvi. Uditemi dunque fraternamente: giudicate liberamente tra voi medesimi, se vi pare che io vi dica la verità; abbandonatemi se vi pare che io predichi errore; ma seguitemi e operate a seconda dei miei insegnamenti, se mi trovate apostolo della verità. L'errore è sventura da compiangersi, ma conoscere la verità e non uniformarvi le azioni, è delitto che cielo e terra condannano. ===Citazioni=== *[[Problema dell'esistenza di Dio|Dio esiste]]. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'Umanità, e nell'Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. L'Umanità ha potuto trasformarne, guastarne, non mai sopprimerne il santo nome. L'Universo lo manifesta coll'ordine, coll'armonia, colla intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi. Non vi sono [[Ateismo|atei]] fra voi: se ve ne fossero, sarebbero degni non di maledizione, ma di compianto. Colui che può negare Dio davanti ad una notte stellata, davanti alla sepoltura de' suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. Il primo ateo fu senz'alcun dubbio un uomo che avea celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, liberarsi dell'unico testimonio a cui non poteva celarlo e soffocare il rimorso che lo tormentava. (cap. II) *La [[vita]] d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel periodo terreno come negli altri che seguiranno. (cap. II) *La [[famiglia]] è la Patria del core. (cap. VI) *L'Angiolo della Famiglia è la [[Donna]]. Madre, sposa, sorella, la donna è la carezza della vita, la soavità dell'affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sullo individuo della Provvidenza amorevole che veglia sull'umanità: sono in essa tesori di dolcezza consolatrice che bastano ad ammorzare qualunque dolore. Ed essa è inoltre per ciascun di noi l'iniziatrice dell'avvenire. (cap. VI) *La Famiglia è concetto di Dio, non vostro. Potenza umana non può sopprimerla. Come la Patria, più assai che la Patria, la Famiglia è un elemento della vita.<br />Ho detto più assai che la Patria. La Patria sacra in oggi, sparirà forse un giorno quando ogni uomo rifletterà nella propria coscienza la legge morale dell'umanità; la Famiglia durerà quanto l'uomo. Essa è la culla dell'umanità. Come ogni elemento della vita umana, essa deve essere aperta al Progresso, migliorare d'epoca in epoca le sue tendenze, le sue aspirazioni; ma nessuno potrà cancellarla. (cap. VI) *Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione disuguale e una perenne oppressione di leggi, quell'apparente inferiorità intellettuale, dalla quale oggi argomentano per mantenere l'oppressione. (cap. VI) *Amate i [[Figlio|figli]] che la Provvidenza vi manda; ma amateli di vero, profondo, severo amore; non dell'amore snervato, irragionevole, cieco, ch'è egoismo per voi, rovina per essi. (cap. VI) *Amate i [[parenti]]. La Famiglia che procede da voi non vi faccia mai dimenticare la famiglia dalla quale procedete. Pur troppo sovente i nuovi vincoli allentano gli antichi, mentre non dovrebbero essere se non un nuovo anello nella catena d'amore che deve annodare in uno tre generazioni della Famiglia. Circondate d'affetti teneri e rispettosi sino all'ultimo giorno le teste canute della [[madre]], del [[padre]]. Infiorate ad essi la via della tomba. Diffondete colla continuità dell'amore sulle loro anime stanche un profumo di fede e d'immortalità. E l'affetto che serbate inviolato ai parenti vi sia pegno di quello che vi serberanno i nati da voi.<br />Parenti, sorelle e fratelli, sposa, figli, siano per voi come rami collocati in ordine diverso sulla stessa pianta. Santificate la Famiglia nell'unità dell'amore. Fatene come un Tempio dal quale possiate congiunti sacrificare alla Patria. Io non so se sarete felici; ma che così facendo, anche di mezzo alle possibili avversità, sorgerà per voi un senso di pace serena, un riposo di tranquilla coscienza, che vi darà forza contro ogni prova, e vi terrà schiuso un raggio azzurro di cielo in ogni tempesta. (cap. VI) *L'[[educazione]] è il pane dell'anima. Come la vita fisica, organica, non può crescere e svolgersi senza alimenti, così la vita morale, intellettuale, ha bisogno per ampliarsi e manifestarsi, delle influenze esterne e d'assimilarsi parte almeno delle idee, degli effetti, delle altrui tendenze. (cap. VII) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}}, un uomo Italiano, il più grande fra gl'Italiani che io mi conosca [...]. Ogni città d'Italia quando l'Italia sarà libera ed una, dovrebbe innalzargli una statua [...]. (cap. VII) *Le [[Idea|idee]], cacciate una volta che siano nel mondo dell'intelletto, non muoiono più. Altri le raccoglie, anche dimenticandone la sorgente. Gli uomini ammirano la [[quercia]]: chi pensa al germe dal quale esciva? (cap. VII) *Oggi sappiamo che la legge della Vita è PROGRESSO. (cap. VII) *{{NDR|[[Félicité Robert de Lamennais|Lamennais]]}} un uomo che visse e morì santamente e amò il popolo e il suo avvenire d'immenso amore [...]. (cap. IX) *La [[libertà]] non è che un ''mezzo''; guai a voi e al vostro avvenire se v'avvezzaste mai a guardarla siccome fine! Il vostro ''[[individuo]]'' ha doveri e diritti propri che non possono essere abbandonati ad alcuno; ma guai a voi ed al vostro avvenire se il rispetto che dovete avere per ciò che costituisce la vostra vita ''individuale'' potesse mai degenerare in un fatale ''egoismo''! La vostra libertà non è la negazione d'ogni autorità; è la negazione d'ogni autorità che non rappresenti lo scopo collettivo della Nazione, e che presuma impiantarsi e mantenersi sovr'altra base che su quella del libero spontaneo vostro consenso. (cap. IX) *L'''[[istruzione]]'', come la ricchezza, può essere sorgente di bene e di male a seconda delle intenzioni colle quali s'adopra: consacrata al progresso di tutti, è mezzo di incivilimento e di libertà; rivolta all'utile proprio, diventa mezzo di tirannide e di corruttela. (cap. IX) *Non bisogna abolire la [[proprietà]] perché oggi è di ''pochi''; bisogna aprire la via perché i ''molti'' possano acquistarla. (cap. XI<!--, 2-->) ==''Note autobiografiche''== ===[[Incipit]]=== Una domenica dell'aprile 1821, io passeggiava, giovanetto, con mia madre e un vecchio amico della famiglia, Andrea Gambini, in Genova, nella Strada Nuova. L'insurrezione Piemontese era in quei giorni stata soffocata dal tradimento, dalla fiacchezza dei Capi e dall'Austria. ===Citazioni=== *Ci affratellammo della saldissima tra le [[amicizia|amicizie]], che è quella santificata dall'unità d'un intento buono [...]. *Ah! come poco indovinano gli uomini le condizioni dell'anima altrui, se non la illuminano – ed è raro – coi getti d'un amore profondo! *La Vita è Missione; e quindi il [[Dovere]] è la sua legge suprema. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A Carlo Alberto di Savoja''=== SIRE! S'io vi credessi re volgare, d'anima inetta o tirannica, non v'indirizzerei la parola dell'uomo libero. I re di tal tempra non lasciano al cittadino che la scelta fra l'armi e il silenzio. Ma voi, SIRE, non siete tale. La natura, creandovi al trono v'ha creato pure a' grandi concetti ed a' forti pensieri; e l'Italia sa che voi avete di regio più che la porpora. I re volgari infamano il trono su cui si assidono, e voi, SIRE, per rapirlo all'infamia, per distruggere la nube di maledizioni, di che lo aggravano i secoli, per circondarlo d'amore, non avete forse bisogno che d'udire la verità: però, io ardisco dirvela, perché voi solo estimo degno d'udirla, e perché nessuno tra quanti vi stanno attorno può dirvela intera. La [[verità]] non è linguaggio di cortigiano: non suona che sul labbro di chi né spera, né teme dalla potenza. ===''D'alcune cause che impedirono finora lo sviluppo della libertà in Italia''=== Trattando delle cagioni, che tornavano in nulla i tentativi di libertà nell'Italia – de' vizi che contrastarono al concetto rigeneratore di farsi via tra gli ostacoli, noi siamo ad un bivio tremendo.<br> O noi parliamo parole alte, libere, franche – parliamo coll'occhio all'Italia, la mano sul core, e la mente al futuro – parliamo, come detta la carità della patria, senza por mente ad uomini, o pregiudizi, snudando l'anima agli oppressori, ai vili, agli inetti, flagellando le colpe e gli orrori ovunque si manifestino – e un grido si leva dagli uomini del passato contro a' giovani che s'innoltrano nella carriera, ignoti alle genti, senza prestigio di fama, senza potenza di clientela, soli con Dio e la coscienza d'una missione: ''voi violate l'eredità de' padri, perdete la sapienza degli avi: voi usurpate un mandato, che il popolo non v'affida esclusivamente: voi cacciate l'ambizione di novatore frammezzo a' vostri fratelli!'' ===''D'una letteratura europea''=== Le parole de' sommi, quanto più riescono oscure, più covano il germe d'una profonda ed utile verità. Il genio passa rapido attraverso le razze viventi, e s'interna ne' misteri dell'universo; ma ad esso un solo sguardo discopre alte cose: le leggi, che regolano la vita delle nazioni, si rivelano all'uomo entro cui vive questo istinto sublime: il passato e il presente s'interpretano l'un l'altro nella sua mente, ed egli ne trae sovente il futuro, perché il genio è profeta. ===''Della Giovine Italia''=== <div align=right>''Les jeunes gens de vingt à trente–<br>cinq<br>ans ont grandi dans la révolution...<br>Eux seuls sont notre espérance''.<ref>L'Epigrafe è troppo assoluta, perché noi la ammettiamo senza riserva, e rimettiamo all'articolo. Ma non abbiamo potuto resistere al piacere di registrare in favore della gioventù un giudizio pronunciato da uno de' primi padri della dottrina, che contende alla nuova generazione la facoltà di progresso. {{NDR|Nota dell'autore}}</ref><br>[[Victor Cousin|VICTOR COUSIN]]</div> Le parole di Cousin, poste in fronte all'articolo, racchiudevano, parmi, un alto senso politico, e compendiavano in certo modo la scienza del moto sociale nel secolo XIX. Egli le proferiva parlando allo Zschokke, e Zschokke, canuto, ma d'anima giovine e repubblicana, le raccoglieva con amore, e le registrava in fronte a un suo libro, intravvedendovi una profezia di vittoria e di civiltà. ===''I fratelli Bandiera''=== Io scrivo queste pagine per obbedire all'ultimo voto dei fratelli Bandiera, e perché gli Italiani sappiano quali uomini fossero quei che morirono per la libertà della patria, il 25 luglio 1844, in Cosenza. E le scrivo ora, mentre io avrei per più ragioni desiderato adempiere all'obbligo mio alcuni anni più tardi, perché le gazzette austriache e le polizie italiane hanno diffuso e diffonderanno intorno a quei nomi asserzioni riecheggiate dai molti vili e dai moltissimi stolti, che tendono a calunniare, non dirò i vivi — che importa a noi di siffatte accuse? — ma la fama di martiri che gl'Italiani non dovrebbero nominare, se non prostrati, adorando. ===''Istruzione generale per gli affratellati nella Giovane Italia''=== La Federazione della Giovine Italia data l'era sua dall'anno 1831. Essa ha per iscopo:<br> 1°. La repubblica, una, indivisibile, in tutto il territorio italiano, indipendente, uno e libero.<br> 2°. La distruzione di tutta l'alta gerarchia del clero e l'introduzione di un semplice sistema parrocchiale.<br> 3°. L'abolizione di ogni aristocrazia e di ogni privilegio, che non dipenda dalla legge eterna della capacità e delle azioni.<br> 4°. Una promozione illimitata dell'istruzione pubblica.<br> 5°. La più esplicita dichiarazione di diritti dell'uomo e del cittadino. Qualunque forma di governo monarchico, costituzionale od altro, qualunque moderato sistema di religione, che la necessità delle cose ne imponesse accettare, sarebbero sempre accettati e considerati come governi e sistemi di transizione e la Federazione perciò proseguirebbe i suoi lavori. == Citazioni su Giuseppe Mazzini == *All'idea d'Europa il Mazzini fu fedele per oltre quarant'anni nella sua attività politica con una coerenza ammirevole, e non soltanto ne parlò e scrisse con tono messianico, ma anche fece molti tentativi per realizzarla; per lui quell'idea non aveva soltanto un significato politico, ma umano, universale, filosofico perché si ricollegava all'idea di umanità, anzi si identificava con essa nella concreta realtà storica. ([[Paolo Brezzi]]) *[[Carlo Bini]] [...] parlava di Mazzini come d'un ''buon figliuolo'' che scambiava la realtà colle larve dorate della sua fantasia, e la sola cosa che non gli perdonasse era la pretensione di voler dirigere il movimento italiano stando fuori d'Italia, perché diceva: non può governare la nave chi non c'è dentro. ([[Giuseppe Montanelli]]) *''E un popol morto dietro a lui si mise. | Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero''. ([[Giosuè Carducci]]) *Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. ([[Klemens von Metternich]]) *{{NDR|Commentando una lettera di Mazzini ai suoi adepti}} Ecco che cosa {{sic|voleano}} i redentori dell'Italia! Simili ordini avrebbero spaventato un Attila, un Maometto. Tant'è: se parlate co' patrioti vi diranno, che il retrogrado, l'oscurantista, il birbante son'io, perché clericale; e che Mazzini era un progressista, un umanitario co' fiocchi, e forse vi assicureranno pure che fosse un santo che facea miracoli. {{sic|Quelli}} scritti di Mazzini, che fanno raccapricciar di spavento l'umanità, gli sciocchi governanti di que' tempi, invece di pubblicarli a' quattro venti della terra, per far rinsavire i balordi, credettero gran sapienza occultarli con ogni cura! ([[Giuseppe Buttà]]) *Fu più la lettura delle opere di Mazzini che la sua fama di uomo politico, che mi spinse ad avvicinarlo, per vedere s'ei, personalmente, rispondeva al concetto ideale che me n'era formato. Se rimasi soddisfatto non fa d'uopo il dirlo. Trovai in lui amenità, ingegno, bontà paterna, e, ciò che non avrei mai creduto, essendomi fatto di lui un'idea su quella che ravvisava in molti de' suoi intolleranti seguaci, trovai in lui la tolleranza per le idee altrui, che è certamente il più alto segno della intelligenza umana. ([[Virgilio Estival]]) *[[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] avria potuto essere il [[George Gordon Byron|Byron]], e Mazzini il [[Victor Hugo]] dell'Italia, se in luogo di conquistar [[Roma]], avesser dovuto glorificarla. Non abbiamo poeti, abbiamo soldati, non scriviamo romanzi, facciamo la storia. [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] tace, ma parla il cannone, [[Carlo Pepoli|Pepoli]] non scrive più commedie, manipola trattati; [[Emilio Visconti Venosta|Visconti Venosta]] non commenta più [[Pierre Paul Prud'hon|Prudhon]] nel ''Crepuscolo'', ma persuade alla Camera. ([[Giuseppe Guerzoni]]) *Giuseppe Mazzini? Tutta l'anima per l'ideale santo della indipendenza e della libertà della sua grande patria, e l'opera febbrilmente attiva della vita intera per essa, e malgrado gli ostacoli più minacciosi e le disillusioni più amare e i sagrifici più sanguinosi, e senza mai né temere, né disperare e vederlo infine quasi raggiunto, è questa la sua gloria. ([[Roberto Ardigò]]) *Il famoso rivoluzionario Giuseppe Mazzini, più conosciuto in Russia come patriota italiano, cospiratore e agitatore che come metafisico deista e fondatore della nuova chiesa in Italia, sì, proprio Mazzini ritenne utile e necessario nel 1871, il giorno dopo la disfatta della comune di Parigi, quando i feroci esecutori di Versailles fucilavano a migliaia i disarmati comunardi, affiancare l'anatema della chiesa cattolica e le persecuzioni poliziesche dello Stato con il suo proprio anatema sedicentemente patriottico e rivoluzionario ma nella sostanza assolutamente borghese e teologico insieme. ([[Michail Bakunin]], ''Stato e Anarchia'') *Il fattore che portò a termine l'unità tedesca fu la forza materiale delle armi. Quello che suscitò l'unità italiana fu la forza spirituale, la verità recondita che costituisce l'ultima natura delle cose e determina le loro affinità e repulsioni. Tuttavia, perché questa verità recondita operi rapidamente, è necessario colmarla di ardore, trarla alla luce della consapevolezza, trasformarla in idee motrici, come si fa con il minerale nel forno. E fu questa la vigorosa e ardente impresa di Mazzini, così come il fuoco, attraverso il crogiolo, penetra i metalli e li muove a infrangere la loro abituale rigidezza, isolamento e tenacia e a fondersi e legarsi gli uni con gli altri, in un abbraccio indissolubile e perfetta omogeneità. ([[Ramón Pérez de Ayala]]) *Il suo repubblicanesimo nacque anche dalla persuasione che l'Italia potesse unificarsi solo abbattendo le sue dinastie. Ma se una di queste dinastie si fosse mostrata disposta a mettere le sue forze militari e il suo credito internazionale a disposizione dell'Italia, per conquistarle l'unità, allora, Mazzini era pronto a transigere con la Monarchia. E alla Monarchia più di una volta, dal 1830 in poi, Mazzini tese la mano, si offrì di aiutarla «a corpo perduto», se essa, cioè i Savoia, avesse consentito di cambiare la meschina corona piemontese con la corona d'Italia. L'avvenire poi avrebbe pensato esso a realizzare la Repubblica. ([[Gioacchino Volpe]]) *In qualche provincia tuttavia questi scritti erano talvolta messi da lato; davasi di piglio invece alle opere di Mazzini, le quali se, a dir vero, ridestavano principî nazionali, e miravano alla unità ed indipendenza, insinuavano dall'altro un sentimentalismo, un misticismo, un non so che di religioso, che faceva andare le menti fra le nubi, e tra le incertezze delle religioni, di cui Mazzini afferma la necessità pel governo degli uomini, e non sa formularne alcuna. ([[Felice Orsini]]) *Ingegno fervido e potente, {{sic|nudrito}} di molteplici e seri studî, ardente spiritualista, suffuso di una nube di misticismo – che si palesa anche nel suo stile, caldo, robusto, entusiasta, talora un po' retorico, qua e là un po' turgido, un po' asmatico –, Giuseppe Mazzini ebbe un unico intendimento, una sola idealità, all'attuazione della quale consacrò tutto sé stesso dal 1831 in poi: porre a fondamento dell'ordinamento sociale due concetti, espressi, nella sua famosa formula: ''Dio e Popolo''; concetti che egli armonizzava sopra un cardine morale, il ''dovere'', dal quale soltanto scaturisce il ''diritto''. Quindi, per l'Italia, l'unità nazionale da conseguirsi con la democrazia e per la democrazia, con due mezzi: ''pensiero'' ed ''azione'', val quanto dire con la educazione dei giovani per prepararli alla lotta delle armi e al sacrificio di sé stessi. ([[Raffaello Giovagnoli]]) *La retorica della Terza Roma, era la fantasia perversa di uno che si chiamava Mazzini, che ha teorizzato la Terza Roma, non più la Roma imperiale, non più la Roma cristiana, ma la Terza Roma che doveva portare la luce a tutto il mondo, che era la luce massonica, senza pensare, poverino, che quelli che l'avevano fatta erano semplicemente dei pagliaccetti mossi da altri masssoni. ([[Angela Pellicciari]]) *Mazzini era [[Vegetarianismo|vegetariano]] certo, sempre pallido, però suonava la chitarra. ([[Roberto Gervaso]]) *Mazzini, il grande sacrificato; l'ostia vivente d'Italia, mantiene fedelmente il voto compito trent'anni or sono quando l'imangine d'un Italia una, virtuosa, libera, apparendo come una celeste fidanzata in mezzo alle artistiche ispirazioni ed alle poetiche larve della sua giovinezza, le disse: «Tu rinuncierai per me ogni cosa diletta più caramente, mangerai il pane dell'esilio, berrai la cicuta della calunnia, e fin anco le divine consolazioni delle-Grazie e delle Muse tu ricuserai, perocché il mio amore non tolleri rivali e solamente colui che molto offre e combatte sia degno d'avermi.» ([[Giuseppe Guerzoni]]) *Non ignoro che a molti parrà singolare stranezza questo parlare di Mazzini immediatamente dopo Socrate e Cristo, i due primi più solenni e più rifermati maestri di civiltà; ma penso che quelli che verranno dopo di noi, considerata tutta a parte a parte la dottrina e la vita dell'uomo, dopo Socrate e Cristo nella storia lo allogheranno terzo non di valore, ma di tempo. ([[Giovanni Bovio]]) *Oggi l'Italia e l'Europa intera venerano quest'uomo. In Italia è considerato come uno degli uomini più grandi. Era un uomo devoto e religioso, né egoista né orgoglioso. La povertà era per lui un ornamento. Considerava le sofferenze altrui come le sue. Ci sono davvero pochi esempi nel mondo in cui un uomo, da solo, ha portato tanto sollievo morale al suo paese, grazie alla sua forza di pensiero e alla sua estrema devozione, durante tutta la sua vita. Tale fu Mazzini, l'unico. ([[Mahatma Gandhi]]) *Preparazione della salma di Mazzini (dal racconto di [[Paolo Gorini|Gorini]]). Gorini è chiamato a Pisa da un telegramma di [[Agostino Bertani|Bertani]]. Trova una folla di Mazziniani, mezzi matti, ciascuno dei quali dà ordini e disordini, gridando «si faccia questo, si faccia quest'altro, non si badi a spesa» e inviando poi, beninteso, i conti a pagare ai tre 3 o 4 ricchi di loro. Lemmi ci spese di più di 6000 lire – e nota che i patrioti operai gli fecero pagare 800 lire una cassa di piombo che ne valeva 200. – Si domandò a Gorini in che modo avrebbe imbalsamato Mazzini. Rispose avere due modi: uno spedito ma che conservava per pochissimo tempo il cadavere; l'altro lunghissimo, ma che lo serbava indefinitavamente. Si passò ai voti. Dei mazziniani, i Nathan volevano che si seppellisse Mazzini senz'altro. Ma prevalse Bertani. Gorini si pose dunque al lavoro. IL corpo giaceva in istato di avanzatissima putrefazione. Era verde – era una vescica zeppa di marcia. Bertani assisteva all'esperimento. Dopo una notte di tentativi, Gorini avea già perduta ogni speranza di conservarlo. Arrischiò un altro mezzo – e il verde scomparve e la marcia si coagulò. Allora si pose in cassa Mazzini per portarlo a Genova. In viaggio la cassa si ruppe e ne uscì del liquido. A Genova Gorini riprese il lavoro. In due anni, ne spera un mediocre successo –. ([[Carlo Dossi]]) *Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell'ideale dell'unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassini politici. Questa è la verità della storia. ([[Bettino Craxi]]) *Quando si farà qualche passo nella via della libertà e dell'uguaglianza, qualche progresso nella via dell'emancipazione religiosa, qualche cammino nella via dell'educazione nazionale, certo voi, nella vostra giustizia, guarderete lì in fondo, e vedrete l'uomo che aveva levato quella bandiera, lo ricorderete con rispetto, e direte: «Ecco il precursore!» Questo è il vero carattere, questa è la vera importanza e la vera gloria di Mazzini. ([[Francesco De Sanctis]]) *Quanto è efficace il costante apostolato unitario del Mazzini, altrettanto vani sono i suoi tentativi d'azione, perché non hanno mai altra base che la sua facilità d'illudersi e la sua presunzione. ([[Ernesto Masi]]) *Se [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]] era privo di grandi disegni ideali, Mazzini ne era ricchissimo. Dal Romanticismo e dalla rivoluzione francese aveva ereditato il concetto di nazione, e tale concetto aveva applicato non solo all'Italia, ma all'Europa. Credeva alla necessità che ad ogni diritto corrispondesse un dovere e che nessuno potesse pretendere alcunché senza aver dato, generosamente. In questo equilibrio fra diritti e doveri Mazzini risolveva, o credeva risolvere, le tensioni sociali, i contrasti delle classi, le divergenze fra le nazioni. ([[Sergio Romano]]) *Secondo l'uso linguistico attuale, un grande uomo non ha bisogno di essere né buono né nobile – mi ricordo un solo esempio di un uomo di questo secolo che abbia ricevuto tutti e tre questi predicati, e perfino dai suoi nemici: Mazzini. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Un uomo insigne per ingegno e per devozione alla patria vive ancora bandito dalla sua terra. Calunniato e levato a cielo ad un tempo, Giuseppe Mazzini ebbe forse, come tutti gli uomini grandi e superiori alla comunanza delle genti, la sventura somma di non essere compreso né da' suoi adoratori né da' suoi detrattori. I detrattori ce lo dipingono un pazzo utopista che fa della politica una scienza astrusa peggiore dell'algebra; gli adoratori invece, [...], non giurano che in nome suo, non parlano che a frasi inventate da lui, non ammettono altri al mondo che lui, e fanno di un uomo eminente e di ingegno sovrano la meschina figura di un profeta spostato. ([[Franco Mistrali]]) *Vi sono rivoluzionari dal basso in alto, quelli che scendono a sommuovere le passioni luride delle piazze, e di costoro io non sono. Vi sono poi i rivoluzionari dall'alto in basso, quelli che vogliono far servire l'autorità alla creazione della nazione per imporre la libertà, e di questo tipo io mi sono rivoluzionario. Io non sono con Mazzini, sono con [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]]. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) ===[[Denis Mack Smith]]=== *Le aspettative di Mazzini erano state troppo grandi e senza dubbio un po' confuse. Egli non aveva previsto che la nazionalità, invece di rappresentare esclusivamente l'emancipazione dei popoli oppressi, potesse a volte diventare una forza di divisione e persino illiberale. Scoprì con enorme dolore, che gli italiani erano altrettanto corrotti degli altri popoli dal materialismo e dall'egoismo. *Mazzini non conosceva bene l'Italia. Di famiglia genovese benestante, non era andato mai al di là della Toscana allorché, all'età di ventisei anni, fu costretto a fuggire all'estero. I suoi numerosi nemici attribuirono a ciò la sua persistente fiducia nelle possibilità di una rivoluzione italiana. In realtà Mazzini rimase sempre un mistico, distante dai calcoli materiali delle possibilità e dei vantaggi. *Oltre a un'Italia unita egli si configurava l'immagine, ancora più remota, di un'Europa unita alla quale la sua nazione italiana avrebbe indicato la via. In maniera un po' ingenua riteneva che la pace internazionale e l'indipendenza nazionale dovessero necessariamente andar congiunte. Certo che le libertà politiche e il patriottismo fossero facce di una stessa medaglia, patrocinava anche l'abolizione di tutti i privilegi e la costituzione di un mondo nel quale il popolo fosse sovrano. *Oltre all'idea repubblicana, egli aveva sostenuto con coerenza la riforma sociale, la libertà di coscienza, l'uguaglianza fra i sessi e un'Europa federale; ma era un visionario, troppo in anticipo sui suoi tempi. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm A Carlo Alberto di Savoja]'', ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm D'alcune cause che impedirono finora lo sviluppo della libertà in Italia]'', ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm Della Giovine Italia]'', in "Scritti Politici", a cura di Franco Della Peruta, Einaudi Editore, Torino, 1976. *Giuseppe Mazzini, ''Agli operai italiani'', in ''Dei doveri dell'uomo – Fede e avvenire'', a cura di Paolo Rossi, GUM ''Nuova serie'' n. 10, Mursia, Milano, 1965-1984. *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm Doveri dell'uomo]'', introduzione di Giano Accame, ASEFI Editoriale Srl, Pubblicazioni Terziaria, Milano, 1995. ISBN 8886818025 *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm D'una letteratura europea]'', in "Scritti Politici", a cura di Franco Della Peruta, Einaudi Editore, Torino, 1976. *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm I fratelli Bandiera]'', Edizioni del centenario, Libreria Editrice Milanese, Milano, 1944. *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.liberliber.it/libri/m/mazzini/index.htm Istruzione generale per gli affratellati nella Giovane Italia]'', in "Scritti Politici", a cura di Franco Della Peruta, Einaudi Editore, Torino, 1976. *Giuseppe Mazzini, ''Note autobiografiche'', in ''[https://www.nilalienum.com/gramsci/0_MazziniOp/ScrittiPolEc.html Scritti di politica ed economia]'', Sonzogno, Milano, 1894. *Giuseppe Mazzini, ''[http://www.archive.org/details/scrittieditiedin29mazzuoft Scritti editi ed inediti, vol. XXIX]'', P. Galeati, Imola, 1906. ==Altri progetti== {{Interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Doveri dell'uomo||(1861)}} {{DEFAULTSORT:Mazzini, Giuseppe}} [[Categoria:Filosofi italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] 31o7cp150yl6yfsgwrkyx8ksph30e0l Template:SelezioneNuove 10 4465 1221336 1221328 2022-08-07T12:35:00Z Spinoziano 2297 aggiorno wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 25. 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CarloV :Ciao! Proprio no.... Avresti dovuto leggere un po' più [http://it.wikiquote.org/wiki/Voltaire#Citazione_erroneamente_attribuita_a_Voltaire sotto]. --'''[[Utente:Dread83|<span style="color:red;">D</span><span style="color:black;">oppia</span>]][[Image:Nuvola apps cache.png|25px|Temi le mie pagine!]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:red;">Di</span>]]''' 13:40, 17 Feb 2006 (UTC) == All'anonimo insistente == Ciao! Prima di inserire una citazione errata, ti invito a leggere fino in fondo la voce. Grazie! --'''[[Utente:Dread83|<span style="color:red;">D</span><span style="color:black;">oppia</span>]][[Image:Nuvola apps cache.png|25px|Temi le mie pagine!]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:red;">Di</span>]]''' 09:31, 13 Apr 2006 (UTC) c'è una frase tratta dal "Candido"("Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile")che non è propriamente di Voltaire. In realtà il suo tono è puramente ironico nei confronti di Leibniz noto per la sua filosofia e per il suo ingiustificato (almeno secondo Voltaire) ottimismo.Infatti il filosofo usava dire "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili". ==citazioni su== mi sembra un po' lunga come [http://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Voltaire&curid=191&diff=316413&oldid=315027&rcid=322418 citazione]... --[[Utente:Quaro75|Quaro75]] ([[Discussioni utente:Quaro75|scrivimi]]) 16:44, 2 apr 2010 (CEST) :La citazione è stata spostata qui da wikipedia, forse serve a loro. È un interessante giudizio storico. Comunque proviamo a tagliuzzarla un po': --[[Utente:Micione|Micione]] ([[Discussioni utente:Micione|scrivimi]]) 02:38, 3 apr 2010 (CEST) ::Tagliuzzare va bene (adesso do un'occhiata), ma piú che altro vorrei sapere chi è il traduttore. Avendo letto la citazione francamente credo che ci si possa fermare al primo omissis inserito da Micione, se non al primo periodo. Non mi pare una pagina cosí interessante, è la solita critica ai "miscredenti arroganti": che a parte questa caratteristica non hanno nulla di notevole. Ma questa è una mia opinione personale, magari è una pagina fondamentale della critica storica a Voltaire e io non lo so ma è [[WQ:NRO|correttamente illustrato in Wikipedia]] (da verificare, credo). --[[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 13:27, 25 lug 2010 (CEST) ===Citazione=== L’ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano Voltaire è il segno infallibile d’un animo corrotto. Che non ci s’illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le ''Œuvres de Ferney'', Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell’autorità ecclesiastica che condanna i libri ''in odium auctoris''; in verità niente è più giusto di ciò: ''rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio''. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell’eccesso ben più reprensibile dell’esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che ''spiritoso'' [...]. Nei generi che parrebbero i più affini al suo talento naturale, egli tentenna: è mediocre, freddo, e spesso (chi lo crederebbe?) volgare e grossolano nella commedia; il malvagio infatti non è mai comico. Per la stessa ragione, egli non sa scrivere un epigramma; la più piccola goccia del suo fiele non può coprire meno di cento versi. Se prova [a scrivere] una satira, scivola nel pamphlet; è insopportabile nella storia, nonostante la sua arte, l’eleganza e la grazia del suo stile; nessuna qualità poteva rimpiazzare quelle di cui era privo: la comprensione della storia, la serietà, la buona fede e l’onestà. Quanto al suo poema ''epico'', non posso parlarne: ché per giudicare un libro, bisogna averlo letto, e per leggerlo bisogna essere sveglio. Una monotonia soporifera spira sulla maggior parte dei suoi scritti, che non hanno che due soggetti, la Bibbia o i suoi nemici: egli o bestemmia o insulta. La sua piacevolezza così vantata è tuttavia lungi dall’essere irreprensibile: il riso ch’essa eccita non è per nulla normale; è una smorfia. Non avete mai pensato che l’anatema divino era scritto sul suo stesso viso? Dopo tanti anni occorre farne ancora esperienza. Andate a contemplare la sua statua all’Ermitage [...]. Osservate questo viso spregevole che il pudore non fece mai arrossire, quei due crateri spenti ove sembrano ancora ardere l’odio e la lascivia. Quella bocca. – Dirò forse male, ma non è per mia colpa. – Quel ''ghigno'' orribile, che corre da un orecchio all’altro, e quelle labbra strette dalla crudele malizia come una molla tesa per lanciare bestemmie o sarcasmi. – Non parlatemi di quest’uomo, non posso sostenerne l’idea. Ah! quanto male ci ha fatto! Rassomigliante a quegl’insetti, flagello dei giardini, che indirizzano i propri morsi alla radice delle piante più preziose, Voltaire, con il suo ''pungiglione'', non cessa d’infilzare le due radici della società, le donne e i giovani; egli li imbeve dei suoi veleni che trasmette così da una generazione all’altra. [...] Il grande crimine di Voltaire è l’abuso del talento e il meretricio intenzionale d’un genio creato per servire Dio e la virtù. Non potrà addurre, come per tanti altri, la giovinezza, la sconsideratezza, il traviamento delle passioni, e infine, la triste debolezza della nostra natura. [...] Altri cinici confidarono nella virtù, Voltaire confida nel vizio. [...] Parigi lo incorona, Sodoma l’avrebbe bandito. [...] Quando vedo quello ch’egli avrebbe potuto fare e quello che invece ha fatto, i suoi eccezionali talenti non m’inspirano più che una specie di ira divina che non ha nome. Sospeso tra l’ammirazione e l’orrore, qualche volta vorrei fargli innalzare una statua... dalle mani del boia. ==Senza fonte== *Amici miei, o gli astri sono grandi geometri, o sono stati disposti da un eterno geometra. *Che cos'è la [[politica]] se non l'arte di mentire a proposito? *Chi dice il [[segreto]] degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco. *Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità. (Richard Dawkings, L'illusione di dio, pg. 302) :In [http://books.google.it/books?id=d14H1szXLYMC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Dawkins] non pare esserci, e comunque non attribuita a Voltaire. --[[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|scrivimi]]) 17:03, 6 nov 2012 (CET) ::Attribuita esplicitamente a Voltaire, riportata nella forma: «Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità». --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 13:05, 1 lug 2020 (CEST) *Dio ci ha dato la vita, tocca a noi darci la bella vita. *[[Dio]] è un commediante che recita per un pubblico troppo spaventato per ridere. *Essere veramente liberi è potere. Quando posso fare ciò che voglio, ecco la [[libertà]]. *Gli uomini discutono, la natura agisce. *Gli uomini sono eguali; non la nascita, ma la [[virtù]] fa la differenza. *I [[tiranno|tiranni]] hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (citato in ''[[Call of Duty 4: Modern Warfare]]'') *Il popolo deve essere guidato e non istruito. *Il [[riposo]] è una buona cosa, ma la noia è sua sorella. *Il senso comune non è così comune. *Il sentimento di [[giustizia]] è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. *La [[bellezza]] è gradita agli occhi, ma la dolcezza affascina l'animo. *La gente cerca la [[felicità]] come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste. *La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore. *{{NDR|Sull<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' di [[William Shakespeare]]}} La si direbbe l'opera di un selvaggio ubriaco. (1768) *L'[[amore]] è di tutte le passioni la più forte perché attacca contemporaneamente la testa, il cuore e il corpo. *L'amore è un canovaccio fornito dalla natura e ricamato dall'immaginazione. *L'arte della [[medicina]] consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia. *Non è il momento di farsi nuovi nemici. (nel letto di morte, all'esortazione di un prete a rinunciare al diavolo e tornare a Dio) *Non parlerei tanto di me se ci fosse qualcun altro che conoscessi egualmente bene. *Non si è perduto niente quando ci resta l'[[onore]]. *Ogni volta che un evento importante, una rivoluzione o una calamità volge a profitto della chiesa, è sempre identificata con la Mano di [[Dio]]. *Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto. *Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti. *Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è [[filosofia]]. *Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere a spese dei disgraziati che lavorano per vivere. *Un [[proverbio]] saggio non prova niente. ==Il gelato è squisito. È un peccato che non sia illegale.== La citazione, riportata qui dal solito lettore di ''Focus'', è diffusissima sul web, e anche in lingua inglese: «''Ice-cream is exquisite. What a pity it isn't illegal''». Invece è del tutto assente nella lingua originale, o per lo meno non ho trovato niente io, nemmeno in Google Books: «''La crème glacée est délicieuse péché n'est pas illégal''». Questa cosa è ben strana, per cui data anche la fonte, già un po' sospetta, ho soppresso questa citazione.<br />''En passant'': ogni citazione da ''Focus'' mi porta via almeno una quindicina di minuti...<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:48, 6 feb 2014 (CET) ==Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità== Io ho una copia del libro di Dawkins (I ed. Mondadori, del 2007), ed effettivamente a pag. 302 si legge: "Voltaire l'aveva già capito secoli fa: <<Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità>>"; nella versione inglese della pagina di citazioni di Voltaire è anche riportata la versione originale francese, che ovviamente non suona proprio come le due versioni italiane qui sopra, ma il senso quello; non mi intendo abbastanza di wikiquotes per procedere alla modifica della voce, però a mesembra che la citazione sia verificata... --[[Utente:Darwinbot|Darwinbot]] ([[Discussioni utente:Darwinbot|scrivimi]]) 15:21, 18 mag 2015 (CEST) :Effettivamente la citazione è presente. Grazie. Leggendo da 'quote.en c'è però scritto che quella è una ''Alternative condensed translation'', cioè una traduzione condensata alternativa. Occorrerebbe tradurre l'originale in francese, là riportato (''Il y a eu des gens qui ont dit autrefois ...''), e sistemare quella qui presente come citazione errata, almeno stando a quanto là si legge. Dawkins non cita fonti primarie.<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:48, 18 mag 2015 (CEST) == Voltaire, Racine e M.me de Sevigné == Ho espunto la citazione: «La moda di amare [[Jean Racine|Racine]] passerà come {{NDR|quella del}} [[caffè]].» Voltaire cita la frase come pronunciata da M.me de Sevigné, biasimandone l'autrice così: {{quote|Se noi siamo stati indignati contro Madame de Sévigné, che scriveva così bene e giudicava così male, se noi siamo rivoltati da questo miserabile spirito di parte, da questa cieca prevenzione che le fa dire che la moda di amare Racine passerà come la moda del caffè, giudicate Signora come dobbiamo essere afflitti che una persona così istruita, che non vi rende giustizia...|Voltaire, ''Oeuvres'', Paris, 1833, vol IV, p. 358|Si nous avons été indignés contre Madame de Sèvigné, qui écrivait si bien et qui jugeait si mal, si nous sommes révolté de cet esprit misérable de parti, de cette aveugle prévention qui lui fait dire que la mode d'aimer Racine passerà comme la mode du café, jugez Madame combien nous devons être affligés qu'une personne aussi instruite que vous ne rende pas justice...|lingua=fr}} (Citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', Milano, Hoepli, 2007, p. 122. ISBN 978-88-203-0092-0) Quindi non è corretto riportare la frase in questione come pronunciata da Voltaire, mentre in realtà egli l'attribuisce a M.me de Sévigné.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:15, 16 ott 2017 (CEST) 4aaucxryj3mzr74gg5h96wywxv7byta 1221377 1221374 2022-08-07T16:21:50Z Dread83 47 -1, di [[Henry David Thoreau]] wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==[Senza titolo]== non era sua la frase che avevo scritto? CarloV :Ciao! Proprio no.... Avresti dovuto leggere un po' più [http://it.wikiquote.org/wiki/Voltaire#Citazione_erroneamente_attribuita_a_Voltaire sotto]. --'''[[Utente:Dread83|<span style="color:red;">D</span><span style="color:black;">oppia</span>]][[Image:Nuvola apps cache.png|25px|Temi le mie pagine!]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:red;">Di</span>]]''' 13:40, 17 Feb 2006 (UTC) == All'anonimo insistente == Ciao! Prima di inserire una citazione errata, ti invito a leggere fino in fondo la voce. 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Comunque proviamo a tagliuzzarla un po': --[[Utente:Micione|Micione]] ([[Discussioni utente:Micione|scrivimi]]) 02:38, 3 apr 2010 (CEST) ::Tagliuzzare va bene (adesso do un'occhiata), ma piú che altro vorrei sapere chi è il traduttore. Avendo letto la citazione francamente credo che ci si possa fermare al primo omissis inserito da Micione, se non al primo periodo. Non mi pare una pagina cosí interessante, è la solita critica ai "miscredenti arroganti": che a parte questa caratteristica non hanno nulla di notevole. Ma questa è una mia opinione personale, magari è una pagina fondamentale della critica storica a Voltaire e io non lo so ma è [[WQ:NRO|correttamente illustrato in Wikipedia]] (da verificare, credo). --[[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 13:27, 25 lug 2010 (CEST) ===Citazione=== L’ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano Voltaire è il segno infallibile d’un animo corrotto. Che non ci s’illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le ''Œuvres de Ferney'', Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell’autorità ecclesiastica che condanna i libri ''in odium auctoris''; in verità niente è più giusto di ciò: ''rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio''. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell’eccesso ben più reprensibile dell’esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che ''spiritoso'' [...]. Nei generi che parrebbero i più affini al suo talento naturale, egli tentenna: è mediocre, freddo, e spesso (chi lo crederebbe?) volgare e grossolano nella commedia; il malvagio infatti non è mai comico. Per la stessa ragione, egli non sa scrivere un epigramma; la più piccola goccia del suo fiele non può coprire meno di cento versi. Se prova [a scrivere] una satira, scivola nel pamphlet; è insopportabile nella storia, nonostante la sua arte, l’eleganza e la grazia del suo stile; nessuna qualità poteva rimpiazzare quelle di cui era privo: la comprensione della storia, la serietà, la buona fede e l’onestà. Quanto al suo poema ''epico'', non posso parlarne: ché per giudicare un libro, bisogna averlo letto, e per leggerlo bisogna essere sveglio. Una monotonia soporifera spira sulla maggior parte dei suoi scritti, che non hanno che due soggetti, la Bibbia o i suoi nemici: egli o bestemmia o insulta. La sua piacevolezza così vantata è tuttavia lungi dall’essere irreprensibile: il riso ch’essa eccita non è per nulla normale; è una smorfia. Non avete mai pensato che l’anatema divino era scritto sul suo stesso viso? Dopo tanti anni occorre farne ancora esperienza. Andate a contemplare la sua statua all’Ermitage [...]. Osservate questo viso spregevole che il pudore non fece mai arrossire, quei due crateri spenti ove sembrano ancora ardere l’odio e la lascivia. Quella bocca. – Dirò forse male, ma non è per mia colpa. – Quel ''ghigno'' orribile, che corre da un orecchio all’altro, e quelle labbra strette dalla crudele malizia come una molla tesa per lanciare bestemmie o sarcasmi. – Non parlatemi di quest’uomo, non posso sostenerne l’idea. Ah! quanto male ci ha fatto! Rassomigliante a quegl’insetti, flagello dei giardini, che indirizzano i propri morsi alla radice delle piante più preziose, Voltaire, con il suo ''pungiglione'', non cessa d’infilzare le due radici della società, le donne e i giovani; egli li imbeve dei suoi veleni che trasmette così da una generazione all’altra. [...] Il grande crimine di Voltaire è l’abuso del talento e il meretricio intenzionale d’un genio creato per servire Dio e la virtù. Non potrà addurre, come per tanti altri, la giovinezza, la sconsideratezza, il traviamento delle passioni, e infine, la triste debolezza della nostra natura. [...] Altri cinici confidarono nella virtù, Voltaire confida nel vizio. [...] Parigi lo incorona, Sodoma l’avrebbe bandito. [...] Quando vedo quello ch’egli avrebbe potuto fare e quello che invece ha fatto, i suoi eccezionali talenti non m’inspirano più che una specie di ira divina che non ha nome. Sospeso tra l’ammirazione e l’orrore, qualche volta vorrei fargli innalzare una statua... dalle mani del boia. ==Senza fonte== *Amici miei, o gli astri sono grandi geometri, o sono stati disposti da un eterno geometra. *Che cos'è la [[politica]] se non l'arte di mentire a proposito? *Chi dice il [[segreto]] degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco. *Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità. (Richard Dawkings, L'illusione di dio, pg. 302) :In [http://books.google.it/books?id=d14H1szXLYMC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Dawkins] non pare esserci, e comunque non attribuita a Voltaire. --[[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|scrivimi]]) 17:03, 6 nov 2012 (CET) ::Attribuita esplicitamente a Voltaire, riportata nella forma: «Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità». --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 13:05, 1 lug 2020 (CEST) *Dio ci ha dato la vita, tocca a noi darci la bella vita. *[[Dio]] è un commediante che recita per un pubblico troppo spaventato per ridere. *Essere veramente liberi è potere. Quando posso fare ciò che voglio, ecco la [[libertà]]. *Gli uomini discutono, la natura agisce. *Gli uomini sono eguali; non la nascita, ma la [[virtù]] fa la differenza. *I [[tiranno|tiranni]] hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (citato in ''[[Call of Duty 4: Modern Warfare]]'') *Il popolo deve essere guidato e non istruito. *Il [[riposo]] è una buona cosa, ma la noia è sua sorella. *Il senso comune non è così comune. *Il sentimento di [[giustizia]] è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. *La [[bellezza]] è gradita agli occhi, ma la dolcezza affascina l'animo. *La gente cerca la [[felicità]] come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste. *La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore. *{{NDR|Sull<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' di [[William Shakespeare]]}} La si direbbe l'opera di un selvaggio ubriaco. (1768) *L'[[amore]] è di tutte le passioni la più forte perché attacca contemporaneamente la testa, il cuore e il corpo. *L'amore è un canovaccio fornito dalla natura e ricamato dall'immaginazione. *L'arte della [[medicina]] consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia. *Non è il momento di farsi nuovi nemici. (nel letto di morte, all'esortazione di un prete a rinunciare al diavolo e tornare a Dio) *Non si è perduto niente quando ci resta l'[[onore]]. *Ogni volta che un evento importante, una rivoluzione o una calamità volge a profitto della chiesa, è sempre identificata con la Mano di [[Dio]]. *Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto. *Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti. *Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è [[filosofia]]. *Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere a spese dei disgraziati che lavorano per vivere. *Un [[proverbio]] saggio non prova niente. ==Il gelato è squisito. È un peccato che non sia illegale.== La citazione, riportata qui dal solito lettore di ''Focus'', è diffusissima sul web, e anche in lingua inglese: «''Ice-cream is exquisite. What a pity it isn't illegal''». Invece è del tutto assente nella lingua originale, o per lo meno non ho trovato niente io, nemmeno in Google Books: «''La crème glacée est délicieuse péché n'est pas illégal''». Questa cosa è ben strana, per cui data anche la fonte, già un po' sospetta, ho soppresso questa citazione.<br />''En passant'': ogni citazione da ''Focus'' mi porta via almeno una quindicina di minuti...<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:48, 6 feb 2014 (CET) ==Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità== Io ho una copia del libro di Dawkins (I ed. Mondadori, del 2007), ed effettivamente a pag. 302 si legge: "Voltaire l'aveva già capito secoli fa: <<Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità>>"; nella versione inglese della pagina di citazioni di Voltaire è anche riportata la versione originale francese, che ovviamente non suona proprio come le due versioni italiane qui sopra, ma il senso quello; non mi intendo abbastanza di wikiquotes per procedere alla modifica della voce, però a mesembra che la citazione sia verificata... --[[Utente:Darwinbot|Darwinbot]] ([[Discussioni utente:Darwinbot|scrivimi]]) 15:21, 18 mag 2015 (CEST) :Effettivamente la citazione è presente. Grazie. Leggendo da 'quote.en c'è però scritto che quella è una ''Alternative condensed translation'', cioè una traduzione condensata alternativa. Occorrerebbe tradurre l'originale in francese, là riportato (''Il y a eu des gens qui ont dit autrefois ...''), e sistemare quella qui presente come citazione errata, almeno stando a quanto là si legge. Dawkins non cita fonti primarie.<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:48, 18 mag 2015 (CEST) == Voltaire, Racine e M.me de Sevigné == Ho espunto la citazione: «La moda di amare [[Jean Racine|Racine]] passerà come {{NDR|quella del}} [[caffè]].» Voltaire cita la frase come pronunciata da M.me de Sevigné, biasimandone l'autrice così: {{quote|Se noi siamo stati indignati contro Madame de Sévigné, che scriveva così bene e giudicava così male, se noi siamo rivoltati da questo miserabile spirito di parte, da questa cieca prevenzione che le fa dire che la moda di amare Racine passerà come la moda del caffè, giudicate Signora come dobbiamo essere afflitti che una persona così istruita, che non vi rende giustizia...|Voltaire, ''Oeuvres'', Paris, 1833, vol IV, p. 358|Si nous avons été indignés contre Madame de Sèvigné, qui écrivait si bien et qui jugeait si mal, si nous sommes révolté de cet esprit misérable de parti, de cette aveugle prévention qui lui fait dire que la mode d'aimer Racine passerà comme la mode du café, jugez Madame combien nous devons être affligés qu'une personne aussi instruite que vous ne rende pas justice...|lingua=fr}} (Citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', Milano, Hoepli, 2007, p. 122. ISBN 978-88-203-0092-0) Quindi non è corretto riportare la frase in questione come pronunciata da Voltaire, mentre in realtà egli l'attribuisce a M.me de Sévigné.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:15, 16 ott 2017 (CEST) d86tyg3h8xabsejohq7597omndmg171 1221391 1221377 2022-08-07T16:49:24Z Dread83 47 -1, fonte wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==[Senza titolo]== non era sua la frase che avevo scritto? CarloV :Ciao! Proprio no.... Avresti dovuto leggere un po' più [http://it.wikiquote.org/wiki/Voltaire#Citazione_erroneamente_attribuita_a_Voltaire sotto]. --'''[[Utente:Dread83|<span style="color:red;">D</span><span style="color:black;">oppia</span>]][[Image:Nuvola apps cache.png|25px|Temi le mie pagine!]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:red;">Di</span>]]''' 13:40, 17 Feb 2006 (UTC) == All'anonimo insistente == Ciao! Prima di inserire una citazione errata, ti invito a leggere fino in fondo la voce. Grazie! --'''[[Utente:Dread83|<span style="color:red;">D</span><span style="color:black;">oppia</span>]][[Image:Nuvola apps cache.png|25px|Temi le mie pagine!]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:red;">Di</span>]]''' 09:31, 13 Apr 2006 (UTC) c'è una frase tratta dal "Candido"("Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile")che non è propriamente di Voltaire. In realtà il suo tono è puramente ironico nei confronti di Leibniz noto per la sua filosofia e per il suo ingiustificato (almeno secondo Voltaire) ottimismo.Infatti il filosofo usava dire "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili". ==citazioni su== mi sembra un po' lunga come [http://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Voltaire&curid=191&diff=316413&oldid=315027&rcid=322418 citazione]... --[[Utente:Quaro75|Quaro75]] ([[Discussioni utente:Quaro75|scrivimi]]) 16:44, 2 apr 2010 (CEST) :La citazione è stata spostata qui da wikipedia, forse serve a loro. È un interessante giudizio storico. Comunque proviamo a tagliuzzarla un po': --[[Utente:Micione|Micione]] ([[Discussioni utente:Micione|scrivimi]]) 02:38, 3 apr 2010 (CEST) ::Tagliuzzare va bene (adesso do un'occhiata), ma piú che altro vorrei sapere chi è il traduttore. Avendo letto la citazione francamente credo che ci si possa fermare al primo omissis inserito da Micione, se non al primo periodo. Non mi pare una pagina cosí interessante, è la solita critica ai "miscredenti arroganti": che a parte questa caratteristica non hanno nulla di notevole. Ma questa è una mia opinione personale, magari è una pagina fondamentale della critica storica a Voltaire e io non lo so ma è [[WQ:NRO|correttamente illustrato in Wikipedia]] (da verificare, credo). --[[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 13:27, 25 lug 2010 (CEST) ===Citazione=== L’ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano Voltaire è il segno infallibile d’un animo corrotto. Che non ci s’illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le ''Œuvres de Ferney'', Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell’autorità ecclesiastica che condanna i libri ''in odium auctoris''; in verità niente è più giusto di ciò: ''rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio''. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell’eccesso ben più reprensibile dell’esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che ''uno spirito corrotto non fu mai sublime''. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che ''spiritoso'' [...]. Nei generi che parrebbero i più affini al suo talento naturale, egli tentenna: è mediocre, freddo, e spesso (chi lo crederebbe?) volgare e grossolano nella commedia; il malvagio infatti non è mai comico. Per la stessa ragione, egli non sa scrivere un epigramma; la più piccola goccia del suo fiele non può coprire meno di cento versi. Se prova [a scrivere] una satira, scivola nel pamphlet; è insopportabile nella storia, nonostante la sua arte, l’eleganza e la grazia del suo stile; nessuna qualità poteva rimpiazzare quelle di cui era privo: la comprensione della storia, la serietà, la buona fede e l’onestà. Quanto al suo poema ''epico'', non posso parlarne: ché per giudicare un libro, bisogna averlo letto, e per leggerlo bisogna essere sveglio. Una monotonia soporifera spira sulla maggior parte dei suoi scritti, che non hanno che due soggetti, la Bibbia o i suoi nemici: egli o bestemmia o insulta. La sua piacevolezza così vantata è tuttavia lungi dall’essere irreprensibile: il riso ch’essa eccita non è per nulla normale; è una smorfia. Non avete mai pensato che l’anatema divino era scritto sul suo stesso viso? Dopo tanti anni occorre farne ancora esperienza. Andate a contemplare la sua statua all’Ermitage [...]. Osservate questo viso spregevole che il pudore non fece mai arrossire, quei due crateri spenti ove sembrano ancora ardere l’odio e la lascivia. Quella bocca. – Dirò forse male, ma non è per mia colpa. – Quel ''ghigno'' orribile, che corre da un orecchio all’altro, e quelle labbra strette dalla crudele malizia come una molla tesa per lanciare bestemmie o sarcasmi. – Non parlatemi di quest’uomo, non posso sostenerne l’idea. Ah! quanto male ci ha fatto! Rassomigliante a quegl’insetti, flagello dei giardini, che indirizzano i propri morsi alla radice delle piante più preziose, Voltaire, con il suo ''pungiglione'', non cessa d’infilzare le due radici della società, le donne e i giovani; egli li imbeve dei suoi veleni che trasmette così da una generazione all’altra. [...] Il grande crimine di Voltaire è l’abuso del talento e il meretricio intenzionale d’un genio creato per servire Dio e la virtù. Non potrà addurre, come per tanti altri, la giovinezza, la sconsideratezza, il traviamento delle passioni, e infine, la triste debolezza della nostra natura. [...] Altri cinici confidarono nella virtù, Voltaire confida nel vizio. [...] Parigi lo incorona, Sodoma l’avrebbe bandito. [...] Quando vedo quello ch’egli avrebbe potuto fare e quello che invece ha fatto, i suoi eccezionali talenti non m’inspirano più che una specie di ira divina che non ha nome. Sospeso tra l’ammirazione e l’orrore, qualche volta vorrei fargli innalzare una statua... dalle mani del boia. ==Senza fonte== *Amici miei, o gli astri sono grandi geometri, o sono stati disposti da un eterno geometra. *Che cos'è la [[politica]] se non l'arte di mentire a proposito? *Chi dice il [[segreto]] degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco. *Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità. (Richard Dawkings, L'illusione di dio, pg. 302) :In [http://books.google.it/books?id=d14H1szXLYMC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Dawkins] non pare esserci, e comunque non attribuita a Voltaire. --[[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|scrivimi]]) 17:03, 6 nov 2012 (CET) ::Attribuita esplicitamente a Voltaire, riportata nella forma: «Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità». --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 13:05, 1 lug 2020 (CEST) *Dio ci ha dato la vita, tocca a noi darci la bella vita. *[[Dio]] è un commediante che recita per un pubblico troppo spaventato per ridere. *Gli uomini discutono, la natura agisce. *Gli uomini sono eguali; non la nascita, ma la [[virtù]] fa la differenza. *I [[tiranno|tiranni]] hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (citato in ''[[Call of Duty 4: Modern Warfare]]'') *Il popolo deve essere guidato e non istruito. *Il [[riposo]] è una buona cosa, ma la noia è sua sorella. *Il senso comune non è così comune. *Il sentimento di [[giustizia]] è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. *La [[bellezza]] è gradita agli occhi, ma la dolcezza affascina l'animo. *La gente cerca la [[felicità]] come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste. *La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore. *{{NDR|Sull<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' di [[William Shakespeare]]}} La si direbbe l'opera di un selvaggio ubriaco. (1768) *L'[[amore]] è di tutte le passioni la più forte perché attacca contemporaneamente la testa, il cuore e il corpo. *L'amore è un canovaccio fornito dalla natura e ricamato dall'immaginazione. *L'arte della [[medicina]] consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia. *Non è il momento di farsi nuovi nemici. (nel letto di morte, all'esortazione di un prete a rinunciare al diavolo e tornare a Dio) *Non si è perduto niente quando ci resta l'[[onore]]. *Ogni volta che un evento importante, una rivoluzione o una calamità volge a profitto della chiesa, è sempre identificata con la Mano di [[Dio]]. *Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto. *Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti. *Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è [[filosofia]]. *Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere a spese dei disgraziati che lavorano per vivere. *Un [[proverbio]] saggio non prova niente. ==Il gelato è squisito. È un peccato che non sia illegale.== La citazione, riportata qui dal solito lettore di ''Focus'', è diffusissima sul web, e anche in lingua inglese: «''Ice-cream is exquisite. What a pity it isn't illegal''». Invece è del tutto assente nella lingua originale, o per lo meno non ho trovato niente io, nemmeno in Google Books: «''La crème glacée est délicieuse péché n'est pas illégal''». Questa cosa è ben strana, per cui data anche la fonte, già un po' sospetta, ho soppresso questa citazione.<br />''En passant'': ogni citazione da ''Focus'' mi porta via almeno una quindicina di minuti...<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:48, 6 feb 2014 (CET) ==Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità== Io ho una copia del libro di Dawkins (I ed. Mondadori, del 2007), ed effettivamente a pag. 302 si legge: "Voltaire l'aveva già capito secoli fa: <<Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità>>"; nella versione inglese della pagina di citazioni di Voltaire è anche riportata la versione originale francese, che ovviamente non suona proprio come le due versioni italiane qui sopra, ma il senso quello; non mi intendo abbastanza di wikiquotes per procedere alla modifica della voce, però a mesembra che la citazione sia verificata... --[[Utente:Darwinbot|Darwinbot]] ([[Discussioni utente:Darwinbot|scrivimi]]) 15:21, 18 mag 2015 (CEST) :Effettivamente la citazione è presente. Grazie. Leggendo da 'quote.en c'è però scritto che quella è una ''Alternative condensed translation'', cioè una traduzione condensata alternativa. Occorrerebbe tradurre l'originale in francese, là riportato (''Il y a eu des gens qui ont dit autrefois ...''), e sistemare quella qui presente come citazione errata, almeno stando a quanto là si legge. Dawkins non cita fonti primarie.<br />--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:48, 18 mag 2015 (CEST) == Voltaire, Racine e M.me de Sevigné == Ho espunto la citazione: «La moda di amare [[Jean Racine|Racine]] passerà come {{NDR|quella del}} [[caffè]].» Voltaire cita la frase come pronunciata da M.me de Sevigné, biasimandone l'autrice così: {{quote|Se noi siamo stati indignati contro Madame de Sévigné, che scriveva così bene e giudicava così male, se noi siamo rivoltati da questo miserabile spirito di parte, da questa cieca prevenzione che le fa dire che la moda di amare Racine passerà come la moda del caffè, giudicate Signora come dobbiamo essere afflitti che una persona così istruita, che non vi rende giustizia...|Voltaire, ''Oeuvres'', Paris, 1833, vol IV, p. 358|Si nous avons été indignés contre Madame de Sèvigné, qui écrivait si bien et qui jugeait si mal, si nous sommes révolté de cet esprit misérable de parti, de cette aveugle prévention qui lui fait dire que la mode d'aimer Racine passerà comme la mode du café, jugez Madame combien nous devons être affligés qu'une personne aussi instruite que vous ne rende pas justice...|lingua=fr}} (Citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', Milano, Hoepli, 2007, p. 122. ISBN 978-88-203-0092-0) Quindi non è corretto riportare la frase in questione come pronunciata da Voltaire, mentre in realtà egli l'attribuisce a M.me de Sévigné.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:15, 16 ott 2017 (CEST) gdq96ijr4cnw0vwnswaoir5z7zcrgck Richard Wagner 0 6921 1221420 1209562 2022-08-07T20:58:37Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Richard Wagner */ +1 wikitext text/x-wiki [[File:RichardWagner.jpg|thumb|Richard Wagner fotografato da Franz Hanfstaengl (1871)]] '''Wilhelm Richard Wagner''' (1813 – 1883), compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco. ==Citazioni di Richard Wagner== *Alimenti [[Vegetarianismo|vegetali]] invece che animali sono la chiave della rigenerazione. [[Gesù]] prese il pane al posto della carne e il vino per sostituire il sangue nell'Ultima Cena.<ref>Citato in [[Steven J. Rosen|Steven Rosen]], ''Il vegetarianesimo e le religioni del mondo'', traduzione di Giulia Amici, Gruppo Futura, Bresso, 1995, p. 128. ISBN 88-256-0826-8</ref> *All'improvviso sono diventato rivoluzionario e mi sono convinto che ogni essere moderatamente attivo debba personalmente occuparsi solo di politica<ref>Da ''Autobiographische Skizze'', 1843; citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 183. ISBN 9788858022894</ref>. *A [[Parigi]], chiunque ascolti questa sinfonia suonata dall'orchestra di [[Hector Berlioz|Berlioz]] non riesce a credere di assistere a una meraviglia mai sentita prima<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 162. ISBN 9788858022894</ref>. *{{NDR|Affascinato dalla bellezza di [[Ravello|Villa Rufolo]]<ref>Wagner visitò Ravello il 26 maggio 1880.</ref>, Wagner esclamò:}} Ecco il giardino incantato di Klingsor!<ref>Citato in ''Paolo Isotta'', ''Altri canti di Marte: Udire in voce mista al dolce suono'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT357&dq=Klingsor%20Zaubergarten%20is%20gefunden&hl=it&pg=PT357#v=onepage&q&f=false Google Books] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> *Ho fatto progetti su scala così grande che sarebbe impossibile produrre quest'opera... in qualsiasi teatro più piccolo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 186. ISBN 9788858022894</ref> *{{NDR|[[Ultime parole]] dopo che l'orologio gli era scivolato dalla tasca}} Il mio orologio! :''Meine uhr!''<ref>Citato in Roberto Bianchin, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/02/11/un-museo-per-wagner.html Un museo per Wagner]'', ''la Repubblica'', 11 febbraio 1995.</ref> *Io non ho mai visto nulla come questa [[Genova]]! È qualcosa di indescrivibilmente bello, grandioso, caratteristico: Parigi e Londra al confronto con questa divina città scompaiono come semplici agglomerati di case e di strade senza alcuna forma. Davvero non saprei da dove cominciare per darti l'impressione che mi ha fatto e continua a farmi tutto ciò: io ho riso come un fanciullo e non potevo nascondere la mia gioia! Per offrirti nel tuo compleanno il dono secondo me più grande, ti prometto oggi di farti fare nella prossima primavera una gita a Genova.<ref>Da una lettera del 1853; citato in Aldo Padovano, ''Il giro di Genova in 501 luoghi'', Newton Compton Editori, 2016, cap. 59. ISBN 9788854199552</ref> *L'uomo artistico può essere pienamente soddisfatto solo mediante l'unificazione di tutte le forme d'arte al servizio del comune sforzo creativo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dell'arte'', traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 287. ISBN 9788858018330</ref> *L'uomo si distingue dall'[[animale]] in virtù della compassione verso l'animale stesso.<ref>Da ''Lettera aperta'', 1879; citato in [[Michela Vittoria Brambilla]], ''Manifesto animalista'', Mondadori, Milano, 2012, [http://books.google.it/books?id=Q7unqe9B3JkC&pg=PR50 p. 13]. ISBN 978-88-04-62679-4</ref> *Nella stessa sera presi la diligenza che, per la [[Riviera di Levante]], mi condusse verso Genova. In questo viaggio, durato tutto il giorno seguente, ebbi ancora occasione di ammirare magnifici paesaggi; era specialmente il colore che avvolgeva tutti questi spettacoli, quello che mi entusiasmava: il rosso delle montagne rocciose, l'azzurro del cielo e del mare, la trasparenza verde dei pini, perfino il candore abbagliante d'un armento di buoi, agirono con tanta energia sui miei sensi, ch'io mi dissi, sospirando, qual peccato fosse non poter far uso di tutto questo per nobilitare la mia natura sensuale.<ref>Da ''La mia vita'', p. 616</ref> *Noi udiamo troppo, leggiamo troppo, ma vediamo troppo poco.<ref>Citato da Giorgio Rattone nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg23/sed553.pdf Tornata del 13 maggio 1913] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> *{{NDR|''Parsifal''}} Non dovrà mai essere offerto al pubblico, per divertirlo, in alcun altro teatro {{NDR|Bayreuth}}.<ref name=ger/> *Non scriverò mai più un'Opera. Non voglio inventare una denominazione arbitraria per i miei lavori, e quindi li chiamerò Drammi.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 184. ISBN 9788858022894</ref> *Quella di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] {{NDR|Settima Sinfonia}} si confondeva in me con l'immagine di [[William Shakespeare|Shakespeare]]: nell'estasi dei signi ricorrevano entrambi, li vedevo, parlavo con loro; al risveglio mi trovavo in lacrime.<ref name=ger>Citato in [[Giorgio Gervasoni]], ''Richard Wagner'', Grandi Operisti Europei, Periodici San Paolo, Milano, 1997.</ref> *{{NDR|La [[Sinfonia n. 7 (Beethoven)|Settima sinfonia di Beethoven]]}} Questa Sinfonia è l'apoteosi stessa della danza, è la danza nella sua essenza più sublime [...]<ref>Da ''Das Kunstwerk der Zukunft'', 1850, p. 90, {{cfr}} per questo: ''American Orchestras in the Nineteenth Century'', edited by John Spitzer, The University of Chicago Press, Chicago-Londra, 2012, [https://books.google.it/books?id=4MXDkIca5lYC&lpg=PA181&dq=&pg=PA181#v=onepage&q&f=false nota 24 p. 181]. ISBN 978-0-226-76796-3. Citato in Giorgio Pestelli, ''Ascoltare la musica classica. {{small|Programmi di sala dei concerti del Lingotto. 1995-2008}}'', La Stampa, Torino, 2008, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NLo2AQAAIAAJ&dq=wagner+%C3%A8+l%27apoteosi+stessa+della+danza%2C+%C3%A8+la+danza+nella+sua+essenza+pi%C3%B9+sublime.&focus=searchwithinvolume&q=apoteosi p. 181]. ISBN 9788877831514</ref> *{{NDR|A [[Ludovico II di Baviera]]}} Questa vita, le sue ultime creazioni poetiche e musicali, appartengono soltanto a lei, mio giovane re pieno di grazia: disponga di esse come di sua proprietà.<ref name=ger/> *{{NDR|Brindando dopo la rappresentazione del ''Crepuscolo degli Dei''}} Questo, è per un uomo che ha creduto nella mia musica quando nessuno voleva saperne di me. Senza di lui, non credo che voi avreste sentito stasera ciò che avete sentito. Parlo del mio carissimo amico [[Franz Liszt]].<ref>Citato in ''Historia'', Cino Del Duca Editore, n. 13, dicembre 1958</ref> *{{NDR|Su [[Palermo]]}} Qui c'è soltanto primavera ed estate.<ref>Citato in ''[http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-laristocrazia-si-scopri-devota-al-maestro/1420804 Quando l'aristocrazia si scoprì devota al Maestro]'', ''Repubblica.it'', 5 febbraio 2008.</ref> *Qui giace Wagner che non è diventato niente: nemmen cavalier dell'ordine pezzente; non riuscì a cavare un ragno dal buco e nemmeno un dottorato all'università.<ref name=ger/> *Solo a voi, agli amici dell'arte a me propria, del mio particolare modo di creare ed operare, potevo rivolgermi per partecipare i miei progetti. Solo grazie alla vostra collaborazione per questa mia impresa posso ora essere in grado di presentare quest'opera, priva di deformazioni, a quanti hanno dimostrato sincera inclinazione verso la mia arte nonostante il fatto che finora essa sia stata loro presentata in modo impuro e deformata.<ref>Dal discorso inaugurale della posa della prima pietra per la costruzione del teatro di Bayreuth 22 maggio 1872; citato in [[Friedrich Nietzsche]], ''Richard Wagner a Bayreuth'' (''Richard Wagner in Bayreuth''), traduzione di Giovanna Vignato, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1992. ISBN 88-7692-094-3</ref> *Sono ancora debitore al mondo del ''Tannhäuser''.<ref name=ger/> *{{NDR|Su [[Ludovico II di Baviera]]}} Sotto la protezione del mio nobile amico, mai più mi avrebbero oppresso col loro peso le volgari miserie dell'esistenza.<ref name=ger/> *Totalmente insoddisfatto della sosta in questa città {{NDR|Torino}}, ne ripartii dopo appena due giorni, per [[Genova]]. Qui mi parve veramente che l'agognato miracolo stesse per compiersi. Ancora oggi la splendida impressione di questa città combatte in me la nostalgia della rimanente Italia. Passai alcuni giorni di vera ebbrezza; ma fu certamente la mia grande solitudine in mezzo a queste impressioni che ben presto mi fece sentire l'estraneità di questo mondo, in cui mai mi sarei potuto sentire come in casa mia. Incapace di visitare secondo un piano regolare i tesori artistici della città, mi abbandonai senza guida ad una specie di sentimento musicale del nuovo ambiente in cui mi trovavo, e cercai prima di tutto il punto in cui avrei potuto fissarmi e godere tranquillamente delle mie impressioni.<ref>Da ''La mia vita'', pp. 614-615</ref> *{{NDR|A [[Franz Liszt]], su [[Cosima Liszt|Cosima]]}} Tu le hai dato la vita; tu mi hai reso alla vita. Finché prodigherai intorno a te [[bontà]] e [[bellezza]] – e non sapresti agire altrimenti – questa [[vita]] rimane tua, e noi te la offriamo con tutta la nostra riconoscenza. Salute a te! Il tuo [[amico]]. (1881; citato in Claude Rostand, ''Liszt'', traduzione di Paolo Castaldi, Mondadori, 1961) *Tutto era silenzio e mistero e tuttavia la certezza ch'ella {{NDR|Cosima Liszt}} mi appartenesse si affermava in me con tanta forza, che la mia eccentrica agitazione si esasperava fino alle più pazze stravaganze.<ref name=ger/> *{{NDR|Su [[Johann Strauss jr]]}} La mente più musicale d'Europa.<ref name=Iovino>Citato in Roberto Iovino, ''Gli Strauss: Una dinastia a tempo di valzer'', Camunia, 1998.</ref> *{{NDR|Su [[Johann Strauss jr]]}} Un solo valzer di Strauss supera in grazia, delicatezza e vero contenuto musicale la maggior parte dei prodotti di fabbrica straniera, come il campanile di Santo Stefano le vuote colonne ai lati dei boulevards di Parigi.<ref name=Iovino/> ==''Il libro bruno''== *Ogni arricchimento dei nostri mezzi di conoscenza grazie a strumenti e a scienze specialistiche dimostra solo la decadenza delle nostre facoltà naturali di conoscenza; certo le epoche primitive (brahmani, ecc.) avevano meno mezzi, ma sensi più acuti. – Così gli [[occhiali]] sono la prova che abbiamo rovinato i nostri occhi. *Se per noi Cristo stesso non è in fin dei conti che una nobilissima poesia, questa è al tempo stesso più realizzabile di ogni altro ideale poetico – nella comunione quotidiana col pane e col vino. *Si può valutare assai bene l'estraneità del genio in questo mondo dalle domande sciocche che gli vengono rivolte. (novembre-dicembre 1881) ==''L'interpretazione della musica''== ===[[Incipit]]=== Ho scritto queste pagine nell'intento di raccontare la mia esperienza relativamente ad un aspetto della musica che fino ad oggi è stato, sul piano pratico, abbandonato alla ''routine'', e su quello teorico all'[[ignoranza]].<br>Mi rivolgo agli esecutori, siano essi cantanti o strumentisti, piuttosto che ai direttori, poiché soltanto gli esecutori possono dire di essere stati diretti in maniera competente o meno. Non è mia intenzione formulare un sistema di regole, ma semplicemente esprimere alcune osservazioni e fornire un certo numero di esempi.<br>I compositori non possono permettersi di restare indifferenti alla maniera in cui i loro lavori vengono presentati al [[pubblico]]. Del resto non ci si può aspettare che il pubblico sia in grado di giudicare se l'esecuzione di un brano musicale sia avvenuta in maniera corretta, dal momento che non esistono altri dati, oltre l'esecuzione stessa, di cui potersi servire. ===Citazioni=== *La prima [[qualità]] di un direttore consiste nella sua abilità di trovare sempre il giusto tempo di esecuzione. Dalla scelta di tempi da lui compiuta possiamo capire se abbia o meno compreso il brano. Inoltre, con buoni musicisti, il giusto tempo d'esecuzione comporta un'espressione ed un fraseggio corretti, e di converso, da parte del direttore, la scelta appropriata di fraseggio ed espressione comporterà la scelta esatta del tempo.<br>Il [[problema]] non è così semplice come può sembrare. I compositori più vecchi pensano che il tempo giusto sia così ovvio da intuire che si accontentano di semplici indicazioni generali. [[Franz Joseph Haydn|Haydn]] e [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] facevano uso del termine "Andante" per indicare una [[via]] di mezzo tra "Allegro" e "Adagio", e pensavano che fosse sufficiente. [[Johann Sebastian Bach|Bach]] non indicava affatto il tempo, ciò che, in termini strettamente musicali, è forse la cosa più corretta. Probabilmente diceva a sé stesso: chi non capisce i miei temi e le mie figurazioni, e non sente il loro carattere ed espressione, non sarà nemmeno in grado di capire le indicazioni di tempo in italiano. (p. 18) *Il nostro vero musicista tedesco era in origine un [[uomo]] difficile da frequentare. In passato la posizione sociale dei musicisti in [[Germania]], come in [[Francia]] e in [[Inghilterra]], non era per niente buona. I principi, e la [[società]] aristocratica in genere, riconoscevano a mala pena lo [[stato]] sociale dei musicisti (con l'unica eccezione degli italiani). Gli italiani erano ovunque preferiti ai tedeschi nativi (prova ne è il trattamento avuto da Mozart alla corte imperiale di [[Vienna]]). I musicisti restavano degli esseri speciali, per metà incivili e per metà infantili, ed erano trattati come tali dai loro datori di lavoro. L'[[educazione]], anche quella dei più dotati, portava tracce del fatto che essi non erano mai stati realmente sotto l'influenza di una società raffinata e intelligente (si pensi a [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] quando venne in contatto con [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] a Teplitz). Si dava per scontato che i musicisti professionisti non potessero essere influenzati dalla [[cultura]] per le loro limitate capacità mentali. (p. 52) ==''Musikdrama: scritti teorici sulla musica''== *[[Lope de Vega]], un autore quasi egualmente meraviglioso, scriveva i suoi pezzi dall'oggi al domani tenendosi in diretto contatto con il teatro e i suoi attori; unico vitale e produttivo accanto a [[Corneille]] e [[Jean Racine|Racine]], i poeti della façon, vi è solo l'attore [[Molière]] ed [[Eschilo]] stava nel mezzo della sua sublime opera d'arte, come conduttore del coro tragico. (p. 21) *Non bisogna studiare il poeta, ma l'"autore drammatico", se si vuole spiegare la natura del [[dramma]]; ma questi non è più vicino al poeta vero e proprio di quanto non lo sia allo stesso il "mimo", dalla cui natura egli deve procedere se come poeta vuole "mostrare il suo specchio della vita". (p. 21) *Per forma della musica dobbiamo intendere senza dubbio la "[[Melodia musicale|melodia]]"; il suo particolare sviluppo ha riempito la storia della nostra musica, come la necessità di essa fu decisiva per lo sviluppo del dramma lirico tentato dagli italiani nel passaggio all"Opera". (p. 27) *Ciò che [[William Shakespeare|Shakespeare]] non poté essere praticamente, ovvero il mimo di tutti i suoi ruoli, può esserlo con la massima precisione il compositore giacché egli ci parla direttamente attraverso ogni musicista che ne esegue l'opera. (p. 32) *Il "lavoro teatrale" vero e proprio, inteso nel senso più moderno, dovrebbe essere sempre e comunque il sano fondamento di tutte le ulteriori aspirazioni [[Dramma|drammatiche]]. (p. 33) ==Citazioni su Richard Wagner== *Alla sua morte, nel 1883, Wagner ha lasciato un'impegnativa eredità: nella sua concezione dell'opera d'arte totale, ha posto la musica ai vertici dell'espressione umana, come modello cui devono aspirare anche le altre forme artistiche. ([[Federico Zeri]]) *Ammiro la capacità creativa di Wagner, ma considero la sua mancanza di struttura architettonica un segno di decadenza. Inoltre trovo la sua personalità musicale così indescrivibilmente offensiva che per lo più lo ascolto solo con un senso di disgusto. ([[Albert Einstein]]) *[[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è la retorica della nostra anima, Wagner è la sua sensibilità, [[Robert Schumann|Schumann]] forse il suo pensiero: [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è di più, è la forma. ([[Hugo von Hofmannsthal]]) *Che cosa c'è di più bello d'un'Opera che si chiude con un rogo? Il finale della [[La Valchiria|Valchiria]] fa scender qualche lagrima anche al centesimo ascolto. ([[Paolo Isotta]]) *Dopo aver annunciato al suo tempo il crepuscolo degli dei, Wagner fu il vero problema del Novecento e non bastò [[Igor Stravinskij|Stravinskij]] a raddrizzare il timone perché in Wagner c'era una perentorietà del negativo che incarnava meglio il moderno: la consapevolezza, dimostrata nella radice linguistica della sua musica, che tutte le rette confluivano a un punto solo, il nulla in cui è inghiottito Tristano. ([[Luigi Baldacci]]) *Dopo la sua morte, al di fuori dello schieramento celebrativo, Wagner è stato giudicato da molti come il musicista che pretende di fare della poesia e la fa a prezzo di stridori e stonature. ([[Quirino Principe]]) *È noto, il genio non basta quando è necessario muovere le montagne, ovvero abitudini tollerate e consolidate per anni e anni. Al genio va accoppiatauna volontà di ferro della quale Wagner disponeva senza limite e, soprattutto, una visione sacrale, diremmo quasi metafisica, della propria missione artistica. ([[Francesco Gallia]]) *{{maiuscoletto|I wagneriani}} erano sospetti, non perché amavano Wagner; ma perché amavano ''solo'' Wagner. ([[Umberto Saba]]) *Intanto Moser trovava inaudito che "il nostro amico" non fosse ancora venuto a presentarsi [...] magari per chiedersi se i [[Vegetarianismo|vegetariani]] mangiassero le uova, o perché i francesi non amassero la musica di quel Richard Wagner di cui si sentiva tanto parlare, o perché invece l'amassero, e se i suddetti vegetariani fossero dei buoni patrioti, e come fosse possibile, allora, che quel Richard Wagner fosse vegetariano. ([[Allard Schröder]]) *L'attitudine estetica di Wagner nei confronti della musica sembra essere addirittura opposta a quella universalmente adottata nel nostro secolo. Come specifica un importante scritto intitolato ''Dell'applicazione della musica al dramma'', per Wagner il solo criterio per giudicare la sua arte è quello ''espressivo''. Le questioni di linguaggio non possono e non debbono passare in primo piano, subordinate come sono all'elemento espressivo, che costringe il linguaggio a modellarsi obbediente su di esso: «signore del linguaggio», come la filologia tedesca dell'Ottocento chiama [[Eschilo]], è solo, beninteso, il creatore sommo. ([[Paolo Isotta]]) *La genesi diretta di tutta la musica del XX° secolo è il Tristano di Wagner. ([[Antoine Goléa]]) *La musica di Wagner è molto migliore di quello che si potrebbe pensare ascoltandola.<ref>[[Citazioni errate|Erroneamente attribuita]] a [[Mark Twain]].</ref> ([[Edgar Wilson Nye]]) *La «musica» era una cosa, la «la musica wagneriana» un'altra, e non c'era nulla che le ravvicinasse; non si trattava di un nuovo piacere ma di un piacere di nuovo genere, ammesso che «piacere» sia la parola giusta, anziché turbamento, estasi, sbigottimento, «un conflitto di sensazioni senza nome». ([[C. S. Lewis]]) *Lo sai che non posso ascoltare troppo Wagner... sento già l'impulso ad occupare la Polonia! (''[[Misterioso omicidio a Manhattan]]'') *Mezzo secolo di esperienza ha dimostrato ad usura l'infecondità della {{sic|formola}} wagneriana, se anche troppi autori musicali italiani trovino più comodo far orecchio da mercante. Non si cammina sulle orme di un Wagner più che non si cammini su quelle di un Dante o di un Michelangelo. Cioè non ci possono saltellar dentro che le scimmie. La fecondità del [[genio]] ha questa prerogativa: di rendere sterili le proprie formole, per la semplice ragione che ne ha recato all'estremo limite le interne energie di svolgimento. ([[Enrico Thovez]]) *[[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] non negava l'arte di Wagner quando dichiarava che «I maestri cantori» erano un attentato alla civiltà, e non si poneva il problema perché riconosceva che tra l'ammirazione estetica e il consenso etico non c'è necessario rapporto di causa a effetto. ([[Leo Valiani]]) *«Nemmeno Wagner – prosegue la professoressa<ref>[[Anne Marie Abert]], figlia del musicologo [[Hermann Abert]]; la citazione è tratta dal saggio ''[[Giuseppe Verdi|Verdi]] e Wagner''. {{cfr}} ''Le ali di Wieland'', p. 151.</ref> – voleva formare degli eclettici, ma in realtà degli epigoni di lui stesso.» Invero, l'orgoglio di Wagner era ben più luciferino di questo: egli si valutava il culmine e la fine della parabola, pertanto non desiderava affatto essere imitato e quasi considerava un arbitrio che altri adottassero i suoi procedimenti linguistici; fors'anche che dopo di lui si componesse ancora. I quali procedimenti linguistici, peraltro, specie in relazione all'armonia, erano per lui qualcosa di eccezionale, giustificabile solo per necessità espressive altrettanto eccezionali: le sue. Tanto classicista rimase la sua concezione estetica. Che cosa avrebbe detto vedendo nell'autopresentazione d'una piccola operaia parigina – ''Mi chiamano Mimì'' – una sorta di eco semplificata dell'accordo del ''Tristano''? ([[Paolo Isotta]]) *Non più dubbi né ostacoli, l'immenso genio di Wagner ha avuto ragione di tutto. La sua opera, "L'Anello del Nibelungo", riluce sul mondo. I ciechi non impediscono affatto la luce, né i sordi la musica. ([[Franz Liszt]]) *Per Wagner il vegetarianismo non rappresentava soltanto una dieta o un modo di evitare sofferenze agli esseri non umani, ma anche e soprattutto una maniera per rendere concreta l'intuizione della profonda unità del cosmo: «Dio non è la luce che illumina il mondo dall'esterno: Dio è la ''luce'' che noi gettiamo sul mondo dall'interno di noi: è conoscenza per mezzo della compassione». E tale compassione si basa essenzialmente sull'intimo senso dell'unità di tutti gli esseri. ([[Martin Gregor-Dellin]]) *[[Giuseppe Verdi|Verdi]] aveva interpretato con la forza del sentimento immediato i drammi eterni della vita individuale e le aspirazioni dei popoli. Wagner si era contrapposto e sovrapposto alla vita sociale del suo tempo, alle leggi tradizionali, e si era rifugiato in un mondo mitico-fantastico, attraverso il quale aveva creduto di giungere – analogamente al tentativo di Nietzsche, ma per vie diverse – alla instaurazione di una nuova umanità, di una nuova arte popolare, mentre c'era in lui lo sfogo di una sensualità insaziata, di una personalità senza freno. L'uno interpretava il mondo morale del sentimento, l'altro il mondo naturalistico della sensazione. ([[Luigi Salvatorelli]]) *Wagner, in fondo, è anche un vero precursore della filologia musicale. D'altra parte, dopo le deludenti esperienze con il metronomo nelle sue prime opere, Wagner lo getta alle ortiche, limitando al massimo anche le prescrizioni. ([[Francesco Gallia]]) *[...] volete farmi credere che ministri e soubrette paghino tutti i duemila euro per sedersi in platea e frasi torturare per cinque ore da ululanti soprano wagneriani? Nemmeno io credo resisterei a cinque ore di elmi cornuti e cavalcate. Wagner, come scriveva [[Eugenio Montale]] nelle sue recensioni, piace solo ai "bidelli di Bayreuth"; ovvero a quei melomani che conoscono il compositore tedesco urlo per urlo e trovano persino brevi certi duetti in riva al Reno protratti per intere mezz’ore. ([[Tommaso Labranca]]) ===[[Gino Monaldi]]=== *Mentre il Wagner ragiona e filosofeggia coll'arte sua e il raziocinio e la filosofia della sua musica impone ai pubblici invitandoli a ragionare e a filosofare con lui, [[Giuseppe Verdi|Verdi]] invece raccoglie la poesia del popolo nelle sue vive manifestazioni, e al popolo la ritorna col fascino di canti e di melodie; di cui la miglior prova fu appunto l'immensa popolarità. *Quanto trascendentale e idealmente speculativa è l'arte del Wagner, altrettanto plastica ed umana è quella del Verdi; quanto poco s'interessa il Wagner delle tendenze e del gusto dei suoi contemporanei; altrettanto ne subisce il Verdi l'influenza e ne assorbe e ne respira l'aria; quanto meno il Wagner si preoccupa del maggiore o minore grado percettivo dei pubblici o della loro più o meno viva espressione di gradimento, tanto più ne tiene conto il Verdi. *Wagner ha indubbiamente preceduto il Verdi e i tempi suoi immaginando una forma di arte di cui il gusto popolare non aveva quarant'anni or sono nemmeno lontanamente il senso e che anche oggi nella stessa Germania si tollera più di quello che si accetti. Sotto questo aspetto la riforma del Wagner ha un valore e una originalità assolutamente superiore. Questa riforma sostanziale portata nel melodramma lirico dal Wagner, se ha il merito indiscutibile della paternità, e nel campo speculativo della scienza può e deve essere riconosciuta come una vera scoperta, non credo possa né oggi né domani avere teatralmente una grande resistenza ed efficacia. ===[[Friedrich Nietzsche]]=== *La formula wagneriana «melodia infinita» esprime nel modo più amabile il pericolo, la corruzione dell'istinto, e anche la tranquillità della coscienza in mezzo a tale corruzione. L'ambiguità ritmica, per cui non si sa più, non si ''deve'' più sapere, se una cosa è capo o coda, è senza dubbio un trucco artistico mediante il quale si ottengono effetti meravigliosi – il ''Tristano'' ne è ricco –; ma come sintomo di un'arte è e rimane il segno del dissolvimento. La parte impera sul tutto, la frase sulla melodia, l'attimo sul tempo (anche sul tempo musicale), il ''pathos'' sull<nowiki>'</nowiki>''ethos'' (carattere o stile come lo si voglia chiamare), e finalmente l<nowiki>'</nowiki>''esprit'' sul pensiero. Scusi! Ma quello che io credo di scorgere è un capovolgimento della prospettiva: si vede molto, troppo minutamente il particolare; molto, troppo confuso l'insieme. In musica la volontà è tesa verso quest'ottica sovvertitrice, e più della volontà: l'ingegno. E questo è ''décadence'': una parola che tra gente come noi, s'intende, non giudica ma definisce. *{{NDR|Sul Preludio del Parsifal}} Lasciando stare tutte le domande inopportune (a che cosa ''possa'' o ''debba'' servire questa musica?) e dal punto di vista puramente estetico, quando mai Wagner fece qualcosa di più bello? Vi è qui la suprema consapevolezza e precisione psicologica di ciò che si vuole dire, esprimere, comunicare; la forma più succinta e più diretta – ogni sfumatura del sentimento portata sino alla forma epigrammatica – un'evidenza nella musica trattata come arte descrittiva che fa pensare a uno scudo di nobilissimo lavoro; e per ultimo, sullo sfondo di tale musica, un sentimento, un'esperienza, un evento psicologico sublime ed eccezionale, che fa il maggiore onore a Wagner. Insomma, una sintesi di emozioni che molti uomini, e anche «uomini superiori», riterrebbero inconciliabili: la severità del giustiziere, l'«elevazione» nel senso terrifico della parola, la comprensione e l'acutezza che penetra l'animo come uno stilo; e, infine, la compassione per ciò che si vede e si giudica. In Dante solo – in nessun altro – si può trovare l'equivalente. *Quanto dice nella Sua lingua intorno allo stile di Wagner mi ricorda un mio sfogo in proposito scritto non so più dove: il suo «stile drammatico» non esser altro che una ''species'' di cattivo stile, anzi di non-stile musicale. Ma i nostri musicisti vi scorgono un «progresso».<br>In verità, in questo campo tutto è ancor da dire, sospetto anzi che tutto sia ancora da pensare: Wagner stesso – come uomo come bestia come Dio come artista – passa di mille cubiti l'intelligenza e l'inintelligenza dei nostri tedeschi. *Un grande punto interrogativo del nostro secolo. *Wagner è in massima misura filosofo là dove più è energico ed eroico. E appunto come filosofo egli non si limitò ad attraversare il fuoco di diversi sistemi filosofici senza intimorirsene, ma attraversò anche i vapori del sapere e dell'erudizione mantenendosi sempre fedele al suo io più elevato, che gli chiedeva "azioni comprensive della natura polifona" e gli imponeva di soffrire e di imparare per poter compiere quelle azioni. *Wagner non è un sillogismo, ma una malattia. ===[[George Bernard Shaw]]=== *{{NDR|il sesso nelle opere di Richard Wagner}} Il duetto d'amore nel primo atto della ''Valchiria'' arriva ad un punto tale che le convenienze sociali correnti esigono d'urgenza il sipario. E il secondo preludio del ''Tristano e Isotta'' traduce in musica con tanta fedeltà e con intensità mirabile le emozioni che accompagnano l'amplesso, che è il caso di domandarsi cosa vuol dire la grande popolarità di questo pezzo nei concerti; se cioè i nostri pubblici rispettano con assoluta e ragionata imparzialità la vita in tutte le sue funzioni benefiche e creatrici; o se godono semplicemente la musica senza capirla. *Wagner insiste sempre sulla necessità di parlare ai sensi e di eccitarli per dare realtà alle idee astratte. Sostiene anzi che la [[realtà]] non ha altro significato. Per applicare questo procedimento all'amore poetico egli doveva quindi per forza risalire alla sua supposta origine, all'amore sessuale. E l'emozione dell'amore dei sensi egli ha espresso nella musica con una franchezza, con un verismo suggestivo che molto probabilmente avrebbe scandalizzato [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]]. ===[[Giuseppe Vannicola]]=== *Avevo imparato a dolorare serenando con Beethoven, a pensare dolorando con Schumann, a sorridere lacrimando con Chopin, a sostituire con Riccardo Wagner, alle realità mediocri e comuni, la visione armoniosa d'un universo composto lentamente d'espansione e d'ascensione. *Il sentimento di Riccardo Wagner si chiama evoluzione, ed elevazione, sviluppo, spirale, metamorfosi, Ricerca eterna di là dall'orizzonte. La luce del suo destino è la sublime bianchezza di resurrezione, di trasfigurazione, di liberazione, di pace in cui si risolve tutta la dolce e diafana malinconia del Parsifal. *Non così inalterabile è il sentimento filosofico e religioso che informa ogni opera di Wagner, e che, materiato di poesia e di musica, si trasfigura in una vera rivelazione. Dopo di aver opposto la Natura e il Cristianesimo, Riccardo Wagner arriva a riconoscere nel Cristianesimo l'espressione più alta e più pratica dell'ideale umano. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Richard Wagner, ''Il libro bruno. Note di diario 1865-1882'', Passigli Editore, 1992. *Richard Wagner, ''L'interpretazione della musica'' (''Über das dirigieren''), a cura di Maria Cristina Arangia, Pagano, MMI. *Richard Wagner, ''La mia vita'', volume II, traduzione di Massimo Mila, UTET, Torino, 1960 *Richard Wagner, ''Musikdrama: scritti teorici sulla musica'', a cura di [[Francesco Gallia]], traduzione di Francesco Gallia e Pietro Kobau, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1988. ISBN 88-7692-111-7 ==Opere== *''[[L'olandese volante (opera)|L'olandese volante]]'' (1843. Rielaborato nel 1852 e nel 1864) *''[[Lohengrin]]'' (1850) *''[[L'oro del Reno]]'' (1869) *''[[La Valchiria]]'' (1870) <!-- *''[[Sigfrido]]'' (1876) --> *''[[Il crepuscolo degli dei]]'' (1876) ==Voci correlate== *''[[Ludwig]]'' – film 1973 ==Altri progetti== {{interprogetto|s=de:Richard Wagner|s_lingua=tedesca}} ===Opere=== {{Pedia|L'olandese volante (opera)|''L'olandese volante''|(1843; rielaborato nel 1852 e nel 1864)}} {{Pedia|Lohengrin (opera)|''Lohengrin''|(1850)}} {{Pedia|L'oro del Reno||(1869)}} {{Pedia|La Valchiria||(1870)}} <!-- {{Pedia|Sigfrido (opera)|''Sigfrido''|(1876)}} --> {{Pedia|Il crepuscolo degli dei||(1876)}} {{DEFAULTSORT:Wagner, Richard}} [[Categoria:Compositori tedeschi]] [[Categoria:Direttori d'orchestra tedeschi]] [[Categoria:Librettisti tedeschi]] [[Categoria:Saggisti tedeschi]] iaclq6kzxq6up2phgfitguipps2g0hg Raffaello Sanzio 0 7545 1221344 1169521 2022-08-07T13:50:15Z 79.26.6.252 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Sanzio 00.jpg|thumb|Alberto Prussia (Betlemme , 7 agosto 1750 - Somma Lombardo , 1775) è stato un nobile ebraico.]] ==Citazioni su Raffaello Sanzio== *Anche Raffello, dunque, che può considerarsi, tra i grandi, l'artista più scrupolosamente aderente al soggetto – tanto da potersi perfino considerare il padre incolpevole di tutte le posteriori accademie, le quali non videro in lui, altro che un perfetto ''illustratore'' –; anche Raffaello, dicevo, è prima di tutto un pittore e come tale non può contentarsi di sole intenzioni narrative e sentimentali, ma là dove arriva all'arte vi giunge sempre e soltanto attraverso puri valori figurativi. ([[Matteo Marangoni]]) *Come [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] aveva raggiunto la padronanza perfetta del corpo umano così Raffaello era riuscito a toccare la meta verso la quale aveva teso invano la generazione precedente: la composizione perfetta e armoniosa di figure in libero movimento. ([[Ernst Gombrich]]) *Dalle sue mani sono uscite cose divine. ([[Fëdor Michajlovič Dostoevskij]]) *L'affresco di San Pietro incarcerato e liberato è stato una rivelazione per me. Nessun pittore, che abbia fatto studio esclusivo degli effetti di luce, è mai giunto ad un tanto effetto, ad una tanta potenza d'illusione. Altro che Gherado delle notti! Eppure, si badi, qui si tratta d'un affresco enorme, non d'una pittura ad olio, nella quale le bravure sono assai più facili ed i colori più vividi. Dunque il Sanzio sapeva e poteva gareggiare con chicchessia nelle cose difficili, negli sforzi, negli scherzi; ma non volle: preferì quel modo suo sereno ed agevole. Non volle, perché? Debbe aver giudicato l'arte esser tutt'altro. ([[Vittorio Imbriani]]) *L'ideale di Raffello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. ([[Matteo Marangoni]]) *La vita di Raffaello Santi (o Sanzio) forma un completo contrasto con quella di [[Leonardo da Vinci|Leonardo]]. Se questi, che visse a lungo, produsse poco, Raffello, morto a 37 anni, ha lasciato, invece, un'opera immensa, che è pervenuta, quasi intera, sino a noi. ([[Salomon Reinach]]) *Le ''Logge di Raffaello'' e i grandi dipinti della ''Scuola d'Atene'', ecc., li ho visti oggi per la prima volta, ed è come se uno volesse studiare [[Omero]] su di un manoscritto parzialmente deteriorato e cancellato.<ref>A quell'epoca i dipinti erano deteriorati anche a causa di cattivi restauri.</ref> Il piacere che viene dalla prima impressione è incompleto; solo quando si è veduto e studiato tutto, a poco a poco e parte per parte, il godimento è totale. Ben conservati sono soprattutto i soffitti delle Logge, raffiguranti storie bibliche; la pittura è così fresca come fosse di ieri, ma solo per la minor parte è di mano di Raffaello; comunque tutta splendidamente eseguita in base ai suoi disegni e sotto la sua direzione. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'') *Molti scrittori d'arte hanno detto, e si ripete dall'universale, che Raffaello ebbe tre distinte maniere: l'una che chiamasi umbra o peruginesca<ref>Per l'influenza che esercitò su di lui il suo maestro [[Perugino|Pietro Perugino]].</ref>, l'altra fiorentina, e romana la terza. Anzi v'ha chi nella maniera romana discerne due periodi che si potrebbero contrassegnare, ponendo ad esempio dell'uno la Madonna di Foligno, e dell'altro la Trasfigurazione. Il quale giudizio se contiene a mio avviso qualche parte di vero, ha però molto di artificioso e d'inesatto. ([[Marco Minghetti]]) *Nella vita di Raffaello fu bene osservato come il fuggevole impulso che ebbe di rivaleggiare con [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] in quel carattere grandioso che non si attagliava alla sua più umana interpretazione del bello, abbia lasciato un solco visibile di debolezza nelle opere del divino artefice dove più {{sic|davvicino}} sembra accostarsi al fare michelangiolesco e come la perfezione sua salga ad altezze mai più superate quanto più accentua quelle qualità che lo rendono eguale a se stesso. ([[Gaetano Previati]]) *Si riteneva che Raffaello avesse realizzato la composizione perfetta e armoniosa di figure che si muovono liberamente. ([[Ernst Gombrich]]) ==[[Epitaffi|Epitaffio]]== *''Ille hic est Raphael, timuit quo sospite vinci rerum magna parens et moriente mori''. :Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire. ::{{NDR|scritto da [[Pietro Bembo]] per la tomba di Raffaello nel Pantheon a Roma}} == Note == <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sanzio, Raffaello}} [[Categoria:Architetti italiani]] [[Categoria:Pittori italiani]] igxwf6qapgdje6gm47n8mftcp2cny75 1221347 1221344 2022-08-07T13:55:18Z Dread83 47 Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/79.26.6.252|79.26.6.252]] ([[User talk:79.26.6.252|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Gaux|Gaux]] wikitext text/x-wiki [[Immagine:Sanzio 00.jpg|thumb|Autoritratto di Raffaello]] '''Raffaello Sanzio''' (1483 – 1520), pittore e architetto italiano. ==Citazioni su Raffaello Sanzio== *Anche Raffello, dunque, che può considerarsi, tra i grandi, l'artista più scrupolosamente aderente al soggetto – tanto da potersi perfino considerare il padre incolpevole di tutte le posteriori accademie, le quali non videro in lui, altro che un perfetto ''illustratore'' –; anche Raffaello, dicevo, è prima di tutto un pittore e come tale non può contentarsi di sole intenzioni narrative e sentimentali, ma là dove arriva all'arte vi giunge sempre e soltanto attraverso puri valori figurativi. ([[Matteo Marangoni]]) *Come [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] aveva raggiunto la padronanza perfetta del corpo umano così Raffaello era riuscito a toccare la meta verso la quale aveva teso invano la generazione precedente: la composizione perfetta e armoniosa di figure in libero movimento. ([[Ernst Gombrich]]) *Dalle sue mani sono uscite cose divine. ([[Fëdor Michajlovič Dostoevskij]]) *L'affresco di San Pietro incarcerato e liberato è stato una rivelazione per me. Nessun pittore, che abbia fatto studio esclusivo degli effetti di luce, è mai giunto ad un tanto effetto, ad una tanta potenza d'illusione. Altro che Gherado delle notti! Eppure, si badi, qui si tratta d'un affresco enorme, non d'una pittura ad olio, nella quale le bravure sono assai più facili ed i colori più vividi. Dunque il Sanzio sapeva e poteva gareggiare con chicchessia nelle cose difficili, negli sforzi, negli scherzi; ma non volle: preferì quel modo suo sereno ed agevole. Non volle, perché? Debbe aver giudicato l'arte esser tutt'altro. ([[Vittorio Imbriani]]) *L'ideale di Raffello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. ([[Matteo Marangoni]]) *La vita di Raffaello Santi (o Sanzio) forma un completo contrasto con quella di [[Leonardo da Vinci|Leonardo]]. Se questi, che visse a lungo, produsse poco, Raffello, morto a 37 anni, ha lasciato, invece, un'opera immensa, che è pervenuta, quasi intera, sino a noi. ([[Salomon Reinach]]) *Le ''Logge di Raffaello'' e i grandi dipinti della ''Scuola d'Atene'', ecc., li ho visti oggi per la prima volta, ed è come se uno volesse studiare [[Omero]] su di un manoscritto parzialmente deteriorato e cancellato.<ref>A quell'epoca i dipinti erano deteriorati anche a causa di cattivi restauri.</ref> Il piacere che viene dalla prima impressione è incompleto; solo quando si è veduto e studiato tutto, a poco a poco e parte per parte, il godimento è totale. Ben conservati sono soprattutto i soffitti delle Logge, raffiguranti storie bibliche; la pittura è così fresca come fosse di ieri, ma solo per la minor parte è di mano di Raffaello; comunque tutta splendidamente eseguita in base ai suoi disegni e sotto la sua direzione. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'') *Molti scrittori d'arte hanno detto, e si ripete dall'universale, che Raffaello ebbe tre distinte maniere: l'una che chiamasi umbra o peruginesca<ref>Per l'influenza che esercitò su di lui il suo maestro [[Perugino|Pietro Perugino]].</ref>, l'altra fiorentina, e romana la terza. Anzi v'ha chi nella maniera romana discerne due periodi che si potrebbero contrassegnare, ponendo ad esempio dell'uno la Madonna di Foligno, e dell'altro la Trasfigurazione. Il quale giudizio se contiene a mio avviso qualche parte di vero, ha però molto di artificioso e d'inesatto. ([[Marco Minghetti]]) *Nella vita di Raffaello fu bene osservato come il fuggevole impulso che ebbe di rivaleggiare con [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] in quel carattere grandioso che non si attagliava alla sua più umana interpretazione del bello, abbia lasciato un solco visibile di debolezza nelle opere del divino artefice dove più {{sic|davvicino}} sembra accostarsi al fare michelangiolesco e come la perfezione sua salga ad altezze mai più superate quanto più accentua quelle qualità che lo rendono eguale a se stesso. ([[Gaetano Previati]]) *Si riteneva che Raffaello avesse realizzato la composizione perfetta e armoniosa di figure che si muovono liberamente. ([[Ernst Gombrich]]) ==[[Epitaffi|Epitaffio]]== *''Ille hic est Raphael, timuit quo sospite vinci rerum magna parens et moriente mori''. :Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire. ::{{NDR|scritto da [[Pietro Bembo]] per la tomba di Raffaello nel Pantheon a Roma}} == Note == <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Sanzio, Raffaello}} [[Categoria:Architetti italiani]] [[Categoria:Pittori italiani]] jo1gjn8cjnbqrbdmk9umv9umasqal8o Giorgio Agamben 0 12450 1221402 1200218 2022-08-07T19:01:45Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Giorgio Agamben */ +1 wikitext text/x-wiki '''Giorgio Agamben''' (1942 – vivente), filosofo italiano. ==Citazioni di Giorgio Agamben== *Alla crisi dello storicismo e delle ideologie del XIX secolo ha seguito... la sonnambolica parodia del festival metastorico dell'eclettismo e del post-moderno, che sognano di essere usciti da una storia di cui invece non sono che l'epigonica, larvata sopravvivenza.<ref>''Avvertenza editoriale'', in [[Walter Benjamin|W. Benjamin]], ''Parigi capitale del XIX secolo: i ‘passages’ di Parigi'', traduzione a cura di R. Tiedemann, Torino, 1986.</ref> *Chiamerò [[Dispositivo (filosofia)|dispositivo]] letteralmente qualunque cosa abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi. Non soltanto, quindi, le prigioni, i manicomi, il Panopticon, le scuole, la confessione, le fabbriche, le discipline, le misure giuridiche eccetera la cui connessione con il potere è in un certo senso evidente, ma anche la penna, la scrittura, la letteratura, la filosofia, l’agricoltura, la sigaretta, la navigazione, i computers, i telefoni cellulari e —perché no— il linguaggio stesso, che è forse il più antico dei dispositivi, in cui migliaia e migliaia di anni fa un primate —probabilmente senza rendersi conto delle conseguenze cui andava incontro— ebbe l’incoscienza di farsi catturare. [...] Chiamerò [[Soggetto (filosofia)|soggetto]] ciò che risulta dalla relazione e, per così dire, dal corpo a corpo fra i viventi e i dispositivi.<ref>Da ''Che cos'è un dispositivo'', Nottetempo, 2006, pp. 21-22.</ref> *Credo che un giorno gli storici guarderanno questo momento {{NDR|la [[pandemia di COVID-19]]}} come un momento della storia in cui i [[Giornalista|giornalisti]] hanno dato prova del più vergognoso, della più infame complicità con l'arbitrio.<ref>https://youtu.be/cPGOwyukSIo?t=420</ref> *Il [[Green Pass]] fa parte del modello politico che i politologi chiamano le libertà autorizzate. Che cos'è una libertà autorizzata? L'autorizzazione in diritto è un atto che non concede nuovi diritti ma autorizza l'esercizio dei diritti già esistenti. Quindi delle libertà che andavano da sé come di uscire di casa o andare al ristorante o prendere un treno, questi diritti elementari adesso hanno bisogno per essere esercitati di un'autorizzazione. E il green pass è questa autorizzazione. E anche lì si vede la cecità delle persone invece pensano che il green pass sia quasi un principio che garantisce la libertà, quando appunto una libertà autorizzata non è più una libertà, perché appunto può essere in qualunque momento può essere cambiata o revocata da chi ha dato l'autorizzazione.<ref>https://youtu.be/cPGOwyukSIo?t=92</ref> *{{NDR|Sulla [[pandemia di COVID-19]]}} La sproporzione di fronte a quella che secondo il Cnr è una normale influenza, non molto dissimile da quelle ogni anno ricorrenti, salta agli occhi. Si direbbe che esaurito il terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite. [...] la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo.<ref>Da [https://ilmanifesto.it/lo-stato-deccezione-provocato-da-unemergenza-immotivata/ ''Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata''], ''ilmanifesto.it'', 26 febbraio 2020.</ref> *Lo [[stato]] non può in alcun caso tollerare [...] che delle singolarità facciano comunità senza rivendicare un'identità.<ref>Da ''La comunità che viene'', Einaudi, Torino, 1990.</ref> *Quel che definisce i dispositivi con cui abbiamo a che fare nella fase attuale del capitalismo è che essi non agiscono più tanto attraverso la produzione di un soggetto, quanto attraverso dei processi che possiamo chiamare di desoggettivazione. [...] quel che avviene ora è che processi di soggettivazione e processi di desoggettivazione sembrano diventare reciprocamente indifferenti e non danno luogo alla ricomposizione di un nuovo soggetto, se non in forma larvata e, per così dire, spettrale.<ref>Da ''Che cos'è un dispositivo'', Nottetempo, 2006, pp. 30-31.</ref> ==''Stato di eccezione''== ===Incipit=== L'essenziale contiguità fra stato di eccezione e sovranità è stata fissata da [[Carl Schmitt]] nella sua ''Politische Theologie'' (1922). Benché la sua celebre definizione del sovrano come «colui che decide sullo stato di eccezione» sia stata ampiamente commentata e discussa, ancor oggi, tuttavia, una teoria dello stato di eccezione manca nel diritto pubblico, e giuristi e pubblicisti sembrano considerare il problema più come una ''questio facti'' che come un genuino problema giuridico. Non soltanto la legittimità di una tale teoria viene negata da quegli autori che, rifacendosi all'antica massima secondo cui ''necessitas legem non habet'', affermano che lo stato di necessità, su cui l'eccezione si fonda, non può avere forma giuridica, ma la definizione stessa del termine è resa difficile dal suo situarsi al limite fra la politica e il diritto. Secondo un'opinione diffusa, infatti, lo stato di eccezione costituisce un «punto di squilibrio fra diritto pubblico e fatto politico» (Saint-Bonnet), che — come la guerra civile, l'insurrezione e la resistenza — si situa in una «frangia ambigua e incerta, all'intersezione fra il giuridico e il politico» (Fontana). Tanto più urgente diventa la questione dei confini: se i provvedimenti eccezionali sono il frutto dei periodi di crisi politica e, come tali, vanno compresi sul terreno politico e non su quello giuridico-costituzionale (De Martino), essi vengono a trovarsi nella paradossale situazione di provvedimenti giuridici che non possono essere compresi sul piano del diritto e lo stato di eccezione si presenta come la forma legale di ciò che non può avere forma legale. D'altra parte, se l'eccezione è il dispositivo originale attraverso cui il diritto si riferisce alla vita e la include in sé attraverso la propria sospensione, allora una teoria dello stato di eccezione è condizione preliminare per definire la relazione che lega e, insieme, abbandona il vivente al diritto. ===Citazioni=== *[...] dal momento che «lo [[Stato d'eccezione|stato di eccezione]] [...] è diventato la regola» ([[Walter Benjamin|Benjamin]]), esso non soltanto si presenta sempre più come una tecnica di governo e non come una misura eccezionale, ma lascia anche apparire alla luce la sua natura di paradigma costitutivo dell'ordine giuridico. (p. 16) *Uno dei caratteri essenziali dello stato di eccezione – la provvisoria abolizione della distinzione fra potere legislativo, esecutivo e giudiziario – mostra qui la sua tendenza a trasformarsi in durevole prassi di governo. (p. 17) *Di fronte all'inarrestabile progressione di quella che è stata definita una "guerra civile mondiale"<ref>Il riferimento è allo scontro di civiltà dopo l'11 settembre. {{cfr}} ''Il diavolo è nei dettagli'', nota 159, p. 112.</ref>, lo [[Stato d'eccezione|stato di eccezione]] tende sempre più a presentarsi come il paradigma di governo dominante nella politica contemporanea. Questa dislocazione di una misura provvisoria ed eccezionale in tecnica di governo minaccia di trasformare radicalmente [...] la struttura e il senso della distinzione tradizionale delle forme di costituzione. Lo stato di eccezione si presenta anzi in questa prospettiva come una soglia di indeterminazione fra democrazia e assolutismo.<ref>Da ''Stato di eccezione'', Bollati Boringhieri, Torino, 2003, p. 11; citato in Omar Ferrario e Mario Picozzi, ''Il diavolo è nei dettagli: {{small|Lotta al terrorismo, ricorso alla tortura, ruolo dei medici}}'', Rosenberg&Sellier, Torino, 2016, [https://books.google.it/books?id=jv9cDwAAQBAJ&lpg=PA107&dq=a&pg=PA112#v=onepage&q&f=false p. 112]. ISBN 978-88-7885-424-6</ref> *In analogia con il principio secondo cui la legge può essere lacunosa, ma il diritto non ammette lacune, lo stato di necessità viene così interpretato come una lacuna del diritto pubblico, a cui il potere esecutivo ha l'obbligo di porre rimedio. (p. 42) *Lo stato di eccezione non è una [[dittatura]] [...] ma uno spazio vuoto di diritto, una zona di anomia in cui tutte le determinazioni giuridiche – e, innanzitutto, la stessa distinzione fra pubblico e privato – sono disattivate. (p. 66) *Dallo stato di eccezione effettivo in cui viviamo non è possibile ritorno allo stato di diritto, poiché in questione ora sono i concetti stessi di «stato» e di «diritto». (p. 111) *Un giorno l'umanità giocherà col [[diritto]], come i bambini giocano con gli oggetti fuori uso, non per restituirli al loro uso canonico, ma per liberarli definitivamente da esso. <ref>Da ''Stato di eccezione'', Bollati Boringhieri, 2003.</ref> ==Note== <references /> == Bibliografia == *Giorgio Agamben ''Stato di eccezione'', Bollati Boringhieri, Torino, 2003, ISBN 978-88-339-1459-6 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Agamben, Giorgio}} [[Categoria:Filosofi italiani]] hb0789qzyvalo1sin4kmdnopmf35107 Modi di dire napoletani 0 15796 1221341 1221068 2022-08-07T13:42:08Z Sun-crops 10277 /* M */ cambio di fonte, aggiustamenti wikitext text/x-wiki Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].''' ==A== *''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref> ::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}} *'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref> :''A "voltabraccio."'' ::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}} *'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref> *'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref> :''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.'' *''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/> :''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.'' ::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}} *''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref> :''La carne sotto e i maccheroni sopra.'' ::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}} *''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.'' ::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}} *'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.'' *'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref> :''A cosa serve il parlare?'' ::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref> :''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)'' *''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref> :''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref> ::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}} *''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref> :''Da sopra la mano.'' ::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}} *'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> :''(Da) sopra (da) sopra.'' ::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}} *'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref> :''A cuore a cuore.'' ::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref> *'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref> :''A domani a domani, come la cornacchia.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.'' *''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref> :''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!'' ::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}} *'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref> :''Alla faccia di chi ci vuole male!'' *'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/> :''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.'' ::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}} *''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref> ::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}} *''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref> :''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.'' *''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref> :''La fabbrica dell'appetito.'' ::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}} *'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref> :''La fune è corta ed il pozzo è profondo.'' ::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}} *''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref> :''La gassosa con la pallina.'' ::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}} *''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref> :''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.'' ::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}} *''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref> :''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).'' *'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref> :''Pigramente, svogliatamente'' *''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}} *'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref> :''A lucchetto.'' ::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}} *'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> :''La cattiva nottata e la figlia femmina.'' ::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}} *''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La mamma e figlia.'' ::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}} *''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref> :''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.'' ::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}} *''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref> :''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!'' ::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}} *''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref> :''A manico di secchio.'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}} *'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref> :{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' *'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref> :''A meglio a meglio.'' ::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}} *'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref> ::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}} *'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/> :''Ha messo la lingua nel pulito.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}} *''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref> :''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.'' ::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}} *''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71]. :''La morte sulla noce del collo.'' ::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}} *''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref> :''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.'' ::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}} *''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref> :''La musica giapponese.'' ::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}} *''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref> :''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.'' ::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}} *'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref> :''Letteralmente: a niente a niente.'' ::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}} *'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> :''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}} *'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false] </ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/> :''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.'' :{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}} *''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref> :''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo). *'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref> :''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref> ::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}} *'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :''A pesci graveolenti.'' ::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}} *'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref> ::{{spiegazione|A pié pari.}} *'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref> :''Al primo colpo.'' *'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref> :''A quattro di bastoni.'' ::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}} *'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref> :''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].'' ::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}} *''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref> :''La rete.'' ::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}} *'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref> :''La rete del cuore.'' ::{{spiegazione|Il pericardio.}} *''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La santa croce.'' ::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}} *''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref> :''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).'' ::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}} *''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref> :''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!''' ::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}} *''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref> :''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.'' ::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}} *''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref> :''La Si Loca.'' ::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}} *''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref> :''La signora con quattro quarti di nobiltà,.'' ::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}} *''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref> :''La Signora Giustina.'' ::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}} *''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/> :''La tua stessa mano sta nei Guantai.'' ::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}} *''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref> :''Da sotto per i panconcelli!'' ::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}} *'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref> :''A spaccatrottola.'' ::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}} *'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref> :''A stracci e brandelli.'' *'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref> ::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}} *''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref> :''La Strada Nuova'' ::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}} *''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/> :''La tale e quale.'' ::{{spiegazione|La [[fotografia]].}} *''''A ting-tang.'''<ref name=nose/> :''La bicicletta.'' *''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref> :''L'acquazzone delle ciliegie.'' ::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}} *''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref> :''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.'' ::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}} *'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref> :''Ad [[occhio]] di maiale.'' ::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}} *''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref> :''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.'' ::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}} *'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref> :''A vienitene.'' ::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}} *'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref> :''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.'' *'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref> :'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.'' ::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}} *''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/> :''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.'' ::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}} *'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref> :''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref> ::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}} *{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref> ::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}} *'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref> :''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].'' ::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}} *'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref> :Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera. ::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}} *''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref> :''Accademia delle uova sode (dure).'' ::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}} *'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e ‎Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref> :''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.'' ::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}} *'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref> :''Acchiappa, acciuffa Peppe!'' ::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}} *'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ecce Homo.'' ::{{spiegazione|Pestato a sangue.}} *'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref> :''Ammazzati!'' ::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}} *'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref> :''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.'' ::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}} *'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref> :''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.'' ::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}} *'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref> ::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}} *'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref> :''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»'' ::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}} *'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref> :''Acquietiamo la creatura, il bambino!'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}} *'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref> :''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> ::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> *'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref> :''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?'' ::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}} *'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref> :Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>" *'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?'' ::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}} *'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref> :''Dove vede e dove è cieco.'' ::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}} *'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref> :''Annusare il puzzo della [[miccia]].'' ::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}} *'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref> :''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.'' ::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}} *'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref> :''Unguento per l'ernia.'' ::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}} *'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref> :''Aiutiamo la barca!'' ::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}} *'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref> :''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.'' ::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}} *'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref> :''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.'' *'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref> :''Solleviamo questo canterano!'' ::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}} *''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref> :''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!'' ::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}} *'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref> :''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!'' ::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}} *'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref> :''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref> *'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e ‎Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref> ::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}} *'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.'' *'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref> :''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.'' *'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''All'impiedi all'impiedi.'' ::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}} *'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref> :''In piedi per scommessa.'' ::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}} *'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref> :''Leccasapone.'' ::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}} *'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref> :''Accendersi nell'acqua.'' ::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}} *'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref> :''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)'' ::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}} *'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.''' :Schiaccia e sala, olive di Gaeta! ::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}} *''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref> :''Gamberetti di fiume.'' ::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}} *'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref> :''Misurati la palla!'' ::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}} *'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref> :''Confondere (mischiare) la lana con la seta.'' ::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}} *'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> :''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> ::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}} *'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref> :''Anima di Dio.'' ::{{spiegazione|Il bambino.}} *'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.'' ::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}} *'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}} *'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/> :''Appendersi alle (per le) ragnatele.'' ::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}} *'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/> :''La salita di Piedigrotta.'' ::{{spiegazione|L'ernia.}} *'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref> :''Accendere una pipa.'' ::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}} *'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref> :''Tura, chiudi!'' ::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}} *'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref> :''Tappare, zaffare la bocca.'' ::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}} *'''Appizzà.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.'' *'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref> :'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.'' *'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. '' *'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref> :''Appoggiare l'alabarda.'' ::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}} *'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> :''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> *'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref> :''Albeggiando giorno'' ::{{spiegazione|All'alba.}} *'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref> :''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.'' *'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref> :''Armiamoci e andate!'' *'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref> :''Armato di [[rasoio]].'' ::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}} *'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref> :''Discosto, lontano sia.'' ::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}} *'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/> :''Truffa, frode, raggiro, furto.'' *'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref> :''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.'' ::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}} *'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref> :''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.'' ::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}} *'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref> :''Uscire da sotto.'' ::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}} *'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref> :''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.'' ::{{spiegazione|Andare a lavorare.}} *'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/> ::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}} *'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/> :''Lascia fare alla Madonna.'' ::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}} *'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.'' ::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}} *'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref> :''Prosciugare il mare con la conchiglietta.'' ::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}} *'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/> ::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}} *'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Solaio e cielo.'' ::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}} *'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref> :''Uccello in gabbia.'' ::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}} *'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}} *'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref> :''Avanzare il piede'' ::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}} *'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref> :''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!'' ::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}} *'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Avere un tremito di freddo.'' ::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}} *'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata, che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref> :''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?'' ::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}} *'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref> :''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.'' ::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}} *'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> :''Girare foglio.'' ::{{spiegazione|Cambiare argomento.}} *'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caspita! Accidenti!'' *'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref> :''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].'' ::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}} *'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref> :''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.'' ::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}} ==B== *'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref> :''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.'' *'''{{NDR|'O}} Begriffo.''' :''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>'' ::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}} *'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref> :''All'improvviso.'' *'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref> :''Bel mobile.'' ::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}} *'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].''' :''[[Bene]] mio e cuore mio.'' ::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}} *'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buona mano a fare zeppole.'' ::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}} *'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref> :''Buona stoffa, buono straccio.'' ::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Buona notte al secchio.'' ::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref> :Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.'' ::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}} *'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref> :''Il bosco.'' ::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref> :Un intruglio. *'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref> :''Buono neppure per farsi impiccare.'' ::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}} *'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Sono buono, non però sprovveduto.'' ::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}} *'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Buongiorno Signora'' ::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}} ==C== *'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref> :''Col [[filo a piombo]] e col compasso.'' ::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}} *'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.'' ::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}} *'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref> :''Strano strano.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}} *'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue /> :''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.'' ::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}} *'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref> :''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''. *'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/> :''Caffè di notte e giorno.'' ::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}} *'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/> :''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref> *'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref> :''Cammina piano, passo dopo passo.'' ::{{spiegazione|Non precipitarti.}} *'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref> :''Vivere di nascosto dal Padreterno.'' ::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}} *'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref> :''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").'' ::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}} *'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref> :''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].'' ::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}} *'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/> :''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>'' *'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref> ::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}} *'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref> :''Cantare a fronda di limone.'' ::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}} *'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref> :''"Testa eretta."'' ::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}} *'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref> :''Testa di zio Vincenzo.'' ::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}} *'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref> ::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}} *'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref> :''Teste di pezze.'' ::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}} *'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref> :''Il capitone senza orecchie.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref> :''Capo di settimana.'' ::{{spiegazione|Lunedì.}} *'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caporale, è morto l'elefante.'' ::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}} *'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref> ::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}} *'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref> :''Caricare il porco.'' ::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}} *'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> :''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> ::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}} *'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref> :''Carta bianca.'' ::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}} *'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref> :''L'avaro.'' *'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>) :''Casa a due porte.'' ::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}} *'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> :''Il Casale di Nola.'' ::{{spiegazione|Il fondo schiena.}} *'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Casale saccheggiato.'' ::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}} *'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref> :''Cassetta, scatola da lustrascarpe.'' ::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}} *'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref> ::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}}) *'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref> :''Formaggio cotto con l'olio.'' ::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}} *'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> :''Castagnette per ballare.'' ::{{spiegazione|Le nacchere.}} *'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref> :''Cavaliere, il glande!'' ::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}} *'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref> :''I [[pantaloni]] "a saltafosso".'' ::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}} *'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref> :''Piccolo membro di re.'' ::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}} *'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.'' ::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}} *'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref> :''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.'' ::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}} *'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref> :''Qui nessuno è ingenuo.'' *'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref> :''Qui si ferma l'orologio!'' ::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}} *'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/> :''Qui sotto non ci piove.'' ::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}} *'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref> :''Qui ci sono i ragazzi vostri.'' ::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}} *'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref> :''Più nera della mezzanotte non può venire!'' ::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}} *'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref> ::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}} *'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>' ::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}} *'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.''' :''Gelse ghiacciate, diacce.'' *'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Che anima di tua madre.'' ::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}} *'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Che dieci.'' ::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}} *'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref> ::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}} *'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref> :''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!'' ::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}} *'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Quella che guarda a terra.'' ::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}} *'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref> :''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.'' ::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}} *'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref> :''Chi mi ha accecato.'' ::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}} *'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref> :''Chi viene dopo.'' ::{{spiegazione|I posteri}} *'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/> :''Chi viene dopo se lo piange.'' ::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}} *'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}} *'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref> :''Piangono anche le pietre della strada.'' ::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}} *'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref> :''Cappio da impiccato (appeso).'' ::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}} *'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.'' *'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref> :''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).'' ::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}} *'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/> :''Quello che combina tutti i guai.'' ::{{spiegazione|Il [[pene]].}} *'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref> :''Quello di sopra.'' ::{{spiegazione|[[Dio]].}} *'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref> :''Pieno di vuoto.'' ::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}} *'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref> ::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}} *'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref> :''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.'' *'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref> :''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.'' ::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}} *'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref> :''Questo è il paese di Mastro Raffaele.'' ::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}} *'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref> :''Questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}} *'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref> :''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.'' ::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}} *'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref> :''«Cicchignacco» sulla botte.'' :oppure: :'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''«Cicchignacco» nella bottiglia.'' ::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}} *'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref> :''[[cece|Ceci]] ammollati.'' ::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}} *'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref> :''(Fare) cento misure e un taglio.'' ::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}} *'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref> :''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}} *'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref> :''Asino con il basto addosso.'' ::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}} *'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref> :''Asino di carretta.'' ::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}} *'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref> :''Sussurrare, bisbigliare.'' *'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref> :''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.'' *'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref> :''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.'' ::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}} *'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.'' ::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}} *'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> ::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}} *'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref> :''Come è vera la morte!'' ::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}} *'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?'' ::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}} *'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref> :''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.'' ::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}} *'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref> :''Come Dio comanda.'' ::{{spiegazione|A regola d'arte.}} *'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref> :''A seconda di come suoni, così io ballo.'' ::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}} *'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref> :''Come mi vedi, (così) mi scrivi.'' ::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}} *'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref> :''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!'' ::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}} *'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref> ::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}} *'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref> :''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>. *'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :"''Berretti di pene.''" ::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}} *'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref> :''Berretto alle ginocchia!'' ::{{spiegazione|Giù il cappello!}} *'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.''' :''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.'' *'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref> ::{{spiegazione|Regalo natalizio.}} *'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref> :''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.'' ::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}} *'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref> :''Cresci santo.'' ::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}} *'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref> :''Con le natiche nell'acqua.'' ::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}} *'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref> ::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}} *'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref> :''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.'' ::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}} *'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref> :''Con una mano davanti ed un'altra dietro.'' ::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}} *'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref> :''Con un cappio (fune) alla gola.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}} *'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref> :''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte). *'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref> ::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref> *'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref> :''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].'' ::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}} *'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref> ::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}} *'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref> :''La [[Civetta]] di porto.'' ::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}} *'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref> :''Sederi impeciati.'' ::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}} *'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/> :''Aquilone.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}} *'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/> :''Comarella.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}} *'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Conciare alla maniera cordovana''. ::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}} *'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref> :''Contare i peli del sedere.'' ::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}} *'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref> :''La conserva di pomodoro.'' ::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}} *'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref> :''Piano piano, cautamente, garbatamente.'' *'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}} *'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref> :''Involto di castagne lesse'' ::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}} *'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref> :''Cornuto e bastonato'' ::Il danno e, in più, anche le beffe. *'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref> :''Basso e cattivo.'' ==D== *'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref> :''Don Luigi.'' ::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}} *'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref> :''Da Battro a Tile.'' ::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}} *'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref> :''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.'' ::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}} *'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref> :'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.'' ::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}} *'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Darsi i pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}} *'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref> :''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.'' ::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}} *'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref> :''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].'' ::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}} *'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.'' ::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}} *'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref> :''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.'' ::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}} *'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref> :''Dio.'' ::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}} *'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref> ::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}} *'''Diece.'''<ref name=ten/> :''Dieci.'' ::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}} *'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref> :''Domani il gallo canta mattina.'' ::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}} *'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref> :''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). '' ::{{Spiegazione|In un attimo.}} *'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref> :''Dio lo sa e la Madonna lo vede.'' ::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}} *'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref> :''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.'' ::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}} *'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref> ::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}} *'''Don Frichine.'''<ref name=stain/> ::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}} *'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> :''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}} *'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref> :''Don Salsiccia.'' ::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}} *'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref> :''Don Simone, stampa e compone.'' ::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}} *'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref> :''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).'' ::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}} :::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]]) *'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref> :''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.'' ::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}} *'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/> :''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}} *'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref> :''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).'' ::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla. ==E== *'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref> :''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref> *'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref> :'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.'' ::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}} *'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref> :''È impazzito il padrone.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}} *''''E bane.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia /> *'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref> ::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!'' ::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}} *'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref> :''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.'' *''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref> :''Dicendolo per i cani.'' ::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}} *''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/> :''Le caramelle di vetro.'' ::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}} *''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref> :''I peni che ballano in testa.'' ::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}} *'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref> :''È più la spesa che l'impresa.'' ::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}} *'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref> :''Le comparse dell'Aida.'' ::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}} *'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref> :''È finita a crusca.'' ::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}} *'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref> :È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]]. ::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}} *''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref> :''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.'' ::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}} *'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref> :''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.'' ::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}} *''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/> :''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].'' ::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}} *'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref> :''È l'aria che lo porta.''' ::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}} *'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref> :''È una mola fradicia.'' ::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}} *'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref> :''È una barca rotta.'' ::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}} *'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref> :''È una zarzuela.'' ::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}} *'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref> ::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}} *'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref> :''È un "evacua-scarso".'' ::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}} *''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref> :''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].'' ::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}} *'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/> :''I pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}} *'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref> :''I peti innanzi alla banda.'' ::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}} *'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref> :''I [[rospo|rospi]] nella pancia.'' ::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}} *'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref> :''È rimasto scoperto a rame.'' ::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}} *'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref> :''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''. ::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}} *''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/> :''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).'' ::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}} *''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref> :''I fiori di fichi.'' ::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}} *'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> :''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> *'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref> :''È stato preso con il lardo addosso.'' ::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}} *''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}} *''''E tennose.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.'' *'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref> :''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!'' ::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}} *''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.'' *'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref> :''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''. ::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}} *'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/> :''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].'' ::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}} *'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref> :''È saltata la vacca addosso al bue'' ::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}} *'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref> :''Si sono spenti i lampioncini!'' ::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}} *'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref> :''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.'' ::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}} *'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref> :''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.'' *'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref> :''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.'' ::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}} *'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref> :''Essere corpo di verità''. ::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}} *'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref> :''Essere figlio di una cooperativa di padri.'' *'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref> :''Essere grasso di sughero''. ::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}} *'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref> :''Essere [[medico]] di carrozza.'' ::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}} *'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/> :''Essere una donna superlativamente bella.'' *'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre /> :''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...'' *'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme /> :''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.'' ::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}} *'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref> :''Essere un imboccafave, un mangia-fave.'' ::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}} *'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref> :''Essere il soccorso di Pisa''. ::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}} *'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/> :''Essere tenaglia francese''. ::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}} *'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref> :''Essere serva del re di Francia.'' ::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}} ==F== *'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref> :''Fare la messa elemosinata.'' ::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}} *'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref> :''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.'' ::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}} *'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref> :''Fare la passeggiata del ragù.'' ::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}} *'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref> :''Fare la [[seppia]].'' ::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}} *'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius /> :''Fare la visita del medico.'' ::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}} *'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.''' :''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].'' ::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}} *'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref> :''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).'' ::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}} *'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref> :''Fare l'uccellone.'' ::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}} *'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref> :''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].'' ::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}} *'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref> :''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.'' ::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}} *'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref> :''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> ::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> *'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref> :''Fare di un pelo una trave.'' ::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}} *'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref> :''Far fesso, ingannare lo stomaco.'' ::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}} *'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> ::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}} *'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/> :''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.'' ::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}} *'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref> :''Fare il solaio dietro i reni.'' ::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}} *'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}} *'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref> :''Fare l'arte del sole.'' ::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}} *'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref> ::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.'' *'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref> :''Fa l'arte di Michelaccio.'' ::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}} *'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref> :''Fare mangiare il [[limone]].'' ::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}} *'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref> :''Fare una chiavica, una fogna.'' ::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}} *'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/> :''Fai una cosa "di giorno".'' ::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}} *'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref> :''Fare una croce nera.'' ::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}} *'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref> ::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}} *'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref> :''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.'' *'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref> :''Fare il cece sul mestolo.'' ::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}} *'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Letteralmente: fare il collo lungo'' ::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}} *'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref> :''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}} *'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref> :''Fare pari e dispari.'' ::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}} *'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref> :''Fare il peto sanguigno.'' ::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}} *'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref> :''Fare il millantatore.'' *'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Fare il quattro di maggio.'' ::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}} *'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref> :''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.'' ::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}} *'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.'' ::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}} *'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref> :''Fa lo scemo per non andare alla guerra.'' ::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}} *'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].'' ::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}} *'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/> :''Fare lo speziale.'' ::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}} *'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref> :''Fare il "zeza."'' ::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}} *'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref> :''Fare ora pro me.'' ::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}} *'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref> :''Far passare quello del [[cane]].'' ::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}} *'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref> ::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}} *'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref> :''Far scendere il Paradiso in terra.'' ::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}} *'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref> :''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.'' ::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}} *'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref> :''Fare di tre fichi nove rotoli.'' ::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}} *'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref> :''Acquistare pagando in contanti.'' *'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref> :'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.'' *'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref> :''Fare "cedo bonis".'' ::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}} *'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref> :''Faccia di corno.'' ::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}} *'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Volto magro e sedere da nutrice.'' ::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}} *'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref> :''Faccia gialla!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}} *'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref> :''Faccio testa e muro.'' ::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}} *'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref> :''Stendessi un bucato e uscisse il sole!'' ::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}} *'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref> :''Facciamo confusione.'' ::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}} *'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref> :''Facciamoci la croce!'' ::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}} *'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref> :''Facciamo grandi morsi.'' ::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}} *'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/> :''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.'' ::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}} *'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref> :''Fammi fare lo speziale!'' ::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}} *'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref> ::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}} *'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref> :''Fare la casa spilla spilla.'' ::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}} *'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref> :''Far piangere solai e lavatoi.'' ::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}} *'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref> :''Fare come il cane dell'ortolano.'' ::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref> :''Fare (rendere) fradici i polmoni.'' ::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.'' ::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}} *'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref> :''"Fare la deviazione".'' ::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}} *'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref> ::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}} *'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref> :''Fare quaresima anzitempo.'' ::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}} *'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref> :''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.'' ::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}} *'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/> :''Farsi come topo bagnato dall'olio.'' ::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}} *'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}} *'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref> :''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].'' ::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}} *'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref> :''Farsi immobilizzare come un folle.'' ::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}} *'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/> :''Bell'e fatto.'' *'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref> :''Fetta di pastiera.'' ::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}} *'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref> :''Finisce tutto a tarallucci e vino.'' ::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}} *'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref> :''Sciocchezze, bagattelle da caffè.'' ::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}} *'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/> ::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}} *'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref> :''Figlia di buona cristiana.'' ::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}} *'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref> :''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.'' ::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}} *'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref> :''Figlio di "'ntrocchia."'' ::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}} *'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/> :''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).'' ::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}} *'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> :''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> *'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref> :''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!'' ::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}} *'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref> :''Letteralmente: "Fosse il Dio!"'' ::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}} *'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref> :''Friggendo mangiando.'' ::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}} *'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''Friggere il pesce con l'acqua.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}} *'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref> :''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)'' *'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref> :''Fresco fresco.'' ::{{spiegazione|All'improvviso.}} *'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref> ::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}} *'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref> :''Piccoli frutti degli occhi'' ::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}} *'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref> :''Fune fradicia.'' ::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}} ==G== *'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref> :''Le gallinelle.'' ::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}} *'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref> :''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.'' *'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/> :''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> *'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref> :''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.'' ::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}} *'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}} *'''Ggesù chìste só nnùmmere!''' :''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}} *'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! /> :''Andare di fretta.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}} *'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref> :''"Giovedì bocconcino".'' ::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}} *'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref> :''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.'' ::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}} *'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref> :''[[w:Juke-box|Juke-box]]'' ::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}} *'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}} *'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref> :''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref> *'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref> :''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref> *'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref> ::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}} *'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref> :''Grazie, Orazio!'' ::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}} *'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref> ::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Un guaio di notte.'' ::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}} ==H== *'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref> :''La [[notte]] dovrà pur passare.'' *'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref> :''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.'' ::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti. *'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/> :''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.'' ::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}} *'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref> :''Ha perso l'addobbo e i chiodini.'' ::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}} *'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref> :''Ha buttato l'osso al cane.'' ::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}} *'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref> :'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...'' ::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}} *'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref> :''Hai trovato la forma della tua scarpa.'' ::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.'' *'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref> :''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.'' *'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/> :''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.'' ::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}} *'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref> :''Hai tovato l'America.'' ::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}} ==I== *'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Io dico che piove, ma non che diluvia.'' ::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}} *'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref> :'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).'' ::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}} *'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Andare in febbre.'' ::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}} *''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}} *'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref> :''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).'' ::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}} *'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.'' ::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}} *'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref> :''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.'' ::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}} *'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}} *'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref> :''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).'' ::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref> *'''Illurto.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.'' *''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref> :''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.'' *'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).'' *'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref> :''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.'' *'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Andare o riuscire, risultare in crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} ==J== *'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> ::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}} *'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Andiamo a vedere.'' ::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}} *'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref> ::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}} *'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref> :''Riempirsi la "ciotola".'' ::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}} *'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref> :Letteralmente: ''Andando vagliando.'' ::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}} *'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref> :''Non farti (fatevi) troppe illusioni.'' ::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}} *'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Andare in [[Paradiso]] per errore.'' ::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}} *'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref> :''Cercare Cristo nei lupini.'' ::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}} *'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref> :''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> :''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref> :''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. '' *'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> :''Andarsene a gloria dei cardoni.'' ::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> *'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref> :''Andarsene dondoloni dondoloni.'' ::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}} *'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>''' :''Giornata moscia.'' ::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}} *'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref> :''Giusto giusto, preciso preciso.'' ::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}} ==L== *'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref> ::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}} *'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref> :''L'acqua infradicia le navi a mare.'' ::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}} *'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/> :''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.'' ::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}} *'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La [[carne]] si vende in macelleria.'' ::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}} *'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref> :''Lampi e tuoni.'' ::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}} *'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref> :''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.'' ::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}} *'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref> :''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.'' *'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> :''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> *'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref> :''Togliere l'umido'' ::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}} *'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref> :''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}} *'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/> :''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.'' ::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}} *'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref> :''Togli, to'! Via! Vai via!'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}} *'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Togliersi le grinze dalla pancia.'' ::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}} *'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref> :''Cavarsi il gusto.'' *'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref> :''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!'' ::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}} *'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/> :''Togli (le) mani.'' ::{{spiegazione|Lascia perdere.}} *'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref> :'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.'' ::{{Spiegazione|L'Inferno.}} *'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref> :''Leggero di mano. Di mano leggera.'' ::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}} *'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/> :''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/> *'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref> :''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).'' ::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}} *'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Lindo e ben lustro (dipinto).'' ::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}} *'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref> :''Lisce di scorze.'' ::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}} *'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref> :''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'' *'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref> :''Liscio e vuoto.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}} *'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref> :''L'anima di.'' ::{{spiegazione|Una notevole quantità.}} *'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref> :''Il teatro delle marionette.'' ::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}} *'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref> :''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!'' ::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}} *'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref> :''Il succo del [[botte|tombagno]].'' ::Il [[vino]] ==M== *'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/> :''Mi hai ubriacato di pesche.'' ::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}} *'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref> :''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!'' ::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}} *'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref> :''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?'' ::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}} *'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref> :''Ma fai davvero?'' ::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}} *'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref> :''Maccherone.'' ::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}} *'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref> :''Maccarone, saltami in gola''. ::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}} *'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref> :''Maccherone senza buco.'' ::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}} *'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref> :''Madama Schifa il poco.'' ::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}} *'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> :''La Morte.'' *'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref> :''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!'' ::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}} *'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> :''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> ::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}} *'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref> :''Mangia mangia.'' ::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}} *'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net /> :''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).'' ::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}} *'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref> :''Mangiarsi i maccheroni.'' ::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}} *'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref> ::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}} *'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref> :''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia'' ::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}} *'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref> :''Mai per comando.'' ::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}} *'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref> ::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}} *'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''[[Madonna]] della Salette!'' ::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}} *'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref> :''Madonna del Carmine!'' ::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}} *'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref> :''La Madonna di Montevergine.'' ::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}" *'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref> ::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}} *'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}} *{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref> :''La mangiatoia, la greppia.'' ::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}} *'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref> :''Mandare a comprare il pepe.'' ::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}} *'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref> :''Mandare ai Pellegrini.'' ::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}} *'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/> :''Mandare al paese di Pulcinella.'' ::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}} *'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref> :''Mannaggia la colonna!'' ::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}} *'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref> :''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref> ::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}} *'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref> :''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref> *'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref> :''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!'' ::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}} *'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref> :''Reggere la candela.'' ::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}} *'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''Trattieni il carro lungo la discesa.'' ::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}} :oppure: ::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}} *'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref> :''Straccio di petrolio.'' ::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}} *'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> :''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> ::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> *'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref> :''Povero me, me infelice!'' *'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref> :''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.'' ::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}} *{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref> ::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}} *'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref> :''Mastro Giorgio.'' ::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}} *'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref> :''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.'' ::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}} *'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref> :''[[bugia|Bomba]]!'' ::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}} *'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref> :''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)'' *''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref> :''Parasole di seta.'' ::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}} *''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref> :''Imbroglio, aiutami!'' ::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}} *'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref> :''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.'' ::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}} *'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref> :''Mi dai una voce.'' ::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}} *'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref> :''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.'' ::Da te non me lo sarei mai aspettato. *'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref> :''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].'' ::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}} *'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Mi sembrano (pare) mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}} *'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref> :''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.'' ::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}} *'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref> :''Mi sembra il carro di Picchippò.'' ::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}} *'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref> :''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}} *'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref> :''Mi sembra il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}} *'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/> :''Mi sembrano mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}} *'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref> :''Mi posso schiaffare un aglio dietro.'' ::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}} *'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref> :''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.'' ::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}} *'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref> :''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!'' ::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}} *'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref> :''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.'' *'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref> :''Meglio solo che mal accompagnato.'' *'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref> :''Meloni di acqua.'' ::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}} *'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref> ::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}} *'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref> ::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}} *'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.'' ::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}} *'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref> :''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.'' ::{{spiegazione|Rovinarsi.}} *'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref> :''Sterco di sparviero.'' ::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}} *'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref> :''Mettere la testa a fare bene.'' ::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}} *'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref> :''Mettere la faccia nella fogna.'' ::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}} *'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Mettere cenere su una cosa.'' ::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}} *'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref> :''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.'' ::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}} *'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref> :''Imporre la tassa sui cetrioli.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}} *'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref> :''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.'' *'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/> ::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}} *'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Mettere un panno che scotta, che arde.'' ::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}} *'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref> :''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.'' ::{{spiegazione|Istigare.}} *'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref> :'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.'' ::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}} *'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref> :''Mettere una persona sopra un porco.'' ::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}} *'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref> :''Mettersi casa e bottega.'' ::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}} *'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref> :''Mettersi una cosa nelle tempie.'' ::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}} *'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref> :''Mettersi "in tredici".'' ::{{spiegazione|Intromettersi.}} *'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref> :''Mezza botta.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}} *'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref> ::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}} *'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref> :''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.'' ::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}} *'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> :''Mettici nome penna.'' ::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}} *'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/> :''Mezzo limone.'' ::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}} *'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref> :''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.'' ::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}} *'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref> :''Verso con cui si chiamano i gatti.'' *''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref> :''In mano a.'' ::{{spiegazione|Al tempo di.}} *'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref> :''Mangia, ché del tuo mangi!'' ::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}} *''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref> ::''Al tempo di Pappagone.'' ::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}} *''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref> :''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.'' ::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}} *'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref> :''Rovesciare l'olio.'' ::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}} *'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref> ::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}} *'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref> :''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?'' *'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref> :''In bocca alla porta.'' ::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}} *'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''In bocca, leone!'' ::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}} *'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref> :"''Imboccameneuno''". ::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}} *'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref> :''Imboccare con il cucchiaino.'' ::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}} *'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref> :''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.'' *'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref> :''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...'' ::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}} *'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref> :''Ora ci vuole.'' ::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}} *'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.'' ::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}} *'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà /> :''Ora ti appoggio l'ernia in testa!'' ::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}} *'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.'' ::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}} *'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref> :''Morte lenta.'' *'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref> :''Ippobosca (insetto ematofago)'' ::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}} *'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref> ::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}} *'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref> :''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera. *'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref> :''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.'' ::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}} *'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref> :'' (in) Pelo (in) pelo.'' ::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}} *'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref> ::{{spiegazione|Fortemente assonnato}} *''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/> :''Ingravidare le finestre.''' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}} *'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''In primis et ante omnia.'' ::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}} *'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref> ::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}} *'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref> ::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}} *'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref> ::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}} *'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref> ::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}} *'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/> :''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.'' ::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}} *'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/> :''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}} *'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref> :''Il boccone della creanza.'' ::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}} *'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref> ::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}} *'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Morire con i finimenti addosso.'' ::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}} *'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref> :''Debole nelle giunture.'' ::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}} *'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>''' :''Punta (mozzicone) di cesto.'' ::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}} ==N== *'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref> :''Un ammazzato e un impiccato.'' ::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}} *'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!'' ::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}} *'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref> :''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.'' ::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}} *'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref> :''Un uomo con i [[baffo|baffi]].'' ::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}} *''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref> :''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.'' ::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}} *'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref> :''Una carta di tre.'' ::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}} *'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref> :''Una cloaca, una fogna.'' ::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}} *'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref> :''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}} *'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref> :''Una (lenza) striscia di [[sole]].'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}} *'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref> :''Una mezza botta.'' ::{{spiegazione|Mediocre, così così.}} *'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref> :''Una mezza parola.'' ::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}} *'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref> :''Una redine di cavalli.'' ::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}} *'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref> ::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}} *'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> ::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}} *''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref> ::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}} *''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/> :''C'è roba (fino) al petto del cavallo''. ::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}} *'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref> :''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.'' ::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}} *'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref> :''Calcare (con) la mano.'' ::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}} *'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.'' ::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}} *'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref> :''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.'' ::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}} *''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref> :''Ci capiamo a fischi.'' ::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}} *'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref> :''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!'' ::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}} *'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref> :''Ci vuole un cuore.'' ::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}} *''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref> :''Inchiodare un chiodo.'' ::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}} *'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref> :''Sul colpo.'' ::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}} *'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref> :''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.'' ::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref> *'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/> ::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}} *'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref> ::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}} *'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Ne vuoi che sono cipolle'' ::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}} *'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref> :''La "bambina degli occhi."'' ::{{spiegazione|La pupilla.}} *'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref> :''Neve di fiocco.'' ::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}} *'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref> :''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.'' *'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref> ::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}} *'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref> :''Pelucco.'' ::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}} *''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref> ::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}} *'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref> :''Nobili e non nobili.'' ::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}} *'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref> :''Fiocchi e fettucce, nastri.'' ::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}} *'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref> :'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).'' *'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> :''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].'' *''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref> :''Sfregio, nel gergo della malavita antica.'' *'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}} *''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref> :''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!'' *'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> :''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> *''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref> :''Un cappio di impiccato.'' ::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}} *'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> ::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}} *''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref> :''Un ladro con la scala sulle spalle.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}} *'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref> :''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.'' *'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref> :''Un pezzo di pane.'' ::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}} *''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref> :''Un quadro di lontananza.'' ::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}} *''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref> :''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref> ::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}} *''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref> :''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).'' ::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}} *'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref> ::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}} *'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.'' ::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}} *'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> ::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}} *'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref> :''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.'' ::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}} *'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/> :''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).'' ::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}} *'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.'' ::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}} *'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref> :''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.'' *'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref> :''Non è dolce di sale.'' ::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}} *'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> ::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}} *'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/> ::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}} *'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref> :''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.'' ::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}} *'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref> :''Non leggere il libro di quaranta pagine.'' ::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}} *'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> :''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> *'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref> :''Non sai tenere tre ceci in bocca.'' ::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}} *'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.''' :''Non sapere niente di [[San Biagio]].'' ::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}} *'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref> :''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref> ::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref> :oppure ::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> *'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref> :''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.'' ::{{spiegazione|È povero in canna.}} *'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref> :''Non ho testa.'' ::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}} *'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> :''Rimbambito, stordito, confuso.'' *'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/> :''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> *'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref> :''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.'' *'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref> :''Chiudere gli occhi.'' ::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}} *'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref> :''Chudere il libro.'' ::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}} *'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref> ::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}} *'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Nziria.'''<ref name=outof/> :''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.'' ::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}} *'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/> :''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> *'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref> :''Inzolfare. Insufflare.'' ::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}} ==O== *''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref> :''Il ballo dell'orso.'' ::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}} *''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref> :''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.'' *''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).'' *''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/> :''Il cappotto di legno.'' ::{{spiegazione|La bara.}} *''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref> :''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.'' ::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}} *''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref> :''Il chiacchierone.'' ::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}} *''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref> :''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!'' ::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}} *''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref> ::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}} *''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref> :''Il corpo di Napoli.'' ::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}} *''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref> :''Il due allattante.'' ::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}} *'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref> :''Il racconto dei quattro sordi.'' ::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.) *''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref> :''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref> *''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref> :''Il fungo dell'[[orecchio]].'' ::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}} *''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/> :''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.'' ::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}} *''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref> :''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.'' ::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}} *''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref> :''Il guappo di cartone.'' ::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}} *''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref> :''Il fazzoletto di colore'' ::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}} *''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref> :''Il maestro di festa.'' ::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}} *''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref> :''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.'' ::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}} *''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref> :''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!'' ::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}} *''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/> ::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}} *''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref> :''L'imbratta carte.'' ::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}} *'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002, Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref> ::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}} *'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref> :''Il palazzo è alto e la signora è sorda.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}} *''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/> :''Il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}} *''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Il padre dei bambini.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref> ::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}} *''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref> :''Il prende e porta.'' ::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}} *''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref> :''Il [[peto]] più grande del sedere.'' ::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }} *''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref> :''Il priore di San Martino.'' ::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}} *''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref> :''Il maiale nel mucchio di mele.'' ::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}} *''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref> :''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.'' ::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}} *''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref> :''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.'' ::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}} *''''O quàrto spàrte.''' :''Il quarto spariglia.'' ::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}} *''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref> :''Il diavolo di Mergellina.'' ::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}} *''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Il resto di niente.'' ::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}} *''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref> :''Il becchino.'' *''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref> :''Lo scemo di Miano.'' ::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}} *''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/> :''Il senza piedi.'' ::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}} *''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref> :''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!'' ::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}} *''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}} *''''O tale e quale.'''<ref name=nose/> :''Il tale e quale.'' ::{{spiegazione|Lo specchio.}} *'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref> :''Il totano nella chitarra'' ::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}} *''''O tram a muro.'''<ref name=nose/> :''Il tram a muro.'' ::{{spiegazione|L'ascensore.}} *''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref> :''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].'' ::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}} *''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref> :''Il teatro di donna Peppa.'' ::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}} *''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref> :''Il toc-toc.'' ::{{spiegazione|La tachicardia.}} *'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref> :''Lo vado a prendere ad Agnano'' ::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}} *''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/> :''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''. ::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}} *''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref> :''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.'' *'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref> :'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.'' ::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}} *'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref> :''Unghie di impiccati sotto le navi.'' ::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}} *'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :oppure :''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).'' *'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/> :''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).'' ::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}} *'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref> :''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo'' ::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}} *'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Don Titta e il [[cane]]'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref> :''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).'' ::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}} *'''Orecchione.'''<ref name=splinter/> ::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}} ==P== *'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/> :''Per la fabbrica dell'appetito.'' ::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}} *'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/> :''Spicchi, pezzi di frutta.'' ::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref> ::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/> :''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.'' *'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref> :''Palazzo a due uscite.'' *'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref> :''Le "farfalline" davanti agli occhi.'' ::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}} *'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/> :''Pancia da sotto e forellino sopra.'' ::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}} *'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref> ::{{spiegazione|Stupido.}} *'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref> ::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}} *'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref> :''Pari e pace'' ::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}} *'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref> ::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}} *'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> :''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!'' ::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}} *'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref> :''Sembrare il cesto del venditore di taralli.'' ::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}} *'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/> :''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.'' ::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}} *'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref> :''Sembra una bambola.'' ::{{spiegazione|È bellissima.}} *'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}} *'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref> :''[[Parlare]] a spiovere.'' ::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}} *'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref> :''Parla come ti ha fatto tua mamma!'' ::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}} *'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref> :''Parlare con la polpetta in bocca.'' ::{{spiegazione|Parlar bleso.}} *'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref> ::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}} *'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref> :''Parlare in figura.'' ::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}} *'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref> :''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' '' ::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}} *'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref> :''Parlare sciò-sciommo.'' ::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}} *'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/> ::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }} *'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref> :''Pasquale Passaguai.'' ::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}} *'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref> :''Passa la vacca magra.'' ::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}} *'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref> :''Passare quello dei cani.'' ::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}} *'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref> :''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.'' ::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}} *'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.''' ::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}} *'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref> :''Soffrire di unghia incarnita.'' ::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}} *'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.'' ::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}} *'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref> :''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].'' ::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}} *'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref> :''Per una mangiata di fave.'' ::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}} *'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :''Per ventinove e trenta'' ::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}} *'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref> :''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.'' ::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}} *'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref> :''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>'' *'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref> :''Perdere Filippo e il paniere.'' ::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}} *'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref> :''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).'' ::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}} *'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref> :''Piede di broccolo'' ::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}} *'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Peto senza scoppio, senza fragore.'' ::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}} *'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.'' *'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/> ::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}} *'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> :''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.'' ::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> *'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref> :''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)'' *'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}} *'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref> :''Prezzemolo (in) ogni minestra.'' ::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}} *'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/> :''Straccio da pitale.'' ::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}} *'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/> :''La / Una pizzicata.'' ::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}} *'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref> :''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.'' *'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/> :''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].'' ::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}} *'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas /> :''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.'' *'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref> :''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.'' ::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}} *'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/> :''Prendere lino da pettinare.'' ::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}} *'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref> :''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura'' ::{{spiegazione|Prendere una svista.}} *'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref> :''Prendere una quaglia.'' ::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}} *'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref> ::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}} *'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref> ::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}} *'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/> :''Scambiare il pene per il faro del molo.'' ::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}} *'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref> :''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.'' ::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso. *'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref> :''Piglia e porta'' ::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}} *{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref> :''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').'' ::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}} *'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref> :''Orina acqua santa dall'ombelico.'' ::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}} *'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref> :''Parlare fittamente ed in segreto.'' *'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref> :''Dipingere col fiato.'' ::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}} *'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref> :''Dipingere il sole.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}} *'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref> :''Pittore, vai a pittare!'' ::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}} :::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]] *'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/> :''Il pizzica, becca a terra.'' ::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}} *'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> *'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref> ::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}} *'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref> :''Povero Madonna.'' ::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}} *'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref> :''Letteramente: Il presepe che si agita.'' ::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}} *'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/> :''Pietra o Scheggia di fucile'' ::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}} *'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref> :''Pietra infernale: nitrato d'argento.'' *'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref> :''Prima di ora.'' ::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}} *'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref> :''Promette certo e viene meno sicuro.'' ::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}} *'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref> :''Letteralmente: innesto, marza d'oro.'' ::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}} *'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref> :''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.'' ::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}} *'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref> :''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.'' *'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref> :''Portami tua sorella!'' ::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}} *'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!'' ::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}} *'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/> :''Che tu possa avere un aglio dietro!'' ::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}} *'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref> :''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).'' *'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref> :''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.'' ::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}} *'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref> :''Portare la bandiera.'' ::{{spiegazione|Eccellere.}} ==Q== '''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?'' *'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref> :''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.'' ::{{spiegazione|Mai e poi mai.}} *'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref> :''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?'' ::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}} *'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref> :''Quanto è vero che la Madonna esiste.'' ::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}} *{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41].</ref> :''La conchiglia.'' ::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}} *'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref> :''(Cum) quibus, con i quali.'' ::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}} ==R== *'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref> :''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.'' ::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}} *{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref> :''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)'' ::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}} *'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref> :''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).'' *'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref> :''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].'' *'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/> ::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}} *'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]]) :''Il grillo.'' *'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref> :''Rompere le uova in mano (a qualcuno).'' ::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}} *'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref> :''Rompere l'incantesimo, il litigio.'' ::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}} *'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref> :''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref> ::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}} *'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref> :''Il mezzano.'' *'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Rotto per rotto.'' ::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}} ==S== *'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref> :''Compra il male come i medici.'' ::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}} *'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/> :oppure *'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref> :''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.'' ::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}} :oppure *'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}} *'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Si è ingarbugliata la matassa.'' ::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}} *'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref> :''Si è disordinata, stravolta la grammatica.'' ::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}} *'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref> :''Salutami tua sorella.'' ::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}} *'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref> :''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!'' ::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}} *'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref> :''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.'' *'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref> :''San Gennaro, mettici la mano tua!'' *'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref> :''San Gennaro, pensaci tu!'' *'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref> :''San Giuseppe ci ha passato la pialla.'' ::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}} *'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref> ::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}} *'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref> :'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).'' *'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref> ::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}} *'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!''' :''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!'' ::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}} *'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/> :''Santo guappone!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}} *'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref> :''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).'' ::{{spiegazione|È una donna bellissima.}} *'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref> :''San Mangione'' ::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}} *'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref> ::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}} *'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref> :''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref> *'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref> :''Lo "scapricciatello".'' ::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}} *'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref> :''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref> :''Scheggia di pitale.'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref> :''Scheggia nell'occhio.'' ::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref> :''Lo scaldino di Gesù Cristo.'' ::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}} *'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref> :''Riscaldasedie.'' ::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}} *'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/> :''Riscaldatore di fistola.'' ::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}} *'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/> :''Donna gobba'' ::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}} *'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Gobba con la punta (appuntita).'' *'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/> :''Gobba reale.'' ::{{spiegazione|Gobba duplice.}} *'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref> :''Scaldachiodi.'' ::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}} *'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/> :''Scavo di Pompei.'' ::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}} *'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> :''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.'' *'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref> ::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}} *'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref> :''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.'' ::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}} *'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref> :''Albeggiare, farsi giorno.'' *'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''Schiattare in corpo.'' ::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref> ::{{spiegazione|Il becchino.}} *'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref> :''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.'' *'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> :''Sciacquare una mola.'' ::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}} *'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref> :''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.'' ::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}} *'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/> :''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!'' ::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}} *'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref> ::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}} *'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref> :''Donna corpulenta e simpatica.'' *'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref> :''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!'' ::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}} *'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref> :''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)'' *'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref> :''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!'' *'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref> :Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida. *'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref> :''Soffia che vola (vola via, sparisce).'' ::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}} *'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref> ::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}} *'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref> :''Strappa e fuggi.'' ::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}} *'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.'' ::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}} *'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref> :''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.'' *'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref> ::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}} *'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Gli orecchini.'' *'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> :''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> *'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref> ::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}} *'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref> :''La scuola da farsa.'' ::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}} *'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref> :''Bucce d'arancia.'' ::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}} *'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/> :''Schiumare di sangue.'' ::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}} *'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref> :''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].'' ::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}} *'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Annottare, farsi notte.'' *'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref> :''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'') ::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}} *'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/> :''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.'' ::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}} *'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref> :''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.'' ::{{small|Si è creato un malinteso.}} *'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Sono andate in frantumi le piccole brocche.'' ::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}} *'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref> :''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"'' ::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}} *'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}} *'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref> :''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).'' :''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.'' *'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref> :''"Chiudibottega".'' ::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}} *'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref> :''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}} *'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref> :''Sperma''. ::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}} *'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref> ::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}} *'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref> :''Squattrinato.'' *'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref> :''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref> *'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref> :''Sei più fetente di un orecchio del confessore.'' ::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}} *'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref> :''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.'' ::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}} *'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref> ::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}} *'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/> :''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).'' *'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref> :''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire! *'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref> :''Nemmeno se viene la morte lo trova.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}} *'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref> :''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.'' ::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}} *'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/> :''Secchio di nafta!'' ::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}} *'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> :''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].'' ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/> :''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819]. :''Siamo del bottone.'' ::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}} *'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref> ::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}} *'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref> :''Sono uscite le statue di San Gennaro.'' ::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}} *'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).'' ::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}} *'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref> :''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.'' ::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}} *'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/> :''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).'' ::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}} *'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref> :''Sole "in perno".'' ::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}} *'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref> :''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].'' ::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}} *'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref> :''Il topo bagnato nell'olio.'' ::{{spiegazione|Una persona impomatata.}} *'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/> :''Sotto la botta.'' ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref> ::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}} *'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Sparare a crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} *'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.''' :''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].'' ::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}} *'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref> :''Dividersi il sonno.'' ::{{spiegazione|Fare vita comune.}} *'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref> :''Spago incerato.'' ::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}} *'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Desiderare avidamente come un [[cane]].'' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}} *'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref> :''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa). *'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''Sturapipa. Scovolino per pipa.'' ::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}} *'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''"Spogliaimpiccati".'' ::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}} *'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.''' :''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.'' ::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}} *'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> :''Pipistrello, nottola.'' ::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}} *'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref> :''Spostare con la bocca.'' ::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}} *'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref> :''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.'' *'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref> ::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}} *'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> :''Stare in due nello stesso pollaio.'' ::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}} *'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref> :''Stare alleluia!'' ::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}} *'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref> :''È ben imbevuto, intriso.'' ::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}} *'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref> :''Stare col cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}} *'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref> :''Stare come una Pasqua.'' ::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}} *'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/> :''Stare come il diavolo e l'acqua santa.'' ::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}} *'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).'' *'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> :''Stare naso e bocca.'' ::{{spiegazione|Essere molto vicino.}} *'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Essere pulito come il bacile del barbiere''. ::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}} *'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref> :''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''. ::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}} *'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref> :''Sta facendo giorno ad Afragola.'' ::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}} *'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref> :Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.'' ::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}} *'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref> :''Stiamo tutti sotto il cielo.'' ::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}} *'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref> :''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.'' ::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}} *'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}} *'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}} *'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}} *'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref> :''"Straccia-gola-ed-esofago".'' ::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}} *'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref> :''"Trascinafaccende"'' ::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}} *'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref> :''Stringere i panni addosso ad una persona.'' ::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}} *'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref> :''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref> ::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}} *'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref> :''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.'' ::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}} *'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref> ::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}} *'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> :''Letteralmente: trottola isterilita.'' ::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}} *'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref> ::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}} *''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref> :''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!'' ::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}} *'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref> :''Storto o morto.'' ::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}} *'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref> :''Sorbettare.'' ::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}} *'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref> :''Sudare inchiostro'' ::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}} *'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref> :''Suonare il pianoforte.'' ::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}} *'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref> :''Sognarsi il tram elettrico.'' ::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}} *'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref> :''[[debito|Solco]] copre solco.'' ::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}} ==T== *'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref> :''Te la cucini con le uova la trippa.'' ::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}} *'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/> :''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.'' ::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}} *'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>''' :''Devi farti benedire da un prete pederasta.'' ::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}} *'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref> :''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.'' ::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}} *'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.'' *'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref> ::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}} *'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref> :''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?'' ::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}} *'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref> :''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.'' ::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}} *'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref> ::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}} *'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref> :''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>'' ::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}} *'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref> :''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!'' ::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}} *'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref> :''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>) ::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}} *'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref> :''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.'' ::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro. *'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref> :''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref> ::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}} *'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref> :''Ti so pero.'' ::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}} *'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref> :''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].'' ::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}} *'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref> :''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.'' ::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}} *'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Ti vedo e ti piango.'' ::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}} *'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref> :''Ha il cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}} *'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Avere la testa fresca.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}} *'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/> :''Avere la testa solo per separare le orecchie.'' ::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}} *'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref> :''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.'' ::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}} *'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius /> :''Avere le buone maniere del medico.'' ::{{Spiegazione|Non averne affatto.}} *'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/> :''Avere la neve in tasca.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref> :''Ha la pancia incollata ai reni.'' ::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}} *'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref> :''Tenere la pancia al sole.'' ::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}} *'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref> :''Ha la parola soverchia, superflua.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}} *'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref> :''Ha l'[[aringa]] in tasca.'' ::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}} *'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref> :''Ha la carrucola in bocca.'' ::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}} *'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref> :''Avere la zeppola in bocca.'' ::{{spiegazione|Balbettare.}} *'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref> :''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.'' ::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}} *'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref> ::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}} *'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref> :''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.'' *'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/> :''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''. ::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}} *'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref> :''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].'' ::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}} *'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref> :''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !'' ::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}} *'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> ::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}} *'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref> :'' ''Tené mente'': avere mente.'' ::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}} *'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref> :''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco'' ::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}} *'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref> :'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.'' ::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}} *'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/> :''Tenere in fresco.'' ::{{spiegazione|Tenere di riserva.}} *'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref> :''Ha il ladro in corpo.'' ::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}} *'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref> :''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.'' ::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}} *'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref> :''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref> ::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}} *'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref> :''Avere la bocca che gioca con le orecchie.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}} *'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref> :''Avere le rendite sparse al sole.'' ::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}} *'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref> :''Avere in corpo una fame da lupi.'' *'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref> :''Ho una brutta pulce nell'orecchio.'' ::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}} *'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref> :''Tieni in mano.'' ::{{spiegazione|Aspetta.}} *'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> ::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}} *'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref> :''Tienimi che ti tengo.'' ::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}} :oppure ::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}} :::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]]) *'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref> ::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}} *'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref> :''Tirare il carretto.'' :{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}} *'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref> :''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.'' *'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref> :{{spiegazione|Togliti di torno!}} *'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref> :''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.''' ::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}} *'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref> ::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}} *'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/> ::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}} *'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> ::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}} *'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref> :''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref> *'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref> :''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.'' ::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}} *'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref> :''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...'' ::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}} *'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref> :''Trave di sapone.'' ::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}} *'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref> :''Ritardi e venga bene.'' ::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}} *'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref> :''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!'' ::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}} *'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref> ::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}} *'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref> :''Trovare la pezza (toppa) a colori.'' ::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}} *'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref> :''Trovare il vangelo girato.'' ::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}} *'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref> :''Trovare la forma della propria scarpa.'' ::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref> :''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''. *'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref> :''Tu che accoppi, cosa metti insieme?'' ::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}} *'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref> :''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).'' ::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}} *'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref> :''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.'' ::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}} *'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/> :''Tu stai dietro la carrozza.'' ::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}} *'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref> ::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}} *'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref> :''Vedi quanto è bella Parigi!'' ::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}} *'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref> :''Toc toc (tuppettià: bussare).'' *'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/> :"''Tutta una botta.''" ::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}} *'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref> :''Tutto a Gesù e niente a Maria.'' ::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}} ==U== *'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref> :Letteralmente:''Il banco dello scivolo'' ::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo. *'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref> :''Il libro del perché non si è stampato ancora.'' ::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}} *'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter /> :''Il migliore migliore.'' ::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}} *'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref> :''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Oh anima!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}} *'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref> :''Un'anima e coraggio.'' ::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}} *'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref> :''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.'' ::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}} *'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref> :''Uno di tutto.'' ::{{spiegazione|Di tutto un po'.}} *'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref> :''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.'' ::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}} *'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref> ::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}} *'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref> :''[[Occhi]] pieni e mani vuote.'' ::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}} *'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref> :''Occhi secchi.'' ::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}} *'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/> :''Occhio di basilisco.'' ::{{spiegazione|La jettatura.}} *'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Olio "petronico".'' ::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}} *'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Il malleolo.}} *'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/> :''Zitto e mosca!'' ::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}} *'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref> :''Usse prendi!'' ::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}} *'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/> ::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}} ==V== *'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref> :''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.'' ::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}} *'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref> :''Va', chiamaci Alfonso.'' ::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}} *'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref> :''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)'' *'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref> :''Vai un po' a capire, vattelapesca.'' *'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref> :''Va cercando chi lo uccide.'' ::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}} *'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref> :''Va' a fare in bocca!'' ::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}} *'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref> :''Popolana, domestica.'' ::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref> *'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/> :''Vuoto come una zucca.'' *'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref> :''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.'' ::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}} *'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref> :''Vantati sacco mio se non ti scucio.'' ::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}} *'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> :''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> ::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref> :''La Vecchia del [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref> :''La vecchia potente.'' ::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}} *'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref> :''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.'' ::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}} *'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref> :''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.'' ::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}} *'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Veniamo a noi.'' ::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}} *'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref> :''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.'' *'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref> :''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.'' *'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref> :''Vedi, quanto è bella l'estate!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}} *'''Vicallaje.'''<ref name=push /> :''Vedi che lo hai hai.'' ::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}} *'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref> :''Vino a due orecchie.'' ::{{spiegazione|Vino annacquato.}} *'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/> :''Vino a un orecchio.'' ::{{spiegazione|Vino generoso.}} *'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref> :''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.'' ::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}} *'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/> :''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''. ::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}} *'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref> :''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).'' ::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}} *'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref> :''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.'' ::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}} *'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/> :''Volta e gira.'' ::{{spiegazione|Checché si faccia.}} *'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref> :''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.'' ::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}} *'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref> :''Gira i pesci che si bruciano.'' ::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}} *'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref> :''Scaglia la pietra e nasconde la mano.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}} *'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref> :''Spingi spingi.'' ::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}} *'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref> :''Straccio di parola.'' ::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}} *'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref> :''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.'' ::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}} *'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref> :''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.'' ::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}} *'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref> :''Vomitare bullette.'' ::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}} *'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref> :''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.'' ::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}} *'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref> :''Girare la fantasia.'' ::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}} *'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref> :''Volgere a tarantella.'' ::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}} *'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> :''Spingere il chiavistello (di ferro).'' ::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}} *'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref> :''Spingere le mani.'' ::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}} ==Z== *'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref> :''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.'' *'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref> :''L'ugola.'' *'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Una persona di statura molto piccola.'' *'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Ragazza, giovane contegnosa.'' ::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}} *'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).'' *'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref> :''Zitto zitto, in mezzo al mercato.'' ::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}} *'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ratto con gli occhiali.'' ::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}} *'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref> :''Succhiare da due mammelle.'' ::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}} *'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref> :''Succhiatore.'' ::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}} *'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref> :''Zuccherino mio.'' ::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}} *'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref> ::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}} *'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Saltare come un [[grillo]].'' *'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref> ::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}} ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''A Buon 'Ntennitore. 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Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890. *[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7 *Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6 *[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>. *[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789. *Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>. *Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845. *Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002. *Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841. *Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869. *Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873. ==Voci correlate== *[[Indovinelli napoletani]] *[[Napoli]] *[[Proverbi napoletani]] *[[Scioglilingua napoletani]] *[[Voci e gridi di venditori napoletani]] [[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]] [[Categoria:Napoli]] 9wyp56qpie2gf4jnoov62atwo2qwl0s 1221343 1221341 2022-08-07T13:47:57Z Sun-crops 10277 /* M */ wikitext text/x-wiki Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].''' ==A== *''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref> ::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}} *'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref> :''A "voltabraccio."'' ::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}} *'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref> *'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref> :''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.'' *''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/> :''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.'' ::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}} *''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref> :''La carne sotto e i maccheroni sopra.'' ::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}} *''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.'' ::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}} *'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.'' *'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref> :''A cosa serve il parlare?'' ::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref> :''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)'' *''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref> :''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref> ::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}} *''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref> :''Da sopra la mano.'' ::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}} *'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> :''(Da) sopra (da) sopra.'' ::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}} *'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref> :''A cuore a cuore.'' ::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref> *'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref> :''A domani a domani, come la cornacchia.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.'' *''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref> :''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!'' ::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}} *'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref> :''Alla faccia di chi ci vuole male!'' *'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/> :''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.'' ::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}} *''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref> ::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}} *''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref> :''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.'' *''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref> :''La fabbrica dell'appetito.'' ::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}} *'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref> :''La fune è corta ed il pozzo è profondo.'' ::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}} *''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref> :''La gassosa con la pallina.'' ::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}} *''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref> :''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.'' ::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}} *''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref> :''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).'' *'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref> :''Pigramente, svogliatamente'' *''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}} *'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref> :''A lucchetto.'' ::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}} *'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> :''La cattiva nottata e la figlia femmina.'' ::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}} *''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La mamma e figlia.'' ::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}} *''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref> :''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.'' ::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}} *''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref> :''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!'' ::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}} *''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref> :''A manico di secchio.'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}} *'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref> :{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' *'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref> :''A meglio a meglio.'' ::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}} *'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref> ::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}} *'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/> :''Ha messo la lingua nel pulito.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}} *''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref> :''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.'' ::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}} *''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71]. :''La morte sulla noce del collo.'' ::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}} *''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref> :''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.'' ::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}} *''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref> :''La musica giapponese.'' ::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}} *''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref> :''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.'' ::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}} *'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref> :''Letteralmente: a niente a niente.'' ::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}} *'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> :''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}} *'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false] </ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/> :''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.'' :{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}} *''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref> :''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo). *'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref> :''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref> ::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}} *'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :''A pesci graveolenti.'' ::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}} *'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref> ::{{spiegazione|A pié pari.}} *'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref> :''Al primo colpo.'' *'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref> :''A quattro di bastoni.'' ::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}} *'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref> :''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].'' ::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}} *''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref> :''La rete.'' ::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}} *'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref> :''La rete del cuore.'' ::{{spiegazione|Il pericardio.}} *''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La santa croce.'' ::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}} *''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref> :''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).'' ::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}} *''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref> :''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!''' ::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}} *''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref> :''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.'' ::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}} *''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref> :''La Si Loca.'' ::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}} *''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref> :''La signora con quattro quarti di nobiltà,.'' ::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}} *''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref> :''La Signora Giustina.'' ::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}} *''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/> :''La tua stessa mano sta nei Guantai.'' ::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}} *''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref> :''Da sotto per i panconcelli!'' ::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}} *'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref> :''A spaccatrottola.'' ::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}} *'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref> :''A stracci e brandelli.'' *'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref> ::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}} *''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref> :''La Strada Nuova'' ::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}} *''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/> :''La tale e quale.'' ::{{spiegazione|La [[fotografia]].}} *''''A ting-tang.'''<ref name=nose/> :''La bicicletta.'' *''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref> :''L'acquazzone delle ciliegie.'' ::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}} *''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref> :''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.'' ::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}} *'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref> :''Ad [[occhio]] di maiale.'' ::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}} *''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref> :''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.'' ::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}} *'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref> :''A vienitene.'' ::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}} *'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref> :''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.'' *'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref> :'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.'' ::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}} *''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/> :''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.'' ::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}} *'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref> :''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref> ::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}} *{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref> ::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}} *'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref> :''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].'' ::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}} *'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref> :Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera. ::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}} *''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref> :''Accademia delle uova sode (dure).'' ::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}} *'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e ‎Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref> :''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.'' ::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}} *'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref> :''Acchiappa, acciuffa Peppe!'' ::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}} *'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ecce Homo.'' ::{{spiegazione|Pestato a sangue.}} *'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref> :''Ammazzati!'' ::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}} *'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref> :''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.'' ::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}} *'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref> :''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.'' ::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}} *'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref> ::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}} *'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref> :''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»'' ::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}} *'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref> :''Acquietiamo la creatura, il bambino!'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}} *'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref> :''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> ::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> *'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref> :''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?'' ::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}} *'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref> :Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>" *'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?'' ::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}} *'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref> :''Dove vede e dove è cieco.'' ::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}} *'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref> :''Annusare il puzzo della [[miccia]].'' ::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}} *'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref> :''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.'' ::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}} *'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref> :''Unguento per l'ernia.'' ::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}} *'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref> :''Aiutiamo la barca!'' ::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}} *'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref> :''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.'' ::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}} *'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref> :''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.'' *'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref> :''Solleviamo questo canterano!'' ::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}} *''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref> :''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!'' ::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}} *'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref> :''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!'' ::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}} *'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref> :''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref> *'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e ‎Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref> ::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}} *'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.'' *'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref> :''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.'' *'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''All'impiedi all'impiedi.'' ::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}} *'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref> :''In piedi per scommessa.'' ::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}} *'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref> :''Leccasapone.'' ::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}} *'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref> :''Accendersi nell'acqua.'' ::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}} *'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref> :''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)'' ::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}} *'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.''' :Schiaccia e sala, olive di Gaeta! ::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}} *''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref> :''Gamberetti di fiume.'' ::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}} *'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref> :''Misurati la palla!'' ::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}} *'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref> :''Confondere (mischiare) la lana con la seta.'' ::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}} *'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> :''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> ::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}} *'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref> :''Anima di Dio.'' ::{{spiegazione|Il bambino.}} *'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.'' ::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}} *'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}} *'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/> :''Appendersi alle (per le) ragnatele.'' ::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}} *'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/> :''La salita di Piedigrotta.'' ::{{spiegazione|L'ernia.}} *'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref> :''Accendere una pipa.'' ::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}} *'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref> :''Tura, chiudi!'' ::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}} *'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref> :''Tappare, zaffare la bocca.'' ::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}} *'''Appizzà.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.'' *'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref> :'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.'' *'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. '' *'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref> :''Appoggiare l'alabarda.'' ::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}} *'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> :''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> *'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref> :''Albeggiando giorno'' ::{{spiegazione|All'alba.}} *'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref> :''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.'' *'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref> :''Armiamoci e andate!'' *'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref> :''Armato di [[rasoio]].'' ::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}} *'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref> :''Discosto, lontano sia.'' ::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}} *'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/> :''Truffa, frode, raggiro, furto.'' *'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref> :''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.'' ::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}} *'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref> :''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.'' ::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}} *'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref> :''Uscire da sotto.'' ::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}} *'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref> :''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.'' ::{{spiegazione|Andare a lavorare.}} *'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/> ::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}} *'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/> :''Lascia fare alla Madonna.'' ::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}} *'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.'' ::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}} *'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref> :''Prosciugare il mare con la conchiglietta.'' ::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}} *'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/> ::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}} *'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Solaio e cielo.'' ::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}} *'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref> :''Uccello in gabbia.'' ::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}} *'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}} *'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref> :''Avanzare il piede'' ::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}} *'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref> :''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!'' ::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}} *'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Avere un tremito di freddo.'' ::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}} *'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata, che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref> :''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?'' ::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}} *'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref> :''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.'' ::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}} *'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> :''Girare foglio.'' ::{{spiegazione|Cambiare argomento.}} *'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caspita! Accidenti!'' *'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref> :''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].'' ::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}} *'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref> :''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.'' ::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}} ==B== *'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref> :''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.'' *'''{{NDR|'O}} Begriffo.''' :''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>'' ::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}} *'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref> :''All'improvviso.'' *'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref> :''Bel mobile.'' ::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}} *'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].''' :''[[Bene]] mio e cuore mio.'' ::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}} *'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buona mano a fare zeppole.'' ::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}} *'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref> :''Buona stoffa, buono straccio.'' ::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Buona notte al secchio.'' ::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref> :Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.'' ::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}} *'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref> :''Il bosco.'' ::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref> :Un intruglio. *'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref> :''Buono neppure per farsi impiccare.'' ::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}} *'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Sono buono, non però sprovveduto.'' ::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}} *'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Buongiorno Signora'' ::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}} ==C== *'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref> :''Col [[filo a piombo]] e col compasso.'' ::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}} *'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.'' ::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}} *'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref> :''Strano strano.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}} *'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue /> :''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.'' ::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}} *'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref> :''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''. *'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/> :''Caffè di notte e giorno.'' ::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}} *'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/> :''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref> *'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref> :''Cammina piano, passo dopo passo.'' ::{{spiegazione|Non precipitarti.}} *'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref> :''Vivere di nascosto dal Padreterno.'' ::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}} *'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref> :''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").'' ::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}} *'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref> :''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].'' ::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}} *'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/> :''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>'' *'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref> ::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}} *'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref> :''Cantare a fronda di limone.'' ::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}} *'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref> :''"Testa eretta."'' ::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}} *'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref> :''Testa di zio Vincenzo.'' ::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}} *'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref> ::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}} *'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref> :''Teste di pezze.'' ::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}} *'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref> :''Il capitone senza orecchie.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref> :''Capo di settimana.'' ::{{spiegazione|Lunedì.}} *'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caporale, è morto l'elefante.'' ::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}} *'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref> ::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}} *'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref> :''Caricare il porco.'' ::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}} *'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> :''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> ::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}} *'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref> :''Carta bianca.'' ::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}} *'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref> :''L'avaro.'' *'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>) :''Casa a due porte.'' ::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}} *'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> :''Il Casale di Nola.'' ::{{spiegazione|Il fondo schiena.}} *'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Casale saccheggiato.'' ::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}} *'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref> :''Cassetta, scatola da lustrascarpe.'' ::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}} *'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref> ::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}}) *'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref> :''Formaggio cotto con l'olio.'' ::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}} *'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> :''Castagnette per ballare.'' ::{{spiegazione|Le nacchere.}} *'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref> :''Cavaliere, il glande!'' ::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}} *'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref> :''I [[pantaloni]] "a saltafosso".'' ::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}} *'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref> :''Piccolo membro di re.'' ::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}} *'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.'' ::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}} *'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref> :''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.'' ::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}} *'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref> :''Qui nessuno è ingenuo.'' *'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref> :''Qui si ferma l'orologio!'' ::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}} *'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/> :''Qui sotto non ci piove.'' ::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}} *'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref> :''Qui ci sono i ragazzi vostri.'' ::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}} *'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref> :''Più nera della mezzanotte non può venire!'' ::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}} *'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref> ::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}} *'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>' ::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}} *'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.''' :''Gelse ghiacciate, diacce.'' *'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Che anima di tua madre.'' ::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}} *'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Che dieci.'' ::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}} *'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref> ::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}} *'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref> :''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!'' ::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}} *'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Quella che guarda a terra.'' ::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}} *'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref> :''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.'' ::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}} *'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref> :''Chi mi ha accecato.'' ::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}} *'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref> :''Chi viene dopo.'' ::{{spiegazione|I posteri}} *'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/> :''Chi viene dopo se lo piange.'' ::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}} *'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}} *'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref> :''Piangono anche le pietre della strada.'' ::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}} *'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref> :''Cappio da impiccato (appeso).'' ::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}} *'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.'' *'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref> :''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).'' ::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}} *'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/> :''Quello che combina tutti i guai.'' ::{{spiegazione|Il [[pene]].}} *'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref> :''Quello di sopra.'' ::{{spiegazione|[[Dio]].}} *'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref> :''Pieno di vuoto.'' ::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}} *'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref> ::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}} *'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref> :''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.'' *'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref> :''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.'' ::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}} *'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref> :''Questo è il paese di Mastro Raffaele.'' ::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}} *'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref> :''Questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}} *'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref> :''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.'' ::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}} *'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref> :''«Cicchignacco» sulla botte.'' :oppure: :'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''«Cicchignacco» nella bottiglia.'' ::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}} *'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref> :''[[cece|Ceci]] ammollati.'' ::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}} *'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref> :''(Fare) cento misure e un taglio.'' ::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}} *'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref> :''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}} *'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref> :''Asino con il basto addosso.'' ::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}} *'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref> :''Asino di carretta.'' ::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}} *'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref> :''Sussurrare, bisbigliare.'' *'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref> :''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.'' *'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref> :''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.'' ::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}} *'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.'' ::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}} *'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> ::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}} *'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref> :''Come è vera la morte!'' ::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}} *'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?'' ::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}} *'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref> :''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.'' ::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}} *'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref> :''Come Dio comanda.'' ::{{spiegazione|A regola d'arte.}} *'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref> :''A seconda di come suoni, così io ballo.'' ::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}} *'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref> :''Come mi vedi, (così) mi scrivi.'' ::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}} *'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref> :''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!'' ::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}} *'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref> ::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}} *'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref> :''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>. *'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :"''Berretti di pene.''" ::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}} *'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref> :''Berretto alle ginocchia!'' ::{{spiegazione|Giù il cappello!}} *'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.''' :''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.'' *'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref> ::{{spiegazione|Regalo natalizio.}} *'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref> :''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.'' ::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}} *'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref> :''Cresci santo.'' ::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}} *'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref> :''Con le natiche nell'acqua.'' ::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}} *'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref> ::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}} *'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref> :''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.'' ::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}} *'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref> :''Con una mano davanti ed un'altra dietro.'' ::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}} *'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref> :''Con un cappio (fune) alla gola.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}} *'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref> :''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte). *'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref> ::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref> *'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref> :''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].'' ::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}} *'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref> ::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}} *'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref> :''La [[Civetta]] di porto.'' ::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}} *'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref> :''Sederi impeciati.'' ::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}} *'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/> :''Aquilone.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}} *'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/> :''Comarella.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}} *'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Conciare alla maniera cordovana''. ::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}} *'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref> :''Contare i peli del sedere.'' ::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}} *'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref> :''La conserva di pomodoro.'' ::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}} *'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref> :''Piano piano, cautamente, garbatamente.'' *'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}} *'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref> :''Involto di castagne lesse'' ::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}} *'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref> :''Cornuto e bastonato'' ::Il danno e, in più, anche le beffe. *'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref> :''Basso e cattivo.'' ==D== *'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref> :''Don Luigi.'' ::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}} *'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref> :''Da Battro a Tile.'' ::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}} *'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref> :''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.'' ::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}} *'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref> :'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.'' ::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}} *'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Darsi i pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}} *'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref> :''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.'' ::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}} *'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref> :''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].'' ::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}} *'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.'' ::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}} *'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref> :''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.'' ::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}} *'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref> :''Dio.'' ::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}} *'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref> ::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}} *'''Diece.'''<ref name=ten/> :''Dieci.'' ::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}} *'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref> :''Domani il gallo canta mattina.'' ::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}} *'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref> :''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). '' ::{{Spiegazione|In un attimo.}} *'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref> :''Dio lo sa e la Madonna lo vede.'' ::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}} *'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref> :''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.'' ::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}} *'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref> ::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}} *'''Don Frichine.'''<ref name=stain/> ::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}} *'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> :''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}} *'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref> :''Don Salsiccia.'' ::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}} *'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref> :''Don Simone, stampa e compone.'' ::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}} *'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref> :''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).'' ::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}} :::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]]) *'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref> :''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.'' ::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}} *'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/> :''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}} *'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref> :''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).'' ::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla. ==E== *'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref> :''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref> *'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref> :'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.'' ::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}} *'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref> :''È impazzito il padrone.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}} *''''E bane.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia /> *'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref> ::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!'' ::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}} *'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref> :''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.'' *''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref> :''Dicendolo per i cani.'' ::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}} *''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/> :''Le caramelle di vetro.'' ::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}} *''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref> :''I peni che ballano in testa.'' ::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}} *'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref> :''È più la spesa che l'impresa.'' ::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}} *'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref> :''Le comparse dell'Aida.'' ::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}} *'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref> :''È finita a crusca.'' ::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}} *'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref> :È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]]. ::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}} *''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref> :''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.'' ::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}} *'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref> :''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.'' ::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}} *''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/> :''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].'' ::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}} *'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref> :''È l'aria che lo porta.''' ::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}} *'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref> :''È una mola fradicia.'' ::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}} *'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref> :''È una barca rotta.'' ::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}} *'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref> :''È una zarzuela.'' ::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}} *'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref> ::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}} *'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref> :''È un "evacua-scarso".'' ::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}} *''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref> :''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].'' ::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}} *'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/> :''I pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}} *'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref> :''I peti innanzi alla banda.'' ::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}} *'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref> :''I [[rospo|rospi]] nella pancia.'' ::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}} *'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref> :''È rimasto scoperto a rame.'' ::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}} *'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref> :''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''. ::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}} *''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/> :''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).'' ::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}} *''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref> :''I fiori di fichi.'' ::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}} *'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> :''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> *'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref> :''È stato preso con il lardo addosso.'' ::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}} *''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}} *''''E tennose.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.'' *'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref> :''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!'' ::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}} *''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.'' *'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref> :''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''. ::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}} *'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/> :''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].'' ::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}} *'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref> :''È saltata la vacca addosso al bue'' ::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}} *'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref> :''Si sono spenti i lampioncini!'' ::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}} *'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref> :''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.'' ::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}} *'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref> :''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.'' *'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref> :''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.'' ::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}} *'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref> :''Essere corpo di verità''. ::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}} *'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref> :''Essere figlio di una cooperativa di padri.'' *'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref> :''Essere grasso di sughero''. ::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}} *'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref> :''Essere [[medico]] di carrozza.'' ::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}} *'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/> :''Essere una donna superlativamente bella.'' *'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre /> :''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...'' *'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme /> :''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.'' ::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}} *'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref> :''Essere un imboccafave, un mangia-fave.'' ::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}} *'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref> :''Essere il soccorso di Pisa''. ::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}} *'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/> :''Essere tenaglia francese''. ::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}} *'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref> :''Essere serva del re di Francia.'' ::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}} ==F== *'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref> :''Fare la messa elemosinata.'' ::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}} *'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref> :''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.'' ::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}} *'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref> :''Fare la passeggiata del ragù.'' ::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}} *'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref> :''Fare la [[seppia]].'' ::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}} *'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius /> :''Fare la visita del medico.'' ::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}} *'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.''' :''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].'' ::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}} *'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref> :''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).'' ::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}} *'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref> :''Fare l'uccellone.'' ::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}} *'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref> :''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].'' ::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}} *'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref> :''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.'' ::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}} *'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref> :''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> ::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> *'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref> :''Fare di un pelo una trave.'' ::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}} *'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref> :''Far fesso, ingannare lo stomaco.'' ::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}} *'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> ::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}} *'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/> :''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.'' ::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}} *'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref> :''Fare il solaio dietro i reni.'' ::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}} *'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}} *'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref> :''Fare l'arte del sole.'' ::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}} *'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref> ::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.'' *'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref> :''Fa l'arte di Michelaccio.'' ::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}} *'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref> :''Fare mangiare il [[limone]].'' ::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}} *'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref> :''Fare una chiavica, una fogna.'' ::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}} *'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/> :''Fai una cosa "di giorno".'' ::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}} *'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref> :''Fare una croce nera.'' ::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}} *'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref> ::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}} *'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref> :''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.'' *'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref> :''Fare il cece sul mestolo.'' ::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}} *'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Letteralmente: fare il collo lungo'' ::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}} *'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref> :''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}} *'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref> :''Fare pari e dispari.'' ::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}} *'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref> :''Fare il peto sanguigno.'' ::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}} *'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref> :''Fare il millantatore.'' *'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Fare il quattro di maggio.'' ::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}} *'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref> :''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.'' ::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}} *'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.'' ::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}} *'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref> :''Fa lo scemo per non andare alla guerra.'' ::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}} *'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].'' ::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}} *'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/> :''Fare lo speziale.'' ::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}} *'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref> :''Fare il "zeza."'' ::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}} *'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref> :''Fare ora pro me.'' ::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}} *'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref> :''Far passare quello del [[cane]].'' ::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}} *'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref> ::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}} *'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref> :''Far scendere il Paradiso in terra.'' ::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}} *'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref> :''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.'' ::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}} *'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref> :''Fare di tre fichi nove rotoli.'' ::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}} *'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref> :''Acquistare pagando in contanti.'' *'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref> :'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.'' *'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref> :''Fare "cedo bonis".'' ::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}} *'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref> :''Faccia di corno.'' ::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}} *'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Volto magro e sedere da nutrice.'' ::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}} *'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref> :''Faccia gialla!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}} *'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref> :''Faccio testa e muro.'' ::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}} *'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref> :''Stendessi un bucato e uscisse il sole!'' ::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}} *'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref> :''Facciamo confusione.'' ::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}} *'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref> :''Facciamoci la croce!'' ::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}} *'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref> :''Facciamo grandi morsi.'' ::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}} *'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/> :''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.'' ::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}} *'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref> :''Fammi fare lo speziale!'' ::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}} *'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref> ::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}} *'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref> :''Fare la casa spilla spilla.'' ::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}} *'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref> :''Far piangere solai e lavatoi.'' ::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}} *'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref> :''Fare come il cane dell'ortolano.'' ::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref> :''Fare (rendere) fradici i polmoni.'' ::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.'' ::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}} *'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref> :''"Fare la deviazione".'' ::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}} *'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref> ::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}} *'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref> :''Fare quaresima anzitempo.'' ::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}} *'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref> :''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.'' ::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}} *'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/> :''Farsi come topo bagnato dall'olio.'' ::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}} *'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}} *'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref> :''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].'' ::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}} *'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref> :''Farsi immobilizzare come un folle.'' ::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}} *'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/> :''Bell'e fatto.'' *'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref> :''Fetta di pastiera.'' ::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}} *'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref> :''Finisce tutto a tarallucci e vino.'' ::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}} *'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref> :''Sciocchezze, bagattelle da caffè.'' ::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}} *'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/> ::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}} *'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref> :''Figlia di buona cristiana.'' ::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}} *'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref> :''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.'' ::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}} *'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref> :''Figlio di "'ntrocchia."'' ::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}} *'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/> :''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).'' ::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}} *'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> :''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> *'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref> :''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!'' ::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}} *'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref> :''Letteralmente: "Fosse il Dio!"'' ::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}} *'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref> :''Friggendo mangiando.'' ::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}} *'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''Friggere il pesce con l'acqua.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}} *'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref> :''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)'' *'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref> :''Fresco fresco.'' ::{{spiegazione|All'improvviso.}} *'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref> ::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}} *'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref> :''Piccoli frutti degli occhi'' ::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}} *'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref> :''Fune fradicia.'' ::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}} ==G== *'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref> :''Le gallinelle.'' ::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}} *'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref> :''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.'' *'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/> :''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> *'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref> :''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.'' ::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}} *'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}} *'''Ggesù chìste só nnùmmere!''' :''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}} *'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! /> :''Andare di fretta.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}} *'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref> :''"Giovedì bocconcino".'' ::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}} *'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref> :''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.'' ::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}} *'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref> :''[[w:Juke-box|Juke-box]]'' ::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}} *'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}} *'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref> :''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref> *'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref> :''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref> *'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref> ::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}} *'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref> :''Grazie, Orazio!'' ::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}} *'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref> ::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Un guaio di notte.'' ::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}} ==H== *'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref> :''La [[notte]] dovrà pur passare.'' *'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref> :''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.'' ::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti. *'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/> :''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.'' ::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}} *'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref> :''Ha perso l'addobbo e i chiodini.'' ::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}} *'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref> :''Ha buttato l'osso al cane.'' ::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}} *'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref> :'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...'' ::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}} *'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref> :''Hai trovato la forma della tua scarpa.'' ::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.'' *'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref> :''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.'' *'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/> :''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.'' ::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}} *'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref> :''Hai tovato l'America.'' ::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}} ==I== *'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Io dico che piove, ma non che diluvia.'' ::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}} *'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref> :'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).'' ::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}} *'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Andare in febbre.'' ::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}} *''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}} *'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref> :''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).'' ::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}} *'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.'' ::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}} *'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref> :''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.'' ::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}} *'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}} *'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref> :''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).'' ::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref> *'''Illurto.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.'' *''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref> :''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.'' *'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).'' *'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref> :''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.'' *'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Andare o riuscire, risultare in crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} ==J== *'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> ::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}} *'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Andiamo a vedere.'' ::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}} *'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref> ::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}} *'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref> :''Riempirsi la "ciotola".'' ::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}} *'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref> :Letteralmente: ''Andando vagliando.'' ::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}} *'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref> :''Non farti (fatevi) troppe illusioni.'' ::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}} *'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Andare in [[Paradiso]] per errore.'' ::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}} *'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref> :''Cercare Cristo nei lupini.'' ::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}} *'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref> :''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> :''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref> :''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. '' *'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> :''Andarsene a gloria dei cardoni.'' ::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> *'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref> :''Andarsene dondoloni dondoloni.'' ::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}} *'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>''' :''Giornata moscia.'' ::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}} *'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref> :''Giusto giusto, preciso preciso.'' ::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}} ==L== *'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref> ::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}} *'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref> :''L'acqua infradicia le navi a mare.'' ::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}} *'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/> :''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.'' ::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}} *'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La [[carne]] si vende in macelleria.'' ::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}} *'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref> :''Lampi e tuoni.'' ::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}} *'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref> :''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.'' ::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}} *'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref> :''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.'' *'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> :''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> *'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref> :''Togliere l'umido'' ::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}} *'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref> :''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}} *'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/> :''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.'' ::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}} *'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref> :''Togli, to'! Via! Vai via!'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}} *'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Togliersi le grinze dalla pancia.'' ::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}} *'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref> :''Cavarsi il gusto.'' *'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref> :''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!'' ::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}} *'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/> :''Togli (le) mani.'' ::{{spiegazione|Lascia perdere.}} *'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref> :'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.'' ::{{Spiegazione|L'Inferno.}} *'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref> :''Leggero di mano. Di mano leggera.'' ::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}} *'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/> :''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/> *'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref> :''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).'' ::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}} *'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Lindo e ben lustro (dipinto).'' ::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}} *'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref> :''Lisce di scorze.'' ::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}} *'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref> :''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'' *'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref> :''Liscio e vuoto.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}} *'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref> :''L'anima di.'' ::{{spiegazione|Una notevole quantità.}} *'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref> :''Il teatro delle marionette.'' ::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}} *'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref> :''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!'' ::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}} *'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref> :''Il succo del [[botte|tombagno]].'' ::Il [[vino]] ==M== *'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/> :''Mi hai ubriacato di pesche.'' ::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}} *'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref> :''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!'' ::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}} *'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref> :''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?'' ::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}} *'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref> :''Ma fai davvero?'' ::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}} *'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref> :''Maccherone.'' ::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}} *'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref> :''Maccarone, saltami in gola''. ::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}} *'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref> :''Maccherone senza buco.'' ::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}} *'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref> :''Madama Schifa il poco.'' ::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}} *'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> :''La Morte.'' *'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref> :''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!'' ::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}} *'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> :''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> ::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}} *'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref> :''Mangia mangia.'' ::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}} *'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net /> :''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).'' ::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}} *'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref> :''Mangiarsi i maccheroni.'' ::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}} *'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref> ::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}} *'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref> :''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia'' ::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}} *'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref> :''Mai per comando.'' ::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}} *'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref> ::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}} *'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''[[Madonna]] della Salette!'' ::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}} *'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref> :''Madonna del Carmine!'' ::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}} *'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref> :''La Madonna di Montevergine.'' ::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}" *'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref> ::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}} *'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}} *{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref> :''La mangiatoia, la greppia.'' ::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}} *'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref> :''Mandare a comprare il pepe.'' ::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}} *'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref> :''Mandare ai Pellegrini.'' ::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}} *'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/> :''Mandare al paese di Pulcinella.'' ::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}} *'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref> :''Mannaggia la colonna!'' ::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}} *'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref> :''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref> ::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}} *'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref> :''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref> *'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref> :''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!'' ::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}} *'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref> :''Reggere la candela.'' ::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}} *'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''Trattieni il carro lungo la discesa.'' ::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}} :oppure: ::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}} *'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref> :''Straccio di petrolio.'' ::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}} *'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> :''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> ::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> *'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref> :''Povero me, me infelice!'' *'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref> :''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.'' ::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}} *{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref> ::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}} *'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref> :''Mastro Giorgio.'' ::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}} *'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref> :''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.'' ::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}} *'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref> :''[[bugia|Bomba]]!'' ::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}} *'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref> :''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)'' *''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref> :''Parasole di seta.'' ::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}} *''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref> :''Imbroglio, aiutami!'' ::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}} *'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref> :''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.'' ::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}} *'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref> :''Mi dai una voce.'' ::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}} *'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref> :''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.'' ::Da te non me lo sarei mai aspettato. *'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref> :''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].'' ::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}} *'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Mi sembrano (pare) mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}} *'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref> :''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.'' ::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}} *'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref> :''Mi sembra il carro di Picchippò.'' ::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}} *'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref> :''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}} *'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref> :''Mi sembra il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}} *'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/> :''Mi sembrano mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}} *'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref> :''Mi posso schiaffare un aglio dietro.'' ::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}} *'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref> :''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.'' ::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}} *'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref> :''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!'' ::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}} *'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref> :''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.'' *'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref> :''Meglio solo che mal accompagnato.'' *'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref> :''Meloni di acqua.'' ::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}} *'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref> ::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}} *'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref> ::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}} *'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.'' ::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}} *'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref> :''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.'' ::{{spiegazione|Rovinarsi.}} *'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref> :''Sterco di sparviero.'' ::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}} *'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref> :''Mettere la testa a fare bene.'' ::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}} *'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref> :''Mettere la faccia nella fogna.'' ::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}} *'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Mettere cenere su una cosa.'' ::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}} *'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref> :''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.'' ::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}} *'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref> :''Imporre la tassa sui cetrioli.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}} *'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/> ::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}} *'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Mettere un panno che scotta, che arde.'' ::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}} *'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref> :''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.'' ::{{spiegazione|Istigare.}} *'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref> :'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.'' ::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}} *'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref> :''Mettere una persona sopra un porco.'' ::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}} *'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref> :''Mettersi casa e bottega.'' ::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}} *'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref> :''Mettersi una cosa nelle tempie.'' ::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}} *'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref> :''Mettersi "in tredici".'' ::{{spiegazione|Intromettersi.}} *'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref> :''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.'' *'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref> :''Mezza botta.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}} *'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref> ::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}} *'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref> :''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.'' ::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}} *'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> :''Mettici nome penna.'' ::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}} *'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/> :''Mezzo limone.'' ::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}} *'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref> :''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.'' ::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}} *'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref> :''Verso con cui si chiamano i gatti.'' *''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref> :''In mano a.'' ::{{spiegazione|Al tempo di.}} *'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref> :''Mangia, ché del tuo mangi!'' ::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}} *''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref> ::''Al tempo di Pappagone.'' ::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}} *''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref> :''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.'' ::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}} *'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref> :''Rovesciare l'olio.'' ::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}} *'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref> ::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}} *'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref> :''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?'' *'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref> :''In bocca alla porta.'' ::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}} *'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''In bocca, leone!'' ::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}} *'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref> :"''Imboccameneuno''". ::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}} *'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref> :''Imboccare con il cucchiaino.'' ::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}} *'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref> :''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.'' *'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref> :''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...'' ::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}} *'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref> :''Ora ci vuole.'' ::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}} *'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.'' ::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}} *'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà /> :''Ora ti appoggio l'ernia in testa!'' ::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}} *'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.'' ::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}} *'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref> :''Morte lenta.'' *'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref> :''Ippobosca (insetto ematofago)'' ::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}} *'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref> ::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}} *'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref> :''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera. *'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref> :''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.'' ::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}} *'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref> :'' (in) Pelo (in) pelo.'' ::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}} *'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref> ::{{spiegazione|Fortemente assonnato}} *''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/> :''Ingravidare le finestre.''' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}} *'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''In primis et ante omnia.'' ::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}} *'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref> ::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}} *'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref> ::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}} *'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref> ::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}} *'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref> ::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}} *'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/> :''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.'' ::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}} *'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/> :''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}} *'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref> :''Il boccone della creanza.'' ::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}} *'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref> ::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}} *'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Morire con i finimenti addosso.'' ::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}} *'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref> :''Debole nelle giunture.'' ::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}} *'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>''' :''Punta (mozzicone) di cesto.'' ::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}} ==N== *'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref> :''Un ammazzato e un impiccato.'' ::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}} *'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!'' ::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}} *'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref> :''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.'' ::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}} *'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref> :''Un uomo con i [[baffo|baffi]].'' ::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}} *''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref> :''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.'' ::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}} *'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref> :''Una carta di tre.'' ::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}} *'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref> :''Una cloaca, una fogna.'' ::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}} *'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref> :''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}} *'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref> :''Una (lenza) striscia di [[sole]].'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}} *'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref> :''Una mezza botta.'' ::{{spiegazione|Mediocre, così così.}} *'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref> :''Una mezza parola.'' ::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}} *'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref> :''Una redine di cavalli.'' ::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}} *'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref> ::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}} *'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> ::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}} *''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref> ::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}} *''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/> :''C'è roba (fino) al petto del cavallo''. ::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}} *'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref> :''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.'' ::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}} *'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref> :''Calcare (con) la mano.'' ::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}} *'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.'' ::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}} *'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref> :''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.'' ::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}} *''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref> :''Ci capiamo a fischi.'' ::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}} *'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref> :''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!'' ::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}} *'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref> :''Ci vuole un cuore.'' ::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}} *''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref> :''Inchiodare un chiodo.'' ::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}} *'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref> :''Sul colpo.'' ::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}} *'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref> :''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.'' ::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref> *'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/> ::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}} *'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref> ::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}} *'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Ne vuoi che sono cipolle'' ::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}} *'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref> :''La "bambina degli occhi."'' ::{{spiegazione|La pupilla.}} *'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref> :''Neve di fiocco.'' ::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}} *'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref> :''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.'' *'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref> ::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}} *'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref> :''Pelucco.'' ::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}} *''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref> ::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}} *'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref> :''Nobili e non nobili.'' ::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}} *'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref> :''Fiocchi e fettucce, nastri.'' ::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}} *'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref> :'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).'' *'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> :''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].'' *''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref> :''Sfregio, nel gergo della malavita antica.'' *'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}} *''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref> :''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!'' *'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> :''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> *''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref> :''Un cappio di impiccato.'' ::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}} *'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> ::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}} *''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref> :''Un ladro con la scala sulle spalle.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}} *'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref> :''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.'' *'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref> :''Un pezzo di pane.'' ::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}} *''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref> :''Un quadro di lontananza.'' ::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}} *''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref> :''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref> ::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}} *''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref> :''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).'' ::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}} *'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref> ::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}} *'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.'' ::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}} *'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> ::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}} *'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref> :''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.'' ::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}} *'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/> :''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).'' ::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}} *'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.'' ::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}} *'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref> :''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.'' *'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref> :''Non è dolce di sale.'' ::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}} *'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> ::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}} *'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/> ::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}} *'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref> :''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.'' ::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}} *'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref> :''Non leggere il libro di quaranta pagine.'' ::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}} *'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> :''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> *'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref> :''Non sai tenere tre ceci in bocca.'' ::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}} *'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.''' :''Non sapere niente di [[San Biagio]].'' ::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}} *'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref> :''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref> ::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref> :oppure ::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> *'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref> :''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.'' ::{{spiegazione|È povero in canna.}} *'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref> :''Non ho testa.'' ::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}} *'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> :''Rimbambito, stordito, confuso.'' *'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/> :''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> *'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref> :''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.'' *'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref> :''Chiudere gli occhi.'' ::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}} *'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref> :''Chudere il libro.'' ::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}} *'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref> ::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}} *'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Nziria.'''<ref name=outof/> :''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.'' ::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}} *'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/> :''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> *'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref> :''Inzolfare. Insufflare.'' ::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}} ==O== *''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref> :''Il ballo dell'orso.'' ::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}} *''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref> :''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.'' *''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).'' *''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/> :''Il cappotto di legno.'' ::{{spiegazione|La bara.}} *''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref> :''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.'' ::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}} *''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref> :''Il chiacchierone.'' ::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}} *''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref> :''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!'' ::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}} *''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref> ::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}} *''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref> :''Il corpo di Napoli.'' ::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}} *''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref> :''Il due allattante.'' ::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}} *'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref> :''Il racconto dei quattro sordi.'' ::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.) *''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref> :''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref> *''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref> :''Il fungo dell'[[orecchio]].'' ::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}} *''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/> :''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.'' ::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}} *''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref> :''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.'' ::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}} *''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref> :''Il guappo di cartone.'' ::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}} *''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref> :''Il fazzoletto di colore'' ::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}} *''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref> :''Il maestro di festa.'' ::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}} *''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref> :''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.'' ::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}} *''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref> :''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!'' ::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}} *''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/> ::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}} *''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref> :''L'imbratta carte.'' ::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}} *'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002, Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref> ::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}} *'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref> :''Il palazzo è alto e la signora è sorda.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}} *''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/> :''Il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}} *''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Il padre dei bambini.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref> ::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}} *''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref> :''Il prende e porta.'' ::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}} *''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref> :''Il [[peto]] più grande del sedere.'' ::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }} *''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref> :''Il priore di San Martino.'' ::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}} *''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref> :''Il maiale nel mucchio di mele.'' ::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}} *''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref> :''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.'' ::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}} *''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref> :''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.'' ::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}} *''''O quàrto spàrte.''' :''Il quarto spariglia.'' ::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}} *''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref> :''Il diavolo di Mergellina.'' ::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}} *''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Il resto di niente.'' ::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}} *''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref> :''Il becchino.'' *''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref> :''Lo scemo di Miano.'' ::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}} *''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/> :''Il senza piedi.'' ::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}} *''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref> :''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!'' ::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}} *''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}} *''''O tale e quale.'''<ref name=nose/> :''Il tale e quale.'' ::{{spiegazione|Lo specchio.}} *'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref> :''Il totano nella chitarra'' ::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}} *''''O tram a muro.'''<ref name=nose/> :''Il tram a muro.'' ::{{spiegazione|L'ascensore.}} *''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref> :''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].'' ::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}} *''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref> :''Il teatro di donna Peppa.'' ::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}} *''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref> :''Il toc-toc.'' ::{{spiegazione|La tachicardia.}} *'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref> :''Lo vado a prendere ad Agnano'' ::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}} *''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/> :''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''. ::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}} *''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref> :''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.'' *'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref> :'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.'' ::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}} *'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref> :''Unghie di impiccati sotto le navi.'' ::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}} *'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :oppure :''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).'' *'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/> :''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).'' ::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}} *'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref> :''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo'' ::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}} *'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Don Titta e il [[cane]]'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref> :''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).'' ::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}} *'''Orecchione.'''<ref name=splinter/> ::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}} ==P== *'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/> :''Per la fabbrica dell'appetito.'' ::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}} *'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/> :''Spicchi, pezzi di frutta.'' ::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref> ::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/> :''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.'' *'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref> :''Palazzo a due uscite.'' *'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref> :''Le "farfalline" davanti agli occhi.'' ::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}} *'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/> :''Pancia da sotto e forellino sopra.'' ::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}} *'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref> ::{{spiegazione|Stupido.}} *'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref> ::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}} *'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref> :''Pari e pace'' ::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}} *'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref> ::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}} *'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> :''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!'' ::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}} *'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref> :''Sembrare il cesto del venditore di taralli.'' ::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}} *'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/> :''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.'' ::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}} *'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref> :''Sembra una bambola.'' ::{{spiegazione|È bellissima.}} *'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}} *'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref> :''[[Parlare]] a spiovere.'' ::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}} *'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref> :''Parla come ti ha fatto tua mamma!'' ::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}} *'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref> :''Parlare con la polpetta in bocca.'' ::{{spiegazione|Parlar bleso.}} *'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref> ::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}} *'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref> :''Parlare in figura.'' ::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}} *'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref> :''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' '' ::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}} *'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref> :''Parlare sciò-sciommo.'' ::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}} *'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/> ::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }} *'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref> :''Pasquale Passaguai.'' ::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}} *'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref> :''Passa la vacca magra.'' ::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}} *'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref> :''Passare quello dei cani.'' ::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}} *'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref> :''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.'' ::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}} *'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.''' ::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}} *'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref> :''Soffrire di unghia incarnita.'' ::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}} *'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.'' ::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}} *'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref> :''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].'' ::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}} *'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref> :''Per una mangiata di fave.'' ::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}} *'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :''Per ventinove e trenta'' ::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}} *'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref> :''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.'' ::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}} *'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref> :''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>'' *'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref> :''Perdere Filippo e il paniere.'' ::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}} *'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref> :''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).'' ::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}} *'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref> :''Piede di broccolo'' ::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}} *'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Peto senza scoppio, senza fragore.'' ::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}} *'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.'' *'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/> ::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}} *'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> :''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.'' ::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> *'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref> :''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)'' *'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}} *'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref> :''Prezzemolo (in) ogni minestra.'' ::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}} *'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/> :''Straccio da pitale.'' ::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}} *'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/> :''La / Una pizzicata.'' ::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}} *'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref> :''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.'' *'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/> :''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].'' ::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}} *'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas /> :''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.'' *'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref> :''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.'' ::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}} *'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/> :''Prendere lino da pettinare.'' ::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}} *'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref> :''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura'' ::{{spiegazione|Prendere una svista.}} *'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref> :''Prendere una quaglia.'' ::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}} *'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref> ::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}} *'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref> ::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}} *'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/> :''Scambiare il pene per il faro del molo.'' ::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}} *'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref> :''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.'' ::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso. *'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref> :''Piglia e porta'' ::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}} *{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref> :''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').'' ::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}} *'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref> :''Orina acqua santa dall'ombelico.'' ::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}} *'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref> :''Parlare fittamente ed in segreto.'' *'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref> :''Dipingere col fiato.'' ::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}} *'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref> :''Dipingere il sole.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}} *'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref> :''Pittore, vai a pittare!'' ::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}} :::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]] *'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/> :''Il pizzica, becca a terra.'' ::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}} *'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> *'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref> ::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}} *'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref> :''Povero Madonna.'' ::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}} *'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref> :''Letteramente: Il presepe che si agita.'' ::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}} *'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/> :''Pietra o Scheggia di fucile'' ::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}} *'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref> :''Pietra infernale: nitrato d'argento.'' *'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref> :''Prima di ora.'' ::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}} *'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref> :''Promette certo e viene meno sicuro.'' ::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}} *'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref> :''Letteralmente: innesto, marza d'oro.'' ::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}} *'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref> :''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.'' ::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}} *'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref> :''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.'' *'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref> :''Portami tua sorella!'' ::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}} *'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!'' ::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}} *'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/> :''Che tu possa avere un aglio dietro!'' ::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}} *'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref> :''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).'' *'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref> :''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.'' ::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}} *'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref> :''Portare la bandiera.'' ::{{spiegazione|Eccellere.}} ==Q== '''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?'' *'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref> :''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.'' ::{{spiegazione|Mai e poi mai.}} *'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref> :''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?'' ::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}} *'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref> :''Quanto è vero che la Madonna esiste.'' ::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}} *{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41].</ref> :''La conchiglia.'' ::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}} *'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref> :''(Cum) quibus, con i quali.'' ::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}} ==R== *'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref> :''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.'' ::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}} *{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref> :''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)'' ::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}} *'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref> :''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).'' *'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref> :''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].'' *'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/> ::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}} *'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]]) :''Il grillo.'' *'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref> :''Rompere le uova in mano (a qualcuno).'' ::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}} *'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref> :''Rompere l'incantesimo, il litigio.'' ::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}} *'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref> :''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref> ::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}} *'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref> :''Il mezzano.'' *'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Rotto per rotto.'' ::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}} ==S== *'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref> :''Compra il male come i medici.'' ::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}} *'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/> :oppure *'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref> :''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.'' ::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}} :oppure *'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}} *'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Si è ingarbugliata la matassa.'' ::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}} *'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref> :''Si è disordinata, stravolta la grammatica.'' ::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}} *'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref> :''Salutami tua sorella.'' ::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}} *'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref> :''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!'' ::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}} *'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref> :''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.'' *'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref> :''San Gennaro, mettici la mano tua!'' *'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref> :''San Gennaro, pensaci tu!'' *'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref> :''San Giuseppe ci ha passato la pialla.'' ::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}} *'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref> ::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}} *'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref> :'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).'' *'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref> ::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}} *'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!''' :''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!'' ::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}} *'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/> :''Santo guappone!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}} *'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref> :''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).'' ::{{spiegazione|È una donna bellissima.}} *'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref> :''San Mangione'' ::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}} *'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref> ::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}} *'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref> :''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref> *'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref> :''Lo "scapricciatello".'' ::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}} *'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref> :''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref> :''Scheggia di pitale.'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref> :''Scheggia nell'occhio.'' ::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref> :''Lo scaldino di Gesù Cristo.'' ::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}} *'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref> :''Riscaldasedie.'' ::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}} *'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/> :''Riscaldatore di fistola.'' ::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}} *'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/> :''Donna gobba'' ::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}} *'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Gobba con la punta (appuntita).'' *'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/> :''Gobba reale.'' ::{{spiegazione|Gobba duplice.}} *'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref> :''Scaldachiodi.'' ::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}} *'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/> :''Scavo di Pompei.'' ::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}} *'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> :''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.'' *'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref> ::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}} *'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref> :''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.'' ::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}} *'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref> :''Albeggiare, farsi giorno.'' *'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''Schiattare in corpo.'' ::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref> ::{{spiegazione|Il becchino.}} *'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref> :''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.'' *'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> :''Sciacquare una mola.'' ::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}} *'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref> :''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.'' ::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}} *'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/> :''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!'' ::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}} *'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref> ::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}} *'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref> :''Donna corpulenta e simpatica.'' *'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref> :''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!'' ::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}} *'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref> :''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)'' *'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref> :''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!'' *'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref> :Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida. *'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref> :''Soffia che vola (vola via, sparisce).'' ::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}} *'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref> ::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}} *'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref> :''Strappa e fuggi.'' ::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}} *'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.'' ::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}} *'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref> :''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.'' *'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref> ::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}} *'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Gli orecchini.'' *'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> :''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> *'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref> ::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}} *'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref> :''La scuola da farsa.'' ::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}} *'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref> :''Bucce d'arancia.'' ::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}} *'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/> :''Schiumare di sangue.'' ::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}} *'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref> :''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].'' ::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}} *'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Annottare, farsi notte.'' *'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref> :''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'') ::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}} *'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/> :''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.'' ::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}} *'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref> :''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.'' ::{{small|Si è creato un malinteso.}} *'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Sono andate in frantumi le piccole brocche.'' ::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}} *'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref> :''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"'' ::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}} *'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}} *'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref> :''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).'' :''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.'' *'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref> :''"Chiudibottega".'' ::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}} *'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref> :''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}} *'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref> :''Sperma''. ::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}} *'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref> ::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}} *'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref> :''Squattrinato.'' *'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref> :''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref> *'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref> :''Sei più fetente di un orecchio del confessore.'' ::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}} *'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref> :''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.'' ::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}} *'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref> ::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}} *'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/> :''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).'' *'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref> :''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire! *'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref> :''Nemmeno se viene la morte lo trova.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}} *'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref> :''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.'' ::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}} *'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/> :''Secchio di nafta!'' ::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}} *'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> :''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].'' ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/> :''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819]. :''Siamo del bottone.'' ::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}} *'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref> ::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}} *'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref> :''Sono uscite le statue di San Gennaro.'' ::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}} *'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).'' ::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}} *'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref> :''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.'' ::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}} *'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/> :''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).'' ::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}} *'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref> :''Sole "in perno".'' ::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}} *'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref> :''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].'' ::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}} *'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref> :''Il topo bagnato nell'olio.'' ::{{spiegazione|Una persona impomatata.}} *'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/> :''Sotto la botta.'' ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref> ::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}} *'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Sparare a crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} *'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.''' :''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].'' ::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}} *'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref> :''Dividersi il sonno.'' ::{{spiegazione|Fare vita comune.}} *'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref> :''Spago incerato.'' ::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}} *'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Desiderare avidamente come un [[cane]].'' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}} *'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref> :''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa). *'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''Sturapipa. Scovolino per pipa.'' ::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}} *'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''"Spogliaimpiccati".'' ::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}} *'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.''' :''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.'' ::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}} *'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> :''Pipistrello, nottola.'' ::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}} *'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref> :''Spostare con la bocca.'' ::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}} *'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref> :''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.'' *'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref> ::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}} *'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> :''Stare in due nello stesso pollaio.'' ::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}} *'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref> :''Stare alleluia!'' ::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}} *'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref> :''È ben imbevuto, intriso.'' ::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}} *'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref> :''Stare col cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}} *'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref> :''Stare come una Pasqua.'' ::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}} *'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/> :''Stare come il diavolo e l'acqua santa.'' ::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}} *'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).'' *'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> :''Stare naso e bocca.'' ::{{spiegazione|Essere molto vicino.}} *'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Essere pulito come il bacile del barbiere''. ::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}} *'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref> :''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''. ::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}} *'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref> :''Sta facendo giorno ad Afragola.'' ::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}} *'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref> :Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.'' ::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}} *'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref> :''Stiamo tutti sotto il cielo.'' ::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}} *'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref> :''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.'' ::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}} *'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}} *'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}} *'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}} *'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref> :''"Straccia-gola-ed-esofago".'' ::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}} *'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref> :''"Trascinafaccende"'' ::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}} *'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref> :''Stringere i panni addosso ad una persona.'' ::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}} *'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref> :''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref> ::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}} *'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref> :''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.'' ::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}} *'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref> ::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}} *'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> :''Letteralmente: trottola isterilita.'' ::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}} *'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref> ::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}} *''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref> :''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!'' ::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}} *'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref> :''Storto o morto.'' ::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}} *'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref> :''Sorbettare.'' ::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}} *'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref> :''Sudare inchiostro'' ::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}} *'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref> :''Suonare il pianoforte.'' ::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}} *'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref> :''Sognarsi il tram elettrico.'' ::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}} *'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref> :''[[debito|Solco]] copre solco.'' ::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}} ==T== *'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref> :''Te la cucini con le uova la trippa.'' ::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}} *'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/> :''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.'' ::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}} *'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>''' :''Devi farti benedire da un prete pederasta.'' ::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}} *'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref> :''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.'' ::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}} *'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.'' *'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref> ::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}} *'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref> :''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?'' ::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}} *'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref> :''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.'' ::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}} *'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref> ::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}} *'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref> :''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>'' ::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}} *'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref> :''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!'' ::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}} *'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref> :''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>) ::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}} *'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref> :''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.'' ::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro. *'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref> :''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref> ::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}} *'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref> :''Ti so pero.'' ::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}} *'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref> :''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].'' ::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}} *'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref> :''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.'' ::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}} *'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Ti vedo e ti piango.'' ::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}} *'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref> :''Ha il cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}} *'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Avere la testa fresca.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}} *'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/> :''Avere la testa solo per separare le orecchie.'' ::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}} *'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref> :''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.'' ::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}} *'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius /> :''Avere le buone maniere del medico.'' ::{{Spiegazione|Non averne affatto.}} *'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/> :''Avere la neve in tasca.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref> :''Ha la pancia incollata ai reni.'' ::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}} *'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref> :''Tenere la pancia al sole.'' ::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}} *'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref> :''Ha la parola soverchia, superflua.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}} *'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref> :''Ha l'[[aringa]] in tasca.'' ::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}} *'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref> :''Ha la carrucola in bocca.'' ::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}} *'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref> :''Avere la zeppola in bocca.'' ::{{spiegazione|Balbettare.}} *'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref> :''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.'' ::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}} *'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref> ::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}} *'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref> :''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.'' *'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/> :''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''. ::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}} *'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref> :''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].'' ::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}} *'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref> :''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !'' ::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}} *'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> ::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}} *'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref> :'' ''Tené mente'': avere mente.'' ::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}} *'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref> :''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco'' ::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}} *'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref> :'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.'' ::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}} *'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/> :''Tenere in fresco.'' ::{{spiegazione|Tenere di riserva.}} *'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref> :''Ha il ladro in corpo.'' ::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}} *'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref> :''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.'' ::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}} *'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref> :''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref> ::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}} *'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref> :''Avere la bocca che gioca con le orecchie.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}} *'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref> :''Avere le rendite sparse al sole.'' ::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}} *'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref> :''Avere in corpo una fame da lupi.'' *'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref> :''Ho una brutta pulce nell'orecchio.'' ::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}} *'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref> :''Tieni in mano.'' ::{{spiegazione|Aspetta.}} *'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> ::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}} *'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref> :''Tienimi che ti tengo.'' ::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}} :oppure ::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}} :::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]]) *'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref> ::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}} *'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref> :''Tirare il carretto.'' :{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}} *'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref> :''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.'' *'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref> :{{spiegazione|Togliti di torno!}} *'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref> :''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.''' ::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}} *'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref> ::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}} *'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/> ::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}} *'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> ::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}} *'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref> :''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref> *'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref> :''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.'' ::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}} *'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref> :''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...'' ::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}} *'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref> :''Trave di sapone.'' ::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}} *'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref> :''Ritardi e venga bene.'' ::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}} *'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref> :''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!'' ::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}} *'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref> ::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}} *'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref> :''Trovare la pezza (toppa) a colori.'' ::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}} *'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref> :''Trovare il vangelo girato.'' ::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}} *'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref> :''Trovare la forma della propria scarpa.'' ::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref> :''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''. *'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref> :''Tu che accoppi, cosa metti insieme?'' ::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}} *'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref> :''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).'' ::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}} *'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref> :''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.'' ::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}} *'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/> :''Tu stai dietro la carrozza.'' ::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}} *'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref> ::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}} *'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref> :''Vedi quanto è bella Parigi!'' ::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}} *'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref> :''Toc toc (tuppettià: bussare).'' *'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/> :"''Tutta una botta.''" ::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}} *'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref> :''Tutto a Gesù e niente a Maria.'' ::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}} ==U== *'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref> :Letteralmente:''Il banco dello scivolo'' ::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo. *'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref> :''Il libro del perché non si è stampato ancora.'' ::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}} *'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter /> :''Il migliore migliore.'' ::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}} *'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref> :''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Oh anima!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}} *'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref> :''Un'anima e coraggio.'' ::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}} *'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref> :''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.'' ::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}} *'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref> :''Uno di tutto.'' ::{{spiegazione|Di tutto un po'.}} *'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref> :''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.'' ::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}} *'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref> ::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}} *'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref> :''[[Occhi]] pieni e mani vuote.'' ::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}} *'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref> :''Occhi secchi.'' ::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}} *'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/> :''Occhio di basilisco.'' ::{{spiegazione|La jettatura.}} *'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Olio "petronico".'' ::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}} *'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Il malleolo.}} *'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/> :''Zitto e mosca!'' ::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}} *'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref> :''Usse prendi!'' ::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}} *'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/> ::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}} ==V== *'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref> :''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.'' ::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}} *'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref> :''Va', chiamaci Alfonso.'' ::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}} *'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref> :''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)'' *'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref> :''Vai un po' a capire, vattelapesca.'' *'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref> :''Va cercando chi lo uccide.'' ::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}} *'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref> :''Va' a fare in bocca!'' ::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}} *'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref> :''Popolana, domestica.'' ::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref> *'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/> :''Vuoto come una zucca.'' *'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref> :''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.'' ::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}} *'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref> :''Vantati sacco mio se non ti scucio.'' ::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}} *'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> :''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> ::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref> :''La Vecchia del [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref> :''La vecchia potente.'' ::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}} *'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref> :''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.'' ::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}} *'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref> :''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.'' ::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}} *'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Veniamo a noi.'' ::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}} *'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref> :''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.'' *'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref> :''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.'' *'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref> :''Vedi, quanto è bella l'estate!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}} *'''Vicallaje.'''<ref name=push /> :''Vedi che lo hai hai.'' ::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}} *'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref> :''Vino a due orecchie.'' ::{{spiegazione|Vino annacquato.}} *'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/> :''Vino a un orecchio.'' ::{{spiegazione|Vino generoso.}} *'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref> :''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.'' ::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}} *'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/> :''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''. ::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}} *'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref> :''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).'' ::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}} *'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref> :''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.'' ::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}} *'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/> :''Volta e gira.'' ::{{spiegazione|Checché si faccia.}} *'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref> :''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.'' ::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}} *'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref> :''Gira i pesci che si bruciano.'' ::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}} *'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref> :''Scaglia la pietra e nasconde la mano.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}} *'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref> :''Spingi spingi.'' ::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}} *'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref> :''Straccio di parola.'' ::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}} *'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref> :''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.'' ::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}} *'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref> :''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.'' ::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}} *'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref> :''Vomitare bullette.'' ::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}} *'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref> :''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.'' ::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}} *'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref> :''Girare la fantasia.'' ::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}} *'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref> :''Volgere a tarantella.'' ::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}} *'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> :''Spingere il chiavistello (di ferro).'' ::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}} *'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref> :''Spingere le mani.'' ::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}} ==Z== *'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref> :''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.'' *'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref> :''L'ugola.'' *'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Una persona di statura molto piccola.'' *'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Ragazza, giovane contegnosa.'' ::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}} *'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).'' *'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref> :''Zitto zitto, in mezzo al mercato.'' ::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}} *'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ratto con gli occhiali.'' ::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}} *'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref> :''Succhiare da due mammelle.'' ::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}} *'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref> :''Succhiatore.'' ::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}} *'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref> :''Zuccherino mio.'' ::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}} *'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref> ::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}} *'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Saltare come un [[grillo]].'' *'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref> ::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}} ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''A Buon 'Ntennitore. 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ISBN 978-88-6042-710-6 *[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2 *[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910. *[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966. *Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530 *Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] *[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani: {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2 *[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06 *Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0 *Antonio Petito, ''[https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PP5#v=onepage&q&f=false So masto Rafaele e non te ne ncarricà]''', Tipo-litografia e Libreria di L. 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Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890. *[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7 *Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6 *[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>. *[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789. *Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>. *Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. 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ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref> *'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref> :''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.'' *''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/> :''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.'' ::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}} *''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref> :''La carne sotto e i maccheroni sopra.'' ::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}} *''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.'' ::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}} *'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.'' *'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref> :''A cosa serve il parlare?'' ::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref> :''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)'' *''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref> :''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref> ::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}} *''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref> :''Da sopra la mano.'' ::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}} *'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> :''(Da) sopra (da) sopra.'' ::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}} *'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref> :''A cuore a cuore.'' ::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref> *'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref> :''A domani a domani, come la cornacchia.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.'' *''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref> :''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!'' ::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}} *'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref> :''Alla faccia di chi ci vuole male!'' *'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/> :''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.'' ::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}} *''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref> ::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}} *''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref> :''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.'' *''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref> :''La fabbrica dell'appetito.'' ::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}} *'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref> :''La fune è corta ed il pozzo è profondo.'' ::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}} *''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref> :''La gassosa con la pallina.'' ::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}} *''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref> :''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.'' ::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}} *''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref> :''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).'' *'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref> :''Pigramente, svogliatamente'' *''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}} *'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref> :''A lucchetto.'' ::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}} *'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> :''La cattiva nottata e la figlia femmina.'' ::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}} *''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La mamma e figlia.'' ::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}} *''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref> :''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.'' ::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}} *''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref> :''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!'' ::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}} *''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref> :''A manico di secchio.'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}} *'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref> :{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' *'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref> :''A meglio a meglio.'' ::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}} *'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref> ::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}} *'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/> :''Ha messo la lingua nel pulito.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}} *''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref> :''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.'' ::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}} *''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71]. :''La morte sulla noce del collo.'' ::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}} *''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref> :''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.'' ::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}} *''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref> :''La musica giapponese.'' ::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}} *''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref> :''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.'' ::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}} *'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref> :''Letteralmente: a niente a niente.'' ::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}} *'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> :''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}} *'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false] </ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/> :''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.'' :{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}} *''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref> :''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo). *'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref> :''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref> ::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}} *'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :''A pesci graveolenti.'' ::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}} *'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref> ::{{spiegazione|A pié pari.}} *'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref> :''Al primo colpo.'' *'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref> :''A quattro di bastoni.'' ::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}} *'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref> :''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].'' ::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}} *''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref> :''La rete.'' ::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}} *'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref> :''La rete del cuore.'' ::{{spiegazione|Il pericardio.}} *''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La santa croce.'' ::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}} *''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref> :''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).'' ::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}} *''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref> :''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!''' ::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}} *''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref> :''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.'' ::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}} *''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref> :''La Si Loca.'' ::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}} *''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref> :''La signora con quattro quarti di nobiltà,.'' ::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}} *''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref> :''La Signora Giustina.'' ::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}} *''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/> :''La tua stessa mano sta nei Guantai.'' ::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}} *''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref> :''Da sotto per i panconcelli!'' ::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}} *'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref> :''A spaccatrottola.'' ::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}} *'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref> :''A stracci e brandelli.'' *'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref> ::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}} *''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref> :''La Strada Nuova'' ::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}} *''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/> :''La tale e quale.'' ::{{spiegazione|La [[fotografia]].}} *''''A ting-tang.'''<ref name=nose/> :''La bicicletta.'' *''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref> :''L'acquazzone delle ciliegie.'' ::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}} *''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref> :''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.'' ::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}} *'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref> :''Ad [[occhio]] di maiale.'' ::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}} *''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref> :''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.'' ::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}} *'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref> :''A vienitene.'' ::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}} *'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref> :''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.'' *'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref> :'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.'' ::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}} *''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/> :''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.'' ::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}} *'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref> :''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref> ::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}} *{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref> ::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}} *'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref> :''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].'' ::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}} *'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref> :Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera. ::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}} *''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref> :''Accademia delle uova sode (dure).'' ::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}} *'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e ‎Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref> :''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.'' ::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}} *'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref> :''Acchiappa, acciuffa Peppe!'' ::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}} *'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ecce Homo.'' ::{{spiegazione|Pestato a sangue.}} *'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref> :''Ammazzati!'' ::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}} *'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref> :''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.'' ::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}} *'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref> :''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.'' ::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}} *'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref> ::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}} *'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref> :''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»'' ::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}} *'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref> :''Acquietiamo la creatura, il bambino!'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}} *'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref> :''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> ::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> *'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref> :''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?'' ::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}} *'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref> :Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>" *'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?'' ::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}} *'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref> :''Dove vede e dove è cieco.'' ::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}} *'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref> :''Annusare il puzzo della [[miccia]].'' ::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}} *'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref> :''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.'' ::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}} *'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref> :''Unguento per l'ernia.'' ::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}} *'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref> :''Aiutiamo la barca!'' ::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}} *'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref> :''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.'' ::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}} *'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref> :''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.'' *'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref> :''Solleviamo questo canterano!'' ::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}} *''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref> :''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!'' ::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}} *'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref> :''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!'' ::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}} *'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref> :''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref> *'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e ‎Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref> ::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}} *'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.'' *'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref> :''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.'' *'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''All'impiedi all'impiedi.'' ::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}} *'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref> :''In piedi per scommessa.'' ::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}} *'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref> :''Leccasapone.'' ::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}} *'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref> :''Accendersi nell'acqua.'' ::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}} *'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref> :''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)'' ::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}} *'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.''' :Schiaccia e sala, olive di Gaeta! ::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}} *''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref> :''Gamberetti di fiume.'' ::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}} *'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref> :''Misurati la palla!'' ::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}} *'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref> :''Confondere (mischiare) la lana con la seta.'' ::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}} *'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> :''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> ::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}} *'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref> :''Anima di Dio.'' ::{{spiegazione|Il bambino.}} *'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.'' ::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}} *'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}} *'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/> :''Appendersi alle (per le) ragnatele.'' ::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}} *'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/> :''La salita di Piedigrotta.'' ::{{spiegazione|L'ernia.}} *'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref> :''Accendere una pipa.'' ::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}} *'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref> :''Tura, chiudi!'' ::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}} *'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref> :''Tappare, zaffare la bocca.'' ::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}} *'''Appizzà.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.'' *'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref> :'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.'' *'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. '' *'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref> :''Appoggiare l'alabarda.'' ::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}} *'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> :''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> *'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref> :''Albeggiando giorno'' ::{{spiegazione|All'alba.}} *'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref> :''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.'' *'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref> :''Armiamoci e andate!'' *'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref> :''Armato di [[rasoio]].'' ::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}} *'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref> :''Discosto, lontano sia.'' ::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}} *'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/> :''Truffa, frode, raggiro, furto.'' *'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref> :''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.'' ::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}} *'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref> :''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.'' ::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}} *'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref> :''Uscire da sotto.'' ::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}} *'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref> :''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.'' ::{{spiegazione|Andare a lavorare.}} *'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/> ::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}} *'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/> :''Lascia fare alla Madonna.'' ::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}} *'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.'' ::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}} *'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref> :''Prosciugare il mare con la conchiglietta.'' ::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}} *'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/> ::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}} *'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Solaio e cielo.'' ::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}} *'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref> :''Uccello in gabbia.'' ::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}} *'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}} *'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref> :''Avanzare il piede'' ::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}} *'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref> :''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!'' ::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}} *'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Avere un tremito di freddo.'' ::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}} *'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata, che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref> :''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?'' ::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}} *'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref> :''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.'' ::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}} *'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> :''Girare foglio.'' ::{{spiegazione|Cambiare argomento.}} *'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caspita! Accidenti!'' *'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref> :''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].'' ::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}} *'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref> :''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.'' ::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}} ==B== *'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref> :''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.'' *'''{{NDR|'O}} Begriffo.''' :''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>'' ::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}} *'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref> :''All'improvviso.'' *'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref> :''Bel mobile.'' ::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}} *'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].''' :''[[Bene]] mio e cuore mio.'' ::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}} *'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buona mano a fare zeppole.'' ::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}} *'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref> :''Buona stoffa, buono straccio.'' ::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Buona notte al secchio.'' ::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref> :Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.'' ::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}} *'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref> :''Il bosco.'' ::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref> :Un intruglio. *'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref> :''Buono neppure per farsi impiccare.'' ::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}} *'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Sono buono, non però sprovveduto.'' ::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}} *'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Buongiorno Signora'' ::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}} ==C== *'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref> :''Col [[filo a piombo]] e col compasso.'' ::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}} *'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.'' ::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}} *'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref> :''Strano strano.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}} *'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue /> :''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.'' ::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}} *'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref> :''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''. *'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/> :''Caffè di notte e giorno.'' ::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}} *'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/> :''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref> *'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref> :''Cammina piano, passo dopo passo.'' ::{{spiegazione|Non precipitarti.}} *'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref> :''Vivere di nascosto dal Padreterno.'' ::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}} *'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref> :''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").'' ::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}} *'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref> :''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].'' ::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}} *'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/> :''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>'' *'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref> ::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}} *'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref> :''Cantare a fronda di limone.'' ::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}} *'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref> :''"Testa eretta."'' ::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}} *'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref> :''Testa di zio Vincenzo.'' ::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}} *'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref> ::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}} *'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref> :''Teste di pezze.'' ::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}} *'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref> :''Il capitone senza orecchie.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref> :''Capo di settimana.'' ::{{spiegazione|Lunedì.}} *'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caporale, è morto l'elefante.'' ::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}} *'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref> ::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}} *'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref> :''Caricare il porco.'' ::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}} *'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> :''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> ::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}} *'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref> :''Carta bianca.'' ::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}} *'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref> :''L'avaro.'' *'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>) :''Casa a due porte.'' ::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}} *'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> :''Il Casale di Nola.'' ::{{spiegazione|Il fondo schiena.}} *'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Casale saccheggiato.'' ::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}} *'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref> :''Cassetta, scatola da lustrascarpe.'' ::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}} *'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref> ::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}}) *'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref> :''Formaggio cotto con l'olio.'' ::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}} *'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> :''Castagnette per ballare.'' ::{{spiegazione|Le nacchere.}} *'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref> :''Cavaliere, il glande!'' ::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}} *'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref> :''I [[pantaloni]] "a saltafosso".'' ::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}} *'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref> :''Piccolo membro di re.'' ::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}} *'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.'' ::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}} *'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref> :''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.'' ::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}} *'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref> :''Qui nessuno è ingenuo.'' *'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref> :''Qui si ferma l'orologio!'' ::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}} *'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/> :''Qui sotto non ci piove.'' ::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}} *'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref> :''Qui ci sono i ragazzi vostri.'' ::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}} *'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref> :''Più nera della mezzanotte non può venire!'' ::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}} *'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref> ::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}} *'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>' ::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}} *'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.''' :''Gelse ghiacciate, diacce.'' *'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Che anima di tua madre.'' ::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}} *'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Che dieci.'' ::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}} *'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref> ::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}} *'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref> :''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!'' ::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}} *'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Quella che guarda a terra.'' ::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}} *'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref> :''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.'' ::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}} *'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref> :''Chi mi ha accecato.'' ::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}} *'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref> :''Chi viene dopo.'' ::{{spiegazione|I posteri}} *'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/> :''Chi viene dopo se lo piange.'' ::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}} *'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}} *'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref> :''Piangono anche le pietre della strada.'' ::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}} *'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref> :''Cappio da impiccato (appeso).'' ::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}} *'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.'' *'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref> :''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).'' ::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}} *'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/> :''Quello che combina tutti i guai.'' ::{{spiegazione|Il [[pene]].}} *'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref> :''Quello di sopra.'' ::{{spiegazione|[[Dio]].}} *'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref> :''Pieno di vuoto.'' ::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}} *'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref> ::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}} *'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref> :''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.'' *'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref> :''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.'' ::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}} *'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref> :''Questo è il paese di Mastro Raffaele.'' ::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}} *'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref> :''Questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}} *'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref> :''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.'' ::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}} *'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref> :''«Cicchignacco» sulla botte.'' :oppure: :'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''«Cicchignacco» nella bottiglia.'' ::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}} *'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref> :''[[cece|Ceci]] ammollati.'' ::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}} *'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref> :''(Fare) cento misure e un taglio.'' ::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}} *'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref> :''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}} *'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref> :''Asino con il basto addosso.'' ::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}} *'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref> :''Asino di carretta.'' ::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}} *'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref> :''Sussurrare, bisbigliare.'' *'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref> :''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.'' *'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref> :''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.'' ::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}} *'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.'' ::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}} *'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> ::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}} *'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref> :''Come è vera la morte!'' ::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}} *'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?'' ::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}} *'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref> :''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.'' ::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}} *'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref> :''Come Dio comanda.'' ::{{spiegazione|A regola d'arte.}} *'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref> :''A seconda di come suoni, così io ballo.'' ::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}} *'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref> :''Come mi vedi, (così) mi scrivi.'' ::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}} *'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref> :''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!'' ::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}} *'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref> ::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}} *'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref> :''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>. *'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :"''Berretti di pene.''" ::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}} *'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref> :''Berretto alle ginocchia!'' ::{{spiegazione|Giù il cappello!}} *'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.''' :''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.'' *'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref> ::{{spiegazione|Regalo natalizio.}} *'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref> :''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.'' ::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}} *'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref> :''Cresci santo.'' ::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}} *'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref> :''Con le natiche nell'acqua.'' ::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}} *'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref> ::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}} *'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref> :''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.'' ::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}} *'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref> :''Con una mano davanti ed un'altra dietro.'' ::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}} *'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref> :''Con un cappio (fune) alla gola.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}} *'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref> :''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte). *'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref> ::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref> *'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref> :''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].'' ::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}} *'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref> ::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}} *'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref> :''La [[Civetta]] di porto.'' ::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}} *'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref> :''Sederi impeciati.'' ::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}} *'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/> :''Aquilone.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}} *'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/> :''Comarella.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}} *'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Conciare alla maniera cordovana''. ::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}} *'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref> :''Contare i peli del sedere.'' ::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}} *'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref> :''La conserva di pomodoro.'' ::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}} *'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref> :''Piano piano, cautamente, garbatamente.'' *'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}} *'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref> :''Involto di castagne lesse'' ::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}} *'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref> :''Cornuto e bastonato'' ::Il danno e, in più, anche le beffe. *'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref> :''Basso e cattivo.'' ==D== *'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref> :''Don Luigi.'' ::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}} *'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref> :''Da Battro a Tile.'' ::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}} *'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref> :''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.'' ::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}} *'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref> :'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.'' ::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}} *'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Darsi i pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}} *'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref> :''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.'' ::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}} *'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref> :''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].'' ::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}} *'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.'' ::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}} *'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref> :''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.'' ::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}} *'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref> :''Dio.'' ::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}} *'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref> ::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}} *'''Diece.'''<ref name=ten/> :''Dieci.'' ::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}} *'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref> :''Domani il gallo canta mattina.'' ::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}} *'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref> :''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). '' ::{{Spiegazione|In un attimo.}} *'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref> :''Dio lo sa e la Madonna lo vede.'' ::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}} *'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref> :''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.'' ::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}} *'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref> ::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}} *'''Don Frichine.'''<ref name=stain/> ::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}} *'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> :''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}} *'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref> :''Don Salsiccia.'' ::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}} *'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref> :''Don Simone, stampa e compone.'' ::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}} *'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref> :''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).'' ::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}} :::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]]) *'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref> :''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.'' ::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}} *'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/> :''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}} *'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref> :''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).'' ::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla. ==E== *'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref> :''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref> *'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref> :'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.'' ::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}} *'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref> :''È impazzito il padrone.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}} *''''E bane.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia /> *'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref> ::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!'' ::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}} *'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref> :''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.'' *''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref> :''Dicendolo per i cani.'' ::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}} *''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/> :''Le caramelle di vetro.'' ::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}} *''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref> :''I peni che ballano in testa.'' ::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}} *'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref> :''È più la spesa che l'impresa.'' ::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}} *'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref> :''Le comparse dell'Aida.'' ::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}} *'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref> :''È finita a crusca.'' ::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}} *'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref> :È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]]. ::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}} *''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref> :''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.'' ::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}} *'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref> :''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.'' ::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}} *''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/> :''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].'' ::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}} *'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref> :''È l'aria che lo porta.''' ::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}} *'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref> :''È una mola fradicia.'' ::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}} *'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref> :''È una barca rotta.'' ::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}} *'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref> :''È una zarzuela.'' ::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}} *'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref> ::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}} *'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref> :''È un "evacua-scarso".'' ::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}} *''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref> :''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].'' ::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}} *'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/> :''I pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}} *'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref> :''I peti innanzi alla banda.'' ::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}} *'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref> :''I [[rospo|rospi]] nella pancia.'' ::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}} *'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref> :''È rimasto scoperto a rame.'' ::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}} *'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref> :''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''. ::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}} *''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/> :''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).'' ::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}} *''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref> :''I fiori di fichi.'' ::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}} *'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> :''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> *'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref> :''È stato preso con il lardo addosso.'' ::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}} *''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}} *''''E tennose.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.'' *'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref> :''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!'' ::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}} *''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.'' *'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref> :''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''. ::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}} *'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/> :''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].'' ::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}} *'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref> :''È saltata la vacca addosso al bue'' ::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}} *'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref> :''Si sono spenti i lampioncini!'' ::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}} *'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref> :''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.'' ::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}} *'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref> :''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.'' *'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref> :''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.'' ::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}} *'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref> :''Essere corpo di verità''. ::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}} *'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref> :''Essere figlio di una cooperativa di padri.'' *'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref> :''Essere grasso di sughero''. ::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}} *'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref> :''Essere [[medico]] di carrozza.'' ::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}} *'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/> :''Essere una donna superlativamente bella.'' *'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre /> :''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...'' *'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme /> :''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.'' ::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}} *'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref> :''Essere un imboccafave, un mangia-fave.'' ::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}} *'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref> :''Essere il soccorso di Pisa''. ::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}} *'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/> :''Essere tenaglia francese''. ::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}} *'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref> :''Essere serva del re di Francia.'' ::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}} ==F== *'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref> :''Fare la messa elemosinata.'' ::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}} *'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref> :''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.'' ::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}} *'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref> :''Fare la passeggiata del ragù.'' ::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}} *'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref> :''Fare la [[seppia]].'' ::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}} *'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius /> :''Fare la visita del medico.'' ::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}} *'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.''' :''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].'' ::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}} *'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref> :''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).'' ::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}} *'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref> :''Fare l'uccellone.'' ::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}} *'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref> :''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].'' ::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}} *'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref> :''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.'' ::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}} *'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref> :''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> ::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> *'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref> :''Fare di un pelo una trave.'' ::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}} *'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref> :''Far fesso, ingannare lo stomaco.'' ::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}} *'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> ::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}} *'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/> :''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.'' ::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}} *'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref> :''Fare il solaio dietro i reni.'' ::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}} *'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}} *'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref> :''Fare l'arte del sole.'' ::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}} *'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref> ::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.'' *'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref> :''Fa l'arte di Michelaccio.'' ::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}} *'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref> :''Fare mangiare il [[limone]].'' ::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}} *'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref> :''Fare una chiavica, una fogna.'' ::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}} *'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/> :''Fai una cosa "di giorno".'' ::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}} *'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref> :''Fare una croce nera.'' ::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}} *'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref> ::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}} *'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref> :''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.'' *'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref> :''Fare il cece sul mestolo.'' ::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}} *'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Letteralmente: fare il collo lungo'' ::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}} *'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref> :''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}} *'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref> :''Fare pari e dispari.'' ::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}} *'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref> :''Fare il peto sanguigno.'' ::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}} *'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref> :''Fare il millantatore.'' *'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Fare il quattro di maggio.'' ::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}} *'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref> :''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.'' ::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}} *'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.'' ::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}} *'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref> :''Fa lo scemo per non andare alla guerra.'' ::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}} *'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].'' ::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}} *'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/> :''Fare lo speziale.'' ::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}} *'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref> :''Fare il "zeza."'' ::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}} *'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref> :''Fare ora pro me.'' ::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}} *'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref> :''Far passare quello del [[cane]].'' ::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}} *'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref> ::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}} *'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref> :''Far scendere il Paradiso in terra.'' ::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}} *'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref> :''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.'' ::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}} *'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref> :''Fare di tre fichi nove rotoli.'' ::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}} *'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref> :''Acquistare pagando in contanti.'' *'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref> :'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.'' *'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref> :''Fare "cedo bonis".'' ::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}} *'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref> :''Faccia di corno.'' ::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}} *'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Volto magro e sedere da nutrice.'' ::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}} *'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref> :''Faccia gialla!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}} *'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref> :''Faccio testa e muro.'' ::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}} *'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref> :''Stendessi un bucato e uscisse il sole!'' ::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}} *'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref> :''Facciamo confusione.'' ::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}} *'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref> :''Facciamoci la croce!'' ::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}} *'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref> :''Facciamo grandi morsi.'' ::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}} *'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/> :''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.'' ::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}} *'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref> :''Fammi fare lo speziale!'' ::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}} *'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref> ::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}} *'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref> :''Fare la casa spilla spilla.'' ::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}} *'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref> :''Far piangere solai e lavatoi.'' ::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}} *'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref> :''Fare come il cane dell'ortolano.'' ::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref> :''Fare (rendere) fradici i polmoni.'' ::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.'' ::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}} *'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref> :''"Fare la deviazione".'' ::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}} *'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref> ::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}} *'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref> :''Fare quaresima anzitempo.'' ::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}} *'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref> :''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.'' ::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}} *'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/> :''Farsi come topo bagnato dall'olio.'' ::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}} *'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}} *'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref> :''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].'' ::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}} *'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref> :''Farsi immobilizzare come un folle.'' ::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}} *'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/> :''Bell'e fatto.'' *'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref> :''Fetta di pastiera.'' ::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}} *'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref> :''Finisce tutto a tarallucci e vino.'' ::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}} *'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref> :''Sciocchezze, bagattelle da caffè.'' ::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}} *'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/> ::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}} *'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref> :''Figlia di buona cristiana.'' ::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}} *'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref> :''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.'' ::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}} *'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref> :''Figlio di "'ntrocchia."'' ::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}} *'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/> :''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).'' ::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}} *'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> :''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> *'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref> :''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!'' ::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}} *'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref> :''Letteralmente: "Fosse il Dio!"'' ::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}} *'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref> :''Friggendo mangiando.'' ::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}} *'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''Friggere il pesce con l'acqua.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}} *'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref> :''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)'' *'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref> :''Fresco fresco.'' ::{{spiegazione|All'improvviso.}} *'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref> ::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}} *'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref> :''Piccoli frutti degli occhi'' ::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}} *'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref> :''Fune fradicia.'' ::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}} ==G== *'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref> :''Le gallinelle.'' ::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}} *'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref> :''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.'' *'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/> :''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> *'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref> :''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.'' ::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}} *'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}} *'''Ggesù chìste só nnùmmere!''' :''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}} *'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! /> :''Andare di fretta.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}} *'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref> :''"Giovedì bocconcino".'' ::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}} *'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref> :''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.'' ::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}} *'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref> :''[[w:Juke-box|Juke-box]]'' ::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}} *'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}} *'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref> :''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref> *'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref> :''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref> *'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref> ::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}} *'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref> :''Grazie, Orazio!'' ::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}} *'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref> ::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Un guaio di notte.'' ::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}} ==H== *'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref> :''La [[notte]] dovrà pur passare.'' *'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref> :''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.'' ::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti. *'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/> :''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.'' ::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}} *'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref> :''Ha perso l'addobbo e i chiodini.'' ::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}} *'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref> :''Ha buttato l'osso al cane.'' ::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}} *'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref> :'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...'' ::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}} *'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref> :''Hai trovato la forma della tua scarpa.'' ::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.'' *'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref> :''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.'' *'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/> :''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.'' ::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}} *'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref> :''Hai tovato l'America.'' ::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}} ==I== *'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Io dico che piove, ma non che diluvia.'' ::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}} *'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref> :'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).'' ::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}} *'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Andare in febbre.'' ::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}} *''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}} *'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref> :''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).'' ::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}} *'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.'' ::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}} *'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref> :''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.'' ::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}} *'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}} *'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref> :''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).'' ::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref> *'''Illurto.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.'' *''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref> :''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.'' *'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).'' *'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref> :''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.'' *'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Andare o riuscire, risultare in crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} ==J== *'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> ::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}} *'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Andiamo a vedere.'' ::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}} *'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref> ::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}} *'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref> :''Riempirsi la "ciotola".'' ::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}} *'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref> :Letteralmente: ''Andando vagliando.'' ::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}} *'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref> :''Non farti (fatevi) troppe illusioni.'' ::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}} *'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Andare in [[Paradiso]] per errore.'' ::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}} *'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref> :''Cercare Cristo nei lupini.'' ::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}} *'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref> :''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> :''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref> :''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. '' *'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> :''Andarsene a gloria dei cardoni.'' ::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> *'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref> :''Andarsene dondoloni dondoloni.'' ::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}} *'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>''' :''Giornata moscia.'' ::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}} *'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref> :''Giusto giusto, preciso preciso.'' ::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}} ==L== *'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref> ::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}} *'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref> :''L'acqua infradicia le navi a mare.'' ::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}} *'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/> :''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.'' ::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}} *'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La [[carne]] si vende in macelleria.'' ::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}} *'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref> :''Lampi e tuoni.'' ::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}} *'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref> :''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.'' ::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}} *'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref> :''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.'' *'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> :''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> *'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref> :''Togliere l'umido'' ::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}} *'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref> :''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}} *'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/> :''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.'' ::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}} *'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref> :''Togli, to'! Via! Vai via!'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}} *'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Togliersi le grinze dalla pancia.'' ::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}} *'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref> :''Cavarsi il gusto.'' *'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref> :''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!'' ::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}} *'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/> :''Togli (le) mani.'' ::{{spiegazione|Lascia perdere.}} *'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref> :'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.'' ::{{Spiegazione|L'Inferno.}} *'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref> :''Leggero di mano. Di mano leggera.'' ::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}} *'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/> :''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/> *'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref> :''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).'' ::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}} *'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Lindo e ben lustro (dipinto).'' ::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}} *'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref> :''Lisce di scorze.'' ::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}} *'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref> :''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'' *'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref> :''Liscio e vuoto.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}} *'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref> :''L'anima di.'' ::{{spiegazione|Una notevole quantità.}} *'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref> :''Il teatro delle marionette.'' ::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}} *'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref> :''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!'' ::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}} *'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref> :''Il succo del [[botte|tombagno]].'' ::Il [[vino]] ==M== *'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/> :''Mi hai ubriacato di pesche.'' ::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}} *'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref> :''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!'' ::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}} *'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref> :''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?'' ::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}} *'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref> :''Ma fai davvero?'' ::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}} *'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref> :''Maccherone.'' ::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}} *'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref> :''Maccarone, saltami in gola''. ::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}} *'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref> :''Maccherone senza buco.'' ::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}} *'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref> :''Madama Schifa il poco.'' ::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}} *'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> :''La Morte.'' *'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref> :''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!'' ::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}} *'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> :''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> ::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}} *'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref> :''Mangia mangia.'' ::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}} *'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net /> :''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).'' ::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}} *'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref> :''Mangiarsi i maccheroni.'' ::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}} *'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref> ::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}} *'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref> :''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia'' ::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}} *'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref> :''Mai per comando.'' ::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}} *'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref> ::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}} *'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''[[Madonna]] della Salette!'' ::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}} *'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref> :''Madonna del Carmine!'' ::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}} *'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref> :''La Madonna di Montevergine.'' ::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}" *'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref> ::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}} *'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}} *{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref> :''La mangiatoia, la greppia.'' ::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}} *'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref> :''Mandare a comprare il pepe.'' ::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}} *'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref> :''Mandare ai Pellegrini.'' ::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}} *'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/> :''Mandare al paese di Pulcinella.'' ::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}} *'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref> :''Mannaggia la colonna!'' ::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}} *'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref> :''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref> ::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}} *'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref> :''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref> *'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref> :''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!'' ::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}} *'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref> :''Reggere la candela.'' ::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}} *'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''Trattieni il carro lungo la discesa.'' ::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}} :oppure: ::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}} *'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref> :''Straccio di petrolio.'' ::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}} *'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> :''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> ::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> *'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref> :''Povero me, me infelice!'' *'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref> :''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.'' ::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}} *{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref> ::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}} *'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref> :''Mastro Giorgio.'' ::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}} *'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref> :''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.'' ::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}} *'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref> :''[[bugia|Bomba]]!'' ::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}} *'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref> :''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)'' *''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref> :''Parasole di seta.'' ::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}} *''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref> :''Imbroglio, aiutami!'' ::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}} *'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref> :''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.'' ::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}} *'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref> :''Mi dai una voce.'' ::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}} *'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref> :''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.'' ::Da te non me lo sarei mai aspettato. *'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref> :''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].'' ::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}} *'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Mi sembrano (pare) mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}} *'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref> :''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.'' ::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}} *'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref> :''Mi sembra il carro di Picchippò.'' ::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}} *'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref> :''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}} *'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref> :''Mi sembra il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}} *'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/> :''Mi sembrano mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}} *'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref> :''Mi posso schiaffare un aglio dietro.'' ::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}} *'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref> :''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.'' ::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}} *'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref> :''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!'' ::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}} *'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref> :''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.'' *'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref> :''Meglio solo che mal accompagnato.'' *'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref> :''Meloni di acqua.'' ::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}} *'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref> ::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}} *'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref> ::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}} *'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.'' ::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}} *'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref> :''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.'' ::{{spiegazione|Rovinarsi.}} *'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref> :''Sterco di sparviero.'' ::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}} *'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref> :''Mettere la testa a fare bene.'' ::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}} *'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref> :''Mettere la faccia nella fogna.'' ::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}} *'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Mettere cenere su una cosa.'' ::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}} *'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref> :''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.'' ::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}} *'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref> :''Imporre la tassa sui cetrioli.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}} *'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/> ::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}} *'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Mettere un panno che scotta, che arde.'' ::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}} *'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref> :''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.'' ::{{spiegazione|Istigare.}} *'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref> :'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.'' ::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}} *'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref> :''Mettere una persona sopra un porco.'' ::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}} *'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref> :''Mettersi casa e bottega.'' ::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}} *'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref> :''Mettersi una cosa nelle tempie.'' ::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}} *'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref> :''Mettersi "in tredici".'' ::{{spiegazione|Intromettersi.}} *'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref> :''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.'' *'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref> :''Mezza botta.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}} *'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref> ::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}} *'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref> :''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.'' ::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}} *'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> :''Mettici nome penna.'' ::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}} *'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/> :''Mezzo limone.'' ::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}} *'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref> :''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.'' ::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}} *'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref> :''Verso con cui si chiamano i gatti.'' *''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref> :''In mano a.'' ::{{spiegazione|Al tempo di.}} *'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref> :''Mangia, ché del tuo mangi!'' ::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}} *''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref> ::''Al tempo di Pappagone.'' ::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}} *''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref> :''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.'' ::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}} *'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref> :''Rovesciare l'olio.'' ::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}} *'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref> ::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}} *'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref> :''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?'' *'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref> :''In bocca alla porta.'' ::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}} *'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''In bocca, leone!'' ::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}} *'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref> :"''Imboccameneuno''". ::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}} *'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref> :''Imboccare con il cucchiaino.'' ::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}} *'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref> :''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.'' *'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref> :''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...'' ::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}} *'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref> :''Ora ci vuole.'' ::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}} *'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.'' ::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}} *'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà /> :''Ora ti appoggio l'ernia in testa!'' ::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}} *'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.'' ::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}} *'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref> :''Morte lenta.'' *'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref> :''Ippobosca (insetto ematofago)'' ::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}} *'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref> ::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}} *'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref> :''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera. *'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref> :''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.'' ::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}} *'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref> :'' (in) Pelo (in) pelo.'' ::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}} *'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref> ::{{spiegazione|Fortemente assonnato}} *''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/> :''Ingravidare le finestre.''' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}} *'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''In primis et ante omnia.'' ::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}} *'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref> ::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}} *'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref> ::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}} *'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref> ::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}} *'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref> ::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}} *'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/> :''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.'' ::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}} *'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/> :''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}} *'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref> :''Il boccone della creanza.'' ::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}} *'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref> ::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}} *'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Morire con i finimenti addosso.'' ::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}} *'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref> :''Debole nelle giunture.'' ::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}} *'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>''' :''Punta (mozzicone) di cesto.'' ::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}} ==N== *'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref> :''Un ammazzato e un impiccato.'' ::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}} *'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!'' ::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}} *'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref> :''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.'' ::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}} *'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref> :''Un uomo con i [[baffo|baffi]].'' ::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}} *''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref> :''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.'' ::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}} *'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref> :''Una carta di tre.'' ::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}} *'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref> :''Una cloaca, una fogna.'' ::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}} *'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref> :''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}} *'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref> :''Una (lenza) striscia di [[sole]].'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}} *'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref> :''Una mezza botta.'' ::{{spiegazione|Mediocre, così così.}} *'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref> :''Una mezza parola.'' ::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}} *'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref> :''Una redine di cavalli.'' ::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}} *'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref> ::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}} *'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> ::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}} *''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref> ::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}} *''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/> :''C'è roba (fino) al petto del cavallo''. ::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}} *'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref> :''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.'' ::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}} *'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref> :''Calcare (con) la mano.'' ::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}} *'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.'' ::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}} *'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref> :''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.'' ::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}} *''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref> :''Ci capiamo a fischi.'' ::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}} *'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref> :''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!'' ::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}} *'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref> :''Ci vuole un cuore.'' ::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}} *''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref> :''Inchiodare un chiodo.'' ::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}} *'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref> :''Sul colpo.'' ::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}} *'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref> :''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.'' ::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref> *'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/> ::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}} *'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref> ::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}} *'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Ne vuoi che sono cipolle'' ::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}} *'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref> :''La "bambina degli occhi."'' ::{{spiegazione|La pupilla.}} *'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref> :''Neve di fiocco.'' ::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}} *'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref> :''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.'' *'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref> ::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}} *'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref> :''Pelucco.'' ::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}} *''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref> ::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}} *'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref> :''Nobili e non nobili.'' ::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}} *'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref> :''Fiocchi e fettucce, nastri.'' ::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}} *'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref> :'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).'' *'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> :''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].'' *''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref> :''Sfregio, nel gergo della malavita antica.'' *'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}} *''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref> :''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!'' *'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> :''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> *''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref> :''Un cappio di impiccato.'' ::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}} *'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> ::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}} *''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref> :''Un ladro con la scala sulle spalle.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}} *'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref> :''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.'' *'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref> :''Un pezzo di pane.'' ::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}} *''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref> :''Un quadro di lontananza.'' ::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}} *''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref> :''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref> ::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}} *''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref> :''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).'' ::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}} *'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref> ::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}} *'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.'' ::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}} *'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> ::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}} *'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref> :''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.'' ::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}} *'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/> :''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).'' ::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}} *'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.'' ::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}} *'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref> :''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.'' *'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref> :''Non è dolce di sale.'' ::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}} *'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> ::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}} *'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/> ::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}} *'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref> :''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.'' ::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}} *'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref> :''Non leggere il libro di quaranta pagine.'' ::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}} *'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> :''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> *'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref> :''Non sai tenere tre ceci in bocca.'' ::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}} *'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.''' :''Non sapere niente di [[San Biagio]].'' ::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}} *'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref> :''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref> ::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref> :oppure ::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> *'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref> :''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.'' ::{{spiegazione|È povero in canna.}} *'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref> :''Non ho testa.'' ::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}} *'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> :''Rimbambito, stordito, confuso.'' *'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/> :''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> *'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref> :''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.'' *'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref> :''Chiudere gli occhi.'' ::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}} *'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref> :''Chudere il libro.'' ::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}} *'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref> ::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}} *'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Nziria.'''<ref name=outof/> :''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.'' ::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}} *'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/> :''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> *'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref> :''Inzolfare. Insufflare.'' ::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}} ==O== *''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref> :''Il ballo dell'orso.'' ::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}} *''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref> :''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.'' *''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).'' *''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/> :''Il cappotto di legno.'' ::{{spiegazione|La bara.}} *''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref> :''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.'' ::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}} *''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref> :''Il chiacchierone.'' ::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}} *''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref> :''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!'' ::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}} *''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref> ::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}} *''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref> :''Il corpo di Napoli.'' ::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}} *''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref> :''Il due allattante.'' ::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}} *'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref> :''Il racconto dei quattro sordi.'' ::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.) *''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref> :''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref> *''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref> :''Il fungo dell'[[orecchio]].'' ::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}} *''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/> :''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.'' ::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}} *''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref> :''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.'' ::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}} *''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref> :''Il guappo di cartone.'' ::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}} *''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref> :''Il fazzoletto di colore'' ::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}} *''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref> :''Il maestro di festa.'' ::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}} *''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref> :''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.'' ::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}} *''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref> :''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!'' ::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}} *''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/> ::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}} *''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref> :''L'imbratta carte.'' ::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}} *'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002, Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref> ::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}} *'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref> :''Il palazzo è alto e la signora è sorda.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}} *''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/> :''Il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}} *''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Il padre dei bambini.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref> ::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}} *''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref> :''Il prende e porta.'' ::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}} *''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref> :''Il [[peto]] più grande del sedere.'' ::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }} *''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref> :''Il priore di San Martino.'' ::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}} *''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref> :''Il maiale nel mucchio di mele.'' ::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}} *''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref> :''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.'' ::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}} *''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref> :''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.'' ::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}} *''''O quàrto spàrte.''' :''Il quarto spariglia.'' ::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}} *''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref> :''Il diavolo di Mergellina.'' ::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}} *''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Il resto di niente.'' ::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}} *''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref> :''Il becchino.'' *''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref> :''Lo scemo di Miano.'' ::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}} *''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/> :''Il senza piedi.'' ::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}} *''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref> :''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!'' ::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}} *''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}} *''''O tale e quale.'''<ref name=nose/> :''Il tale e quale.'' ::{{spiegazione|Lo specchio.}} *'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref> :''Il totano nella chitarra'' ::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}} *''''O tram a muro.'''<ref name=nose/> :''Il tram a muro.'' ::{{spiegazione|L'ascensore.}} *''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref> :''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].'' ::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}} *''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref> :''Il teatro di donna Peppa.'' ::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}} *''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref> :''Il toc-toc.'' ::{{spiegazione|La tachicardia.}} *'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref> :''Lo vado a prendere ad Agnano'' ::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}} *''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/> :''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''. ::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}} *''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref> :''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.'' *'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref> :'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.'' ::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}} *'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref> :''Unghie di impiccati sotto le navi.'' ::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}} *'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :oppure :''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).'' *'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/> :''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).'' ::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}} *'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref> :''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo'' ::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}} *'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Don Titta e il [[cane]]'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref> :''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).'' ::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}} *'''Orecchione.'''<ref name=splinter/> ::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}} ==P== *'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/> :''Per la fabbrica dell'appetito.'' ::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}} *'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/> :''Spicchi, pezzi di frutta.'' ::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref> ::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/> :''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.'' *'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref> :''Palazzo a due uscite.'' *'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref> :''Le "farfalline" davanti agli occhi.'' ::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}} *'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/> :''Pancia da sotto e forellino sopra.'' ::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}} *'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref> ::{{spiegazione|Stupido.}} *'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref> ::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}} *'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref> :''Pari e pace'' ::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}} *'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref> ::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}} *'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> :''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!'' ::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}} *'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref> :''Sembrare il cesto del venditore di taralli.'' ::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}} *'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/> :''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.'' ::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}} *'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref> :''Sembra una bambola.'' ::{{spiegazione|È bellissima.}} *'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}} *'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref> :''[[Parlare]] a spiovere.'' ::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}} *'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref> :''Parla come ti ha fatto tua mamma!'' ::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}} *'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref> :''Parlare con la polpetta in bocca.'' ::{{spiegazione|Parlar bleso.}} *'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref> ::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}} *'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref> :''Parlare in figura.'' ::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}} *'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref> :''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' '' ::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}} *'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref> :''Parlare sciò-sciommo.'' ::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}} *'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/> ::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }} *'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref> :''Pasquale Passaguai.'' ::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}} *'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref> :''Passa la vacca magra.'' ::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}} *'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref> :''Passare quello dei cani.'' ::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}} *'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref> :''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.'' ::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}} *'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.''' ::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}} *'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref> :''Soffrire di unghia incarnita.'' ::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}} *'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.'' ::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}} *'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref> :''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].'' ::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}} *'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref> :''Per una mangiata di fave.'' ::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}} *'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :''Per ventinove e trenta'' ::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}} *'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref> :''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.'' ::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}} *'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref> :''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>'' *'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref> :''Perdere Filippo e il paniere.'' ::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}} *'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref> :''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).'' ::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}} *'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref> :''Piede di broccolo'' ::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}} *'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Peto senza scoppio, senza fragore.'' ::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}} *'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.'' *'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/> ::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}} *'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> :''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.'' ::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> *'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref> :''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)'' *'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}} *'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref> :''Prezzemolo (in) ogni minestra.'' ::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}} *'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/> :''Straccio da pitale.'' ::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}} *'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/> :''La / Una pizzicata.'' ::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}} *'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref> :''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.'' *'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/> :''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].'' ::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}} *'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas /> :''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.'' *'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref> :''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.'' ::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}} *'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/> :''Prendere lino da pettinare.'' ::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}} *'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref> :''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura'' ::{{spiegazione|Prendere una svista.}} *'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref> :''Prendere una quaglia.'' ::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}} *'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref> ::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}} *'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref> ::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}} *'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/> :''Scambiare il pene per il faro del molo.'' ::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}} *'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref> :''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.'' ::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso. *'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref> :''Piglia e porta'' ::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}} *{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref> :''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').'' ::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}} *'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref> :''Orina acqua santa dall'ombelico.'' ::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}} *'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref> :''Parlare fittamente ed in segreto.'' *'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref> :''Dipingere col fiato.'' ::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}} *'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref> :''Dipingere il sole.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}} *'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref> :''Pittore, vai a pittare!'' ::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}} :::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]] *'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/> :''Il pizzica, becca a terra.'' ::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}} *'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> *'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref> ::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}} *'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref> :''Povero Madonna.'' ::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}} *'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref> :''Letteramente: Il presepe che si agita.'' ::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}} *'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/> :''Pietra o Scheggia di fucile'' ::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}} *'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref> :''Pietra infernale: nitrato d'argento.'' *'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref> :''Prima di ora.'' ::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}} *'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref> :''Promette certo e viene meno sicuro.'' ::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}} *'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref> :''Letteralmente: innesto, marza d'oro.'' ::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}} *'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref> :''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.'' ::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}} *'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref> :''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.'' *'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref> :''Portami tua sorella!'' ::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}} *'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!'' ::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}} *'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/> :''Che tu possa avere un aglio dietro!'' ::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}} *'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref> :''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).'' *'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref> :''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.'' ::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}} *'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref> :''Portare la bandiera.'' ::{{spiegazione|Eccellere.}} ==Q== '''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?'' *'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref> :''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.'' ::{{spiegazione|Mai e poi mai.}} *'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref> :''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?'' ::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}} *'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref> :''Quanto è vero che la Madonna esiste.'' ::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}} *{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41].</ref> :''La conchiglia.'' ::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}} *'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref> :''(Cum) quibus, con i quali.'' ::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}} ==R== *'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref> :''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.'' ::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}} *{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref> :''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)'' ::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}} *'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref> :''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).'' *'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref> :''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].'' *'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/> ::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}} *'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]]) :''Il grillo.'' *'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref> :''Rompere le uova in mano (a qualcuno).'' ::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}} *'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref> :''Rompere l'incantesimo, il litigio.'' ::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}} *'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref> :''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref> ::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}} *'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref> :''Il mezzano.'' *'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Rotto per rotto.'' ::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}} ==S== *'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref> :''Compra il male come i medici.'' ::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}} *'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/> :oppure *'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref> :''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.'' ::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}} :oppure *'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}} *'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Si è ingarbugliata la matassa.'' ::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}} *'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref> :''Si è disordinata, stravolta la grammatica.'' ::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}} *'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref> :''Salutami tua sorella.'' ::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}} *'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref> :''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!'' ::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}} *'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref> :''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.'' *'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref> :''San Gennaro, mettici la mano tua!'' *'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref> :''San Gennaro, pensaci tu!'' *'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref> :''San Giuseppe ci ha passato la pialla.'' ::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}} *'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref> ::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}} *'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref> :'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).'' *'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref> ::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}} *'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!''' :''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!'' ::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}} *'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/> :''Santo guappone!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}} *'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref> :''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).'' ::{{spiegazione|È una donna bellissima.}} *'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref> :''San Mangione'' ::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}} *'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref> ::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}} *'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref> :''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref> *'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref> :''Lo "scapricciatello".'' ::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}} *'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref> :''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref> :''Scheggia di pitale.'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref> :''Scheggia nell'occhio.'' ::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref> :''Lo scaldino di Gesù Cristo.'' ::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}} *'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref> :''Riscaldasedie.'' ::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}} *'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/> :''Riscaldatore di fistola.'' ::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}} *'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/> :''Donna gobba'' ::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}} *'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Gobba con la punta (appuntita).'' *'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/> :''Gobba reale.'' ::{{spiegazione|Gobba duplice.}} *'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref> :''Scaldachiodi.'' ::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}} *'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/> :''Scavo di Pompei.'' ::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}} *'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> :''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.'' *'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref> ::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}} *'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref> :''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.'' ::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}} *'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref> :''Albeggiare, farsi giorno.'' *'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''Schiattare in corpo.'' ::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref> ::{{spiegazione|Il becchino.}} *'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref> :''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.'' *'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> :''Sciacquare una mola.'' ::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}} *'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref> :''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.'' ::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}} *'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/> :''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!'' ::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}} *'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref> ::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}} *'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref> :''Donna corpulenta e simpatica.'' *'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref> :''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!'' ::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}} *'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref> :''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)'' *'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref> :''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!'' *'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref> :Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida. *'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref> :''Soffia che vola (vola via, sparisce).'' ::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}} *'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref> ::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}} *'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref> :''Strappa e fuggi.'' ::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}} *'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.'' ::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}} *'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref> :''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.'' *'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref> ::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}} *'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Gli orecchini.'' *'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> :''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> *'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref> ::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}} *'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref> :''La scuola da farsa.'' ::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}} *'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref> :''Bucce d'arancia.'' ::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}} *'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/> :''Schiumare di sangue.'' ::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}} *'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref> :''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].'' ::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}} *'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Annottare, farsi notte.'' *'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref> :''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'') ::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}} *'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/> :''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.'' ::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}} *'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref> :''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.'' ::{{small|Si è creato un malinteso.}} *'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Sono andate in frantumi le piccole brocche.'' ::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}} *'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref> :''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"'' ::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}} *'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}} *'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref> :''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).'' :''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.'' *'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref> :''"Chiudibottega".'' ::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}} *'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref> :''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}} *'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref> :''Sperma''. ::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}} *'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref> ::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}} *'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref> :''Squattrinato.'' *'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref> :''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref> *'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref> :''Sei più fetente di un orecchio del confessore.'' ::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}} *'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref> :''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.'' ::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}} *'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref> ::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}} *'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/> :''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).'' *'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref> :''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire! *'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref> :''Nemmeno se viene la morte lo trova.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}} *'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref> :''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.'' ::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}} *'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/> :''Secchio di nafta!'' ::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}} *'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> :''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].'' ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/> :''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819]. :''Siamo del bottone.'' ::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}} *'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref> ::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}} *'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref> :''Sono uscite le statue di San Gennaro.'' ::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}} *'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).'' ::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}} *'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref> :''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.'' ::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}} *'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/> :''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).'' ::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}} *'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref> :''Sole "in perno".'' ::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}} *'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref> :''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].'' ::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}} *'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref> :''Il topo bagnato nell'olio.'' ::{{spiegazione|Una persona impomatata.}} *'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/> :''Sotto la botta.'' ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref> ::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}} *'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Sparare a crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} *'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.''' :''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].'' ::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}} *'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref> :''Dividersi il sonno.'' ::{{spiegazione|Fare vita comune.}} *'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref> :''Spago incerato.'' ::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}} *'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Desiderare avidamente come un [[cane]].'' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}} *'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref> :''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa). *'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''Sturapipa. Scovolino per pipa.'' ::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}} *'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''"Spogliaimpiccati".'' ::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}} *'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.''' :''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.'' ::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}} *'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> :''Pipistrello, nottola.'' ::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}} *'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref> :''Spostare con la bocca.'' ::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}} *'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref> :''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.'' *'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref> ::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}} *'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> :''Stare in due nello stesso pollaio.'' ::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}} *'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref> :''Stare alleluia!'' ::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}} *'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref> :''È ben imbevuto, intriso.'' ::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}} *'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref> :''Stare col cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}} *'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref> :''Stare come una Pasqua.'' ::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}} *'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/> :''Stare come il diavolo e l'acqua santa.'' ::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}} *'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).'' *'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> :''Stare naso e bocca.'' ::{{spiegazione|Essere molto vicino.}} *'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Essere pulito come il bacile del barbiere''. ::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}} *'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref> :''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''. ::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}} *'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref> :''Sta facendo giorno ad Afragola.'' ::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}} *'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref> :Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.'' ::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}} *'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref> :''Stiamo tutti sotto il cielo.'' ::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}} *'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref> :''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.'' ::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}} *'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}} *'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}} *'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}} *'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref> :''"Straccia-gola-ed-esofago".'' ::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}} *'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref> :''"Trascinafaccende"'' ::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}} *'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref> :''Stringere i panni addosso ad una persona.'' ::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}} *'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref> :''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref> ::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}} *'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref> :''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.'' ::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}} *'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref> ::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}} *'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> :''Letteralmente: trottola isterilita.'' ::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}} *'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref> ::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}} *''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref> :''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!'' ::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}} *'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref> :''Storto o morto.'' ::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}} *'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref> :''Sorbettare.'' ::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}} *'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref> :''Sudare inchiostro'' ::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}} *'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref> :''Suonare il pianoforte.'' ::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}} *'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref> :''Sognarsi il tram elettrico.'' ::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}} *'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref> :''[[debito|Solco]] copre solco.'' ::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}} ==T== *'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref> :''Te la cucini con le uova la trippa.'' ::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}} *'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/> :''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.'' ::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}} *'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>''' :''Devi farti benedire da un prete pederasta.'' ::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}} *'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref> :''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.'' ::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}} *'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.'' *'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref> ::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}} *'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref> :''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?'' ::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}} *'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref> :''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.'' ::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}} *'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref> ::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}} *'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref> :''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>'' ::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}} *'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref> :''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!'' ::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}} *'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref> :''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>) ::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}} *'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref> :''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.'' ::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro. *'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref> :''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref> ::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}} *'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref> :''Ti so pero.'' ::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}} *'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref> :''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].'' ::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}} *'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref> :''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.'' ::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}} *'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Ti vedo e ti piango.'' ::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}} *'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref> :''Ha il cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}} *'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Avere la testa fresca.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}} *'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/> :''Avere la testa solo per separare le orecchie.'' ::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}} *'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref> :''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.'' ::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}} *'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius /> :''Avere le buone maniere del medico.'' ::{{Spiegazione|Non averne affatto.}} *'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/> :''Avere la neve in tasca.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref> :''Ha la pancia incollata ai reni.'' ::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}} *'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref> :''Tenere la pancia al sole.'' ::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}} *'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref> :''Ha la parola soverchia, superflua.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}} *'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref> :''Ha l'[[aringa]] in tasca.'' ::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}} *'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref> :''Ha la carrucola in bocca.'' ::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}} *'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref> :''Avere la zeppola in bocca.'' ::{{spiegazione|Balbettare.}} *'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref> :''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.'' ::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}} *'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref> ::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}} *'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref> :''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.'' *'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/> :''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''. ::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}} *'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref> :''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].'' ::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}} *'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref> :''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !'' ::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}} *'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> ::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}} *'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref> :'' ''Tené mente'': avere mente.'' ::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}} *'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref> :''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco'' ::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}} *'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref> :'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.'' ::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}} *'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/> :''Tenere in fresco.'' ::{{spiegazione|Tenere di riserva.}} *'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref> :''Ha il ladro in corpo.'' ::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}} *'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref> :''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.'' ::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}} *'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref> :''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref> ::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}} *'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref> :''Avere la bocca che gioca con le orecchie.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}} *'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref> :''Avere le rendite sparse al sole.'' ::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}} *'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref> :''Avere in corpo una fame da lupi.'' *'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref> :''Ho una brutta pulce nell'orecchio.'' ::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}} *'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref> :''Tieni in mano.'' ::{{spiegazione|Aspetta.}} *'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> ::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}} *'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref> :''Tienimi che ti tengo.'' ::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}} :oppure ::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}} :::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]]) *'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref> ::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}} *'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref> :''Tirare il carretto.'' :{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}} *'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref> :''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.'' *'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref> :{{spiegazione|Togliti di torno!}} *'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref> :''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.''' ::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}} *'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref> ::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}} *'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/> ::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}} *'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> ::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}} *'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref> :''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref> *'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref> :''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.'' ::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}} *'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref> :''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...'' ::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}} *'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref> :''Trave di sapone.'' ::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}} *'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref> :''Ritardi e venga bene.'' ::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}} *'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref> :''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!'' ::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}} *'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref> ::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}} *'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref> :''Trovare la pezza (toppa) a colori.'' ::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}} *'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref> :''Trovare il vangelo girato.'' ::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}} *'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref> :''Trovare la forma della propria scarpa.'' ::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref> :''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''. *'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref> :''Tu che accoppi, cosa metti insieme?'' ::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}} *'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref> :''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).'' ::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}} *'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref> :''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.'' ::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}} *'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/> :''Tu stai dietro la carrozza.'' ::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}} *'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref> ::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}} *'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref> :''Vedi quanto è bella Parigi!'' ::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}} *'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref> :''Toc toc (tuppettià: bussare).'' *'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/> :"''Tutta una botta.''" ::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}} *'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref> :''Tutto a Gesù e niente a Maria.'' ::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}} ==U== *'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref> :Letteralmente:''Il banco dello scivolo'' ::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo. *'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref> :''Il libro del perché non si è stampato ancora.'' ::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}} *'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter /> :''Il migliore migliore.'' ::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}} *'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref> :''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Oh anima!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}} *'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref> :''Un'anima e coraggio.'' ::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}} *'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref> :''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.'' ::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}} *'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref> :''Uno di tutto.'' ::{{spiegazione|Di tutto un po'.}} *'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref> :''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.'' ::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}} *'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref> ::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}} *'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref> :''[[Occhi]] pieni e mani vuote.'' ::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}} *'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref> :''Occhi secchi.'' ::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}} *'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/> :''Occhio di basilisco.'' ::{{spiegazione|La jettatura.}} *'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Olio "petronico".'' ::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}} *'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Il malleolo.}} *'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/> :''Zitto e mosca!'' ::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}} *'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref> :''Usse prendi!'' ::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}} *'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/> ::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}} ==V== *'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref> :''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.'' ::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}} *'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref> :''Va', chiamaci Alfonso.'' ::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}} *'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref> :''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)'' *'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref> :''Vai un po' a capire, vattelapesca.'' *'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref> :''Va cercando chi lo uccide.'' ::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}} *'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref> :''Va' a fare in bocca!'' ::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}} *'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref> :''Popolana, domestica.'' ::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref> *'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/> :''Vuoto come una zucca.'' *'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref> :''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.'' ::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}} *'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref> :''Vantati sacco mio se non ti scucio.'' ::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}} *'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> :''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> ::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref> :''La Vecchia del [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref> :''La vecchia potente.'' ::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}} *'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref> :''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.'' ::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}} *'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref> :''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.'' ::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}} *'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Veniamo a noi.'' ::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}} *'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref> :''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.'' *'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref> :''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.'' *'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref> :''Vedi, quanto è bella l'estate!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}} *'''Vicallaje.'''<ref name=push /> :''Vedi che lo hai hai.'' ::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}} *'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref> :''Vino a due orecchie.'' ::{{spiegazione|Vino annacquato.}} *'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/> :''Vino a un orecchio.'' ::{{spiegazione|Vino generoso.}} *'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref> :''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.'' ::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}} *'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/> :''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''. ::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}} *'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref> :''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).'' ::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}} *'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref> :''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.'' ::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}} *'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/> :''Volta e gira.'' ::{{spiegazione|Checché si faccia.}} *'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref> :''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.'' ::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}} *'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref> :''Gira i pesci che si bruciano.'' ::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}} *'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref> :''Scaglia la pietra e nasconde la mano.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}} *'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref> :''Spingi spingi.'' ::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}} *'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref> :''Straccio di parola.'' ::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}} *'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref> :''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.'' ::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}} *'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref> :''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.'' ::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}} *'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref> :''Vomitare bullette.'' ::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}} *'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref> :''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.'' ::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}} *'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref> :''Girare la fantasia.'' ::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}} *'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref> :''Volgere a tarantella.'' ::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}} *'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> :''Spingere il chiavistello (di ferro).'' ::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}} *'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref> :''Spingere le mani.'' ::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}} ==Z== *'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref> :''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.'' *'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref> :''L'ugola.'' *'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Una persona di statura molto piccola.'' *'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Ragazza, giovane contegnosa.'' ::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}} *'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref> :''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).'' *'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref> :''Zitto zitto, in mezzo al mercato.'' ::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}} *'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ratto con gli occhiali.'' ::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}} *'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref> :''Succhiare da due mammelle.'' ::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}} *'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref> :''Succhiatore.'' ::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}} *'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref> :''Zuccherino mio.'' ::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}} *'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref> ::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}} *'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Saltare come un [[grillo]].'' *'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref> ::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}} ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''A Buon 'Ntennitore. 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ISBN 978-88-6042-710-6 *[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. 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ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref> *'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref> :''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.'' *''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/> :''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.'' ::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}} *''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref> :''La carne sotto e i maccheroni sopra.'' ::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}} *''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.'' ::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}} *'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.'' *'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref> :''A cosa serve il parlare?'' ::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref> :''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)'' *''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref> :''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref> ::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}} *''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref> :''Da sopra la mano.'' ::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}} *'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> :''(Da) sopra (da) sopra.'' ::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}} *'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref> :''A cuore a cuore.'' ::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref> *'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref> :''A domani a domani, come la cornacchia.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.'' *''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref> :''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!'' ::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}} *'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref> :''Alla faccia di chi ci vuole male!'' *'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/> :''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.'' ::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}} *''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref> ::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}} *''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref> :''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.'' *''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref> :''La fabbrica dell'appetito.'' ::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}} *'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref> :''La fune è corta ed il pozzo è profondo.'' ::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}} *''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref> :''La gassosa con la pallina.'' ::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}} *''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref> :''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.'' ::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}} *''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref> :''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).'' *'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref> :''Pigramente, svogliatamente'' *''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}} *'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref> :''A lucchetto.'' ::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}} *'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> :''La cattiva nottata e la figlia femmina.'' ::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}} *''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La mamma e figlia.'' ::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}} *''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref> :''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.'' ::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}} *''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref> :''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!'' ::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}} *''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref> :''A manico di secchio.'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}} *'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref> :{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' *'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref> :''A meglio a meglio.'' ::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}} *'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref> ::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}} *'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/> :''Ha messo la lingua nel pulito.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}} *''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref> :''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.'' ::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}} *''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71]. :''La morte sulla noce del collo.'' ::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}} *''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref> :''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.'' ::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}} *''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref> :''La musica giapponese.'' ::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}} *''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref> :''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.'' ::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}} *'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref> :''Letteralmente: a niente a niente.'' ::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}} *'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> :''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}} *'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false] </ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/> :''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.'' :{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}} *''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref> :''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo). *'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref> :''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref> ::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}} *'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :''A pesci graveolenti.'' ::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}} *'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref> ::{{spiegazione|A pié pari.}} *'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref> :''Al primo colpo.'' *'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref> :''A quattro di bastoni.'' ::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}} *'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref> :''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].'' ::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}} *''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref> :''La rete.'' ::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}} *'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref> :''La rete del cuore.'' ::{{spiegazione|Il pericardio.}} *''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La santa croce.'' ::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}} *''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref> :''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).'' ::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}} *''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref> :''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!''' ::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}} *''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref> :''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.'' ::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}} *''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref> :''La Si Loca.'' ::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}} *''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref> :''La signora con quattro quarti di nobiltà,.'' ::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}} *''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref> :''La Signora Giustina.'' ::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}} *''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/> :''La tua stessa mano sta nei Guantai.'' ::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}} *''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref> :''Da sotto per i panconcelli!'' ::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}} *'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref> :''A spaccatrottola.'' ::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}} *'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref> :''A stracci e brandelli.'' *'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref> ::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}} *''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref> :''La Strada Nuova'' ::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}} *''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/> :''La tale e quale.'' ::{{spiegazione|La [[fotografia]].}} *''''A ting-tang.'''<ref name=nose/> :''La bicicletta.'' *''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref> :''L'acquazzone delle ciliegie.'' ::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}} *''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref> :''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.'' ::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}} *'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref> :''Ad [[occhio]] di maiale.'' ::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}} *''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref> :''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.'' ::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}} *'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref> :''A vienitene.'' ::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}} *'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref> :''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.'' *'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref> :'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.'' ::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}} *''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/> :''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.'' ::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}} *'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref> :''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref> ::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}} *{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref> ::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}} *'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref> :''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].'' ::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}} *'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref> :Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera. ::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}} *''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref> :''Accademia delle uova sode (dure).'' ::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}} *'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e ‎Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref> :''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.'' ::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}} *'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref> :''Acchiappa, acciuffa Peppe!'' ::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}} *'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ecce Homo.'' ::{{spiegazione|Pestato a sangue.}} *'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref> :''Ammazzati!'' ::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}} *'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref> :''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.'' ::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}} *'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref> :''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.'' ::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}} *'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref> ::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}} *'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref> :''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»'' ::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}} *'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref> :''Acquietiamo la creatura, il bambino!'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}} *'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref> :''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> ::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> *'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref> :''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?'' ::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}} *'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref> :Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>" *'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?'' ::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}} *'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref> :''Dove vede e dove è cieco.'' ::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}} *'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref> :''Annusare il puzzo della [[miccia]].'' ::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}} *'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref> :''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.'' ::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}} *'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref> :''Unguento per l'ernia.'' ::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}} *'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref> :''Aiutiamo la barca!'' ::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}} *'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref> :''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.'' ::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}} *'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref> :''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.'' *'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref> :''Solleviamo questo canterano!'' ::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}} *''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref> :''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!'' ::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}} *'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref> :''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!'' ::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}} *'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref> :''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref> *'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e ‎Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref> ::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}} *'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.'' *'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref> :''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.'' *'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''All'impiedi all'impiedi.'' ::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}} *'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref> :''In piedi per scommessa.'' ::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}} *'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref> :''Leccasapone.'' ::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}} *'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref> :''Accendersi nell'acqua.'' ::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}} *'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref> :''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)'' ::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}} *'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.''' :Schiaccia e sala, olive di Gaeta! ::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}} *''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref> :''Gamberetti di fiume.'' ::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}} *'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref> :''Misurati la palla!'' ::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}} *'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref> :''Confondere (mischiare) la lana con la seta.'' ::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}} *'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> :''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> ::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}} *'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref> :''Anima di Dio.'' ::{{spiegazione|Il bambino.}} *'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.'' ::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}} *'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}} *'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/> :''Appendersi alle (per le) ragnatele.'' ::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}} *'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/> :''La salita di Piedigrotta.'' ::{{spiegazione|L'ernia.}} *'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref> :''Accendere una pipa.'' ::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}} *'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref> :''Tura, chiudi!'' ::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}} *'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref> :''Tappare, zaffare la bocca.'' ::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}} *'''Appizzà.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.'' *'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref> :'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.'' *'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. '' *'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref> :''Appoggiare l'alabarda.'' ::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}} *'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> :''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> *'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref> :''Albeggiando giorno'' ::{{spiegazione|All'alba.}} *'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref> :''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.'' *'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref> :''Armiamoci e andate!'' *'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref> :''Armato di [[rasoio]].'' ::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}} *'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref> :''Discosto, lontano sia.'' ::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}} *'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/> :''Truffa, frode, raggiro, furto.'' *'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref> :''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.'' ::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}} *'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref> :''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.'' ::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}} *'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref> :''Uscire da sotto.'' ::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}} *'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref> :''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.'' ::{{spiegazione|Andare a lavorare.}} *'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/> ::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}} *'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/> :''Lascia fare alla Madonna.'' ::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}} *'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.'' ::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}} *'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref> :''Prosciugare il mare con la conchiglietta.'' ::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}} *'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/> ::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}} *'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Solaio e cielo.'' ::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}} *'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref> :''Uccello in gabbia.'' ::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}} *'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}} *'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref> :''Avanzare il piede'' ::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}} *'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref> :''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!'' ::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}} *'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Avere un tremito di freddo.'' ::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}} *'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata, che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref> :''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?'' ::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}} *'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref> :''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.'' ::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}} *'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> :''Girare foglio.'' ::{{spiegazione|Cambiare argomento.}} *'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caspita! Accidenti!'' *'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref> :''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].'' ::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}} *'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref> :''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.'' ::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}} ==B== *'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref> :''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.'' *'''{{NDR|'O}} Begriffo.''' :''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>'' ::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}} *'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref> :''All'improvviso.'' *'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref> :''Bel mobile.'' ::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}} *'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].''' :''[[Bene]] mio e cuore mio.'' ::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}} *'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buona mano a fare zeppole.'' ::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}} *'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref> :''Buona stoffa, buono straccio.'' ::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Buona notte al secchio.'' ::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref> :Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.'' ::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}} *'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref> :''Il bosco.'' ::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref> :Un intruglio. *'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref> :''Buono neppure per farsi impiccare.'' ::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}} *'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Sono buono, non però sprovveduto.'' ::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}} *'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Buongiorno Signora'' ::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}} ==C== *'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref> :''Col [[filo a piombo]] e col compasso.'' ::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}} *'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.'' ::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}} *'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref> :''Strano strano.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}} *'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue /> :''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.'' ::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}} *'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref> :''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''. *'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/> :''Caffè di notte e giorno.'' ::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}} *'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/> :''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref> *'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref> :''Cammina piano, passo dopo passo.'' ::{{spiegazione|Non precipitarti.}} *'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref> :''Vivere di nascosto dal Padreterno.'' ::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}} *'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref> :''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").'' ::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}} *'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref> :''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].'' ::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}} *'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/> :''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>'' *'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref> ::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}} *'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref> :''Cantare a fronda di limone.'' ::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}} *'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref> :''"Testa eretta."'' ::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}} *'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref> :''Testa di zio Vincenzo.'' ::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}} *'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref> ::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}} *'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref> :''Teste di pezze.'' ::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}} *'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref> :''Il capitone senza orecchie.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref> :''Capo di settimana.'' ::{{spiegazione|Lunedì.}} *'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caporale, è morto l'elefante.'' ::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}} *'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref> ::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}} *'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref> :''Caricare il porco.'' ::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}} *'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> :''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> ::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}} *'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref> :''Carta bianca.'' ::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}} *'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref> :''L'avaro.'' *'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>) :''Casa a due porte.'' ::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}} *'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> :''Il Casale di Nola.'' ::{{spiegazione|Il fondo schiena.}} *'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Casale saccheggiato.'' ::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}} *'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref> :''Cassetta, scatola da lustrascarpe.'' ::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}} *'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref> ::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}}) *'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref> :''Formaggio cotto con l'olio.'' ::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}} *'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> :''Castagnette per ballare.'' ::{{spiegazione|Le nacchere.}} *'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref> :''Cavaliere, il glande!'' ::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}} *'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref> :''I [[pantaloni]] "a saltafosso".'' ::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}} *'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref> :''Piccolo membro di re.'' ::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}} *'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.'' ::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}} *'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref> :''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.'' ::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}} *'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref> :''Qui nessuno è ingenuo.'' *'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref> :''Qui si ferma l'orologio!'' ::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}} *'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/> :''Qui sotto non ci piove.'' ::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}} *'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref> :''Qui ci sono i ragazzi vostri.'' ::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}} *'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref> :''Più nera della mezzanotte non può venire!'' ::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}} *'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref> ::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}} *'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>' ::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}} *'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.''' :''Gelse ghiacciate, diacce.'' *'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Che anima di tua madre.'' ::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}} *'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Che dieci.'' ::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}} *'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref> ::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}} *'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref> :''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!'' ::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}} *'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Quella che guarda a terra.'' ::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}} *'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref> :''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.'' ::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}} *'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref> :''Chi mi ha accecato.'' ::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}} *'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref> :''Chi viene dopo.'' ::{{spiegazione|I posteri}} *'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/> :''Chi viene dopo se lo piange.'' ::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}} *'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}} *'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref> :''Piangono anche le pietre della strada.'' ::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}} *'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref> :''Cappio da impiccato (appeso).'' ::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}} *'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.'' *'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref> :''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).'' ::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}} *'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/> :''Quello che combina tutti i guai.'' ::{{spiegazione|Il [[pene]].}} *'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref> :''Quello di sopra.'' ::{{spiegazione|[[Dio]].}} *'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref> :''Pieno di vuoto.'' ::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}} *'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref> ::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}} *'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref> :''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.'' *'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref> :''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.'' ::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}} *'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref> :''Questo è il paese di Mastro Raffaele.'' ::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}} *'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref> :''Questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}} *'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref> :''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.'' ::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}} *'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref> :''«Cicchignacco» sulla botte.'' :oppure: :'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''«Cicchignacco» nella bottiglia.'' ::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}} *'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref> :''[[cece|Ceci]] ammollati.'' ::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}} *'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref> :''(Fare) cento misure e un taglio.'' ::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}} *'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref> :''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}} *'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref> :''Asino con il basto addosso.'' ::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}} *'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref> :''Asino di carretta.'' ::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}} *'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref> :''Sussurrare, bisbigliare.'' *'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref> :''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.'' *'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref> :''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.'' ::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}} *'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.'' ::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}} *'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> ::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}} *'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref> :''Come è vera la morte!'' ::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}} *'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?'' ::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}} *'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref> :''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.'' ::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}} *'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref> :''Come Dio comanda.'' ::{{spiegazione|A regola d'arte.}} *'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref> :''A seconda di come suoni, così io ballo.'' ::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}} *'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref> :''Come mi vedi, (così) mi scrivi.'' ::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}} *'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref> :''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!'' ::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}} *'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref> ::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}} *'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref> :''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>. *'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :"''Berretti di pene.''" ::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}} *'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref> :''Berretto alle ginocchia!'' ::{{spiegazione|Giù il cappello!}} *'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.''' :''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.'' *'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref> ::{{spiegazione|Regalo natalizio.}} *'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref> :''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.'' ::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}} *'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref> :''Cresci santo.'' ::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}} *'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref> :''Con le natiche nell'acqua.'' ::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}} *'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref> ::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}} *'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref> :''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.'' ::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}} *'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref> :''Con una mano davanti ed un'altra dietro.'' ::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}} *'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref> :''Con un cappio (fune) alla gola.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}} *'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref> :''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte). *'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref> ::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref> *'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref> :''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].'' ::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}} *'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref> ::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}} *'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref> :''La [[Civetta]] di porto.'' ::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}} *'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref> :''Sederi impeciati.'' ::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}} *'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/> :''Aquilone.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}} *'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/> :''Comarella.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}} *'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Conciare alla maniera cordovana''. ::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}} *'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref> :''Contare i peli del sedere.'' ::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}} *'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref> :''La conserva di pomodoro.'' ::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}} *'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref> :''Piano piano, cautamente, garbatamente.'' *'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}} *'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref> :''Involto di castagne lesse'' ::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}} *'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref> :''Cornuto e bastonato'' ::Il danno e, in più, anche le beffe. *'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref> :''Basso e cattivo.'' ==D== *'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref> :''Don Luigi.'' ::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}} *'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref> :''Da Battro a Tile.'' ::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}} *'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref> :''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.'' ::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}} *'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref> :'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.'' ::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}} *'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Darsi i pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}} *'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref> :''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.'' ::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}} *'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref> :''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].'' ::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}} *'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.'' ::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}} *'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref> :''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.'' ::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}} *'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref> :''Dio.'' ::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}} *'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref> ::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}} *'''Diece.'''<ref name=ten/> :''Dieci.'' ::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}} *'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref> :''Domani il gallo canta mattina.'' ::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}} *'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref> :''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). '' ::{{Spiegazione|In un attimo.}} *'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref> :''Dio lo sa e la Madonna lo vede.'' ::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}} *'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref> :''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.'' ::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}} *'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref> ::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}} *'''Don Frichine.'''<ref name=stain/> ::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}} *'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> :''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}} *'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref> :''Don Salsiccia.'' ::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}} *'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref> :''Don Simone, stampa e compone.'' ::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}} *'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref> :''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).'' ::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}} :::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]]) *'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref> :''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.'' ::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}} *'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/> :''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}} *'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref> :''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).'' ::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla. ==E== *'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref> :''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref> *'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref> :'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.'' ::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}} *'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref> :''È impazzito il padrone.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}} *''''E bane.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia /> *'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref> ::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!'' ::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}} *'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref> :''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.'' *''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref> :''Dicendolo per i cani.'' ::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}} *''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/> :''Le caramelle di vetro.'' ::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}} *''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref> :''I peni che ballano in testa.'' ::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}} *'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref> :''È più la spesa che l'impresa.'' ::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}} *'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref> :''Le comparse dell'Aida.'' ::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}} *'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref> :''È finita a crusca.'' ::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}} *'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref> :È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]]. ::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}} *''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref> :''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.'' ::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}} *'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref> :''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.'' ::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}} *''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/> :''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].'' ::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}} *'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref> :''È l'aria che lo porta.''' ::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}} *'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref> :''È una mola fradicia.'' ::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}} *'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref> :''È una barca rotta.'' ::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}} *'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref> :''È una zarzuela.'' ::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}} *'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref> ::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}} *'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref> :''È un "evacua-scarso".'' ::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}} *''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref> :''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].'' ::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}} *'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/> :''I pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}} *'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref> :''I peti innanzi alla banda.'' ::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}} *'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref> :''I [[rospo|rospi]] nella pancia.'' ::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}} *'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref> :''È rimasto scoperto a rame.'' ::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}} *'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref> :''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''. ::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}} *''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/> :''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).'' ::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}} *''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref> :''I fiori di fichi.'' ::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}} *'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> :''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> *'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref> :''È stato preso con il lardo addosso.'' ::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}} *''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}} *''''E tennose.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.'' *'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref> :''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!'' ::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}} *''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.'' *'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref> :''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''. ::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}} *'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/> :''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].'' ::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}} *'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref> :''È saltata la vacca addosso al bue'' ::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}} *'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref> :''Si sono spenti i lampioncini!'' ::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}} *'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref> :''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.'' ::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}} *'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref> :''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.'' *'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref> :''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.'' ::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}} *'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref> :''Essere corpo di verità''. ::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}} *'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref> :''Essere figlio di una cooperativa di padri.'' *'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref> :''Essere grasso di sughero''. ::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}} *'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref> :''Essere [[medico]] di carrozza.'' ::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}} *'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/> :''Essere una donna superlativamente bella.'' *'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre /> :''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...'' *'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme /> :''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.'' ::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}} *'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref> :''Essere un imboccafave, un mangia-fave.'' ::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}} *'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref> :''Essere il soccorso di Pisa''. ::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}} *'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/> :''Essere tenaglia francese''. ::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}} *'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref> :''Essere serva del re di Francia.'' ::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}} ==F== *'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref> :''Fare la messa elemosinata.'' ::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}} *'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref> :''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.'' ::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}} *'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref> :''Fare la passeggiata del ragù.'' ::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}} *'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref> :''Fare la [[seppia]].'' ::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}} *'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius /> :''Fare la visita del medico.'' ::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}} *'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.''' :''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].'' ::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}} *'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref> :''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).'' ::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}} *'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref> :''Fare l'uccellone.'' ::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}} *'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref> :''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].'' ::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}} *'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref> :''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.'' ::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}} *'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref> :''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> ::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> *'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref> :''Fare di un pelo una trave.'' ::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}} *'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref> :''Far fesso, ingannare lo stomaco.'' ::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}} *'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> ::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}} *'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/> :''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.'' ::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}} *'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref> :''Fare il solaio dietro i reni.'' ::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}} *'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}} *'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref> :''Fare l'arte del sole.'' ::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}} *'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref> ::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.'' *'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref> :''Fa l'arte di Michelaccio.'' ::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}} *'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref> :''Fare mangiare il [[limone]].'' ::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}} *'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref> :''Fare una chiavica, una fogna.'' ::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}} *'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/> :''Fai una cosa "di giorno".'' ::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}} *'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref> :''Fare una croce nera.'' ::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}} *'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref> ::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}} *'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref> :''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.'' *'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref> :''Fare il cece sul mestolo.'' ::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}} *'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Letteralmente: fare il collo lungo'' ::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}} *'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref> :''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}} *'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref> :''Fare pari e dispari.'' ::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}} *'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref> :''Fare il peto sanguigno.'' ::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}} *'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref> :''Fare il millantatore.'' *'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Fare il quattro di maggio.'' ::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}} *'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref> :''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.'' ::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}} *'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.'' ::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}} *'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref> :''Fa lo scemo per non andare alla guerra.'' ::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}} *'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].'' ::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}} *'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/> :''Fare lo speziale.'' ::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}} *'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref> :''Fare il "zeza."'' ::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}} *'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref> :''Fare ora pro me.'' ::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}} *'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref> :''Far passare quello del [[cane]].'' ::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}} *'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref> ::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}} *'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref> :''Far scendere il Paradiso in terra.'' ::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}} *'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref> :''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.'' ::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}} *'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref> :''Fare di tre fichi nove rotoli.'' ::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}} *'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref> :''Acquistare pagando in contanti.'' *'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref> :'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.'' *'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref> :''Fare "cedo bonis".'' ::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}} *'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref> :''Faccia di corno.'' ::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}} *'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Volto magro e sedere da nutrice.'' ::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}} *'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref> :''Faccia gialla!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}} *'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref> :''Faccio testa e muro.'' ::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}} *'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref> :''Stendessi un bucato e uscisse il sole!'' ::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}} *'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref> :''Facciamo confusione.'' ::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}} *'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref> :''Facciamoci la croce!'' ::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}} *'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref> :''Facciamo grandi morsi.'' ::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}} *'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/> :''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.'' ::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}} *'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref> :''Fammi fare lo speziale!'' ::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}} *'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref> ::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}} *'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref> :''Fare la casa spilla spilla.'' ::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}} *'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref> :''Far piangere solai e lavatoi.'' ::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}} *'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref> :''Fare come il cane dell'ortolano.'' ::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref> :''Fare (rendere) fradici i polmoni.'' ::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.'' ::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}} *'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref> :''"Fare la deviazione".'' ::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}} *'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref> ::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}} *'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref> :''Fare quaresima anzitempo.'' ::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}} *'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref> :''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.'' ::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}} *'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/> :''Farsi come topo bagnato dall'olio.'' ::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}} *'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}} *'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref> :''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].'' ::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}} *'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref> :''Farsi immobilizzare come un folle.'' ::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}} *'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/> :''Bell'e fatto.'' *'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref> :''Fetta di pastiera.'' ::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}} *'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref> :''Finisce tutto a tarallucci e vino.'' ::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}} *'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref> :''Sciocchezze, bagattelle da caffè.'' ::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}} *'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/> ::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}} *'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref> :''Figlia di buona cristiana.'' ::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}} *'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref> :''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.'' ::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}} *'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref> :''Figlio di "'ntrocchia."'' ::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}} *'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/> :''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).'' ::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}} *'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> :''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> *'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref> :''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!'' ::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}} *'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref> :''Letteralmente: "Fosse il Dio!"'' ::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}} *'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref> :''Friggendo mangiando.'' ::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}} *'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''Friggere il pesce con l'acqua.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}} *'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref> :''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)'' *'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref> :''Fresco fresco.'' ::{{spiegazione|All'improvviso.}} *'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref> ::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}} *'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref> :''Piccoli frutti degli occhi'' ::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}} *'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref> :''Fune fradicia.'' ::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}} ==G== *'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref> :''Le gallinelle.'' ::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}} *'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref> :''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.'' *'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/> :''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> *'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref> :''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.'' ::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}} *'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}} *'''Ggesù chìste só nnùmmere!''' :''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}} *'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! /> :''Andare di fretta.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}} *'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref> :''"Giovedì bocconcino".'' ::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}} *'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref> :''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.'' ::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}} *'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref> :''[[w:Juke-box|Juke-box]]'' ::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}} *'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}} *'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref> :''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref> *'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref> :''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref> *'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref> ::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}} *'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref> :''Grazie, Orazio!'' ::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}} *'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref> ::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Un guaio di notte.'' ::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}} ==H== *'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref> :''La [[notte]] dovrà pur passare.'' *'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref> :''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.'' ::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti. *'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/> :''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.'' ::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}} *'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref> :''Ha perso l'addobbo e i chiodini.'' ::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}} *'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref> :''Ha buttato l'osso al cane.'' ::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}} *'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref> :'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...'' ::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}} *'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref> :''Hai trovato la forma della tua scarpa.'' ::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.'' *'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref> :''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.'' *'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/> :''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.'' ::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}} *'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref> :''Hai tovato l'America.'' ::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}} ==I== *'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Io dico che piove, ma non che diluvia.'' ::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}} *'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref> :'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).'' ::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}} *'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Andare in febbre.'' ::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}} *''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}} *'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref> :''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).'' ::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}} *'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.'' ::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}} *'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref> :''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.'' ::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}} *'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}} *'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref> :''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).'' ::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref> *'''Illurto.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.'' *''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref> :''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.'' *'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).'' *'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref> :''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.'' *'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Andare o riuscire, risultare in crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} ==J== *'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> ::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}} *'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Andiamo a vedere.'' ::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}} *'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref> ::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}} *'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref> :''Riempirsi la "ciotola".'' ::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}} *'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref> :Letteralmente: ''Andando vagliando.'' ::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}} *'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref> :''Non farti (fatevi) troppe illusioni.'' ::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}} *'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Andare in [[Paradiso]] per errore.'' ::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}} *'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref> :''Cercare Cristo nei lupini.'' ::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}} *'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref> :''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> :''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref> :''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. '' *'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> :''Andarsene a gloria dei cardoni.'' ::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> *'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref> :''Andarsene dondoloni dondoloni.'' ::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}} *'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>''' :''Giornata moscia.'' ::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}} *'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref> :''Giusto giusto, preciso preciso.'' ::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}} ==L== *'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref> ::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}} *'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref> :''L'acqua infradicia le navi a mare.'' ::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}} *'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/> :''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.'' ::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}} *'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La [[carne]] si vende in macelleria.'' ::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}} *'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref> :''Lampi e tuoni.'' ::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}} *'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref> :''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.'' ::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}} *'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref> :''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.'' *'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> :''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> *'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref> :''Togliere l'umido'' ::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}} *'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref> :''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}} *'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/> :''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.'' ::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}} *'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref> :''Togli, to'! Via! Vai via!'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}} *'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Togliersi le grinze dalla pancia.'' ::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}} *'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref> :''Cavarsi il gusto.'' *'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref> :''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!'' ::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}} *'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/> :''Togli (le) mani.'' ::{{spiegazione|Lascia perdere.}} *'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref> :'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.'' ::{{Spiegazione|L'Inferno.}} *'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref> :''Leggero di mano. Di mano leggera.'' ::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}} *'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/> :''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/> *'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref> :''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).'' ::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}} *'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Lindo e ben lustro (dipinto).'' ::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}} *'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref> :''Lisce di scorze.'' ::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}} *'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref> :''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'' *'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref> :''Liscio e vuoto.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}} *'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref> :''L'anima di.'' ::{{spiegazione|Una notevole quantità.}} *'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref> :''Il teatro delle marionette.'' ::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}} *'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref> :''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!'' ::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}} *'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref> :''Il succo del [[botte|tombagno]].'' ::Il [[vino]] ==M== *'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/> :''Mi hai ubriacato di pesche.'' ::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}} *'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref> :''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!'' ::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}} *'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref> :''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?'' ::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}} *'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref> :''Ma fai davvero?'' ::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}} *'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref> :''Maccherone.'' ::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}} *'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref> :''Maccarone, saltami in gola''. ::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}} *'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref> :''Maccherone senza buco.'' ::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}} *'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref> :''Madama Schifa il poco.'' ::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}} *'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> :''La Morte.'' *'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref> :''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!'' ::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}} *'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> :''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> ::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}} *'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref> :''Mangia mangia.'' ::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}} *'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net /> :''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).'' ::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}} *'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref> :''Mangiarsi i maccheroni.'' ::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}} *'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref> ::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}} *'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref> :''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia'' ::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}} *'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref> :''Mai per comando.'' ::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}} *'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref> ::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}} *'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''[[Madonna]] della Salette!'' ::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}} *'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref> :''Madonna del Carmine!'' ::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}} *'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref> :''La Madonna di Montevergine.'' ::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}" *'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref> ::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}} *'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}} *{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref> :''La mangiatoia, la greppia.'' ::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}} *'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref> :''Mandare a comprare il pepe.'' ::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}} *'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref> :''Mandare ai Pellegrini.'' ::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}} *'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/> :''Mandare al paese di Pulcinella.'' ::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}} *'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref> :''Mannaggia la colonna!'' ::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}} *'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref> :''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref> ::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}} *'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref> :''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref> *'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref> :''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!'' ::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}} *'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref> :''Reggere la candela.'' ::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}} *'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''Trattieni il carro lungo la discesa.'' ::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}} :oppure: ::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}} *'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref> :''Straccio di petrolio.'' ::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}} *'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> :''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> ::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> *'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref> :''Povero me, me infelice!'' *'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref> :''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.'' ::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}} *{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref> ::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}} *'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref> :''Mastro Giorgio.'' ::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}} *'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref> :''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.'' ::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}} *'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref> :''[[bugia|Bomba]]!'' ::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}} *'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref> :''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)'' *''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref> :''Parasole di seta.'' ::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}} *''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref> :''Imbroglio, aiutami!'' ::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}} *'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref> :''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.'' ::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}} *'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref> :''Mi dai una voce.'' ::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}} *'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref> :''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.'' ::Da te non me lo sarei mai aspettato. *'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref> :''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].'' ::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}} *'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Mi sembrano (pare) mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}} *'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref> :''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.'' ::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}} *'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref> :''Mi sembra il carro di Picchippò.'' ::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}} *'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref> :''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}} *'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref> :''Mi sembra il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}} *'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/> :''Mi sembrano mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}} *'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref> :''Mi posso schiaffare un aglio dietro.'' ::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}} *'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref> :''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.'' ::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}} *'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref> :''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!'' ::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}} *'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref> :''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.'' *'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref> :''Meglio solo che mal accompagnato.'' *'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref> :''Meloni di acqua.'' ::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}} *'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref> ::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}} *'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref> ::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}} *'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.'' ::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}} *'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref> :''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.'' ::{{spiegazione|Rovinarsi.}} *'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref> :''Sterco di sparviero.'' ::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}} *'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref> :''Mettere la testa a fare bene.'' ::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}} *'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref> :''Mettere la faccia nella fogna.'' ::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}} *'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Mettere cenere su una cosa.'' ::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}} *'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref> :''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.'' ::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}} *'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref> :''Imporre la tassa sui cetrioli.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}} *'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/> ::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}} *'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Mettere un panno che scotta, che arde.'' ::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}} *'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref> :''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.'' ::{{spiegazione|Istigare.}} *'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref> :'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.'' ::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}} *'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref> :''Mettere una persona sopra un porco.'' ::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}} *'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref> :''Mettersi casa e bottega.'' ::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}} *'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref> :''Mettersi una cosa nelle tempie.'' ::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}} *'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref> :''Mettersi "in tredici".'' ::{{spiegazione|Intromettersi.}} *'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref> :''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.'' *'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref> :''Mezza botta.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}} *'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref> ::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}} *'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref> :''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.'' ::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}} *'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> :''Mettici nome penna.'' ::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}} *'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/> :''Mezzo limone.'' ::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}} *'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref> :''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.'' ::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}} *'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref> :''Verso con cui si chiamano i gatti.'' *''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref> :''In mano a.'' ::{{spiegazione|Al tempo di.}} *'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref> :''Mangia, ché del tuo mangi!'' ::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}} *''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref> ::''Al tempo di Pappagone.'' ::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}} *''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref> :''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.'' ::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}} *'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref> :''Rovesciare l'olio.'' ::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}} *'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref> ::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}} *'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref> :''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?'' *'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref> :''In bocca alla porta.'' ::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}} *'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''In bocca, leone!'' ::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}} *'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref> :"''Imboccameneuno''". ::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}} *'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref> :''Imboccare con il cucchiaino.'' ::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}} *'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref> :''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.'' *'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref> :''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...'' ::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}} *'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref> :''Ora ci vuole.'' ::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}} *'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.'' ::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}} *'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà /> :''Ora ti appoggio l'ernia in testa!'' ::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}} *'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.'' ::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}} *'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref> :''Morte lenta.'' *'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref> :''Ippobosca (insetto ematofago)'' ::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}} *'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref> ::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}} *'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref> :''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera. *'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref> :''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.'' ::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}} *'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref> :'' (in) Pelo (in) pelo.'' ::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}} *'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref> ::{{spiegazione|Fortemente assonnato}} *''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/> :''Ingravidare le finestre.''' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}} *'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''In primis et ante omnia.'' ::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}} *'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref> ::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}} *'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref> ::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}} *'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref> ::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}} *'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref> ::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}} *'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/> :''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.'' ::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}} *'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/> :''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}} *'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref> :''Il boccone della creanza.'' ::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}} *'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref> ::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}} *'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Morire con i finimenti addosso.'' ::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}} *'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref> :''Debole nelle giunture.'' ::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}} *'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>''' :''Punta (mozzicone) di cesto.'' ::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}} ==N== *'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref> :''Un ammazzato e un impiccato.'' ::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}} *'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!'' ::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}} *'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref> :''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.'' ::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}} *'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref> :''Un uomo con i [[baffo|baffi]].'' ::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}} *''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref> :''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.'' ::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}} *'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref> :''Una carta di tre.'' ::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}} *'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref> :''Una cloaca, una fogna.'' ::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}} *'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref> :''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}} *'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref> :''Una (lenza) striscia di [[sole]].'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}} *'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref> :''Una mezza botta.'' ::{{spiegazione|Mediocre, così così.}} *'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref> :''Una mezza parola.'' ::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}} *'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref> :''Una redine di cavalli.'' ::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}} *'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref> ::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}} *'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> ::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}} *''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref> ::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}} *''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/> :''C'è roba (fino) al petto del cavallo''. ::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}} *'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref> :''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.'' ::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}} *'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref> :''Calcare (con) la mano.'' ::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}} *'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.'' ::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}} *'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref> :''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.'' ::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}} *''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref> :''Ci capiamo a fischi.'' ::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}} *'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref> :''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!'' ::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}} *'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref> :''Ci vuole un cuore.'' ::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}} *''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref> :''Inchiodare un chiodo.'' ::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}} *'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref> :''Sul colpo.'' ::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}} *'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref> :''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.'' ::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref> *'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/> ::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}} *'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref> ::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}} *'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Ne vuoi che sono cipolle'' ::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}} *'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref> :''La "bambina degli occhi."'' ::{{spiegazione|La pupilla.}} *'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref> :''Neve di fiocco.'' ::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}} *'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref> :''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.'' *'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref> ::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}} *'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref> :''Pelucco.'' ::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}} *''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref> ::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}} *'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref> :''Nobili e non nobili.'' ::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}} *'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref> :''Fiocchi e fettucce, nastri.'' ::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}} *'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref> :'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).'' *'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> :''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].'' *''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref> :''Sfregio, nel gergo della malavita antica.'' *'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}} *''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref> :''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!'' *'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> :''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> *''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref> :''Un cappio di impiccato.'' ::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}} *'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> ::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}} *''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref> :''Un ladro con la scala sulle spalle.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}} *'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref> :''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.'' *'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref> :''Un pezzo di pane.'' ::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}} *''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref> :''Un quadro di lontananza.'' ::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}} *''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref> :''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref> ::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}} *''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref> :''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).'' ::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}} *'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref> ::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}} *'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.'' ::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}} *'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> ::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}} *'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref> :''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.'' ::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}} *'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/> :''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).'' ::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}} *'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.'' ::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}} *'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref> :''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.'' *'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref> :''Non è dolce di sale.'' ::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}} *'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> ::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}} *'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/> ::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}} *'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref> :''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.'' ::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}} *'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref> :''Non leggere il libro di quaranta pagine.'' ::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}} *'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> :''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> *'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref> :''Non sai tenere tre ceci in bocca.'' ::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}} *'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.''' :''Non sapere niente di [[San Biagio]].'' ::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}} *'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref> :''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref> ::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref> :oppure ::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> *'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref> :''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.'' ::{{spiegazione|È povero in canna.}} *'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref> :''Non ho testa.'' ::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}} *'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> :''Rimbambito, stordito, confuso.'' *'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/> :''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> *'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref> :''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.'' *'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref> :''Chiudere gli occhi.'' ::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}} *'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref> :''Chudere il libro.'' ::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}} *'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref> ::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}} *'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Nziria.'''<ref name=outof/> :''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.'' ::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}} *'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/> :''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> *'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref> :''Inzolfare. Insufflare.'' ::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}} ==O== *''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref> :''Il ballo dell'orso.'' ::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}} *''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref> :''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.'' *''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).'' *''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/> :''Il cappotto di legno.'' ::{{spiegazione|La bara.}} *''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref> :''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.'' ::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}} *''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref> :''Il chiacchierone.'' ::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}} *''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref> :''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!'' ::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}} *''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref> ::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}} *''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref> :''Il corpo di Napoli.'' ::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}} *''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref> :''Il due allattante.'' ::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}} *'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref> :''Il racconto dei quattro sordi.'' ::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.) *''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref> :''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref> *''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref> :''Il fungo dell'[[orecchio]].'' ::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}} *''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/> :''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.'' ::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}} *''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref> :''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.'' ::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}} *''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref> :''Il guappo di cartone.'' ::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}} *''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref> :''Il fazzoletto di colore'' ::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}} *''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref> :''Il maestro di festa.'' ::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}} *''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref> :''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.'' ::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}} *''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref> :''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!'' ::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}} *''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/> ::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}} *''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref> :''L'imbratta carte.'' ::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}} *'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002, Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref> ::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}} *'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref> :''Il palazzo è alto e la signora è sorda.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}} *''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/> :''Il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}} *''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Il padre dei bambini.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref> ::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}} *''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref> :''Il prende e porta.'' ::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}} *''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref> :''Il [[peto]] più grande del sedere.'' ::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }} *''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref> :''Il priore di San Martino.'' ::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}} *''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref> :''Il maiale nel mucchio di mele.'' ::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}} *''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref> :''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.'' ::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}} *''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref> :''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.'' ::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}} *''''O quàrto spàrte.''' :''Il quarto spariglia.'' ::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}} *''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref> :''Il diavolo di Mergellina.'' ::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}} *''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Il resto di niente.'' ::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}} *''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref> :''Il becchino.'' *''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref> :''Lo scemo di Miano.'' ::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}} *''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/> :''Il senza piedi.'' ::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}} *''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref> :''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!'' ::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}} *''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}} *''''O tale e quale.'''<ref name=nose/> :''Il tale e quale.'' ::{{spiegazione|Lo specchio.}} *'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref> :''Il totano nella chitarra'' ::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}} *''''O tram a muro.'''<ref name=nose/> :''Il tram a muro.'' ::{{spiegazione|L'ascensore.}} *''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref> :''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].'' ::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}} *''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref> :''Il teatro di donna Peppa.'' ::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}} *''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref> :''Il toc-toc.'' ::{{spiegazione|La tachicardia.}} *'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref> :''Lo vado a prendere ad Agnano'' ::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}} *''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/> :''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''. ::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}} *''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref> :''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.'' *'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref> :'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.'' ::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}} *'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref> :''Unghie di impiccati sotto le navi.'' ::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}} *'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :oppure :''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).'' *'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/> :''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).'' ::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}} *'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref> :''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo'' ::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}} *'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Don Titta e il [[cane]]'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref> :''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).'' ::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}} *'''Orecchione.'''<ref name=splinter/> ::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}} ==P== *'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/> :''Per la fabbrica dell'appetito.'' ::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}} *'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/> :''Spicchi, pezzi di frutta.'' ::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref> ::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/> :''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.'' *'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref> :''Palazzo a due uscite.'' *'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref> :''Le "farfalline" davanti agli occhi.'' ::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}} *'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/> :''Pancia da sotto e forellino sopra.'' ::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}} *'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref> ::{{spiegazione|Stupido.}} *'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref> ::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}} *'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref> :''Pari e pace'' ::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}} *'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref> ::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}} *'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> :''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!'' ::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}} *'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref> :''Sembrare il cesto del venditore di taralli.'' ::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}} *'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/> :''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.'' ::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}} *'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref> :''Sembra una bambola.'' ::{{spiegazione|È bellissima.}} *'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}} *'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref> :''[[Parlare]] a spiovere.'' ::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}} *'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref> :''Parla come ti ha fatto tua mamma!'' ::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}} *'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref> :''Parlare con la polpetta in bocca.'' ::{{spiegazione|Parlar bleso.}} *'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref> ::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}} *'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref> :''Parlare in figura.'' ::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}} *'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref> :''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' '' ::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}} *'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref> :''Parlare sciò-sciommo.'' ::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}} *'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/> ::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }} *'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref> :''Pasquale Passaguai.'' ::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}} *'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref> :''Passa la vacca magra.'' ::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}} *'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref> :''Passare quello dei cani.'' ::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}} *'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref> :''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.'' ::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}} *'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.''' ::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}} *'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref> :''Soffrire di unghia incarnita.'' ::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}} *'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.'' ::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}} *'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref> :''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].'' ::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}} *'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref> :''Per una mangiata di fave.'' ::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}} *'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :''Per ventinove e trenta'' ::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}} *'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref> :''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.'' ::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}} *'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref> :''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>'' *'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref> :''Perdere Filippo e il paniere.'' ::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}} *'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref> :''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).'' ::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}} *'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref> :''Piede di broccolo'' ::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}} *'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Peto senza scoppio, senza fragore.'' ::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}} *'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.'' *'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/> ::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}} *'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> :''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.'' ::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> *'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref> :''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)'' *'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}} *'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref> :''Prezzemolo (in) ogni minestra.'' ::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}} *'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/> :''Straccio da pitale.'' ::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}} *'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/> :''La / Una pizzicata.'' ::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}} *'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref> :''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.'' *'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/> :''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].'' ::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}} *'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas /> :''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.'' *'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref> :''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.'' ::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}} *'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/> :''Prendere lino da pettinare.'' ::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}} *'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref> :''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura'' ::{{spiegazione|Prendere una svista.}} *'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref> :''Prendere una quaglia.'' ::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}} *'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref> ::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}} *'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref> ::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}} *'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/> :''Scambiare il pene per il faro del molo.'' ::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}} *'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref> :''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.'' ::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso. *'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref> :''Piglia e porta'' ::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}} *{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref> :''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').'' ::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}} *'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref> :''Orina acqua santa dall'ombelico.'' ::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}} *'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref> :''Parlare fittamente ed in segreto.'' *'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref> :''Dipingere col fiato.'' ::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}} *'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref> :''Dipingere il sole.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}} *'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref> :''Pittore, vai a pittare!'' ::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}} :::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]] *'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/> :''Il pizzica, becca a terra.'' ::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}} *'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> *'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref> ::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}} *'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref> :''Povero Madonna.'' ::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}} *'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref> :''Letteramente: Il presepe che si agita.'' ::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}} *'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/> :''Pietra o Scheggia di fucile'' ::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}} *'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref> :''Pietra infernale: nitrato d'argento.'' *'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref> :''Prima di ora.'' ::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}} *'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref> :''Promette certo e viene meno sicuro.'' ::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}} *'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref> :''Letteralmente: innesto, marza d'oro.'' ::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}} *'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref> :''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.'' ::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}} *'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref> :''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.'' *'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref> :''Portami tua sorella!'' ::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}} *'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!'' ::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}} *'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/> :''Che tu possa avere un aglio dietro!'' ::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}} *'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref> :''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).'' *'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref> :''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.'' ::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}} *'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref> :''Portare la bandiera.'' ::{{spiegazione|Eccellere.}} ==Q== '''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref> :''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?'' *'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref> :''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.'' ::{{spiegazione|Mai e poi mai.}} *'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref> :''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?'' ::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}} *'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref> :''Quanto è vero che la Madonna esiste.'' ::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}} *{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref> :''La conchiglia.'' ::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}} *'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref> :''(Cum) quibus, con i quali.'' ::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}} ==R== *'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref> :''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.'' ::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}} *{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref> :''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)'' ::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}} *'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref> :''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).'' *'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref> :''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].'' *'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/> ::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}} *'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]]) :''Il grillo.'' *'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref> :''Rompere le uova in mano (a qualcuno).'' ::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}} *'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref> :''Rompere l'incantesimo, il litigio.'' ::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}} *'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref> :''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref> ::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}} *'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref> :''Il mezzano.'' *'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Rotto per rotto.'' ::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}} ==S== *'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref> :''Compra il male come i medici.'' ::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}} *'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/> :oppure *'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref> :''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.'' ::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}} :oppure *'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}} *'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Si è ingarbugliata la matassa.'' ::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}} *'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref> :''Si è disordinata, stravolta la grammatica.'' ::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}} *'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref> :''Salutami tua sorella.'' ::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}} *'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref> :''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!'' ::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}} *'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref> :''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.'' *'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref> :''San Gennaro, mettici la mano tua!'' *'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref> :''San Gennaro, pensaci tu!'' *'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref> :''San Giuseppe ci ha passato la pialla.'' ::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}} *'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref> ::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}} *'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref> :'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).'' *'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref> ::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}} *'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!''' :''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!'' ::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}} *'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/> :''Santo guappone!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}} *'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref> :''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).'' ::{{spiegazione|È una donna bellissima.}} *'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref> :''San Mangione'' ::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}} *'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref> ::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}} *'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref> :''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref> *'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref> :''Lo "scapricciatello".'' ::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}} *'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref> :''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref> :''Scheggia di pitale.'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref> :''Scheggia nell'occhio.'' ::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref> :''Lo scaldino di Gesù Cristo.'' ::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}} *'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref> :''Riscaldasedie.'' ::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}} *'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/> :''Riscaldatore di fistola.'' ::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}} *'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/> :''Donna gobba'' ::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}} *'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Gobba con la punta (appuntita).'' *'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/> :''Gobba reale.'' ::{{spiegazione|Gobba duplice.}} *'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref> :''Scaldachiodi.'' ::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}} *'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/> :''Scavo di Pompei.'' ::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}} *'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> :''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.'' *'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref> ::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}} *'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref> :''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.'' ::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}} *'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref> :''Albeggiare, farsi giorno.'' *'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''Schiattare in corpo.'' ::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref> ::{{spiegazione|Il becchino.}} *'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref> :''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.'' *'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> :''Sciacquare una mola.'' ::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}} *'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref> :''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.'' ::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}} *'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/> :''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!'' ::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}} *'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref> ::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}} *'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref> :''Donna corpulenta e simpatica.'' *'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref> :''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!'' ::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}} *'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref> :''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)'' *'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref> :''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!'' *'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref> :Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida. *'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref> :''Soffia che vola (vola via, sparisce).'' ::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}} *'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref> ::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}} *'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref> :''Strappa e fuggi.'' ::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}} *'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.'' ::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}} *'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref> :''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.'' *'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref> ::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}} *'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Gli orecchini.'' *'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> :''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> *'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref> ::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}} *'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref> :''La scuola da farsa.'' ::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}} *'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref> :''Bucce d'arancia.'' ::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}} *'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/> :''Schiumare di sangue.'' ::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}} *'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref> :''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].'' ::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}} *'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Annottare, farsi notte.'' *'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref> :''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'') ::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}} *'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/> :''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.'' ::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}} *'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref> :''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.'' ::{{small|Si è creato un malinteso.}} *'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Sono andate in frantumi le piccole brocche.'' ::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}} *'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref> :''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"'' ::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}} *'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}} *'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref> :''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).'' :''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.'' *'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref> :''"Chiudibottega".'' ::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}} *'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref> :''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}} *'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref> :''Sperma''. ::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}} *'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref> ::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}} *'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref> :''Squattrinato.'' *'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref> :''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref> *'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref> :''Sei più fetente di un orecchio del confessore.'' ::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}} *'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref> :''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.'' ::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}} *'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref> ::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}} *'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/> :''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).'' *'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref> :''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire! *'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref> :''Nemmeno se viene la morte lo trova.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}} *'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref> :''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.'' ::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}} *'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/> :''Secchio di nafta!'' ::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}} *'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> :''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].'' ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/> :''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819]. :''Siamo del bottone.'' ::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}} *'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref> ::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}} *'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref> :''Sono uscite le statue di San Gennaro.'' ::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}} *'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).'' ::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}} *'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref> :''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.'' ::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}} *'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/> :''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).'' ::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}} *'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref> :''Sole "in perno".'' ::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}} *'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref> :''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].'' ::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}} *'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref> :''Il topo bagnato nell'olio.'' ::{{spiegazione|Una persona impomatata.}} *'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/> :''Sotto la botta.'' ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref> ::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}} *'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Sparare a crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} *'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.''' :''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].'' ::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}} *'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref> :''Dividersi il sonno.'' ::{{spiegazione|Fare vita comune.}} *'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref> :''Spago incerato.'' ::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}} *'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Desiderare avidamente come un [[cane]].'' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}} *'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref> :''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa). *'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''Sturapipa. Scovolino per pipa.'' ::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}} *'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''"Spogliaimpiccati".'' ::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}} *'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.''' :''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.'' ::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}} *'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> :''Pipistrello, nottola.'' ::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}} *'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref> :''Spostare con la bocca.'' ::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}} *'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref> :''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.'' *'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref> ::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}} *'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> :''Stare in due nello stesso pollaio.'' ::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}} *'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref> :''Stare alleluia!'' ::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}} *'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref> :''È ben imbevuto, intriso.'' ::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}} *'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref> :''Stare col cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}} *'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref> :''Stare come una Pasqua.'' ::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}} *'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/> :''Stare come il diavolo e l'acqua santa.'' ::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}} *'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).'' *'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> :''Stare naso e bocca.'' ::{{spiegazione|Essere molto vicino.}} *'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Essere pulito come il bacile del barbiere''. ::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}} *'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref> :''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''. ::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}} *'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref> :''Sta facendo giorno ad Afragola.'' ::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}} *'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref> :Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.'' ::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}} *'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref> :''Stiamo tutti sotto il cielo.'' ::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}} *'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref> :''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.'' ::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}} *'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}} *'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}} *'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}} *'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref> :''"Straccia-gola-ed-esofago".'' ::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}} *'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref> :''"Trascinafaccende"'' ::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}} *'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref> :''Stringere i panni addosso ad una persona.'' ::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}} *'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref> :''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref> ::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}} *'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref> :''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.'' ::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}} *'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref> ::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}} *'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> :''Letteralmente: trottola isterilita.'' ::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}} *'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref> ::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}} *''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref> :''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!'' ::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}} *'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref> :''Storto o morto.'' ::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}} *'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref> :''Sorbettare.'' ::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}} *'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref> :''Sudare inchiostro'' ::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}} *'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref> :''Suonare il pianoforte.'' ::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}} *'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref> :''Sognarsi il tram elettrico.'' ::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}} *'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref> :''[[debito|Solco]] copre solco.'' ::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}} ==T== *'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref> :''Te la cucini con le uova la trippa.'' ::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}} *'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/> :''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.'' ::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}} *'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>''' :''Devi farti benedire da un prete pederasta.'' ::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}} *'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref> :''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.'' ::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}} *'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.'' *'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref> ::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}} *'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref> :''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?'' ::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}} *'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref> :''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.'' ::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}} *'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref> ::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}} *'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref> :''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>'' ::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}} *'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref> :''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!'' ::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}} *'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref> :''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>) ::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}} *'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref> :''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.'' ::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro. *'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref> :''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref> ::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}} *'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref> :''Ti so pero.'' ::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}} *'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref> :''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].'' ::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}} *'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref> :''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.'' ::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}} *'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Ti vedo e ti piango.'' ::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}} *'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref> :''Ha il cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}} *'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Avere la testa fresca.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}} *'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/> :''Avere la testa solo per separare le orecchie.'' ::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}} *'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref> :''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.'' ::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}} *'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius /> :''Avere le buone maniere del medico.'' ::{{Spiegazione|Non averne affatto.}} *'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/> :''Avere la neve in tasca.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref> :''Ha la pancia incollata ai reni.'' ::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}} *'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref> :''Tenere la pancia al sole.'' ::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}} *'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref> :''Ha la parola soverchia, superflua.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}} *'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref> :''Ha l'[[aringa]] in tasca.'' ::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}} *'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref> :''Ha la carrucola in bocca.'' ::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}} *'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref> :''Avere la zeppola in bocca.'' ::{{spiegazione|Balbettare.}} *'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref> :''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.'' ::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}} *'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref> ::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}} *'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref> :''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.'' *'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/> :''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''. ::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}} *'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref> :''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].'' ::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}} *'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref> :''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !'' ::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}} *'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> ::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}} *'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref> :'' ''Tené mente'': avere mente.'' ::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}} *'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref> :''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco'' ::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}} *'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref> :'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.'' ::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}} *'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/> :''Tenere in fresco.'' ::{{spiegazione|Tenere di riserva.}} *'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref> :''Ha il ladro in corpo.'' ::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}} *'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref> :''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.'' ::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}} *'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref> :''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref> ::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}} *'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref> :''Avere la bocca che gioca con le orecchie.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}} *'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref> :''Avere le rendite sparse al sole.'' ::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}} *'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref> :''Avere in corpo una fame da lupi.'' *'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref> :''Ho una brutta pulce nell'orecchio.'' ::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}} *'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref> :''Tieni in mano.'' ::{{spiegazione|Aspetta.}} *'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> ::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}} *'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref> :''Tienimi che ti tengo.'' ::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}} :oppure ::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}} :::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]]) *'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref> ::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}} *'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref> :''Tirare il carretto.'' :{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}} *'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref> :''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.'' *'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref> :{{spiegazione|Togliti di torno!}} *'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref> :''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.''' ::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}} *'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref> ::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}} *'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/> ::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}} *'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> ::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}} *'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref> :''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref> *'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref> :''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.'' ::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}} *'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref> :''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...'' ::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}} *'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref> :''Trave di sapone.'' ::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}} *'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref> :''Ritardi e venga bene.'' ::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}} *'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref> :''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!'' ::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}} *'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref> ::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}} *'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref> :''Trovare la pezza (toppa) a colori.'' ::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}} *'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref> :''Trovare il vangelo girato.'' ::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}} *'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref> :''Trovare la forma della propria scarpa.'' ::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref> :''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''. *'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref> :''Tu che accoppi, cosa metti insieme?'' ::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}} *'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref> :''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).'' ::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}} *'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref> :''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.'' ::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}} *'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/> :''Tu stai dietro la carrozza.'' ::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}} *'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref> ::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}} *'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref> :''Vedi quanto è bella Parigi!'' ::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}} *'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref> :''Toc toc (tuppettià: bussare).'' *'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/> :"''Tutta una botta.''" ::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}} *'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref> :''Tutto a Gesù e niente a Maria.'' ::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}} ==U== *'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref> :Letteralmente:''Il banco dello scivolo'' ::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo. *'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref> :''Il libro del perché non si è stampato ancora.'' ::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}} *'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter /> :''Il migliore migliore.'' ::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}} *'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref> :''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Oh anima!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}} *'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref> :''Un'anima e coraggio.'' ::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}} *'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref> :''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.'' ::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}} *'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref> :''Uno di tutto.'' ::{{spiegazione|Di tutto un po'.}} *'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref> :''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.'' ::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}} *'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref> ::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}} *'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref> :''[[Occhi]] pieni e mani vuote.'' ::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}} *'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref> :''Occhi secchi.'' ::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}} *'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/> :''Occhio di basilisco.'' ::{{spiegazione|La jettatura.}} *'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Olio "petronico".'' ::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}} *'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Il malleolo.}} *'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/> :''Zitto e mosca!'' ::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}} *'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref> :''Usse prendi!'' ::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}} *'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/> ::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}} ==V== *'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref> :''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.'' ::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}} *'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref> :''Va', chiamaci Alfonso.'' ::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}} *'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref> :''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)'' *'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref> :''Vai un po' a capire, vattelapesca.'' *'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref> :''Va cercando chi lo uccide.'' ::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}} *'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref> :''Va' a fare in bocca!'' ::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}} *'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref> :''Popolana, domestica.'' ::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref> *'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/> :''Vuoto come una zucca.'' *'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref> :''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.'' ::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}} *'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref> :''Vantati sacco mio se non ti scucio.'' ::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}} *'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> :''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> ::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref> :''La Vecchia del [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref> :''La vecchia potente.'' ::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}} *'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref> :''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.'' ::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}} *'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref> :''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.'' ::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}} *'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Veniamo a noi.'' ::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}} *'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref> :''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.'' *'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref> :''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.'' *'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref> :''Vedi, quanto è bella l'estate!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}} *'''Vicallaje.'''<ref name=push /> :''Vedi che lo hai hai.'' ::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}} *'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref> :''Vino a due orecchie.'' ::{{spiegazione|Vino annacquato.}} *'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/> :''Vino a un orecchio.'' ::{{spiegazione|Vino generoso.}} *'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref> :''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.'' ::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}} *'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/> :''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''. ::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}} *'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref> :''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).'' ::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}} *'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref> :''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.'' ::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}} *'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/> :''Volta e gira.'' ::{{spiegazione|Checché si faccia.}} *'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref> :''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.'' ::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}} *'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref> :''Gira i pesci che si bruciano.'' ::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}} *'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref> :''Scaglia la pietra e nasconde la mano.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}} *'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref> :''Spingi spingi.'' ::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}} *'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref> :''Straccio di parola.'' ::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}} *'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref> :''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.'' ::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}} *'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref> :''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.'' ::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}} *'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref> :''Vomitare bullette.'' ::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}} *'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref> :''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.'' ::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}} *'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref> :''Girare la fantasia.'' ::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}} *'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref> :''Volgere a tarantella.'' ::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}} *'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> :''Spingere il chiavistello (di ferro).'' ::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}} *'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref> :''Spingere le mani.'' ::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}} ==Z== *'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref> :''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.'' *'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref> :''L'ugola.'' *'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Una persona di statura molto piccola.'' *'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Ragazza, giovane contegnosa.'' ::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}} *'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref> :''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).'' *'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref> :''Zitto zitto, in mezzo al mercato.'' ::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}} *'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ratto con gli occhiali.'' ::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}} *'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref> :''Succhiare da due mammelle.'' ::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}} *'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref> :''Succhiatore.'' ::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}} *'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref> :''Zuccherino mio.'' ::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}} *'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref> ::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}} *'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Saltare come un [[grillo]].'' *'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref> ::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}} ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''A Buon 'Ntennitore. 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Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890. *[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7 *Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6 *[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>. *[[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''[https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano: {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}]'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789. *Franco Taranto e Carlo Guacci, ''[https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani]'', Stamperia Del Vaglio, Napoli, 1856<sup>3</sup>. *Vincenzo De Ritis, ''[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false Vocabolario napoletano lessigrafico e storico]'', vol. I, Dalla Stamperia Reale, Napoli, 1845. *Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002. *Giuseppe Gargano, ''[https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano]'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841. *Pietro Paolo Volpe, ''[https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=&pg=PR1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-italiano tascabile: {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto per Pietro Paolo Volpe}}]'', Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869. *Raffaele D'Ambra, ''[https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele]'', A spese dell'Autore, 1873. ==Voci correlate== *[[Indovinelli napoletani]] *[[Napoli]] *[[Proverbi napoletani]] *[[Scioglilingua napoletani]] *[[Voci e gridi di venditori napoletani]] [[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]] [[Categoria:Napoli]] 3jtm5ilnuipquxrws3h080hz6swn5tj 1221385 1221356 2022-08-07T16:26:51Z Sun-crops 10277 /* P */ +1 wikitext text/x-wiki Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].''' ==A== *''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref> ::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}} *'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref> :''A "voltabraccio."'' ::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}} *'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref> *'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref> :''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.'' *''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/> :''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.'' ::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}} *''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref> :''La carne sotto e i maccheroni sopra.'' ::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}} *''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.'' ::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}} *'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.'' *'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref> :''A cosa serve il parlare?'' ::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref> :''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)'' *''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref> :''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref> ::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}} *''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref> :''Da sopra la mano.'' ::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}} *'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref> :''(Da) sopra (da) sopra.'' ::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}} *'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref> :''A cuore a cuore.'' ::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref> *'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref> :''A domani a domani, come la cornacchia.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref> *'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.'' *''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref> :''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!'' ::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}} *'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref> :''Alla faccia di chi ci vuole male!'' *'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/> :''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.'' ::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}} *''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref> ::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}} *''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref> :''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.'' *''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref> :''La fabbrica dell'appetito.'' ::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}} *'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref> :''La fune è corta ed il pozzo è profondo.'' ::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}} *''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref> :''La gassosa con la pallina.'' ::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}} *''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref> :''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.'' ::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}} *''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref> :''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).'' *'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref> :''Pigramente, svogliatamente'' *''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref name=voluntas>Citato in Ferdinando Russo,'''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}} *'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref> :''A lucchetto.'' ::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}} *'''{{sic|A}} mala nuttata e 'a figlia fémmena.'''<ref>Citato Benito Li Vigni, ''La dinastia dei Florio'', Armando, Roma, 2021, [https://books.google.it/books?id=pioVEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA110&dq=&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110]. ISBN 978-88-6992-879-6</ref> :''La cattiva nottata e la figlia femmina.'' ::{{spiegazione|La cattiva nottata e la figlia femmina! Due eventi avversi, due circostanze negative concomitanti o in successione, con effetto sinergico. Un "doppio" guaio, un grosso guaio.}} *''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La mamma e figlia.'' ::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}} *''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref> :''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.'' ::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}} *''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref> :''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!'' ::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}} *''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref> :''A manico di secchio.'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}} *'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref> :{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' *'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref> :''A meglio a meglio.'' ::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}} *'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref> ::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}} *'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/> :''Ha messo la lingua nel pulito.'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}} *''''A monaca 'e sant'Austino mettette doje cape 'ncopp' 'a nu cuscino.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. [https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA195&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false 51].</ref> :''La monaca di Sant'Agostino mise due teste su un cuscino.'' ::{{spiegazione|Cella monastica tutt'altro che solitaria, rigore eremitico più che mitigato. Come dire: specchiate virtù pubbliche e vizi privati.}} *''''A morte ncopp' 'a noce d' 'o cuollo.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 71]. :''La morte sulla noce del collo.'' ::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}} *''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref> :''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.'' ::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}} *''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref> :''La musica giapponese.'' ::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}} *''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref> :''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.'' ::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}} *'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref> :''Letteralmente: a niente a niente.'' ::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}} *'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> :''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref> ::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}} *'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false] </ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/> :''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.'' :{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}} *''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref> :''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo). *'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref> :''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref> ::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}} *'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :''A pesci graveolenti.'' ::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}} *'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref> ::{{spiegazione|A pié pari.}} *'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref> :''Al primo colpo.'' *'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref> :''A quattro di bastoni.'' ::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}} *'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref> :''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].'' ::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}} *''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref> :''La rete.'' ::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}} *'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref> :''La rete del cuore.'' ::{{spiegazione|Il pericardio.}} *''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref> :''La santa croce.'' ::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}} *''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref> :''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).'' ::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}} *''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref> :''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!''' ::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}} *''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref> :''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.'' ::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}} *''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref> :''La Si Loca.'' ::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}} *''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref> :''La signora con quattro quarti di nobiltà,.'' ::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}} *''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref> :''La Signora Giustina.'' ::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}} *''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/> :''La tua stessa mano sta nei Guantai.'' ::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}} *''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref> :''Da sotto per i panconcelli!'' ::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}} *'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref> :''A spaccatrottola.'' ::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}} *'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref> :''A stracci e brandelli.'' *'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref> ::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}} *''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref> :''La Strada Nuova'' ::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}} *''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/> :''La tale e quale.'' ::{{spiegazione|La [[fotografia]].}} *''''A ting-tang.'''<ref name=nose/> :''La bicicletta.'' *''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref> :''L'acquazzone delle ciliegie.'' ::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}} *''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref> :''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.'' ::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}} *'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref> :''Ad [[occhio]] di maiale.'' ::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}} *''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref> :''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.'' ::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}} *'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref> :''A vienitene.'' ::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}} *'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref> :''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.'' *'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref> :'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.'' ::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}} *''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/> :''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.'' ::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}} *'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref> :''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref> ::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}} *{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref> ::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}} *'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref> :''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].'' ::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}} *'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref> :Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera. ::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}} *''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 29.</ref> :''Accademia delle uova sode (dure).'' ::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}} *'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e ‎Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref> :''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.'' ::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}} *'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref> :''Acchiappa, acciuffa Peppe!'' ::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}} *'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ecce Homo.'' ::{{spiegazione|Pestato a sangue.}} *'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref> :''Ammazzati!'' ::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}} *'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref> :''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.'' ::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}} *'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref> :''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.'' ::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}} *'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref> ::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}} *'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref> :''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»'' ::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}} *'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref> :''Acquietiamo la creatura, il bambino!'' ::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}} *'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref> :''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> ::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref> *'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref> :''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?'' ::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}} *'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref> :Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>" *'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref> :'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?'' ::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}} *'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref> :''Dove vede e dove è cieco.'' ::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}} *'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref> :''Annusare il puzzo della [[miccia]].'' ::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}} *'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref> :''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.'' ::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}} *'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref> :''Unguento per l'ernia.'' ::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}} *'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref> :''Aiutiamo la barca!'' ::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}} *'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref> :''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.'' ::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}} *'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref> :''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.'' *'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref> :''Solleviamo questo canterano!'' ::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}} *''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref> :''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!'' ::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}} *'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref> :''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!'' ::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}} *'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref> :''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref> *'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e ‎Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref> ::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}} *'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.'' *'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref> :''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.'' *'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''All'impiedi all'impiedi.'' ::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}} *'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref> :''In piedi per scommessa.'' ::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}} *'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref> :''Leccasapone.'' ::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}} *'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref> :''Accendersi nell'acqua.'' ::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}} *'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref> :''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)'' ::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}} *'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.''' :Schiaccia e sala, olive di Gaeta! ::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}} *''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref> :''Gamberetti di fiume.'' ::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}} *'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref> :''Misurati la palla!'' ::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}} *'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref> :''Confondere (mischiare) la lana con la seta.'' ::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}} *'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> :''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref> ::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}} *'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref> :''Anima di Dio.'' ::{{spiegazione|Il bambino.}} *'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.'' ::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}} *'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}} *'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/> :''Appendersi alle (per le) ragnatele.'' ::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}} *'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/> :''La salita di Piedigrotta.'' ::{{spiegazione|L'ernia.}} *'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref> :''Accendere una pipa.'' ::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}} *'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref> :''Tura, chiudi!'' ::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}} *'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref> :''Tappare, zaffare la bocca.'' ::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}} *'''Appizzà.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.'' *'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref> :'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.'' *'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/> :''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. '' *'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref> :''Appoggiare l'alabarda.'' ::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}} *'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> :''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref> *'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 23.</ref> :''Albeggiando giorno'' ::{{spiegazione|All'alba.}} *'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref> :''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.'' *'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref> :''Armiamoci e andate!'' *'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref> :''Armato di [[rasoio]].'' ::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}} *'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref> :''Discosto, lontano sia.'' ::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}} *'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/> :''Truffa, frode, raggiro, furto.'' *'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref> :''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.'' ::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}} *'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref> :''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.'' ::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}} *'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref> :''Uscire da sotto.'' ::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}} *'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref> :''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.'' ::{{spiegazione|Andare a lavorare.}} *'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/> ::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}} *'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/> :''Lascia fare alla Madonna.'' ::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}} *'''Asseccà mazzate.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', 1880, n. 17, anno V, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Assecc%C3%A0%20mazzate&hl=it&pg=PT220#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.'' ::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}} *'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref> :''Prosciugare il mare con la conchiglietta.'' ::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}} *'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/> ::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}} *'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Solaio e cielo.'' ::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}} *'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref> :''Uccello in gabbia.'' ::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}} *'''Aumma aumma.'''<ref>Citato in Mariano Maugeri, ''Tutti gli uomini del viceré'', Rizzoli, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=VacxAAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT166&dq=&pg=PT166#v=onepage&q&f=false p. 166]. ISBN 9788858653609</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}} *'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref> :''Avanzare il piede'' ::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}} *'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref> :''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!'' ::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}} *'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Avere un tremito di freddo.'' ::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}} *'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata, che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref> :''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?'' ::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}} *'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref> :''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.'' ::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}} *'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> :''Girare foglio.'' ::{{spiegazione|Cambiare argomento.}} *'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caspita! Accidenti!'' *'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref> :''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].'' ::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}} *'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref> :''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.'' ::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}} ==B== *'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref> :''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.'' *'''{{NDR|'O}} Begriffo.''' :''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>'' ::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}} *'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref> :''All'improvviso.'' *'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref> :''Bel mobile.'' ::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}} *'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].''' :''[[Bene]] mio e cuore mio.'' ::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}} *'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buona mano a fare zeppole.'' ::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}} *'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref> :''Buona stoffa, buono straccio.'' ::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Buona notte al secchio.'' ::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}} *'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref> :''Buonanotte ai suonatori!'' ::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}} *'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref> :Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.'' ::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}} *'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref> :''Il bosco.'' ::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref> :Un intruglio. *'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref> :''Buono neppure per farsi impiccare.'' ::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}} *'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Sono buono, non però sprovveduto.'' ::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}} *'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref> :''Buongiorno Signora'' ::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}} ==C== *'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref> :''Col [[filo a piombo]] e col compasso.'' ::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}} *'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.'' ::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}} *'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref> :''Strano strano.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}} *'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue /> :''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.'' ::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}} *'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref> :''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''. *'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/> :''Caffè di notte e giorno.'' ::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}} *'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/> :''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref> *'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref> :''Cammina piano, passo dopo passo.'' ::{{spiegazione|Non precipitarti.}} *'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref> :''Vivere di nascosto dal Padreterno.'' ::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}} *'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref> :''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").'' ::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}} *'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref> :''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].'' ::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}} *'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/> :''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>'' *'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref> ::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}} *'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref> :''Cantare a fronda di limone.'' ::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}} *'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref> :''"Testa eretta."'' ::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}} *'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref> :''Testa di zio Vincenzo.'' ::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}} *'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref> ::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}} *'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref> :''Teste di pezze.'' ::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}} *'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref> :''Il capitone senza orecchie.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref> :''Capo di settimana.'' ::{{spiegazione|Lunedì.}} *'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Caporale, è morto l'elefante.'' ::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}} *'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref> ::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}} *'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref> :''Caricare il porco.'' ::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}} *'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> :''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref> ::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}} *'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref> :''Carta bianca.'' ::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}} *'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref> :''L'avaro.'' *'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>) :''Casa a due porte.'' ::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}} *'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> :''Il Casale di Nola.'' ::{{spiegazione|Il fondo schiena.}} *'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref> :''Casale saccheggiato.'' ::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}} *'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref> :''Cassetta, scatola da lustrascarpe.'' ::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}} *'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref> ::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}}) *'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15]. ISBN 88-7188-365-9</ref> :''Formaggio cotto con l'olio.'' ::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}} *'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> :''Castagnette per ballare.'' ::{{spiegazione|Le nacchere.}} *'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref> :''Cavaliere, il glande!'' ::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}} *'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref> :''I [[pantaloni]] "a saltafosso".'' ::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}} *'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref> :''Piccolo membro di re.'' ::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}} *'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.'' ::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}} *'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref> :''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.'' ::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}} *'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref> :''Qui nessuno è ingenuo.'' *'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref> :''Qui si ferma l'orologio!'' ::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}} *'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/> :''Qui sotto non ci piove.'' ::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}} *'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref> :''Qui ci sono i ragazzi vostri.'' ::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}} *'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref> :''Più nera della mezzanotte non può venire!'' ::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}} *'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref> ::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}} *'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>' ::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}} *'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.''' :''Gelse ghiacciate, diacce.'' *'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Che anima di tua madre.'' ::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}} *'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Che dieci.'' ::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}} *'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref> ::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}} *'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA202&dq=&hl=it&pg=PA202#v=onepage&q&f=false p. 202].</ref> :''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!'' ::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}} *'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Quella che guarda a terra.'' ::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}} *'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref> :''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.'' ::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}} *'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref> :''Chi mi ha accecato.'' ::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}} *'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref> :''Chi viene dopo.'' ::{{spiegazione|I posteri}} *'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/> :''Chi viene dopo se lo piange.'' ::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}} *'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}} *'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref> :''Piangono anche le pietre della strada.'' ::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}} *'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref> :''Cappio da impiccato (appeso).'' ::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}} *'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.'' *'''Chiavarse 'a lengua 'nculo''' o ''''ncanna'''.<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''[http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Giuseppe-Giacco-Vocabolario-napoletano-vesuvioweb.pdf Schedario napoletano]'', ''vesuvioweb.com'', p. 81.</ref> :''Mettersi la lingua nel didietro (o in gola).'' ::{{spiegazione|Essere costretto a tacere perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile. Usato specie nell'espressione: ''Chiavate 'a lengua 'nculo!'' vale a dire: Taci! Tu parli pure? Non hai argomenti validi, non sei in condizioni di poter parlare, non hai titolo per poter parlare! Sei manifestamente in torto! ''Tu t'avisse sta' sulamente zitto!'' Tu dovresti solo tacere!}} *'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/> :''Quello che combina tutti i guai.'' ::{{spiegazione|Il [[pene]].}} *'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref> :''Quello di sopra.'' ::{{spiegazione|[[Dio]].}} *'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref> :''Pieno di vuoto.'' ::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}} *'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref> ::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}} *'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref> :''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.'' *'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref> :''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.'' ::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}} *'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref> :''Questo è il paese di Mastro Raffaele.'' ::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}} *'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref> :''Questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}} *'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref> :''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.'' ::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}} *'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref> :''«Cicchignacco» sulla botte.'' :oppure: :'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''«Cicchignacco» nella bottiglia.'' ::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}} *'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref> :''[[cece|Ceci]] ammollati.'' ::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}} *'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref> :''(Fare) cento misure e un taglio.'' ::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}} *'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref> :''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}} *'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref> :''Asino con il basto addosso.'' ::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}} *'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref> :''Asino di carretta.'' ::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}} *'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref> :''Sussurrare, bisbigliare.'' *'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref> :''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.'' *'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref> :''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.'' ::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}} *'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.'' ::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}} *'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> ::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}} *'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref> :''Come è vera la morte!'' ::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}} *'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?'' ::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}} *'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref> :''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.'' ::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}} *'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref> :''Come Dio comanda.'' ::{{spiegazione|A regola d'arte.}} *'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref> :''A seconda di come suoni, così io ballo.'' ::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}} *'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref> :''Come mi vedi, (così) mi scrivi.'' ::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}} *'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref> :''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!'' ::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}} *'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref> ::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}} *'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref> :''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>. *'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :"''Berretti di pene.''" ::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}} *'''Coppola e denocchie!'''<ref>Citato in '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', prefazione, p. 6.</ref> :''Berretto alle ginocchia!'' ::{{spiegazione|Giù il cappello!}} *'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.''' :''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.'' *'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato, con spiegazione, in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref> ::{{spiegazione|Regalo natalizio.}} *'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref> :''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.'' ::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}} *'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref> :''Cresci santo.'' ::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}} *'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]. ISBN 978-1-291-07197-9.</ref> :''Con le natiche nell'acqua.'' ::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}} *'''Cu n'appietto 'e core.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref> ::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}} *'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref> :''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.'' ::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}} *'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref> :''Con una mano davanti ed un'altra dietro.'' ::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}} *'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref> :''Con un cappio (fune) alla gola.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}} *'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref> :''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte). *'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref> ::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref> *'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref> :''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].'' ::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}} *'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref> ::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}} *'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref> :''La [[Civetta]] di porto.'' ::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}} *'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref> :''Sederi impeciati.'' ::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}} *'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/> :''Aquilone.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}} *'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/> :''Comarella.'' ::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}} *'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Conciare alla maniera cordovana''. ::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}} *'''Cuntà' 'e pìle d<nowiki>'</nowiki>'o cùlo.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 262.</ref> :''Contare i peli del sedere.'' ::{{spiegazione|Rivedere le bucce.}} *'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref> :''La conserva di pomodoro.'' ::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}} *'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref> :''Piano piano, cautamente, garbatamente.'' *'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}} *'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref> :''Involto di castagne lesse'' ::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}} *'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref> :''Cornuto e bastonato'' ::Il danno e, in più, anche le beffe. *'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref> :''Basso e cattivo.'' ==D== *'''D. Luigi'''.<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref> :''Don Luigi.'' ::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}} *'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref> :''Da Battro a Tile.'' ::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}} *'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref> :''Dare mammella (di vacca) in aggiunta.'' ::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}} *'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref> :'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.'' ::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}} *'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Darsi i pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}} *'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref> :''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.'' ::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}} *'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref> :''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].'' ::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}} *'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}} :''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.'' ::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}} *'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref> :''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.'' ::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}} *'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref> :''Dio.'' ::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza.}} *'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref> ::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}} *'''Diece.'''<ref name=ten/> :''Dieci.'' ::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}} *'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref> :''Domani il gallo canta mattina.'' ::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}} *'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref> :''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). '' ::{{Spiegazione|In un attimo.}} *'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref> :''Dio lo sa e la Madonna lo vede.'' ::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}} *'''Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/don-andrea-mmieze-mbroglie-sarrecrea/ Don Andrea, 'mmiez'ê 'mbroglie s'arrecréa]'', ''dettinapoletani.it''.</ref> :''Don [[Andrea]], in mezzo agli "imbrogli" se la gode un mondo.'' ::{{spiegazione|Al tipo di Don Andrea non corrisponde certo una natura contemplativa, non una natura irenica. Al contrario, più intricate, più complicate – anche al limite della poca limpidezza, anche torbide – sono le situazioni in cui opera, più irto di ostacoli il cammino, più arduo il cimento, più forti gli attriti, più grande l'incatenamento, il trascinamento nella forza di gravità, e tanto più ci dà dentro di gusto, tanto più corruschi rifulgono i suoi specialissimi, duttilissimi, svariatissimi, versatilissimi, consumatissimi, collaudatissimi, scaltrissimi, sagacissimi, sapientissimi talenti, tanto più vertiginoso cresce il godimento che ne ritrae.}} *'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref> ::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}} *'''Don Frichine.'''<ref name=stain/> ::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}} *'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> :''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}} *'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref> :''Don Salsiccia.'' ::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}} *'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref> :''Don Simone, stampa e compone.'' ::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}} *'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref> :''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).'' ::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}} :::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]]) *'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref> :''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.'' ::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}} *'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/> :''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}} *'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref> :''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).'' ::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla. ==E== *'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref> :''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref> *'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref> :'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.'' ::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}} *'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref> :''È impazzito il padrone.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}} *''''E bane.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia /> *'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref> ::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!'' ::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}} *'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref> :''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.'' *''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref> :''Dicendolo per i cani.'' ::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}} *''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/> :''Le caramelle di vetro.'' ::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}} *''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref> :''I peni che ballano in testa.'' ::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}} *'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref> :''È più la spesa che l'impresa.'' ::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}} *'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref> :''Le comparse dell'Aida.'' ::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}} *'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref> :''È finita a crusca.'' ::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}} *'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref> :È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]]. ::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}} *''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref> :''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.'' ::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}} *'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref> :''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.'' ::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}} *''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/> :''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].'' ::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}} *'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref> :''È l'aria che lo porta.''' ::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}} *'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref> :''È una mola fradicia.'' ::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}} *'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref> :''È una barca rotta.'' ::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}} *'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref> :''È una zarzuela.'' ::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}} *'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref> ::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}} *'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref> :''È un "evacua-scarso".'' ::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}} *''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref> :''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].'' ::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}} *'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/> :''I pizzichi sulla pancia.'' ::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}} *'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref> :''I peti innanzi alla banda.'' ::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}} *'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref> :''I [[rospo|rospi]] nella pancia.'' ::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}} *'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref> :''È rimasto scoperto a rame.'' ::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}} *'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref> :''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''. ::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}} *''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/> :''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).'' ::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}} *''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref> :''I fiori di fichi.'' ::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}} *'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> :''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref> *'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref> :''È stato preso con il lardo addosso.'' ::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}} *''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}} *''''E tennose.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.'' *'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref> :''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!'' ::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}} *''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref> :''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.'' *'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref> :''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''. ::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}} *'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/> :''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].'' ::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}} *'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref> :''È saltata la vacca addosso al bue'' ::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}} *'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref> :''Si sono spenti i lampioncini!'' ::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}} *'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref> :''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.'' ::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}} *'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref> :''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.'' *'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref> :''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.'' ::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}} *'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref> :''Essere corpo di verità''. ::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}} *'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref> :''Essere figlio di una cooperativa di padri.'' *'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref> :''Essere grasso di sughero''. ::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}} *'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref> :''Essere [[medico]] di carrozza.'' ::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}} *'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/> :''Essere una donna superlativamente bella.'' *'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre /> :''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...'' *'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme /> :''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.'' ::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}} *'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref> :''Essere un imboccafave, un mangia-fave.'' ::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}} *'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref> :''Essere il soccorso di Pisa''. ::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}} *'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/> :''Essere tenaglia francese''. ::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}} *'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref> :''Essere serva del re di Francia.'' ::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}} ==F== *'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref> :''Fare la messa elemosinata.'' ::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}} *'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref> :''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.'' ::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}} *'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref> :''Fare la passeggiata del ragù.'' ::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}} *'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref> :''Fare la [[seppia]].'' ::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}} *'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius /> :''Fare la visita del medico.'' ::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}} *'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.''' :''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].'' ::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}} *'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref> :''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).'' ::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}} *'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref> :''Fare l'uccellone.'' ::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}} *'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref> :''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].'' ::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}} *'''Fà' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref> :''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.'' ::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}} *'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref> :''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> ::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref> *'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref> :''Fare di un pelo una trave.'' ::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}} *'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref> :''Far fesso, ingannare lo stomaco.'' ::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}} *'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref> ::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}} *'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/> :''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.'' ::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}} *'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref> :''Fare il solaio dietro i reni.'' ::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}} *'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}} *'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref> :''Fare l'arte del sole.'' ::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}} *'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref> ::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.'' *'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref> :''Fa l'arte di Michelaccio.'' ::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}} *'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref> :''Fare mangiare il [[limone]].'' ::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}} *'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref> :''Fare una chiavica, una fogna.'' ::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}} *'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/> :''Fai una cosa "di giorno".'' ::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}} *'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref> :''Fare una croce nera.'' ::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}} *'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref> ::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}} *'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref> :''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.'' *'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref> :''Fare il cece sul mestolo.'' ::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}} *'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Letteralmente: fare il collo lungo'' ::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}} *'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref> :''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}} *'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref> :''Fare pari e dispari.'' ::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}} *'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref> :''Fare il peto sanguigno.'' ::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}} *'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref> :''Fare il millantatore.'' *'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Fare il quattro di maggio.'' ::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}} *'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref> :''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.'' ::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}} *'''Fà o rre cummanna a scoppole.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Parola per parola: fare il re comanda a scappellotti.'' ::{{spiegazione|L'aura di regalità di questo messere è pari a quella di un adulto che ottenga il rispetto di un bambino o di un minore a suon di scappellotti. In tutto e per tutto la sbiadita ombra, la miserabile parodia di un re, di un uomo eminente. La dolorosa, inoccultabile realtà lo rivela a colpo sicuro uomo senza carattere, senza autorevolezza, senza prestigio, senza carisma, arido, micragnoso, limitato, perfettamente insignificante. Schiacciato da un inconfessabile complesso di inferiorità, tenta di compensarlo agendo verso gli altri con le armi del frustrato colmo di risentimento: ostentata e compiaciuta arroganza, squallide, gratuite vessazioni, grette rivalse, puntigliose e meschine ripicche, ottuse prevaricazioni, rozze prepotenze. Questa la strategia che mira a celare – ottenendo un risultato diametralmente opposto – la propria sostanziale viltà e inconsistenza.}} *'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref> :''Fa lo scemo per non andare alla guerra.'' ::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}} *'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref> :''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].'' ::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}} *'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/> :''Fare lo speziale.'' ::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}} *'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref> :''Fare il "zeza."'' ::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}} *'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref> :''Fare ora pro me.'' ::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}} *'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref> :''Far passare quello del [[cane]].'' ::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}} *'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref> ::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}} *'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref> :''Far scendere il Paradiso in terra.'' ::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}} *'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref> :''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.'' ::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}} *'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref> :''Fare di tre fichi nove rotoli.'' ::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}} *'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref> :''Acquistare pagando in contanti.'' *'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref> :'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.'' *'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref> :''Fare "cedo bonis".'' ::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}} *'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref> :''Faccia di corno.'' ::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}} *'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Volto magro e sedere da nutrice.'' ::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}} *'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref> :''Faccia gialla!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}} *'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref> :''Faccio testa e muro.'' ::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}} *'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref> :''Stendessi un bucato e uscisse il sole!'' ::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}} *'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref> :''Facciamo confusione.'' ::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}} *'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref> :''Facciamoci la croce!'' ::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}} *'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref> :''Facciamo grandi morsi.'' ::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}} *'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/> :''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.'' ::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}} *'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref> :''Fammi fare lo speziale!'' ::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}} *'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref> ::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}} *'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref> :''Fare la casa spilla spilla.'' ::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}} *'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref> :''Far piangere solai e lavatoi.'' ::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}} *'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref> :''Fare come il cane dell'ortolano.'' ::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref> :''Fare (rendere) fradici i polmoni.'' ::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}} *'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.'' ::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}} *'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref> :''"Fare la deviazione".'' ::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}} *'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref> ::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}} *'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref> :''Fare quaresima anzitempo.'' ::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}} *'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref> :''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.'' ::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}} *'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/> :''Farsi come topo bagnato dall'olio.'' ::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}} *'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/> ::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}} *'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref> :''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].'' ::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}} *'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref> :''Farsi immobilizzare come un folle.'' ::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}} *'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/> :''Bell'e fatto.'' *'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref> :''Fetta di pastiera.'' ::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}} *'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref> :''Finisce tutto a tarallucci e vino.'' ::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}} *'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref> :''Sciocchezze, bagattelle da caffè.'' ::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}} *'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/> ::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}} *'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref> :''Figlia di buona cristiana.'' ::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}} *'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref> :''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.'' ::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}} *'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref> :''Figlio di "'ntrocchia."'' ::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}} *'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/> :''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).'' ::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}} *'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> :''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref> *'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref> :''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!'' ::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}} *'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref> :''Letteralmente: "Fosse il Dio!"'' ::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}} *'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref> :''Friggendo mangiando.'' ::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}} *'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref> :''Friggere il pesce con l'acqua.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}} *'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref> :''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)'' *'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref> :''Fresco fresco.'' ::{{spiegazione|All'improvviso.}} *'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref> ::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}} *'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref> :''Piccoli frutti degli occhi'' ::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}} *'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref> :''Fune fradicia.'' ::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}} ==G== *'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref> :''Le gallinelle.'' ::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}} *'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref> :''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.'' *'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/> :''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> *'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref> :''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.'' ::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}} *'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}} *'''Ggesù chìste só nnùmmere!''' :''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!'' ::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}} *'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! /> :''Andare di fretta.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}} *'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref> :''"Giovedì bocconcino".'' ::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}} *'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref> :''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.'' ::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}} *'''Giubbox'''<ref>Citato in Sergio Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref> :''[[w:Juke-box|Juke-box]]'' ::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}} *'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}} *'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref> :''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref> *'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref> :''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref> *'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref> ::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}} *'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref> :''Grazie, Orazio!'' ::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}} *'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref> ::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref> :''Un guaio di notte.'' ::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}} ==H== *'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref> :''La [[notte]] dovrà pur passare.'' *'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref> :''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.'' ::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti. *'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/> :''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.'' ::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}} *'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref> :''Ha perso l'addobbo e i chiodini.'' ::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}} *'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref> :''Ha buttato l'osso al cane.'' ::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}} *'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref> :'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...'' ::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}} *'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref> :''Hai trovato la forma della tua scarpa.'' ::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.'' *'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref> :''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.'' *'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/> :''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.'' ::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}} *'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref> :''Hai tovato l'America.'' ::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}} ==I== *'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Io dico che piove, ma non che diluvia.'' ::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}} *'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref> :'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).'' ::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}} *'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref> :''Andare in febbre.'' ::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}} *''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref> ::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}} *'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref> :''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).'' ::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}} *'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref> :''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.'' ::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}} *'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref> :''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.'' ::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}} *'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}} *'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref> :''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).'' ::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref> *'''Illurto.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.'' *''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref> :''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.'' *'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref> :''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).'' *'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref> :''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.'' *'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Andare o riuscire, risultare in crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} ==J== *'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> ::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}} *'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Andiamo a vedere.'' ::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}} *'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref> ::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}} *'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref> :''Riempirsi la "ciotola".'' ::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}} *'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref> :Letteralmente: ''Andando vagliando.'' ::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}} *'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref> :''Non farti (fatevi) troppe illusioni.'' ::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}} *'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Andare in [[Paradiso]] per errore.'' ::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}} *'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref> :''Cercare Cristo nei lupini.'' ::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}} *'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref> :''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref> :''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.'' *'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref> :''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. '' *'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> :''Andarsene a gloria dei cardoni.'' ::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref> *'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref> :''Andarsene dondoloni dondoloni.'' ::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}} *'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>''' :''Giornata moscia.'' ::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}} *'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref> :''Giusto giusto, preciso preciso.'' ::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}} ==L== *'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref> ::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}} *'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref> :''L'acqua infradicia le navi a mare.'' ::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}} *'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/> :''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.'' ::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}} *'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La [[carne]] si vende in macelleria.'' ::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}} *'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref> :''Lampi e tuoni.'' ::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}} *'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref> :''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.'' ::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}} *'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref> :''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.'' *'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> :''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref> *'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref> :''Togliere l'umido'' ::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}} *'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref> :''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}} *'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/> :''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.'' ::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}} *'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref> :''Togli, to'! Via! Vai via!'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}} *'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Togliersi le grinze dalla pancia.'' ::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}} *'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref> :''Cavarsi il gusto.'' *'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref> :''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!'' ::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}} *'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/> :''Togli (le) mani.'' ::{{spiegazione|Lascia perdere.}} *'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref> :'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.'' ::{{Spiegazione|L'Inferno.}} *'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref> :''Leggero di mano. Di mano leggera.'' ::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}} *'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/> :''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/> *'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref> :''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).'' ::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}} *'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref> :''Lindo e ben lustro (dipinto).'' ::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}} *'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref> :''Lisce di scorze.'' ::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}} *'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref> :''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'' *'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref> :''Liscio e vuoto.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}} *'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 61.</ref> :''L'anima di.'' ::{{spiegazione|Una notevole quantità.}} *'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref> :''Il teatro delle marionette.'' ::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}} *'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref> :''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!'' ::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}} *'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref> :''Il succo del [[botte|tombagno]].'' ::Il [[vino]] ==M== *'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/> :''Mi hai ubriacato di pesche.'' ::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}} *'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref> :''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!'' ::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}} *'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref> :''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?'' ::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}} *'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref> :''Ma fai davvero?'' ::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}} *'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref> :''Maccherone.'' ::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}} *'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref> :''Maccarone, saltami in gola''. ::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}} *'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref> :''Maccherone senza buco.'' ::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}} *'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref> :''Madama Schifa il poco.'' ::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}} *'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> :''La Morte.'' *'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref> :''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!'' ::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}} *'''Magnà' carauttiélle.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> :''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref> ::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}} *'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref> :''Mangia mangia.'' ::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}} *'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net /> :''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).'' ::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}} *'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref> :''Mangiarsi i maccheroni.'' ::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}} *'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref> ::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}} *'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref> :''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia'' ::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}} *'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref> :''Mai per comando.'' ::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}} *'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref> ::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}} *'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''[[Madonna]] della Salette!'' ::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}} *'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref> :''Madonna del Carmine!'' ::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}} *'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref> :''La Madonna di Montevergine.'' ::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}" *'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref> ::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}} *'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}} *{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref> :''La mangiatoia, la greppia.'' ::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}} *'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref> :''Mandare a comprare il pepe.'' ::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}} *'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref> :''Mandare ai Pellegrini.'' ::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}} *'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/> :''Mandare al paese di Pulcinella.'' ::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}} *'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref> :''Mannaggia la colonna!'' ::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}} *'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref> :''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref> ::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}} *'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref> :''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref> *'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref> :''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!'' ::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}} *'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref> :''Reggere la candela.'' ::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}} *'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref> :''Trattieni il carro lungo la discesa.'' ::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}} :oppure: ::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}} *'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref> :''Straccio di petrolio.'' ::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}} *'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> :''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> ::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref> *'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref> :''Povero me, me infelice!'' *'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref> :''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.'' ::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}} *{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref> ::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}} *'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref> :''Mastro Giorgio.'' ::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}} *'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref> :''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.'' ::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}} *'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref> :''[[bugia|Bomba]]!'' ::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}} *'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref> :''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)'' *''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref> :''Parasole di seta.'' ::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}} *''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref> :''Imbroglio, aiutami!'' ::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}} *'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref> :''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.'' ::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}} *'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref> :''Mi dai una voce.'' ::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}} *'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref> :''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.'' ::Da te non me lo sarei mai aspettato. *'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref> :''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].'' ::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}} *'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Mi sembrano (pare) mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}} *'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref> :''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.'' ::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}} *'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref> :''Mi sembra il carro di Picchippò.'' ::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}} *'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref> :''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}} *'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87].</ref> :''Mi sembra il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}} *'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/> :''Mi sembrano mille anni!'' ::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}} *'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref> :''Mi posso schiaffare un aglio dietro.'' ::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}} *'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', lulu.com, 2016, [https://books.google.it/books?id=aPq9DQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA133&dq=&pg=PA133#v=onepage&q=me%20staje%20abbuffanno%20'a%20guallera&f=false p. 133].</ref> :''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.'' ::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}} *'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144].</ref> :''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!'' ::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}} *'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref> :''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.'' *'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref> :''Meglio solo che mal accompagnato.'' *'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref> :''Meloni di acqua.'' ::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}} *'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref> ::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}} *'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref> ::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}} *'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref> :''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.'' ::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}} *'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref> :''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.'' ::{{spiegazione|Rovinarsi.}} *'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref> :''Sterco di sparviero.'' ::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}} *'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref> :''Mettere la testa a fare bene.'' ::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}} *'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref> :''Mettere la faccia nella fogna.'' ::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}} *'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Mettere cenere su una cosa.'' ::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}} *'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref> :''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.'' ::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}} *'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref> :''Imporre la tassa sui cetrioli.'' ::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}} *'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/> ::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}} *'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', anno II, n. 7, giovedì 17 gennaio 1867, [https://books.google.it/books?id=pxHU9ChUOVMC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Mettere un panno che scotta, che arde.'' ::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}} *'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref> :''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.'' ::{{spiegazione|Istigare.}} *'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref> :'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.'' ::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}} *'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref> :''Mettere una persona sopra un porco.'' ::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}} *'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref> :''Mettersi casa e bottega.'' ::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}} *'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref> :''Mettersi una cosa nelle tempie.'' ::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}} *'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref> :''Mettersi "in tredici".'' ::{{spiegazione|Intromettersi.}} *'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarricà'', p. 7.</ref> :''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.'' *'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref> :''Mezza botta.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}} *'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref> ::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}} *'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref> :''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.'' ::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}} *'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref> :''Mettici nome penna.'' ::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}} *'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/> :''Mezzo limone.'' ::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}} *'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref> :''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.'' ::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}} *'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref> :''Verso con cui si chiamano i gatti.'' *''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref> :''In mano a.'' ::{{spiegazione|Al tempo di.}} *'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref> :''Mangia, ché del tuo mangi!'' ::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}} *''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref> ::''Al tempo di Pappagone.'' ::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}} *''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref> :''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.'' ::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}} *'''‘Mmertecà' ll'uóglio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref> :''Rovesciare l'olio.'' ::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}} *'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref> ::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}} *'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref> :''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?'' *'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref> :''In bocca alla porta.'' ::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}} *'''Mmocca Liò.'''<ref>Citato in ''Arlecchino: {{small|giornale-caos di tutti i colori}}'', anno IV, n. 39, 16 febbraio 1863, [https://books.google.it/books?id=Q7Wq8ECiuLoC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''In bocca, leone!'' ::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}} *'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref> :"''Imboccameneuno''". ::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}} *'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref> :''Imboccare con il cucchiaino.'' ::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}} *'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref> :''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.'' *'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref> :''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...'' ::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}} *'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref> :''Ora ci vuole.'' ::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}} *'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.'' ::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}} *'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà /> :''Ora ti appoggio l'ernia in testa!'' ::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}} *'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', anno II, n. 15, 11 giugno 1876, [https://books.google.it/books?id=tVgHiZx9dH8C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PP276#v=onepage&q&f=false p. 2].</ref> :''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.'' ::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}} *'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref> :''Morte lenta.'' *'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref> :''Ippobosca (insetto ematofago)'' ::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}} *'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref> ::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}} *'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref> :''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera. *'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref> :''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.'' ::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}} *'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref> :'' (in) Pelo (in) pelo.'' ::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}} *'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref> ::{{spiegazione|Fortemente assonnato}} *''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/> :''Ingravidare le finestre.''' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}} *'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref> :''In primis et ante omnia.'' ::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}} *'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref> ::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}} *'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref> ::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}} *'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref> ::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}} *'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref> ::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}} *'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/> :''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.'' ::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}} *'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/> :''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.'' ::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}} *'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref> :''Il boccone della creanza.'' ::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}} *'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref> ::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}} *'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref> :''Morire con i finimenti addosso.'' ::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}} *'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref> :''Debole nelle giunture.'' ::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}} *'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>''' :''Punta (mozzicone) di cesto.'' ::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}} ==N== *'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref> :''Un ammazzato e un impiccato.'' ::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}} *'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!'' ::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}} *'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref> :''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.'' ::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}} *'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref> :''Un uomo con i [[baffo|baffi]].'' ::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}} *''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref> :''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.'' ::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}} *'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref> :''Una carta di tre.'' ::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}} *'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref> :''Una cloaca, una fogna.'' ::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}} *'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref> :''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' '' ::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}} *'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref> :''Una (lenza) striscia di [[sole]].'' ::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}} *'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref> :''Una mezza botta.'' ::{{spiegazione|Mediocre, così così.}} *'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref> :''Una mezza parola.'' ::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}} *'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref> :''Una redine di cavalli.'' ::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}} *'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref> ::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}} *'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> ::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}} *''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref> ::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}} *''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/> :''C'è roba (fino) al petto del cavallo''. ::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}} *'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref> :''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.'' ::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}} *'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref> :''Calcare (con) la mano.'' ::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}} *'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.'' ::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}} *'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref> :''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.'' ::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}} *''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref> :''Ci capiamo a fischi.'' ::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}} *'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref> :''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!'' ::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}} *'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref> :''Ci vuole un cuore.'' ::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}} *''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref> :''Inchiodare un chiodo.'' ::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}} *'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref> :''Sul colpo.'' ::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}} *'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref> :''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.'' ::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref> *'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/> ::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}} *'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref> ::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}} *'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref> :''Ne vuoi che sono cipolle'' ::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}} *'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)]'', Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref> :''La "bambina degli occhi."'' ::{{spiegazione|La pupilla.}} *'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref> :''Neve di fiocco.'' ::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}} *'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref> :''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.'' *'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref> ::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}} *'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref> :''Pelucco.'' ::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}} *''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref> ::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}} *'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref> :''Nobili e non nobili.'' ::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}} *'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref> :''Fiocchi e fettucce, nastri.'' ::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}} *'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref> :'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).'' *'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> :''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].'' *''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref> :''Sfregio, nel gergo della malavita antica.'' *'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref> ::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}} *''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref> :''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!'' *'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> :''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref> *''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref> :''Un cappio di impiccato.'' ::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}} *'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> ::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}} *''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref> :''Un ladro con la scala sulle spalle.'' ::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}} *'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref> :''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.'' *'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref> :''Un pezzo di pane.'' ::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}} *''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref> :''Un quadro di lontananza.'' ::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}} *''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref> :''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref> ::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}} *''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref> :''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).'' ::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}} *'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref> ::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}} *'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref> :''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.'' ::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}} *'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> ::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}} *'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref> :''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.'' ::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}} *'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/> :''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).'' ::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}} *'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.'' ::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}} *'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref> :''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.'' *'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref> :''Non è dolce di sale.'' ::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}} *'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> :''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref> ::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}} *'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/> ::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}} *'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref> :''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.'' ::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}} *'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref> :''Non leggere il libro di quaranta pagine.'' ::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}} *'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> :''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref> *'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref> :''Non sai tenere tre ceci in bocca.'' ::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}} *'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.''' :''Non sapere niente di [[San Biagio]].'' ::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}} *'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref> :''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref> ::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref> :oppure ::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> *'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref> :''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.'' ::{{spiegazione|È povero in canna.}} *'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref> :''Non ho testa.'' ::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}} *'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> :''Rimbambito, stordito, confuso.'' *'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/> :''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref> *'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref> :''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.'' *'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref> :''Chiudere gli occhi.'' ::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}} *'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref> :''Chudere il libro.'' ::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}} *'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref> ::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}} *'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> :''All'improvviso.'' *'''Nziria.'''<ref name=outof/> :''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.'' ::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}} *'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/> :''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref> *'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref> :''Inzolfare. Insufflare.'' ::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}} ==O== *''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref> :''Il ballo dell'orso.'' ::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}} *''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref> :''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.'' *''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref> :''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).'' *''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/> :''Il cappotto di legno.'' ::{{spiegazione|La bara.}} *''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref> :''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.'' ::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}} *''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref> :''Il chiacchierone.'' ::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}} *''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref> :''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!'' ::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}} *''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref> ::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}} *''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref> :''Il corpo di Napoli.'' ::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}} *''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref> :''Il due allattante.'' ::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}} *'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref> :''Il racconto dei quattro sordi.'' ::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.) *''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref> :''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref> *''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref> :''Il fungo dell'[[orecchio]].'' ::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}} *''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/> :''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.'' ::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}} *''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref> :''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.'' ::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}} *''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref> :''Il guappo di cartone.'' ::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}} *''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref> :''Il fazzoletto di colore'' ::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}} *''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref> :''Il maestro di festa.'' ::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}} *''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref> :''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.'' ::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}} *''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref> :''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!'' ::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}} *''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/> ::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}} *''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref> :''L'imbratta carte.'' ::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}} *'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002, Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref> ::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}} *'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref> :''Il palazzo è alto e la signora è sorda.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}} *''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/> :''Il pastore della meraviglia.'' ::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}} *''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Il padre dei bambini.'' ::{{spiegazione|Il pene.}} *''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref> ::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}} *''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref> :''Il prende e porta.'' ::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}} *''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref> :''Il [[peto]] più grande del sedere.'' ::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }} *''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref> :''Il priore di San Martino.'' ::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}} *''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref> :''Il maiale nel mucchio di mele.'' ::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}} *''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref> :''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.'' ::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}} *''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref> :''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.'' ::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}} *''''O quàrto spàrte.''' :''Il quarto spariglia.'' ::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}} *''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref> :''Il diavolo di Mergellina.'' ::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}} *''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref> :''Il resto di niente.'' ::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}} *''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref> :''Il becchino.'' *''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref> :''Lo scemo di Miano.'' ::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}} *''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/> :''Il senza piedi.'' ::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}} *''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref> :''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!'' ::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}} *''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}} *''''O tale e quale.'''<ref name=nose/> :''Il tale e quale.'' ::{{spiegazione|Lo specchio.}} *'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref> :''Il totano nella chitarra'' ::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}} *''''O tram a muro.'''<ref name=nose/> :''Il tram a muro.'' ::{{spiegazione|L'ascensore.}} *''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref> :''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].'' ::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}} *''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref> :''Il teatro di donna Peppa.'' ::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}} *''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref> :''Il toc-toc.'' ::{{spiegazione|La tachicardia.}} *'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref> :''Lo vado a prendere ad Agnano'' ::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}} *''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/> :''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''. ::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}} *''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref> :''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.'' *'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref> :'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.'' ::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}} *'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref> :''Unghie di impiccati sotto le navi.'' ::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}} *'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref> :oppure :''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).'' *'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/> :''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).'' ::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}} *'''Ommo 'e sfaccìmma'' o '''Ommo pusetìvo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 236.</ref> :''Letteralmente: Uomo di sperma o Uomo positivo'' ::{{spiegazione|Uomo positivo è da intendersi in senso antifrastico, le due locuzioni significano: uomo da nulla.}} *'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref> :''Don Titta e il [[cane]]'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref> :''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).'' ::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}} *'''Orecchione.'''<ref name=splinter/> ::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}} ==P== *'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/> :''Per la fabbrica dell'appetito.'' ::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}} *'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/> :''Spicchi, pezzi di frutta.'' ::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref> ::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}} *''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/> :''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.'' *'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref> :''Palazzo a due uscite.'' *'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref> :''Le "farfalline" davanti agli occhi.'' ::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}} *'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/> :''Pancia da sotto e forellino sopra.'' ::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}} *'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref> ::{{spiegazione|Stupido.}} *'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref> ::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}} *'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref> :''Pari e pace'' ::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}} *'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref> ::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}} *'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> :''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!'' ::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}} *'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref> :''Sembrare il cesto del venditore di taralli.'' ::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}} *'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/> :''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.'' ::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}} *'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref> :''Sembra una bambola.'' ::{{spiegazione|È bellissima.}} *'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref> ::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}} *'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref> :''[[Parlare]] a spiovere.'' ::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}} *'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref> :''Parla come ti ha fatto tua mamma!'' ::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}} *'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref> :''Parlare con la polpetta in bocca.'' ::{{spiegazione|Parlar bleso.}} *'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref> ::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}} *'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref> :''Parlare in figura.'' ::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}} *'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref> :''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' '' ::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}} *'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref> :''Parlare sciò-sciommo.'' ::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}} *'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/> ::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }} *'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref> :''Pasquale Passaguai.'' ::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}} *'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref> :''Passa la vacca magra.'' ::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}} *'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref> :''Passare quello dei cani.'' ::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}} *'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref> :''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.'' ::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}} *'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.''' ::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}} *'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref> :''Soffrire di unghia incarnita.'' ::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}} *'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref> :''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.'' ::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}} *'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref> :''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].'' ::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}} *'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref> :''Per una mangiata di fave.'' ::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}} *'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref> :''Per ventinove e trenta'' ::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}} *'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref> :''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.'' ::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}} *'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref> :''Pesca gialla verace.''<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>'' *'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref> :''Perdere Filippo e il paniere.'' ::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}} *'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref> :''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).'' ::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}} *'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref> :''Piede di broccolo'' ::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}} *'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref> :''Peto senza scoppio, senza fragore.'' ::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}} *'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.'' *'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/> ::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}} *'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> :''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.'' ::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref> *'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref> :''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)'' *'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref> ::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}} *'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref> :''Prezzemolo (in) ogni minestra.'' ::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}} *'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/> :''Straccio da pitale.'' ::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}} *'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/> :''La / Una pizzicata.'' ::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}} *'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref> :''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.'' *'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/> :''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].'' ::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}} *'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas /> :''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.'' *'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref> :''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.'' ::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}} *'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/> :''Prendere lino da pettinare.'' ::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}} *'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref> :''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura'' ::{{spiegazione|Prendere una svista.}} *'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref> :''Prendere una quaglia.'' ::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}} *'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref> ::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}} *'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref> ::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}} *'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/> :''Scambiare il pene per il faro del molo.'' ::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}} *'''Piglia' 'o cazzo pe 'a banca 'e l'acqua.'''<ref>Citato in Angelo Cannavacciuolo, ''Acque basse'', Fazi, Roma, 2005, [https://books.google.it/books?id=4yN2xmb-C-cC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA180&dq=&pg=PA180#v=onepage&q&f=false p. 180]. ISBN 88-8112-637-0</ref> :''Prendere (scambiare) il pene per il banchetto del venditore di acqua fresca.'' ::{{spiegazione|Pendere una madornale svista. Ricorrente nell'esclamazione: ''Hê pigliato 'o cazzo p' 'a banca 'e ll'acqua!'': Ma tu non hai capito proprio niente, ti sei completamente sbagliato, hai preso una svista, un abbaglio totale, colossale!}} *'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref> :''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.'' ::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso. *'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref> :''Piglia e porta'' ::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}} *{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref> :''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').'' ::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}} *'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref> :''Orina acqua santa dall'ombelico.'' ::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}} *'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref> :''Parlare fittamente ed in segreto.'' *'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref> :''Dipingere col fiato.'' ::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}} *'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref> :''Dipingere il sole.'' ::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}} *'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref> :''Pittore, vai a pittare!'' ::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}} :::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]] *'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/> :''Il pizzica, becca a terra.'' ::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}} *'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref> ::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}} *'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> ::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref> *'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref> ::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}} *'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref> :''Povero Madonna.'' ::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}} *'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref> :''Letteramente: Il presepe che si agita.'' ::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}} *'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/> :''Pietra o Scheggia di fucile'' ::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}} *'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref> :''Pietra infernale: nitrato d'argento.'' *'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref> :''Prima di ora.'' ::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}} *'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref> :''Promette certo e viene meno sicuro.'' ::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}} *'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref> :''Letteralmente: innesto, marza d'oro.'' ::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}} *'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref> :''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.'' ::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}} *'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref> :''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.'' *'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref> :''Portami tua sorella!'' ::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}} *'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!'' ::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}} *'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/> :''Che tu possa avere un aglio dietro!'' ::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}} *'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref> :''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).'' *'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref> :''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.'' ::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}} *'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref> :''Portare la bandiera.'' ::{{spiegazione|Eccellere.}} ==Q== '''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195]. ISBN 978-88-227-1478-7</ref> :''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?'' *'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze: {{small|(commedia in due atti in lingua napoletana)}}'', ''lulu.com'', 2012, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]. ISBN 978-1-291-00640-7</ref> :''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.'' ::{{spiegazione|Mai e poi mai.}} *'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276]. ISBN 9788891147530</ref> :''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?'' ::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}} *'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref> :''Quanto è vero che la Madonna esiste.'' ::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}} *{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41]. ISBN 978-88-6950-129-6,</ref> :''La conchiglia.'' ::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}} *'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref> :''(Cum) quibus, con i quali.'' ::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}} ==R== *'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref> :''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.'' ::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}} *{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref> :''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)'' ::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}} *'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref> :''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).'' *'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref> :''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].'' *'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/> ::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}} *'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]]) :''Il grillo.'' *'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref> :''Rompere le uova in mano (a qualcuno).'' ::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}} *'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref> :''Rompere l'incantesimo, il litigio.'' ::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}} *'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref> :''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref> ::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}} *'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref> :''Il mezzano.'' *'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA229&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref> :''Rotto per rotto.'' ::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}} ==S== *'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref> :''Compra il male come i medici.'' ::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}} *'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/> :oppure *'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref> :''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.'' ::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}} :oppure *'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> ::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}} *'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Si è ingarbugliata la matassa.'' ::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}} *'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref> :''Si è disordinata, stravolta la grammatica.'' ::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}} *'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref> :''Salutami tua sorella.'' ::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}} *'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref> :''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!'' ::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}} *'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref> :''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.'' *'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref> :''San Gennaro, mettici la mano tua!'' *'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref> :''San Gennaro, pensaci tu!'' *'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref> :''San Giuseppe ci ha passato la pialla.'' ::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}} *'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref> ::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}} *'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref> :'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).'' *'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref> ::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}} *'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!''' :''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!'' ::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}} *'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/> :''Santo guappone!'' ::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}} *'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref> :''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).'' ::{{spiegazione|È una donna bellissima.}} *'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref> :''San Mangione'' ::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}} *'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref> ::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}} *'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref> :''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref> *'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref> :''Lo "scapricciatello".'' ::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}} *'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref> :''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref> :''Scheggia di pitale.'' ::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}} *'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref> :''Scheggia nell'occhio.'' ::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}} *'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref> :''Lo scaldino di Gesù Cristo.'' ::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}} *'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref> :''Riscaldasedie.'' ::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}} *'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/> :''Riscaldatore di fistola.'' ::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}} *'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/> :''Donna gobba'' ::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}} *'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Gobba con la punta (appuntita).'' *'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/> :''Gobba reale.'' ::{{spiegazione|Gobba duplice.}} *'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref> :''Scaldachiodi.'' ::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}} *'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/> :''Scavo di Pompei.'' ::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}} *'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref> :''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.'' *'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref> ::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}} *'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref> :''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.'' ::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}} *'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref> :''Albeggiare, farsi giorno.'' *'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref> :''Schiattare in corpo.'' ::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref> ::{{spiegazione|Il becchino.}} *'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref> :''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.'' *'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> :''Sciacquare una mola.'' ::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}} *'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref> :''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.'' ::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}} *'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/> :''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!'' ::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}} *'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref> ::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}} *'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref> :''Donna corpulenta e simpatica.'' *'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref> :''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!'' ::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}} *'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref> :''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)'' *'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref> :''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!'' *'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref> :Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida. *'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref> :''Soffia che vola (vola via, sparisce).'' ::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}} *'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref> ::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}} *'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref> :''Strappa e fuggi.'' ::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}} *'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref> :'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.'' ::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}} *'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref> :''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.'' *'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref> ::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}} *'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Gli orecchini.'' *'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> :''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref> *'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref> ::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}} *'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref> :''La scuola da farsa.'' ::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}} *'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref> :''Bucce d'arancia.'' ::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}} *'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/> :''Schiumare di sangue.'' ::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}} *'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref> :''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].'' ::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}} *'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref> :''Annottare, farsi notte.'' *'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref> :''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'') ::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}} *'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/> :''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.'' ::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}} *'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref> :''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.'' ::{{small|Si è creato un malinteso.}} *'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref> :''Sono andate in frantumi le piccole brocche.'' ::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}} *'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/> ::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref> :''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"'' ::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}} *'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Ferdinando Russo, '''O "luciano" d<nowiki>'</nowiki>'o Rre'', p. 82.</ref> ::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}} *'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref> :''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).'' :''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.'' *'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref> :''"Chiudibottega".'' ::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}} *'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref> :''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}} *'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref> :''Sperma''. ::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}} *'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref> ::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}} *'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref> :''Squattrinato.'' *'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref> :''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref> *'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref> :''Sei più fetente di un orecchio del confessore.'' ::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}} *'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref> :''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.'' ::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}} *'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref> ::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}} *'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/> :''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).'' *'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref> :''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire! *'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref> :''Nemmeno se viene la morte lo trova.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}} *'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref> :''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.'' ::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}} *'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/> :''Secchio di nafta!'' ::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}} *'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> :''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref> :''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].'' ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/> :''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref> ::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}} *'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?hl=it&id=r6AIAQAAMAAJ&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&focus=searchwithinvolume&q=buttone. p. 819]. :''Siamo del bottone.'' ::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}} *'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref> ::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}} *'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref> :''Sono uscite le statue di San Gennaro.'' ::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}} *'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref> :''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).'' ::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}} *'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref> :''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.'' ::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}} *'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/> :''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).'' ::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}} *'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref> :''Sole "in perno".'' ::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}} *'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref> :''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].'' ::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}} *'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref> :''Il topo bagnato nell'olio.'' ::{{spiegazione|Una persona impomatata.}} *'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/> :''Sotto la botta.'' ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref> ::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}} *'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref> :''Sparare a crusca.'' ::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}} *'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.''' :''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].'' ::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}} *'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref> :''Dividersi il sonno.'' ::{{spiegazione|Fare vita comune.}} *'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref> :''Spago incerato.'' ::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}} *'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Desiderare avidamente come un [[cane]].'' ::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}} *'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref> :''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa). *'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref> :''Sturapipa. Scovolino per pipa.'' ::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}} *'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref> :''"Spogliaimpiccati".'' ::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}} *'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.''' :''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.'' ::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}} *'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> :''Pipistrello, nottola.'' ::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}} *'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref> :''Spostare con la bocca.'' ::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}} *'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref> :''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.'' *'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref> ::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}} *'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> :''Stare in due nello stesso pollaio.'' ::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}} *'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref> :''Stare alleluia!'' ::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}} *'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref> :''È ben imbevuto, intriso.'' ::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}} *'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref> :''Stare col cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}} *'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref> :''Stare come una Pasqua.'' ::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}} *'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/> :''Stare come il diavolo e l'acqua santa.'' ::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}} *'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> :''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).'' *'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> :''Stare naso e bocca.'' ::{{spiegazione|Essere molto vicino.}} *'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/> :''Essere pulito come il bacile del barbiere''. ::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}} *'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref> :''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''. ::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}} *'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref> :''Sta facendo giorno ad Afragola.'' ::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}} *'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref> :Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.'' ::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}} *'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref> :''Stiamo tutti sotto il cielo.'' ::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}} *'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref> :''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.'' ::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}} *'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}} *'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref> ::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}} *'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!'' ::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}} *'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref> :''"Straccia-gola-ed-esofago".'' ::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}} *'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref> :''"Trascinafaccende"'' ::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}} *'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref> :''Stringere i panni addosso ad una persona.'' ::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}} *'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref> :''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref> ::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}} *'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref> :''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.'' ::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}} *'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref> ::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}} *'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref> :''Letteralmente: trottola isterilita.'' ::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}} *'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref> ::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}} *''''Stu ventariello ca a tte t'arrecrea, a mme me va 'nculo!'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 403.</ref> :''Questo venticello, questa brezzolina, questo gentil zefiretto che tanto ti fa godere, a me, invece, va lì... dove non batte il sole!'' ::{{spiegazione|Una vaga e soave auretta, eppure... refrigerio e sollievo per uno, malanni assicurati per l'altro. La medesima situazione può essere per alcuni gradevole e vantaggiosa, per altri un danno e un tormento.}} *'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref> :''Storto o morto.'' ::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}} *'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref> :''Sorbettare.'' ::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}} *'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref> :''Sudare inchiostro'' ::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}} *'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref> :''Suonare il pianoforte.'' ::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}} *'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref> :''Sognarsi il tram elettrico.'' ::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}} *'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref> :''[[debito|Solco]] copre solco.'' ::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}} *'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}} ==T== *'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref> :''Te la cucini con le uova la trippa.'' ::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}} *'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/> :''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.'' ::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}} *'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>''' :''Devi farti benedire da un prete pederasta.'' ::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}} *'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref> :''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.'' ::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}} *'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/> :''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.'' *'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref> ::{{spiegazione|Immediatamente.}} *'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref> ::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}} *'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref> :''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?'' ::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}} *'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref> :''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.'' ::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}} *'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref> ::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}} *'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref> :''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>'' ::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}} *'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref> :''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!'' ::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}} *'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref> :''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>) ::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}} *'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref> :''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.'' ::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro. *'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref> :''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref> ::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}} *'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref> :''Ti so pero.'' ::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}} *'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref> :''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].'' ::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}} *'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref> :''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.'' ::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}} *'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref> :''Ti vedo e ti piango.'' ::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}} *'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref> :''Ha il cuore nello zucchero.'' ::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}} *'''Tené 'a capa fresca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref> :''Avere la testa fresca.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere del tutto spensierati perché sollevati da ogni problema materiale o per innata disposizione d'animo. Al sempre lieto, fortunato possessore di simile "capa" – che in mancanza di più gravi pensieri si trastulla in piena delizia nelle più futili bagattelle – si può ben dire, rivolgendogli un complimento ironico: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}} *'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/> :''Avere la testa solo per separare le orecchie.'' ::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}} *'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref> :''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.'' ::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}} *'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius /> :''Avere le buone maniere del medico.'' ::{{Spiegazione|Non averne affatto.}} *'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/> :''Avere la neve in tasca.'' ::{{spiegazione|Avere fretta.}} *'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref> :''Ha la pancia incollata ai reni.'' ::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}} *'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref> :''Tenere la pancia al sole.'' ::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}} *'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref> :''Ha la parola soverchia, superflua.'' ::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}} *'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref> :''Ha l'[[aringa]] in tasca.'' ::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}} *'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref> :''Ha la carrucola in bocca.'' ::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}} *'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref> :''Avere la zeppola in bocca.'' ::{{spiegazione|Balbettare.}} *'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref> :''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.'' ::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}} *'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref> ::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}} *'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref> :''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.'' *'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/> :''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''. ::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}} *'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref> :''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].'' ::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}} *'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref> :''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !'' ::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}} *'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref> ::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}} *'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref> :'' ''Tené mente'': avere mente.'' ::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}} *'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref> :''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco'' ::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}} *'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref> :'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.'' ::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}} *'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/> :''Tenere in fresco.'' ::{{spiegazione|Tenere di riserva.}} *'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref> :''Ha il ladro in corpo.'' ::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}} *'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref> :''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.'' ::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}} *'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref> :''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref> ::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}} *'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref> :''Avere la bocca che gioca con le orecchie.'' ::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}} *'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref> :''Avere le rendite sparse al sole.'' ::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}} *'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref> :''Avere in corpo una fame da lupi.'' *'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref> :''Ho una brutta pulce nell'orecchio.'' ::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}} *'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref> :''Tieni in mano.'' ::{{spiegazione|Aspetta.}} *'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref> ::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}} *'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref> :''Tienimi che ti tengo.'' ::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}} :oppure ::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}} :::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]]) *'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref> ::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}} *'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref> :''Tirare il carretto.'' :{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}} *'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref> :''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.'' *'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref> :{{spiegazione|Togliti di torno!}} *'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref> :''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.''' ::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}} *'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref> ::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}} *'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/> ::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}} *'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> ::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}} *'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref> :''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref> *'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref> :''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.'' ::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}} *'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref> :''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...'' ::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}} *'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref> :''Trave di sapone.'' ::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}} *'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref> :''Ritardi e venga bene.'' ::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}} *'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref> :''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!'' ::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}} *'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref> ::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}} *'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref> :''Trovare la pezza (toppa) a colori.'' ::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}} *'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref> :''Trovare il vangelo girato.'' ::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}} *'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref> :''Trovare la forma della propria scarpa.'' ::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}} *'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref> :''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''. *'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref> :''Tu che accoppi, cosa metti insieme?'' ::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}} *'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref> :''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).'' ::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}} *'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref> :''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.'' ::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}} *'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/> :''Tu stai dietro la carrozza.'' ::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}} *'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref> ::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}} *'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref> :''Vedi quanto è bella Parigi!'' ::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}} *'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref> :''Toc toc (tuppettià: bussare).'' *'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/> :"''Tutta una botta.''" ::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}} *'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref> :''Tutto a Gesù e niente a Maria.'' ::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}} ==U== *'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref> :Letteralmente:''Il banco dello scivolo'' ::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo. *'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref> :''Il libro del perché non si è stampato ancora.'' ::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}} *'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter /> :''Il migliore migliore.'' ::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}} *'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref> :''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.'' ::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}} *'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref> :''Oh anima!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}} *'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref> :''Un'anima e coraggio.'' ::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}} *'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref> :''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.'' ::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}} *'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref> :''Uno di tutto.'' ::{{spiegazione|Di tutto un po'.}} *'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref> :''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.'' ::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}} *'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref> ::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}} *'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref> :''[[Occhi]] pieni e mani vuote.'' ::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}} *'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref> :''Occhi secchi.'' ::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}} *'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/> :''Occhio di basilisco.'' ::{{spiegazione|La jettatura.}} *'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref> :''Olio "petronico".'' ::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}} *'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref> ::{{spiegazione|Il malleolo.}} *'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/> :''Zitto e mosca!'' ::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}} *'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref> :''Usse prendi!'' ::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}} *'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/> ::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}} ==V== *'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref> :''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.'' ::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}} *'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref> :''Va', chiamaci Alfonso.'' ::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}} *'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref> :''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)'' *'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref> :''Vai un po' a capire, vattelapesca.'' *'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref> :''Va cercando chi lo uccide.'' ::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}} *'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref> :''Va' a fare in bocca!'' ::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}} *'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref> :''Popolana, domestica.'' ::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref> *'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/> :''Vuoto come una zucca.'' *'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref> :''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.'' ::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}} *'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref> :''Vantati sacco mio se non ti scucio.'' ::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}} *'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> :''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref> ::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref> :''La Vecchia del [[Carnevale]]'' ::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}} *'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref> :''La vecchia potente.'' ::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}} *'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref> :''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.'' ::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}} *'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref> :''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.'' ::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}} *'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref> :''Veniamo a noi.'' ::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}} *'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref> :''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.'' *'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref> :''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.'' *'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref> :''Vedi, quanto è bella l'estate!'' ::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}} *'''Vicallaje.'''<ref name=push /> :''Vedi che lo hai hai.'' ::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}} *'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref> :''Vino a due orecchie.'' ::{{spiegazione|Vino annacquato.}} *'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/> :''Vino a un orecchio.'' ::{{spiegazione|Vino generoso.}} *'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref> :''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.'' ::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}} *'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/> :''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''. ::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}} *'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref> :''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).'' ::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}} *'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref> :''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.'' ::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}} *'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/> :''Volta e gira.'' ::{{spiegazione|Checché si faccia.}} *'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref> :''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.'' ::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}} *'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref> :''Gira i pesci che si bruciano.'' ::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}} *'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref> :''Scaglia la pietra e nasconde la mano.'' ::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}} *'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref> :''Spingi spingi.'' ::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}} *'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref> :''Straccio di parola.'' ::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}} *'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref> :''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.'' ::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}} *'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref> :''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.'' ::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}} *'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref> :''Vomitare bullette.'' ::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}} *'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref> :''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.'' ::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}} *'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref> :''Girare la fantasia.'' ::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}} *'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref> :''Volgere a tarantella.'' ::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}} *'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> :''Spingere il chiavistello (di ferro).'' ::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}} *'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref> :''Spingere le mani.'' ::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}} ==Z== *'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref> :''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.'' *'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref> :''L'ugola.'' *'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Una persona di statura molto piccola.'' *'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref> :''Ragazza, giovane contegnosa.'' ::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}} *'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014, [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT33&dq=&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]. ISBN 9788866601456</ref> :''Zitto chi conosce il gioco! (il trucco o l'imbroglio, altrimenti si perde il guadagno).'' *'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref> :''Zitto zitto, in mezzo al mercato.'' ::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}} *'''Zòccola cu 'âcchiàra.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref> :''Ratto con gli occhiali.'' ::{{spiegazione|Persona fortemente miope.}} *'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref> :''Succhiare da due mammelle.'' ::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}} *'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref> :''Succhiatore.'' ::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}} *'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref> :''Zuccherino mio.'' ::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}} *'''Zuche zuche''' o '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref> ::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}} *'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/> :''Saltare come un [[grillo]].'' *'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref> ::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}} ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''A Buon 'Ntennitore. 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ISBN 978-88-6042-710-6 *[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2 *[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910. *[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966. *Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530 *Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. 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Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1890. *[[Totò]], ''[https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Tutto Totò: {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sketch più divertenti}}]'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7 *Maurizio Esposito, ''[https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Uomini di camorra: {{small|la costruzione sociale dell'identità deviante}}]'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, FrancoAngeli, Milano, 2004. ISBN 88-464-5865-6 *[[Abele De Blasio]], ''[https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up Usi e costumi dei camorristi]'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. 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Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref> *È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref> *Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref> *{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/> *Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref> {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}} *Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma. *È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture. *Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole? {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}} *Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi. *Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte. *Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia. *Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa. {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}} *Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia... *Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino". *La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota. *Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni. {{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}} *{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico. *Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''. *Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose. {{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}} *L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi. *{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi *Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie. *{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori. *I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile. {{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}} *C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto. *Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella. *Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi. {{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}} *Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema. *Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato. *Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti. *In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate... *Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio. {{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}} *Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini. *{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista. *{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla. *{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque! {{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}} *{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref> *Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte. *C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer. {{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}} *Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui. *''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica. *In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film. *Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate. {{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}} *{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"... *{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo. *Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete... {{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}} *Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso. *Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose. *Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget. *Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}} *Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero. *{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso. *Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali. {{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}} *Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce... *L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola. *È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda. *Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''. ==Citazioni su Dario Argento== *Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]]) *Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]]) *È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]]) *Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]]) ===[[Fabio Giovannini]]=== *La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte. *Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona). *Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione. *Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film. ===[[George A. Romero]]=== *A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi. *Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour! *Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri. ==Note== <references /> == Filmografia == ===Regista=== {{div col|strette}} *''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970) *''[[Il gatto a nove code]]'' (1971) *''[[Le cinque giornate]]'' (1973) *''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975) *''[[Suspiria]]'' (1977) *''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980) *''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982) *''[[Phenomena]]'' (1985) *''[[Non ho sonno]]'' (2001) *''[[Il cartaio]]'' (2004) *''[[La terza madre]]'' (2007) *''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009) *''[[Dracula 3D]]'' (2012) {{div col end}} ===Sceneggiatura=== {{div col|strette}} *''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969) *''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970) *''[[Il gatto a nove code]]'' (1971) *''[[Le cinque giornate]]'' (1973) *''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975) *''[[Suspiria]]'' (1977) *''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980) *''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982) *''[[Phenomena]]'' (1985) *''[[Non ho sonno]]'' (2001) *''[[Il cartaio]]'' (2004) *''[[La terza madre]]'' (2007) *''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009) *''[[Dracula 3D]]'' (2012) {{div col end}} ===Soggetto=== *''[[C'era una volta il West]]'' (1968) *''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970) *''[[Il gatto a nove code]]'' (1971) *''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975) *''[[Phenomena]]'' (1985) ===Produttore=== *''[[Phenomena]]'' (1985) *''[[Non ho sonno]]'' (2001) *''[[Il cartaio]]'' (2004) *''[[La terza madre]]'' (2007) *''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009) ===Attore=== *''[[Il gatto a nove code]]'' (1971) ==Voci correlate== *[[Asia Argento]] – figlia *[[Daria Nicolodi]] – moglie ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Argento, Dario}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Produttori cinematografici italiani]] [[Categoria:Registi italiani]] [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] 0zsg0zfwcqprbukmkbsxbtb9k5qbwhm Natalie Portman 0 16621 1221379 1096449 2022-08-07T16:23:41Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ wikitext text/x-wiki [[File:Natalie Portman 2011 AA2.jpg|thumb|Natalie Portman nel 2011]] {{Premio|Oscar| '''[[Il cigno nero (film)|Il cigno nero]]''' *Miglior attrice (2011) }} '''Natalie Hershlag''' (1981 – vivente), in ebraico נטלי הרשלג, nota con il nome d'arte di '''Natalie Portman''', in ebraico '''נטלי פורטמן''', attrice israeliana naturalizzata statunitense. ==Citazioni di Natalie Portman== *Adoro essere mamma. Sono meno critica rispetto a quando non ero madre. Ciò che maggiormente riguarda la genitorialità è che essa è un'esperienza completamente diversa per ogni persona. Tutto è fantastico, non ci sono regole.<ref>Da un'intervista rilasciata a ''The Telegraph''; citato in ''[http://www.pinkdna.it/natalie-portman-adoro-essere-mamma-non-ci-sono-regole/ Natalie Portman: adoro essere mamma, non ci sono regole]'', ''Pinkdna.it'', 29 ottobre 2013.</ref> *{{NDR|Su ''[[V per Vendetta]]''}} Ho letto il graphic novel di Moore subito dopo aver letto la sceneggiatura e l'ho amato moltissimo, ma penso che siano due entità differenti e vadano giudicate separatamente. In realtà poi i cambiamenti più grandi sono stati fatti sul mio personaggio, che nel film è più maturo e con una maggiore consapevolezza politica, ma rimane comunque intatto quel senso d'innocenza che è alla base del personaggio.<ref name=v>Citato in Luca Linguori, ''[http://www.movieplayer.it/film/articoli/il-cast-di-v-for-vendetta-a-berlino_1801/ Il cast di V for Vendetta a Berlino]'', ''Movieplayer.it'', 14 febbraio 2006.</ref> *Il mio personaggio {{NDR|''Nina Sayers'' protagonista di ''[[Il cigno nero (film)|Il cigno nero]]''}} è ossessionato dalla perfezione, come molte ballerine vere. Io invece, con il mio lavoro, ambisco a trovare soprattutto la bellezza, la quale credo non sia qualcosa di perfetto, anzi spesso ha a che fare con il disordine, il caos e l'imperfezione. (citata in ''Duellanti'', n. 68, marzo 2011, p.&nbsp;39) *{{NDR|In merito al suo ruolo di ''[[V per Vendetta]]''}} In realtà ero entusiasta dall'idea di dovermi rasare a zero, era un progetto che avevo da tempo ma non riuscivo a trovare il coraggio, fare questo film è stata una buona scusa per realizzare questo mio desiderio. È stato bello liberarmi di questa vanità femminile, non ero però abituata ad essere guardata così tanto per strada, se difatti solitamente riesco a passare inosservata con questo nuovo taglio ero sotto lo sguardo di tutti.<ref name=v/> *Io non ci credo {{NDR|nell'[[aldilà]]}}. Io credo che sia tutto qui, e che questo sia il modo migliore di vivere. :''I don't believe in that. I believe this is it, and I believe it's the best way to live.''<ref>Dall'intervista di Chris Heath, ''The Private Life of Natalie Portman'', ''Rolling Stones'', pp. 52-58, 20 giugno 2002.</ref> *{{NDR|Su ''[[V per Vendetta]]''}} Non credo che il film voglia dare un vero messaggio. I Wachowsky hanno creato una storia complicata ambientata in un tempo e in un luogo non definito, una sorta di futuro immaginario. Secondo me la forma d'arte più alta non è certo il monologo, ma la possibilità di dialogare con le persone. Il pubblico poi può interpretarlo come vuole e cogliere ciò che meglio crede. Qualcuno ha visto il film e poi ha detto: ricorda il governo di Hitler, qualcun altro ha pensato all'apartheid, altri lo vedono e dicono: "Oh ma è chiaro che si riferisce all'Iraq e agli Stati Uniti". Cosa che non è... Tutto dipende da chi sei tu, da dove vieni, dal contesto dal quale provieni e soprattutto da ciò in cui credi.<ref>Da un'[http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/portman-eroina-rasata-della-graphic-novel-di-moore/303167 intervista] del 14 febbraio 2006, ''Repubblica.it''.</ref> *Questo libro {{NDR|''[[Se niente importa]]'' di [[Jonathan Safran Foer]]}} ha trasformato una [[vegetarismo|vegetariana]] da vent'anni come me in una [[veganismo|vegana]] convinta.<ref>Citato in Livia Manera, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/dicembre/24/Safran_Foer_difendo_gli_animali_co_9_091224066.shtml Safran Foer: io difendo gli animali]'', ''Corriere della sera'', 24 dicembre 2009, p. 45.</ref> *{{NDR|Su ''[[Hotel Chevalier]]''}} Sono molto contrariata per il nudo che ho fatto. Non ho ascoltato il mio intuito. Ma d'ora in poi lo farò per le scelte future. Dirò qualche 'no' in più.<ref>Citato in, ''[//www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo385323.shtml Pentita del mio nudo]'', ''tgcom24.mediaset.it'', 29 ottobre 2007.</ref> ==Filmografia== {{div col}} *''[[Léon]]'' (1994) *''[[Heat - La sfida]]'' (1995) *''[[Mars Attacks!]]'' (1996) *''[[Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma]]'' (1999) *''[[Qui dove batte il cuore]]'' (2000) *''[[Zoolander]]'' (2001) *''[[Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni]]'' (2002) *''[[Ritorno a Cold Mountain]]'' (2003) *''[[La mia vita a Garden State]]'' (2004) *''[[Closer]]'' (2004) *''[[Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith]]'' (2005) *''[[V per Vendetta]]'' (2006) *''[[L'ultimo inquisitore]]'' (2006) *''[[Un bacio romantico - My Blueberry Nights]]'' (2007) *''[[Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie]]'' (2007) *''[[Hotel Chevalier]]'' (2007) *''[[Il cigno nero (film)|Il cigno nero]]'' (2010) *''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011) *''[[Amici, amanti e...]]'' (2011) *''[[Thor: The Dark World]]'' (2013) *''[[Jackie (film 2016)|Jackie]]'' (2016) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) {{div col end}} ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Portale|donne}} {{DEFAULTSORT:Portman, Natalie}} [[Categoria:Attori statunitensi]] [[Categoria:Attori israeliani]] [[Categoria:Registi israeliani]] [[Categoria:Registi statunitensi]] aslvahh9fe42b3tr27xp74xx2ifc2ru Wikiquote:Bacheca/Ultime notizie 4 18050 1221458 1200937 2022-08-08T07:58:36Z Spinoziano 2297 /* Ultime notizie */ 44 000 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{interprogetto|nolink|w=Wikipedia:Ultime notizie|m=Wikimedia News}} In questa pagina vengono archiviate tutte le ultime notizie pubblicate nella [[Wikiquote:Bacheca|bacheca]] di Wikiquote in lingua italiana, a partire dalla più recente: eventi mediatici che coinvolgono it.wikiquote, statistiche sul numero di voci, innovazioni tecniche, nomina e revoca di amministratori, nuove policy e più in generale tutte le decisioni importanti per la comunità. Per un elenco delle notizie più vecchie, consultare l''''[[/Archivio|archivio]]'''. ==Ultime notizie== </noinclude> <!-- AGGIUNGI LE _ULTIME NOTIZIE QUI SOTTO, GRAZIE!!! --> *'''7 agosto 2022''': Raggiunte le 44&nbsp;000 voci con [[Domenico Caracciolo]]. *'''27 marzo 2022''': Raggiunte le 43&nbsp;000 voci con [[Marianne Fredriksson]]. *'''6 febbraio 2022''': La voce [[Dracula (romanzo)|''Dracula'' (romanzo)]] entra in [[Wikiquote:Vetrina|vetrina]]. *'''29 luglio 2021''': La voce [[Jawaharlal Nehru]] entra in [[Wikiquote:Vetrina|vetrina]]. *[[File:1 golden star.svg|15px]] '''21 luglio 2021''': Raggiunte le 40&nbsp;000 voci con [[Bertram Thomas]]. *[[File:1 golden star.svg|15px]] '''14 luglio 2021''': Raggiunte le 39&nbsp;862 voci con [[Tullio Pericoli‎]], segnando il sorpasso sulla Wikiquote in inglese (39&nbsp;861). *'''23 maggio 2021''': La voce [[Emily Dickinson]] entra in vetrina. *'''25 aprile 2021''': Raggiunte le 39&nbsp;000 voci con [[Federica Sciarelli]]. *[[File:Mozilla.svg|15px]] '''27 gennaio 2021''': [[Utente:GryffindorD|GryffindorD]] viene eletto [[Wikiquote:Amministratori|amministratore]] ([[Speciale:LinkPermanente/1125542#Votazione_per_GryffindorD_amministratore|votazione]]). 8k9x4moi0uw0rj9qptwkord1jtz4trj Sabino Acquaviva 0 25903 1221395 870417 2022-08-07T18:02:28Z AnjaQantina 1348 +citazione, +note, +defaultsort wikitext text/x-wiki '''Sabino Acquaviva''' (1927 – 2015), scrittore, sociologo e giornalista italiano. *I filoni culturali che alimentano la rivolta sono tre: a) il neomarxismo, b) il 'movimento' e l'area del 'personale come politico',... c) il neocattolicesimo.<ref>Da ''Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia'', Milano, 1979, 51.</ref> ==Citazioni dal Corriere della Sera== *Sembra che molti osservatori sottovalutino l'evoluzione qualitativa e quantitativa subita dalla guerriglia in questi ultimi mesi, di cui i recenti scontri di massa a Roma e altrove sono soltanto un sintomo superficiale. In sostanza, Acquaviva nota l'emergere della distinzione, teorica e pratica, fra partito armato e movimento armato. In che cosa consiste questa differenza? Il partito armato è privilegiato dalle Brigate Rosse, le quali sono teoricamente vicine alla Terza Internazionale e quindi alla teoria del [[partito]] armato bolscevico. In che senso? Nel senso che il partito massa delega al partito armato — nella fattispecie alle Brigate Rosse — la funzione di avanguardia rivoluzionaria, teorica e pratica. Non per nulla entro le Brigate Rosse è diffusa la polemica contro lo spontaneismo, anche se questo spontaneismo tende per altri versi a prevalere. Non solo: in una posizione affine alle [[Brigate rosse]] sono i NAP, i quali mutuando dalle Brigate Rosse la base teorica, affondano le radici in una base sociale diversa, più vicina alle carceri e agli emarginati (Corriere della Sera 23-11-1977). *Messe insieme, Brigate Rosse e NAP costituiscono il nucleo del partito armato e questo è ben noto. Il fatto nuovo, per Acquaviva, è che «tutto il resto della rivolta armata si muove all'interno del movimento», cioè di quel «complesso eterogeneo — ma politicamente e culturalmente all'estrema [[sinistra]] — all'interno del quale l'area dell'autonomia, più radicata nel [[marxismo]], è prevalente; ed all'interno di quest'area è prevalente l'autonomia organizzata». È un magma confuso, almeno parzialmente spontaneo dal quale «emergono tronconi di movimento e gruppi armati». E questa confusione determina una precisa conseguenza: «non c'è una netta linea di demarcazione tra il movimento, cioè fra il complesso delle forze extra-parlamentari che vogliono sovvertire e trasformare il sistema, e il "braccio armato". Si tratta, in realtà, di "tronconi militari" diffusi nel movimento». Per cui non esiste, o tende a non esistere, una distinzione tra il militare e il politico: il militare è politico, e viceversa (Corriere della Sera 23-11-1977). ==''La famiglia nella società contemporanea''== ===[[Incipit]]=== La [[famiglia]] incide sull'essenziale dell'esistenza e dell'evoluzione del sistema sociale. ''Anzitutto'' è l'area in cui vengono soddisfatti alcuni dei bisogni primari dell'uomo e della donna: il bisogno psicologico di sicurezza, di stare insieme, di soddisfare le esigenze del sesso, di procreare. In una parola, tutti quei bisogni che l'uomo e la donna condividono con i primati, come quelli che sono il prodotto di un'evoluzione biologica e psicologica specificamente umani. ''In secondo luogo'', la famiglia è l'area di riproduzione del sistema sociale, sia nel senso materiale del termine, in quanto entro la famiglia avviene prevalentemente la procreazione e quindi la riproduzione della specie, sia in quanto in essa si imparano in buona parte le tecniche del vivere. Entro la famiglia si opera la trasmissione dei valori, si assicura l'interiorizzazione dei valori sociali, si opera insomma il processo di legittimazione del sistema. ===Citazioni=== *La [[famiglia]] [...] è l'area in cui l'individuo si adatta o non si adatta a vivere in società, nella quale costruisce la sua ostilità o integrazione nel sistema sociale. (p. 6) *Quando una [[società]] si propone di demolire determinati modelli di famiglia legati a sistemi sociali o di valori che stanno morendo, può farlo: quello che non può fare è proporre in alternativa dei sistemi di organizzazione della convivenza che, contrastando gravemente con la memoria della specie, pongono in crisi il sistema sociale e lo portano al collasso. (p. 8) *Nella società tradizionale, e in genere nelle società che accumulano, esiste una particolare miscela di sesso e religione, moralismo – o moralità – e famiglia: è il «pacchetto» che assicura il successo di quelle società. Ma forse, più correttamente, dovremmo dire che nella società tradizionale si assisteva simultaneamente alla sublimazione e/o alla commistione del sesso con la religione. (p. 16) *Il romanticismo è la consacrazione laica dell'amore che subentra quando la religione che sublima comincia a perdere la sua presa. Nella società moderna, la consacrazione dell'[[Sesso|eros]] si privatizza, si fa romanticismo a due: diventa sempre più soggettiva e invisibile, come la religione. Si perde quindi la polarità: sublimazione (religione istituzionale), adattamento (religiosità polare) (p. 17) *L'uomo della società tradizionale era [...] (psicologicamente) due volte eterno, possedeva due polizze di [[assicurazione]] sulla vita: quella che passava per la religione e quella che passava per la famiglia, destinata a durare in eterno e con la cui eternità tentava, e spesso riusciva, a identificarsi. (p. 17) *Nella famiglia l'individuo soddisfa il suo bisogno di comunità come risposta alla paura della solitudine che è nella storia della specie. (p. 19) *Nella nostra società la famiglia tende a non essere più un soggetto che ci viene dall'esterno, imposto o proposto dalla società, dalla morale, dai valori che la presuppongono; la maniera di convivere in coppia si regge su un agire secondo coscienza che ci viene dalla memoria della specie e dal processo di socializzazione. (p. 19) *I modelli di comportamento del [[Il Sessantotto|'68]] hanno mutato il costume, questo si sa: ma lo hanno mutato in profondità e così – sradicando, con il concorso di altri fattori, la struttura della famiglia – hanno contribuito a indurre la crisi, la crisi della civiltà.<br>Per il '68 non intendo, naturalmente, la spinta politica, ma quel complesso di modelli culturali e di costume, in parte di origine americana, in parte di origine europea, che si sono diffusi sul nostro continente a partire dal 1963, dalla famosa «Rivolta di Berkeley». (p. 34) ==''La "vita eterna" e il miraggio di "non morire"''== *La "[[oltretomba|vita eterna]]"? In un certo senso è diventata un'altra cosa. E questo anche perché è cambiata l'immagine, ma soprattutto la presenza della "morte". *Certamente si deve morire, ma la [[morte]] viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino. *La [[vita]], prolungata dai progressi delle "scienze umane", comincia ad essere vissuta come psicologicamente "eterna". {{NDR|Sabino Acquaviva, ''La "vita eterna" e il miraggio di "non morire"'', ''Avvenire'', 11 luglio 2009}} ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Sabino Acquaviva, ''La famiglia nella società contemporanea'', Editori Laterza, Bari, 1981. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Acquaviva, Sabino}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Sociologi italiani]] ry98yaky8z710jf68ri8c6f0vkf4erf Theodor Litt 0 32620 1221411 653231 2022-08-07T20:17:17Z CommonsDelinker 1592 Rimuovo l'immagine "Theodor_Litt.jpg", cancellata in Commons da [[commons:User:Yann|Yann]] perché per [[:c:COM:SPEEDY|]]. wikitext text/x-wiki '''Theodor Litt''' (1880 – 1962), pedagogista e filosofo tedesco. ==Citazioni di Theodor Litt== *L'opera esprime la natura dell'uomo. L'uomo esprime la sua natura nella sua opera. Il punto di vista contenuto nella seconda preposizione si concentra in tutto e per tutto sul processo che unisce l'uomo e l'opera. Se il pensiero crede d'avere esaurito in questa seconda preposizione la natura del legame in questione (quello dell' ''io'' e dell'opera d'arte), in tal caso anche l'ultimo rapporto sfuma nella regione dell'extratemporale: il contenuto è completamente sommerso dal movimento spirituale. Appunto questa piena eliminazione dell'obiettivo è quella che noi vediamo compiuta nelle tesi spesso esaminate del movimento della scuola del lavoro, e precisamente sulla base del ''principio d'espressione''.<ref name=Ker>Citato in [[Georg Kerschensteiner]], ''Il concetto della Scuola di lavoro''</ref> (da ''Die Philosophie der Gegenwart und ihr Einfluss auf das Bildungsideal'', Lipsia 1925) *Tutto ciò che, in quanto uso, costume, eticità e legge regola i rapporti tra i compagni; tutto ciò che, in quanto scopo perseguito da una comune volontà, dirige la loro azione; tutto ciò che, in quanto certezza di fede, eleva i loro animi al di sopra dei negozi mondani: tutto questo si connette in una struttura di reciproche obbligazioni, nella quale l'arbitrio individuale trova il proprio limite. :''Was als Brauch, Sitte, Sittlichkeit, Gesetz den Umgang der Genossen regelt, was als gemeinsam verfolgtes Willensziel ihr Handeln ausrichtet, was als gläubige Gewissheit ihre Gemüter über das Erdentreiben emporführt: alles dies schließt sich zu einem Gefüge von Verbindlichkeiten zusammen, an denen die Willkür des Individuums ihre Schranke findet.'' (da ''Mensch und Welt'', Monaco di Baviera, 1948, p. 24) ==Citazioni su Theodor Litt== *La filosofia di Litt ha un'impostazione storico-dialettica; partendo dallo spirito soggettivo e oggettivo di Hegel e Dilthey, egli fonda una scienza dell'identico, la quale conduce il pensiero e l'essere, l'idea e la vita concreta, il generale ed il particolare, attraverso le scienze della natura e dello spirito, ad una sempre maggiore coincidenza ed infine ad una identificazione dell'assoluto inteso come mediazione. Di qui risulta il prospettivismo delle concezioni del mondo (Perspektivismus der Weltbilder), così significativo per il pensiero di Litt. L'assoluto è sovrapersonale e sovratemporale in senso hegeliano, come espressione delle culture storiche. Esso non rende tuttavia impossibile l'agire storico dell'uomo. Il piano in cui si svolge la storia è rappresentato dagli stati, in cui, come sostiene Litt nella sua sociologia, gli individui vengono elevati alla loro 'seconda natura' e superati dialetticamente. ([[Hans Seidl]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Georg Kerschensteiner, ''Il concetto della Scuola di lavoro'', traduzione di Giovanni Calò e Laura Calò Puccinelli, saggio e note di [[Giovanni Calò]], Casa Editrice Marzocco, Firenze 1959. ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Theodor Litt}} {{DEFAULTSORT:Litt, Theodor}} [[Categoria:Filosofi tedeschi]] [[Categoria:Pedagogisti tedeschi]] dawt62o8co7ksne87z64grfyx33b1v0 1221421 1221411 2022-08-07T21:07:47Z AnjaQantina 1348 +immagine wikitext text/x-wiki [[File:Grab Theordor Litt.jpg|thumb|La tomba di Theodor Litt]] '''Theodor Litt''' (1880 – 1962), pedagogista e filosofo tedesco. ==Citazioni di Theodor Litt== *L'opera esprime la natura dell'uomo. L'uomo esprime la sua natura nella sua opera. Il punto di vista contenuto nella seconda preposizione si concentra in tutto e per tutto sul processo che unisce l'uomo e l'opera. Se il pensiero crede d'avere esaurito in questa seconda preposizione la natura del legame in questione (quello dell' ''io'' e dell'opera d'arte), in tal caso anche l'ultimo rapporto sfuma nella regione dell'extratemporale: il contenuto è completamente sommerso dal movimento spirituale. Appunto questa piena eliminazione dell'obiettivo è quella che noi vediamo compiuta nelle tesi spesso esaminate del movimento della scuola del lavoro, e precisamente sulla base del ''principio d'espressione''.<ref name=Ker>Citato in [[Georg Kerschensteiner]], ''Il concetto della Scuola di lavoro''</ref> (da ''Die Philosophie der Gegenwart und ihr Einfluss auf das Bildungsideal'', Lipsia 1925) *Tutto ciò che, in quanto uso, costume, eticità e legge regola i rapporti tra i compagni; tutto ciò che, in quanto scopo perseguito da una comune volontà, dirige la loro azione; tutto ciò che, in quanto certezza di fede, eleva i loro animi al di sopra dei negozi mondani: tutto questo si connette in una struttura di reciproche obbligazioni, nella quale l'arbitrio individuale trova il proprio limite. :''Was als Brauch, Sitte, Sittlichkeit, Gesetz den Umgang der Genossen regelt, was als gemeinsam verfolgtes Willensziel ihr Handeln ausrichtet, was als gläubige Gewissheit ihre Gemüter über das Erdentreiben emporführt: alles dies schließt sich zu einem Gefüge von Verbindlichkeiten zusammen, an denen die Willkür des Individuums ihre Schranke findet.'' (da ''Mensch und Welt'', Monaco di Baviera, 1948, p. 24) ==Citazioni su Theodor Litt== *La filosofia di Litt ha un'impostazione storico-dialettica; partendo dallo spirito soggettivo e oggettivo di Hegel e Dilthey, egli fonda una scienza dell'identico, la quale conduce il pensiero e l'essere, l'idea e la vita concreta, il generale ed il particolare, attraverso le scienze della natura e dello spirito, ad una sempre maggiore coincidenza ed infine ad una identificazione dell'assoluto inteso come mediazione. Di qui risulta il prospettivismo delle concezioni del mondo (Perspektivismus der Weltbilder), così significativo per il pensiero di Litt. L'assoluto è sovrapersonale e sovratemporale in senso hegeliano, come espressione delle culture storiche. Esso non rende tuttavia impossibile l'agire storico dell'uomo. Il piano in cui si svolge la storia è rappresentato dagli stati, in cui, come sostiene Litt nella sua sociologia, gli individui vengono elevati alla loro 'seconda natura' e superati dialetticamente. ([[Hans Seidl]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Georg Kerschensteiner, ''Il concetto della Scuola di lavoro'', traduzione di Giovanni Calò e Laura Calò Puccinelli, saggio e note di [[Giovanni Calò]], Casa Editrice Marzocco, Firenze 1959. ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Theodor Litt}} {{DEFAULTSORT:Litt, Theodor}} [[Categoria:Filosofi tedeschi]] [[Categoria:Pedagogisti tedeschi]] jzyqatdmihqqy2ebth216850jrxcqby Carlo Pisacane 0 34508 1221396 1076576 2022-08-07T18:04:28Z Udiki 86035 aggiunta cit., aggiunto PDA, cambio immagine, aggiornato collegamento esterno prima interrotto wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Carlo Pisacane (Lorusso) 001 cropped.png|thumb|Carlo Pisacane]] Duca '''Carlo Pisacane di San Giovanni''' (1818 – 1857), patriota italiano. ==Citazioni di Carlo Pisacane== *[...] fra la [[guerra]] di [[Attacco e difesa|difesa]] e quella di [[Attacco e difesa|offesa]] altra differenza non v'è che questa muove ardita ed indipendente e sceglie a suo piacere il momento, mentre l'altra attende che il nemico gli presenti l'appicco [...].<ref>Da ''Ordinamento dell'esercito italiano'', cap. XXIV, ''Carriaggio delle vettovaglie'', in ''Saggi storici-politici-militari sull'Italia'', 4 voll., a cura di Aldo Romano, Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1957, vol. IV, p. 125.</ref> *{{NDR|Riferendosi al corpo di spedizione francese inviato per abbattere la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]]}} Un'armata francese di trentamila uomini, la cui magnifica organizzazione, la cui lodevolissima ed ammirabile disciplina la rende giustamente la prima armata del mondo; questa armata, accolta dalla simpatia dei popoli, avrebbe aggiunto brillanti vittorie agli allori francesi. Ma quest'armata, strumento di vilissimo governo, è confidata a vilissimi capi. Il soldato francese è obbligato, egli repubblicano, a punire chi grida viva la repubblica; il soldato francese si vede odiato da un popolo col quale simpatizza. Esso sparge il suo sangue senza guardare alla causa; difetto di quella disciplina tanto lodevole in sé, ma funestissima se messa a servizio d'una causa ingiusta.<ref>Da ''Rapido cenno sugli ultimi avvenimenti di Roma'', Biblioteca democratica educativa, Roma, 1892, [https://archive.org/details/rapido_cenno_avvenimenti_di_roma00roma/page/n25 pp. 26-27].</ref> *{{NDR|Il corpo di spedizione francese}} Lascia in Civitavecchia la bandiera italiana, fa credere di volere nei primi momenti rispettare il governo, e presenta {{sic|un'''ultimatum''}} il cui 2º articolo era così concepito:<br>''La Francia non contende alle popolazioni romane il diritto di pronunciarsi liberamente sulla forma del loro governo''.<br>Intanto entra a Roma, scioglie l'Assemblea, e restituisce il dominio assoluto dei preti!!<br>Il prezzo di tanti inganni, di tante bassezze, è il disprezzo del popolo. I suoi editti sono bruttati di schifose materie, il francese non vede che volti ostili, che ira, ed incontra anche la morte.<ref>Da ''Rapido cenno sugli ultimi avvenimenti di Roma'', Biblioteca democratica educativa, Roma, 1892, p. [https://archive.org/details/rapido_cenno_avvenimenti_di_roma00roma/page/n26 27].</ref> ==''Saggio sulla rivoluzione''== *Come è assurda la [[gerarchia]] fra gl'individui, lo è fra i Comuni. Ogni Comune non può essere che una libera associazione d'individui e la Nazione una libera associazione dei Comuni. *I bisogni sono i soli limiti naturali della libertà ed indipendenza. *La [[miseria]] è la principale cagione, la sorgente inesauribile di tutti i mali della società, voragine spalancata che ne inghiotte ogni virtù. La miseria aguzza il pugnale dell'assassino; prostituisce la donna; corrompe il cittadino; trova satelliti al dispotismo. *La [[Natura]], avendo concesso a tutti gli uomini i medesimi organi, le medesime sensazioni, i medesimi bisogni, li ha dichiarati [[Uguaglianza|eguali]], ed ha, con tal fatto, concesso loro uguale diritto al godimento dei beni che essa produce. Come del pari, avendo creato ogni uomo capace di provvedere alla propria esistenza, l'ha dichiarato indipendente e libero. *Le gerarchie, l'[[autorità]], violazione manifesta delle leggi di Natura, vanno abolite. La piramide: Dio, il re, i migliori, la plebe, adeguata alla base. *Le [[legge|leggi]] non possono imporsi, ma proporsi alla Nazione. *Ogni individuo ha il diritto di godere di tutti i mezzi materiali di cui dispone la società, onde dar pieno sviluppo alle sue facoltà fisiche e morali. ==[[Incipit]] de ''La rivoluzione''== La parola ''progresso'' suona nella bocca degli uomini d'ogni condizione, d'ogni partito, ma è da pochissimi, anzi quasi da nessuno compresa. I sorprendenti trovati della scienza che, applicati all'industria, al commercio, al vivere in generale, trasformano in mille guise i prodotti, sono fatti innegabili: noi vediamo, ove erano gruppi di capanne, sorgere superbe città; campi aspri e selvaggi squarciati dall'aratro, e resi fecondi; selve, monti, mari, superati; rozzi velli trasformati in finissime stoffe; le intemperie vinte con l'arte; le tenebre cacciate da fulgidissima luce; il navigar contro i venti; il percorrere con portentosa celerità sterminate distanze; finanche il fulmine reso rapido messaggiero dell'uomo; l'immensità dei cieli, le viscere della terra esplorate; gli astri, gli animali, i vegetabili, i minerali, tutti studiati, classificati, misurati… Se questo è il progresso, niuno può negarlo o non comprenderlo. ==Citazioni su Carlo Pisacane== *Il motto della sua bandiera era vittoria immediata o martirio. Egli non si {{sic|acquetava}} alle salmodie parlamentari, agli inni sacri, recitati con religioso atticismo da [[Terenzio Mamiani]] nella Camera Sarda; si impazientiva delle arringhe diplomatiche del Cavour e della politica del carciofo di Casa Savoia; non si {{sic|commoveva}} se Francia ed Inghilterra ritiravano gli ambasciatori dal regno di Napoli, per dimostrargli il loro malcontento; notava con sarcasmo, che la maggiore concessione strappata al Borbone dalle rimostranze inglesi era stata la promessa di migliorare le condizioni dei detenuti politici trasportandoli in America ed esclamava: «Quale più solenne smentita alle previsioni ed alle speranze del signor Mamiani!» ([[Giovanni Faldella]]) *Il viandante ansioso di varcare il torrente getta pietre una sull'alra, nel profondo dell'acqua, poi posa sicuro il suo piede sulle ultime, che affiorano, perché sa che quelle scomparse nel gorgo sosterranno il suo peso. Pisacane, anche lui, pareva sparito nel nulla. Ma sulla sua vita, sulla sua morte poteva posare, e posa, uno dei piloni granitici dell'edificio italiano. ([[Nello Rosselli]]) *Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò tiranniche dell'oggi; sul cosidetto ''[[socialismo]]'', che riducevasi a una mera questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai inseparabile in tutte le menti d'[[Europa]] dal moto politico io andava forse più in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti all'ordinamento della futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla scelta dei rimedi. ([[Giuseppe Mazzini]]) *Pisacane lasciava così all'Italia {{NDR|nel suo ''Testamento politico''}} un messaggio di fede nell'azione insurrezionale e insieme un altissimo insegnamento morale; ma lasciava altresì all'Italia dell'avvenire l'indicazione, sia pure permeata di estremismo utopistico, di una soluzione integrale, unitaria e socialista del problema della rivoluzione nazionale. ([[Giorgio Candeloro]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Carlo Pisacane, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/pisacane/la_rivoluzione/pdf/la_riv_p.pdf La rivoluzione]'', Giulio Einaudi editore, 1970. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Pisacane, Carlo}} [[Categoria:Patrioti italiani]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] a7wuf0o84r501b0qdlo3e0e76gi3669 1221397 1221396 2022-08-07T18:07:14Z Udiki 86035 fuori standard wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Carlo Pisacane (Lorusso) 001 cropped.png|thumb|Carlo Pisacane]] '''Carlo Pisacane di San Giovanni''' (1818 – 1857), patriota italiano. ==Citazioni di Carlo Pisacane== *[...] fra la [[guerra]] di [[Attacco e difesa|difesa]] e quella di [[Attacco e difesa|offesa]] altra differenza non v'è che questa muove ardita ed indipendente e sceglie a suo piacere il momento, mentre l'altra attende che il nemico gli presenti l'appicco [...].<ref>Da ''Ordinamento dell'esercito italiano'', cap. XXIV, ''Carriaggio delle vettovaglie'', in ''Saggi storici-politici-militari sull'Italia'', 4 voll., a cura di Aldo Romano, Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1957, vol. IV, p. 125.</ref> *{{NDR|Riferendosi al corpo di spedizione francese inviato per abbattere la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]]}} Un'armata francese di trentamila uomini, la cui magnifica organizzazione, la cui lodevolissima ed ammirabile disciplina la rende giustamente la prima armata del mondo; questa armata, accolta dalla simpatia dei popoli, avrebbe aggiunto brillanti vittorie agli allori francesi. Ma quest'armata, strumento di vilissimo governo, è confidata a vilissimi capi. Il soldato francese è obbligato, egli repubblicano, a punire chi grida viva la repubblica; il soldato francese si vede odiato da un popolo col quale simpatizza. Esso sparge il suo sangue senza guardare alla causa; difetto di quella disciplina tanto lodevole in sé, ma funestissima se messa a servizio d'una causa ingiusta.<ref>Da ''Rapido cenno sugli ultimi avvenimenti di Roma'', Biblioteca democratica educativa, Roma, 1892, [https://archive.org/details/rapido_cenno_avvenimenti_di_roma00roma/page/n25 pp. 26-27].</ref> *{{NDR|Il corpo di spedizione francese}} Lascia in Civitavecchia la bandiera italiana, fa credere di volere nei primi momenti rispettare il governo, e presenta {{sic|un'''ultimatum''}} il cui 2º articolo era così concepito:<br>''La Francia non contende alle popolazioni romane il diritto di pronunciarsi liberamente sulla forma del loro governo''.<br>Intanto entra a Roma, scioglie l'Assemblea, e restituisce il dominio assoluto dei preti!!<br>Il prezzo di tanti inganni, di tante bassezze, è il disprezzo del popolo. I suoi editti sono bruttati di schifose materie, il francese non vede che volti ostili, che ira, ed incontra anche la morte.<ref>Da ''Rapido cenno sugli ultimi avvenimenti di Roma'', Biblioteca democratica educativa, Roma, 1892, p. [https://archive.org/details/rapido_cenno_avvenimenti_di_roma00roma/page/n26 27].</ref> ==''Saggio sulla rivoluzione''== *Come è assurda la [[gerarchia]] fra gl'individui, lo è fra i Comuni. Ogni Comune non può essere che una libera associazione d'individui e la Nazione una libera associazione dei Comuni. *I bisogni sono i soli limiti naturali della libertà ed indipendenza. *La [[miseria]] è la principale cagione, la sorgente inesauribile di tutti i mali della società, voragine spalancata che ne inghiotte ogni virtù. La miseria aguzza il pugnale dell'assassino; prostituisce la donna; corrompe il cittadino; trova satelliti al dispotismo. *La [[Natura]], avendo concesso a tutti gli uomini i medesimi organi, le medesime sensazioni, i medesimi bisogni, li ha dichiarati [[Uguaglianza|eguali]], ed ha, con tal fatto, concesso loro uguale diritto al godimento dei beni che essa produce. Come del pari, avendo creato ogni uomo capace di provvedere alla propria esistenza, l'ha dichiarato indipendente e libero. *Le gerarchie, l'[[autorità]], violazione manifesta delle leggi di Natura, vanno abolite. La piramide: Dio, il re, i migliori, la plebe, adeguata alla base. *Le [[legge|leggi]] non possono imporsi, ma proporsi alla Nazione. *Ogni individuo ha il diritto di godere di tutti i mezzi materiali di cui dispone la società, onde dar pieno sviluppo alle sue facoltà fisiche e morali. ==[[Incipit]] de ''La rivoluzione''== La parola ''progresso'' suona nella bocca degli uomini d'ogni condizione, d'ogni partito, ma è da pochissimi, anzi quasi da nessuno compresa. I sorprendenti trovati della scienza che, applicati all'industria, al commercio, al vivere in generale, trasformano in mille guise i prodotti, sono fatti innegabili: noi vediamo, ove erano gruppi di capanne, sorgere superbe città; campi aspri e selvaggi squarciati dall'aratro, e resi fecondi; selve, monti, mari, superati; rozzi velli trasformati in finissime stoffe; le intemperie vinte con l'arte; le tenebre cacciate da fulgidissima luce; il navigar contro i venti; il percorrere con portentosa celerità sterminate distanze; finanche il fulmine reso rapido messaggiero dell'uomo; l'immensità dei cieli, le viscere della terra esplorate; gli astri, gli animali, i vegetabili, i minerali, tutti studiati, classificati, misurati… Se questo è il progresso, niuno può negarlo o non comprenderlo. ==Citazioni su Carlo Pisacane== *Il motto della sua bandiera era vittoria immediata o martirio. Egli non si {{sic|acquetava}} alle salmodie parlamentari, agli inni sacri, recitati con religioso atticismo da [[Terenzio Mamiani]] nella Camera Sarda; si impazientiva delle arringhe diplomatiche del Cavour e della politica del carciofo di Casa Savoia; non si {{sic|commoveva}} se Francia ed Inghilterra ritiravano gli ambasciatori dal regno di Napoli, per dimostrargli il loro malcontento; notava con sarcasmo, che la maggiore concessione strappata al Borbone dalle rimostranze inglesi era stata la promessa di migliorare le condizioni dei detenuti politici trasportandoli in America ed esclamava: «Quale più solenne smentita alle previsioni ed alle speranze del signor Mamiani!» ([[Giovanni Faldella]]) *Il viandante ansioso di varcare il torrente getta pietre una sull'alra, nel profondo dell'acqua, poi posa sicuro il suo piede sulle ultime, che affiorano, perché sa che quelle scomparse nel gorgo sosterranno il suo peso. Pisacane, anche lui, pareva sparito nel nulla. Ma sulla sua vita, sulla sua morte poteva posare, e posa, uno dei piloni granitici dell'edificio italiano. ([[Nello Rosselli]]) *Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò tiranniche dell'oggi; sul cosidetto ''[[socialismo]]'', che riducevasi a una mera questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai inseparabile in tutte le menti d'[[Europa]] dal moto politico io andava forse più in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti all'ordinamento della futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla scelta dei rimedi. ([[Giuseppe Mazzini]]) *Pisacane lasciava così all'Italia {{NDR|nel suo ''Testamento politico''}} un messaggio di fede nell'azione insurrezionale e insieme un altissimo insegnamento morale; ma lasciava altresì all'Italia dell'avvenire l'indicazione, sia pure permeata di estremismo utopistico, di una soluzione integrale, unitaria e socialista del problema della rivoluzione nazionale. ([[Giorgio Candeloro]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Carlo Pisacane, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/p/pisacane/la_rivoluzione/pdf/la_riv_p.pdf La rivoluzione]'', Giulio Einaudi editore, 1970. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Pisacane, Carlo}} [[Categoria:Patrioti italiani]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] 7gjiqbgrw44or7c58b5tz2yuqgkoobc Silvio Berlusconi/Citazioni su Silvio Berlusconi 0 34755 1221353 1156183 2022-08-07T14:05:24Z IppolitoN 23099 /* Michele Serra */ wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} {{torna a |Silvio Berlusconi}} [[Immagine:Silvio Berlusconi.jpg|thumb|right|Silvio Berlusconi]] Citazioni su '''Silvio Berlusconi'''. ==Citazioni== *A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. È una persona onesta, scrivetelo. ([[Vittorio Mangano]]) *A odiare Berlusconi che cosa ci si guadagna, a parte il fremito e il parossismo che ogni odio gratuito comporta? Niente. ([[Giuliano Ferrara]]) *Alcuni personaggi sono già forme di spettacolo, [[Giulio Andreotti|Andreotti]] è il dramma, Berlusconi è la commedia, [[Umberto Bossi|Bossi]] è la farsa. ([[Dino Risi]]) *Alcuni processi su Berlusconi sono andati in prescrizione e quindi non è stato accertato il fatto. In alcuni casi non c'è stata una pronuncia di assoluzione nel merito, ci sono state sentenze in cui non si è potuto dire né colpevole né innocente, perché è passato troppo tempo dal fatto. Prima della riforma emanata nel 2002, questi tipi di reati erano punibili molto più gravemente, oggi è diventata una semplice contravvenzione. ([[Giuseppe Cascini]]) *Bè, secondo me Berlusconi ha studiato poco. Ha una laurea in legge, sì, ma la laurea non basta: ho conosciuto più ignoranti con la laurea che senza la laurea. L'ignoranza è una caratteristica molto diffusa tra i politici, si sa. Basti pensare a quelli che fanno gli sfondoni di sintassi: la mia ossessione. Ma non si può governare da soli ignorando le basi della politica. Per incominciare, la Storia e la Filosofia. E mi meraviglierei molto se Berlusconi fosse un esperto di Storia e di Filosofia. Inoltre mi sembra che del Potere abbia un concetto piuttosto frivolo. Superficiale. Che per lui il Potere significhi stare su un trono. E non un trono che si regge sull'autorità morale o intellettuale ma sull'autorità politica. Se eccita troppo quando si trova accanto a Bush o a Putin. E perfino quando incontra quelle due nullità che si chiamano Schröder e Chirac. Il suo eterno sorriso si allarga fino alle orecchie anzi fino alla nuca, gongola tutto, e per una volta dimentico della sua presunzione sembra dire: «Guarda con chi sto!». Sotto sotto ne sembra anche un po' intimidito. Proprio come un parvenu che badando al grado e all'apparenza, non alla sostanza, si sente finalmente accettato. ([[Oriana Fallaci]]) *Berlusconi dice di essere contrario a una [[società multietnica]]. Ma l'affermazione non ha senso perché l'Italia è già una società multietnica, come lo sono tutti gli altri Paesi europei, per non parlare degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Ha senso essere contrari a una società multiculturale – costituita da etnie separate e chiuse, ciascuna delle quali con un proprio statuto civile diverso, se non addirittura opposto, a quello nazionale – che segnerebbe la fine dello Stato e della sua sovranità. ([[Piero Ostellino]]) *Berlusconi dovrebbe scegliere persone capaci di dirgli di no. E poi lavora troppo. Mi invita a lunghe cene a casa sua dove si parla solo di politica. Ma che vada in trattoria, a chiacchierare, a guardare la gente. ([[Alfredo Biondi]]) *Berlusconi e [[Nicolas Sarkozy|Sarkozy]] si muovono sulla stessa rotta, individualismo e liberismo sfrenati. Non mi riconosco in quei governi. Il mio presidente è [[Barack Obama|Obama]]. Ho tifato per lui alle primarie, ho brindato alla sua vittoria. ([[Patrice Chéreau]]) *Berlusconi è il più pericoloso fenomeno politico in [[Europa]]. Rappresenta la più seria minaccia alla democrazia nell'Europa occidentale dal 1945. ([[Martin Jacques]]) *Berlusconi è innamorato di quel brigante internazionale che è Putin. Non è una questione di realpolitik. Il suo è di vero e proprio innamoramento. E questo, a mio avviso, la dice lunga sulla sua idea di democrazia. D'altronde, chi potrebbe considerare «affidabile» uno che va a cena con Hitler? ([[Paolo Guzzanti]]) *Berlusconi è proprio come uno di quei personaggi di George Orwell capace di capovolgere il significato delle parole: lo sciopero dei giornalisti, la protesta civile dei cittadini e delle forze di opposizione lui la chiama bavaglio. Il bavaglio vero è quello che ci viene prospettato ogni giorno dall'esercito dei professionisti del bavaglio governativo al servizio di sua maesta', e che dà l'idea che bisogna irrigimentare per raccontare propagandisticamente che l'Italia è il Paese della cuccagna. Che dovremmo avere come colonna sonora la chitarra di Apicella, e dovremmo sentirci tutti invitati alla corte del novello Dioniso. ([[Nichi Vendola]]) *Berlusconi è simpatico. Cordiale. Estroverso. Io sono introverso. Un po' timido. Cerco d'esser spiccio. A volte, nel trattar gli affari, si dicon otto parole quando ne bastano due. Bene: io ne dico una e mezza. <nowiki>[...]</nowiki> Forse l'unico tratto in comune è che siamo due imprenditori ancora abbastanza giovani e ciascuno ha fatto la sua strada. Lui più di me. ([[Calisto Tanzi]]) *Berlusconi è simpatico, ma governare non è il suo mestiere. È il Wanna Marchi della politica italiana. ([[Willer Bordon]]) *Berlusconi è stato fondamentalmente un uomo d'azienda. Nel suo campo e nel suo tempo una persona molto abile, non un vecchio padrone delle ferriere. Ha fatto politica solo per proteggere i suoi interessi, senza avere nessun senso dello Stato, nessun rispetto per le regole e, credo, con alle spalle una scarsa cultura generale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. È imputato di reati gravi e si è difeso dai processi più che nei processi. Che altro vuole sapere? Aveva ragione l'Economist : Berlusconi era inadatto a governare l'Italia. Mi chiedo però anche se l'Italia sia adatta a essere governata da qualcuno. ([[Francesco De Gregori]]) *Berlusconi è stato grandissimo come imprenditore, cioè in una posizione dove poteva decidere tutto o quasi. In politica invece è un uomo con le mani legate. Ha dovuto accontentare troppa gente e non ha potuto fare come voleva lui. Però lo voterò ancora. ([[Fabio Capello]]) *Berlusconi è un pagliaccio: sarebbe stato più giusto se si fosse chiamato "Burlesconi". È un personaggio da ridere e [[Benito Mussolini|Mussolini]] era come lui! ([[Fidel Castro]]) *Berlusconi è tutt'altro che uno sprovveduto: non può avere creduto di avere frequentato per mesi la nipote di [[Hosni Mubarak|Mubarak]]. Sapeva benissimo chi era, ma si era spinto così avanti da vedersi costretto a compiere atti palesemente contrari ai suoi doveri. Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha tenuto un comportamento assolutamente irresponsabile e il nostro Paese, pur così mal ridotto, non merita di essere trascinato in un buco così nero, oggetto del più assoluto ridicolo, dall'opinione pubblica di tutto il mondo. ([[Bruno Tabacci]]) *Berlusconi è un pazzo, pericoloso per la [[democrazia]]. ([[Oliviero Diliberto]]) *Berlusconi è un premier che vive in erezione sulla scena pubblica. ([[Nichi Vendola]]) *Berlusconi [...] ha finito con il monopolizzare la [[satira]] in Italia, al punto tale che la satira è stata scambiata come la battuta sui politici. Mentre quella è solo una delle possibili possibilità — passami l'espressione — della satira e nemmeno la più stimolante. ([[Saverio Raimondo]]) *{{NDR|Nel 2010}} Berlusconi ha ragione: come è possibile che, possedendo tutto, gli sia impossibile controllare tutto ciò che possiede o crede di possedere in virtù del voto popolare, compresi i processi e le inchieste giudiziarie? E come mai non è possibile, da parte sua, padrone assoluto dei media, controllare il sistema televisivo e i programmi politici di approfondimento e di dibattito? Che ci sta a fare l'Agenzia per le comunicazioni, se non esegue i comandi che vengono dall'alto? Naturalmente Berlusconi ignora, volutamente, la complessità del sistema della comunicazione pubblica. Ai suoi occhi basterebbe una telefonata all'Innocenzi di turno per stroncare un programma come quello di Michele Santoro (o come il salotto di Floris o della Dandini), considerato da mesi una delle «fabbriche di odio» nei confronti del premier e del Popolo della Libertà. È una situazione disperata, quella di Berlusconi, che lo induce a gesti disperati, o almeno terribilmente disinibiti, nel senso che fanno a pezzi il tessuto generale delle istituzioni del nostro Paese. Il "padrone" non riesce più a comandare, il suo partito si sta sfaldando, e i vari cacicchi cercano un'area di autonomia personale e politica. Berlusconi teme una "sindrome francese" e una sostanziale non vittoria alle elezioni regionali. Paradossale situazione del padrone che non riesce a spadroneggiare fino in fondo, pur cercando di farlo in tutti i modi. C'è una contraddizione intrinseca nell'azione di Berlusconi, e la formula proprietaria o "padronale" la riassume tutta, senza risolverla. Ma la questione è: in una democrazia può il capo del governo rivolgersi come un padrone alle autorità di garanzia? ([[Edmondo Berselli]]) *Berlusconi ha riconfermato più volte in modo imbarazzante, anche perché sempre sorridente e faceto trattando una questione di una gravità morale gigantesca, la sua amicizia con Putin ed ha detto che il suo amico Putin, che deve essere un omonimo di quello che comanda a Mosca, non ne poteva più di udire i racconti strazianti di madri schiacciate dai carri armati (georgiani), donne violentate (dai georgiani) poveri soldati uccisi (russi) e così – quando ce vo' ce vo' – ad un certo punto anche un sant'uomo come lui ha perso la pazienza e ha fatto ciò che ha fatto Hitler con la Polonia. ([[Paolo Guzzanti]]) *Berlusconi, il proprietario di un etereo impero dei media e il sovrano di quella fusione fisica e metafisica creata da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II d'Italia]], è soprattutto, come Crusoe {{NDR|di [[Daniel Defoe]]}}, «homo oeconomicus», il self-made man. ([[Richard Newbury]]) *Berlusconi mente sapendo di smentire. ([[Dario Vergassola]]) *Berlusconi mi ha sempre e solo criticato quando giocavamo bene. Quando giocavamo male, ci sosteneva. Non ha mai versato benzina sul fuoco nei momenti brutti. Ma si, adora interferire [...]. È bravissimo a motivare e a dare sostegno. A differenza di altri presidenti con cui ho avuto anche a che fare. ([[Carlo Ancelotti]]) *Berlusconi non dà ordini. Enuncia delle tematiche, segnala delle cose. Poi sta a te. ([[Carlo Rossella]]) *Berlusconi non perde occasione per spiegare al Paese che l'ideologia del suo movimento è in realtà l'ideologia della sua impresa. ([[Sergio Romano]]) *Berlusconi non può fare il profeta del bipolarismo predicando regole che Dio avrebbe rivelato solo e soltanto a lui e che lo autorizzerebbero a contravvenire alle regole della Costituzione. La Costituzione è quella. Berlusconi pensa che si facciano le elezioni e che i voti siano come azioni che si mettono via. Invece la gente elegge i parlamentari e questi rispondono agli elettori e no a Berlusconi. ([[Rocco Buttiglione]]) *{{NDR|Nel 1994}} Berlusconi non può scendere in campo contro lo statalismo assistenzialista e dimenticare che la sua azienda è ancora un oligopolio costruito in combutta con il vecchio regime [...]. Si presenta al paese come uomo di regole nuove e principi trasparenti ma l'uso che ha lasciato fare in questi giorni dei suoi canali televisivi tradisce le regole e i principi e rappresenta un rischio per la democrazia e per la correttezza della lotta elettorale. ([[Sergio Romano]]) *Berlusconi non si deve guardare da lui {{NDR|[[Massimo D'Alema]]}}, ma semmai da quelli come [[Umberto Bossi|Bossi]]. ([[Marcello Dell'Utri]]) *Berlusconi, per esempio, è un personaggio caricaturale, un buffone da commedia dell'arte. Io sono un liberale di destra ma non mi sento certo rappresentato da uno come lui, semmai potevo identificarmi nella destra della Thatcher. ([[Mario Vargas Llosa]]) *Berlusconi si scopa tutte queste ragazze in nome di tutti gli italiani, e questi lo devono ringraziare perché per governare bene bisogna scopare bene. ([[Vittorio Sgarbi]]) *Berlusconi tratta gli alleati come un padrone del Settecento trattava gli schiavi. ([[Pier Ferdinando Casini]]) *Coloro che si fanno beffe del "politicamente corretto" hanno permesso sia a Berlusconi che a [[Donald Trump|Trump]] di creare con successo un insolito ibrido: il miliardario qualunquista. Qualcuno che è, da una parte, grazie a grande ricchezza, successo e audacia, una sorta di superuomo al quale le normali regole di condotta non si applicano. Allo stesso tempo, con un linguaggio semplice e grossolano creano un legame viscerale con molte persone, in particolare la parte meno colta dell'elettorato. Hanno un inverosimile appeal interclassista; sono uomini molto ricchi la cui politica beneficia i molto ricchi [...] e contemporaneamente, attraverso efficaci appelli retorici con un idioma da birreria, appoggiano le lamentele dei membri delle classi medie e lavoratrici che lottano. Né Trump né Berlusconi hanno un vero e proprio programma politico; quello che stanno vendendo è se stessi. ([[Alexander Stille]]) *Comunque è bello essere in minoranza. Ed è anche bello che la gente legga la storia. Sennò Berlusconi finisce per essere senza tempo. ([[Enrico Deaglio]]) *Comunque il decreto {{NDR|il cosiddetto ''decreto Biondi''}} non l'ho proposto io, ma Berlusconi. ([[Alfredo Biondi]]) *Con Berlusconi è stato subito colpo di fulmine: La prima volta che ci siamo incontrati ci siamo trovati d'accordo su tutto, e devo ammettere che a Sgarbi non capita spesso. ([[Vittorio Sgarbi]]) *Con Berlusconi il nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica non è stata abolita. Perché non c'è più bisogno di rifarla: la si può svuotare dall'interno. Se si impacchetta la Corte costituzionale, se si paralizza la magistratura. La mia è soltanto una ipotesi di dottrina: si può lasciare tutto intatto, tutto il meccanismo di pesi e contrappesi, e di fatto impossessarsene, occuparne ogni spazio. Alla fine rimane un potere "transitivo" che traversa tutto il sistema politico e comanda da solo. ([[Giovanni Sartori]]) *Considero Berlusconi un avversario politico, non un nemico al quale non lasci scampo. Di fronte alla condanna, che considero ovviamente strafondata, ha prevalso il sentimento della pietas, l'aspetto umano. ([[Mario Capanna]]) *Con un annuncio-confessione Silvio Berlusconi ha spalancato le porte del centrodestra al leader dell'Udeur. [[Clemente Mastella|Mastella]], spiega, ha i voti e condivide con lui gli stessi ideali. Ovviamente non quelli cattolici: il Cavaliere, tanto per dirne una, è divorziato, mentre l'ex Guardasigilli crede talmente nella famiglia da averci creato intorno un partito. I valori in campo sono altri: si va dall'allergia a qualsiasi controllo di legalità, per arrivare sino all'irresistibile attrazione per l'ingerenza negli affari della pubblica amministrazione. ([[Peter Gomez]]) *[[Bettino Craxi|Craxi]] preferiva dire no che sì. Dall'ufficio di Berlusconi si esce con il sorriso; anche se la generosità lo porta talora a dire qualche sì di troppo. ([[Fabrizio Cicchitto]]) *Credo che un vero successo dell'Italia, e anche dell'Europa, si possa realizzare solo riducendo al minimo il danno che la democrazia, l'indipendenza dell'Europa dagli Usa, la libertà di informazione, la lotta contro la corruzione, possono ricevere dalla presidenza europea di Silvio Berlusconi. ([[Gianni Vattimo]]) *Devo ringraziare Silvio Berlusconi che è stato un uomo di grandissima sensibilità, in quanto ha perfettamente capito il mio stato d'animo: chi lo dipinge come un duro spietato, dice una bugia, lui è una persona umanissima, che capisce tutto. ([[Pippo Baudo]]) *Come politico può essere criticato, spesso abbiamo idee diverse, ma è un amico straordinario e umanamente non è secondo a nessuno. ([[Franco Zeffirelli]]) *D'istinto vedo molte analogie fra [[Barack Obama|Obama]] e Berlusconi. Rompono entrambi gli schemi precostituiti: non sono per nulla ideologici, fondano le loro leadership su un carisma comunicativo personale unico. ([[Sandro Bondi]]) *Del Berlusconi politico so poco. Ma le assicuro che, contrariamente a quel che si crede, Berlusconi non ama gli yes men. ([[Nino Formicola]]) *Di una donna abbondante si dice che è "tanta". Bene, mio marito è "tanto". ([[Veronica Lario]]) *È entrato nel cuore dei fascisti da tempo. Non ha mai festeggiato il 25 aprile, contro il fascismo non ha mai detto una parola. Berlusconi dice che 120 anni sono una conquista ormai acquisita dell'uomo occidentale; con i suoi mezzi, lui ce ne può aggiungere altri venti. È appena a metà della vita. Ai tempi del lodo Mondadori ho vissuto a casa sua per tre mesi. Un giorno mi chiese: "Ma tu quanto sei alto?". Uno e 71, risposi. "Ma puoi guadagnare quattro centimetri, anche cinque!" esclamò. E mi regalò un paio di scarpe col tacco. È tutto quel che ho guadagnato dalla vicenda Mondadori ([[Giuseppe Ciarrapico]]) *{{NDR|In replica alla frase di Berlusconi: ''è meglio essere appassionato di belle ragazze che gay''}} È meglio essere gay, e lo dico da donna che ama le donne, che disprezzarle abusando, come ormai sembra fare, della sua posizione di uomo ricco e potente. ([[Imma Battaglia]]) *E mentre ci si affanna a tirar fuori dagli armadi lessicali i peggio improperi atti a «demonizzare» l' avversario («magnaccia!»), fa un po' sorridere la raffinatezza [[Leonardo Sciascia|sciasciana]] con cui [[Dario Franceschini|Franceschini]] definisce il premier: un «ominicchio». Ma come, neanche «quaquaraquà»? ([[Paolo Di Stefano]]) *È nata, così, una nuova figura di italiano che, oltre al proprio «particulare», ubbidisce a un riflesso condizionato di natura emotiva, pro o contro Berlusconi. Un perfetto prodotto del marketing ideologico da parte di un [[giornalismo]] che non si prefigge di informare, né di giudicare con onesta coerenza, ma di creare, e addestrare, l'uomo nuovo: l'idiota di parte. Che, a destra, non vota per «una certa idea dell'Italia», ma contro la sinistra, e a sinistra non vota contro la destra – che, forse, voterebbe volentieri se non ci fosse il Cavaliere e non fosse poi troppo innovativa – ma contro una persona, senza chiedersi quale sia il Paese nel quale vorrebbe vivere, quali siano i propri diritti, i propri interessi. ([[Piero Ostellino]]) *{{NDR|Sulla proposta di abolizione di alcune festività per aumentare la produttività}} È stata solo una battuta in un contesto più ampio, per essere capita va accompagnata dalla consapevolezza che chi l'ha pronunciata lavora 24 ore, domenica compresa, e non sa cosa sono le ferie e le vacanze. ([[Isabella Bertolini]]) *È stato un colpo ad effetto. Posso solamente dire che a volte la realtà supera la fantasia più fantasiosa. È curioso come Berlusconi sia entrato in scena solo ora. Quando era primo presidente del Consiglio, nel 2004, gli scrissi una lettera chiedendogli aiuto. Non rispose. ([[Beppino Englaro]]) *{{NDR|Sul valore e sul significato dell'espressione ''Mi consenta!''}} [...] elemento tipico e insieme metafora di quella gentilezza insistita e un po' irritante di cui il linguaggio berlusconiano è intriso (e che nel teatrino ben si realizza nel personaggio del ''Cavaliere''); gentilezza che, messa da Berlusconi stesso nella lice che le compete, oltre che con la suddetta formula e le sue varianti ''consentitemi'', ''se mi (si) consente'', ''se mi è consentito'', ''mi consentirete'', e anche ''mi (si) permetta'', con parole significative quali ''carineria'' («ho voluto compiere un atto di carineria», ''la Repubblica'', 2 aprile 1994) e ''carinamente'', ''molto carinamente''.<ref>Da Augusta Forconi, ''Parola da Cavaliere'', prefazione di [[Raffaele Simone]], Editori Riuniti, Roma, 1997. ISBN 8835942713</ref> *Ha avuto il merito di creare il sistema misto in Italia, aiutato da parecchi ambienti politici, soprattutto nei primi tempi. Ha saputo cogliere le incapacità, gli errori, le paure, le inadeguatezze degli altri. In fondo ci avevano provato Mondadori, Rusconi, Rizzoli. Ma anche Berlusconi deve cercare un suo progetto editoriale. Deve scegliersi il pubblico. Invece vuole tutto. È un errore. ([[Ettore Bernabei]]) *I ragazzi di oggi [...] lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, è riuscito a far diventare il Milan che quando lui la prese veniva dalla serie B, una delle squadre più importanti del mondo, su questo non ci piove; ha fatto un partito politico {{NDR|[[Forza Italia]]}} ed è diventato il primo partito in Italia che ha vinto più e più volte le elezioni. [...] Poi dicono: è anche uno che a 74 anni, all'età dei loro nonni, ha tutte queste donne. Loro non vanno a sottilizzare chi sono tutte queste donne... Per i ragazzini di oggi è un mito, un mito! ([[Gabriella Carlucci]]) *{{NDR|Spiegando perché non accetterebbe Berlusconi nel suo ristorante}} Il mio ristorante... il mio ristorante... preferisco avere le persone... be', è un posto pubblico, ma, non so, lui ha fatto abbastanza... abbastanza danni per persone che io conosco personalmente, che hanno vissuto l'[[Italia]] che ha creato lui, è un po' un disastro secondo me. ([[Joe Bastianich]]) *Il potere politico di una Rete TV non sta solo e tanto nell'informazione direttamente politica, ma nella cultura che diffonde col suo intero palinsesto. Se nel 1994 l'imprenditore Berlusconi, nonostante si presentasse per la prima volta e politicamente fosse un carneade, pote' vincere le elezioni con percentuali simili a quello di un grande partito di massa come la Democrazia cristiana, non è perché i suoi tre network fecero campagna per lui (tre network, in quel momento, li controllava anche il suo avversario), ma perché per una dozzina d'anni, possedendo l'intero sistema televisivo privato nazionale, aveva potuto educare gli italiani alla sua cultura e alle sue preferenze. ([[Massimo Fini]]) *Il senatore Berlusconi non esita mai ad ergersi censore dell'operato dei nostri giudici, che suddivide in imparziali e faziosi non in base al rispetto della corretta applicazione delle norme imposte dai nostri codici e dalle nostre leggi, bensì in funzione dell'esito a lui favorevole o meno dei procedimenti nei quali è coinvolto. ([[Paola Taverna]]) *Il vostro [[Silvio Berlusconi]], spesso giudicato come un guitto o un personaggio da operetta, è invece un leader politico da studiare con attenzione, perché cerca di coniugare democrazia liberale e populismo.<br>Silvio Berlusconi sta tuttavia accelerando una tendenza presente in {{sic|tutto}} i sistemi politici democratici. Il suo operato punta infatti a modificare l'equilibrio dei poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – a vantaggio dell'esecutivo, in maniera tale che {{sic|sia}} l'esecutivo sussuma sia il potere legislativo che quello giudiziario, ma senza cancellare i diritti civili e politici. Le elezioni sono considerate solo un sondaggio sull'operato dell'esecutivo. Se Berlusconi le perde, invoca allora la sovranità popolare da lui rappresentata. La forma politica che propone è sì una miscela tra democrazia e populismo, sebbene la sua idea di democrazia sia una democrazia postcostituzionale che fa dell'invenzione del popolo il suo tratto distintivo. Tutto ciò rende l'Italia, più che un paese anomalo, un inquietante laboratorio politico dove viene sviluppata una democrazia postcostituzionale. Da questo punto di vista, in Italia si sta costruendo il futuro dei sistemi politici occidentali... ([[Slavoj Žižek]]) *In Italia non c'è più opinione pubblica. Non parlo dell'opposizione, ma di qualcosa o qualcuno trasversale ai partiti, che comunque si riconosca in comuni valori democratici. E che, come succede in altri paesi, dovrebbe "punire" – mettiamoci le virgolette, per carità – un capo del governo che non ha senso dello Stato, che non va alle celebrazioni del 25 aprile, che aggredisce la magistratura, che ha come braccio destro un condannato per corruzione e come braccio sinistro un condannato per concorso in associazione mafiosa. E invece passano concetti come "agli italiani non interessa il conflitto di interessi, visto che hanno fatto vincere Berlusconi". Sì, ma interessa alla democrazia... La maggioranza delle persone, e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale ([[Nanni Moretti]]) *In politica poteva essere la persona giusta, ma i tempi non erano maturi. Forse sbaglia quando chiama ancora i suoi avversari comunisti: Renzi e Bindi sono democristiani puri. Ad Arcore si annoia, deve essere in primo piano, la sua punta di narcisismo la conosciamo tutti, fa parte dei suoi pregi. Come imprenditore non si discute. Idem sul piano umano: una persona straordinaria, un amico. Uno che ti dà sempre del tu e viene a salutarti anche a 100 metri di distanza. ([[Umberto Smaila]]) *{{NDR|Sulla singolarissima pronuncia ''non standard'' usata da [[Silvio Berlusconi]] e sul suo significato connotante}} In questo schedario di berlusconismi non può mancare il famoso ''mi consenta'', caratterizzato da una ''s'' particolarmente sibilante, una ''e'' tonica e particolarmente chiusa che ancora adesso si usa per evocare il personaggio ([[Raffaele Simone]]) *Io conosco Silvio Berlusconi da quasi vent'anni, ho lavorato con lui nella vita privata, gli sono stato accanto nella vita politica, credo di conoscerlo bene. È una persona, come tutti gli italiani hanno ormai compreso, che ama la vita, è una persona generosa, è una persona che rispetta tutti: questo è il Silvio Berlusconi che io conosco, io posso testimoniare su questo, e questo è il Silvio Berlusconi persona che conoscono gli italiani. Questo dovrebbe bastare. ([[Sandro Bondi]]) *Io da Berlusconi preferirei non imparare nulla su come si vive, e in particolare a consumare i pasti mediamente in 7' 42". ([[Gianni Mura]]) *Io ho un figlio adolescente con tanto di amici adolescenti e per loro Berlusconi è un mito perché dicono che è simpaticissimo: è un politico che loro capiscono, parla una lingua che loro capiscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale. I ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti italiani a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! Per quelli che lo amano è un mito e sta conquistando anche i giovani. ([[Gabriella Carlucci]]) *Io lo conosco benissimo Berlusconi, da quando faceva il palazzinaro. Veniva spesso a colazione da me. Ogni volta con una ragazza diversa. Per carità, niente di male. Era una sua fissazione. Svelto, spregiudicato, pieno di fantasia. Non coraggioso. Insopportabile quando racconta barzellette. ([[Carlo Caracciolo]]) *Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me. ([[Gian Piero Alloisio]]) *L'odio per Berlusconi? Silvio è un fenomeno rinascimentale, che c'entra lui con la destra e la sinistra? È come [[Lorenzo de' Medici]], senza averne la cultura. ([[Pasquale Squitieri]]) *L'onorevole Berlusconi sbaglia ad intralciare le indagini. Trascina anche le istituzioni in uno scontro tra poteri che rischia di minare il nostro equilibrio democratico. Siamo ben oltre il clima drammatico di «mani pulite». Di tutto questo lei, onorevole Berlusconi, porta per intero la responsabilità. Non passerà certo alla storia per il più grande Presidente che l'Italia abbia avuto nei centocinquanta anni, ma per avere interpretato una delle pagine meno nobili e più opache della nostra storia civile e politica. ([[Bruno Tabacci]]) *L'uomo che per quasi vent'anni la Sicilia intera adorerà senza alcuna vergogna. (''[[La mafia non è più quella di una volta]]'') *La gente crede a Berlusconi. Non parla politichese, i soldi ce l'ha, l'impero ce l'ha, vuole assolutamente cambiare l'Italia, dare i posti di lavoro. Arriva direttamente al cuore della gente. Ma lo sa che Berlusconi è generosissimo? Fa molta beneficenza. Ma non lo dice. ([[Ida Di Benedetto]]) *La guerra del Cavaliere non è la nostra. La nostra guerra è finita con la morte di papà. Il paragone è improponibile: Berlusconi è il padrone d'Italia, non ha nulla da temere; [[Bettino Craxi|Craxi]] era solo contro i giudici. Io ho cercato di tenerne viva l'eredità salvando un piccolo partito socialista. ([[Bobo Craxi]]) *{{NDR|Sulle caratteristiche del suo linguaggio e sullo stile comunicativo}} La [[lingua (idioma)|lingua]] di Berlusconi, guardata al microscopio, si rivela veramente strana: una lingua in pericolo, che nasconde una quantità di sottilissime crepe, di ragnature, di aree sconnesse che si rivelano solamente a un'osservazione più attenta. Piccole sgrammaticature, combinazioni incongrue di parole, collegamenti semantici dubbi: insomma, una varietà di segni di un incompleto controllo dell'italiano [...] Anche in questo Berlusconi è come gli italiani, e ciò spiega in parte il credito del quale è riuscito a godere. ([[Raffaele Simone]]) *La prima volta ci vedemmo in ospedale, al San Pio X. Erano i primi Anni 70, lui era un giovane imprenditore. Ed era malato seriamente. Io gli parlai: "Lei guarirà e farà grandi cose". Nel '94, al tempo della sua discesa in campo, gli dissi che lui era una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia. ([[Luigi Maria Verzé]]) *La vita privata dell'allora presidente del consiglio era disordinata, pericolosa e assai poco esemplare. Però non era un reato (non suo, almeno). Quindi sarà stata riprovevole ma era legittima com'è legittimo (e riprovevole) pagare per avere sesso. Chi ama Berlusconi continuerà ad amarlo. Chi lo odia, continuerà a odiarlo. Nessuno cambierà idea. Entrambe le categorie sono però ormai minoranze: la maggioranza s'è semplicemente, nel tempo, allontanata dalla questione e dalla persona. E dal politico, la cui sconfitta elettorale in campo aperto è [...] la soluzione ''de facto'' del [[Conflitto di interessi|conflitto d'interessi]], il fattore che inchioda Berlusconi alle riforme. ([[Stefano Menichini]]) *{{NDR|Nel 1994}} Lei chiede per sé gli stessi diritti del cittadino comune. Ma lei non è un cittadino comune. E neanche un imprenditore comune. È il proprietario della più grande concentrazione privata di mezzi di comunicazione che ci sia in Europa. La libertà che chiede per sé, noi la chiediamo per tutti. ([[Beniamino Andreatta]]) *Lo ricevetti {{NDR|nel 1990, alla vigilia della presentazione della legge Mammì}} mantenendo un atteggiamento doverosamente istituzionale. Lui invece non smise un attimo di scherzare e far battute, cercando in ogni modo di accattivarsi la mia simpatia. Alla fine, con sguardo impassibile, gli dissi solo che avrei tenuto in debito conto le sue parole. Un commesso aveva appena aperto la porta per accompagnarlo all'uscita, quando accadde l'incredibile. Berlusconi mi s'inginocchiò davanti e, baciandomi la mano, mi disse: «La prego, ministro, non rovini me e le mie due famiglie!». ([[Oscar Mammì]]) *Ma guarda un po', sono qui con l'uomo più potente d'Italia, il più acclamato, una cena che tutti m'invidieran­no e mi viene una gran tristezza. Quest'uomo mi sembra così solo! ([[Mike Bongiorno]]) *Ma il [[Calcio (sport)|calcio]] [[italia]]no non è più bello. Come per tante cose in Italia, [[Silvio Berlusconi]] ha le sue colpe. Quando era Primo Ministro, l'[[Italia]] è divenuta un paese in cui i suoi elettori e coloro che l'odiavano avrebbero guardato la squadra di Berlusconi, il [[Associazione Calcio Milan|Milan]], battere gli avversari sovvenzionato dal governo di Berlusconi sui canali a pagamento di Berlusconi, in una lega diretta dal suo braccio destro [[Adriano Galliani]], e poi guardava gli highlights sui canali gratuiti di Berlusconi. La sola cosa che Berlusconi non ha fatto è stata una legge per rendere gli stadi più sicuri. ([[Simon Kuper]]) *Mi aspetto da Berlusconi che vada a fare le telepromozioni. Tra poco venderà tappeti in televisione. ([[Romano Prodi]]) *Mi è simpatico. Non nega se stesso, parla un linguaggio franco, non si è piegato alle forche caudine dell' ipocrisia. Ma non è un leader politico. È un miliardario che investe i suoi denari nella politica. ([[Jean-Marie Le Pen]]) *Mi ha detto che sono un grande comico. Gli sono molto grato: per questo e per aver perso le ultime elezioni. ([[Paolo Villaggio]]) *Mi piace molto. Trovo che sia un grande uomo, molto giovane ancora, che potrà svolgere - e che svolge già un ruolo importante, non solo in Italia, ma nel mondo. ([[Robert Maxwell (imprenditore)|Robert Maxwell]]) *Mi piacevano gli uomini di cui si era circondato. Oggi no. I suoi ministri sono spesso modesti. Poi in Forza Italia. Bondi, Cicchitto. Un relitto craxiano.([[Carlo Caracciolo]]) *''Mi sento uno straniero negli anni zero | il vostro Cavaliere non mi sembra un condottiero | ruba, fotte e dà la colpa ai comunisti, | i ministri vanno a troie, | le troie fanno i ministri.'' ([[Club Dogo]]) *Milanese, quarant'anni, laureato in legge, cavaliere del lavoro, Silvio Berlusconi è un ''self-made man'', e del ''self-made man'' ha le astuzie, le ubbìe, gli slanci, le diffidenze. Non è partito dall'ago, ma quasi. E ora progetta e costruisce città.<br>''Causier'' icastico e sanguigno, è un lottatore nato, a suo agio in qualunque lizza. Anche la stampa di sinistra, non certo tenera con gl'imprenditori, lo tratta con rispetto, lo pizzica con garbo. Molti lo considerano «l'uomo nuovo» dell'imprenditoria italiana. Un famoso banchiere ha detto di lui: «Possiede l'umanità di Borghi, la fantasia di [[Enrico Mattei|Mattei]], la grinta di [[Mario Monti|Monti]]».<br>Certo, è uno che non si ferma mai, e mai fa fermare chi ha la ventura – o la sventura – di stargli accanto. Dove voglia arrivare lo ignoro. E, forse lo ignora anche lui. ([[Roberto Gervaso]]) *{{NDR|Parlando al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo}} Negli anni '70 mio nonno aveva messo i soldi nell'edilizia al nord. Il contatto è col signor Berlusconi, glielo dico subito. ([[Giuseppe Graviano]]) *Nel nome di Dio e dell'Italia, dimettiti! :''In the name of God and Italy, go!''<ref>Dal titolo dell'editoriale ''Financial Times Weekend'', 5 novembre 2011; citato in [http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=158165 ''FT a Berlusconi: "In the name of God and Italy, go!"''], ''RaiNews24.it'', 5 novembre 2011.</ref> *Noi americani siamo messi male con [[George W. Bush|Bush]], ma voi italiani con Berlusconi... ([[Lou Reed]]) *Noi in liquidazione? Berlusconi confonde i desideri con la realtà, ormai vive in un'altra dimensione. A volte lo guardo e mi sembra un uomo di plastica che vuole farci vivere in un mondo di plastica, ma l'[[Italia]] non è così. ([[Dario Franceschini]]) *Non ha mai agito come piduista. In tutti i volumi della commissione non è mai stato protagonista di nessuna cosa. ([[Mirko Tremaglia]]) *Non odio Berlusconi. Si trucca e mette pure i tacchi. ([[Vladimir Luxuria]]) *Non si può escludere che [[Matteo Salvini|Salvini]] abbia ragione, quando accusa Berlusconi di essersi mosso nella battaglia di Roma spinto da motivi "aziendali", perché Mediaset avrebbe bisogno della benevolenza di Renzi. Non sarebbe del resto la prima volta che l'ex Cavaliere confonde il bene delle sue aziende con il bene del paese. ([[Antonio Polito]]) *Non sono io ad essere berlusconiano ma Berlusconi ad essere feltriano. ([[Vittorio Feltri]]) *Nonostante in una sentenza definitiva ci sia scritto che [[Silvio Berlusconi]] ha mantenuto e rispettato almeno dal 1974 al 1992 quei patti stipulati con [[Cosa Nostra]] grazie all'intermediazione di [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]] ancora oggi questa persona esercita un ruolo assolutamente importante e assume ruolo decisivi nella politica nazionale anche di stretta attualità. ([[Nino Di Matteo]]) *Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. ([[Vittorio Mangano]]) *Per quanto riguarda la vita politica Berlusconi è una novità assoluta. ([[Bettino Craxi]]) *Però Berlusconi in certi momenti è un grande. Come quando ha detto quella cosa stupenda: «Sì, è vero, Ruby l'ho pagata, ma solo per evitare che facesse la prostituta». Io mi aspettavo che lei dicesse: «Sì, gliel'ho data, ma solo per evitare che andasse con le prostitute». Capite? L'ha pagata per non farle fare la prostituta. È come pagare un piastrellista, ma senza farti fare il bagno. ([[Maurizio Crozza]]) *Quando finirà il Governo Berlusconi un vasto indotto di comici, giornalisti, spettacoli teatrali, intellettuali ed editori avrà un crollo. Tutti quelli che vivono alle spalle del berlusconismo faranno fatica a ricostruire una macchina, se non del fango, dello schizzo. ([[Piero Chiambretti]]) *Quando mio padre mi parla di lui, è il 22 luglio 1998. Sono io stesso a sollecitarlo, perché quel giorno si leggeva di Umberto Bossi che diceva che Berlusconi è mafioso e che viene a Milano con i soldi mafiosi. Mio padre mi dice a quel punto che Berlusconi è la più grossa vittima della mafia, ma – aggiunge – soggetti vicini a lui sono a conoscenza di situazioni antecedenti alla sua discesa in campo e riescono ad influenzarne le scelte. ([[Massimo Ciancimino]]) *Quando sento Berlusconi prendere questa cosa alla leggera e scherzare sul fatto che [[Obama]] è "sempre abbronzato", mi fa strano. Lo si metterà sull'umorismo... Ma spesso, sono molto felice di essere diventata francese. ([[Carla Bruni]]) *Quel che gli hanno fatto è indegnissimo. Se fossimo andati a rompere i coglioni a Giovanni Gronchi, a vivisezionare la sua vita come fosse Liz Taylor e a tampinarlo sotto le lenzuola, sarebbero uscite le stesse cose. Ero amico di tutti i paparazzi di Roma. Non c'è politico che non abbia avuto il suo Bunga bunga. ([[Leopoldo Mastelloni]]) *{{NDR|Nel 2008}} Rifiuta costantemente i consigli strategici del suo ministro degli esteri {{NDR|[[Franco Frattini]]}}, demoralizzato, privo di risorse e sempre più irrilevante, a favore dei suoi sodali d'affari, molti dei quali sono profondamente implicati nella politica energetica russa verso l'[[Unione Europea]]. ([[Ronald Spogli]]) *S'è sparsa voce che ce l'ho con lui, mica vero. Anzi, sta contribuendo, un po' alla volta, a chiarire l'identikit dell' allenatore del Milan. Devotamente leggendo l'accademia di Brera, venerdì, ho appreso che, propostagli la candidatura-Bagnoli, Berlusconi ha obiettato "è comunista". Chissà se è vero, certo mette malvolentieri la cravatta. ([[Gianni Mura]]) *Sarebbe quasi scontato ripercorrere la folgorante carriera politica del senatore Berlusconi, ma ricordiamo un po' di fatti. Tessera n. 1816 della [[P2]], celebre loggia massonica illegale ed eversiva, alcune decine di leggi ad personam o «ad aziendam» fatte approvare negli ultimi venti anni da questo Parlamento per schivare le sentenze dell'ultimo minuto e ora una condanna a quattro anni per frode fiscale, grazie ad una legge votata per ironia della sorte, proprio dal suo partito. Ma il senatore Berlusconi, con tutto il rispetto, è solo il passato. Buona galoppata verso casa, Cavaliere! Le piacerebbe continuare ad affrontare i suoi processi da senatore o, come un tempo, da Premier! Stavolta niente più lodi [[Angelino Alfano|Alfano]], niente più legittimi impedimenti. Forse il PD ci farà persino il regalo, per una volta, di non farvi più da spalla, come in passato... presentando, che so, un lodo [[Enrico Letta|Letta]]. [...] Non potremo dire che ci mancherà, semplicemente perché non c'è neanche oggi: considerando il 99 per cento delle sue assenze, è già un evento vederla tra noi, alla faccia della responsabilità verso il Paese! Sì perché voi eravate il Governo dei responsabili, ma ve ne siete responsabilmente fregati dell'aumento dell'IVA al 22 per cento; ve ne siete consapevolmente dimenticati della tanto sbandierata abolizione dell'IMU sulla prima casa che noi avevamo proposto in alcuni emendamenti ai quali PdL, PD e SCpI hanno votato «no». ([[Paola Taverna]]) *Se Berlusconi fosse diventato presidente della Repubblica ci sarebbe stata una svolta straordinaria per questo Paese. ([[Denis Verdini]]) *{{NDR|Sul "cattivo gusto" dei produttori cinematografici e sullo "spettatore medio"}} Se deve essere un Berlusconi a fare i film per questo pubblico, la razza degli autentici creatori è destinata a scomparire. ([[Jean-Luc Godard]]) *Secondo me è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato sull'uomo, come anche in altri casi, diciamocelo. Questa magistratura per certi versi la amo, per altri la critico. È venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che ha fatto. ([[Antonio Mazzi]]) *Sì, Berlusconi è entrato in politica per impedire che gli portassero via la roba... Tenta di evitare che gli scippino insieme la sua impresa e la sua libertà di imprenditore. ([[Giuliano Ferrara]]) *Si è abbattuto sul calcio trasformandolo da sport di città a spettacolo televisivo. Il suo Milan lo paragonerei agli Harlem Globetrotters, e lui al capo del Madison Square Garden. Donadoni è stato il primo ''pezzo'' che ci ha strappato. L'Atalanta era nostra assidua fornitrice da un sacco di tempo, e quello fu un segnale chiaro, un segno forte: di svolta drastica, di cambiamento radicale. Nulla, e nessuno, sarebbe rimasto come prima. Ciò premesso, ho applaudito e invidiato il suo Milan. ([[Gianni Agnelli]]) *Si finge che il potere prima di Berlusconi sia sempre stato immacolato da giudici e amanti, da corrotti e mignotte. E si finge che il Paese sia paralizzato, che la giustizia sia a terra, che la democrazia sia finita, a causa del legittimo impedimento voluto dal governo Berlusconi. La verità è che la giustizia in Italia ha un record europeo di ingiustizia e di insolvenza; che ogni potere politico in Italia ha avuto inchieste giudiziarie, e per vicende e comportamenti legati alla vita pubblica e non alla vita precedente di imprenditore privato, come il caso di Berlusconi. E che tra sesso e potere c'è una relazione stretta, antica e trasversale. Ma l'ipocrisia clericale è fingere scandalo, mostrarsi indignati perché improvvisamente la giustizia, il buon governo, l'onestà sono spariti in un Paese che vive da svariati decenni con una giustizia da schifo, con governi brevi, storti e malcavati, e con una disonestà intellettuale ma anche politica e giudiziaria come regola di vita.<ref>Da ''[http://www.ilgiornale.it/interni/quellitalia_ipocrita_nutrita_clericalismo/05-02-2010/articolo-id=419342 Quell'Italia ipocrita nutrita di clericalismo]'', ''ilGiornale.it'', 5 febbraio 2010.</ref> *Sia chiaro: la mia umana simpatia va più a Berlusconi che a chi l'ha sostenuto, perché lui non aveva scelta che essere se stesso, dichiarativamente e senza mai infingimenti, così sé, così bidimensionale e senza profondità e altra prospettiva che quella della propria piatta fisiologia che io ho spesso pensato che sarebbe lui il primo a non notare alcuna differenza con il giorno prima se il giorno dopo si svegliasse morto, si sveglierebbe morto e inizierebbe la sua giornata come al solito. Quanti lo hanno sostenuto no, una scelta restava loro fuori dalla geneticità coattiva che contraddistingue Berlusconi e lo muove e lo predestinava a essere sé e nessun altro che lo volesse o no – e lui lo voleva. Se gli eterni Bambini e le Bambine di Silvio Gesù avessero osato prendersela questa scelta, Berlusconi non avrebbe fatto scialo dell'Italia per ben due decenni e del prossimo a venire solo a causa del tasso d'interesse ormai greco toccato dai buoni del tesoro italiano, e non mi sto riferendo ai soli politici della maggioranza e della minorata minoranza clerical-fascista-familista quanto i suoi oppositori apparenti, ma a chi l'ha votato e a chi ha votato il partito più magna a ufo e nullafacente e cialtronesco e costituzionalmente ignorante a memoria d'uomo, la Lega Nord. ([[Aldo Busi]]) *Signor Cavaliere, noi due non ci amiamo si sa. Ma il comportamento che quella gente tiene verso di Lei è così incivile così insopportabile così ributtante quindi offensivo per la libertà e la democrazia che a portarvi un benché minimo e involontario contributo mi vergognerei. ([[Oriana Fallaci]]) *{{NDR|Commentando l'affermazione di Berlusconi sul Governo "troppo rosa" e "difficile da gestire" di [[José Luis Rodríguez Zapatero|Zapatero]]}} Silvio Berlusconi avrebbe bisogno di uno psichiatra [...] anche se non so se sarebbe efficace, servirebbero molte sedute. ([[Bibiana Aído]]) *Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende. ([[Marcello Dell'Utri]]) *Silvio è grande. Noi non ci pentiamo di quello che abbiamo fatto di buono con lui, ma lui è il passato, diciamolo forte. Il Paese non regge più e ha bisogno di chi indichi un futuro. ([[Rocco Buttiglione]]) *Sono stanco di ascoltare gli stessi slogan, le medesime promesse vane, la solita litania di numeri, di spese miliardarie senza coperture, di frasi pensate per compiacere la gente anziché dirle la verità. Dalla politica ho avuto moltissimo. Perché dovrei ingaggiare una battaglia al fianco di una persona in cui non credo più? ([[Pier Ferdinando Casini]]) *Su Sky devo essere bello quindi verrò un po' truccato. Sono stati [[Rupert Murdoch|Murdoch]] in persona e anche il figlio, PierMurdoch a volerlo. E mi hanno anche detto di tenere questo ciuffo pesante per fare rabbia a Berlusconi. ([[Fiorello]]) *Tra gli umani da sempre l'accoppiamento con gli animali è in voga, basta pensare ai pastori con le loro pecore, gli alpini con le mule, ai pescatori con i polpi (animali senz'altro più pratici delle cozze che si chiudono nel momento meno opportuno), e infine a Berlusconi con gli italiani. ([[Giobbe Covatta]]) *''Tu che pensi, che immagini, | tu che trasformi la realtà in sogno, | esprimi il desiderio di esserci, di resistere. | Tu che hai voglia di dare, | vedi un universo senza argini e confini, | un mondo che crede nel progresso. | Tu che ami, tu che semplicemente sei.'' ([[Lory Del Santo]]) *Un pezzo importante dell'opinione pubblica, o se preferite di quel ceto medio riflessivo di cui ha tanto parlato [[Paul Ginsborg]], è annichilito dal possibile (anzi probabile) ritorno del Cavaliere. [[Walter Veltroni]] ripete sempre più spesso che bisogna chiudere la stagione dell'odio. In realtà a caratterizzare la politica italiana non è l'odio, ma la paura. Berlusconi più che odiato, è temuto. Per questo sarebbero necessarie una serie di regole (dalla legge sul conflitto d'interessi, a quella sull'emittenza televisiva, solo per citarne due) in grado di impedire soprusi da parte di chiunque si trovi al governo. Solo così i cittadini si sentirebbero più garantiti. Invece l'unica riforma fin qui approvata dal centrosinistra, quella sull'ordinamento giudiziario, ha moltiplicato le possibilità d'ingerenza da parte dell'esecutivo sul potere un tempo indipendente della magistratura. E la [[paura]], di giorno in giorno, aumenta. ([[Peter Gomez]]) *{{NDR|Su Berlusconi come presidente del Milan}} Un presidente ricco e con una gran voglia di vederci vincere. Quando sta in mezzo alla gente sa essere piacevolissimo. L'ho sentito cantare una canzone in francese: ha anche una bella voce. ([[Ruud Gullit]]) *Una della meravigliose qualità di Silvio Berlusconi è che non avendo opinioni, le ha tutte. È contemporaneamente filo americano e filo russo, sta con l'Europa, ma sta anche con i celti orobici della Lega che sono contro. È amico contemporaneamente dei cinesi e del Dalai Lama. Ai vertici internazionali difende i diritti umani. Ma se li scorda quando atterra a Tripoli per finanziare con 5 miliardi di euro la dittatura del suo amico [[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]. È per "il ritorno all'etica nella finanza". Ma ha preteso la depenalizzazione del falso in bilancio per scampare a un po' di processi. [...] Una volta l'ingegner [[Carlo De Benedetti]], di ritorno da Londra dove aveva incontrato il primo ministro [[Tony Blair]], raccontava lo stupore del leader britannico per il perenne sorriso di Silvio ai tavoli delle consultazioni: "È sempre d'accordo su tutto. Non chiede mai nulla". Ma a pensarci bene: perché non dovrebbe sorridere, visto che gli stiamo dando (e si sta prendendo) tutto? ([[Pino Corrias]]) *"Vedrai" mi diceva sicuro il mio compagno [[Giovanni Ferrara|Giovanni]] che di libertà molto aveva studiato e molto sapeva "vedrai che un giorno di Berlusconi rimarrà soprattutto il ricordo dell'uomo che tolse la parola a [[Enzo Biagi]]". Aveva capito che fra tutte le ferite che gli anni del cavaliere avevano dato alla cultura e alla politica del nostro paese, quella inferta al pluralismo dell'informazione colpiva non solo l'essenza stessa della nostra delicata democrazia, ma soprattutto i sentimenti della gente, che aveva ormai identificato in Biagi l'uomo, il giornalista libero e scomodo, che criticava sorridendo, che si opponeva con la forza delle idee e non con le grida della superficialità. Che usava parole semplici e antichi detti popolani per fare a pezzi le falsità dei nuovi slogan pubblicitari. ([[Sandra Bonsanti]]) ===[[Roberto Benigni]]=== *Berlusconi. L'Unto del Signore, un istinto preciso, non si sa per che cosa. *Berlusconi però è uno che reagisce bene, anche quando c'ha i processi. È uno di carattere, bisogna ammetterlo. Anche questo processo sui fondi neri alle Fiamme Gialle che c'ha ora con Gherardo Colombo farebbe paura a tutti. Ma lui ha dichiarato ai giornali: "No, no, sono tranquillo, sono sereno, la notte dormo come un bambino". Cioè si sveglia ogni tre ore e piange. *[[Mina (cantante)|Mina]] non si è fatta più vedere ed è diventata un mito, manda solo video {{NDR|a Sanremo}} come [[Bin Laden]]. Silvio, non ti devi far più vedere. Ogni tanto manda una canzone con Apicella. La canto io. Silvio, ti prego, diventa un mito. Come Dio, che non si vede mai. *Secondo me si presenta proprio strafottente anche davanti a [[Dio]], ma proprio là co... "Buongiorno, collega". "Come collega? Chi è, [[Buddha]]?". "No.". "[[Allah]]? [[Manitù]]? Tex Willer? [...] Ma chi è lei?". "Io sono Silvio Berlusconi, e lei chi è?". "Come chi sono io?Io sono Dio, io sono Colui che è! E lei?". "E io sono colui che... che ha." *Uno solo preoccupato, Silviuccio Belusconuccio, nella su' villa di Arcore: "Ma li mortacci de Pippo, mi hanno messo in galera tutti gli amici mia, mortacci sua! E mo' come faccio? E mo', con tutti i debiti che c'ho? M'hanno messo in galera [[Bettino Craxi|Bettino]], che è il migliore amico mio, e tutti gli amici mia in galera! E mo' 'ndo vado? Veronica, famo un partito!". [...] E fece il partito {{NDR|[[Forza Italia]]}}, quello... Quando mandò la videocassetta a reti unificate, dove era proprio disperato, la bugia era proprio spudorata, dove promise mari e monti perché era disperato, doveva vincere per forza: "Italiani, io vi do... Vi abbasso le tasse, ve le levo proprio, vi do un milione di posti di lavoro, vi trombo la nonna, vi pulisco il bagno, vi... porto il cane a fare i su' bisogni." ===[[Enzo Biagi]]=== *Berlusconi governa il Paese dalle sue centoquarantasette stanze di Arcore e parla al popolo come l'erede dei Borboni. *Berlusconi non ha fatto un colpo di Stato, è stato eletto democraticamente con il voto degli italiani ma certamente lo ha aiutato l'essere proprietario di tre reti televisive e della casa editrice più importante del nostro Paese. È entrato in politica sopratutto per risolvere alcune questioni personali che lo angosciavano. *Considero Berlusconi un politico, come dire, un po' di accatto, un signore che ha fatto la politica perché questo gli ha permesso di attraversare un momento di crisi personale. Lo dico perché me l'ha detto lui: mi ha detto che doveva entrare in politica perché lo facevano saltare per aria, e aveva avuto anche delle noie di tipo giudiziario. *{{NDR|Sul "decreto-Berlusconi" inerente le televisioni promulgato da [[Bettino Craxi]]}} In tutta la faccenda, il solo che ha esercitato il suo mestiere legittimamente, e che non può essere accusato che di eccesso di efficienza, è il dottor Silvio Berlusconi, che ha creduto nelle possibilità dei "networks", e si è buttato con una dedizione al limite del fanatismo. È un tipo tanto bravo che è capace di giocare una partita a tennis da solo, e anche di vincerla. Berlusconi ha scelto bene sia i programmi come i protettori: ha comperato quando gli altri vendevano, facendo anche la parte del salvatore. Proprio così. Ha visto davanti a sé la terra di nessuno, e forse c'era chi provvedeva a mantenerla sgombera, e l'ha occupata: dove sta la colpa? Se esistono, e ci sono, responsabilità, sono tutte della classe politica: che per furbizia, per lassismo, per incapacità (o per interesse) ha lasciato fare. Cinque ministri delle Poste non sono stati capaci di un gesto risolutivo o di dimettersi. In ogni parte del mondo, è il codice che disciplina le attività: in questa Repubblica accade il contrario. Prima si agisce, poi si stabilisce la norma. *Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice. ===[[Michaela Biancofiore]]=== *Berlusconi è sempre gagliardo come un leone: c'è gente che ancora si lancia addosso a lui. È un uomo che fa miracoli. È uno e trino e lo ha sempre dimostrato. Tocca una persona e gli dà luce, gli trasmette positività, è la storia della sua vita. *Ha il difetto di amare le donne, ma almeno non è come [[Piero Marrazzo|Marrazzo]] che va a transessuali, lui è un uomo normale. Anche se bisogna ancora provare il numero esatto di quelle che chiamano sue amanti. *Io in Berlusconi credevo con un'osservanza quasi religiosa. Sono una fondamentalista berlusconiana. *Io lo critico in privato perché non faccio parte della schiera dei lecchini che ci sono in Forza Italia e in tutti gli ambiti dove c'è potere. *Silvio è un esempio di vita un esempio per i bambini per come si comporta con i suoi nipoti, un esempio di lavoro e di sacrificio. Un esempio di vita. Se poi il problema è che gli piacciono le donne, qual è il problema? Lui può insegnare alla gente come si ricostruisce un paese, come si governa. Ieri una signora di 80 anni mi ha detto: "Faccia una carezza a quel fiol, Berlusconi". Questo vorrà pur dire qualcosa. ===[[Giorgio Bocca]]=== *Avete capito perché il Berlusconi nemico dei giudici, che assolda gli avvocati per corromperli, che invita a non pagare le tasse, che fa uso disinvolto di smentite, che promette ciò che non può mantenere, che nasconde i suoi affari pericolosi, piace tanto agli italiani? Perché tanti italiani evidentemente sono come lui inclini alle complicità anarcoidi. *Berlusconi mi mette in difficoltà: non so mai dove comincia e dove finisce la sua recita, non so dove voglia arrivare con il lifting, con la bandana, con le tasse, non so se neppure lui si renda conto di quanto ci prenda in giro. *Berlusconi vanta i sondaggi che lo danno in risalita. Ma lui è un manipolatore di sondaggi e per giunta è sempre più difficile capire come si divida la gente, se ancora cioè l'uomo di Arcore possa vantare qualche appeal illusionistico. *La ragione per cui il populista-demagogo Berlusconi piace agli italiani è la stessa per cui, ai loro occhi, il conflitto d'interessi non è una ferita grave della nostra democrazia. Il fatto che egli sia stato al contempo capo del governo e padrone dell'informazione sembra qualcosa di naturale, di normale, qualcosa che tutti vorrebbero praticare. *Non c'è questione che mi possa trovare d'accordo con lui. L'ho conosciuto tanti anni fa. È solo peggiorato. Faceva l'imprenditore. Si divertiva a convocare qualche centinaio dei suoi sottoposti e a arringarli con un microfono in mano. Si compiaceva di dirne di tutti i colori... *Non si può dire che Berlusconi sia un fascista: è qualcosa di peggio, un anarcoide piccolo borghese. *Questo non sa nulla di politica. È solo furbo. ===''[[Boris]]''=== *– Chissà se anche questo albergo è suo...<br>– Suo, di chi?<br>– Suo! Del presidente... presidente Berlusconi. Che è?<br>– Io l'ho votato.<br>– Chi?<br>– Berlusconi.<br>– C... cioè?<br>– Perché? Per chi dovevo votare, scusa?<br>– Va bene!<br>– Va bene?<br>– Ma certo! [...] Ma fammi capire l'hai votato così l'ultima volta anche... diciamo... come voto di protesta?<br>– No, l'ho votato sempre.<br>– Ah, cioè fin dall'inizio? Dal '94?<br>– No, dal '94 no, perché non ero maggiorenne e non potevo votare. Però ho fatto campagna elettorale attiva e penso sia il meglio che abbiamo in questo Paese. ([[Boris (terza stagione)|terza stagione]]) *''E meno male che Silvio c'è... | se no la sinistra starebbe al sei perce'... | alla sinistra non è rimasto nien...'' ([[Alessandro (Boris)|Alessandro]], [[Boris (terza stagione)|terza stagione]]) *– Quella sera a Milano, quando hai detto che hai votato per lui...<br>– Sì?<br>– Eh, per me è stato un po' uno shock perché... ti ho sempre considerato tra le poche persone intelligenti di questo set. ([[Boris (terza stagione)|terza stagione]]) ===[[Umberto Bossi]]=== *{{NDR|Nel 1994}} Bisogna che si mettano in testa tutti, anche il Berlusconi-Berluskàz, che con i bergamaschi ho fatto un patto di [[sangue]]: gli ho giurato che avrei fatto di tutto, che sarei arrivato fino in fondo, per avere il cambiamento. E non c'è villa, non c'è regalo, non c'è ammiccamento che mi possa cambiare strada... Berlusconi deve sapere che c'è gente che ne ha piene le tasche e che è pronta a far il culo anche a lui. *{{NDR|Nel 1995, sul cosiddetto ''decreto Biondi''}} Io avevo protestato, dicendo che in materia di giustizia non si può legiferare per decreto. Ma [[Alfredo Biondi|Biondi]], che condivideva in parte questa mia posizione, mi spiegò che Berlusconi, allarmato dalla possibilità di un arresto del fratello [[Paolo Berlusconi|Paolo]], aveva esercitato una pressione enorme perché si varasse un provvedimento del genere. ([[Umberto Bossi]]) *{{NDR|Nel 1995}} Il vero potere [[Licio Gelli|Gelli]] diceva che lo deteneva chi ha i mezzi di informazione e Berlusconi era la tessera 1816 della P2 di cui [[Licio Gelli |Gelli]] era a capo. E prima di [[Licio Gelli |Gelli]], se ricordo bene, era un principio espresso dal nazista [[Joseph Goebbels|Goebbels]]. *{{NDR|Nel 1996}} Quell'uomo ha fatto tanti imbrogli nella sua vita. Oggi è solo il servo di quel fascista di [[Gianfranco Fini|Fini]]. Parlare di costituente era un modo per "toccare" la Lega. Noi siamo come Gesù Cristo, guariamo i malati e gli storpi. Berlusconi sa che chi tocca la Lega guarisce e spera di dare di sé l'immagine del guaritore. Berlusconi e Fini sono i figli del dio degenere della restaurazione, questo dio si chiama maggioritario e oggi puntano sul maggioritario e sul presidenzialismo per mettere una pietra tombale sul cambiamento. *{{NDR|Nel 2006}} Te lo dico in lombardo che è una lingua a cui sono molto affezionato. Dobbiamo farti un grande applauso, ''tegn' dür, mai molar''. {{NDR|«tieni duro non mollare mai»}} *{{NDR|Nel 2008}} Se Berlusconi mi telefona gli faccio sentire il rumore del mio revolver. ===[[Roberto Calderoli]]=== *Apprendiamo che Berlusconi si lamenta con [[Lamberto Dini|Dini]] accusandolo di aver copiato il programma di Forza Italia del 1994. Strano, mi risultava che fosse Berlusconi ad aver copiato il programma di qualcuno. Un tale che abita in Toscana, [[Licio Gelli]]. Vien da dire: chi la fa l'aspetti. *Forza Italia appare come il partito che in Bicamerale voleva barattare le riforme del Paese con la fedina penale di Berlusconi. *Senza questo e gli altri processi a Berlusconi, oggi al governo ci sarebbe la Casa della Libertà. Quei 25 mila elettori avrebbero votato a favore di Prodi, sapendo che il suo antagonista non era il delinquente che qualcuno voleva far credere? *Vorrei sapere se c'è bisogno d'altro per dire che Craxi è stato un affezionato fornitore della Fininvest, pagato profumatamente per dei servigi che tutti ci aspettiamo di conoscere nei dettagli. Infatti la vera domanda è: che cosa ha dato Craxi a Berlusconi in cambio di 15 miliardi di lire? Poiché i versamenti sono stati negoziati da alti funzionari della Fininvest a stretto contatto, nell'ottobre '91, epoca di questi fatti, con Silvio Berlusconi, e tenuto conto dell'ingentissimo importo dei medesimi, ci pare quantomeno strano che Berlusconi non sapesse nulla di queste operazioni finanziarie. Sembrerebbe provato, documenti alla mano, che Silvio e Bettino siano indissolubilmente legati da rapporti che vanno ben al di là dell'amicizia e ben al di fuori della legge che entrambi considerano "inadatta" alla loro condotta politica prima ancora che professionale. Si sgretola la maschera televisiva di Berlusconi e appare l'inconfondibile ghigna dell'uomo di Hammamet. ===[[Daniele Capezzone]]=== *A noi non sta bene questo Berlusconi, quello dei pasticci, della sudditanza a Bossi. Vorremmo un Berlusconi diverso, quello che nel '94 prometteva la riforma all'americana delle istituzioni, dell'economia, della giustizia. Se tornerà quello si potrà discutere, altrimenti affonderà e peggio per lui. *Berlusconi, a parole e a chiacchiere, minaccia la guerra civile contro D'Alema e la sinistra, ma nei fatti sta già preparando, e praticando, il "soccorso azzurro". [...] Ci saranno liberali di destra e di sinistra desiderosi e capaci di opporsi a queste manovre? *Berlusconi è come [[Vanna Marchi]] e [[Giulio Tremonti|Tremonti]] è come il suo [[Mago do Nascimento]]. *Berlusconi si paragona a [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e Churchill. Mi ricorda la barzelletta dei due matti: uno dice "Io sono [[Mosè]] e [[Iddio]] mi ha dato le [[Dieci comandamenti|tavole della legge]]" e l' altro, offeso "Ma guarda che io non ti ho dato niente!". Ecco, lui potrebbe essere il secondo matto, mentre per il novello Mosè bisogna scegliere tra [[Sandro Bondi|Bondi]] e [[Emilio Fede|Fede]]. *Silvio Berlusconi è entrato in politica con 5 mila miliardi di debiti e con le banche che tentavano di strozzarlo; oggi vanta 29 mila miliardi di attivo e figura tra i sette uomini più ricchi del pianeta. ===[[Enrico Cisnetto]]=== *{{NDR|Nel 2003}} Alle ultime elezioni ho dato il voto a Berlusconi sperando che vincesse con largo margine, così toccava a lui dimostrare se i cinque anni di opposizione lo avevano reso capace di governare oppure no. *{{NDR|Nel 2003}} Berlusconi è contemporaneamente il padrone del centro-destra e il collante del centro-sinistra. Un suo passo indietro creerebbe problemi ovunque. *{{NDR|Nel 2003}} Il problema di Berlusconi non è l'eccesso di potere. È il suo contrario. Non ha potere. Non è stato nemmeno capace di difendere i suoi interessi pur avendo cento parlamentari di vantaggio sull'opposizione. *Tutti hanno potere di interdizione. Berlusconi non vince coi magistrati e i magistrati non vincono con lui. Finisce sempre zero a zero. ===[[Fedele Confalonieri]]=== *La verità è che se non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori. *Le immagini di piazza San Babila stracolma di gente che lo circonda, e lui che sale sul predellino dell'auto per salutare, mi ricordano l'arrivo di [[Lenin]] in Russia a bordo del treno piombato. *Le leggi ''ad personam''? Le fa per proteggersi. Se non fai le leggi ''ad personam'' vai dentro. ===[[Franco Cordero]]=== *Gli sta a pennello l'aggettivo tedesco "folgerichtig", nel senso subrazionale: ha dei riflessi costanti (finto sorriso, autocompianto, barzelletta, morso, digestione); non tollera le vie mediate; sceglie d'istinto la più corta, come il caimano quando punta la preda. *Il bello dello studiare B., notavo la settimana scorsa, è che le ipotesi analiticamente giuste risultano sempre confermate a opera sua: salta sulla preda, la inghiotte e digerisce, indi ripete l'operazione; fenomeni naturali, come le cacce del coccodrillo o la digestione del pitone. Tout se tient nella sua storia. I paleontologi ricostruiscono l'intero dinosauro da una vertebra. Idem qui. Persi i protettori salta in politica e non perché gliene sia venuto l' estro: impadronendosi dello Stato vuol salvare una terrificante ricchezza in crescita continua; siccome ha la cultura dei caimani, non gli passa nella testa che esistano poteri separati; e non stia bene diluirsi i falsi in bilancio, ai quali risulta piuttosto dedito, o storpiare la disciplina delle rogatorie affinché prove d'accusa spariscano dai processi milanesi, o codificare stramberie utili alla fuga da Milano. *Sarà sospeso anche uno dei processi inscenati a suo carico "da magistrati d'estrema sinistra": gliel'hanno detto gli avvocati; che male c'è?; un perseguitato politico deve difendersi; e ricuserà il presidente del tribunale, lo rende noto en passant. Ma è puro caso che l'emendamento gli riesca comodo. La ratio sta nell'interesse collettivo. Discorso molto berlusconiano, chiunque glielo scriva. *Stanno nel fisiologico le metamorfosi lente operate da lunghi esercizi (Freud le chiama forme reattive, Reaktionsbildungen). Qui è innaturalmente fulminea. Tale appariva la conversione del Caimano in homme d'Etat pensoso, equanime, altruista. Impossibile, natura non facit saltus. Nessuno cambia d'un colpo a 72 anni, tanto meno l'egomane insofferente delle regole ([[etica]], [[legalità]], [[grammatica]], [[buon gusto]]), specie quando sia talmente ricco in soldi e voti da mettersele sotto i piedi. Era molto chiaro dall'emendamento pro Rete4, in barba alla disciplina della concorrenza, ma i cultori del cosiddetto dialogo perdonano tutto o quasi. ===[[Massimo D'Alema]]=== *A me non importa se Berlusconi vuole l'accordo sulle riforme per interesse personale. *{{NDR|Nel 1993}} Ah-ah! È impensabile che il dottor Berlusconi entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in Brasile! *Berlusconi ha buon gioco, perché veniamo da un periodo di vuoto d'autorità. *Con Berlusconi dobbiamo riscrivere le regole dello Stato democratico. *Io di Berlusconi mi fido: credo proprio che sia sincero, quando dice di volere le riforme. *La caduta della sua leadership mi preoccupa, potrebbe bloccare il processo di costruzione di una democrazia dell'alternanza in Italia. *Noi abbiamo una forma democratica della leadership: i leader possono cambiare. Mentre la destra italiana da sedici anni è sotto il comando imperituro di Berlusconi. Però vorrei fare osservare che è la loro l'anomalia, non la nostra. Perché Berlusconi, che ha perduto per due volte le elezioni, nel '96 e nel 2006, tuttavia è rimasto a capo della destra, cosa che non avviene in nessun paese democratico. E perché Berlusconi, malgrado che abbia perduto per due volte le elezioni, Berlusconi è rimasto, ormai per quasi vent'anni, a capo della destra? Perché lui ne è il proprietario, non il leader. E quindi questo è un concetto del tutto diverso. Ora, se si pensa che anche il centrosinistra debba avere un proprietario, ci si sbaglia. Siamo un'associazione libera. *Umanamente, Berlusconi mi è proprio simpatico. ===[[Sergio D'Antoni]]=== *È bravissimo a vincere le elezioni, ma a governare non ce la fa. Sa come proporsi ma non sa come amministrare. *Il modello di partito personale che Berlusconi ha inventato alla fine è imitato da tutti. Che cosa stanno facendo se non tanti partitini personali? Il partito di Bossi, il partito di Fini, il partito di Follini. *Quando Berlusconi disse che in Italia si lavora poco non si rendeva conto che da quando c'è il suo governo sono aumentate in maniera impressionante le ore di sciopero. ===[[Antonio Di Pietro]]=== *Berlusconi non può far molto, a parte calunniare e mentire, contro chi agisce secondo le regole. Non mi querela perché quando dico qualcosa contro di lui ho sempre le prove. Spero mi quereli per diffamazione. Ma non lo farà. *Berlusconi [...] sta alla politica come [[Emilio Fede]] sta all'informazione. *Certo, Lei, signor Berlusconi, non è un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia, uno stupratore che dopo lo stupro si è fatto una legge, anzi, una ventina di leggi ''ad personam'' per non rispondere del suo stupro. Lei non è, come l'hanno definito, uno dei tanti tentacoli della prova... piovra: Lei è la testa della piovra politica che in questi ultimi vent'anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale, per piegarle ai suoi interessi personali e a quelli dei suoi complici, quelli della setta massonica deviata di cui Lei fa parte. Lei oggi ci ha parlato di una volontà del Governo di implementare la lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, alla criminalità economica delle cricche: e che fa, si arresta da solo? O ha deciso di prendersi a schiaffi tutte le mattine mentre si alza e si guarda allo specchio? *In realtà a Berlusconi non interessa il bene della collettività ma soltanto la sua impunità. *Io con Berlusconi non ho nulla in comune: mi è bastato vederlo un paio di volte in vita mia per capire che bisogna evitarlo. Lo considero politicamente come l'Aids: se lo conosci lo eviti. *L'antiberlusconismo è un falso problema. Noi lo siamo perché è lui l'anomalia. Ci accusano di occuparci solo di Giustizia, ma è lui che si occupa troppo di Giustizia, è lui che ha fatto il lodo Alfano, il lodo Consolo, la Salvapremier. [...] Cerchiamo solo di contenere il male. *Signor Presidente del Consiglio [Berlusconi ndr], anzi signor Presidente Videla, lei è proprio un capo di Governo modello Argentina. Lei ha umiliato e umilia ogni giorno il Parlamento con colpi di mano che violano ogni regola di democrazia parlamentare. Proprio pochi minuti fa, lei ha promosso e realizzato l'ultimo atto provocatore e promotore di una deriva antidemocratica, ovvero la nomina a presidente della Commissione di vigilanza RAI di una persona scelta dalla sua maggioranza. Lo dico a chi ci ascolta in diretta: questa maggioranza parlamentare ha avuto l'arroganza di scegliere anche chi deve rappresentare l'opposizione. Si tratta di un comportamento tipico, appunto, delle dittature argentine. ===[[Bill Emmott]]=== *Dopo Mani pulite, il vostro paese si è avviato verso profondi mutamenti. Secondo noi Silvio Berlusconi ha bloccato quel processo. *In Silvio Berlusconi non esiste un singolo problema, ma una accumulazione di problemi. È l'esempio più eclatante di un uomo che ha usato la politica per costruire il proprio impero e per proteggersi dai guai giudiziari. *Noi sosteniamo il capitalismo, ma in una relazione corretta con la democrazia. Lui sta abusando del sistema, distorcendo a suo vantaggio le finalità del potere politico. Silvio Berlusconi viola tutti i principi per cui noi ci battiamo. ===[[Emilio Fede]]=== *I due {{NDR|Berlusconi e [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]]}} a un certo punto hanno iniziato a mettersi insieme per l'edilizia e le cose [...]. Dopodiché è nata quella che poi è diventata un'azienda [...]. Berlusconi non c'aveva una lira [...] Dell'Utri lo ha appoggiato. [...] L'incontro Dell'Utri c'è tutto capisci il rapporto mafia, mafia, mafia, soldi, mafia, soldi. Dell'Utri era praticamente quello che investiva, allora cosa succede? Qui c'è stato un investimento di soldi mafiosi. *Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la [[democrazia]] e per l'informazione. *Un non politico che si occupa del Paese come fosse la sua azienda. A Pratica di Mare ha messo la parola fine alla guerra fredda, l'Ue lo sta seguendo per uscire dalla crisi finanziaria, è stato decisivo per il conflitto in [[Georgia]]. La storia riconoscerà la sua grandezza. ===[[Gianfranco Fini]]=== *Autocritica è parola che Berlusconi non conosce. *{{NDR|Nel 2007}} Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quello che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi. *{{NDR|Nel 2007}} Il Cavaliere ha fatto tutto da sé. Ha messo in piedi i Circoli della libertà con la Brambilla. Poi ha creato il Partito della libertà senza neanche avvertire i suoi amici di Forza Italia, quindi ha distrutto la Cdl. Conclusi i giochi, a regole scritte (alla stesura delle quali non siamo stati chiamati a partecipare) dovremmo bussare alla sua porta col cappello in mano e la cenere sulla testa? Non siamo postulanti.[...] Sono il presidente di An, non una pecora. *Lui, l'uomo, confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di... qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... siccome è eletto dal popolo... [...] io gliel'ho detto... confonde la leadership con la monarchia assoluta... poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi statte quieto. *Talvolta accade che Berlusconi confonda la leadership con la monarchia assoluta. ===[[Giorgio Forattini]]=== *Non l'ho mai sentito parlare con livore. Sì, abbonda in barzellette, ma l'odio mai. *Quando Berlusconi comprò Mondadori cominciò il bombardamento delle querele di molti personaggi che sognavano una vecchiaia felice. Il ritornello era: "tanto questo paga". *Questa situazione ha creato una situazione di autocensura nella satira verso la sinistra. Ma se attacchi Silvio Berlusconi diventi un eroe... ===[[Gino e Michele]]=== *Ancora scolaretto Silvio Berlusconi dà prova delle sue straordinarie qualità vendendo i "pensierini" ai compagni meno dotati. Comincia insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito l'origine del suo successo. *Berlusconi: un quasi bisnonno che non accetta l'idea di invecchiare. *Non è vero che se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice. È vero invece che se l'annunciatrice avesse le tette se la farebbe Berlusconi. *Tre quarti delle menzogne che ''la Repubblica'' scrive su Berlusconi sono vere. ===[[Beppe Grillo]]=== *Berlusconi promette un milione di posti di lavoro e ci crede pure, ci crede sul serio, lui. Ma avete mai visto un uomo di Stato che giura sulla testa dei suoi figli? Non lo faceva neanche [[Jean-Bedel Bokassa|Bokassa]], che di figli ne aveva 75. *Ha comperato tutto, il Milan, la Standa per metterci la Carrà e anche l'Aids da quando ha saputo che si trasmette facilmente. *Ma lo avete visto al G7? Era il più piccolo di tutti. Un nanetto così in una società civile lo avrebbero messo a decorare il giardino. *Signor Berlusconi, lei a chi si sta riferendo quando dice che se vinciamo noi {{NDR|il [[Movimento 5 Stelle]], alle elezioni europee del 25 maggio 2014}} ci saranno disordini? Quali disordini? A chi lo dice? Questo è un pizzino: è [[Totò Riina]] che parla ai suoi adepti? ===[[Sabina Guzzanti]]=== *D'altra parte è giusto, bisogna accettarlo: Berlusconi ha vinto le elezioni, gli italiani le hanno perse. *Non è colpa dei cittadini se hanno votato Berlusconi, non tutta loro. È colpa di quelli che, potendo, non lo hanno fermato. Non era candidabile, non eleggibile, oppure doveva rinunciare alle sue proprietà. Punto. E quelli che gliel'hanno permesso, mettendo tutti noi in questa situazione di merda, devono rispondere delle loro azioni, dare spiegazioni esaurienti, chiedere scusa e sparire. *Se b. avesse voluto davvero fare lo spiritoso anziché lo sborone ignorante come al solito, avrebbe detto che lui usa lo stesso fondo tinta di [[Barack Obama|obama]]. ===[[Daniele Luttazzi]]=== *Berlusconi è un creativo. Per lui il codice penale è un catalogo di opzioni. *Berlusconi... è un Re mida al contrario: tutto quello che tocca diventa merda. Silvio, per favore, non toccare più nulla! Tocca [[Claudio Scajola|Scajola]]. *Berlusconi ha una mente fertile. E sappiamo cosa rende fertili le cose. *La Chiesa è così: finché Berlusconi ha uno stalliere mafioso in casa, va bene. Falso in bilancio, corruzione, leggi ad personam: okay. Se però Berlusconi va a letto con una puttana, allora no, questo non si può fare. Spero che abbiano capito che non esiste una persona più profondamente anticattolica di Berlusconi. I suoi riferimenti sono altri, il suo stesso mausoleo non brilla certo per simbolismi cristiani. ===[[Curzio Maltese]]=== *Berlusconi era un psicofarmaco ambulante, l'antidoto all'ansia diffusa di un paese che pensava di aver perso troppi treni mentre gli altri (perfino l'Est e l'ex Terzo mondo) si erano messi a correre più veloce e che si sentiva per questo inadeguato alla sfida globale, non all'altezza. Ma che problema c'è? Se uno non si sente all'altezza infila i rialzi alle scarpe, rinfoltisce la capigliatura e accentua il maquillage, anche sull'intero paese. È indimenticabile la scena di Berlusconi al [[Fatti del G8 di Genova|G8 di Genova]] che si occupa di stendere fondali finti sui vecchi (e magnifici) palazzi del centro, mentre i colleghi discutono di relazioni commerciali con la Cina. A uno così l'Italia non poteva che essere grato. L'aveva sollevato dalla paura e aveva sostituito l'incubo con i sogni. Peccato che la paura fosse reale e i sogni no. *Le altre volte che ho incontrato il più recente uomo della Provvidenza sono meno suggestive ma altrettanto segnate dalla bizzarria. [...] Una convention di Publitalia al Casinò di Montecarlo, dove il proprietario di Canale 5 intrattenne mille venditori sul concetto: "Il [[consumismo|cliente]], il [[televisione|pubblico]], è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente". Non era originale neppure in questo, come nell'idea del "contratto", rubacchiata qua e là. Ricordava la "legge di [[Phineas Taylor Barnum|Barnum]]". Una volta un giornalista chiese all'inventore del circo moderno di definire la chiave del successo. Barnum lo portò alla finestra del proprio studio: "Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone [[intelligenza|intelligenti]], sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue". *Silvio Berlusconi è dal principio il nostro Juan Perón, quello che prepara la dittatura attraverso l'assassinio della politica, la scomparsa dell'opinione pubblica, il declino civile, legale, morale ed economico. La progressione è spaventosa. Tutti i giorni, in Parlamento o nelle province dell'impero, passano norme liberticide, xenofobe, poliziesche. Ogni tanto qualcuna rientra, ma per beghe interne o per l'intervento dell'Europa o del Vaticano, ora perfino dell'Onu. *Tutto quello che nella figura di Berlusconi appariva come vizio intollerabile alla parte più [[etica]], per gli altri, i seguaci, costituiva motivo di identificazione consolatoria. Ecco un uomo ricchissimo che non aveva l'apparenza colta, raffinata, cosmopolita, insomma "straniera", delle grandi dinastie, dei signori Agnelli. Un italiano vero che aveva costruito un'immensa fortuna senza studiare troppo e senza mai confrontarsi con la competizione internazionale. Esperto conoscitore dell'arte di arrangiarsi, trasformista, all'occorrenza massone o socialista o di destra. Uno che parla, ragiona e veste come un commendatore degli anni cinquanta, diffida dell'Unione europea e dell'euro, non nomina neppure per sbaglio Cina e India, e risolve ogni questione di politica estera con una professione di fede nella potenza degli Stati Uniti, come neppure i democristiani del dopoguerra. ===[[Indro Montanelli]]=== *Arrivò a Palazzo Chigi credendo, e facendo credere, che uno Stato si poteva condurre con gli stessi criteri di un'azienda privata. Io su questo avevo avuto serie discussioni con lui – non litigi, non ho mai litigato con Berlusconi – gli avevo detto: "Guarda che lo Stato non è un'azienda privata". Lui credeva di potersi comportare a Palazzo Chigi, e con la macchina dello Stato, come si comportava con la sua organizzazione, dove la gente frullava e, se non frullava, lui la cacciava via, com'è giusto che faccia un imprenditore. Ma lui non poteva applicare questi metodi e sistemi allo Stato. Quando si trovò di fronte alla muraglia grigia, sorda e ottusa della burocrazia italiana, che è la peggiore, ma anche la più resistente del mondo, lui rimase senz'armi: non poteva licenziare neanche un usciere. Nel gioco parlamentare lui naufraga perché non è abituato a queste cose. La politica – non dico che sia solo un mestiere – ma è anche un mestiere. Questo mestiere lui non lo aveva. *Berlusconi, cui nulla riesce tanto bene quanto la parte di vittima e perseguitato. «[[Chiagne e fotte]]» dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito. *Berlusconi ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente di una società di calcio. *Berlusconi non ha idee: ha solo interessi. *Berlusconi ha un sacco di qualità. C'è da dire, ha una grande immaginazione, una grande fantasia; ha un coraggio leonino nel buttarsi nelle imprese; sa trascinare molto bene; è un comunicatore eccezionale, sa accendere i suoi seguaci di entusiasmi eccetera eccetera, mi ricordo che una volta gli dissi: «Io sono sicuro che se tu ti mettessi a fabbricare dei vasi da notte, faresti venire la voglia di fare pipì a tutta l'Italia.» *È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. [...] È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. *È strano: io non avevo mai preso parte alla campagna di demonizzazione: tutt'al più lo avevo definito un pagliaccio, un burattino. Però tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto. Adesso invece qualsiasi cosa è possibile: non per quello che succede a me, a me non succede nulla, non è che io rischi qualcosa, è chiaro. Quello che fa male è vedere questo berlusconismo in cui purtroppo è coinvolta l'Italia e anche tante persone perbene. *È un uomo d'attacco: se avesse fatto la carriera militare lui non sarebbe diventato né un [[Gerd von Rundstedt|Rundstedt]] né un [[Erich von Manstein|Manstein]], che furono i grandi strateghi tedeschi dell'ultima guerra. Lui sarebbe diventato un [[Rommel]] o un [[Patton]]. Cioè dire: è un generale di slancio e di rottura che, appunto, sullo slancio può compiere qualsiasi cosa. Se lo metti poi a difendere le posizioni conquistate con lo slancio, eh no, lì non ci sta. [...] Non sarebbe uomo di Curia e non è un uomo di pazienza, non è un uomo da guerra di posizione e di logoramento, ecco perché mentre ha dato il meglio di sé nella prima fase della sua conquista politica, è un po' imbarazzato e malaccorto. *Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una [[malattia]] che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino. *La scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. ===[[Gianfranco Rotondi]]=== *Berlusconi, un santo puttaniere, ma passerà alla storia come uno statista. *Come maschi italiani tutti pensiamo di essere i migliori imprenditori, i migliori capitani di squadra, i migliori politici e anche grandi amatori. Ecco Berlusconi tutte queste cose le ha fatte bene. Sui successi di Berlusconi si può discutere, ma a letto non ci sono dubbi e come diceva Cossiga: "Gli unici successi o insuccessi che non si possono nascondere sono quelli di letto." *Naturalmente sosterrò il PdL e darò la preferenza a Silvio Berlusconi, ma solo in quanto mio testimone di nozze. *Silvio è come Cristo: anche lui fu vittima di una sentenza. ===[[Daniela Santanchè]]=== *Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non glie[[Vagina|la]] do. *Berlusconi mi ha fatto diversi regali: braccialetti, collane e pensieri vari in occasione delle festività e dei miei compleanni. È un uomo generoso e attento alle persone, ce ne sono pochi come lui. Tra noi c'è ancora amicizia. Per una donna di destra questo è un valore molto importante, ma purtroppo Silvio ormai è caduto nel teatrino della politica. *L'unica cosa certa è che Berlusconi è stato veramente perseguitato. *Silvio Berlusconi non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita giorno dopo giorno. Ha detto a quella ragazza precaria di sposare un miliardario: non è questa la soluzione del precariato. Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare. *Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali. Berlusconi ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d'appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda. ===[[Eugenio Scalfari]]=== *Berlusconi è un uomo di gomma laddove Mussolini si atteggiava a uomo di ferro. Berlusconi galleggia e padroneggia la democrazia cercando di renderla invertebrata; Mussolini distrusse la democrazia. Mussolini volle lo Stato etico, Berlusconi appoggia il suo potere sull'incompatibilità degli italiani nei confronti dello Stato, salvo adottare lo statalismo quando una società impaurita lo invoca come il protettore di ultima istanza. Si tratta, come si vede, di differenze profonde anche se il fine è analogo: un Capo carismatico, plebiscitato da un popolo che ha rinunciato ad esser popolo ed ha trasferito in blocco la sua sovranità al Capo. *Berlusconi è una simpatica e gentile persona, con tratti di generosità e un'elevata capacità imprenditoriale nel suo settore. C'è un solo problema, ed è che Berlusconi è un bananiere a ventiquattro carati, cioè un uomo d'affari che fa i suoi affari con la politica. *L'eccellente Berlusconi viaggia verso un progetto di televisione europea. Qui da noi ha già in mano tutti i network privati che contano, in numero di ben tre; ha messo radici a Parigi e sta per metterle anche a Madrid. In tutti e tre i paesi i suoi "patron" sono socialisti, ma Berlusconi socialista non è: è un uomo d'affari; si allea con chi lo appoggia; tutt'al più ne diventa socio, sempre pronto a cambiar società se il vento cambiasse direzione. Così fan tutti, è normale. L'espediente di far oscurare gli schermi berlusconiani da qualche pretore intransigente, largamente appoggiato dal partito Rai, è logoro. Non è quello il problema. Il problema riguarda invece due punti-chiave: la concentrazione dei network in una sola mano e l'affollamento pubblicitario nelle trasmissioni. *Silvio Berlusconi ha un suo rispettabile concetto dei mezzi d'informazione, che si fonda su due punti essenziali. Primo punto: i mezzi d'informazione sono soprattutto dei contenitori di pubblicità e alla raccolta di pubblicità debbono subordinare ogni altro obiettivo. Secondo punto: i mezzi d'informazione debbono essere strumento d' appoggio e casse di risonanza dei gruppi di potere dominanti. I tycoons della televisione e della stampa fanno cioè parte della stessa galassia popolata dagli altri vested interests, gli interessi forti del sistema. ===[[José Saramago]]=== *CHE FARE CON GLI ITALIANI? Riconosco che la domanda potrà sembrare alquanto offensiva a un orecchio delicato. Ma che succede? Un semplice privato che interpella un intero popolo, che gli chiede il conto per l'uso di un voto che, con sommo gaudio di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha finito per fare di Berlusconi il padrone e signore assoluto dell'Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se in verità, voglio dirlo subito, il più offeso sono io. Sì, proprio io. Offeso nel mio amore per l'Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, anche, nella mia pertinace speranza che l'incubo abbia fine e che l'Italia possa recuperare l'esaltante spirito verdiano che è stato, un tempo, la sua migliore definizione. E che non mi si accusi di star mescolando gratuitamente musica e politica, qualunque italiano colto e onorato sa che ho ragione e perché. *Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee. *Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano per ben tre volte ha eletto per servirgli da modello, questo è il cammino della rovina verso cui si stanno trascinando i valori che di libertà e dignità impregnarono la musica di Verdi e l'azione politica di Garibaldi, quelli che fecero dell'Italia dell'Ottocento, durante la lotta per l'unificazione, una guida spirituale dell'Europa e degli europei. E questo che la cosa Berlusconi vuole gettare nel cassonetto dei rifiuti della Storia. E gli italiani, glielo permetteranno? ===[[Michele Serra]]=== *Berlusconi è il firmatario di una bancarotta politica che non divenne anche economica per il rotto della cuffia. Se occorre ricordarlo non è tanto per arginare la sua grottesca permanenza sulla scena (chi lo vota crede nel paranormale). È soprattutto per segnalare che il paese, e con esso anche la diciassettesima legislatura, ha il merito di avere già voltato pagina rispetto a lui e alla sua funesta epoca. *Il berlusconismo riassume così perfettamente ciò che le persone di sinistra non sopportano (ricchezza offensiva, ignoranza del limite, spregio per la cultura, clericalismo in campo etico e classismo anticristiano in campo sociale, più il resto che non sono spiccioli) da rendere ovvia la speranza che prima o poi questo momento deprimente e pericoloso della storia italiana finisca. *Immaginiamo che un cittadino, nauseato dalle liti e dall'inconcludenza di questa coalizione di narcisi disfattisti, decida che forse è il momento di guardare al centrodestra. Neanche il tempo di volgere lo sguardo, e si imbatte nel miliardario ridens che riceve tra le sue ortensie, sovreccitato, una delegazione di ispettori europei e gli mostra i sondaggi che lo danno al 63 per cento. Il nostro giudizio su costui, in lunghi anni di forzata promiscuità, è oramai consolidato e inamovibile: nella migliore delle ipotesi è un simpatico megalomane disposto a tutto pur di posare con l'amico Bush e l'amico Putin, nella peggiore è un fanatico prepotente convinto che con i soldi si possa comperare qualunque cosa si muova sulla faccia della Terra. *{{NDR|A proposito del commento sulla vittoria di [[Barack Obama]]}} Io credo che sarebbe ora di dire che è semplicemente uno sciocco. Ecco, più che puntare sul, come dire... sull'allarme istituzionale, la repubblica in crisi... Ecco cominciare a dire quello che poi appare abbastanza evidente: che è un uomo abbastanza sciocco e dice spesso cose molto sciocche, e forse è stato sopravvalutato anche dai suoi avversari. Dopo di che le polemiche, insomma, è persino inutile farle. Insomma.. si prende atto, si constata, si fa un sorrisetto purtroppo di sufficienza. Ecco perché la cosa triste è che si è costretti a fare un sorrisetto di sufficienza su quanto dice e fa, insomma... il primo degli italiani, escluso il capo dello stato, cioè il capo del governo. Piuttosto penoso, ecco... Penoso e sconsolante. Fa il commento più sciocco, non voglio neanche dire che sia una gaffe: è il commento più frivolo, più superficiale, meno colto, meno politico, meno serio. È come... come quando fa le corna nelle fotografie di gruppo, è una persona che non è all'altezza di rappresentare un paese: ma non l'Italia, qualunque paese. E dispiace, insomma, che dire? Cioè, non è neanche una cosa da dire con veemenza, la si dice con... con malinconia profonda a questo punto; però, insomma, non è una novità, dovremmo esserci abituati. Ma ne dirà un'infinità ancora di cose del genere, perché purtroppo il livello è quello: è una persona di basso livello intellettuale. Questa è la mia opinione. *La sua immagine recente, vuoi del vecchietto accattivante, vuoi dell’anziano e saggio moderato, è tipicamente consolatoria. Serve a dimenticare che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è stato il nostro Trump, ha svuotato la destra conservatrice e borghese per farne una fabbrica di demagogia (fa testo il disgusto di [[Indro Montanelli|Montanelli]]) e soprattutto ha tenuto bene da conto — come Trump, come tutti gli straricchi — i suoi interessi personali. Il più di destra, a destra, è sempre lui: da trent’anni. ===[[Marco Travaglio]]=== *Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po' ("100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti") e senza rendersi conto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paese avrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere "sempre stato assolto", mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioni perché "il fatto non costituisce più reato" in quanto lui stesso l'ha depenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la legge Alfano è "comune ad altri Paesi europei", mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l'immunità per il premier (Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capo dello Stato). E s'è dimenticato di spiegare come mai, appena passato il Dolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò che lui non l'avrebbe usato perché voleva essere assolto, mentre ora pretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbi et orbi del processo. *Alla parola "moralità", il Cavaliere chiama Bonaiuti e chiede un dizionario: dev'essere un termine australiano, comunque arcaico. *[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] dice "Hanno intercettato il presidente del consiglio, è una vergogna", ma non è vero niente: lui non è mai stato intercettato in vita sua, sono gli altri che vengono intercettati, quelli con cui lui parla, esattamente come quando parlava con [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]], con [[Salvatore Cuffaro|Cuffaro]], con [[Agostino Saccà|Saccà]], con [[Gianpiero Fiorani|Fiorani]], con [[Gianpaolo Tarantini|Tarantini]] e le escort. Gli interessati sono sempre gli altri, il guaio è quello che dice e a chi lo dice: ogni anno in [[Italia]] si intercettano circa ventimila persone su sessanta milioni di abitanti, possibile che lui non riesca mai a parlare con gli altri cinquantanove milioni novecentoottantamila? Poi il cavaliere dice "Ma io le stesse cose contro Annozero le ho sempre dette anche in pubblico"; a parte che non è vero, perché nelle intercettazioni c'è ben di più, anche se fosse? Cioè, è come se uno dicesse per tutta la vita "Mi piacerebbe ammazzare mia moglie", dopodiché scoprono che ha assoldato un killer per farla ammazzare, lo processano, lui va in tribunale e dice "E va be', ma l'avevo detto, no?, che l'ammazzavo". *L'altro giorno, a Torino, due tizi hanno rapinato una banca mascherati da Berlusconi e [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]]. Sulle prime il cassiere era terrorizzato. Poi ha capito che erano solo maschere. *La boiata razzista del Cainano s'inserisce in una tradizione che l'ha reso celebre nel mondo, perché è fuori dai patrii confini che dà il meglio. Le corna a Caceres, in Spagna. L'atterraggio in Estonia ("Bella, l'Estuania"). Le molestie a un'operaia della Merloni in Russia ("voglio baciare la lavoratrice più bella", con Putin che osservava gelido l'amico Silvio intento ad arrampicarsi sulla giunonica ragazza in fuga). Il ricordo dell'11 settembre ("voglio ricordare l'attacco del comunismo alle due torri"). Gl'insulti al mondo islamico ("Dobbiamo esser consapevoli della superiorità della nostra civiltà su quella islamica, ferma a 1400 anni fa)". Le ganassate da latrin lover col danese Rasmussen ("È più bello di Cacciari, lo presenterò a Veronica") e col tedesco Schroeder ("Parliamo di donne: tu te ne intendi, ne hai cambiate tante, eh eh"). Il "kapò nazista" al socialista tedesco Schulz. La mania di regalare orologi a chiunque, anche durante il G8 mentre parlava Chirac. E poi i tentativi di rimediare alle gaffe, raddoppiandole. [...] Pezo el tacon del buso. Infatti l'altroieri ha dato degli "imbecilli" e poi dei "coglioni" a quelli che non hanno gradito il suo umorismo da Ku Klux Klan, mandandolo alla fine "affanculo". Ora si spera che non incontri mai [[Nelson Mandela|Mandela]]: "Ohè, Nelson, troppe lampade eh?". *Ma non possiamo non occuparci, ancora una volta, di un governo indecente e di un premier fuori controllo che ieri, dopo la bocciatura del suo demenziale decreto incostituzionale e vergognoso, ha sostenuto che Eluana sta benissimo, tanto che potrebbe persino avere figli. In attesa che ci racconti una barzelletta sui malati terminali in coma vegetativo, sulla scia di quelle sull'Olocausto e sulle ragazze stuprate, sarebbe il caso che qualcuno provvedesse a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In un paese perlomeno decente, in casi come questo arrivano due infermieri e portano via il soggetto in ambulanza, per sottoporlo ad accurati accertamenti. *Non c'è più niente da fare. Ormai Berlusconi ha vinto. Dopo 15 anni di slogan falsi bombardati con gli ordigni radioattivi delle sue televisioni e della sua Rai, è riuscito a contaminare tutto il paese, tutto l'ambiente che lo circonda, compresi i politici del centrosinistra che dovrebbero opporglisi, compresi tanti intellettuali e giornalisti. Per cui, ormai, parlano e pensano (si fa per dire) quasi tutti come lui. Lo dimostrano, se ve ne fosse ancora bisogno, gli alti lai del Club degli Intoccabili – da Bertinotti a Mastella, da Franceschini a Berlusconi, per non parlare delle mosche cocchiere dalemian-veltroniane Latorre, Caldarola e Polito e dei cerchiobottisti alla Sergio Romano – contro le intercettazioni, chi le effettua e chi le pubblica. *{{NDR|Sulla richiesta degli scudetti 2004-05 e 2005-06 da parte di [[Silvio Berlusconi]] nel 2006}} Quanto agli scudetti da restituire, e quali, e a chi, segnaliamo un bel libro di Carlo Petrini: «Le corna del diavolo» (Kaos). Vi si racconta come il Milan ha vinto i suoi, di scudetti. A cominciare da quello del 1987-88, quando il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] di [[Diego Maradona|Maradona]] ormai sicuro vincitore si suicidò a fine stagione. Poi si scoprì che alcuni giocatori partenopei avevano rapporti con la [[camorra]], terrorizzata dall'idea di restituire le alte quote promesse col totonero a chi scommetteva sul Napoli. Ma soprattutto c'è il caso di [[Gianluigi Lentini]], il fantasista passato nel '92 dal [[Torino Football Club|Toro]] al Milan per 64 miliardi [di lire], di cui 10 versati in nero da Berlusconi e [[Adriano Galliani|Galliani]] al presidente-bancarottiere Gianmauro Borsano. L'acquisto avvenne in periodo proibito: marzo '92. Borsano voleva i soldi subito, ma il Milan non si fidava e pretendeva garanzie: alla fine ottenne «in pegno» la maggioranza azionaria della società granata sino al termine della stagione. Così, per mesi, il Cavaliere controllò due società di serie A: un illecito sportivo clamoroso, sul quale ovviamente la giustizia sportiva sorvolò. Non però quella penale: la Procura di [[Milano]] fece rinviare a giudizio Berlusconi e Galliani per falso in bilancio. Ma niente paura. Il processo fu poi assassinato nella culla dalla legge Berlusconi sul falso in bilancio. Prescrizione garantita per tutti: per il Cavaliere, quello che rivuole indietro gli scudetti, e per Galliani, quello del codice etico. ===[[Bruno Vespa]]=== *Berlusconi ha commesso leggerezze imperdonabili. Eppure, il suo consenso resta sorprendentemente intatto. Ma non conta: quando vince lui, il risultato elettorale è frutto d'ignoranza e arretratezza. *Come tutti i grandi imprenditori, Berlusconi non ha la purezza di [[San Francesco d'Assisi|San Francesco]]. *Se oggi fermate qualcuno per strada e gli chiedete chi è l'avversario di Berlusconi, difficilmente avrete una risposta univoca. ==Note== <references /> {{DEFAULTSORT:Berlusconi, Silvio}} [[Categoria:Citazioni su persone]] [[Categoria:Imprenditori italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] lqwb5f1slctor62otsb8jenfwh924kz Paolo Attivissimo 0 35191 1221425 1179457 2022-08-07T22:45:36Z Danyele 19198 +1 wikitext text/x-wiki [[File:Paolo Attivissimo-Trento.jpg|thumb|Paolo Attivissimo (2011)]] '''Paolo Attivissimo''' (1963 – vivente), traduttore, giornalista e divulgatore informatico italiano. ==Citazioni di Paolo Attivissimo== {{cronologico}} *{{NDR|in riferimento ad uno "sciopero" dei blog e a come protestare efficacemente contro iniziative di leggi su Internet in Italia}} Impariamo le tecniche di anonimizzazione e di occultamento. Impariamo la crittografia, lo scambio di file non tracciabile, la steganografia, il ripping dei nostri DVD e dei Blu-Ray, l'hacking dei dispositivi che ci circondano, il blogging anonimo, l'hosting sicuro. Impariamo a difenderci dai soprusi e a far valere il nostro diritto di esprimerci civilmente, usando le tecniche che il nostro ottuso antagonista non ha speranza di capire. Portiamo la contesa su un terreno che ci è familiare, invece di camminare allegramente sul campo minato dell'avversario. Il contrasto alla stupidità non si fa adottando le regole degli stupidi. Si fa diventando più intelligenti, più svelti, più preparati. Si fa sfruttando le debolezze dell'avversario. Ma bisogna volerlo fare. Sempre che non pensiate che quando un topolino e un gatto si siedono a discutere in casa del gatto, il topolino possa averla vinta per pura forza dialettica.<ref>Da [http://attivissimo.blogspot.com/2009/07/sciopero-dei-blog-il-147.html ''Sciopero dei blog il 14/7 (UPD 20090714)''], ''attivissimo.blogspot.it'', 13 luglio 2009.</ref> *Ora magari anche ai più cocciuti sarà chiaro il motivo per il quale così tanti governi se la prendono con la [[crittografia]] forte e la vogliono bandire. Non è questione di lotta al terrorismo, come dicono continuamente: i terroristi difficilmente rispetteranno un divieto di usare la crittografia. È questione di controllare il dissenso. Se i giornalisti non sono più in grado di comunicare in modo riservato, se non possono più contattare le proprie fonti confidenziali, se sanno che tutto quello che dicono è intercettato e intercettabile, non possono più fare il proprio lavoro fondamentale di criticare chi è al potere e smascherarne gli abusi e le bugie.<ref>Da [http://attivissimo.blogspot.it/2016/04/i-panama-papers-dimostrano-il-bisogno.html ''I Panama Papers dimostrano il bisogno di crittografia libera per avere giornalismo libero''], ''attivissimo.blogspot.it'', 5 aprile 2016.</ref> *[...] vanità di dire "solo io ho capito la Verità". Il [[teoria del complotto|complottismo]], in ultima analisi, è megalomania.<ref>Da [http://attivissimo.blogspot.it/2016/06/come-nascono-le-teorie-di-falsi.html '' Come nascono le teorie di falsi attentati e messinscene? Così: per superficialità dei giornalisti''], ''attivissimo.blogspot.it'', 28 giugno 2016.</ref> *Se un [[Teoria del complotto|complottista]] dice che "ha scoperto la terribile verità" ed è ancora vivo, non ha scoperto nulla.<ref>Da un [https://twitter.com/disinformatico/status/906880221730701313 post] sul profilo ufficiale ''twitter.com'', 10 settembre 2017.</ref> *{{NDR|«Da dove nasce la tua passione per la [[Auto elettrica|mobilità elettrica]]?»}} È nata quando provai una delle prime [[Smart]] elettriche, aveva una strana batteria a sale che era completamente ecologica. L'effetto immediato fu la sensazione di essere salito a bordo di una macchina dell'autopista. Aveva un'accelerazione straordinaria, una ripresa entusiasmante ed uno spazio di manovra minuscolo, tipico di queste micro automobili. La prima emozione fu quella di sentirsi nel futuro — era ora — pensai.<ref name="emoti">Dall'intervista ''[https://www.emoti.swiss/paolo-attivissimo/ Guidare un'auto elettrica: finalmente siamo nel futuro]'', ''emoti.swiss''.</ref> *{{NDR|«Come ti trovi a guidare un'automobile elettrica?»}} Per me è naturale girare in elettrico, viaggiare senza rumore né scatti durante le cambiate, perché non c'è il cambio. Non vado mai al distributore a far benzina, perché arrivo a casa, collego l'auto alla presa e ho fatto. Oggi, mi sembra strano guidare l'altra macchina a benzina e sentire le vibrazioni, gli scossoni. Mi sembra di passare dal jet al biplano [...]<ref name="emoti"/> *Se vi chiedete come mai ci sono così tante [[Fake news|notizie false]] in giro, questo è uno dei motivi: raccontar balle, aizzare l'odio, fa diventare milionari. Non sono pensatori indipendenti o combattenti contro il sistema: sono ciarlatani arraffasoldi. La loro ambizione non è salvare il mondo, ma fare soldi [...]. Li ospitate in TV? Siete complici.<ref>Da ''[https://attivissimo.blogspot.com/2022/08/alex-jones-milionario-della-menzogna-e.html Alex Jones, milionario della menzogna, condannato]'', ''attivissimo.blogspot.com'', 6 agosto 2022.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{interprogetto/notizia|Paolo Attivissimo: dai complottismi alle libertà digitali|data=21 gennaio 2008}} {{interprogetto/notizia|Paolo Attivissimo: i miei "2 cents" su giornalismo, Wikipedia e progetti fratelli|data=11 febbraio 2008}} {{DEFAULTSORT:Attivissimo, Paolo}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Blogger italiani]] a3hlfackw6esf4sodn75yzrg14edqck Siracide 0 51071 1221355 1221320 2022-08-07T14:06:41Z Gaux 18878 /* Citazioni sul Siracide */ ampliamento Cassuto wikitext text/x-wiki {{Template:Antico Testamento}} '''''Siracide''''', o '''''Ecclesiastico''''', testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a [[Ben Sira]]. ==[[Incipit]]== [[File:Zentralbibliothek Zürich - Alle Weissheit ist bey Gott dem Herrn - 000012138.jpg|thumb|left|Il primo capitolo del Siracide (artista anonimo, 1654)]] ===CEI 1974=== <poem> Ogni [[sapienza]] viene dal Signore ed è sempre con lui. </poem> ===CEI 2008=== <poem> Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. </poem> ==Citazioni== *Poiché è necessario che i lettori non si accontentino di divenire competenti solo per se stessi, ma che anche ai profani possano gli studiosi rendersi utili con la parola e con gli scritti, anche mio nonno [[Ben Sira|Gesù]], dedicatosi lungamente alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri e avendovi conseguito una notevole competenza, fu spinto a scrivere qualche cosa riguardo all'insegnamento e alla sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più in una condotta secondo la legge. (prologo, 4-14)<ref name="prologo">Il prologo del traduttore greco antico viene riportato come parte del ''Siracide'' solo in alcune edizioni; qui si segue la traduzione CEI riportata ne ''[[La Bibbia di Gerusalemme]]'', Edizioni Dehoniane, Bologna, 1999, p. 1421. ISBN 88-10-80526-7</ref> *Siete dunque invitati a farne la lettura con benevolenza e attenzione e a perdonare se nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a render la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in [[Lingua ebraica|ebraico]] non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale. (prologo, 15-26)<ref name="prologo" /> *''Prima di ogni cosa fu creata la [[sapienza]] | e la saggia prudenza è da sempre. | A chi fu rivelata la radice della sapienza? | Chi conosce i suoi disegni? | Uno solo è sapiente, molto terribile, | seduto sopra il trono. | Il Signore ha creato la sapienza; | l'ha vista e l'ha misurata, | l'ha diffusa su tutte le sue opere, | su ogni mortale, secondo la sua generosità, | la elargì a quanti lo amano.'' (1, 4 – 8; 1974) *''L'[[Amore di Dio|amore del Signore]] è sapienza che dà gloria, | a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino.'' (1, 10; 2008) *''Il [[timore di Dio|timore del Signore]] è gloria e vanto, | gioia e corona d'esultanza. | Il timore del Signore allieta il cuore, | dà gioia, diletto e lunga vita. | Il timore del Signore è dono del Signore, | esso conduce sui sentieri dell'amore. | Chi teme il Signore avrà un esito felice, | nel giorno della sua morte sarà benedetto. | Principio di sapienza è temere il Signore; | essa fu creata con i fedeli nel seno materno. | Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, | abiterà fedelmente con i loro discendenti. | Pienezza di sapienza è temere il Signore; | essa inebria di frutti i propri fedeli.'' (1, 11 – 16; 2008) *''Il timore del Signore tiene lontani i peccati, | chi vi persevera respinge ogni moto di [[collera]]. | La collera ingiusta non si potrà scusare, | il traboccare della sua passione sarà causa di rovina.'' (1, 21 – 22; 2008) *''Il [[Pazienza|paziente]] sopporta fino al momento giusto, | ma alla fine sgorgherà la sua gioia. | Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole | e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza.'' (1, 23 – 24; 2008) *''Il timore del Signore è sapienza e istruzione, | si compiace della fiducia e della mansuetudine. | Non essere disobbediente al timore del Signore | e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.'' (1, 24 – 25; 1974) *''Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti | e il Signore te la concederà.'' (1, 26; 2008) *''Accetta quanto ti capita, | sii paziente nelle vicende dolorose, | perché con il fuoco si prova l'oro, | e gli uomini ben accetti nel [[Crogiolo|crogiuolo]] del [[dolore]].'' (2, 4 – 5; 1974) *''Guai ai cuori pavidi e alle mani [[Indolenza|indolenti]] | e al peccatore che cammina su due strade! | Guai al cuore indolente perché non ha fede; | per questo non sarà protetto.'' (2, 12 – 13; 1974) *''Guai a voi che avete perduto la [[perseveranza]]: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (2, 14; 2008) *''Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; | e coloro che lo amano seguono le sue vie. | Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; | e coloro che lo amano si saziano della legge. | Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori | e umiliano l'anima loro davanti a lui.'' (2, 15 – 17; 1974) *''Gettiamoci nelle mani del Signore | e non in quelle degli uomini; | poiché come è la sua grandezza, | così è anche la sua misericordia.'' (2, 18; 2008) *''Il Signore vuole che il [[padre]] sia onorato dai figli, | ha stabilito il diritto della [[madre]] sulla prole. | Chi onora il padre espia i peccati; | chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. | Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli | e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.'' (3, 2 – 5; 1974) *''Con le azioni e con le parole onora tuo padre, | perché scenda su di te la sua [[benedizione]], | poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, | la [[Benedizione e maledizione|maledizione]] della madre ne scalza le fondamenta.'' (3, 8 – 9; 2008) *''Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, | non contristarlo durante la sua vita. | Anche se perdesse il senno, compatiscilo | e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. | Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, | ti sarà computata a sconto dei peccati.'' (3, 12 – 14; 1974) *''Figlio, compi le tue opere con [[mitezza]], | e sarai amato più di un uomo generoso. | Quanto più sei grande, tanto più fatti [[Umiltà|umile]], | e troverai grazia davanti al Signore. | Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, | ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.'' (3, 17 – 19; 2008) *''La [[presunzione]] ha fatto smarrire molti | e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.'' (3, 24; 2008) *''Un cuore [[ostinazione|ostinato]] alla fine cadrà nel male; | chi ama il [[pericolo]] in esso si perderà.'' (3, 25; 1974) *''Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, | non offrire a nessuno l'occasione di [[Maledizione|maledirti]], | perché se uno ti maledice con amarezza, | il suo creatore esaudirà la sua preghiera.'' (4, 5 – 6; 1974) *''La [[sapienza]] esalta i suoi figli | e si prende cura di quanti la cercano. | Chi ama la sapienza ama la vita, | chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. | Chi la possiede erediterà la gloria; | dovunque vada, il Signore lo benedirà. | Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo, | e il Signore ama coloro che la amano.'' (4, 11 – 14; 2008) *''Lotta sino alla morte per la [[verità]] | e il Signore Dio combatterà per te.'' (4, 28; 1974) *''Non essere [[Arroganza|arrogante]] nel tuo linguaggio, | fiacco e indolente invece nelle opere.'' (4, 29; 1974) *''La tua mano non sia tesa per prendere | e chiusa invece nel restituire.'' (4, 31; 1974) *''Non ventilare il [[grano]] a qualsiasi vento | e non camminare su qualsiasi sentiero.'' (5, 9; 1974) *''Sii [[costanza|costante]] nel tuo sentimento, | e unica sia la tua [[parola]]. | Sii pronto nell'[[ascolto|ascoltare]], | lento nel proferire una [[risposta]]. | Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; | altrimenti mettiti la mano sulla bocca.'' (5, 10 – 12; 1974) *''Non ti abbandonare alla tua [[passione]], | perché non ti strazi come un toro furioso; | divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, | sì da renderti come un legno secco. | Una passione malvagia rovina chi la possiede | e lo fa oggetto di scherno per i nemici.'' (6, 2 – 4; 1974) *''Siano molti quelli che vivono in pace con te, | ma tuo [[consigliere]] uno su mille.'' (6, 6; 2008) *''Tieniti lontano dai tuoi [[Amico e nemico|nemici]], | e dai tuoi amici guàrdati.'' (6, 13; 1974) *''Un [[amicizia|amico]] fedele è una protezione potente, | chi lo trova, trova un [[tesoro]].'' (6, 14; 1974) :Chi trova un amico trova un tesoro.<ref>Citato in Paola Mastellaro, ''Il libro delle citazioni latine e greche'', Mondadori, Milano, 2012, p. 16. ISBN 978-88-04-47133-2</ref> *''Un amico fedele è un balsamo di vita, | lo troveranno quanti temono il Signore.'' (6, 16; 1974) *''Figlio, sin dalla giovinezza medita la [[disciplina]], | conseguirai la sapienza fino alla canizie.'' (6, 18; 1974) *''Ascolta volentieri ogni discorso su Dio | e le [[massime]] sagge non ti sfuggano.'' (6, 35; 2008) *''Non fare il [[male]], perché il male non ti prenda. | Allontànati dall'[[iniquità]] ed essa si allontanerà da te. | Figlio, non seminare nei solchi dell'[[ingiustizia]] | per non raccoglierne sette volte tanto.'' (7, 1 – 3; 1974) *''Non cercare di divenire [[giudice]] | se ti manca la forza di estirpare l'ingiustizia, | perché temeresti di fronte al potente | e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.'' (7, 6; 2008) *''Non fare [[Prestito|prestiti]] a un uomo più forte di te | e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta.'' (8, 12; 2008) *''Non essere [[gelosia|geloso]] della sposa amata, | per non inculcarle malizia a tuo danno.'' (9, 1; 1974) *''Non dare l'anima tua alle [[Prostituzione|prostitute]], | per non perderci il patrimonio.'' (9, 6; 1974) *''Distogli l'occhio da una [[donna]] bella, | non fissare una bellezza che non ti appartiene. | Per la bellezza di una donna molti sono periti; | per essa l'amore brucia come fuoco.'' (9, 8; 1974) *''Odiosa al Signore e agli uomini è la [[superbia]], | all'uno e agli altri è in abominio l'[[ingiustizia]]. | L'[[impero]] passa da un popolo a un altro | a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.'' (10, 7 – 8; 1974) *''Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, | tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. | Principio della superbia infatti è il peccato; | chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio. | Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi | e lo flagella sino a finirlo.'' (10, 12 – 13; 1974) *''Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli [[Umiltà|umili]]. | Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, | al loro posto ha piantato gli umili.'' (10, 14 – 15; 1974) *''Il nobile, il giudice e il potente sono onorati; | ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.'' (10, 24; 1974) *''Un povero viene onorato per la sua scienza | e un ricco viene onorato per la sua ricchezza. | Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! | E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!'' (10, 30 – 31; 2008) *''La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa, | gli permetterà di sedere tra i grandi.'' (11, 1; 1974) *''L'[[ape]] è piccola tra gli esseri alati, | ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.'' (11, 3; 1974) *''Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare, | non immischiarti nelle liti dei peccatori.'' (11, 9; 1974) *''Il dono del Signore è assicurato ai [[Pio|pii]] | e il suo favore li rende felici per sempre.'' (11, 17; 1974) *''Persevera nel tuo [[impegno]] e dèdicati a esso, | invecchia compiendo il tuo lavoro.'' (11, 20; 2008) *''La benedizione del Signore è la ricompensa del pio; | in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.'' (11, 22; 1974) *''Nel tempo della [[prosperità]] si dimentica la [[sventura]]; | nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.'' (11, 25; 1974) *''Una [[pernice]] da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; | come una spia egli attende la tua caduta.'' (11, 30; 1974) *''Ospita un [[estraneo]], ti metterà sottosopra ogni cosa | e ti renderà estraneo ai tuoi.'' (11, 34; 1974) *''Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio, | se non da lui, certo dall'Altissimo.'' (12, 2; 1974) *''L'amico non si può riconoscere nella prosperità, | ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. | Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore; | ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.'' (12, 8 – 9; 1974) *''Chi avrà pietà di un [[Incantatore di serpenti|incantatore]] morso da un serpente | e di quanti si avvicinano alle belve? | Così capita a chi si associa a un peccatore | e s'imbratta dei suoi misfatti.'' (12, 13 – 14; 1974) *''Chi maneggia la pece si sporca, | chi frequenta il superbo diviene simile a lui.'' (13, 1; 1974) *''Il [[Ricchezza e povertà|ricco]] commette ingiustizia e per di più grida forte, | il [[Ricchezza e povertà|povero]] riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.'' (13, 3; 1974) *''Non essere [[Invadenza|invadente]] per non essere respinto, | non stare appartato per non essere dimenticato.'' (13, 10; 2008) *''Ogni creatura vivente ama il suo [[simile]], | ogni uomo il suo vicino. | Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; | l'uomo si associa a chi gli è simile.'' (13, 15 – 16; 1974) *''Quale pace può esservi fra la [[iena]] e il cane? | Quale intesa tra il ricco e il povero? | Sono preda dei leoni gli [[Onagro|ònagri]] nel deserto; | così pascolo dei ricchi sono i poveri.'' (13, 18 – 19; 1974) *''Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, | così per il ricco è obbrobrio il povero.'' (13, 20; 2008) *''Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; | se il povero cade, anche dagli amici è respinto. | Se cade il ricco, molti lo aiutano; | dice cose insulse? Eppure lo si felicita. | Se cade il povero, lo si rimprovera; | se dice cose assennate, non ci si bada. | Parla il ricco, tutti tacciono | ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. | Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". | Se inciampa, l'aiutano a cadere.'' (13, 21 – 23; 1974) *''Beato l'uomo che non ha [[peccato]] con le parole | e non è tormentato dal rimorso dei peccati.'' (14, 1; 1974) *''A un uomo gretto non conviene la ricchezza, | a che servono gli averi a un uomo avaro? | Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, | con i suoi beni faran festa gli estranei. | Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? | Non sa godere delle sue ricchezze.'' (14, 3 – 5; 1974) *''Il Signore odia ogni [[abominio]], | esso non è voluto da chi teme Dio.'' (15, 13; 1974) *''Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; | l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. | Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: | là dove vuoi tendi la tua mano. | Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: | a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.'' (14, 15 – 17; 2008) *''Dio non perdonò agli antichi [[Nefilim|giganti]], | che si erano ribellati per la loro forza.'' (16, 7; 1974) *''Ci fosse un solo uomo di dura cervice, | sarebbe strano se restasse impunito, | poiché misericordia e ira sono in Dio, | potente quando perdona e quando riversa l'ira. | Tanto grande la sua misericordia, | quanto grande la sua severità; | egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.'' (16, 11 – 13; 1974) *''La [[misericordia]] dell'uomo riguarda il prossimo, | la misericordia del Signore ogni essere vivente.'' (18, 12; 1974) *''Prima di parlare, impara; | curati ancor prima di ammalarti.'' (18, 19; 1974) *''Nulla ti impedisca di soddisfare un [[Voto (religione)|voto]] al tempo giusto, | non aspettare fino alla morte per sdebitarti. | Prima di fare un voto prepara te stesso, | non fare come un uomo che tenta il Signore.'' (18, 22 – 23; 2008) *''Non seguire le [[Passione|passioni]], | poni un freno ai tuoi desideri. | Se ti concedi lo sfogo della passione, | essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici.'' (18, 30 – 31; 2008) *''Non godere una vita di piaceri, | sua conseguenza è una doppia povertà.'' (18, 32; 1974) *''C'è un [[rimprovero]] che è fuori tempo, | c'è chi tace ed è prudente. | Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!'' (20, 1 – 2; 1974) *''Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, | così chi vuol rendere giustizia con la violenza.'' (20, 4; 1974) *''C'è chi [[tacere|tace]], perché non sa che cosa rispondere, | e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.'' (20, 6; 1974) *''Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole; | chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.'' (20, 8; 1974) *''Nelle [[Disgrazia|disgrazie]] può trovarsi la fortuna per un uomo, | mentre un profitto può essere una perdita.'' (20, 9; 1974) *''C'è una [[generosità]] che non ti arreca vantaggi | e c'è una generosità che rende il doppio.'' (20, 10; 2008) *''Non si accetta una [[massima]] dalla bocca dello stolto, | perché non è mai detta a proposito.'' (20, 20; 1974) *''C'è chi si rovina per rispetto umano | e si rovina per la faccia di uno stolto. | C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico; | in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.'' (20, 22 – 23; 1974) *''Brutta macchia nell'uomo la menzogna, | è sempre sulla bocca dei maldicenti. | Meglio un ladro che un mentitore abituale, | tutti e due avranno in sorte la rovina. | L'abitudine del bugiardo è un disonore, | la vergogna che si merita è sempre con lui.'' (20, 24 – 26; 2008) *''[[Sapienza]] nascosta e tesoro invisibile: | a che servono l'una e l'altro? | Fa meglio chi nasconde la stoltezza | che colui che nasconde la sapienza.'' (20, 30 – 31; 1974) *''Come alla vista del serpente fuggi il [[peccato]]: | se ti avvicini, ti morderà. | Denti di leone sono i suoi denti, | capaci di distruggere vite umane. | Ogni [[trasgressione]] è come spada a doppio taglio: | non c'è rimedio per la sua ferita.'' (21, 2 – 3; 1974) *''L'interno dello [[Stoltezza|stolto]] è come un vaso rotto, | non potrà contenere alcuna scienza.'' (21, 14; 1974) *''Ornamento d'oro è la [[disciplina]] per l'assennato; | è come un monile al braccio destro.'' (21, 21; 1974) *''Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, | mentre bocca dei saggi è il loro cuore.'' (21, 26; 2008) *''Quando un empio maledice l'avversario, | maledice se stesso.'' (21, 27; 2008) *''Il [[Maldicenza|maldicente]] danneggia se stesso | e sarà detestato dal suo ambiente.'' (21, 28; 1974) *''Il [[Pigrizia|pigro]] è simile a una palla di sterco, | chi la raccoglie scuote la mano.'' (22, 2; 1974) *''Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto; | alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?". | Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; | piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. | Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa, | ma la vita dello stolto è peggiore della morte.'' (22, 8 – 10; 1974) *''Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, | così prima del sangue ci sono le [[Ingiuria|ingiurie]].'' (22, 24; 2008) *''Non abituare la bocca al [[giuramento]], | non abituarti a nominare il nome del Santo.'' (23, 9; 1974) *''Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; | il flagello non si allontana dalla sua casa. | Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; | se non ne tiene conto, pecca due volte. | Se giura il falso, non sarà giustificato, | e la sua casa si riempirà di sventure.'' (23, 11; 2008) *[...] ''una [[passione]] ardente come fuoco acceso | non si spegnerà finché non sia consumata; | un uomo [[Impudicizia|impudico]] nel suo corpo | non desisterà finché il fuoco non lo divori; | per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, | non si stancherà finché non muoia.'' (23, 16 – 17; 2008) *''L'uomo [[Infedeltà coniugale|infedele al proprio letto]] | dice fra sé: «Chi mi vede? | C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; | nessuno mi vede, perché temere? | Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». | Egli teme solo gli occhi degli uomini, | non sa che gli occhi del Signore | sono mille volte più luminosi del sole; | essi vedono tutte le vie degli uomini | e penetrano fin nei luoghi più segreti. | Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, | allo stesso modo anche dopo la creazione. | Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città, | sarà sorpreso dove meno se l'aspetta.'' (23, 18 – 21; 2008) *''Come [[Cannella|cinnamòmo]] e balsamo ho diffuso profumo; | come [[mirra]] scelta ho sparso buon odore; | come gàlbano, ònice e storàce, | come nuvola di incenso nella tenda. | Come un [[terebinto]] ho esteso i rami | e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.''<ref name="sapienza">A parlare è la sapienza personificata.</ref> (24, 15 – 16; 1974) *''Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, | la [[Legge mosaica|legge che Mosè ci ha prescritto]], | eredità per le assemblee di Giacobbe.'' | [...] | ''Essa trabocca di sapienza come il [[Pison]] | e come il [[Tigri]] nella stagione delle primizie, | effonde intelligenza come l'[[Eufrate]] | e come il [[Giordano (fiume)|Giordano]] nei giorni della mietitura, | come luce irradia la dottrina, | come il [[Ghicon]] nei giorni della vendemmia.'' (24, 23 – 27; 2008) *''Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella, | di fronte al Signore e agli uomini: | concordia di fratelli, amicizia tra vicini, | moglie e marito che vivono in piena armonia.''<ref name="sapienza" /> (25, 1; 1974) *[...] ''quanto è grande chi ha trovato la sapienza, | ma nessuno supera chi [[Timore di Dio|teme il Signore]].'' (25, 10; 1974) *''Qualunque [[ferita]], ma non la ferita del cuore; | qualunque [[malvagità]], ma non la malvagità di una [[donna]]; | qualunque sventura, ma non la sventura | causata dagli avversari; | qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.'' (25, 12 – 13; 1974) *''Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, | non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. | Preferirei abitare con un leone e con un drago | piuttosto che abitare con una donna malvagia. | La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, | rende il suo volto tetro come quello di un orso.'' (25, 15 – 17; 2008) *''Ogni [[malizia]] è nulla, di fronte alla malizia di una donna, | possa piombarle addosso la sorte del peccatore! | Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, | tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. | Non soccombere al fascino di una donna, | per una donna non ardere di passione.'' (25, 18 – 20; 1974) *''Dalla donna ha avuto inizio il peccato, | per causa sua tutti moriamo.'' (25, 24; 1974) *''Beato il marito di una donna virtuosa; | il numero dei suoi giorni sarà doppio.'' (26, 1; 1974) *''È un dono del Signore una donna silenziosa, | non c'è compenso per una donna educata.'' (26, 14; 1974) *''Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; | così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.'' (27, 4; 2008) *''Gli uccelli sostano presso i loro simili, | la [[lealtà]] ritorna a quelli che la praticano.'' (27, 9; 1974) *''Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, | ma lo stolto muta come la luna.'' (27, 11; 2008) *''Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, | e le loro questioni fan turare gli orecchi.'' (27, 14; 1974) *''Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, | e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. | Chi scava una fossa vi cadrà dentro, | chi tende un laccio vi resterà preso. | Il male si riverserà su chi lo fa, | egli non saprà neppure da dove gli venga.'' (27, 25 – 27; 1974) *''Chi si [[Vendetta|vendica]] avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.'' (28, 1 – 2; 1974) *''Astieniti dalle [[Rissa|risse]] e sarai lontano dal peccato, | perché un uomo passionale attizza una rissa.'' (28, 8; 1974) *''Una [[lite]] concitata accende il fuoco, | una rissa violenta fa versare sangue. | Se soffi su una [[scintilla]], si accende; | se vi sputi sopra, si spegne; | eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.'' (28, 11 – 12; 1974) *''Maledici il [[Delazione|delatore]] e l'uomo di doppia lingua, | perché fa perire molti che vivono in pace.'' (28, 13; 1974) *''Le [[Diceria|dicerie]] di una terza persona hanno sconvolto molti, | li hanno scacciati di nazione in nazione; | hanno demolito città fortificate | e rovinato casati potenti. | Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, | privandole del frutto delle loro fatiche. | Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, | non vivrà tranquillo nella sua dimora.'' (28, 14 – 16; 2008) *''Un colpo di frusta produce lividure, | ma un colpo di [[lingua]] rompe le ossa. | Molti sono caduti a fil di spada, | ma non quanti sono periti per colpa della lingua.'' (28, 17 – 18; 1974) *''Chi pratica la misericordia concede [[Prestito|prestiti]] al prossimo, | chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. | Da' in prestito al prossimo quando ha bisogno, | e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.'' (29, 1 – 2; 2008) *''Chi ama il proprio [[figlio]] usa spesso la frusta, | per gioire di lui alla fine. | Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio | e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. | Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, | mentre davanti agli amici potrà gioire. | Muore il padre? È come se non morisse, | perché lascia un suo simile dopo di sé.'' (30, 1 – 4; 1974) *''Meglio la morte che una vita amara, | il riposo eterno che una [[malattia cronica]].'' (30, 17; 1974) *''Distraiti e consola il tuo cuore, | tieni lontana la profonda [[tristezza]], | perché la tristezza ha rovinato molti | e in essa non c'è alcun vantaggio.'' (30, 23; 2008) *''L'[[insonnia]] del ricco consuma il corpo, | i suoi affanni gli tolgono il sonno. | Le preoccupazioni dell'insonnia non lasciano dormire, | come una grave malattia bandiscono il sonno.'' (31, 1 – 2; 2008) *''Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze | e se smette, si ingolfa nei piaceri. | Un povero fatica nelle privazioni della vita | e se smette, cade nell'indigenza.'' (31, 3 – 4; 1974) *''Chi ama l'[[oro]] non sarà esente da colpa, | chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. | Molti sono andati in rovina a causa dell'oro, | e la loro rovina era davanti a loro. | È una trappola per quanti ne sono infatuati, | e ogni insensato vi resta preso. | Beato il ricco che si trova senza macchia | e che non corre dietro all'oro.'' (31, 5 – 8; 2008) *''Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato, | al mattino ci si alza e si è padroni di sé. | Il tormento dell'insonnia e della nausea | e la [[colica]] accompagnano l'uomo [[Gola (ingordigia)|ingordo]].'' (31, 20; 2008) *''In tutte le azioni sii [[Moderazione|moderato]] | e nessuna malattia ti coglierà.'' (31, 22; 1974) *''Molte labbra loderanno chi è splendido nei [[Banchetto|banchetti]], | e vera è la testimonianza della sua munificenza. | La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; | ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.'' (31, 23 – 24; 1974) *''Non fare il forte con il [[vino]], | perché ha mandato molti in rovina. | La fornace prova il metallo nella tempera, | così il vino i cuori in una sfida di arroganti. | Il vino è come la vita per gli uomini, | purché tu lo beva con misura. | Che vita è quella di chi non ha vino? | Questo fu creato per la gioia degli uomini. | Allegria del cuore e gioia dell'anima | è il vino bevuto a tempo e a misura. | Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, | con eccitazione e per sfida. | L'[[ubriachezza]] accresce l'ira dello stolto a sua rovina, | ne diminuisce le forze e gli procura ferite.'' (31, 25 – 30; 1974) *''Durante un banchetto non rimproverare il vicino, | non deriderlo nella sua letizia. | Non dirgli parola di rimprovero | e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.'' (31, 31; 1974) *''Ti hanno fatto [[capotavola]]? Non esaltarti; | comportati con gli altri come uno di loro. | Pensa a loro e poi mettiti a tavola; | quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati | per ricrearti con loro | e ricevere la corona per la tua cortesia.'' (31, 1 – 2; 1974) *''Prima del tuono viene la folgore, | la [[grazia]] precede l'uomo [[Modestia|modesto]].'' (32, 10; 1974) *''Quelli che temono il Signore sanno giudicare, | i loro giudizi brillano come luce.'' (32, 16; 2008) *''Non far nulla senza [[riflessione]], | alla fine dell'azione non te ne pentirai.'' (32, 19; 1974) *''In ogni azione abbi fiducia in te stesso, | poiché anche questo è osservare i comandamenti.'' (32, 23; 1974) *''Un amico beffardo è come uno [[stallone]], | nitrisce sotto chiunque lo cavalca.'' (33, 6; 2008) *''Io mi sono dedicato per ultimo allo studio, | come un racimolatore dietro i vendemmiatori. | Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo, | come un vendemmiatore ho riempito il tino. | Badate che non ho faticato solo per me, | ma per quanti ricercano l'istruzione.'' (33, 16 – 18; 1974) *''Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico | non dare un potere su di te finché sei in vita. | Non dare ad altri le tue ricchezze, | perché poi non ti penta e debba richiederle. | Finché vivi e c'è respiro in te, | non abbandonarti in potere di nessuno.'' (33, 20 – 21; 1974) *''Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, | perché la loro speranza è posta in colui che li salva. | Chi teme il Signore non ha paura di nulla, | e non teme perché egli è la sua speranza.'' (34, 13 – 14; 1974) *''Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, | un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. | Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, | ove non c'è [[moglie]], l'uomo geme randagio.'' (36, 24 – 25; 1974) *''Non è forse un dolore mortale | un compagno e amico che diventa nemico?'' (37, 2; 2008) *''Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità, | ma al momento della [[disgrazia]] gli sarà ostile.'' (37, 4; 1974) *''Non dimenticarti dell'amico nell'animo tuo, | non scordarti di lui nella tua prosperità.'' (37, 6; 2008) *''Ogni [[consigliere]] suggerisce consigli, | ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. | Guàrdati da un consigliere, | infòrmati quali siano le sue necessità | – egli nel consigliare penserà al suo interesse – | perché non getti la sorte su di te | e dica: "La tua via è buona", | poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.'' (37, 7 – 9; 1974) *''Non [[consiglio|consigliarti]] con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio.'' (37, 11; 1974) *''Segui il consiglio del tuo [[cuore]], | perché nessuno ti sarà più fedele di lui. | La [[Coscienza morale|coscienza]] di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.'' (37, 13 – 14; 1974) *''Principio di ogni opera è la parola, | prima di ogni azione c'è la riflessione. | Radice di ogni mutamento è il cuore, | da cui derivano quattro scelte: | bene e male, vita e morte, | ma su tutto domina sempre la lingua.'' (37, 16 – 18; 2008) *''Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, | vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. | Difatti non tutto conviene a tutti | e non tutti approvano ogni cosa.'' (37, 27 – 28; 2008) *''Non essere [[Gola (ingordigia)|ingordo]] per qualsiasi ghiottoneria, | non ti gettare sulle vivande, | perché l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. | Molti sono morti per ingordigia, | chi si controlla vivrà a lungo.'' (37, 29 – 31; 1974) *''L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,<ref>A [[Mara (Bibbia)|Mara]].</ref> | per rendere evidente la potenza di lui?'' (38, 5; 1974) *''Dio ha dato agli uomini la [[scienza]] | perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.'' (38, 6; 1974) *''Chi pecca contro il proprio creatore | cada nelle mani del [[medico]].'' (38, 15; 1974) *''Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: | ieri a me e oggi a te.''<ref>A parlare è un morto, o la morte personificata. In latino il secondo verso è «''mihi heri, et tibi hodie''», da cui deriva l'iscrizione usata nei cimiteri «''hodie mihi, cras tibi''», per approfondire vedi la [[w:Hodie mihi, cras tibi|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> (38, 22; 2008) *''La sapienza dello [[scriba]] si deve alle sue ore di quiete; | chi ha poca attività diventerà saggio.'' (38, 24; 1974) *''Così il [[fabbro]] siede davanti all'incudine | ed è intento ai lavori del ferro: | la vampa del fuoco gli strugge le carni, | e col calore del fornello deve lottare; | il rumore del martello gli assorda gli orecchi, | i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto, | è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, | sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.'' (38, 28; 1974) *''Ogni azione umana è davanti a lui,<ref name="Dio">Dio.</ref> | non è possibile nascondersi ai suoi occhi. | Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra, | nulla è straordinario davanti a lui. | Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?" | poiché tutte le cose sono state create per un fine.'' (39, 19 – 21; 1974) *''Ci sono [[vento|venti]] creati per castigo, | e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; | quando verrà la fine, scateneranno violenza, | e placheranno lo sdegno del loro creatore.'' (39, 28; 1974) *''Quanto è dalla terra alla terra ritorna; | quanto è dalle acque rifluisce nel mare.'' (40, 11; 1974) *''Ricchezze e potenza sollevano il cuore, | ma più ancora di esse il [[timore di Dio|timore del Signore]]. | Con il timore del Signore non manca nulla; | con esso non c'è bisogno di cercare aiuto. | Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni; | la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.'' (40, 26 – 27; 1974) *''Figlio, non vivere da [[mendicante]]. | È meglio morire che mendicare.'' (40, 28; 1974) *''O [[morte]], come è amaro il tuo pensiero | per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, | per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, | ancora in grado di gustare il cibo! | O morte, è gradita la tua sentenza | all'uomo indigente e privo di forze, | vecchio decrepito e preoccupato di tutto, | al ribelle che ha perduto la pazienza!'' (41, 1 – 2; 1974) *''Contro un padre [[Empietà|empio]] imprecano i figli, | perché sono disprezzati a causa sua. | Guai a voi, uomini empi, | che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! | Quando nascete, nascete per la maledizione; | quando morite, erediterete la maledizione. | Quanto è dalla terra ritornerà alla terra, | così gli empi dalla maledizione alla distruzione.'' (41, 7 – 10; 1974) *''I giorni di una vita felice sono contati, | ma un [[buon nome]] dura sempre.'' (41, 13; 1974) *''Con una [[moglie]] malvagia è opportuno il sigillo, | dove ci sono troppe mani usa la chiave.'' (42, 6; 1974) *''Una [[figlia]] è per il padre un'inquietudine segreta, | la preoccupazione per lei allontana il sonno: | nella sua giovinezza, perché non sfiorisca, | una volta accasata, perché non sia ripudiata. | Finché è ragazza, si teme che sia sedotta | e che resti incinta nella casa paterna; | quando è con un marito, che cada in colpa, | quando è accasata, che sia sterile.'' (42, 10; 1974) *''Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, | perché non ti renda scherno dei nemici, | oggetto di chiacchiere in città e favola della gente, | sì da farti vergognare davanti a tutti. | Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, | non segga a ciarlare insieme con le altre donne, | perché dagli abiti esce fuori la tignola | e dalla donna malizia di donna.'' (42, 11 – 13; 1974) *''Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, | una donna che porta vergogna fino allo scherno.'' (42, 14; 1974) *''Neppure i [[santo|santi]] del Signore sono in grado | di narrare tutte le sue meraviglie, | ciò che il Signore onnipotente ha stabilito | perché l'universo stesse saldo a sua gloria. | Egli scruta l'abisso e il cuore | e penetra tutti i loro segreti.'' (42, 17 – 18; 1974) *''Quanto sono amabili tutte le sue opere! | E appena una scintilla se ne può osservare.'' (42, 22; 1974) *''Orgoglio dei cieli è il limpido [[firmamento]], | spettacolo celeste in una visione di gloria!'' (43, 1; 1974) *''Il [[sole]] mentre appare nel suo sorgere proclama: | "Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!". | A mezzogiorno dissecca la terra, | e di fronte al suo calore chi può resistere? | Si soffia nella fornace per ottenere calore, | il sole brucia i monti tre volte tanto; | emettendo vampe di fuoco, | facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. | Grande è il Signore che l'ha creato | e con la parola ne affretta il rapido corso.'' (43, 2 – 5; 1974) *''Dalla [[luna]] dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. | Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo.'' (43, 7 – 8; 1974) *''Bellezza del cielo la gloria degli [[Astro|astri]], | ornamento splendente nelle altezze del Signore. | Si comportano secondo gli ordini del Santo, | non si stancano al loro posto di sentinelle.'' (43, 9 – 10; 1974) *''Osserva l'[[arcobaleno]] e benedici colui che l'ha fatto, | è bellissimo nel suo splendore. | Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, | l'hanno teso le mani dell'Altissimo.'' (43, 11 – 12; 1974) *''Fa scendere<ref name="Dio" /> la [[neve]] come uccelli che si posano, | come cavallette che si posano è la sua discesa; | l'occhio ammira la bellezza del suo candore | e il cuore stupisce nel vederla fioccare. | Riversa sulla terra la [[brina]] come il sale, | che gelandosi forma come tante punte di spine.'' (43, 18 – 19; 1974) *''Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; | ma per concludere: "Egli è tutto!".'' (43, 27; 1974) *''[[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]] piacque al Signore e fu rapito, | esempio istruttivo per tutte le generazioni.'' (44, 16; 1974) *''[[Noè]] fu trovato perfetto e giusto, | al tempo dell'ira fu riconciliazione; | per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra, | quando avvenne il [[Diluvio universale|diluvio]]. | Alleanze eterne furono stabilite con lui, | perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.'' (44, 17 – 18; 1974) *''[[Abramo]] fu grande antenato di molti popoli, | nessuno ci fu simile a lui nella gloria. | Egli custodì la legge dell'Altissimo, | con lui entrò in alleanza. | Stabilì questa alleanza nella propria carne | e nella prova fu trovato fedele. | Per questo Dio gli promise con giuramento | di benedire i popoli nella sua discendenza, | di moltiplicarlo come la polvere della terra, | di innalzare la sua discendenza come gli astri | e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare, | dal fiume fino all'estremità della terra.'' (44, 19 – 21; 1974) *''Dio fece posare sulla testa di [[Giacobbe]] | la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza; | lo confermò nelle sue benedizioni, | a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti, | assegnandole alle dodici tribù.'' (44, 23; 1974) *''Da lui fece sorgere<ref>Da Giacobbe, Dio fece sorgere.</ref> un uomo di pietà, | che riscosse una stima universale | e fu amato da Dio e dagli uomini: | [[Mosè]], il cui ricordo è benedizione. | Lo rese glorioso come i santi | e lo rese grande a timore dei nemici. | Per la sua parola fece cessare i prodigi | e lo glorificò davanti ai re; | gli diede autorità sul suo popolo | e gli mostrò una parte della sua gloria. | Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine; | lo scelse fra tutti i viventi. | Gli fece udire la sua voce; | lo introdusse nella nube oscura | e gli diede a faccia a faccia i [[Dieci comandamenti|comandamenti]], | legge di vita e di intelligenza, | perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, | i suoi decreti a Israele.'' (45, 1 – 5; 1974) *''Egli<ref name="Dio" /> innalzò [[Aronne]], santo come lui, | suo fratello, della tribù di [[Levi (tribù)|Levi]]. | Stabilì con lui un'alleanza perenne | e gli diede il sacerdozio tra il popolo. | Lo onorò con splendidi ornamenti | e gli fece indossare una veste di gloria. | Lo rivestì con tutta la magnificenza, | lo adornò con paramenti maestosi: | calzoni, tunica e manto.'' (45, 6 – 8; 1974) *''Mosè lo consacrò<ref name="Aronne">[[Aronne]].</ref> e l'unse con l'olio santo. | Costituì un'alleanza perenne per lui | e per i suoi discendenti, finché dura il cielo: | quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio | e benedire il popolo nel nome del Signore.'' (45, 15; 1974) *''Il Signore lo scelse<ref name="Aronne" /> tra tutti i viventi | perché gli offrisse sacrifici, | incenso e profumo come memoriale | e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. | Gli affidò i suoi comandamenti, | il potere sulle prescrizioni del diritto, | perché insegnasse a Giacobbe i decreti | e illuminasse Israele nella sua legge.'' (45, 16 – 17; 1974) *''Contro di lui<ref name="Aronne" /> insorsero uomini estranei | e furono gelosi di lui nel deserto; | erano gli uomini di [[Dathan|Datan]] e di [[Abiram|Abiron]] | e quelli della banda di [[Core (Bibbia)|Core]], furiosi e violenti. | Il Signore vide e se ne indignò; | essi finirono annientati nella furia della sua ira. | Egli compì prodigi a loro danno | per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.'' (45, 18 – 19; 1974) *''[[Fineas|Pincas]], figlio di [[Eleazaro (figlio di Aronne)|Eleazaro]], fu il terzo nella gloria<ref>Dopo Mosè e Aronne.</ref> | per il suo zelo nel timore del Signore | per la sua fermezza quando il popolo si ribellò, | egli infatti intervenne con generoso coraggio | e placò Dio in favore di Israele. | Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace, | perché presiedesse al santuario e al popolo; | così a lui e alla sua discendenza fu riservata | la dignità del sacerdozio per sempre.'' (45, 23 – 24; 1974) *''Valoroso in guerra [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]] figlio di Nun, | successore di Mosè nell'ufficio profetico; | egli, secondo il significato del [[Giosuè (nome)|suo nome]], | fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, | compiendo la vendetta contro i nemici insorti, | per assegnare il possesso a Israele. | Come era glorioso quando alzava le braccia | e brandiva la spada contro le città! | Chi prima di lui era stato così saldo? | Egli guidava le guerre del Signore.'' (46, 1 – 3; 1974) *''Rimase infatti<ref>[[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]].</ref> fedele all'Onnipotente | e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa | con [[Caleb]], figlio di Iefunne, | opponendosi all'assemblea, | impedendo che il popolo peccasse | e dominando le maligne mormorazioni. | Questi due soli si salvarono | fra i seicentomila fanti, | per introdurre Israele nella sua eredità, | nella terra in cui scorrono latte e miele.'' (46, 7 – 8; 1974) *''Il Signore concesse a Caleb una forza | che l'assistette sino alla vecchiaia, | perché raggiungesse le alture del paese, | che la sua discendenza poté conservare in eredità, | sì che tutti gli Israeliti sapessero | che è bene seguire il Signore.'' (46, 9 – 10; 1974) *''Quanto ai [[Giudici biblici|Giudici]], ciascuno con il suo nome, | coloro il cui cuore non commise infedeltà | né si allontanarono dal Signore, | sia il loro ricordo in benedizione! | Le loro ossa rifioriscano dalle tombe | e il loro nome si perpetui sui figli, | poiché essi sono già glorificati.'' (46, 11 – 12; 1974) *''[[Samuele (profeta)|Samuele]], amato dal suo Signore, | di cui fu profeta, istituì la monarchia | e consacrò i principi del suo popolo. | Secondo la legge del Signore governò la comunità | e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. | Per la sua fedeltà si dimostrò profeta, | con le parole fu riconosciuto veggente verace.'' (46, 13 – 15; 1974) *''Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, | così [[Davide]] dagli Israeliti. | Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi fossero agnelli. | Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante | e cancellata l'ignominia dal popolo, | scagliando con la fionda la pietra, | che abbatté la tracotanza di [[Golia]]? | Poiché aveva invocato il Signore altissimo, | egli concesse alla sua destra la forza | di eliminare un potente guerriero | e riaffermare la potenza del suo popolo.'' (47, 2 – 5; 1974) *''In ogni sua opera<ref name="Davide">[[Davide]].</ref> glorificò | il Santo altissimo con parole di lode; | cantò inni a lui con tutto il cuore | e amò colui che l'aveva creato.'' (47, 8; 1974) *''Introdusse<ref name="Davide" /> musicanti davanti all'altare; | raddolcendo i canti con i loro suoni; | conferì splendore alle feste, | abbellì le solennità fino alla perfezione, | facendo lodare il nome santo di Dio | ed echeggiare fin dal mattino il santuario. | Il Signore gli perdonò i suoi peccati, | innalzò la sua potenza per sempre, | gli concesse un'alleanza regale | e un trono di gloria in Israele.'' (47, 11; 1974) *''Dopo di lui<ref name="Davide" /> sorse un figlio saggio, | che, in grazia sua, ebbe un vasto regno. | [[Salomone]] regnò in tempo di pace, | Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno | perché costruisse una casa al suo nome | e preparasse un santuario perenne.'' (47, 12 – 13; 1974) *''Come fosti saggio<ref name="Salomone">[[Salomone]].</ref> nella giovinezza, | versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume! | La tua scienza ricoprì la terra, | riempiendola di sentenze difficili. | Il tuo nome giunse fino alle isole lontane; | fosti amato nella tua pace. | Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime | e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.'' (47, 14 – 17; 1974) *''Nel nome del Signore Dio, | che è chiamato Dio di Israele, | accumulasti<ref name="Salomone" /> l'oro quasi fosse stagno, | come il piombo rendesti abbondante l'argento. | Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne, | e ne fosti dominato nel corpo. | Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza, | sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli | e sofferenze con la tua follia.'' (47, 18 – 20; 1974) *''Salomone andò a riposare con i suoi padri, | lasciando dopo di sé un discendente, | stoltezza del popolo e privo di senno, | [[Roboamo|Roboàmo]], che si alienò il popolo con i suoi consigli.'' (47, 23; 1974) *''[[Geroboamo|Geroboàmo]] figlio di Nabàt fece peccare Israele | e aprì a Efraim la via del peccato; | le loro colpe si moltiplicarono assai, | sì da farli esiliare dal proprio paese.'' (47, 24; 1974) *''Allora sorse [[Elia]] profeta, simile al fuoco; | la sua parola bruciava come fiaccola. | Egli fece venire su di loro la carestia | e con zelo li ridusse a pochi. | Per comando del Signore chiuse il cielo, | fece scendere così tre volte il fuoco. | Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! | E chi può vantarsi di esserti uguale?'' (48, 1 – 4; 1974) *''Risvegliasti un defunto dalla morte | e dagli inferi, per comando dell'Altissimo; | tu<ref name="Elia">[[Elia]].</ref> che spingesti re alla rovina, | uomini gloriosi dal loro letto. | Sentisti sul Sinai rimproveri, | sull'Oreb sentenze di vendetta. | Ungesti re come vindici | e profeti come tuoi successori.'' (48, 5 – 8; 1974) *''Tu<ref name="Elia" /> sei stato assunto in un turbine di fuoco, | su un carro di cavalli di fuoco; | tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, | per placare l'ira prima che divampi, | per ricondurre il cuore del padre verso il figlio | e ristabilire le tribù di Giacobbe. | Beati coloro che ti hanno visto | e si sono addormentati nell'amore, | perché è certo che anche noi vivremo.'' (48, 9 – 11; 2008) *''Appena Elia fu avvolto dal turbine, | [[Eliseo (profeta)|Eliseo]] fu pieno del suo spirito; | durante la sua vita non tremò davanti ai potenti | e nessuno riuscì a dominarlo. | Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò. | Nella sua vita compì prodigi | e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.'' (48, 12 – 14; 1974) *''[[Ezechia]] fortificò la sua città | e portò l'acqua nel suo interno; | con il ferro scavò un canale nella roccia | e costruì cisterne per l'acqua. | Nei suoi giorni [[Sennacherib|Sennàcherib]] fece una spedizione | e mandò Rapsache; | alzò la sua mano contro Sion | e si vantò spavaldamente nella sua superbia. | Allora si agitarono loro i cuori e le mani, | soffrirono come le partorienti. | Invocarono il Signore misericordioso, | tendendo le loro mani verso di lui. | Il Santo li ascoltò subito dal cielo | e li liberò per mezzo di [[Isaia]]. | Egli colpì l'accampamento degli Assiri, | e il suo angelo li sterminò, | perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore | e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, | come gli aveva indicato il profeta Isaia, | grande e degno di fede nella sua visione. | Nei suoi giorni il sole retrocedette | ed egli prolungò la vita del re. | Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi | e consolò gli afflitti di Sion. | Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, | le cose nascoste prima che accadessero.'' (48, 17 – 25; 2008) *''Il ricordo di [[Giosia]] è una mistura di incenso, | preparata dall'arte del profumiere. | In ogni bocca è dolce come il miele, | come musica in un banchetto. | Egli si dedicò alla riforma del popolo | e sradicò i segni abominevoli dell'empietà. | Diresse il suo cuore verso il Signore, | in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà. | Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, | tutti commisero peccati; | poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo, | i [[Regno di Giuda|re di Giuda]] scomparvero. | Lasciarono infatti la loro potenza ad altri, | la loro gloria a una nazione straniera.'' (49, 1 – 5; 1974) *''I nemici incendiarono l'eletta città del santuario, | resero deserte le sue strade, | secondo la parola di [[Geremia]], che essi maltrattarono | benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, | per estirpare, distruggere e mandare in rovina, | ma anche per costruire e piantare.'' (49, 6 – 7; 1974) *''[[Ezechiele]] contemplò una visione di gloria, | che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. | Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano, | beneficò quanti camminavano nella retta via.'' (49, 8 – 9; 1974) *''Come elogiare [[Zorobabele]]? | Egli è come un sigillo nella mano destra. | Così anche [[Giosuè (sommo sacerdote)|Giosuè]] figlio di Iozedèk; | essi nei loro giorni riedificarono il tempio | ed elevarono al Signore un tempio santo, | destinato a una gloria eterna.'' (49, 11 – 12; 1974) *''Anche la memoria di [[Neemia]] durerà a lungo; | egli rialzò le nostre mura demolite | e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case.'' (49, 13; 1974) *''Nessuno fu creato sulla terra eguale a [[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]]; | difatti egli fu rapito dalla terra.'' (49, 14; 1974) *''Non nacque un altro uomo come [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]], | capo dei fratelli, sostegno del popolo; | perfino le sue ossa furono onorate.'' (49, 15; 1974) *''[[Sem (Bibbia)|Sem]] e [[Set (Bibbia)|Set]] furono glorificati fra gli uomini, | ma superiore a ogni creatura vivente è [[Adamo]].'' (49, 16; 1974) *''[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]], figlio di Onia, sommo sacerdote, | nella sua vita riparò il tempio, | e nei suoi giorni fortificò il santuario. | Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo, | l'alto contrafforte della cinta del tempio. | Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, | un serbatoio ampio come il mare. | Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, | fortificò la città contro un assedio.'' (50, 1 – 4; 1974) *''Come era stupendo<ref name="Simone">[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]].</ref> quando si aggirava fra il popolo, | quando usciva dal santuario dietro il velo. | Come un astro mattutino fra le nubi, | come la luna nei giorni in cui è piena, | come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, | come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, | come il fiore delle rose nella stagione di primavera, | come un giglio lungo un corso d'acqua, | come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva | come fuoco e incenso su un braciere, | come un vaso d'oro massiccio, | ornato con ogni specie di pietre preziose, | come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, | e come un cipresso svettante tra le nuvole.'' (50, 5 – 10; 1974) *''Quando indossava<ref name="Simone" /> i paramenti solenni, | quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, | salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, | riempiva di gloria l'intero santuario.'' (50, 11; 1974) *''Una dottrina di sapienza e di scienza | ha condensato in questo libro | [[Ben Sira|Gesù]] figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, | che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.'' (50, 27; 1974) *''Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare, | ricercai assiduamente la [[sapienza]] nella preghiera. | Davanti al santuario pregando la domandavo, | e sino alla fine la ricercherò. | Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, | il mio cuore si rallegrò. | Il mio piede si incamminò per la via retta; | dalla giovinezza ho seguito le sue orme. | Chinai un poco l'orecchio per riceverla; | vi trovai un insegnamento abbondante. | Con essa feci progresso; | renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza. | Sì, ho deciso di metterla in pratica; | sono stato zelante nel bene, non resterò confuso. | La mia anima si è allenata in essa; | fui diligente nel praticare la legge. | Ho steso le mani verso l'alto; | ho deplorato che la si ignori. | A lei rivolsi il mio desiderio, | e la trovai nella purezza. | In essa acquistai senno fin da principio; | per questo non la abbandonerò. | Le mie viscere si commossero nel ricercarla; | per questo ottenni il suo prezioso acquisto.'' (51, 13 – 21; 1974) *''Acquistatela senza denaro. | Sottoponete il collo al suo giogo, | accogliete l'[[istruzione]]. | Essa è vicina e si può trovare. | Vedete con gli occhi che poco mi faticai, | e vi trovai per me una grande pace. | Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; | con essa otterrete molto oro.'' (51, 25 – 28; 1974) ==[[Explicit]]== [[File:Fugger Ehrenbuch 001.jpg|thumb|Illustrazione seicentesca dell'autore del Libro del Siracide]] ===CEI 1974=== <poem> Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore; non vogliate vergognarvi di lodarlo. Compite la vostra opera prima del tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ===CEI 2008=== <poem> L'anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo. Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ==Citazioni sul ''Siracide''== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. ([[Umberto Cassuto]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 1974. *''[http://www.lachiesa.it/bibbia/cei2008/index.htm La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 2008. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul}} [[Categoria:Antico Testamento]] napotrvte8ytmy387fpawl7aqgtrm2h Wikiquote:Bar 4 56359 1221405 1220931 2022-08-07T19:30:37Z 79.50.244.207 /* Apostrofo tipografico o dattilografico */ wikitext text/x-wiki {| class="noprint" width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0" style="-moz-border-radius:.5em; border-radius:.5em; padding:0.5em; background-color:#FFFAF0; border:2px solid #FF9000;" |- |{{Bar}} |} '''Aggiornato''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} __TOC__ __NEWSECTIONLINK__ == Barre verticali == Da qualche mese mi sono accorto che su Mac (o almeno, sull'ultimo iMac), sia con Firefox sia con Chrome, lo stile che usiamo [[Wikiquote:Trascrizione#Versi|per i versi]] (corsivo + barre verticali) ha una resa terribile, perché le barre verticali diventano oblique (/), cosa che non ho mai riscontrato su Windows. C'è qualcosa che possiamo fare? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 16 mar 2022 (CET) :Io purtroppo non me ne intendo, spero che nel messaggio che hai lasciato in officina su Wikipedia qualcuno possa aiutarti. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:33, 18 mar 2022 (CET) ::Facciamo una prova: ::# <span style="font-style: italic; font-family: Arial">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: Helvetica">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: sans-serif">|</span> ::Quali di queste barre vedi oblique sul Mac? [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:21, 18 mar 2022 (CET) :::{{ping|Sakretsu}} :D La seconda e la terza.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:40, 18 mar 2022 (CET) ::::Allora dovresti poter ottenere la stessa resa di Windows inserendo nel [[Utente:Spinoziano/common.css|tuo CSS personale]] la seguente regola: <syntaxhighlight lang=css> @media screen { html, body { font-family: Arial; } } </syntaxhighlight> ::::Siccome è una questione di font, c'è da considerare però che anche altri utenti potrebbero visualizzare le barre oblique a seconda di cosa è installato sul loro dispositivo in uso. O si dovrebbe dividere il corsivo (es. <code><nowiki>''Primo verso'' | ''secondo verso''</nowiki></code>) o un'altra soluzione per tutti potrebbe essere quella di creare un template apposito che applichi il corsivo solo al testo (es. <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso | terzo verso | quarto verso. || Nuova strofa. }}</nowiki></code>)--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 22:57, 20 mar 2022 (CET) :::::{{ping|Sakretsu}} Grazie mille! Sì, la mia preoccupazione non è tanto per me, che in genere per editare su Wikiquote continuo a usare Windows, quanto per una parte di lettori che possono avere quel problema di visualizzazione. Una soluzione comune mi sembra una buona idea, ma bisogna valutare quanto il problema di visualizzazione sia esteso: se capita solo su qualche Mac può non valerne la pena; ho scritto qui anche per sentire se magari altri avevano notato lo stesso problema su altri dispositivi. Confermo che quel testo nel css risolve il problema su Mac, ma mi chiedo: può creare problemi su Windows o problemi di altro genere a chi non usa il Mac? Se non c'è nessuna controindicazione, si potrebbe aggiungerlo nell'interfaccia comunque per risolvere il problema a eventuali tutti, o può generare altri problemi? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 21 mar 2022 (CET) ::::::Anch'io, da utente Linux, vedo oblique la seconda e la terza; e in generale ovunque su Wikiquote perché il mio font predefinito è un sans serif. Personalmente, non avendola mai vista dritta, ho sempre dato per scontato che l'inclinazione col corsivo fosse un risultato desiderato :D --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:13, 21 mar 2022 (CET) :::::::La skin Vector si limita per l'appunto a dare priorità ai font sans-serif. Quale font sans-serif sarà poi impiegato nel concreto dipende come dicevo dal dispositivo in uso. Il codice sopra imposterebbe come font Arial (il font sans-serif predefinito di Windows), ma sconsiglio questa soluzione per vari motivi: :::::::# le impostazioni di font di it.wikiquote non sarebbero più allineate a quelle degli altri wiki Wikimedia :::::::# sui dispositivi dove non è installato Arial non si otterrebbe comunque l'effetto desiderato :::::::# non è una soluzione a lungo termine, la resa di Arial potrebbe cambiare in futuro :::::::# gli utenti come Syd dovrebbero effettuare qualche passaggio in più per tornare a visualizzare it.wikiquote con un font sans-serif diverso :::::::--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:38, 22 mar 2022 (CET) ::::::::{{ping|Sakretsu}} ma l'eventuale template {{tl|Versi}} che codice dovrebbe avere per applicare il corsivo a tutto tranne alla "|"? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:22, 24 mar 2022 (CET) :::::::::Vedi [[Template:Versi]] e [[Modulo:Versi]]. Ad esempio, <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}</nowiki></code> restituirebbe {{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}. In altre parole i versi sarebbero passati come valori al template, e alla barra verticale e a tutto il resto ci penserebbe quest'ultimo [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:40, 25 mar 2022 (CET) ::::::::::Che figo. E potrebbe non mettere in corsivo anche cose tipo [...], per esempio? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:11, 25 mar 2022 (CET) :::::::::::Sì, si possono specificare [[Special:Permalink/1200712#L-8|qui]] separate da virgola: <code><nowiki>{{versi| Primo [...] verso }}</nowiki></code> → {{versi| Primo [...] verso }} [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:56, 26 mar 2022 (CET) ::::::::::::{{ping|Sakretsu}} ottimo, mi sembra molto utile! Grazie :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:49, 26 mar 2022 (CET) {{rientro}} Andrebbe aggiungo tra le eccezioni anche […] (scritto con i puntini in carattere unico). Tecnicamente potrebbe passare un bot a mettere il template nelle voci dove ci sono i versi? Bisognerebbe stare attenti, nel caso, ai [...] già esclusi manualmente dal corsivo. Ma non dico di farlo passare subito, per il momento possiamo iniziare a usare manualmente il template e vediamo come va. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:26, 26 mar 2022 (CET) :Aggiunto. Per quanto riguarda il bot, si può fare. Se decidete di effettuare le sostituzioni e vi serve una mano, chiedete pure [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 20:34, 26 mar 2022 (CET) ::D'accordo per il template. Farei prima prove su poche piccole voci, controllare bene il risultato e gli eventuali problemi e poi ampliare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:24, 22 apr 2022 (CEST) == itWikiCon 2022 - Costruiamo insieme il programma == Carissimi, quest'anno, dopo quattro anni (con un intermezzo online nel 2020), torna [[:m:ItWikiCon/2022|itWikiCon]] in presenza! Si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre a Verbania e il team sta già lavorando da qualche mese all'organizzazione. Adesso è arrivato il momento di costruire il programma: abbiamo creato una pagina ([[:m:ItWikiCon/2022/Programma/Proposte|questa]]) dove è possibile proporre una presentazione, una tavola rotonda, una discussione, oppure indicare gli argomenti a cui si è interessati e che si vorrebbero ascoltare/di cui si vorrebbe discutere a itWikiCon. Entro il 1º maggio 2022 tutti i wikimediani sono invitati a proporre idee e suggerire temi legati ai progetti, alle comunità, alle policy, alle questioni tecniche, alla conoscenza libera, eccetera, o a manifestare il proprio interesse alle [[:m:Category:ItWikiCon 2022 - Proposte|proposte già presentate]].<br/>Prossimamente apriremo ufficialmente le iscrizioni e Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera metteranno a disposizione alcune borse di partecipazione per contribuire alle spese di viaggio e alloggio dei partecipanti. Ma nel frattempo potete indicare la vostra presenza in [[:m:ItWikiCon/2022/Partecipanti|questa pagina]].<br/>Per qualsiasi domanda, richiesta o suggerimento non esitate a contattare me o uno dei [[:m:ItWikiCon/2022/Informazioni#Team|membri dell'organizzazione]] di itWikiCon 2022! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:09, 20 mar 2022 (CET) == Wikimedia Italia - Secondo bando 2022 per progetti dei volontari == Ciao a tutte e tutti, Wikimedia Italia è lieta di annunciare la pubblicazione del secondo bando 2022 di finanziamento rivolto ai progetti dei volontari, per la realizzazione di progetti, eventi e iniziative proposti da volontari, anche non soci di Wikimedia Italia, che contribuiscono al raggiungimento dello scopo dell'associazione. Il budget disponibile per il bando è di complessivi € 45.000, e i volontari possono presentare una richiesta di finanziamento da € 1.000 a € 10.000, a copertura totale o parziale dei costi di realizzazione del progetto. I progetti vanno '''presentati entro il 15 maggio''' e si devono chiudere entro il 31 dicembre. *[https://wiki.wikimedia.it/wiki/Secondo_bando_2022_per_progetti_dei_volontari '''Pagina del bando'''] *[https://www.wikimedia.it/news/nuovo-bando-volontari-2022-di-wikimedia-italia/ '''Articolo'''] --[[Utente:Anisa Kuci (WMIT)|Anisa Kuci (WMIT)]] ([[Discussioni utente:Anisa Kuci (WMIT)|scrivimi]]) 11:09, 14 apr 2022 (CEST) == Note per testi == Ho fatto un piccolo esperimento nella voce di [[Fabri Fibra]] che rientrerebbe sempre nel discorso più ampio cantanti/parolieri con [[template:Autori testi]] e [[template:Collaborazioni]] e potrebbe rappresentare, volendo, la quadratura del cerchio. Come era stato fatto in passato per separare le note generiche dalle fonti o anche le soluzioni degli indovinelli, avevo infatti pensato di separare le note sugli autori dei testi dalle altre note della voce e di riporre la sezione delle note dedicate alla fine della sezione "Citazioni tratte da canzoni". In [[Fabri Fibra]] potete vedere l'esempio tangibile. Che ve ne pare?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:48, 22 apr 2022 (CEST) :Come per le fonti separate dalle note generiche, terrei però le note "Testi" come sottosezione di "Note", non in un altro punto della voce, per uniformità con quanto fatto altrove (il fatto di vedere una sezione di citazioni sotto una di note stona un po' rispetto quanto siamo abituati).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:30, 22 apr 2022 (CEST) == Numerazione delle pagine di libri in formato digitale == Saluto tutti. E' la prima volta che passo da questo progetto e avrei intenzione di scrivere qualche voce, quindi vi torturerò con domande probabilmente sciocchine sciocchine. Ecco la prima. Quando inserisco una nota che si riferisce a un libro, posso usare la numerazione delle pagine in formato digitale? Se affermativo, va specificato anche il formato (.epub, ,mobi, ecc)? Grazie--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 10:03, 22 apr 2022 (CEST) :Sì, puoi usarla. Il formato non occorre indicarlo. Quando farai degli inserimenti controlleremo se ci sono eventuali problemi, non preoccuparti; in caso di dubbi chiedi pure. Buon lavoro,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:36, 22 apr 2022 (CEST) ::Grazie [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 12:39, 22 apr 2022 (CEST) == Chiarimenti == Rieccomi con due domande: 1) Sto scrivendo la pagina di una persona che è anche sceneggiatore. Alcuni titoli di sceneggiature o soggetti di film sono già presenti su Wikiquote ma l'elenco presente su Wikipedia è molto più lungo. Come devo regolarmi? Cito, linkando, solo i titoli presenti su wikiquote o devo mettere anche quelli mancanti? In questo ultimo caso, i titoli vanno linkati per future creazioni o vanno digitati senza link? 2) Sono accettabili citazioni dal canale YouTube del personaggio o è meglio evitare? Grazie infinite per la pazienza :-) --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 21:32, 24 apr 2022 (CEST) :Grazie a te, non c'è di che. 1) Su Wikiquote la regola è: solo i titoli presenti su Wikiquote 2) Sono accettabili, se è lui a parlare; poi dipende molto da com'è concretamente il video.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 25 apr 2022 (CEST) ::Grazie:-). Ho pubblicato la voce. Ho provato ad aggiungerla sulla home di Wikiquote nell'elenco delle nuove voci, ma mi è uscito l'avviso di pagina bloccata e che solo gli utenti registrati possono modificarla. Spero che non sia fondamentale. [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:40, 25 apr 2022 (CEST) == Coming soon: Improvements for templates == <div class="plainlinks mw-content-ltr" lang="it" dir="ltr"> <!--T:11--> [[File:Overview of changes in the VisualEditor template dialog by WMDE Technical Wishes.webm|thumb|Modifiche importanti alla finestra di dialogo dei template]] Ciao, presto sul tuo wiki cambieranno alcune cose per i template: La [[mw:Special:MyLanguage/Help:VisualEditor/User guide#Editing templates|'''finestra di dialogo dei template''' nell'editor visuale]] e nell'[[mw:Special:MyLanguage/2017 wikitext editor|editor 2017 di wikitesto]] (funzione beta) sarà '''migliorata considerevolmente''': Per gli utenti dovrebbe diventare più semplice capire come compilare i template e come inserire altri parametri. * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina di discussione]] Nelle preferenze si potrà inoltre attivare la nuova '''modalità daltonici dell'evidenziazione della sintassi''' (estensione [[mw:Special:MyLanguage/Extension:CodeMirror|CodeMirror]]). * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting#Color-blind_mode|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting|pagina di discussione]] Le modifiche arriveranno il 10 maggio e sono gli ultimi miglioramenti previsti nell'ambito "[[m:WMDE Technical Wishes/Templates|Templates]]" della [[m:WMDE Technical Wishes|lista dei desideri tecnici di WMDE]]. Attendiamo il tuo feedback sulle nostre pagine di discussione! </div> -- [[m:User:Johanna Strodt (WMDE)|Johanna Strodt (WMDE)]] 13:13, 29 apr 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Johanna Strodt (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=WMDE_Technical_Wishes/Technical_Wishes_News_list_all_village_pumps&oldid=23222263 --> == Wikioscar 2022 == Ciao! Anche quest'anno nei '''[https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022 Wikioscar]''' che si tengono su Wikipedia in lingua italiana è presente un [https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022#Wikicitazionista premio] per l'utente che non usa mai parole proprie. Potete votare il vostro utente preferito dal 1° al 7 maggio! --[[Utente:GC85|GC85]] ([[Discussioni utente:GC85|scrivimi]]) 09:47, 1 mag 2022 (CEST) == <span lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">Editing news 2022 #1</span> == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> <section begin="message"/><i>[[metawiki:VisualEditor/Newsletter/2022/April|Read this in another language]] • [[m:VisualEditor/Newsletter|Subscription list for this multilingual newsletter]]</i> [[File:Junior Contributor New Topic Tool Completion Rate.png|thumb|New editors were more successful with this new tool.]] The [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools#New discussion tool|New topic tool]] helps editors create new ==Sections== on discussion pages. New editors are more successful with this new tool. You can [[mw:Talk pages project/New topic#21 April 2022|read the report]]. Soon, the Editing team will offer this to all editors at the 20 Wikipedias that participated in the test. You will be able to turn it off at [[Special:Preferences#mw-prefsection-editing-discussion]].<section end="message"/> </div> [[User:Whatamidoing (WMF)|Whatamidoing (WMF)]] 20:55, 2 mag 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/VisualEditor/Newsletter/Wikis_with_VE&oldid=22019984 --> == Categoria:Pubblicisti italiani == Ho notato [[:Categoria:Pubblicisti italiani|questa]] categoria ma su Wikipedia non esiste. Il template Bio mette i pubblicisti nella categoria giornalisti. Perciò che si fa? Manteniamo la categoria o riverso le voci nella categoria giornalisti? {{ping|AnjaQantina}} ti pingo essendo l'autore della categoria :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:25, 19 mag 2022 (CEST) :Scusa il ritardo. Per la L. 169/1963 i pubblicisti sono collaboratori di un giornale, mentre i giornalisti sono professionisti che lavorano presso un giornale. Le due figure non si equivalgono, ed hanno infatti compiti e contratti molto diversi, con iscrizioni nell'albo dei giornalisti in sezioni ben diverse. Indipendentemente da quello che fa il template Bio separerei nettamente le due figure e le due funzioni. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 13:05, 26 giu 2022 (CEST) ==Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto== Creiamo la [[:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto]]? Come su [[w:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto|Wikipedia]]. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:58, 29 mag 2022 (CEST) :Sì, certo :) Ma nella descrizione su Wikipedia "ma sono visualizzabili" andrebbe corretto con "ma non sono visualizzabili", giusto?-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:56, 30 mag 2022 (CEST) ::Ad essere sincero la frase suonava strana anche a me :P --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:12, 30 mag 2022 (CEST) :::Fatto, la categoria si sta riempiendo. Pingatemi se qualcosa non va [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:27, 1 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sakretsu}} si potrebbe fare in modo che la categoria non compaia nei ns Utente e Discussioni utente? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:36, 16 giu 2022 (CEST) :::::Sì, ho [[Speciale:Diff/1212580|aggiunto]] i namespace dove è ammessa la categoria. Sono [[w:Speciale:Permalink/124284390#L-461|gli stessi]] su Wikipedia [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 12:40, 18 giu 2022 (CEST) ::::::{{ping|Sakretsu}} grazie ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 07:57, 19 giu 2022 (CEST) == Citazioni di personaggi immaginari su una persona / un altro autore == Scrivo per chiarire un dubbio relativo al modello di ''voce su persone''. Quando si vuole riportare una frase che in un romanzo viene pronunciata da un personaggio (immaginario), è corretto indicare soltanto l'autore del romanzo o è preferibile citare anche l'opera e il personaggio in questione? Ad esesempio, nella sezione ''Citazioni su Persona X'': * La persona X è... (Autore Y) * La persona X è... (Personaggio W, Opera Z, Autore Y) La seconda possibilità viene indicata esplicitamente nelle linee guida per le voci tematiche. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 09:47, 18 giu 2022 (CEST) :Il personaggio immaginario e l'opera si citano nelle tematiche solo se esiste una voce sul personaggio e una sull'opera (es. "Mi sembra che più ci si sposta..." in [[Oriente]]), altrimenti si riporta solo l'autore del romanzo. Se non è chiaro fai un esempio così è più facile capirsi. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:07, 18 giu 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole? == {{ping|AssassinsCreed|Danyele|Gaux}}{{ping|Spinoziano|Superchilum}} {{ping|Homer|Ibisco|Dread83}} Il quesito che pongo è semplice: è meglio scrivere per indicare una fonte ''Corriere.it'' o ''corriere.it''? Maiuscole o minuscole? Personalmente non ho preferenze specifiche, o almeno non ho elementi di cognizione particolari per esprimerne; sarebbe però una cosa buona riuscire a definire questo aspetto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:59, 19 giu 2022 (CEST) :Io, personalmente, sarei per seguire lo stile già normalmente adottato da Wikipedia, dove il sito viene riportato tutto ''minuscolo''. Ma è solo una preferenza estetica, alla fine la cosa in sé mi è indifferente: dopo anni in cui ho sentito tutto (e il contrario di tutto) sull'argomento, m'interessa solo che venga deciso uno stile ''unico'', finalmente e una volta per tutte '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:35, 20 giu 2022 (CEST) ::Personalmente preferirei l'uso della maiuscola per :::1. uniformità con ciò che facciamo con le testate giornalistiche e, volendo, con gli editori dei libri; :::2. i loghi dei siti quasi sempre riportano una o più lettere maiuscole (esempi ''YouTube.com'', ''Google.com'', ''ilFattoQuotidiano.it''). ::Sinceramente guardando [[Aiuto:Fonti]] e varie voci in vetrina credevo fosse questa la "regola", ma ho poi scoperto che la tendenza attuale era un'altra. Quanto all'opzione delle minuscole non mi convince del tutto perché: :::1. negli URL si indicano in minuscolo solo per convenzioni informatiche; :::2. in molti aspetti di questo genere tendiamo a discostarci da Wikipedia quindi non sarebbe un problema farlo anche in questo caso. ::Ovviamente concordo sul fatto che sia una questione minoritaria e anzi approfitterei della discussione per parlare contestualmente degli spazi, mi spiego con degli esempi: :::''ilfattoquotidiano.it'' o ''il fatto quotidiano.it'' :::''lastampa.it'' o ''la stampa.it'' ::I due aspetti peraltro mi sembrano almeno in parte concatenati.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:45, 20 giu 2022 (CEST) ::::Per quanto concerne gli URL, personalmente non avrei dubbi, scriverei: :::::''ilfattoquotidiano.it'' e ''lastampa.it'' --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:05, 20 giu 2022 (CEST) ::::::Anch'io personalmente mi sono abituato a scriverli così, poi nel dubbio l'uniformità con Wikipedia mi sembra un punto a favore. Un'eccezione la farei per i siti-social come Facebook e YouTube, da non citare con ".com" né in minuscolo né in corsivo, ma con il titolo del sito-contenitore (sono più contenitori che testate): "YouTube" e "Facebook".-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:19, 20 giu 2022 (CEST) :Stando all'Accademia della Crusca e Treccani, occorrerebbe utilizzare le maiuscole nel momento in cui ci si riferisce alle testate (il ''Corriere della Sera'' o ''il Fatto Quotidiano''); non vi è però una regolamentazione delle maiuscole nella scrittura degli url, o almeno io non l'ho trovata analizzata in nessun luogo dell'Internet, pertanto mi baserei su quelli che furono (e sono tuttora) i basamenti dell'informatica: "senza spazi e senza maiuscole". E aggiungerei: senza eccezioni; che si tratti di social network o altro, pur sempre degli indirizzi url rimangono. Quindi: ''corriere.it'', ''ilfattoquotidiano.it'', ''youtube.com'', ''facebook.com'', ''google.it''. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:21, 24 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Prego {{ping|Homer|Dread83|Ibisco}}, se desiderano intervenire, di dare il loro parere. Mi scuso per l'<s>errore</s> i ping aggiunti in alto senza firma. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 20 giu 2022 (CEST) :Dacché i pro e i contro sono stati già quasi tutti brillantemente squadernati, mi limito a dire solo che sono nettamente per il minuscolo. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:47, 20 giu 2022 (CEST) :: Sono anche io per il minuscolo, maiuscole e minuscole nell'indicazione di un sito sono graficamente orrende, gli spazi poi solo assolutamente senza senso. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:10, 20 giu 2022 (CEST) :::Se {{ping|DonatoD}}, esperto com'è, vuole dare il suo contributo, sarebbe cosa utile e molto gradita. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:04, 21 giu 2022 (CEST) Prego {{ping|Mariomassone|GryffindorD}} di dare un parere. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:24, 21 giu 2022 (CEST) ::::Ciao! Per me, va bene tutto in minuscolo, senza spazi, con l'eccezione indicata da Spinoziano. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:13, 21 giu 2022 (CEST) :::::Per me è indifferente, basta sceglierne una. Ok anche con Spinoziano. Per gli spazi, direi di no, se si tiene il ".it" o ".com" o quello che è IMHO si mette direttamente l'URL così com'è senza spazi. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:09, 21 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Perfetto, direi che c'è consenso per la minuscola iniziale e (come era ovvio) niente spazi (ma almeno lo abbiamo deciso inequivocabilmente). Unica cosa: fatico a capire l'eccezione indicata da {{ping|Spinoziano}}, o meglio la capisco in parte, ma siccome potrebbe essere soggetta a interpretazioni (a meno che non si stili un elenco di siti che fanno eccezione) sarei per la totale uniformità a questo punto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:09, 19 lug 2022 (CEST) :{{ping|AssassinsCreed}}, vuoi aggiornare tu le linee guida, che sai meglio di chiunque dove mettere le mani? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:35, 19 lug 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole per editori == Attenzione! La questione posta da {{ping|Sun-crops}} sull'uso delle maiuscole e minuscole è ben più ampia (e complessa). L'URL è solo un aspetto marginale e tutto sommato semplice. Facciamo un altro esempio: l'editore. Come scriviamo Sansoni editore o Sansoni Editore (come appare nelle copertine). Pincopallo & figli o Pincopallo & Figli? Fino a qualche tempo fa seguivo la norma dell'uso minimale delle maiuscole (nel dubbio minuscolo! mi sembra che dicano le norme di Pedia). I consigli al riguardo di un linguista, mi hanno fatto ricredere. Sansoni Editore deve essere considerato un marchio e come tale dovrebbe rimanere immutato. Anche nel caso fosse (il bruttissimo) Pincopallo Editore & Successori. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:51, 21 giu 2022 (CEST) :{{ping|Gaux}} Sì, sono d'accordo. Restando nell'esempio, Sansoni Editore, imho, è una soluzione migliore, anche esteticamente, che Sansoni editore; ma se si scrivesse solo Sansoni, si sarebbe in errore? [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:17, 21 giu 2022 (CEST) ::(Ho creato un titolo di sezione separato per gli editori, per non intasare la discussione sugli url). Io opterei appunto per un semplice "Sansoni", si capisce già che è un editore e poi indichiamo anche la città. Noi citiamo gli editori come riferimenti bibliografici, la questione del marchio aziendale non dovrebbe interessarci più di tanto. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:13, 22 giu 2022 (CEST) :::Sono assolutamente d'accordo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:23, 22 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} Non sempre è così semplice. Facciamo il caso Mondadori. C'è Arnoldo Mondadori Editore (o editore); Bruno Mondadori Editore (o editore); Editoriale Giorgio Mondadori; Mondadori Electa. Mondadori non basta. Comunque, non voglio essere pignolo più di tanto, volevo solo richiamare l'attenzione che definire regole può essere più complesso di quanto s'immagini. Specialmente poi quando si voglia, e tutti lo vogliamo, mantenere la nostra Quote ad un livello alto, anche formale. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 10:22, 23 giu 2022 (CEST) :::::Non è eccesso di pignoleria, Gaux: quelli che evidenzi sono elementi non trascurabili. Sono d'accordo che se ci sono dati imprescindibili da includere, come negli esempi proposti, questo va fatto. D'accordo anche sulla difficoltà di definire regole necessarie a mantenere un alto livello qualitativo ed è vero che nulla è semplice e scontato. Noi tutti proviamo a fare del nostro meglio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:27, 23 giu 2022 (CEST) {{ping|Gaux}} {ping|Gaux}} (Ho sistemato il ping precedente errato) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:29, 23 giu 2022 (CEST) :::::Concordo con Gaux: non è questione di secondaria importanza riportare la casa editrice nel modo corretto e il caso ''Mondadori'' è un esempio lampante di quanto limitarsi ad abbreviare per comodità facilitativa oppure basarsi sul logo in copertina non è abbastanza. Nella mia esperienza qui su WQ e nella gestione delle bibliografie su WP io ho seguito una "mia" regola: utilizzare la ragione sociale della casa editrice alla quale sono associati i diritti del libro in questione. È un dato che si trova (quasi) sempre in tutti i libri, nelle primissime pagine iniziali. Lasciatemi prendere a esempio qualche casistica dai libri che ho qui disponibili sul tavolo, per tentare di essere più chiaro:<br><br> :::::1) in copertina, sotto al logo, leggo un ''LIBRI SCHEIWILLER - PLAYON'' tutto maiuscolo. Mi basta sfogliare un paio di pagine per leggere che PlayOn è il nome della collana e imbattermi nella dicitura:<br> :::::''© by Libri Scheiwiller, Milano''.<br> :::::Ecco allora che '''Libri Scheiwiller''' è il modo (per me) corretto di riportare il nome della casa editrice.<br><br> :::::2) in copertina leggo un ''UNIVERSALE ECONOMICA FELTRINELLI / CLASSICI'' tutto maiuscolo. Sfoglio un paio di pagine e mi imbatto nella dicitura:<br> :::::''© Giangiacomo Feltrinelli Editore''.<br> :::::Per me il modo corretto di riportare il nome della casa editrice in questo caso è interamente '''Giangiacomo Feltrinelli Editore'''.<br><br> :::::3) in copertina vedo solo un logo che riconosco appartenere alla casa editrice Einaudi. Appena apro il libro scorgo la dicitura:<br> :::::''© 2020 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino''.<br> :::::Stando alla regola che mi sono dato, in questo caso utilizzerei '''Giulio Einaudi editore''' con la lettera e minuscola.<br><br> :::::In tal modo non vi è nemmeno da interrogarsi su come utilizzare maiuscole e minuscole: si riporta ciò che è scritto nel libro, esattamente come è stato scritto all'interno del libro. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:04, 24 giu 2022 (CEST) ::::::Concordo pienamente. Davo per scontato che la ragione sociale riportata sulla copertina, come avviene anche per il titolo e il nome dell'autore del testo, è da evitare perché spesso alterata da convenzioni meramente tipografiche (uso o abuso del maiuscolo o maiuscoletto). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:20, 29 giu 2022 (CEST) ==Citazione da targa sul muro== Secondo voi una citazione [http://www.chieracostui.com/costui/meridiane/mscheda.asp?ID=282 così] è ammessa? E se sì, in che pagina? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:31, 26 giu 2022 (CEST) :Ciao! Non vedo perché no, riportiamo anche le epigrafi. Suppongo sia da inserire in [[Bartolomeo D'Albertis]]. [https://www.google.it/books/edition/Il_giro_di_Genova_in_501_luoghi/aiyZDQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=L'industre%2C%20dove%20il%20vento%20regna&pg=PT757&printsec=frontcover Questo libro] può essere utile. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:26, 26 giu 2022 (CEST) ::Grazie {{ping|Dread83}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:52, 7 lug 2022 (CEST) == Citazione di Zlatan Ibrahimović == Una delle citazioni di Zlatan Ibrahimović è riportata così: *{{NDR|«Quando pensi al numero 10 a chi pensi?»}} A [[Diego Armando Maradona|Maradona]]. Lui è il simbolo del [[maglia numero dieci|numero 10]]. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona.<ref>Dall'intervista ''[https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2020/11/28/maradona-ibrahimovic-intervista Ibrahimovic: "Maradona faceva tutto col cuore. È il simbolo di tutti noi calciatori"]'', ''Skysport.com'', 28 novembre 2020.</ref> ma guardando la fonte tutta la frase è racchiusa tra virgolette in modo tale da far capire che la frase è pronunciata da una sola persona, e non domanda-risposta. Si deve proprio mettere il template NDR? Fatemi uscire dall'ignoranza, per favore!... [[Speciale:Contributi/2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE]] ([[User talk:2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|msg]]) 09:58, 7 lug 2022 (CEST) :Ciao! Confermo che sono parole di Ibra. Ho visto un pezzettino dell'intervista su Youtube. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:34, 7 lug 2022 (CEST) ::Verso la fine di [https://www.youtube.com/watch?v=d3AKMMmcdWI questo video] c'è la prima parte di quella dichiarazione, ed è effettivamente stata pronunciata dallo stesso Ibrahimovic. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:48, 7 lug 2022 (CEST) == Sono aperte le registrazioni alla itWikiCon 2022! == [[File:ItWikiCon_Verbania_2022_candidacy_logo.svg|thumb|250px|Il logo di itWikiCon Verbania 2022]] Ciao a tutti. <br /> Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2022, avrà luogo la itWikiCon. <br /> Dopo pause e pandemie varie l'evento sarà di nuovo in presenza e si svolgerà a [[Verbania]]. La registrazione si può fare a '''[https://www.2022.itwikicon.org/ questo link]'''. Wikimedia Italia e Wikimedia CH hanno costituito un fondo per l'erogazione di borse di partecipazione per sostenere i costi di partecipazione all'evento. La richiesta di una borsa viene fatta tramite il modulo di registrazione. Per chi richiede una borsa di partecipazione il termine ultimo per completare la registrazione è il 30 agosto, per chi non richiede una borsa il termine è invece il 18 settembre. Il programma, ancora in costruzione, è disponibile su meta: [[:meta:ItWikiCon/2022/Programma|ItWikiCon/2022/Programma]]<br/> Per qualsiasi domanda potete scrivere qui, oppure sulla pagina di discussione su meta. Grazie a tutti e vi aspettiamo numerosi e pieni di idee e curiosità! Gli organizzatori <br /> [[User:Civvì]], [[User:Yiyi]], [[User:CristianNX]], [[User:Superchilum]], [[User:FrangeCe]], [[User:Valerio Bozzolan]], [[User:Hitrandil]] == Apostrofo tipografico o dattilografico == Ciao a tutti, mi ostino pazientemente prima di pubblicare le citazioni a sostituire tutti gli apostrofi tipografici o curvi (’) che trovo con quelli dattilografici o diritti ('). Mi chiedevo faccio bene o potrei impiegare più proficuamente il mio tempo? In altre parole l'uso dell'accento tipografico in Quote è riprovato? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:48, 3 ago 2022 (CEST) :Ciao! Per me, sì, fai bene. Non trovo nulla nelle nostre pagine d'aiuto (sarebbe il caso di integrare), perciò cito da [[s:Wikisource:Convenzioni di trascrizione|Wikisource]]: "Nei progetti Wikimedia, per continuità nell'uso informatico, per facilitare l'inserimento dei testi dato che l'apostrofo uncinato è relativamente difficile da ottenere tramite tastiera, si è generalizzato l'uso dell'apostrofo non uncinato per quanto difforme rispetto alle edizioni a stampa." Questo non va contro il principio di massima fedeltà all'originale: sulle convenzioni grafiche si può intervenire. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:48, 3 ago 2022 (CEST) ::Grazie Dread83, continuerò come ho sempre fatto. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:53, 3 ago 2022 (CEST) :::Prego! Chiedo agli altri utenti: se c'è consenso, vorrei esplicitare la cosa in [[Wikiquote:Trascrizione]]. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:57, 3 ago 2022 (CEST) ::::Sì, certo, e ringrazio anch'io per il chiarimento: non sapevo che fosse scritto da qualche parte... :D -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 4 ago 2022 (CEST) {{rientro}} Gaux, ma tu sostituisci tutti gli accenti uno per uno? Nel caso sappi che c'è la funzione "cerca e sostituisci": in sede di modifica, nella seconda barra sùbito sotto il titolo della voce, all'estremità destra c'è un'icona con la lente d'ingrandimento; cliccala, il resto viene da sé. Veramente, e qui mi rivolgo agli amministratori, su Wikisource c'è un tool che trasforma ''in un solo clic'' gli apostrofi dattilografici in tipografici, secondo le convenzioni proprie di quel progetto che si sono sopra ricordate; sarebbe utile averlo anche qui, dove però ovviamente si tratterebbe di convertire gli apostrofi tipografici in dattilografici. Anzi, già che ci sono dico che sarebbe bello avere anche un altro dei tool di Wikisource, cioè "unisci linee", buono per quando si fa copia-incolla da file PDF, sennò ogni volta tocca aggiustare manualmente gli "a capo" che ne risultano. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 11:15, 4 ago 2022 (CEST) :Confesso (con imbarazzo), non lo sapevo!! Grazie Udiki, la mia produttività, con la tua informazione, avrà un robusto incremento. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:56, 4 ago 2022 (CEST) ::Ho dimenticato di dire che bisogna prima cliccare dove dice "Avanzate", solo così si aprirà la seconda barra di cui parlavo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:06, 4 ago 2022 (CEST) :::Ah, finalmente ho scoperto perché "cerca e sostituisci" mi compariva su Wikiquote ma non su Wikipedia: perché lì non cliccavo "Avanzate"! Grazie Udiki! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:58, 5 ago 2022 (CEST) ::::Salve, un wikisourceiano di passaggio! Da noi la questione è un po' complessa perché per facilitare la digitazione nei titoli e nei link abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi "informatici", ma nelle trascrizioni dei testi abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi dattilografici a suon di gadget di sostituzione, con alcuni momenti di bipolarismo non indifferente. Proprio per il fatto che a volte la letteralità portata all'estremo si rivela controproducente per i nuovi utenti e non sussistendo qui su Quote necessità di mantenere apostrofi dattilografici con conseguenti gadget di sostituzione ecc. ecc., per il quieto vivere vi consiglio caldamente di seguire le orme di Wikipedia e di generalizzare l'apostrofo "informatico"... ehm, il segno di minuto primo ^__^ come apostrofo ufficiale. - [[Speciale:Contributi/79.50.244.207|79.50.244.207]] ([[User talk:79.50.244.207|msg]]) 21:30, 7 ago 2022 (CEST) Ooops, sono OrbiliusMagister ladn3ubbpmb66m35gnxxcln43c24le5 1221406 1221405 2022-08-07T19:31:49Z OrbiliusMagister 369 /* Citazione di Zlatan Ibrahimović */ wikitext text/x-wiki {| class="noprint" width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0" style="-moz-border-radius:.5em; border-radius:.5em; padding:0.5em; background-color:#FFFAF0; border:2px solid #FF9000;" |- |{{Bar}} |} '''Aggiornato''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} __TOC__ __NEWSECTIONLINK__ == Barre verticali == Da qualche mese mi sono accorto che su Mac (o almeno, sull'ultimo iMac), sia con Firefox sia con Chrome, lo stile che usiamo [[Wikiquote:Trascrizione#Versi|per i versi]] (corsivo + barre verticali) ha una resa terribile, perché le barre verticali diventano oblique (/), cosa che non ho mai riscontrato su Windows. C'è qualcosa che possiamo fare? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 16 mar 2022 (CET) :Io purtroppo non me ne intendo, spero che nel messaggio che hai lasciato in officina su Wikipedia qualcuno possa aiutarti. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:33, 18 mar 2022 (CET) ::Facciamo una prova: ::# <span style="font-style: italic; font-family: Arial">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: Helvetica">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: sans-serif">|</span> ::Quali di queste barre vedi oblique sul Mac? [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:21, 18 mar 2022 (CET) :::{{ping|Sakretsu}} :D La seconda e la terza.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:40, 18 mar 2022 (CET) ::::Allora dovresti poter ottenere la stessa resa di Windows inserendo nel [[Utente:Spinoziano/common.css|tuo CSS personale]] la seguente regola: <syntaxhighlight lang=css> @media screen { html, body { font-family: Arial; } } </syntaxhighlight> ::::Siccome è una questione di font, c'è da considerare però che anche altri utenti potrebbero visualizzare le barre oblique a seconda di cosa è installato sul loro dispositivo in uso. O si dovrebbe dividere il corsivo (es. <code><nowiki>''Primo verso'' | ''secondo verso''</nowiki></code>) o un'altra soluzione per tutti potrebbe essere quella di creare un template apposito che applichi il corsivo solo al testo (es. <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso | terzo verso | quarto verso. || Nuova strofa. }}</nowiki></code>)--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 22:57, 20 mar 2022 (CET) :::::{{ping|Sakretsu}} Grazie mille! Sì, la mia preoccupazione non è tanto per me, che in genere per editare su Wikiquote continuo a usare Windows, quanto per una parte di lettori che possono avere quel problema di visualizzazione. Una soluzione comune mi sembra una buona idea, ma bisogna valutare quanto il problema di visualizzazione sia esteso: se capita solo su qualche Mac può non valerne la pena; ho scritto qui anche per sentire se magari altri avevano notato lo stesso problema su altri dispositivi. Confermo che quel testo nel css risolve il problema su Mac, ma mi chiedo: può creare problemi su Windows o problemi di altro genere a chi non usa il Mac? Se non c'è nessuna controindicazione, si potrebbe aggiungerlo nell'interfaccia comunque per risolvere il problema a eventuali tutti, o può generare altri problemi? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 21 mar 2022 (CET) ::::::Anch'io, da utente Linux, vedo oblique la seconda e la terza; e in generale ovunque su Wikiquote perché il mio font predefinito è un sans serif. Personalmente, non avendola mai vista dritta, ho sempre dato per scontato che l'inclinazione col corsivo fosse un risultato desiderato :D --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:13, 21 mar 2022 (CET) :::::::La skin Vector si limita per l'appunto a dare priorità ai font sans-serif. Quale font sans-serif sarà poi impiegato nel concreto dipende come dicevo dal dispositivo in uso. Il codice sopra imposterebbe come font Arial (il font sans-serif predefinito di Windows), ma sconsiglio questa soluzione per vari motivi: :::::::# le impostazioni di font di it.wikiquote non sarebbero più allineate a quelle degli altri wiki Wikimedia :::::::# sui dispositivi dove non è installato Arial non si otterrebbe comunque l'effetto desiderato :::::::# non è una soluzione a lungo termine, la resa di Arial potrebbe cambiare in futuro :::::::# gli utenti come Syd dovrebbero effettuare qualche passaggio in più per tornare a visualizzare it.wikiquote con un font sans-serif diverso :::::::--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:38, 22 mar 2022 (CET) ::::::::{{ping|Sakretsu}} ma l'eventuale template {{tl|Versi}} che codice dovrebbe avere per applicare il corsivo a tutto tranne alla "|"? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:22, 24 mar 2022 (CET) :::::::::Vedi [[Template:Versi]] e [[Modulo:Versi]]. Ad esempio, <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}</nowiki></code> restituirebbe {{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}. In altre parole i versi sarebbero passati come valori al template, e alla barra verticale e a tutto il resto ci penserebbe quest'ultimo [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:40, 25 mar 2022 (CET) ::::::::::Che figo. E potrebbe non mettere in corsivo anche cose tipo [...], per esempio? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:11, 25 mar 2022 (CET) :::::::::::Sì, si possono specificare [[Special:Permalink/1200712#L-8|qui]] separate da virgola: <code><nowiki>{{versi| Primo [...] verso }}</nowiki></code> → {{versi| Primo [...] verso }} [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:56, 26 mar 2022 (CET) ::::::::::::{{ping|Sakretsu}} ottimo, mi sembra molto utile! Grazie :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:49, 26 mar 2022 (CET) {{rientro}} Andrebbe aggiungo tra le eccezioni anche […] (scritto con i puntini in carattere unico). Tecnicamente potrebbe passare un bot a mettere il template nelle voci dove ci sono i versi? Bisognerebbe stare attenti, nel caso, ai [...] già esclusi manualmente dal corsivo. Ma non dico di farlo passare subito, per il momento possiamo iniziare a usare manualmente il template e vediamo come va. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:26, 26 mar 2022 (CET) :Aggiunto. Per quanto riguarda il bot, si può fare. Se decidete di effettuare le sostituzioni e vi serve una mano, chiedete pure [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 20:34, 26 mar 2022 (CET) ::D'accordo per il template. Farei prima prove su poche piccole voci, controllare bene il risultato e gli eventuali problemi e poi ampliare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:24, 22 apr 2022 (CEST) == itWikiCon 2022 - Costruiamo insieme il programma == Carissimi, quest'anno, dopo quattro anni (con un intermezzo online nel 2020), torna [[:m:ItWikiCon/2022|itWikiCon]] in presenza! Si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre a Verbania e il team sta già lavorando da qualche mese all'organizzazione. Adesso è arrivato il momento di costruire il programma: abbiamo creato una pagina ([[:m:ItWikiCon/2022/Programma/Proposte|questa]]) dove è possibile proporre una presentazione, una tavola rotonda, una discussione, oppure indicare gli argomenti a cui si è interessati e che si vorrebbero ascoltare/di cui si vorrebbe discutere a itWikiCon. Entro il 1º maggio 2022 tutti i wikimediani sono invitati a proporre idee e suggerire temi legati ai progetti, alle comunità, alle policy, alle questioni tecniche, alla conoscenza libera, eccetera, o a manifestare il proprio interesse alle [[:m:Category:ItWikiCon 2022 - Proposte|proposte già presentate]].<br/>Prossimamente apriremo ufficialmente le iscrizioni e Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera metteranno a disposizione alcune borse di partecipazione per contribuire alle spese di viaggio e alloggio dei partecipanti. Ma nel frattempo potete indicare la vostra presenza in [[:m:ItWikiCon/2022/Partecipanti|questa pagina]].<br/>Per qualsiasi domanda, richiesta o suggerimento non esitate a contattare me o uno dei [[:m:ItWikiCon/2022/Informazioni#Team|membri dell'organizzazione]] di itWikiCon 2022! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:09, 20 mar 2022 (CET) == Wikimedia Italia - Secondo bando 2022 per progetti dei volontari == Ciao a tutte e tutti, Wikimedia Italia è lieta di annunciare la pubblicazione del secondo bando 2022 di finanziamento rivolto ai progetti dei volontari, per la realizzazione di progetti, eventi e iniziative proposti da volontari, anche non soci di Wikimedia Italia, che contribuiscono al raggiungimento dello scopo dell'associazione. Il budget disponibile per il bando è di complessivi € 45.000, e i volontari possono presentare una richiesta di finanziamento da € 1.000 a € 10.000, a copertura totale o parziale dei costi di realizzazione del progetto. I progetti vanno '''presentati entro il 15 maggio''' e si devono chiudere entro il 31 dicembre. *[https://wiki.wikimedia.it/wiki/Secondo_bando_2022_per_progetti_dei_volontari '''Pagina del bando'''] *[https://www.wikimedia.it/news/nuovo-bando-volontari-2022-di-wikimedia-italia/ '''Articolo'''] --[[Utente:Anisa Kuci (WMIT)|Anisa Kuci (WMIT)]] ([[Discussioni utente:Anisa Kuci (WMIT)|scrivimi]]) 11:09, 14 apr 2022 (CEST) == Note per testi == Ho fatto un piccolo esperimento nella voce di [[Fabri Fibra]] che rientrerebbe sempre nel discorso più ampio cantanti/parolieri con [[template:Autori testi]] e [[template:Collaborazioni]] e potrebbe rappresentare, volendo, la quadratura del cerchio. Come era stato fatto in passato per separare le note generiche dalle fonti o anche le soluzioni degli indovinelli, avevo infatti pensato di separare le note sugli autori dei testi dalle altre note della voce e di riporre la sezione delle note dedicate alla fine della sezione "Citazioni tratte da canzoni". In [[Fabri Fibra]] potete vedere l'esempio tangibile. Che ve ne pare?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:48, 22 apr 2022 (CEST) :Come per le fonti separate dalle note generiche, terrei però le note "Testi" come sottosezione di "Note", non in un altro punto della voce, per uniformità con quanto fatto altrove (il fatto di vedere una sezione di citazioni sotto una di note stona un po' rispetto quanto siamo abituati).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:30, 22 apr 2022 (CEST) == Numerazione delle pagine di libri in formato digitale == Saluto tutti. E' la prima volta che passo da questo progetto e avrei intenzione di scrivere qualche voce, quindi vi torturerò con domande probabilmente sciocchine sciocchine. Ecco la prima. Quando inserisco una nota che si riferisce a un libro, posso usare la numerazione delle pagine in formato digitale? Se affermativo, va specificato anche il formato (.epub, ,mobi, ecc)? Grazie--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 10:03, 22 apr 2022 (CEST) :Sì, puoi usarla. Il formato non occorre indicarlo. Quando farai degli inserimenti controlleremo se ci sono eventuali problemi, non preoccuparti; in caso di dubbi chiedi pure. Buon lavoro,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:36, 22 apr 2022 (CEST) ::Grazie [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 12:39, 22 apr 2022 (CEST) == Chiarimenti == Rieccomi con due domande: 1) Sto scrivendo la pagina di una persona che è anche sceneggiatore. Alcuni titoli di sceneggiature o soggetti di film sono già presenti su Wikiquote ma l'elenco presente su Wikipedia è molto più lungo. Come devo regolarmi? Cito, linkando, solo i titoli presenti su wikiquote o devo mettere anche quelli mancanti? In questo ultimo caso, i titoli vanno linkati per future creazioni o vanno digitati senza link? 2) Sono accettabili citazioni dal canale YouTube del personaggio o è meglio evitare? Grazie infinite per la pazienza :-) --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 21:32, 24 apr 2022 (CEST) :Grazie a te, non c'è di che. 1) Su Wikiquote la regola è: solo i titoli presenti su Wikiquote 2) Sono accettabili, se è lui a parlare; poi dipende molto da com'è concretamente il video.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 25 apr 2022 (CEST) ::Grazie:-). Ho pubblicato la voce. Ho provato ad aggiungerla sulla home di Wikiquote nell'elenco delle nuove voci, ma mi è uscito l'avviso di pagina bloccata e che solo gli utenti registrati possono modificarla. Spero che non sia fondamentale. [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:40, 25 apr 2022 (CEST) == Coming soon: Improvements for templates == <div class="plainlinks mw-content-ltr" lang="it" dir="ltr"> <!--T:11--> [[File:Overview of changes in the VisualEditor template dialog by WMDE Technical Wishes.webm|thumb|Modifiche importanti alla finestra di dialogo dei template]] Ciao, presto sul tuo wiki cambieranno alcune cose per i template: La [[mw:Special:MyLanguage/Help:VisualEditor/User guide#Editing templates|'''finestra di dialogo dei template''' nell'editor visuale]] e nell'[[mw:Special:MyLanguage/2017 wikitext editor|editor 2017 di wikitesto]] (funzione beta) sarà '''migliorata considerevolmente''': Per gli utenti dovrebbe diventare più semplice capire come compilare i template e come inserire altri parametri. * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina di discussione]] Nelle preferenze si potrà inoltre attivare la nuova '''modalità daltonici dell'evidenziazione della sintassi''' (estensione [[mw:Special:MyLanguage/Extension:CodeMirror|CodeMirror]]). * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting#Color-blind_mode|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting|pagina di discussione]] Le modifiche arriveranno il 10 maggio e sono gli ultimi miglioramenti previsti nell'ambito "[[m:WMDE Technical Wishes/Templates|Templates]]" della [[m:WMDE Technical Wishes|lista dei desideri tecnici di WMDE]]. Attendiamo il tuo feedback sulle nostre pagine di discussione! </div> -- [[m:User:Johanna Strodt (WMDE)|Johanna Strodt (WMDE)]] 13:13, 29 apr 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Johanna Strodt (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=WMDE_Technical_Wishes/Technical_Wishes_News_list_all_village_pumps&oldid=23222263 --> == Wikioscar 2022 == Ciao! Anche quest'anno nei '''[https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022 Wikioscar]''' che si tengono su Wikipedia in lingua italiana è presente un [https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022#Wikicitazionista premio] per l'utente che non usa mai parole proprie. Potete votare il vostro utente preferito dal 1° al 7 maggio! --[[Utente:GC85|GC85]] ([[Discussioni utente:GC85|scrivimi]]) 09:47, 1 mag 2022 (CEST) == <span lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">Editing news 2022 #1</span> == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> <section begin="message"/><i>[[metawiki:VisualEditor/Newsletter/2022/April|Read this in another language]] • [[m:VisualEditor/Newsletter|Subscription list for this multilingual newsletter]]</i> [[File:Junior Contributor New Topic Tool Completion Rate.png|thumb|New editors were more successful with this new tool.]] The [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools#New discussion tool|New topic tool]] helps editors create new ==Sections== on discussion pages. New editors are more successful with this new tool. You can [[mw:Talk pages project/New topic#21 April 2022|read the report]]. Soon, the Editing team will offer this to all editors at the 20 Wikipedias that participated in the test. You will be able to turn it off at [[Special:Preferences#mw-prefsection-editing-discussion]].<section end="message"/> </div> [[User:Whatamidoing (WMF)|Whatamidoing (WMF)]] 20:55, 2 mag 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/VisualEditor/Newsletter/Wikis_with_VE&oldid=22019984 --> == Categoria:Pubblicisti italiani == Ho notato [[:Categoria:Pubblicisti italiani|questa]] categoria ma su Wikipedia non esiste. Il template Bio mette i pubblicisti nella categoria giornalisti. Perciò che si fa? Manteniamo la categoria o riverso le voci nella categoria giornalisti? {{ping|AnjaQantina}} ti pingo essendo l'autore della categoria :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:25, 19 mag 2022 (CEST) :Scusa il ritardo. Per la L. 169/1963 i pubblicisti sono collaboratori di un giornale, mentre i giornalisti sono professionisti che lavorano presso un giornale. Le due figure non si equivalgono, ed hanno infatti compiti e contratti molto diversi, con iscrizioni nell'albo dei giornalisti in sezioni ben diverse. Indipendentemente da quello che fa il template Bio separerei nettamente le due figure e le due funzioni. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 13:05, 26 giu 2022 (CEST) ==Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto== Creiamo la [[:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto]]? Come su [[w:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto|Wikipedia]]. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:58, 29 mag 2022 (CEST) :Sì, certo :) Ma nella descrizione su Wikipedia "ma sono visualizzabili" andrebbe corretto con "ma non sono visualizzabili", giusto?-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:56, 30 mag 2022 (CEST) ::Ad essere sincero la frase suonava strana anche a me :P --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:12, 30 mag 2022 (CEST) :::Fatto, la categoria si sta riempiendo. Pingatemi se qualcosa non va [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:27, 1 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sakretsu}} si potrebbe fare in modo che la categoria non compaia nei ns Utente e Discussioni utente? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:36, 16 giu 2022 (CEST) :::::Sì, ho [[Speciale:Diff/1212580|aggiunto]] i namespace dove è ammessa la categoria. Sono [[w:Speciale:Permalink/124284390#L-461|gli stessi]] su Wikipedia [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 12:40, 18 giu 2022 (CEST) ::::::{{ping|Sakretsu}} grazie ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 07:57, 19 giu 2022 (CEST) == Citazioni di personaggi immaginari su una persona / un altro autore == Scrivo per chiarire un dubbio relativo al modello di ''voce su persone''. Quando si vuole riportare una frase che in un romanzo viene pronunciata da un personaggio (immaginario), è corretto indicare soltanto l'autore del romanzo o è preferibile citare anche l'opera e il personaggio in questione? Ad esesempio, nella sezione ''Citazioni su Persona X'': * La persona X è... (Autore Y) * La persona X è... (Personaggio W, Opera Z, Autore Y) La seconda possibilità viene indicata esplicitamente nelle linee guida per le voci tematiche. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 09:47, 18 giu 2022 (CEST) :Il personaggio immaginario e l'opera si citano nelle tematiche solo se esiste una voce sul personaggio e una sull'opera (es. "Mi sembra che più ci si sposta..." in [[Oriente]]), altrimenti si riporta solo l'autore del romanzo. Se non è chiaro fai un esempio così è più facile capirsi. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:07, 18 giu 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole? == {{ping|AssassinsCreed|Danyele|Gaux}}{{ping|Spinoziano|Superchilum}} {{ping|Homer|Ibisco|Dread83}} Il quesito che pongo è semplice: è meglio scrivere per indicare una fonte ''Corriere.it'' o ''corriere.it''? Maiuscole o minuscole? Personalmente non ho preferenze specifiche, o almeno non ho elementi di cognizione particolari per esprimerne; sarebbe però una cosa buona riuscire a definire questo aspetto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:59, 19 giu 2022 (CEST) :Io, personalmente, sarei per seguire lo stile già normalmente adottato da Wikipedia, dove il sito viene riportato tutto ''minuscolo''. Ma è solo una preferenza estetica, alla fine la cosa in sé mi è indifferente: dopo anni in cui ho sentito tutto (e il contrario di tutto) sull'argomento, m'interessa solo che venga deciso uno stile ''unico'', finalmente e una volta per tutte '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:35, 20 giu 2022 (CEST) ::Personalmente preferirei l'uso della maiuscola per :::1. uniformità con ciò che facciamo con le testate giornalistiche e, volendo, con gli editori dei libri; :::2. i loghi dei siti quasi sempre riportano una o più lettere maiuscole (esempi ''YouTube.com'', ''Google.com'', ''ilFattoQuotidiano.it''). ::Sinceramente guardando [[Aiuto:Fonti]] e varie voci in vetrina credevo fosse questa la "regola", ma ho poi scoperto che la tendenza attuale era un'altra. Quanto all'opzione delle minuscole non mi convince del tutto perché: :::1. negli URL si indicano in minuscolo solo per convenzioni informatiche; :::2. in molti aspetti di questo genere tendiamo a discostarci da Wikipedia quindi non sarebbe un problema farlo anche in questo caso. ::Ovviamente concordo sul fatto che sia una questione minoritaria e anzi approfitterei della discussione per parlare contestualmente degli spazi, mi spiego con degli esempi: :::''ilfattoquotidiano.it'' o ''il fatto quotidiano.it'' :::''lastampa.it'' o ''la stampa.it'' ::I due aspetti peraltro mi sembrano almeno in parte concatenati.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:45, 20 giu 2022 (CEST) ::::Per quanto concerne gli URL, personalmente non avrei dubbi, scriverei: :::::''ilfattoquotidiano.it'' e ''lastampa.it'' --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:05, 20 giu 2022 (CEST) ::::::Anch'io personalmente mi sono abituato a scriverli così, poi nel dubbio l'uniformità con Wikipedia mi sembra un punto a favore. Un'eccezione la farei per i siti-social come Facebook e YouTube, da non citare con ".com" né in minuscolo né in corsivo, ma con il titolo del sito-contenitore (sono più contenitori che testate): "YouTube" e "Facebook".-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:19, 20 giu 2022 (CEST) :Stando all'Accademia della Crusca e Treccani, occorrerebbe utilizzare le maiuscole nel momento in cui ci si riferisce alle testate (il ''Corriere della Sera'' o ''il Fatto Quotidiano''); non vi è però una regolamentazione delle maiuscole nella scrittura degli url, o almeno io non l'ho trovata analizzata in nessun luogo dell'Internet, pertanto mi baserei su quelli che furono (e sono tuttora) i basamenti dell'informatica: "senza spazi e senza maiuscole". E aggiungerei: senza eccezioni; che si tratti di social network o altro, pur sempre degli indirizzi url rimangono. Quindi: ''corriere.it'', ''ilfattoquotidiano.it'', ''youtube.com'', ''facebook.com'', ''google.it''. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:21, 24 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Prego {{ping|Homer|Dread83|Ibisco}}, se desiderano intervenire, di dare il loro parere. Mi scuso per l'<s>errore</s> i ping aggiunti in alto senza firma. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 20 giu 2022 (CEST) :Dacché i pro e i contro sono stati già quasi tutti brillantemente squadernati, mi limito a dire solo che sono nettamente per il minuscolo. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:47, 20 giu 2022 (CEST) :: Sono anche io per il minuscolo, maiuscole e minuscole nell'indicazione di un sito sono graficamente orrende, gli spazi poi solo assolutamente senza senso. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:10, 20 giu 2022 (CEST) :::Se {{ping|DonatoD}}, esperto com'è, vuole dare il suo contributo, sarebbe cosa utile e molto gradita. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:04, 21 giu 2022 (CEST) Prego {{ping|Mariomassone|GryffindorD}} di dare un parere. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:24, 21 giu 2022 (CEST) ::::Ciao! Per me, va bene tutto in minuscolo, senza spazi, con l'eccezione indicata da Spinoziano. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:13, 21 giu 2022 (CEST) :::::Per me è indifferente, basta sceglierne una. Ok anche con Spinoziano. Per gli spazi, direi di no, se si tiene il ".it" o ".com" o quello che è IMHO si mette direttamente l'URL così com'è senza spazi. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:09, 21 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Perfetto, direi che c'è consenso per la minuscola iniziale e (come era ovvio) niente spazi (ma almeno lo abbiamo deciso inequivocabilmente). Unica cosa: fatico a capire l'eccezione indicata da {{ping|Spinoziano}}, o meglio la capisco in parte, ma siccome potrebbe essere soggetta a interpretazioni (a meno che non si stili un elenco di siti che fanno eccezione) sarei per la totale uniformità a questo punto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:09, 19 lug 2022 (CEST) :{{ping|AssassinsCreed}}, vuoi aggiornare tu le linee guida, che sai meglio di chiunque dove mettere le mani? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:35, 19 lug 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole per editori == Attenzione! La questione posta da {{ping|Sun-crops}} sull'uso delle maiuscole e minuscole è ben più ampia (e complessa). L'URL è solo un aspetto marginale e tutto sommato semplice. Facciamo un altro esempio: l'editore. Come scriviamo Sansoni editore o Sansoni Editore (come appare nelle copertine). Pincopallo & figli o Pincopallo & Figli? Fino a qualche tempo fa seguivo la norma dell'uso minimale delle maiuscole (nel dubbio minuscolo! mi sembra che dicano le norme di Pedia). I consigli al riguardo di un linguista, mi hanno fatto ricredere. Sansoni Editore deve essere considerato un marchio e come tale dovrebbe rimanere immutato. Anche nel caso fosse (il bruttissimo) Pincopallo Editore & Successori. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:51, 21 giu 2022 (CEST) :{{ping|Gaux}} Sì, sono d'accordo. Restando nell'esempio, Sansoni Editore, imho, è una soluzione migliore, anche esteticamente, che Sansoni editore; ma se si scrivesse solo Sansoni, si sarebbe in errore? [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:17, 21 giu 2022 (CEST) ::(Ho creato un titolo di sezione separato per gli editori, per non intasare la discussione sugli url). Io opterei appunto per un semplice "Sansoni", si capisce già che è un editore e poi indichiamo anche la città. Noi citiamo gli editori come riferimenti bibliografici, la questione del marchio aziendale non dovrebbe interessarci più di tanto. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:13, 22 giu 2022 (CEST) :::Sono assolutamente d'accordo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:23, 22 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} Non sempre è così semplice. Facciamo il caso Mondadori. C'è Arnoldo Mondadori Editore (o editore); Bruno Mondadori Editore (o editore); Editoriale Giorgio Mondadori; Mondadori Electa. Mondadori non basta. Comunque, non voglio essere pignolo più di tanto, volevo solo richiamare l'attenzione che definire regole può essere più complesso di quanto s'immagini. Specialmente poi quando si voglia, e tutti lo vogliamo, mantenere la nostra Quote ad un livello alto, anche formale. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 10:22, 23 giu 2022 (CEST) :::::Non è eccesso di pignoleria, Gaux: quelli che evidenzi sono elementi non trascurabili. Sono d'accordo che se ci sono dati imprescindibili da includere, come negli esempi proposti, questo va fatto. D'accordo anche sulla difficoltà di definire regole necessarie a mantenere un alto livello qualitativo ed è vero che nulla è semplice e scontato. Noi tutti proviamo a fare del nostro meglio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:27, 23 giu 2022 (CEST) {{ping|Gaux}} {ping|Gaux}} (Ho sistemato il ping precedente errato) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:29, 23 giu 2022 (CEST) :::::Concordo con Gaux: non è questione di secondaria importanza riportare la casa editrice nel modo corretto e il caso ''Mondadori'' è un esempio lampante di quanto limitarsi ad abbreviare per comodità facilitativa oppure basarsi sul logo in copertina non è abbastanza. Nella mia esperienza qui su WQ e nella gestione delle bibliografie su WP io ho seguito una "mia" regola: utilizzare la ragione sociale della casa editrice alla quale sono associati i diritti del libro in questione. È un dato che si trova (quasi) sempre in tutti i libri, nelle primissime pagine iniziali. Lasciatemi prendere a esempio qualche casistica dai libri che ho qui disponibili sul tavolo, per tentare di essere più chiaro:<br><br> :::::1) in copertina, sotto al logo, leggo un ''LIBRI SCHEIWILLER - PLAYON'' tutto maiuscolo. Mi basta sfogliare un paio di pagine per leggere che PlayOn è il nome della collana e imbattermi nella dicitura:<br> :::::''© by Libri Scheiwiller, Milano''.<br> :::::Ecco allora che '''Libri Scheiwiller''' è il modo (per me) corretto di riportare il nome della casa editrice.<br><br> :::::2) in copertina leggo un ''UNIVERSALE ECONOMICA FELTRINELLI / CLASSICI'' tutto maiuscolo. Sfoglio un paio di pagine e mi imbatto nella dicitura:<br> :::::''© Giangiacomo Feltrinelli Editore''.<br> :::::Per me il modo corretto di riportare il nome della casa editrice in questo caso è interamente '''Giangiacomo Feltrinelli Editore'''.<br><br> :::::3) in copertina vedo solo un logo che riconosco appartenere alla casa editrice Einaudi. Appena apro il libro scorgo la dicitura:<br> :::::''© 2020 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino''.<br> :::::Stando alla regola che mi sono dato, in questo caso utilizzerei '''Giulio Einaudi editore''' con la lettera e minuscola.<br><br> :::::In tal modo non vi è nemmeno da interrogarsi su come utilizzare maiuscole e minuscole: si riporta ciò che è scritto nel libro, esattamente come è stato scritto all'interno del libro. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:04, 24 giu 2022 (CEST) ::::::Concordo pienamente. Davo per scontato che la ragione sociale riportata sulla copertina, come avviene anche per il titolo e il nome dell'autore del testo, è da evitare perché spesso alterata da convenzioni meramente tipografiche (uso o abuso del maiuscolo o maiuscoletto). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:20, 29 giu 2022 (CEST) ==Citazione da targa sul muro== Secondo voi una citazione [http://www.chieracostui.com/costui/meridiane/mscheda.asp?ID=282 così] è ammessa? E se sì, in che pagina? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:31, 26 giu 2022 (CEST) :Ciao! Non vedo perché no, riportiamo anche le epigrafi. Suppongo sia da inserire in [[Bartolomeo D'Albertis]]. [https://www.google.it/books/edition/Il_giro_di_Genova_in_501_luoghi/aiyZDQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=L'industre%2C%20dove%20il%20vento%20regna&pg=PT757&printsec=frontcover Questo libro] può essere utile. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:26, 26 giu 2022 (CEST) ::Grazie {{ping|Dread83}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:52, 7 lug 2022 (CEST) == Citazione di Zlatan Ibrahimović == Una delle citazioni di Zlatan Ibrahimović è riportata così: *{{NDR|«Quando pensi al numero 10 a chi pensi?»}} A [[Diego Armando Maradona|Maradona]]. Lui è il simbolo del [[maglia numero dieci|numero 10]]. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona.<ref>Dall'intervista ''[https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2020/11/28/maradona-ibrahimovic-intervista Ibrahimovic: "Maradona faceva tutto col cuore. È il simbolo di tutti noi calciatori"]'', ''Skysport.com'', 28 novembre 2020.</ref> ma guardando la fonte tutta la frase è racchiusa tra virgolette in modo tale da far capire che la frase è pronunciata da una sola persona, e non domanda-risposta. Si deve proprio mettere il template NDR? Fatemi uscire dall'ignoranza, per favore!... [[Speciale:Contributi/2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE]] ([[User talk:2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|msg]]) 09:58, 7 lug 2022 (CEST) :Ciao! Confermo che sono parole di Ibra. Ho visto un pezzettino dell'intervista su Youtube. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:34, 7 lug 2022 (CEST) ::Verso la fine di [https://www.youtube.com/watch?v=d3AKMMmcdWI questo video] c'è la prima parte di quella dichiarazione, ed è effettivamente stata pronunciata dallo stesso Ibrahimovic. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:48, 7 lug 2022 (CEST) <references /> == Sono aperte le registrazioni alla itWikiCon 2022! == [[File:ItWikiCon_Verbania_2022_candidacy_logo.svg|thumb|250px|Il logo di itWikiCon Verbania 2022]] Ciao a tutti. <br /> Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2022, avrà luogo la itWikiCon. <br /> Dopo pause e pandemie varie l'evento sarà di nuovo in presenza e si svolgerà a [[Verbania]]. La registrazione si può fare a '''[https://www.2022.itwikicon.org/ questo link]'''. Wikimedia Italia e Wikimedia CH hanno costituito un fondo per l'erogazione di borse di partecipazione per sostenere i costi di partecipazione all'evento. La richiesta di una borsa viene fatta tramite il modulo di registrazione. Per chi richiede una borsa di partecipazione il termine ultimo per completare la registrazione è il 30 agosto, per chi non richiede una borsa il termine è invece il 18 settembre. Il programma, ancora in costruzione, è disponibile su meta: [[:meta:ItWikiCon/2022/Programma|ItWikiCon/2022/Programma]]<br/> Per qualsiasi domanda potete scrivere qui, oppure sulla pagina di discussione su meta. Grazie a tutti e vi aspettiamo numerosi e pieni di idee e curiosità! Gli organizzatori <br /> [[User:Civvì]], [[User:Yiyi]], [[User:CristianNX]], [[User:Superchilum]], [[User:FrangeCe]], [[User:Valerio Bozzolan]], [[User:Hitrandil]] == Apostrofo tipografico o dattilografico == Ciao a tutti, mi ostino pazientemente prima di pubblicare le citazioni a sostituire tutti gli apostrofi tipografici o curvi (’) che trovo con quelli dattilografici o diritti ('). Mi chiedevo faccio bene o potrei impiegare più proficuamente il mio tempo? In altre parole l'uso dell'accento tipografico in Quote è riprovato? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:48, 3 ago 2022 (CEST) :Ciao! Per me, sì, fai bene. Non trovo nulla nelle nostre pagine d'aiuto (sarebbe il caso di integrare), perciò cito da [[s:Wikisource:Convenzioni di trascrizione|Wikisource]]: "Nei progetti Wikimedia, per continuità nell'uso informatico, per facilitare l'inserimento dei testi dato che l'apostrofo uncinato è relativamente difficile da ottenere tramite tastiera, si è generalizzato l'uso dell'apostrofo non uncinato per quanto difforme rispetto alle edizioni a stampa." Questo non va contro il principio di massima fedeltà all'originale: sulle convenzioni grafiche si può intervenire. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:48, 3 ago 2022 (CEST) ::Grazie Dread83, continuerò come ho sempre fatto. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:53, 3 ago 2022 (CEST) :::Prego! Chiedo agli altri utenti: se c'è consenso, vorrei esplicitare la cosa in [[Wikiquote:Trascrizione]]. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:57, 3 ago 2022 (CEST) ::::Sì, certo, e ringrazio anch'io per il chiarimento: non sapevo che fosse scritto da qualche parte... :D -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 4 ago 2022 (CEST) {{rientro}} Gaux, ma tu sostituisci tutti gli accenti uno per uno? Nel caso sappi che c'è la funzione "cerca e sostituisci": in sede di modifica, nella seconda barra sùbito sotto il titolo della voce, all'estremità destra c'è un'icona con la lente d'ingrandimento; cliccala, il resto viene da sé. Veramente, e qui mi rivolgo agli amministratori, su Wikisource c'è un tool che trasforma ''in un solo clic'' gli apostrofi dattilografici in tipografici, secondo le convenzioni proprie di quel progetto che si sono sopra ricordate; sarebbe utile averlo anche qui, dove però ovviamente si tratterebbe di convertire gli apostrofi tipografici in dattilografici. Anzi, già che ci sono dico che sarebbe bello avere anche un altro dei tool di Wikisource, cioè "unisci linee", buono per quando si fa copia-incolla da file PDF, sennò ogni volta tocca aggiustare manualmente gli "a capo" che ne risultano. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 11:15, 4 ago 2022 (CEST) :Confesso (con imbarazzo), non lo sapevo!! Grazie Udiki, la mia produttività, con la tua informazione, avrà un robusto incremento. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:56, 4 ago 2022 (CEST) ::Ho dimenticato di dire che bisogna prima cliccare dove dice "Avanzate", solo così si aprirà la seconda barra di cui parlavo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:06, 4 ago 2022 (CEST) :::Ah, finalmente ho scoperto perché "cerca e sostituisci" mi compariva su Wikiquote ma non su Wikipedia: perché lì non cliccavo "Avanzate"! Grazie Udiki! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:58, 5 ago 2022 (CEST) ::::Salve, un wikisourceiano di passaggio! Da noi la questione è un po' complessa perché per facilitare la digitazione nei titoli e nei link abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi "informatici", ma nelle trascrizioni dei testi abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi dattilografici a suon di gadget di sostituzione, con alcuni momenti di bipolarismo non indifferente. Proprio per il fatto che a volte la letteralità portata all'estremo si rivela controproducente per i nuovi utenti e non sussistendo qui su Quote necessità di mantenere apostrofi dattilografici con conseguenti gadget di sostituzione ecc. ecc., per il quieto vivere vi consiglio caldamente di seguire le orme di Wikipedia e di generalizzare l'apostrofo "informatico"... ehm, il segno di minuto primo ^__^ come apostrofo ufficiale. - [[Speciale:Contributi/79.50.244.207|79.50.244.207]] ([[User talk:79.50.244.207|msg]]) 21:30, 7 ago 2022 (CEST) Ooops, sono OrbiliusMagister hhl9vfrvurht56no380gcy30gb1ohbv 1221407 1221406 2022-08-07T19:32:08Z OrbiliusMagister 369 /* Apostrofo tipografico o dattilografico */ wikitext text/x-wiki {| class="noprint" width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0" style="-moz-border-radius:.5em; border-radius:.5em; padding:0.5em; background-color:#FFFAF0; border:2px solid #FF9000;" |- |{{Bar}} |} '''Aggiornato''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} __TOC__ __NEWSECTIONLINK__ == Barre verticali == Da qualche mese mi sono accorto che su Mac (o almeno, sull'ultimo iMac), sia con Firefox sia con Chrome, lo stile che usiamo [[Wikiquote:Trascrizione#Versi|per i versi]] (corsivo + barre verticali) ha una resa terribile, perché le barre verticali diventano oblique (/), cosa che non ho mai riscontrato su Windows. C'è qualcosa che possiamo fare? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 16 mar 2022 (CET) :Io purtroppo non me ne intendo, spero che nel messaggio che hai lasciato in officina su Wikipedia qualcuno possa aiutarti. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:33, 18 mar 2022 (CET) ::Facciamo una prova: ::# <span style="font-style: italic; font-family: Arial">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: Helvetica">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: sans-serif">|</span> ::Quali di queste barre vedi oblique sul Mac? [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:21, 18 mar 2022 (CET) :::{{ping|Sakretsu}} :D La seconda e la terza.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:40, 18 mar 2022 (CET) ::::Allora dovresti poter ottenere la stessa resa di Windows inserendo nel [[Utente:Spinoziano/common.css|tuo CSS personale]] la seguente regola: <syntaxhighlight lang=css> @media screen { html, body { font-family: Arial; } } </syntaxhighlight> ::::Siccome è una questione di font, c'è da considerare però che anche altri utenti potrebbero visualizzare le barre oblique a seconda di cosa è installato sul loro dispositivo in uso. O si dovrebbe dividere il corsivo (es. <code><nowiki>''Primo verso'' | ''secondo verso''</nowiki></code>) o un'altra soluzione per tutti potrebbe essere quella di creare un template apposito che applichi il corsivo solo al testo (es. <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso | terzo verso | quarto verso. || Nuova strofa. }}</nowiki></code>)--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 22:57, 20 mar 2022 (CET) :::::{{ping|Sakretsu}} Grazie mille! Sì, la mia preoccupazione non è tanto per me, che in genere per editare su Wikiquote continuo a usare Windows, quanto per una parte di lettori che possono avere quel problema di visualizzazione. Una soluzione comune mi sembra una buona idea, ma bisogna valutare quanto il problema di visualizzazione sia esteso: se capita solo su qualche Mac può non valerne la pena; ho scritto qui anche per sentire se magari altri avevano notato lo stesso problema su altri dispositivi. Confermo che quel testo nel css risolve il problema su Mac, ma mi chiedo: può creare problemi su Windows o problemi di altro genere a chi non usa il Mac? Se non c'è nessuna controindicazione, si potrebbe aggiungerlo nell'interfaccia comunque per risolvere il problema a eventuali tutti, o può generare altri problemi? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 21 mar 2022 (CET) ::::::Anch'io, da utente Linux, vedo oblique la seconda e la terza; e in generale ovunque su Wikiquote perché il mio font predefinito è un sans serif. Personalmente, non avendola mai vista dritta, ho sempre dato per scontato che l'inclinazione col corsivo fosse un risultato desiderato :D --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:13, 21 mar 2022 (CET) :::::::La skin Vector si limita per l'appunto a dare priorità ai font sans-serif. Quale font sans-serif sarà poi impiegato nel concreto dipende come dicevo dal dispositivo in uso. Il codice sopra imposterebbe come font Arial (il font sans-serif predefinito di Windows), ma sconsiglio questa soluzione per vari motivi: :::::::# le impostazioni di font di it.wikiquote non sarebbero più allineate a quelle degli altri wiki Wikimedia :::::::# sui dispositivi dove non è installato Arial non si otterrebbe comunque l'effetto desiderato :::::::# non è una soluzione a lungo termine, la resa di Arial potrebbe cambiare in futuro :::::::# gli utenti come Syd dovrebbero effettuare qualche passaggio in più per tornare a visualizzare it.wikiquote con un font sans-serif diverso :::::::--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:38, 22 mar 2022 (CET) ::::::::{{ping|Sakretsu}} ma l'eventuale template {{tl|Versi}} che codice dovrebbe avere per applicare il corsivo a tutto tranne alla "|"? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:22, 24 mar 2022 (CET) :::::::::Vedi [[Template:Versi]] e [[Modulo:Versi]]. Ad esempio, <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}</nowiki></code> restituirebbe {{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}. In altre parole i versi sarebbero passati come valori al template, e alla barra verticale e a tutto il resto ci penserebbe quest'ultimo [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:40, 25 mar 2022 (CET) ::::::::::Che figo. E potrebbe non mettere in corsivo anche cose tipo [...], per esempio? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:11, 25 mar 2022 (CET) :::::::::::Sì, si possono specificare [[Special:Permalink/1200712#L-8|qui]] separate da virgola: <code><nowiki>{{versi| Primo [...] verso }}</nowiki></code> → {{versi| Primo [...] verso }} [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:56, 26 mar 2022 (CET) ::::::::::::{{ping|Sakretsu}} ottimo, mi sembra molto utile! Grazie :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:49, 26 mar 2022 (CET) {{rientro}} Andrebbe aggiungo tra le eccezioni anche […] (scritto con i puntini in carattere unico). Tecnicamente potrebbe passare un bot a mettere il template nelle voci dove ci sono i versi? Bisognerebbe stare attenti, nel caso, ai [...] già esclusi manualmente dal corsivo. Ma non dico di farlo passare subito, per il momento possiamo iniziare a usare manualmente il template e vediamo come va. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:26, 26 mar 2022 (CET) :Aggiunto. Per quanto riguarda il bot, si può fare. Se decidete di effettuare le sostituzioni e vi serve una mano, chiedete pure [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 20:34, 26 mar 2022 (CET) ::D'accordo per il template. Farei prima prove su poche piccole voci, controllare bene il risultato e gli eventuali problemi e poi ampliare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:24, 22 apr 2022 (CEST) == itWikiCon 2022 - Costruiamo insieme il programma == Carissimi, quest'anno, dopo quattro anni (con un intermezzo online nel 2020), torna [[:m:ItWikiCon/2022|itWikiCon]] in presenza! Si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre a Verbania e il team sta già lavorando da qualche mese all'organizzazione. Adesso è arrivato il momento di costruire il programma: abbiamo creato una pagina ([[:m:ItWikiCon/2022/Programma/Proposte|questa]]) dove è possibile proporre una presentazione, una tavola rotonda, una discussione, oppure indicare gli argomenti a cui si è interessati e che si vorrebbero ascoltare/di cui si vorrebbe discutere a itWikiCon. Entro il 1º maggio 2022 tutti i wikimediani sono invitati a proporre idee e suggerire temi legati ai progetti, alle comunità, alle policy, alle questioni tecniche, alla conoscenza libera, eccetera, o a manifestare il proprio interesse alle [[:m:Category:ItWikiCon 2022 - Proposte|proposte già presentate]].<br/>Prossimamente apriremo ufficialmente le iscrizioni e Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera metteranno a disposizione alcune borse di partecipazione per contribuire alle spese di viaggio e alloggio dei partecipanti. Ma nel frattempo potete indicare la vostra presenza in [[:m:ItWikiCon/2022/Partecipanti|questa pagina]].<br/>Per qualsiasi domanda, richiesta o suggerimento non esitate a contattare me o uno dei [[:m:ItWikiCon/2022/Informazioni#Team|membri dell'organizzazione]] di itWikiCon 2022! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:09, 20 mar 2022 (CET) == Wikimedia Italia - Secondo bando 2022 per progetti dei volontari == Ciao a tutte e tutti, Wikimedia Italia è lieta di annunciare la pubblicazione del secondo bando 2022 di finanziamento rivolto ai progetti dei volontari, per la realizzazione di progetti, eventi e iniziative proposti da volontari, anche non soci di Wikimedia Italia, che contribuiscono al raggiungimento dello scopo dell'associazione. Il budget disponibile per il bando è di complessivi € 45.000, e i volontari possono presentare una richiesta di finanziamento da € 1.000 a € 10.000, a copertura totale o parziale dei costi di realizzazione del progetto. I progetti vanno '''presentati entro il 15 maggio''' e si devono chiudere entro il 31 dicembre. *[https://wiki.wikimedia.it/wiki/Secondo_bando_2022_per_progetti_dei_volontari '''Pagina del bando'''] *[https://www.wikimedia.it/news/nuovo-bando-volontari-2022-di-wikimedia-italia/ '''Articolo'''] --[[Utente:Anisa Kuci (WMIT)|Anisa Kuci (WMIT)]] ([[Discussioni utente:Anisa Kuci (WMIT)|scrivimi]]) 11:09, 14 apr 2022 (CEST) == Note per testi == Ho fatto un piccolo esperimento nella voce di [[Fabri Fibra]] che rientrerebbe sempre nel discorso più ampio cantanti/parolieri con [[template:Autori testi]] e [[template:Collaborazioni]] e potrebbe rappresentare, volendo, la quadratura del cerchio. Come era stato fatto in passato per separare le note generiche dalle fonti o anche le soluzioni degli indovinelli, avevo infatti pensato di separare le note sugli autori dei testi dalle altre note della voce e di riporre la sezione delle note dedicate alla fine della sezione "Citazioni tratte da canzoni". In [[Fabri Fibra]] potete vedere l'esempio tangibile. Che ve ne pare?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:48, 22 apr 2022 (CEST) :Come per le fonti separate dalle note generiche, terrei però le note "Testi" come sottosezione di "Note", non in un altro punto della voce, per uniformità con quanto fatto altrove (il fatto di vedere una sezione di citazioni sotto una di note stona un po' rispetto quanto siamo abituati).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:30, 22 apr 2022 (CEST) == Numerazione delle pagine di libri in formato digitale == Saluto tutti. E' la prima volta che passo da questo progetto e avrei intenzione di scrivere qualche voce, quindi vi torturerò con domande probabilmente sciocchine sciocchine. Ecco la prima. Quando inserisco una nota che si riferisce a un libro, posso usare la numerazione delle pagine in formato digitale? Se affermativo, va specificato anche il formato (.epub, ,mobi, ecc)? Grazie--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 10:03, 22 apr 2022 (CEST) :Sì, puoi usarla. Il formato non occorre indicarlo. Quando farai degli inserimenti controlleremo se ci sono eventuali problemi, non preoccuparti; in caso di dubbi chiedi pure. Buon lavoro,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:36, 22 apr 2022 (CEST) ::Grazie [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 12:39, 22 apr 2022 (CEST) == Chiarimenti == Rieccomi con due domande: 1) Sto scrivendo la pagina di una persona che è anche sceneggiatore. Alcuni titoli di sceneggiature o soggetti di film sono già presenti su Wikiquote ma l'elenco presente su Wikipedia è molto più lungo. Come devo regolarmi? Cito, linkando, solo i titoli presenti su wikiquote o devo mettere anche quelli mancanti? In questo ultimo caso, i titoli vanno linkati per future creazioni o vanno digitati senza link? 2) Sono accettabili citazioni dal canale YouTube del personaggio o è meglio evitare? Grazie infinite per la pazienza :-) --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 21:32, 24 apr 2022 (CEST) :Grazie a te, non c'è di che. 1) Su Wikiquote la regola è: solo i titoli presenti su Wikiquote 2) Sono accettabili, se è lui a parlare; poi dipende molto da com'è concretamente il video.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 25 apr 2022 (CEST) ::Grazie:-). Ho pubblicato la voce. Ho provato ad aggiungerla sulla home di Wikiquote nell'elenco delle nuove voci, ma mi è uscito l'avviso di pagina bloccata e che solo gli utenti registrati possono modificarla. Spero che non sia fondamentale. [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:40, 25 apr 2022 (CEST) == Coming soon: Improvements for templates == <div class="plainlinks mw-content-ltr" lang="it" dir="ltr"> <!--T:11--> [[File:Overview of changes in the VisualEditor template dialog by WMDE Technical Wishes.webm|thumb|Modifiche importanti alla finestra di dialogo dei template]] Ciao, presto sul tuo wiki cambieranno alcune cose per i template: La [[mw:Special:MyLanguage/Help:VisualEditor/User guide#Editing templates|'''finestra di dialogo dei template''' nell'editor visuale]] e nell'[[mw:Special:MyLanguage/2017 wikitext editor|editor 2017 di wikitesto]] (funzione beta) sarà '''migliorata considerevolmente''': Per gli utenti dovrebbe diventare più semplice capire come compilare i template e come inserire altri parametri. * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina di discussione]] Nelle preferenze si potrà inoltre attivare la nuova '''modalità daltonici dell'evidenziazione della sintassi''' (estensione [[mw:Special:MyLanguage/Extension:CodeMirror|CodeMirror]]). * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting#Color-blind_mode|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting|pagina di discussione]] Le modifiche arriveranno il 10 maggio e sono gli ultimi miglioramenti previsti nell'ambito "[[m:WMDE Technical Wishes/Templates|Templates]]" della [[m:WMDE Technical Wishes|lista dei desideri tecnici di WMDE]]. Attendiamo il tuo feedback sulle nostre pagine di discussione! </div> -- [[m:User:Johanna Strodt (WMDE)|Johanna Strodt (WMDE)]] 13:13, 29 apr 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Johanna Strodt (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=WMDE_Technical_Wishes/Technical_Wishes_News_list_all_village_pumps&oldid=23222263 --> == Wikioscar 2022 == Ciao! Anche quest'anno nei '''[https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022 Wikioscar]''' che si tengono su Wikipedia in lingua italiana è presente un [https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022#Wikicitazionista premio] per l'utente che non usa mai parole proprie. Potete votare il vostro utente preferito dal 1° al 7 maggio! --[[Utente:GC85|GC85]] ([[Discussioni utente:GC85|scrivimi]]) 09:47, 1 mag 2022 (CEST) == <span lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">Editing news 2022 #1</span> == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> <section begin="message"/><i>[[metawiki:VisualEditor/Newsletter/2022/April|Read this in another language]] • [[m:VisualEditor/Newsletter|Subscription list for this multilingual newsletter]]</i> [[File:Junior Contributor New Topic Tool Completion Rate.png|thumb|New editors were more successful with this new tool.]] The [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools#New discussion tool|New topic tool]] helps editors create new ==Sections== on discussion pages. New editors are more successful with this new tool. You can [[mw:Talk pages project/New topic#21 April 2022|read the report]]. Soon, the Editing team will offer this to all editors at the 20 Wikipedias that participated in the test. You will be able to turn it off at [[Special:Preferences#mw-prefsection-editing-discussion]].<section end="message"/> </div> [[User:Whatamidoing (WMF)|Whatamidoing (WMF)]] 20:55, 2 mag 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/VisualEditor/Newsletter/Wikis_with_VE&oldid=22019984 --> == Categoria:Pubblicisti italiani == Ho notato [[:Categoria:Pubblicisti italiani|questa]] categoria ma su Wikipedia non esiste. Il template Bio mette i pubblicisti nella categoria giornalisti. Perciò che si fa? Manteniamo la categoria o riverso le voci nella categoria giornalisti? {{ping|AnjaQantina}} ti pingo essendo l'autore della categoria :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:25, 19 mag 2022 (CEST) :Scusa il ritardo. Per la L. 169/1963 i pubblicisti sono collaboratori di un giornale, mentre i giornalisti sono professionisti che lavorano presso un giornale. Le due figure non si equivalgono, ed hanno infatti compiti e contratti molto diversi, con iscrizioni nell'albo dei giornalisti in sezioni ben diverse. Indipendentemente da quello che fa il template Bio separerei nettamente le due figure e le due funzioni. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 13:05, 26 giu 2022 (CEST) ==Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto== Creiamo la [[:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto]]? Come su [[w:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto|Wikipedia]]. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:58, 29 mag 2022 (CEST) :Sì, certo :) Ma nella descrizione su Wikipedia "ma sono visualizzabili" andrebbe corretto con "ma non sono visualizzabili", giusto?-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:56, 30 mag 2022 (CEST) ::Ad essere sincero la frase suonava strana anche a me :P --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:12, 30 mag 2022 (CEST) :::Fatto, la categoria si sta riempiendo. Pingatemi se qualcosa non va [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:27, 1 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sakretsu}} si potrebbe fare in modo che la categoria non compaia nei ns Utente e Discussioni utente? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:36, 16 giu 2022 (CEST) :::::Sì, ho [[Speciale:Diff/1212580|aggiunto]] i namespace dove è ammessa la categoria. Sono [[w:Speciale:Permalink/124284390#L-461|gli stessi]] su Wikipedia [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 12:40, 18 giu 2022 (CEST) ::::::{{ping|Sakretsu}} grazie ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 07:57, 19 giu 2022 (CEST) == Citazioni di personaggi immaginari su una persona / un altro autore == Scrivo per chiarire un dubbio relativo al modello di ''voce su persone''. Quando si vuole riportare una frase che in un romanzo viene pronunciata da un personaggio (immaginario), è corretto indicare soltanto l'autore del romanzo o è preferibile citare anche l'opera e il personaggio in questione? Ad esesempio, nella sezione ''Citazioni su Persona X'': * La persona X è... (Autore Y) * La persona X è... (Personaggio W, Opera Z, Autore Y) La seconda possibilità viene indicata esplicitamente nelle linee guida per le voci tematiche. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 09:47, 18 giu 2022 (CEST) :Il personaggio immaginario e l'opera si citano nelle tematiche solo se esiste una voce sul personaggio e una sull'opera (es. "Mi sembra che più ci si sposta..." in [[Oriente]]), altrimenti si riporta solo l'autore del romanzo. Se non è chiaro fai un esempio così è più facile capirsi. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:07, 18 giu 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole? == {{ping|AssassinsCreed|Danyele|Gaux}}{{ping|Spinoziano|Superchilum}} {{ping|Homer|Ibisco|Dread83}} Il quesito che pongo è semplice: è meglio scrivere per indicare una fonte ''Corriere.it'' o ''corriere.it''? Maiuscole o minuscole? Personalmente non ho preferenze specifiche, o almeno non ho elementi di cognizione particolari per esprimerne; sarebbe però una cosa buona riuscire a definire questo aspetto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:59, 19 giu 2022 (CEST) :Io, personalmente, sarei per seguire lo stile già normalmente adottato da Wikipedia, dove il sito viene riportato tutto ''minuscolo''. Ma è solo una preferenza estetica, alla fine la cosa in sé mi è indifferente: dopo anni in cui ho sentito tutto (e il contrario di tutto) sull'argomento, m'interessa solo che venga deciso uno stile ''unico'', finalmente e una volta per tutte '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:35, 20 giu 2022 (CEST) ::Personalmente preferirei l'uso della maiuscola per :::1. uniformità con ciò che facciamo con le testate giornalistiche e, volendo, con gli editori dei libri; :::2. i loghi dei siti quasi sempre riportano una o più lettere maiuscole (esempi ''YouTube.com'', ''Google.com'', ''ilFattoQuotidiano.it''). ::Sinceramente guardando [[Aiuto:Fonti]] e varie voci in vetrina credevo fosse questa la "regola", ma ho poi scoperto che la tendenza attuale era un'altra. Quanto all'opzione delle minuscole non mi convince del tutto perché: :::1. negli URL si indicano in minuscolo solo per convenzioni informatiche; :::2. in molti aspetti di questo genere tendiamo a discostarci da Wikipedia quindi non sarebbe un problema farlo anche in questo caso. ::Ovviamente concordo sul fatto che sia una questione minoritaria e anzi approfitterei della discussione per parlare contestualmente degli spazi, mi spiego con degli esempi: :::''ilfattoquotidiano.it'' o ''il fatto quotidiano.it'' :::''lastampa.it'' o ''la stampa.it'' ::I due aspetti peraltro mi sembrano almeno in parte concatenati.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:45, 20 giu 2022 (CEST) ::::Per quanto concerne gli URL, personalmente non avrei dubbi, scriverei: :::::''ilfattoquotidiano.it'' e ''lastampa.it'' --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:05, 20 giu 2022 (CEST) ::::::Anch'io personalmente mi sono abituato a scriverli così, poi nel dubbio l'uniformità con Wikipedia mi sembra un punto a favore. Un'eccezione la farei per i siti-social come Facebook e YouTube, da non citare con ".com" né in minuscolo né in corsivo, ma con il titolo del sito-contenitore (sono più contenitori che testate): "YouTube" e "Facebook".-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:19, 20 giu 2022 (CEST) :Stando all'Accademia della Crusca e Treccani, occorrerebbe utilizzare le maiuscole nel momento in cui ci si riferisce alle testate (il ''Corriere della Sera'' o ''il Fatto Quotidiano''); non vi è però una regolamentazione delle maiuscole nella scrittura degli url, o almeno io non l'ho trovata analizzata in nessun luogo dell'Internet, pertanto mi baserei su quelli che furono (e sono tuttora) i basamenti dell'informatica: "senza spazi e senza maiuscole". E aggiungerei: senza eccezioni; che si tratti di social network o altro, pur sempre degli indirizzi url rimangono. Quindi: ''corriere.it'', ''ilfattoquotidiano.it'', ''youtube.com'', ''facebook.com'', ''google.it''. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:21, 24 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Prego {{ping|Homer|Dread83|Ibisco}}, se desiderano intervenire, di dare il loro parere. Mi scuso per l'<s>errore</s> i ping aggiunti in alto senza firma. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 20 giu 2022 (CEST) :Dacché i pro e i contro sono stati già quasi tutti brillantemente squadernati, mi limito a dire solo che sono nettamente per il minuscolo. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:47, 20 giu 2022 (CEST) :: Sono anche io per il minuscolo, maiuscole e minuscole nell'indicazione di un sito sono graficamente orrende, gli spazi poi solo assolutamente senza senso. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:10, 20 giu 2022 (CEST) :::Se {{ping|DonatoD}}, esperto com'è, vuole dare il suo contributo, sarebbe cosa utile e molto gradita. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:04, 21 giu 2022 (CEST) Prego {{ping|Mariomassone|GryffindorD}} di dare un parere. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:24, 21 giu 2022 (CEST) ::::Ciao! Per me, va bene tutto in minuscolo, senza spazi, con l'eccezione indicata da Spinoziano. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:13, 21 giu 2022 (CEST) :::::Per me è indifferente, basta sceglierne una. Ok anche con Spinoziano. Per gli spazi, direi di no, se si tiene il ".it" o ".com" o quello che è IMHO si mette direttamente l'URL così com'è senza spazi. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:09, 21 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Perfetto, direi che c'è consenso per la minuscola iniziale e (come era ovvio) niente spazi (ma almeno lo abbiamo deciso inequivocabilmente). Unica cosa: fatico a capire l'eccezione indicata da {{ping|Spinoziano}}, o meglio la capisco in parte, ma siccome potrebbe essere soggetta a interpretazioni (a meno che non si stili un elenco di siti che fanno eccezione) sarei per la totale uniformità a questo punto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:09, 19 lug 2022 (CEST) :{{ping|AssassinsCreed}}, vuoi aggiornare tu le linee guida, che sai meglio di chiunque dove mettere le mani? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:35, 19 lug 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole per editori == Attenzione! La questione posta da {{ping|Sun-crops}} sull'uso delle maiuscole e minuscole è ben più ampia (e complessa). L'URL è solo un aspetto marginale e tutto sommato semplice. Facciamo un altro esempio: l'editore. Come scriviamo Sansoni editore o Sansoni Editore (come appare nelle copertine). Pincopallo & figli o Pincopallo & Figli? Fino a qualche tempo fa seguivo la norma dell'uso minimale delle maiuscole (nel dubbio minuscolo! mi sembra che dicano le norme di Pedia). I consigli al riguardo di un linguista, mi hanno fatto ricredere. Sansoni Editore deve essere considerato un marchio e come tale dovrebbe rimanere immutato. Anche nel caso fosse (il bruttissimo) Pincopallo Editore & Successori. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:51, 21 giu 2022 (CEST) :{{ping|Gaux}} Sì, sono d'accordo. Restando nell'esempio, Sansoni Editore, imho, è una soluzione migliore, anche esteticamente, che Sansoni editore; ma se si scrivesse solo Sansoni, si sarebbe in errore? [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:17, 21 giu 2022 (CEST) ::(Ho creato un titolo di sezione separato per gli editori, per non intasare la discussione sugli url). Io opterei appunto per un semplice "Sansoni", si capisce già che è un editore e poi indichiamo anche la città. Noi citiamo gli editori come riferimenti bibliografici, la questione del marchio aziendale non dovrebbe interessarci più di tanto. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:13, 22 giu 2022 (CEST) :::Sono assolutamente d'accordo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:23, 22 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} Non sempre è così semplice. Facciamo il caso Mondadori. C'è Arnoldo Mondadori Editore (o editore); Bruno Mondadori Editore (o editore); Editoriale Giorgio Mondadori; Mondadori Electa. Mondadori non basta. Comunque, non voglio essere pignolo più di tanto, volevo solo richiamare l'attenzione che definire regole può essere più complesso di quanto s'immagini. Specialmente poi quando si voglia, e tutti lo vogliamo, mantenere la nostra Quote ad un livello alto, anche formale. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 10:22, 23 giu 2022 (CEST) :::::Non è eccesso di pignoleria, Gaux: quelli che evidenzi sono elementi non trascurabili. Sono d'accordo che se ci sono dati imprescindibili da includere, come negli esempi proposti, questo va fatto. D'accordo anche sulla difficoltà di definire regole necessarie a mantenere un alto livello qualitativo ed è vero che nulla è semplice e scontato. Noi tutti proviamo a fare del nostro meglio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:27, 23 giu 2022 (CEST) {{ping|Gaux}} {ping|Gaux}} (Ho sistemato il ping precedente errato) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:29, 23 giu 2022 (CEST) :::::Concordo con Gaux: non è questione di secondaria importanza riportare la casa editrice nel modo corretto e il caso ''Mondadori'' è un esempio lampante di quanto limitarsi ad abbreviare per comodità facilitativa oppure basarsi sul logo in copertina non è abbastanza. Nella mia esperienza qui su WQ e nella gestione delle bibliografie su WP io ho seguito una "mia" regola: utilizzare la ragione sociale della casa editrice alla quale sono associati i diritti del libro in questione. È un dato che si trova (quasi) sempre in tutti i libri, nelle primissime pagine iniziali. Lasciatemi prendere a esempio qualche casistica dai libri che ho qui disponibili sul tavolo, per tentare di essere più chiaro:<br><br> :::::1) in copertina, sotto al logo, leggo un ''LIBRI SCHEIWILLER - PLAYON'' tutto maiuscolo. Mi basta sfogliare un paio di pagine per leggere che PlayOn è il nome della collana e imbattermi nella dicitura:<br> :::::''© by Libri Scheiwiller, Milano''.<br> :::::Ecco allora che '''Libri Scheiwiller''' è il modo (per me) corretto di riportare il nome della casa editrice.<br><br> :::::2) in copertina leggo un ''UNIVERSALE ECONOMICA FELTRINELLI / CLASSICI'' tutto maiuscolo. Sfoglio un paio di pagine e mi imbatto nella dicitura:<br> :::::''© Giangiacomo Feltrinelli Editore''.<br> :::::Per me il modo corretto di riportare il nome della casa editrice in questo caso è interamente '''Giangiacomo Feltrinelli Editore'''.<br><br> :::::3) in copertina vedo solo un logo che riconosco appartenere alla casa editrice Einaudi. Appena apro il libro scorgo la dicitura:<br> :::::''© 2020 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino''.<br> :::::Stando alla regola che mi sono dato, in questo caso utilizzerei '''Giulio Einaudi editore''' con la lettera e minuscola.<br><br> :::::In tal modo non vi è nemmeno da interrogarsi su come utilizzare maiuscole e minuscole: si riporta ciò che è scritto nel libro, esattamente come è stato scritto all'interno del libro. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:04, 24 giu 2022 (CEST) ::::::Concordo pienamente. Davo per scontato che la ragione sociale riportata sulla copertina, come avviene anche per il titolo e il nome dell'autore del testo, è da evitare perché spesso alterata da convenzioni meramente tipografiche (uso o abuso del maiuscolo o maiuscoletto). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:20, 29 giu 2022 (CEST) ==Citazione da targa sul muro== Secondo voi una citazione [http://www.chieracostui.com/costui/meridiane/mscheda.asp?ID=282 così] è ammessa? E se sì, in che pagina? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:31, 26 giu 2022 (CEST) :Ciao! Non vedo perché no, riportiamo anche le epigrafi. Suppongo sia da inserire in [[Bartolomeo D'Albertis]]. [https://www.google.it/books/edition/Il_giro_di_Genova_in_501_luoghi/aiyZDQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=L'industre%2C%20dove%20il%20vento%20regna&pg=PT757&printsec=frontcover Questo libro] può essere utile. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:26, 26 giu 2022 (CEST) ::Grazie {{ping|Dread83}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:52, 7 lug 2022 (CEST) == Citazione di Zlatan Ibrahimović == Una delle citazioni di Zlatan Ibrahimović è riportata così: *{{NDR|«Quando pensi al numero 10 a chi pensi?»}} A [[Diego Armando Maradona|Maradona]]. Lui è il simbolo del [[maglia numero dieci|numero 10]]. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona.<ref>Dall'intervista ''[https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2020/11/28/maradona-ibrahimovic-intervista Ibrahimovic: "Maradona faceva tutto col cuore. È il simbolo di tutti noi calciatori"]'', ''Skysport.com'', 28 novembre 2020.</ref> ma guardando la fonte tutta la frase è racchiusa tra virgolette in modo tale da far capire che la frase è pronunciata da una sola persona, e non domanda-risposta. Si deve proprio mettere il template NDR? Fatemi uscire dall'ignoranza, per favore!... [[Speciale:Contributi/2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE]] ([[User talk:2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|msg]]) 09:58, 7 lug 2022 (CEST) :Ciao! Confermo che sono parole di Ibra. Ho visto un pezzettino dell'intervista su Youtube. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:34, 7 lug 2022 (CEST) ::Verso la fine di [https://www.youtube.com/watch?v=d3AKMMmcdWI questo video] c'è la prima parte di quella dichiarazione, ed è effettivamente stata pronunciata dallo stesso Ibrahimovic. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:48, 7 lug 2022 (CEST) <references /> == Sono aperte le registrazioni alla itWikiCon 2022! == [[File:ItWikiCon_Verbania_2022_candidacy_logo.svg|thumb|250px|Il logo di itWikiCon Verbania 2022]] Ciao a tutti. <br /> Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2022, avrà luogo la itWikiCon. <br /> Dopo pause e pandemie varie l'evento sarà di nuovo in presenza e si svolgerà a [[Verbania]]. La registrazione si può fare a '''[https://www.2022.itwikicon.org/ questo link]'''. Wikimedia Italia e Wikimedia CH hanno costituito un fondo per l'erogazione di borse di partecipazione per sostenere i costi di partecipazione all'evento. La richiesta di una borsa viene fatta tramite il modulo di registrazione. Per chi richiede una borsa di partecipazione il termine ultimo per completare la registrazione è il 30 agosto, per chi non richiede una borsa il termine è invece il 18 settembre. Il programma, ancora in costruzione, è disponibile su meta: [[:meta:ItWikiCon/2022/Programma|ItWikiCon/2022/Programma]]<br/> Per qualsiasi domanda potete scrivere qui, oppure sulla pagina di discussione su meta. Grazie a tutti e vi aspettiamo numerosi e pieni di idee e curiosità! Gli organizzatori <br /> [[User:Civvì]], [[User:Yiyi]], [[User:CristianNX]], [[User:Superchilum]], [[User:FrangeCe]], [[User:Valerio Bozzolan]], [[User:Hitrandil]] == Apostrofo tipografico o dattilografico == Ciao a tutti, mi ostino pazientemente prima di pubblicare le citazioni a sostituire tutti gli apostrofi tipografici o curvi (’) che trovo con quelli dattilografici o diritti ('). Mi chiedevo faccio bene o potrei impiegare più proficuamente il mio tempo? In altre parole l'uso dell'accento tipografico in Quote è riprovato? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:48, 3 ago 2022 (CEST) :Ciao! Per me, sì, fai bene. Non trovo nulla nelle nostre pagine d'aiuto (sarebbe il caso di integrare), perciò cito da [[s:Wikisource:Convenzioni di trascrizione|Wikisource]]: "Nei progetti Wikimedia, per continuità nell'uso informatico, per facilitare l'inserimento dei testi dato che l'apostrofo uncinato è relativamente difficile da ottenere tramite tastiera, si è generalizzato l'uso dell'apostrofo non uncinato per quanto difforme rispetto alle edizioni a stampa." Questo non va contro il principio di massima fedeltà all'originale: sulle convenzioni grafiche si può intervenire. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:48, 3 ago 2022 (CEST) ::Grazie Dread83, continuerò come ho sempre fatto. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:53, 3 ago 2022 (CEST) :::Prego! Chiedo agli altri utenti: se c'è consenso, vorrei esplicitare la cosa in [[Wikiquote:Trascrizione]]. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:57, 3 ago 2022 (CEST) ::::Sì, certo, e ringrazio anch'io per il chiarimento: non sapevo che fosse scritto da qualche parte... :D -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 4 ago 2022 (CEST) {{rientro}} Gaux, ma tu sostituisci tutti gli accenti uno per uno? Nel caso sappi che c'è la funzione "cerca e sostituisci": in sede di modifica, nella seconda barra sùbito sotto il titolo della voce, all'estremità destra c'è un'icona con la lente d'ingrandimento; cliccala, il resto viene da sé. Veramente, e qui mi rivolgo agli amministratori, su Wikisource c'è un tool che trasforma ''in un solo clic'' gli apostrofi dattilografici in tipografici, secondo le convenzioni proprie di quel progetto che si sono sopra ricordate; sarebbe utile averlo anche qui, dove però ovviamente si tratterebbe di convertire gli apostrofi tipografici in dattilografici. Anzi, già che ci sono dico che sarebbe bello avere anche un altro dei tool di Wikisource, cioè "unisci linee", buono per quando si fa copia-incolla da file PDF, sennò ogni volta tocca aggiustare manualmente gli "a capo" che ne risultano. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 11:15, 4 ago 2022 (CEST) :Confesso (con imbarazzo), non lo sapevo!! Grazie Udiki, la mia produttività, con la tua informazione, avrà un robusto incremento. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:56, 4 ago 2022 (CEST) ::Ho dimenticato di dire che bisogna prima cliccare dove dice "Avanzate", solo così si aprirà la seconda barra di cui parlavo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:06, 4 ago 2022 (CEST) :::Ah, finalmente ho scoperto perché "cerca e sostituisci" mi compariva su Wikiquote ma non su Wikipedia: perché lì non cliccavo "Avanzate"! Grazie Udiki! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:58, 5 ago 2022 (CEST) ::::Salve, un wikisourceiano di passaggio! Da noi la questione è un po' complessa perché per facilitare la digitazione nei titoli e nei link abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi "informatici", ma nelle trascrizioni dei testi abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi dattilografici a suon di gadget di sostituzione, con alcuni momenti di bipolarismo non indifferente. Proprio per il fatto che a volte la letteralità portata all'estremo si rivela controproducente per i nuovi utenti e non sussistendo qui su Quote necessità di mantenere apostrofi dattilografici con conseguenti gadget di sostituzione ecc. ecc., per il quieto vivere vi consiglio caldamente di seguire le orme di Wikipedia e di generalizzare l'apostrofo "informatico"... ehm, il segno di minuto primo ^__^ come apostrofo ufficiale. - '''[[:s:it:utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[:s:it:Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 21:32, 7 ago 2022 (CEST) oq607sf4vrxqhb9d845csrbipi6jlt0 1221408 1221407 2022-08-07T19:32:48Z OrbiliusMagister 369 /* Apostrofo tipografico o dattilografico */ wikitext text/x-wiki {| class="noprint" width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0" style="-moz-border-radius:.5em; border-radius:.5em; padding:0.5em; background-color:#FFFAF0; border:2px solid #FF9000;" |- |{{Bar}} |} '''Aggiornato''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} __TOC__ __NEWSECTIONLINK__ == Barre verticali == Da qualche mese mi sono accorto che su Mac (o almeno, sull'ultimo iMac), sia con Firefox sia con Chrome, lo stile che usiamo [[Wikiquote:Trascrizione#Versi|per i versi]] (corsivo + barre verticali) ha una resa terribile, perché le barre verticali diventano oblique (/), cosa che non ho mai riscontrato su Windows. C'è qualcosa che possiamo fare? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 16 mar 2022 (CET) :Io purtroppo non me ne intendo, spero che nel messaggio che hai lasciato in officina su Wikipedia qualcuno possa aiutarti. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:33, 18 mar 2022 (CET) ::Facciamo una prova: ::# <span style="font-style: italic; font-family: Arial">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: Helvetica">|</span> ::# <span style="font-style: italic; font-family: sans-serif">|</span> ::Quali di queste barre vedi oblique sul Mac? [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:21, 18 mar 2022 (CET) :::{{ping|Sakretsu}} :D La seconda e la terza.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:40, 18 mar 2022 (CET) ::::Allora dovresti poter ottenere la stessa resa di Windows inserendo nel [[Utente:Spinoziano/common.css|tuo CSS personale]] la seguente regola: <syntaxhighlight lang=css> @media screen { html, body { font-family: Arial; } } </syntaxhighlight> ::::Siccome è una questione di font, c'è da considerare però che anche altri utenti potrebbero visualizzare le barre oblique a seconda di cosa è installato sul loro dispositivo in uso. O si dovrebbe dividere il corsivo (es. <code><nowiki>''Primo verso'' | ''secondo verso''</nowiki></code>) o un'altra soluzione per tutti potrebbe essere quella di creare un template apposito che applichi il corsivo solo al testo (es. <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso | terzo verso | quarto verso. || Nuova strofa. }}</nowiki></code>)--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 22:57, 20 mar 2022 (CET) :::::{{ping|Sakretsu}} Grazie mille! Sì, la mia preoccupazione non è tanto per me, che in genere per editare su Wikiquote continuo a usare Windows, quanto per una parte di lettori che possono avere quel problema di visualizzazione. Una soluzione comune mi sembra una buona idea, ma bisogna valutare quanto il problema di visualizzazione sia esteso: se capita solo su qualche Mac può non valerne la pena; ho scritto qui anche per sentire se magari altri avevano notato lo stesso problema su altri dispositivi. Confermo che quel testo nel css risolve il problema su Mac, ma mi chiedo: può creare problemi su Windows o problemi di altro genere a chi non usa il Mac? Se non c'è nessuna controindicazione, si potrebbe aggiungerlo nell'interfaccia comunque per risolvere il problema a eventuali tutti, o può generare altri problemi? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 21 mar 2022 (CET) ::::::Anch'io, da utente Linux, vedo oblique la seconda e la terza; e in generale ovunque su Wikiquote perché il mio font predefinito è un sans serif. Personalmente, non avendola mai vista dritta, ho sempre dato per scontato che l'inclinazione col corsivo fosse un risultato desiderato :D --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:13, 21 mar 2022 (CET) :::::::La skin Vector si limita per l'appunto a dare priorità ai font sans-serif. Quale font sans-serif sarà poi impiegato nel concreto dipende come dicevo dal dispositivo in uso. Il codice sopra imposterebbe come font Arial (il font sans-serif predefinito di Windows), ma sconsiglio questa soluzione per vari motivi: :::::::# le impostazioni di font di it.wikiquote non sarebbero più allineate a quelle degli altri wiki Wikimedia :::::::# sui dispositivi dove non è installato Arial non si otterrebbe comunque l'effetto desiderato :::::::# non è una soluzione a lungo termine, la resa di Arial potrebbe cambiare in futuro :::::::# gli utenti come Syd dovrebbero effettuare qualche passaggio in più per tornare a visualizzare it.wikiquote con un font sans-serif diverso :::::::--[[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:38, 22 mar 2022 (CET) ::::::::{{ping|Sakretsu}} ma l'eventuale template {{tl|Versi}} che codice dovrebbe avere per applicare il corsivo a tutto tranne alla "|"? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:22, 24 mar 2022 (CET) :::::::::Vedi [[Template:Versi]] e [[Modulo:Versi]]. Ad esempio, <code><nowiki>{{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}</nowiki></code> restituirebbe {{versi| Primo verso | secondo verso || Nuova strofa }}. In altre parole i versi sarebbero passati come valori al template, e alla barra verticale e a tutto il resto ci penserebbe quest'ultimo [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:40, 25 mar 2022 (CET) ::::::::::Che figo. E potrebbe non mettere in corsivo anche cose tipo [...], per esempio? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:11, 25 mar 2022 (CET) :::::::::::Sì, si possono specificare [[Special:Permalink/1200712#L-8|qui]] separate da virgola: <code><nowiki>{{versi| Primo [...] verso }}</nowiki></code> → {{versi| Primo [...] verso }} [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 00:56, 26 mar 2022 (CET) ::::::::::::{{ping|Sakretsu}} ottimo, mi sembra molto utile! Grazie :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:49, 26 mar 2022 (CET) {{rientro}} Andrebbe aggiungo tra le eccezioni anche […] (scritto con i puntini in carattere unico). Tecnicamente potrebbe passare un bot a mettere il template nelle voci dove ci sono i versi? Bisognerebbe stare attenti, nel caso, ai [...] già esclusi manualmente dal corsivo. Ma non dico di farlo passare subito, per il momento possiamo iniziare a usare manualmente il template e vediamo come va. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:26, 26 mar 2022 (CET) :Aggiunto. Per quanto riguarda il bot, si può fare. Se decidete di effettuare le sostituzioni e vi serve una mano, chiedete pure [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 20:34, 26 mar 2022 (CET) ::D'accordo per il template. Farei prima prove su poche piccole voci, controllare bene il risultato e gli eventuali problemi e poi ampliare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:24, 22 apr 2022 (CEST) == itWikiCon 2022 - Costruiamo insieme il programma == Carissimi, quest'anno, dopo quattro anni (con un intermezzo online nel 2020), torna [[:m:ItWikiCon/2022|itWikiCon]] in presenza! Si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre a Verbania e il team sta già lavorando da qualche mese all'organizzazione. Adesso è arrivato il momento di costruire il programma: abbiamo creato una pagina ([[:m:ItWikiCon/2022/Programma/Proposte|questa]]) dove è possibile proporre una presentazione, una tavola rotonda, una discussione, oppure indicare gli argomenti a cui si è interessati e che si vorrebbero ascoltare/di cui si vorrebbe discutere a itWikiCon. Entro il 1º maggio 2022 tutti i wikimediani sono invitati a proporre idee e suggerire temi legati ai progetti, alle comunità, alle policy, alle questioni tecniche, alla conoscenza libera, eccetera, o a manifestare il proprio interesse alle [[:m:Category:ItWikiCon 2022 - Proposte|proposte già presentate]].<br/>Prossimamente apriremo ufficialmente le iscrizioni e Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera metteranno a disposizione alcune borse di partecipazione per contribuire alle spese di viaggio e alloggio dei partecipanti. Ma nel frattempo potete indicare la vostra presenza in [[:m:ItWikiCon/2022/Partecipanti|questa pagina]].<br/>Per qualsiasi domanda, richiesta o suggerimento non esitate a contattare me o uno dei [[:m:ItWikiCon/2022/Informazioni#Team|membri dell'organizzazione]] di itWikiCon 2022! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:09, 20 mar 2022 (CET) == Wikimedia Italia - Secondo bando 2022 per progetti dei volontari == Ciao a tutte e tutti, Wikimedia Italia è lieta di annunciare la pubblicazione del secondo bando 2022 di finanziamento rivolto ai progetti dei volontari, per la realizzazione di progetti, eventi e iniziative proposti da volontari, anche non soci di Wikimedia Italia, che contribuiscono al raggiungimento dello scopo dell'associazione. Il budget disponibile per il bando è di complessivi € 45.000, e i volontari possono presentare una richiesta di finanziamento da € 1.000 a € 10.000, a copertura totale o parziale dei costi di realizzazione del progetto. I progetti vanno '''presentati entro il 15 maggio''' e si devono chiudere entro il 31 dicembre. *[https://wiki.wikimedia.it/wiki/Secondo_bando_2022_per_progetti_dei_volontari '''Pagina del bando'''] *[https://www.wikimedia.it/news/nuovo-bando-volontari-2022-di-wikimedia-italia/ '''Articolo'''] --[[Utente:Anisa Kuci (WMIT)|Anisa Kuci (WMIT)]] ([[Discussioni utente:Anisa Kuci (WMIT)|scrivimi]]) 11:09, 14 apr 2022 (CEST) == Note per testi == Ho fatto un piccolo esperimento nella voce di [[Fabri Fibra]] che rientrerebbe sempre nel discorso più ampio cantanti/parolieri con [[template:Autori testi]] e [[template:Collaborazioni]] e potrebbe rappresentare, volendo, la quadratura del cerchio. Come era stato fatto in passato per separare le note generiche dalle fonti o anche le soluzioni degli indovinelli, avevo infatti pensato di separare le note sugli autori dei testi dalle altre note della voce e di riporre la sezione delle note dedicate alla fine della sezione "Citazioni tratte da canzoni". In [[Fabri Fibra]] potete vedere l'esempio tangibile. Che ve ne pare?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:48, 22 apr 2022 (CEST) :Come per le fonti separate dalle note generiche, terrei però le note "Testi" come sottosezione di "Note", non in un altro punto della voce, per uniformità con quanto fatto altrove (il fatto di vedere una sezione di citazioni sotto una di note stona un po' rispetto quanto siamo abituati).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:30, 22 apr 2022 (CEST) == Numerazione delle pagine di libri in formato digitale == Saluto tutti. E' la prima volta che passo da questo progetto e avrei intenzione di scrivere qualche voce, quindi vi torturerò con domande probabilmente sciocchine sciocchine. Ecco la prima. Quando inserisco una nota che si riferisce a un libro, posso usare la numerazione delle pagine in formato digitale? Se affermativo, va specificato anche il formato (.epub, ,mobi, ecc)? Grazie--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 10:03, 22 apr 2022 (CEST) :Sì, puoi usarla. Il formato non occorre indicarlo. Quando farai degli inserimenti controlleremo se ci sono eventuali problemi, non preoccuparti; in caso di dubbi chiedi pure. Buon lavoro,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:36, 22 apr 2022 (CEST) ::Grazie [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 12:39, 22 apr 2022 (CEST) == Chiarimenti == Rieccomi con due domande: 1) Sto scrivendo la pagina di una persona che è anche sceneggiatore. Alcuni titoli di sceneggiature o soggetti di film sono già presenti su Wikiquote ma l'elenco presente su Wikipedia è molto più lungo. Come devo regolarmi? Cito, linkando, solo i titoli presenti su wikiquote o devo mettere anche quelli mancanti? In questo ultimo caso, i titoli vanno linkati per future creazioni o vanno digitati senza link? 2) Sono accettabili citazioni dal canale YouTube del personaggio o è meglio evitare? Grazie infinite per la pazienza :-) --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 21:32, 24 apr 2022 (CEST) :Grazie a te, non c'è di che. 1) Su Wikiquote la regola è: solo i titoli presenti su Wikiquote 2) Sono accettabili, se è lui a parlare; poi dipende molto da com'è concretamente il video.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 25 apr 2022 (CEST) ::Grazie:-). Ho pubblicato la voce. Ho provato ad aggiungerla sulla home di Wikiquote nell'elenco delle nuove voci, ma mi è uscito l'avviso di pagina bloccata e che solo gli utenti registrati possono modificarla. Spero che non sia fondamentale. [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:40, 25 apr 2022 (CEST) == Coming soon: Improvements for templates == <div class="plainlinks mw-content-ltr" lang="it" dir="ltr"> <!--T:11--> [[File:Overview of changes in the VisualEditor template dialog by WMDE Technical Wishes.webm|thumb|Modifiche importanti alla finestra di dialogo dei template]] Ciao, presto sul tuo wiki cambieranno alcune cose per i template: La [[mw:Special:MyLanguage/Help:VisualEditor/User guide#Editing templates|'''finestra di dialogo dei template''' nell'editor visuale]] e nell'[[mw:Special:MyLanguage/2017 wikitext editor|editor 2017 di wikitesto]] (funzione beta) sarà '''migliorata considerevolmente''': Per gli utenti dovrebbe diventare più semplice capire come compilare i template e come inserire altri parametri. * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/VisualEditor template dialog improvements|pagina di discussione]] Nelle preferenze si potrà inoltre attivare la nuova '''modalità daltonici dell'evidenziazione della sintassi''' (estensione [[mw:Special:MyLanguage/Extension:CodeMirror|CodeMirror]]). * [[metawiki:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting#Color-blind_mode|pagina del progetto]], [[metawiki:Talk:WMDE Technical Wishes/Improved Color Scheme of Syntax Highlighting|pagina di discussione]] Le modifiche arriveranno il 10 maggio e sono gli ultimi miglioramenti previsti nell'ambito "[[m:WMDE Technical Wishes/Templates|Templates]]" della [[m:WMDE Technical Wishes|lista dei desideri tecnici di WMDE]]. Attendiamo il tuo feedback sulle nostre pagine di discussione! </div> -- [[m:User:Johanna Strodt (WMDE)|Johanna Strodt (WMDE)]] 13:13, 29 apr 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Johanna Strodt (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=WMDE_Technical_Wishes/Technical_Wishes_News_list_all_village_pumps&oldid=23222263 --> == Wikioscar 2022 == Ciao! Anche quest'anno nei '''[https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022 Wikioscar]''' che si tengono su Wikipedia in lingua italiana è presente un [https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Scherzi_e_STUBidaggini/Wikioscar/2022#Wikicitazionista premio] per l'utente che non usa mai parole proprie. Potete votare il vostro utente preferito dal 1° al 7 maggio! --[[Utente:GC85|GC85]] ([[Discussioni utente:GC85|scrivimi]]) 09:47, 1 mag 2022 (CEST) == <span lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">Editing news 2022 #1</span> == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> <section begin="message"/><i>[[metawiki:VisualEditor/Newsletter/2022/April|Read this in another language]] • [[m:VisualEditor/Newsletter|Subscription list for this multilingual newsletter]]</i> [[File:Junior Contributor New Topic Tool Completion Rate.png|thumb|New editors were more successful with this new tool.]] The [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools#New discussion tool|New topic tool]] helps editors create new ==Sections== on discussion pages. New editors are more successful with this new tool. You can [[mw:Talk pages project/New topic#21 April 2022|read the report]]. Soon, the Editing team will offer this to all editors at the 20 Wikipedias that participated in the test. You will be able to turn it off at [[Special:Preferences#mw-prefsection-editing-discussion]].<section end="message"/> </div> [[User:Whatamidoing (WMF)|Whatamidoing (WMF)]] 20:55, 2 mag 2022 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/VisualEditor/Newsletter/Wikis_with_VE&oldid=22019984 --> == Categoria:Pubblicisti italiani == Ho notato [[:Categoria:Pubblicisti italiani|questa]] categoria ma su Wikipedia non esiste. Il template Bio mette i pubblicisti nella categoria giornalisti. Perciò che si fa? Manteniamo la categoria o riverso le voci nella categoria giornalisti? {{ping|AnjaQantina}} ti pingo essendo l'autore della categoria :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:25, 19 mag 2022 (CEST) :Scusa il ritardo. Per la L. 169/1963 i pubblicisti sono collaboratori di un giornale, mentre i giornalisti sono professionisti che lavorano presso un giornale. Le due figure non si equivalgono, ed hanno infatti compiti e contratti molto diversi, con iscrizioni nell'albo dei giornalisti in sezioni ben diverse. Indipendentemente da quello che fa il template Bio separerei nettamente le due figure e le due funzioni. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 13:05, 26 giu 2022 (CEST) ==Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto== Creiamo la [[:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto]]? Come su [[w:Categoria:Errori di compilazione del template Interprogetto - template vuoto|Wikipedia]]. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:58, 29 mag 2022 (CEST) :Sì, certo :) Ma nella descrizione su Wikipedia "ma sono visualizzabili" andrebbe corretto con "ma non sono visualizzabili", giusto?-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:56, 30 mag 2022 (CEST) ::Ad essere sincero la frase suonava strana anche a me :P --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:12, 30 mag 2022 (CEST) :::Fatto, la categoria si sta riempiendo. Pingatemi se qualcosa non va [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 15:27, 1 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sakretsu}} si potrebbe fare in modo che la categoria non compaia nei ns Utente e Discussioni utente? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:36, 16 giu 2022 (CEST) :::::Sì, ho [[Speciale:Diff/1212580|aggiunto]] i namespace dove è ammessa la categoria. Sono [[w:Speciale:Permalink/124284390#L-461|gli stessi]] su Wikipedia [[Utente:Sakretsu|Sakretsu]] ([[Discussioni utente:Sakretsu|炸裂]]) 12:40, 18 giu 2022 (CEST) ::::::{{ping|Sakretsu}} grazie ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 07:57, 19 giu 2022 (CEST) == Citazioni di personaggi immaginari su una persona / un altro autore == Scrivo per chiarire un dubbio relativo al modello di ''voce su persone''. Quando si vuole riportare una frase che in un romanzo viene pronunciata da un personaggio (immaginario), è corretto indicare soltanto l'autore del romanzo o è preferibile citare anche l'opera e il personaggio in questione? Ad esesempio, nella sezione ''Citazioni su Persona X'': * La persona X è... (Autore Y) * La persona X è... (Personaggio W, Opera Z, Autore Y) La seconda possibilità viene indicata esplicitamente nelle linee guida per le voci tematiche. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 09:47, 18 giu 2022 (CEST) :Il personaggio immaginario e l'opera si citano nelle tematiche solo se esiste una voce sul personaggio e una sull'opera (es. "Mi sembra che più ci si sposta..." in [[Oriente]]), altrimenti si riporta solo l'autore del romanzo. Se non è chiaro fai un esempio così è più facile capirsi. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:07, 18 giu 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole? == {{ping|AssassinsCreed|Danyele|Gaux}}{{ping|Spinoziano|Superchilum}} {{ping|Homer|Ibisco|Dread83}} Il quesito che pongo è semplice: è meglio scrivere per indicare una fonte ''Corriere.it'' o ''corriere.it''? Maiuscole o minuscole? Personalmente non ho preferenze specifiche, o almeno non ho elementi di cognizione particolari per esprimerne; sarebbe però una cosa buona riuscire a definire questo aspetto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:59, 19 giu 2022 (CEST) :Io, personalmente, sarei per seguire lo stile già normalmente adottato da Wikipedia, dove il sito viene riportato tutto ''minuscolo''. Ma è solo una preferenza estetica, alla fine la cosa in sé mi è indifferente: dopo anni in cui ho sentito tutto (e il contrario di tutto) sull'argomento, m'interessa solo che venga deciso uno stile ''unico'', finalmente e una volta per tutte '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:35, 20 giu 2022 (CEST) ::Personalmente preferirei l'uso della maiuscola per :::1. uniformità con ciò che facciamo con le testate giornalistiche e, volendo, con gli editori dei libri; :::2. i loghi dei siti quasi sempre riportano una o più lettere maiuscole (esempi ''YouTube.com'', ''Google.com'', ''ilFattoQuotidiano.it''). ::Sinceramente guardando [[Aiuto:Fonti]] e varie voci in vetrina credevo fosse questa la "regola", ma ho poi scoperto che la tendenza attuale era un'altra. Quanto all'opzione delle minuscole non mi convince del tutto perché: :::1. negli URL si indicano in minuscolo solo per convenzioni informatiche; :::2. in molti aspetti di questo genere tendiamo a discostarci da Wikipedia quindi non sarebbe un problema farlo anche in questo caso. ::Ovviamente concordo sul fatto che sia una questione minoritaria e anzi approfitterei della discussione per parlare contestualmente degli spazi, mi spiego con degli esempi: :::''ilfattoquotidiano.it'' o ''il fatto quotidiano.it'' :::''lastampa.it'' o ''la stampa.it'' ::I due aspetti peraltro mi sembrano almeno in parte concatenati.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:45, 20 giu 2022 (CEST) ::::Per quanto concerne gli URL, personalmente non avrei dubbi, scriverei: :::::''ilfattoquotidiano.it'' e ''lastampa.it'' --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:05, 20 giu 2022 (CEST) ::::::Anch'io personalmente mi sono abituato a scriverli così, poi nel dubbio l'uniformità con Wikipedia mi sembra un punto a favore. Un'eccezione la farei per i siti-social come Facebook e YouTube, da non citare con ".com" né in minuscolo né in corsivo, ma con il titolo del sito-contenitore (sono più contenitori che testate): "YouTube" e "Facebook".-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:19, 20 giu 2022 (CEST) :Stando all'Accademia della Crusca e Treccani, occorrerebbe utilizzare le maiuscole nel momento in cui ci si riferisce alle testate (il ''Corriere della Sera'' o ''il Fatto Quotidiano''); non vi è però una regolamentazione delle maiuscole nella scrittura degli url, o almeno io non l'ho trovata analizzata in nessun luogo dell'Internet, pertanto mi baserei su quelli che furono (e sono tuttora) i basamenti dell'informatica: "senza spazi e senza maiuscole". E aggiungerei: senza eccezioni; che si tratti di social network o altro, pur sempre degli indirizzi url rimangono. Quindi: ''corriere.it'', ''ilfattoquotidiano.it'', ''youtube.com'', ''facebook.com'', ''google.it''. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:21, 24 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Prego {{ping|Homer|Dread83|Ibisco}}, se desiderano intervenire, di dare il loro parere. Mi scuso per l'<s>errore</s> i ping aggiunti in alto senza firma. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 20 giu 2022 (CEST) :Dacché i pro e i contro sono stati già quasi tutti brillantemente squadernati, mi limito a dire solo che sono nettamente per il minuscolo. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:47, 20 giu 2022 (CEST) :: Sono anche io per il minuscolo, maiuscole e minuscole nell'indicazione di un sito sono graficamente orrende, gli spazi poi solo assolutamente senza senso. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:10, 20 giu 2022 (CEST) :::Se {{ping|DonatoD}}, esperto com'è, vuole dare il suo contributo, sarebbe cosa utile e molto gradita. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:04, 21 giu 2022 (CEST) Prego {{ping|Mariomassone|GryffindorD}} di dare un parere. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:24, 21 giu 2022 (CEST) ::::Ciao! Per me, va bene tutto in minuscolo, senza spazi, con l'eccezione indicata da Spinoziano. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:13, 21 giu 2022 (CEST) :::::Per me è indifferente, basta sceglierne una. Ok anche con Spinoziano. Per gli spazi, direi di no, se si tiene il ".it" o ".com" o quello che è IMHO si mette direttamente l'URL così com'è senza spazi. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:09, 21 giu 2022 (CEST) {{rientro}} Perfetto, direi che c'è consenso per la minuscola iniziale e (come era ovvio) niente spazi (ma almeno lo abbiamo deciso inequivocabilmente). Unica cosa: fatico a capire l'eccezione indicata da {{ping|Spinoziano}}, o meglio la capisco in parte, ma siccome potrebbe essere soggetta a interpretazioni (a meno che non si stili un elenco di siti che fanno eccezione) sarei per la totale uniformità a questo punto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:09, 19 lug 2022 (CEST) :{{ping|AssassinsCreed}}, vuoi aggiornare tu le linee guida, che sai meglio di chiunque dove mettere le mani? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:35, 19 lug 2022 (CEST) == Maiuscole o minuscole per editori == Attenzione! La questione posta da {{ping|Sun-crops}} sull'uso delle maiuscole e minuscole è ben più ampia (e complessa). L'URL è solo un aspetto marginale e tutto sommato semplice. Facciamo un altro esempio: l'editore. Come scriviamo Sansoni editore o Sansoni Editore (come appare nelle copertine). Pincopallo & figli o Pincopallo & Figli? Fino a qualche tempo fa seguivo la norma dell'uso minimale delle maiuscole (nel dubbio minuscolo! mi sembra che dicano le norme di Pedia). I consigli al riguardo di un linguista, mi hanno fatto ricredere. Sansoni Editore deve essere considerato un marchio e come tale dovrebbe rimanere immutato. Anche nel caso fosse (il bruttissimo) Pincopallo Editore & Successori. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:51, 21 giu 2022 (CEST) :{{ping|Gaux}} Sì, sono d'accordo. Restando nell'esempio, Sansoni Editore, imho, è una soluzione migliore, anche esteticamente, che Sansoni editore; ma se si scrivesse solo Sansoni, si sarebbe in errore? [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:17, 21 giu 2022 (CEST) ::(Ho creato un titolo di sezione separato per gli editori, per non intasare la discussione sugli url). Io opterei appunto per un semplice "Sansoni", si capisce già che è un editore e poi indichiamo anche la città. Noi citiamo gli editori come riferimenti bibliografici, la questione del marchio aziendale non dovrebbe interessarci più di tanto. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:13, 22 giu 2022 (CEST) :::Sono assolutamente d'accordo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:23, 22 giu 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} Non sempre è così semplice. Facciamo il caso Mondadori. C'è Arnoldo Mondadori Editore (o editore); Bruno Mondadori Editore (o editore); Editoriale Giorgio Mondadori; Mondadori Electa. Mondadori non basta. Comunque, non voglio essere pignolo più di tanto, volevo solo richiamare l'attenzione che definire regole può essere più complesso di quanto s'immagini. Specialmente poi quando si voglia, e tutti lo vogliamo, mantenere la nostra Quote ad un livello alto, anche formale. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 10:22, 23 giu 2022 (CEST) :::::Non è eccesso di pignoleria, Gaux: quelli che evidenzi sono elementi non trascurabili. Sono d'accordo che se ci sono dati imprescindibili da includere, come negli esempi proposti, questo va fatto. D'accordo anche sulla difficoltà di definire regole necessarie a mantenere un alto livello qualitativo ed è vero che nulla è semplice e scontato. Noi tutti proviamo a fare del nostro meglio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:27, 23 giu 2022 (CEST) {{ping|Gaux}} {ping|Gaux}} (Ho sistemato il ping precedente errato) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:29, 23 giu 2022 (CEST) :::::Concordo con Gaux: non è questione di secondaria importanza riportare la casa editrice nel modo corretto e il caso ''Mondadori'' è un esempio lampante di quanto limitarsi ad abbreviare per comodità facilitativa oppure basarsi sul logo in copertina non è abbastanza. Nella mia esperienza qui su WQ e nella gestione delle bibliografie su WP io ho seguito una "mia" regola: utilizzare la ragione sociale della casa editrice alla quale sono associati i diritti del libro in questione. È un dato che si trova (quasi) sempre in tutti i libri, nelle primissime pagine iniziali. Lasciatemi prendere a esempio qualche casistica dai libri che ho qui disponibili sul tavolo, per tentare di essere più chiaro:<br><br> :::::1) in copertina, sotto al logo, leggo un ''LIBRI SCHEIWILLER - PLAYON'' tutto maiuscolo. Mi basta sfogliare un paio di pagine per leggere che PlayOn è il nome della collana e imbattermi nella dicitura:<br> :::::''© by Libri Scheiwiller, Milano''.<br> :::::Ecco allora che '''Libri Scheiwiller''' è il modo (per me) corretto di riportare il nome della casa editrice.<br><br> :::::2) in copertina leggo un ''UNIVERSALE ECONOMICA FELTRINELLI / CLASSICI'' tutto maiuscolo. Sfoglio un paio di pagine e mi imbatto nella dicitura:<br> :::::''© Giangiacomo Feltrinelli Editore''.<br> :::::Per me il modo corretto di riportare il nome della casa editrice in questo caso è interamente '''Giangiacomo Feltrinelli Editore'''.<br><br> :::::3) in copertina vedo solo un logo che riconosco appartenere alla casa editrice Einaudi. Appena apro il libro scorgo la dicitura:<br> :::::''© 2020 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino''.<br> :::::Stando alla regola che mi sono dato, in questo caso utilizzerei '''Giulio Einaudi editore''' con la lettera e minuscola.<br><br> :::::In tal modo non vi è nemmeno da interrogarsi su come utilizzare maiuscole e minuscole: si riporta ciò che è scritto nel libro, esattamente come è stato scritto all'interno del libro. --[[Speciale:Contributi/84.220.99.81|84.220.99.81]] ([[User talk:84.220.99.81|msg]]) 08:04, 24 giu 2022 (CEST) ::::::Concordo pienamente. Davo per scontato che la ragione sociale riportata sulla copertina, come avviene anche per il titolo e il nome dell'autore del testo, è da evitare perché spesso alterata da convenzioni meramente tipografiche (uso o abuso del maiuscolo o maiuscoletto). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:20, 29 giu 2022 (CEST) ==Citazione da targa sul muro== Secondo voi una citazione [http://www.chieracostui.com/costui/meridiane/mscheda.asp?ID=282 così] è ammessa? E se sì, in che pagina? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:31, 26 giu 2022 (CEST) :Ciao! Non vedo perché no, riportiamo anche le epigrafi. Suppongo sia da inserire in [[Bartolomeo D'Albertis]]. [https://www.google.it/books/edition/Il_giro_di_Genova_in_501_luoghi/aiyZDQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=L'industre%2C%20dove%20il%20vento%20regna&pg=PT757&printsec=frontcover Questo libro] può essere utile. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:26, 26 giu 2022 (CEST) ::Grazie {{ping|Dread83}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:52, 7 lug 2022 (CEST) == Citazione di Zlatan Ibrahimović == Una delle citazioni di Zlatan Ibrahimović è riportata così: *{{NDR|«Quando pensi al numero 10 a chi pensi?»}} A [[Diego Armando Maradona|Maradona]]. Lui è il simbolo del [[maglia numero dieci|numero 10]]. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona.<ref>Dall'intervista ''[https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2020/11/28/maradona-ibrahimovic-intervista Ibrahimovic: "Maradona faceva tutto col cuore. È il simbolo di tutti noi calciatori"]'', ''Skysport.com'', 28 novembre 2020.</ref> ma guardando la fonte tutta la frase è racchiusa tra virgolette in modo tale da far capire che la frase è pronunciata da una sola persona, e non domanda-risposta. Si deve proprio mettere il template NDR? Fatemi uscire dall'ignoranza, per favore!... [[Speciale:Contributi/2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE]] ([[User talk:2001:B07:6442:8903:4930:9DCA:5245:51DE|msg]]) 09:58, 7 lug 2022 (CEST) :Ciao! Confermo che sono parole di Ibra. Ho visto un pezzettino dell'intervista su Youtube. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:34, 7 lug 2022 (CEST) ::Verso la fine di [https://www.youtube.com/watch?v=d3AKMMmcdWI questo video] c'è la prima parte di quella dichiarazione, ed è effettivamente stata pronunciata dallo stesso Ibrahimovic. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:48, 7 lug 2022 (CEST) <references /> == Sono aperte le registrazioni alla itWikiCon 2022! == [[File:ItWikiCon_Verbania_2022_candidacy_logo.svg|thumb|250px|Il logo di itWikiCon Verbania 2022]] Ciao a tutti. <br /> Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2022, avrà luogo la itWikiCon. <br /> Dopo pause e pandemie varie l'evento sarà di nuovo in presenza e si svolgerà a [[Verbania]]. La registrazione si può fare a '''[https://www.2022.itwikicon.org/ questo link]'''. Wikimedia Italia e Wikimedia CH hanno costituito un fondo per l'erogazione di borse di partecipazione per sostenere i costi di partecipazione all'evento. La richiesta di una borsa viene fatta tramite il modulo di registrazione. Per chi richiede una borsa di partecipazione il termine ultimo per completare la registrazione è il 30 agosto, per chi non richiede una borsa il termine è invece il 18 settembre. Il programma, ancora in costruzione, è disponibile su meta: [[:meta:ItWikiCon/2022/Programma|ItWikiCon/2022/Programma]]<br/> Per qualsiasi domanda potete scrivere qui, oppure sulla pagina di discussione su meta. Grazie a tutti e vi aspettiamo numerosi e pieni di idee e curiosità! Gli organizzatori <br /> [[User:Civvì]], [[User:Yiyi]], [[User:CristianNX]], [[User:Superchilum]], [[User:FrangeCe]], [[User:Valerio Bozzolan]], [[User:Hitrandil]] == Apostrofo tipografico o dattilografico == Ciao a tutti, mi ostino pazientemente prima di pubblicare le citazioni a sostituire tutti gli apostrofi tipografici o curvi (’) che trovo con quelli dattilografici o diritti ('). Mi chiedevo faccio bene o potrei impiegare più proficuamente il mio tempo? In altre parole l'uso dell'accento tipografico in Quote è riprovato? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:48, 3 ago 2022 (CEST) :Ciao! Per me, sì, fai bene. Non trovo nulla nelle nostre pagine d'aiuto (sarebbe il caso di integrare), perciò cito da [[s:Wikisource:Convenzioni di trascrizione|Wikisource]]: "Nei progetti Wikimedia, per continuità nell'uso informatico, per facilitare l'inserimento dei testi dato che l'apostrofo uncinato è relativamente difficile da ottenere tramite tastiera, si è generalizzato l'uso dell'apostrofo non uncinato per quanto difforme rispetto alle edizioni a stampa." Questo non va contro il principio di massima fedeltà all'originale: sulle convenzioni grafiche si può intervenire. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:48, 3 ago 2022 (CEST) ::Grazie Dread83, continuerò come ho sempre fatto. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:53, 3 ago 2022 (CEST) :::Prego! Chiedo agli altri utenti: se c'è consenso, vorrei esplicitare la cosa in [[Wikiquote:Trascrizione]]. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 18:57, 3 ago 2022 (CEST) ::::Sì, certo, e ringrazio anch'io per il chiarimento: non sapevo che fosse scritto da qualche parte... :D -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 4 ago 2022 (CEST) {{rientro}} Gaux, ma tu sostituisci tutti gli accenti uno per uno? Nel caso sappi che c'è la funzione "cerca e sostituisci": in sede di modifica, nella seconda barra sùbito sotto il titolo della voce, all'estremità destra c'è un'icona con la lente d'ingrandimento; cliccala, il resto viene da sé. Veramente, e qui mi rivolgo agli amministratori, su Wikisource c'è un tool che trasforma ''in un solo clic'' gli apostrofi dattilografici in tipografici, secondo le convenzioni proprie di quel progetto che si sono sopra ricordate; sarebbe utile averlo anche qui, dove però ovviamente si tratterebbe di convertire gli apostrofi tipografici in dattilografici. Anzi, già che ci sono dico che sarebbe bello avere anche un altro dei tool di Wikisource, cioè "unisci linee", buono per quando si fa copia-incolla da file PDF, sennò ogni volta tocca aggiustare manualmente gli "a capo" che ne risultano. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 11:15, 4 ago 2022 (CEST) :Confesso (con imbarazzo), non lo sapevo!! Grazie Udiki, la mia produttività, con la tua informazione, avrà un robusto incremento. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:56, 4 ago 2022 (CEST) ::Ho dimenticato di dire che bisogna prima cliccare dove dice "Avanzate", solo così si aprirà la seconda barra di cui parlavo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:06, 4 ago 2022 (CEST) :::Ah, finalmente ho scoperto perché "cerca e sostituisci" mi compariva su Wikiquote ma non su Wikipedia: perché lì non cliccavo "Avanzate"! Grazie Udiki! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:58, 5 ago 2022 (CEST) ::::Salve, un wikisourciano di passaggio! Da noi la questione è un po' complessa perché per facilitare la digitazione nei titoli e nei link abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi "informatici", ma nelle trascrizioni dei testi abbiamo deciso di mantenere gli apostrofi "dattilografici" a suon di gadget di sostituzione, con alcuni momenti di bipolarismo non indifferente. Proprio per il fatto che a volte la letteralità portata all'estremo si rivela controproducente per i nuovi utenti e non sussistendo qui su Quote necessità di mantenere apostrofi dattilografici con conseguenti gadget di sostituzione ecc. ecc., per il quieto vivere vi consiglio caldamente di seguire le orme di Wikipedia e di generalizzare l'apostrofo "informatico"... ehm, il segno di minuto primo ^__^ come apostrofo ufficiale. - '''[[:s:it:utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[:s:it:Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 21:32, 7 ago 2022 (CEST) gcjlx6q5nt8u5pz9ksdwxhsxw96gfn0 Digiuno 0 68421 1221452 1067049 2022-08-08T06:19:26Z Spinoziano 2297 tolgo citazione di autore non enciclopedico, +1 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Fasting 4-Fasting-a-glass-of-water-on-an-empty-plate.jpg|thumb|Digiuno]] Citazioni sul '''digiunare''' e sul '''digiuno'''. ==Citazioni== *Cerchi un rimedio ed eviti il digiuno, come se tu potessi trovare un rimedio migliore. Se un serpente assaggia lo sputo di un uomo digiuno, muore. Tu vedi quant'è grande la potenza del digiuno, così che un uomo col suo sputo uccide un serpente terrestre e tanto più quello spirituale. ([[Sant'Ambrogio]]) *''È forse come questo il digiuno che bramo, | il giorno in cui l'uomo si mortifica? | Piegare come un giunco il proprio capo, | usare sacco e cenere per letto, | forse questo vorresti chiamare digiuno | e giorno gradito al Signore? | Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: | sciogliere le catene inique, | togliere i legami del giogo, | rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? | Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, | nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, | nel vestire uno che vedi nudo, | senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?'' (''[[Libro di Isaia]]'') *E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. ([[Gesù]], ''[[Discorso della Montagna]]'') *I vecchi sopportano molto più facilmente il digiuno; poi vengono le persone di mezza età. I giovani lo sopportano con difficoltà, e peggio di tutti lo sopportano i fanciulli, specialmente quelli che hanno una vivacità maggiore del solito. ([[Ippocrate]]) *Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia. ([[Pietro Crisologo]]) *Il digiuno quaresimale è per il potenziamento dello spirito, mentre la dieta è per lo snellimento del corpo. Sono due prospettive, una interiore e una esteriore, una riguarda il nostro rapporto con Dio, l'altra riguarda l'immagine che vogliamo lasciare negli altri. ([[Fortunato Baldelli]]) *''«Non è permesso digiunare: vi vietiamo formalmente di digiunare.»<br />«Ma come possiamo non digiunare se non abbiamo più pesce da pescare?»<br />«Non importa: digiunate a casa vostra, in privato, in segreto. È un delitto digiunare in pubblico. Digiunare in pubblico vuol dire disturbare l'ordine pubblico.»'' ([[Piero Calamandrei]]) *O voi che credete, vi è prescritto il digiuno [...]. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste! (''[[Corano]]'') ==Proverbi== *'O sàzio nun crére a 'o diùno. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Assai digiuna chi mal mangia. *Corpo sazio non crede a digiuno. *È un bel predicare il digiuno a corpo pieno. *Lungo digiuno caccia la fame. *Pancia piena non crede a digiuno. *Vanga e zappa non vuol digiuno. *Ventre pieno non crede a digiuno. ==Voci correlate== *[[Alimentazione]] *[[Astinenza]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante il|preposizione=sul|wikt}} [[Categoria:Dietetica]] [[Categoria:Religione]] s4i91j9l0xcqw0zg508kqwl33vb93x2 Emilio Visconti Venosta 0 68442 1221410 1220034 2022-08-07T20:00:15Z AnjaQantina 1348 +citazione, -stub wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Emilio Visconti-Venosta, ministro degli Esteri.jpg|thumb|Emilio Visconti Venosta]] '''Emilio Visconti Venosta''' (1829 – 1914), diplomatico e politico italiano. ==Citazioni di Emilio Visconti Venosta== *Indipendenti sempre, ma isolati mai.<ref>In ''Atti del Parlamento Italiano'', sessione del 1861-62. Discussioni della Camera dei Deputati, vol. IX, pag. 6054, col. I.</ref> *Le questioni che riguardano l'impero Ottomano appartengono alla competenza di tutte le potenze garanti, consegnatane dei trattati che regolano l'esistenza, di questo Impero, fra le quali è l'Italia. Quand'anche alcune di queste potenze credessero di ritirare la loro cooperazione negli affari di Creta, ciò non altererebbe in nulla la situazione di diritto di quelle altre potenze che, come l'Italia, sono disposte a dare sino alla fine il loro concorso all'opera del concerto europeo ed alla soluzione della questione cretese.<ref>Citato da Roberto Galli nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg23/sed208.pdf 2<sup>a</sup> Tornata del 27 giugno 1910] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> ==Citazioni su Emilio Visconti Venosta== *Avvezzi a dire francamente la verità a tutti, crediamo debito imprescindibile di dirla intera ai nostri amici. La nomina del Visconti-Venosta a ministro degli affari esteri ha prodotto un sentimento di inesprimibile sorpresa nella Camera dei deputati, nel Senato e fuori del Parlamento. Essa è riuscita così inaspettata che si ricusava di prestarvi fede finchè non venne ufficialmente annunziata. Nelle condizioni in cui si trova il Paese si giudicava che a ministro degli affari esteri verrebbe nominato qualche uomo politico che avesse una elevata posizione parlamentare o diplomatica; faceva di mestieri affidare il portafoglio degli affari esteri a chi potesse con la sua autorità, col suo prestigio e col suo nome, riparare almeno in parte ai difetti che derivano dalle peculiari contingenze nostre.<ref>Da un articolo di Giacomo Dina sull<nowiki>'</nowiki>''Opinione''; citato da [[Tommaso Tittoni]] nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg21/sed452.pdf 2<sup>a</sup> Tornata del 15 dicembre 1903] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Visconti Venosta, Emilio}} [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] bsdlt60nlbns07mrgxbb5366cloiybc Giuseppe Zanardelli 0 76302 1221392 892286 2022-08-07T16:57:56Z AnjaQantina 1348 /* Citazioni di Giuseppe Zanardelli */ +2 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Giuseppe Zanardelli iii.jpg|thumb|Giuseppe Zanardelli]] '''Giuseppe Zanardelli''' (1826 – 1903), politico italiano. ==Citazioni di Giuseppe Zanardelli== *Il [[Francesco Mario Pagano|Pagano]], ripigliando felicemente l'opera incompresa del Vico, alla scienza del grande maestro accoppiò un ardore entusiasta per le idee del suo tempo: idee di libertà, di riforma e di civile democrazia; ed alla acutezza e originalità del pensiero, alla forza della meditazione, congiunse quella lucidezza aliena da ogni astruseria, che era propria del suo intelletto esperto di tutte le necessità della pratica applicazione.<ref>Citato in Enrico Pessina, Camillo de Benedetti, ''La cassazione unica'', Tipografia della Camera dei deputati, 1909, p. 268.</ref> *In questo recinto la parola umana è mestieri che possa esser l'arma invitta di ogni diritto, di ogni più alta e solenne rivendicazione. Questa libertà, piuttosto che infrenata dall'esercizio dei poteri e doveri presidenziali, cui è sempre penoso il ricorrere, dev'essere informata al pensiero di quelle tradizioni di delicata urbanità che fino dai primi anni del Parlamento subalpino furono l'onore della nostra tribuna.<ref>Dal Discorso di insediamento alla Presidenza della Camera del Regno d'Italia, XVIII legislatura, 25 novembre 1892; disponibile su ''[http://storia.camera.it/presidenti/zanardelli-giuseppe/xviii-legislatura-del-regno-d-italia-1/discorso:0#nav Camera.it]''.</ref> *In tempi normali è prudente consiglio di temperare, con equo riguardo alle condizioni di fatto e all'assetto di tradizionali rapporti, le più ardite aspirazioni a mutamenti razionalmente apprezzabili, ma troppo repentini e radicali, attuando graduali riforme che rispettino, per quanto sia possibile, le energie conservatrici della società, pur sospingendo tuttavia lo Stato con piede lento e sicuro, sulla via del civile progresso .<ref name=camera/> *L'Italia ha troppe leggi, temperate dall'inosservanza.<ref>Citato in Walter Barberis, ''Il bisogno di patria'', Einaudi, Torino, 2010, p. 50. ISBN 978-88-06-20464-8</ref> *Non vi è forse altro Corpo dello Stato che più del giudiziario, si immedesimi con tutta la vita, della società, sicché ogni alterazione del suo organismo produce perturbamento di idee, di abitudini inveterate, di tradizioni tenaci, ed inoltre, di gravi e complessi interessi economici. Si aggiunga che l'organismo giudiziario è fonte di vita di altri organismi minori e connessi, primi fra essi le Curie locali, che sono tanta parte del movimento giuridico e della vita civile della nazione. Ogni progetto di riforma giudiziaria eccita la resistenza di tutte queste idee, abitudini, tradizioni, interessi fortemente scossi, perturbati o minacciati, come eccita, naturalmente, anche lo spirito di conservazione di quegli organismi minori, le cui condizioni d'esistenza sono collegate agli ordinamenti attuali. Non può, quindi, recar meraviglia se tale resistenza possa salire a tanta efficacia, da soverchiare e vincere ogni proposito di radicali riforme, anche se rispondenti a bisogni fortemente sentiti e a voti insistenti della coscienza pubblica.<ref name=camera>12 febbraio 1903; citato da Luigi Fera nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg22/sed380.pdf Tornata dell'11 giugno 1907] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> *Questa mi era la più ignota tra le province della penisola, come è, credo, la meno conosciuta in tutto il nostro paese. Può dirsi anzi che la [[Basilicata]] sia sconosciuta in gran parte agli abitanti della provincia stessa [...] quasi stranieri gli uni agli altri e perciò non cospiranti ad unico fine, sembrano gli abitatori che pur dovrebbero comporre una grande unità sociale. [...] Eppure quanto fu illustre la vostra nobil contrada! Da questo suolo Pitagora diffuse tanta luce di scienza, tanto apostolato di virtù; da questo suolo Zeusi mostrò, primo al mondo, il magistero della pittura; sorse in questo suolo la musa di Orazio i cui versi corrono immortali sulle labbra degli uomini colti di ogni nazione. E in tutti i tempi la Basilicata è stata ferace di splendidi ingegni, di caratteri sommi [...] Ciò io volli ricordare, non già per un superfluo ricordo storico, ma perché mi sembra renda più imperioso il dovere dell'Italia di tener la Basilicata al posto del quale per ogni aspetto è degna.<ref>Citato in Paola Corti, ''Inchiesta Zanardelli sulla Basilicata'', Einaudi, 1976, pp. 17-19.</ref> ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Zanardelli, Giuseppe}} [[Categoria:Politici italiani]] gic0h47fcyd4cifraaxz4rfhvzawbsv Raimondo Montecuccoli 0 79470 1221398 1050055 2022-08-07T18:08:53Z Udiki 86035 /* Aforismi dell'arte bellica */ predisposto collegamento interno wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[File:Raimondo-montecuccoli.jpg|thumb|Raimondo Montecuccoli]] '''Raimondo Montecuccoli''' (1609 – 1680), generale, politico e scrittore italiano. ==''Memorie''== *Qual meraviglia... richiesto tal uno delle cose necessarie alla [[guerra]], egli rispondesse, tre esser quelle: [[Danaro]], danaro, danaro! (libro I, XIV<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 309.</ref>) *Chi può viver senza [[mangiare]], esca in campagna senza le vittovaglie necessarie. (libro I, XLII<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 270.</ref>) *Nissuno stato pubblico può godersi la quieta, né ribattere l'injurie, né diffendere le leggi, la religione e la libertà senza [[armi|arme]]. (libro I, XLIV<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 370.</ref>) *Trattar le [[questioni|cose]] con molti, risolverle con pochi, o da se solo. (libro I, LXIX<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 428.</ref>) *L'[[arte]], che imita la natura, opera per gradi, e non a salti. (libro III, VIII<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 333.</ref>) *È la [[lancia]] la regina dell'armi a cavallo. (libro III, XVI<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 293.</ref>) *L'[[ozio]] è somite del vizio, e della virtute negozio. (libro III, XXIV<ref>Citato in ''Harbottle'', p. 337.</ref>) ==''Aforismi dell'arte bellica''== *La nascita, [...] quanto più {{ndr|è}} cospicua, tanto più ella ispira venerazione di se stessa negli animi de’ soggetti. (1821; p. 81) *Le parole di comandamento siano brevi, chiare, non ambigue. (1821; p. 92) *La [[guerra]] è un'azione d'eserciti offendentisi in ogni guisa, il cui fine si è la vittoria. (1973; p. 7) *Il [[denaro]] è quello spirito universale, che per lo tutto infondendosi, lo anima e lo muove, ed è virtualmente ogni cosa, lo stromento degli strumenti, che ha la forza d'incantare lo spirito de' più savi e l'impeto de' più feroci. (1973; p. 37) *Nessuno stato pubblico può godersi la quiete, né ribattere le ingiurie, né difendere le leggi, la religione e la libertà senza [[armi]]. (p. 1973; 37) *L'[[Attacco e difesa|attacco]] insegna la [[Attacco e difesa|difesa]]. (1973; p. 75) *Le [[battaglia|battaglie]] dànno e tolgono i regni, pronunziano le sentenze decisive e inappellabili fra i potentati, terminano la guerra e immortalano il capitano. Esse o si cercano, o si fuggono o si dànno. (1973; p. 90) *Al Turco sempre armato non è mai calva l'occasione, la quale può egli senza indugio, qualunque volta a lui piace, afferrare per i capelli. (1973; p. 98) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Grassi (a cura di), ''Opere di Raimondo Montecuccoli'', Torino, Stamperia di Giuseppe Favale, 1821. *Thomas Benfield Harbottle & Philip Hugh Dalbiac, ''Harbottle – Dictionary of quotations French and Italian'', S. Sonnenschein Editore, Londra, 1904. ([[:fr:s:Livre:Harbottle_-_Dictionary_of_quotations_French_and_Italian,_1904.djvu|Disponibile su Wikisource]]) (<span class="plainlinks">[http://fr.wikisource.org/w/index.php?title=Sp%C3%A9cial%3ARecherche&profile=advanced&search={{PAGENAMEE}}&fulltext=Search&ns104=1&profile=advanced L'autore nell'indice del libro]</span>) *Raimondo Montecuccoli (a cura di Emilio Faccioli), ''Aforismi dell'arte bellica'', Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Montecuccoli, Raimondo}} [[Categoria:Generali italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 8o0diudo8drls1vfynlly9bppoi0iwk Pallavolo 0 80049 1221432 1218297 2022-08-08T00:04:47Z Danyele 19198 +1 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Gritlehmann.jpg|thumb|Una schiacciata]] Citazioni sulla '''pallavolo'''. *È uno sport che trasmette tanti valori, tipo la fedeltà: fai parte di una squadra, che diventa una seconda [[famiglia]]. Ti insegna a relazionarti con gli altri, anche con chi non ti è simpatico, a non perdere mai la [[speranza]], a contare sulle tue forze e, non ultimo, a divertirti. ([[Paola Egonu]]) *La pallavolo è uno sport semplice ma anche complessissimo da giocare. Ci sono dei meccanismi esatti, come quelli di un orologio. ([[Carmelo Pittera]]) *Nella pallavolo, anche se potrebbe sembrare ripetitivo allenarsi tutti i giorni, trovo sempre nuovi stimoli che mi spingono ad una continua ricerca di miglioramento. A parte le soddisfazioni puramente sportive, questo sport mi ha insegnato a non considerare mai raggiunto un traguardo, a non cullarmi nei ricordi per quanto soddisfacenti essi possano risultare, a pensare sempre a quello che verrà dopo. ([[Francesco Dall'Olio]]) *Rompersi una gamba a pallavolo è come avere un [[infarto]] a [[Disneyland]]. ([[Beppe Viola]]) *{{NDR|«La [[pallavolo]] in tre parole?»}} Squadra. Solidarietà. Carattere. ([[Paola Egonu]]) *Tra il pubblico o i praticanti della pallavolo non si arriverà mai ad avere qualcuno che minaccia l'arbitro. [...] Chi pratica volley sa che anche arrivando ai massimi livelli non potrà vivere di quello per tutta la vita e quindi spesso dietro a chi gioca c'è un titolo di studio. La pallavolo ha un ambiente con una cultura un po' più alta. ([[Manuela Benelli]]) *{{NDR|«Il volley è potenza, astuzia o allegria?»}} Tutte e tre le cose. Se non hai potenza, non vai lontano. Ma ci vuole anche la testa e se non usi l'astuzia, sei prevedibile. L'allegria, infine, ti dà una marcia in più. ([[Wilfredo León]]) *{{NDR|«Il volley cosa ti ha insegnato?»}} Un sacco di lezioni. Su tutte, riporre fiducia nel prossimo. Non potrebbe essere altrimenti: il mio è lo sport del passaggio. Esclusa la battuta, un giocatore ha bisogno del gruppo per portare a termine l'azione. Ciascuno accantona l'ambizione di essere protagonista del match, si mette a disposizione degli altri cinque. ([[Cristina Chirichella]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|commons=Category:Volleyball|wikt=pallavolo|w|preposizione=sulla|etichetta=pallavolo}} [[Categoria:Discipline sportive]] [[Categoria:Pallavolo]] pfp956b3fq9iub6lmesybfrac375bzz Discussione:Honoré de Balzac 1 84598 1221401 1217044 2022-08-07T19:00:16Z Dread83 47 -1, fonte wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==Senza fonte== *Ciò che forma le qualità del marito che si ama, forma spesso i difetti del marito che non si ama. *Credete a tutto ciò che sentite sul conto del mondo, nulla è troppo brutto per essere impossibile. *Fra due che amano, ce n'è sempre uno che ama di più e soffre; l'altro ama di meno e si annoia. *Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori. *Gli uomini rudi hanno solo sentimenti; quelli civilizzati non hanno solo sentimenti, ma anche delle idee. *L'amore prova orrore per tutto ciò che non è amore. *La maggior parte delle discussioni deriva dal vedere un solo lato delle questioni e dal credere che esso sia il solo giusto. *Nella [[vita]] abbondano i maschi, ma scarseggiano gli uomini. *Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il [[Scopo|fine]] e l'utilità rimangono inesplicabili. 2m8kmuza5r978h93lqef5z06n9ms4j3 1221467 1221401 2022-08-08T11:13:22Z Dread83 47 -1, da ''La cugina Betta'' wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==Senza fonte== *Ciò che forma le qualità del marito che si ama, forma spesso i difetti del marito che non si ama. *Credete a tutto ciò che sentite sul conto del mondo, nulla è troppo brutto per essere impossibile. *Fra due che amano, ce n'è sempre uno che ama di più e soffre; l'altro ama di meno e si annoia. *Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori. *L'amore prova orrore per tutto ciò che non è amore. *La maggior parte delle discussioni deriva dal vedere un solo lato delle questioni e dal credere che esso sia il solo giusto. *Nella [[vita]] abbondano i maschi, ma scarseggiano gli uomini. *Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il [[Scopo|fine]] e l'utilità rimangono inesplicabili. 9jin9wb96nky3pbf8ys3rxjlo43fe37 1221470 1221467 2022-08-08T11:23:36Z Dread83 47 -1, fonte wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==Senza fonte== *Ciò che forma le qualità del marito che si ama, forma spesso i difetti del marito che non si ama. *Credete a tutto ciò che sentite sul conto del mondo, nulla è troppo brutto per essere impossibile. *Fra due che amano, ce n'è sempre uno che ama di più e soffre; l'altro ama di meno e si annoia. *Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori. *L'amore prova orrore per tutto ciò che non è amore. *Nella [[vita]] abbondano i maschi, ma scarseggiano gli uomini. *Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il [[Scopo|fine]] e l'utilità rimangono inesplicabili. 3p392xdd0guv32whyd96eqame3z8y0t 1221473 1221470 2022-08-08T11:51:31Z Dread83 47 -1, di [[Bette Davis]] wikitext text/x-wiki {{sfid}} ==Senza fonte== *Ciò che forma le qualità del marito che si ama, forma spesso i difetti del marito che non si ama. *Credete a tutto ciò che sentite sul conto del mondo, nulla è troppo brutto per essere impossibile. *Fra due che amano, ce n'è sempre uno che ama di più e soffre; l'altro ama di meno e si annoia. *Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori. *L'amore prova orrore per tutto ciò che non è amore. *Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il [[Scopo|fine]] e l'utilità rimangono inesplicabili. cnv1ntaboqowr1l22gz9w7jiex5uqmk Utente:Dread83/Ricerca fonti 2 85057 1221399 1221188 2022-08-07T18:41:02Z Dread83 47 /* T */ wikitext text/x-wiki Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni. __NOINDEX__ ==Ricerca fonti== {{indicedx}} *[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]] *'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''. **[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]]. ===Archivi storici di giornali=== *[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984 **[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005 *<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento *[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005 **[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992 *[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014 *[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997 *[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996 *[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali] ==Controllo== (''Sono esclusi i film e i cronisti'') ====A==== *[[Abraham Lincoln]] **Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]]. *<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}} *[[Achille Varzi]] **Citazione riportata in siti su Nuvolari. *[[Adolf Brand]] **Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta. *[[Adolf Hitler]] **Voce mal messa; **Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche. *[[Agatha Christie]] *[[Al Pacino]] **Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro. *[[Albert Camus]] **Non saremo: Intuitions, Youthful Writings *[[Alberto Ronchey]] **Niente sui 3 archivi; prima del 1997. *[[Aldous Huxley]] **Aveva...: Il tempo si deve fermare **Forse la terra...: da Punto contro punto. *[[Alexander Pope]] **Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''. *[[Alexandre Dumas (figlio)]] **Affari?: La Question d'argent *[[Alfred de Musset]] **Chiunque...: da ''Poesie nuove''. *[[Amos Bronson Alcott]] **To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''. *[[Anatole France]] **È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''. **L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien'' **La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Solo gli uomini: ''L'anello di ametista'' (Solo gli uomini a cui non piacciono le donne si interessano agli abiti femminili. Gli uomini a cui le donne piacciono non si accorgono nemmeno di come son vestite.). *[[André Gide]] **C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934'' *[[Anita Loos]] **''Gli uomini preferiscono le bionde''. *[[André Malraux]] **È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione *[[Anne Dickson]] **Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona. **Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''. *[[Antoine de Saint-Exupéry]] **Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''. **La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini'' **L'aeroplano: ''Terra degli uomini'' *[[Anton Čechov]] **Forse: Taccuini (Quaderni). **La buona educazione: Taccuini (Quaderni). **La capacità: Taccuini (Quaderni). **La morte: Biancafronte ? *[[Antonin Artaud]] **''Scritti di Rodez''. *[[Antonio Tabucchi]] **''Il racconto...'': da ''Racconti'' ? ***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''. *[[Antonin Artaud]] **Messaggi rivoluzionari *[[Aristotele]] **Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?) **Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?) **Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?) *[[Arthur Miller]] **La parola: ''Dopo la caduta''. *[[Arthur Schopenhauer]] **Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita. **La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''. **Il principio dell'onore: ''In-quarto''. ====B==== *[[Beato Angelico]] **Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» . *[[Benito Mussolini]] **Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''. *** (Balbo) 1945. *[[Bernardo Bertolucci]] **Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]'' *[[Bertolt Brecht]] **Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?) *[[Bertrand Russell]] **La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari **Può sembrare strano che...: Religione e scienza *[[Blaise Pascal]] **L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984. **L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''. **Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete''' **Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''. *[[Borís Leonídovič Pasternàk]] **L'arte: ''Della modestia e del coraggio''. **Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''. ====C==== *[[Camilla Cederna]] **L'espresso, 1990. *[[Carl Gustav Jung]] **Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''. *[[Carlo Bo]] **Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi» *[[Charles Baudelaire]] **''Those men get along best with women who can get along best without them''. *[[Charles Bukowski]] **L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale) **''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way'' ***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''. ***Non è in ''Poesie (1955-1973)''. ***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''. **Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''. **Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''. **Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''. *[[Charles Caleb Colton]] **Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''. *[[Charles Dickens]] **Trovare traduzioni: ***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra''). ***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''. ***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''. ***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''. **''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281. *[[Clive Staples Lewis]] **L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''. **Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''. ====D==== *[[David Herbert Lawrence]] **Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione) **La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''. *[[Dean Acheson]] **''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''. *[[Denis Diderot]] **Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762''). **Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore'' **L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore'' *[[Diego Abatantuono]] ** Epoca(?) ** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993. *[[Dino Risi]] **Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993. ====E==== *[[Edgar Allan Poe]] **Dichiarare la propria viltà: Marginalia ? *[[Edith Wharton]] **''I ragazzi'' *[[Elio Toaff]] **''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963) *[[Émile Zola]] **La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/] *[[Ennio Flaiano]] **''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980). *[[Enzo Biagi]] **Sette, 2004 (Diciamoci tutto) *[[Eric Ambler]] **''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale). *[[Erich Fromm]] *[[Erich Maria Remarque]] **Potresti diventare: Arco di trionfo *[[Ernest Hemingway]] **Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''. **Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''. **Non confondere: ''Papa Hemingway''. *[[Eugène Ionesco]] **È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''. *[[Eugenio Montale]] # Versi di Luca Ghiselli? *[[Ezra Pound]] **La vostra mente: ''Portrait d'une femme'' ====F==== *[[Fernando Pessoa]] **1. ''Cessa o teu canto''. *[[Francis Scott Fitzgerald]] **A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''. **Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945). *[[François de La Rochefoucauld]] **Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose. ***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese. ***Niente negli archivi dei giornali. ***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''. ***Non è nelle ''Massime''. ***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]]. ***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002. *[[François-René de Chateaubriand]] **Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni *[[Françoise Sagan]] **Castello in Svezia *[[Franz Kafka]] **Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''. **La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''. *[[Friedrich Nietzsche]] **Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159. ***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani). ***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''. **E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2. *[[Friedrich Schiller]] **È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''. **La pace raramente: ''Guglielmo Tell''. **La vita è solo errore: Cassandra. *[[Friedrich Schlegel]] **''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift ====G==== *[[Gabriel Garcia Marquez]] **Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992. *[[Galeazzo Ciano]] **Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''. *[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] **L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151. *[[George Eliot]] **''Avete delle parole così forti'': Felix Holt. **I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life. **''L'inizio del pentimento'': Felix Holt. **''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance). **''La vita può essere misurata'': Felix Holt. **''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner. **''Niente è così bello'': Silas Marner. **''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt. **''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885) **''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt. ** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html] *<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}} *[[George Bernard Shaw]] **Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''. **L'uomo può arrivare: ''Candida'' **Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme'' *[[George Orwell]] **Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' **Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar'' **Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' *[[George Santayana]] **Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''. **Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''. *[[Giacomo Casanova]] **Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione. *[[Gianfranco Funari]] **La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993. *[[Giorgio Manganelli]] **Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità? ***Prima di gennaio 2000. ***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa. ***Checklist: ****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del> **** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del> **** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del> **** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del> **** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del> **** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974 **** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975 **** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976 **** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del> **** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977 **** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del> **** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981 **** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981 **** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del> **** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998 **** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986 **** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986 **** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987 **** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del> **** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del> **** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015 **** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989 **** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del> **** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990 **** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del> **** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del> **** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del> **** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997 **** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997 **** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998 **** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999 **** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti] **** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000 *****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''. ***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli'' *[[Giovanni Falcone]] **1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''. *[[Giovanni XXIII]] **''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet. *[[Gilbert Keith Chesterton]] **Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'') *[[Gore Vidal]] **Il sesso: ''Sex, Death and Money''. *[[Guillaume Apollinaire]] **''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''. *[[Günter Grass]] **Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966 *[[Gustave Flaubert]] **I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880. **Il cuore: 19 gennaio 1840. **L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers... *[[Guy de Maupassant]] **La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse) ====H==== *[[Henrik Ibsen]] **Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence) *[[Henri Bergson]] **''Le due fonti della morale e della religione'' *[[Henri Duvernois]] **Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse'' *[[Henri Michaux]] **''Brecce''. *[[Henry David Thoreau]] **Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'') **Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941) *[[Henry Fielding]] **A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews'' *[[Henry Miller]] **Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi''). **La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra". *[[Hermann Hesse]] **Il prodigio della...: Die Welt im Buch **La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?) *[[Honoré de Balzac]] **''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''. **La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''. **''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance'' ====I==== *[[Ian McEwan]] **''L'amore fatale'' **''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19. ** Guardian (London, May 26, 1983). *[[Ignazio Cantù]] **Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]]. *[[Ignazio Silone]] **Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa. ***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961. *[[Immanuel Kant]] **Che cosa significa orientarsi nel pensiero. *[[Indro Montanelli]] **''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994. **In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993. **Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993. **Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994. **Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994. *[[Isaac Asimov]] **Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''. *[[Ivy Compton-Burnett]] **''Madre e figlio''. ====J==== *[[Jack London]] **''Un osso'': da ''La strada''. *[[Jack Kerouac]] **''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''. *[[Jacques Lacan]] **L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''. *[[James Joyce]] **Nessuna penna: ''Lettere''. **Qual è l'età: ''Ulisse''. *[[Jean Cocteau]] **Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Il poeta è un: ''Secrets de beauté'' **La massa: ''Secrets de beauté'' **Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino'' *[[Jean Genet]] **Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''. **Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''. *[[Jean-Jacques Rousseau]] **È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''. **Il rimorso dorme: ''Le confessioni''. **Val molto di più avere: ''Le confessioni''. *[[Jean-Paul Sartre]] **Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1. *[[Jiddu Krishnamurti]] **Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''. *[[Johann Gottlieb Fichte]] **L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''. *[[Johann Wolfgang von Goethe]] **Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein'' **I love those who yearn for the impossible: Faust. **Chi possiede arte: Xenia? **Ciascuno vede: Faust, prologo. **L'azione è tutto: Faust **La mia pace è perduta: Faust. **L'età non ci rende: Faust, prologo **L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther. **L'uomo sbaglia: Faust, 3, 7 **Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther. **Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036. **Una perfetta contraddizione: Faust *[[John David Barrow]] **Da ''L'universo come opera d'arte''. *[[John Fowles]] ** La donna del tenente francese *[[Jorge Luis Borges]] **Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'') **Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967) *[[José Ortega y Gasset]] **Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''. **La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?) *[[Joseph Conrad]] **La critica: da ''Lo specchio del mare''. **Solo l'immaginazione: ibidem?. *[[Jules Renard]] **Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895. ====K==== *[[Khalil Gibran]] **''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7] *[[Karen Blixen]] **L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''. *[[Karl Ludwig Börne]] **''Ankündigung der Waage''. *[[Karl Kraus]] **Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''. *[[Karl Marx]] **Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''. ====L==== *[[Laurence Sterne]] **''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran *[[Laurens van der Post]] **''Il mondo perduto del Kalahari'' **''Il cuore dell'Africa'' *[[Lev Tolstoj]] **Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere. **Se i macelli...: ***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso. ***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj. **Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI. **Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA] **Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI. *[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]] **N. 590. *[[Ludwig Wittgenstein]] **Niente in '''Pensieri diversi''' **Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica'' *[[Luigi Einaudi]] **Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960. *[[Luigi Pirandello]] **E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte? ====M==== *[[Manlio Sgalambro]] **[[Il cavaliere dell'intelletto]] **Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare. *[[Marcel Proust]] **È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''. **Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''. *[[Marguerite Duras]] **''La vita materiale''. *[[Marguerite Yourcenar]] ** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''. **Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''. **Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''. **Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3. **La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''. *[[Marlene Dietrich]] **Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''. *[[Mario Soldati]] **Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi). **Prima del 1986. *[[Mario Vargas Llosa]] **Lettere... *[[Marshall McLuhan]] **Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978 **La bomba: ''Il medium è il messaggio''. *[[Martin Heidegger]] **La grandezza: ''Domande fondamentali della filosofia'' **Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''. *[[Matilde Serao]] **''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere." *[[Max Beerbohm]] **Le donne: Zuleika Dobson *[[Max Frisch]] **Niente in ''Stiller''. *[[Max Nordau]] **God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''. *[[Michel Foucault]] **Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''. *[[Miguel de Cervantes]] **Diffida: da ''Novelle esemplari''. *[[Molière]] **Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv. *[[Monica Vitti]] **Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995. *<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}} ====N==== *[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]] **Le mie memorie *[[Napoleone]] **Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale) **So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811) *<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}} *[[Nicola Abbagnano]] **Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983. *[[Nino Manfredi]] **Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993. *[[N. Scott Momaday]] **Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain *[[Norman Douglas]] **La scuola: ''How about Europe''. ====O==== *<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}} ====P==== *[[Paolo Rossi]] **Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995. *[[Pablo Neruda]] **L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...) *[[Paolo Villaggio]] **Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994. **Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993. **La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994. *[[Paul Valéry]] **All'inizio: Dialogo dell'albero **Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences. **Bisogna: Moralités (Tel quel) *<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}} *[[P. G. Wodehouse]] **capelli grigi: ''Diario segreto''. **Critico: ''Le avventure di Sally''. **Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''. *[[Pedro Calderón de la Barca]] **''Mujer, llora y vencerás''. *[[Pier Paolo Pasolini]] **'''Non''' è in ''Petrolio''. ====R==== *[[Raffaella Carrà]] **intervista al Giornale del 27 gennaio 1996. *[[Rainer Maria Rilke]] **Che cosa è mai... : ''Su Rodin''. **Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?) *[[Ralph Waldo Emerson]] **Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>. **Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''. **È una regola: ''Social aims''. **È una superstizione: ''Condotta di vita''. **Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del> **Un impero: ''The Young American''. **Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''. **[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete] *[[Raymond Chandler]] **A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)'' **Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel'' **Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''. **If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking. **...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. *[[Raymond Queneau]] **Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!). *[[Robert A. Heinlein]] **<del>''Il gatto che...''.</del> *[[Robert de Flers]] **Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais. *[[Robert Louis Stevenson]] **Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?) *[[Robert Musil]] **''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''. **''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''. *[[Roberto Gervaso]] *<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}} *[[Rudyard Kipling]] **Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''. **Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''. **Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html] ====S==== *[[Samuel Beckett]] **Che cosa so: Basta **Com'è difficile parlare: Molloy **Dove sono: L'innominabile **Il sole risplende: Murphy **Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere. *[[Simone de Beauvoir]] **''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare''). *[[Simone Weil]] **Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde? *[[Soren Kierkegaard]] **At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938). **La sola antitesi: In vino veritas. **Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite). **Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale). *[[Stefania Sandrelli]] **Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996 *[[Stendhal]] **''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806. *[[Sun Tzu]] **Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''. *[[Susan Sontag]] **L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''. ====T==== *[[T. S. Eliot]] **La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''. *[[Theodor W. Adorno]] **Niente in ''Minima moralia'', ''Teoria estetica''. *[[Thomas Mann]] **Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. **Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. *[[Tom Cruise]] **Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992 ====U==== *[[Umberto Eco]] **Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995. *[[Ursula Le Guin]] **È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World **I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World **La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories **Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World ====V==== *[[Valerio Magrelli]] **Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione. *[[Victor Hugo]] **La religione: Préface philosophique (?) *<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}} *<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}} *[[Voltaire]] **Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres) **Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos) **Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano'' **La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768) **Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin'' **Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers ====W==== *<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}} *[[William Blake]] **''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering) **''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''. **''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''. **''La crocefissione...'': ''The Four Zoas'' **''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion'' **''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''. **''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii **''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''. *[[William Faulkner]] **Stein, ''Intervista con William Faulkner''. *[[William Golding]] **Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''. *[[William S. Burroughs]] **Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''. *[[William Somerset Maugham]] **Il critico: The Summing Up **Il grado di civiltà: Our Betters **L'amore è solo: The Summing Up **Non credo: The circle **Ogni produzione di un artista: The Summing Up **Una donna si sacrificherà: The circle *[[Wisława Szymborska]] **''Posta letteraria''. ====...==== *Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003 ==''Focus''== Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''. *[[Giorgio Manganelli]] **Niente in Google Libri. **Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''. **Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''. *[[Hans Magnus Enzensberger]] **''Questioni di dettaglio''. *[[Marianne Moore]] **''Unicorni di mare e di terra''. *[[Pablo Picasso]] **Primo riscontro: "Every act of creation is first of all an act of destruction". Rollo May, ''The Courage to Create'', 1975. *[[Ronald Laing]] **''La politica della famiglia''. ==Raccolte di citazioni== <pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref name=e /></pre> <pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre> <pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre> <pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre> <pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre> <pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre> q9u1ayzln522ngxge7c3m9ma60wl6kt 1221403 1221399 2022-08-07T19:17:42Z Dread83 47 /* S */ wikitext text/x-wiki Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni. __NOINDEX__ ==Ricerca fonti== {{indicedx}} *[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]] *'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''. **[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]]. ===Archivi storici di giornali=== *[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984 **[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005 *<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento *[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005 **[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992 *[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014 *[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997 *[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996 *[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali] ==Controllo== (''Sono esclusi i film e i cronisti'') ====A==== *[[Abraham Lincoln]] **Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]]. *<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}} *[[Achille Varzi]] **Citazione riportata in siti su Nuvolari. *[[Adolf Brand]] **Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta. *[[Adolf Hitler]] **Voce mal messa; **Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche. *[[Agatha Christie]] *[[Al Pacino]] **Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro. *[[Albert Camus]] **Non saremo: Intuitions, Youthful Writings *[[Alberto Ronchey]] **Niente sui 3 archivi; prima del 1997. *[[Aldous Huxley]] **Aveva...: Il tempo si deve fermare **Forse la terra...: da Punto contro punto. *[[Alexander Pope]] **Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''. *[[Alexandre Dumas (figlio)]] **Affari?: La Question d'argent *[[Alfred de Musset]] **Chiunque...: da ''Poesie nuove''. *[[Amos Bronson Alcott]] **To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''. *[[Anatole France]] **È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''. **L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien'' **La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Solo gli uomini: ''L'anello di ametista'' (Solo gli uomini a cui non piacciono le donne si interessano agli abiti femminili. Gli uomini a cui le donne piacciono non si accorgono nemmeno di come son vestite.). *[[André Gide]] **C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934'' *[[Anita Loos]] **''Gli uomini preferiscono le bionde''. *[[André Malraux]] **È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione *[[Anne Dickson]] **Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona. **Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''. *[[Antoine de Saint-Exupéry]] **Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''. **La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini'' **L'aeroplano: ''Terra degli uomini'' *[[Anton Čechov]] **Forse: Taccuini (Quaderni). **La buona educazione: Taccuini (Quaderni). **La capacità: Taccuini (Quaderni). **La morte: Biancafronte ? *[[Antonin Artaud]] **''Scritti di Rodez''. *[[Antonio Tabucchi]] **''Il racconto...'': da ''Racconti'' ? ***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''. *[[Antonin Artaud]] **Messaggi rivoluzionari *[[Aristotele]] **Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?) **Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?) **Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?) *[[Arthur Miller]] **La parola: ''Dopo la caduta''. *[[Arthur Schopenhauer]] **Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita. **La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''. **Il principio dell'onore: ''In-quarto''. ====B==== *[[Beato Angelico]] **Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» . *[[Benito Mussolini]] **Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''. *** (Balbo) 1945. *[[Bernardo Bertolucci]] **Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]'' *[[Bertolt Brecht]] **Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?) *[[Bertrand Russell]] **La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari **Può sembrare strano che...: Religione e scienza *[[Blaise Pascal]] **L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984. **L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''. **Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete''' **Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''. *[[Borís Leonídovič Pasternàk]] **L'arte: ''Della modestia e del coraggio''. **Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''. ====C==== *[[Camilla Cederna]] **L'espresso, 1990. *[[Carl Gustav Jung]] **Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''. *[[Carlo Bo]] **Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi» *[[Charles Baudelaire]] **''Those men get along best with women who can get along best without them''. *[[Charles Bukowski]] **L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale) **''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way'' ***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''. ***Non è in ''Poesie (1955-1973)''. ***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''. **Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''. **Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''. **Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''. *[[Charles Caleb Colton]] **Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''. *[[Charles Dickens]] **Trovare traduzioni: ***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra''). ***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''. ***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''. ***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''. **''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281. *[[Clive Staples Lewis]] **L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''. **Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''. ====D==== *[[David Herbert Lawrence]] **Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione) **La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''. *[[Dean Acheson]] **''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''. *[[Denis Diderot]] **Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762''). **Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore'' **L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore'' *[[Diego Abatantuono]] ** Epoca(?) ** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993. *[[Dino Risi]] **Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993. ====E==== *[[Edgar Allan Poe]] **Dichiarare la propria viltà: Marginalia ? *[[Edith Wharton]] **''I ragazzi'' *[[Elio Toaff]] **''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963) *[[Émile Zola]] **La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/] *[[Ennio Flaiano]] **''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980). *[[Enzo Biagi]] **Sette, 2004 (Diciamoci tutto) *[[Eric Ambler]] **''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale). *[[Erich Fromm]] *[[Erich Maria Remarque]] **Potresti diventare: Arco di trionfo *[[Ernest Hemingway]] **Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''. **Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''. **Non confondere: ''Papa Hemingway''. *[[Eugène Ionesco]] **È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''. *[[Eugenio Montale]] # Versi di Luca Ghiselli? *[[Ezra Pound]] **La vostra mente: ''Portrait d'une femme'' ====F==== *[[Fernando Pessoa]] **1. ''Cessa o teu canto''. *[[Francis Scott Fitzgerald]] **A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''. **Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945). *[[François de La Rochefoucauld]] **Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose. ***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese. ***Niente negli archivi dei giornali. ***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''. ***Non è nelle ''Massime''. ***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]]. ***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002. *[[François-René de Chateaubriand]] **Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni *[[Françoise Sagan]] **Castello in Svezia *[[Franz Kafka]] **Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''. **La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''. *[[Friedrich Nietzsche]] **Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159. ***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani). ***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''. **E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2. *[[Friedrich Schiller]] **È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''. **La pace raramente: ''Guglielmo Tell''. **La vita è solo errore: Cassandra. *[[Friedrich Schlegel]] **''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift ====G==== *[[Gabriel Garcia Marquez]] **Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992. *[[Galeazzo Ciano]] **Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''. *[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] **L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151. *[[George Eliot]] **''Avete delle parole così forti'': Felix Holt. **I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life. **''L'inizio del pentimento'': Felix Holt. **''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance). **''La vita può essere misurata'': Felix Holt. **''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner. **''Niente è così bello'': Silas Marner. **''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt. **''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885) **''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt. ** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html] *<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}} *[[George Bernard Shaw]] **Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''. **L'uomo può arrivare: ''Candida'' **Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme'' *[[George Orwell]] **Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' **Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar'' **Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' *[[George Santayana]] **Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''. **Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''. *[[Giacomo Casanova]] **Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione. *[[Gianfranco Funari]] **La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993. *[[Giorgio Manganelli]] **Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità? ***Prima di gennaio 2000. ***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa. ***Checklist: ****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del> **** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del> **** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del> **** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del> **** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del> **** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974 **** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975 **** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976 **** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del> **** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977 **** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del> **** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981 **** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981 **** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del> **** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998 **** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986 **** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986 **** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987 **** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del> **** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del> **** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015 **** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989 **** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del> **** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990 **** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del> **** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del> **** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del> **** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997 **** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997 **** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998 **** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999 **** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti] **** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000 *****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''. ***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli'' *[[Giovanni Falcone]] **1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''. *[[Giovanni XXIII]] **''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet. *[[Gilbert Keith Chesterton]] **Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'') *[[Gore Vidal]] **Il sesso: ''Sex, Death and Money''. *[[Guillaume Apollinaire]] **''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''. *[[Günter Grass]] **Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966 *[[Gustave Flaubert]] **I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880. **Il cuore: 19 gennaio 1840. **L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers... *[[Guy de Maupassant]] **La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse) ====H==== *[[Henrik Ibsen]] **Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence) *[[Henri Bergson]] **''Le due fonti della morale e della religione'' *[[Henri Duvernois]] **Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse'' *[[Henri Michaux]] **''Brecce''. *[[Henry David Thoreau]] **Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'') **Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941) *[[Henry Fielding]] **A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews'' *[[Henry Miller]] **Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi''). **La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra". *[[Hermann Hesse]] **Il prodigio della...: Die Welt im Buch **La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?) *[[Honoré de Balzac]] **''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''. **La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''. **''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance'' ====I==== *[[Ian McEwan]] **''L'amore fatale'' **''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19. ** Guardian (London, May 26, 1983). *[[Ignazio Cantù]] **Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]]. *[[Ignazio Silone]] **Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa. ***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961. *[[Immanuel Kant]] **Che cosa significa orientarsi nel pensiero. *[[Indro Montanelli]] **''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994. **In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993. **Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993. **Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994. **Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994. *[[Isaac Asimov]] **Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''. *[[Ivy Compton-Burnett]] **''Madre e figlio''. ====J==== *[[Jack London]] **''Un osso'': da ''La strada''. *[[Jack Kerouac]] **''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''. *[[Jacques Lacan]] **L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''. *[[James Joyce]] **Nessuna penna: ''Lettere''. **Qual è l'età: ''Ulisse''. *[[Jean Cocteau]] **Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Il poeta è un: ''Secrets de beauté'' **La massa: ''Secrets de beauté'' **Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino'' *[[Jean Genet]] **Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''. **Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''. *[[Jean-Jacques Rousseau]] **È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''. **Il rimorso dorme: ''Le confessioni''. **Val molto di più avere: ''Le confessioni''. *[[Jean-Paul Sartre]] **Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1. *[[Jiddu Krishnamurti]] **Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''. *[[Johann Gottlieb Fichte]] **L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''. *[[Johann Wolfgang von Goethe]] **Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein'' **I love those who yearn for the impossible: Faust. **Chi possiede arte: Xenia? **Ciascuno vede: Faust, prologo. **L'azione è tutto: Faust **La mia pace è perduta: Faust. **L'età non ci rende: Faust, prologo **L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther. **L'uomo sbaglia: Faust, 3, 7 **Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther. **Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036. **Una perfetta contraddizione: Faust *[[John David Barrow]] **Da ''L'universo come opera d'arte''. *[[John Fowles]] ** La donna del tenente francese *[[Jorge Luis Borges]] **Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'') **Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967) *[[José Ortega y Gasset]] **Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''. **La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?) *[[Joseph Conrad]] **La critica: da ''Lo specchio del mare''. **Solo l'immaginazione: ibidem?. *[[Jules Renard]] **Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895. ====K==== *[[Khalil Gibran]] **''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7] *[[Karen Blixen]] **L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''. *[[Karl Ludwig Börne]] **''Ankündigung der Waage''. *[[Karl Kraus]] **Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''. *[[Karl Marx]] **Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''. ====L==== *[[Laurence Sterne]] **''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran *[[Laurens van der Post]] **''Il mondo perduto del Kalahari'' **''Il cuore dell'Africa'' *[[Lev Tolstoj]] **Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere. **Se i macelli...: ***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso. ***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj. **Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI. **Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA] **Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI. *[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]] **N. 590. *[[Ludwig Wittgenstein]] **Niente in '''Pensieri diversi''' **Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica'' *[[Luigi Einaudi]] **Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960. *[[Luigi Pirandello]] **E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte? ====M==== *[[Manlio Sgalambro]] **[[Il cavaliere dell'intelletto]] **Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare. *[[Marcel Proust]] **È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''. **Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''. *[[Marguerite Duras]] **''La vita materiale''. *[[Marguerite Yourcenar]] ** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''. **Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''. **Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''. **Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3. **La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''. *[[Marlene Dietrich]] **Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''. *[[Mario Soldati]] **Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi). **Prima del 1986. *[[Mario Vargas Llosa]] **Lettere... *[[Marshall McLuhan]] **Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978 **La bomba: ''Il medium è il messaggio''. *[[Martin Heidegger]] **La grandezza: ''Domande fondamentali della filosofia'' **Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''. *[[Matilde Serao]] **''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere." *[[Max Beerbohm]] **Le donne: Zuleika Dobson *[[Max Frisch]] **Niente in ''Stiller''. *[[Max Nordau]] **God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''. *[[Michel Foucault]] **Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''. *[[Miguel de Cervantes]] **Diffida: da ''Novelle esemplari''. *[[Molière]] **Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv. *[[Monica Vitti]] **Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995. *<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}} ====N==== *[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]] **Le mie memorie *[[Napoleone]] **Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale) **So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811) *<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}} *[[Nicola Abbagnano]] **Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983. *[[Nino Manfredi]] **Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993. *[[N. Scott Momaday]] **Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain *[[Norman Douglas]] **La scuola: ''How about Europe''. ====O==== *<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}} ====P==== *[[Paolo Rossi]] **Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995. *[[Pablo Neruda]] **L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...) *[[Paolo Villaggio]] **Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994. **Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993. **La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994. *[[Paul Valéry]] **All'inizio: Dialogo dell'albero **Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences. **Bisogna: Moralités (Tel quel) *<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}} *[[P. G. Wodehouse]] **capelli grigi: ''Diario segreto''. **Critico: ''Le avventure di Sally''. **Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''. *[[Pedro Calderón de la Barca]] **''Mujer, llora y vencerás''. *[[Pier Paolo Pasolini]] **'''Non''' è in ''Petrolio''. ====R==== *[[Raffaella Carrà]] **intervista al Giornale del 27 gennaio 1996. *[[Rainer Maria Rilke]] **Che cosa è mai... : ''Su Rodin''. **Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?) *[[Ralph Waldo Emerson]] **Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>. **Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''. **È una regola: ''Social aims''. **È una superstizione: ''Condotta di vita''. **Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del> **Un impero: ''The Young American''. **Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''. **[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete] *[[Raymond Chandler]] **A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)'' **Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel'' **Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''. **If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking. **...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. *[[Raymond Queneau]] **Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!). *[[Robert A. Heinlein]] **<del>''Il gatto che...''.</del> *[[Robert de Flers]] **Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais. *[[Robert Louis Stevenson]] **Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?) *[[Robert Musil]] **''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''. **''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''. *[[Roberto Gervaso]] *<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}} *[[Rudyard Kipling]] **Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''. **Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''. **Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html] ====S==== *[[Samuel Beckett]] **Che cosa so: Basta **Com'è difficile parlare: Molloy **Dove sono: L'innominabile **Il sole risplende: Murphy **Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere. *[[Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort]] **''Massime, pensieri, caratteri e aneddoti'': In fatto di sentimenti, ciò che può essere valutato non ha valore. *[[Simone de Beauvoir]] **''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare''). *[[Simone Weil]] **Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde? *[[Soren Kierkegaard]] **At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938). **La sola antitesi: In vino veritas. **Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite). **Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale). *[[Stefania Sandrelli]] **Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996 *[[Stendhal]] **''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806. *[[Sun Tzu]] **Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''. *[[Susan Sontag]] **L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''. ====T==== *[[T. S. Eliot]] **La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''. *[[Theodor W. Adorno]] **Niente in ''Minima moralia'', ''Teoria estetica''. *[[Thomas Mann]] **Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. **Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. *[[Tom Cruise]] **Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992 ====U==== *[[Umberto Eco]] **Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995. *[[Ursula Le Guin]] **È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World **I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World **La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories **Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World ====V==== *[[Valerio Magrelli]] **Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione. *[[Victor Hugo]] **La religione: Préface philosophique (?) *<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}} *<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}} *[[Voltaire]] **Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres) **Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos) **Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano'' **La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768) **Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin'' **Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers ====W==== *<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}} *[[William Blake]] **''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering) **''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''. **''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''. **''La crocefissione...'': ''The Four Zoas'' **''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion'' **''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''. **''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii **''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''. *[[William Faulkner]] **Stein, ''Intervista con William Faulkner''. *[[William Golding]] **Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''. *[[William S. Burroughs]] **Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''. *[[William Somerset Maugham]] **Il critico: The Summing Up **Il grado di civiltà: Our Betters **L'amore è solo: The Summing Up **Non credo: The circle **Ogni produzione di un artista: The Summing Up **Una donna si sacrificherà: The circle *[[Wisława Szymborska]] **''Posta letteraria''. ====...==== *Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003 ==''Focus''== Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''. *[[Giorgio Manganelli]] **Niente in Google Libri. **Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''. **Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''. *[[Hans Magnus Enzensberger]] **''Questioni di dettaglio''. *[[Marianne Moore]] **''Unicorni di mare e di terra''. *[[Pablo Picasso]] **Primo riscontro: "Every act of creation is first of all an act of destruction". Rollo May, ''The Courage to Create'', 1975. *[[Ronald Laing]] **''La politica della famiglia''. ==Raccolte di citazioni== <pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref name=e /></pre> <pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre> <pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre> <pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre> <pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre> <pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre> e6hpafstez5bxivp1kdzpz3nx02kjth 1221468 1221403 2022-08-08T11:18:44Z Dread83 47 /* H */ wikitext text/x-wiki Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni. __NOINDEX__ ==Ricerca fonti== {{indicedx}} *[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]] *'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''. **[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]]. ===Archivi storici di giornali=== *[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984 **[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005 *<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento *[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005 **[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992 *[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014 *[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997 *[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996 *[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali] ==Controllo== (''Sono esclusi i film e i cronisti'') ====A==== *[[Abraham Lincoln]] **Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]]. *<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}} *[[Achille Varzi]] **Citazione riportata in siti su Nuvolari. *[[Adolf Brand]] **Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta. *[[Adolf Hitler]] **Voce mal messa; **Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche. *[[Agatha Christie]] *[[Al Pacino]] **Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro. *[[Albert Camus]] **Non saremo: Intuitions, Youthful Writings *[[Alberto Ronchey]] **Niente sui 3 archivi; prima del 1997. *[[Aldous Huxley]] **Aveva...: Il tempo si deve fermare **Forse la terra...: da Punto contro punto. *[[Alexander Pope]] **Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''. *[[Alexandre Dumas (figlio)]] **Affari?: La Question d'argent *[[Alfred de Musset]] **Chiunque...: da ''Poesie nuove''. *[[Amos Bronson Alcott]] **To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''. *[[Anatole France]] **È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''. **L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien'' **La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Solo gli uomini: ''L'anello di ametista'' (Solo gli uomini a cui non piacciono le donne si interessano agli abiti femminili. Gli uomini a cui le donne piacciono non si accorgono nemmeno di come son vestite.). *[[André Gide]] **C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934'' *[[Anita Loos]] **''Gli uomini preferiscono le bionde''. *[[André Malraux]] **È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione *[[Anne Dickson]] **Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona. **Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''. *[[Antoine de Saint-Exupéry]] **Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''. **La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini'' **L'aeroplano: ''Terra degli uomini'' *[[Anton Čechov]] **Forse: Taccuini (Quaderni). **La buona educazione: Taccuini (Quaderni). **La capacità: Taccuini (Quaderni). **La morte: Biancafronte ? *[[Antonin Artaud]] **''Scritti di Rodez''. *[[Antonio Tabucchi]] **''Il racconto...'': da ''Racconti'' ? ***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''. *[[Antonin Artaud]] **Messaggi rivoluzionari *[[Aristotele]] **Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?) **Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?) **Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?) *[[Arthur Miller]] **La parola: ''Dopo la caduta''. *[[Arthur Schopenhauer]] **Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita. **La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''. **Il principio dell'onore: ''In-quarto''. ====B==== *[[Beato Angelico]] **Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» . *[[Benito Mussolini]] **Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''. *** (Balbo) 1945. *[[Bernardo Bertolucci]] **Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]'' *[[Bertolt Brecht]] **Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?) *[[Bertrand Russell]] **La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari **Può sembrare strano che...: Religione e scienza *[[Blaise Pascal]] **L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984. **L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''. **Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete''' **Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''. *[[Borís Leonídovič Pasternàk]] **L'arte: ''Della modestia e del coraggio''. **Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''. ====C==== *[[Camilla Cederna]] **L'espresso, 1990. *[[Carl Gustav Jung]] **Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''. *[[Carlo Bo]] **Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi» *[[Charles Baudelaire]] **''Those men get along best with women who can get along best without them''. *[[Charles Bukowski]] **L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale) **''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way'' ***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''. ***Non è in ''Poesie (1955-1973)''. ***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''. **Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''. **Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''. **Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''. *[[Charles Caleb Colton]] **Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''. *[[Charles Dickens]] **Trovare traduzioni: ***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra''). ***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''. ***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''. ***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''. **''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281. *[[Clive Staples Lewis]] **L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''. **Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''. ====D==== *[[David Herbert Lawrence]] **Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione) **La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''. *[[Dean Acheson]] **''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''. *[[Denis Diderot]] **Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762''). **Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore'' **L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore'' *[[Diego Abatantuono]] ** Epoca(?) ** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993. *[[Dino Risi]] **Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993. ====E==== *[[Edgar Allan Poe]] **Dichiarare la propria viltà: Marginalia ? *[[Edith Wharton]] **''I ragazzi'' *[[Elio Toaff]] **''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963) *[[Émile Zola]] **La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/] *[[Ennio Flaiano]] **''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980). *[[Enzo Biagi]] **Sette, 2004 (Diciamoci tutto) *[[Eric Ambler]] **''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale). *[[Erich Fromm]] *[[Erich Maria Remarque]] **Potresti diventare: Arco di trionfo *[[Ernest Hemingway]] **Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''. **Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''. **Non confondere: ''Papa Hemingway''. *[[Eugène Ionesco]] **È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''. *[[Eugenio Montale]] # Versi di Luca Ghiselli? *[[Ezra Pound]] **La vostra mente: ''Portrait d'une femme'' ====F==== *[[Fernando Pessoa]] **1. ''Cessa o teu canto''. *[[Francis Scott Fitzgerald]] **A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''. **Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945). *[[François de La Rochefoucauld]] **Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose. ***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese. ***Niente negli archivi dei giornali. ***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''. ***Non è nelle ''Massime''. ***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]]. ***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002. *[[François-René de Chateaubriand]] **Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni *[[Françoise Sagan]] **Castello in Svezia *[[Franz Kafka]] **Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''. **La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''. *[[Friedrich Nietzsche]] **Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159. ***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani). ***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''. **E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2. *[[Friedrich Schiller]] **È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''. **La pace raramente: ''Guglielmo Tell''. **La vita è solo errore: Cassandra. *[[Friedrich Schlegel]] **''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift ====G==== *[[Gabriel Garcia Marquez]] **Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992. *[[Galeazzo Ciano]] **Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''. *[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] **L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151. *[[George Eliot]] **''Avete delle parole così forti'': Felix Holt. **I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life. **''L'inizio del pentimento'': Felix Holt. **''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance). **''La vita può essere misurata'': Felix Holt. **''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner. **''Niente è così bello'': Silas Marner. **''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt. **''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885) **''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt. ** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html] *<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}} *[[George Bernard Shaw]] **Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''. **L'uomo può arrivare: ''Candida'' **Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme'' *[[George Orwell]] **Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' **Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar'' **Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' *[[George Santayana]] **Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''. **Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''. *[[Giacomo Casanova]] **Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione. *[[Gianfranco Funari]] **La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993. *[[Giorgio Manganelli]] **Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità? ***Prima di gennaio 2000. ***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa. ***Checklist: ****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del> **** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del> **** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del> **** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del> **** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del> **** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974 **** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975 **** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976 **** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del> **** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977 **** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del> **** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981 **** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981 **** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del> **** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998 **** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986 **** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986 **** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987 **** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del> **** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del> **** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015 **** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989 **** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del> **** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990 **** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del> **** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del> **** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del> **** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997 **** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997 **** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998 **** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999 **** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti] **** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000 *****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''. ***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli'' *[[Giovanni Falcone]] **1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''. *[[Giovanni XXIII]] **''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet. *[[Gilbert Keith Chesterton]] **Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'') *[[Gore Vidal]] **Il sesso: ''Sex, Death and Money''. *[[Guillaume Apollinaire]] **''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''. *[[Günter Grass]] **Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966 *[[Gustave Flaubert]] **I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880. **Il cuore: 19 gennaio 1840. **L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers... *[[Guy de Maupassant]] **La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse) ====H==== *[[Henrik Ibsen]] **Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence) *[[Henri Bergson]] **''Le due fonti della morale e della religione'' *[[Henri Duvernois]] **Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse'' *[[Henri Michaux]] **''Brecce''. *[[Henry David Thoreau]] **Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'') **Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941) *[[Henry Fielding]] **A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews'' *[[Henry Miller]] **Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi''). **La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra". *[[Hermann Hesse]] **Il prodigio della...: Die Welt im Buch **La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?) *[[Honoré de Balzac]] **''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''. **''L'amour a horreur de tout ce qui n'est pas lui - même'': ''Il giglio della valle''. **La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''. **''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance'' ====I==== *[[Ian McEwan]] **''L'amore fatale'' **''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19. ** Guardian (London, May 26, 1983). *[[Ignazio Cantù]] **Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]]. *[[Ignazio Silone]] **Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa. ***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961. *[[Immanuel Kant]] **Che cosa significa orientarsi nel pensiero. *[[Indro Montanelli]] **''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994. **In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993. **Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993. **Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994. **Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994. *[[Isaac Asimov]] **Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''. *[[Ivy Compton-Burnett]] **''Madre e figlio''. ====J==== *[[Jack London]] **''Un osso'': da ''La strada''. *[[Jack Kerouac]] **''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''. *[[Jacques Lacan]] **L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''. *[[James Joyce]] **Nessuna penna: ''Lettere''. **Qual è l'età: ''Ulisse''. *[[Jean Cocteau]] **Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Il poeta è un: ''Secrets de beauté'' **La massa: ''Secrets de beauté'' **Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino'' *[[Jean Genet]] **Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''. **Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''. *[[Jean-Jacques Rousseau]] **È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''. **Il rimorso dorme: ''Le confessioni''. **Val molto di più avere: ''Le confessioni''. *[[Jean-Paul Sartre]] **Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1. *[[Jiddu Krishnamurti]] **Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''. *[[Johann Gottlieb Fichte]] **L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''. *[[Johann Wolfgang von Goethe]] **Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein'' **I love those who yearn for the impossible: Faust. **Chi possiede arte: Xenia? **Ciascuno vede: Faust, prologo. **L'azione è tutto: Faust **La mia pace è perduta: Faust. **L'età non ci rende: Faust, prologo **L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther. **L'uomo sbaglia: Faust, 3, 7 **Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther. **Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036. **Una perfetta contraddizione: Faust *[[John David Barrow]] **Da ''L'universo come opera d'arte''. *[[John Fowles]] ** La donna del tenente francese *[[Jorge Luis Borges]] **Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'') **Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967) *[[José Ortega y Gasset]] **Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''. **La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?) *[[Joseph Conrad]] **La critica: da ''Lo specchio del mare''. **Solo l'immaginazione: ibidem?. *[[Jules Renard]] **Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895. ====K==== *[[Khalil Gibran]] **''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7] *[[Karen Blixen]] **L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''. *[[Karl Ludwig Börne]] **''Ankündigung der Waage''. *[[Karl Kraus]] **Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''. *[[Karl Marx]] **Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''. ====L==== *[[Laurence Sterne]] **''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran *[[Laurens van der Post]] **''Il mondo perduto del Kalahari'' **''Il cuore dell'Africa'' *[[Lev Tolstoj]] **Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere. **Se i macelli...: ***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso. ***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj. **Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI. **Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA] **Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI. *[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]] **N. 590. *[[Ludwig Wittgenstein]] **Niente in '''Pensieri diversi''' **Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica'' *[[Luigi Einaudi]] **Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960. *[[Luigi Pirandello]] **E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte? ====M==== *[[Manlio Sgalambro]] **[[Il cavaliere dell'intelletto]] **Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare. *[[Marcel Proust]] **È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''. **Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''. *[[Marguerite Duras]] **''La vita materiale''. *[[Marguerite Yourcenar]] ** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''. **Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''. **Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''. **Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3. **La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''. *[[Marlene Dietrich]] **Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''. *[[Mario Soldati]] **Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi). **Prima del 1986. *[[Mario Vargas Llosa]] **Lettere... *[[Marshall McLuhan]] **Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978 **La bomba: ''Il medium è il messaggio''. *[[Martin Heidegger]] **La grandezza: ''Domande fondamentali della filosofia'' **Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''. *[[Matilde Serao]] **''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere." *[[Max Beerbohm]] **Le donne: Zuleika Dobson *[[Max Frisch]] **Niente in ''Stiller''. *[[Max Nordau]] **God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''. *[[Michel Foucault]] **Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''. *[[Miguel de Cervantes]] **Diffida: da ''Novelle esemplari''. *[[Molière]] **Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv. *[[Monica Vitti]] **Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995. *<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}} ====N==== *[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]] **Le mie memorie *[[Napoleone]] **Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale) **So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811) *<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}} *[[Nicola Abbagnano]] **Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983. *[[Nino Manfredi]] **Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993. *[[N. Scott Momaday]] **Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain *[[Norman Douglas]] **La scuola: ''How about Europe''. ====O==== *<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}} ====P==== *[[Paolo Rossi]] **Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995. *[[Pablo Neruda]] **L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...) *[[Paolo Villaggio]] **Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994. **Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993. **La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994. *[[Paul Valéry]] **All'inizio: Dialogo dell'albero **Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences. **Bisogna: Moralités (Tel quel) *<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}} *[[P. G. Wodehouse]] **capelli grigi: ''Diario segreto''. **Critico: ''Le avventure di Sally''. **Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''. *[[Pedro Calderón de la Barca]] **''Mujer, llora y vencerás''. *[[Pier Paolo Pasolini]] **'''Non''' è in ''Petrolio''. ====R==== *[[Raffaella Carrà]] **intervista al Giornale del 27 gennaio 1996. *[[Rainer Maria Rilke]] **Che cosa è mai... : ''Su Rodin''. **Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?) *[[Ralph Waldo Emerson]] **Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>. **Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''. **È una regola: ''Social aims''. **È una superstizione: ''Condotta di vita''. **Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del> **Un impero: ''The Young American''. **Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''. **[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete] *[[Raymond Chandler]] **A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)'' **Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel'' **Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''. **If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking. **...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. *[[Raymond Queneau]] **Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!). *[[Robert A. Heinlein]] **<del>''Il gatto che...''.</del> *[[Robert de Flers]] **Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais. *[[Robert Louis Stevenson]] **Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?) *[[Robert Musil]] **''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''. **''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''. *[[Roberto Gervaso]] *<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}} *[[Rudyard Kipling]] **Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''. **Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''. **Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html] ====S==== *[[Samuel Beckett]] **Che cosa so: Basta **Com'è difficile parlare: Molloy **Dove sono: L'innominabile **Il sole risplende: Murphy **Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere. *[[Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort]] **''Massime, pensieri, caratteri e aneddoti'': In fatto di sentimenti, ciò che può essere valutato non ha valore. *[[Simone de Beauvoir]] **''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare''). *[[Simone Weil]] **Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde? *[[Soren Kierkegaard]] **At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938). **La sola antitesi: In vino veritas. **Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite). **Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale). *[[Stefania Sandrelli]] **Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996 *[[Stendhal]] **''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806. *[[Sun Tzu]] **Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''. *[[Susan Sontag]] **L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''. ====T==== *[[T. S. Eliot]] **La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''. *[[Theodor W. Adorno]] **Niente in ''Minima moralia'', ''Teoria estetica''. *[[Thomas Mann]] **Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. **Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. *[[Tom Cruise]] **Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992 ====U==== *[[Umberto Eco]] **Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995. *[[Ursula Le Guin]] **È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World **I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World **La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories **Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World ====V==== *[[Valerio Magrelli]] **Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione. *[[Victor Hugo]] **La religione: Préface philosophique (?) *<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}} *<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}} *[[Voltaire]] **Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres) **Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos) **Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano'' **La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768) **Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin'' **Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers ====W==== *<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}} *[[William Blake]] **''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering) **''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''. **''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''. **''La crocefissione...'': ''The Four Zoas'' **''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion'' **''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''. **''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii **''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''. *[[William Faulkner]] **Stein, ''Intervista con William Faulkner''. *[[William Golding]] **Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''. *[[William S. Burroughs]] **Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''. *[[William Somerset Maugham]] **Il critico: The Summing Up **Il grado di civiltà: Our Betters **L'amore è solo: The Summing Up **Non credo: The circle **Ogni produzione di un artista: The Summing Up **Una donna si sacrificherà: The circle *[[Wisława Szymborska]] **''Posta letteraria''. ====...==== *Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003 ==''Focus''== Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''. *[[Giorgio Manganelli]] **Niente in Google Libri. **Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''. **Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''. *[[Hans Magnus Enzensberger]] **''Questioni di dettaglio''. *[[Marianne Moore]] **''Unicorni di mare e di terra''. *[[Pablo Picasso]] **Primo riscontro: "Every act of creation is first of all an act of destruction". Rollo May, ''The Courage to Create'', 1975. *[[Ronald Laing]] **''La politica della famiglia''. ==Raccolte di citazioni== <pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref name=e /></pre> <pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre> <pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre> <pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre> <pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre> <pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre> oot2i1hkhl97qptc24wqcuooepqrmts Libro di Isaia 0 89349 1221454 1221271 2022-08-08T06:23:26Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{Antico Testamento}} '''''Libro di Isaia''''', testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, attribuito al profeta [[Isaia]]. ==[[Incipit]]== [[File:Isaiah-Michelangelo.jpg|thumb|left|''Isaia'' ([[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], 1509)]] <poem> Visione che [[Isaia]], figlio di Amoz, ebbe su [[Regno di Giuda|Giuda]] e su [[Gerusalemme]] nei giorni di [[Ozia]], di [[Iotam (re)|Iotam]], di [[Acaz]] e di [[Ezechia]], re di Giuda. Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il [[bue]] conosce il proprietario e l'[[asino]] la greppia del padrone, ma [[Israele]] non conosce e il mio popolo non comprende". </poem> {{NDR|''La sacra Bibbia'', edizione CEI, 1974}} ==Citazioni== *''Se il Signore degli eserciti | non ci avesse lasciato un resto, | gia saremmo come [[Sodoma e Gomorra|Sòdoma]], | simili a Gomorra.'' (1, 9; 1974) *''"Che m'importa dei vostri [[sacrificio animale|sacrifici]] senza numero?" | dice il Signore. | "Sono sazio degli olocausti di montoni | e del grasso di giovenchi; | il sangue di tori e di agnelli e di capri | io non lo gradisco.'' (1, 11; 1974) *''Smettete di presentare offerte inutili, | l'incenso è un abominio per me; | noviluni, sabati, assemblee sacre, | non posso sopportare delitto e solennità.'' (1, 13; 1974) *''Anche se i vostri [[peccato|peccati]] fossero come scarlatto, | diventeranno bianchi come neve. | Se fossero rossi come porpora, | diventeranno come lana.'' (1, 18; 1974) *''Egli sarà giudice fra le genti | e sarà arbitro fra molti popoli. | Forgeranno le loro [[spada|spade]] in vomeri, | le loro lance in falci; | un popolo non alzerà più la spada | contro un altro popolo, | non si eserciteranno più nell'arte della guerra.''<ref>Passo presente anche nel ''[[Libro di Michea]]'' (4, 3).</ref> (2, 4; 1974) *''Canterò per il mio diletto | il mio cantico d'amore per la sua [[Vigneto|vigna]]. | Il mio diletto possedeva una vigna | sopra un fertile colle. | Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi | e vi aveva piantato scelte viti; | vi aveva costruito in mezzo una torre | e scavato anche un tino. | Egli aspettò che producesse uva, | ma essa fece uva selvatica. | Or dunque, abitanti di Gerusalemme | e uomini di Giuda, | siate voi giudici fra me e la mia vigna. | Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna | che io non abbia fatto? | Perché, mentre attendevo che producesse uva, | essa ha fatto uva selvatica?'' (5, 1 – 4; 1974) *''L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato, | gli occhi dei superbi si abbasseranno.'' (5, 15; 1974) *Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei [[Serafino|serafini]], ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: "''Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. | Tutta la terra è piena della sua gloria''". (6, 1 – 3; 1974) *E dissi: "''Ohimè! Io sono perduto, | perché un uomo dalle labbra impure io sono | e in mezzo a un popolo | dalle labbra impure io abito; | eppure i miei occhi hanno visto | il re, il Signore degli eserciti''". Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: "''Ecco, questo ha toccato le tue labbra, | perciò è scomparsa la tua iniquità | e il tuo peccato è espiato''". Poi io udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò e chi andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi, manda me!". Egli disse: "Va' e riferisci a questo popolo: ''Ascoltate pure, ma senza comprendere, | osservate pure, ma senza conoscere. | Rendi insensibile il cuore di questo popolo, | fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi | e non veda con gli occhi | né oda con gli orecchi | né comprenda con il cuore | né si converta in modo da esser guarito''". Io dissi: "Fino a quando, Signore?". Egli rispose: "''Finché non siano devastate | le città, senza abitanti, | le case senza uomini | e la campagna resti deserta e desolata''". (6, 5 – 11; 1974) *Nei giorni di [[Acaz]] [...], [[Rezin|Rezìn]] re di Aram e [[Pekach]] [...] marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. Fu dunque annunziato alla casa di Davide: "Gli Aramei si sono accampati in Efraim". Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento. Il Signore disse a Isaia: "Va' incontro ad Acaz [...]. Tu gli dirai: Fa' attenzione e sta' tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia. Poiché gli Aramei, Efraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo: Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl". (7, 1 – 6; 1974) *''Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. | Egli mangerà [[panna]] e [[miele]] finché non imparerà a rigettare il [[bene e male|male]] e a scegliere il [[bene e male|bene]].''<ref>Citazione considerata, nella tradizione cristiana, come pertinente a [[Maria]] e [[Gesù]] (alla venuta del Messia sono dedicati numerosi passi del ''Libro di Isaia'').</ref> (7, 14 – 15; 1974) *'' Per l'abbondanza del latte che faranno, | si mangerà la panna; | di panna e miele si ciberà | ogni superstite in mezzo a questo paese.'' (7, 22; 1974) *''Avverrà in quel giorno: | ogni luogo, dove erano mille [[Vigneto|viti]] | valutate mille sicli d'argento, | sarà preda dei [[Rovo|rovi]] e dei pruni. | Vi si entrerà armati di frecce e di arco, | perché tutta la terra sarà rovi e pruni. | In tutti i monti, | che erano vangati con la vanga, | non si passerà più | per paura delle spine e dei rovi.'' (7, 23 – 25; 1974) *In passato {{NDR|Dio}} umiliò la terra di [[Zabulon (tribù)|Zàbulon]] e la terra di [[Neftali (tribù)|Nèftali]], ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il [[Giordano (fiume)|Giordano]] e la curva di Goim.<ref name="Matteo">{{Cfr}} ''[[Vangelo secondo Matteo]]'': «Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: ''Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, | sulla via del mare, al di là del Giordano, | Galilea delle genti; | il popolo immerso nelle tenebre | ha visto una grande luce; | su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte | una luce si è levata''».</ref> (8, 23; 1974) *''Il popolo che camminava nelle tenebre | vide una grande luce; | su coloro che abitavano in terra tenebrosa | una luce rifulse.''<ref name="Matteo" /> (9, 1; 1974) *''Poiché un bambino è nato per noi, | ci è stato dato un figlio. | Sulle sue spalle è il segno della sovranità | ed è chiamato: | Consigliere ammirabile, Dio potente, | Padre per sempre, Principe della pace; | grande sarà il suo dominio | e la pace non avrà fine | sul trono di Davide e sul regno, | che egli viene a consolidare e rafforzare | con il diritto e la giustizia, ora e sempre; | questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.'' (9, 5 – 6; 1974) *''[[Manasse (tribù)|Manàsse]] contro [[Efraim (tribù)|Efraim]] | ed Efraim contro Manàsse, | tutti e due insieme contro Giuda.'' (9, 20; 1974) *''Oh! [[Assiria]], verga del mio furore, | bastone del mio sdegno. | Contro una nazione empia io la mando | e la comando contro un popolo con cui sono in collera | perché lo saccheggi, lo depredi | e lo calpesti come fango di strada. | Essa però non pensa così | e così non giudica il suo cuore, | ma vuole distruggere | e annientare non poche nazioni.'' (10, 5 – 7; 1974) *Contro l'Assiria il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come quando colpì [[Madianiti|Madian]] alla roccia di [[Oreb e Zeeb|Oreb]]; alzerà la sua verga sul mare come fece con l'Egitto. (10, 26; 2008) *''Un [[germoglio]] spunterà dal tronco di [[Iesse]], | un virgulto germoglierà dalle sue radici.'' (11, 1; 1974) *''Il [[lupo]] dimorerà insieme con l'[[agnello]], | la [[leopardo|pantera]] si sdraierà accanto al [[capretto]]; | il [[vitello]] e il [[leone|leoncello]] pascoleranno insieme | e un fanciullo li guiderà. | La [[mucca|vacca]] e l'[[orso|orsa]] pascoleranno insieme; | si sdraieranno insieme i loro piccoli. | Il leone si ciberà di paglia, come il bue. | Il lattante si trastullerà sulla buca dell'[[aspide]]; | il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.'' (11, 6 – 8; 1974) *''In quel giorno | la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, | le genti la cercheranno con ansia, | la sua dimora sarà gloriosa.'' (11, 10; 1974) *''Cesserà la gelosia di [[Efraim (tribù)|Efraim]] | e gli avversari di Giuda saranno sterminati; | Efraim non invidierà più Giuda | e Giuda non osteggerà più Efraim.'' (11, 13; 1974) *''Ecco, io eccito contro di loro i [[Medi]] | che non pensano all'argento, | né si curano dell'oro. | Con i loro archi abbatteranno i giovani, | non avranno pietà dei piccoli appena nati, | i loro occhi non avranno pietà dei bambini.'' (13, 17 – 18; 1974) *''[[Babilonia]], perla dei regni, | splendore orgoglioso dei [[Caldei]], | sarà come [[Sodoma e Gomorra|Sòdoma e Gomorra]] sconvolte da Dio. | Non sarà abitata mai più né popolata | di generazione in generazione. | L'Arabo non vi pianterà la sua tenda | né i pastori vi faranno sostare i greggi. | Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, | i gufi riempiranno le loro case, | vi faranno dimora gli struzzi, | vi danzeranno i sàtiri. | Ululeranno le iene nei loro palazzi, | gli sciacalli nei loro edifici lussuosi.'' (13, 19 – 22; 1974) *''Negli inferi è precipitato il tuo fasto, | la musica delle tue arpe; | sotto di te v'è uno strato di marciume, | tua coltre sono i vermi. | Come mai sei caduto dal cielo, | [[Lucifero]], figlio dell'aurora? | Come mai sei stato steso a terra, | signore di popoli? | Eppure tu pensavi: | Salirò in cielo, | sulle stelle di Dio | innalzerò il trono, | dimorerò sul monte dell'assemblea, | nelle parti più remote del settentrione. | Salirò sulle regioni superiori delle nubi, | mi farò uguale all'Altissimo. | E invece sei stato precipitato negli inferi, | nelle profondità dell'abisso!'' (14, 11 – 15; 1974) *Io insorgerò contro di loro — parola del Signore degli eserciti —, sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe – oracolo del Signore —. Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della distruzione — oracolo del Signore degli eserciti —. (14, 22 – 23; 1974) *''Il Signore degli eserciti ha giurato: | "In verità | come ho pensato, accadrà | e succederà come ho deciso. | Io spezzerò l'[[Assiria|Assiro]] nella mia terra | e sui miei monti lo calpesterò. | Allora sparirà da loro il suo giogo, | il suo peso dalle loro spalle".'' (14, 24 – 25; 1974) *''Non gioire, [[Filistea]] tutta, | perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva. | Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera | e il suo frutto sarà un drago alato. | I poveri pascoleranno sui miei prati | e i miseri vi riposeranno tranquilli; | ma farò morire di fame la tua stirpe | e ucciderò il tuo resto. | Urla, porta; grida, città; | trema, Filistea tutta, | perché dal settentrione si alza il fumo | e nessuno si sbanda dalle sue schiere.'' (14, 29 – 31; 1974) *''È stata devastata di notte, | [[Ar (città)|Ar-Moab]] è stata distrutta; | è stata devastata di notte, | Kir-Moab è stata distrutta. | È salita la gente di [[Dhiban|Dibon]] | sulle alture, per piangere; | su [[Monte Nebo|Nebo]] e su Màdaba | [[Moabiti|Moab]] innalza un lamento; | ogni testa è stata rasata, | ogni barba è stata tagliata.'' (15, 1 – 2; 1974) *''Emettono urla [[Chesbon|Chesbòn]] ed Elealè, | le loro grida giungono fino a Iàas. | Per questo tremano le viscere di Moab, | freme la sua anima.'' (15, 4; 1974) *Il mio cuore verso Moab grida, il suo sbarramento si è ritirato fino a [[Zoar (Bibbia)|Segor]] indomita come vitella trienne. (15, 5; 1959) *''Le acque di [[Nimrim|Nimrìm]] sono un deserto, | l'erba si è seccata, finita è la pastura; | non c'è più nulla di verde.'' (15, 6; 1974) *''Le acque di [[Dhiban|Dimòn]] sono piene di sangue, | eppure colpirò Dimòn con altri mali; | un leone per i fuggiaschi di Moab | e per il resto del paese.'' (15, 9; 1974) *''Abbiamo udito l'orgoglio di Moab, | l'orgogliosissimo, | la sua alterigia, la sua superbia, la sua tracotanza, | la vanità delle sue chiacchiere.'' (16, 6; 1974) *''Sono squallidi i campi di Chesbòn, | languiscono le viti di Sibmà. | Signori di popoli | ne hanno spezzato i tralci | che raggiungevano [[Iazer|Iazèr]], | penetravano fin nel deserto; | i loro rami si estendevano liberamente, | giungevano al mare. | Per questo io piangerò con il pianto di Iazèr | sui vigneti di Sibmà. | Ti inonderò con le mie lacrime, | Chesbòn, Elealè, | perché sui tuoi frutti e sulla tua vendemmia | è piombato il grido dei vignaioli.'' (16, 8 – 9; 1974) *''Ecco, [[Damasco]] cesserà di essere una città, | diverrà un cumulo di rovine. | Le città di [[Aroer|Aroèr]] saranno abbandonate; | saranno pascolo delle greggi, | che vi riposeranno senza esserne scacciate. | A Èfraim sarà tolta la cittadella, | a Damasco la sovranità.'' (17, 1 – 3; 2008) *''Mi gridano da Seir: | "Sentinella, quanto resta della notte? | Sentinella, quanto resta della notte?". | La sentinella risponde: | "Viene il mattino, poi anche la notte; | se volete domandare, domandate, | convertitevi, venite!".'' (21, 11 – 12; 1974) *''Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno | al pianto e al lamento, | a rasarvi il capo e a vestire il sacco. | Ecco invece si gode e si sta allegri, | si sgozzano buoi e si scannano greggi, | si mangia carne e si beve vino: | "Si mangi e si beva, perché domani moriremo!".''<ref>Cfr. ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Se i morti non risorgono, ''mangiamo e beviamo, perché domani moriremo''».</ref> (22, 12 – 13; 1974) *''Rècati da questo ministro, | da [[Sebna]], il maggiordomo, e digli: | «Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, | tanto da scavarti qui un sepolcro?». | Scavarsi in alto il proprio sepolcro, | nella rupe la propria tomba! | Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo, | ti afferrerà saldamente, | certamente ti rotolerà ben bene | come una palla, verso una regione estesa. | Là morirai e là finiranno i tuoi sontuosi cocchi, | o ignominia del palazzo del tuo signore! | Ti toglierò la carica, | ti rovescerò dal tuo posto. | In quel giorno avverrà | che io chiamerò il mio servo [[Eliakim (figlio di Chelkia)|Eliakìm]], figlio di [[Chelkia]]; | lo rivestirò con la tua tunica, | lo cingerò della tua cintura | e metterò il tuo potere nelle sue mani. | Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme | e per il casato di Giuda. | Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: | se egli apre, nessuno chiuderà; | se egli chiude, nessuno potrà aprire. | Lo conficcherò come un piolo in luogo solido | e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.'' (22, 15 – 23; 2008) *Su di lui {{NDR|[[Eliakim (figlio di Chelkia)|Eliakìm]]}} faranno convergere ogni gloria della casa di suo padre: germogli e rampolli, ogni piccolo vasellame, dalle coppe alle anfore. In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – cederà il piolo conficcato in luogo solido. Si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato. (22, 24 – 25; 2008) *''È questa la vostra città gaudente, | le cui origini risalgono a un'antichità remota, | i cui piedi la portavano lontano | per fissarvi dimore? | Chi ha deciso questo | contro [[Tiro (città antica)|Tiro]] l'incoronata, | i cui mercanti erano principi, | i cui trafficanti erano i più nobili della terra? | Il Signore degli eserciti lo ha deciso | per svergognare l'orgoglio | di tutto il suo fasto, | per umiliare i più nobili sulla terra.'' (23, 7 – 9; 1974) *''Eliminerà la morte per sempre; | il Signore Dio asciugherà le lacrime | su ogni volto; | la condizione disonorevole del suo popolo | farà scomparire da tutto il paese, | poiché il Signore ha parlato.'' (25, 8; 1974) *''[[Moabiti|Moab]] invece sarà calpestato al suolo, | come si pesta la paglia nella concimaia. | Là esso stenderà le mani, | come le distende il nuotatore per nuotare; | ma il Signore abbasserà la sua superbia, | nonostante l'annaspare delle sue mani. | L'eccelsa fortezza delle tue mura | egli abbatterà e demolirà, | la raderà al suolo.'' (25, 10 – 12; 1974) *''Si usi pure clemenza all'[[Empietà|empio]], | non imparerà la giustizia; | sulla terra egli distorce le cose diritte | e non guarda alla maestà del Signore.'' (26, 10; 1974) *''Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, | [[Risurrezione|risorgeranno]] i loro cadaveri. | Si sveglieranno ed esulteranno | quelli che giacciono nella polvere, | perché la tua rugiada è rugiada luminosa, | la terra darà alla luce le ombre.'' (26, 19; 1974) *''In quel giorno il Signore punirà | con la spada dura, grande e forte, | il [[Leviatano|Leviatàn]] serpente guizzante, | il Leviatàn serpente tortuoso | e ucciderà il drago che sta nel mare.'' (27, 1; 1974) *''In quel giorno la [[Vigneto|vigna]] sarà deliziosa: | cantàtela! | Io, il Signore, ne sono il guardiano, | a ogni istante la irrigo; | per timore che la si danneggi, | ne ho cura notte e giorno.'' (27, 2 – 3; 2008) *''Ara forse tutti i giorni l'aratore, | rompe e sarchia la terra? | Forse non ne spiana la superficie, | non vi semina l'[[Aneto|anèto]] e non vi sparge il [[cumino]]? | E non vi pone grano e orzo | e spelta lungo i confini? | E la sua perizia rispetto alla regola | gliela insegna il suo Dio. | Certo, l'anèto non si batte con il tribbio, | né si fa girare sul cumìno il rullo, | ma con una bacchetta si batte l'anèto | e con la verga il cumìno. | Il [[frumento]] vien forse schiacciato? | Certo, non lo si pesta senza fine, | ma vi si spinge sopra il rullo | e gli zoccoli delle bestie senza schiacciarlo.'' (28, 24 – 28; 1974) *''Poiché questo popolo | si avvicina a me solo a parole | e mi onora con le labbra, | mentre il suo cuore è lontano da me | e il culto che mi rendono | è un imparaticcio di usi umani, | perciò, eccomi, continuerò | a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; | perirà la sapienza dei suoi sapienti | e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti.''<ref>Cfr. ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Sta scritto infatti: ''Distruggerò la sapienza dei sapienti | e annullerò l'intelligenza degli intelligenti''».</ref> (29, 13 – 14; 1974) *''Oracolo sulle bestie del [[Deserto del Negev|Negheb]]. | In una terra di angoscia e di miseria, | della leonessa e del leone che ruggisce, | di aspidi e draghi volanti, | essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini, | i loro tesori sulla gobba di cammelli | a un popolo che non giova a nulla. | Vano e inutile è l'aiuto dell'[[Antico Egitto|Egitto]]; | per questo lo chiamo «[[Raab (mitologia)|Raab]] l'ozioso».'' (30, 6 – 7; 2008) *Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d'argento; i tuoi [[idolatria|idoli]] rivestiti d'oro getterai via come un oggetto immondo. "Fuori!" tu dirai loro. Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. (30, 22 – 24; 1974) *La luce della [[sole e luna|luna]] sarà come la luce del [[sole e luna|sole]] e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse. (30, 26; 1974) *''Poiché alla voce del Signore tremerà l'[[Assiria]], | quando il Signore percuoterà con la verga. | Ogni colpo del bastone punitivo, | che il Signore le farà piombare addosso, | sarà accompagnato con tamburelli e cetre. | Egli combatterà contro di essa con battaglie tumultuose. | Il [[Tofet]], infatti, è preparato da tempo: | esso è pronto anche per il re. | Profondo e largo è il rogo, | fuoco e legna abbondano. | Lo accenderà, come torrente di zolfo, | il soffio del Signore.'' (30, 31 – 33; 2008) *''Come per la sua preda | ruggisce il [[leone]] o il leoncello, | quando gli si raduna contro | tutta la schiera dei pastori, | e non teme le loro grida | né si preoccupa del loro chiasso, | così scenderà il Signore degli eserciti | per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.'' (31, 4; 1974) *''Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore, | ecco essa si abbatte su [[Edomiti|Edom]], | su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia. | La spada del Signore è piena di sangue, | è imbrattata di grasso, | del sangue di agnelli e di capri, | delle viscere grasse dei montoni, | perché si compie un sacrificio al Signore in [[Bozra]], | una grande ecatombe nel paese di Edom.'' (34, 5 – 6; 1974) *''Si rallegrino il deserto e la terra arida, | esulti e fiorisca la steppa. | Come fiore di narciso fiorisca; | sì, canti con gioia e con giubilo. | Le è data la gloria del Libano, | lo splendore del [[Monte Carmelo|Carmelo]] e di Saròn.'' (35, 1 – 2; 1974) *''Allora lo zoppo salterà come un cervo, | griderà di gioia la lingua del muto, | perché scaturiranno acque nel deserto, | scorreranno torrenti nella steppa. | La terra bruciata diventerà una palude, | il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. | I luoghi dove si sdraiavano gli [[sciacallo|sciacalli]] | diventeranno canneti e giuncaie.'' (35, 6 – 7; 1974) *''Tu hai preservato la mia vita | dalla fossa della distruzione, | perché ti sei gettato dietro le spalle | tutti i miei peccati. | Poiché non gli inferi ti lodano, | né la morte ti canta inni; | quanti scendono nella fossa | non sperano nella tua fedeltà. | Il vivente, il vivente ti rende grazie | come io oggi faccio.'' ([[Ezechia]]: 38, 17 – 19; 1974) *''Parlate al cuore di [[Gerusalemme]] | e gridatele | che è finita la sua schiavitù, | è stata scontata la sua iniquità, | perché ha ricevuto dalla mano del Signore | doppio castigo per tutti i suoi peccati.'' (40, 2; 1974) *''Una voce grida: | "Nel deserto preparate | la via al Signore, | appianate nella steppa | la strada per il nostro Dio.<ref>Cfr. la voce ''[[w:Vox clamantis in deserto|Vox clamantis in deserto]]'' su Wikipedia.</ref> | Ogni valle sia colmata, | ogni monte e colle siano abbassati; | il terreno accidentato si trasformi in piano | e quello scosceso in pianura. | Allora si rivelerà la gloria del Signore | e ogni uomo la vedrà, | poiché la bocca del Signore ha parlato".'' (40, 3 – 5; 1974) *''Ogni [[uomo]] è come l'[[erba]] | e tutta la sua gloria è come un [[fiore]] del campo. | Secca l'erba, il fiore appassisce | quando il soffio del Signore spira su di essi. | Secca l'erba, appassisce il fiore, | ma la [[parola di Dio|parola del nostro Dio]] dura sempre. | Veramente il popolo è come l'erba.'' (40, 6 – 8; 1974) *''Come un [[pastore]] egli fa [[pascolo|pascolare]] il gregge | e con il suo braccio lo raduna; | porta gli agnellini sul seno | e conduce pian piano le pecore madri.'' (40, 11; 1974) *''Io, il Signore, sono il primo | e io stesso sono con gli ultimi.'' (41, 4; 1974) *''E avvierò i [[Cecità|ciechi]] per la strada che mai avevano conosciuta, | e gl'incamminerò per i sentieri che avevano ignorato; | cangerò le loro tenebre in luce | e le vie torte in istrade diritte: | queste cose farò con essi e non li abbandonerò.'' (42, 16; 1959) *''Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio, | Israele ai predoni? | Non è stato forse il Signore contro cui peccarono, | per le cui vie non vollero camminare, | la cui legge non osservarono? | Egli, perciò, ha riversato su di esso | la [[Ira di Dio|sua ira]] ardente e la violenza della guerra. | L'ira divina lo ha avvolto nelle sue fiamme | senza che egli se ne accorgesse, | lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione.'' (42, 24 – 25; 1974) *I fabbricatori di [[Idolatria|idoli]] sono tutti vanità e le loro opere preziose non giovano a nulla; ma i loro devoti non vedono né capiscono affatto e perciò saranno coperti di vergogna. Chi fabbrica un dio e fonde un idolo senza cercarne un vantaggio? Ecco, tutti i suoi seguaci saranno svergognati; gli stessi artefici non sono che uomini. (44, 9 – 11; 1974) *Il [[fabbro]] lavora il ferro di una scure, lo elabora sulle braci e gli dà forma con martelli, lo rifinisce con braccio vigoroso; soffre persino la fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed è spossato. Il [[falegname]] stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio. Egli si taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia crescere robusta nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere. (44, 12 – 14; 1974) *''Io dico a [[Ciro II di Persia|Ciro]]: Mio pastore; | ed egli soddisferà tutti i miei desideri, | dicendo a Gerusalemme: Sarai riedificata; | e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta.'' (44, 28; 1974) *''Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: | "Io l'ho preso per la destra, | per abbattere davanti a lui le nazioni, | per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, | per aprire davanti a lui i battenti delle porte | e nessun portone rimarrà chiuso".'' (45, 1; 1974) *''Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato | un [[vaso]] fra altri vasi di argilla? | Dirà forse la creta al vasaio: "Che fai?" | oppure: "La tua opera non ha manichi"?'' (45, 9; 1974) *''"Io l'ho stimolato per la giustizia; | spianerò tutte le sue vie. | [[Ciro II di Persia|Egli]] ricostruirà la mia città | e rimanderà i miei deportati, | senza denaro e senza regali", | dice il Signore degli eserciti.'' (45, 13; 1974) *''Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, | o braccio del Signore. | Svegliati come nei giorni antichi, | come tra le generazioni passate. | Non hai tu forse fatto a pezzi [[Raab (mitologia)|Raab]], | non hai trafitto il drago?'' (51, 9; 1974) *''Non ha apparenza né bellezza | per attirare i nostri sguardi, | non splendore per provare in lui diletto. | Disprezzato e reietto dagli uomini, | uomo dei dolori che ben conosce il patire, | come uno davanti al quale ci si copre la faccia, | era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. | Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, | si è addossato i nostri dolori | e noi lo giudicavamo castigato, | percosso da Dio e umiliato. | Egli è stato trafitto per i nostri delitti, | schiacciato per le nostre iniquità. | Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; | per le sue piaghe noi siamo stati guariti.'' (53, 3 – 5; 1974) [[File:Maria Taferl - Hochaltar 4 Jesaia.jpg|thumb|Statua raffigurante Isaia che porta una tavola con l'ultima parte del passo 53, 8 in latino]] *''Maltrattato, si lasciò umiliare | e non aprì la sua bocca; | era come agnello condotto al macello, | come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, | e non aprì la sua bocca. | Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; | chi si affligge per la sua sorte? | Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, | per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.'' (53, 7 – 8; 1974) *''Il giusto mio servo giustificherà molti, | egli si addosserà la loro iniquità. | Perciò io gli darò in premio le moltitudini, | dei potenti egli farà bottino, | perché ha consegnato se stesso alla morte | ed è stato annoverato fra gli empi, | mentre egli portava il peccato di molti | e intercedeva per i peccatori.'' (53, 11 – 12; 1974) *''Ecco, io ho creato il [[fabbro]] | che soffia sul fuoco delle braci | e ne trae gli strumenti per il suo lavoro, | e io ho creato anche il distruttore per devastare.'' (54, 16; 1974) *''L'[[empietà|empio]] abbandoni la sua via | e l'uomo iniquo i suoi pensieri; | ritorni al Signore che avrà misericordia di lui | e al nostro Dio che largamente perdona. | Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, | le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. | Quanto il cielo sovrasta la terra, | tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, | i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.'' (55, 7 – 9; 1974) *''Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo | e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, | senza averla fecondata e fatta germogliare, | perché dia il seme a chi semina | e il pane a chi mangia, | così sarà della [[Parola di Dio|mia parola]] uscita dalla mia bocca: | non ritornerà a me senza effetto, | senza aver operato ciò che desidero | e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.'' (55, 10 – 11; 2008) *''Non dica l'[[eunuco]]: | "Ecco, io sono un albero secco!". | Poiché così dice il Signore: | "Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, | preferiscono le cose di mio gradimento | e restan fermi nella mia alleanza, | io concederò nella mia casa | e dentro le mie mura un posto e un nome | migliore che ai figli e alle figlie; | darò loro un nome eterno | che non sarà mai cancellato".'' (56, 3 – 5; 1974) *''I loro olocausti e i loro sacrifici | saranno graditi sul mio altare, | perché la mia casa si chiamerà | casa di preghiera per tutti i popoli.''<ref>Cfr. ''[[Vangelo secondo Matteo]]'': «''La mia casa sarà chiamata casa di preghiera''».</ref> (56, 7; 2008) *''Gli empi sono come un mare agitato | che non può calmarsi | e le cui acque portan su melma e fango. | Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio.'' (57, 20 – 21; 1974) *''È forse come questo il [[digiuno]] che bramo, | il giorno in cui l'uomo si mortifica? | Piegare come un giunco il proprio capo, | usare sacco e cenere per letto, | forse questo vorresti chiamare digiuno | e giorno gradito al Signore? | Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: | sciogliere le catene inique, | togliere i legami del giogo, | rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? | Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, | nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, | nel vestire uno che vedi nudo, | senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?'' (58, 5 – 7; 1974) *''Se tratterrai il piede dal violare il [[Shabbat|sabato]], | dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, | se chiamerai il sabato delizia | e venerando il giorno sacro al Signore, | se lo onorerai evitando di metterti in cammino, | di sbrigare affari e di contrattare, | allora troverai la delizia nel Signore.'' (58, 13 – 14; 1974) *''Lo spirito del Signore Dio è su di me | perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; | mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, | a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, | a proclamare la libertà degli schiavi, | la scarcerazione dei prigionieri, | a promulgare l'anno di misericordia del Signore, | un giorno di vendetta per il nostro Dio, | per consolare tutti gli afflitti, | per allietare gli afflitti di Sion, | per dare loro una corona invece della cenere, | olio di letizia invece dell'abito da lutto, | canto di lode invece di un cuore mesto.'' (61, 1 – 3; 1974) *''Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, | mi feci trovare da chi non mi cercava. | Dissi: "Eccomi, eccomi" | a gente che non invocava il mio nome.'' (65, 1; 1974) *''Ecco infatti io creo | nuovi cieli e nuova terra; | non si ricorderà più il passato, | non verrà più in mente, | poiché si godrà e si gioirà sempre | di quello che sto per creare, | e farò di Gerusalemme una gioia, | del suo popolo un gaudio.'' (65, 17 – 18; 1974) *''Prima che mi invochino, io risponderò; | mentre ancora stanno parlando, | io già li avrò ascoltati.'' (65, 24; 1974) *''Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, | il leone mangerà la paglia come un bue, | ma il [[serpente]] mangerà la polvere, | non faranno né male né danno | in tutto il mio santo monte.'' (65, 25; 1974) [[File:Jerusalem Western Wall Isaiah verse closeup.jpg|thumb|Iscrizione in ebraico, presso il Muro del Pianto a Gerusalemme, della prima parte del passo 66, 14: «Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca»]] *''Il cielo è il mio trono, | la terra lo sgabello dei miei piedi. | Quale casa mi potreste costruire? | In quale luogo potrei fissare la dimora? | Tutte queste cose ha fatto la mia mano | ed esse sono mie – oracolo del Signore –. | Su chi volgerò lo sguardo? | Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito | e su chi teme la mia parola.'' (66, 1 – 2; 1974) *''Giunge un rumore, un frastuono dalla città, | un rumore dal tempio: | è la voce del Signore che paga | il contraccambio ai suoi nemici.<ref>Si è fatta spesso erroneamente risalire a questo versetto la locuzione latina ''[[Vox populi, vox Dei]]'' (nella ''Vulgata'' è: «Vox clamoris de civitate, vox de templo, vox Domini reddentis retributionem inimicis suis»); cfr. [[w:Vox populi, vox Dei|la voce]] su Wikipedia.</ref> | Prima di provare i dolori, ha partorito; | prima che le venissero i dolori, | ha dato alla luce un maschio.'' (66, 6 – 7; 1974) *''Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, | le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. | La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi, | ma si sdegnerà contro i suoi nemici. | Poiché, ecco, il Signore viene con il [[fuoco]], | i suoi carri sono come un turbine, | per riversare con ardore l'ira, | la sua minaccia con fiamme di fuoco. | Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia | su tutta la terra'' [...]. (66, 14 – 16; 1974) ==[[Explicit]]== <poem> Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti. </poem> {{NDR|''La sacra Bibbia'', edizione CEI, 1974}} ==Citazioni sul ''Libro di Isaia''== *Ebbene, non credo che Nostro Signore voglia sentirci contestare troppo. Isaia, capitolo 55, versetto 8: "Le mie vie non sono le vostre vie" e credo che in fondo con questo volesse dire "Sono misterioso ragazzi. Rassegnatevi!" (''[[La famiglia omicidi]]'') *L'atteggiamento del «Deutero-Isaia» di fronte al dolore è antitetico a quello del [[Buddha]]: egli non cercava di sfuggirlo, ma lo accettava come un'esperienza che poteva recare positivi frutti spirituali. Non sappiamo se parlando del «servo che soffre» egli si riferiva, come sembra, ad un individuo innominato ma storicamente concreto, oppure si tratti di una personificazione della comunità ebraica. La seconda delle due possibili interpretazioni di questa figura enigmatica è la più convincente, la più in linea con la tradizione profetica alla quale il «Deutero-Isaia» si ricollega. In ogni caso, è evidente che il «Deutero-Isaia» credeva che la sofferenza, sopportata pazientemente, può essere una esperienza creativa per tutti quelli che ne sono implicati, compresa la vittima stessa nel corso della propria tragedia. Gli scritti del «Deutero-Isaia» sono forse i più antichi nei quali si possa trovare questo atteggiamento verso il dolore. ([[Arnold J. Toynbee]]) *L'importanza del libro di ''Isaia'' è straordinaria. Esso, non solo impiega un ebraico classico e uno stile generalmente elevato, ma si riferisce ad un periodo delicatissimo della storia civile e religiosa del regno di Giuda. Ma, più ancora che su ciò, la sua importanza si fonda sui numerosi e chiarissimi preannunzi che esso contiene riguardo al futuro Messia, e che gli hanno meritato l'epiteto di Vangelo anticipato. ([[Giuseppe Ricciotti]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''La sacra Bibbia'', traduzione di G. Bonaccorsi, G. Castoldi, G. Giovannozzi, G. Mezzacasa, F. Ramorino, G. Ricciotti, G. M. Zampini, Salani Editore, Firenze, 1959. *''[http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 1974. *''[https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/at/Is/1/ Isaia]'', edizione CEI, 2008. ==Voci correlate== *[[Isaia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Antico Testamento|Isaia]] cq9hbmylzislyvk4a7rx0rcyot86abd Ultime parole da Breaking Bad 0 105079 1221337 1219779 2022-08-07T12:43:21Z DoctorMorte 68277 /* Seconda Parte */Citazione non pronunciata realmente dal personaggio. wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} {{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi della serie televisiva '''''[[Breaking Bad]]''''' in punto di morte. ==Citazioni== {{cronologico}} ===[[Breaking Bad (prima stagione)|Prima stagione]]=== *Facciamoli fuori tutti e due! ('''Emilio Koyama''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 1, Questione di chimica|Questione di chimica]]''. Dopo aver prodotto della metanfetamina pura al 99 %, Walter White convince il suo socio, Jesse Pinkman, a trovare due compratori che dovranno incontrare nel loro camper nel deserto. Jesse porta il suo ex socio Emilio Koyama e suo cugino, lo spacciatore Krazy-8, che però puntano armi contro gli inesperti criminali, decisi a ucciderli perché convinti che siano collaboratori della DEA, . Walt si propone di diventare il loro cuoco, mostrandogli come "cucinare" la sua metanfetamina: tuttavia, durante il procedimento mette sul fornello del fosforo rosso, un componente tossico, e approfittando del forte bagliore dovuto alla reazione chimica, che acceca i due criminali, scappa fuori dal camper chiudendo dentro Krazy-8 e Emilio, che muore per via del gas venefico formatosi.}} *Liberami, Walter. ('''Domingo "Krazy-8" Molina''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 3, Conseguenze radicali|Conseguenze radicali]]''. Rinchiuso nello scantinato di Jesse per essere sopravvissuto al gas, Krazy-8 deve essere ucciso da Walt, ma dopo una lunga conversazione, in cui gli rivela addirittura il proprio nome, riesce a convincerlo a lasciarlo andare. Dopo che Walt è andato a buttare i resti di un piatto rotto in precedenza da Krazy-8, quest'ultimo aspetta di essere liberato. Tuttavia Walt ha scoperto che lo spacciatore ha rubato uno dei frammenti del piatto, presumibilmente per ucciderlo: deluso dal comportamento del criminale, Walt strangola con il lucchetto per biciclette con cui lo teneva legato Krazy-8 , che tenta invano di ucciderlo proprio col frammento di piatto rubato.}} *Andiamo Tuco, volevo solo dire... ('''No Doze''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 7, Vendetta|Vendetta]]''. Decisi a trovare un fornitore, Walt e Jesse entrano in affari con il potente uomo del cartello messicano Tuco Salamanca. La trattativa, avvenuta da uno sfasciacarrozze, va a buon fine, ma uno degli scagnozzi di Tuco, No Doze, intima scherzosamente ai due di ricordarsi che lavorano comunque per loro: su di giri per la droga sniffata prima, Tuco ha una discussione con lo scagnozzo sulla battuta e inizia a pestarlo furiosamente fino a spappolargli il cranio, sotto gli sguardi increduli e terrorizzati di Walt, Jesse e Gonzo, l'altro scagnozzo di Tuco.}} ===[[Breaking Bad (seconda stagione)|Seconda stagione]]=== *Dimmi che avete fatto! ('''Tuco Salamanca''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 2, Grigliato|Grigliato]]''. Scoperto grazie a suo zio Hector che Walt e Jesse, rapiti per renderli cuochi del cartello, hanno provato a ucciderlo, il furente Tuco decide di portare i due nel cortile della propria casa armato di fucile M16. Qui il messicano interroga i due chiedendo cosa abbiano fatto, picchiando Jesse: vedendo che il ragazzo sta prendendo un sasso, Walt rivela ad un furente Tuco le loro intenzioni in modo di distrarlo e permettere a Jesse di disarmare il messicano. Dopo che il criminale estrae una pistola, i due hanno una colluttazione e Jesse riesce a ferire Tuco al fianco: in procinto di allontanarsi dal luogo, Walt e Jesse vedono un'auto arrivare sul posto e si nascondono. In quel momento arriva infatti il cognato di Walt, l'agente della DEA Hank Schrader. Ferito, Tuco si trascina verso l'auto di Jesse, dove prende una mitragliatrice leggera: il trafficante non vuole arrendersi e afferrata l'arma spara all'agente, dando il via ad una sparatoria: dopo che entrambi finiscono i colpi si fermano a ricaricare, Hank riesce a caricare prima la propria pistola ed ha tutto il tempo di puntare Tuco, che appena esce allo scoperto viene centrato alla testa.}} *Vacca! Vacca! Vacca! Vacca! Vacca! ('''Spooge''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 6, Una lezione indimenticabile|Una lezione indimenticabile]]''. Jesse si reca dal drogato Spooge, che gli deve dei soldi, ma questi ha rubato un'intera cassaforte ATM e prova ad aprirla con Jesse, che viene però stordito e legato dalla compagna del drogato. Quando rinviene, Spooge sta provando invano ad aprire la cassaforte e, sempre più irritato, inizia a chiamare la moglie "vacca" quando questa, in crisi di astinenza, gli chiede un po' di droga: irritata, la donna spinge l'intera cassaforte contro la testa del marito schiacciandola, per poi rubare dal cadavere la droga.}} *Affari miei. Togliti di torno! Che aspetti? Sparisci! ('''Christian "Combo" Ortega''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 11, Mandala|Mandala]]''. Grazie ai tre amici di Jesse utilizzati come spacciatori, Walt riesce a creare un piccolo dominio dello spaccio. Un giorno uno degli spacciatori, Christian "Combo" Ortega, si imbatte nei suoi traffici in un ragazzino del luogo, Tomàs Cantillo, che inizia a girargli attorno con la bici: non volendo scocciature, lo spacciatore lo caccia in malo modo, ma in quel momento degli uomini in macchina lì vicino iniziano a suonare ossessivamente il clacson, insospettendo Combo. Sentito il rumore di qualcuno che carica una pistola, lo spacciatore si volta, ma viene colpito alla pancia da Tomàs, inviato dagli uomini in macchina, spacciatori rivali: Combo tenta allora la fuga, ma dopo vari colpi a vuoto il ragazzino riesce a finirlo con un colpo alla schiena.}} ===[[Breaking Bad (terza stagione)|Terza stagione]]=== *Che diavolo sta succedendo? ('''Trafficante di uomini''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 1, Ora Basta|Ora Basta]]''. Un furgone sta trasportando un gruppo di immigrati clandestini dal Messico agli Stati Uniti. Ad un certo punto l'autista sente dei rumori sospetti provenire dall'interno e, non ricevendo risposta quando chiama il complice all'interno, decide di fermare il mezzo e controllare: una volta aperto, scopre che tutti i passeggeri e il suo complice sono morti, uccisi dai Gemelli Salamanca, che non vogliono testimoni del loro arrivo negli Stati Uniti. Il trafficante tenta allora la fuga, ma viene azzoppato da Leonel e, una volta raggiunto, finito con un colpo alla testa.}} *Grazie, boss. ('''Tortuga''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 3, Tradimento|Tradimento]]''. In un flashback ambientato durante la seconda stagione, l'informatore della DEA Tortuga si reca in un bar, dove si incontra con il suo boss, Juan Bolsa. Bolsa porta sul retro il suo scagnozzo per mostrargli il suo regalo di compleanno, una tartaruga, sulla quale si mette a scrivere. Tortuga è inizialmente divertito da ciò, ma quando si accorge che la scritta è un messaggio per la DEA capisce di essere stato beccato e tenta la fuga, ma viene intercettato dai gemelli Salamanca e decapitato a colpi di machete. Come visto nella seconda stagione, la sua testa con all'interno dell'esplosivo verrà depositata sulla tartaruga e lasciata nel luogo in cui l'informatore doveva incontrarsi con quelli della DEA.}} *Fermo! Mettiti in ginocchio o sparo! ('''Agente Bobby Kee''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 6, Al tramonto|Al tramonto]]''. In una zona deserta fuori Albuquerque, Il giovane poliziotto Bobby Kee sta facendo un giro di ronda quando arriva nei pressi dell'abitazione di una sua amica, la signora Pekitewa. Notando un assoluto silenzio, Kee si insospettisce e si mette ad indagare. Dopo aver trovato il cadavere della signora Pekitewa, l'agente sorprende Leonel Salamanca: Kee gli intima di arrendersi, ma in quel momento Marco lo attacca di spalle uccidendolo con un'accetta.}} *Cristo! ('''Passante''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. Tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Marco inizia allora ad inseguirlo, ma si imbatte in due passanti, un uomo e una donna: non volendo testimoni, il sicario spara a bruciapelo contro l'uomo uccidendolo, non riuscendo però ad uccidere la donna per via delle pistole scariche.}} *No.Troppo facile. ('''Marco Salamanca''') :''No. Muy Facil.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. Tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Marco inizia allora a inseguirlo: l'agente della DEA riesce però a crivellarlo di colpi dopo che si è distratto fermandosi a ricaricare le pistole, ma Marco indossa un giubbotto antiproiettile e colpisce a sua volta Hank varie volte. Trovando che un colpo di pistola sia una morte troppo rapida, il sicario decide però di prendere un ascia dalla propria macchina, per procurare ad Hank una morte dolorosa. Tuttavia l'agente della DEA trova il particolare proiettile a punta cava comprato dai Salamanca, noto per essere infallibile, accanto a sè, caduto al sicario mentre stava ricaricando: mentre Marco arriva armato di ascia, Hank ricarica velocemente la propria pistola col proiettile e gli spara in testa uccidendolo.}} *Finiscilo. ('''Leonel Salamanca''') :''Termìnalo.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Prima di svenire, Leonel chiede al fratello Marco di finire Hank. Marco avrà però la peggio, e Leonel viene portato in ospedale, dove gli vengono amputate le gambe. Più tardi, su ordine di Gus, Mike si reca in ospedale e, approfittando di un diversivo creato da Gus per sviare gli agenti della DEA, fa un'iniezione letale a Leonel, in modo da impedirgli di parlare.}} * Che diavolo sta succedendo? ('''Juan Bolsa''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 8, Ti vedo|Ti vedo]]''. Dopo la morte dei fratelli Salamanca, Gus riceve una telefonata da Juan Bolsa, principale intermediario tra lui e il cartello. Bolsa è infuriato e non ascolta le scuse di Gus: egli è convinto che sia stato il proprietario di Los Pollos Hermanos ad orchestrare tutto e minaccia di riferirlo al resto del cartello. In quel momento però dei militari del governo messicano, pressato da quello statunitense a colpire il cartello per vendicare pubblicamente l'attentato ad Hank, assaltano la villa di Bolsa, uccidendolo insieme ai suoi più fidati scagnozzi, esattamente come Gus aveva previsto.}} *Non sei costretto a farlo. ('''Gale Boetticher''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 13, Niente mezze misure|Niente mezze misure]]''. Capendo che Gus vuole sostituirli con il suo apprendista Gale Boetticher in modo da potersi permettere di ucciderli, Walt invia Jesse ad uccidere il chimico,non potendo farlo personalmente poiché tenuto in ostaggio da Mike e Victor. Arrivato a casa di Gale, Jesse, che non vorrebbe assolutamente macchiarsi le mani col sangue di quello che in fin dei conti è un'innocente, si fa comunque aprire la porta e gli punta la pistola contro: nonostante Gale tenti di farlo desistere, Jesse lo uccide con un colpo alla testa.}} ===[[Breaking Bad (quarta stagione)|Quarta stagione]]=== *Merdate a parte, si chiama cuoco perché tutto si limita a seguire una ricetta. Complicata, semplice, non importa: i passaggi non cambiano mai, e conosco ogni passaggio.('''Victor''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 1, Il Taglierino|Il taglierino]]''. Mentre Mike, Walt e Jesse aspettano Gus Fring, lo scagnozzo di quest'ultimo, Victor, volendo dimostrare come Walt non sia indispensabile, si mette a cucinare, preparando della metanfetamina e dimostrando come basti seguire la ricetta per ottenerla. Poco dopo arriva Gus: questi, dopo essersi vestito con calma con una delle tute protettive del laboratorio, prende un taglierino e si avvicina a Walt e Jesse, apparentemente deciso ad ucciderli. Tuttavia, inaspettatamente si posiziona alle spalle di Victor e lo sgozza freddamente, poiché quest'ultimo era stato visto da dei testimoni a casa di Gale.}} *No, no, no! ('''Autista di Los Pollos Hermanos''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 4, La versione di Skyler|La versione di Skyler]]''. Attraverso i furgoni di merce di Los Pollos Hermanos, Gus Fring fa trasportare per tutti gli Stati Uniti la metanfetamina prodotta da Walt. Tuttavia, dopo la morte di Juan Bolsa il cartello entra in contrasto con Gus e un giorno alcuni sicari attaccano uno dei convogli: l'autista viene fatto scendere a forza e, nonostante le suppliche, ucciso all'istante.}} *Don Eladio, Gustavo non intendeva offenderla. Conosco Gustavo come un fratello. È un uomo d'onore. L'uomo più leale che abbia mai conosciuto. Mi ha salvato dai bassifondi di Santiago. Mi ha reso l'uomo che sono oggi. Gustavo è un genio. Lui ti farà fare milioni. ascolta il tuo cuore per perdonargli questo piccolo errore. Per favore, è il mio compagno. Ho bisogno di lui! Giuro su Dio! ('''Maximino "Max" Arciniega''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 8, Fratelli|Fratelli]]''. Mentre sono a colloquio con Don Eladio per convincerlo a finanziare la loro attività di distribuzione di droga, il boss fa notare a Maximino Arciniega e Gustavo Fring come quest'ultimo lo abbia offeso mancandogli di rispetto. Max allora si mette a parlare bene dell'amico, cercando di giustificalo. Tuttavia, inaspettatamente, Hector Salamanca spara proprio a Max, uccidendolo davanti agli occhi dell'impietrito Gus: Don Eladio intendeva infatti sbarazzarsi subito di lui, in quanto riteneva la metanfetamina una droga minore e non voleva avere a che fare con loro.}} *Tu? ('''Don Eladio''') :''Tu?'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 10, Alla salute|Alla salute]]''. Dopo aver risolto la loro trattativa, il boss del cartello Don Eladio e Gus festeggiano nella villa del boss. Gus porta anche una bottiglia di prezioso liquore, affermando però che né Jesse né Mike, suoi accompagnatori, possono berlo: temendo un tranello, Eladio aspetta prudentemente che il primo a bere sia Gus per assaggiare il liquore. Poco dopo Gus va in bagno per vomitare la bevanda: essa infatti era veramente avvelenata, e presto tutti gli uomini del cartello muoiono dolorosamente. L'ultimo a morire è lo stesso Don Eladio, che fra atroci sofferenze cade nella propria piscina, sotto lo sguardo vendicativo e soddisfatto di Gus.}} *Alla salute! ('''Gaff''') :''Salud!'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 10, Alla salute|Alla salute]]''. Notando la reticenza di Gus a far bere il liquore a Mike e Jesse il braccio destro di Don Eladio, Gaff, si insospettisce e rifiuta la bevanda per poter rimanere vigile. I suoi dubbi si rivelano fondati, in quanto la bevanda era stata avvelenata da Gus: vedendo i suoi capi morire, Gaff estrae la pistola per uccidere Gus, ma viene strangolato alle spalle da Mike.}} * Che razza di uomo è uno che parla con la DEA? Non è un uomo. Non lo è affatto. Sei un piccolo topo paralitico. Bella reputazione da lasciarsi alle spalle. È così che vuoi essere ricordato? È l'ultima volta che puoi guardarmi. {{NDR|Hector "Tio" Salamanca comincia a suonare ripetutamente il campanello}} Fuori! ('''Gus Fring''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Poiché il suo scagnozzo Tyrus ha visto l'anziano Hector Salamanca recarsi dalla Dea, Gus si reca alla sua casa di riposo per ucciderlo. Tuttavia, la manovra si rivela essere una trappola di Walt e del vecchio messicano, decisi rispettivamente a sbarazzarsi di un pericoloso e minaccioso rivale e vendicare la propria famiglia: mentre Gus prepara un iniezione letale per Hector, quest'ultimo suona ossessivamente il suo campanello, che è appunto collegato ad una bomba creata da Walt. Gus, capendo troppo tardi la situazione, muore nello scoppio della bomba insieme a Tyrus e allo stesso Hector.}} *è tutto chiaro. ('''Tyrus Kitt''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Poiché il suo scagnozzo Tyrus ha visto l'anziano Hector Salamanca recarsi dalla Dea, Gus si reca alla sua casa di riposo per ucciderlo. Tuttavia, la manovra si rivela essere una trappola di Walt e del vecchio messicano, decisi rispettivamente a sbarazzarsi di un pericoloso e minaccioso rivale e vendicare la propria famiglia: mentre Gus prepara un iniezione letale per Hector, quest'ultimo suona ossessivamente il suo campanello, che è appunto collegato ad una bomba creata da Walt. Gus, capendo troppo tardi la situazione, muore nello scoppio della bomba insieme a Tyrus e allo stesso Hector.}} *Che c'è? Hai un problema con le scale? ('''Scagnozzo di Gus Fring''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Jesse si trova nel laboratorio a cucinare metanfetamina, sotto la stretta sorveglianza di uno scagnozzo di Gus Fring. Tuttavia, ad un certo punto sentono il rumore dell'ascensore in arrivo. Dopo aver ammanettato Jesse per evitare che scappi o cerchi di aggredirlo, lo scagnozzo si reca dall'ascensore. Quando la porta si apre, l'uomo vede il complice che era incaricato di sorvegliare la porta e mette via la pistola. Tuttavia, nell'ascensore è nascosto Walter White che spara immediatamente ai due uomini di Gus uccidendoli.}} ===[[Breaking Bad (quinta stagione)|Quinta stagione]]=== ====''Prima Parte''==== *Sì, signorina Tromel. ('''Peter Schuler''') :''Ja, Frau Tromel.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 2, L'affare tedesco|L'affare tedesco]]''. Dopo la morte di Gus e la scoperta del suo impero criminale Peter Schuler, presidente della Madrigal, multinazionale che comprendeva Los Pollos Hermanos, si ritira da una riunione che stava seguendo controvoglia e va in bagno. Dopo un dialogo con la propria segretaria, l'uomo prende un defibrillatore e, utilizzando un water, si suicida con una scarica elettrica, consapevole che presto i suoi collegamenti con Gus Fring sarebbero stati scoperti.}} *Ascolta, Mike... ('''Chris Mara''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 2, L'affare tedesco|L'affare tedesco]]''. Dopo che Mike si è rifiutato di uccidere gli uomini di Gus rimasti, visti come testimoni scomodi, Lydia incarica uno degli ex sicari di Gus, Chris Mara, di uccidere gli uomini, a cominciare da Duane Chow e lo stesso Mike. Grazie ad uno stratagemma, Mike si introduce in casa di Chow, nel frattempo ucciso da Chris, puntando una pistola contro quest'ultimo: dopo avergli rivelato il motivo dell'omicidio, Chris prova a convincere Mike a lasciarlo vivo, ma l'anziano criminale lo uccide con due colpi di pistola.}} *Chiudi quella cazzo di bocca... e lasciami morire in pace. ('''Mike Ehrmantraut''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 7, Dì il mio nome|Dì il mio nome]]''. Walt ha un appuntamento con Mike, ormai ricercato dalla polizia e costretto a scappare, in un luogo isolato per consegnargli la sua borsa e farsi dire i nomi degli ex uomini di Gus in carcere. Mike, fedele ai propri compagni, rifiuta e dice in faccia a Walt come la maggior parte dei loro problemi siano stati causati solo da lui e dal suo orgoglio. Walt, accecato dalla rabbia per l'umiliazione e bisognoso di quei nomi, spara a Mike mentre sta mettendo in moto la propria auto, che si schianta contro un albero. Tuttavia, un attimo dopo, capisce che quei nomi avrebbe potuto semplicemente chiederli a Lydia. Walt tenta allora di scusarsi, ma Mike, trascinatosi nel frattempo in riva ad un fiume li vicino, gli chiede di chiudere la bocca e lasciarlo morire in pace.}} Ehi, vi prego, aiutatemi! Aiutatemi! ('''Dennis Markowski''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 8, Volare alto|Volare alto]]''. Con la morte di Mike, Walt ha finalmente via libera per sbarazzarsi degli scagnozzi di Gus finiti in prigione e paga Jack Welker, zio del suo aiutante Todd e a capo di una gang di suprematisti ariani, per sistemarli, usando la lista fornitagli da Lydia. In un orario convenuto, gli scagnozzi di Welker nei vari penitenziari eliminano a pugnalate gli uomini di Gus: l'ultimo è essere ucciso è Dennis Markowski, direttore della lavanderia in cui si trovava il laboratorio di metanfetamina, che viene bruciato vivo nella propria cella.}} ====''Seconda Parte''==== *Avete sentito? Gettate le armi! ('''Steven Gomez''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 13, Riserva Indiana|Riserva Indiana]]''. Rendendosi conto che Jesse lo ha ingannato per trovare il luogo di sepoltura dei suoi soldi, Walt chiama Jack per risolvere la situazione, promettendogli di cucinare per lui. Per la disperazione di Walt arrivano però anche Hank e Steven: Jesse, deciso ad abbandonare definitivamente la via del crimine, ha infatti denunciato completamente il suo socio, che viene arrestato dai due soddisfatti agenti della DEA. In quel momento però arrivano Jack, Todd e i loro scagnozzi, e nonostante le suppliche di Walt si scatena una violenta sparatoria tra la gang di Jack e i due agenti della DEA: nonostante il loro coraggio Hank e Steven hanno la peggio, con il primo ferito alla gamba e il secondo ucciso con due colpi al petto.}} *Per cosa mi stai pregando? Sei l'uomo più intelligente che conosca, eppure sei così stupido. Lui ha deciso dieci minuti fa. Fa' quello ch- ('''Hank Schrader''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 14, Declino|Declino]]''. Ferito alla gamba, Hank sta per essere ucciso da Jack Walker, che non vuole averlo come testimone. Walt, piagnucolando, cerca di spiegare a Jack che Hank non parlerà, per poi tentare di convincere quest'ultimo . Tuttavia Hank, perfettamente consapevole di essere sul punto di morire e non volendo abbandonare completamente i propri ideali, inveisce contro Walt facendogli notare come Jack abbia già deciso di ucciderlo, per poi chiedere a Jack di finirlo in fretta: Jack acconsente, uccidendo immediatamente Hank con un colpo alla testa, sotto lo sguardo disperato di Walt.}} *Non lo vedo. ('''Andrea Cantillo''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 15, Tutto torna|Tutto torna]]''. Todd attira Andrea fuori di casa con l'inganno dicendole di essere venuto con Jesse, seduto nel furgone. Mentre Andrea si avvicina per poter vedere dov'è Jesse, Todd le spara un colpo alla nuca, il tutto sotto lo gli occhi di Jesse, che urla disperato.}} *Si, portali via tutti e due! ('''Kenny''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Deciso a vendicarsi su Jack per quanto avvenuto mesi prima, Walt si reca nel suo covo, apparentemente disarmato e volendo parlare: egli vorrebbe infatti che Jack lo riassumesse per produrre droga ancora più pura, ma Jack si dimostra contrario e propone di ucciderlo. Inoltre, gli viene portato davanti Jesse, ormai ridotto in schiavitù dalla gang di ariani. Walt e Jesse iniziano a picchiarsi, finendo per terra: Jack allora ordina a Todd di riportare nel laboratorio Jesse, sotto lo sguardo divertito del suo braccio destro Kenny e dei membri della gang. Tuttavia, in quel momento Walt, grazie ad un telecomando per garage tenuto in mano per tutto il tempo, aziona una mitragliatrice nascosta nel baule della sua auto, che inizia a sparare sul covo ferendo Jack e Walt e massacrando Kenny e il resto della gang.}} *Oh, Gesù, signor White... ('''Todd Alquist''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Dopo la strage commessa da Walt con la propria mitragliatrice sopravvivono solo Jessie, Todd, un ferito Jack e Walt stesso. Ancora sconvolto, Todd guarda fuori dalla finestra la mitragliatrice, provando a chiedere a Walt come abbia potuto organizzare ciò: tuttavia, un furioso Jessie lo attacca alle spalle e, deciso a vendicare Andrea e il bambino ucciso da Todd nonché tutto il periodo di schiavitù che ha dovuto subire, lo strangola brutalmente con una catena.}} *Aspetta. Aspetta. Vuoi i soldi, giusto? Vuoi sapere dove sono? Se premi quel grilletto... ('''Jack Welker''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''.Dopo la strage commessa da Walt con la propria mitragliatrice sopravvivono solo Jesse, Todd, un ferito Jack e Walt stesso. Quando vede Walt avvicinarsi con una pistola, Jack raccoglie da terra la propria immancabile sigaretta e prova a convincerlo a lasciarlo vivo, promettendo di restituirgli tutti i soldi che lui e la sua gang gli avevano rubato il giorno della morte di Hank e Steven: Walt tuttavia è ormai insensibile a questi discorsi e uccide Jack con un colpo alla testa.}} *'''Lydia Rodarte-Quayle''': Oh mio Dio... <br/>'''[[Walter White]]''': Be'... addio, Lydia. ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Dopo aver ucciso tutti i propri rivali, Walt chiede a Jesse di ucciderlo con un colpo di pistola: il giovane, accortosi che l'ex socio è rimasto ferito al fianco nella sparatoria, si rifiuta tuttavia di farsi manipolare nuovamente e fugge, finalmente libero. In quel momento il telefono di Todd squilla: si tratta di Lydia, che vuole sapere se Walt è stato ucciso come da programma. Walt la informa che ha avvelenato con della ricina la sua camomilla durante l'incontro che hanno avuto nel pomeriggio, condannandola ad una morte lenta e dolorosa: attaccato il telefono, Walt si dirige nel laboratorio della gang di Jack e, contemplati un'ultima volta i suoi vecchi strumenti, unica sua ragione di vita, si accascia a terra, morendo mentre alcuni poliziotti, allertati dagli spari, irrompono nell'edificio.}} {{Breaking Bad}} [[Categoria:Breaking Bad]] [[Categoria:Ultime parole dai media| Breaking Bad]] s7g5n37fkss4lnkxbie9g8drvr3xf8o 1221342 1221337 2022-08-07T13:47:30Z DoctorMorte 68277 /* Terza stagione */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} {{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi della serie televisiva '''''[[Breaking Bad]]''''' in punto di morte. ==Citazioni== {{cronologico}} ===[[Breaking Bad (prima stagione)|Prima stagione]]=== *Facciamoli fuori tutti e due! ('''Emilio Koyama''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 1, Questione di chimica|Questione di chimica]]''. Dopo aver prodotto della metanfetamina pura al 99 %, Walter White convince il suo socio, Jesse Pinkman, a trovare due compratori che dovranno incontrare nel loro camper nel deserto. Jesse porta il suo ex socio Emilio Koyama e suo cugino, lo spacciatore Krazy-8, che però puntano armi contro gli inesperti criminali, decisi a ucciderli perché convinti che siano collaboratori della DEA, . Walt si propone di diventare il loro cuoco, mostrandogli come "cucinare" la sua metanfetamina: tuttavia, durante il procedimento mette sul fornello del fosforo rosso, un componente tossico, e approfittando del forte bagliore dovuto alla reazione chimica, che acceca i due criminali, scappa fuori dal camper chiudendo dentro Krazy-8 e Emilio, che muore per via del gas venefico formatosi.}} *Liberami, Walter. ('''Domingo "Krazy-8" Molina''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 3, Conseguenze radicali|Conseguenze radicali]]''. Rinchiuso nello scantinato di Jesse per essere sopravvissuto al gas, Krazy-8 deve essere ucciso da Walt, ma dopo una lunga conversazione, in cui gli rivela addirittura il proprio nome, riesce a convincerlo a lasciarlo andare. Dopo che Walt è andato a buttare i resti di un piatto rotto in precedenza da Krazy-8, quest'ultimo aspetta di essere liberato. Tuttavia Walt ha scoperto che lo spacciatore ha rubato uno dei frammenti del piatto, presumibilmente per ucciderlo: deluso dal comportamento del criminale, Walt strangola con il lucchetto per biciclette con cui lo teneva legato Krazy-8 , che tenta invano di ucciderlo proprio col frammento di piatto rubato.}} *Andiamo Tuco, volevo solo dire... ('''No Doze''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (prima stagione)#Episodio 7, Vendetta|Vendetta]]''. Decisi a trovare un fornitore, Walt e Jesse entrano in affari con il potente uomo del cartello messicano Tuco Salamanca. La trattativa, avvenuta da uno sfasciacarrozze, va a buon fine, ma uno degli scagnozzi di Tuco, No Doze, intima scherzosamente ai due di ricordarsi che lavorano comunque per loro: su di giri per la droga sniffata prima, Tuco ha una discussione con lo scagnozzo sulla battuta e inizia a pestarlo furiosamente fino a spappolargli il cranio, sotto gli sguardi increduli e terrorizzati di Walt, Jesse e Gonzo, l'altro scagnozzo di Tuco.}} ===[[Breaking Bad (seconda stagione)|Seconda stagione]]=== *Dimmi che avete fatto! ('''Tuco Salamanca''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 2, Grigliato|Grigliato]]''. Scoperto grazie a suo zio Hector che Walt e Jesse, rapiti per renderli cuochi del cartello, hanno provato a ucciderlo, il furente Tuco decide di portare i due nel cortile della propria casa armato di fucile M16. Qui il messicano interroga i due chiedendo cosa abbiano fatto, picchiando Jesse: vedendo che il ragazzo sta prendendo un sasso, Walt rivela ad un furente Tuco le loro intenzioni in modo di distrarlo e permettere a Jesse di disarmare il messicano. Dopo che il criminale estrae una pistola, i due hanno una colluttazione e Jesse riesce a ferire Tuco al fianco: in procinto di allontanarsi dal luogo, Walt e Jesse vedono un'auto arrivare sul posto e si nascondono. In quel momento arriva infatti il cognato di Walt, l'agente della DEA Hank Schrader. Ferito, Tuco si trascina verso l'auto di Jesse, dove prende una mitragliatrice leggera: il trafficante non vuole arrendersi e afferrata l'arma spara all'agente, dando il via ad una sparatoria: dopo che entrambi finiscono i colpi si fermano a ricaricare, Hank riesce a caricare prima la propria pistola ed ha tutto il tempo di puntare Tuco, che appena esce allo scoperto viene centrato alla testa.}} *Vacca! Vacca! Vacca! Vacca! Vacca! ('''Spooge''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 6, Una lezione indimenticabile|Una lezione indimenticabile]]''. Jesse si reca dal drogato Spooge, che gli deve dei soldi, ma questi ha rubato un'intera cassaforte ATM e prova ad aprirla con Jesse, che viene però stordito e legato dalla compagna del drogato. Quando rinviene, Spooge sta provando invano ad aprire la cassaforte e, sempre più irritato, inizia a chiamare la moglie "vacca" quando questa, in crisi di astinenza, gli chiede un po' di droga: irritata, la donna spinge l'intera cassaforte contro la testa del marito schiacciandola, per poi rubare dal cadavere la droga.}} *Affari miei. Togliti di torno! Che aspetti? Sparisci! ('''Christian "Combo" Ortega''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (seconda stagione)#Episodio 11, Mandala|Mandala]]''. Grazie ai tre amici di Jesse utilizzati come spacciatori, Walt riesce a creare un piccolo dominio dello spaccio. Un giorno uno degli spacciatori, Christian "Combo" Ortega, si imbatte nei suoi traffici in un ragazzino del luogo, Tomàs Cantillo, che inizia a girargli attorno con la bici: non volendo scocciature, lo spacciatore lo caccia in malo modo, ma in quel momento degli uomini in macchina lì vicino iniziano a suonare ossessivamente il clacson, insospettendo Combo. Sentito il rumore di qualcuno che carica una pistola, lo spacciatore si volta, ma viene colpito alla pancia da Tomàs, inviato dagli uomini in macchina, spacciatori rivali: Combo tenta allora la fuga, ma dopo vari colpi a vuoto il ragazzino riesce a finirlo con un colpo alla schiena.}} ===[[Breaking Bad (terza stagione)|Terza stagione]]=== *Che diavolo sta succedendo? ('''Trafficante di uomini''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 1, Ora Basta|Ora Basta]]''. Un furgone sta trasportando un gruppo di immigrati clandestini dal Messico agli Stati Uniti. Ad un certo punto l'autista sente dei rumori sospetti provenire dall'interno e, non ricevendo risposta quando chiama il complice all'interno, decide di fermare il mezzo e controllare: una volta aperto, scopre che tutti i passeggeri e il suo complice sono morti, uccisi dai Gemelli Salamanca, che non vogliono testimoni del loro arrivo negli Stati Uniti. Il trafficante tenta allora la fuga, ma viene azzoppato da Leonel e, una volta raggiunto, finito con un colpo alla testa.}} *Grazie, boss. ('''Tortuga''') :''Gracias, Jefe.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 3, Tradimento|Tradimento]]''. In un flashback ambientato durante la seconda stagione, l'informatore della DEA Tortuga si reca in un bar, dove si incontra con il suo boss, Juan Bolsa. Bolsa porta sul retro il suo scagnozzo per mostrargli il suo regalo di compleanno, una tartaruga, sulla quale si mette a scrivere. Tortuga è inizialmente divertito da ciò, ma quando si accorge che la scritta è un messaggio per la DEA capisce di essere stato beccato e tenta la fuga, ma viene intercettato dai gemelli Salamanca e decapitato a colpi di machete. Come visto nella seconda stagione, la sua testa con all'interno dell'esplosivo verrà depositata sulla tartaruga e lasciata nel luogo in cui l'informatore doveva incontrarsi con quelli della DEA.}} *Fermo! Mettiti in ginocchio o sparo! ('''Agente Bobby Kee''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 6, Al tramonto|Al tramonto]]''. In una zona deserta fuori Albuquerque, Il giovane poliziotto Bobby Kee sta facendo un giro di ronda quando arriva nei pressi dell'abitazione di una sua amica, la signora Pekitewa. Notando un assoluto silenzio, Kee si insospettisce e si mette ad indagare. Dopo aver trovato il cadavere della signora Pekitewa, l'agente sorprende Leonel Salamanca: Kee gli intima di arrendersi, ma in quel momento Marco lo attacca di spalle uccidendolo con un'accetta.}} *Cristo! ('''Passante''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. Tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Marco inizia allora ad inseguirlo, ma si imbatte in due passanti, un uomo e una donna: non volendo testimoni, il sicario spara a bruciapelo contro l'uomo uccidendolo, non riuscendo però ad uccidere la donna per via delle pistole scariche.}} *No.Troppo facile. ('''Marco Salamanca''') :''No. Muy Facil.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. Tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Marco inizia allora a inseguirlo: l'agente della DEA riesce però a crivellarlo di colpi dopo che si è distratto fermandosi a ricaricare le pistole, ma Marco indossa un giubbotto antiproiettile e colpisce a sua volta Hank varie volte. Trovando che un colpo di pistola sia una morte troppo rapida, il sicario decide però di prendere un ascia dalla propria macchina, per procurare ad Hank una morte dolorosa. Tuttavia l'agente della DEA trova il particolare proiettile a punta cava comprato dai Salamanca, noto per essere infallibile, accanto a sè, caduto al sicario mentre stava ricaricando: mentre Marco arriva armato di ascia, Hank ricarica velocemente la propria pistola col proiettile e gli spara in testa uccidendolo.}} *Finiscilo. ('''Leonel Salamanca''') :''Termìnalo.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 7, Un minuto|Un minuto]]''. I due fratelli Marco e Leonel Salamanca si apprestano ad uccidere Hank, responsabile della morte del loro cugino Tuco. tuttavia, avvisato dell'attentato in forma anonima da Gus Fring, Hank ha la prontezza di spirito di investire Leonel, rubargli la pistola e scappare. Prima di svenire, Leonel chiede al fratello Marco di finire Hank. Marco avrà però la peggio, e Leonel viene portato in ospedale, dove gli vengono amputate le gambe. Più tardi, su ordine di Gus, Mike si reca in ospedale e, approfittando di un diversivo creato da Gus per sviare gli agenti della DEA, fa un'iniezione letale a Leonel, in modo da impedirgli di parlare.}} * Che diavolo sta succedendo? ('''Juan Bolsa''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 8, Ti vedo|Ti vedo]]''. Dopo la morte dei fratelli Salamanca, Gus riceve una telefonata da Juan Bolsa, principale intermediario tra lui e il cartello. Bolsa è infuriato e non ascolta le scuse di Gus: egli è convinto che sia stato il proprietario di Los Pollos Hermanos ad orchestrare tutto e minaccia di riferirlo al resto del cartello. In quel momento però dei militari del governo messicano, pressato da quello statunitense a colpire il cartello per vendicare pubblicamente l'attentato ad Hank, assaltano la villa di Bolsa, uccidendolo insieme ai suoi più fidati scagnozzi, esattamente come Gus aveva previsto.}} *Non sei costretto a farlo. ('''Gale Boetticher''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (terza stagione)#Episodio 13, Niente mezze misure|Niente mezze misure]]''. Capendo che Gus vuole sostituirli con il suo apprendista Gale Boetticher in modo da potersi permettere di ucciderli, Walt invia Jesse ad uccidere il chimico,non potendo farlo personalmente poiché tenuto in ostaggio da Mike e Victor. Arrivato a casa di Gale, Jesse, che non vorrebbe assolutamente macchiarsi le mani col sangue di quello che in fin dei conti è un'innocente, si fa comunque aprire la porta e gli punta la pistola contro: nonostante Gale tenti di farlo desistere, Jesse lo uccide con un colpo alla testa.}} ===[[Breaking Bad (quarta stagione)|Quarta stagione]]=== *Merdate a parte, si chiama cuoco perché tutto si limita a seguire una ricetta. Complicata, semplice, non importa: i passaggi non cambiano mai, e conosco ogni passaggio.('''Victor''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 1, Il Taglierino|Il taglierino]]''. Mentre Mike, Walt e Jesse aspettano Gus Fring, lo scagnozzo di quest'ultimo, Victor, volendo dimostrare come Walt non sia indispensabile, si mette a cucinare, preparando della metanfetamina e dimostrando come basti seguire la ricetta per ottenerla. Poco dopo arriva Gus: questi, dopo essersi vestito con calma con una delle tute protettive del laboratorio, prende un taglierino e si avvicina a Walt e Jesse, apparentemente deciso ad ucciderli. Tuttavia, inaspettatamente si posiziona alle spalle di Victor e lo sgozza freddamente, poiché quest'ultimo era stato visto da dei testimoni a casa di Gale.}} *No, no, no! ('''Autista di Los Pollos Hermanos''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 4, La versione di Skyler|La versione di Skyler]]''. Attraverso i furgoni di merce di Los Pollos Hermanos, Gus Fring fa trasportare per tutti gli Stati Uniti la metanfetamina prodotta da Walt. Tuttavia, dopo la morte di Juan Bolsa il cartello entra in contrasto con Gus e un giorno alcuni sicari attaccano uno dei convogli: l'autista viene fatto scendere a forza e, nonostante le suppliche, ucciso all'istante.}} *Don Eladio, Gustavo non intendeva offenderla. Conosco Gustavo come un fratello. È un uomo d'onore. L'uomo più leale che abbia mai conosciuto. Mi ha salvato dai bassifondi di Santiago. Mi ha reso l'uomo che sono oggi. Gustavo è un genio. Lui ti farà fare milioni. ascolta il tuo cuore per perdonargli questo piccolo errore. Per favore, è il mio compagno. Ho bisogno di lui! Giuro su Dio! ('''Maximino "Max" Arciniega''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 8, Fratelli|Fratelli]]''. Mentre sono a colloquio con Don Eladio per convincerlo a finanziare la loro attività di distribuzione di droga, il boss fa notare a Maximino Arciniega e Gustavo Fring come quest'ultimo lo abbia offeso mancandogli di rispetto. Max allora si mette a parlare bene dell'amico, cercando di giustificalo. Tuttavia, inaspettatamente, Hector Salamanca spara proprio a Max, uccidendolo davanti agli occhi dell'impietrito Gus: Don Eladio intendeva infatti sbarazzarsi subito di lui, in quanto riteneva la metanfetamina una droga minore e non voleva avere a che fare con loro.}} *Tu? ('''Don Eladio''') :''Tu?'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 10, Alla salute|Alla salute]]''. Dopo aver risolto la loro trattativa, il boss del cartello Don Eladio e Gus festeggiano nella villa del boss. Gus porta anche una bottiglia di prezioso liquore, affermando però che né Jesse né Mike, suoi accompagnatori, possono berlo: temendo un tranello, Eladio aspetta prudentemente che il primo a bere sia Gus per assaggiare il liquore. Poco dopo Gus va in bagno per vomitare la bevanda: essa infatti era veramente avvelenata, e presto tutti gli uomini del cartello muoiono dolorosamente. L'ultimo a morire è lo stesso Don Eladio, che fra atroci sofferenze cade nella propria piscina, sotto lo sguardo vendicativo e soddisfatto di Gus.}} *Alla salute! ('''Gaff''') :''Salud!'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 10, Alla salute|Alla salute]]''. Notando la reticenza di Gus a far bere il liquore a Mike e Jesse il braccio destro di Don Eladio, Gaff, si insospettisce e rifiuta la bevanda per poter rimanere vigile. I suoi dubbi si rivelano fondati, in quanto la bevanda era stata avvelenata da Gus: vedendo i suoi capi morire, Gaff estrae la pistola per uccidere Gus, ma viene strangolato alle spalle da Mike.}} * Che razza di uomo è uno che parla con la DEA? Non è un uomo. Non lo è affatto. Sei un piccolo topo paralitico. Bella reputazione da lasciarsi alle spalle. È così che vuoi essere ricordato? È l'ultima volta che puoi guardarmi. {{NDR|Hector "Tio" Salamanca comincia a suonare ripetutamente il campanello}} Fuori! ('''Gus Fring''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Poiché il suo scagnozzo Tyrus ha visto l'anziano Hector Salamanca recarsi dalla Dea, Gus si reca alla sua casa di riposo per ucciderlo. Tuttavia, la manovra si rivela essere una trappola di Walt e del vecchio messicano, decisi rispettivamente a sbarazzarsi di un pericoloso e minaccioso rivale e vendicare la propria famiglia: mentre Gus prepara un iniezione letale per Hector, quest'ultimo suona ossessivamente il suo campanello, che è appunto collegato ad una bomba creata da Walt. Gus, capendo troppo tardi la situazione, muore nello scoppio della bomba insieme a Tyrus e allo stesso Hector.}} *è tutto chiaro. ('''Tyrus Kitt''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Poiché il suo scagnozzo Tyrus ha visto l'anziano Hector Salamanca recarsi dalla Dea, Gus si reca alla sua casa di riposo per ucciderlo. Tuttavia, la manovra si rivela essere una trappola di Walt e del vecchio messicano, decisi rispettivamente a sbarazzarsi di un pericoloso e minaccioso rivale e vendicare la propria famiglia: mentre Gus prepara un iniezione letale per Hector, quest'ultimo suona ossessivamente il suo campanello, che è appunto collegato ad una bomba creata da Walt. Gus, capendo troppo tardi la situazione, muore nello scoppio della bomba insieme a Tyrus e allo stesso Hector.}} *Che c'è? Hai un problema con le scale? ('''Scagnozzo di Gus Fring''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quarta stagione)#Episodio 13, Fine della storia|Fine della storia]]''. Jesse si trova nel laboratorio a cucinare metanfetamina, sotto la stretta sorveglianza di uno scagnozzo di Gus Fring. Tuttavia, ad un certo punto sentono il rumore dell'ascensore in arrivo. Dopo aver ammanettato Jesse per evitare che scappi o cerchi di aggredirlo, lo scagnozzo si reca dall'ascensore. Quando la porta si apre, l'uomo vede il complice che era incaricato di sorvegliare la porta e mette via la pistola. Tuttavia, nell'ascensore è nascosto Walter White che spara immediatamente ai due uomini di Gus uccidendoli.}} ===[[Breaking Bad (quinta stagione)|Quinta stagione]]=== ====''Prima Parte''==== *Sì, signorina Tromel. ('''Peter Schuler''') :''Ja, Frau Tromel.'' ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 2, L'affare tedesco|L'affare tedesco]]''. Dopo la morte di Gus e la scoperta del suo impero criminale Peter Schuler, presidente della Madrigal, multinazionale che comprendeva Los Pollos Hermanos, si ritira da una riunione che stava seguendo controvoglia e va in bagno. Dopo un dialogo con la propria segretaria, l'uomo prende un defibrillatore e, utilizzando un water, si suicida con una scarica elettrica, consapevole che presto i suoi collegamenti con Gus Fring sarebbero stati scoperti.}} *Ascolta, Mike... ('''Chris Mara''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 2, L'affare tedesco|L'affare tedesco]]''. Dopo che Mike si è rifiutato di uccidere gli uomini di Gus rimasti, visti come testimoni scomodi, Lydia incarica uno degli ex sicari di Gus, Chris Mara, di uccidere gli uomini, a cominciare da Duane Chow e lo stesso Mike. Grazie ad uno stratagemma, Mike si introduce in casa di Chow, nel frattempo ucciso da Chris, puntando una pistola contro quest'ultimo: dopo avergli rivelato il motivo dell'omicidio, Chris prova a convincere Mike a lasciarlo vivo, ma l'anziano criminale lo uccide con due colpi di pistola.}} *Chiudi quella cazzo di bocca... e lasciami morire in pace. ('''Mike Ehrmantraut''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 7, Dì il mio nome|Dì il mio nome]]''. Walt ha un appuntamento con Mike, ormai ricercato dalla polizia e costretto a scappare, in un luogo isolato per consegnargli la sua borsa e farsi dire i nomi degli ex uomini di Gus in carcere. Mike, fedele ai propri compagni, rifiuta e dice in faccia a Walt come la maggior parte dei loro problemi siano stati causati solo da lui e dal suo orgoglio. Walt, accecato dalla rabbia per l'umiliazione e bisognoso di quei nomi, spara a Mike mentre sta mettendo in moto la propria auto, che si schianta contro un albero. Tuttavia, un attimo dopo, capisce che quei nomi avrebbe potuto semplicemente chiederli a Lydia. Walt tenta allora di scusarsi, ma Mike, trascinatosi nel frattempo in riva ad un fiume li vicino, gli chiede di chiudere la bocca e lasciarlo morire in pace.}} Ehi, vi prego, aiutatemi! Aiutatemi! ('''Dennis Markowski''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 8, Volare alto|Volare alto]]''. Con la morte di Mike, Walt ha finalmente via libera per sbarazzarsi degli scagnozzi di Gus finiti in prigione e paga Jack Welker, zio del suo aiutante Todd e a capo di una gang di suprematisti ariani, per sistemarli, usando la lista fornitagli da Lydia. In un orario convenuto, gli scagnozzi di Welker nei vari penitenziari eliminano a pugnalate gli uomini di Gus: l'ultimo è essere ucciso è Dennis Markowski, direttore della lavanderia in cui si trovava il laboratorio di metanfetamina, che viene bruciato vivo nella propria cella.}} ====''Seconda Parte''==== *Avete sentito? Gettate le armi! ('''Steven Gomez''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 13, Riserva Indiana|Riserva Indiana]]''. Rendendosi conto che Jesse lo ha ingannato per trovare il luogo di sepoltura dei suoi soldi, Walt chiama Jack per risolvere la situazione, promettendogli di cucinare per lui. Per la disperazione di Walt arrivano però anche Hank e Steven: Jesse, deciso ad abbandonare definitivamente la via del crimine, ha infatti denunciato completamente il suo socio, che viene arrestato dai due soddisfatti agenti della DEA. In quel momento però arrivano Jack, Todd e i loro scagnozzi, e nonostante le suppliche di Walt si scatena una violenta sparatoria tra la gang di Jack e i due agenti della DEA: nonostante il loro coraggio Hank e Steven hanno la peggio, con il primo ferito alla gamba e il secondo ucciso con due colpi al petto.}} *Per cosa mi stai pregando? Sei l'uomo più intelligente che conosca, eppure sei così stupido. Lui ha deciso dieci minuti fa. Fa' quello ch- ('''Hank Schrader''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 14, Declino|Declino]]''. Ferito alla gamba, Hank sta per essere ucciso da Jack Walker, che non vuole averlo come testimone. Walt, piagnucolando, cerca di spiegare a Jack che Hank non parlerà, per poi tentare di convincere quest'ultimo . Tuttavia Hank, perfettamente consapevole di essere sul punto di morire e non volendo abbandonare completamente i propri ideali, inveisce contro Walt facendogli notare come Jack abbia già deciso di ucciderlo, per poi chiedere a Jack di finirlo in fretta: Jack acconsente, uccidendo immediatamente Hank con un colpo alla testa, sotto lo sguardo disperato di Walt.}} *Non lo vedo. ('''Andrea Cantillo''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 15, Tutto torna|Tutto torna]]''. Todd attira Andrea fuori di casa con l'inganno dicendole di essere venuto con Jesse, seduto nel furgone. Mentre Andrea si avvicina per poter vedere dov'è Jesse, Todd le spara un colpo alla nuca, il tutto sotto lo gli occhi di Jesse, che urla disperato.}} *Si, portali via tutti e due! ('''Kenny''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Deciso a vendicarsi su Jack per quanto avvenuto mesi prima, Walt si reca nel suo covo, apparentemente disarmato e volendo parlare: egli vorrebbe infatti che Jack lo riassumesse per produrre droga ancora più pura, ma Jack si dimostra contrario e propone di ucciderlo. Inoltre, gli viene portato davanti Jesse, ormai ridotto in schiavitù dalla gang di ariani. Walt e Jesse iniziano a picchiarsi, finendo per terra: Jack allora ordina a Todd di riportare nel laboratorio Jesse, sotto lo sguardo divertito del suo braccio destro Kenny e dei membri della gang. Tuttavia, in quel momento Walt, grazie ad un telecomando per garage tenuto in mano per tutto il tempo, aziona una mitragliatrice nascosta nel baule della sua auto, che inizia a sparare sul covo ferendo Jack e Walt e massacrando Kenny e il resto della gang.}} *Oh, Gesù, signor White... ('''Todd Alquist''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Dopo la strage commessa da Walt con la propria mitragliatrice sopravvivono solo Jessie, Todd, un ferito Jack e Walt stesso. Ancora sconvolto, Todd guarda fuori dalla finestra la mitragliatrice, provando a chiedere a Walt come abbia potuto organizzare ciò: tuttavia, un furioso Jessie lo attacca alle spalle e, deciso a vendicare Andrea e il bambino ucciso da Todd nonché tutto il periodo di schiavitù che ha dovuto subire, lo strangola brutalmente con una catena.}} *Aspetta. Aspetta. Vuoi i soldi, giusto? Vuoi sapere dove sono? Se premi quel grilletto... ('''Jack Welker''') ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''.Dopo la strage commessa da Walt con la propria mitragliatrice sopravvivono solo Jesse, Todd, un ferito Jack e Walt stesso. Quando vede Walt avvicinarsi con una pistola, Jack raccoglie da terra la propria immancabile sigaretta e prova a convincerlo a lasciarlo vivo, promettendo di restituirgli tutti i soldi che lui e la sua gang gli avevano rubato il giorno della morte di Hank e Steven: Walt tuttavia è ormai insensibile a questi discorsi e uccide Jack con un colpo alla testa.}} *'''Lydia Rodarte-Quayle''': Oh mio Dio... <br/>'''[[Walter White]]''': Be'... addio, Lydia. ::{{spiegazione|Episodio ''[[Breaking Bad (quinta stagione)#Episodio 16, Felina|Felina]]''. Dopo aver ucciso tutti i propri rivali, Walt chiede a Jesse di ucciderlo con un colpo di pistola: il giovane, accortosi che l'ex socio è rimasto ferito al fianco nella sparatoria, si rifiuta tuttavia di farsi manipolare nuovamente e fugge, finalmente libero. In quel momento il telefono di Todd squilla: si tratta di Lydia, che vuole sapere se Walt è stato ucciso come da programma. Walt la informa che ha avvelenato con della ricina la sua camomilla durante l'incontro che hanno avuto nel pomeriggio, condannandola ad una morte lenta e dolorosa: attaccato il telefono, Walt si dirige nel laboratorio della gang di Jack e, contemplati un'ultima volta i suoi vecchi strumenti, unica sua ragione di vita, si accascia a terra, morendo mentre alcuni poliziotti, allertati dagli spari, irrompono nell'edificio.}} {{Breaking Bad}} [[Categoria:Breaking Bad]] [[Categoria:Ultime parole dai media| Breaking Bad]] rxt7tqf36mw1ewwz7bihqdfbjw11lhm Template:Steins;Gate 10 110225 1221335 884110 2022-08-07T12:33:05Z Spinoziano 2297 +1 wikitext text/x-wiki {{Navbox |name = Steins;Gate |state = collapsed |title = ''[[Steins;Gate]]'' |group1 = Opere |list1 = ''[[Steins;Gate]]''{{·}}''[[Steins;Gate: The Movie - Load Region of Déjà Vu]]''{{·}}''[[Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram]]''{{·}}''[[Steins;Gate 0]]'' |group2 = Personaggi |list2 = [[Suzuha Amane]]{{·}}[[Yuki Amane]]{{·}}[[Itaru Hashida]]{{·}}[[Maho Hiyajo]]{{·}}[[Moeka Kiryū]]{{·}}[[Alexis Leskinen]]{{·}}[[Kurisu Makise]]{{·}}[[Nakabachi‎]]{{·}}[[Faris Nyannyan]]{{·}}[[Rintarō Okabe]]{{·}}[[Mayuri Shiina]]{{·}}[[Nae Tennōji]]{{·}}[[Yūgo Tennōji]]{{·}}[[Ruka Urushibara]] }}<noinclude> [[Categoria:Template di navigazione - anime e manga]] </noinclude> sh70r31pd9u6474qzsyvnhc7m387l7n Federica De Bortoli 0 114495 1221383 1182122 2022-08-07T16:26:19Z Spinoziano 2297 /* Film */ wikitext text/x-wiki '''Federica De Bortoli''' (1976 – vivente), doppiatrice e attrice italiana. ==Citazioni di Federica De Bortoli== *Amo follemente la [[Associazione Sportiva Roma|Roma calcistica]], perciò, durante il campionato, passo le domeniche davanti alla TV a tifare. Purtroppo lo stadio e il mio lavoro non vanno molto d'accordo. Finirei con l'essere totalmente afona il lunedì e non andrebbe bene.<ref name=mpnews>Da ''[http://www.mpnews.it/index.php?section=articoli&category=31&id=6024/doppiatraccia-federica-de-bortoli.-bella-e-che-bella Doppiatraccia: Federica De Bortoli. Bella, e che "Bella"!]'', ''Mpnews.it'', 13 settembre 2010.</ref> *{{NDR|«Se "da grande" uno volesse fare il tuo [[Doppiaggio|lavoro]], cosa deve fare?»}} Avere tanta costanza, non demordere e non scoraggiarsi mai. Ma per avvicinarsi al meglio a questo lavoro la cosa piú importante che si deve fare è conservare l'umiltà! Solo così si può andare avanti e costruire qualcosa di completo e duraturo nel tempo!<ref name=10elol>Da ''[http://www.10elol.it/articolo/federica-de-bortoli-intervista-alla-doppiatrice-di-bella/15177/ Federica De Bortoli: intervista alla doppiatrice di Bella]'', ''10elol.it'', 20 marzo 2010.</ref> *{{NDR|«Il personaggio che doppi in ''[[Twilight (film)|Twilight]]'' è la protagonista femminile, Bella: c'è qualcosa che ti accomuna a lei?»}} La prima cosa che mi accomuna al personaggio di Bella è di sicuro la goffagine: sono sempre piena di lividi perché sbatto e inciampo in continuazione! La seconda è la timidezza: sono un tipo molto riservato e timido nonostante riesca a fare amicizia anche con i sassi, ma diciamo che è uno step successivo. All'inizio mi riesce difficile aprirmi! E poi anch'io come Bella mi sono sentita sempre piú matura della mia età. La cosa che mi ha colpita di piú leggendo ''[[Stephenie_Meyer#Twilight|Twilight]]'' è proprio quando Bella afferma di essere una trentacinquenne nel corpo di una diciassettenne. Lì mi ci sono rivista molto.<ref name=10elol /> *{{NDR|«Dovesse descriversi con tre aggettivi? E un difetto caratteriale che spesso le attribuiscono?»}} Semplice, simpatica e generosa... trovare un difetto è difficile... ne ho talmente tanti! Uno in particolare è che sono troppo orgogliosa! Esserlo eccessivamente non è mai un bene.<ref name=supereva>Da ''[http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2009/03/la-voce-di-kristen-stewart-intervista-esclusiva-a-federica-de-bortoli La voce di Kristen Stewart - Intervista esclusiva a Federica De Bortoli]'', ''Supereva.it''.</ref> *{{NDR|Tre nomi di doppiatori uomini e tre nomi di donne che, nel tuo mestiere, ritieni dei modelli.}} Tre nomi per parte sono troppo pochi, considerando che i doppiatori e le doppiatrici della vecchia guardia (quasi tutti scomparsi, purtroppo) erano e rimarranno sempre immensi! Mi sento molto fortunata a far parte di una generazione che ha potuto lavorare a stretto contatto con questi grandi personaggi. Se oggi sono arrivata a questo punto è anche grazie ai loro grandi insegnamenti!<ref name=mpnews /> ==Doppiaggio== ===Film=== {{div col|strette}} *''[[C'era una volta in America]]'' (1984) <small>ridoppiaggio del 2003</small> *''[[Tutto quella notte]]'' (1987) *''[[Io e zio Buck]]'' (1989) *''[[La gnomo mobile]]'' (1967) <small>(doppiaggio italiano del 1989)</small> *''[[Aracnofobia (film)|Aracnofobia]]'' (1990) *''[[Dick Tracy (film 1990)|Dick Tracy]]'' (1990) *''[[Tutte le manie di Bob]]'' (1991) *''[[Beethoven (film)|Beethoven]]'' (1992) *''[[Ring 2]]'' (1992) *''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994) *''[[Intervista col vampiro (film)|Intervista col vampiro]]'' (1994) *''[[Apollo 13 (film)|Apollo 13]]'' (1995) *''[[Casper (film)|Casper]]'' (1995) *''[[Heat - La sfida]]'' (1995) *''[[Jerry Maguire]]'' (1996) *''[[Pleasantville]]'' (1998) *''[[Ring (film 1998)|Ring]]'' (1998) *''[[American Pie]]'' (1999) *''[[Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma]]'' (1999) *''[[American Pie 2]]'' (2001) *''[[L'altra metà dell'amore]]'' (2001) *''[[Le insolite sospette]]'' (2001) *''[[8 Mile]]'' (2002) *''[[Hero (film 2002)|Hero]]'' (2002) *''[[Interstate 60]]'' (2002) *''[[Star Wars: Episodio II - 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in corso) *''[[Farhat - Il principe del deserto]]'' (2005) *''[[Nana]]'' (2006) *''[[Star Wars: The Clone Wars (serie animata)|Star Wars: The Clone Wars]]'' (2008 – 2014) *''[[The Spectacular Spider-Man (serie animata)|The Spectacular Spider-Man]]'' (2008 - 2009) *''[[The Cleveland Show]]'' (2010 – 2013) {{Div col end}} ===Serie televisive=== {{div col|strette}} *''[[Dawson's Creek]]'' (1998 – 2003) *''[[Streghe]]'' (1998 – 2006) *''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'' (1999 – 2004) *''[[Dark Angel]]'' (2000 – 2002) *''[[Una mamma per amica]]'' (2000 – 2007) *''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'' (2001 – 2006) *''[[Everwood]]'' (2002 – 2006) *''[[Battlestar Galactica]]'' (2003 – 2009) *''[[One Tree Hill]]'' (2003 – 2012) *''[[The O.C.]]'' (2003 – 2007) *''[[Lost]]'' (2004 – 2010) *''[[The L Word]]'' (2004 – 2009) *''[[Veronica Mars]]'' (2004 – 2007) *''[[Criminal Minds]]'' (2005 – in corso) *''[[Doctor Who]]'' (2005 – in corso) *''[[Grey's Anatomy]]'' (2005 – in corso) *''[[Roma (serie televisiva)|Roma]]'' (2005 - 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Dal gioco sono state tratte due serie anime per complessivi 48 episodi. ==Frasi== {{cronologico}} === Parte introduttiva === *Odio questa città. Ci sono troppi ricordi qui che preferirei dimenticare. Tutti i giorni è la stessa [storia]. Andare a scuola, trovare gli amici, tornare a casa in un luogo che non sopporto... Non accade mai niente di nuovo. (Mi chiedo se la mia vita cambierà mai...) ('''Tomoya''') :''I hate this town. There's just too many memories here I'd rather forget. Everyday is the same. Go to school, see friends, come home to a place I can't stand... Nothing new ever happens. (I wonder if my life will ever change...)'' * *Sigh* Sospiro sconsolato mentre guardo in alto verso il cielo. Scorgo il cancello della scuola. Comunque, di chi è stata l'idea di mettere una scuola sulla cima di una enorme salita? La collina continua, come se fosse un incubo infinito. ('''Tomoya''') :''*Sigh* I exhale dejectedly while gazing up at the sky. There stand the school gates. Whose idea was to put a school at the top of a giant slope, anyway? The hill goes on like a never-ending nightmare.'' *Guardo alla mia destra. Una ragazza è lì ferma, proprio vicino a me. Dal colore del distintivo della scuola sulla sua divisa, posso dire che anche lei è una studentessa del terzo anno.<ref>Le divise degli studenti nipponici hanno un particolare (in questo caso il distintivo dell'istituto) che presenta un colore diverso a seconda dell'anno del corso. Nella scuola superiore presente in ''Clannad'' il colore è verde per il primo anno (vedi distintivo di Fuko), rosso per il secondo anno (vedi distintivo di Tomoyo) e blu per il terzo anno (vedi distintivo di Nagisa, Tomoya e di quasi tutti gli altri personaggi citati).</ref> Ma lei non è una persona che mi è familiare. I suoi capelli corti, che le arrivano appena sotto alle spalle, ondeggiano nel vento. ('''Tomoya''') :''I look to my right. A girl is standing there, just still at me. I can tell from the color of the school insigna on her uniform that she's also a third-year student. But she isn't someone familiar to me. Her short hair, that comes to just above her shoulders, flutters in the wind.'' *Non importa se è vecchia o meno. Una cosa che è carina è sempre carina, a prescindere da quando la guardi. ('''Nagisa''') :''It doesn't matter whether it's old or not. Something that's cute is always cute, regardless of when you look at it.'' === Arco di Fuko === *Non ho idea di quanto sia dura la situazione che Fuko sta vivendo, ma fino a quando rimarrà in questa casa {{NDR|da Nagisa}} la solitudine sarà una di quelle cose che non proverà. ('''Tomoya''') :''I haven't any idea how harsh a situation Fuko's experiencing, but as long as she stays in this house, loneliness is the one thing she won't feel.'' *Prima ho notato... [che] tutti gli alunni di questa scuola hanno iniziato a parlare di questa ragazza che nessuno di loro ha mai visto. Le loro congetture su di lei si sentono dappertutto. Ma nessuna di queste si può descrivere come negativa per lei. Un'innocente ragazza che ha sempre lavorato duramente, andando in giro per la scuola... così sembra apparire nei ricordi di tutti. E a un certo punto... tutti hanno iniziato ad aspettare. Attendono il giorno in cui aprirà i suoi occhi. Io non faccio eccezione. Non so perché, ma sembra che lei mi piaccia molto. Anche se non ci siamo mai incontrati. Questa sensazione misteriosa si è radicata dentro di me. Ecco perché, come tutti gli altri, desidero che questo giorno venga. E questo giorno arriverà. Senza alcun dubbio. ('''Tomoya''') :''Before I notice... all the students in school have started talking about that girl whom no one has even seen. Their speculations about her are heard everywhere. But not a single one of them could be described as unfavorable of her. An innocent girl who always works her hardest, running around the school... that seems to be how she appears in everybody's mind. And at some point... everyone starts waiting. Waiting for the day she opens her eyes. I am no exception. I don't know why, but I seem to like her a lot. Even though we haven't even met. Such a mysterious feeling is rooted inside me. That's why, just like everyone else, I long for that day to come. And that day will come. Without a doubt.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *Mentre guardo la commessa che incarta il pendente con raffinatezza, mi immagino mentre glielo consegno. Mi chiedo se questo la renderà felice. Oggi ho imparato che acquistare qualcosa per qualcuno può essere inaspettatamente divertente. ('''Tomoya''', che ha acquistato un pendente per Ryou) :''As I look the clerk wrapping the pendant neatly by hand, I imagine myself handing this to her. I wonder if she'll be happy with this. Today, I learned that buying something for someone can be unexpectedly fun.'' *Un [[appuntamento]] inizia nel momento in cui inizi ad aspettare. ('''Ryou''') :''A date starts the moment you start waiting.'' *{{NDR|Dopo aver trascorso la giornata al centro commerciale, Tomoya chiede a Ryou dove voglia andare; lei risponde che, se è insieme a lui, ovunque le va bene.}}<br />Comunque, oggi siamo già stati in tutti i luoghi degni di nota qui intorno. In pratica non c'è più un "da qualche parte" dove poter andare. Così continuiamo a passeggiare tenendoci per mano. Lei cammina lentamente, in modo da allungare, anche di poco, il tempo da trascorrere insieme. Io mi adeguo al suo passo... Il tempo scorre lentamente... Anche se chiudo gli occhi, posso sentire attraverso il suo calore che lei è vicino a me. Questo mi dà un senso di conforto e di tranquillità che le parole non possono descrivere. ('''Tomoya''') :''Even so, we've alredy gone to all the places of note around here today. In the end, ther just isn't "anywhere" we can go to. And so we just keep on walking while holding hands. She walks slowly, so as to lengthen the time we have together even by just a little. And I match her footsteps... Time flows by gradually... Even if I close my eyes, I can feel through her warmth that she's next to me. It gives me a sense of comfort and tranquillity that words cannot describe.'' === Arco di Ryou === *{{NDR|Kyou sorride felice perché Tomoya le ha chiesto di chiamarlo per nome, circostanza che per i giapponesi implica un rapporto molto stretto tra due persone.}}<br />Non lontano da me c'è un sorriso pieno di gioia e felicità. La possibilità che una piccola occasione si trasformi in un enorme passo avanti... Il mio... No. Il nostro viaggio inizia da qui. ('''Tomoya''') :''Not far from me, there is a smile filled with joy and happiness. The possibility that a small opportunity will turn into a huge step forward... My... No. Our journey begins here.'' === Arco di Kyou === [[immagine:Minchiate card deck - Florence - 1860-1890 - Trumps - 13 - La Morte.jpg|thumb|150px|right|Alcuni mazzi di Tarocchi, per ''La Morte'', non riportano il nome della carta]] *{{NDR|Tomoya si è accorto che Ryou è un po' turbata dopo la giornata trascorsa con lui e le chiede cosa abbia.}}<br />A dire il vero... mi sento un po' preoccupata per oggi. In realtà stamani ho letto la mia sorte... e... ho avuto un responso piuttosto negativo. Ho trovato ''La Morte'' rovesciata sulla carta che rappresenta il futuro. Può indicare un mancato cambiamento, stagnazione, indecisione e incomprensioni... Non sembra qualcosa che possa essere considerato positivamente, giusto? ('''Ryou''') :''To tell the truth... I felt a little worried about today... Actually, I told my own fortune this morning... And... I got somewhat bad result. I got a reversed Death for the card that hints at the future... It can stand for failure to change, stagnation, indecision, and misunderstandings... It doesn't sound like something that can be taken positively, right?'' *{{NDR|Ryou ha chiesto a Tomoya se lui la ami}} Non ho ancora detto a Ryou che mi piace. Anche se usciamo insieme... non le ho mai detto quello che provo. Ma... cosa provo in realtà? La mia bocca si sta seccando, la lingua si è incollata al palato, e nonostante le mie labbra si muovano le parole non riescono a uscire. Il silenzio sgradevole [che c'è tra noi] continua. Anche la mia gola si sta seccando, come se si rifiutasse di dare voce a qualsiasi parola. Data l'atmosfera, sembra quasi che stia esitando anche a sospirare. Non riesco a guardarla dritto negli occhi. ('''Tomoya''') :''I haven't yet told Ryou that I like her... Even though we are dating... I haven't once told her how I myself feel. But... how do I actually feel...? The inside of my mouth begins to dry up. My tongue is glued to the roof of my mouth, and although my lips are moving, words do not come out. The unpleasant silence continues. Even my throat begins to dry up, as if it is refusing to give voice to any words. Given the atmosphere, it feels as if I am even hesitating to sigh. I can't look her straight in the eye.'' *Sono così crudele... Ho cercato di farvi mettere insieme... Dicevo a Ryou che ce la poteva fare... ma in realtà speravo che le cose non andassero bene! Ho sperato che tu la rifiutassi! Questi erano i miei pensieri! Odio me stessa! Mi comporto come se mi prendessi cura degli altri, ma in realtà penso solo a me stessa... Nonostante non voglia farmi del male, voglio che gli altri rimangano feriti... Mi odio per quello che sono! ('''Kyou''', che confida a Tomoya di essersi innamorata di lui) :''I am so cruel... I was trying to get the two of you together... I was telling Ryou that she could do it... but in reality, I didn't want it to go well...! I'd hoped that you would turn her down...! I was doing everything with that on my mind! I hate myself...! I act as though I care for others, but in reality I only think for myself... Even though I didn't want myself to be hurt, I wanted others to be hurt... I hate how I am like that!'' *Lentamente, il sole cala sempre di più, allungando le ombre sul terreno. Anche il pavimento di linoleum del corridoio è tinto di cremisi dal tramonto. Mi chiedo come mai il rosso, un colore che dovrebbe essere vivace e intenso, diventi così malinconico in occasioni come questa...? ('''Tomoya''') :''Gradually, the sun hangs lower and lower, stretching out the shadows on the ground. The linoleum flooring of the hallway is also dyed crimson by the sunset. I wonder why red, a color that's supposed to be lively and intense, becomes so melancholic on occasions like this...?'' *Non voglio perdonarti... Quindi... non scusarti. Se ti scusi, mi viene voglia di perdonarti. [...] Io... ho molto apprezzato il tempo che ho trascorso insieme a te, Tomoya. Siamo andati in molti luoghi diversi. Abbiamo pranzato insieme, noi due da soli. E mi hai comprato un pendente. Ci siamo anche baciati... Mi hai lasciato così tanti ricordi... Se ti scusassi... e io ti perdonassi... mi sembrerebbe che il tempo che abbiamo trascorso insieme fosse tutta una bugia... Tutti questi sono dei ricordi molto preziosi per me, quindi non scusarti. ('''Ryou''', mentre Tomoya cerca di scusarsi con lei perché vuole lasciarla) :''I don't want to forgive you... So please... don't apologize... If you apologize, it makes me want to forgive you. [...] I... really enjoyed the time I spent together with you, Tomoya-kun. We went to many different places. We had lunch together, just the two of us. And you bought me a pendant. We also kissed... You gave me so many memories... If you apologize... and I forgive you... then it makes me feel that the time we spent together was all a lie... They are all very precious memories to me... so please don't apologize.'' === Arco di Misae === *Ti piace veramente far piangere le donne, non è vero? ('''Misae''', dopo che Tomoya le ha detto che la ama per quello che è) :''You really do enjoy making women cry, don't you?'' === Arco di Tomoyo === *Non pensi che sia più femminile mantenere almeno ALCUNI segreti? ('''Tomoyo''') :''Don't you think it's more feminine to hold at least SOME secrets?'' *La nostra famiglia non era per niente calorosa. Erano sempre freddi e apatici. Non importava cosa accadesse. Anche quando ho iniziato la scuola elementare, anche durante le giornate sportive, anche quando prendevo buoni voti, anche quando vinsi un premio per un disegno fatto per i compiti delle vacanze estive... a loro non importava niente. Capisci, Tomoya? [...] Sono cresciuta senza amore. ('''Tomoyo''') :''Our household just didn't feel warm at all. They were always cold and apathetic. No matter what happened. Even when I started elementary school, even during sports day, even when I got good grades, even when I got a prize for a drawing for summer vacations homework... They never cared at all. Do you understand, Tomoya? [...] I was raised without any love.'' *Qualcosa che non potevo accettare era diventata qualcosa di accettabile. Mi chiedo se sia per via di questa "famiglia" di cui lei parla spesso. Mi chiedo se Tomoyo sia qualcosa di simile a una famiglia per me. Siamo rimasti separati per tutto questo tempo. Tuttavia, entrambi avevamo gli stessi identici sentimenti. Entrambi siamo nati in famiglie fredde, prive di calore. Era veramente una parente perduta da tempo. ('''Tomoya''') :''Something I couldn't accept had turned into somthing acceptable. I wonder if it is because of this... "family" she often talks about. I wonder if Tomoyo is something like family to me. The entire time, we had been separated. However, we both bore the exact same feelings. Both of us had been born to cold households, with no warmth at all. She truly was a long-lost relative.'' === Arco di Kappei === *Se c'è amore, allora anche le [[Verità e bugia|bugie]] sono la [[Verità e bugia|verità]]. ('''Yoshino''') :''If there is love, then even lies are the truth.'' ==Dialoghi== {{cronologico}} ===Parte introduttiva === [[immagine:Cosplayer di Nagisa Furukawa.jpg|thumb|Cosplayer rappresentante Nagisa Furukawa]] *'''Nagisa''': Ti piace questa scuola?<br />'''Tomoya''': Huh...? [...]<br>'''Nagisa''': A me piace veramente tanto. Ma... so che prima o poi tutto cambia. Le cose divertenti, quelle felici... tutto questo. Nulla può rimanere lo stesso per sempre. [...] Anche se le cose cambiano, sarò ancora in grado di apprezzarle qui? Io...<br />'''Tomoya''': Devi solo trovare qualcos'altro, proprio così!<br />'''Nagisa''': Huh? [...]<br />'''Tomoya''': Dovresti trovare altre cose che sono divertenti, altre cose che ti rendono felice. Tutto qui. Non è troppo difficile, giusto? [...] Su, andiamo! :''– Do you like this school?<br />– Huh...? [...]<br>– I really, really like it. But... I know that sooner or later, everything changes. The fun things, the happy things... All of it. Nothing can stay the same forever. [...] Even if things change, will I still be able to enjoy it here? I...<br />– You just have to find more, that's it<br />– Huh? [...]<br />– Then you have to find more things that are fun, more things that make you happy. That's all. That can't be too hard, right? [...]<br />C'mon, let's go.'' *'''Nagisa''' {{NDR|Tomoya si è incamminato verso la scuola}}: Anpan...<ref>Un panino di pasta dolce ripieno di marmellata di fagioli rossi.</ref> [...]<br />'''Tomoya''': Baguette.<br />'''Nagisa''': Non capisco cosa vuoi dire.<br />'''Tomoya''': Mi hai tolto le parole di bocca, stavo giusto per chiedertelo io. Allora, ti pice l'anpan o qualcosa del genere? È così?<br />'''Nagisa''': No, non particolarmente. Ma non è come se lo odiassi. Credo che mi piaccia più di quanto possa non piacermi. [...]<br />'''Tomoya''': D'accordo, allora. Muoviamoci.<br />'''Nagisa''': Va bene!<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: C'era un po' di ritrovata energia nella sua risposta. Forse si trattava di una sorta di strano incantesimo che aveva appena lanciato. :''– Anpan... [...]<br />– Baguette.<br />– I don't really understand what you mean.<br />– You took the words out of my mouth. I was just going to say that to you. So what, you like anpan or something? Is that it?<br />– No, not particularly. But it's not as if I hate it. I guess I like it more than I dislike it. [...]<br />– All right, well, let's get going.<br />– Okay!<br />There's a bit of newfound energy in her response. Maybe that was some kind of weird magical spell she cast just now.'' *'''Nagisa''' {{NDR|ha detto di non avere amici perché è stata assente da scuola per molto tempo}}: Avevo trascorso solo poco tempo con quelle ragazze e... Beh, loro non sono più in questa scuola. [...]<br />'''Tomoya''': Perché no?<br />'''Nagisa''': Si sono tutte diplomate. Proprio questa primavera.<br />'''Tomoya''': Per quanto tempo sei stata assente?<br />'''Nagisa''': Nove mesi.<br />'''Tomoya''': Capisco... {{NDR|pensando}} Deve sentirsi come una studentessa che si è trasferita in un'altra scuola. Considerate le circostanze, perché non dovrebbe?<br />'''Nagisa''': Mi sento come Urashima Taro.<ref>Il pescatore che, dopo essere stato in visita al palazzo del dio drago del mare, una volta tornato a casa scoprì di essersi assentato per trecento anni. Per approfondire vedi la [[w:Urashima Tarō|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> :''– I had only spent a little bit of time with those girls, and... Well, they aren't at this school any longer. [...]<br />– Why not?<br />– Tey all graduated. Just this spring.<br />– ... How long were you away for?<br />– Nine months.<br />– I see...<br />She must feel like a transer student at a brand new school. Considering the circumstances, how could she not?<br />– I felt like Urashima Taro.'' *'''Tomoya''' {{NDR|che aveva sentito Nagisa mormorare "Salisbury Steak" mentre era assorta}}: Su, mangiati una ''Salisbury Steak''<ref>Piatto composto da carne macinata a cui sono aggiunti altri ingredienti, simile all'hamburger, molto diffuso in Giappone. Per approfondire vedi la [[w:en:Salisbury steak|voce corrispondente]] su Wikipedia in lingua inglese.</ref> e tirati su.<br />'''Nagisa''': Huh? Come facevi a sapere che volevo una ''Salisbury Steak'' per cena?<br />'''Tomoya''': Ho un talento [nascosto]... {{NDR|pensando}} Ha perduto tutto quello che amava in questa scuola. Così, al loro posto... si è consolata con il cibo, che ha usato per rimanere motivata e per tirare avanti. :''– Well, eat a Salisbury Steak and cheer up.<br />– Huh? How'd you know I wanted Salisbury steak for dinner?<br />– I have a knack...<br />She had lost everything she loved at this school. So, in the place of all that... She rewarded herself with food as a way to stay motivated and more forward.'' === Arco di Fuko === *'''Sunohara''' {{NDR|Tomoya è appena rientrato in classe}}: Oh, bentornato.<br />'''Tomoya''': Huh? Sei qui?<br />'''Sunohara''': Comunque, è questo il modo di salutarmi? Sembra quasi che non dovrei essere qui.<br />'''Tomoya''': Esatto, non dovresti. Sei un obbrobrio.<br />'''Kyou''': L'unica cosa che puoi fare qui è produrre anidride carbonica, giusto? Anche le erbacce sono meglio [di te] perché producono ossigeno.<br />'''Sunohara''': Ragazzi, state dicendo delle cose crudeli! :''– Oh, welcome back.<br />– Huh? You're here?<br />– Is that any way to greet me? You make it sound like I shouldn't be there.<br />– Well, you really shouldn't be. You're an eyesore.<br />– The only thing you accomplish here is producing carbon dioxide, right? Even weeds are better because they produce oxygen.<br />– You guys say some pretty harsh things!'' [[immagine:Frischling 02.jpg|thumb|Botan, in realtà, è un cucciolo di cinghiale; Kyou lo indica chiaramente alcune battute dopo il dialogo riportato.]] *'''Kyou''' {{NDR|indicando Botan}}: Questo è il mio animale domestico.<br />'''Tomoya''': Intendi questa cosa rotonda?<br />'''Kyou''': Non è carino?<br />'''Tomoya''': ...È una nuova razza di cane o è un procione?<br />'''Kyou''': Hai gli occhi foderati di prosciutto? Perché pensi che sia un cane o un procione?<br />'''Tomoya''': Che cos'è, allora?<br />'''Kyou''': Un maialino.<br />'''Tomoya''': Cacca di maiale?<br />'''Kyou''': Ti ammazzo.<br />'''Tomoya''': Non dirlo sorridendo. È raccapricciante. :''– That's my pet.<br />– You mean this round thing?<br />– Isn't it cute?<br />– ...Is it some new breed of dog or raccoon?<br />– Are your eyes stuffed with marbles? Just why would you think this is a dog or raccon?<br />– What is it, then?<br />– It's a piglet.<br />– Pig shit?<br />– I'll kill you.<br />– Don't say that with a smile. It's creepy.'' *'''Sunohara''' {{NDR|ha preso un calcio da Kyou}}: Mi sembra di essere appena stato preso a calci. Credo di aver intravisto qualcosa di azzurro insieme alla suola di una scarpa. Scommetto che erano le sue mutandi...<br />'''Kyou''': Toglitelo dalla testa! {{NDR|colpisce nuovamente Sunohara, poi si rivolge a Tomoya imbarazzata}} Hai sentito quello che ha detto?<br />'''Tomoya''': Non ho sentito niente. :''– It seems I was kicked just now. I think I caught a glimpse of something light blue honing in on me along with the bottom of a shoe. I bet that was her panti...<br />– Erase that from your mind! You heard that?<br />– Didn't hear a thing.'' *'''Fuko''': Aspetta, strana persona!<br />'''Tomoya''': Così ero io, allora? {{NDR|aveva ignorato Fuko quando lo chiamava "strana persona"}}<br />'''Fuko''': Non è ovvio? Non è facile trovare qualcuno che possa uguagliare il tuo livello di stranezza.<br />'''Tomoya''': Una persona come te si vede una volta ogni dieci anni... e ci sono buone probabilità che non stia esagerando.<br />'''Fuko''': No, non è un'esagerazione.<br />'''Tomoya''': Grazie mille.<br />'''Fuko''': Non c'è di che. La verità merita di essere detta.<br />'''Tomoya {{NDR|pensando}}''': E io dovrei fare qualche commento sarcastico adesso, no? :''– Please wait, weird person!<br />– So it was me after all? [...]<br />– Isn't it obvious? It's not easy to find someone who can match your level of weirdness.<br />– A person like you wouldn't appear more than once every ten years... And then there are good odds that's not even an exaggeration.<br />– No, it's totally not an exaggeration.<br />– Thank you very much.<br />– Don't mention it. The truth deserves to be told.<br >And I deserve to make some sarcastic comments here, don't I?'' *'''Fuko''': C'è un'altra strana persona!<br />'''Sunohara''': Cosa? Che cosa ci sarebbe di strano in me?<br />'''Fuko''': Il colore dei tuoi capelli è impossibile.<br />'''Sunohara''': Ci siamo appena incontrati, e questo è il modo in cui mi parli... :''– There's another weird person!<br />– What? Just what's weird about me?<br />– The color of your hair is impossible.<br />– We've only just met, and this is how you talk to me.'' *'''Ragazzo''': Fantasmi?<br />{{NDR|Tomoya riflette mentre ascolta}} Due alunni seduti davanti a me sono assorti in pettegolezzi assurdi, hanno ancora i libri di testo in mano.<br />'''Ragazzo A''': Sì, sembra che alcuni ne abbiano visti diversi di loro ultimamente. In particolare, il fantasma di una studentessa.<br />'''Ragazzo B''': Davvero?<br />{{NDR|Tomoya ripensa alla parole appena sentite}} È una conversazione stupida, ma anche se non volessi sentirla non posso fare a meno di ascoltare.<br />'''Ragazzo A''': C'è questo ragazzo che conosce quella studentessa, e secondo lui è decisamente un fantasma.<br />'''Ragazzo B''': Dici sul serio?<br />'''Ragazzo A''': Sì, perché vedi, quella ragazza... è rimasta coinvolta in un incidente stradale due anni fa. Dicono che fu ricoverata in ospedale per un po', ma alla fine non sono riusciti a salvarla... Subì l'incidente appena iniziato il liceo... così sembra che sia ancora legata a questo luogo perché non è riuscita a vivere in pieno l'atmosfera delle scuole superiori. A quanto pare è questo il motivo per cui è diventata un fantasma che viene qui per divertimento...<ref>Secondo la tradizione giapponese Fuko sarebbe uno ''yūrei'', ossia uno spirito che non riesce a raggiungere il paradiso perché legato a un particolare luogo o perché qualche conflitto emotivo lo lega ancora alla vita terrena. Per approfondire vedi la [[w:yūrei|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> È una di quelle storie tristi. :''– Ghosts?<br />Two students sitting in front of me are engrossed in absurd gossip, reference books still in hands.<br />– Yeah, it sounds like people have been seeing a lot of them lately. Especially a female student's ghost.<br />– For real... ?<br />It's a stupid conversation, but whether or not I want to hear it, I do.<br />– There's this guy who knows that student too, and according to him, it's definitely a ghost.<br />– Are you serious...?<br />– Yeah... because you see, that girl... was in a traffic accident two years ago. They say she was hospitalized for a while, but in the end, they couldn't save her... She got in the accident right after starting high school... so she still felt an attachment to this place since she wasn't able to have a full high school experience... And that's apparently why she became a ghost that comes here for fun... It's kind of a sad story.'' [[immagine:Starfish 02 (paulshaffner).jpg|thumb|Una stella marina, la passione di Fuko]] *'''Fuko''': Okazaki-san...<br />'''Tomoya''': Sono qui...<br />'''Fuko''': Ricordi il sogno di cui Fuko ti aveva parlato?<ref>Fuko, quando parla di se stessa, usa la terza persona.</ref><br />'''Tomoya''': Sì, ricordo... è quello dove ero mezzo nudo, giusto...<br />'''Fuko''': Sì... Nel sogno Okazaki-san correva in giro in maniera strana, e dopo aver trovato Fuko che giocava da sola sulla spiaggia le ha preso la mano. "Cosa stai facendo tutta sola? Oggi è la festa delle stelle marine!" dicevi... e hai tirato questa mano.<br />'''Tomoya''': Uh-huh...<br />'''Fuko''': Da quando Okazaki-san è apparso, ogni giorno è stato come una festa. Okazaki-san ha sempre portato Fuko in luoghi emozionanti, ogni giorno era... una festa delle stelle marine. È stato davvero, davvero emozionante.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Come se fosse inghiottita dai rumori della folla, la sua voce diviene sempre più flebile.<br />'''Fuko''': È veramente così...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: E il calore della sua mano...<br />'''Fuko''': ...tanto divertente.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: ...sta scomparendo... vorrei gridare il suo nome, ma... non riesco a recuperarlo dalla mia memoria... e mi metto a piangere. :''– Okazaki-san...<br />– I'm here...<br />– Do you remember the dream Fuko told you about?<br />– Yes... I remember... It's the one in which I was half naked, right...<br />– Yes... In the dream Okazaki-san was running around really weird, and found Fuko playing alone on the beach and took her hand. "What are you doing all alone? Today is the Starfish Festival!" you said... then you pulled this hand.<br />– Uh-huh...<br />– Ever since Okazaki-san appeared every day has been really like a festival. Okazaki-san always takes Fuko to exciting places, every day was... a starfish festival. It was really, really exciting.<br />– As if swallowed into the noises from the crowd, her voice is getting fainter and fainter<br />– It's really so...<br />– And the warmth of her hand...<br />– ...much fun.<br />– ...is vanishing... I want to call out her name, but... it's nowhere to be found in my memory... I start crying.'' *'''Kouko''': Okazaki-san... Ho la sensazione che Fu-chan<ref>Kouko accosta alla prima parte del nome della sorella (Fuko) il suffisso ''chan'' che si usa come vezzeggiativo per indicare i figli, i fratelli minori o le amiche intime.</ref> sia qui... Perché... questo è... qualcosa che ha fatto lei stessa... la sua prediletta... stella marina.<ref>Fuko regalava stelle marine scolpite nel legno come partecipazione per le nozze della sorella; Kouko sta parlando di una di queste stelle che Fuko le aveva fatto avere.</ref><br />'''Tomoya''': Sì...<br />'''Kouko''': "Congratulazioni, Onee-chan<ref>Termine familiare traducibile come "sorellona", per indicare con affetto la sorella maggiore.</ref>"... "Sii sempre felice", mi ha detto... Fu-chan questo mi ha detto...<br />'''Tomoya''': L'ho sentito anch'io.<br />'''Kouko''': Forse, nel suo sogno... mi sta mandando i suoi auguri per me. E questi devono essere riusciti a raggiungermi. Ecco perché devo andare subito al suo fianco. Per dirle quanto le sia grata. e per fargli sapere che... Yuu-kun<ref>Anche in questo caso Kouko aggiunge il suffisso ''kun'' utilizzato per indicare gli amici stretti (di sesso maschile) alla prima parte del nome del marito (Yusuke).</ref> ed io saremo... sempre al suo fianco... perché... fino a quando saremo in grado di mantenere la nostra felicità... sono sicura che anche lei potrà essere felice.<br />'''Tomoya''': Sì... sono certo che lo sarà. :''– Okazaki-san... I feel like Fu-chan is here... Because... this is... something she made herself... her favorite... starfish.<br />– Yeah...<br />– "Onee-chan, congratulations"... "Please always be happy," she said to me... Fu-chan said that to me...<br />– I heard that, too.<br />– Maybe, in her dream... she's sending her whises to me. And those must have reached me. That's why I must go to her side right away. To tell her how thankful I am. And to let her know that... Yuu-kun and I will... always be by her side... because... as long as we can uphold our happiness... I'm sure she can be happy, too.<br />– Yes... I'm sure she will.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *'''Kyou''': Come mai sei in questa classe così presto?<br />'''Tomoya''': Sono arrivato in orario. Che altro?<br />'''Kyou''': Stai scherzando?<br />'''Tomoya''': È così raro per me essere qui in orario?<br />'''Kyou''': Non è raro, è che avrei creduto di avere più probabilità di vedere un UFO. :''– Why are in this classroom so early?<br />– I got here in time. What else? [...]<br />–...You're kidding?<br />– Is it that rare for me to be here in time?<br />– It's not rare, it's just I would say I have a better chance of seeing a UFO.''' [[immagine:Chinese rice congee.jpg|thumb|Una ciotola di ''Congee'', la farinata di riso]] *{{NDR|Tomoya si è appena ripreso dopo essere stato investito dal motorino di Kyou; entrambi sono in ritardo e Kyou sta per ripartire}}<br />'''Tomoya''': Almeno dammi un passaggio fino a scuola.<br />'''Kyou''': Questo motociclo ha un posto solo.<br />'''Tomoya''': Se mi stringo ci sarà posto per due.<br />'''Kyou''': Cosa? Non sarà che... vuoi abbracciarmi?<br />'''Tomoya''': Stai dicendo che ti andrebbe bene?<br />'''Kyou''': Se a te sta bene di non essere in grado di mangiare niente altro che farinata di riso per pranzo. Oh, volevo dire che ti romperò la mascella se ci provi. :''– Then, at least give me a ride to school.<br />– This bike only seats one.<br />– If i squeeze in, there will be room for two.<br />– What? Could it be that... you want to hug me?<br />– Are you saying it's okay to?<br />– If you're okay with not being able to eat anything but rice porridge for lunch. Oh, I meant I will break your jaw if you try.''' *{{NDR|Sunohara ha visto Kyou dare una lettera a Tomoya, e pensa che sia una dichiarazione d'amore}}<br />'''Sunohara''': Hahaha, va bene. Ci sono delle cose che sono difficili da dire perché siamo amici. Non mi interessa. La nostra amicizia non è così debole da inacidirsi solo per cose come questa.<br />'''Tomoya''': No, voglio dire... tu realmente credi che noi siamo amici...?<br />'''Kyou''': Ho sempre creduto che tu fossi il suo lacchè o qualcosa del genere.<br />'''Tomoya''': O un subalterno, o un fattorino.<br />'''Sunohara''': Voi due siete davvero fatti l'uno per l'altra! :''– Hahaha, it's okay. There are some things that are hard to say because we are friends. I don't mind at all. Our firendship isn't so weak that it would turn sour just because of something like this.<br />– No, I mean... you actually think we're friends...?<br />– I always thought you were his lackey or something.<br />– Or an underling, or an errand boy.<br />– You two really are perfect for each other!'' *'''Kyou''': Allora, cosa farai domani?<br />'''Tomoya''': Dormirò fino a mezzogiorno. {{NDR|Kyou sospira}} Cosa significa quel sospiro?<br />'''Kyou''': Adesso hai una fidanzata {{NDR|Ryou}}, sai? Quindi smettila di trascorrere i giorni di festa da solo. Che diavolo, smettila di dormire fino a tardi e di vivere come un bradipo.<br />'''Tomoya''': ...ragazzi, sembra che in realtà sia quasi una pena avere una fidanzata...<br />'''Kyou''': Hai detto qualcosa?<br />'''Tomoya''': No, niente... :''– So what are you doing tomorrow?<br />– Sleeping in until noon.<br />– *Sigh*<br />– What's with the sigh...?<br />– You have a girlfriend now, you know? So stop spending your holidays by yourself. Hell, stop sleeping in and spending your life like a sloth.<br />– ...Man, guess it's quite a pain to actually have a girlfriend...<br />– Did you say something?<br />– Nope, nothing.'' === Arco di Ryou === *'''Kyou''': Se tenterai di tirare fuori qualcosa di strano che possa tradire le aspettative di Ryou... come arrivare di nuovo tardi a scuola... te l'accorcerò.<br />'''Tomoya''': ... Accorciare cosa...?<br />'''Kyou''': 1. La tua altezza, 2. La tua capigliatura, 3. La tua aspettativa di vita, 4. Tutto questo. Comunque ti lascerò scegliere quella che preferisci! Il mio consiglio è la 4! :''– If you try to pull anything funny that would betray Ryou's expectations... like coming to school late again... I'll shorten it.<br />– ...Shorten what...?<br />– 1. Your height, 2. Your hair, 3. Your lifespan, 4. All of the above. In any case, I'll let you pick one you like! My recommendation is 4!'' === Arco di Kyou === *{{NDR|Kyou si sta dichiarando a Sunohara; Tomoya è nascosto dietro una siepe e li osserva}}<br />'''Sunohara''': Kyou, a te piace Okazaki, vero?<br />'''Kyou''': ...Ugh... C-Cosa stai dicendo? Io non...<br />'''Sunohara''': È solo un'intuizione la mia, dopo avervi visto. Ovviamente mi scuserò se mi sbaglio. {{NDR|Kyou rimane in silenzio}} Visto che non riesci a dire niente... Immagino di non sbagliarmi, huh?<br />'''Kyou''': Io... Io... Io...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: A corto di parole, le labbra di Kyou tremavano. Incapace di trovare una risposta... Incerta su dove posare lo sguardo... La sua sola risposta fu un'espressione incerta e preoccupata sul suo volto. :''– Kyou, you like Okazaki, don't you?<br />– ... Ugh... Wh-What are you talking about... I don't really...<br />– This is just a hunch I have, having watched the two of you. Well, I'll apologize if I am wrong... Since you're not saying anything... guess I'm not wrong, huh?<br />– I– I... I...<br />At a loss for words, Kyou's lips are trembling. Unable to come up with an answer... Unsure of where to look... Her only response is an unsettled, uneasy look on her face.'' *'''Sunohara''': Ehi, Okazaki: stai veramente bene insieme a Ryou Fujibayashi?<br />'''Tomoya''': ... Huh...?<br />'''Sunohara''': Sei stato forzato, o qualcosa del genere, a uscire insieme a Ryou-chan? Se tu me lo chiedessi, penserei che tu sia molto più spontaneo quando sei insieme a Kyou. Come ti sentivi mentre ci stavi guardando? Tra serenità e dolore, mi chiedo quale emozione evochi in realtà il sentimento "amore". :''– Hey Okazaki. Are you really ok with Ryou Fujibayashi?<br />– ...Huh...?<br />– Have you been pushing yourself or something to go out wirh Ryou-chan? If you ask me, I think you're far more natural when you're with Kyou. When you were watching us just now, how did you feel? Between serenity and pain, I wonder wich emotion the feeling "love" actually evokes.'' [[Immagine:Anh Do walking the red carpet.jpg|thumb|Ryou stringe a sé il braccio di Tomoya più di quanto faccia la donna mostrata nella foto con il suo compagno]] *{{NDR|Tomoya ha notato che Ryou è più spigliata del solito}} Fujibayashi sorride, e stringe a sé il mio braccio con ancora più forza. {{NDR|Rivolto a Ryou}} Fujibayashi...<br />'''Ryou''': Sì?<br />'''Tomoya''': Um... sta toccando.<br />'''Ryou''': Cosa?<br />'''Tomoya''': Um... il tuo seno...<br />'''Ryou''': Eh... ah! Wa... uh... um...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Dopo aver sentito le mie parole, il suo viso avvampò immediatamente, e per un momento lasciò il mio braccio per stringerlo nuovamente a sé dopo poco. Di nuovo, potevo sentire la sensazione di morbidezza del suo seno che premeva su di me. {{NDR|rivolto a Ryou}} ...Fujibayashi...?<br />'''Ryou''': Ah... uh... umm...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Con le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi e con il volto completamente arrossato, volge il suo sguardo verso di me.<br />'''Ryou''': Io... Io penso che finché usciamo insieme... um... Q-Questo vada bene. {{NDR|Tomoya riflette su quanto accaduto}} Questa fu la cosa piuttosto sorprendente che disse {{NDR|Ryou riprende a parlare}} E-e adesso... um... a-andiamo. [...]<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Kyou me l'aveva già detto ma... Ryou è sorprendentemente procace. :''Fujibayaashi smiles, and grabs my arm even tighter<br />– Fujibayashi...<br />– Yes?<br />– Um... it's touching.<br />– What is... ?<br />Um... your breast...<br />– Eh... ah! Wa... uh... um...<br />Upon hearing what I said, her face immediately flushes deep red, and for a moment she lets go of my arm. However, she quickly grabs my arm again. Once again, I can feel the soft sensation of her breast pressing against me.<br />– ...Fujibayashi...?<br />– Ah... uh... umm... With tears building up in her eyes and her face flushing red, she looks at me.<br />– I-I think since we're going out... um... th-this is fine. That's quite an amazing thing she just said. A-And so... um... l-let'sgo. [...]<br /> Kyou did mention this before, but... she really is surprisingly busty...'' *'''Tomoya''': Ah... um... come posso dirtelo...? Le tue profezie sono... giuste...?<br />'''Ryou''': Sì, spesso sono errate. Be', è vero che è un peccato quando sono errate, ma penso che sia meglio così. Piuttosto, io credo che le profezie siano migliori quando sono sbagliate [...]<br />'''Tomoya''': Come mai? Non è che le profezie sono significative solo quando sono giuste?<br />'''Ryou''': Questo non è vero. È solo una profezia, niente altro. Sono soltanto i cartelli indicatori che ti guidano nel futuro... o cosa accadrà d'ora in poi. Così, se una profezia si avverasse, non penseresti che sembrerebbe che ci fosse una sola occasione per il futuro? Ed è per questo che le profezie sono migliori quando sono errate. Vorrei credere che ci siano molte opportunità sulla strada che dobbiamo percorrere. :''– Ah... um... well, how should I say this...? Your fortunes are... well... <br />– Yes, they are often wrong. Well, it is true that it's a shame when they are off, but I think it's better off that way. Rather, I think fortunes are better when they are wrong. [...]<br />– How come? Don't fortunes only have meaning when they are right?<br />– That's not true. It' just fortune telling, nothing more. It's only one of the signposts that guide you to the future... or what will happen from now on. So if a fortune comes true, don't you think that feels like there's only one possibility for the future? And that's why fortunes are better when tey are off. I would like to think there are a lot of possibilities on the road ahead of us.'' *{{NDR|Sunohara ha capito che Tomoya vorrebbe lasciare Ryou perché in realtà ama Kyou}}<br />'''Sunohara''': Non dirmi che pensi di uscirne pulito da questa situazione? Inoltre credo che ci sia un'altra cosa su cui ti stai sbagliando.<br />'''Tomoya''': ...Di cosa... si tratta?<br />'''Sunohara''': In questo momento non importa cosa tu faccia, farai del male a una di loro. [...] Non te l'ho appena detto? Che sarebbe meglio se tu trovassi un modo per fare loro il minor male possibile? In questo momento, qualunque cosa tu faccia non potrai evitare di ferire almeno una di loro. Per tua informazione, proprio per questo non c'è il modo di uscirne completamente puliti. [...] Più tempo ti ci vorrà a trovare una soluzione, più profonda diventerà questa ferita. :''– Say, don't tell me you think you can get out of this one clean? Also, I think there's one other thing you're mistaken about.<br />– ...What... is it?<br />– Right now, no matter what you do, you're going to hurt one of them. [...] Didn't I just tell you? That it's best if you look for a way that hurts them the least? Right now, whatever you do, you can't avoid hurting at least one of them. Just so you know, there's no way you can get out of this one completely clean because of that. [...] The longer it takes for you to come up with an answer, the deeper the wound will become.'' === Arco di Misae === *{{NDR|Tomoya è nella stanza di Misae; quando lei rientra dopo aver sbrigato una commissione, le offre una tazza di caffè}}<br />'''Misae''': Cosa? Come facevi a sapere dove tengo il caffè in chicchi?<br />'''Tomoya''': Ormai ho già dato un'occhiata approssimativa a dove si trovano tutte le cose in questa stanza.<br />'''Misae''': Non dirmi che hai perlustrato la mia stanza mentre non c'ero.<br />'''Tomoya''': Ti andrebbe bene se lo facessi?<br />'''Misae''': Se lo vuoi sapere veramente, la mia biancheria intima è nel secondo cassetto della credenza dall'alto.<br />'''Tomoya''': Huh? Davvero? {{NDR|pensando}} Mi accorgo che sto guardando la credenza.<br />'''Misae''': Sembra che tu non abbia fatto niente, a giudicare da questa reazione.<br />'''Tomoya''': Questo è un trucchetto piuttosto cattivo... [...] Comunque [la biancheria] è veramente nel secondo cassetto?<br />'''Misae''': Perché non controlli da solo?<br />'''Tomoya''': Posso?<br />'''Misae''': In realtà è nel primo cassetto. Il secondo è quello dove metto le mie calze. :''– So? How come you know where I keep my coffee beans?<br />– I've roughly got a grasp on where everything is in this room by now.<br />– Don't tell me ypu've been searching my room while I'm not here.<br />– Is it all right if I do so?<br />– If you really want to know, my underwear's in the second dresser drawer from the top.<br />– Huh? Really? I find myself looking at the dresser.<br />– It does look like you haven't done anything, judging by that reaction.<br />– That's a pretty evil trick... [...] Are they really in the second drawer, though?<br />– Why don't you check for yourself?<br />– Can I?<br />– They're actually in the first drawer. The second one is where I put my socks.'' *{{NDR|Misae ha scoperto che il ragazzo che amava è già fidanzato; Shima, che la ama, la consola}}<br />'''Shima''': Credo che io, il "me di adesso", sia innamorato della "Misae-san di adesso". Mi piacciono cose come il fatto che tu rimproveri... o che ti preoccupi... Mi piace anche il fatto che hai un buon profumo quando mi prendi per il collo. [...] E anche perché sei bella, Misae-san.<br />'''Misae''': Avrei preferito che me lo avessi detto prima... :''– I think that I, the "me of right now", fell in love with the "Misae-san of right now". I like things like how you scold... or how you worry... I even love the fact that you smell nice when you grab my neck. [...] And also because you're beautiful, Misae-san.<br />– I'd preferred it if you said that first...'' === Arco di Koumura === *{{NDR|Sunohara è stato colpito di sorpresa da Tomoyo e si sta rialzando}}<br />'''Sunohara''': Anche un maestro buddista non può vincere contro un attacco a sorpresa...<br />'''Tomoya''': Così, in quella tua testa, i buddisti sono esperti di arti marziali o qualcosa del genere? Sei veramente un idiota.<br />'''Sunohara''': È solo un modo di dire!! :''– Even a Buddhist master can't win against a surprise attack...<br />– So in that head of yours, Buddhists are martial artists or something? You really are a dumbass.<br />– It's just a figure of speech!!'' *{{NDR|Sunohra pensa che Tomoyo non sia una ragazza e cerca un modo per dimostrarlo: dice di non aver avuto tempo per radersi}}<br />'''Sunohara''': Sono, come dire, veramente spiacente di chiedertelo, ma potresti prestarmi il tuo rasoio?<br />'''Tomoyo''': E perché dovrei prestarti un rasoio?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! L'hai sentito anche tu! Vero, Okazaki?<br />'''Tomoya''': Sì, ho sentito tutto chiaramente, ma... [...]<br />'''Sunohara''' {{NDR|a Tomoyo}}: Hai appena detto "Io", giusto?! [...] In altre parole, questo vuol dire che hai un rasoio. E in questo caso...<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non ce l'ho [...] Quando dicevo "Io" quello che intendevo era "Dove avrei qualsiasi tipo di obbligo di prestarti uno qualsiasi dei miei effetti personali?" E soprattutto... [...] Non lo sai che è maleducato chiedere questo a una signora?! {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara, poi si rivolge a Tomoya}} Era legittima difesa.<br />'''Tomoya''': Sì. Era legittima difesa. :''– So I'm, like, really sorry for asking, but could you perhaps, like, lend me your razor?<br />– And why do I have to lend you a razor?<br />– Yes! She fell for it! You heard it too! Right, Okazaki?<br />– Yeah, I heard it all right, but... [...] <br />– You said "I" just now, didn't you?! [...] In other words, it means that you own a razor. And in that case...<br />– Of course I don't own one. [...] When I said "I", what I meant was, "where do I have any kind of obligation to lend you any of my belongings?" More importantly... [...] Don't you know it's rude to ask that of a lady?! This was self-defense. [...]<br />– Yup. It was self-defense.'' *{{NDR|Sunohra, viste le dimensioni del seno di Tomoyo, crede che sia finto e tenta di dimostrarlo}}<br />'''Sunohara''': Oh, no! Ho dimenticato il seno che mi serve per la prossima lezione! Tomoyo, per favore prestami il tuo!<br />'''Tomoyo''': Perché?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! Mi hai chiesto "perché", questo significa che puoi prestarlo, giusto? Questo significa che puoi togliertelo, giusto?<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non posso togliermelo... [...] E soprattutto [...] quale diavolo di lezione utilizza il seno? {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara}}<br />'''Tomoya''': È stato per legittima difesa.<br />'''Tomoyo''': Sì. :''– Oh, no! I forgot the boobs I need for my next class! Tomoyo, please lend me your boobs!<br />– Why?<br />– Yes! She fell for it! You asked me "why", which means that you can lend them out, right? That means you can take them off, right?!<br />– Of course I can't just take them off... [...] More importantly... [...] What the hell class uses breasts?!<br />– It was in self-defense.<br />– Yup.'' *{{NDR|Tomoya si è dichiarato a Nagisa; l'indomani lei gli dice che non si sente adeguata ad essere la sua fidanzata}}<br />'''Nagisa''': Vedi, Okazaki-san... tu sei alto, sei fantastico, sei una persona meravigliosa. Io però sono una piagnucolona timida che non è nemmeno carina.<br />'''Tomoya''': Hey, Furukawa? [...] Hai presente quella grande famiglia dei [[dango]]<ref>Il ''dango'' è un dolce giapponese a forma di piccolo gnocco; in ''Clannad'' Nagisa cita spesso "La grande famiglia dei Dango" (''Dango Daikazoku''), un cartone animato che aveva ottenuto un grande successo diversi anni prima dove i protagonisti sono dei ''dango''.</ref> che ti piace così tanto? Come ti sentiresti se qualcuno ne parlasse male dicendo che non sono carini?<br />'''Nagisa''': Mi farebbe sentire... veramente triste.<br />'''Tomoya''': Vero? È quello che provo io adesso. [...] C'è una ragazza che mi piace molto, e si chiama Nagisa Furukawa. Potresti non parlare male di lei?<br />'''Nagisa''': Va bene... Mi dispiace, penso che sia molto carina. ...Aspetta, uh?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Sono scoppiato a ridere. Sembrava che Furukawa non avesse ancora capito veramente cosa le stessi dicendo.<br />'''Nagisa''': Mi sento come se tu mi avessi detto qualcosa di veramente imbarazzante.<br />'''Tomoya''': Te lo stai solo immaginando. :''– Well, Okazaki-san... you're tall, and you're cool, and... you're a wonderful person. But I'm a shy crybaby who isn't even cute.<br />– Hey, Furukawa...? [...] You know that Big Dango Family you like so much? How would you feel if someone badmouthhed them by saying they weren't cute?<br />– It would make me feel... very sad?<br />– Right? That's how I feel right now. [...] There's a girl I like a lot, and her name is is Nagisa Furukawa. Could you please not badmouth her?<br />– Oh, okay... I'm sorry. I think she's very cute. ...Wait, hm?<br />– I burst into laughter. Furukawa still doesn't seem to fully understand what I told her.<br />– I kind of feel like you just said something really embarassing.<br />– You're just imagining things.'' === Arco di Tomoyo === *'''Tomoya''': Ma perché eri così selvaggia, allora?<br />'''Tomoyo''': Non avevo davvero una ragione per essere selvaggia. Ma [ora] ho una ragione per non essere selvaggia. Chiunque passi attraverso la pubertà diventerà selvaggio se non ha una ragione per non farlo. Questo è quello che penso. Mi sbaglio?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: È la prima volta che ne sento parlare, ma credo che ci sia qualcosa di vero in queste parole. :''– But why were you so wild back then?<br />– I didn't really have a reason for being wild. But I do have a reason for not being wild. Anyone going through puberty will go wild if they don'y have a reason not to. That's what I think. Am I wrong?<br />– This is the first time I've heard about this, but I do feel like there's some truth to it.'' *'''Tomoyo''': Non ho nessuna fiducia nella mia personalità. Sono soltanto una di quei cosiddetti "maschiacci". Però, a dire il vero... in realtà sono piuttosto fiduciosa del mio aspetto.<br />'''Tomoya''': Sì, i tuoi seni sono piuttosto grandi.<br />'''Tomoyo''': Sei proprio un maiale, non è vero?! :''– I don't have any confidence in my personality. I'm just one of those so-called "tomboys"... But, to tell the truth... I actually am a bit confident in my appearance.<br />– Yeah, your breasts are pretty big.<br />– You really are a leach, aren't you?!'' *'''Tomoyo''': Sono sicura che solo tu conosci il dolore che provi. Se fossi in grado di comprendere il tuo dolore con il poco tempo che sono stata con te, forse potrei diventare una consulente, una chiromante o qualcosa del genere.<br />'''Tomoyo''': Sì, è vero... :''– I'm sure that only you know the pain you feel. If I understood your pain in just the short time I've been with you, I'd probably go become a consuellor or a fortune teller or something.<br />– Yeah, that's true...'' *'''Tomoyo''': La zuppa di zucca è uno dei piatti che sono abbastanza brava a fare. Sai, sono piuttosto fiduciosa; inoltre, ci sto mettendo dentro anche un po' d'amore, solo per te. Anche se fosse cattiva per tutti gli altri, penso che per te sarebbe sicuramente deliziosa.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Tomoyo versa un po' di zuppa su un piattino e l'assaggia.<br />'''Tomoyo''': Buona. Sarebbe buona anche per le altre persone. :''– Pumpkin soup's one of the dishes I'm quite good at making. I'm pretty confident with this one, you know. Plus, I'm putting some love into this, just for you. Even if it tastes bad to everyone else, I think for you it'll be absolutly delicious.<br />Tomoyo pours some on a saucer and tastes it.<br />– Good. It'd even taste good to other people too.'' *{{NDR|Tomoya, che ha terminato gli studi, ha parlato con Takafumi (il fratello di Tomoyo) prendendo in giro la ragazza; ora è andato al lavoro lasciando Takafumi e Tomoyo all'inizio del viale che porta alla scuola}}<br />'''Takafumi''': Non dovresti dargli il suo pranzo?<br />'''Tomoyo''': Oh, no. Ma allora, lo sai? {{NDR|che stiamo insieme}}<br />'''Takafumi''': Voi due siete piuttosto divertenti. Sembrate una bella coppia. Penso che andrò d'accordo con lui. :''– Don't you need to give his food?<br />– Oh, no. Or actually, you know?<br />– You two're quite funny. You seem like a good match. I think I'll get along with him.'' === Arco di Kotomi === *{{NDR|Tomoya è in libreria con Kotomi, e ha visto che lei vuole tagliare qualcosa da un libro che sta sfogliando}}<br />'''Tomoya''': Cosa stai tenendo in mano? {{NDR|pensando}} Indico le forbici, sollecitando una risposta. [...] <br />'''Kotomi''': Forbici. È uno strumento usato per tagliare carta o stoffa.<br />'''Tomoya''': Lo so.<br />'''Kotomi''': La lama è fatta di acciaio inossidabile e il manico è in plastica. [...] In inglese si pronuncia ''scissors''. In francese, ''ciseaux''. In italiano, ''forbici''. In latino, ''forfex''.<br /> :''– What's that you're holding? I point at the scissors and press for an answer.'' [...]<br />– ''Scissors. It's a tool used to cut paper or cloth.<br />– I know that.<br />– The blade is made of stainless steel and the handle is made of plastic.'' [...] ''In english, it's scissors. In French, it's ciseaux. In Italian, it's forbici. In latin, is forfex.'' [[File:Michiyo-Yagi- 06N6355.jpg|thumb|Una suonatrice di ''koto'' durante un'esibizione]] *'''Kotomi''': Perché il mio nome è [[Kotomi]]? [...]<br />'''Padre''': Il mondo è formato da tantissime minuscole [[Arpa|arpe]] che sono invisibili a occhio nudo.<br />'''Kotomi''': Tante... arpe?<br />'''Padre''': Sì. Nella lingua di questo Paese, la parola che usiamo è "koto". Il mondo è pieno di arpe, e ciascuna di esse produce un diverso tipo di suono. E tutte si intrecciano in maniera complessa per formare una singola melodia. Per questo il mondo è così bello.<br />'''Kotomi''': Chi suona le arpe? [...]<br />'''Padre''': Probabilmente [[Dio]], penso. [...]<br />'''Kotomi''': Dov'è Dio?<br />'''Padre''': Dio è ovunque. Solo che non possiamo vederlo. E lui vigila sempre con gentilezza su di noi. :''– Why is my name Kotomi?'' [...]<br />''– The world is formed by very many tiny harps that are invisible to the naked eye.''<br />– ''Lots of... harps?''<br />– ''Yes. In the language of this country, the word we use is "koto." The world is filled with harps, and each and every one plays a different kind of sound. And they all intertwine in a complex way to form a single melody. That is why this world is so beautiful.''<br />– ''Who is playing the harps?'' [...]<br />– ''Probably God, I think.'' [...]<br />– ''Where is God?''<br />– ''God is everywhere. We just can't see him. And he's always kindly watching over us.'' ==Citazioni su ''Clannad''== *La maggior parte degli harem è facile da liquidare. [Un ragionamento] del genere è pericoloso, perché questo anime harem è molto vicino alla perfezione. Dopo averlo visto, anche i vecchi enciclopedisti stanchi avranno bisogno di una dose di qualcosa di intelligente, cinico e adulto per tirarsi fuori dalle grinfie di questa bellissima droga. Vi farà marcire il cervello e vi farà piangere con la nostalgia di qualcosa che non avete mai avuto. (''[[The Anime Encyclopedia]]'') *Primavera. A partire dall'ordinaria vita scolastica, una storia di persone e di una città. :── 春。ありふれた学園生活から始まる、人と町の物語。<ref>Dal retro della confezione del gioco per PlayStation 4.</ref> :(''Haru. Arifureta gakuen seikatsu kara hajimaru, hito to machi no monogatari.'') *– Ricorda, ci sono bugie buone e bugie cattive: le bugie cattive feriscono le persone, le bugie buone le salvano!<br />– Da quale eroge l'hai presa questa?<br />– CLADDAN... e non è un eroge, è una visual novel che ti insegna il senso della vita, quindi stai zitto! (''[[Steins;Gate]]'') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Clannad''}} ehc28h5wxeql4mzkbvtdg2kj5tpvqrh 1221365 1221338 2022-08-07T15:15:45Z Bradipo Lento 20707 /* Arco di Kotomi */ +1 wikitext text/x-wiki {{Videogioco |nomegioco = Clannad |immagine = Clannad Logo.svg |nomeoriginale = クラナド |nometraslitterato = Kuranado |anno = 2004 |sviluppo = Key |pubblicazione = Key<br />Steam (PC) |genere = visual novel |piattaforma = Microsoft Windows/PlayStation 2/PlayStation Portable/Xbox 360/PlayStation 3 |tema = dramma/sentimentale }} '''''Clannad''''', visual novel prodotta dalla Key e pubblicata in Giappone nel 2004. Dal gioco sono state tratte due serie anime per complessivi 48 episodi. ==Frasi== {{cronologico}} === Parte introduttiva === *Odio questa città. Ci sono troppi ricordi qui che preferirei dimenticare. Tutti i giorni è la stessa [storia]. Andare a scuola, trovare gli amici, tornare a casa in un luogo che non sopporto... Non accade mai niente di nuovo. (Mi chiedo se la mia vita cambierà mai...) ('''Tomoya''') :''I hate this town. There's just too many memories here I'd rather forget. Everyday is the same. Go to school, see friends, come home to a place I can't stand... Nothing new ever happens. (I wonder if my life will ever change...)'' * *Sigh* Sospiro sconsolato mentre guardo in alto verso il cielo. Scorgo il cancello della scuola. Comunque, di chi è stata l'idea di mettere una scuola sulla cima di una enorme salita? La collina continua, come se fosse un incubo infinito. ('''Tomoya''') :''*Sigh* I exhale dejectedly while gazing up at the sky. There stand the school gates. Whose idea was to put a school at the top of a giant slope, anyway? The hill goes on like a never-ending nightmare.'' *Guardo alla mia destra. Una ragazza è lì ferma, proprio vicino a me. Dal colore del distintivo della scuola sulla sua divisa, posso dire che anche lei è una studentessa del terzo anno.<ref>Le divise degli studenti nipponici hanno un particolare (in questo caso il distintivo dell'istituto) che presenta un colore diverso a seconda dell'anno del corso. Nella scuola superiore presente in ''Clannad'' il colore è verde per il primo anno (vedi distintivo di Fuko), rosso per il secondo anno (vedi distintivo di Tomoyo) e blu per il terzo anno (vedi distintivo di Nagisa, Tomoya e di quasi tutti gli altri personaggi citati).</ref> Ma lei non è una persona che mi è familiare. I suoi capelli corti, che le arrivano appena sotto alle spalle, ondeggiano nel vento. ('''Tomoya''') :''I look to my right. A girl is standing there, just still at me. I can tell from the color of the school insigna on her uniform that she's also a third-year student. But she isn't someone familiar to me. Her short hair, that comes to just above her shoulders, flutters in the wind.'' *Non importa se è vecchia o meno. Una cosa che è carina è sempre carina, a prescindere da quando la guardi. ('''Nagisa''') :''It doesn't matter whether it's old or not. Something that's cute is always cute, regardless of when you look at it.'' === Arco di Fuko === *Non ho idea di quanto sia dura la situazione che Fuko sta vivendo, ma fino a quando rimarrà in questa casa {{NDR|da Nagisa}} la solitudine sarà una di quelle cose che non proverà. ('''Tomoya''') :''I haven't any idea how harsh a situation Fuko's experiencing, but as long as she stays in this house, loneliness is the one thing she won't feel.'' *Prima ho notato... [che] tutti gli alunni di questa scuola hanno iniziato a parlare di questa ragazza che nessuno di loro ha mai visto. Le loro congetture su di lei si sentono dappertutto. Ma nessuna di queste si può descrivere come negativa per lei. Un'innocente ragazza che ha sempre lavorato duramente, andando in giro per la scuola... così sembra apparire nei ricordi di tutti. E a un certo punto... tutti hanno iniziato ad aspettare. Attendono il giorno in cui aprirà i suoi occhi. Io non faccio eccezione. Non so perché, ma sembra che lei mi piaccia molto. Anche se non ci siamo mai incontrati. Questa sensazione misteriosa si è radicata dentro di me. Ecco perché, come tutti gli altri, desidero che questo giorno venga. E questo giorno arriverà. Senza alcun dubbio. ('''Tomoya''') :''Before I notice... all the students in school have started talking about that girl whom no one has even seen. Their speculations about her are heard everywhere. But not a single one of them could be described as unfavorable of her. An innocent girl who always works her hardest, running around the school... that seems to be how she appears in everybody's mind. And at some point... everyone starts waiting. Waiting for the day she opens her eyes. I am no exception. I don't know why, but I seem to like her a lot. Even though we haven't even met. Such a mysterious feeling is rooted inside me. That's why, just like everyone else, I long for that day to come. And that day will come. Without a doubt.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *Mentre guardo la commessa che incarta il pendente con raffinatezza, mi immagino mentre glielo consegno. Mi chiedo se questo la renderà felice. Oggi ho imparato che acquistare qualcosa per qualcuno può essere inaspettatamente divertente. ('''Tomoya''', che ha acquistato un pendente per Ryou) :''As I look the clerk wrapping the pendant neatly by hand, I imagine myself handing this to her. I wonder if she'll be happy with this. Today, I learned that buying something for someone can be unexpectedly fun.'' *Un [[appuntamento]] inizia nel momento in cui inizi ad aspettare. ('''Ryou''') :''A date starts the moment you start waiting.'' *{{NDR|Dopo aver trascorso la giornata al centro commerciale, Tomoya chiede a Ryou dove voglia andare; lei risponde che, se è insieme a lui, ovunque le va bene.}}<br />Comunque, oggi siamo già stati in tutti i luoghi degni di nota qui intorno. In pratica non c'è più un "da qualche parte" dove poter andare. Così continuiamo a passeggiare tenendoci per mano. Lei cammina lentamente, in modo da allungare, anche di poco, il tempo da trascorrere insieme. Io mi adeguo al suo passo... Il tempo scorre lentamente... Anche se chiudo gli occhi, posso sentire attraverso il suo calore che lei è vicino a me. Questo mi dà un senso di conforto e di tranquillità che le parole non possono descrivere. ('''Tomoya''') :''Even so, we've alredy gone to all the places of note around here today. In the end, ther just isn't "anywhere" we can go to. And so we just keep on walking while holding hands. She walks slowly, so as to lengthen the time we have together even by just a little. And I match her footsteps... Time flows by gradually... Even if I close my eyes, I can feel through her warmth that she's next to me. It gives me a sense of comfort and tranquillity that words cannot describe.'' === Arco di Ryou === *{{NDR|Kyou sorride felice perché Tomoya le ha chiesto di chiamarlo per nome, circostanza che per i giapponesi implica un rapporto molto stretto tra due persone.}}<br />Non lontano da me c'è un sorriso pieno di gioia e felicità. La possibilità che una piccola occasione si trasformi in un enorme passo avanti... Il mio... No. Il nostro viaggio inizia da qui. ('''Tomoya''') :''Not far from me, there is a smile filled with joy and happiness. The possibility that a small opportunity will turn into a huge step forward... My... No. Our journey begins here.'' === Arco di Kyou === [[immagine:Minchiate card deck - Florence - 1860-1890 - Trumps - 13 - La Morte.jpg|thumb|150px|right|Alcuni mazzi di Tarocchi, per ''La Morte'', non riportano il nome della carta]] *{{NDR|Tomoya si è accorto che Ryou è un po' turbata dopo la giornata trascorsa con lui e le chiede cosa abbia.}}<br />A dire il vero... mi sento un po' preoccupata per oggi. In realtà stamani ho letto la mia sorte... e... ho avuto un responso piuttosto negativo. Ho trovato ''La Morte'' rovesciata sulla carta che rappresenta il futuro. Può indicare un mancato cambiamento, stagnazione, indecisione e incomprensioni... Non sembra qualcosa che possa essere considerato positivamente, giusto? ('''Ryou''') :''To tell the truth... I felt a little worried about today... Actually, I told my own fortune this morning... And... I got somewhat bad result. I got a reversed Death for the card that hints at the future... It can stand for failure to change, stagnation, indecision, and misunderstandings... It doesn't sound like something that can be taken positively, right?'' *{{NDR|Ryou ha chiesto a Tomoya se lui la ami}} Non ho ancora detto a Ryou che mi piace. Anche se usciamo insieme... non le ho mai detto quello che provo. Ma... cosa provo in realtà? La mia bocca si sta seccando, la lingua si è incollata al palato, e nonostante le mie labbra si muovano le parole non riescono a uscire. Il silenzio sgradevole [che c'è tra noi] continua. Anche la mia gola si sta seccando, come se si rifiutasse di dare voce a qualsiasi parola. Data l'atmosfera, sembra quasi che stia esitando anche a sospirare. Non riesco a guardarla dritto negli occhi. ('''Tomoya''') :''I haven't yet told Ryou that I like her... Even though we are dating... I haven't once told her how I myself feel. But... how do I actually feel...? The inside of my mouth begins to dry up. My tongue is glued to the roof of my mouth, and although my lips are moving, words do not come out. The unpleasant silence continues. Even my throat begins to dry up, as if it is refusing to give voice to any words. Given the atmosphere, it feels as if I am even hesitating to sigh. I can't look her straight in the eye.'' *Sono così crudele... Ho cercato di farvi mettere insieme... Dicevo a Ryou che ce la poteva fare... ma in realtà speravo che le cose non andassero bene! Ho sperato che tu la rifiutassi! Questi erano i miei pensieri! Odio me stessa! Mi comporto come se mi prendessi cura degli altri, ma in realtà penso solo a me stessa... Nonostante non voglia farmi del male, voglio che gli altri rimangano feriti... Mi odio per quello che sono! ('''Kyou''', che confida a Tomoya di essersi innamorata di lui) :''I am so cruel... I was trying to get the two of you together... I was telling Ryou that she could do it... but in reality, I didn't want it to go well...! I'd hoped that you would turn her down...! I was doing everything with that on my mind! I hate myself...! I act as though I care for others, but in reality I only think for myself... Even though I didn't want myself to be hurt, I wanted others to be hurt... I hate how I am like that!'' *Lentamente, il sole cala sempre di più, allungando le ombre sul terreno. Anche il pavimento di linoleum del corridoio è tinto di cremisi dal tramonto. Mi chiedo come mai il rosso, un colore che dovrebbe essere vivace e intenso, diventi così malinconico in occasioni come questa...? ('''Tomoya''') :''Gradually, the sun hangs lower and lower, stretching out the shadows on the ground. The linoleum flooring of the hallway is also dyed crimson by the sunset. I wonder why red, a color that's supposed to be lively and intense, becomes so melancholic on occasions like this...?'' *Non voglio perdonarti... Quindi... non scusarti. Se ti scusi, mi viene voglia di perdonarti. [...] Io... ho molto apprezzato il tempo che ho trascorso insieme a te, Tomoya. Siamo andati in molti luoghi diversi. Abbiamo pranzato insieme, noi due da soli. E mi hai comprato un pendente. Ci siamo anche baciati... Mi hai lasciato così tanti ricordi... Se ti scusassi... e io ti perdonassi... mi sembrerebbe che il tempo che abbiamo trascorso insieme fosse tutta una bugia... Tutti questi sono dei ricordi molto preziosi per me, quindi non scusarti. ('''Ryou''', mentre Tomoya cerca di scusarsi con lei perché vuole lasciarla) :''I don't want to forgive you... So please... don't apologize... If you apologize, it makes me want to forgive you. [...] I... really enjoyed the time I spent together with you, Tomoya-kun. We went to many different places. We had lunch together, just the two of us. And you bought me a pendant. We also kissed... You gave me so many memories... If you apologize... and I forgive you... then it makes me feel that the time we spent together was all a lie... They are all very precious memories to me... so please don't apologize.'' === Arco di Misae === *Ti piace veramente far piangere le donne, non è vero? ('''Misae''', dopo che Tomoya le ha detto che la ama per quello che è) :''You really do enjoy making women cry, don't you?'' === Arco di Tomoyo === *Non pensi che sia più femminile mantenere almeno ALCUNI segreti? ('''Tomoyo''') :''Don't you think it's more feminine to hold at least SOME secrets?'' *La nostra famiglia non era per niente calorosa. Erano sempre freddi e apatici. Non importava cosa accadesse. Anche quando ho iniziato la scuola elementare, anche durante le giornate sportive, anche quando prendevo buoni voti, anche quando vinsi un premio per un disegno fatto per i compiti delle vacanze estive... a loro non importava niente. Capisci, Tomoya? [...] Sono cresciuta senza amore. ('''Tomoyo''') :''Our household just didn't feel warm at all. They were always cold and apathetic. No matter what happened. Even when I started elementary school, even during sports day, even when I got good grades, even when I got a prize for a drawing for summer vacations homework... They never cared at all. Do you understand, Tomoya? [...] I was raised without any love.'' *Qualcosa che non potevo accettare era diventata qualcosa di accettabile. Mi chiedo se sia per via di questa "famiglia" di cui lei parla spesso. Mi chiedo se Tomoyo sia qualcosa di simile a una famiglia per me. Siamo rimasti separati per tutto questo tempo. Tuttavia, entrambi avevamo gli stessi identici sentimenti. Entrambi siamo nati in famiglie fredde, prive di calore. Era veramente una parente perduta da tempo. ('''Tomoya''') :''Something I couldn't accept had turned into somthing acceptable. I wonder if it is because of this... "family" she often talks about. I wonder if Tomoyo is something like family to me. The entire time, we had been separated. However, we both bore the exact same feelings. Both of us had been born to cold households, with no warmth at all. She truly was a long-lost relative.'' === Arco di Kappei === *Se c'è amore, allora anche le [[Verità e bugia|bugie]] sono la [[Verità e bugia|verità]]. ('''Yoshino''') :''If there is love, then even lies are the truth.'' ==Dialoghi== {{cronologico}} ===Parte introduttiva === [[immagine:Cosplayer di Nagisa Furukawa.jpg|thumb|Cosplayer rappresentante Nagisa Furukawa]] *'''Nagisa''': Ti piace questa scuola?<br />'''Tomoya''': Huh...? [...]<br>'''Nagisa''': A me piace veramente tanto. Ma... so che prima o poi tutto cambia. Le cose divertenti, quelle felici... tutto questo. Nulla può rimanere lo stesso per sempre. [...] Anche se le cose cambiano, sarò ancora in grado di apprezzarle qui? Io...<br />'''Tomoya''': Devi solo trovare qualcos'altro, proprio così!<br />'''Nagisa''': Huh? [...]<br />'''Tomoya''': Dovresti trovare altre cose che sono divertenti, altre cose che ti rendono felice. Tutto qui. Non è troppo difficile, giusto? [...] Su, andiamo! :''– Do you like this school?<br />– Huh...? [...]<br>– I really, really like it. But... I know that sooner or later, everything changes. The fun things, the happy things... All of it. Nothing can stay the same forever. [...] Even if things change, will I still be able to enjoy it here? I...<br />– You just have to find more, that's it<br />– Huh? [...]<br />– Then you have to find more things that are fun, more things that make you happy. That's all. That can't be too hard, right? [...]<br />C'mon, let's go.'' *'''Nagisa''' {{NDR|Tomoya si è incamminato verso la scuola}}: Anpan...<ref>Un panino di pasta dolce ripieno di marmellata di fagioli rossi.</ref> [...]<br />'''Tomoya''': Baguette.<br />'''Nagisa''': Non capisco cosa vuoi dire.<br />'''Tomoya''': Mi hai tolto le parole di bocca, stavo giusto per chiedertelo io. Allora, ti pice l'anpan o qualcosa del genere? È così?<br />'''Nagisa''': No, non particolarmente. Ma non è come se lo odiassi. Credo che mi piaccia più di quanto possa non piacermi. [...]<br />'''Tomoya''': D'accordo, allora. Muoviamoci.<br />'''Nagisa''': Va bene!<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: C'era un po' di ritrovata energia nella sua risposta. Forse si trattava di una sorta di strano incantesimo che aveva appena lanciato. :''– Anpan... [...]<br />– Baguette.<br />– I don't really understand what you mean.<br />– You took the words out of my mouth. I was just going to say that to you. So what, you like anpan or something? Is that it?<br />– No, not particularly. But it's not as if I hate it. I guess I like it more than I dislike it. [...]<br />– All right, well, let's get going.<br />– Okay!<br />There's a bit of newfound energy in her response. Maybe that was some kind of weird magical spell she cast just now.'' *'''Nagisa''' {{NDR|ha detto di non avere amici perché è stata assente da scuola per molto tempo}}: Avevo trascorso solo poco tempo con quelle ragazze e... Beh, loro non sono più in questa scuola. [...]<br />'''Tomoya''': Perché no?<br />'''Nagisa''': Si sono tutte diplomate. Proprio questa primavera.<br />'''Tomoya''': Per quanto tempo sei stata assente?<br />'''Nagisa''': Nove mesi.<br />'''Tomoya''': Capisco... {{NDR|pensando}} Deve sentirsi come una studentessa che si è trasferita in un'altra scuola. Considerate le circostanze, perché non dovrebbe?<br />'''Nagisa''': Mi sento come Urashima Taro.<ref>Il pescatore che, dopo essere stato in visita al palazzo del dio drago del mare, una volta tornato a casa scoprì di essersi assentato per trecento anni. Per approfondire vedi la [[w:Urashima Tarō|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> :''– I had only spent a little bit of time with those girls, and... Well, they aren't at this school any longer. [...]<br />– Why not?<br />– Tey all graduated. Just this spring.<br />– ... How long were you away for?<br />– Nine months.<br />– I see...<br />She must feel like a transer student at a brand new school. Considering the circumstances, how could she not?<br />– I felt like Urashima Taro.'' *'''Tomoya''' {{NDR|che aveva sentito Nagisa mormorare "Salisbury Steak" mentre era assorta}}: Su, mangiati una ''Salisbury Steak''<ref>Piatto composto da carne macinata a cui sono aggiunti altri ingredienti, simile all'hamburger, molto diffuso in Giappone. Per approfondire vedi la [[w:en:Salisbury steak|voce corrispondente]] su Wikipedia in lingua inglese.</ref> e tirati su.<br />'''Nagisa''': Huh? Come facevi a sapere che volevo una ''Salisbury Steak'' per cena?<br />'''Tomoya''': Ho un talento [nascosto]... {{NDR|pensando}} Ha perduto tutto quello che amava in questa scuola. Così, al loro posto... si è consolata con il cibo, che ha usato per rimanere motivata e per tirare avanti. :''– Well, eat a Salisbury Steak and cheer up.<br />– Huh? How'd you know I wanted Salisbury steak for dinner?<br />– I have a knack...<br />She had lost everything she loved at this school. So, in the place of all that... She rewarded herself with food as a way to stay motivated and more forward.'' === Arco di Fuko === *'''Sunohara''' {{NDR|Tomoya è appena rientrato in classe}}: Oh, bentornato.<br />'''Tomoya''': Huh? Sei qui?<br />'''Sunohara''': Comunque, è questo il modo di salutarmi? Sembra quasi che non dovrei essere qui.<br />'''Tomoya''': Esatto, non dovresti. Sei un obbrobrio.<br />'''Kyou''': L'unica cosa che puoi fare qui è produrre anidride carbonica, giusto? Anche le erbacce sono meglio [di te] perché producono ossigeno.<br />'''Sunohara''': Ragazzi, state dicendo delle cose crudeli! :''– Oh, welcome back.<br />– Huh? You're here?<br />– Is that any way to greet me? You make it sound like I shouldn't be there.<br />– Well, you really shouldn't be. You're an eyesore.<br />– The only thing you accomplish here is producing carbon dioxide, right? Even weeds are better because they produce oxygen.<br />– You guys say some pretty harsh things!'' [[immagine:Frischling 02.jpg|thumb|Botan, in realtà, è un cucciolo di cinghiale; Kyou lo indica chiaramente alcune battute dopo il dialogo riportato.]] *'''Kyou''' {{NDR|indicando Botan}}: Questo è il mio animale domestico.<br />'''Tomoya''': Intendi questa cosa rotonda?<br />'''Kyou''': Non è carino?<br />'''Tomoya''': ...È una nuova razza di cane o è un procione?<br />'''Kyou''': Hai gli occhi foderati di prosciutto? Perché pensi che sia un cane o un procione?<br />'''Tomoya''': Che cos'è, allora?<br />'''Kyou''': Un maialino.<br />'''Tomoya''': Cacca di maiale?<br />'''Kyou''': Ti ammazzo.<br />'''Tomoya''': Non dirlo sorridendo. È raccapricciante. :''– That's my pet.<br />– You mean this round thing?<br />– Isn't it cute?<br />– ...Is it some new breed of dog or raccoon?<br />– Are your eyes stuffed with marbles? Just why would you think this is a dog or raccon?<br />– What is it, then?<br />– It's a piglet.<br />– Pig shit?<br />– I'll kill you.<br />– Don't say that with a smile. It's creepy.'' *'''Sunohara''' {{NDR|ha preso un calcio da Kyou}}: Mi sembra di essere appena stato preso a calci. Credo di aver intravisto qualcosa di azzurro insieme alla suola di una scarpa. Scommetto che erano le sue mutandi...<br />'''Kyou''': Toglitelo dalla testa! {{NDR|colpisce nuovamente Sunohara, poi si rivolge a Tomoya imbarazzata}} Hai sentito quello che ha detto?<br />'''Tomoya''': Non ho sentito niente. :''– It seems I was kicked just now. I think I caught a glimpse of something light blue honing in on me along with the bottom of a shoe. I bet that was her panti...<br />– Erase that from your mind! You heard that?<br />– Didn't hear a thing.'' *'''Fuko''': Aspetta, strana persona!<br />'''Tomoya''': Così ero io, allora? {{NDR|aveva ignorato Fuko quando lo chiamava "strana persona"}}<br />'''Fuko''': Non è ovvio? Non è facile trovare qualcuno che possa uguagliare il tuo livello di stranezza.<br />'''Tomoya''': Una persona come te si vede una volta ogni dieci anni... e ci sono buone probabilità che non stia esagerando.<br />'''Fuko''': No, non è un'esagerazione.<br />'''Tomoya''': Grazie mille.<br />'''Fuko''': Non c'è di che. La verità merita di essere detta.<br />'''Tomoya {{NDR|pensando}}''': E io dovrei fare qualche commento sarcastico adesso, no? :''– Please wait, weird person!<br />– So it was me after all? [...]<br />– Isn't it obvious? It's not easy to find someone who can match your level of weirdness.<br />– A person like you wouldn't appear more than once every ten years... And then there are good odds that's not even an exaggeration.<br />– No, it's totally not an exaggeration.<br />– Thank you very much.<br />– Don't mention it. The truth deserves to be told.<br >And I deserve to make some sarcastic comments here, don't I?'' *'''Fuko''': C'è un'altra strana persona!<br />'''Sunohara''': Cosa? Che cosa ci sarebbe di strano in me?<br />'''Fuko''': Il colore dei tuoi capelli è impossibile.<br />'''Sunohara''': Ci siamo appena incontrati, e questo è il modo in cui mi parli... :''– There's another weird person!<br />– What? Just what's weird about me?<br />– The color of your hair is impossible.<br />– We've only just met, and this is how you talk to me.'' *'''Ragazzo''': Fantasmi?<br />{{NDR|Tomoya riflette mentre ascolta}} Due alunni seduti davanti a me sono assorti in pettegolezzi assurdi, hanno ancora i libri di testo in mano.<br />'''Ragazzo A''': Sì, sembra che alcuni ne abbiano visti diversi di loro ultimamente. In particolare, il fantasma di una studentessa.<br />'''Ragazzo B''': Davvero?<br />{{NDR|Tomoya ripensa alla parole appena sentite}} È una conversazione stupida, ma anche se non volessi sentirla non posso fare a meno di ascoltare.<br />'''Ragazzo A''': C'è questo ragazzo che conosce quella studentessa, e secondo lui è decisamente un fantasma.<br />'''Ragazzo B''': Dici sul serio?<br />'''Ragazzo A''': Sì, perché vedi, quella ragazza... è rimasta coinvolta in un incidente stradale due anni fa. Dicono che fu ricoverata in ospedale per un po', ma alla fine non sono riusciti a salvarla... Subì l'incidente appena iniziato il liceo... così sembra che sia ancora legata a questo luogo perché non è riuscita a vivere in pieno l'atmosfera delle scuole superiori. A quanto pare è questo il motivo per cui è diventata un fantasma che viene qui per divertimento...<ref>Secondo la tradizione giapponese Fuko sarebbe uno ''yūrei'', ossia uno spirito che non riesce a raggiungere il paradiso perché legato a un particolare luogo o perché qualche conflitto emotivo lo lega ancora alla vita terrena. Per approfondire vedi la [[w:yūrei|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> È una di quelle storie tristi. :''– Ghosts?<br />Two students sitting in front of me are engrossed in absurd gossip, reference books still in hands.<br />– Yeah, it sounds like people have been seeing a lot of them lately. Especially a female student's ghost.<br />– For real... ?<br />It's a stupid conversation, but whether or not I want to hear it, I do.<br />– There's this guy who knows that student too, and according to him, it's definitely a ghost.<br />– Are you serious...?<br />– Yeah... because you see, that girl... was in a traffic accident two years ago. They say she was hospitalized for a while, but in the end, they couldn't save her... She got in the accident right after starting high school... so she still felt an attachment to this place since she wasn't able to have a full high school experience... And that's apparently why she became a ghost that comes here for fun... It's kind of a sad story.'' [[immagine:Starfish 02 (paulshaffner).jpg|thumb|Una stella marina, la passione di Fuko]] *'''Fuko''': Okazaki-san...<br />'''Tomoya''': Sono qui...<br />'''Fuko''': Ricordi il sogno di cui Fuko ti aveva parlato?<ref>Fuko, quando parla di se stessa, usa la terza persona.</ref><br />'''Tomoya''': Sì, ricordo... è quello dove ero mezzo nudo, giusto...<br />'''Fuko''': Sì... Nel sogno Okazaki-san correva in giro in maniera strana, e dopo aver trovato Fuko che giocava da sola sulla spiaggia le ha preso la mano. "Cosa stai facendo tutta sola? Oggi è la festa delle stelle marine!" dicevi... e hai tirato questa mano.<br />'''Tomoya''': Uh-huh...<br />'''Fuko''': Da quando Okazaki-san è apparso, ogni giorno è stato come una festa. Okazaki-san ha sempre portato Fuko in luoghi emozionanti, ogni giorno era... una festa delle stelle marine. È stato davvero, davvero emozionante.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Come se fosse inghiottita dai rumori della folla, la sua voce diviene sempre più flebile.<br />'''Fuko''': È veramente così...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: E il calore della sua mano...<br />'''Fuko''': ...tanto divertente.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: ...sta scomparendo... vorrei gridare il suo nome, ma... non riesco a recuperarlo dalla mia memoria... e mi metto a piangere. :''– Okazaki-san...<br />– I'm here...<br />– Do you remember the dream Fuko told you about?<br />– Yes... I remember... It's the one in which I was half naked, right...<br />– Yes... In the dream Okazaki-san was running around really weird, and found Fuko playing alone on the beach and took her hand. "What are you doing all alone? Today is the Starfish Festival!" you said... then you pulled this hand.<br />– Uh-huh...<br />– Ever since Okazaki-san appeared every day has been really like a festival. Okazaki-san always takes Fuko to exciting places, every day was... a starfish festival. It was really, really exciting.<br />– As if swallowed into the noises from the crowd, her voice is getting fainter and fainter<br />– It's really so...<br />– And the warmth of her hand...<br />– ...much fun.<br />– ...is vanishing... I want to call out her name, but... it's nowhere to be found in my memory... I start crying.'' *'''Kouko''': Okazaki-san... Ho la sensazione che Fu-chan<ref>Kouko accosta alla prima parte del nome della sorella (Fuko) il suffisso ''chan'' che si usa come vezzeggiativo per indicare i figli, i fratelli minori o le amiche intime.</ref> sia qui... Perché... questo è... qualcosa che ha fatto lei stessa... la sua prediletta... stella marina.<ref>Fuko regalava stelle marine scolpite nel legno come partecipazione per le nozze della sorella; Kouko sta parlando di una di queste stelle che Fuko le aveva fatto avere.</ref><br />'''Tomoya''': Sì...<br />'''Kouko''': "Congratulazioni, Onee-chan<ref>Termine familiare traducibile come "sorellona", per indicare con affetto la sorella maggiore.</ref>"... "Sii sempre felice", mi ha detto... Fu-chan questo mi ha detto...<br />'''Tomoya''': L'ho sentito anch'io.<br />'''Kouko''': Forse, nel suo sogno... mi sta mandando i suoi auguri per me. E questi devono essere riusciti a raggiungermi. Ecco perché devo andare subito al suo fianco. Per dirle quanto le sia grata. e per fargli sapere che... Yuu-kun<ref>Anche in questo caso Kouko aggiunge il suffisso ''kun'' utilizzato per indicare gli amici stretti (di sesso maschile) alla prima parte del nome del marito (Yusuke).</ref> ed io saremo... sempre al suo fianco... perché... fino a quando saremo in grado di mantenere la nostra felicità... sono sicura che anche lei potrà essere felice.<br />'''Tomoya''': Sì... sono certo che lo sarà. :''– Okazaki-san... I feel like Fu-chan is here... Because... this is... something she made herself... her favorite... starfish.<br />– Yeah...<br />– "Onee-chan, congratulations"... "Please always be happy," she said to me... Fu-chan said that to me...<br />– I heard that, too.<br />– Maybe, in her dream... she's sending her whises to me. And those must have reached me. That's why I must go to her side right away. To tell her how thankful I am. And to let her know that... Yuu-kun and I will... always be by her side... because... as long as we can uphold our happiness... I'm sure she can be happy, too.<br />– Yes... I'm sure she will.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *'''Kyou''': Come mai sei in questa classe così presto?<br />'''Tomoya''': Sono arrivato in orario. Che altro?<br />'''Kyou''': Stai scherzando?<br />'''Tomoya''': È così raro per me essere qui in orario?<br />'''Kyou''': Non è raro, è che avrei creduto di avere più probabilità di vedere un UFO. :''– Why are in this classroom so early?<br />– I got here in time. What else? [...]<br />–...You're kidding?<br />– Is it that rare for me to be here in time?<br />– It's not rare, it's just I would say I have a better chance of seeing a UFO.''' [[immagine:Chinese rice congee.jpg|thumb|Una ciotola di ''Congee'', la farinata di riso]] *{{NDR|Tomoya si è appena ripreso dopo essere stato investito dal motorino di Kyou; entrambi sono in ritardo e Kyou sta per ripartire}}<br />'''Tomoya''': Almeno dammi un passaggio fino a scuola.<br />'''Kyou''': Questo motociclo ha un posto solo.<br />'''Tomoya''': Se mi stringo ci sarà posto per due.<br />'''Kyou''': Cosa? Non sarà che... vuoi abbracciarmi?<br />'''Tomoya''': Stai dicendo che ti andrebbe bene?<br />'''Kyou''': Se a te sta bene di non essere in grado di mangiare niente altro che farinata di riso per pranzo. Oh, volevo dire che ti romperò la mascella se ci provi. :''– Then, at least give me a ride to school.<br />– This bike only seats one.<br />– If i squeeze in, there will be room for two.<br />– What? Could it be that... you want to hug me?<br />– Are you saying it's okay to?<br />– If you're okay with not being able to eat anything but rice porridge for lunch. Oh, I meant I will break your jaw if you try.''' *{{NDR|Sunohara ha visto Kyou dare una lettera a Tomoya, e pensa che sia una dichiarazione d'amore}}<br />'''Sunohara''': Hahaha, va bene. Ci sono delle cose che sono difficili da dire perché siamo amici. Non mi interessa. La nostra amicizia non è così debole da inacidirsi solo per cose come questa.<br />'''Tomoya''': No, voglio dire... tu realmente credi che noi siamo amici...?<br />'''Kyou''': Ho sempre creduto che tu fossi il suo lacchè o qualcosa del genere.<br />'''Tomoya''': O un subalterno, o un fattorino.<br />'''Sunohara''': Voi due siete davvero fatti l'uno per l'altra! :''– Hahaha, it's okay. There are some things that are hard to say because we are friends. I don't mind at all. Our firendship isn't so weak that it would turn sour just because of something like this.<br />– No, I mean... you actually think we're friends...?<br />– I always thought you were his lackey or something.<br />– Or an underling, or an errand boy.<br />– You two really are perfect for each other!'' *'''Kyou''': Allora, cosa farai domani?<br />'''Tomoya''': Dormirò fino a mezzogiorno. {{NDR|Kyou sospira}} Cosa significa quel sospiro?<br />'''Kyou''': Adesso hai una fidanzata {{NDR|Ryou}}, sai? Quindi smettila di trascorrere i giorni di festa da solo. Che diavolo, smettila di dormire fino a tardi e di vivere come un bradipo.<br />'''Tomoya''': ...ragazzi, sembra che in realtà sia quasi una pena avere una fidanzata...<br />'''Kyou''': Hai detto qualcosa?<br />'''Tomoya''': No, niente... :''– So what are you doing tomorrow?<br />– Sleeping in until noon.<br />– *Sigh*<br />– What's with the sigh...?<br />– You have a girlfriend now, you know? So stop spending your holidays by yourself. Hell, stop sleeping in and spending your life like a sloth.<br />– ...Man, guess it's quite a pain to actually have a girlfriend...<br />– Did you say something?<br />– Nope, nothing.'' === Arco di Ryou === *'''Kyou''': Se tenterai di tirare fuori qualcosa di strano che possa tradire le aspettative di Ryou... come arrivare di nuovo tardi a scuola... te l'accorcerò.<br />'''Tomoya''': ... Accorciare cosa...?<br />'''Kyou''': 1. La tua altezza, 2. La tua capigliatura, 3. La tua aspettativa di vita, 4. Tutto questo. Comunque ti lascerò scegliere quella che preferisci! Il mio consiglio è la 4! :''– If you try to pull anything funny that would betray Ryou's expectations... like coming to school late again... I'll shorten it.<br />– ...Shorten what...?<br />– 1. Your height, 2. Your hair, 3. Your lifespan, 4. All of the above. In any case, I'll let you pick one you like! My recommendation is 4!'' === Arco di Kyou === *{{NDR|Kyou si sta dichiarando a Sunohara; Tomoya è nascosto dietro una siepe e li osserva}}<br />'''Sunohara''': Kyou, a te piace Okazaki, vero?<br />'''Kyou''': ...Ugh... C-Cosa stai dicendo? Io non...<br />'''Sunohara''': È solo un'intuizione la mia, dopo avervi visto. Ovviamente mi scuserò se mi sbaglio. {{NDR|Kyou rimane in silenzio}} Visto che non riesci a dire niente... Immagino di non sbagliarmi, huh?<br />'''Kyou''': Io... Io... Io...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: A corto di parole, le labbra di Kyou tremavano. Incapace di trovare una risposta... Incerta su dove posare lo sguardo... La sua sola risposta fu un'espressione incerta e preoccupata sul suo volto. :''– Kyou, you like Okazaki, don't you?<br />– ... Ugh... Wh-What are you talking about... I don't really...<br />– This is just a hunch I have, having watched the two of you. Well, I'll apologize if I am wrong... Since you're not saying anything... guess I'm not wrong, huh?<br />– I– I... I...<br />At a loss for words, Kyou's lips are trembling. Unable to come up with an answer... Unsure of where to look... Her only response is an unsettled, uneasy look on her face.'' *'''Sunohara''': Ehi, Okazaki: stai veramente bene insieme a Ryou Fujibayashi?<br />'''Tomoya''': ... Huh...?<br />'''Sunohara''': Sei stato forzato, o qualcosa del genere, a uscire insieme a Ryou-chan? Se tu me lo chiedessi, penserei che tu sia molto più spontaneo quando sei insieme a Kyou. Come ti sentivi mentre ci stavi guardando? Tra serenità e dolore, mi chiedo quale emozione evochi in realtà il sentimento "amore". :''– Hey Okazaki. Are you really ok with Ryou Fujibayashi?<br />– ...Huh...?<br />– Have you been pushing yourself or something to go out wirh Ryou-chan? If you ask me, I think you're far more natural when you're with Kyou. When you were watching us just now, how did you feel? Between serenity and pain, I wonder wich emotion the feeling "love" actually evokes.'' [[Immagine:Anh Do walking the red carpet.jpg|thumb|Ryou stringe a sé il braccio di Tomoya più di quanto faccia la donna mostrata nella foto con il suo compagno]] *{{NDR|Tomoya ha notato che Ryou è più spigliata del solito}} Fujibayashi sorride, e stringe a sé il mio braccio con ancora più forza. {{NDR|Rivolto a Ryou}} Fujibayashi...<br />'''Ryou''': Sì?<br />'''Tomoya''': Um... sta toccando.<br />'''Ryou''': Cosa?<br />'''Tomoya''': Um... il tuo seno...<br />'''Ryou''': Eh... ah! Wa... uh... um...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Dopo aver sentito le mie parole, il suo viso avvampò immediatamente, e per un momento lasciò il mio braccio per stringerlo nuovamente a sé dopo poco. Di nuovo, potevo sentire la sensazione di morbidezza del suo seno che premeva su di me. {{NDR|rivolto a Ryou}} ...Fujibayashi...?<br />'''Ryou''': Ah... uh... umm...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Con le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi e con il volto completamente arrossato, volge il suo sguardo verso di me.<br />'''Ryou''': Io... Io penso che finché usciamo insieme... um... Q-Questo vada bene. {{NDR|Tomoya riflette su quanto accaduto}} Questa fu la cosa piuttosto sorprendente che disse {{NDR|Ryou riprende a parlare}} E-e adesso... um... a-andiamo. [...]<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Kyou me l'aveva già detto ma... Ryou è sorprendentemente procace. :''Fujibayaashi smiles, and grabs my arm even tighter<br />– Fujibayashi...<br />– Yes?<br />– Um... it's touching.<br />– What is... ?<br />Um... your breast...<br />– Eh... ah! Wa... uh... um...<br />Upon hearing what I said, her face immediately flushes deep red, and for a moment she lets go of my arm. However, she quickly grabs my arm again. Once again, I can feel the soft sensation of her breast pressing against me.<br />– ...Fujibayashi...?<br />– Ah... uh... umm... With tears building up in her eyes and her face flushing red, she looks at me.<br />– I-I think since we're going out... um... th-this is fine. That's quite an amazing thing she just said. A-And so... um... l-let'sgo. [...]<br /> Kyou did mention this before, but... she really is surprisingly busty...'' *'''Tomoya''': Ah... um... come posso dirtelo...? Le tue profezie sono... giuste...?<br />'''Ryou''': Sì, spesso sono errate. Be', è vero che è un peccato quando sono errate, ma penso che sia meglio così. Piuttosto, io credo che le profezie siano migliori quando sono sbagliate [...]<br />'''Tomoya''': Come mai? Non è che le profezie sono significative solo quando sono giuste?<br />'''Ryou''': Questo non è vero. È solo una profezia, niente altro. Sono soltanto i cartelli indicatori che ti guidano nel futuro... o cosa accadrà d'ora in poi. Così, se una profezia si avverasse, non penseresti che sembrerebbe che ci fosse una sola occasione per il futuro? Ed è per questo che le profezie sono migliori quando sono errate. Vorrei credere che ci siano molte opportunità sulla strada che dobbiamo percorrere. :''– Ah... um... well, how should I say this...? Your fortunes are... well... <br />– Yes, they are often wrong. Well, it is true that it's a shame when they are off, but I think it's better off that way. Rather, I think fortunes are better when they are wrong. [...]<br />– How come? Don't fortunes only have meaning when they are right?<br />– That's not true. It' just fortune telling, nothing more. It's only one of the signposts that guide you to the future... or what will happen from now on. So if a fortune comes true, don't you think that feels like there's only one possibility for the future? And that's why fortunes are better when tey are off. I would like to think there are a lot of possibilities on the road ahead of us.'' *{{NDR|Sunohara ha capito che Tomoya vorrebbe lasciare Ryou perché in realtà ama Kyou}}<br />'''Sunohara''': Non dirmi che pensi di uscirne pulito da questa situazione? Inoltre credo che ci sia un'altra cosa su cui ti stai sbagliando.<br />'''Tomoya''': ...Di cosa... si tratta?<br />'''Sunohara''': In questo momento non importa cosa tu faccia, farai del male a una di loro. [...] Non te l'ho appena detto? Che sarebbe meglio se tu trovassi un modo per fare loro il minor male possibile? In questo momento, qualunque cosa tu faccia non potrai evitare di ferire almeno una di loro. Per tua informazione, proprio per questo non c'è il modo di uscirne completamente puliti. [...] Più tempo ti ci vorrà a trovare una soluzione, più profonda diventerà questa ferita. :''– Say, don't tell me you think you can get out of this one clean? Also, I think there's one other thing you're mistaken about.<br />– ...What... is it?<br />– Right now, no matter what you do, you're going to hurt one of them. [...] Didn't I just tell you? That it's best if you look for a way that hurts them the least? Right now, whatever you do, you can't avoid hurting at least one of them. Just so you know, there's no way you can get out of this one completely clean because of that. [...] The longer it takes for you to come up with an answer, the deeper the wound will become.'' === Arco di Misae === *{{NDR|Tomoya è nella stanza di Misae; quando lei rientra dopo aver sbrigato una commissione, le offre una tazza di caffè}}<br />'''Misae''': Cosa? Come facevi a sapere dove tengo il caffè in chicchi?<br />'''Tomoya''': Ormai ho già dato un'occhiata approssimativa a dove si trovano tutte le cose in questa stanza.<br />'''Misae''': Non dirmi che hai perlustrato la mia stanza mentre non c'ero.<br />'''Tomoya''': Ti andrebbe bene se lo facessi?<br />'''Misae''': Se lo vuoi sapere veramente, la mia biancheria intima è nel secondo cassetto della credenza dall'alto.<br />'''Tomoya''': Huh? Davvero? {{NDR|pensando}} Mi accorgo che sto guardando la credenza.<br />'''Misae''': Sembra che tu non abbia fatto niente, a giudicare da questa reazione.<br />'''Tomoya''': Questo è un trucchetto piuttosto cattivo... [...] Comunque [la biancheria] è veramente nel secondo cassetto?<br />'''Misae''': Perché non controlli da solo?<br />'''Tomoya''': Posso?<br />'''Misae''': In realtà è nel primo cassetto. Il secondo è quello dove metto le mie calze. :''– So? How come you know where I keep my coffee beans?<br />– I've roughly got a grasp on where everything is in this room by now.<br />– Don't tell me ypu've been searching my room while I'm not here.<br />– Is it all right if I do so?<br />– If you really want to know, my underwear's in the second dresser drawer from the top.<br />– Huh? Really? I find myself looking at the dresser.<br />– It does look like you haven't done anything, judging by that reaction.<br />– That's a pretty evil trick... [...] Are they really in the second drawer, though?<br />– Why don't you check for yourself?<br />– Can I?<br />– They're actually in the first drawer. The second one is where I put my socks.'' *{{NDR|Misae ha scoperto che il ragazzo che amava è già fidanzato; Shima, che la ama, la consola}}<br />'''Shima''': Credo che io, il "me di adesso", sia innamorato della "Misae-san di adesso". Mi piacciono cose come il fatto che tu rimproveri... o che ti preoccupi... Mi piace anche il fatto che hai un buon profumo quando mi prendi per il collo. [...] E anche perché sei bella, Misae-san.<br />'''Misae''': Avrei preferito che me lo avessi detto prima... :''– I think that I, the "me of right now", fell in love with the "Misae-san of right now". I like things like how you scold... or how you worry... I even love the fact that you smell nice when you grab my neck. [...] And also because you're beautiful, Misae-san.<br />– I'd preferred it if you said that first...'' === Arco di Koumura === *{{NDR|Sunohara è stato colpito di sorpresa da Tomoyo e si sta rialzando}}<br />'''Sunohara''': Anche un maestro buddista non può vincere contro un attacco a sorpresa...<br />'''Tomoya''': Così, in quella tua testa, i buddisti sono esperti di arti marziali o qualcosa del genere? Sei veramente un idiota.<br />'''Sunohara''': È solo un modo di dire!! :''– Even a Buddhist master can't win against a surprise attack...<br />– So in that head of yours, Buddhists are martial artists or something? You really are a dumbass.<br />– It's just a figure of speech!!'' *{{NDR|Sunohra pensa che Tomoyo non sia una ragazza e cerca un modo per dimostrarlo: dice di non aver avuto tempo per radersi}}<br />'''Sunohara''': Sono, come dire, veramente spiacente di chiedertelo, ma potresti prestarmi il tuo rasoio?<br />'''Tomoyo''': E perché dovrei prestarti un rasoio?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! L'hai sentito anche tu! Vero, Okazaki?<br />'''Tomoya''': Sì, ho sentito tutto chiaramente, ma... [...]<br />'''Sunohara''' {{NDR|a Tomoyo}}: Hai appena detto "Io", giusto?! [...] In altre parole, questo vuol dire che hai un rasoio. E in questo caso...<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non ce l'ho [...] Quando dicevo "Io" quello che intendevo era "Dove avrei qualsiasi tipo di obbligo di prestarti uno qualsiasi dei miei effetti personali?" E soprattutto... [...] Non lo sai che è maleducato chiedere questo a una signora?! {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara, poi si rivolge a Tomoya}} Era legittima difesa.<br />'''Tomoya''': Sì. Era legittima difesa. :''– So I'm, like, really sorry for asking, but could you perhaps, like, lend me your razor?<br />– And why do I have to lend you a razor?<br />– Yes! She fell for it! You heard it too! Right, Okazaki?<br />– Yeah, I heard it all right, but... [...] <br />– You said "I" just now, didn't you?! [...] In other words, it means that you own a razor. And in that case...<br />– Of course I don't own one. [...] When I said "I", what I meant was, "where do I have any kind of obligation to lend you any of my belongings?" More importantly... [...] Don't you know it's rude to ask that of a lady?! This was self-defense. [...]<br />– Yup. It was self-defense.'' *{{NDR|Sunohra, viste le dimensioni del seno di Tomoyo, crede che sia finto e tenta di dimostrarlo}}<br />'''Sunohara''': Oh, no! Ho dimenticato il seno che mi serve per la prossima lezione! Tomoyo, per favore prestami il tuo!<br />'''Tomoyo''': Perché?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! Mi hai chiesto "perché", questo significa che puoi prestarlo, giusto? Questo significa che puoi togliertelo, giusto?<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non posso togliermelo... [...] E soprattutto [...] quale diavolo di lezione utilizza il seno? {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara}}<br />'''Tomoya''': È stato per legittima difesa.<br />'''Tomoyo''': Sì. :''– Oh, no! I forgot the boobs I need for my next class! Tomoyo, please lend me your boobs!<br />– Why?<br />– Yes! She fell for it! You asked me "why", which means that you can lend them out, right? That means you can take them off, right?!<br />– Of course I can't just take them off... [...] More importantly... [...] What the hell class uses breasts?!<br />– It was in self-defense.<br />– Yup.'' *{{NDR|Tomoya si è dichiarato a Nagisa; l'indomani lei gli dice che non si sente adeguata ad essere la sua fidanzata}}<br />'''Nagisa''': Vedi, Okazaki-san... tu sei alto, sei fantastico, sei una persona meravigliosa. Io però sono una piagnucolona timida che non è nemmeno carina.<br />'''Tomoya''': Hey, Furukawa? [...] Hai presente quella grande famiglia dei [[dango]]<ref>Il ''dango'' è un dolce giapponese a forma di piccolo gnocco; in ''Clannad'' Nagisa cita spesso "La grande famiglia dei Dango" (''Dango Daikazoku''), un cartone animato che aveva ottenuto un grande successo diversi anni prima dove i protagonisti sono dei ''dango''.</ref> che ti piace così tanto? Come ti sentiresti se qualcuno ne parlasse male dicendo che non sono carini?<br />'''Nagisa''': Mi farebbe sentire... veramente triste.<br />'''Tomoya''': Vero? È quello che provo io adesso. [...] C'è una ragazza che mi piace molto, e si chiama Nagisa Furukawa. Potresti non parlare male di lei?<br />'''Nagisa''': Va bene... Mi dispiace, penso che sia molto carina. ...Aspetta, uh?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Sono scoppiato a ridere. Sembrava che Furukawa non avesse ancora capito veramente cosa le stessi dicendo.<br />'''Nagisa''': Mi sento come se tu mi avessi detto qualcosa di veramente imbarazzante.<br />'''Tomoya''': Te lo stai solo immaginando. :''– Well, Okazaki-san... you're tall, and you're cool, and... you're a wonderful person. But I'm a shy crybaby who isn't even cute.<br />– Hey, Furukawa...? [...] You know that Big Dango Family you like so much? How would you feel if someone badmouthhed them by saying they weren't cute?<br />– It would make me feel... very sad?<br />– Right? That's how I feel right now. [...] There's a girl I like a lot, and her name is is Nagisa Furukawa. Could you please not badmouth her?<br />– Oh, okay... I'm sorry. I think she's very cute. ...Wait, hm?<br />– I burst into laughter. Furukawa still doesn't seem to fully understand what I told her.<br />– I kind of feel like you just said something really embarassing.<br />– You're just imagining things.'' === Arco di Tomoyo === *'''Tomoya''': Ma perché eri così selvaggia, allora?<br />'''Tomoyo''': Non avevo davvero una ragione per essere selvaggia. Ma [ora] ho una ragione per non essere selvaggia. Chiunque passi attraverso la pubertà diventerà selvaggio se non ha una ragione per non farlo. Questo è quello che penso. Mi sbaglio?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: È la prima volta che ne sento parlare, ma credo che ci sia qualcosa di vero in queste parole. :''– But why were you so wild back then?<br />– I didn't really have a reason for being wild. But I do have a reason for not being wild. Anyone going through puberty will go wild if they don'y have a reason not to. That's what I think. Am I wrong?<br />– This is the first time I've heard about this, but I do feel like there's some truth to it.'' *'''Tomoyo''': Non ho nessuna fiducia nella mia personalità. Sono soltanto una di quei cosiddetti "maschiacci". Però, a dire il vero... in realtà sono piuttosto fiduciosa del mio aspetto.<br />'''Tomoya''': Sì, i tuoi seni sono piuttosto grandi.<br />'''Tomoyo''': Sei proprio un maiale, non è vero?! :''– I don't have any confidence in my personality. I'm just one of those so-called "tomboys"... But, to tell the truth... I actually am a bit confident in my appearance.<br />– Yeah, your breasts are pretty big.<br />– You really are a leach, aren't you?!'' *'''Tomoyo''': Sono sicura che solo tu conosci il dolore che provi. Se fossi in grado di comprendere il tuo dolore con il poco tempo che sono stata con te, forse potrei diventare una consulente, una chiromante o qualcosa del genere.<br />'''Tomoyo''': Sì, è vero... :''– I'm sure that only you know the pain you feel. If I understood your pain in just the short time I've been with you, I'd probably go become a consuellor or a fortune teller or something.<br />– Yeah, that's true...'' *'''Tomoyo''': La zuppa di zucca è uno dei piatti che sono abbastanza brava a fare. Sai, sono piuttosto fiduciosa; inoltre, ci sto mettendo dentro anche un po' d'amore, solo per te. Anche se fosse cattiva per tutti gli altri, penso che per te sarebbe sicuramente deliziosa.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Tomoyo versa un po' di zuppa su un piattino e l'assaggia.<br />'''Tomoyo''': Buona. Sarebbe buona anche per le altre persone. :''– Pumpkin soup's one of the dishes I'm quite good at making. I'm pretty confident with this one, you know. Plus, I'm putting some love into this, just for you. Even if it tastes bad to everyone else, I think for you it'll be absolutly delicious.<br />Tomoyo pours some on a saucer and tastes it.<br />– Good. It'd even taste good to other people too.'' *{{NDR|Tomoya, che ha terminato gli studi, ha parlato con Takafumi (il fratello di Tomoyo) prendendo in giro la ragazza; ora è andato al lavoro lasciando Takafumi e Tomoyo all'inizio del viale che porta alla scuola}}<br />'''Takafumi''': Non dovresti dargli il suo pranzo?<br />'''Tomoyo''': Oh, no. Ma allora, lo sai? {{NDR|che stiamo insieme}}<br />'''Takafumi''': Voi due siete piuttosto divertenti. Sembrate una bella coppia. Penso che andrò d'accordo con lui. :''– Don't you need to give his food?<br />– Oh, no. Or actually, you know?<br />– You two're quite funny. You seem like a good match. I think I'll get along with him.'' === Arco di Kotomi === *{{NDR|Tomoya è in libreria con Kotomi, e ha visto che lei vuole tagliare qualcosa da un libro che sta sfogliando}}<br />'''Tomoya''': Cosa stai tenendo in mano? {{NDR|pensando}} Indico le forbici, sollecitando una risposta. [...] <br />'''Kotomi''': Forbici. È uno strumento usato per tagliare carta o stoffa.<br />'''Tomoya''': Lo so.<br />'''Kotomi''': La lama è fatta di acciaio inossidabile e il manico è in plastica. [...] In inglese si pronuncia ''scissors''. In francese, ''ciseaux''. In italiano, ''forbici''. In latino, ''forfex''.<br /> :''– What's that you're holding? I point at the scissors and press for an answer.'' [...]<br />– ''Scissors. It's a tool used to cut paper or cloth.<br />– I know that.<br />– The blade is made of stainless steel and the handle is made of plastic.'' [...] ''In english, it's scissors. In French, it's ciseaux. In Italian, it's forbici. In latin, is forfex.'' *{{NDR|Tomoya aveva chiesto a Kotomi un libro da leggere; quello che aveva scelto era troppo complesso per lui}}<br />'''Kotomi''': Questo non è propriamente un romanzo, ma... è un best seller in molti paesi diversi.<br />'''Tomoya''': È difficile da leggere?<br />'''Kotomi''': Per niente. Lo leggono sia i bambini che gli adulti.<br />'''Tomoya''': È [un libro] veramente spesso...<br />'''Kotomi''': Ci sono molte storie qui dentro. La mia preferita è quella dell'[[arca di Noè]].<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Guardo con attenzione il titolo. Era "[[Antico Testamento]]". [...]<br />'''Tomoya''': Sei forse cristiana?<br />'''Kotomi''': Ho anche il [[Corano]]. È un best seller in molti paesi diversi. Ah, ho anche il Ramayana.<ref>Il Rāmāyaṇa è uno dei testi della religione induista. Per approfondire vedi la [[w:Rāmāyaṇa|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> È un best seller in molti paesi diversi. Sono tutti meravigliosi.<br /> :''– This isn't exactly a novel, but... It's a best seller in a lot of different countries.<br />–Isn't it hard to read?<br />– Not at all. Both kids and adults read it.<br />– It's really thick...<br />– There are lots of stories in it. My favorite one is about Noah's Arc.<br />– I look at the title carefully. It reads "Old Testament".'' [...]<br />''– Are you even Christian?<br />– I also haver the Koran. It's a best seller in a lot of different countries. Oh, I have the Ramayana over here. It's a best seller in a lot of different countries. They're all wonderful.'' [[File:Michiyo-Yagi- 06N6355.jpg|thumb|Una suonatrice di ''koto'' durante un'esibizione]] *'''Kotomi''': Perché il mio nome è [[Kotomi]]? [...]<br />'''Padre''': Il mondo è formato da tantissime minuscole [[Arpa|arpe]] che sono invisibili a occhio nudo.<br />'''Kotomi''': Tante... arpe?<br />'''Padre''': Sì. Nella lingua di questo Paese, la parola che usiamo è "koto". Il mondo è pieno di arpe, e ciascuna di esse produce un diverso tipo di suono. E tutte si intrecciano in maniera complessa per formare una singola melodia. Per questo il mondo è così bello.<br />'''Kotomi''': Chi suona le arpe? [...]<br />'''Padre''': Probabilmente [[Dio]], penso. [...]<br />'''Kotomi''': Dov'è Dio?<br />'''Padre''': Dio è ovunque. Solo che non possiamo vederlo. E lui vigila sempre con gentilezza su di noi. :''– Why is my name Kotomi?'' [...]<br />''– The world is formed by very many tiny harps that are invisible to the naked eye.''<br />– ''Lots of... harps?''<br />– ''Yes. In the language of this country, the word we use is "koto." The world is filled with harps, and each and every one plays a different kind of sound. And they all intertwine in a complex way to form a single melody. That is why this world is so beautiful.''<br />– ''Who is playing the harps?'' [...]<br />– ''Probably God, I think.'' [...]<br />– ''Where is God?''<br />– ''God is everywhere. We just can't see him. And he's always kindly watching over us.'' ==Citazioni su ''Clannad''== *La maggior parte degli harem è facile da liquidare. [Un ragionamento] del genere è pericoloso, perché questo anime harem è molto vicino alla perfezione. Dopo averlo visto, anche i vecchi enciclopedisti stanchi avranno bisogno di una dose di qualcosa di intelligente, cinico e adulto per tirarsi fuori dalle grinfie di questa bellissima droga. Vi farà marcire il cervello e vi farà piangere con la nostalgia di qualcosa che non avete mai avuto. (''[[The Anime Encyclopedia]]'') *Primavera. A partire dall'ordinaria vita scolastica, una storia di persone e di una città. :── 春。ありふれた学園生活から始まる、人と町の物語。<ref>Dal retro della confezione del gioco per PlayStation 4.</ref> :(''Haru. Arifureta gakuen seikatsu kara hajimaru, hito to machi no monogatari.'') *– Ricorda, ci sono bugie buone e bugie cattive: le bugie cattive feriscono le persone, le bugie buone le salvano!<br />– Da quale eroge l'hai presa questa?<br />– CLADDAN... e non è un eroge, è una visual novel che ti insegna il senso della vita, quindi stai zitto! (''[[Steins;Gate]]'') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Clannad''}} nry5kr6d6x322wtwupw76dxx5qp4cx9 Valentina Favazza 0 118056 1221386 1210084 2022-08-07T16:27:02Z Spinoziano 2297 /* Film */ wikitext text/x-wiki [[Immagine:Valentina Favazza - Lucca Comics & Games 2015.JPG|thumb|Valentina Favazza a Lucca Comics & Games 2015]] '''Valentina Favazza''' (1987 – vivente), doppiatrice italiana. ==Citazioni di Valentina Favazza== *{{NDR|All'osservazione che mentre doppia gesticola e si muove molto}} È qualcosa che aiuta. Un attore usa il fisico e le espressioni del volto per esprimere un particolare stato d'animo o un'emozione, noi dobbiamo basarci solo sulla voce. Spesso gesticolare aiuta a calarci meglio nel personaggio.<ref>Da ''[http://theflashitaliacw.altervista.org/dubbing-day-un-giorno-in-sala-doppiaggio/ Dubbing Day – Un Giorno in Sala Doppiaggio]'', ''theflashitaliacw.altervista.org''.</ref> *Le difficoltà si incontrano in qualsiasi progetto, perché ogni lavoro merita la stessa attenzione e nessuno va preso sottogamba, che si tratti di cartoni animati prescolari o dell'ultimo film candidato all'[[Premio Oscar|Oscar]], e forse è proprio questo il bello di un lavoro artistico e artigianale: tutto merita lo stesso livello di meticolosità. Una delle lavorazioni che ricordo con piacere è ''[[La teoria del tutto]]'', in cui ho doppiato Felicity Jones con la direzione di Rodolfo Bianchi.<ref name=telegiornaliste>Da ''[http://www.telegiornaliste.com/interviste/2015/intervista-valentina_favazza.htm Valentina Favazza, ascoltare i maestri del doppiaggio una grande scuola per me]'', ''telegiornaliste.com'', 22 giugno 2015.</ref> *Non mi capita mai di essere riconosciuta; quando parlo con le persone e si entra in argomento mi ricollegano a qualche film solo facendo molta attenzione al suono della mia voce, a qualche sfumatura. Ho una voce abbastanza camaleontica e penso non sia un pregio né un difetto.<ref name=telegiornaliste /> *Non mi piace essere al centro dell'attenzione ma ho sempre amato recitare. Il doppiaggio quindi era perfetto anche per questo aspetto, potevo essere un’attrice a tutto tondo senza dover rendere conto a nessuno di null'altro se non di quello che sapevo fare.<ref name=marveluniverse>Da ''[http://marveluniverseitalia.altervista.org/intervista-esclusiva-valentina-favazza/ Intervista esclusiva a Valentina Favazza]'', ''marveluniverseitalia.altervista.org'', 19 maggio 2014.</ref> *{{NDR|Parla del personaggio che doppia in ''[[Agents of S.H.I.E.L.D.]]''}} Skye è un concentrato di fragilità e coraggio e questo mi piace moltissimo: è sempre stimolante affacciarsi a sfumature interpretative così variegate e contrastanti.<ref name=marveluniverse /> ==Doppiaggio== ===Film=== {{div col|strette}} *''[[Il domani che verrà - The Tomorrow Series]]'' (2010) *''[[Scott Pilgrim vs. the World]]'' (2010) *''[[Quasi amici - Intouchables]]'' (2011) *''[[X-Men - L'inizio]]'' (2011) *''[[40 carati]]'' (2012) *''[[Biancaneve (film 2012)|Biancaneve]]'' (2012) *''[[Underworld - Il risveglio]]'' (2012) *''[[Kick-Ass 2 (film)|Kick-Ass 2]]'' (2013) *''[[La religiosa]]'' (2013) *''[[Solo gli amanti sopravvivono]]'' (2013) *''[[Divergent]]'' (2014) *''[[Kingsman - Secret Service]]'' (2014) *''[[La teoria del tutto]]'' (2014) *''[[Le regole del caos]]'' (2014) *''[[Million Dollar Arm]]'' (2014) *''[[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro]]'' (2014) *''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014) *''[[Cinquanta sfumature di grigio (film)|Cinquanta sfumature di grigio]]'' (2015) *''[[Il racconto dei racconti - Tale of Tales]]'' (2015) *''[[Il sapore del successo]]'' (2015) *''[[Knock Knock (film 2015)|Knock Knock]]'' (2015) *''[[Mad Max: Fury Road]]'' (2015) *''[[Suffragette (film)|Suffragette]]'' (2015) *''[[The Divergent Series: Insurgent]]'' (2015) *''[[The Hateful Eight]]'' (2015) *''[[The Vatican Tapes]]'' (2015) *''[[Youth - La giovinezza]]'' (2015) *''[[Agnus Dei (film 2016)|Agnus Dei]]'' (2016) *''[[Rogue One: A Star Wars Story]]'' (2016) *''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016) *''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016) *''[[The Divergent Series: Allegiant]]'' (2016) *''[[X-Men - Apocalisse]]'' (2016) *''[[I segreti di Wind River]]'' (2017) *''[[Il guardiano invisibile]]'' (2017) *''[[La fratellanza (film 2017)|La fratellanza]]'' (2017) *''[[Scappa - Get Out]]'' (2017) *''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) *''[[Mission: Impossible - Fallout]]'' (2018) *''[[Operation Finale‎]]'' (2018) *''[[The Nun - La vocazione del male]]'' (2018) *''[[Inciso nelle ossa]]'' (2019) *''[[Nell'erba alta (film)|Nell'erba alta]]'' (2019) *''[[X-Men - Dark Phoenix]]'' (2019) *''[[Emma.]]'' (2020) *''[[Mank]]'' (2020) *''[[Offering to the Storm|Offerta alla tormenta]]'' (2020) *''[[The Hater]]'' (2020) *''[[The Midnight Sky]]'' (2020) *''[[Don't Look Up]]'' (2021) *''[[Il bar delle grandi speranze]]'' (2021) {{div col end}} ===Film d'animazione=== *''[[Steins;Gate: The Movie - Load Region of Déjà Vu]]'' (2013) *''[[Flavors of Youth]]'' (2018) *''[[Spider-Man - Un nuovo universo]]'' (2018) *''[[La vetta degli dei (film)|La vetta degli dei]]'' (2021) ===Serie animate=== {{div col|strette}} *''[[Noein]]'' (2005-2006) *''[[La malinconia di Haruhi Suzumiya]]'' (2006) *''[[Nana]]'' (2006) *''[[Sfondamento dei cieli Gurren Lagann]]'' (2007) *''[[Polli Kung Fu]]'' (2008) *''[[Pretty Cure#Fresh Pretty Cure!|Fresh Pretty Cure!]]'' (2009) *''[[Steins;Gate]]'' (2011) *''[[L'attacco dei giganti]]'' (2013, 2017, 2019) *''[[Steven Universe]]'' (2013) *''[[Steins;Gate 0]]'' (2018) {{div col end}} ===Serie televisive=== {{div col|strette}} *''[[NCIS - Unità anticrimine]]'' (2003-in corso) *''[[Nip/Tuck]]'' (2003-2010) *''[[Grey's Anatomy]]'' (2005 - in corso) *''[[Zack e Cody sul ponte di comando]]'' (2008-2011) *''[[Glee]]'' (2009-2015) *''[[Pretty Little Liars]]'' (2010-in corso) *''[[Il Trono di Spade]]'' (2011-2019) *''[[Agents of S.H.I.E.L.D.]]'' (2013-in corso) *''[[Orange Is the New Black]]'' (2013-in corso) *''[[The Fall - Caccia al serial killer]]'' (2013-2016) *''[[Under the Dome]]'' (2013-2015) *''[[Saints & Strangers]]'' (2015) *''[[Poldark (serie televisiva 2015)|Poldark]]'' (2015 - 2019) {{div col end}} ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Favazza, Valentina}} [[Categoria:Doppiatori italiani]] 3s570ddko9obmddnzq4z4qng3piebw2 Deadpool (film) 0 121972 1221404 1111414 2022-08-07T19:27:37Z 31.157.102.233 /* Explicit */ wikitext text/x-wiki __NOTOC__ {{Film |titoloitaliano = Deadpool |titolooriginale = Deadpool |linguaoriginale = inglese |immagine = Deadpool, Georgia Viaduct, Vancouver, April 6 2015 - 3.jpg |didascalia = Membri del cast e della troupe del film al lavoro sul set di ''Deadpool'' a Vancouver nell'aprile 2015 |paese = Stati Uniti d'America |anno = 2016 |genere = azione, commedia, avventura, fantascienza |regista = [[Tim Miller]] |soggetto = [[Fabian Nicieza]] e [[Rob Liefeld]] |sceneggiatore = [[Rhett Reese]], [[Paul Wernick]] |produttore = [[Simon Kinberg]], [[Ryan Reynolds]], [[Lauren Shuler Donner]] |attori = *[[Ryan Reynolds]]: Wade Wilson / Deadpool *[[Ed Skrein]]: Francis Freeman / Ajax *[[Andre Tricoteux]]: Piotr "Peter" Rasputin / Colosso *[[Brianna Hildebrand]]: Ellie Phimister / Testata Mutante Negasonica *[[Morena Baccarin]]: Vanessa Carlysle *[[T. J. Miller]]: Jack Hammer III / Weasel *[[Gina Carano]]: Angel Dust *[[Leslie Uggams]]: Al *[[Jed Rees]]: Reclutatore *[[Karan Soni]]: Dopinder *[[Style Dayne]]: Jeremy *[[Kyle Cassie]]: Gavin Merchant *[[Isaac C. Singleton Jr.]]: Boothe |doppiatorioriginali = *[[Stefan Kapičić]]: Colosso |doppiatoriitaliani = *[[Francesco Venditti]]: Wade Wilson / Deadpool *[[Frank Messina]]: Francis Freeman / Ajax *[[Ivan Melkumjan]]: Piotr "Peter" Rasputin / Colosso *[[Gaia Bolognesi]]: Ellie Phimister / Testata Mutante Negasonica *[[Francesca Manicone]]: Vanessa Carlyse *[[Simone Crisari]]: Jack Hammer III / Weasel *[[Benedetta Ponticelli]]: Angel Dust *[[Rita Savagnone]]: Al *[[Riccardo Niseem Onorato]]: Reclutatore *[[Alessandro Budroni]]: Dopinder *[[Riccardo Suarez]]: Jeremy *[[Alessandro Messina]]: Gavin Merchant *[[Manfredi Aliquò]]: Boothe }} '''''Deadpool''''', film statunitense del 2016 con [[Ryan Reynolds]] e [[Morena Baccarin]], regia di [[Tim Miller]]. {{Tagline|Da grandi poteri derivano grandi irresponsabilità}} ==[[Incipit]]== {{incipit film}} '''Deadpool''': Mi sento un po' isolato qui dietro. {{NDR|si trasferisce al sedile anteriore del taxi}} Mi dai una mano? <br> '''Dopinder''': Ok, è solo che mi servono sul volante...<br> '''Deadpool''': Scusami... {{NDR|si sistema}} Uff! <br> '''Dopinder''': Ehm, Dopinder! {{NDR|si stringono la mano}}<br> '''Deadpool''': Pool. Dead. {{NDR|vede la foto di Gita}} Mmm, stuzzicante.<br> '''Dopinder''': È un buon profumo, vero?<br> '''Deadpool''': Non il Daffodil Daydream, la ragazza.<br> '''Dopinder''': Ah, sì! Gita. È davvero adorabile, sarebbe stata una moglie molto giusta per me, solo che il cuore di Gita è stato rapito da mio cugino, Bandu. Egli è tanto immorale quanto affascinante.<br> '''Deadpool''': Dopinder, comincio a credere che ci sia una ragione se mi trovo su questo taxi, oggi.<br> '''Dopinder''': La ragione è che lei lo ha prenotato?<br> '''Deadpool''': No, mio delicato e ambrato amico... L'[[amore]] è una cosa meravigliosa. Quando lo trovi, tutto il mondo profuma di Daffodil Daydream. L'amore lo devi tenere stretto {{NDR|stringendo il mignolo di Dopinder}} e non mollare mai la presa, non come ho fatto io, chiaro? <br> '''Dopinder''': Sì...<br> '''Deadpool''': O tutto il mondo puzzerà come il sottopalle di un lottatore di sumo.<br> '''Dopinder''': Signore, scusi, come puzza un lottatore di sumo?<br> '''Deadpool''': Come due barboni che trombano in un cassonetto pieno di piscio di topi, potrei continuare, Dopinder! Il punto è che fa schifo.<br> '''Dopinder''': Hm, fa schifo. Ehm, perché questa sgargiante tutina rossa, signor Pool?<br> '''Deadpool''': Oh, perché è il giorno di Natale, Dopinder! E cerco uno che è sulla mia lista dei cattivi. Ho aspettato un anno, tre settimane, sei giorni e... {{NDR|guarda il suo orologio da polso}} Sì, quattordici minuti per pareggiare i conti con lui!<br> '''Dopinder''': E cosa le ha fatto quel tizio, signor Pool?<br> '''Deadpool''': Questa merdata. {{NDR|solleva la maschera}} Boo! ==Frasi== {{cronologico}} *Oh, salve. Lo so, ve lo state chiedendo: a chi ho dovuto solleticare le palle per fare un film tutto mio? Non ve lo posso dire, ma ha delle graziose unghiette di adamantio e, credetemi, è fornito di un bel paio di bombe a mano australiane là sotto. ('''[[Deadpool]]''') {{NDR|al pubblico, riferito a [[Wolverine]]}} *Massimo sforzo!<ref>[[Gridi di battaglia dai film|Grido di battaglia]] ripetuto più volte nel corso del film.</ref> ('''Deadpool''') *Alle ragazze non lo dico, ma tu non ingoiare! ('''Deadpool''') {{NDR|dopo avere ficcato un accendisigari nella bocca di un uomo}} *Un momento! Vi starete chiedendo perché ho il costume rosso. Be', perché i cattivi non vedano le macchie di sangue! {{NDR|indica a uno degli uomini armati}} Lui usa la mia stessa tattica, si è messo i pantaloni color merda. Bene, ho solo dodici pallottole, perciò dovrete spartirvele. Conto alla rovescia. ('''Deadpool''') {{NDR|agli uomini che gli stanno sparando}} *Voi ragazze penserete: "il mio ragazzo diceva che era un film di supereroi, ma quello vestito di rosso ha appena infilzato quel bestione come un fottuto kebab!" Potrò anche essere super, ma di certo non sono un eroe. Comunque tecnicamente questo è un omicidio, ma molte storie di amore iniziano con un omicidio e questa è proprio una storia d'amore. ('''Deadpool''') {{NDR|al pubblico}} *Anche le situazioni peggiori migliorano con una buona [[pizza]]. ('''Wade''') {{NDR|durante il primo flashback}} *Non sono un eroe. No e non lo sarò mai. Sono solo un cattivo che viene pagato per pestare tipi peggiori di lui. Benvenuti da Sister Margaret, una specie di fiera campionaria per mercenari. Siamo la versione depravata della fatina dei denti: in pratica facciamo saltare i denti e prendiamo i soldini. ('''Wade''') {{NDR|durante il primo flashback}} *Ehi. Che ci fa un posto come questo in una ragazza come te? ('''Wade''') {{NDR|a Vanessa, durante il primo flashback}} *Se la tua coscia sinistra è la festa del Ringraziamento e quella destra è il Natale, posso farmi le vacanze tra le tue cosce? ('''Wade''') {{NDR|a Vanessa, durante il primo flashback}} *Cavalcami come una puledra, come Yoda con Luke! ('''Vanessa''') {{NDR|a Wade, durante il primo flashback}} *La verità è questa: la [[vita]] è una serie di disastri ferroviari con brevissime pause felici stile pubblicità. Questo è stato il più bello spot della mia vita. Il che vuol dire che è ora di tornare ai soliti programmi di merda. ('''Wade''') {{NDR|come voce narrante, durante il primo flashback}} *Vanessa pensa a un piano A, B e arriverà alla Z. Io sto memorizzando i particolari del suo viso come se fosse la prima volta che la vedo, o l'ultima. ('''Wade''') {{NDR|come voce narrante, dopo aver saputo di avere il cancro, durante il primo flashback}} *Senti, sappiamo entrambi che il [[tumore|cancro]] è uno spettacolo di merda, come il concerto di un gruppo che fa una cover di merda degli Spin Doctors a un festival di merda nell'Iowa, chiaro? E non voglio assolutamente accompagnarti a quel concerto. Io voglio che ti ricordi di me non del mio fantasma. ('''Wade''') {{NDR|a Vanessa, durante il secondo flashback}} *Ho fatto un sogno con [[Liam Neeson]]. Volevo rapire sua figlia e lui proprio non ci stava. Lo sai, ne hanno fatti tre di quei film, a un certo punto viene da chiedersi se non sia un pessimo padre.<ref>Riferito ai film ''[[Io vi troverò]]'' (2008), ''Taken – La vendetta'' (2012) e ''Taken 3 – L'ora della verità'' (2015).</ref> ('''Wade''') {{NDR|a Vanessa, durante il secondo flashback}} *La cosa peggiore del [[tumore|cancro]] non è quello che fa a te ma quello che fa alle persone che ami. ('''Wade''') {{NDR|come voce narrante, durante il secondo flashback}} *Sei molto forte per essere una donna. C'è una sorpresa lì sotto? E quel fiammifero? Ti piace tenerlo in bocca o sei una fan di [[Sylvester Stallone|Stallone]]? ('''Wade''') {{NDR|rivolto ad Angel Dust, durante il terzo flashback}} *Signor Wilson, mi chiamo Ajax. Dirigo questo laboratorio. Il mio discorso di benvenuto una volta era pieno di eufemismi tipo "potrebbe farle male, causarle qualche piccolo disagio" ma sono più diretto ormai. Questo laboratorio non ha un programma gestito dal governo. È un'istituzione privata che trasforma soggetti difettosi come te in uomini dalle... straordinarie abilità. Ma se credi che i poteri sovrumani si acquisiscono senza soffrire, sbagli. Ti inietterò un siero che attiverà i geni mutanti nascosti nel tuo DNA; perché agisca dobbiamo sottoporti a uno stress estremo. Conosci il [[proverbi dai film|detto]] "per fare la frittata bisogna rompere le uova", vero? Be', sto per farti male, Wade. Anch'io sono stato un paziente qui, sai? Ogni soggetto risponde in maniera diversa al trattamento. Ha dato ad Angel una forza sovrumana. Nel mio caso, ha potenziato i miei riflessi e mi ha bruciato i terminali nervosi così non provo più dolore. Anzi, in effetti... non provo più niente. ('''Ajax''') {{NDR|durante il terzo flashback}} *Tu credi ancora che faremo di te un supereroe. Tu: congedato con disonore, che te la fai con le troie. Non sei niente. Un piccolo segreto, Wade: questo laboratorio non crea supereroi, noi progettiamo superschiavi. ('''Ajax''') {{NDR|durante il terzo flashback}} *Sembri quasi un ananas marcio che ha fatto sesso con un fico d'India non sbucciato. [...] E non sesso bello, sesso con odio, come se qualcosa non andasse nel loro rapporto e quella fosse l'unica chance per evitare la violenza. ('''Weasel''') {{NDR|durante il terzo flashback}} *Devi assolutamente trovare un rimedio perché ora come ora puoi fare solo una cosa [...]: la star nei film dell'orrore! [...] Certo, una serie di film dell'orrore! La tua faccia sembra quella di Freddy Krueger mentre spompina una cartina dello Utah. ('''Weasel''') {{NDR|durante il terzo flashback}} *Sono confuso! Insomma, è più sessista colpirti o è più sessista non colpirti? Il confine è piuttosto labile. ('''Wade''') {{NDR|a una donna, durante il terzo flashback}} *Una breccia nella quarta parete in una breccia nella quarta parete... Fanno sedici pareti! ('''Wade''') {{NDR|al pubblico, durante un breve flashback}} *Ah per me è come [[Robin]] per Batman, tranne che è vecchia... e nera... e cieca... e penso sia innamorata di me. Un attimo! Secondo me anche Robin è innamorato di Batman. ('''Wade''') {{NDR|al pubblico; parlando di Al}} *"Cerco coinquilina cieca alle imperfezioni della vita, buona nei lavoretti manuali. Se vuoi io monto l'IKEA e tu paghi l'affitto." ('''Wade''') {{NDR|al pubblico; citando il suo annuncio}} *{{NDR|[[Barzellette dai film|Barzelletta]]}} Allora il medico dice: "La brutta notizia è che non le resta molto da vivere", il paziente chiede: "Quanto mi resta?" Il medico risponde: "Cinque", il paziente dice: "Cinque cosa?" e il medico: "Quattro, tre, due..." ('''Weasel''') *Falli neri, tigre!<ref>{{Cfr}} ''[[Spider-Man 2]]'' (2004), Mary Jane a Peter: «Falli secchi, tigre!» In entrambi i casi la battuta nel doppiaggio originale è «''Go get her, Tiger!''»</ref> ('''Weasel''') {{NDR|a Wade}} *Wade, verrei con te, ma... non voglio. ('''Weasel''') *Non capita spesso che uno ti rovini la faccia, il sistema nervoso; rapisca la futura madre dei tuoi figli e sia la causa di quattro dei cinque momenti più merdosi della tua vita. Diciamo solo che... si comincia a respirare aria di Natale! ('''Deadpool''') *Atterraggio da [[supereroe]], sta per fare un atterraggio da supereroe! Ti aspettiamo! {{NDR|battendo le mani}} Uh, atterraggio da supereroe. Sai è un trauma per le ginocchia, non è assolutamente pratico, ma va di moda. ('''Deadpool''') *Ragazzi, ehi! Ehi! so che eseguite soltanto gli ordini di quel coglione scoreggiamerda, per questo darò a tutti voi la chance di deporre le armi in cambio di un trattamento di favore o addirittura gentile, anzi direi di più... un trattamento amoroso! ('''Deadpool''') {{NDR|agli uomini di Ajax}} *Visto? Non serve essere un [[supereroe]] per trovare una ragazza. Quella giusta tirerà il supereroe che è in te. E ora godiamoci questo epico campo largo. Ecco, ce lo godiamo, ce lo godiamo, stanotte io godrò di più... Chi è che non gode con un lieto fine, eh? Alla prossima, il vostro amabile Pool<ref>Nel doppiaggio originale: «''your friendly neighborhood pool guy''» Riferimento a ''[[Spider-Man (film)|Spider-Man]]'' (2002), Spider-Man a Mary Jane: «Il tuo amichevole Spider-Man di quartiere!» («''your friendly neighborhood Spider-Man''»).</ref> vi saluta cantando: ''I'm never gonna dance again | in the way I dance with you, | who-ooo!'' ('''Wade/Deadpool''') {{NDR|voce narrante}} ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Deadpool''' {{NDR|subito dopo un breve pensiero}}: Ah, porca merda! Ho dimenticato la borsa con le munizioni!<br> '''Dopinder''': Torniamo alla base?<br> '''Deadpool''': No, non c'è tempo. Fanculo, me la rischio. Nove, dieci, undici, dodici pallottole... o crepare. Ferma qui! {{NDR|Dopinder ferma la sua auto in mezzo all'autostrada}}<br> '''Dopinder''': Ecco, ehm... sono 20 e 75.<br> '''Deadpool''': Non porto mai il portafogli sul lavoro. Mi rovina la linea del costume.<br> '''Dopinder''': Oh...<br> '''Deadpool''': Ma che ne dici di un bel cinque?<br> '''Dopinder''': Ok. {{NDR|Deadpool e Dopinder battono il cinque}}<br> '''Deadpool''': Buon Natale! {{NDR|esce dal taxi}}<br> '''Dopinder''': Buon sereno Natale a lei, anche se è aprile, signor Pool! *'''Colosso''': Ho dato a Deadpool molte possibilità di unirsi a noi, ma si comporta come un bambino, un bambino armato fino ai denti. Quando crescerà per vedere i vantaggi di diventare un [[X-Men]]?<br> '''Testata Mutante Negasonica''': E quali? Che abbiamo la stessa divisa? Che ogni tanto bombardano la nostra scuola?<br>'''Colosso''': Per favore! Bombardamento scuola forma carattere. *'''Merchant''': Pensi di capirlo se te lo spiego lentamente? Non-ho-ordinato-io-la-pizza!<br />'''Jeremy''': Questo è il 7348 di Redlage Drive? Il signor Merchant?<br />'''Merchant''': Sì, il signor Merchant, che non ha ordinato questa pizza del cazzo!<br />'''Jeremy''': Allora chi l'ha ordinata?<br> '''Wade''': {{NDR|Uscendo dal bagno}} L'ho ordinata io. Pizza ananas e olive, dolce e salata.<br />'''Merchant''': Chi cazzo sei? Cazzo ci fai in casa mia...?! {{NDR|Wade gli punta addosso una pistola}}<br> '''Wade''': Crosta bruciata?<br />'''Jeremy''': Io... cavolo, spero di no!<br />'''Merchant''': Oh, amico, senti... se è per quella partita a poker ho detto a Owie, gli ho detto... Ok, senti, ecco, prendi {{NDR|Gli passa il portafoglio}} è tutto quello che ho.<br> '''Wade''': Grazie!<br />'''Jeremy''': Prima di fargli... quello che vuole, mi darebbe una bella mancia signore? <br> '''Wade''': Jeremy, vero? Wade, Wade Wilson. Questa non è una situazione che prevede mance Jeremy, purtroppo non sono qui per lui... ma per te.<br />'''Merchant''': Oh, ho evitato un bel calcio in culo a questo giro... {{NDR|Wade lo colpisce in faccia con il muso della pistola}}<br> '''Wade''': Questo lo decido solo io! Devi assolutamente limitare l'uso di glitter; sono jeans, non candelabri. Per la cronaca, tengo il portafoglio visto che me l'hai dato.<br />'''Merchant''': Ok, mi lascia almeno la card del supermercato?<br> '''Wade''': Sparo al tuo cazzo di gatto!<br />'''Merchant''': I-io non so che di che stai parlando, non ho mai avuto un gatto.<br> '''Wade''': Allora di chi è quella cassettina dove ho cagato? Comunque, detto questo, anche le situazioni peggiori migliorano con una buona pizza. {{NDR|A Jeremy }} Conosci una certa Meghan Orflowsky- hai capito bene? Orflasky? Orlovsy? Sì? Grande, perché lei conosce te. Jeremy, io appartengo a quella categoria di persone che prende soldi per pestare gli sfigati, e la piccola Meghan non naviga nell'oro, ma per sua fortuna ho un lato sentimentale.<br />'''Jeremy''': M-ma io sono...<br> '''Wade''': Uno stalker. Le minacce fanno male Jeremy, ma non quanto una lama seghettata di acciaio. Perciò sta alla larga da Meghan. Chiaro?<br />'''Jeremy''':S-sì, sì signore. <br> '''Wade''': Allora abbiamo finito.<br />'''Jeremy''': Aspetti... davvero? <br> '''Wade''': Sì, certo, finito. {{NDR|A Merchant}} Dovresti vedere la tua faccia!<br />'''Merchant''': Non sapevo che fare, mi cagavo sotto...<br> '''Wade''': Il lato sentimentale, capito? {{NDR|Con una manata fa saltare a Jeremy la pizza e lo sbatte contro il muro, afferrandolo per il collo}} Posa di nuovo i tuoi occhi su di lei e scoprirai nel modo peggiore il mio lato bestiale! Ci siamo capiti? *{{NDR|Durante il primo flashback}}<br />'''Vanessa''': Ehi, giù le mani dalla mercanzia.<br> '''Wade''': "Mercanzia", allora tu... lo fai per soldi?<br> '''Vanessa''': Sì.<br> '''Wade''': Infanzia difficile?<br> '''Vanessa''': Più della tua: mio padre se ne è andato prima che nascessi.<br> '''Wade''': Pensa, il mio prima di schizzare.<br> '''Vanessa''': Ti hanno mai spento una [[sigaretta]] addosso?<br> '''Wade''': Perché, dove si spegne sennò?<br> '''Vanessa''': Sono stata molestata.<br> '''Wade''': Anche io, da mio zio.<br> '''Vanessa''': Dai miei zii. Facevano a turno.<br> '''Wade''': Io ho visto la festa del mio compleanno dal buco della serratura di un ripostiglio chiuso a chiave, che era anche la mia...<br> '''Vanessa''': ... cameretta. Fortunato, io dormivo nel cestello della lavatrice.<br> '''Wade''' {{NDR|sorpreso}}: Avevi una lavatrice? Io non potevo nemmeno dormire: ventiquattro ore su ventiquattro scosse alle palle, sesso animale e porno clown.<br> '''Vanessa''' {{NDR|ride}}: Chi farebbe mai queste cose?<br> '''Wade''': Spero tu. *'''Deadpool''': Cade il silenzio sulla folla mentre Wade W. Wilson, la punta di diamante dei Regina del Saskatchewan, si prepara a calciare. Sembra in ottima forma. {{NDR|dà un calcio sulla testa di Ajax facendolo sbattere contro un'auto}} E Regina fa rima con "vagina" perché ci fa godere! {{NDR|continua a picchiarlo violentemente}} Amici sportivi, state assistendo al dolce... calcio... di punizione! {{NDR|lo solleva}} Oh, accusato di brutto! In arrivo! Questo è un comportamento falloso senza precedenti! {{NDR|immobilizza Ajax trafiggendolo con la sua spada contro un muretto di cemento}} Ti trovo rilassato, Francis, come se l'avessi ficcato tu invece di prenderlo. Hai capito chi sono? No? {{NDR|rimuove parte della maschera}} È più chiaro?<br> '''Ajax''': Wade "Cazzone" Wilson. Ti sei fatto più carino.<br> '''Deadpool''': Sì, come se fossi stato morso da uno shar pei radioattivo. E tu lo sai di chi è la colpa, Francis, vero? Quindi la rimetti in sesto tu questa faccia butterata.<br> '''Ajax''': Ti prego, dovresti ringraziarmi. A quanto pare ti ho reso immortale. In effetti sono un po' invidioso!<br> '''Deadpool''': Già, come se valesse la pena, vivere così. Bene, sto per massacrarti come i Limp Bizkit hanno massacrato la musica negli anni '90! {{NDR|fa per dargli un pugno ma urta accidentalmente i genitali di Colosso, giunto dietro di lui}} Papà? {{NDR|Colosso lo afferra e lo scaglia contro una macchina. Mentre viene lanciato, Deadpool si mette a monologare}} Credo siamo tutti d'accordo nel dire che le cose sono precipitate in modo colossale! *'''Deadpool''' {{NDR|voce fuori campo}}: Ok, analizziamo i pro e i contro dell'essere un [[supereroe]]. Pro: scopano come ricci, le tintorie li fanno supersconti, hanno contratti milionari sia per i film sulle origini che per quelli con gli altri supereroi. Contro: leccano tutti il culo al [[Professor X|Professore]].<br> '''Colosso''': Guarda che ti sento!<br> '''Deadpool''': Non parlavo con te, {{NDR|rompe la quarta parete}} parlavo con loro! <br> '''Colosso''' {{NDR|si rivolge ad Ajax, ancora trafitto dalla spada di Deadpool}}: Tu fermo qui. Sei già stato avvertito, Deadpool! Questo è uso vergognoso e sconsiderato di potere! Verrete entrambi con noi.<br> '''Deadpool''': Senti, Colosso, adesso non ho tempo per le tue stronzate buoniste. {{NDR|si rivolge a Testata}} E tu saresti?<br> '''Testata Mutante Negasonica''': Testata Mutante Negasonica.<br> '''Deadpool''': "Testata Negasonica"? Ma che cazzo...?!? È un nome fichissimo! {{NDR|Testata solleva le spalle}} Allora, cosa sei? Il suo tirapiedi? <br> '''Colosso''': No, mia apprendista.<br> '''Deadpool''': Fammi indovinare, gli X-Men ti hanno affidato una missione? Una missione di merda?<br> '''Testata Mutante Negasonica''': Scusa, e tu che fai?<br> '''Deadpool''': Fingo che tu non sia qui, Testata Mutante Negasonica. Facciamo a cambio di nome?<br> '''Testata Mutante Negasonica''': Possiamo andare?<br> '''Deadpool''': "Seeenti! Sono una [[teenager]]! Vorrei essere ovunque tranne che qui! Sono fatta di cupi silenzi seguiti da acidi commenti seguiti da altri cupi silenzi!" Allora, cosa scegliamo, eh? I cupi silenzi, o gli acidi commenti? Spara!<br> '''Testata Mutante Negasonica''': Mi hai messo con le spalle al muro!<br> '''Deadpool''': Ah-ahhh! <br> '''Colosso''': Non possiamo tollerarlo, Deadpool. Per favore, vieni via tranquillo!<br> '''Deadpool''': Tu, grosso succhiauccelli cromato!!<br> '''Colosso''': Non sei carino...<br> '''Deadpool''': Vuoi mandarmi tutto a puttane?! Credimi, quell'agonizzante sacco di merda fumante se l'è cercata! È malvagità allo stato puro! E comunque... Nessuno si è fatto male! {{NDR|un soldato di Ajax che si era schiantato contro un cartello stradale durante l'inseguimento cade su una macchina}} Quello era già lassù quando sono arrivato.<br />'''Colosso''': Wade, puoi fare di meglio. Unisciti a noi. Usa i tuoi poteri per il bene... <br /> '''Deadpool''' {{NDR|lancia una borchia in testa ad Ajax come un frisbee}}: Sveglia! <br /> '''Colosso''': Fai il supereroe. <br /> '''Deadpool''': Senti, il giorno che deciderò di diventare una fighetta del cazzo disposta a convivere con un branco di piagnoni nella villa stile Neverland di un triste, vecchio, calvo, leader mistico figlio di una gran troia, quel giorno... invierò al tuo culo lucido una richiesta d'amicizia! Ma fino ad allora proseguirò per la mia strada. O così, o ti sbatto come un tappeto! <br /> '''Testata Mutante Negasonica''' {{NDR|mentre Wade parla, vede che Ajax si sta liberando}}: Ehi! <br /> '''Deadpool''': Zitta, Sinead O'Connor! <br /> '''Testata Mutante Negasonica''': Ehi, "Stronzpool"! <br /> '''Deadpool''': E spero che tu stia guardando... {{NDR|si gira verso Ajax e vede che è scappato via}} Oohh..! <br /> '''Colosso''': Colpo di sfortuna. <br /> '''Deadpool''' {{NDR|gira la testa sconcertato}}: Adesso basta!!! {{NDR|tira un pugno a Colosso e si rompe la mano}} Ooh!! Oh oh oh! Oh, Canada! Così non va bene. <br /> '''Colosso''': Wade, ti prego... <br /> '''Deadpool''': Pugno ai coglioni! {{NDR|tira un pugno e si rompe l'altra mano}} Oh! Oh, non vorrei essere tua moglie! <br /> '''Colosso''': Ti conviene fermarti. <br /> '''Deadpool''': Oh, cavolo! {{NDR|osserva le sue mani slogate e penzolanti}} Tutti i dinosauri temevano il [[Tirannosauro|T-Rex]]! {{NDR|tira un calcio in faccia a Colosso rompendosi la gamba}} Ti assicuro che te ne pentirai, maschione!! <br /> '''Colosso''': Sei imbarazzante. Ti prego, non rialzarti. <br /> '''Deadpool''' {{NDR|si rialza saltellando sulla gamba intatta}}: Sai quella dell'uomo senza una gamba alla gara di calci in culo? <br /> '''Colosso''': Hai pulsante per spegnerti? <br /> '''Deadpool''': Sì, è accanto alla [[prostata]]! O è quello per accendermi? <br /> '''Colosso''': Basta!!! {{NDR|lo sbatte contro una macchina e Testata Negasonica ride divertita. Deadpool è agonizzante.}}<br />'''Colosso''' {{NDR|ammanetta Deadpool al proprio braccio}}: Andiamo a parlare con Professore. <br /> '''Deadpool''': McAvoy o Stewart? La sequenza temporale è così confusa! {{NDR|Colosso lo trascina}} "Vivo o morto tu verrai con me"...<ref>{{Cfr}} ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987), Alex Murphy: «Vivo o morto, tu verrai con me.»</ref> <br /> '''Colosso''': Ti riprenderai, Wade. Lo fai sempre. <br /> '''Deadpool''' {{NDR|tira fuori un coltello e si rivolge al pubblico rompendo la quarta parete}}: Avete mai visto ''[[127 ore]]''? Allerta spoiler! {{NDR|comincia a tagliarsi la mano ammanettata}} <br /> '''Testata Mutante Negasonica''': Oh mio Dio. Che schifo! <br /> '''Deadpool''': E questa è la scena cult, bimba! A volte un uomo deve rinunciare a una parte di sé! {{NDR|si stacca dalle manette cadendo dall'autostrada ma finisce dentro un camion d'immondizia. Colosso guarda la mano monca di Deadpool che mostra il dito medio}} *{{NDR|Durante il terzo flashback}}<br />'''Wade''': Ehi, non farti intimorire da lui, Cunningham. Come può essere un duro uno che si chiama Francis? [...] È il suo vero nome. Ehehehe! Ajax l'ha copiato dal sapone per i piatti. F-R-A-N-C-I... Ops! Ho fregato dal tuo camice l'etichetta della tintoria. Ah, se ti interessa posso farti avere lo sconto supereroi. <br /> '''Ajax''': Sei assolutamente fastidioso. <br /> '''Wade''' {{NDR|sarcastico}}: Grazie, non me l'avevano mai detto. <br /> '''Ajax''': Perché non ci fai un regalo e chiudi quella cazzo di bocca?! O devo cucirtela io quella boccuccia? <br /> '''Wade''': Uhh... Non lo farei se fossi in te. Vedi, il problema della tortura senza sosta è che alla fine non puoi fare niente di peggio.<br /> '''Ajax''': Lo pensi davvero? *'''Wade''': Al! Buongiorno dormigliona! Ahh, che puzza di mutande di una vecchia signora!<br /> '''Al''': Sì, sono vecchia e porto le mutande!<br /> '''Wade''': Eh, ma non sei una signora. {{NDR|si mette le ciabatte}} Ohh, comode!<br /> '''Al''': Il vantaggio di essere cieca è che non ti ho mai visto con le Crocs!<br /> '''Wade''': Cioè le scarpe gommose con le quali mi masturbo?<br /> '''Al''': Appunto! Lo svantaggio di essere cieca è che sento tutto in questo buco di casa! *'''Wade''': Il tuo nuovo Kullen come va? L'IKEA non include il montaggio, lo sai. <br /> '''Al''': Non dirmelo. Il Kullen mi piace. È un miglioramento dell'Hurdal. <br /> '''Wade''': Ah, ti prego! Tutto è meglio dell'Hurdal. Io avrei scelto un Hemnes o un Trysil invece dell'Hurdal. Ah... no, nulla è più eccitante della lista di un bel Kullen...<br /> '''Al''': Lo inchiavardo.<br /> '''Wade''': Qui? Ora? Scherzo, so che non chiavi da decenni.<br /> '''Al''': Potrei sorprenderti.<br /> '''Wade''': Sono piuttosto schifato! *'''Ajax''': Quel cazzone di Wade Wilson... Anch'io indosserei una maschera se avessi quella faccia. Vorrei solo rigenerarmi come lui. Comunque, porremo fine alle sue sofferenze a modo nostro.<br /> '''Angel Dust''': Sì, e quando si rigenera?<br /> '''Ajax''': Non potrà... non resterà niente che possa rigenerarsi! *'''Al''': Un antidolorifico?<br /> '''Wade''': Ficcatelo dove ti sei ficcata l'antibiotico. {{NDR|Al fa cadere la scatoletta per terra tentando di appoggiarla sul tavolino}} Ho razziato la mia scorta di antinfiammatorio per il dente del giudizio e sono in orbita intorno a Saturno, ora. {{NDR|tocca la faccia di Al con la mano che si sta rigenerando}} Ohhh... ma apprezzo il bel gesto...<br /> '''Al''': Mi sbaglio, o hai una mano molto piccola?<br /> '''Wade''': È come una forchettina da macedonia.<br />'''Al''': Capisco che tu sia incazzato. Ma il tuo umore non migliorerà se non trovi quella donna e non le dici cosa provi.<br /> '''Wade''': Cosa ti ripeto sempre, Mrs. Magoo? Lei non mi vorrebbe. Se tu potessi vedermi, capiresti.<br /> '''Al''': La bellezza non è tutto.<br /> '''Wade''': La bellezza è tutto! Hai mai sentito la voce di [[David Beckham]]? Sembra che abbia fatto sesso orale con una bomboletta di elio. Credi che Ryan Reynolds sia arrivato dov'è per le sue doti attoriali?<br /> '''Al''': L'amore è cieco, Wade.<br /> '''Wade''': No... Tu sei cieca.<br /> '''Al''': Allora te ne resterai qui a lamentarti?<br /> '''Wade''': No, aspetterò che questa manina raggiunga la pubertà e poi studierò un nuovo [[Piani dai film|piano]] natalizio. Nel frattempo, è meglio che tu esca dalla camera: scommetto che sembra più grosso in questa manina. {{NDR|mentre Al si alza}} Corri, corri, corri, corri, corri...! *'''Wade''': C'è una parola per esprimere metà rabbia e metà paura?<br />'''Weasel''': Sì, "rabbiura" penso. *{{NDR|All'accademia dei mutanti; Deadpool sta per bussare alla porta ma Testata Mutante Nagasonica lo precede aprendo la porta}}<br />'''Deadpool''': [[Sigourney Weaver]] in ''[[Alien³]]''!<br />'''Testata Mutante Negasonica''': Quanto cazzo sei vecchio?!<br />'''Dedapool''': Ha-haaa! ...Risatina finta, nasconde dolore vero. Chiama Palle d'argento! {{NDR|riferito a Colosso}}<br />'''Testata Mutante Negasonica''': Andate a mangiare? Menù per pensionati?<br />'''Deadpool''': Oh e che c'è di male a mangiare prima dell'alba e risparmiare? No! Hai presente il bastardo che vi siete fatti scappare?! Ha rapito la mia ragazza. Voi mi aiuterete a liberarla!<br />'''Colosso''' {{NDR|dall'interno della casa}}: Wade, sei tu?<br />'''Deadpool''': Sì sono io, Deadpool! E ti farò una proposta che non potrai rifiutare.<ref>{{Cfr}} ''[[il padrino]]'' (1972), Don Vito Corleone: «Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare.»</ref> {{NDR|a Testata Mutante Negasonica}} Aspetterò qui, ok? È una casa grande. Strano che veda sempre solo vuoi due, non è che la produzione non può permettersi altri X-Men? *'''Ajax''' {{NDR|urlando dalla cima del porta aerei}}: Wade Wilson! Come mi chiamo?<br /> '''Deadpool''': Cazzo, se ci tieni tanto te lo scrivo! {{NDR|più tardi posiziona per terra i soldati di Ajax uccisi componendo "FRANCIS" con i loro cadaveri}} *'''Deadpool''': Falla a pezzi, cazzo!<br /> '''Colosso''': Modera il linguaggio, prego!<br /> '''Deadpool''': Succhiami l'uccello!! *'''Deadpool''': Spero che i tuoi centri nervosi siano tutti partiti, perché sto per fare una verifica!<br /> '''Ajax''': Ho sentito che puoi farti ricrescere parti del corpo, Wade. Ma quando ti avrò tritato, sarai mangime per pesci.<br /> '''Deadpool''': Buona questa. {{NDR|rompe la quarta parete}} Sì, questa era buona! {{NDR|rivolto ad Ajax}} Balliamo... e intendo "cominciamo ad ammazzarci a vicenda"! {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Deadpool''': Non ho parole! Noi due ora andiamo a sistemare questa faccia butterata!<br /> '''Ajax''': Cosa? Stupido fottuto idiota! Credi davvero che io possa aggiustarti... quella?<br /> '''Deadpool''': Cosa?!<br /> '''Ajax''': Hai sentito.<br /> '''Deadpool''': No... No!! {{NDR|Ajax ride amaramente}} Perciò... vuoi dire che... dopo tutto questo casino, non puoi fare niente?!<br /> '''Ajax''': Non sai quanto sembri stupido mentre lo dici!<br /> '''Deadpool''': Stupido come chi ammette di non potere fare quello per cui è ancora in vita! {{NDR|gli punta la pistola in testa}} Le tue ultime parole?<br /> '''Ajax''' {{NDR|[[Ultime parole dagli X-Men|ultime parole]]}}: Come mi chiamo? <br /> '''Deadpool''' {{NDR|carica la pistola}}: Chi cazzo se ne frega!<br /> '''Colosso''': Wade! Quattro o cinque momenti!<br /> '''Deadpool''': Come, scusa?<br /> '''Colosso''': Quattro o cinque momenti bastano!<br /> '''Deadpool''': Per fare cosa?!<br /> '''Colosso''': Per essere [[eroismo|eroe]]! Tutti pensano che sia un lavoro a tempo pieno: ti svegli da eroe, ti lavi i denti da eroe, vai a lavorare da eroe, ma non è così. In tutta la vita ci sono solo quattro o cinque momenti che contano davvero! Momenti nei quali hai una scelta. Fare un sacrificio. Correggere un difetto. Salvare un amico. Risparmiare un nemico! In questi momenti, tutto il resto non conta. Il modo in cui ci percepisce il mondo, il modo in cui... {{NDR|Deadpool tira il grilletto uccidendo Ajax e lui vomita dal disgusto}} Perché!?<br /> '''Deadpool''': Vomitavi parole! Certo, forse sarò condannato a somigliare a un hamburger bruciato, ma almeno questo cazzone non guarirà più! Se indossare una tutina da eroe vuol dire risparmiare la vita agli psicopatici allora non fa al caso mio. Non tutti hanno le palle d'acciaio come te!<br /> '''Colosso''': Prometti solo che...<br /> '''Deadpool''': Sì, sì, starò più attento con i prossimi quattro momenti da eroe. Porca merda... *'''Wade/Deadpool''': Scusami. Mi dispiace da morire. Di tutto. Mi dispiace di essermene andato. Mi dispiace di non avere agito subito come un uomo con le palle. Sono stati due anni duri.<br />'''Vanessa''': "Duri"?!<br />'''Wade/Deadpool''': Divido in una casa con dei tossici, una famiglia di dodici persone. La sera ci abbracciamo per riscaldarci, facciamo a botte per stare vicino a Noel perché è la più grassa. Noi ci dividiamo ogni cosa: il pavimento, il filo interdentale, perfino i preservativi...<br />'''Vanessa''': Perciò vivi in una casa?<br />'''Wade/Deadpool''': Avrei dovuto cercarti prima... ma baby, l'uomo che c'è sotto questa maschera non è quello che ricordi tu.<br />'''Vanessa''': Vuoi dire questa maschera? {{NDR|toglie la maschera di Deadpool, rivelando che Wade si è coperto la faccia con un ritaglio del volto di [[Hugh Jackman]]}}<br />'''Wade/Deadpool''': E anche questa. Nel caso l'altra si rompesse. {{NDR|Vanessa inizia a rimuovergliela tirando fuori le graffette}} Ehi, sì, però... Ahi! È tipo un cerotto dai un bel... Ahi! Sono un po' in paranoia. Aspetta, aspetta! Aspetta... sei sicura?<br />'''Vanessa''': Sicura. {{NDR|toglie la foto e lo guarda in faccia}} Wow...!<br />'''Wade/Deadpool''': Già...<br />'''Vanessa''': Ehi. Credo che dopo un breve periodo, e un bel po' di bicchierini... è una faccia... sulla quale mi siederei volentieri.<br />'''Wade/Deadpool''': Comunque non sono come prima neanche sotto la tuta, no... ho il super-pisello!<br />'''Colosso''': Wade, modera il linguaggio, c'è una giovinetta.<br />'''Wade/Deadpool''': Che vuoi?! Che ci fai ancora qui? Vattene, va' a renderti utile! Va' a fare il fratello maggiore a qualcun altro! E di' a [[Bestia (Marvel Comics)|Bestia]] di smetterla di cagare sul mio prato! {{NDR|rivolto a Testata}} E tu, stellina in brodo... {{NDR|canta}} ''Nothing compares to yooou!''... Sinead O'Connor, scusa.<br />'''Testata Mutante Negasonica''': Va bene. Sei fico. {{NDR|si allontana con Colosso}}<br />'''Wade/Deadpool''' {{NDR|fingendo di essere colpito}}: Ohhh! Ma che cazzo, questa non era una cattiveria? Sono fiero di te!<br />'''Colosso''': Vedrai, Wade, faremo di te un X-Men...<br />'''Wade/Deadpool''': Per un attimo sembrava che fossimo tre mini-leoni robot che si uniscono per formare un unico super-robot!<br />'''Testata Mutante Negasonica''' {{NDR|andando via}}: Va bene, sei scemo.<br />'''Wade/Deadpool''': Eh già! {{NDR|si rivolge a Vanessa}} E ora... il momento che tutti aspettavamo.<br />'''Vanessa''': Vieni qui! {{NDR|si baciano, Wade fa partire la canzone ''Careless Whisper'' dal suo iPhone}}<br />'''Wade/Deadpool''': Wham!, come promesso. {{NDR|Vanessa ride e si scambiano un altro bacio}} ==[[Explicit]]== {{explicit film}} {{NDR|Dopo i titoli di coda}} Siete ancora qui? È finito. Andatevene a casa! Oh, aspettavate il trailer di ''[[Deadpool 2]]''? Be', non abbiamo tutti questi soldi. Speravate che apparisse [[Samuel L. Jackson]] con la [[Nick Fury|benda sull'occhio, sexy e vestito di pelle]]? Via, via, via, via. {{NDR|si dilegua dietro una parete}} [...] {{NDR|ricompare}} Oh, ma una cosa posso dirvela, anche se è un po' segreta: nel sequel ci sarà [[Cable]]. Personaggio fantastico, braccio bionico, viaggia nel tempo, non sappiamo chi lo interpreterà, ma potrebbe essere chiunque, serve solo uno grosso coi capelli dritti, tipo [[Mel Gibson]] o [[Dolph Lundgren]] o [[Keira Knightley]], lei è così versatile. Che resti tra noi, eh, shhh... Ah, e non lasciate le vostre schifezze sulle poltrone, è veramente un gesto da stronzi. Andate. {{NDR|si dilegua di nuovo dietro la parete, per poi sbucare fuori un'ultima volta solo con la testa}} Chica chicaaa! ('''Deadpool''') {{NDR|in accappatoio}} ==Citazioni su ''Deadpool''== ===Frasi promozionali=== *Da grandi poteri derivano grandi irresponsabilità.<ref>Dal trailer ufficiale italiano. [https://www.youtube.com/watch?v=F5iHRIEskA0 Video] disponibile su ''Youtube.com'' (min. 1:34-1:40).</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{X-Men}} [[Categoria:Film degli X-Men]] dwxrp3f3rvyye4tj1iwxm2q1ytpz6ip Alberto Tomba 0 135951 1221414 1072452 2022-08-07T20:22:23Z StomboyCarGeek 87114 wikitext text/x-wiki [[File:Alberto Tomba.jpg|thumb|Alberto Tomba (2006)]] '''Alberto Tomba''' (1966 - vivente), ex sciatore alpino italiano. == Citazioni di Alberto Tomba == {{cronologico}} *Il [[Calcio (sport)|calcio]] è stato il mio primo amore. Sì, posso confessarlo liberamente: poi a 14 anni dovetti scegliere e optai per lo sci. Ma mi piace sempre calzare le scarpette bullonate. Quando gli impegni me lo consentono. Sovente vado anche allo stadio. A tifare [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], s'intende.<ref>Dall'intervista di Piero Abrate, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,1290_02_1991_0079_0022_19092159/ Tra calcio e motori Tomba dimentica le occasioni perdute]'', ''Stampa Sera'', 4 aprile 1991, p. 22.</ref> *Non c'è nulla che possa regalare le stesse emozioni dello sci. Il bello è quando esci al mattino dopo una nevicata notturna, e sali sulla montagna e vai nella [[neve]] fresca. Sei a duemila metri e respiri l'aria pura, sei in mezzo alla natura. Non so dire, ma sento che ogni volta qualcosa mi rinasce dentro.<ref>Dall'intervista di Carlo Coscia, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,34/articleid,0806_01_1993_0281_0032_11322869/ Addio notti brave, ecco l'ultimo Tomba]'', ''La Stampa'', 15 ottobre 1993, p. 34.</ref> *{{NDR|Sugli [[sportivi]] che si candidano in [[politica]]}} Io [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] lo capisco ma non capisco i [[Franco Baresi|Baresi]], Evani e Bordin che vogliono saltare dall'altra parte. So che c'è bisogno d'aiuto, ma io cerco di dare una mano all'[[Italia]] con quello che so fare, [[Vittoria|vincendo]].<ref>Da un'intervista a ''Panorama''; citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,29/articleid,0725_01_1994_0035_0029_10473475/ «Gli organizzatori? Di noi se ne fregano»]'', ''La Stampa'', 5 febbraio 1994, p. 29.</ref> *All'estero un campione come me sarebbe stato osannato, l'Italia mi ha solo criticato. Il risultato è che la gente oggi mi ricorda solo per le cose brutte: la paletta di [[Arma dei Carabinieri|carabiniere]] che ho usato per sorpassare a Cortina, il passaporto falsificato, la coppa tirata dal podio, i guai con il fisco.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/15/tomba-accusa-italia-senza-cultura-sportiva.html Tomba accusa: "Italia senza cultura sportiva"]'', ''la Repubblica'', 15 dicembre 2005.</ref> *{{NDR|«Lo ammetta, Tomba. Di quegli anni d'oro le è rimasta dentro anche molta amarezza. Non soltanto [[gloria]], [[fama]] e [[successo]], vero?»}} Sì, certo, Perché ho dovuto subire attacchi, tradimenti e critiche non giuste. Perché ce l'avevano con me? Perché ero di [[Bologna]]? O perché ero giovane vincente e piaccio alle donne? Guardi, quando penso a [[Valentino Rossi|Rossi]] sono felice che lui abbia successo, però non è criticato come lo sono stato io. A volte mi viene in mente [[Marco Pantani|Pantani]]. Ecco, lui è stato vittima di gente che voleva solo sfruttarlo. A me è successo anche un po' questo, però io sdrammatizzo. Ho un altro carattere e forse aver vissuto molto in [[montagna]] fuori dal mondo mi è servito. La mia corazza si è indurita. Tengo molto dentro.<ref>Dall'intervista di Daniela Cotto, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,33/articleid,0250_01_2005_0341_0037_1905782/ «Perché trattano Valentino Rossi meglio di me?»]'', ''La Stampa'', 18 dicembre 2005, p. 33.</ref> *Ho sempre pagato a caro prezzo la mia [[sincerità]], ma sul gradino più alto del podio tira sempre più vento. C'è [[Amore e odio|chi ti ama e chi ti odia]], ed ancora oggi non riesco a capire perché davo fastidio.<ref>Dall'intervista di Mattia Chiusano, ''[https://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/sci-alpino/tomba-intervista/tomba-intervista.html Tomba, dieci anni senza sci: "Quasi quasi torno in pista"]'', ''Repubblica.it'', 29 dicembre 2008.</ref> *{{NDR|«Lei è stato per lo sci quello che [[Tiger Woods]] è stato per il [[golf]]: un atleta capace d'impennare da solo gli [[Audience|indici di ascolto tv]] e portare guadagni a tutto il Circo Bianco. Molti suoi colleghi dovrebbero ringraziarla...»}} Senza falsa [[modestia]]. condordo. Lo sci era uno sport povero. Tutto iniziò con le due medaglie d'oro di Calgary '88. Ho sempre avuto un carattere estroverso: vincevo e facevo [[ridere]] la gente. Con me molte aziende hanno iniziato a fare un bel giro d'affari. Esistono tesi di [[laurea]] sull'impatto che ho avuto sul mercato degli sci. I bambini insistevano a vestirsi come Alberto Tomba: tuta, sci, scarponi, occhiali. Sono felice che tutto quello che ho fatto abbia aiutato la crescita di questo sport. {{NDR|«E gli altri?»}} Ero da solo. Persino Ingemar (Stenmark, ''ndr'') a volte passava inosservato. Eppure era il più grande di tutti. "Ma come, riconoscono me e non lui?", pensavo. Era stato il mio idolo. Com'era possibile? Per me facevano il [[Tifo sportivo|tifo]] anche in [[Austria]] quando affrontavo i beniamini di casa Stangassinger e Sykora.<ref>Dall'intervista di Massimo Lopes Pegna, ''«Ho cambiato lo sci con trionfi e sorrisi, adesso forza Azzurri continuate a vincere»'', ''La Gazzetta dello Sport'', 6 giugno 2020, pp. 28-29.</ref> {{Int2|''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/tomba-intervista Tomba, vincevo ridendo. Ora non si fa più]''|Intervista di Dario Pelizzari, ''Avvenire.it'', 8 dicembre 2014.}} *Per seguire le mie gare si fermava il Paese. Nel febbraio del 1988 hanno addirittura interrotto il [[Festival di Sanremo]] per collegarsi in diretta con Calgary, in [[Canada]], dove mi giocavo con la medaglia [[Giochi olimpici|olimpica]] nello slalom speciale. E meno male che ho vinto, altrimenti chissà cosa avrebbero detto. Vincevo ed ero costretto a vincere, sempre. E quando la [[stampa]] non sapeva più cosa raccontare delle mie vittorie metteva il naso nella mia vita privata. *{{NDR|«Per conquistare le simpatie del pubblico non basta essere un campione. Qual è stato il suo valore aggiunto?»}} Piacevo perché festeggiavo anche la [[sconfitta]]. *Quando vincevo, andava tutto bene. Ma appena sbagliavo qualcosa, erano subito tutti pronti a puntare il dito contro di me. In Italia va così, o ti amano o ti odiano. E nel mio caso c'era anche tanta [[invidia]]. In più, non ho mai fatto smentite o repliche e la gente ha spesso pensato che fosse vero quanto leggeva. Vincevo perché facevo i [[sacrifici]] [...]. Non avevo una vita privata. == Citazioni su Alberto Tomba == * Lo vidi al Tonale. Era nella squadra C e faceva da apripista alla A. Uscì due volte, ma andava a manetta. Chiesi a Pietrogiovanna: “Chi è?”. E Tino: “Lascia stare, è di [[Bologna]] ed è un figlio di papà”. Per fortuna non gli ho dato retta. ([[Gustav Thöni]]) == Note == <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Tomba, Alberto}} [[Categoria:Sciatori alpini italiani]] ogwywgdl57pshcwqlnmfwr56bhef9h3 Fake news 0 136096 1221426 1125984 2022-08-07T22:46:46Z Danyele 19198 +1 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:The fin de siècle newspaper proprietor (cropped).jpg|thumb|Illustrazione di Frederick Burr Opper, 1894]] Citazioni sulle '''fake news''' ('''notizie false'''). *C'è anche il problema delle fake news, eccome se c'è. Ma quello c'è sempre stato però, ecco. {{NDR|«Sì?»}} Oggi è diverso perché si è trasformato in un'arma a disposizione dell'ultimo imbecille, dell'ultimo farabutto, mentre prima era uno strumento impegnato dai [[giornali]] quando facevano disinformazione. Erano persone autorevoli o presunte tali. Adesso la [[bomba atomica]] è in mano anche all'uomo della strada. Non lo considero un particolare progresso. ([[Michele Serra]]) *{{NDR|Combattere contro le fake news è}} come battersi contro un'Idra a più teste mentre si nuota in uno tsunami di melma. ([[Govindraj Ethiraj]]) *Le fake news sono spesso basate sulla manipolazione di dati numerici e per chi teme i numeri è difficile accorgersi di un cattivo uso di dati. ([[Eugenia Cheng]]) *Le notizie false della storia nascono certamente spesso da osservazioni individuali inesatte o da testimonianze imperfette, ma questo infortunio iniziale non è tutto e in realtà in se stesso non spiega nulla. L'errore si propaga, si amplifica e vive solo a una condizione: trovare nella società in cui si diffonde un brodo di cultura favorevole. In quell'errore, gli uomini esprimono inconsciamente i propri pregiudizi, odi e timori, cioè tutte le loro forti emozioni. Soltanto [...] dei grandi stati d'animo collettivi hanno poi la capacità di trasformare una cattiva percezione in una leggenda. ([[Marc Bloch]]) *Le notizie false non sono un problema che riguarda la tecnologia, sono un sintomo della sfiducia nei confronti dei media. ([[Ian Katz]]) *{{NDR|Rivolto a un giornalista}} Non ti concederò domande. Voi siete fake news. ([[Donald Trump]]) *Se vi chiedete come mai ci sono così tante notizie false in giro, questo è uno dei motivi: raccontar balle, aizzare l'odio, fa diventare milionari. Non sono pensatori indipendenti o combattenti contro il sistema: sono ciarlatani arraffasoldi. La loro ambizione non è salvare il mondo, ma fare soldi [...]. Li ospitate in TV? Siete complici. ([[Paolo Attivissimo]]) *Sul tema delle notizie manipolate può [...] sorgere un equivoco che è opportuno evitare, giacché potrebbe evocare il rischio della tentazione di un controllo sulle [[libertà di stampa|libere espressioni di stampa]]. Le fake news - notizie contraffatte - sono, normalmente, il prodotto di azioni malevole, abitualmente anonime, concertate allo scopo di ingannare la pubblica opinione, contando sull’effetto moltiplicatore del web e sulla assenza di sanzioni che caratterizza un mondo privo di responsabilità definibili. La pretesa di un “non luogo”, come è stato chiamato, dove ci si può permettere di propalare presunti fatti, falsati o inesistenti, senza alcuna sanzione. Esattamente l’opposto dell’informazione professionale che prevede anche sistemi di sanzioni puntuali sia degli organi preposti alla deontologia professionale, che da parte della magistratura. I due fenomeni non vanno quindi in alcun modo confusi. ([[Sergio Mattarella]]) ==Voci correlate== *[[Giornale]] *[[Giornalismo]] *[[Giornalista]] *[[Leggenda metropolitana]] *[[Notizia]] *[[Stampa]] *[[Telegiornale]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=fake news|preposizione=sulle|w_preposizione=riguardante le}} [[Categoria:Terminologia giornalistica‎]] e10n6ncpw8agrf1a6mx2llginodmba9 Alla ricerca della Valle Incantata 0 142202 1221430 1185435 2022-08-07T23:39:25Z 93.67.121.124 /* Frasi */ wikitext text/x-wiki {{Film |doppiatori originali = *[[Gabriel Damon]]: Piedino *[[Candace Hutson]]: Tricky *[[Will Ryan]]: Petrie *[[Judith Barsi]]: Ducky *[[Burke Byrnes]]: Topps *[[Pat Hingle]]: Rooter, Narratore *[[Helen Shaver]]: Madre di Piedino *[[Bill Erwin]]: Nonno |doppiatori italiani = *[[Rossella Acerbo]]: Piedino *[[Monica Vulcano]]: Tricky *[[Marco Mete]]: Petrie *[[Federica De Bortoli]]: Ducky *[[Luciano De Ambrosis]]: Topps *[[Sandro Sardone]]: Rooter *[[Giorgio Lopez]]: Narratore *[[Maria Pia Di Meo]]: Madre di Piedino }} '''''Alla ricerca della Valle Incantata''''', film d'animazione del 1988 diretto da [[Don Bluth]]. ==Frasi== *Alcune cose le vedi con gli occhi, altre le vedi col cuore. ('''Madre di Piedino''') *Piedino, lascia che sia il tuo cuore a guidarti. Ma il cuore sussurra, perciò devi ascoltarlo attentamente… ('''Madre di Piedino''') *Caro Piedino, ricordi la strada per la Valle Incantata? Segui il sole oltre la roccia che sembra un Collo Lungo, e supera la Montagna che Brucia. Io saró nel tuo cuore Piedino, lascia che sia il tuo cuore a guidarti… ('''Madre di Piedino''') ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} [[Categoria:Film d'animazione]] k7nywss0cye73vanpcobfecz15h4ryq Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe 0 143077 1221419 1221226 2022-08-07T20:58:33Z 31.157.102.233 /* Fase Quattro */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte. ==Film== {{torna a|Ultime parole dai film}} ===''Saga dell'Infinito''=== {{cronologico}} ====''Fase Uno''==== *Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}} *Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}} *Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}} *Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}} *Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}} *Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}} ====''Fase Due''==== *Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}} *Non te lo dirò mai! ('''Frigga''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}} *Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}} *Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}} *Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}} *Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}} *Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}} *Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}} *Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}} *Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}} *Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}} *Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}} *Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}} ====''Fase Tre''==== *E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}} *Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}} *Che succede? ('''Kaecilius''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}} *Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}} *No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}} *Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}} *Cosa? ('''Jackson "Montana" Brice/Shocker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}} *Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}} *Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}} *Per Asgard. Hela! ('''Skurge''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}} *Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}} *Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}} *Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}} *Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}} *Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}} *No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}} *Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}} *Troppo tardi. ('''Norex''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}} *Subito. ('''Minn-Erva''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}} *Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}} *Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}} *Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}} *Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}} ===''Saga del Multiverso''=== ====''Fase Quattro''==== {{cronologico}} *È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}} *Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}} *Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}} *Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}} *Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}} *Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}} *Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}} *Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}} *Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}} *L'immaginavo. ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}} *Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}} ==Serie televisive Netflix== {{cronologico}} ===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''=== ====''Prima stagione''==== *Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''') ::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}} *Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''') ::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}} *Signorina Page... ('''James Wesley''') ::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}} *Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''') ::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}} *Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''') ::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}} ====''Seconda stagione''==== *Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''') ::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}} *Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''') ::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}} *Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''') ::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}} *E a chi importa? ('''Finn Cooley''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}} *Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''') ::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}} *Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''') ::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}} *Finitelo! ('''Nobou''') ::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}} ===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''=== ====''Prima stagione''==== *'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones. ::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}} *Perchè la amo. ('''Ruben''') ::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}} Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''') ::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}} *Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''') ::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}} *In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''') ::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}} *26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''') ::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}} *Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''') ::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}} *Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''') ::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}} *Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''') ::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}} ==Serie televisive Disney+== {{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}} {{cronologico}} ===''[[WandaVision]]''=== *Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''') ::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}} ===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''=== *Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''') ::{{spiegazione|È una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}} *Ci rivedremo presto. ('''Colui che rimane''') ::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}} ===''[[What if...?|What If...?]]''=== *Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''') {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Marvel Cinematic Universe]] [[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]] qb3h3tug7biz46qdqaiugs1e70f0y29 1221441 1221419 2022-08-08T01:08:42Z 31.157.102.233 /* Fase Quattro */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte. ==Film== {{torna a|Ultime parole dai film}} ===''Saga dell'Infinito''=== {{cronologico}} ====''Fase Uno''==== *Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}} *Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}} *Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}} *Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}} *Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}} *Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}} ====''Fase Due''==== *Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}} *Non te lo dirò mai! ('''Frigga''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}} *Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}} *Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}} *Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}} *Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}} *Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}} *Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}} *Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}} *Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}} *Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}} *Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}} *Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}} ====''Fase Tre''==== *E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}} *Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}} *Che succede? ('''Kaecilius''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}} *Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}} *No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}} *Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}} *Cosa? ('''Jackson "Montana" Brice/Shocker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}} *Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}} *Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}} *Per Asgard. Hela! ('''Skurge''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}} *Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}} *Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}} *Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}} *Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}} *Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}} *No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}} *Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}} *Troppo tardi. ('''Norex''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}} *Subito. ('''Minn-Erva''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}} *Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}} *Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}} *Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}} *Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}} ===''Saga del Multiverso''=== ====''Fase Quattro''==== {{cronologico}} *È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}} *Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}} *Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}} *Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}} *Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}} *Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}} *Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}} *Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}} *Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}} *L'immaginavo. ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}} *Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold. ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}} ==Serie televisive Netflix== {{cronologico}} ===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''=== ====''Prima stagione''==== *Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''') ::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}} *Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''') ::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}} *Signorina Page... ('''James Wesley''') ::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}} *Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''') ::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}} *Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''') ::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}} ====''Seconda stagione''==== *Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''') ::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}} *Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''') ::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}} *Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''') ::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}} *E a chi importa? ('''Finn Cooley''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}} *Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''') ::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}} *Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''') ::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}} *Finitelo! ('''Nobou''') ::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}} ===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''=== ====''Prima stagione''==== *'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones. ::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}} *Perchè la amo. ('''Ruben''') ::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}} Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''') ::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}} *Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''') ::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}} *In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''') ::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}} *26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''') ::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}} *Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''') ::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}} *Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''') ::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}} *Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''') ::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}} ==Serie televisive Disney+== {{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}} {{cronologico}} ===''[[WandaVision]]''=== *Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''') ::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}} ===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''=== *Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''') ::{{spiegazione|È una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}} *Ci rivedremo presto. ('''Colui che rimane''') ::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}} ===''[[What if...?|What If...?]]''=== *Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''') {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Marvel Cinematic Universe]] [[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]] j5vutfgmt3qniz1zxr6wx8mr8ko163u Template:Lingue/Dati 10 148341 1221424 1221247 2022-08-07T21:58:17Z ItwikiBot 66727 Bot: aggiornamento dati wikitext text/x-wiki {{#switch:{{{1}}} |lingua1 = it |voci1 = 43988 |lingua2 = en |voci2 = 43121 |lingua3 = pl |voci3 = 24732 |lingua4 = ru |voci4 = 15132 |lingua5 = cs |voci5 = 12067 |lingua6 = et |voci6 = 10058 |lingua7 = pt |voci7 = 9212 |lingua8 = fa |voci8 = 9098 }} mfvdd1wxddob0zwnkd7vtfpuwk1fv5i Ultime parole da Il padrino 0 157753 1221372 1214859 2022-08-07T16:07:25Z DoctorMorte 68277 /* Il padrino - Parte II */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} {{torna a|Ultime parole dai film}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film de '''''[[Il padrino]]''''' in punto di morte. ==Libri== {{cronologico}} ===[[Mario Puzo|Il padrino]]=== *Sta con me, lascia che ti tenga la mano. Metteremo nel sacco quella bastarda come abbiamo fatto con gli altri. Padrino, non tradirmi! ('''Genco Abbandando''') ::{{spiegazione|Dopo il matrimonio di sua figlia Connie, il boss mafioso Vito Corleone si reca insieme ai suoi figli per visitare Genco Abbandando: questi, il suo più fedele consigliere, è ammalato da tempo di cancro ed è ormai ad un passo dalla morte. Delirando, Genco crede che il suo padrino possa sconfiggere la morte come ha sconfitto tanti avversari nel corso dei loro affari: rattristato per le condizioni del suo sottoposto, Vito gli resta vicino aspettando con lui la morte.}} *Devo pensarci sopra. ('''Paulie Gatto''') ::{{spiegazione|Dopo che Vito viene ferito gravemente in un attentato ordito da Virgil Sollozzo e dalla famiglia Tattaglia, suo figlio Sonny individua nel suo autista Paulie Gatto una spia: ordina pertanto al suo superiore, il caporegime Peter Clemenza, di sbarazzarsene al più presto. Il giorno dopo Clemenza trova una scusa ordinando a Paulie di accompagnarlo alla ricerca di un rifugio sicuro, insieme al sottoposto Rocco Lampone: è proprio quest'ultimo, istruito precedentemente dal caporegime, a sparare in testa a Paulie una volta parcheggiati in una strada isolata.}} *Se l'offerta è abbastanza buona. ('''Luca Brasi''') ::{{spiegazione|La notte prima dell'attentato a Vito il suo miglior scagnozzo, lo spietato sicario Luca Brasi, si reca nel nightclub della famiglia Tattaglia: il suo incarico è quello di infiltrarsi nella loro famiglia e di scoprire la verità dietro ai traffici di droga di Virgil Sollozzo. Ricevuto da Bruno Tattaglia e da Sollozzo stesso, Luca apparentemente sembra accettare l'accordo, ma si lascia sfuggire di essere comunque fedele ai Corleone: comprendendo il piano di Vito e volendo privarlo del suo miglior scagnozzo, i due gangster lo immobilizzano mentre un sottoposto lo strangola brutalmente con una garota.}} *L'ho perquisito. Ne ho perquisiti migliaia di quei teppisti. È disarmato. ('''Mark McCluskey''') ::{{spiegazione|Per vendicare il padre, l'innocente Michael Corleone sceglie di uccidere Sollozzo e la sua guardia del corpo, il capitano di polizia Mark McCluskey con cui ha avuto uno scontro in precedenza. L'occasione di presenta ad un meeting di pace in un ristorante, in cui Michael rappresenta i Corleone: dopo essere andato in bagno a recuperare la propria pistola, Mike torna al tavolo e, dopo un attimo di esitazione, uccide sul colpo Sollozzo e spara nella gola allo stupefatto McCluskey, che finisce l'istante successivo.}} *Buona notte, amico. Niente rancori, vero? Se posso fare qualcosa per te, fammelo sapere. Hai svolto un ottimo lavoro questa notte. ('''Don Fanucci''') ::{{spiegazione|Dopo alcuni colpi con i suoi futuri caporegime il giovane Vito Corleone riceve la visita del locale boss Fanucci, che pretende una percentuale sul loro denaro: durante la loro conversazione tuttavia Vito comprende che il "Don" è solo un volgare delinquente comune e non ha alcuna protezione effettiva. Dopo essersi congedato Fanucci passeggia fino alla propria casa, ma non si accorge che il giovane lo ha seguito di nascosto passando per i tetti di New York: precedutolo nell'androne della sua palazzina, Vito spara immediatamente a Fanucci appena apre la porta, ferendolo gravemente con due colpi allo stomaco prima di finirlo con un colpo alla testa.}} *Il figlio di cagna, il figlio di cagna! ('''Santino "Sonny" Corleone''') ::{{spiegazione|Scoperto che suo cognato Carlo ha picchiato Connie nonostante le sue minacce, Sonny si precipita furiosamente verso la loro abitazione a bordo della sua auto: il consigliere Tom Hagen prova inutilmente a fermarlo e gli sguinzaglia dietro delle guardie del corpo. Raggiungendo il casello autostradale, il gangster si insospettisce quando vede il casellante nascondersi e alcuni uomini uscire dalla macchina davanti alla sua: comprendendo di essere di fronte alla morte, Sonny prova invano a fuggire dall'auto venendo immediatamente crivellato di colpi dai sicari inviati per ucciderlo.}} *È seduta al posto di guida e muore dalla voglia di schiacciare l'acceleratore. Sarà una vera donna americana prima ancora di arrivate negli Stati Uniti. ('''Calò''') ::{{spiegazione|Dopo essersi nascosto in Sicilia, Michael viene a sapere della morte di Sonny e decide pertanto di nascondersi in un rifugio sicuro insieme alla moglie Apollonia, in previsione di un eventuale agguato da parte dei nemici del padre. Dopo aver ordinato al suo sottoposto Fabrizio di preparare la sua auto, Mike chiede al suo guardiaspalle Caló dove si trovi Apollonia e apprende che la moglie è salita in macchina per guidare e fargli una sorpresa. Dopo essersi cambiato Michael si prepara a salire in macchina con Apollonia e Calò, ma nota Fabrizio che si allontana furtivamente dalla villa: comprendendo quello che sta succedendo il giovane grida alla moglie di fermarsi, ma appena Apollonia accende la macchina questa esplode uccidendo lei e Caló sul colpo.}} *La vita è così bella. ('''Don Vito Corleone''') ::{{spiegazione|Ormai ritiratosi dalla vita mafiosa per favorire l'ascesa di Michael, Vito passa le sue giornate a coltivare verdure nel suo orto. Un giorno l'ex don viene colpito da un infarto mentre raccoglie dei pomodori e cade a terra davanti ad un nipotino: raggiunto da Michael e dai suoi uomini Vito stringe la mano al figlio e, dichiarando che la vita è decisamente bella, spira in pace.}} *Amico, dovrai usare la pistola per farlo. O forse vuoi questo?! ('''Wax Baines''') ::{{spiegazione|Mentre pattuglia Harlem il rude agente di polizia Albert Neri riceve una segnalazione in una casa popolare: un uomo ha sfigurato una donna e una bambina e ora si nasconde nella casa. Nonostante il collega provi a fermarlo Al si reca nella palazzina e scopre che il ricercato è Wax Baines, un pappone che aveva arrestato in precedenza è che è stato rilasciato per un cavillo: provocando l'agente, Baines prova a colpirlo con un pugnale ma viene disarmato da Al, che senza pensarci due volte lo uccide colpendolo due volte al cranio con una torcia elettrica.}} *Non ho nessun tatuaggio! È il lavorante della notte! ('''Fabrizio''') ::{{spiegazione|Mentre si prepara a chiudere bottega, un pizzaiolo di Buffalo riceve la visita di un uomo che gli richiede una pizza: dopo aver ricevuto l'ordine tuttavia il cliente chiede al pizzaiolo di vedere un suo tatuaggio sul petto, fatto in Sicilia prima di arrivare in America. Il pizzaiolo, in realtà Fabrizio, comprende di essere stato scoperto e prova invano a fuggire, venendo colpito al petto: il sicario si avvicina a lui e, porgendogli i saluti di Michael Corleone, lo finisce con un colpo alla testa.}} *Cosa diavolo c'è che non va, adesso? ('''Don Emilio Barzini''') :{{spiegazione|Travestitosi con la sua vecchia divisa da poliziotto, Al Neri si fa portare da alcuni sottoposti di Rocco Lampone vicino al Rockefeller Center: qui con la scusa di un multa attacca briga con l'autista di Emilio Barzini, boss di New York che è stato la vera mente dietro la congiura contro i Corleone. Una volta uscito dal center Barzini nota la scena e chiede seccato alle sue guardie del corpo di intervenire: appena lo vede isolato Al estrae la sua pistola e lo crivella completamente di colpi.}} *Non potete salvarmi la pelle? In nome dei vecchi tempi? ('''Salvatore "Sally" Tessio''') ::{{spiegazione|Avendo organizzato un meeting con Barzini per siglare la pace, il caporegime Salvatore Tessio esce di casa con Tom Hagen per raggiungere Michael: i due vengono però avvicinati dagli uomini di Peter Clemenza e Tom rivela a Sally che è stato individuato come un traditore deciso a far morire Mike all'incontro con Barzini. Comprendendo di aver perso, Tessio si rivela sinceramente dispiaciuto e chiede a Tom se non ci sia un modo per salvargli la vita: il consigliere tuttavia dichiara che è impossibile e pertanto osserva rattristato mentre il caporegime viene portato via verso il suo destino.}} *Barzini… ('''Carlo Rizzi''') ::{{spiegazione|Convocato da Michael con la scusa di una promozione, il cognato Carlo Rizzi viene messo davanti alla verità: Mike e Tom hanno infatti capito da tempo che è stato lui a vendere Sonny ai loro nemici attirandolo in trappola per farlo uccidere, in modo da ottenere un posto più alto nella famiglia. Con la promessa di essere risparmiato se confesserà le sue colpe, Carlo ammette di essersi venduto a Barzini. Apparente misericordioso, Michael lo fa scortare fino alla sua auto per raggiungere la sua famiglia: sollevato, Carlo non si accorge che sui sedili posteriori è nascosto Peter Clemenza, che lo strangola brutalmente vendicando così il suo figlioccio Sonny.}} ==Film== {{cronologico}} ===[[Il padrino]]=== *Grazie! ('''Luca Brasi''') ::{{spiegazione|Insospettito dalla condotta di Virgil Sollozzo, spacciatore della famiglia Tattaglia a cui ha rifiutato un affare, il boss Vito Corleone escogita un astuto piano per spiare le sue mosse: fingendo di essere ai ferri corti con il capo, il suo fedelissimo sicario Luca Brasi si infiltra nel locale di Bruno Tattaglia, chiedendo di poter passare dalla loro parte. Avvicinato da Sollozzo e Tattaglia, Brasi sembra riuscire nell'intento, ma improvvisamente durante il colloquio viene pugnalato ad una mano da Bruno, che ha intuito il piano di Don Vito: Luca prova ad opporre resistenza, mamentre i due gangster lo trattengono un sicario spunta alle sue spalle e lo strangola con una garota.}} *Io no! Sarà stato Rocco! ('''Paulie Gatto''') ::{{spiegazione|Dopo la morte di Luca Brasi Vito subisce un terribile attentato, finendo tra la vita e la morte: prese in mano le redini della famiglia, suo figlio Sonny intuisce che ci sia una talpa che ha fornito informazioni ai rivali e sceglie di prendere provvedimenti. Il giorno dopo il caporegime Peter Clemenza si reca a comprare dei materassi per i proprio uomini insieme ai soldati Paulie Gatto e Rocco Lampone, scherzando con loro durante tutta la durata del viaggio: arrivato in una strada isolato, Clemenza si ferma e scende dalla macchina per andare a orinare. Paulie aspetta il capo al volante della macchina, ma in quel momento viene ucciso con un colpo alla nuca da Rocco: egli infatti è stato individuato come la talpa.}} *Micheluzzo, tu mi capisci,no? Sei italiano, come tuo padre, come me. Tuo padre sta male, appena starà meglio cerchiamo di fare un meeting e mettiamo tutto a posto. 'Sto contrasto va' a finire, no? ('''Virgil Solozzo''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicare il padre Michael, pecora nera della famiglia Corleone che si è sempre rifiutato di lavorare nel mondo del crimine, decide di risolvere la faccenda alla base, ovvero uccidendo Sollozzo. Durante un meeting organizzato apparentemente per trovare una soluzione pacifica, Michael cena insieme a Sollozzo e alla sua guardia del corpo, il corrotto Mark MacCluskey: assentatosi momentaneamente per andare in bagno, Michael vi trova una pistola lasciata all'interno dagli uomini dei Corleone. Tornato al tavolo, Michael ascolta con disagio i discorsi di pace di Sollozzo: seppur con iniziale riluttanza, Michael si alza in piedi ed estratta la pistola spara a Sollozzo e a McClusky alla gola e alla testa, uccidendoli sul colpo.}} *Ne ho frugati migliaia di quei pisciasotto. ('''Mark MacCluskey''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicare il padre Michael, pecora nera della famiglia Corleone che si è sempre rifiutato di lavorare nel mondo del crimine, decide di risolvere la faccenda alla base, ovvero uccidendo Sollozzo. Durante un meeting organizzato apparentemente per trovare una soluzione pacifica, Michael cena insieme a Sollozzo e alla sua guardia del corpo, il corrotto Mark MacCluskey: assentatosi momentaneamente per andare in bagno, Michael vi trova una pistola lasciata all'interno dagli uomini dei Corleone. Tornato al tavolo, Michael ascolta con disagio i discorsi di pace di Sollozzo: seppur con iniziale riluttanza, Michael si alza in piedi ed estratta la pistola spara a Sollozzo e a McClusky alla gola e alla testa, uccidendoli sul colpo.}} *Michele, aspettami lì che vengo da sola fino a te! ('''Apollonia Vitelli-Corleone''') ::{{spiegazione|Ritiratosi in Sicilia per scampare alla polizia, Michael conosce la giovane Apollonia e se ne innamora, sposandola dopo un lungo corteggiamento. Un giorno, mentre la moglie prova divertita l'automobile di famiglia, Michael nota che una delle sue guardie del corpo, il pastore Fabrizio, sta scappando dal cancello della villa: intuendo che i rivali di New York lo abbiano corrotto Michael ordina ad Apollonia di abbandonare la macchina, ma prima che la moglie possa fare alcunché il veicolo esplode, uccidendola sul colpo insieme al figlio che portava in grembo.}} *Pezzo di merda! Oh, vi levate di mezzo? ('''Santino "Sonny" Corleone''') ::{{spiegazione|Sostituendo il padre, Sonny scatena una furiosa guerra contro la famiglia Tattaglia, ma altre preoccupazioni offuscano la sua mente: un giorno infatti scopre che il cognato Carlo Rizzo ha picchiato nuovamente la moglie Connie, nonostante il fratello lo avesse picchiato in precedenza. Furibondo, Sonny esce dalla villa dei Corleone senza protezione e si reca a casa di Carlo: arrivato al solito casello autostradale che deve attraversare è talmente furioso da non insospettirsi di una macchina che si è fermata davanti a lui. Presto dal veicolo e dal casello dell'autostrada escono una decina di uomini di Tattaglia che crivellano di colpi Sonny: trascinatosi fuori dall'auto, il boss viene definitivamente ucciso da un calcio in faccia da parte di uno dei sicari.}} *No, no. eh eh. Facciamo un altro gioco: tu vai laggiù. Vai, vai lì. ('''Don Vito Corleone''') ::{{spiegazione|Distrutto dalla morte di Sonny e volendo riportare in America Michael, il vecchio Vito decide di porre fine alla guerra: pur intuendo che dietro ai Tattaglia e ai loro alleati vi è il potente Emilio Barese, deciso a soppiantare Vito, l'anziano boss sceglie di sottostare alle loro condizioni. Riportato Michael in America, Vito gli cede il ruolo di boss, dandogli vari consigli per affrontare la situazione: ormai anziano e stanco, il vecchio boss muore colto da un infarto mentre gioca nell'orto con il suo nipotino.}} *Fermi! Ah! ('''Don Philip Tattaglia''') ::{{spiegazione|Dopo la morte del padre Vito, Michael sembra sottostare alle leggi delle altre quattro famiglie: a loro insaputa però egli sta tramando per indebolirle in modo da dominare incontrastato la scena del crimine e vendicare la sua famiglia. Così, mentre Michael fa da padrino al battesimo del nipote per procurarsi un alibi, i suoi uomini massacrano ad uno ad uno i vari boss delle famiglie rivali: tra di essi vi è Philip Tattaglia, principale pedina di Barese, che viene crivellato di colpi dal soldato Rocco Lampone e da un complice mentre è a letto con una prostituta.}} *Di a Mike che fu questione d'affari: l'ho sempre ammirato. Ma, Tom, tu puoi aiutarmi? In nome della nostra vecchia amicizia? ('''Salvatore "Sal" Tessio''') ::{{spiegazione|Durante il funerale di Vito, l'anziano caporegime Sal Tessio propone a Michael un alleanza coi Barese, affermando che è stato organizzato un meeting di pace: il nuovo boss tuttavia fiuta la trappola e intuisce che Tessio è un traditore. Dopo la morte dai vari boss Sal viene raggiunto nella sua casa dai suoi stessi uomini, guidati dal consigliere della famiglia Tom Hagen: pur dimostrandosi dispiaciuto per il tradimento Tessio chiede al vecchio amico di intercedere per lui, ma Tom è irremovibile e lo fa portare via dai suoi stessi uomini per ucciderlo.}} *Ascolta, Michael...! ('''Carlo Rizzi''') ::{{spiegazione|Convocato da Mike e Tom, Carlo viene messo davanti alla verità: i due sanno che è stato Carlo, pagato da Barrese e dai Tattaglia, ad attirare in trappola Sonny il giorno della sua morte. Mike tuttavia non sembra arrabbiato e gli propone un accordo: abbandonare per sempre la famiglia andandosene a Las Vegas. Soddisfatto, Carlo entra in macchina per andare all'aeroporto ma si accorge mentre mette in moto che Clemenza è sui sedili posteriori: prima di poter fare alcunché l'uomo viene strangolato con una garota dal caporegime, deciso a vendicare la morte del figlioccio Sonny.}} ===[[Il padrino - Parte II]]=== *Vattini, figliu miu, vattini!Vattini, Vito! ('''Madre di Vito''') ::{{spiegazione|Dopo la morte del marito Antonio Andolini e del figlio Paolo,la madre del piccolo Vito si reca nella residenza di Francesco Ciccio, capo della mafia di Corleone: egli infatti ha ucciso il primo perché si è opposto a lui e il secondo per evitare rappresaglie. La donna prega il vecchio boss di risparmiare almeno il piccolo Vito, ma vedendo il suo diniego gli punta un coltello alla gola: spronato dalla madre Vito si dà alla fuga, mentre la donna viene uccisa ai colpi di lupara dagli sgherri di Ciccio.}} *Ah, bene, sei già arrivato... ('''Don Fanucci''') ::{{spiegazione|Licenziato dal suo lavoro a Little Italy per colpa del boss locale Don Fanucci, Vito si dà al crimine per mantenere la sua famiglia: la sua piccola banda riesce a guadagnare abbastanza denaro ma presto subiscono tutti le pressioni di Fanucci, che vuole una parte dei loro incassi. Il giorno della festa di San Rocco Fanucci torna nel suo appartamento dopo aver ricevuto vari tributi dai commercianti: una volta sull'uscio di casa tuttavia il boss si trova davanti Vito, che ha in mano un pò di stracci. Divertito dalla situazione, Fanucci chiede spiegazioni ma Vito gli spara al petto attraverso la stoffa per attutire il rumore: rimossa la stoffa, che ha iniziato a bruciare per via dello sparo, Vito si avvicina all'agonizzante Fanucci e lo finisce con un colpo alla testa.}} *Arrgh! Figghiu 'i bottana! ('''Francesco Ciccio''') ::{{spiegazione|In Sicilia, all'ormai anziano Don Ciccio viene presentato dal mafioso Tommasino un giovane gangster italoamericano, Vito Corleone: Ciccio, sentendo che il cognome di Vito è identico a quello del proprio paese, chiede al giovane chi sia suo padre. Vito spiega allora come suo padre fosse Antonio Andolini, uomo che Don Ciccio aveva ucciso anni prima insieme a tutta la sua famiglia: Dopo avergli detto questo, Vito lo pugnala al petto e lo scanna, vendicando così i famigliari uccisi.}} *Sono un investitore in pensione. Sono tornato a casa per votare nelle elezioni presidenziali perché se no avrei dovuto votare per posta. ('''Hyman Roth''') ::{{spiegazione|Dopo che il suo complotto per uccidere Michael e vendicare il suo amico Moe Greene fallisce il gangster ebreo Hyman Roth prova a fuggire in Israele: qui però viene estradato negli Stati Uniti per la sua pessima condotta. Atterrato all'aeroporto di Miami, Roth viene scortato fuori dalla polizia rifiutando di rispondere alle domande dei giornalisti: proprio sull'uscita il gangster viene raggiunto da Rocco Lampone, travestito da giornalista, che lo uccide con un colpo di pistola al petto.}} *Ave maria, piena di grazia, il signore è con te. Benedetta sei tu tra le donne, e benedetto il frutto del tuo petto gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori... ('''Fredo Corleone''') ::{{spiegazione|Fredo Corleone, fratello di Michael nonché traditore della famiglia, il giorno della morte della madre si reca a pesca sul lago Thaoe con il nipote Anthony, con cui ha stretto un grande legame. Tuttavia, prima di partire i due vengono fermati da Connie, sorella di Fredo, e dallo scagnozzo Al Neri: Anthony deve tornare dalla madre, e Al lo sostituirà. Fredo, capendo il reale motivo della sostituzione, saluta il nipote e la sorella e si reca al centro del lago con Al. Qui Fredo recita un'Ave Maria, abitudine tipica nei giorni di pesca col nipote: al termine della preghiera, Al uccide Fredo.}} ===[[Il padrino - Parte III]]=== *Ti ho detto scannala, dai muoviti! ('''Primo Sicario''') ::{{spiegazione|Dopo aver passato una notte di passione con Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone, la giornalista Grace Hamilton fa per prendere una birra dal frigo del criminale quando viene presa in ostaggio da due sicari incappucciati, venuti per uccidere Vincent: uno dei due fa poi per andare nella stanza del criminale, ma viene immediatamente sorpreso e preso a sua volta in ostaggio. Per far liberare il complice, il sicario che tiene in ostaggio Grace la minaccia con un coltello, ma Vincent lo invita ad ucciderla, non ritenendola importante: non credendogli, l'altro sicario invita il complice ad ucciderla, ma viene subito zittito da Vincent che gli spara in testa.}} *È stato Joey...Joey Zasa...No! ('''Secondo Sicario''') ::{{spiegazione|Dopo la morte del suo complice il secondo sicario si spaventa e liberata Grace confessa a Vincent che sono stati inviati dal gangster Joey Zasa, con cui il ragazzo è ai ferri corti: ringraziatolo ironicamente, Vincent gli spara freddamente alla testa nonostante le sue suppliche.}} *è il mio portafortuna! è il mio portafortuna! ('''Albert Volpe''') ::{{spiegazione|Durante un meeting con la cupola mafiosa, Michael Corleone distribuisce come buonuscita i soldi della vendita dei suoi casinò ai vari boss del meeting, tranne che a Joey Zasa, che se ne va furioso dal meeting: subito dopo, un elicottero spara una raffica di mitragliatrice contro l'edificio. Mentre Michael, Vincent e il fido Al Neri riescono a fuggire, tutti i boss cadono uno dopo l'altro: tra di essi, Albert Volpe si getta sulla propria giacca, urlando istericamente che si tratta del proprio portafortuna, venendo crivellato di colpi appena la afferra.}} *Joey Zasa, sei un gran figlio... di puttana... ('''Leo Cuneo''') ::{{spiegazione|Mentre Michael riesce a fuggire grazie a Vincent e ad Al, tutti gli altri boss vengono brutalmente massacrati: l'ultimo a morire è Matty Parisi, vecchio amico di Michael, che maledice Zasqa prima di morire per le ferite riportate.}} *Tu fai a fare in culo da un'altra parte! E vattene! ('''Anthony "La Formica" Squigliaro''') ::{{spiegazione|Con Michael in coma a seguito dell'attentato alla Commissione dei mafiosi, Vincent decide di vendicarsi uccidendo Zasa, con l'approvazione di Connie e del viceboss Al Neri. Durante la festa di San Gennaro, il boss di quartiere passeggia scortato dalle sue guardie del corpo per le vie di Little Italy: ad un certo punto un giovane, Lou Pennino, si siede sull'auto nuova del boss rigandola. Furente, Zasa gli manda contro il suo braccio destro Anthony "La Formica" Squigliaro: il mafioso riesce ad allontanare il giovane, ma in quel momento uno degli uomini che trasportava la statua della madonna in processione spara a Squigliaro con un fucile uccidendolo.}} *Aprite, Aprite! ('''Joseph "Joey" Zasa''') ::{{spiegazione|Dopo la morte di Anthony Squigliaro, Lou Pennino massacra il resto delle guardie del corpo di Zasa. Terrorizzato, il boss fugge fino ad arrivare ad un portone, dove cerca di entrare per mettersi in salvo: in quel momento Vincent Mancini, travestito da poliziotto, uccide Zasa a colpi di pistola.}} *Fituso! ('''Don Tommasino''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicarsi sui suoi nemici, Michael si reca in Sicilia dal fedele Don Tommasino, vecchio alleato di Don Vito, con cui organizza un piano di battaglia. Il giorno dopo, Tommasino sta tornando alla sua villa quando si imbatte in due sacerdoti a piedi, ma appena fa per salutarli si accorge che uno di loro è Mosca da Montelepre, temuto sicario: temendo che si stia recando alla villa per uccidere Michael, Tommasino prova a fuggire in macchina per avvisarlo, ma viene crivellato di colpi da Mosca e il suo braccio destro.}} *Tu sei molto magra, mangia anche tu! Uhm, è buono! Grazie! ('''Ozzie Altobello''') ::{{spiegazione|Prima della rappresentazione della cavalleria rusticana a cui parteciperà Anthony Corleone, Connie si avvicina al suo padrino di battesimo, Don Ozzie Altobello, e gli regala una confezione di cannoli: consapevole di essere sulla lista nera dei Corleone dopo aver tramato alle loro spalle, aspetta che sia Connie ad assaggiarne uno prima di gustarseli. Connie tuttavia ha fatto solo finta di assaggiare i cannoli, che aveva avvelenato in precedenza, e durante la rappresentazione osserva soddisfatta Altobello morire avvelenato.}} *Lo hai ammazzato, sto fituso! ('''Francesco'''') *'''Licio Lucchesi''': Chi costruisce sulla gente costruisce sul fango. Allora, il messaggio di Michele Corleone? <br />'''Calò''': Eccolo. È una cosa molto importante, perciò ve lo debbo dire all'orecchio. "Il potere logora chi non ce l'ha!" ::{{spiegazione|Il potente uomo d'affari Licio Lucchesi, vera mente dietro a Gilday, Keinszing, Don Altobello e Joey Zasa, viene raggiunto nei propri appartamenti da Calò, una delle vecchie guardie del corpo di Michael nonché uomo di fiducia del fu Don Tommasino, che gli deve mandare un messaggio da parte del boss italoamericano. Lucchesi chiede a Calò quale sia il messaggio, e questi, avvicinatosi al suo orecchio, lo riferisce, per poi afferrare gli occhiali di Lucchesi e ficcarli nel cranio dell'uomo, uccidendolo e vendicando Tommasino. L'istante successivo, Calò viene freddato dagli uomini di Lucchesi.}} *Papà? ('''Mary Corleone''') ::{{spiegazione|Dopo la rappresentazione de La Rusticana al Teatro Massimo di Palermo, la famiglia Corleone esce dal teatro, finalmente riunita. Tuttavia, un uomo distrae le guardie di Michael, giusto in tempo per fargli un agguato: in quel momento infatti spunta il sicario Mosca che, non sapendo che il suo mandante Altobello è morto, spara contro la famiglia. Vincent gli spara prontamente uccidendolo, ma sia lui che Michael fanno una tragica scoperta: il sicario ha per sbaglio colpito Mary, la figlia di Michael nonché fidanzata di Vincent, che spira tra le braccia del padre.}} 0tcvkw0czp5ymx0gnva19yrircdramp Santiago Posteguillo 0 160957 1221368 1114185 2022-08-07T15:43:30Z Smashfanful 64280 /* La legione perduta */ wikitext text/x-wiki '''Santiago Posteguillo''' (1967 — vivente), scrittore e professore universitario spagnolo. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===Saga di Scipione l'Africano=== ====''L'Africano''==== {{centrato|'''Roma, anno 519 dalla fondazione della città, 235 a.C.'''}} Il senatore Publio Cornelio Scipione camminava per il Foro. Portava i capelli corti, quasi rasati, com'era costume nella sua famiglia. Poco meno che trentenne, avanzava a testa alta, in modo che tutti vedessero il suo viso serio e asciutto, dai lineamenti marcati. Quello sarebbe stato un giorno importante per lui, ma in quel momento i suoi pensieri erano rivolti a un altro avvenimento significativo: Nevio portava in scena la sua prima opera teatrale. Erano trascorsi solo cinque anni dalla prima rappresentazione a Roma, una tragedia di Livio Andronico, a cui il senatore aveva assistito senza esitare. Roma era divisa fra chi considerava il teatro un'usanza straniera, disprezzabile, frutto delle influenze greche che alteravano il corso del pensiero e dell'arte romana nella loro forma più pura, e chi invece aveva accolto quelle prime rappresentazioni come un enorme salto in avanti per la vita culturale della città. Quinto Fabio Massimo, senatore esperto e temuto, di cui tutti parlavano come del futuro console della Repubblica, era fra coloro che osservavano il fenomeno con timore e freddezza. Il senatore Publio Cornelio Scipione, al contrario, avido lettore di opere greche, conoscitore di Menandro e Aristofane, era fra gli appassionati sostenitori del teatro. ====''Invicta Legio''==== {{centrato|'''Sette anni prima della battaglia di Zama Lilibeo, Sicilia, agosto del 209 a.C.'''}} Avanzava barcollando da una parte all'altra. Dal gladio, una spada ormai arrugginita e senza filo, che accompagnava con un suono metallico gli ondeggiamenti del proprietario, e dalla vecchia cotta di cuoio tutta sporca si intuiva che quell'ubriacone era o era stato un legionario romano. Con sguardo offuscato stava cercando un posto dove alleggerirsi e scaricare parte del liquido trangugiato. Come un cane si arrestò accanto a due enormi pali di legno che, inermi, s'innalzavano davanti a lui.<br> «Oh... questo è un... bel posticino...» disse farfugliando a voce alta e scoppiò a ridere. Quella risata echeggiò stridente, fra le tende che lo circondavano il luogo. Fece per urinare, ma non aveva ancora iniziato che si sentì sollevare da terra con una forza inusitata. Con il membro scoperto, da cui ancora sprizzava il mediocre vino filtrato, fu gettato a diversi passi di distanza. Mentre rotolava al suolo, l'uomo lanciò un urlo di dolore. Quando il suo corpo si fermò, appoggiò le mani inzuppate di urina sulla polvere della strada che gli s'incollò alla pelle come una crosta di miseria. Si alzò e cominciò a imprecare rabbiosamente contro l'aggressore.<br> «Per Castore e Polluce... per tutti gli déi! Sei matto? Io ti ammazzo!»<br> Il suo rivale non pareva affatto impressionato. Si avvicinò piano, la spada sguainata, pronto a infilzarlo come un cinghiale allo spiedo da arrostire a fuoco lento sulle braci incandescenti di un falò. ====''Il tradimento di Roma''==== {{centrato|'''Un anno prima della battaglia di Panion. Viaggio dall'Africa al Sud d'Italia. Da marzo a giugno del 201 a.C.'''}} Publio Cornelio Scipione era divenuto l'uomo più potente do Roma, il più lodato e il più temuto. Intanto, in Oriente, Filippo V di Macedonia, l'Egitto tolemaico e, ancora una volta, il temuto Antioco di Siria iniziavano una guerra per il controllo di Fenicia, Grecia e mare Egeo. Ma Roma restava indifferente a tutto ciò; quello che importava era che Scipione, dopo la sua schiacciante vittoria su Annibale e la conquista dell'Africa, fosse acclamato dalle sue legioni, dai suoi ufficiali, dall'Italia intera, con il soprannome di ''Africanus'' e riconosciuto come il più grande generale di tutti i tempi. Era la prima volta che un generale acquisiva il soprannome da un territorio conquistato: una prassi che da quel momento in poi, e per i secoli a venire, sarebbe stata copiata da uomini di minor merito e perfino da imperatori.<br> Publio Cornelio Scipione ''Africanus'' salpò da Utica, nel Nord dell'Africa, con gran parte del suo esercito, non appena fu siglata la pace con Cartagine. Il generale romano intraprese il suo ritorno a Roma approdando per una prima tappa a Lilibeo, sulla costa occidentale della Sicilia. Lì fu ricevuto come un eroe dai cittadini, esausti dopo anni di interminabili lotte che avevano impoverito la regione e prosciugato i campi; ma quelle dimostrazioni di gratitudine non furono nulla rispetto a ciò che avrebbe trovato poi. Da Lilibeo proseguì via mare con l'intera flotta e le sue legioni fino a Siracusa, dove si fermò in modo da lasciare che le ''turmae'' di cavalieri siciliani facessero ritorno alla loro città natale dopo la magnifica in Africa. I cavalieri di Siracusa sotto il comando di Lelio, giunto insieme alla cavalleria di Massinissa, rappresentavano la grande forza grazie alla quale, a detta di molti, Scipione aveva ottenuto l'impossibile vittoria contro Annibale. ====''La fine di Scipione''==== {{centrato|'''Accampamento generale romano in prossimità di Elea, Asia Minore, inizio di dicembre del 190 a.C.'''}} Attilio era seriamente preoccupato per la salute di Publio Cornelio Scipione. Non sapeva che fare. Conosceva l'effetto delle febbri sul generale, che aveva assistito in precedenti occasioni, ma si era sempre ripreso dopo pochi giorni; questa volta, invece, dopo una settimana la febbre non era ancora calata e il generale era debolissimo. Inoltre, lui doveva occuparsi anche dei feriti delle grandi battaglie navali ancora in convalescenza e dei nuovi arrivi, uomini provenienti dalle pattuglie di ricognizione che si addentravano nel Sud della regione e che erano state attaccate. In una campagna militare, tutti si faceva incredibilmente complicato.<br> Per fortuna Aretè si era rivelata un grande supporto, sia fisico, aiutando a pulire le ferite e bendando braccia e gambe dei legionari, sia psicologico, dandogli un gran sollievo nel mostrarsi disponibile ad aiutarlo come poteva. Ad ogni modo, Attilio era di natura generosa e soprattutto grato agli Scipioni per la fiducia che gli avevano dimostrato, così non esitò a fornire all<nowiki>'</nowiki>''Africanus'' la miglior cura di cui disponeva in quel momento. Sapeva quale sarebbe stata la conseguenza. Sapeva che non appena il generale l'avesse vista, Aretè non sarebbe più stata sua. Ma non esitò. Inoltre i legionari la guardavano con occhi sempre più desiderosi e lui non avrebbe potuto proteggerla per sempre. La sua natura vinse così il suo egoismo. E forse anche gli è di quella giovane la stavano proteggendo in modo speciale. ===Saga di Traiano=== ====''L'Ispanico''==== {{centrato|'''Mogontiacum, Germania Superiore <br> 18 luglio del 96 d.C., quarta vigilia <br> Due mesi prima del giorno stabilito per l'assassinio dell'imperatore Domiziano'''}} «L'imperatore di Roma non può essere ucciso» rispose loro Traiano.<br> I senatori serrarono le labbra, senza osare replicare. Marco Ulpio Traiano, governatore della provincia germanica, lesse la paura sui loro volti, e capì che la decisione era già stata presa. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarli. Erano spacciati: la guardia pretoriana era invincibile e Roma ormai andava alla deriva verso un'inevitabile guerra civile. Lui si trovava tra due fuochi e non poteva fare nulla. Nulla.<br> Traiano li fissò uno per uno. Quei patrizi non si erano spinti fino ai confini dell'Impero per ascoltare la sua opinione. A loro interessava sapere da che parte sarebbe stato. Lui però doveva provare a impedire quella follia: se la congiura fosse fallita i senatori sarebbero andati incontro a morte certa. Stavano mettendo in gioco la loro vita e, per loro, l'eventualità di una guerra civile sarebbe stata solo il minore dei mali. Non potevano capire: non avevano trascorso anni sul ''limes'' come lui. Ciò che mancava loro era la lungimiranza. Ma l'ultima cosa che Roma poteva permettersi era uno scontro tra le sue legioni. Stavano camminando sul filo del rasoio e i senatori, noncuranti degli attacchi di Germani, Daci e Parti, volevano sapere se Traiano fosse a favore o contro Domiziano. Sembrava che, ai loro occhi, tutto il resto non esistesse. E invece esisteva. I confini dell'impero erano in pericolo, ma loro riuscivano a vedere solo gli orrori che si consumavano negli anfratti più reconditi del palazzo imperiale. Traiano sembrava l'unico a mantenere lucidità su quella delicata questione. ====''Circo Massimo''==== {{Centrato|'''Roma <br> Febbraio del 101 d.C.'''}} «Solo tu puoi salvarla! Solo il grande Plinio può riuscirci!» disse l'uomo singhiozzando, prostrandosi davanti al potente senatore di Roma e abbracciandogli le ginocchia in segno di massima sottomissione, mentre continuava a ripetere quelle parole che risuonavano come un lamento di sofferenza eterna. «Solo Plinio può salvare mia figlia! Solo Plinio!»<br> Il vecchio Menenio vide il senatore chinarsi su di lui e tirarlo per le braccia per aiutarlo a sollevarsi.<br> «Non è necessario che t'inginocchi perché io intenda il tuo dolore» disse Plinio accompagnando l'amico accanto a un ''solium'' e invitandolo a sedersi, mentre lui faceva lo stesso su una ''sella'' situata di fianco. Nell'atrio dell'enorme ''domus'' romana di Plinio, protetti all'interno del grande cortile porticato, udivano solamente il gorgoglio della fontana situata al centro. Plinio, uno dei senatori più potenti dell'Impero, aveva ottenuto quella residenza dopo una brillante carriera come avvocato prima, e come senatore poi, passando attraverso tutte le tappe dei vari incarichi pubblici del ''cursus honorum''. Era uno dei pochi sopravvissuti agli anni di follia di Domiziano e ora godeva di un'ottima posizione presso il nuovo imperatore Traiano. Menenio, invece, apparteneva a un'antica famiglia patrizia che poco a poco aveva perduto influenza a Roma, al punto che ora il ''pater familias'' si trovava obbligato a umiliarsi di fronte a un suo pari, a un altro senatore, per tentare di salvare la figlia sulla quale incombeva la più terribile delle minacce.<br> «Solo tu puoi salvarla» ricominciò a insistere Menenio. «Tu sei in buoni rapporti con il nuovo imperatore. Traiano ti ascolterà. So che se sarai tu a difenderla, la ragazza avrà almeno una possibilità.» ====''L’ira di Traiano''==== {{centrato|'''Drobeta, Mesia Superiore<br>Febbraio del 105 d.C.'''}} La tormenta stava peggiorando. La pioggia cadeva incessante sui legionari che lavoravano sulla gru del diciottesimo pilastro sul fiume. L'imponente struttura del ponte in costruzione si elevava maestosa sul Danubio, ma l'opera non era ancora conclusa. Ora era possibile percorrere via terra, dalle rive della Mesia Superiore, camminando sulla parte finita del ponte, due terzi della larghezza del fiume, poiché gli archi di legno che univano i primi diciassette pilastri erano già stati completati. Ne mancavano ancora due: il diciottesimo, che era quasi terminato, e il diciannovesimo, di cui era stata preparata solamente la tura sulla quale i legionari muovevano senza sosta una grande vite di Archimede.<br> «Per Marte! È un'assurdità» esclamò un ''optio'' che dirigeva l'unità al lavoro sulla vite. «Sta piovendo troppo forte! Dobbiamo fermarci!»<br> Ma Cincinnato, al comando sulla tura del diciannovesimo pilastro, scosse la testa. «Ho ricevuto l'ordine di proseguire, che piova, tuoni o grandini! Continuate, per Ercole!» Era bagnato fino alle ossa e maledisse tra sé e sé la famiglia di quel folle architetto. Un uomo comune con un po' di buonsenso avrebbe certamente interrotto i lavori durante la tormenta, ma l'architetto non era affatto un uomo comune. Il problema era che stava piovendo con una tale intensità che pur estraendo acqua dall'enorme vite di smaltimento questa continuava a riempirsi. Sarebbe stato logico, a quel punto, fermarsi e riprendere una volta cessata la tormenta.<br> ====''La legione perduta''==== {{Centrato|'''Città di Yu-yang<br>Confine nord dell'impero (Cina), vicino alla Grande Muraglia<br>Primo anno del regno dell'imperatore An-ti (106 d.C.)'''}} «Voglio raccontarti una storia incredibile, figlio mio. Mi ascolti?»<br> «Sì, padre» rispose il giovane seduto accanto al letto dell'anziano che parlava con difficoltà, piegato dal dolore provocato dalla lunga malattia che lo stava consumando.<br> «Bene» continuò il vecchio. «Ascolta con attenzione, allora, perché si tratta della storia dell'origine della tua forza. E, ricorda, ciò che ti dirò è un segreto. Nessuno, qui nel confine nord dell'Impero Han, conosce questa vicenda.» S'interruppe un momento per recuperare le forze. «Tutto cominciò più di cento anni fa. Anzi, perfino prima. Circa... centosessanta anni fa<ref>Quindi nel 53 a.C.</ref>, sì... Era l'epoca dell'imperatore Yuan-ti. Oggi, figlio mio, il mondo è suddiviso in quattro grandi imperi: il nostro Impero Han, il regno degli Yuegzhi<ref>Impero kusana, a nord dell'India</ref>, l'Impero An-shi<ref>Impero partico</ref> e quello Da Qin<ref>Impero romano</ref>. Però, a quei tempi, gli Yuegzhi non erano potenti come lo sono oggi, e nel lontano Da Qin - questo è molto importante, figlio - il potere era spartito fra tre uomini tanto forti quanto ambiziosi. No, nessuno conosce questa storia, nemmeno i saggi del ''Taixue'', l'accademia imperiale, nemmeno i ministri dell'imperatore bambino e dell'imperatrice vedova a Loyang; però noi, la nostra famiglia, abbiamo da sempre trasmesso questo racconto di generazione in generazione; fino a questo momento, ragazzo, poiché anche tu dovrai conoscerlo, prima che io muoia.<br> «Quei tre uomini si chiamavano Cesare, Pompeo e Crasso. Il primo combatteva nel Nord di Da Qin o Roma, come loro chiamano il "quarto impero". Cesare voleva controllare la regione e mantenerla sotto il suo comando, lottava contro guerrieri che la gente di Da Qin conosceva con il nome di Galli. Pompeo, il secondo di quei governanti, dominava le regioni più remote di Da Qin, che loro chiamavano Hispania, proprio lì dove il mondo finisce. Il terzo uomo, Crasso, per eguagliare il potere degli altri due, decise di inoltrarsi fino ai territori più orientali del suo impero, nella regione da loro chiamata Siria, vicino ad An-Shi. Crasso, che era il più anziano dei tre, sapeva di avere poco tempo per sconfiggere i suoi avversari: volle quindi lanciarsi alla conquista dell'impero An-shi, o Partia, come lui e gli altri guerrieri lo chiamavano. Se fosse riuscito a controllare i fiumi e le montagne di An-shi, sarebbe divenuto il più potente dei tre e avrebbe poi conquistato tutto il Da Qin, sicuro del fatto che, una volta sottomesso l'Impero An-Shi, Cesare e Pompeo sarebbero stati definitivamente battuti. Così Crasso, grazie all'accordo con gli altri due uomini che, troppo presi dai propri problemi, non intuirono il suo piano, riunì un potente esercito e attraversò il fiume che segna il confine tra Da Qin e An-Shi.<ref>L'Eufrate</ref> Ti sto raccontando questa storia come mio padre fece con me, e prima di allora il padre di mio padre, fino ad arrivare al tuo trisavolo, che visse a quei tempi e fu un importante ufficiale dell'esercito di Crasso. Ancora oggi, se chiudo gli occhi, figlio mio, mi pare di vederli, tutti quegli uomini, quell'immenso esercito che si muove come se fosse davanti a me, come se io stesso fossi stato lì. Chiudi gli occhi anche tu, figlio mio, e ascolta il resto della storia.» ====''L'ultima vittoria''==== {{centrato|'''Merv, estremo oriente dell'Impero partico<br> 43 a.C., dieci anni dopo il disastro di Carre'''}} Druso era riuscito a convincere Sillace, ufficiale dell'esercito partico ora incaricato della difesa del confine orientale dell'Impero in qualità di ''mry'' di Merv, che la legione aveva bisogno di costruire una palizzat aper proteggersi dagli attacchi degli Unni. I Parti si erano sempre sentiti al sicuro, ma dopo un attacco nemico che aveva causato centinaia di perdite tra i Romani, Druso gli aveva fatto notare che da morti sarebbero serviti a ben poco per difendere il confine. Chissà se davvero li aveva convinti, o se accadde perché i Parti erano troppo impegnati a risolvere le proprie guerre interne - Surena era stato avvelenato per ordine del re dei re Orode e quest'ultimo era stato a sua volta assassinato da Fraate, uno dei suoi figli, che si stava accaparrando tutto il potere dell'Impero partico -; in ogni caso, la richiesta di Druso venne accettata senza troppa attenzione o voglia di discutere da parte di un Sillace sempre più preso dal corso degli avvenimento all'interno della Partia che da ciò che accadeva sul confine su cui doveva vigilare. ===Saga di Iulia Domna=== ====''Iulia. Storia di un'imperatrice''==== {{centrato|'''Roma, 950 ab urbe condita'''}} Il mio nome è Elio Galeno, educato a Pergamo e ad Alessandria. Per anni sono stato il medico della famiglia imperiale di Roma e testimone di molte vicende degne di nota durante la mia lunga vita. Di fatto, ho presenziato alla caduta di una stirpe di imperatori e all'ascesa di un'altra. Ho accompagnato le legioni di Roma in varie campagne contro i barbari, nel Nord, oltre il Reno e il Danubio, e perfino nelle remote terre dell'Oriente. Ho assistito a ben due cruente guerre civili, allo spargimento di molto sangue durante i combattimenti tenutisi sia negli anfiteatri di mezzo mondo che in un'infinità di campi di battaglia. Infine, la mia più terribile esperienza è stata senz'altro la scoperta degli effetti devastanti della peste. Ciononostante, nella mia vita ho avuto anche la fortuna di partecipare ad avvenimenti di tutt'altra rilevanza. Gli storici ufficiali dell'impero e coloro che si occupano di trascrivere i fatti salienti della vita degli uomini illustri riporteranno senz'altro ognuno di questi eventi, affinché essi permangano nella memoria collettiva, per i posteri. Eppure, mi resta un dubbio: e Iulia? Qualcuno ricorderà la sua storia? In appena dieci anni Iulia passò dall'essere un'adolescente sconosciuta proveniente dalla città di Emesa, nel Sud della Siria, all'augusta imperatrice di Roma che riuscì a realizzare un ''cursus honorum'' senza pari. ====''L'Imperatrice che sfidò gli Dei: Il destino di Iulia Domna''==== «Iulia è l'origine di tutti i mali. Iulia condurrà Roma alla sua fine.»<br> Vesta parlava con veemenza. Era stata lei ad aver preteso quella riunione nell'Olimpo.<br> Giove ascoltava infastidito. Temeva un altro litigio tra gli dei, come quello scoppiato durante la guerra di Troia o la terribile persecuzione di Ulisse da parte di Nettuno. E quegli scontro erano talmente faticosi da sopportare...<br> Giove aveva appoggiato a terra la sfera che solitamente reggeva nella mano destra per accarezzare il collo della grande aquila adagiata ai suoi piedi. Sosteneva però il suo scettro nella mano sinistra, per conservare la maestosità di rappresentante del potere assoluto di fronte alle altre divinità radunatesi quel mattino. Stava tentando di mantenere un equilibrio tra l'indifferenza e la dignità che gli spettava durante quella lunga arringa di Vesta contro l'imperatrice madre dell'Impero romano.<br> «Poco prima che Iulia Domna salisse al potere» continuò la dea del focolare domestico, notando l'evidente disinteresse del dio supremo «il mio tempio nel cuore di Roma fu distrutto da un incendio. Si è trattato di un chiaro avvertimento di ciò che stava per accadere. Quella donna è una straniera, e come tale non può conservare il potere di Roma, deve essere allontanata... distrutta. Come facemmo in passato con Cleopatra e Berenice.»<br> Giove sospirò. I riferimenti alla tragica fine della regina d'Egitto che tentò di dominare l'elite romana attraverso le sue relazioni con Giulio Cesare e Marco Antonio, e quella di Berenice, amante dell'imperatore Tito, anch'ella privata bruscamente del potere, rivelarono le intenzioni di Vesta riguardo a Iulia Domna. Era evidente quale fosse il desiderio della dea del focolare domestico: l'allontanamento e la morte dell'imperatrice. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Santiago Posteguillo, ''L'Africano'', traduzione di Roberta Marasco, Piemme, 2006, ISBN 978-8868368821 *Santiago Posteguillo, ''Invicta Legio'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2008, ISBN 978-8868368838 *Santiago Posteguillo, ''Il tradimento di Roma'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2009, ISBN 978-8856664805 *Santiago Posteguillo, ''La fine di Scipione'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2009, ISBN 978-8856664812 *Santiago Posteguillo, ''L'Ispanico'', traduzione di Giuliana Calabrese, Piemme, 2013, ISBN 978-8856625066 *Santiago Posteguillo, ''Circo Massimo'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2017, ISBN 978-8856659566 *Santiago Posteguillo, ''L'ira di Traiano'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2017, ISBN 978-8856659580 *Santiago Posteguillo, ''La legione perduta'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856669985 *Santiago Posteguillo, ''L'ultima vittoria'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856669992 *Santiago Posteguillo, ''Iulia. Storia di un'imperatrice'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856673463 *Santiago Posteguillo, ''L'Imperatrice che sfidò gli Dei: Il destino di Iulia Domna'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2020, ISBN 978-8856673463 ==Altri progetti== {{interprogetto|w}} [[Categoria:Scrittori spagnoli|Posteguillo, Santiago]] h3w8zq4gny9zisc7ll27rqpjn9933xt 1221369 1221368 2022-08-07T15:44:02Z Smashfanful 64280 /* L'Imperatrice che sfidò gli Dei: Il destino di Iulia Domna */ wikitext text/x-wiki '''Santiago Posteguillo''' (1967 — vivente), scrittore e professore universitario spagnolo. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===Saga di Scipione l'Africano=== ====''L'Africano''==== {{centrato|'''Roma, anno 519 dalla fondazione della città, 235 a.C.'''}} Il senatore Publio Cornelio Scipione camminava per il Foro. Portava i capelli corti, quasi rasati, com'era costume nella sua famiglia. Poco meno che trentenne, avanzava a testa alta, in modo che tutti vedessero il suo viso serio e asciutto, dai lineamenti marcati. Quello sarebbe stato un giorno importante per lui, ma in quel momento i suoi pensieri erano rivolti a un altro avvenimento significativo: Nevio portava in scena la sua prima opera teatrale. Erano trascorsi solo cinque anni dalla prima rappresentazione a Roma, una tragedia di Livio Andronico, a cui il senatore aveva assistito senza esitare. Roma era divisa fra chi considerava il teatro un'usanza straniera, disprezzabile, frutto delle influenze greche che alteravano il corso del pensiero e dell'arte romana nella loro forma più pura, e chi invece aveva accolto quelle prime rappresentazioni come un enorme salto in avanti per la vita culturale della città. Quinto Fabio Massimo, senatore esperto e temuto, di cui tutti parlavano come del futuro console della Repubblica, era fra coloro che osservavano il fenomeno con timore e freddezza. Il senatore Publio Cornelio Scipione, al contrario, avido lettore di opere greche, conoscitore di Menandro e Aristofane, era fra gli appassionati sostenitori del teatro. ====''Invicta Legio''==== {{centrato|'''Sette anni prima della battaglia di Zama Lilibeo, Sicilia, agosto del 209 a.C.'''}} Avanzava barcollando da una parte all'altra. Dal gladio, una spada ormai arrugginita e senza filo, che accompagnava con un suono metallico gli ondeggiamenti del proprietario, e dalla vecchia cotta di cuoio tutta sporca si intuiva che quell'ubriacone era o era stato un legionario romano. Con sguardo offuscato stava cercando un posto dove alleggerirsi e scaricare parte del liquido trangugiato. Come un cane si arrestò accanto a due enormi pali di legno che, inermi, s'innalzavano davanti a lui.<br> «Oh... questo è un... bel posticino...» disse farfugliando a voce alta e scoppiò a ridere. Quella risata echeggiò stridente, fra le tende che lo circondavano il luogo. Fece per urinare, ma non aveva ancora iniziato che si sentì sollevare da terra con una forza inusitata. Con il membro scoperto, da cui ancora sprizzava il mediocre vino filtrato, fu gettato a diversi passi di distanza. Mentre rotolava al suolo, l'uomo lanciò un urlo di dolore. Quando il suo corpo si fermò, appoggiò le mani inzuppate di urina sulla polvere della strada che gli s'incollò alla pelle come una crosta di miseria. Si alzò e cominciò a imprecare rabbiosamente contro l'aggressore.<br> «Per Castore e Polluce... per tutti gli déi! Sei matto? Io ti ammazzo!»<br> Il suo rivale non pareva affatto impressionato. Si avvicinò piano, la spada sguainata, pronto a infilzarlo come un cinghiale allo spiedo da arrostire a fuoco lento sulle braci incandescenti di un falò. ====''Il tradimento di Roma''==== {{centrato|'''Un anno prima della battaglia di Panion. Viaggio dall'Africa al Sud d'Italia. Da marzo a giugno del 201 a.C.'''}} Publio Cornelio Scipione era divenuto l'uomo più potente do Roma, il più lodato e il più temuto. Intanto, in Oriente, Filippo V di Macedonia, l'Egitto tolemaico e, ancora una volta, il temuto Antioco di Siria iniziavano una guerra per il controllo di Fenicia, Grecia e mare Egeo. Ma Roma restava indifferente a tutto ciò; quello che importava era che Scipione, dopo la sua schiacciante vittoria su Annibale e la conquista dell'Africa, fosse acclamato dalle sue legioni, dai suoi ufficiali, dall'Italia intera, con il soprannome di ''Africanus'' e riconosciuto come il più grande generale di tutti i tempi. Era la prima volta che un generale acquisiva il soprannome da un territorio conquistato: una prassi che da quel momento in poi, e per i secoli a venire, sarebbe stata copiata da uomini di minor merito e perfino da imperatori.<br> Publio Cornelio Scipione ''Africanus'' salpò da Utica, nel Nord dell'Africa, con gran parte del suo esercito, non appena fu siglata la pace con Cartagine. Il generale romano intraprese il suo ritorno a Roma approdando per una prima tappa a Lilibeo, sulla costa occidentale della Sicilia. Lì fu ricevuto come un eroe dai cittadini, esausti dopo anni di interminabili lotte che avevano impoverito la regione e prosciugato i campi; ma quelle dimostrazioni di gratitudine non furono nulla rispetto a ciò che avrebbe trovato poi. Da Lilibeo proseguì via mare con l'intera flotta e le sue legioni fino a Siracusa, dove si fermò in modo da lasciare che le ''turmae'' di cavalieri siciliani facessero ritorno alla loro città natale dopo la magnifica in Africa. I cavalieri di Siracusa sotto il comando di Lelio, giunto insieme alla cavalleria di Massinissa, rappresentavano la grande forza grazie alla quale, a detta di molti, Scipione aveva ottenuto l'impossibile vittoria contro Annibale. ====''La fine di Scipione''==== {{centrato|'''Accampamento generale romano in prossimità di Elea, Asia Minore, inizio di dicembre del 190 a.C.'''}} Attilio era seriamente preoccupato per la salute di Publio Cornelio Scipione. Non sapeva che fare. Conosceva l'effetto delle febbri sul generale, che aveva assistito in precedenti occasioni, ma si era sempre ripreso dopo pochi giorni; questa volta, invece, dopo una settimana la febbre non era ancora calata e il generale era debolissimo. Inoltre, lui doveva occuparsi anche dei feriti delle grandi battaglie navali ancora in convalescenza e dei nuovi arrivi, uomini provenienti dalle pattuglie di ricognizione che si addentravano nel Sud della regione e che erano state attaccate. In una campagna militare, tutti si faceva incredibilmente complicato.<br> Per fortuna Aretè si era rivelata un grande supporto, sia fisico, aiutando a pulire le ferite e bendando braccia e gambe dei legionari, sia psicologico, dandogli un gran sollievo nel mostrarsi disponibile ad aiutarlo come poteva. Ad ogni modo, Attilio era di natura generosa e soprattutto grato agli Scipioni per la fiducia che gli avevano dimostrato, così non esitò a fornire all<nowiki>'</nowiki>''Africanus'' la miglior cura di cui disponeva in quel momento. Sapeva quale sarebbe stata la conseguenza. Sapeva che non appena il generale l'avesse vista, Aretè non sarebbe più stata sua. Ma non esitò. Inoltre i legionari la guardavano con occhi sempre più desiderosi e lui non avrebbe potuto proteggerla per sempre. La sua natura vinse così il suo egoismo. E forse anche gli è di quella giovane la stavano proteggendo in modo speciale. ===Saga di Traiano=== ====''L'Ispanico''==== {{centrato|'''Mogontiacum, Germania Superiore <br> 18 luglio del 96 d.C., quarta vigilia <br> Due mesi prima del giorno stabilito per l'assassinio dell'imperatore Domiziano'''}} «L'imperatore di Roma non può essere ucciso» rispose loro Traiano.<br> I senatori serrarono le labbra, senza osare replicare. Marco Ulpio Traiano, governatore della provincia germanica, lesse la paura sui loro volti, e capì che la decisione era già stata presa. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarli. Erano spacciati: la guardia pretoriana era invincibile e Roma ormai andava alla deriva verso un'inevitabile guerra civile. Lui si trovava tra due fuochi e non poteva fare nulla. Nulla.<br> Traiano li fissò uno per uno. Quei patrizi non si erano spinti fino ai confini dell'Impero per ascoltare la sua opinione. A loro interessava sapere da che parte sarebbe stato. Lui però doveva provare a impedire quella follia: se la congiura fosse fallita i senatori sarebbero andati incontro a morte certa. Stavano mettendo in gioco la loro vita e, per loro, l'eventualità di una guerra civile sarebbe stata solo il minore dei mali. Non potevano capire: non avevano trascorso anni sul ''limes'' come lui. Ciò che mancava loro era la lungimiranza. Ma l'ultima cosa che Roma poteva permettersi era uno scontro tra le sue legioni. Stavano camminando sul filo del rasoio e i senatori, noncuranti degli attacchi di Germani, Daci e Parti, volevano sapere se Traiano fosse a favore o contro Domiziano. Sembrava che, ai loro occhi, tutto il resto non esistesse. E invece esisteva. I confini dell'impero erano in pericolo, ma loro riuscivano a vedere solo gli orrori che si consumavano negli anfratti più reconditi del palazzo imperiale. Traiano sembrava l'unico a mantenere lucidità su quella delicata questione. ====''Circo Massimo''==== {{Centrato|'''Roma <br> Febbraio del 101 d.C.'''}} «Solo tu puoi salvarla! Solo il grande Plinio può riuscirci!» disse l'uomo singhiozzando, prostrandosi davanti al potente senatore di Roma e abbracciandogli le ginocchia in segno di massima sottomissione, mentre continuava a ripetere quelle parole che risuonavano come un lamento di sofferenza eterna. «Solo Plinio può salvare mia figlia! Solo Plinio!»<br> Il vecchio Menenio vide il senatore chinarsi su di lui e tirarlo per le braccia per aiutarlo a sollevarsi.<br> «Non è necessario che t'inginocchi perché io intenda il tuo dolore» disse Plinio accompagnando l'amico accanto a un ''solium'' e invitandolo a sedersi, mentre lui faceva lo stesso su una ''sella'' situata di fianco. Nell'atrio dell'enorme ''domus'' romana di Plinio, protetti all'interno del grande cortile porticato, udivano solamente il gorgoglio della fontana situata al centro. Plinio, uno dei senatori più potenti dell'Impero, aveva ottenuto quella residenza dopo una brillante carriera come avvocato prima, e come senatore poi, passando attraverso tutte le tappe dei vari incarichi pubblici del ''cursus honorum''. Era uno dei pochi sopravvissuti agli anni di follia di Domiziano e ora godeva di un'ottima posizione presso il nuovo imperatore Traiano. Menenio, invece, apparteneva a un'antica famiglia patrizia che poco a poco aveva perduto influenza a Roma, al punto che ora il ''pater familias'' si trovava obbligato a umiliarsi di fronte a un suo pari, a un altro senatore, per tentare di salvare la figlia sulla quale incombeva la più terribile delle minacce.<br> «Solo tu puoi salvarla» ricominciò a insistere Menenio. «Tu sei in buoni rapporti con il nuovo imperatore. Traiano ti ascolterà. So che se sarai tu a difenderla, la ragazza avrà almeno una possibilità.» ====''L’ira di Traiano''==== {{centrato|'''Drobeta, Mesia Superiore<br>Febbraio del 105 d.C.'''}} La tormenta stava peggiorando. La pioggia cadeva incessante sui legionari che lavoravano sulla gru del diciottesimo pilastro sul fiume. L'imponente struttura del ponte in costruzione si elevava maestosa sul Danubio, ma l'opera non era ancora conclusa. Ora era possibile percorrere via terra, dalle rive della Mesia Superiore, camminando sulla parte finita del ponte, due terzi della larghezza del fiume, poiché gli archi di legno che univano i primi diciassette pilastri erano già stati completati. Ne mancavano ancora due: il diciottesimo, che era quasi terminato, e il diciannovesimo, di cui era stata preparata solamente la tura sulla quale i legionari muovevano senza sosta una grande vite di Archimede.<br> «Per Marte! È un'assurdità» esclamò un ''optio'' che dirigeva l'unità al lavoro sulla vite. «Sta piovendo troppo forte! Dobbiamo fermarci!»<br> Ma Cincinnato, al comando sulla tura del diciannovesimo pilastro, scosse la testa. «Ho ricevuto l'ordine di proseguire, che piova, tuoni o grandini! Continuate, per Ercole!» Era bagnato fino alle ossa e maledisse tra sé e sé la famiglia di quel folle architetto. Un uomo comune con un po' di buonsenso avrebbe certamente interrotto i lavori durante la tormenta, ma l'architetto non era affatto un uomo comune. Il problema era che stava piovendo con una tale intensità che pur estraendo acqua dall'enorme vite di smaltimento questa continuava a riempirsi. Sarebbe stato logico, a quel punto, fermarsi e riprendere una volta cessata la tormenta.<br> ====''La legione perduta''==== {{Centrato|'''Città di Yu-yang<br>Confine nord dell'impero (Cina), vicino alla Grande Muraglia<br>Primo anno del regno dell'imperatore An-ti (106 d.C.)'''}} «Voglio raccontarti una storia incredibile, figlio mio. Mi ascolti?»<br> «Sì, padre» rispose il giovane seduto accanto al letto dell'anziano che parlava con difficoltà, piegato dal dolore provocato dalla lunga malattia che lo stava consumando.<br> «Bene» continuò il vecchio. «Ascolta con attenzione, allora, perché si tratta della storia dell'origine della tua forza. E, ricorda, ciò che ti dirò è un segreto. Nessuno, qui nel confine nord dell'Impero Han, conosce questa vicenda.» S'interruppe un momento per recuperare le forze. «Tutto cominciò più di cento anni fa. Anzi, perfino prima. Circa... centosessanta anni fa<ref>Quindi nel 53 a.C.</ref>, sì... Era l'epoca dell'imperatore Yuan-ti. Oggi, figlio mio, il mondo è suddiviso in quattro grandi imperi: il nostro Impero Han, il regno degli Yuegzhi<ref>Impero kusana, a nord dell'India</ref>, l'Impero An-shi<ref>Impero partico</ref> e quello Da Qin<ref>Impero romano</ref>. Però, a quei tempi, gli Yuegzhi non erano potenti come lo sono oggi, e nel lontano Da Qin - questo è molto importante, figlio - il potere era spartito fra tre uomini tanto forti quanto ambiziosi. No, nessuno conosce questa storia, nemmeno i saggi del ''Taixue'', l'accademia imperiale, nemmeno i ministri dell'imperatore bambino e dell'imperatrice vedova a Loyang; però noi, la nostra famiglia, abbiamo da sempre trasmesso questo racconto di generazione in generazione; fino a questo momento, ragazzo, poiché anche tu dovrai conoscerlo, prima che io muoia.<br> «Quei tre uomini si chiamavano Cesare, Pompeo e Crasso. Il primo combatteva nel Nord di Da Qin o Roma, come loro chiamano il "quarto impero". Cesare voleva controllare la regione e mantenerla sotto il suo comando, lottava contro guerrieri che la gente di Da Qin conosceva con il nome di Galli. Pompeo, il secondo di quei governanti, dominava le regioni più remote di Da Qin, che loro chiamavano Hispania, proprio lì dove il mondo finisce. Il terzo uomo, Crasso, per eguagliare il potere degli altri due, decise di inoltrarsi fino ai territori più orientali del suo impero, nella regione da loro chiamata Siria, vicino ad An-Shi. Crasso, che era il più anziano dei tre, sapeva di avere poco tempo per sconfiggere i suoi avversari: volle quindi lanciarsi alla conquista dell'impero An-shi, o Partia, come lui e gli altri guerrieri lo chiamavano. Se fosse riuscito a controllare i fiumi e le montagne di An-shi, sarebbe divenuto il più potente dei tre e avrebbe poi conquistato tutto il Da Qin, sicuro del fatto che, una volta sottomesso l'Impero An-Shi, Cesare e Pompeo sarebbero stati definitivamente battuti. Così Crasso, grazie all'accordo con gli altri due uomini che, troppo presi dai propri problemi, non intuirono il suo piano, riunì un potente esercito e attraversò il fiume che segna il confine tra Da Qin e An-Shi.<ref>L'Eufrate</ref> Ti sto raccontando questa storia come mio padre fece con me, e prima di allora il padre di mio padre, fino ad arrivare al tuo trisavolo, che visse a quei tempi e fu un importante ufficiale dell'esercito di Crasso. Ancora oggi, se chiudo gli occhi, figlio mio, mi pare di vederli, tutti quegli uomini, quell'immenso esercito che si muove come se fosse davanti a me, come se io stesso fossi stato lì. Chiudi gli occhi anche tu, figlio mio, e ascolta il resto della storia.» ====''L'ultima vittoria''==== {{centrato|'''Merv, estremo oriente dell'Impero partico<br> 43 a.C., dieci anni dopo il disastro di Carre'''}} Druso era riuscito a convincere Sillace, ufficiale dell'esercito partico ora incaricato della difesa del confine orientale dell'Impero in qualità di ''mry'' di Merv, che la legione aveva bisogno di costruire una palizzat aper proteggersi dagli attacchi degli Unni. I Parti si erano sempre sentiti al sicuro, ma dopo un attacco nemico che aveva causato centinaia di perdite tra i Romani, Druso gli aveva fatto notare che da morti sarebbero serviti a ben poco per difendere il confine. Chissà se davvero li aveva convinti, o se accadde perché i Parti erano troppo impegnati a risolvere le proprie guerre interne - Surena era stato avvelenato per ordine del re dei re Orode e quest'ultimo era stato a sua volta assassinato da Fraate, uno dei suoi figli, che si stava accaparrando tutto il potere dell'Impero partico -; in ogni caso, la richiesta di Druso venne accettata senza troppa attenzione o voglia di discutere da parte di un Sillace sempre più preso dal corso degli avvenimento all'interno della Partia che da ciò che accadeva sul confine su cui doveva vigilare. ===Saga di Iulia Domna=== ====''Iulia. Storia di un'imperatrice''==== {{centrato|'''Roma, 950 ab urbe condita'''}} Il mio nome è Elio Galeno, educato a Pergamo e ad Alessandria. Per anni sono stato il medico della famiglia imperiale di Roma e testimone di molte vicende degne di nota durante la mia lunga vita. Di fatto, ho presenziato alla caduta di una stirpe di imperatori e all'ascesa di un'altra. Ho accompagnato le legioni di Roma in varie campagne contro i barbari, nel Nord, oltre il Reno e il Danubio, e perfino nelle remote terre dell'Oriente. Ho assistito a ben due cruente guerre civili, allo spargimento di molto sangue durante i combattimenti tenutisi sia negli anfiteatri di mezzo mondo che in un'infinità di campi di battaglia. Infine, la mia più terribile esperienza è stata senz'altro la scoperta degli effetti devastanti della peste. Ciononostante, nella mia vita ho avuto anche la fortuna di partecipare ad avvenimenti di tutt'altra rilevanza. Gli storici ufficiali dell'impero e coloro che si occupano di trascrivere i fatti salienti della vita degli uomini illustri riporteranno senz'altro ognuno di questi eventi, affinché essi permangano nella memoria collettiva, per i posteri. Eppure, mi resta un dubbio: e Iulia? Qualcuno ricorderà la sua storia? In appena dieci anni Iulia passò dall'essere un'adolescente sconosciuta proveniente dalla città di Emesa, nel Sud della Siria, all'augusta imperatrice di Roma che riuscì a realizzare un ''cursus honorum'' senza pari. ====''L'Imperatrice che sfidò gli Dei: Il destino di Iulia Domna''==== «Iulia è l'origine di tutti i mali. Iulia condurrà Roma alla sua fine.»<br> Vesta parlava con veemenza. Era stata lei ad aver preteso quella riunione nell'Olimpo.<br> Giove ascoltava infastidito. Temeva un altro litigio tra gli dei, come quello scoppiato durante la guerra di Troia o la terribile persecuzione di Ulisse da parte di Nettuno. E quegli scontri erano talmente faticosi da sopportare...<br> Giove aveva appoggiato a terra la sfera che solitamente reggeva nella mano destra per accarezzare il collo della grande aquila adagiata ai suoi piedi. Sosteneva però il suo scettro nella mano sinistra, per conservare la maestosità di rappresentante del potere assoluto di fronte alle altre divinità radunatesi quel mattino. Stava tentando di mantenere un equilibrio tra l'indifferenza e la dignità che gli spettava durante quella lunga arringa di Vesta contro l'imperatrice madre dell'Impero romano.<br> «Poco prima che Iulia Domna salisse al potere» continuò la dea del focolare domestico, notando l'evidente disinteresse del dio supremo «il mio tempio nel cuore di Roma fu distrutto da un incendio. Si è trattato di un chiaro avvertimento di ciò che stava per accadere. Quella donna è una straniera, e come tale non può conservare il potere di Roma, deve essere allontanata... distrutta. Come facemmo in passato con Cleopatra e Berenice.»<br> Giove sospirò. I riferimenti alla tragica fine della regina d'Egitto che tentò di dominare l'elite romana attraverso le sue relazioni con Giulio Cesare e Marco Antonio, e quella di Berenice, amante dell'imperatore Tito, anch'ella privata bruscamente del potere, rivelarono le intenzioni di Vesta riguardo a Iulia Domna. Era evidente quale fosse il desiderio della dea del focolare domestico: l'allontanamento e la morte dell'imperatrice. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Santiago Posteguillo, ''L'Africano'', traduzione di Roberta Marasco, Piemme, 2006, ISBN 978-8868368821 *Santiago Posteguillo, ''Invicta Legio'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2008, ISBN 978-8868368838 *Santiago Posteguillo, ''Il tradimento di Roma'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2009, ISBN 978-8856664805 *Santiago Posteguillo, ''La fine di Scipione'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2009, ISBN 978-8856664812 *Santiago Posteguillo, ''L'Ispanico'', traduzione di Giuliana Calabrese, Piemme, 2013, ISBN 978-8856625066 *Santiago Posteguillo, ''Circo Massimo'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2017, ISBN 978-8856659566 *Santiago Posteguillo, ''L'ira di Traiano'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2017, ISBN 978-8856659580 *Santiago Posteguillo, ''La legione perduta'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856669985 *Santiago Posteguillo, ''L'ultima vittoria'', traduzione di Claudia Acher Marinelli e Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856669992 *Santiago Posteguillo, ''Iulia. Storia di un'imperatrice'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2019, ISBN 978-8856673463 *Santiago Posteguillo, ''L'Imperatrice che sfidò gli Dei: Il destino di Iulia Domna'', traduzione di Adele Ricciotti, Piemme, 2020, ISBN 978-8856673463 ==Altri progetti== {{interprogetto|w}} [[Categoria:Scrittori spagnoli|Posteguillo, Santiago]] nvu0a4fiuxhptvi78gm01ar107anfc5 Alex Garland 0 164246 1221370 1026337 2022-08-07T15:51:10Z Spinoziano 2297 +1 wikitext text/x-wiki [[File:15-alex-garland.w330.h330.jpg|thumb|Alex Garland]] '''Alex Garland''' (1970 – vivente), scrittore, sceneggiatore e regista inglese. ==Citazioni di Alex Garland== *{{NDR|Su ''[[Annientamento (film)|Annientamento]]''}} Credo che la principale preoccupazione tematica del film sia l'auto-distruzione. È sulla natura dell'auto-distruzione in senso letterale: dalle cellule alle stelle tutto ha un ciclo vitale. Ma lo è anche nelle sue forme psicologiche, per esempio nel film c'è un gesto che sabota un matrimonio apparentemente felice e non viene spiegato. Ci possono essere ragioni superficiali per cui qualcuno smantella il proprio lavoro o le proprie relazioni, però non sono il vero motivo. Il film presenta in merito una sorta di tesi, ma lascia che sia inferita, piuttosto che dichiararla e spiegarla.<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2018/annihilation/ Annientamento]'', ''mymovies.it'', 7 marzo 2018.</ref> ==[[Incipit]] di ''Black Dog''== Nella stanza non c'erano colori vivaci.<br> Fuori ce n'erano un sacco.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Garland, Alex}} [[Categoria:Registi britannici]] [[Categoria:Sceneggiatori britannici]] [[Categoria:Scrittori britannici]] 2wih0oo80b0h0zwr58if382uy51pjq1 1221378 1221370 2022-08-07T16:22:50Z Spinoziano 2297 filmografia wikitext text/x-wiki [[File:15-alex-garland.w330.h330.jpg|thumb|Alex Garland]] '''Alex Garland''' (1970 – vivente), scrittore, sceneggiatore e regista inglese. ==Citazioni di Alex Garland== *{{NDR|Su ''[[Annientamento (film)|Annientamento]]''}} Credo che la principale preoccupazione tematica del film sia l'auto-distruzione. È sulla natura dell'auto-distruzione in senso letterale: dalle cellule alle stelle tutto ha un ciclo vitale. Ma lo è anche nelle sue forme psicologiche, per esempio nel film c'è un gesto che sabota un matrimonio apparentemente felice e non viene spiegato. Ci possono essere ragioni superficiali per cui qualcuno smantella il proprio lavoro o le proprie relazioni, però non sono il vero motivo. Il film presenta in merito una sorta di tesi, ma lascia che sia inferita, piuttosto che dichiararla e spiegarla.<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2018/annihilation/ Annientamento]'', ''mymovies.it'', 7 marzo 2018.</ref> ==[[Incipit]] di ''Black Dog''== Nella stanza non c'erano colori vivaci.<br> Fuori ce n'erano un sacco.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[The Beach]]'' (2000) *''[[Sunshine]]'' (2007) *''[[Dredd - Il giudice dell'apocalisse]]'' (2012) *''[[Ex Machina (film)|Ex Machina]]'' (2015) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Garland, Alex}} [[Categoria:Registi britannici]] [[Categoria:Sceneggiatori britannici]] [[Categoria:Scrittori britannici]] 82275ontwce5u97b52oyqi5nla09b4j Roberta Greganti 0 170224 1221384 1190747 2022-08-07T16:26:41Z Spinoziano 2297 /* Film */ wikitext text/x-wiki '''Roberta Greganti''' (1956 – vivente), un'attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana. ==Citazioni di Roberta Greganti== *I nostri studenti oggi non sanno più leggere a scuola non osservano la punteggiatura e quindi quando finisce e tu dici: Che ha detto? Non ho capito niente. Spesso succede nel doppiaggio: Che ha detto? Questa battuta io non l'ho capita. Perché non c'era niente dentro. Quindi dentro ci deve essere sempre il famoso sottotesto, no? Ci deve essere nella formazione del personaggio. Fosse pure il portiere di albergo che dice buongiorno.Il sottotesto ci deve essere. Il pensiero, il retropensiero.<ref name= Razza>Dall'intervista di Andrea Razza e Gerardo di Cola, ''EnciclopediadelDoppiaggio.it '', 11 settembre 2012. [https://www.youtube.com/watch?v=4B3_o8YgeXY Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *Io la riconosco la differenza quando sento qualcosa recitata da un attore e quando sento detta da un dicitore.<ref name= Razza/> *Mi metto sempre molto in discussione perché questo in maniera molto astuta, mi fa crescere. Perché mi dice questa cosa? Come mai vuole questa appoggiatura? Magari cresco no? E quindi ne approfitto.<ref name= Razza/> ==Note== <references/> ==Doppiaggio== ===Film=== {{div col|strette}} *''[[Scuola di polizia (film)|Scuola di polizia]]'' (1984) *''[[A 30 secondi dalla fine]]'' (1985) *''[[Una coppia alla deriva]]'' (1987) *''[[Ombre e nebbia]]'' (1991) *''[[Mariti e mogli]]'' (1992) *''[[Clerks - Commessi]]'' (1994) *''[[True Lies]]'' (1994) *''[[Il presidente - Una storia d'amore]]'' (1995) *''[[Mars Attacks!]]'' (1996) *''[[Batman & Robin]]'' (1997) *''[[Al di là dei sogni]]'' (1998) *''[[Magnolia (film)|Magnolia]]'' (1999) *''[[Kate & Leopold]]'' (2001; riddoppiaggio 2016) *''[[Mystic River]]'' (2003) *''[[After the Sunset]]'' (2004) *''[[La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler]]'' (2004) *''[[Le seduttrici]]'' (2004) *''[[L'ultimo re di Scozia]]'' (2006) *''[[Come d'incanto]]'' (2007) *''[[Into the Wild - Nelle terre selvagge]]'' (2007) *''[[Next]]‎'' (2007) *''[[Blindness - Cecità]]'' (2008) *''[[Gran Torino]]'' (2008) *''[[Ultimatum alla Terra (film 2008)|Ultimatum alla Terra]]'' (2008) *''[[Un matrimonio all'inglese]]'' (2008) *''[[Basta che funzioni]]'' (2009) *''[[I Love Radio Rock]]'' (2009) *''[[I Love Shopping]]'' (2009) *''[[Invictus - L'invincibile]]'' (2009) *''[[Precious (film)|Precious]]'' (2009) *''[[Easy Girl]]'' (2010) *''[[Crazy, Stupid, Love]]'' (2011) *''[[The Iron Lady]]'' (2011) *''[[Bel Ami - Storia di un seduttore]]'' (2012) *''[[Prometheus (film)|Prometheus]]'' (2012) *''[[Le lettere di Madre Teresa]]'' (2014) *''[[Cinquanta sfumature di grigio (film)|Cinquanta sfumature di grigio]]'' (2015) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) *''[[Parasite]]'' (2019) {{div col end}} ===Film d'animazione=== *''[[La città incantata]]'' (2001) *''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011) *''[[Zootropolis]]'' (2016) ===Serie televisive=== {{div col|strette}} *''[[Miami Vice]]'' (1984 - 1989) *''[[JAG - Avvocati in divisa]]'' (1995 - 2005) *''[[Battlestar Galactica]]'' (2003 - 2009) *''[[Desperate Housewives]]'' (2004 - 2012) *''[[Miss Marple (serie televisiva 2004)|Miss Marple]]'' (2004 - 2013) *''[[Grey's Anatomy]]'' (2005 - in corso) *''[[Ugly Betty]]'' (2006 - 2010) *''[[Glee]]'' (2009 - 2015) *''[[Niní]]'' (2009 - 2010) *''[[Veep - Vicepresidente incompetente]]'' (2012 - 2019) *''[[Peaky Blinders]]'' (2013 - in corso) {{div col end}} ===Serie animate=== *''[[He-Man e i dominatori dell'universo]]'' (1983 - 1985) *''[[Le avventure di Superman]]'' (1996 – 2000) *''[[Winx Club]]'' (2004 - in corso) ==Voci correlate== *[[Vittorio Guerrieri]], marito ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Greganti, Roberta}} [[Categoria:Attori italiani]] [[Categoria:Direttori del doppiaggio italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] 9a3fk53urgp5xlgvxucwh5cdjgzmlmb Oscar Isaac 0 171603 1221382 1202301 2022-08-07T16:25:11Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ wikitext text/x-wiki [[File:Oscar Isaac by Gage Skidmore.jpg|miniatura|Oscar Isaac nel 2015]] ''' Óscar Isaac Hernández Estrada''' (1979 – vivente), attore e musicista guatemalteco naturalizzato statunitense. ==Citazioni di Oscar Isaac== *A volte la semplicità è ciò che serve e non c'è niente di semplice nella semplicità. :''Sometimes simplicity is what is needed, and there’s nothing simple about simplicity.''<ref name=Faraci>{{en}}Dall'intervista di Devin Faraci, ''[https://birthmoviesdeath.com/2015/12/08/oscar-isaac-on-the-challenges-of-keeping-it-simple-in-star-wars-the-force-a Oscar Isaac On The Challenges Of Keeping It Simple In STAR WARS: THE FORCE AWAKENS]'', ''BirthMoviesDeath.com'', 8 dicembre 2015.</ref> *È quasi come un testo religioso {{NDR|[[Amleto]]}}, perché ha l'ambiguità della ''Bibbia'' in cui puoi leggere una riga e può significare tante cose diverse a seconda di come ci mediti. Anche quando ho la serata in cui non mi sento particolarmente connesso emotivamente, può ancora insegnarmi. Recito una frase e penso: "Ah, questo è un buon consiglio, Shakespeare, grazie." :''It's almost like a religious text, because it has the ambiguity of the ''Bible'' where you can look at one line and it can mean so many different things depending on how you meditate on it. Even when I have a night where I feel not particularly connected emotionally, it can still teach me. I'll say a line and I'll say, 'Ah, that's good advice, Shakespeare, thank you.''<ref name=Collinge/> *La recitazione è l'unico contesto in cui puoi esprimere emozioni così intense. Altrimenti altrove sarebbe abbastanza inappropriato, a meno che tu non sia solo in una stanza che urli a te stesso. :''Acting is the only framework where you can give expression to such intense emotions. Otherwise anywhere else is pretty inappropriate, unless you're just in a room screaming to yourself.''<ref name=Collinge>{{en}}Dall'intervista di Miranda Collinge, ''[https://www.esquire.com/uk/culture/film/a18451/oscar-isaac-interview/ Oscar Isaac: High Flyer]'', ''Esquire.com'', 15 novembre 2017.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== {{div col|strette}} *''[[Nativity]]'' (2006) *''[[Nessuna verità]]'' (2008) *''[[Agora (film)|Agora]]'' (2009) *''[[Robin Hood (film 2010)|Robin Hood]]'' (2010) *''[[Drive]]'' (2011) *''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]'' (2011) *''[[Cristiada]]'' (2012) *''[[The Bourne Legacy]] '' (2012) *''[[Ex Machina (film)|Ex Machina]]'' (2015) *''[[Star Wars: Il risveglio della Forza]]'' (2015) *''[[X-Men - Apocalisse]]'' (2016) *''[[Star Wars: Gli ultimi Jedi]]'' (2017) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) *''[[Operation Finale]]'' (2018) *''[[Spider-Man - Un nuovo universo]]'' (2018) *''[[Star Wars: L'ascesa di Skywalker]]'' (2019) *''[[Dune (film 2021)|Dune]]'' (2021) *''[[Moon Knight (serie televisiva)|Moon Knight]]'' (2022) {{div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Isaac,Oscar}} [[Categoria:Attori guatemaltechi]] [[Categoria:Attori statunitensi]] [[Categoria:musicisti statunitensi]] gxcxdpw8hq4bd1k6s14a2y19p8ceva0 Freakazoid 0 172914 1221422 1218404 2022-08-07T21:31:37Z 80.183.120.15 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titoloitaliano=Freakazoid |tipofiction=Serie TV d'animazione |titolooriginale=Freakazoid! |immagine= Freakazoid_logo.png |paese=Stati Uniti d'America |anno=1995-1997 |genere=umorismo, azione, commedia |stagioni=2 |episodi=24 |ideatore = [[Bruce Timm]], [[Paul Dini]], [[Tom Ruegger]] |doppiatorioriginali = *[[Joe Leahy]]: Narratore/Joe Leahy *[[David Kaufman]]: Dexter Douglas *[[Paul Rugg]]: Freakazoid *[[Googy Gress]]: Duncan Douglas *[[Tracy Rowe]]: Steff *[[John P. Mccann]]: Douglas Douglas *[[Tress MacNeille]]: Debbie Douglas, Cobra Regina e Strega della maledizione *[[James Cronin]]: Buzz *[[Edward Asner]]: Serg. Mike Cosgrove *[[Jeff Bennett]]: Cacciatore, Lord Bravery, Cave Guy, Candle Jack e Jeepers *[[David Warner]]: Lobe *[[Ricardo Montalbán]]: Gutierrez *[[Maurice LaMarche]]: Longhorn |doppiatoriitaliani = *[[Michele Kalamera]]: Narratore/Joe Leahy *[[Vittorio Guerrieri]]: Dexter Douglas/Freakazoid *[[Massimiliano Alto]]: Duncan Douglas *[[Monica Ward]]: Steff *[[Roberto Stocchi]]: Douglas Douglas *[[Antonella Baldini]]: Buzz *[[Paolo Marchese]]: Serg. Mike Cosgrove *[[Giorgio Locuratolo]]: Cacciatore *[[Oliviero Dinelli]]: Lobe *[[Andrea Ward]]: Gutierrez *[[Graziella Polesinanti]]: Strega della maledizione }} '''''Freakazoid!''''', serie televisiva statunitense trasmessa dal 1995 al 1997. == Citazioni == * {{NDR|Le sue prime parole all'inizio della serie}} Terrore! Terrore nella notte! ('''Freakazoid''') * {{NDR|Le sue prime parole}} Signori! È la vigilia di Natale! ('''Guitierrez''') * {{NDR|Trasformando in Freakazoid}} Oh Flippati! ('''Dexter Douglas''') * Una ciotola! Ho trovato una ciotola! Buon per me! ('''Freakazoid''') * Attenzione, scimmie pagane! ('''Dash''') * Dannata sfortuna! Dannata! ('''Cacciatore''') * Smettila! ('''Cosgrove''') * Crud! ('''Roddy MacStew''') * {{NDR|Dopo aver dimostrato il sistema di trasmissione di emergenza}} Questo era solo un test. Se ci fosse stata una vera emergenza, saremmo andati così: AHHHHHH! AIUTO! AIUTACI! NO! PORTACI FUORI DI QUI! AIUTAMI! AIUTATE TUTTI! AHHHHHHHHHHH! ('''Freakazoid''') * Signori! Il circuito integrato è difettoso! ('''Roddy MacStew''') * Ridi con me! ('''Guitierrez''') * Quali sequenze del codice che attiva il difetto? ('''Guitierrez''') * Tu mi hai incaricato, Freakazoid! ('''Guitierrez''') * Ehi, ma che cos'è questo posto? Palm Mizzi. ''Ballerine di hula-ho''. Ananas. ''Ballerina di hula-ho''. Tavole da surf. ''Ballerine di hula-ho'', ''ballerina di hula-ho'', ''ballerine di hula-ho''. Ma certo, tutto torna! Chissà come sono atterrato in Norvegia. ('''Freakazoid''') * Qualcuno per i panini con carne sfusa? ('''Freakazoid''') * Probabilmente ho dovuto saltare il budget dell'animazione per tutta la stagione in quel combattimento. ('''Freakazoid''') * Dexter sta giocando di nuovo al twister! ('''Douglas Douglas''') * Non vado laggiù. Odora di gas di puzza!! ('''Freakazoid''') * Quello è un uomo felice! ('''Medulla''') * È più divertente delle macchine scontro alla fiera della contea. ('''Lobe''') * Ho molto successo! ('''Hero Boy''') * Freakazoid? Dove sei? Oh, che dolore, che dolore! ('''Professor Jones''') * Questa è l'ultima volta che volo con questa compagnia aerea! ('''Cave Guy''') * Fermi! Ma che stiamo facendo? Io sono un supereroe. Cave Guy, Longhorn, voi avete la forza di 20 uomini. Lobe, tu sei tanto malvagio quanto loro. Leonard, tu conosci tutti i film mai realizzati. Lasceremo che qualche scimmia ci spaventi? Io dico che combattiamo! ('''Freakazoid''') {{NDR|Però poi la loro autorità eroica si indebolisce con pazzia paurosa}} * Sai il perchè? Friccato nel vetro! ('''Cave Guy''') * {{NDR|Picchiando il cobra gigante}} Smettila di fare del male ai miei amici! ('''Freakazoid''') == Dialoghi == === Stagione 1 === ==== Episodio 1a, ''Il ballo del destino'' ==== *'''Narratore''': Il terrore attanaglia una città pacifica. Terrore che indossa un lenzuolo. Il suo vero nome è Royce Mumphry, ma la polizia di cinque stati lo conosce come Cave Guy. Sì, Cave Guy: ostile, potente, ma anche molto intelligente.<br />'''Cave Guy''': Sono abbonato al New Yorker.<br />'''Narratore''': Solo un eroe può rintracciare Cave Guy. Solo un eroe ha il cuore di combattere questo demonio. Quell'eroe è... {{NDR|la sagoma di [[Batman (serie animata)|Batman]] appare sullo schermo}} su un'altra rete. Quindi, non abbiamo altra scelta che rivolgerci a questo tizio. Un adolescente nerd, o è...? *'''Jeepers''': Vuoi vedere qualcosa di strano e mistico?<br />'''Freakazoid''': NOOOOOOO!!!!! VA' VIA' DI QUI CON QUEL OROLOGIO!!! LIBERA I POVERI CASTORI, LO VERRAI?!? UFFA'!!! SEI COSI' CRUDELE! VATTENE VIA! CI STAVAMO DIVERTENDO FINO A QUANDO NON SEI VISUALIZZATO, JEEPERS!!! UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUH! VA' A PRENDERE UN CAFFÈ, CON LA PANNA, O QUALCOSA! PERCHÉ TI DICO UNA COSA: QUESTO È UN POSTO FELICE!!!!!! ==== Episodio 1b, ''Handman'' ==== *'''Lobe''': Nessuno può salvarti questa volta, Freakazoid! {{NDR|Le sue prime parole}}<br />'''Freakazoid''': È qui che ti sbagli, Lobe! Il mio nuovo aiutante mi salverà.<br />'''Lobe''': Ah sì? Ebbene, dov'è?<br />'''Handman''': Sono proprio qui!<br />'''Freakazoid''': Handman! Sei arrivato giusto in tempo!<br />'''Handman''': Non ti deluderei, Freakabazaal! Oh, mi dispiace, sono Freakazee. Uh, Freakabee.<br />'''Freakazoid''': No. ''Freakazoid''.<br />'''Handman''': Freakazoy.<br />'''Freakazoid''': No. Freakazoid.<br />'''Handman''': Freakazee! Freeballoo! Meemala!<br />'''Freakazoid''': No. Dillo con me. Frea.<br />'''Handman''': Frea.<br />'''Freakazoid''': Ka.<br />'''Handman''': Ka.<br />'''Freakazoid''': Zoid.<br />'''Handman''': Peterson! No! Freakazoid! Freakazoid. {{NDR|bacia a Freakazoid}}<br />'''Freakazoid''': Ehi, smettila! Perdonami, ho la bocca un pò secca. {{NDR|beve un bicchiere d'acqua mentre Handman deglutisce}} Aaaaaahhhh! Grazie. È stato molto rinfrescante!<br />'''Lobe''': Oh, smettila!<br />'''Freakazoid''': Cosa?<br />'''Lobe''': Questo è stupido!<br />'''Freakazoid''': Stai definendo il mio aiutante stupido?<br />'''Lobe''': Non è un vero aiutante; è solo la tua mano.<br />'''Freakazoid''': No, non lo è.<br />'''Lobe''': Sì, lo è.<br />'''Freakazoid''': No, non lo è.<br />'''Lobe''': Sì, lo è. È solo la tua mano, sempliciotto!<br />'''Handman''': No, dai un'occhiata più da vicino. {{NDR|Lobe lo fa}} Più vicino... Ancora più vicino... Tienilo lì. ==== Episodio 2a, ''Candle Jack'' ==== *'''Freakazoid''': Beh, se non lo è...<br />'''Steff e bambini''': No!<br />'''Freakazoid''': Cosa? stavo giusto per dire...<br />'''Steff e bambini''': NO!<br />'''Dottor Hanker''': Non dirlo!<br />'''Freakazoid''': Non dire cosa?<br />'''Steff''': Non dire il suo nome!<br />'''Freakazoid''': Intendi "non dire Candle Jack"? {{NDR|taglio veloce su Freakazoid ora legato}}<br />'''Steff''': Freakazoid, perché hai detto il suo nome?<br />'''Freakazoid''': Perché io-io volevo fare una di quelle cose divertenti, come su - hai mai guardato F Troop? - dove Agarn dice "Non è possibile che io indossi un vestito! Assolutamente no! Nessun vestito!" E Forrest Tucker dice: "Sì, indossi quel vestito! Indosserai quel vestito!" E si puliscono - blblblblblblblb - e Agarn indossa un vestito! {{NDR|taglio rapido di una clip da F Troop of Agarn, travestita}}<br />'''Agarn''': YOO-HOO!!! FRATELLI LOCO!!! GUARDA CHI C'E' PER VOI!!!<br />'''Candle Jack''': Oh, adoro quel pezzo! ==== Episodio 2b, ''Toby Danger e la scommessa del destino'' ==== *'''Toby Danger''': Ma io sono "davvero" Mr. Peanut!<br />'''Guardia del casinò''': Conosci le regole: niente stranieri nel casinò!<br />'''Toby Danger''': Oh mamma! Non incontrerò mai una ragazza carina! ==== Episodio 3c, ''La grande domanda'' ==== *'''Alieno''': Ho viaggiato molti milioni di anni luce attraverso quaranta miliardi di galassie per venire qui per la risposta a una domanda vitale che riguarda l'intero universo.<br />'''[[w:Bill Clinton|Bill Clinton]]''': E qual è questa domanda?<br />'''Alieno''': Per favore, dicci - quella bambola [[w:Barbie|Barbie]]... come si chiama la [[Barbie|sua]] sorellina? {{NDR|Freakazoid e Clinton si guardano, perplessi}}<br />'''Bill Clinton''': Penso che fosse Pebbles.<br />'''Freakazoid''': Fammi gestire questo. È [[w:Skipper Roberts|Skipper]]!<br />'''Alieno''': Skipper? Hmmm. {{NDR|torna all'interno della sua nave}} Ehi, ragazzi, è Skipper! ==== Episodio 4a, ''Il suo nome è Fanboy'' ==== *'''Fanboy''': Ho studiato tutto di te! Come se ti piace affogare i tuoi dispiaceri nel succo di papaya ogni volta che perdi un compagno!<br />'''Freakazoid''': Questo perché sono allergico al mirtillo rosso! *'''Freakazoid''': Va bene, ragazzo. Vuoi essere la mia nuova spalla? Devi superare il test di iniziazione.<br />'''Fanboy''': Sfidami!<br />'''Freakazoid''': Signor Cameraman, apri la panoramica alla scena successiva! {{NDR|Zip panoramica su una scena con due persone in piedi con mulini a vento sullo sfondo}} NO! L'ALTRA SCENA! LAVORO DA SOLO QUI?! *'''Freakazoid''': Ti prego! Ti prego lasciami in pace! Ti darò qualsiasi cosa, tutto ciò che vuoi se te ne vai! Che ne dici della sceneggiatura appena scritta di [[w: Batman & Robin|Batman IV]]?<br />'''Fanboy''': L'ho preso da Internet la scorsa notte.<br />'''Freakazoid''': Una foto autografata di [[w:Stan Lee|Stan Lee]]?<br />'''Fanboy''': Chi è quello<br />'''Freakazoid''': Non ne ho idea. *'''Fanboy''': Marrrrrrkk... Hamillllll...<br />'''Freakazoid''': Perché accontentarsi di un semplice aiutante, quando il [[w:Jedi|Cavaliere Jedi]] attende?<br />'''Fanboy''': Si! [[w:Dart Fener|La Forza è potente in quest'uomo]]! {{NDR|avvicinandosi lentamente a Mark Hamill}} Luke! Unisciti a me!<br />'''[[w:Mark Hamill|Mark Hamill]]''': Vieni di nuovo?<br />'''Fanboy''': Unisciti a me e insieme potremo governare la galassia come Fan Boy e figlio!<br />'''Mark Hamill''': [[w:L'Impero colpisce ancora|No! Non ti raggiungerò mai!]]<br />'''Fanboy''': È il "tuo" destino! ==== Episodio 5a, ''Il cane supereroe'' ==== *'''Accalappiacani''': Che c'è che non va? Che ho fatto?<br />'''Freakazoid''': Le tue luci posteriori sinistra sono spente. Per fortuna l'ho preso in tempo.<br />'''Accalappiacani''': Quella è la tua macchina?<br />'''Freakazoid''': Mm-hmm. Per quanto mi addolori, dovrò darti un biglietto.<br />'''Acallapiacani''': Oh no! Ti prego! Non [[w: Jerry Springer|Jerry Springer]]!<br />'''Freakazoid''': Va bene, allora dimenticheremo tutto!<br />'''Accalappiacani''': Grazie! ==== Episodio 5b, ''Visita ufficiale'' ==== *'''Mr. Snarzetti''': "Lo zoo dei conigli giocattoli di Bambu"!<br />'''Lord Bravery''': Assolutamente no!<br />'''Mr. Snarzetti''': "I magici pony da corsa di Mr. Tiny"!<br />'''Lord Bravery''': Oh la smetta! *'''Lord Bravery''': Guarda, cosa non capisci?<br />'''Bill''': Qualsiasi cosa.<br />'''Lord Bravery''': Ascolta, è davvero molto semplice. Prendo Lord Bravery. Diventa "La pasticceria di Helen", "La macelleria di Helen" diventa "La macelleria di Rudy", perché "Gli hardware e spago di Rudy" cambia in "Gli hardware e spago di Hank" e "I pneumatici di Hank" diventa "I pneumatici di Terry" e se "L'abbigliamento intimo di Terry" cambia nell' "Abbigliamento intimo di Wendy" richiedendo a Wendy di cambiare in Johnny, Johnny in Ellen, Ellen in Frank, Frank diventa Enrique ed Enrique diventa Bill, il che significa che tutto ciò che devi fare è cambiare il tuo nome da "Il mondo della pittura di Bill" a qualcos'altro!<br />'''Bill''': Ma io non voglio!<br />'''Lord Bravery''': Perché?<br />'''Bill''': Perché mi chiamo Bill. ==== Episodio 5c, ''Ode a Leonard Nimoy'' ==== Leonard Nimoy, Leonard Nimoy. Caro signor Spock, oh accidenti ragazzo. Sicuramente mi farebbe sorridere e ridere. Se potessi avere il tuo autografo. Se non lo capisco, sarò blu. Ma poi so cosa farò. Ti chiamo al telefono. E ti danno fastidio quando sei a casa. Riattacca, la linea si interrompe. Ma poi mi viene in mente una nuova idea. Verrò a trovarti proprio dove vivi. Suono il campanello e ti chiedo se dai. Quell'autografo che stavo aspettando. Me lo dai, e molto altro ancora. (BOOM!) Oh grazie, grazie, signor Spock. Ora per favore chiama Bones; Ho bisogno di un dottore. ('''Fanboy''') ==== Episodio 6, ''Il circuito integrato (1^parte)'' ==== *Salve, io sono [[Jack Valenti]], e queste sono le mie guance. Riceviamo un sacco di lettere all'associazione industrie cinematografiche, e la maggior parte di essi riguardano le mie guance. Tuttavia, in alcune di queste lettere ci si chiede di sapere tutto su Freakazoid. Lettere come questa di Miss Aida Lupis di Santa Susanna Seti che ci scrive: "Caro Mr. Valenti, mi piacciono le sue guance. Gradirei sapere come Freakazoid ha iniziato la sua carriera di supereroe. In quali particolari circostanze? La mia casa è di mattoni non informati." Signorina Lupis lei è fortunata! Si da infatti in caso che abbiamo appena terminato di produrre un filmetto sulle origini di Freakazoid. Con tante scene d'azione e d'avventura. In una delle quali c'è perfino un uomo che lotta con un orso senza alcun motivo. Quindi mettevi seduti comodi e godetevi le origini di Freakazoid! ('''[[w: Jack Valenti|Jack Valenti]]''') *'''Roddy MacStew''': Non la farai mai franca, Guitierrez!<br />'''Guitierrez''': Farla franca con cosa? Non ho ancora detto niente.<br />'''Roddy MacStew''': Si, hai ragione. Scusa, ho saltato la pistola. Colpa mia.<br />'''Guitierrez''': Ho intenzione di eliminarvi tutti e due.<br />'''Roddy MacStew''': Non la farai mai franca, Guitierrez! *'''Mr. Chubbikims''': Miao.<br />'''Guitierrez''': Che cosa significa? "Miao"? Portate lo psicologo degli animali! {{NDR|entra lo psicologo degli animali}} Chieda al gattino come attivare il difetto. <br />'''Psicologo degli animali''': Miao miao miao?<br />'''Mr. Chubbikins''': Miao, miao.<br />'''Psicologo degli animali''': Miao?<br />'''Mr. Chubbikins''': Miao, miao.<br />'''Psicologo degli animali''': Lui dice che è molto triste.<br />'''Guitierrez''': Oh, vada via. {{NDR|E poi riferendo a Dexter e Roddy}} Forse voi due avete dei problemi motivati. Vediamo un pò! ==== Episodio 7a, ''Il circuito integrato (2^parte)'' ==== *'''Guitierrez''': Grazie! Eliminateli! Anche la famiglia!<br />'''Roddy MacStew''': Ma che dici?<br />'''Guitierrez''': Mi piace. Se si diffondesse la notizia del difetto, la mia azienda sarebbe rovinata.<br />'''Roddy MacStew''': Almeno lasci andare il ragazzo!<br />'''Guitierrez''': No, non posso.<br />'''Roddy MacStew''': Ma perché?<br />'''Guitierrez''': Perché lui mi "incarica"! Mi "incarica"! Intorno alle lune di Snivia, io ti sorrido. Al di là delle nuvole di Corpian ti ridacchi ancora di più. La vendetta è un piatto da servire al meglio con fagioli borlotti e tortine! [[w: James T. Kirk|Kirk]], vecchio amico, io... Oh, scusate. {{NDR|Si aggiusta la cravatta}} Addio! *'''Freakazoid''': Vieni a prendere un cono di neve!<br />'''Roddy MacStew''': No, Ragazzo, non c'è tempo! Dobbiamo impedire a Guitierrez di attivare il difetto. *'''Cosgrove''': Hai fatto un buon lavoro qui, ragazzo.<br />'''Freakazoid''': Grazie.<br />'''Cosgrove''': Di 'che vuoi uscire per un cono di neve..<br />'''Freakazoid''': Non l'ho mai fatto! {{NDR|Mentre si stanno mangiando il gelato}} Poi sono stato risucchiato in Internet ed eccomi qui.<br />'''Cosgrove''': Ma tu sai che ci devi fare con i tuoi poteri?<br />'''Freakazoid''': Cosa?<br />'''Cosgrove''': Io diventerei un supereroe, ma è un'idea mia.<br />'''Freakazoid''': Nah!<br />'''Cosgrove''': Potresti combattere il crimine!<br />'''Freakazoid''': Nah!<br />'''Cosgrove''': Batterti per l'onestà!<br />'''Freakazoid''': Nah!<br />'''Cosgrove''': Fare colpo sulle ragazze!<br />'''Freakazoid''': Ok! Allora ci sto! ==== Episodio 7b, ''La storia di Freakazoid'' ==== {{NDR|Freakazoid vede il mondo che ha alterato.}} Santo cielo. È [[w:Rush Limbaugh|Rush Limbaugh]]. È diventato un vero liberale dal cuore sanguinante e guarda! [[w:Euro Disney|Euro Disney]] è pieno! La fusione fredda funziona! Nessun film di [[w:Chevy Chase|Chevy Chase]]! ('''Freakazoid''') ==== Episodio 8a, ''Hot Rod da Neck'' ==== *'''Turk''': Non male, Longhorn! Avremo Washington per riscatto?<br />'''Longhorn''': Non lo dobbiamo! Avremo Nashville per riscatto! *'''Duncan Douglas''': Ormai saremmo dal nonno se non fosse per Dexter.<br />'''Dexter Douglas''': Ehi, mi sono perso nel deserto.<br />'''Duncan Douglas''': E tu non eri in giro per aiutarmi quando quel tizio blu mi ha aggredito di nuovo.<br />'''Signor Douglas''': Tu sei l'unico che vede questo tizio blu, Duncan.<br />'''Duncan Douglas''': Ma è vero!<br />'''Signora Douglas''': Certo, è vero per te, caro. Ma è perché probabilmente sei pazzo. {{NDR|Dexter inizia a ridere. Duncan si infastidisce.}}<br />'''Duncan Douglas''': Di che cosa stai ridendo? Babbeo! ==== Episodio 9a, ''Problemi di censura'' ==== *'''H. A. Futterman''': Buona giorno. Sono H. A. Futterman, professore di standard di trasmissione qui alla Warner Bros Kids. E hai appena assistito a Relax-O-Vision. Relax-O-Vision è un... {{NDR|nota che la telecamera è cambiata e si riorienta di conseguenza}} Relax-O-Vision è un processo che inserisce immagini rilassanti e allegre, in scene che potrebbero essere troppo intense per i ragazzini che guardano a casa. Ad esempio, Freakazoid è estremamente... {{NDR|nota che la telecamera è cambiata e si riorienta di conseguenza}} La rissa estremamente violenta di Freakazoid con i demoni ninja è stata sostituita da una scena rilassante di pesci mentre pensano ai loro piccoli pensieri felici e piacevoli. Ora, rilassatevi... {{NDR|nota che la telecamera è cambiata e si riorienta di conseguenza}} Ora, rilassatevi e preparatevi a godervi il primo cartone animato mai trasmesso in Relax-O-Vision calmante, salva e adatto ai bambini. ==== Episodio 10a, ''La rapina natalizia'' ==== *'''Arms Akimbo''': Cos'è questo hee haw!? Smettila! Combatti normalmente!<br />'''Freakazoid''' {{NDR|cantando}}: Fai un giro con un delinquente di Brooklyn, lancialo nel corridoio con una tazza di caffè! ==== Episodio 10b, ''La nuvola misteriosa'' ==== *'''Hans''': Io sono Hans. Porteremo i secchi del cielo all'osservatorio. Il professore ti sta aspettando lì. Ora vieni. Non dobbiamo indugiare. Non è sicuro qui di notte.<br />'''Freakazoid''': Ma è giorno.<br />'''Hans''': Allora, suppongo che possiamo soffermarci un attimo. *'''Freakazoid''': È proprio come a [[w:Disneyland|Disneyland]]!<br />'''Hans''': Temo che ora non più.<br />'''Freakazoid''': Cosa?<br />'''Hans''': A [[Disneyland]]. I secchi del cielo, sono spariti, banditi. E le cose da corsa dove zey ti rimpicciolisce minuscolo, nicht. {{NDR|Tedesco per no, il che implica che la corsa è stata rimossa}}<br />'''Freakazoid''': Oh no, beh, almeno hanno ancora i piccoli motoscafi. {{NDR|Hans china la testa e stringe i denti, indicando che hanno rimosso anche i motoscafi; musica triste suona in sottofondo.}} NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! NON I MOTOSCAFI!!! *'''Freakazoid''': Lobe! Allora eri tu a farlo!<br />'''Lobe''': Esatto, Freakazoid! Con questa squadra atomica molecolare posso trasformare chiunque in uno zombi clown addestrato a eseguire i miei ordini.<br />'''Freakazoid''': Ma perchè?<br />'''Lobe''': Il piano perfetto. Tutti amano un [[clown]]. Bussano alla porta. È un clown, come quello. La prossima cosa che sai che hanno preso il sopravvento per me.<br />'''Freakazoid''': Se non ti dispiace che lo dica, questo è il piano più stupido che abbia mai sentito parlare!<br />'''Lobe''': Non lo è, è un bellissimo piano!<br />'''Freakazoid''': Sciocchezze! Alla gente non piacciono i clown! Cosa stavi pensando che è semplicemente sciocco?<br />'''Lobe''': Na ah!<br />'''Freakazoid''': Ah ah! Sciocco sciocco sciocco. E lo stai facendo qui in mezzo al nulla, non ci sono nemmeno così tante persone in giro. Cosa stavi pensando? Spiegamelo.<br />'''Lobe''': Io... non sono sicuro!<br />'''Freakazoid''': Forza. Fuori di qui. Mi aspettavo molto di più da te di questi zombi clown. Per favore.<br />'''Lobe''': Hai ragione! Mi dispiace non so cosa c'è che non va in me Penso di essere stanco è anche il momento migliore.<br />'''Freakazoid''': Spegni la nuvola. Ora vai avanti! Vattene via! Vai!<br />'''Lobe''': Mi dispiace! Mi dispiace tanto!<br />'''Freakazoid''': Vai!<br />'''Lobe''': Mi dispiace! Mi dispiace tanto!<br />'''Freakazoid''': Mi dispiace! Mi dispiace tanto! Mi dispiace! Mi dispiace!<br />'''Freakazoid''': Se ne è andato? Ragazzi, aveva un piano brillante, uao, è bravo! ==== Episodio 11a, ''La prossima volta, telefonami'' ==== *'''Freakazoid''': STAI LONTANO DAL CASSETTO DELLA INTIMO DI TUO PADRE! Fidati di me su questo.<br />'''Bo-Ron''': Duh, cassetto della biancheria intima, no. *'''Dexter Douglas''': L'unico che può tenere questa creatura sono io!<br />'''Douglas Douglas''': No non lo sei, Dexter!<br />'''Dexter Douglas''': Ma perchè?<br />'''Debbie Douglas''': Ha ridotto male la camera!<br />'''Douglas Douglas''': E in quel che peggio, si è messo 2 ore nel bagno!<br />'''Debbie Douglas''': E hai dimenticato di chiederlo di usare col permesso!<br />'''Douglas Douglas''': E ha mangiato tutto quanto! *'''Freakazoid''': Quindi AT&T, MCI e Sprint hanno combattuto una battaglia campale su chi avrebbe fornito il servizio. {{NDR|che mostra filmati di stock di carri armati che combattono in una zona di guerra}} Alla fine, Bo-Ron ha scelto il vincitore {{NDR|che mostra Bo-Ron con le impronte di rossetto sul viso mentre Candice Bergen è attratta da Bo-Ron}}, e abbiamo telefonato a casa sua.<br />'''Bo-Ron''': AAAHHHH! Sta squillando. {{NDR|Hanno raggiunto una segreteria telefonica nel linguaggio primitivo di Bo-Ron, dicendo "Non siamo qui adesso. Per favore, lascia il tuo messaggio dopo il segnale acustico"}} Ho la macchina. È SEMPRE acceso. Pronto? Tu sei qui. So che ci sei. RACCOGLILO! DAI!!! RACCOGLILO!!! ==== Episodio 12a, ''La casa di Freakazoid'' ==== *'''Lonnie Tallbutt''' {{NDR|A Dexter}}: Lei lo fa sempre! Non darle niente! <br />'''Strega della maledizione''': Allora molto bene! Ti ho fatto una maledizione! Addio! ==== Episodio 12b, ''Fogna o dopo'' ==== *'''Cosgrove''': Tu sei come i supereroi. E loro fanno sempre il modo di avere il meglio. <br />'''Freakazoid''': NO! Una grande piccola ora, no! Non andrò mai sotto alle fogne di Cobra Regina! Mai mai e poi mai, dico davvero no! *'''Cobra Regina''': Se non è il mio caro amico, Ragazzo Atomico.<br />'''Freakazoid''': Freakazoid. Sono Freakazoid.<br />'''Cobra Regina''': Oh! Mi dispiace terribilmente, Freakazoid. La luce è terribile quaggiù.<br />'''Freakazoid''': No, lascia perdere Cobra Regina. Sai, dovresti davvero prendere alcune di quelle lanterne giapponesi per illuminare il posto.<br />'''Cobra Regina''': Quelli di carta? Sono costosi? ==== Episodio 13, ''L'ira di Guitierrez'' ==== *'''Guitierrez''': Non voglio aspettare ancora qualche settimana! Devo avere accesso a Internet ORA! Oggi!<br />'''Direttore''': È solo che i prigionieri non dovrebbero avere telefoni!<br />'''Guitierrez''': Se io non ho una linea telefonica spaccata, io ti spremerò. E continuerò a spremerti finché i tuoi succhi di frutta-uomo non si esauriranno!<br />'''Direttore''': Ew. *'''Roddy MacStew''': Da quando Guitierrez è entrato in rete, è stato impegnato a creare una sorta di trappola squilibrata per te. Quando ho provato a vedere cosa fosse, mi ha trovato e mi ha cacciato. È incredibilmente potente!<br />'''Freakazoid''': Se è una trappola, perché vuoi che mi entri?<br />'''Roddy MacStew''': Non hai scelta, ragazzo. La ragione per cui sei così debole è che Guitierrez ha sabotato il campo energetico che ti alimenta qui all'esterno. Se non entrassi, un'altra ora o giù di lì, non saresti migliore di un pezzo di haggis carnoso inaridito. Oh, ha capito tutto! Ti sta attirando, ragazzo. Si è assicurato che tu non abbia altra scelta che entrare dopo di lui. Intende distruggerti.<br />'''Freakazoid''': Ragazzo, hai molte battute in questo show.<br />'''Roddy MacStew''': Aye! È quello che l'ho detto! Ma no! Tutta l'esposizione Cruddy va a me! Devo parlare e parlare! E gioco con il computer e parlare alcuni più e giocare e parlare, mi sento come Obi-Wan Cruddy Kenobi!!!<br />'''Freakazoid''': Roddy, sistemati.<br />'''Roddy MacStew''': Bene, siamo pronti.<br />'''Freakazoid''': Tu non vieni?<br />'''Roddy MacStew''': No, Guitierrez mi ha rinchiuso. Vuole solo te... da solo. Là! Questa è l'ultima dell'esposizione Cruddy!!! Grazie mille! *'''Freakazoid''': Sei un salsicciotto!<br />'''Guitierrez''': Un salsicciotto? Tu sei un salsicciotto! E adesso io avrò la mia vendetta! È per colpa tua che mi sono messo dentro sei lunghi mesi di cella di prigione. Sei mesi ingabbiato come un animale in una gabbia.<br />'''Freakazoid''': Ehi, sistemati! *'''Guitierrez''': Ti auguro buona fortuna, attento ai tuoi pericoli, Freakazoid! {{NDR|ridendo}} Ridi con me! Ridi con me! {{NDR|ridendo ancora}}<br />'''Freakazoid''': È proprio un salsicciotto!<br />'''Guitierrez''': Io non sono un salsicciotto! Tu sei un salsicciotto! *'''Guitierrez''': Freakazoid, aiutami! Lasceresti cadere tuo padre?<br />'''Freakazoid''': Mio padre? Tu sei mio padre?<br />'''Guitierrez''': Oh, si! Sono tuo padre!<br />'''Freakazoid''': Chi... chi era mia madre?<br />'''Guitierrez''': Oh... [[w:Faye Dunaway|Faye Dunaway]]!<br />'''Freakazoid''': No, non [[Faye Dunaway|lo è]]!<br />'''Guitierrez''': Uh... [[w:Kaye Ballard|Kaye Ballard]]!<br />'''Freakazoid''': Kaye... nah!<br />'''Guitierrez''': Crederesti a [[w:Sandy Duncan|Sandy Duncan]]? {{NDR|le dite scendono e cade urlando}} Urla con me! === Stagione 2 === ==== Episodio 1, ''L'appuntamento'' ==== *Non toccate quel quadrante. Per i prossimi 40 minuti, ho il controllo. ('''Lobe''') *{{NDR|Lobe sta guardando [[w:Seinfeld|Seinfeld]]}} '''Newman''': Andiamo, Kramer, dammi la ciambella!<br />'''[[w:Cosmo Kramer|Cosmo Kramer]]''': Mai!<br />'''Lobe''' {{NDR|ridendo}}: L'intera chiave di [[Seinfeld|questo show]] è Newman. *Adesso, con un semplice tocco dell'interruttore, il mio video-zapper ruberà ogni film, ogni programma, ogni trasmissione mai prodotta! Non solo potrò inondare il mercato di cassette contraffatte - paralizzando così l'industria dell'intrattenimento - ma non dovrò mai più programmare il mio videoregistratore! ('''Lobe''') ==== Episodio 2, ''Una richiesta inutile'' ==== *'''Lobe''': Penso che scoprirai che non importa che io sia un cattivo o meno. Devi onorare la mia richiesta lo stesso degli altri. È nel libro dei codici dei supereroi.<br />'''Freakazoid''': Non ho mai sentito parlare di questo.<br />'''Lobe''': Ora, ecco la mia richiesta: niente. In altre parole, Freakazoid, lasciami in pace.<br />'''Freakazoid''': Che genere di richiesta è?<br />'''Lobe''': Addio, Freakazoid. Cosgrove. *'''Freakazoid''': Tienilo lì, Lobe. Dammi la borsa.<br />'''Lobe''': Non devo. O ti è capitato di dimenticare la mia piccola richiesta? Lasciami in pace. Ricordi?<br />'''Freakazoid''': Sì. ma questo non...<br />'''Lobe''': Oh. ma lo fa. E i supereroi mantengono sempre la parola data. È nel libro dei codici. Addio, Freakazoid! Lascia che sia scritto che in questo giorno luminoso e glorioso...Lobe iniziò il suo regno infido del terrore...e sbocciò il cattivo consumato. Così sarà scritto, così sarà fatto. {{NDR|ridendo con i suoi scagnozzi}} Ciao!<br />'''Joe Leahy''': Oh no! E adesso che cosa facciamo?<br />'''Freakazoid''': Tu prenderai delle lezioni di recitazione, signore. E io...sono in grossi guai! *'''Uomo''': Ehi! Cosa stai facendo!?<br />'''Freakazoid''': Sto soddisfando la sua richiesta; Sto falciando il suo prato.<br />'''Uomo''': Mentre Lobe attacca tutti?! Vai a prenderlo già! Cosa sei, Wakko?<br />'''[[w:Wakko Warner|Wakko Warner]]''': No, io sono Wakko! {{NDR|inizia a cantare}} Baton Rouge, Louisiana Indianapolis, Indiana, E Columbus la capitale dell'Ohio...<br />'''Freakazoid''': Ehi! Wakko, che ci fai tu qui? Siamo nel mezzo di qualcosa.<br />'''Wakko''': Oh, va bene! [[w:Steven Spielberg|Steven]] lo adora quando facciamo cose del genere. Dopotutto, ''[[Animaniacs]]'' è il suo preferito.<br />'''Freakazoid''': Uh, scusa se ti ho rotto, Wakko, ma se non sbaglio, ''Freakazoid!'' è lo show preferito di Steven. Abbiamo un promemoria.<br />'''[[w:Mignolo e Prof.|Prof.]]''': Ahem. Credo che vi sbagliate entrambi. Sono l'arguzia e il fascino sofisticati di ''[[Mignolo e Prof.]]'' che hanno catturato il cuore di Steven, oltre a renderlo il successo di fuga del programma della Warner Bros.<br />'''Freakazoid''': Beh, perché non andiamo a scoprirlo?! {{NDR|Più tardi, presso l'edificio Amblin Entertainment, continuano a discutere.}}<br />'''[[Steven Spielberg]]''': Silenzio!!! Di cosa si tratta?<br />'''Freakazoid''': Prima di tutto, Steven, grazie mille per aver dedicato del tempo per incontrarci. Ci rendiamo conto che sei molto occupato e...<br />'''Prof''': Oh, chiediglielo e basta!<br />'''Freakazoid''': Ci stavamo solo chiedendo... chi è il tuo preferito?<br />'''Steven Spielberg''': E voi chi siete? *'''Lobe''': Beh, che vuoi dirlo? {{NDR|riferendo il libro dei supereroi}}<br />'''Freakazoid''': Non esiste qualcosa come un libro dei supereroi, non è vero?! Tu hai inventato tutto! Hai inventato tutte quelle regole! Hai imbrogliato! Sei un imbroglione!<br />'''Lobe''': {{NDR|ridacchiando}} Freakazoid, davvero, sei completamente delirante. Ma quale cosa ti abbia dato un'idea sciocca e ridicola come quella?<br />'''Freakazoid''': Questo! {{NDR|regge un pezzo di carta del libro}} "Copyright Le industrie di Lobe"!<br />'''Lobe''': Sapevo che non avrei dovuto metterlo lì! Stupido, stupido, stupido! ==== Episodio 3, ''Missione: Freakazoid'' ==== *'''Cosgrove''': Una cosa mi disturba ancora. Come mai Vucanova ha un governo così marcio?<br />'''Freakazoid''': Perché la libertà individuale è la chiave del buon governo. Un buon esempio potrebbe essere il tuo mercato Anubi locale.<br />'''Steff''': Dove i clienti sono liberi di provare qualità e servizio.<br />'''Roddy MacStew''': Aye, Steff. E scegliere prezzi bassi senza paura o coercizione.<br />'''Prof. Jones''': Resto più tranquillo sapendo che i mercati Anubis sono una divisione di Osiris Foods.<br />'''Tutti''': Il cibo è così buono, puoi mangiarlo!<br />'''Freakazoid''': Cosa posso dire? Mi ha tenuto in onda per un'altra stagione. ==== Episodio 4, ''Gioco virtuale'' ==== *'''Lobe''': Freakazoid! Perché ci mettiamo così tanto a cadere?<br />'''Freakazoid''': Perché è divertente!<br />'''Lobe''': No, non lo è, è così stupido! È stupido come quell'episodio di Handman! ==== Episodio 5, ''La reputazione di Freakazoid'' ==== *'''Guitierrez''': {{NDR|cercando di trovare la debolezza di Freakazoid, estrae una roccia verde dal suo mantello}} Ecco, la più pura [[W: Kryptonite|Kryptonite]]. Ti senti debole, amico mio, oh così debole?<br />'''Freakazoid''': Quella è la debolezza di [[w: Superman|Superman]], non la mia!<br />'''Guitierrez''': Davvero?<br />'''Freakazoid''': Sì, duuuuuuhhh!<br />'''Guitierrez''': Oh, quello stupido uomo al negozio! Allora che ne dici di questo! {{NDR|estrae un blocco di carta giallo e lo tiene davanti alla faccia di Freakazoid}} Il giallo ti fa male agli occhi, amico mio? Ti senti debole, oh, così debole?<br />'''Freakazoid''': Quello è [[w: Lanterna Verde|Lanterna Verde]]!<br />'''Guitierrez''': Oh, spara! {{NDR|lo getta giù, prende un bicchiere d'acqua e lo lancia in faccia a Freakazoid}} Allora che ne dici de... dell'acqua in faccia! Ti stai [[w:Il mago di Oz|sciogliendo, sciogliendo]], amico mio?<br />'''Freakazoid''': Quella è la [[w: Malvagia Strega dell'Ovest|strega cattiva]]!<br />'''Guitierrez''': Oh, stiamo perdendo tempo. Qual è la tua debolezza?<br />'''Freakazoid''': Beh... {{NDR|taglio rapido a Freakazoid in una gabbia, incolpando se stesso}} Stupido, stupido, stupido! Non dire mai al cattivo come intrappolarti in una gabbia!<br />'''Guitierrez''': Probabilmente non avresti dovuto aiutarci neanche a costruirlo.<br />'''Freakazoid''': Lo so. Stupido!<br />'''Guitierrez''': Quindi... barre di grafite cariche di ioni negativi. Questa è la tua debolezza, eh?<br />'''Freakazoid''': Quello, o il gas di poo poo.<br />'''Guitierrez''': Sai, è una cosa divertente. A nessuno piace il gas di poo poo, amico mio. Blagh! *'''Cosgrove''': Ottimo lavoro, ragazzo! Peccato che Guitierrez è scappato!<br />'''Freakazoid''': Non preoccuparti! Ha avuto quello che si meritava! ==== Episodio 6, ''Un amore impossibile'' ==== L'ho visto una volta in uno speciale del doposcuola. Mary e Sally, migliori amiche. Hanno fatto assolutamente tutto insieme. Poi un giorno, Mary si è trovata con la "folla sbagliata" e Mary non ha più avuto tempo per Sally. Sally diceva: "Vuoi andare a fare un gioco o fingere di essere gattini?" E Mary diceva: "Uh-uh, sono nella folla sbagliata!" Sally era così triste che corse a casa, si arrampicò su un albero e iniziò a mangiare biscotti. Un sacco di biscotti. È diventata enorme. Enorme! ENORME! ENORME! Hai dei biscotti, Mike? ('''Freakazoid''') *'''Cosgrove''': Vattene via di qui!<br />'''Freakazoid''': Mi prendi in giro?<br />'''Cosgrove''': No! Voglio dire: vattene via di qui! *'''Cosgrove''': Mi sento in colpa, ragazzo! Già! Bè... abbi cura di te stessa! {{NDR|a Mary Beth che è polverizzata}}<br />'''Freakazoid''': Vieni, amico! Andiamo via da qui! ==== Episodio 7, ''L'orologio magico'' ==== *'''Jeepers''' {{NDR|Avendo finalmente realizzato un orologio Medusa di successo e testandolo su un piccione}}: Il potere della Gorgone è finalmente mio! Ah, ah ah ah ah ah, oh oh.<br />'''Freakazoid''': Dammi quel coso, Sciocco. {{NDR|Prende l'orologio}}<br />'''Jeppers''': È mio! Mio! Mio! Ridammelo!<br />'''Freakazoid''': Smettila! Prima erano i castori in oro, ora sono i piccioni in pietra. Mentre tu non trovi un lavoro regolare?!<br />'''Jeppers''' {{NDR|Piagnucola un momento}}: Restituiscimi l'orologio e ti darò un barattolo di monetine.<br />'''Freakazoid''': Certo! Aspetta, no, lascia perdere. Lo terrò fino a quando non sarai abbastanza responsabile da avere un orologio strano e mistico. Addio!<br />'''Jeepers''': Freakazoid la pagherà cara. Oh, lo prenderà! Sono molto passivo aggressivo! ==== Episodio 8, ''L'isola del dottor Mystico'' ==== *'''[[w:Leonard Maltin|Leonard Maltin]]''': Ciao, sono [[Leonard Maltin]]. Sapete, molti considerano "L'isola del dottor Mystico" una delle avventure di ''Freakazoid!'' più inutili mai fatte. È interessante notare che i critici hanno amato per la prima volta gli episodi, ma le cose sono cambiate quando hanno scoperto che non erano europei. Tuttavia, l'episodio di oggi contiene alcune performance interessanti. Vedete se riuscite a individuare Emmit Nervend in un ruolo da protagonista nei panni di una ballerina salata. Inoltre... {{NDR|Un uomo-orango irrompe sul set e lo rapisce}} No! Per amore dell'umanità! Aaaahhhh! *'''Cave Guy''': No, no, no. Il succo d'arancia. Io voglio il succo d'arancia!<br />'''Professor Jones''': Oh, chiedo scusa, signore!<br />'''Longhorn''': Ehi, Tonto, questo non è il pollo. Io voglio il pollo!<br />'''Professor Jones''': Si, il pollo! Il pollo! Io...<br />'''Candle Jack''': Queste noccioline sono stantie. *'''Candle Jack''': Chiedo scusa Freakazoid, c'è qualcosa che dovrei fare?<br />'''Freakazoid''': Perché non rimani qui e... spaventi il professore!<br />'''Candle Jack''': Meraviglioso. {{NDR|Esce dallo schermo. Si sente quindi il professor Jones urlare ad alta voce}} *'''Freakazoid''': Chi sei tu? Che cosa hai fatto con gli altri?<br />'''Dottor Mystico''': Ci sarà tempo per le domande più tardi...<br />'''Freakazoid''': No, non ci sarà; lo show finisce tra dieci minuti!<br />'''Dottor Mystico''': BE', SE NON AVESSI PERSO TUTTO QUEL TEMPO IN AEREO, io...! {{NDR|Mystico interrompe bruscamente il suo sfogo e sorride alla telecamera}} Sarete tutti miei ospiti a cena. Mi fido che voi abbiate fame? Ho fatto una casseruola! Akbar! Ringo! Fatima! Alla casa! Schnell! *'''Dottor Mystico''': Mi hanno chiamato matto! Folle! Wendell! {{NDR|saltando sul tavolo e inveendo}} Mi hanno escluso dalle università finché non ho avuto altra scelta che fuggire qui per condurre le mie ricerche! Bene, chi è pazzo adesso, hmmmm?! Chi è matto adesso?! Hmmmmmmmm?! {{NDR|saltando di nuovo al suo posto e parlando normalmente}} Prova la casseruola, Freakazoid, prima che si raffreddi. {{NDR|Freakazoid fa un gesto di "cuculo" a Cosgrove e Lobe}} Ti ho visto quello!<br />'''Freakazoid''': Cosa?<br />'''Dottor Mystico''': Quello! Pensi che abbia un orologio nella mia testa, non è vero?!<br />'''Freakazoid, Cosgrove e Lobe''': Ooooh!<br />'''Freakazoid''': Che cosa hai fatto a Longhorn e Cave Guy?<br />'''Dottor Mystico''': Abbi pazienza. Ti unirai a loro abbastanza presto! {{NDR|ride maniacalmente per un momento}} Scusate, ho solo pensato a qualcosa di divertente. *'''Dottor Mystico''': Brillantemente dedotto! Usando artisti del calibro di Freakazoid, Caveguy, Lobe, Leonard Maltin, non mi fermerò mai! {{NDR|L'illuminazione si arresta in modo anomalo.}} Costruirò un esercito privato di super scimmie e prenderò il controllo di Cleveland!<br />'''Cosgrove''': Non intendi il mondo?<br />'''Dottor Mystico''': Intendevo il mondo, sì... Cosa ho detto? Cleveland? Lo faccio sempre.<br />'''Freakazoid, Cosgrove, Professor e i cattivi''': Ooooh!<br />'''Dottor Mystico''': Ora chi vuole andare per primo?<br />'''Freakazoid, Cosgrove, Professor e i cattivi''': {{NDR|tutti si indicano l'un l'altro}} Lo fa lui! {{NDR|Sparkle miagola nell'orecchio del Dr. Mystico.}}<br />'''Dottor Mystico''': Perché non l'hai fatto prima di arrivare qui? Mi occuperò di voi a breve. Sparkle deve armeggiare. ==== Episodio 9, ''Due contro Freakazoid'' ==== *'''Roddy MacStew''': Da quello che mi dici, sembra che tu possa usare i tuoi poteri telecinetici solo quando sei davvero arrabbiato!<br />'''Freakazoid''': Allora li userò solo quando sono davvero arrabbiato!<br />'''Roddy MacStew''': È quello che ho appena detto!! Riesci a sentirmi o c'è un piccolo goblin nella tua testa che mangia le mie parole!?<br />'''Freakazoid''': Io... non credo che ci sia un goblin lì dentro... *'''Cave Guy''' {{NDR|raccontando a Cobra Regina}}: E così ho detto: "Sai il perchè? Friccato nel vetro!" {{NDR|ridendo insieme}}<br />'''Cobra Regina''': Cos'è che gli turba?<br />'''Cave Guy''': Gli turba? Non riesce nulla a perdonarsi! {{NDR|ancora ridendo insieme}} ==== Episodio 10a, ''La convenzione dei supereroi'' ==== *'''Cave Guy''': Penso che sia stato un grosso errore partecipare a [questa convention di fantascienza]; questo è un comportamento spaventoso negli adulti. Spero che nessuno di loro mi tocchi. {{NDR|Cave Guy si imbatte in qualcuno che fa cosplay di un [[w:Klingon|Klingon]] (in realtà Freakazoid travestito)}}<br />'''Travestitore''': {{NDR|Dice qualcosa in [[Klingon]]}}<br />'''Cave Guy''': Vattene via! {{NDR|Il travestitore sembra confuso, poi capisce e porge a Cave Guy un dizionario dal 'Klingon all'inglese'}}<br />'''Cave Guy''': Oddio, un dizionario Klingon-Inglese. Hai inventato un piccolo linguaggio basato su uno show televisivo. Non è giusto!<br />'''Travestirore''': {{NDR|Dice un'altra frase in Klingon mentre fa amicizia con Cave Guy}}<br />{{NDR|Cave Guy corre fuori dalla convention urlando e salta su un'auto della polizia con equipaggio}}<br />'''Cave Guy''': Portatemi in prigione, per favore! Un Klingon mi sta cercando. *'''Freakazoid''': Ah, ciao, ragazzi. Che sorpresa.<br />'''Cacciatore''': Come mai ci hai licenziato dallo show?<br />'''Lord Bravery''': In realtà, quello che il Cacciatore sta cercando di dire che io e lui... e Fan Boy e Mo-Ron o Bo-Ron qualunque cosa... erano semplicemente curiosi di sapere esattamente il nostro ruolo nella nuova stagione.<br />'''Freakazoid''': Ragazzi, non avete ricevuto una lettera dai produttori? {{NDR|Nessuno dei quattro ha mai avuto}}<br />'''Cacciatore''': Non ho mai ricevuto nessuna lettera. Vivo nei boschi.<br />'''Lord Bravery''': Nessuno di noi ha visto nessuna lettera. Per favore, Freakazoid, potresti dircelo esattamente su cosa lavoreremo?<br />'''Cacciatore''': Dah! Ho perso un posto. Dannata la fortuna! Dannata!<br />'''Freakazoid''': Beh, almeno sono ancora sul libro paga. ==== Episodio 10b, ''La tomba di Invisibo'' ==== *'''Invisibo''': Sono stanco della tua buffoneria. In pochi minuti, assorbirò il potere qui... e inizia la mia regola assoluta.<br />'''Freakazoid''': Eccetto che per una cosa.<br />'''Invisibo''': Che cosa?<br />'''Freakazoid''': Sai, quella cosa importante che hai dimenticato.<br />'''Invisibo''': Ma di che cosa stai parlando?<br />'''Freakazoid''': Se hai intenzione di urlare, non te lo dico. {{NDR|Invisibo picchia Freakazoid sbattendo su una macchina al muro}}<br />'''Invisibo''': Si si. Il mio sogno si è finalmente realizzato. Abbastanza potere per essere il principe del mondo. *'''Cliente della posta elettronica''': Hai delle belle poste elettroniche!<br />'''Freakazoid''': Posta, per me? {{NDR|Preme il pulsante, poi legge}} Per Freakazoid, di Mandy Triceratops della Columbia University. La mia domanda riguarda i [[w:Pearl Jam|Pearl Jam]]. Quando appariranno nel tuo programma? Cordiali saluti, Mandy. P.S. Mi sto specializzando in tutte le conoscenze mai acquisite nel corso della storia. {{NDR|Trascina la finestra fuori dall'inquadratura}}<br />'''Cosgrove''': Quei ragazzi della Columbia sono piuttosto intelligenti.<br />'''Freakazoid''': Eh, sicuramente lo sono! Mandy, non far piovere sulle tue speranze da ragazza, ma i Pearl Jam non appariranno mai in questo programma perché vorrebbero soldi. ==== Episodio 11, ''La rivincita'' ==== *'''Lobe''': Ebbene, signor Abram... pensi di poterlo costruire?<br />'''Norm Abram''': Sì. Posso costruirlo.<br />'''Lobe''': Meraviglioso!<br />'''Norm Abram''': Ma non lo farò. Quando sono diventato un falegname, ho fatto un giuramento. Ho promesso di usare solo le mie capacità per le forze del bene.<br />'''Lobe''': Vedremo solo questo. {{NDR|Mostrando un cubo di legno}}<br />'''Norm Abram''': Oh.<br />'''Lobe''': Bello, vero? Macinato dalla betulla più pregiata. Non un difetto, non una imperfezione, assolutamente perfetto. Sarebbe davvero un vero peccato se qualcosa...è successo sgradevole, eh, Norm? {{NDR|Lobe tenta di tagliare il cubo di legno con una motosega finchè Norm non sarà d'accordo}} Hmm?!<br />'''Norm Abram''': Va bene, lo farò!<br />'''Lobe''': Sapevo che l'avresti vista a modo mio.<br />'''Norm Abram''': Sei un uomo malvagio!<br />'''Lobe''': Troppo gentile! {{NDR|chiedendo allo scagnozzo}} Portalo in officina. Quasi ora per i miei ospiti. *'''Freakazoid''': Uno: Norm Abram è scomparso. Due...<br />'''Cosgrove''': Noi non abbiamo un due! *'''Lobe''': È fantastico. L'artigianato, il dettaglio. Lavoro squisito, Norm. Sei un genio, vecchio mio.<br />'''Norm Abram''': Non te la caverai mai, Lobe.<br />'''Lobe''': Hahaha. Anche tu. {{NDR|Suonano alla porta}} Ah, i miei ospiti. Benvenuti, benvenuti a tutti. Cave Guy, Longhorn, piacere di vederti. Cobra Regina. Non era velenoso, vero? Salve, Jack. Jeepers. Invisibo, piacere di non vederti.<br />'''Invisibo''': Si. <br />'''Lobe''': Guitierrez. Non credo di aver mai avuto il piacere di essere stato in un episodio con te prima.<br />'''Guitierrez''': No, di solito mi piace essere la star. Ma in questo caso, ho fatto un'eccezione.<br />'''Lobe''': Felice che tu l'abbia fatto. Prendi un cappello da festa. *'''Cave Guy''': Qualche ultima parola, vecchio mio?<br />'''Freakazoid''': Non ho paura di voi, Salsicciotti!<br />'''Guitierrez''': Non dire la parola "Salsicciotto"!<br />'''Lobe''': Dovresti avere paura, Freakazoid. Perché, grazie alla maestria artigiana di Norm Abram... in pochi istanti, cesserai di esistere. *'''Freakazoid''': Guitierez, non farlo. Ricordati quando tu eri un bravo ragazzo.<br />'''Guitierrez''': Io non sono ''mai'' stato un bravo ragazzo! ==Voci correlate== *''[[I favolosi Tiny]]'' (1990-1992) *''[[Animaniacs]]'' (1993-1998) *''[[Mignolo e Prof.]]'' (1995-1998) ==Altri progetti== {{interprogetto|w}} [[Categoria:Serie televisive d'animazione]] poj8vc7gg5n84o9a3x3xrn7r0x2hih3 Farisei 0 173243 1221359 1154979 2022-08-07T14:25:50Z Gaux 18878 /* Citazioni */ Umberto Cassuto wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:JesusPharisees.jpg|thumb|''Disputa tra Gesù e i farisei sul tributo a Cesare'' ([[Gustave Doré|G. Doré]], 1866)]] Citazioni sui '''farisei'''. ==Citazioni== *Gli uomini veramente di profondo senso religioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai... [...] Anzi non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei. ([[Alberto Moravia]]) *I [[Bramino|bramani]] sono i farisei dell'India, per l'affettazione nel modo di vivere, per lo stesso scrupolo per le macchie del di fuori, per l'uso continuo delle abluzioni e del bagno, per lo zelo medesimo, per le minuzie, pella stessa negligenza su quanto vi è di più essenziale, pel medesimo orgoglio, per la medesima ostentazione e per la stessa ipocrisia. Né mancano di quelli che praticano letteralmente quel che dice il Salvatore, cioè che bevono a traverso un colatoio per tema d'ingoiare un insetto, nel tempo che ingoiano un cammello, calpestando cioè la giustizia, l'umanità e la misericordia. ([[René François Rohrbacher]]) *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai Farisei, rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. ([[Umberto Cassuto]]) ===''[[Nuovo Testamento]]''=== *Guai a voi, [[Scriba|scribi]] e farisei ipocriti, che chiudete il [[regno dei cieli]] davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Matteo]]'') *Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Matteo]]'') *Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *[[Paolo di Tarso|Paolo]] sapeva che nel sinedrio una parte era di [[sadducei]] e una parte di farisei; disse a gran voce: "Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti". Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i farisei e i sadducei e l'assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: "Non troviamo nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse parlato davvero?". (''[[Atti degli Apostoli]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sui|w_preposizione=riguardante i}} [[Categoria:Correnti ebraiche]] cunrd89cdu0wuaonkb2wp93e5mbdd1h 1221364 1221359 2022-08-07T14:50:23Z Gaux 18878 altra di Cassuto wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:JesusPharisees.jpg|thumb|''Disputa tra Gesù e i farisei sul tributo a Cesare'' ([[Gustave Doré|G. Doré]], 1866)]] Citazioni sui '''farisei'''. ==Citazioni== *Gli uomini veramente di profondo senso religioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai... [...] Anzi non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei. ([[Alberto Moravia]]) *I [[Bramino|bramani]] sono i farisei dell'India, per l'affettazione nel modo di vivere, per lo stesso scrupolo per le macchie del di fuori, per l'uso continuo delle abluzioni e del bagno, per lo zelo medesimo, per le minuzie, pella stessa negligenza su quanto vi è di più essenziale, pel medesimo orgoglio, per la medesima ostentazione e per la stessa ipocrisia. Né mancano di quelli che praticano letteralmente quel che dice il Salvatore, cioè che bevono a traverso un colatoio per tema d'ingoiare un insetto, nel tempo che ingoiano un cammello, calpestando cioè la giustizia, l'umanità e la misericordia. ([[René François Rohrbacher]]) *Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. ([[Umberto Cassuto]]) *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai Farisei, rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. ([[Umberto Cassuto]]) ===''[[Nuovo Testamento]]''=== *Guai a voi, [[Scriba|scribi]] e farisei ipocriti, che chiudete il [[regno dei cieli]] davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Matteo]]'') *Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Matteo]]'') *Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Luca]]'') *[[Paolo di Tarso|Paolo]] sapeva che nel sinedrio una parte era di [[sadducei]] e una parte di farisei; disse a gran voce: "Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti". Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i farisei e i sadducei e l'assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: "Non troviamo nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse parlato davvero?". (''[[Atti degli Apostoli]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sui|w_preposizione=riguardante i}} [[Categoria:Correnti ebraiche]] 8jukpsfz175p945jzo63vcoxhas1sia Conte Dracula 0 173680 1221447 1220569 2022-08-08T05:50:38Z Mariomassone 17056 /* Dracula 3D */ wikitext text/x-wiki [[File:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922 (cropped).jpg|thumb|Il Conte Dracula illustrato sulla copertina della prima edizione italiana di ''Dracula'']] '''Conte Dracula''', personaggio del teatro, della letteratura e del cinema creato da [[Bram Stoker]]. ==Citazioni del Conte Dracula== {{cronologico}} ===''[[Dracula (romanzo)|Dracula]]''=== [[File:Dracula 1902 Doubleday (cropped).jpg|thumb|Il Conte Dracula illustrato in un'edicola illustrata del 1902]] *Benvenuto nella mia casa. Entrate liberamente. Andate tranquillo, e date a questo luogo qualcosa della felicità che recate con voi! *State a sentirli, i figli della notte! Questa è la loro musica! [...] Ah, signore, voi che vivete in città non potete far vostri i sentimenti di un cacciatore. *Sono arrivato a conoscere la vostra grande Inghilterra, e conoscerla vuol dire amarla. Non vedo l'ora di trovarmi anch'io nelle strade affollate della vostra sterminata città, di essere preso nel vortice e nella frenesia di quella umanità, condividerne la vita, i mutamenti, la morte, e tutto ciò che ne fa quello che è. *Io so che a Londra, andando in giro e parlando, nessuno mancherebbe di accorgersi che sono uno [[straniero]]. Questo non mi basta. Qui sono un nobiluomo. Sono un [[Boiardo (storia)|boiaro]]. Tutti mi conoscono, sanno che io sono il signore e padrone. Ma uno straniero in terra straniera non è nessuno. La gente non lo conosce, e non essere conosciuto vuol dire non avere importanza. Mi basterebbe essere come chiunque altro, in modo che nessuno si fermi quando mi vede, o smetta di parlare se sente le mie parole. 'Ah, ah! Uno straniero!' Sono stato un signore e padrone così a lungo che pretenderei di continuare a esserlo, o – se non altro – che nessuno possa dirsi signore o padrone sopra di me. *Qui siamo in [[Transilvania]], e la Transilvania non è l'Inghilterra. I nostri usi e costumi non sono i vostri, e a voi molte cose appariranno strane. *Questa regione è stata contesa per secoli tra i valacchi, i sassoni e i turchi. E dunque non vi è zolla di terra che non si sia impreziosita del sangue di uomini, patrioti o invasori. *Vengo da una vecchia famiglia, e il vivere in una casa moderna mi ucciderebbe. Una casa non può essere resa abitabile in un giorno, e dopo tutto, quanti pochi giorni concorrono a fare un secolo! *Un nobile transilvano non ama pensare che le sue ossa possono giacere accanto a quelle di comuni mortali. *Io non inseguo l'[[allegria]] e le risa, né amo la luminosa voluttà del troppo sole e delle acque cristalline. Non sono più giovane, e il mio cuore, logorato da anni di lutto per i tanti morti, mal si intona all'allegria. *Io amo le ombre, e quando posso preferisco star solo con i miei pensieri. *Noi [[Siculi (Transilvania)|szekely]] abbiamo il diritto di essere orgogliosi, perché nelle nostre vene scorre il sangue di molte audaci razze che hanno combattuto come combatte il leone, per il predominio sugli altri. Qui, crogiuolo delle razze europee, le tribù ugre hanno portato dall'Islanda lo spirito combattivo che era stato dato loro da [[Thor]] e da [[Odino|Wodin]], i cui [[Berserkr|berseker]]s hanno dato prova tanto crudele su tutte le spiagge d'Europa; sì, e d'Asia e d'Africa, che le genti pensavano che fossero nientemeno che lupi mannari. Anche qui, quando sono arrivati, vi hanno trovato gli [[unni]], la cui furia battagliera aveva spazzato la Terra come una fiamma vivente, fino a che quei popoli morenti non si sono ricordati che nelle loro vene scorreva il sangue delle antiche streghe che, cacciate dalla [[Scizia]], si erano unite con i demoni nel deserto. Pazzi, pazzi! Quale demone o quale strega poteva competere con [[Attila]], il cui sangue anima queste vene? *C'è forse da stupirsi che fossimo una razza di conquistatori, che fossimo orgogliosi, e che quando i magiari, i lombardi, gli avari, i bulgari, o i turchi si spinsero a migliaia a minacciare le nostre frontiere li abbiamo respinti? È forse strano che quando [[Árpád d'Ungheria|Arpad]] e le sue legioni hanno invaso la patria ungherese abbiano trovato noi qui, sulle nostre frontiere, e qui si sia compiuto l'Honfoglalás? E quando gli ungheresi dilagarono verso oriente, gli szekely, acclamati consanguinei dei magiari vittoriosi, per secoli ebbero il compito di difendere le frontiere con la terra dei turchi. *Chi ha riscattata la grande vergogna della mia nazione, l'[[Seconda battaglia del Kosovo|onta di Cossova]], quando le bandiere dei valacchi e dei magiari furono umiliate nella polvere davanti alla Mezzaluna? Chi, se non un Voivoda della mia razza,<ref>[[Vlad III di Valacchia]]</ref> osò traversare il Danubio per sconfiggere il turco sul suo stesso terreno? Fu un Dracula, certo! Maledetto invece il suo indegno fratello,<ref>[[Radu III il Bello]]</ref> che – lui caduto – vendette al turco il proprio popolo piegandolo alla vergogna della schiavitù! E non fu proprio lui, Dracula il Voivoda, a ispirare quell'altro germoglio della sua stirpe<ref>[[Michele il Coraggioso]]</ref> che in altro e successivo momento di nuovo portò e riportò le sue lance al di là del grande fiume, nella terra dei turchi, che, una volta respinto con la forza, tornò e ritornò, lui solo sfuggito al campo insanguinato dove le sue truppe erano state macellate, ben sapendo che egli solo avrebbe alla fine trionfato? Si è detto che egli abbia pensato solo a se stesso. Bah! A che cosa serve un esercito di contadini senza una guida? A che cosa conduce una guerra senza un cervello e un cuore a dirigerla? E ancora: quando dopo la [[Battaglia di Mohács (1526)|battaglia di Mohacs]] ci siamo sbarazzati dal giogo ungherese, noi del sangue dei Dracula eravamo a fianco dei loro condottieri, perché il nostro spirito non poteva tollerare che non fossimo liberi. *Ah, mio giovane amico, è grazie al coraggio, al cervello e alla spada dei Dracula, che gli szekely possono vantare una storia che gli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] e i [[Romanov]], nati e cresciuti in fretta come i funghi, non potranno mai costruire. *I giorni di guerra sono finiti. Il sangue è visto come cosa troppo preziosa in quest'epoca di disonorevole pace, e le glorie delle antiche razze sono canzone che nessuno canta più. *Permettetemi di darvi un consiglio, mio caro e giovane amico. Anzi: concedetemi di avvertirvi, in tutta serietà, che nel caso vogliate lasciare queste stanze non avrete modo di dormire in nessuna altra parte del castello. È un vecchio castello, racchiude molte memorie, e vi sono cattivi sogni per chi vi dorme in modo imprudente. Fate attenzione! Dobbiate addormentarvi, ora o in altro momento, o siate sul punto di farlo, affrettatevi in camera vostra, o in queste stanze, perché solo così riposerete al sicuro. *Voi inglesi avete un modo di dire che è molto vicino al mio cuore, perché è nello stesso spirito che governa noi boiari: 'Braccia aperte all'ospite che arriva, ponti d'oro all'ospite che parte'. *E così anche voi, al pari degli altri, volete sfidare la mia intelligenza con la vostra. Volete aiutare quegli uomini a darmi la caccia e a mandare a vuoto i miei disegni! Voi ora sapete, e in parte lo sanno anche loro, e in tutto per tutto lo sapranno tra poco, che cosa vuol dire tagliarmi la strada. Avrebbero dovuto conservare le loro energie per altri scopi più alla loro portata. Hanno voluto invece mettersi in gara d'astuzia contro di me – contro di me, che ho governato popoli interi, e che per loro ho brigato, e combattuto, centinaia d'anni prima che voi tutti nasceste – e io li ho affrontati e attirati nella mia trappola. E voi, la loro beniamina, ora siete carne della mia carne, sangue del mio sangue, germoglio della mia stirpe; per qualche tempo mia generosa fonte, poi mia compagna e complice. Anche voi, a vostra volta, potrete a suo tempo vendicarvi; perché nessuno di loro potrà opporsi ai vostri desideri. Ma per il momento io devo punirvi per quanto avete fatto. Li avete aiutati contro di me, e ora dovrete rispondere a ogni mia chiamata. Quando la mia volontà vi dirà Venite!, voi varcherete terre e mari per obbedirmi. E a questo scopo, questo sia! *Voi pensate di averla vinta su di me, voi – con quelle pallide facce, lì tutti in fila, come pecore di fronte al macellaio. Ma ve ne pentirete, dal primo all'ultimo! Voi credete di avermi sottratto un luogo dove riposare; ma io ne ho degli altri! E la mia vendetta è appena cominciata! Io vivo nei secoli, e il tempo è dalla mia parte. Le donne che voi tutti amate sono già mie; e grazie a loro anche voi e altri come voi sarete presto miei – creature mie, per obbedire ai miei comandi e farsi sciacalli obbedienti quando avrò fame e sete. ===''[[I poteri delle tenebre (Islanda)|I poteri delle tenebre]]''=== *Ora vivo qui [...] come un vecchio eremita, nella casa dei miei antenati. Vivo tra ricordi ingrigiti, ma osservo anche ciò che accade nel mondo esterno – ne sento solo una tenue eco, in questa remota desolazione. Forse vi sorprenderà scoprire che, benché i miei capelli siano canuti, il mio cuore è giovane e desidera prendere parte alla vita, al di fuori delle mura del castello, dove i destini delle nazioni vengono forgiati e si combattono le guerre di questo mondo. Un tempo, ho preso parte a questo gioco e ho tirato non pochi fili. *''Dominare'', mio giovane amico, dominare: è questa la sola cosa per cui valga la pena vivere, che si tratti di dominare la volontà degli altri... o i loro cuori. *L'[[Inghilterra]] è una terra di cultura e pragmatismo. Occhi che hanno potuto ammirare la luce della civiltà moderna non vedono mai [[Fantasma|fantasmi]]. *Noi vecchi ostinati possiamo anche aggrapparci ai nostri dogmi, ma il futuro appartiene alle nuove generazioni. È questa la ragione per cui desidero tanto farmi prendere dal vortice della giovane vita londinese. Chi abita in quella grande città ha ben altre cose a cui pensare e di certo non perde tempo a credere agli spettri. *Quel vostro autore, [[Arthur Conan Doyle|Conan Doyle]], ha scritto molti ottimi libri su Londra e leggo i vostri giornali. A quanto dicono, viene risolto a malapena il due o il tre percento di tutti i casi di omicidio. Sì, Londra è davvero una città straordinaria. *È la legge della natura: le creature più forti e più scaltre si nutrono di quelle più deboli e stupide. *L'abilità artistica, il coraggio, la saggezza e la bellezza... tutto questo è ''[[potere]]''! Viene trasmesso da una generazione all'altra, mio buon amico; la [[natura]] è sempre all'opera e cerca costantemente di produrre qualcosa di più raffinato, sbarazzandosi di molto materiale, selezionando e rifiutando. Ciò che è inferiore dà il suo contributo e viene poi eliminato, come immondizia. *Noi della genia Dracula – diretti discendenti dei [[Siculi (Transilvania)|siculi]] – siamo convinti che la nostra stirpe derivi dagli antichi [[unni]], che un tempo si sono propagati per l'Europa come un incendio, distruggendo nazioni e genti. Si narra che fossero i discendenti delle streghe scite, che erano state esiliate nei boschi, dove si erano congiunte ai demoni. Questi naturalmente sono solo racconti, ma è risaputo che non c'è mai stato demone o stregone con un potere più grande di [[Attila]], il nostro antenato. Dunque non deve soprendere che noi, i suoi discendenti, odiamo e amiamo con maggior passione degli altri mortali. *O voi, freddi, razionali figli dell'Occidente – voi non conoscete ''questo'' genere d'[[amore]]. Un amore che morde come l'odio più aspro, con baci che bruciano come ferri arroventati e con abbracci... ma non fatemi dire altro! *Ho letto i vostri libri inglesi che parlano d'amore eterno, ma forse arriverò a comprenderne il significato solo al mio arrivo a Londra perché al momento non lo afferro ancora pienamente – o meglio, non capisco il significato che ''voi'' gli attribuite. L'amore ha un ciclo vitale, come il fiore che cresce in un campo: una volta sbocciato, ben presto appassisce. Poi ritorna la primavera, ma non torna lo stesso fiore, né un altro con le stesse radici. È una legge di natura. Una volta che la passione divampando ha raggiunto l'acme, è più probabile che si estingua. *Possiamo anche ignorare il [[serpente]] che striscia sul terreno, ma ciò non significa che non ci morderà. L'ho imparato a mie spese. Ecco perché ora vivo come un recluso, con i gufi e i corvi che nidificano in cima alle torri del castello dei miei antenati. Forse, anche in questo momento, mentre parlo con voi, mio caro amico, c'è gente che tenta d'infangare il mio nome. *Coloro che sono deboli, sono stati creati solo per soddisfare le necessità dei più potenti. La persona che sa esercitare la forza, otterrà la supremazia, e avrà il dominio su ogni cosa – bellezza, lungimiranza e conoscenza – proprio come un piccolo seme piantato in un cimitero col tempo diverrà un alto albero grazie alla forza vitale di mille generazioni, e ciascuna di queste contribuirà donando il suo vigore, la sua avvenenza e altre magnifiche qualità. *Perché un vecchio eremita quale io sono dovrebbe avere a che fare col mondo esterno? Chi potrebbe mai volermi scrivere e a chi mai dovrei scrivere io? *{{NDR|Sui [[tartari]]}} Sono brava gente. Se solo fossero più numerosi, tante cose sarebbero diverse. Per secoli, hanno fedelmente preservato molti tesori delle scienze occulte che altrimenti sarebbero finiti nell'oblio. Quando giungerà il tempo, la loro lealtà verrà ricompensata. *Le masse sono composte da gente comune di scarsa intelligenza e non otterrai mai alcun potere. [...] Non saranno mai niente più di uno strumento nelle mani dei forti, che governano ''con'' esse e ''su'' di esse. Ma solo pochi comprendono appieno la saggezza di questa verità. Oh, voi inglesi siete così fieri della vostra libertà politica e del vostro progresso – come lo chiamate voi – ma tra voi tutti ci sono solo due o tre uomini che capiscono fino in fondo che cosa sia il progresso e quanto la libertà delle masse sia il suo peggior nemico! *Voi occidentali avete ancora così tanto da imparare; non vi siete spinti molto oltre l'anticamera delle scienze, dove la vita e la morte sono ancora misteri irrisolti. ===''[[Dracula di Bram Stoker (romanzo)|Dracula di Bram Stoker]]''=== *È tanto che non sono più avvezzo a... agli ospiti. E avverto la fatica dei tanti anni passati a piangere i morti. *[[Mina Murray|Mina]], [...] ho traversato oceani di tempo per trovarti. Riesci a capire che cosa sento per te? È stata una ricerca continua, disperata, interminabile. Finché il miracolo è avvenuto. *Ho sopportato oceani di tempo, commesso atti irriferibili, per rimanere aggrappato alla vita, finché non fossi riuscito a trovarti. *Ti dico che senza di te, senza la vita, l'amore che tu mi dai, sono morto a ogni umanità. Senza di te non sono altro che una belva che si nutre di sangue umano! *Ho mentito, a te, a me stesso. Il dono della vita eterna è assai al di là dei miei poteri. La verità è che sarai condannata, come lo sono io, a camminare nelle tenebre della morte eterna. Ti amo troppo per farti questo! *L'amore dei mortali non può avere presa... su di noi. Il nostro amore durerà per tutta l'eternità. ===Film=== ====''[[Dracula (film 1931 Browning)|Dracula]]'' (film 1931)==== [[File:Dracula (1931) trailer - 'I am Dracula' (cropped).png|thumb|Il Conte Dracula interpretato da [[Bela Lugosi]]]] *{{NDR|Udendo dei lupi ululare}} Le ascolti bene. Sono creature della notte. Che musica per i miei orecchi! *Il ragno sta tessendo la tela per qualche incauta mosca. *Non bevo mai... vino. *Morire un'autentica morte. Dev'essere stupendo. *Ci sono cose ben peggiori della morte che attendono l'uomo. *Per uno che non ha vissuto neanche una sola esistenza, lei è un uomo molto sapiente, Van Helsing. *Van Helsing! Ora che lei ha imparato tutto ciò che ha imparato, farebbe un'ottima cosa a ritornare nel suo paese d'origine. *Ormai è troppo tardi. Il mio sangue già scorre nelle sue vene. Mina vivrà. Vivrà nei secoli a venire, come io ho vissuto. ====[[Hammer Film Productions|Ciclo Hammer]]==== =====''[[1972: Dracula colpisce ancora!]]''===== *Non è quella che voglio. Non hai imparato ad obbedire. Quella non è lei! *Tu domandi?! Io sono tornato per distruggere la famiglia Van Helsing per sempre, sia il vecchio che la giovane. Tu e i tuoi amici siete stati scelti. *Sei tanto pazzo da misurarti contro di me? Contro di me che ho dominato nazioni intere? =====''[[I satanici riti di Dracula]]''===== [[File:Count Dracula and His Vampire Bride (1973) - Christopher Lee and Joanna Lumley 1.png|thumb|Il Conte Dracula interpretato da [[Christopher Lee]] ne ''[[I satanici riti di Dracula]]'']] *Alcuni di noi hanno fermamente deciso che la decadenza dell'epoca attuale deve essere, e sarà, arrestata. Si sta organizzando un nuovo regime politico che dia di nuovo importanza ai valori morali. In mezzo all'indifferenza e allo smarrimento dell'Umanità, possono essere necessari i metodi persuasivi. *Non voglio una fine tanto semplice e rapida, né per Van Helsing né per la sua nipotina. *In questa vigilia del Sabba degli incorrotti, io ti convoco qui per assistere al mio supremo trionfo! Van Helsing, io scelgo questa tua giovane nipote per farne la mia consorte. *Lo strumento della mia vittoria finale, più rapida, più spaventosa della morte nera. La peste! Fin dai primi momenti ogni muscolo, ogni fibra sarà in preda al tormento e all'agonia. Nei giorni che verranno, invocherai urlando la morte a tuo sollievo. *La mia vendetta si è crogiolata nei secoli e sta cominciando ad esplodere. =====''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''===== *Chi è che osa disturbare il riposo di Dracula? *Io non concedo favori a nessuno. Non accedo alle richieste dei miserabili. Non sai che Dracula esercita il comando anche dall'interno del più remoto angolo del mondo? *Mi servono le tue spoglie mortali. Mi serve la forma della tua miserabile carcassa. Assumerò la tua immagine vivente. *Ridarò un soffio di nuova vita ai sette vampiri d'oro e li farò i miei guerrieri, artefici della mia vendetta sugli uomini. *[[Abraham Van Helsing|Van Helsing]]! Che tu sia dannato! Anche in questo sperduto paese continui a perseguitarmi. *Io sono Dracula, signore dell'oscurità, padrone dei vampiri, principe dell'oltretomba, re dei dannati! ====''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''==== *Non sono più giovane, ma sono irrequieto. *La mia famiglia discende dal ramo slovacco. Per noi è ragione di orgoglio che nelle nostre vene scorra il sangue di tante razze. In queste mani c'è il sangue del grande Attila. A noi è stata affidata per secoli la salvaguardia del territorio magiaro. I bulgari, i longobardi, i turchi, si riversarono in massa contro le nostre frontiere e noi li respingemmo sempre. I Dracula sono stati in ogni tempo il cuore, il cervello, la mente direttiva, la spada, la gloria del loro popolo! Uno dei miei antenati attraversò il Danubio e distrusse la schiera turca. Respinto più volte, continuò a battersi, a battersi contro il nemico. E lui solo uscì vivo da quel campo di battaglia. Lui solo ne uscì vittorioso. Lui era veramente un Dracula. Ma ora, il vento soffia gelido attraverso le antiche mura merlate. E benché mi sia doloroso, devo andarmene. *Le premono gli scambi, Mister Harker? [...] È il migliore tra tutti gli sport. Si prepara con calma il piano d'azione per uccidere l'avversario. ====''[[Il demone nero]]''==== *Quando i [[magiari]], gli [[avari]], i [[Longobardi|lombardi]] e i turchi si sono affacciati con le loro orde alle nostre frontiere, le abbiamo sempre respinte. Ogni qualvolta siamo stati costretti dalle circostanze a ritirarci, abbiamo poi riunito le nostre forze e contrattaccato. E quando [[Árpád d'Ungheria|Árpád]] e le sue legioni hanno invaso la nostra terra avita d'Ungheria... Diamine, è di nuovo mattina. Ho abusato di lei, tenendola alzata, anche se è stata una notte piacevole e, tutto sommato, istruttiva. *Io vado in Inghilterra. E lei? All'Inferno! *Così volete giocare d'astuzia con me, io che guidai eserciti centinaia di anni prima che voi nasceste. Pazzi! Niente e nessuno in questa vita può fermarmi. E a questo fine... {{NDR|si scuarcia il petto}} Ecco! {{NDR|costringe [[Mina Murray|Mina]] a bergli il sangue}} Ora sarà sangue del mio sangue, stirpe della mia stirpe, quindi mia adepta nella notte, ora mia schiava e compagna. *Siete ora in mio dominio, signori. E non ve ne andrete. ====''[[Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!]]''==== [[File:Blood for Dracula (1974) 'The blood of these whores is killing me'.png|thumb|Il Conte Dracula interpretato da [[Udo Kier]]]] *Un uomo nella mia posizione è consapevole dei pericoli della vita moderna, specie per delle fanciulle. *Come mai non avete mai avuto un innamorato? È insolito trovare una fanciulla sviluppata come voi che non sia stata con un ragazzo. *A me non interessa che mia moglie sia vergine o no. Vedete, io sono un uomo moderno. Di fronte ad Anton io fingo di volere solo una vergine perché lui riferisce tutto alla mia famiglia. Non mi interessa affatto se la mia fidanzata è vergine o no. L'essenziale è che sia bella. E voi siete molto bella. Perciò, potete confidarvi con me. Voi non siete vergine, vero? *Sapete che in [[Romania]] si usa prendere solo delle vergini per moglie? Da noi, i mariti le trattano come delle sante. [...] Non tutte le donne. Solo le spose vergini. *Il sangue impuro di queste puttane mi sta uccidendo! ====''[[Nosferatu, il principe della notte]]''==== *Ah, giovanotto lei è come la gente del villaggio che non riesce mai ad entrare nello spirito di un cacciatore. *Io ora al sole non attribuisco più nessuna importanza, né alle scintillanti fontane che alla gioventù piacciono tanto. Io adoro solo l'oscurità e le ombre, dove posso essere solo coi miei pensieri. *Il tempo è un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno. Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose. *Chi dice che la morte è crudele sono solo gli inconsapevoli. Ma la morte non è che un taglio netto. È molto più crudele non essere capaci di morire. *La mancanza di amore è la più crudele e abietta delle pene. ====''[[Scuola di mostri]]''==== *{{NDR|Al [[mostro di Frankenstein]]}} Svegliati, mio vecchio amico. È arrivato il momento. *Oh, [[Abraham Van Helsing|Van Helsing]], i tuoi discepoli erano molto sciocchi a tentare di nascondere a me ciò che è mio. Nulla è nascosto ai miei occhi. *Ci siamo, Van Helsing! Presto le creature della notte domineranno il mondo. Non c'è nessuno che possa fermarci! *{{NDR|All'uomo-lupo in forma umana sotto tranquillante}} Sono spiacente per la dose, amico mio. È piuttosto letale per gli esseri umani. E poi, una dose umana sarebbe fuori luogo, ti pare? Bene, andrò a mettere qualcosa sotto i denti mentre procederai ad indossare un abito più "comodo". ====''[[Dracula di Bram Stoker]]''==== [[File:Dracula helmet - Coppola - Sarah Stierch 01.jpg|thumb|Elmo di Dracula in ''Dracula di Bram Stoker'']] *Rinuncio a [[Dio]]! Risusciterò dalla mia morte per vendicare la sua con tutti i poteri delle tenebre. Il sangue è la vita... e sarà mio!<ref name=sott>Dai sottotitoli del DVD "Dracula di Bram Stoker – Deluxe Edition", Columbia Pictures, ed. Sony Pictures, 2008.</ref> *Credete nel destino? Che persino i poteri del tempo possono essere alterati per un unico scopo? *L'uomo più fortunato che calpesta questa terra è colui che trova il vero amore. *Fui sposato. Sembrano secoli ormai. Ella morì. [...] Lei è fortunata; la mia vita al più è commiserevole. *Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti. *C'è molto da imparare da animali. *[[Assenzio]] è l'afrodisiaco dell'io. La fatina verde che vive nell'assenzio vuole la vostra anima. Ma con me sarete al sicuro. *C'era una principessa, Elisabetta; era la donna più radiosa di tutti gli imperi del mondo. L'inganno dell'uomo la tolse al suo antico principe. Ella si lanciò per morire nel fiume di cui avete parlato. Nella mia lingua madre è chiamato [[Argeș (fiume)|Argeș]], il fiume della principessa. *Vostri uomini impotenti con loro sciocchi incantesimi non vi proteggeranno dal mio potere. Io vi condanno alla eterna fame di vitale sangue e alla vivente morte. *Io sono niente. Senza vita. Senz'anima. [...] Odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. *Io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula. *Io vi do la vita eterna, l'amore eterno, il potere delle tempeste e degli animali della Terra. Venite con me per essere la mia amata sposa, per sempre. *Pensate di potermi distruggere con i vostri idoli? Io che ho servito la Croce? Io, che ho comandato eserciti secoli prima che voi nasceste! [...] Io fui tradito. Guardate il vostro Dio che cosa mi ha fatto. *Dammi la pace. ====''[[Dracula: morto e contento]]''==== *Frugoli della notte. Quanto sporco fanno! *Renfield, non mi tange. *Non sempre c'è iattura in una sepoltura. *Io non bevo mai... vino. Oh, al diavolo! Fatemelo assaggiare! *Ho avuto... un incubo solare. *Van Helsing! Nome noto perfino nelle plaghe selvagge della Transilvania. *Io mi accorgo, Van Helsing, che a lei piace dire l'ultima parola. Non mi trascinerà in tale pratica infantile. ''Paloștoi''! *Renfield, sei uno stronzo! {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}} ====''[[Van Helsing]]''==== *{{NDR|Rivolto a [[Victor Frankenstein]]}} Mi rammarico che il tuo momento di gloria debba essere rovinato per una cosuccia come depredare una tomba. *Ma perché non ci lasciano in pace? Non uccidiamo mai più di quanto ci serve, e meno di quanto ci spetta. Loro possono dire lo stesso? *Io non ho un cuore! Io non provo amore! Né paura! Né gioa! Né dolore. Sono un uomo vuoto, e avrò vita per l'eternità. *Sono in guerra contro il mondo e contro ogni anima vivente. Ma presto la battaglia finale avrà inizio. *Gli [[Licantropo|uomini lupo]] sono una seccatura tale durante la loro prima luna piena. È così difficile controllarli. *Sono in grado di capire il carattere di un uomo dal battito del suo cuore. Di solito quando mi avvicino posso quasi danzare a quel ritmo. ====''[[Dracula 3D]]''==== *Dovete perdonare mia nipote, signor Harker. Certe volte le fanciulle della sua età tendono a essere un po' troppo sfrontate. *Non mangio mai... la sera. *Il posto di una donna è a fianco di suo marito. *Sebbene fossero guerrieri, i miei antenati hanno sempre dato grandissimo valore ai libri. *È stato un errore rivoltarsi contro di me. Io sono il tuo padrone e tu solamente un servo che mi ha tradito. *Stanotte è l'anniversario della morte di mia moglie, Dolingen di Gratz. [...] Un male oscuro la strappò da me quando aveva solamente vent'anni. [...] Ma ci sono cose ben peggiori di questa. [...] Dovete sapere cosa sono. "Nosferatu", il non morto, il mostro che tutti temono. *Io sono stato strappato alle tenebre e inviato sulla Terra a depredare del sangue la mia gente. È l'unico modo in cui posso ancora nutrire questo fetido cadavere. *Io non sono nient'altro che uno strumento scordato nella sinfonia divina. ===''[[Dracula (miniserie televisiva)|Dracula]]'' (miniserie)=== ====''[[Dracula (miniserie televisiva)#Le regole della bestia|Le regole della bestia]]''==== *Sono anzioso di vedere Inghilterra Signor Harker. Persone qui sono così limitate, e io appassisco tra queste mura. Sono tutti come privi. Sono tutti privi di sapore. *Troverete mia dimora non di facile esplorazione. È un crescente molto intricato labirinto di scale e di porte e di ombre. [...] Non esiste mappa del mio castello. Nessun progetto finito è mai stato riportato su documenti. Si dice che molte anime sono intrappolate in groviglio di questi corridoi. ''Reserata carcerem'', la prigione senza serrature. *Dove si trova carne, si trovano mosche. *Quale è scopo di uno specchio? Nessuno troverà mai alcuna ispirazione nel proprio sguardo. *Ah, un paletto conficcato nel cuore. Vedi, qualche volta le leggende hanno ragione. Questa però non si può testare troppo spesso. Posso avere solamente tre spose per volta. [...] Spose, sì. Penso sia la parola giusta per definirle. Vedi, sto cercando di riprodurmi, il che, francamente, può essere un po' una sfida quando c'è solo una di voi. *Perché il trapasso arriva sempre come un tale shock per voi mortali? *{{NDR|Sul perché vuole trasferirsi in Inghilterra}} Per le persone. Tutte quelle persone sofisticate e brillanti. Come ho cercato di spiegare a tutti per secoli: "Si è quello che si mangia". *{{NDR|Sul sole}} Non lo vedo da centinaia di anni. [...] Ho avuto artisti che lo hanno dipinto, poeti che lo hanno descritto in versi, e Mozart ha composto una melodia così bella. Io... avrei dovuto risparmiarlo, ma che cosa vede l'avvocato? Johnny, nella mia memoria, tramonta dietro la seconda vetta più alta in questo periodo dell'anno, ed è piuttosto rosso. *La fine è una benedizione. Morire ti da la prospettiva. È la cima della montagna da cui tutta la tua vita è finalmente visibile dall'inizio alla fine. La morte ti completa. *I suicidi non funzionano. Non credi che i non-morti ci abbiano provato? Un paletto nel cuore va bene, ma dev'essere qualcun altro a conficcarlo. ====''[[Dracula (miniserie televisiva)#Veliero di sangue|Veliero di sangue]]''==== *In mare si incontra una interessante varietà di individui, e vi consiglio di non affezionarvi troppo a nessuno di loro. *{{NDR|Sul perché uccide le persone}} Perché voi cogliete i fiori? *Io ho sempre sostenuto che il troppo sia soltanto sufficiente. *Gli specchi possiedono una magia più profonda e pericolosa di quanto pensino le persone. Gli specchi possono dare spazio all'immaginazione o, peggio, mostrarci la verità. *La raffinatezza di un gentiluomo, Agatha, è sempre solo una facciata. *Sono stato un bravo detective, non credete? Ho un dono particolare nell'"eliminare" i sospetti. *{{NDR|Sul perché teme il crocifisso}} Tutti la temono, ed è questo il problema. Non è affatto un simbolo di virtù e di bontà, è un simbolo di orrore e di oppressione. La vostra stupida Chiesa ha terrorizzato la popolazione contadina per secoli e io ho bevuto il sangue di quelle persone talmente a lungo che ho assorbito la loro profonda paura della croce. Mio Dio! Non vedo l'ora di poter mangiare degli atei. ====''[[Dracula (miniserie televisiva)#La bussola oscura|La bussola oscura]]''==== *Sono a questo mondo dal quindicesimo secolo. Le cose cambiano, ma ci si abitua. Anche se ammetto che c'è stata una grande accellerata. *Uccidere è sana competizione. La pietà è mancanza di rispetto. *Guarda tutte queste cose, tutto questo cibo, la scatola con le immagini mobili, e quella cosa là fuori... Bob la chiama... un auto. Quella è tua? [...] E questa isola del tesoro è la tua casa?! [...] È meravigliosa! Kathleen, sono un nobile in vita da 400 anni. Ho vissuto in castelli e palazzi tra le persone più ricche di ogni epoca, e mai, mai mi sono trovato in un lusso più sfarzoso di quello che mi circonda. Questa è una camera delle meraviglie. Non esiste re o regina o imperatore che io abbia conosciuto o mangiato che sarebbe entrato in questa stanza e avrebbe accettato di lasciarla. Sapevo che il futuro avrebbe riservato meraviglie. Non sapevo che le avrebbe rese accessibili a tutti. *Mi sono perso un intero secolo. Che cosa sono i diritti? Nessuno ha dei diritti, Zoe. Uomini, donne o mostri, nessuno in nessun posto. È solo un'insensata fantasia. *Ho sempre sostenuto l'eredetarietà del potere. La democrazia è la tirannia degli ignoranti. È solamente nel sangue siamo in grado di trovare la verità. *Non è mio costume mangiare bestiame. Se parliamo di sangue, sono un intenditore. Il sangue è vite. Il sangue è una testimonianza. La testimonianza di tutti coloro che ho ucciso scorre nelle mie vene. Ora sceglierò con cura chi si unirà a loro. La maturità è il primo passo verso il decadimento, la dolcezza è una promessa di corruzione. *La morte è l'unico atto che sa ancora di novità. Ogni altra esperienza umana è catalogata da qualche parte nelle vostre infinite biblioteche digitali. Non c'è nulla di nuovo. Ogni istante di vita è deteriorato e di seconda mano, tranne quell'unico momento dell'esistenza che nessuno è mai stato in grado di raccontare. In un mondo di strade già percorse, la morte è l'unica neve ancora immacolata. ==Citazioni sul Conte Dracula== {{cronologico}} ===''[[Dracula (romanzo)|Dracula]]''=== *Sulla soglia è comparso un vecchio signore piuttosto alto, dal volto sbarbato se non per un paio di lunghi baffi bianchi, e vestito di nero dalla testa ai piedi, senza la minima nota di colore. Recava in mano una vecchia lampada di argento, nella quale la fiamma ardeva senza alcuno schermo o riparo di vetro, e che creava lunghe e tremolanti ombre, oscillando alla corrente della porta aperta. Il vecchio mi ha invitato a entrare con un gesto cortese della mano, dicendomi in un ottimo inglese ma con uno strano accento:<br>"Benvenuto nella mia casa! Entrate liberamente e per vostra libera volontà!". Non ha fatto un passo per venirmi incontro, ed è stato fermo come una statua, quasi il suo gesto di benvenuto lo avesse reso di pietra. Peraltro, come ho messo in piede oltre la soglia, si è improvvisamente animato e allungando in avanti la mano mi ha preso la mia con una forza che mi ha fatto tremare: un effetto non certo alleviato dal fatto che mi è sembrata fredda come il ghiaccio, più la mano di un morto che di un uomo vivo. ([[Jonathan Harker]]) *Il suo volto aveva un forte, fortissimo rilievo aquilino, con un naso sottile, molto pronunciato e delle narici molto dilatate, la fronte alta e prominente, e i capelli un po' radi sulle tempie ma alquanto abbondanti altrove. Le sopracciglia erano molto folte, e quasi si incontravano sopra il naso, i peli erano come cespugli, sembravano arricciarsi per la loro stessa abbondanza. La bocca, per quel che riuscivo a vederne sotto i grandi mustacchi, era ferma in un'espressione quasi crudele, con dei denti particolarmente bianchi e aguzzi. I denti si protendevano sopra le labbra, che erano di un rosso intenso, a indicare una straordinaria vitalità in un uomo della sua età. Quanto al resto, le orecchie erano pallide, ed estremamente appuntite. Il mento era quadrato e forte, e le guance magre ma sode. L'impressione generale era quella di uno straordinario pallore.<br>In un primo tempo avevo notato il dorso delle mani che egli teneva sulle ginocchia alla luce delle fiamme, e mi erano sembrate piuttosto bianche ed eleganti. Ma vedendole ora più da vicino, non potevo non notare che erano mani volgari e grossolane, con dita piuttosto tozze. Strano a dirsi, le palme erano pelose. Le unghie erano lunghe e sottili, e tagliate a punta. Quando il Conte si è chinato su di me e le sue mani mi hanno toccato, non ho potuto reprimere un brivido. ([[Jonathan Harker]]) *Mi ha parlato di cose e di genti, e in ispecie di battaglie, e ne parlava come se in tutte fosse stato presente. Questo me l'ha spiegato in seguito, dicendo che per un [[Boiardo (storia)|boiaro]] l'orgoglio della casata e del nome è parte di sé, che la loro gloria è la sua gloria, il loro destino il suo destino. Sempre, quando parlava della sua casata diceva "noi", e quasi sempre parlava al plurale, come se a parlare fosse un re. ([[Jonathan Harker]]) *Quello che ho visto è stata la testa del Conte sporgersi dalla finestra della sua stanza. Non l'ho visto in volto, ma l'ho riconosciuto dal collo e dal movimento della schiena e delle braccia. Mai, comunque, avrei potuto sbagliarmi sulle mani, che avevo avuto tante occasioni di studiare. Sul momento ho guardato la cosa con interesse e anche un po' con divertimento, perché è incredibile quanto un dettaglio così piccolo possa interessare e divertire un uomo che si trovi a essere prigioniero. Ma questi pensieri si sono trasformati in repulsione e in terrore, quando ho visto l'intera figura del Conte emergere lentamente dalla finestra e cominciare a strisciare giù lungo il muro del castello sopra lo spaventoso abisso, a capofitto e con il mantello che si apriva attorno a lui come un grande paio d'ali. Sulle prime non riuscivo a credere ai miei occhi. Ho pensato a un qualche trucco del chiaro di luna, a un qualche stregato effetto dell'ombra, ma ho continuato a guardare e non potevo ingannarmi. Ho visto le dita delle mani e dei piedi aggrapparsi agli angoli delle pietre, dove la calcina si era consumata con gli anni, e sfruttare così ogni appiglio e ogni irregolarità per scendere sveltamente, così come una lucertola si sposta lungo un muro. ([[Jonathan Harker]]) *Nella cassa giaceva il Conte, ma il suo aspetto era quello di una giovinezza riacquistata quasi per intero. Perché i capelli bianchi e i baffi erano ora scuri come di grafite; le guance erano più piene, e un debole rosato trapelava di sotto il biancore della pelle; la bocca era più rossa che mai, perché sulle labbra vi erano gocce di sangue fresco, che spuntavano dagli angoli della bocca e scorrevano lungo il mento e il collo. Perfino i suoi profondi occhi ardenti parevano incassati in un volto di carne turgida, perché le palpebre e le borse sotto di essi erano gonfi, come se quella orribile creatura si fosse abbuffata di sangue, e ora era lì, come una sozza sanguisuga, esausta e sazia. ([[Jonathan Harker]]) *Penso che si dovrebbe provare compassione per un qualcosa braccato come il Conte. È giusto dire "qualcosa": Questa Cosa non è umana – e non è neanche una bestia. Ma venire a conoscere dalle parole del dottor Seward il racconto della morte della povera Lucy, e di tutto quel che ne è seguito, basta per inaridire le fonti della compassione nel cuore di chiunque. ([[Mina Murray]]) *Il ''nosferatu'' non muore come l'ape una volta che ha punto. Lui è più forte; e essendo più forte ha ancora più potere di fare il male. Questo Vampiro che è tra di noi è anche lui così forte di persona come venti uomini; è astuto e malfido più che altro mortale, perché la sua malvagia astuzia cresce con l'età; lui si giova anche di aiuto della negromanzia, che è, come da sua etimologia, previsione di futuro per mezzo dei morti, e tutti i morti che lui può avvicinare sono ai suoi ordini; è una bestia, ma più che una bestia; è un demonio insensibile, e in lui non esiste cuore; lui può, senza limiti, manifestarsi quando e come vuole, e in qualsiasi forma sia in lui; lui può, nell'ambito di sua presenza, comandare gli elementi: la tempesta, la nebbia, il tuono; può comandare ogni essere inferiore: il topo e il gufo, e il pipistrello – e la falena, e la volpe, e il lupo; può crescere di statura, e farsi piccolo; e può a volte svanire in niente e ritornare irriconoscibile. Come dunque possiamo noi cominciare nostra lotta per distruggerlo? Come faremo noi per trovarlo; e una volta trovato come noi distruggere lui? Amici miei, questo è molto terribile compito che noi ci assumiamo, con conseguenze possibili da far tremare anche il più coraggioso. Perché se noi manchiamo in questa battaglia, vincerà certamente lui; e allora quale sarà nostra fine? La vita non è niente! Io non do a vita grande peso. Ma perdere qui non è solo questione di vita o di morte. Il fatto è che noi diventeremmo come lui, che noi d'ora in avanti diventiamo orrende creature della notte come lui – senza cuore e senza coscienza, a depredare i corpi e le anime di quelli che più amiamo. Per noi saranno chiuse in eterno le porte del cielo; perché chi mai potrà riaprirle per noi? Andremo avanti per sempre aborriti da tutti; una macchia nel volto dello splendore solare di Dio; una freccia nel fianco di Colui che è morto per l'umanità. Ma qui ci troviamo faccia a faccia con il dovere; e possiamo indietreggiare noi in un caso come questo? Per me, io dico di no; ma io sono vecchio, e la vita, con la sua luce del sole, i suoi bei momenti, il suo canto degli uccelli, la sua musica, e il suo amore, è cosa di lontano passato. Voi altri siete giovani. Qualcuno ha visto il dolore; ma per lui ci sono di riserva giorni belli. ([[Abraham Van Helsing]]) *Deve infatti trattarsi di quel Voivoda Dracula, diventato famoso per le sue guerre contro i turchi, sul grande fiume che segna la frontiera con la Turkeyland. Se questo è vero, non deve essere stato un uomo comune; perché a quel tempo, e per secoli dopo di allora, di lui si parlava come dell'uomo più intelligente, e più astuto, così come del più coraggioso dei figli della 'terra al di là della foresta'. Quella testa straordinaria e quella sua volontà di ferro sono scesi con lui nella tomba, e anche ai giorni nostri si schierano contro di noi. I Dracula, dice [[Ármin Vámbéry|Arminius]], erano una grande e nobile stirpe, anche se di tanto in tanto qualche rampollo era creduto da loro contemporanei avere rapporti con il diavolo. Loro avevano imparato suoi segreti a Scholomance, in mezzo a montagne sopra il lago [[Sibiu|Hermannstadt]], dove il diavolo sostiene ogni dieci sapienti uno essere suo. Negli annali si trovano parole come 'stregoica' ovvero strega; 'Ordog' e 'Pokol', ovvero Satana e Inferno, e in un manoscritto proprio di questo Dracula si parla come di un 'wampyr', parola che noi comprendiamo fin troppo bene. Da lombi proprio di questo uomo sono venuti poi grandi uomini e eccellenti donne, e le loro tombe rendono sacra questa terra, dove soltanto è nata cosa così scellerata. Perché non è certo l'ultimo di tali orrori che questo essere malvagio affonda le sue radici in cosa buona; in terra sterile di sante memorie non può trovare riposo. ([[Abraham Van Helsing]]) *La nebbia si faceva sempre più fitta, e ora riuscivo a vedere di dove era entrata, simile al fumo – o come la bianca energia dell'acqua bollente: non dalla finestra, ma attraverso gli interstizi della porta. Diventava sempre più fitta, fino a che mi è sembrato che si concentrasse in una sorta di nuvola a forma di colonna nel bel mezzo della stanza, attraverso la quale, in alto, riuscivo a vedere la luce del gas brillare con un occhio di color rosso. Ogni cosa ha cominciato a girare nel mio cervello, così come la colonna di nebbia stava ora girando per la stanza, e in tutto questo si manifestavano le parole della Scrittura: "...una colonna di nebbia di giorno e di fuoco di notte". Era questa una sorta di guida spirituale che mi stava assistendo nel sonno? Ma quella colonna era composta di elementi sia diurni che notturni, perché in quell'occhio vi era il fuoco, che ora esercitava un nuovo fascino su di me, finché, continuando a fissarlo, quel fuoco si è diviso, ed è sembrato guardarmi attraverso la nebbia con due occhi rossi, come Lucy me li aveva descritti nel suo momentaneo vaneggiamento mentale quando, sulla scogliera, i raggi del sole cadente colpivano le vetrate della chiesa di Santa Maria. Improvvisamente mi ha folgorato l'orrenda idea che così fosse stato anche quando Jonathan aveva visto le tre terribili donne farsi reali e concrete nel vortice della nebbia illuminata dalla luna, e nel sogno devo essere svenuta, perché tutto si è fatto nera tenebra attorno a me. L'ultimo sforzo cosciente della mia immaginazione è stato quello di vedere una livida faccia gessosa emergere dalla nebbia e piegarsi sopra di me. ([[Mina Murray]]) *Il chiarore della luna era tale che malgrado le spesse tende gialle alle finestra, nella stanza c'era abbastanza luce per vedere tutto. Sul letto accanto alla finestra giaceva Jonathan Harker, il volto paonazzo e il respiro affannoso, come ipnotizzato. Inginocchiata accanto al letto, il viso voltato dall'altra parte, vi era la bianca figura di sua moglie. Al fianco di lei, un uomo alto e magro, vestito di nero. Ci voltava le spalle, ma come l'abbiamo visto abbiamo tutti riconosciuto il Conte – in ogni dettaglio, compresa la cicatrice sulla fronte. Con la sinistra teneva strette tutte e due le mani della signora Harker, lontane da sé per tutta la lunghezza delle braccia di lei; con la mano destra la afferrava per la nuca, forzandole il volto contro il proprio petto. La bianca camicia di notte di lei era chiazzata di sangue, e un rivolo sottile scendeva lungo il busto dell'uomo, messo a nudo da uno strappo del vestito. L'atteggiamento dei due richiamava terribilmente quello di un bambino che stesse forzando il muso di un micino verso un piatto di latte per obbligarlo a bere. ([[John Seward]]) *Ho studiato e continuamente ristudiato, da quando capitate in mia mano, tutte carte relative a questo mostro; e più io studiato, più grande mi sembra la necessità di distruggere lui radicalmente. Tuto dà prova di suo progredire: non solo per quanto riguarda sua potenza, ma anche di sua coscienza di questo. A quanto ho saputo da mio amico [[Ármin Vámbéry|Arminius]] di Buda-Pesht, lui in vita è stato grande uomo. Soldato, statista, e alchimista – la quale alchimia era il punto più avanzato del sapere scientifico della sua epoca. Aveva una grande intelligenza, e una cultura senza confronti, e un cuore che non conosceva né paura né rimorso. Ha osato perfino frequentare Scholomance, e non c'era ramo del sapere del suo tempo che lui non ha provato. Ebbene, in lui i poteri della mente sono sopravvissuti alla morte fisica; anche se pare che la sua memoria non rimanesse completa. In qualcuna delle facoltà del suo cervello era rimasto, ed è anche adesso, un bambino; però sta crescendo, e alcune cose che in principio erano infantili ormai hanno preso una dimensione adulta. Sta sperimentando, e lo fa piuttosto benne; e se non era che noi abbiamo attraversato la sua strada, lui poteva essere – e se noi falliremo, lo sarà – il padre e il capostipite di un nuovo genere di esseri, la cui strada si snoda non attraverso la Vita, ma attraverso la Morte. ([[Abraham Van Helsing]]) *Quella povera anima che ha causato tutta questa miseria è il caso più triste. Pensate solo a quale sarà la gioia di quell'essere quando anche lui sarà distrutto nella sua parte peggiore onde la sua parte migliore possa raggiungere l'immortalità spirituale. Dovete guardare anche lui con compassione, anche se non per questo dovete rinunciare a distruggerlo. ([[Mina Murray]]) *La decisione di lasciare la sua deserta terra – deserta di uomini – e di venire in un paese dove la vita di tanto si è moltiplicata che la gente qui è ora come un grande campo di grano, è stato il frutto di un lavoro di secoli. Se un altro Non-Morto, come lui, cercasse di fare quello che lui ha fatto, forse neppure tutti i secoli del mondo del passato, o quelli del futuro, potrebbero aiutarlo. Nel caso di questo mostro, tutte le forze della natura, le più occulte e profonde e potenti devono avere lavorato insieme in un qualche prodigioso modo. Già il luogo dove lui è stato vivo, e poi Non-Morto per tutti questi secoli, è tutto pieno di stranezze del mondo chimico e geologico. Ci sono caverne profonde e anditi che nessuno ha mai raggiunto a tutt'oggi. Ci sono vulcani, che da loro bocche ancora mandano fuori acque dalle strane proprietà, e gas che uccidono o fanno rinascere. Indubbiamente, c'è qualcosa di magnetico o di elettrico in queste combinazioni di forze occulte che contribuiscono alla vita fisica in modo davvero strano; e anche in lui c'erano in principio grandi qualità. In un'epoca antica, dura e bellicosa è stato lui celebrato come colui che aveva più nervi d'acciaio, più acuto cervello, più coraggioso cuore di chiunque altro al mondo. In lui alcuni principi vitali, per qualche strana via si sono realizzati al massimo: e come il suo corpo si mantiene forte e cresce e si rafforza, così cresce anche il suo cervello. Tutto questo senza quel diabolico aiuto che è certamente in lui; e che deve piegarsi alla potenza che proviene ed è simbolica del Bene. ([[Abraham Van Helsing]]) *Pensate voi un po' che insistenza e che determinazione. Con il cervello infantile che possedeva, da molto tempo ha concepito l'idea di andare in una grande città. Che cosa fa lui allora? Trova subito quello che è il posto al mondo più promettente per lui. Poi deliberatamente si prepara all'impresa. Con grande pazienza trova quale è la sua forza e quali sono i suoi poteri. Studia nuove lingue. Impara una nuova vita sociale; nuovo ambiente per antiche usanze; la politica, la legge, l'economia, le scienze, le abitudini di un paese e di un popolo che si sono sviluppate durante la sua esistenza. Lo sguardo che ha dato a tutto questo non ha fatto altro che stimolare suo appetito ed eccitare suo desiderio. Non solo: lo aiuta a crescere anche in quanto cervello; perché tutto gli dimostra quanto lui ha avuto ragione con sue prime intuizioni. Tutto questo lui ha fatto da solo: tutto da solo!, da una tomba in rovina in una terra dimenticata. E quanto di più non potrà lui fare, una volta che gli si aprirà il più grande universo del pensiero? Lui che come sappiamo può irridere alla morte; che può prosperare nel mezzo di malattie che uccidono popoli interi. Oh, se un essere così provenisse da Dio, invece che dal demonio, quale forza benigna potrebbe lui essere in questo nostro vecchio mondo! ([[Abraham Van Helsing]]) *Il Conte è un criminale e appartiene al tipo criminale. Tale lo classificherebbero [[Max Nordau|Nordau]] e [[Cesare Lombroso|Lombroso]] e, ''quia'' criminale, la sua mente è formata solo in maniera imperfetta. Ragion per cui, in una situazione difficile, non può che cercare soluzioni nell'abitudine. ([[Mina Murray]]) *Ho visto il Conte giacere nella cassa sul terriccio, che con la brusca caduta dal carro lo aveva in parte coperto. Era mortalmente pallido, proprio come una statua di cera, e gli occhi rossi ardevano di quell'orribile volontà di vendetta che io conoscevo fin troppo bene.<br>Mentre lo guardavo, i suoi occhi hanno colto la visione del sole che tramontava, e l'espressione di odio del suo volto si è tramutata in un'espressione di trionfo.<br>Ma proprio in quell'istante, ecco il colpo lampeggiante del grande pugnale di Jonathan. Io ho urlato, vedendo la lama squarciargli la gola; mentre il signor Morris gli affondava nel cuore il suo coltello ricurvo.<br>È stato come un miracolo; sotto i nostri propri occhi, e quasi nel breve tempo di un respiro, l'intero corpo del Conte si è dissolto in polvere ed è sparito alla nostra vista.<br>Mi sarà di sollievo per tutta la vita poter ricordare che proprio in quel momento di ultima dissoluzione, nel suo volto è comparsa un'espressione di pace che mai avrei creduto potervi albergare. ([[Mina Murray]]) ===''[[I poteri delle tenebre (Islanda)|I poteri delle tenebre]]''=== *Sono sempre più curioso: non capita tutti i giorni d'incontrare un nobile ungherese – o meglio, transilvano – che abita in un antico castello tra montagne desolate, al margine estremo del mondo civilizzato, eppure capace di scrivere lettere in un impeccabile inglese con tutta la disinvoltura di una persona colta e istruita, mentre negozia con legali e agenti immobiliari per l'acquisto di una casa nel cuore di Londra. Un uomo simile dev'essere a dir poco formidabile. ([[Jonathan Harker|Thomas Harker]]) *Più tardi, ho conosciuto un professore sassone che ha passato buona parte della giornata a mostrarmi la città. Quando gli ho chiesto del Conte Dracula, spiegandogli che lo avrei incontrato e sarei rimasto da lui per due settimane, si è mostrato sorpreso perché, mi ha spiegato, il Conte era noto per condurre una vita ritirata, evitando il contatto con la gente e, per quanto ne sapeva, nessuno era mai stato invitato al castello. "Circoleranno senz'altro molte storie sul suo conto" ho detto allora "poiché, si sa, gli uomini hanno la tendenza a schernire quelli che non legano i loro fagotti come gli altri viaggiatori". Il professore mi ha confermato che, sì, circolavano molte voci a proposito del Conte, ma che nessuna persona ragionevole avrebbe mai dato ascolto a simili chiacchiere. A parte questo, non aveva altro da raccontare su di lui, tranne il fatto che apparteneva a una delle più grandi e antiche famiglie del Paese, di cui gli uomini – in virtù delle innate qualità della stirpe – erano i più coraggiosi e le donne le più belle, a tal punto che per secoli erano stati oggetto di leggende e poesie. Non sapeva se il Conte avesse figli o meno, ma mi ha detto che è stato sposato tre volte, e per tre volte è rimasto vedovo. ([[Jonathan Harker|Thomas Harker]]) *Ero turbato perché chiaramente il Conte non era del tutto sano di mente, e anche se era anziano e canuto, avevo il sospetto che non sarei stato in grado di contrastare la sua forza e la sua agilità, dal momento che si vantava di essere un discendente di [[Attila]], re degli [[unni]]. Sembra che in questo Castello ci si debba aspettare di tutto. ([[Jonathan Harker|Thomas Harker]]) *Il Conte ha grande dimestichezza con la situazione politica attuale, tuttavia fatico a capire in quale ideologia si riconosca. Sotto certi aspetti sembra molto liberale, come un vero rivoluzionario, mentre su altri argomenti, le sue vedute sono talmente superate che sembra più conservatore di tanti reazionari. ([[Jonathan Harker|Thomas Harker]]) ===Film=== *Dracula non era un pazzo, almeno non nel senso corrente. Dracula era la più assurda delle creature, il capo dei vampiri, sovrano delle anime maledette. ([[Abraham Van Helsing|Van Helsing]], ''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]'') *È miniera di arroganza. Molto facile comprendere perché questa aristocrazia decadente è lì per morire in quella parte del mondo. ([[Abraham Van Helsing]], ''[[Dracula: morto e contento]]'') *Nel quindicesimo secolo, in quella zona d'Ungheria detta Transilvania, viveva un nobiluomo così audace in battaglia che i suoi soldati gli diedero il nome di "Dracul", che significa "diavolo". Soldato, statista, alchimista e guerriero, egli era così autorevole che si ritenne che fosse riuscito a soggiogare perfino la morte fisica. Fino ad oggi, nulla ha dimostrato il contrario. (''[[Il demone nero]]'') *– Un paletto d'argento? Un crocifisso? Ma come potevi pensare che non avessimo già provato di tutto prima?! Gli abbiamo sparato, l'abbiamo pugnalato, bastonato, schizzato con l'acqua benedetta, gli abbiamo trafitto il cuore con un paletto, ma vive ancora. Lo vuoi capire? Nessuno sa come uccidere Dracula.<br>– Ah. E che cosa aspettavi a dirmelo? (''[[Van Helsing]]'') ====''[[Dracula (film 1931 Browning)|Dracula]]'' (film 1931)==== *– Ridi quanto vuoi. Io trovo che sia affascinante.<br>– Oh, di questo non discuto. Ma io preferisco qualcuno di più normale. *Proprio quando cominciavo a chiudere gli occhi ho sentito i lupi ululare. Poi è cominciato il sogno. Sembrava che tutta la stanza fosse invasa dalla nebbia. Era così fitta che a stento vedevo il lume vicino al letto, un fioco bagliore nella nebbia. E poi ho visto due occhi rossi che mi fissavano e una faccia bianca e livida è scaturita dalla nebbia. Mi è venuta vicino, così vicino! Sentivo il suo alito sul viso e poi le sue labbra! [...] E poi, la mattina, ero così debole. Era come se mi avessero tolta la forza vitale. ([[Mina Murray|Mina Seward]]) *– Ma Dracula che cosa ha a che fare con lupi e pipistrelli?<br>– Dracula è il nostro vampiro.<br>– Ma professore, lei è certo...?<br>– L'immagine di un vampiro non viene riflessa dallo specchio. Per questa ragione Dracula ha voluto infrangerlo.<br>– Non per essere scortese, ma è un discorso che mi aspetterei da uno dei pazienti di questa clinica.<br>– Sì, ed è quello che penserebbero i medici inglesi e la vostra polizia. La forza di un vampiro sta proprio nel diffuso scetticismo della gente. *Una nebbia rossa si diffonde sull'erba, avanzando come una lingua di fuoco che lui apre come un velario, e allora io vedo centinaia di migliaia di topi, con piccoli occhi rosso fiamma, come i suoi, ma solo più piccoli. E allora lui solleva la mano e li ferma tutti! Mi sembra che le sue labbra dicano: "Topi, topi, topi! Torme, milioni di topi, e tutti rosso sangue! E li darò tutti a te, se tu mi obbedirai!" ([[Renfield]]) *È venuto da me, poi si è aperto una vena nel braccio e mi ha costretto a bere. ([[Mina Murray|Mina Seward]]) ====''[[Dracula il vampiro]]''==== *Finalmente ho conosciuto il conte Dracula. Come speravo, egli è convinto che io sia qui per occuparmi dei suoi libri. Non mi rimane ora che attendere la luce del giorno. Poi, con l'aiuto di Dio, porrò fine per sempre al regno di terrore di quest'uomo. ([[Jonathan Harker]]) *Sono divenuto vittima di Dracula e della donna che è in suo potere. Forse sono condannato a divenire uno di loro. Se così fosse, che la persona che troverà il mio corpo sappia ciò che è necessario fare per poter liberare la mia anima. ([[Jonathan Harker]]) *Dopo la morte di Jonathan Harker, il conte Dracula, propagatore di questo male indicibile, è sparito. Dobbiamo trovarlo e distruggerlo. ([[Abraham Van Helsing|Van Helsing]]) *Sappiamo di vampiri che hanno esistito per secoli. Dalle cronache, si desume che Dracula possa avere cinque o seicento anni. ([[Abraham Van Helsing|Van Helsing]]) ====''[[Dracula, principe delle tenebre]]''==== *Dopo un regno di innarrabile terrore durato più di un secolo, il re dei vampiri era stato finalmente scovato nella sua tana su un picco dei Carpazi. Per più di un secolo, molti avevano sperato di distruggerlo, e tutti avevano fallito. Qui, finalmente, un avversario armato di una profonda conoscenza delle orride forze del male lo distrusse in modo assoluto, definitivo... così almeno sembrò. Migliaia di persone erano state schiave dell'osceno culto del vampirismo. Ora esso periva alla sua stessa sorgente. Solo il ricordo rimaneva, il ricordo della più diabolica e orrida creatura che l'umanità abbia conosciuto. *– Chi era il suo padrone?<br>– Era il Conte Dracula, signore. Di antica e aristocratica famiglia. [...]<br>– E non c'è nessun discendente?<br>– Il mio signore morì senza eredi, signore. Nel senso corrente dell'espressione. *Se vuol assistere alla distruzione di un mostro generato dal Conte Dracula, venga con me. Ma, l'avverto, non è uno spettacolo edificante. ====''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''==== *– Vengo da Londra.<br>– Da Londra?<br>– Vado a trovare uno dei nostri clienti. Forse lei lo conosce: il conte Dracula. Allora, lo conosce?<br>– Mio caro signore... Che Dio l'aiuti, perché se va dal conte Dracula, avrà bisogno di protezione. *Che è successo al conte Dracula? Sono scappato dal castello. Lui mi ha inseguito insieme agli altri. Erano vampiri giganti con enormi denti. Volevano succhiarmi il sangue. Non l'ho sognato. Erano dei vampiri! Li ho visti nelle bare. Perché non vuole credermi? ([[Jonathan Harker]]) *Attraverso antiche leggende greche, indiane, magiare e perfino cinesi, ci è giunta notizia di un uomo che vivrebbe nutrendosi del sangue di altri esseri umani. In questo modo, non solo rimane in vita, ma non invecchia mai. Non è un fantasma, ma non lascia ombra. Può trasformarsi molto facilmente in cane, in vampiro, in gufo, o in qualsiasi altro tipo di animale. Vive solo di notte e durante il giorno si rifugia nella sua tomba. Le persone a cui ha succhiato il sangue vengono contagiate. Se muoiono si trasformano a loro volta in altrettanti vampiri. Il suo nome è Dracula. ([[Abraham Van Helsing]]) *– Allora perché non l'arrestano?<br>– Lei sottovaluta il conte Dracula. E poi che può fare la legge contro un uomo che vive al di fuori del nostro mondo? *Finché Dracula è in vita, il tempo e lo spazio contano molto poco. ([[Abraham Van Helsing]]) ====''[[1972: Dracula colpisce ancora!]]''==== *La raccappricciante leggenda del Conte Dracula estende il suo terrore molto al di là delle montagne della Carpazia fino alla metropoli vittoriana di Londra. Qui, in Hyde Park, avviene il definitivo confronto tra Lawrence Van Helsing e il suo irriducibile nemico, il vampiro Dracula. *Mio nonno morì lottando con un vampiro, il più terribile, il più pericoloso vampiro di tutti i tempi. Però prima aveva raccolto delle prove. Prove positive. Non c'è niente da ridere, glielo assicuro. ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) *Circa un secolo fa, ci sono avute prove, prove positive, che uno viveva in questa città: Dracula. Secondo le leggende, esso fu sepolto in Chelsea, probabilmente da uno dei suoi discepoli, e probabilmente a San Bartolph. Sì, in un angolo sconsacrato. Se il paletto è stato estratto dal suo cuore, egli potrebbe resuscitare. ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) *Questa è la sua vendetta, una vendetta che si trascina da anni, una diabolica ritorsione contro i discendenti di Lawrence Van Helsing, mio nonno. Vuole sfogare il suo odio in questo modo, trasformando mia nipote in un essere come lui, facendola diventare un morto che vive, un vampiro. ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) ====''[[I satanici riti di Dracula]]''==== *Il bacillo della peste, la Valham House, la distruzione psichica di intellettuali come il professor Keely e gli altri, sono tutti elementi di un piano, volto ad uno scopo preciso. Una vera forza. L'ombra di cui io vi parlo è più sinistra, più oscena di qualunque mostruosità possiate immaginare. Vincitore della putrefazione, maestro degli incorrotti, il Conte Dracula! ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) *Ho già distrutto il Conte Dracula una volta. Accadde più di due anni fa, nel Chiostro di San Bartolph's. Ma quell'essere può rinascere per rincarnazione. Si richiede un discepolo, una persona molto esperta nel rito. ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) *Probabilmente nel suo subcosciente è ciò che desidera. La fine di tutto. Egli è un immortale maledetto che vive sulla violenza, la paura, il terrore. Ma supponendo, solo supponendo, che egli aspiri alla pace eterna, vorrebbe prima abbattere l'intero universo, vendicarsi di tutto. Uomini muoiono di peste a milioni, e come ombra della morte una sinistra figura si apre il cammino a colpi di falce. Il Conte Dracula è la profezia biblica di Armageddon. ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) *Dopo aver distrutto ogni essere vivente sulla Terra, ti resterà un mondo vuoto da comandare. È questo che vuoi, Conte Dracula? Una grande fiammata fatta di orrore e di violenza? La spettrale distruzione di un intero pianeta? È questo il tuo ultimo desiderio? ([[Abraham Van Helsing|Lorrimer Van Helsing]]) ====''[[Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!]]''==== *Dracula? Ha detto così? Dracula... Ha un suono così singolare. Tre sillabe, eh? Dra-cu-la. Ha un che di accattivante questo nome. *Io non ho incontrato nome più perfetto negli annali della nobiltà. Vostro padre, figlie mie, riconosce la sostanza dalla forma: la polpa del frutto dalla buccia che lo riveste. Ci sono gli assaggiatori di vino e gli assaggiatori di nomi. Sì, "Dracula", una felice combinazione di oriente e di occidente, di realtà e di fantasia. Se non temessi di fare della letteratura o della retorica, che aborrisco, aggiungerei che in un certo senso gli mutua un qualche ingrediente del Conte di Montecristo, nonché di Sinbad il marinaio. *Dracula ci dà una garanzia anche dal punto di vista glottologico. A tutt'oggi, non si sono segnalati nomi che finiscono in ''-ula'' che contengono un segno negativo. *Vive del sangue degli altri. Non serve a nessuno, né adesso né mai. ====''[[Dracula di Bram Stoker]]''==== *Il mio animo abbandona il mio corpo. [...] Non ho mai provato sensazioni tanto angoscianti. Non riuscivo a tornare da te, sono completamente sconvolta. [...] Dovevo! Era come se mi trascinasse, mi attirasse, e io ho perso il controllo. [...] Aveva gli occhi rossi. [...] Avverto ancora il sapore del suo sangue in bocca. ([[Lucy Westenra]]) *Non so, ma ho quasi la sensazione che il mio strano amico sia qui con me. Parla nei miei pensieri. Con lui mi sono sentita più viva di quanto lo sia mai stata. E ora, senza di lui e presto sposa, io mi sento confusa, smarrita. Forse, per quanto cerchi di essere buona, sono cattiva. Forse sono una donna cattiva e volubile. ([[Mina Murray]]) *Da vivo fu un uomo dalle qualità esemplari, e la sua mente era potente e grande. Ma più grande è la necessità di schiacciarlo e distruggerlo definitivamente. ([[Abraham Van Helsing]]) ====''[[Dracula 3D]]''==== *Vedrai, ti piacerà lavorare per il Conte. È un vero gentiluomo, e ha fatto così tanto per questa gente. Mio padre dice che senza il suo aiuto, Passburg sarebbe ancora in pieno medioevo. ([[Lucy Westenra|Lucy Kisslinger]]) *Il Conte è sempre molto attento ai suoi ospiti. *Stasera ho finalmente conosciuto il Conte Dracula. È più giovane di quanto pensassi, eppure il suo comportamento e il suo contegno in qualche modo sembrano contraddire il suo aspetto. ([[Jonathan Harker]]) *– Non si può andare avanti così!<br>– Finora vi è sempre stata bene. Quando il Conte pagava la scuola o pagava i vostri debiti, non avevate niente da obbiettare!<br>– Si è spinto troppo oltre. Santo cielo, Passburg sta diventando un cimitero, e voi non fate niente.<br>– Abbiamo stretto un patto con lui. Infrangerlo sarebbe peggio che rispettarlo. *Egli ipnotizza gli umani, penetra le loro menti, dopodiché se ne impossessa. ([[Abraham Van Helsing]]) *La sua passione era come un fuoco violento. Consumava quello che voleva di più. ([[Abraham Van Helsing]]) ===''[[Dracula (miniserie televisiva)|Dracula]]'' (miniserie)=== *– Dracula, principe tra tutti i vampiri, teme la croce. Riuscite a capire che cosa significa?<br>– No. Spiegatemelo.<br>– Dio esiste. Dio esiste e finalmente anch'io l'ho trovato.<br>– Avete trovato il Diavolo.<br>– Se serve il Diavolo per condurmi dal mio Signore, allora io dico ben venga ​il Diavolo! *– Che cos'è il Conte Dracula?<br>– In vita, era un principe di eccezionale cultura e di successo. Nella morte, suppongo si potrebbe dire che sia il migliore dei vampiri.<br>– Il migliore?<br>– Quello di maggior successo. La maggior parte sono selvaggi, mezzi pazzi. Raramente durano a lungo, mentre Dracula è riuscito a conservare la sua forma umana e il suo intelletto più o meno intatti per centinaia di anni.<br>– Bevendo sangue umano.<br>– Tutti bevono sangue. Dracula ha imparato a farlo bene, secegliendo le sue vittime con la massima cura, credo. Persino nella morte ha mantenuto la selettività di un aristocratico. *Consideriamo che il Conte Dracula non sopporta la sua immagine, Dracula, che non vuole esporsi alla luce del sole e non può entrare in una casa senza essere invitato. Queste non sono maledizioni. Sono mere abitudini che sono diventate feticci e poi leggende a cui credete persino voi. Le regole della bestia: ne abbiamo discusso molto tempo fa. Ma perché? Di che cosa avete paura? Siete un guerriero nato da una stirpe di guerrieri. Vostro nonno è morto combattendo, vostro padre, i vostri fratelli, i vostri figli, i loro figli. E tutti sono caduti da eroi sul campo di battaglia, ma non voi. Non il Conte Dracula, il condottiero che si apposta nell'ombra e sopra le vite degli altri, indesiderato in ogni luogo, che dorme in una cassa di terra, eppure sogna la tomba di un guerriero, che si ritrova ammaliato da una ragazza innamorata della cosa che lui teme di più: la morte. E ora sappiamo perché questo {{NDR|il crocifisso}} funziona: perché rappresenta il coraggio che bramate di possedere, il coraggio che ci vuole per morire. Direi che vi vergognate. Il Conte Dracula si vergogna! ===Persone=== *A me di Dracula piace la sua fragilità così umana e sofferta, questa consapevolezza di vivere una dannazione eterna. ([[Marta Gastini]]) *Ciò che più sorprende in lui è l'assenza di rimorso, la noncuranza delle conseguenze delle sue azioni. Agli occhi degli altri personaggi maschili del romanzo, che sotto la guida del dottor Abraham si schierano a tutela dell'ordine ideologico costituito, Dracula è l'incarnazione di Satana senza senso di colpa, del potere senza limiti, del sesso senza coscienza né controllo. (''[[Il Mereghetti]]'') *Con ''Dracula'' e nella letteratura e nella cinematografia che ne sono derivate si è stabilizzato il tipo del vampiro nobile (Dracula è più spesso chiamato "il Conte") che si appropria delle vergini e dei bambini del suo feudo, nel quale si parla (sottovoce) di lui con odio e terrore. C'è un po' di [[Gilles de Rais]] in Dracula (e il [[Barbablù]] della fiaba è una sorta di vampiro). ([[Renato Giovannoli]]) *Dracula è una grande metafora, in realtà, Dracula è una brutta malattia che entra nella vita di una coppia e la sconvolge. Un cancro, che ti assale e che ti succhia via la vita, e che bisogna in qualche modo sconfiggere. ([[Sergio Rubini]]) *È molto attraente nella sua pericolosità. È la personificazione del male. È Lucifero. È Mefistofele. È come il diavolo, in realtà. ([[Gary Oldman]]) *Ha queste tre cose: una potente forza fisica, il potere di muoversi nel tempo e nello spazio e un fortissimo appeal sessuale per le sue vittime femminili. ([[Terence Fisher]]) *Il Conte, che si aggira di notte e dorme di giorno, parla alle ansie più intime, alle sessualità represse, a un mondo sotterraneo di sé segreti. Questo nobile luciferino è più stimolante degli innocenti che brama e, in un certo senso, il Conte stesso è una specie di teatro, nel quale sono messe in scena le nevrosi della sua era. ([[Joseph O'Connor]]) *Il conte transilvano è in pratica l'ultimo degli eroi romantici: alle prese con l'irrazionale, il magico, il misterioso, in sospeso tra il Bene e il Male, la Vita e la Morte, la Morte e l'Immortalità. Naturalmente è destinato alla sconfitta in una società che si è votata alla Scienza (e più tardi alla tecnologia), ma non prima di aver scosso alle fondamenta il sistema di valori su cui tale società è fondata. (''[[Il Mereghetti]]'') *Il suo morso è un bacio sensuale e allo stesso tempo efferato. ([[Asia Argento]]) *In quella sua prima apparizione Dracula somiglia molto al "gran personaggio" di cui parla [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] (ed entrambi ricordano il Diavolo), soprattutto nei particolari degli "occhi accesi" e del "labbro atteggiato di minaccia". [...] Anche il palazzo del "gran personaggio" può ricordare il castello di Dracula, oltre che certe architetture delle ''Mille e una notte'', soprattutto per la presenza delle "fantasime" [...]: le evanescenti e lunari mogli di Dracula. [...] E se si considera il vampirismo come una figura del male nel suo aspetto contagioso, la fuga di Harker equivale al rifiuto del protagonista del racconto manzoniano di diventare un untore. ([[Renato Giovannoli]]) *In realtà il conte Dracula – come [[Giacomo Casanova|Casanova]] e [[Dongiovanni]], come [[Marchese de Sade|Sade]] e [[Restif de la Bretonne]] – dovrebbe essere collocato nell'immaginario dell'amore prima che in quello dell'orrore. Con l'aggiunta di una sottolineatura crudele che, lungi dal rappresentare un limite, rientra per acquisizione non soltanto letteraria – ma di comune prassi erotica – tra le componenti essenziali della ritualità libertina. <br>Il [[bacio]] del [[vampiro]] è il [[morso]] dell'amante. ([[Franco Cuomo]]) *Ogni epoca ha il suo specifico terrore, figlio delle proprie esperienze. Per essere precisi, sembra che il vero successo di un'icona horror stia nel suo intercettare a mezza strada due diversi terrori, il primo chiuso nell'armadio dell'autore, e il secondo in quello dei lettori. Prendete l'esempio del conte Dracula: è noto che Bram Stoker scrisse il romanzo dopo aver trascorso un'infanzia da allettato, fra medici che scuotevano la testa e genitori rassegnati al peggio, per cui l'immagine di quel vampiro rialzatosi dalla bara altro non era che un rivivere il terrore di quel calvario. Fin qui il trauma dell'autore. Ma poi? Poteva bastare questo a fare di Vlad III di Valacchia un caposaldo del terrore moderno? Nossignore. Ciò che rese Dracula uno spauracchio collettivo fu il fatto che Stoker gli conferì ad arte tutte le caratteristiche dell'ignoto straniero trapiantato sul suolo britannico: il conte assetato di sangue venne trasformato in uno slavo antioccidentale, anticristiano, antitecnologico, antirazionale, ovvero in un formidabile ricettacolo di tutto ciò che i lettori inglesi potevano concepire come una minaccia alla loro identità. ([[Stefano Massini]]) *Secondo le mie letture giovanili Dracula era il diavolo, l'angelo caduto, il che significa che potenzialmente aveva in sé il bene e il male. ([[Francis Ford Coppola]]) ====[[Vittorino Andreoli]]==== *Occorre avere ora il coraggio di dire che il conte giunge persino a intenerire, a fare pena. In fondo non è il mostro dalla forza sovrumana e incontrastabile, uno di quelli che si presentano sugli schermi della stupidità di oggi. Dracula è pur sempre un uomo, lo è stato mentre era in vita, nel senso storico del termine; era un eroe, uno che ha salvato il proprio popolo dai Turchi e a quel tempo dire turco richiamava alla mente il male e la violenza estrema. Un personaggio morto eppur pieno di bisogni: di giorno deve ritornare dentro una bara nascosto nella terra del cimitero in cui è stato sepolto, tanto da doversela portare sempre con sé. È terrorizzato dal bene o dai segnali del bene; i crocifissi d'argento, le particole consacrate che il professor Van Helsing usa come proprie armi di difesa. È un mostro che ha paura e che può essere vinto, tant'è che questa è la conclusione della storia. *Il sangue è vita, senza sangue si è sfiniti, prossimi alla fine: dopo aver succhiato sangue Dracula ha forza e diventa persino giovane. Senza non può vivere tra i morti. Anche nel tempo presente sono infiniti i riferimenti a questa simbologia e assumono espressioni religiose: Cristo trasforma il pane in corpo e sangue del Signore e così dà la vita agli uomini. Lo trasforma in sangue perché il corpo senza sangue non vive. Del resto, quando muore sulla Croce, dà tutto il suo sangue, tanto che l'evangelista nota: dal costato usciva acqua. Aveva dato tutto. *Il succhiare è il gesto della vita, la modalità con cui il neonato vive. Si attacca al seno e lo divora. Dalla madre passa la vita al bambino che così la succhia. Rimane un gesto pieno di fascino e nei giochi erotici dell'adulto il succhiare ha un ruolo importante: ancora una volta un simbolo di forza vitale. Dracula non ha nulla della aggressività orale di chi mangia, anzi egli non mangia mai, succhia soltanto. E in questo si è fermato al gesto della vita neonatale, il movimento primario per eccellenza: se il bambino non sapesse succhiare morirebbe. *Tra le metamorfosi possibili a Dracula, la più significativa, tanto da diventare quella nota a tutti, è in un uccello, un pipistrello. La simbologia dell'uccello è sconfinata ed è anch'essa parte della vita. Il pene è popolarmente chiamato uccello: proprio perché si eleva e in quel volo dà la vita, il seme. Il pipistrello è un essere strano, potremmo dire perverso: sia perché appartiene ai mammiferi e non alla specie degli uccelli, sia perché è notturno e nella notte diventa un uccello del peccato, del proibito. Ha inoltre le caratteristiche di attirare e di divenire repellente. Di giorno poi non ha vita e rimane appeso, molle, in una caverna, mentre con il buio rinasce e cerca continuamente in quel volo inarrestabile la propria preda. Il sangue richiama dunque l'uccello-pene ed è suggestiva l'immagine del «battesimo di sangue» con la signora Mina attaccata al petto di Dracula, in una posizione che richiama la fellatio. ====[[Dario Argento]]==== *{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista. *Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie. *È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio... Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi. *Mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato. ====[[Alessandro Baricco]]==== *Da Don Giovanni non divorzi. E Dracula non lo curi. Il piccolo armamentario dei medicamenti borghesi non può nulla contro quel tipo di desiderio. Vuoi salvarti? Allora inizia ad abituarti a un mondo in cui nemmeno i confini tra vita e morte sono certi, e la tua fidanzata, morta, la notte va in cerca di bambini da prosciugare, e tuo padre, morto, torna ogni tanto a punire i tuoi amanti. Non piace, quel mondo? Peccato, è l'unico che c'è. *Difficile immaginare un personaggio che meglio di Dracula prenda su di sé, e traduca in carne e parole, il terrore. Non c'è nulla che, in lui, non sia terrore cristallizzato in gesto, immagine, parola, odore, tempo, colore. L'artigiano che era in Stoker lavorò da dio. Senza trascurare il minimo dettaglio. Se c'era un modo per dire che un mondo senza centro è un campo da gioco terrorizzante, Dracula lo disse. E quel vampiro è, simultaneamente, l'enunciazione di un teorema e la sua dimostrazione. Il che può aiutare a capire come si sia impigliato, una volta per sempre, nella fantasia collettiva. *Una cosa curiosa di ''Dracula'' è che Dracula vi compare pochissimo. Di persona, intendo dire (se si può usare l'espressione di persona parlando di un vampiro). Riassumendo, lui compare in carne e ossa (idem) nella prima parte del romanzo, quando Jonathan Harker gli rende visita in Transilvania. Poi, si può dire che scompaia. Le sue apparizioni sono poco più che bagliori: un cane che scende da una nave, un pipistrello che sbatte contro un vetro, una nebbia che scivola sotto le porte. Di rado compare in fattezze umane, e quando lo fa è sempre per pochi istanti, subito ingoiato dal buio, dalla folla, dalla nebbia: sulla collina di Whitby, con Lucy; una volta per strada, in mezzo alla gente; stretto a Mina in un lampo che acceca i testimoni; e poi il tempo di una breve invettiva, prima di scappare, quando gli inseguitori lo attirano in una stanza dove non riusciranno a prenderlo. Anche la sua voce, così pedante e rigogliosa durante la visita di Jonathan, sparisce nel polverone delle parole altrui: il virgolettato di Dracula, per quattro quinti del romanzo, si riassume in una paginetta di frasi neanche tanto memorabili. Considerato quanto parlano gli altri, lui praticamente tace. La cosa è curiosa perché, al contrario, tutto il romanzo è ossessivamente posseduto, senza eccezioni, dalla sua figura. Non c'è nulla, in Dracula, che sia lì per una qualche sua energia autonoma: tutto esiste perché esiste Dracula. Lui è la luce che ritaglia via gli altri dall'indistinta oscurità del semplicemente esistente. Tutto diventa racconto se incontra lui, e nulla che non incontri lui diventa racconto. ====[[Carlo Della Corte]]==== *Dracula conta molto più del suo autore. Nel migliore dei casi, per costui, è la sua proiezione pantografata. Altrimenti un personaggio d'estro, di quelli che nascono dopo una micidiale sbronza in un pub. *Magari lo Stoker detestava la monarchia e i nobili in genere e cercò di caricare un conte dei più perfidi e goffi misfatti. Fu così? Non lo sapremo mai. *Stoker, come tutti gli scrittori di un qualche talento, aggiunse al suo cocktail uno spruzzo di particolare veleno. Tanto che, ancor oggi, questo bastardissimo Dracula funziona. Sul piano fumettistico e cinematografico, d'accordo. Ma anche psicologicamente. È diventato un modello, un maestro di ciò che non si deve essere (il ''«ciò che non siamo ciò che non vogliamo»'' di Montale?). ====[[Claudia Durastanti]]==== *Di tutti i protagonisti delle storie dell'orrore, le fiabe macabre e i romanzi gotici che mi tenevano sveglia la notte, Dracula era quello più simile a un supereroe. Come tutti i supereroi dei fumetti più interessanti, invece di essere orgoglioso del suo potere – la capacità di vivere per sempre (quantomeno tenendosi lontano da paletti di frassino e spicchi di aglio) –, Dracula arrivava quasi a odiare il suo talento speciale e attraversava la sua condizione con malinconia, da aristocratico solitario e triste. *Dracula ama fare conversazione: sono la cultura e la lettura a renderlo quasi umano. Non ha la furia rozza del lupo mannaro, né la monotonia del diavolo. Grazie a Stoker, il Conte ci insegna che siamo destinati a diventare vampiri ogni volta che ci affezioniamo a qualcuno, e ci ricorda che quando leggiamo un libro, di fatto succhiamo il sangue dalle parole per diventare immortali. A metterla così, è difficile stabilire cosa ci rende davvero diversi da questo supereroe inconsolabile. *Dracula ci parla, ci irretisce, ci imprigiona, ma sempre con l'idea che quel che vuole non sia tanto il nostro sangue quanto la nostra compagnia. *Leggendo la sua storia, si capisce bene che il suo vero potere (la sua vera condanna) è desiderare gli altri, non vivere per sempre. ====[[Ernesto Ferrero]]==== *Come la [[Mostro di Frankenstein|Creatura]] del [[Victor Frankenstein|dottor Frankenstein]], è un ibrido nato in laboratorio, dopo una notte d'incubo (pare che Stoker avesse fatto indigestione di una zuppa di gamberi all'ungherese). I Carpazi non c'entrano, con buona pace di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]] e dei romeni, che hanno cercato di trasformare il conte in attrazione turistica: resta un personaggio rigorosamente e inconfondibilmente ''made in England'', come il whisky, il tweed, le pipe Dunhill e tutte le buone cose che si comperano da Harrod's. *Come un eroe di Bataille, Dracula non fa che anticipare un'equazione quella tra [[Eros]] e [[Tanato|Thanatos]], che nel Novecento sarebbe diventata ovvia; porta alle estreme conseguenze la violenza che è implicita nell'erotismo, e ci obbliga a riconoscere – come i libertini filosofi di [[Marchese de Sade|Sade]] – che i vertici del piacere coincidono con i rituali della violazione. *Dracula attende ancora il suo [[Michel Foucault|Foucault]] o il suo [[Roland Barthes|Barthes]], e continua a funzionare come un trovarobato di effettacci per sceneggiatori a corto di idee. *Le misure che i «buoni» prendono contro Dracula e i suoi adepti portano sul piano simbolico i violenti sistemi della psichiatria ufficiale, lanciata a «razionalizzare» il sistema manicomiale: paletti nel cuore, taglio della testa e aglio in bocca. Avesse potuto, il dottor [[Abraham Van Helsing|Van Helsing]] avrebbe sottoposto volentieri quel paranoico patetico e disperato che è il vampiro all'elettroshock. Tutto gli sarebbe passato per la mente, meno che andarsi a leggere un'operetta uscita quasi insieme alla storia di Dracula: ''L'interpretazione dei sogni'', opera di un giovane e ambizioso collega ebreo che lavorava a Vienna. *Lungi dall'incutere orrore, il conte vampiro incarna il personaggio patetico e disperato di un ''«deviante»'' abbastanza innocuo, la cui unica cattiveria consiste nell'approfittare della distratta disponibilità di vittime che vogliono essere tali. Il vero orrore sta dall'altra parte, nell'ipocrisia degli inibiti, negli psichiatri che maneggiano l'aglio, il paletto e il crocifisso. *Personaggio umbratile e complesso, Dracula è figlio della repressione vittoriana e della presunzione positivista, il simbolo in cui si intrecciano [[Eros]] e [[Thanatos]], Trasgressione e Controllo Sociale, Libido e Sublimazione, Immortalità e Necrofilia, Desiderio e Paura, Scientismo e Irrazionalità. *[[Vlad III di Valacchia|Vlad l'Impalatore]] è un macellaio sadico, Dracula è un artista. A fine millenio, è lui a dirci che la Letteratura è ancora una cosa seria anche quando sembra voglia soltanto divertire. ====[[Radu Florescu e Raymond T. McNally]]==== *Dracula ci insegna a confrontarci con una teoria che conosciamo per esperienza, ma spesso non vogliamo ammettere, cioè raramente le cose sono ciò che sembrano. Sappiamo che Dracula rappresenta ciò che Freud chiamava arcano, ciò che avrebbe dovuto rimanere nascosto ma alla fine viene in superficie. C'è qualcosa in Dracula il vampiro che risulta al contempo alieno e familiare e che tentiamo di non riconoscere, perché vediamo sempre la nostra immagine riflessa in uno specchio, ma non possiamo vedere quella dei vampiri. Ecco perché, dopo tutte le nostre ricerche, ci siamo persuasi del fatto che fino a quando gli umani non avranno scoperto sia il segreto dell'immortalità fisica sia quello dell'eterna giovinezza, il mistero di Dracula continuerà a sopravvivere. *Dracula è un solitario, mentre i suoi nemici riescono a vincerlo solo se si alleano. Il messaggio è chiaro: se si uniscono le forze della comunità e la buona volontà, si può sconfiggere il male. *Stoker sapeva ciò che un suo contemporaneo, [[Sigmund Freud]], stava iniziando a scoprire, cioè che raramente le cose sono ciò che sembrano. Il conte Dracula sembra un gentiluomo ma in realtà è un predatore. ====[[Jesús Franco]]==== *Amo Dracula, è un personaggio straordinario, uno dei più potenti della letteratura e considero il romanzo un capolavoro. *È molto più profondo {{NDR|di [[Victor Frankenstein]]}}, possiede una qualità letteraria altissima. *Non si può spiegare Dracula a ogni film, è là una volta per tutte, pieno di violenza. Spiegare è una perdita di tempo e una stronzata. ====[[Fabio Giovannini]]==== *Dracula è un falso aristocratico: nessun servitore, infatti, gli facilita la vita (o la non-vita) al castello. Non ha attorno a sé nemmeno il chiasso conviviale ed orgiastico di un signore feudale: il suo maniero è tetro, e lui stesso non tocca mai cibo. *Dracula è un libertino. Si sceglie molte donne e se ne nutre. Ma non riesce mai ad essere maschilista quanto il suo nemico Van Helsing. *Dracula è un ottimo turista. Sceglie con cura il nome delle navi con cui salpare. Per arrivare a Londra usa la «Demeter», che ricorda la suocera del dio degli Inferi, Demetra (che è anche simbolo di fertilità, e Dracula è una sfida alla procreazione ma è anche propagatore di vampiri). Per tornare in patria, invece, sceglie la «Czarina Caterina», il cui nome coincide con la zarina forse più immorale e dissoluta di tutta la storia russa. *[[Bela Lugosi|Lugosi]] è il caso limite, ma Dracula è sempre una maschera maligna, una volta appiccicata sul viso non è più possibile staccarla. Lo stesso destino è accaduto a [[Christopher Lee]], in parte a [[Klaus Kinski]] e a [[Frank Langella]]. Gli interpreti del vampiro diventano tutt'uno con lui e difficilmente si liberano della sua presenza. *Qualcuno ha visto nel Dracula di Stoker un'influenza diretta delle teorie di [[Cesare Lombroso|Lombroso]] (del resto citate dallo stesso Stoker), ma l'ipotesi è di difficile dimostrazione. Se è vero che Lombroso e la sua scuola ci informano che «riguardo ai denti, si incontrano negli assassini i canini molto sviluppati», è anche vero che Dracula fa bella mostra di una fronte spaziosa e alta, negata ai criminali dai lombrosiani e attribuita viceversa ai geni. Dove il vampiro spezza di più le categorie dei delinquenti di Lombroso, [[Enrico Ferri (criminologo)|Ferri]], [[Raffaele Garofalo|Garofalo]] e altri fisionomi, è negli occhi, mai sfavillanti in un criminale secondo le «regole» di quella fisiognoica. ====[[Christopher Lee]]==== [[File:Dracula 1958 c.jpg|thumb|Christopher Lee interpretando Dracula in ''[[Dracula il vampiro]]'']] *Alla fine credo che Dracula sia un vero anti eroe, dotato di una grande forza che spesso non sa controllare e questo dà delle difficili responsabilità per l'interprete. Non è infatti semplice rendere credibile un personaggio come Dracula che la gente guarda per un'ora e mezza sapendo di dover accettare qualcosa che non accadrà mai nella vita reale. *Dracula continua a perseguitarmi. Pazienza. Una cosa però la devo volentieri a quel tenebroso conte: mi ha insegnato nella realtà e nella finzione a camminare in equilibrio tra dramma e ironia. *Dracula rappresenta solo un momento della mia carriera nella quale ho girato oltre 300 film. Sono fiero di quel ruolo ma non voglio morire come Bela Lugosi, legato esclusivamente a un personaggio, a un film. Personalmente credo di aver dato molto al personaggio, accentuando l'aspetto erotico che, precedentemente, era stato quasi del tutto ignorato. *Ieri un giornale ha scritto che io avrei interpretato Dracula 11 volte, un altro ha scritto che avrei interpretato una parodia di quel ruolo: non è assolutamente vero! Spesso i giornalisti non si informano e questo mi da fastidio. Comunque non capisco perché la gente ancora continui ad identificarmi con quel personaggio... *Io credo che, sullo schermo, Dracula non sia mai stato realizzato bene. Del resto, ci sono attori e registi che non hanno nemmeno letto il libro di Stoker. Però io sono stato più fortunato di altri miei colleghi, perché ho potuto conoscere la nipote e il bisnipote di Stoker. *Non ho mai interpretato il personaggio correttamente, nessuno lo ha mai fatto... [...] Nemmeno la versione di Coppola rispetta il libro, presentando Dracula esattamente come viene descritto nel romanzo. Nel film che ho interpretato diretto da [[Jesús Franco|Jess Franco]] ci siamo andati vicino, perlomeno da un punto di vista iconografico, però il film non è un granché. *Quando accettai la parte ero determinato a non vedere quanto fatto precedentemente da altri attori, Lugosi in particolare. Non volevo fare le cose che aveva fatto e pensavo che nel profondo della Transilvania un vampiro in smoking fosse ridicolo. Così non ho mai copiato Lugosi. Cercai di entrare nella parte leggendo il libro di Stoker, studiando la sceneggiatura ed elaborando una mia visione del personaggio. Per prima cosa stabilii che, essendo un nobile, doveva avere una presenza regale, impressionante nel fisico. Allo stesso tempo, doveva conservare negli occhi uno sguardo triste come un uomo prigioniero della propria vita che prova una sorta di disperazione che diventa una luce di pace nel momento in cui muore. Insomma, un carattere con molti aspetti diversi da far coincidere: molto pericoloso, fiero, forte oltre le capacità umane, irresistibile per le donne, rispettato dagli uomini che, in fondo, vorrebbero essere come lui. *Uno della tv inglese mi ha chiesto chi vincerebbe tra Dracula e [[Saruman]]. L'ho guardato a lungo in silenzio: spero di averlo spaventato a morte. ====[[Luigi Lunari]]==== *Le cronache parlano di un [[Vlad II Dracul|Vlad II Dracula]], principe di Valacchia, che intorno al 1430 si distinse nella lotta contro i turchi, e di suo figlio [[Vlad III di Valacchia|Vlad III Dracula l'Impalatore]], che in sei anni di regno, tra il 1456 e il 1462, avrebbe ucciso tra i quaranta e i centomila cristiani, più un congruo numero di nemici turchi, con il prediletto metodo dell'impalamento. Nessuno dei due è compatibile quanto Stoker fa narrare dal Conte nel terzo capitolo del romanzo: in particolare sorprende che – eventualmente – egli non abbia pensato alle ghiotte occasioni di orrore che i gusti di Vlad Tepes (l'Impalatore) gli mettevano a disposizione. D'altronde, la componente orrorifica del suo Conte si esercita su tutt'altro piano da quello dell'impalamento e non è poi da escludere l'idea che un eccesso di orrore potesse risultare controproducente nei riguardi del lettore vittoriano. La conclusione sotto questo profilo è che il ''Dracula'' di Stoker non abbia assolutamente nulla a che fare con la storia dei vari Vlad – al di là della suggestione esercitata dal nome – e che l'autore abbia fatto un po' di confusione in proposito. Più concretamente, tra i motivi ispiratori del suo personaggio, è certo – per sua esplicita dichiarazione – che vi fosse anche lo stesso [[Henry Irving]], d'aspetto fisico non incompatibile con il Vampiro transilvano. *Non è chiaro [...] perché il Conte tenga tanto a recarsi a Londra, e perché trattenga Harker nel proprio castello per quasi due mesi, dandogli così tempo e modo di scoprire ogni verità sul suo conto; e perché poi faccia oggetto delle sue libidini Mina Murray, la sola donna in Inghilterra (e nel mondo) che attraverso il diario di suo marito Jonathan sa tutto di lui. Ma se credibilità e verosomiglianza devono essere elementi di giudizio, come potremmo non bocciare Corneille e Alfieri, con gli inverecondi assurdi generati dal rispetto delle tre unità aristoteliche? *Per ricco che sia il passato, e fin troppo ricco il futuro (in tutto lo sbizzarrirsi sulle pagine, sulle scene, sul grande e piccolo schermo...) l'immagine di Dracula è – per sempre – quella che Stoker ci ha consegnato; e la storia è quella che lui ci ha raccontato. In questo lavoro di riassunto e di messa a fuoco, Stoker pesca – se così si può dire – da quanto il passato gli ha messo a disposizione: del folclore conserva il potere scongiurante dell'aglio e il valore salvifico della decapitazione; tra le tecniche dissanguanti trascura il morso sul seno per adottare quello sul collo; fra le trasformazioni del mostro privilegia il lupo e il pipistrello; giustamente ignora come non congrua l'idea che il vizioso maligno rechi con sé la peste; dalla letteratura prende l'idea della raffinatezza e della cultura del protagonista, dalla storia raccoglie la misteriosa e inquietante origine dello stesso, e la sua ambientazione nell'inimitabile scenario della Transilvania. ====[[Jack Palance]]==== [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|Jack Palance interpretando Dracula ne ''[[Il demone nero]]'']] *Credo che il fascino di personaggi come Dracula e altri di quel genere sia lo stupore che provocano: cosa potrebbe essere stato, come è stato? Questo è diverso, questo è un altro mondo. È davvero esistito? Potrei arrivare a farne parte per un periodo senza farmi del male o avere fatto del male? *Credo che sia l'unico personaggio che abbia mai interpretato a farmi paura. *È un personaggio piuttosto suggestivo. Lo è sempre stato e lo è ancora adesso. Quindi che piaccia al pubblico non sorprende affatto. *Non l'ho mai considerato un personaggio cattivo. Qualcuno mi ha detto che è il personaggio più cattivo che abbia mai interpretato, ma per me accetto quell'opinione ma di certo non direi la stessa cosa. Dracula, secondo me, non era più cattivo di un uomo qualsiasi. Era una persona intrappolata in una situazione. "Cattivo" è un termine che gli è stato dato dagli altri. So che se [...] viene fatta quella domanda a Dracula, ovviamente ti direbbe che non c'era niente di cattivo in lui. Faceva quello che secondo lui era giusto. ====[[Tommaso Pincio]]==== *Dracula non è vivo ma neppure morto. La definizione di «non-morto», confezionata dalla letteratura gotica, gli calza a pennello. Ciò non significa però che quella di «non-vivo» risulterebbe inappropriata. Tutto considerato, sarebbe più giusto chiamarlo «non-qualsiasi cosa», giacché il suo potere insidioso è per l'appunto quello di riuscire a diventare qualsiasi cosa senza mai esserlo davvero, che è poi quel che fanno gli specchi: riflettere tutto fuorché se stessi. Lo dimostrano proprio le manipolazioni e i fraintendimenti che hanno fatto la fortuna del romanzo di Stoker. Perché contemplando uno specchio è facile confondere questo con il riflesso, e ancor più lo è dimenticare che il riflesso non è mai la copia esatta delle cose ma la loro immagine inversa. È facile cioè dimenticare che il riflesso non è la pedissequa restituzione delle nostre sembianze, bensì un bagliore oscuro del nostro profondo, del nostro lato segreto, delle cose che non osiamo confidare a nessuno. Per quanto, sono proprio le cose di noi che gli altri ignorano a renderci ciò che davvero siamo: discendenti poi non così lontani del conte Dracula. *Il conte si trasferisce a Londra per trovare «sangue nuovo». Evita tuttavia lo scontro aperto, poiché dispone di un formidabile cavallo di Troia. Può infettare le donne. Il suo morso è come un perverso bacio a una bella addormentata. Risveglia pulsioni che l'ordinata società inglese aveva tenuto sopite e sotto controllo e, risvegliandole, sonvolge gli equilibri: fortifica il sesso debole e indebolisce quello forte. Riassunto in questi termini sembra quasi un racconto di fantascienza, un<nowiki>'</nowiki>''[[L'invasione degli ultracorpi (film)|Invasione degli ultracorpi]]'' di fine Ottocento. *Oltre a essere noto a chiunque, Dracula è divenuto sinonimo di vampiro, se non il vampiro massimo, il capostipite dell'intera genia dei succhiatori di sangue. Quanto a Bram Stoker, invece, in pochi sanno chi sia e gran parte dei pochi lo conosce quale autore di quell'unico libro. Tale è stata l'affermazione di Dracula che in molti hanno finito per considerarlo alla stregua di una figura storica, negando di fatto a Stoker il merito dell'invenzione letteraria. ====[[Francesco Saba Sardi]]==== *Dracula è, in fin dei conti, il ponte tra l'orripilante romantico e il ''thrilling'' moderno. Alla soglia d'un secolo di "meraviglie possibili", che già si prospettava la conquista degli astri e l'apocalisse, nel secolo dei colonialismi e che preparava le "grandi guerre", il secolo dell'industrializzazione forzata e della mobilitazione generale, e in cui la Spiegazione dominava sovrana, Dracula era un'invenzione addirittura ovvia. Il Male c'è? E dunque, diamogli una fisionomia, cartografiamolo, narriamone le avventure, rendiamole logiche pur lasciando loro, com'è ovvio, quello che si suppone essere il proprio del romanzesco, il residuo indecomponibile del Mistero. Dracula diviene così una "storia ddel caso", i cui referenti sono la criminalità e la pazzia. Il ''fin de siècle'' vede all'opera scienziati decisi a tutto sondare, a non lasciare nessuna terra ingognita inesplorata, strati profondi della psiche o deserti polari che siano. È un'epoca che gli enigmi li smonta e fa a pezzi come giocattoli, dimostrandone l'inconsistenza e indicando come venirne a capo grazie alle ricette, accessibili a tutti, contenute nei grandi repertori del Sapere. È un'epoca scientifica. *Le caratteristiche fisiche del Vampiro non sono desunte direttamente dalla letteratura; o, per meglio dire, letteratura orale e scritta avevano, da secoli, fissato e imposto la fisionomia del vampiro, passandola in retaggio al teatro, ai testi "scientifici", compresi quelli di psichiatria ottocentesca (nei quali i casi di "vampirismo" sono frequentissimi), ai manuali religioso-penitenziali. Stoker ha tracciato un "ritratto dal vero", come del resto imponevano le norme, allora vigenti, del realismo, le quali trascuravano il fatto che la maniera di vedere il mondo è in larga misura culturale; in altre parole, Stoker ha copiato un modello in carne e ossa, sì, ma prefabbricato dalla letteratura e da una tradizione a sua volta condizionata da quella. Il modello si chiamava [[Henry Irving]], era suo grande amico, faceva l'attore, era dotato di voce "sibilante e terribile" e si era specializzato nella versione per le scene di ''Frankenstein''. *Lui è un relitto feudale che studia l'inglese, preparandosi programmaticamente all'invasione dell'Occidente; ha addirittura interessi politici o per lo meno il desiderio di comprovare che i ''voivoda'', incarnazione dell'autocrazia medioevale, non sono affatto defunti (non del tutto). È un diavolaccio transilvano concretissimo – e del resto, tutto ciò che non è "civile", cioè moderno e occidentale, è per definizione diabolico –, insomma un demonio di impronta cattolica, corposo, tardobarocco più che neogotico, e non mosso da oscuri istinti, da forze che lo trascendono. È anzi una "mente criminale" in pieno sviluppo, un delinquente "nato" alla Lombroso, e Stoker-van Helsing espressamente lo definisce tale, anche se conserva, di tempi "men leggiardi e più feroci", il soffio della leggenda, lo stregonesco, l'oscuro, il misterico. Non per niente è di cultura germanica, un feudatario dell'impero asburgico, deciso, al pari dei signori della corte di Vienna o di Berlino, a inserire il feudalesimo nel sistema moderno, a sposare castello e fabbrica. *Siamo purtroppo abitatori d'un astro divenuto terribile e figli d'un secolo che ha inventato e imposto psichiatria, psicoanalisi, sociologia e altre presunte "scienze dell'uomo". E la simpatia per il malvagio presuppone pur sempre la scissione tra Bene e Male, la scelta per l'uno o per l'altro campo equivalendo a quella tra potere a contropotere: il Conte Vampiro e i suoi predecessori ed epigoni sono gli sconvolgitori del codice, i devianti dalle formule; e si suppone che come tali abbiano, in fin dei conti, una funzione benefica: servono a contestare, svecchiare, rinnovare, richiamare alle "altre dimensioni". Dracula, voglio dire, non è un dio Briccone, non è un Reineke Fuchse, ma è uno che insegna e ammonisce ''a contrario'': è la faccia del peccato, additata a esempio con un procedimento che il Romanticismo ha introdotto e che è consistito, puramente e semplicemente, nel ribaltare il Libertino settecentesco e la sua filosofia. In fin dei conti, ''absit iniuria verbo'', Dracula è figlio delle ''Liaisons dangereuses''. ====[[Flavio Santi]]==== *Devo confessare che a me lo stesso Dracula fa molta simpatia: in fondo è un reietto, condannato a una vita d'inferno che forse non ha scelto del tutto, lui era un antico difensore della cristianità. *Diciamocelo. Senza il cinema che l'ha subito adottato (Murnau non poté utilizzare il titolo ''Dracula'' per questioni di diritto d'autore), Dracula – e con lui Frankenstein – avrebbero fatto la fine di Melmoth, grandissimo romanzo gotico, che ho avuto la fortuna di tradurre (è stato appena ristampato da Neri Pozza), figura amatissima per tutto l'Ottocento e il Novecento (lo adoravano Puskin, Balzac, Nabokov, da noi Manganelli), ma senza versioni filmiche è rimasto relegato agli appassionati del genere, e basta. *Dracula appartiene alla Natura proprio come i ciliegi in fiore. Agli occhi della Natura anch'egli ha diritto di esistere – per quanto violentemente e forse (per noi) incomprensibilmente. Forse dovremmo imparare a convivere con Dracula, chissà... *Dracula è lo straniero che vuole integrarsi? Anche. Oggi con il [[Pandemia di COVID-19|Covid]] diventa anche metafora del contagio. Perché no? Insomma, quello che voglio dire è che il livello di stratificazione dei significati è impressionante. *Dracula stesso è una sorta di avveduto investitore immobiliare – sospetto che giochi anche in Borsa, come il diavolo nel racconto di Balzac, ''Melmoth riconciliato''. ====[[Dacre Stoker]]==== *L'immaginario vampiro chiamato Conte Dracula è universale perché è stato basato in origine sulla mitologia del tempo e sulle superstizioni che poi erano parte di quasi ogni cultura nel mondo. Questo immaginario basato sulla realtà è il motivo per cui le persone possono in qualche modo identificarsi con l'idea della possibilità che i vampiri esistano. *Nel romanzo Dracula di Bram, il Conte è presente solo per circa il 30% della storia, ma i lettori sono molto consapevoli della sua presenza al 100% del tempo. *Penso che ci siano stati molti attori che hanno fatto un ottimo lavoro nell'interpretazione di Dracula, tutti sono un pò diversi, il Signor [[Christopher Lee]], [[Bela Lugosi]], [[Frank Langella]] e [[Gary Oldman]] sono al top della mia lista. ==Film== *''[[Dracula (film 1931 Browning)|Dracula]]'' (1931) *[[Hammer Film Productions|Ciclo Hammer]] :*''[[Dracula il vampiro]]'' (1958) :*''[[Dracula, principe delle tenebre]]'' (1966) :*''[[1972: Dracula colpisce ancora!]]'' (1972) :*''[[I satanici riti di Dracula]]'' (1973) :*''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]'' (1974) *''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]'' (1970) *''[[Il demone nero]]'' (1974) *''[[Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!]]'' (1974) *''[[Nosferatu, il principe della notte]]'' (1979) *''[[Fracchia contro Dracula]]'' (1985) *''[[Scuola di mostri]]'' (1987) *''[[Dracula di Bram Stoker]]'' (1992) *''[[Dracula: morto e contento]]'' (1995) *''[[Van Helsing]]'' (2004) *''[[Dracula 3D]]'' (2012) *''[[Hotel Transylvania]]'' (2012) *''[[Dracula Untold]]'' (2014) ==Note== <references/> ==Voci correlate== *[[Vampiro]] *[[Vlad III di Valacchia]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Dracula, Conte}} [[Categoria:Personaggi cinematografici]] [[Categoria:Personaggi legati a un'antonomasia]] [[Categoria:Personaggi di Dracula]] [[Categoria:Personaggi teatrali]] h45sfoz49lwjej0ltidyd9kktpmt6id Jeff VanderMeer 0 174766 1221387 1162624 2022-08-07T16:28:11Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki [[File:JeffVanderMeer2019.jpg|thumb|Jeff VanderMeer (2019)]] '''Jeffrey Scott VanderMeer''' (1968 – vivente), scrittore ed editore statunitense. ==[[Incipit]] di ''Annientamento''== La torre, che in teoria non doveva esserci, affonda nel terreno in un punto appena prima che la foresta di pini neri faccia strada alla palude e poi ai canneti e agli alberi contorti delle pianure salmastre.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Annientamento||}} {{Stub}} {{DEFAULTSORT:VanderMeer, Jeff}} [[Categoria:Editori statunitensi]] [[Categoria:Scrittori statunitensi]] 44pvi6zvvn7q483eu5px2snb0lxg066 Tessa Thompson 0 178705 1221381 1124526 2022-08-07T16:24:54Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ wikitext text/x-wiki [[Immagine:Tessa Thompson by Gage Skidmore 3.jpg|miniatura|Tessa Thompson nel 2019]] '''Tessa Thompson''' (1983 – vivente), attrice, cantante e compositrice statunitense. ==Citazioni di Tessa Thompson== *Guardo le attrici che sono di colore e le opportunità che ricevono dai registi. Quando guardo ai miei contemporanei di colore, sono solo altri artisti che fanno il loro lavoro in maniera reale, robusta. :''I look at actresses who are not of color and at the opportunities that they're presented in terms of directors wanting to make work for them. When I look at my contemporaries of color, it's only other artists of color who are doing that in a real, robust way.''<ref>{{en}} Dall'intervista di Julie Felsenthal, ''[https://www.marieclaire.com/celebrity/a27679245/tessa-thompson-interview-2019/ It's Tessa Thompson's Time to Shine]'', ''marieclaire.com'', 11 giugno 2019.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[Veronica Mars]]'' (2005-2006) *''[[Chiamata da uno sconosciuto]]'' (2006) *''[[Creed - Nato per combattere]]'' (2015) *''[[Westworld - Dove tutto è concesso]]'' (2016-in corso) *''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017) *''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) *''[[Creed II]]'' (2018) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Thompson, Tessa}} [[Categoria:Attori statunitensi]] [[Categoria:Cantanti statunitensi]] [[Categoria:Compositori statunitensi]] t82t871wuhls0zq2547eprgrajnwfyv Ultime parole dal DC Extended Universe 0 179655 1221349 1219964 2022-08-07T13:57:03Z DoctorMorte 68277 /* Film */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[DC Extended Universe]]''''' in punto di morte. ==Film== {{torna a|Ultime parole dai film|Ultime parole da DC Comics}} *E con quale autorità? ('''Ro-Zar''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Davanti al colpo di stato del generale Ur-Zod, il membro del consiglio di Krypton Ro-Zar chiede sprezzante con quale autorità il generale pretenda di prendere il potere: per tutta risposta Zod la uccide istantaneamente con un colpo di fucile al petto, proclamando la dittatura militare.}} *Abbiamo avuto un figlio. Un figlio maschio. La prima nascita naturale di Krypton dopo secoli. E lui sarà libero. Libero di forgiare il proprio destino. ('''Jor-El''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Per permettere alla moglie Lara Lor-Van di spedire loro figlio Kal-El sulla Terra insieme al codice genetico di Krypton lo scienziato Jor-El affronta in duello Zod, riuscendo a sconfiggerlo: lo scienziato contempla subito dopo la navicella del figlio che vola nello spazio, ma in quel momento il furente Zod lo pugnala a tradimento al petto.}} *Puoi creare un mondo migliore, Kal. ('''Lara Lor-Van''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Augurando al figlio Kal-El di sopravvivere sulla Terra e di creare un mondo migliore, Lara muore guardando l'esplosione del pianeta Krypton, che avviene secondo le previsioni del marito Jor-El.}} *Porta tua madre al cavalcavia, presto! ('''Jonathan Kent''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Feritosi ad una gamba durante l'evacuazione di una strada in vista di un tornado, Jonathan Kent rifiuta l'aiuto del figlio adottivo Clark, temendo che possa tradirsi mostrando i suoi superpoteri, e gli sorride stoicamente prima di essere spazzato via dal tornando.}} *"Una nobile morte è già una ricompensa"! ('''Colonnello Nathan Hardy''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Affrontando l'accolita di Zod Faora-Ui, il colonnello Nathan Hardy ripete una frase che la kryptoniana gli aveva detto in un loro precedente scontro, dichiarandosi pronto a morire: l'istante successivo i due vengono trascinati insieme all'esercito di Zod nella Zona Fantasma a causa dell'esplosione congiunta dei motori di due navicelle kryptoniane.}} *Mai! ('''Generale Dur-Zod''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Furente per la morte dei suoi sottoposti e per l'impossibilità di ricostruire Krypton, Zod provoca un'ultima volta la sua nemesi Clark Kent/Superman provando ad uccidere con la sua vista laser una famiglia vicina al luogo del loro scontro: non avendo altra scelta, Superman è costretto a spezzargli il collo.}} *Martha... ('''Thomas Wayne''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Ferito a morte da un rapinatore, Thomas Wayne fa appena in tempo ad assistere alla morte della moglie Martha prima di spirare sotto lo sguardo disperato del piccolo figlio Bruce.}} *Dio onnipotente...Creatore di cielo e Terra...Pietà della mia anima. ('''Jack O'Dwyer''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Durante la distruzione di Metropolis provocata dallo scontro tra Superman e Zod, il dirigente Jack O'Dwyer chiede aiuto via telefono al suo capo Bruce Wayne: vedendo che la vista laser di Zod sta per distruggere il palazzo in cui si trova, Jack prega per la sua anima un istante prima di morire}} *Va tutto bene, Lois. ('''Jimmy Olsen''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Scoperto dagli uomini del generale africano Amajagh come un agente della CIA, il fotografo Jimmy Olsen giustifica la collega Lois Lane dicendo che non sapeva niente del suo vero lavoro: egli prova poi a rassicurare la donna, ma viene immediatamente giustiziato con un colpo in testa dai militari.}} *Fa un solo passo, e le faccio saltare la testa! ('''Generale Amajagh''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Deciso ad uccidere Lois credendola coinvolta con la CIA, il generale Amajagh si ritrova davanti il sopraggiunto Superman: terrorizzato, il dittatore minaccia il supereroe tenendo in ostaggio la sua amata, ma viene rapidamente sopraffatto e scagliato brutalmente attraverso un muro.}} *Grazie. ('''Wallace Keefe''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Accordatosi col miliardario Lex Luthor, il tetraplegico Wallace Keefe si presenta ad un processo a Superman presso il Campidoglio e, utilizzando la sua sedia a rotelle, nasconde una bomba con cui si fa esplodere uccidendo i presenti per incolpare il supereroe.}} *Prima di cominciare voglio ringraziare il nostro testimone per essere qui oggi. é così che funziona una democrazia: si instaura un dialogo, si agisce secondo il consenso dei governati, signore. Ho già detto in questa sede che interventi non autorizzati non saranno tollerati da questa commissione, E neanche le menzogne. Perchè oggi, oggi è il giorno della verità. Perché solo parlando...Solo quando lavoriamo insieme possiamo...possiamo...noi possiamo creare una società... ('''Senatrice June Finch''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Mentre inizia il processo a Superman, la senatrice June Finch nota sulla sua scrivania un barottolo di urina lasciatole come provocazione da Lex Luthor: notando insieme a Superman che il miliardario non è presente al processo, i due si scambiano uno sguardo comprendendo la situazione, un istante prima che Wallace Keefe si faccia esplodere uccidendo la senatrice e tutti i presenti.}} *Buttala. Ho detto "buttala"!!! Io la ammazzo! Credimi, lo faccio!!! ('''Anatoli Knyazev''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Pronto ad uccidere Martha Kent, il mercenario Anatoli Knyazev viene tuttavia sconfitto da Batman che sparando al serbatoio del suo lanciafiamme riesce a farlo esplodere.}} *Tu sei il mio mondo. ('''Clark Kent/Ka-El/Superman''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Non trovando altra alternativa per uccidere il mostruoso Doomsday, Superman dice addio all'amata Lois e si scaglia contro la creatura con una lancia di Kryptonite, uccidendo il mostro ma venendo a sua volta trafitto mortalmente. Superman tornerà successivamente in vita in ''[[Justice League (film)|Justice League]]''.}} *Sì... No, J! ('''Monster T''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Per aver fatto commenti inappropriati sulla sua amante Harley Quinn, il gangster Monster T viene ucciso con un colpo in testa da Joker nonostante le sue suppliche.}} *Si, sono con la macchina della banca. Ci beviamo qualcosa? Io... ('''Gerard Devis''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Attaccato in un bagno dalla strega incantatrice, il dirigente aziendale Gerard Davis viene ucciso dalla strega che lo fa possedere da suo fratello, il demone Incubus.}} *E tu che ne sai? ('''Christopher Weiss/Slipknot''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Tentando la fuga dalla squadra suicida su suggerimento di Capitan Boomerang, il criminale Christopher Weiss/Slipknot viene ucciso dal colonnello Rick Flag che fa esplodere la bomba impiantata nel cranio di ogni membro della squadra.}} *Capo, abbiamo un problema! ('''Jonny Frost''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Nonostante la loro fuga dalla Squadra Suicida Joker e Harley vengono informati dal loro braccio destro Jonny Frost dell'attacco di un elicottero guidato dagli uomini di Amanda Waller: l'istante successivo il loro mezzo viene colpito da un missile e Jonny muore nello schianto insieme agli altri sgherri di Joker.}} *Rick, sono in posizione. Aspetto te. ('''GQ Edwards''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Deciso ad aiutare la squadra ad assassinare Incubus, il marine GQ Edwards si sacrifica attivando una mina esplosiva piazzata esattamente sotto il demone.}} *Ora sei fottuto! ('''Chato Santana/El Diablo''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Deciso a riscattarsi per i suoi crimini passati, il pirocineta El Diablo si sacrifica trattenendo Incubus per permettere al marine Edwards di far esplodere una mina sotto di loro.}} *Dai, fallo. Tu non hai le palle. ('''Incantatrice''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Suicide Squad (film 2016)|Suicide Squad]]'' (2016). Ormai sconfitta dalla squadra, la strega Incantatrice provoca un'ultima volta il colonnello Rick Flag dichiarando che la sua amata June Moon, di cui possiede il corpo, non potrà mai tornare in vita, prima che il colonnello le dia il colpo di grazia stritolando il suo cuore.}} *Vai... Vai... ('''Antiope''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Guidando in battaglia le guerriere amazzoni, il generale Antiope viene ferita da una pallottola di un soldato tedesco e muore tra le braccia della nipote Diana.}} *Per quanto tu sia eccezionale, non hai speranza con me... ('''Erich Lundedorff''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Convinta che il generale Erich Lundedorff sia in realtà il dio della guerra Ares, Diana lo trafigge con la potente spada ammazzadei nella speranza di far cessare la prima guerra mondiale.}} *Che ti amo! ('''Steve Trevor''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Per impedire che un aereo tedesco pieno di gas mortale possa arrivare a Londra, il pilota Steve Trevor dice addio all'amata Diana e, portato il velivolo a mezz'aria, si sacrifica rilasciando il gas e facendo esplodere tutto.}} *Si? Allora io ti distruggerò! ('''Sir Patrick Morgan/Ares''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Deciso ad uccidere la nipote Diana, il dio della guerra Ares, fintosi in un primo tempo il nobile Patrick Morgan, la attacca con dei possenti fulmini: l'amazzone tuttavia para il colpo con i suoi bracciali e lo ritorce contro il dio della guerra disintegrandolo all'istante.}} *No, fermi!! Lasciatemi!! Ve l'ho ordino!! Noooo!!! No!!! Vi uccido!! Vi uccido tutti!!! ('''Steppenwolf''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Justice League (film)|Justice League]]'' (2017). Accerchiato dai membri della Justice League, il diabolico e infido Steppenwolf inizia a provare paura: attirati da questa forte emozione, i parademoni suoi sottoposti lo attaccano e lo divorano vivo, costringendolo a teletrasportarsi all'ultimo sul pianeta Apokolis.}} *Vai! ('''Jesse Kane''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Aquaman (film)|Aquaman]]'' (2018). Rimasto intrappolato in un sottomarino ormai in procinto di allagarsi, il pirata Jesse Jane chiede al figlio David di uccidere il loro rivale Aquaman e, dopo averlo esortato ad andarsene, si suicida con una granata per non annegare.}} *Come osi?! ('''Re Ricou''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Aquaman (film)|Aquaman]]'' (2018). Provocato dal principe Orm di Atlantide, il re marino Ricou lo attacca furiosamente, non capendo che il principe gli ha teso una trappola in modo da avere una giustificazione per ucciderlo a sangue freddo.}} *Sono io che vi ho chiamato! ('''Richard "Dick" Hertz/Blackguard''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo aver tradito la Suicide Squad il mercenario Blackguard fa per avvicinarsi ai militari di Corto Maltese per poter fuggire, ma questi per tutta risposta gli sparano un colpo in faccia uccidendolo sul colpo.}} *Blackguard! Sta giù, che cazzo fai?! Ci sono soldati ovunque! ('''George "Digger" Harkness/Capitan Boomerang''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Nella battaglia tra la Suicide Squad e i militari di Corto Maltese l'aliena Mongal devia un elicottero che perde il controllo e provoca tra le altre cose il ferimento di Capitan Boomerang: impossibilitato a muoversi, il veterano della squadra sorride un'ultima volta all'amica Harley Quinn prima di essere fatto a pezzi dalla lama dell'elicottero.}} *Tranquillo, Flag: ci penso io al piccione! ('''Mongal''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). A causa dello schianto di un elicottero da lei stessa provocato l'aliena Mongal brucia viva tra gli sguardi sconvolti dei suoi compagni.}} *Aaah! La prego, no! ('''Brian Durlin/Savant''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Osservando i compagni venire massacrati senza pietà dai militari, il tiratore scelto Savant fugge via dall' spiaggia terrorizzato, non ascoltando i richiami di Amanda Waller: stizzita, la donna attiva la bomba presente nel suo cranio uccidendolo senza pietà.}} *Tu... Tu sei l'unica... Che può portare... Il mio giavellotto. Portalo per... ('''Gunter Braun/Javelin''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Ferito a morte dai militari di Corto Maltese, il supercriminale Javelin consegna ad Harley il suo giavellotto morendo prima di poterle dire a cosa le serva l'arma.}} *Decisamente: adesso sono i nostri nemici che devono temere. Se qualcuno osa dire parole negative sul nuovo presidente...Lui, la sua famiglia, i suoi figli e chiunque abbia mai amato verrà mandato a Jotunheim, per sfamare la bestia. ('''Silvio Eleuterio Della Luna''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo un pomeriggio d'amore terminato col loro fidanzamento il dittatore Silvio Luna rivela alla fidanzata Harley di essere entrato in possesso della misteriosa creatura rinchiusa nella prigione di Jothunaim e di essere pronto a sguinzagliarla contro i dissidenti del suo regime e le loro famiglie: non accettando la morte di dei poveri innocenti la folle Harley decide quindi di sparargli nel petto e lasciarlo morire agonizzante.}} *Chi? ('''Colonnello di Corto Maltese''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Arrestato insieme ai compagni dall'esercito di Corto Maltese, il mercenario Bloodsport riesce a distrarre il colonnello che li ha incarcerati parlandogli della Dim Mak, tecnica letale con cui è possibile uccidere un uomo con un solo colpo, utilizzandola poi per ucciderlo facendogli sbattere la testa contro le pareti del furgone in cui si trovano.}} *Vediamo di calmarci, ok?! Vediamo di calmarci! Io lo capisco perché fai così: ho passato il segno, è vero! Ho passato il segno! Lo capisco, ma sono pronto a cambiare! Si, sono pronto a cambiare! Non volevo farti male, non vole... ('''Gaius Grives/Thinker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Catturato da Starro Il Conquistare, alieno che ha torturato e sperimentato per anni, lo scienziato Thinker supplica invano per la sua vita promettendo di cambiare, venendo immediatamente privato degli arti e spappolato contro un muro da Starro.}} *Peacemaker... Ridicolo! ('''Richard "Rick" Flag Jr''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo un ardua lotta il colonnello Rick Flag riesce a sconfiggere il vigilante Peacemaker, incaricato da Waller di insabbiare le prove del coinvolgimento americano con il progetto Starfish. Non avendo altra scelta, Peacemaker pugnala Flag al cuore con un pezzo di ceramica: stupefatto, il colonnello esprime al suo riluttante assassino il disprezzo che prova per lui prima di crollare a terra morto.}} *Fuoco! Fuoco! ('''Mateo Suarez''') :''Dispaeren! Disparen!'' ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Vedendo i suoi uomini uccisi e infettati da Starro, il generale Matteo Suarez si toglie sconsolato il cappello in segno di rispetto prima di essere a sua volta infettato dalle spore dell'alieno.}} *Puttana! ('''Generale Viola''') :''Puta!'' ::{{spiegazione|Preso il potere dopo la morte di Luna e Suarez, il generale Viola viene attaccato insieme al resto dello stato maggiore di Corto Maltese dalla partigiana Sol Soria e dai suoi Freedom Fighter, riuscita ad entrare grazie all'intervento della Suicide Squad. Sol invita i generali a deporre le armi, ma Viola non è disposto a rinunciare al potere e prova furiosamente ad estrarre la pistola venendo immediatamente crivellato di colpi insieme agli altri generali.}} *Sono un supereroe!!! Sono un cazzo di superero... ('''Abner Krill/Polka-Dot Man''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Esortato dal compagno Bloodsport, l'inetto Polka-Dot Man immagina Starro come l'odiata madre e riesce a ferirlo gravemente con i suoi pois corrosivi: euforico, egli esulta dichiarandosi un supereroe un istante prima di essere schiacciato da un tentacolo di Starro.}} *Ero felice... Veleggiavo... Guardavo le stelle... ('''Starro "Il Conquistatore"/Progetto Starfish''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Grazie al supporto di Harley, che buca l'occhio di Starro con il giavellotto di Javelin, la giovane Ratcatcher II riesce a sconfiggere Starro facendo in modo che tutti i ratti di Valle del Mar inizino a divorarlo dall'interno. Parlando a Bloodsport e a Ratcatcher II attraverso il corpo di Suarez, Starro rimpiange malinconico i tempi in cui era libero e felice nello spazio prima di essere catturato dagli americani: l'istante successivo l'alieno e le persone da lui controllate si accasciano a terra morti.}} {{DC Extended Universe}} gtwu5upt5gkyqxmyqddh3ajjpwhhnn6 1221351 1221349 2022-08-07T13:59:50Z DoctorMorte 68277 /* Film */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[DC Extended Universe]]''''' in punto di morte. ==Film== {{torna a|Ultime parole dai film|Ultime parole da DC Comics}} *E con quale autorità? ('''Ro-Zar''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Davanti al colpo di stato del generale Ur-Zod, il membro del consiglio di Krypton Ro-Zar chiede sprezzante con quale autorità il generale pretenda di prendere il potere: per tutta risposta Zod la uccide istantaneamente con un colpo di fucile al petto, proclamando la dittatura militare.}} *Abbiamo avuto un figlio. Un figlio maschio. La prima nascita naturale di Krypton dopo secoli. E lui sarà libero. Libero di forgiare il proprio destino. ('''Jor-El''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Per permettere alla moglie Lara Lor-Van di spedire loro figlio Kal-El sulla Terra insieme al codice genetico di Krypton lo scienziato Jor-El affronta in duello Zod, riuscendo a sconfiggerlo: lo scienziato contempla subito dopo la navicella del figlio che vola nello spazio, ma in quel momento il furente Zod lo pugnala a tradimento al petto.}} *Puoi creare un mondo migliore, Kal. ('''Lara Lor-Van''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Augurando al figlio Kal-El di sopravvivere sulla Terra e di creare un mondo migliore, Lara muore guardando l'esplosione del pianeta Krypton, che avviene secondo le previsioni del marito Jor-El.}} *Porta tua madre al cavalcavia, presto! ('''Jonathan Kent''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Feritosi ad una gamba durante l'evacuazione di una strada in vista di un tornado, Jonathan Kent rifiuta l'aiuto del figlio adottivo Clark, temendo che possa tradirsi mostrando i suoi superpoteri, e gli sorride stoicamente prima di essere spazzato via dal tornando.}} *"Una nobile morte è già una ricompensa"! ('''Colonnello Nathan Hardy''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Affrontando l'accolita di Zod Faora-Ui, il colonnello Nathan Hardy ripete una frase che la kryptoniana gli aveva detto in un loro precedente scontro, dichiarandosi pronto a morire: l'istante successivo i due vengono trascinati insieme all'esercito di Zod nella Zona Fantasma a causa dell'esplosione congiunta dei motori di due navicelle kryptoniane.}} *Mai! ('''Generale Dur-Zod''') ::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013). Furente per la morte dei suoi sottoposti e per l'impossibilità di ricostruire Krypton, Zod provoca un'ultima volta la sua nemesi Clark Kent/Superman provando ad uccidere con la sua vista laser una famiglia vicina al luogo del loro scontro: non avendo altra scelta, Superman è costretto a spezzargli il collo.}} *Martha... ('''Thomas Wayne''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). 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Accordatosi col miliardario Lex Luthor, il tetraplegico Wallace Keefe si presenta ad un processo a Superman presso il Campidoglio e, utilizzando la sua sedia a rotelle, nasconde una bomba con cui si fa esplodere uccidendo i presenti per incolpare il supereroe.}} *Prima di cominciare voglio ringraziare il nostro testimone per essere qui oggi. é così che funziona una democrazia: si instaura un dialogo, si agisce secondo il consenso dei governati, signore. Ho già detto in questa sede che interventi non autorizzati non saranno tollerati da questa commissione, E neanche le menzogne. Perchè oggi, oggi è il giorno della verità. Perché solo parlando...Solo quando lavoriamo insieme possiamo...possiamo...noi possiamo creare una società... ('''Senatrice June Finch''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Mentre inizia il processo a Superman, la senatrice June Finch nota sulla sua scrivania un barottolo di urina lasciatole come provocazione da Lex Luthor: notando insieme a Superman che il miliardario non è presente al processo, i due si scambiano uno sguardo comprendendo la situazione, un istante prima che Wallace Keefe si faccia esplodere uccidendo la senatrice e tutti i presenti.}} *Buttala. Ho detto "buttala"!!! Io la ammazzo! Credimi, lo faccio!!! ('''Anatoli Knyazev''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). Pronto ad uccidere Martha Kent, il mercenario Anatoli Knyazev viene tuttavia sconfitto da Batman che sparando al serbatoio del suo lanciafiamme riesce a farlo esplodere.}} *Tu sei il mio mondo. ('''Clark Kent/Ka-El/Superman''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016). 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('''Antiope''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Guidando in battaglia le guerriere amazzoni, il generale Antiope viene ferita da una pallottola di un soldato tedesco e muore tra le braccia della nipote Diana.}} *Per quanto tu sia eccezionale, non hai speranza con me... ('''Erich Lundedorff''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Convinta che il generale Erich Lundedorff sia in realtà il dio della guerra Ares, Diana lo trafigge con la potente spada ammazzadei nella speranza di far cessare la prima guerra mondiale.}} *Che ti amo! ('''Steve Trevor''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Per impedire che un aereo tedesco pieno di gas mortale possa arrivare a Londra, il pilota Steve Trevor dice addio all'amata Diana e, portato il velivolo a mezz'aria, si sacrifica rilasciando il gas e facendo esplodere tutto.}} *Si? Allora io ti distruggerò! ('''Sir Patrick Morgan/Ares''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017). Deciso ad uccidere la nipote Diana, il dio della guerra Ares, fintosi in un primo tempo il nobile Patrick Morgan, la attacca con dei possenti fulmini: l'amazzone tuttavia para il colpo con i suoi bracciali e lo ritorce contro il dio della guerra disintegrandolo all'istante.}} *No, fermi!! Lasciatemi!! Ve l'ho ordino!! Noooo!!! No!!! Vi uccido!! Vi uccido tutti!!! ('''Steppenwolf''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Justice League (film)|Justice League]]'' (2017). Accerchiato dai membri della Justice League, il diabolico e infido Steppenwolf inizia a provare paura: attirati da questa forte emozione, i parademoni suoi sottoposti lo attaccano e lo divorano vivo, costringendolo a teletrasportarsi all'ultimo sul pianeta Apokolis.}} *Vai! ('''Jesse Kane''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Aquaman (film)|Aquaman]]'' (2018). Rimasto intrappolato in un sottomarino ormai in procinto di allagarsi, il pirata Jesse Jane chiede al figlio David di uccidere il loro rivale Aquaman e, dopo averlo esortato ad andarsene, si suicida con una granata per non annegare.}} *Come osi?! ('''Re Ricou''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Aquaman (film)|Aquaman]]'' (2018). Provocato dal principe Orm di Atlantide, il re marino Ricou lo attacca furiosamente, non capendo che il principe gli ha teso una trappola in modo da avere una giustificazione per ucciderlo a sangue freddo.}} *Sono io che vi ho chiamato! ('''Richard "Dick" Hertz/Blackguard''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo aver tradito la Suicide Squad il mercenario Blackguard fa per avvicinarsi ai militari di Corto Maltese per poter fuggire, ma questi per tutta risposta gli sparano un colpo in faccia uccidendolo sul colpo.}} *Blackguard! Sta giù, che cazzo fai?! Ci sono soldati ovunque! ('''George "Digger" Harkness/Capitan Boomerang''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Nella battaglia tra la Suicide Squad e i militari di Corto Maltese l'aliena Mongal devia un elicottero che perde il controllo e provoca tra le altre cose il ferimento di Capitan Boomerang: impossibilitato a muoversi, il veterano della squadra sorride un'ultima volta all'amica Harley Quinn prima di essere fatto a pezzi dalla lama dell'elicottero.}} *Tranquillo, Flag: ci penso io al piccione! ('''Mongal''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). A causa dello schianto di un elicottero da lei stessa provocato l'aliena Mongal brucia viva tra gli sguardi sconvolti dei suoi compagni.}} *Aaah! La prego, no! ('''Brian Durlin/Savant''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Osservando i compagni venire massacrati senza pietà dai militari, il tiratore scelto Savant fugge via dall' spiaggia terrorizzato, non ascoltando i richiami di Amanda Waller: stizzita, la donna attiva la bomba presente nel suo cranio uccidendolo senza pietà.}} *Tu... Tu sei l'unica... Che può portare... Il mio giavellotto. Portalo per... ('''Gunter Braun/Javelin''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Ferito a morte dai militari di Corto Maltese, il supercriminale Javelin consegna ad Harley il suo giavellotto morendo prima di poterle dire a cosa le serva l'arma.}} *Decisamente: adesso sono i nostri nemici che devono temere. Se qualcuno osa dire parole negative sul nuovo presidente...Lui, la sua famiglia, i suoi figli e chiunque abbia mai amato verrà mandato a Jotunheim, per sfamare la bestia. ('''Silvio Eleuterio Della Luna''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo un pomeriggio d'amore terminato col loro fidanzamento il dittatore Silvio Luna rivela alla fidanzata Harley di essere entrato in possesso della misteriosa creatura rinchiusa nella prigione di Jothunaim e di essere pronto a sguinzagliarla contro i dissidenti del suo regime e le loro famiglie: non accettando la morte di dei poveri innocenti la folle Harley decide quindi di sparargli nel petto e lasciarlo morire agonizzante.}} *Chi? ('''Colonnello di Corto Maltese''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Arrestato insieme ai compagni dall'esercito di Corto Maltese, il mercenario Bloodsport riesce a distrarre il colonnello che li ha incarcerati parlandogli della Dim Mak, tecnica letale con cui è possibile uccidere un uomo con un solo colpo, utilizzandola poi per ucciderlo facendogli sbattere la testa contro le pareti del furgone in cui si trovano.}} *Vediamo di calmarci, ok?! Vediamo di calmarci! Io lo capisco perché fai così: ho passato il segno, è vero! Ho passato il segno! Lo capisco, ma sono pronto a cambiare! Si, sono pronto a cambiare! Non volevo farti male, non vole... ('''Gaius Grives/Thinker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Catturato da Starro Il Conquistare, alieno che ha torturato e sperimentato per anni, lo scienziato Thinker supplica invano per la sua vita promettendo di cambiare, venendo immediatamente privato degli arti e spappolato contro un muro da Starro.}} *Peacemaker... Ridicolo! ('''Richard "Rick" Flag Jr''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Dopo un ardua lotta il colonnello Rick Flag riesce a sconfiggere il vigilante Peacemaker, incaricato da Waller di insabbiare le prove del coinvolgimento americano con il progetto Starfish. Non avendo altra scelta, Peacemaker pugnala Flag al cuore con un pezzo di ceramica: stupefatto, il colonnello esprime al suo riluttante assassino il disprezzo che prova per lui prima di crollare a terra morto.}} *Fuoco! Fuoco! ('''Mateo Suarez''') :''Dispaeren! Disparen!'' ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Vedendo i suoi uomini uccisi e infettati da Starro, il generale Matteo Suarez si toglie sconsolato il cappello in segno di rispetto prima di essere a sua volta infettato dalle spore dell'alieno.}} *Puttana! ('''Generale Viola''') :''Puta!'' ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Preso il potere dopo la morte di Luna e Suarez, il generale Viola viene attaccato insieme al resto dello stato maggiore di Corto Maltese dalla partigiana Sol Soria e dai suoi Freedom Fighter, riuscita ad entrare grazie all'intervento della Suicide Squad. Sol invita i generali a deporre le armi, ma Viola non è disposto a rinunciare al potere e prova furiosamente ad estrarre la pistola venendo immediatamente crivellato di colpi insieme agli altri generali.}} *Sono un supereroe!!! Sono un cazzo di superero... ('''Abner Krill/Polka-Dot Man''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Esortato dal compagno Bloodsport, l'inetto Polka-Dot Man immagina Starro come l'odiata madre e riesce a ferirlo gravemente con i suoi pois corrosivi: euforico, egli esulta dichiarandosi un supereroe un istante prima di essere schiacciato da un tentacolo di Starro.}} *Ero felice... Veleggiavo... Guardavo le stelle... ('''Starro "Il Conquistatore"/Progetto Starfish''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Suicide Squad - Missione suicida]]'' (2021). Grazie al supporto di Harley, che buca l'occhio di Starro con il giavellotto di Javelin, la giovane Ratcatcher II riesce a sconfiggere Starro facendo in modo che tutti i ratti di Valle del Mar inizino a divorarlo dall'interno. Parlando a Bloodsport e a Ratcatcher II attraverso il corpo di Suarez, Starro rimpiange malinconico i tempi in cui era libero e felice nello spazio prima di essere catturato dagli americani: l'istante successivo l'alieno e le persone da lui controllate si accasciano a terra morti.}} {{DC Extended Universe}} duepjepn3uay34kr1ti6tawn24n3s1y Shabbat 0 182675 1221453 1208930 2022-08-08T06:22:31Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Moritz Daniel Oppenheim, début du chabbat 1882.jpg|thumb|''L'inizio dello shabbat'' (Moritz Daniel Oppenheim, 1867)]] Citazioni sullo '''shabbat''' o '''sabato ebraico'''. ==Citazioni== *Chiunque può osservare il sabato, ma per renderlo santo serve tutto il resto della settimana. ([[Alice Walker]]) *Molti corsero ad inseguirli, li raggiunsero, si accamparono di fronte a loro e si prepararono a dar battaglia in giorno di sabato. Dicevano loro: "Basta ormai; uscite, obbedite ai comandi del re e avrete salva la vita". Ma quelli risposero: "Non usciremo, né seguiremo gli ordini del re, profanando il giorno del sabato". Quelli si precipitarono all'assalto contro di loro. Ma essi non risposero, né lanciarono pietra, né ostruirono i nascondigli, protestando: "Moriamo tutti nella nostra innocenza. Testimoniano per noi il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente". Così quelli mossero contro di loro a battaglia di sabato: essi morirono con le mogli e i figli e i loro greggi, in numero di circa mille persone. Quando [[Mattatia]] e i suoi amici lo seppero, ne fecero gran pianto. Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli". (''[[Primo libro dei Maccabei]]'') *''Se tratterrai il piede dal violare il sabato, | dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, | se chiamerai il sabato delizia | e venerando il giorno sacro al Signore, | se lo onorerai evitando di metterti in cammino, | di sbrigare affari e di contrattare, | allora troverai la delizia nel Signore.'' (''[[Libro di Isaia]]'') ===''[[Libro dell'Esodo]]''=== *In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica. Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo. Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte. Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un'alleanza perenne. Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato. *Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero. *Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. ===''[[Nuovo Testamento]]''=== *C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!". Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata. (''[[Vangelo secondo Marco]]'') *Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Marco]]'') *[[Mosè]] vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') *Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero". (''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') *Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "È lecito o no curare di sabato?". Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?". E non potevano rispondere nulla a queste parole. (''[[Vangelo secondo Luca]]'') ==Voci correlate== *[[Sabato]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sullo|w_preposizione=riguardante lo}} [[Categoria:Festività ebraiche]] a0op0yqkuo5h4ai1g1mxhzg24oqie39 Jennifer Jason Leigh 0 185962 1221380 1182645 2022-08-07T16:24:00Z Spinoziano 2297 /* Filmografia */ wikitext text/x-wiki [[Immagine:Jennifer Jason Leigh by Gage Skidmore.jpg|miniatura|Jennifer Jason Leigh nel 2015]] '''Jennifer Leigh Morrow''' (1962 – vivente), attrice statunitense. ==Citazioni di Jennifer Jason Leigh== *Ho sempre evitato i drammi nella mia vita. Mi piacciono solo sullo schermo. :''I've always avoided drama in my life. I just like it on screen.''<ref name="theguardian">{{en}} Dall'intervista di Rory Carroll, ''[https://www.theguardian.com/film/2018/jun/04/jennifer-jason-leigh-tarantino-woody-allen-family-patrick-melrose "I have countless stories": Jennifer Jason Leigh on lucky breaks, lotharios and late motherhood]'', ''theguardian.com'', 4 giugno 2018.</ref> *Non sono proprio una carrierista. Non esco molto e non chiamo spesso il mio agente. Non cerco costantemente lavori nel modo in cui forse dovrei. Vorrei essere meno introversa. Vorrei potermi godere una festa. Non sono brava con le chiacchiere e non mi diverto. Ciò è fantastico, mi disdico da sola da ogni singola festa. Ma va bene. :''I'm not really a careerist. I don't go out a lot or call my agent a lot. I don't actively pursue jobs maybe in the way I should. I wish I was less introverted. I wish I could enjoy a party. I'm not good at small talk and don't enjoy it. This is great, this is me getting myself uninvited to every single party. But that's OK.''<ref name="theguardian"/> *Quando recito, posso essere senza paure perché è finzione. :''In my acting, I can be fearless because it's pretend.''<ref>{{en}} Dall'intervista di Phoebe Cates, ''[https://www.interviewmagazine.com/film/jennifer-jason-leigh-and-phoebe-cates-go-back-to-where-it-all-started Jennifer Jason Leigh can be fearless because it's pretend]'', ''interviewmagazine.com'', 14 settembre 2018.</ref> ==Note== <references /> ==Filmografia== * ''[[Fuoco assassino]]'' (1991) * ''[[Inserzione pericolosa]]'' (1992) * ''[[L'ultima eclissi]]'' (1995) * ''[[L'uomo che non c'era]]'' (2001) *''[[In the Cut]]'' (2003) * ''[[L'uomo senza sonno]]'' (2004) * ''[[The Jacket]]'' (2005) * ''[[Giovani ribelli - Kill Your Darlings]]'' (2013) * ''[[The Hateful Eight]]'' (2015) * ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016) * ''[[Twin Peaks (serie televisiva 2017)|Twin Peaks]]'' (2017) * ''[[Annientamento (film)|Annientamento]]'' (2018) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Leigh, Jennifer Jason}} [[Categoria:Attori statunitensi]] nej0edq9ir4q3eh7i2scixmu0p3spie Dario Maltese 0 190798 1221375 1211693 2022-08-07T16:18:10Z StomboyCarGeek 87114 wikitext text/x-wiki [[File:Dario Maltese 2019.jpg|thumb|Dario Maltese nel 2019]] '''Dario Maltese''' (1977 – vivente), giornalista e conduttore televisivo italiano. == Citazioni di Dario Maltese == *Mi piace molto ciò di cui mi sto occupando in questo momento, gli esteri, anche perché credo che ormai sia necessario avere una visione delle cose globale, non circoscritta ai confini nazionali. È importante anche che un giornalista trovi un suo settore e una sua collocazione, ma bisogna pure essere in grado di passare dal caso di cronaca nera alla notizia più leggera: bisogna avere una certa elasticità.<ref name="Maltese">Dall'intervista di Nicola Pistoia, ''[https://www.telegiornaliste.com/intervista-maltese.htm Dario Maltese: una passione innata]'', ''telegiornaliste.com'', 19 febbraio 2007.</ref> *''Sin dai tempi della scuola ho sempre avuto un forte interesse per il mondo della comunicazione, in particolare per la comunicazione televisiva. E il giornalismo è una forma di comunicazione affascinante perchè permette di raccontare i fatti attraverso il filtro della propria personalità, sensibilità e stile senza per questo cadere nel rischio di un'informazione parziale''.<ref name="Maltese" /> *{{NDR|È meglio fare l'inviato o il conduttore?}} Sono due esperienze che si completano. Quando sono inviato perdo la cognizione del tempo, non ho orari, mi dimentico pure di mangiare è faticoso ma eccitante. La conduzione tira fuori un altro lato di me: devo entrare nelle case degli italiani ed essere chiaro e gradevole.<ref name="Dario">Dall'intervista di TV Sorrisi e Canzoni, ''[https://www.pressreader.com/italy/tv-sorrisi-e-canzoni/20210810/286560225785762 Dario Maltese - Il volto del TG5 si racconta]'', ''pressreader.com'', 10 agosto 2021.</ref> == Note == <references /> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Maltese, Dario}} [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Giornalisti italiani]] t1qp9axs3sthtozla7h0xgskpu4dtrf Hippolyte Fierens-Gevaert 0 192609 1221339 1202724 2022-08-07T12:47:31Z Udiki 86035 /* Citazioni di Hippolyte Fierens-Gevaert */ collegamento interno wikitext text/x-wiki [[Immagine:Gustave van de Woestyne - Portrait de Hippolyte Fierens-Gevaert (1870-1926) - lithographie - Royal Library of Belgium - S.III 76733.jpg|thumb|Gustave Van de Woestijne, ''Ritratto di Hippolyte Fierens-Gevaert'', 1910]] '''Hippolyte Fierens-Gevaert''' (1870 – 1926), storico dell'arte, critico d'arte, filosofo, scrittore e cantante belga. ==Citazioni di Hippolyte Fierens-Gevaert== *Una tristezza ognor più cupa opprime il nostro mondo; l'uomo, nel suo errore, crede che la libertà dell'[[egoismo]] gli darà la gioia. Ciascun giorno porta seco una nuova rivendicazione, ciascun gruppo reclama un privilegio novello, ciascun individuo si arroga diritti illimitati. E in questa bufera d'orgoglio e di rivolta, l'uomo si riconosce più debole che mai in faccia alla vita. (da ''La tristesse contemporaine'', Alcan, Paris, 1899, [https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3412379v/f28.item p. 8]. Citato in Giuseppe Finzi, ''Dizionario di citazioni latine ed italiane'', Remo Sandron, Milano-Palermo-Napoli, 1902, pp. [https://archive.org/details/finzi_dizionariodicitazionilatineeditaliane_1902/page/n19/mode/2up?view=theater IX]-X.) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{S}} {{DEFAULTSORT:Fierens-Gevaert, Hippolyte}} [[Categoria:Cantanti belgi]] [[Categoria:Critici d'arte]] [[Categoria:Filosofi belgi]] [[Categoria:Scrittori belgi]] [[Categoria:Storici dell'arte]] 4bsii7fw4jxgnbqls0jm1ya214zqx0u Doctor Strange nel Multiverso della Follia 0 193843 1221413 1221259 2022-08-07T20:21:42Z 31.157.102.233 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] gtigogz9impiy2vxju04os5isf1h88m 1221415 1221413 2022-08-07T20:24:41Z 31.157.102.233 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli consegna subito il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] 878sb6ksxt75geu29hzy6z94z6lcnpq 1221433 1221415 2022-08-08T00:36:04Z 31.157.102.233 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli consegna subito il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. [[X-Men - Giorni di un futuro passato|Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.]] Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] riz8ugjfi9khhkfyz3wimv307dh3och 1221434 1221433 2022-08-08T00:40:32Z 31.157.102.233 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli consegna subito il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X (Terra-838)''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] hu3ta131c4vzwj92xn46rukm7taom8k 1221439 1221434 2022-08-08T01:05:47Z 31.157.102.233 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli consegna subito il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta e si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''' {{NDR|parlando del Supreme Strange}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X (della Terra-838)''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X (della Terra-838)''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra telepaticamente al Dottor Strange il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X (della Terra-838)''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt (della Terra-838)''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X (della Terra-838)''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] dbq25dl0fren6j1dcx4akc9fcxjxcis 1221440 1221439 2022-08-08T01:07:51Z 31.157.102.233 /* Frasi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel (della Terra-838)''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo (della Terra-838)''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X (della Terra-838)''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff (della Terra-838)''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold. ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli consegna subito il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo! E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta e si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''' {{NDR|parlando del Supreme Strange}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X (della Terra-838)''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X (della Terra-838)''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel (della Terra-838)''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra telepaticamente al Dottor Strange il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X (della Terra-838)''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt (della Terra-838)''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X (della Terra-838)''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo (della Terra-838)''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X (della Terra-838)''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter (della Terra-838)''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer (della Terra-838)''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] 1028i2cbozuhm45k64uh3tmw5sce1hf Sergio Stivaletti 0 194994 1221417 1218441 2022-08-07T20:39:20Z Mariomassone 17056 /* Citazioni di Sergio Stivaletti */ wikitext text/x-wiki [[File:Sergio Stivaletti 1996.jpg|thumb|Stivaletti nel 1996]] '''Sergio Stivaletti''' (1957), effettista, regista e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Sergio Stivaletti== *{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} So che a Cannes sono stati criticati gli effetti, ma visto che di effetti firmati da me nel film ce ne sono davvero pochi e fatti oltretutto come in altri 200 film credo che le critiche fossero rivolte agli effetti digitali che a prescindere dalla fattura che non posso discutere visto che il film non l'ho ancora visto posso dirti che si sa benissimo oramai che fare gli effetti con il digitale ha stancato un certo tipo di pubblico. Questo è stufo dell’effetto playstation che a volte si raggiunge.<ref>Citato in ''[https://www.youmovies.it/2012/08/31/intervista-esclusiva-sergio-stivaletti-a-youmovies-su-dracula-3d-e-tanto-altro/ Intervista esclusiva, Sergio Stivaletti a YouMovies su "Dracula 3d" e tanto altro]'', ''Youmovies.it'', 31 agosto 2012.</ref> {{Int|Da ''[https://www.mondospettacolo.com/sergio-stivaletti-ci-racconta-phenomena/ Sergio Stivaletti ci racconta: "Phenomena"]''|''Mondospettacolo.com'', 28 gennaio 2015.}} *{{NDR|Sul bambino deforme in ''[[Phenomena]]''}} A suo tempo, qualcuno arrivò ad accusarmi di averlo copiato dal mostro di un altro film<ref>''[[Il tunnel dell'orrore]]''</ref>, mentre, molto più semplicemente, mi ero ispirato alle immagini che trovai sui miei libri di testo dell'Università. Ci sono ancora alcuni articoli che all'epoca furono pubblicati su L'Écran Fantastique dove io mostravo queste foto. *La piscina è una semplice piscina che contiene una specie di segatura chiamata vermiculite che galleggia e dà l’impressione di essere una semplice melma. Molte delle cose, comunque, furono realizzate in dettaglio, a parte, in piccole vaschette con la mano di alcune persone che si avvicinava in maniera abbastanza ributtante a dei dettagli anatomici che realizzai con una gomma traslucida che viene utilizzata negli stampi e che è molto oleosa e difficile da utilizzare perché non si incolla con nulla. *Dario considera molto importante nella nascita della nostra collaborazione la famosa lucciola animata che realizzai e che portai sul set. Era molto grande per essere una lucciola, diciamo che aveva grossomodo le dimensioni di un telefonino, e feci uno scheletro animabile interno, poi all’esterno rifinii il tutto con il lattice e le resine. Era una lucciola gigantesca che poteva essere ripresa in scala. Nelle scene descritte nel copione la lucciola recita un po’ di più rispetto a quello che poi fa nel film ed io, leggendolo, cercai di realizzare un grande effetto anche se poi Dario mi fece capire che la sua intenzione era diversa. {{Int|Da ''[https://www.nocturno.it/intervista-sergio-stivaletti/ Intervista A Sergio Stivaletti]''|Intervista di Pierpaolo De Sanctis, ''nocturno.it'', 17 aprile 2015.}} *Personalmente mi piacciono molto i film di animazione indipendenti perché ci ritrovo ancora molte idee, molte tecniche artigianali che sono alla base di tutta la cinematografia degli effetti speciali fino all’invenzione del computer: penso alle animazioni fatte con oggetti di uso quotidiano come i fogli di carta, o con materiali naturali come l’erba o la sabbia... *Per ''[[Il nido del ragno]]'' ho usato parecchio lo stop motion: il movimento dei ragni che uscivano dalle sfere era realizzato proprio così. Anche l’inquadratura in campo largo in cui si muoveva il mostro era fatta tutta a passo uno. In quel periodo ebbi anche la sfrontatezza di portare questo filmato al grande [[Ray Harryhausen|Ray Harryausen]], maestro di questa tecnica. Quale migliore scusa per incontrarlo avendo da poco fatto questi effetti in stop-motion? Sono andato da lui e glieli ho fatti vedere. Per me è stata una gioia immensa e credo che anche lui si sia divertito. In quell’occasione mi mostrò la sua vetrina con i vari scheletri e i mostriciattoli usati per i suoi film... un grande! *Sin dai tempi di ''[[Dèmoni (film)|Demoni]]'' (1985) mi sono posto il problema delle trasformazioni in diretta. Per il cinema italiano quella era davvero una sfida, certe cose si erano viste solo nei film americani. In quegli anni il mio lavoro principale è stato proprio quello di portare l’animatronica all’interno degli effetti speciali. Prima c’era stato solo Carlo Rambaldi, che però era andato in America a continuare il suo percorso. *Io sono stato uno spettatore degli horror di [[Lucio Fulci|Fulci]]. Appena uscivano andavo a vedermeli in sala, rimanendo ogni volta incantato dagli effetti speciali. Oggi ovviamente mi farebbero un effetto diverso, però alcune cose reggono ancora, e comunque mi rendo conto che le sue dovevano essere state delle sfide sicuramente non minori di quelle che ho dovuto affrontare anch’io. *''[[La sindrome di Stendhal]]'' nel 1996 fu il primo esperimento in Italia dove venne usata la computer grafica in un film girato in 35mm. Fino ad allora questa tecnica era appannaggio esclusivo delle sigle televisive, nessuno aveva il know how necessario per portare le immagini di un film girato in pellicola dentro al computer. Tutto questo lo feci con i miei modestissimi mezzi, attrezzandomi molto rapidamente dopo una chiacchierata con Tom Savini. *{{NDR|Sulla [[computer-generated imagery]]}} Il digitale ha sicuramente ampliato il raggio di cose che è diventato possibile fare. Basti pensare alle difficoltà che avevamo prima per rendere dal vivo il movimento di una creatura. In campo lungo diventava impossibile simulare la camminata di un pupazzo in modo credibile. Oggi possiamo usare delle aste verdi che ne accompagnano il movimento, come un burattino, facilissime da rimuovere al computer. Ma soprattutto, possiamo spingerci molto più in là, toccando risultati che non avremmo mai pensato di raggiungere. Gli effetti digitali non solo hanno reso praticabili alcune possibilità tecniche, ma hanno anche inciso sul nostro gusto visivo, spingendoci a immaginare cose prima d’ora davvero impensabili. *{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Una mattina, svuotando la moka nel lavandino, avevo scoperto che il caffè immerso nell’acqua rilasciava una nuvola di granelli neri. Così ho radunato quantità industriali di caffè chiedendole nei bar del mio quartiere e le ho lavate in acqua per alcuni giorni, fino a fargli perdere ogni residuo colorante. Questa polvere granulosa, una volta versata in un acquario dallo spessore molto limitato, ripresa con una pellicola ad alto contrasto e a una certa velocità, dava per risultato un nugolo di puntini neri in movimento contro un fondo bianco. Ecco le mosche! Con le tecniche di stampatrice ottica e le sovrimpressioni su pellicola, siamo riusciti a fare delle scene che sarebbe stato impossibile girare con le vere mosche che Maurizio Garrone aveva allevato per settimane nei teatri di posa della De Paolis: quell’inquadratura in cui uno sciame passa davanti alla luna, oscurandola... Ecco, questo tipo di inventiva è venuta meno con la computer grafica, ed è un peccato. *Io devo tutto a [[Dario Argento|Dario]]. Nasco con lui proprio grazie a ''Phenomena'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. *{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} A prescindere dalle scelte di Dario, la realizzazione finale è in buona parte responsabile di una percezione, diciamo così, "poco originale" di questi effetti nel film. Per la disintegrazione dei vampiri, ad esempio, magari sarebbe stato interessante fare delle trasformazioni in diretta… se me ne fossi occupato personalmente, forse avrei optato per degli effetti fisici, degli scioglimenti o disintegrazioni ricorrendo alla fisica... *Il problema più grave è che sempre più spesso si ha la sensazione di poter tranquillamente saltare quella che una volta si chiamava “gavetta”, ovvero il potersi guadagnare dei passaggi avendo conquistato delle nozioni sul campo, facendo un’esperienza. Oggi si ha la sensazione che tutti possano tentare di fare un effetto speciale, un’illuminazione, un pezzo di regia, qualsiasi cosa. Le informazioni che si possono trovare su YouTube con qualsiasi tutorial ci aiutano a capire il funzionamento di un certo software, ad esempio. Ma non hanno nulla a che fare con l’esperienza. *Molti filmaker che oggi vengono da me magari non sanno neanche che le cineprese possono andare avanti o indietro, non sanno neanche che alcune cose si possono ottenere già in macchina, alcuni effetti banali… Conosco gente in quest’ambiente che – ti garantisco – non sa cos’è un diaframma, ed è convinta che per fare la fotografia basti accendere una luce e guardare nel monitor. Il digitale ha dato questa sensazione di poter fare qualsiasi cosa con poco o pochissimo. {{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/sergio-stivaletti-intervista-con-il-mago-degli-effetti-speciali-su-phe_17398/ Sergio Stivaletti: "Il racconto dei racconti? Resta il dubbio, come sarebbe stato se lo avessi fatto io?"]''|Intervista di Valentino d'Amico, ''movieplayer.it'', 26 aprile 2017.}} *Il mio primo amore non è il make up. Ho iniziato facendo effetti ottici e animazione. Tra i film che mi hanno impressionato, in tal senso, non posso non citare ''[[2001: Odissea nello spazio]]'', ma anche le immagini dello sbarco sulla Luna, che per la mia generazione ha avuto un impatto incredibile. *Andando alla prima riunione per ''[[Phenomena]]'', ho captato alcune esigenze e ho sfruttato ciò che sapevo. Mancavano il mostro e gli effetti ottici, così ho realizzato un filmato in stop motion e l'ho fatto vedere a Dario. L'ho conquistato. Dopo il diploma mi ero iscritto a medicina. Per l'esame di genetica avevo studiato la Sindrome di Patau, una malattia rara, così ho ideato il viso del mostro ispirandomi alle foto dei malati, ho preparato dei disegni e ho realizzato una maschera. Dopo averla vista, Dario mi ha dato carta bianca. *''[[Dèmoni (film)|Demoni]]'' è un po' il figlio di ''Phenomena''. Pochi anni prima era uscito ''[[Un lupo mannaro americano a Londra|Un Lupo mannaro americano a Londra]]''. Anche in ''Demoni'' ho usato le trasformazioni in diretta, un'altra novità per il nostro cinema. *Io ho avuto la sfortuna di esordire alla regia in un momento in cui l'horror era un po' scomparso. *{{NDR|Su ''[[Dellamorte Dellamore]]''}} All'inizio ero dubbioso, perché non è un horror tradizionale. È un film surreale e mi sono state fatte richieste strane. Dalle teste spappolate non doveva uscire il solito cervello, ma una materia asciutta, abbiamo dovuto realizzare un ossario spettacolare e gli zombie vegetali. Ho dovuto creare nuove soluzioni e a posteriori è uno dei film di cui sono più orgoglioso. *Il problema di ''[[Dracula 3D]]'' è legato alla produzione. Con un diverso tipo di supporto, Argento avrebbe fatto un altro film, ma da ''[[La terza madre]]'' io mi sono occupato solo degli effetti fisici e non di quelli effetti digitali, che in Dracula 3D sono inguardabili. La produzione, non capendo bene il funzionamento del 3D, ha preteso che tutto venisse girato sul set. Io cerco sempre di girare separatamente. Gli effetti vanno girati in 2D e poi tridimensionalizzati, ma questa cosa non è stata accettata e i risultati sono quelli che vedete. *Avevo collaborato con Garrone per ''[[L'imbalsamatore]]''. Quando ho saputo di un progetto come ''[[Il racconto dei racconti - Tale of Tales|Il racconto dei racconti]]'' ho sperato in un coinvolgimento che non c'è stato. Con quel budget avrei potuto dimostrare cosa si poteva fare, ma quando non ci sono i soldi vengono da me, quando ci sono vanno da un'altra parte. Non penso che la visione di Garrone si sposi con il genere fantasy. La resa dell'effetto in sé è importante, ma il risultato è legato alla visione generale. Mi resterà sempre il dubbio di come sarebbe venuto il film con il mio contributo. ==Filmografia== *''[[Phenomena]]'' (1985) - trucco *''[[Fantaghirò]]'' (1991) - trucco *''[[Fantaghirò 2]]'' (1992) - trucco *''[[Fantaghirò 3]]'' (1993) - trucco *''[[Dellamorte Dellamore]]'' (1994) - effetti visivi *''[[Fantaghirò 4]]'' (1994) - trucco *''[[Nirvana (film)|Nirvana]]'' (1997) - effetti speciali *''[[Non ho sonno]]'' (2001) - effetti visivi *''[[L'imbalsamatore]]'' (2002) - effetti speciali *''[[Il cartaio]]'' (2004) - effetti speciali *''[[Arrivederci amore, ciao]]'' (2006) - effetti speciali *''[[La terza madre]]'' (2007) - effetti speciali *''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009) - trucco *''[[In the Market]]'' (2009) - trucco ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Stivaletti, Sergio}} [[Categoria:Artisti italiani]] [[Categoria:Effettisti]] [[Categoria:Registi italiani]] [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] ordn9ute840psdu6nb5vxtj4ecju81r Ștefan Andrei 0 195147 1221446 1219720 2022-08-08T05:33:25Z Mariomassone 17056 /* Citazioni di Ştefan Andrei */ wikitext text/x-wiki [[File:Stefan Andrei.jpg|thumb|Andrei nel 1975]] '''Ştefan Andrei''' (1931 – 2014), politico rumeno. ==Citazioni di Ştefan Andrei== *{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} La strega è come la peste bubbonica. Tutti sperano che il Compagno le sopravviva. Spero che qui non ci sia qualche microfono.<ref name=pacepa>Citato in [[Ion Mihai Pacepa]], ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, pp. 226-227, ISBN 88-7165-065-4</ref> *Il mio lavoro è stato di fare di [[Nicu Ceaușescu|Nicu]] un dirigente politico. Il Compagno ce lo ha affidato, a Pacoste e a me, una decina di anni fa. Non trova che abbiamo fatto un lavoro fantastico? Nicu sarà il primo patrizio comunista nella storia dell'umanità. È proprio questo che abbiamo fatto in dieci anni, con un materiale così grezzo come è il compagno Nicu.<ref name=pacepa/> *Secondo le statistiche dell'Onu, la [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]] ha il record dei suicidi, circa sessantasei ogni centomila abitanti. Poi viene l'Ungheria, con quarantatrè, e terza la Germania dell'est con trenta. Ma se la strega prendesse il potere, avremmo sessanta suicidi ogni cento abitanti. Secondo lei, quanto dovremo ancora attendere prima che qualcuno si decida a avvelenarla?<ref name=pacepa/> *Quando Nicu salirà sul trono, mi sbronzerò per un'intera settimana, per un mese.<ref name=pacepa/> *Questo è il mio libretto nero. Qui dentro ci sono alcuni degli spropositi e delle perle di saggezza della strega. Non riuscirà mai a metterci le mani sopra, non me ne separo mai, nemmeno quando dormo. Ecco, ascolti questa: 19 dicembre 1976. A. riferisce a E. sui preparativi per una visita in Angola. A. suggerisce a E. di accompagnare il Compagno. E. chiede: Perché non in primavera, caro? Adesso fa troppo freddo. Oppure questa: 22 dicembre 1977. A. fa sapere a E. che tra i notevoli beni di un emigrato romeno morto in Olanda, e recuperati dal DIE<ref name=die>{{Cfr}} ''[[:w:ro:Direcția de Informații Externe|Direcția de Informații Externe]]''</ref>, vi sono diversi [[Tiziano Vecellio|Tiziano]] e [[Tintoretto]]. Sono documenti storici o libri?, ha chiesto E.<ref name=pacepa/> *{{NDR|Su [[Buckingham Palace]]}} Muoio dalla voglia di essere in quel palazzo, dove la regina Vittoria ha regnato per quasi sessantacinque anni. Come ministro degli esteri, mi devono dare uno degli appartamenti più belli. Non vedo l'ora di poter pisciare contro le loro pareti imperiali, e sui mobili di Giorio IV. Sarà molto più divertente che a Blair House!<ref name=pacepa2>Citato in [[Ion Mihai Pacepa]], ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, p. 397, ISBN 88-7165-065-4</ref> ==Citazioni su Ştefan Andrei== ===[[Ion Mihai Pacepa]]=== *Andrei aveva una paura tremenda dei microfoni nascosti, soprattutto di quelli che venivano installati su ordine di [[Elena Ceaușescu|Elena]]. Per lui era costante motivo di ginnastica mentale cercare dei posti che non fossero sotto probabile sorveglianza microfonica, dove poter parlare liberamente. *Andrei era sempre di buon umore a stomaco pieno. Aveva un appetito insaziabile, ereditato dalla sua povera infanzia, e divorava indiscriminatamente tutto ciò che si trovava alla sua portata. Il gusto recente per i piatti esotici era solo un modo per esibire la sua nuova condizione di potere. *Ero abituato ad Andrei, dato che eravamo stati molte volte insieme al seguito di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]] nei suoi numerosi viaggi all'estero. Cambiare più volte d'abito in un giorno era parte della sua routine quotidiana, e, per lui, farlo, era solo questione di qualche minuto. Quando eravamo in viaggio, Andrei spesso arrivava agli incontri mattutini con Ceausescu che ancora si abbottonava i pantaloni con una mano, e con l'altra si rasava. ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Andrei, Ştefan}} [[Categoria:Comunisti]] [[Categoria:Personalità della guerra fredda]] [[Categoria:Politici rumeni]] dk0198r31gescr5h6umvabtt7rovvla Dracula 3D 0 195294 1221418 1220793 2022-08-07T20:56:37Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Dracula 3D */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Dracula 3D |immagine = Montalto Dora Castello 1.JPG |didascalia = Castello di Montalto Dora, nel film la dimora del Conte Dracula |titolo originale = Dracula 3D |lingua originale = Inglese |paese = Italia, Francia, Spagna |titolo alfabetico = Dracula 3D |anno uscita = 2012 |durata = 105 min |aspect ratio = |genere = Horror |regista = [[Dario Argento]] |soggetto = [[Bram Stoker]] ([[Dracula (romanzo)|romanzo]]) |sceneggiatore = [[Dario Argento]], [[Enrique Cerezo]], [[Stefano Piani]], [[Antonio Tentori]] |produttore = [[Enrique Cerezo]], [[Roberto Di Girolamo]], [[Sergio Gobbi]], [[Franco Paolucci]], [[Giovanni Paolucci]] |produttore esecutivo = |casa produzione = [[Enrique Cerezo Producciones Cinematográficas S.A.]], [[Film Export Group]], [[Les Films de l'Astre]] |casa distribuzione italiana = [[Bolero Film]] |storyboard = |art director = [[Massimo Antonello Geleng]] |character design = |animatore = |attori = * [[Thomas Kretschmann]]: [[Conte Dracula]] * [[Marta Gastini]]: [[Mina Murray|Mina Harker]] * [[Rutger Hauer]]: [[Abraham Van Helsing]] * [[Unax Ugalde]]: [[Jonathan Harker]] * [[Miriam Giovanelli]]: Tanja * [[Giuseppe Loconsole]]: Zoran * [[Asia Argento]]: [[Lucy Westenra|Lucy Kisslinger]] * [[Augusto Zucchi]]: Andrej Kisslinger * [[Franco Guido Ravera]]: Prete * [[Maria Cristina Heller]]: Jarmila * [[Giovanni Franzoni]]: [[Renfield|R.M. Renfield]] * [[Morgane Slemp]]: Inga * [[Christian Burruano]]: Miloš * [[Francesco Rossini]]: Ten. Delbruck * [[Riccardo Cicogna]]: Janek *[[Eugenio Allegri]]: Il Locandiere *[[Piero Passatore]]: Il Pope |doppiatori italiani = *[[Mario Cordova]]: Conte Dracula *[[Valentina Mari]]: Mina Harker *[[Gino La Monica]]: Abraham Van Helsing *[[David Chevalier]]: Jonathan Harker *[[Laura Facchin]]: Tanja *[[Claudio Fattoretto]]: Zoran *[[Dario Penne]]: Andrej Kisslinger *[[Simone Mori]]: R.M. Renfield *[[Andrea Mete]]: Miloš *[[Roberto Gammino]]: Janek *[[Vladimiro Conti]]: Il Locandiere *[[Paolo Marchese]]: Il Pope }} '''''Dracula 3D''''', film del 2012 diretto da [[Dario Argento]]. ==Incipit== *'''Jarmila''': Tanja, hai finito?<br>'''Tanja''': Sì.<br>'''Jarmila''': Ricorda di chiudere bene le imposte. Stanotte è–<br>'''Tanja''': La notte di Valpurga. Lo so. ==Frasi== *Mentre attraversavo il bosco a cavallo, ho creduto di veder comparire e scomparire dei lupi attraverso gli alberi. Sembrava un incubo, eppure ero perfettamente sveglio. ('''Jonathan Harker''') *Vedrai, ti piacerà lavorare per il Conte. È un vero gentiluomo, e ha fatto così tanto per questa gente. Mio padre dice che senza il suo aiuto, Passburg sarebbe ancora in pieno medioevo. ('''Lucy Kisslinger''') *Dovete perdonare mia nipote, signor Harker. Certe volte le fanciulle della sua età tendono a essere un po' troppo sfrontate. ('''Conte Dracula''') *Il posto di una donna è a fianco di suo marito. ('''Conte Dracula''') *Sebbene fossero guerrieri, i miei antenati hanno sempre dato grandissimo valore ai libri. ('''Conte Dracula''') *Stasera ho finalmente conosciuto il Conte Dracula. È più giovane di quanto pensassi, eppure il suo comportamento e il suo contegno in qualche modo sembrano contraddire il suo aspetto. ('''Jonathan Harker''') *Sebbene sia certa di non avervi mai visto prima, ho la sensazione di avervi già incontrato. ('''Mina Harker''') *È stato un errore rivoltarsi contro di me. Io sono il tuo padrone e tu solamente un servo che mi ha tradito. ('''Conte Dracula''') *Egli ipnotizza gli umani, penetra le loro menti, dopodiché se ne impossessa. ('''Abraham Van Helsing''') ==Dialoghi== *'''Tanja''': Il Conte è sempre molto attento ai suoi ospiti.<br>'''Jonathan Harker''': E lo siete anche voi? Un ospite, intendo.<br>'''Tanja''': In realtà, ancora non so con certezza che cosa sono. *'''Jonathan Harker''': Voi non cenate, signore?<br>'''Conte Dracula''': Non mangio mai... la sera. *'''Locandiere''': Non si può andare avanti così!<br>'''Zoran''': Finora vi è sempre stata bene. Quando il Conte pagava la scuola o pagava i vostri debiti, non avevate niente da obbiettare!<br>'''Locandiere''': Si è spinto troppo oltre. Santo cielo, Passburg sta diventando un cimitero, e voi non fate niente.<br>'''Ten. Delbruck''': Abbiamo stretto un patto con lui. Infrangerlo sarebbe peggio che rispettarlo. *'''Van Helsing''': La creatura che è responsabile della morte di Lucy non è umana. È un [[vampiro]].<br>'''Mina Harker''': Un vampiro?<br>'''Van Helsing''': Sì. L'ho scoperto diversi anni fa quando ancora lavoravo come il direttore del manicomio di Carfax. All'inizio, non riuscivo a crederci neanche io stesso. [...] Nel corso delle mie lunghe ricerche, scoprii anche che essi non sempre uccidono la loro vittima, bensì talvolta la trasformano. *'''Conte Dracula''': Stanotte è l'anniversario della morte di mia moglie, Dolingen di Gratz.<br>'''Mina Harker''': Cosa l'è accaduto?<br>'''Conte Dracula''': Un male oscuro l'ha strappò da me quando aveva solamente vent'anni.<br>'''Mina Harker''': È orribile. Dovete aver sofferto molto.<br>'''Conte Dracula''': Sì. È così. [...] Ma ci sono cose ben peggiori di questa. [...] Dovete sapere cosa sono. "Nosferatu", il non morto, il mostro che tutti temono.<br>'''Mina Harker''': Io non vi temo.<br>'''Conte Dracula''': Dovreste. Io sono stato strappato alle tenebre e inviato sulla Terra a depredare del sangue la mia gente. È l'unico modo in cui posso ancora nutrire questo fetido cadavere.<br>'''Mina Harker''': Basta! Smettila!<br>'''Conte Dracula''': Io non sono nient'altro che uno strumento scordato nella sinfonia divina. ==Explicit== *'''Lucy Harker''': Era come se fossi in trance. Ogni parola che dicevo, ogni cosa che facevo, non ero io. Era lui a guidarmi.<br>'''Van Helsing''': Tu eri in suo potere.<br>'''Lucy Harker''': Ma perché? Perché mi ha costretta a dirgli che lo amavo e che volevo passare l'eternità con lui?<br>'''Van Helsing''': È il potere della passione.<br>'''Lucy Harker''': Ma sapeva che non lo pensavo davvero?<br>'''Van Helsing''': La sua passione era come un fuoco violento. Consumava quello che voleva di più. Dracula, il Conte Dracula, dal fuoco alla cenere, dalla cenere alla polvere. Vieni. ==Citazioni su ''Dracula 3D''== *Argento è sempre Argento. E dire che sono passati quarantadue anni da "[[L'uccello dalle pilume di cristallo]]". II suo sarà il centesimo film su "Dracula", ma il personaggio non ha affatto bisogno del dentista. Difatti morde che è una bellezza, con l'aiuto del 3D che fa lievitare il prezzo del biglietto, ma innalza la tensione e valorizza gli sgargianti colori. Con ovvia prevalenza del rosso. La storia è arcinota, inutile riparlarne. C'è anche Asia, che si spoglia con ironica voluttà. ([[Massimo Bertarelli]]) *Con un minimo di obiettività, non può non riconoscere che in questo ''Dracula'' c’è del buono. Argento sceglie un approccio, come dire?, vecchia scuola rispetto alle mode vampiresche del momento che vogliono i succhiasangue anemici ed emo come in ''[[Twilight (film)|Twilight]]'' o gay e pansessuali come in ''True Blood''. Come ai tempi di [[Riccardo Freda]] o [[Renato Polselli]], Argento realizza un film ottocentesco. Vittoriano. Si ricorda della [[Hammer Film Productions|Hammer]], ovviamente, e firma un film avvolto in un’ambientazione elegante e realistica, gioca con la profondità di campo, e si diverte a inondare di sangue le scene più crude. ([[Giona A. Nazzaro]]) *Conoscevo il personaggio di Mina e mi è sempre piaciuto molto, anche per la sua tradizione letteraria e cinematografica, e poi perché lo sentivo vicino, trovavo che ci fossero molte similarità tra lei e la mia personalità. Ho riletto il romanzo, rivisto i film precedenti e individuato le sue caratteristiche tipiche, ma poi, come succede sempre, ogni attore interpretando un personaggio gli regala tutto il suo mondo, e io a Mina ho dato la mia timidezza, la mia ingenuità, i miei sogni e le mie paure. ([[Marta Gastini]]) *I grandi Dracula del passato – da [[Bela Lugosi|Lugosi]] a [[Christopher Lee|Lee]] – avevano una presenza che li rendeva credibili nel ruolo e che Kretschmann non ha. Anche per questo, ma non solo per questo, il film è un po' inerte, non riesce a sviluppare tensione e ad avere una progressione drammatica adeguata. Anche la figura del classico antagonista di Dracula, vale a dire Van Helsing, compare troppo tardi e, nell'interpretazione sofferta di Rutger Hauer, è un antagonista stanco e provato, quasi distratto, poco efficace. [...] Nell'insieme, il film risulta un tentativo ambizioso e talvolta godibile, ma non riuscito. ([[Rudy Salvagnini]]) *{{NDR|Su [[Lucy Westenra|Lucy Kisslinger]]}} Mi piace molto questa sua ambivalenza. La vediamo prima amica, quasi infantile, con questo rapporto un po' adolescenziale con Mina, e poi la vediamo cambiare, diventare più diabolica, quasi animalesca, sensuale. E questa è stata sicuramente la sfaccettatura del personaggio che mi ha affascinato di più. ([[Asia Argento]]) *Sembra una roba da filodrammatica, diciamo pure una scena di ''Ed Wood'', solo che lì Tim Burton ricostruiva col tenero trasporto ironico un certo cinema di serie Z fatto di niente. Invece Argento vuol fare sul serio, spaventare il pubblico, marcare una differenza rispetto alla saga di ''Twilight''. Non si prende per nulla in giro. Azzarda che «col mio ''Dracula'' in 3D ''Avatar'' vi sembrerà un film superato»; Dracula lo affascina «perché incarna alla perfezione il concetto di Eros e Thanatos», e via con surrealismo ed espressionismo. Andate a vedere il film, magari raffrontandolo col cartone animato ''[[Hotel Transylvania]]'', e riparliamone. ([[Michele Anselmi]]) *Vi prego, collegatevi su YouTube battendo così sulla tastiera: Dracula 3D – Clip Ita – Lucy prende fuoco – Sceglilfilm.it. Non ci si può credere. Naturalmente sui giornali si grida al grande evento di culto e straculto dopo la civettuola anteprima a Cannes, si apprezza il (probabile) gioco citazionista, da vecchio b-movie della [[Hammer Film Productions|Hammer]] riveduto e corretto con una punta di [[Mario Bava]]; si rende omaggio al “maestro dell’horror” per antonomasia, cioè Dario Argento, classe 1940, diciannove titoli alle spalle. Tuttavia quella scena di ''Dracula'' è davvero oltre… il ridicolo. A un passo dalla parodia involontaria, dentro il malinconico tramonto di un regista che pare vivere di ricordi, slegato dal mondo, aristocraticamente lontano da ciò che passa, più o meno dignitosamente, il cine-convento. ([[Michele Anselmi]]) ===[[Dario Argento]]=== *C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto. *C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla [[Hammer Film Productions|Hammer]]. *Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''[[Suspiria]]'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte. *Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi. *Il mio "conte Dracula" non è tetro e spaventoso come quello di Christopher Lee e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il film di Coppola che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella. *Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista. *{{NDR|Su [[Rutger Hauer]]}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso. *Non mi sono ispirato affatto a quella pellicola {{NDR|''[[Dracula il vampiro]]''}}, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''[[Nosferatu il vampiro|Nosferatu]]'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer. *{{NDR|Su [[Rutger Hauer]]}} Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero. *Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro Christopher Lee, lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda Rutger Hauer, nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti. *Volevo rinfrescare il suo look. Il mio Dracula è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini. ===[[Claudio Simonetti]]=== *Non ho mai abbandonato questo spirito continuo di ricerca. Per ''Dracula 3D'' ho ad esempio usato il [[Theremin]], che forse è uno degli strumenti elettronici più antichi della storia, che tutti noi abbiamo ascoltato in migliaia di film di fantascienza e di vampiri. *Per la verità su ''Dracula 3D'' ho fatto poca sperimentazione e sono andato più sul classico. Si trattava di fare una rivisitazione letteraria e io ho rispettato questa veste rigorosamente classica. *Quest’ultima esperienza con Argento è stata bella per me ma brutta in generale perché il film è andato, come sappiamo, malissimo al botteghino. È stato un flop di cui i produttori ne pagano ancora le conseguenze. In realtà hanno sbagliato a far uscire il film in un periodo sbagliato. La colpa è dovuta un po’ a questo motivo e un po’ a questa crisi del cinema che c’è in generale. Mi dispiace perché poi il film tutto sommato non è brutto. ===[[Sergio Stivaletti]]=== *A prescindere dalle scelte di Dario, la realizzazione finale è in buona parte responsabile di una percezione, diciamo così, "poco originale" di questi effetti nel film. Per la disintegrazione dei vampiri, ad esempio, magari sarebbe stato interessante fare delle trasformazioni in diretta… se me ne fossi occupato personalmente, forse avrei optato per degli effetti fisici, degli scioglimenti o disintegrazioni ricorrendo alla fisica... *Il problema di ''Dracula 3D'' è legato alla produzione. Con un diverso tipo di supporto, Argento avrebbe fatto un altro film, ma da ''[[La terza madre]]'' io mi sono occupato solo degli effetti fisici e non di quelli effetti digitali, ''che in Dracula 3D'' sono inguardabili. La produzione, non capendo bene il funzionamento del 3D, ha preteso che tutto venisse girato sul set. Io cerco sempre di girare separatamente. Gli effetti vanno girati in 2D e poi tridimensionalizzati, ma questa cosa non è stata accettata e i risultati sono quelli che vedete. *So che a Cannes sono stati criticati gli effetti, ma visto che di effetti firmati da me nel film ce ne sono davvero pochi e fatti oltretutto come in altri 200 film credo che le critiche fossero rivolte agli effetti digitali che a prescindere dalla fattura che non posso discutere visto che il film non l'ho ancora visto posso dirti che si sa benissimo oramai che fare gli effetti con il digitale ha stancato un certo tipo di pubblico. Questo è stufo dell’effetto playstation che a volte si raggiunge. ===[[Antonio Tentori]]=== *Jonathan Harker contrariamente ad altri film noi lo abbiamo eliminato subito, questo marito che si avventura nel castello di Dracula ed è solo un ostacolo per l'amore del conte nei confronti di Mina. A mio avviso il film è fedele al romanzo, come spirito. Ci sono dei tradimenti che sono stati necessari. Va visualizzato lo spirito, l'anima interiore che lo scrittore intendeva trasmettere, ma poi bisogna fare delle modifiche perché il libro è il libro e il film è il film. *L’idea di Dracula nasce a livello produttivo dalla volontà di fondere tre elementi, le tre "D" di ''Dracula'', di Dario Argento e del 3D. Da parte sua Dario si è dichiaratamente ispirato a un Dracula classico, in costume, che richiama i film della Hammer (ma per certi versi anche il ''[[Nosferatu, il principe della notte|Nosferatu]]'' di [[Werner Herzog|Herzog]]) e prende spunto dal romanzo di Bram Stoker. Il ''Dracula'' di Argento restituisce il Conte al suo mito, con la sua crudeltà, la sua sanguinarietà e il suo animo tormentato. In totale antitesi ai vampiri sdolcinati della serie ''Twilight''. *Per quanto riguarda il film ''Dracula 3D'' ci sono stati due momenti bellissimi. Il primo è stato sul set del borgo medievale Ricetto di Candelo in provincia di Biella dove ho incontrato Rutger Hauer che nel film è Van Helsing ed è stato un incontro straordinario. È una persona speciale, con un fascino magnetico incredibile e sono stato mezz'ora insieme a lui a parlare della sceneggiatura, c'erano delle cose per le quali voleva chiedermi come interpretarle, se aveva intuito l'essenza del suo personaggio. E aveva colto perfettamente il segno. *Su Dracula sono stati fatti tantissimi film. Abbiamo letto e riletto il romanzo, abbiamo eliminato tutta la parte di Londra. Ci siamo presi altre libertà. Inoltre abbiamo inserito una parte del racconto ''L'ospite di Dracula''. Dario voleva un vampiro molto feroce, sanguinario, però c'era anche l'aspetto romantico da far emergere: questa sorta di reincarnazione di Mina, della sua donna amata nei tempi passati. Quindi Dracula doveva essere un personaggio che sa essere sanguinario e romantico al tempo stesso. ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film di Dracula]] [[Categoria:Film horror]] 5vuomq115e9fpb58ltuflayrhv2i8ea 1221448 1221418 2022-08-08T05:50:58Z Mariomassone 17056 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Dracula 3D |immagine = Montalto Dora Castello 1.JPG |didascalia = Castello di Montalto Dora, nel film la dimora del Conte Dracula |titolo originale = Dracula 3D |lingua originale = Inglese |paese = Italia, Francia, Spagna |titolo alfabetico = Dracula 3D |anno uscita = 2012 |durata = 105 min |aspect ratio = |genere = Horror |regista = [[Dario Argento]] |soggetto = [[Bram Stoker]] ([[Dracula (romanzo)|romanzo]]) |sceneggiatore = [[Dario Argento]], [[Enrique Cerezo]], [[Stefano Piani]], [[Antonio Tentori]] |produttore = [[Enrique Cerezo]], [[Roberto Di Girolamo]], [[Sergio Gobbi]], [[Franco Paolucci]], [[Giovanni Paolucci]] |produttore esecutivo = |casa produzione = [[Enrique Cerezo Producciones Cinematográficas S.A.]], [[Film Export Group]], [[Les Films de l'Astre]] |casa distribuzione italiana = [[Bolero Film]] |storyboard = |art director = [[Massimo Antonello Geleng]] |character design = |animatore = |attori = * [[Thomas Kretschmann]]: [[Conte Dracula]] * [[Marta Gastini]]: [[Mina Murray|Mina Harker]] * [[Rutger Hauer]]: [[Abraham Van Helsing]] * [[Unax Ugalde]]: [[Jonathan Harker]] * [[Miriam Giovanelli]]: Tanja * [[Giuseppe Loconsole]]: Zoran * [[Asia Argento]]: [[Lucy Westenra|Lucy Kisslinger]] * [[Augusto Zucchi]]: Andrej Kisslinger * [[Franco Guido Ravera]]: Prete * [[Maria Cristina Heller]]: Jarmila * [[Giovanni Franzoni]]: [[Renfield|R.M. Renfield]] * [[Morgane Slemp]]: Inga * [[Christian Burruano]]: Miloš * [[Francesco Rossini]]: Ten. Delbruck * [[Riccardo Cicogna]]: Janek *[[Eugenio Allegri]]: Il Locandiere *[[Piero Passatore]]: Il Pope |doppiatori italiani = *[[Mario Cordova]]: Conte Dracula *[[Valentina Mari]]: Mina Harker *[[Gino La Monica]]: Abraham Van Helsing *[[David Chevalier]]: Jonathan Harker *[[Laura Facchin]]: Tanja *[[Claudio Fattoretto]]: Zoran *[[Dario Penne]]: Andrej Kisslinger *[[Simone Mori]]: R.M. Renfield *[[Andrea Mete]]: Miloš *[[Roberto Gammino]]: Janek *[[Vladimiro Conti]]: Il Locandiere *[[Paolo Marchese]]: Il Pope }} '''''Dracula 3D''''', film del 2012 diretto da [[Dario Argento]]. ==Incipit== *'''Jarmila''': Tanja, hai finito?<br>'''Tanja''': Sì.<br>'''Jarmila''': Ricorda di chiudere bene le imposte. Stanotte è–<br>'''Tanja''': La notte di Valpurga. Lo so. ==Frasi== *Mentre attraversavo il bosco a cavallo, ho creduto di veder comparire e scomparire dei lupi attraverso gli alberi. Sembrava un incubo, eppure ero perfettamente sveglio. ('''Jonathan Harker''') *Vedrai, ti piacerà lavorare per il Conte. È un vero gentiluomo, e ha fatto così tanto per questa gente. Mio padre dice che senza il suo aiuto, Passburg sarebbe ancora in pieno medioevo. ('''Lucy Kisslinger''') *Dovete perdonare mia nipote, signor Harker. Certe volte le fanciulle della sua età tendono a essere un po' troppo sfrontate. ('''Conte Dracula''') *Il posto di una donna è a fianco di suo marito. ('''Conte Dracula''') *Sebbene fossero guerrieri, i miei antenati hanno sempre dato grandissimo valore ai libri. ('''Conte Dracula''') *Stasera ho finalmente conosciuto il Conte Dracula. È più giovane di quanto pensassi, eppure il suo comportamento e il suo contegno in qualche modo sembrano contraddire il suo aspetto. ('''Jonathan Harker''') *Sebbene sia certa di non avervi mai visto prima, ho la sensazione di avervi già incontrato. ('''Mina Harker''') *È stato un errore rivoltarsi contro di me. Io sono il tuo padrone e tu solamente un servo che mi ha tradito. ('''Conte Dracula''') *Egli ipnotizza gli umani, penetra le loro menti, dopodiché se ne impossessa. ('''Abraham Van Helsing''') ==Dialoghi== *'''Tanja''': Il Conte è sempre molto attento ai suoi ospiti.<br>'''Jonathan Harker''': E lo siete anche voi? Un ospite, intendo.<br>'''Tanja''': In realtà, ancora non so con certezza che cosa sono. *'''Jonathan Harker''': Voi non cenate, signore?<br>'''Conte Dracula''': Non mangio mai... la sera. *'''Locandiere''': Non si può andare avanti così!<br>'''Zoran''': Finora vi è sempre stata bene. Quando il Conte pagava la scuola o pagava i vostri debiti, non avevate niente da obbiettare!<br>'''Locandiere''': Si è spinto troppo oltre. Santo cielo, Passburg sta diventando un cimitero, e voi non fate niente.<br>'''Ten. Delbruck''': Abbiamo stretto un patto con lui. Infrangerlo sarebbe peggio che rispettarlo. *'''Van Helsing''': La creatura che è responsabile della morte di Lucy non è umana. È un [[vampiro]].<br>'''Mina Harker''': Un vampiro?<br>'''Van Helsing''': Sì. L'ho scoperto diversi anni fa quando ancora lavoravo come il direttore del manicomio di Carfax. All'inizio, non riuscivo a crederci neanche io stesso. [...] Nel corso delle mie lunghe ricerche, scoprii anche che essi non sempre uccidono la loro vittima, bensì talvolta la trasformano. *'''Conte Dracula''': Stanotte è l'anniversario della morte di mia moglie, Dolingen di Gratz.<br>'''Mina Harker''': Cosa l'è accaduto?<br>'''Conte Dracula''': Un male oscuro la strappò da me quando aveva solamente vent'anni.<br>'''Mina Harker''': È orribile. Dovete aver sofferto molto.<br>'''Conte Dracula''': Sì. È così. [...] Ma ci sono cose ben peggiori di questa. [...] Dovete sapere cosa sono. "Nosferatu", il non morto, il mostro che tutti temono.<br>'''Mina Harker''': Io non vi temo.<br>'''Conte Dracula''': Dovreste. Io sono stato strappato alle tenebre e inviato sulla Terra a depredare del sangue la mia gente. È l'unico modo in cui posso ancora nutrire questo fetido cadavere.<br>'''Mina Harker''': Basta! Smettila!<br>'''Conte Dracula''': Io non sono nient'altro che uno strumento scordato nella sinfonia divina. ==Explicit== *'''Lucy Harker''': Era come se fossi in trance. Ogni parola che dicevo, ogni cosa che facevo, non ero io. Era lui a guidarmi.<br>'''Van Helsing''': Tu eri in suo potere.<br>'''Lucy Harker''': Ma perché? Perché mi ha costretta a dirgli che lo amavo e che volevo passare l'eternità con lui?<br>'''Van Helsing''': È il potere della passione.<br>'''Lucy Harker''': Ma sapeva che non lo pensavo davvero?<br>'''Van Helsing''': La sua passione era come un fuoco violento. Consumava quello che voleva di più. Dracula, il Conte Dracula, dal fuoco alla cenere, dalla cenere alla polvere. Vieni. ==Citazioni su ''Dracula 3D''== *Argento è sempre Argento. E dire che sono passati quarantadue anni da "[[L'uccello dalle pilume di cristallo]]". II suo sarà il centesimo film su "Dracula", ma il personaggio non ha affatto bisogno del dentista. Difatti morde che è una bellezza, con l'aiuto del 3D che fa lievitare il prezzo del biglietto, ma innalza la tensione e valorizza gli sgargianti colori. Con ovvia prevalenza del rosso. La storia è arcinota, inutile riparlarne. C'è anche Asia, che si spoglia con ironica voluttà. ([[Massimo Bertarelli]]) *Con un minimo di obiettività, non può non riconoscere che in questo ''Dracula'' c’è del buono. Argento sceglie un approccio, come dire?, vecchia scuola rispetto alle mode vampiresche del momento che vogliono i succhiasangue anemici ed emo come in ''[[Twilight (film)|Twilight]]'' o gay e pansessuali come in ''True Blood''. Come ai tempi di [[Riccardo Freda]] o [[Renato Polselli]], Argento realizza un film ottocentesco. Vittoriano. Si ricorda della [[Hammer Film Productions|Hammer]], ovviamente, e firma un film avvolto in un’ambientazione elegante e realistica, gioca con la profondità di campo, e si diverte a inondare di sangue le scene più crude. ([[Giona A. Nazzaro]]) *Conoscevo il personaggio di Mina e mi è sempre piaciuto molto, anche per la sua tradizione letteraria e cinematografica, e poi perché lo sentivo vicino, trovavo che ci fossero molte similarità tra lei e la mia personalità. Ho riletto il romanzo, rivisto i film precedenti e individuato le sue caratteristiche tipiche, ma poi, come succede sempre, ogni attore interpretando un personaggio gli regala tutto il suo mondo, e io a Mina ho dato la mia timidezza, la mia ingenuità, i miei sogni e le mie paure. ([[Marta Gastini]]) *I grandi Dracula del passato – da [[Bela Lugosi|Lugosi]] a [[Christopher Lee|Lee]] – avevano una presenza che li rendeva credibili nel ruolo e che Kretschmann non ha. Anche per questo, ma non solo per questo, il film è un po' inerte, non riesce a sviluppare tensione e ad avere una progressione drammatica adeguata. Anche la figura del classico antagonista di Dracula, vale a dire Van Helsing, compare troppo tardi e, nell'interpretazione sofferta di Rutger Hauer, è un antagonista stanco e provato, quasi distratto, poco efficace. [...] Nell'insieme, il film risulta un tentativo ambizioso e talvolta godibile, ma non riuscito. ([[Rudy Salvagnini]]) *{{NDR|Su [[Lucy Westenra|Lucy Kisslinger]]}} Mi piace molto questa sua ambivalenza. La vediamo prima amica, quasi infantile, con questo rapporto un po' adolescenziale con Mina, e poi la vediamo cambiare, diventare più diabolica, quasi animalesca, sensuale. E questa è stata sicuramente la sfaccettatura del personaggio che mi ha affascinato di più. ([[Asia Argento]]) *Sembra una roba da filodrammatica, diciamo pure una scena di ''Ed Wood'', solo che lì Tim Burton ricostruiva col tenero trasporto ironico un certo cinema di serie Z fatto di niente. Invece Argento vuol fare sul serio, spaventare il pubblico, marcare una differenza rispetto alla saga di ''Twilight''. Non si prende per nulla in giro. Azzarda che «col mio ''Dracula'' in 3D ''Avatar'' vi sembrerà un film superato»; Dracula lo affascina «perché incarna alla perfezione il concetto di Eros e Thanatos», e via con surrealismo ed espressionismo. Andate a vedere il film, magari raffrontandolo col cartone animato ''[[Hotel Transylvania]]'', e riparliamone. ([[Michele Anselmi]]) *Vi prego, collegatevi su YouTube battendo così sulla tastiera: Dracula 3D – Clip Ita – Lucy prende fuoco – Sceglilfilm.it. Non ci si può credere. Naturalmente sui giornali si grida al grande evento di culto e straculto dopo la civettuola anteprima a Cannes, si apprezza il (probabile) gioco citazionista, da vecchio b-movie della [[Hammer Film Productions|Hammer]] riveduto e corretto con una punta di [[Mario Bava]]; si rende omaggio al “maestro dell’horror” per antonomasia, cioè Dario Argento, classe 1940, diciannove titoli alle spalle. Tuttavia quella scena di ''Dracula'' è davvero oltre… il ridicolo. A un passo dalla parodia involontaria, dentro il malinconico tramonto di un regista che pare vivere di ricordi, slegato dal mondo, aristocraticamente lontano da ciò che passa, più o meno dignitosamente, il cine-convento. ([[Michele Anselmi]]) ===[[Dario Argento]]=== *C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto. *C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla [[Hammer Film Productions|Hammer]]. *Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''[[Suspiria]]'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte. *Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi. *Il mio "conte Dracula" non è tetro e spaventoso come quello di Christopher Lee e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il film di Coppola che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella. *Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista. *{{NDR|Su [[Rutger Hauer]]}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso. *Non mi sono ispirato affatto a quella pellicola {{NDR|''[[Dracula il vampiro]]''}}, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''[[Nosferatu il vampiro|Nosferatu]]'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer. *{{NDR|Su [[Rutger Hauer]]}} Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero. *Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro Christopher Lee, lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda Rutger Hauer, nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti. *Volevo rinfrescare il suo look. Il mio Dracula è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini. ===[[Claudio Simonetti]]=== *Non ho mai abbandonato questo spirito continuo di ricerca. Per ''Dracula 3D'' ho ad esempio usato il [[Theremin]], che forse è uno degli strumenti elettronici più antichi della storia, che tutti noi abbiamo ascoltato in migliaia di film di fantascienza e di vampiri. *Per la verità su ''Dracula 3D'' ho fatto poca sperimentazione e sono andato più sul classico. Si trattava di fare una rivisitazione letteraria e io ho rispettato questa veste rigorosamente classica. *Quest’ultima esperienza con Argento è stata bella per me ma brutta in generale perché il film è andato, come sappiamo, malissimo al botteghino. È stato un flop di cui i produttori ne pagano ancora le conseguenze. In realtà hanno sbagliato a far uscire il film in un periodo sbagliato. La colpa è dovuta un po’ a questo motivo e un po’ a questa crisi del cinema che c’è in generale. Mi dispiace perché poi il film tutto sommato non è brutto. ===[[Sergio Stivaletti]]=== *A prescindere dalle scelte di Dario, la realizzazione finale è in buona parte responsabile di una percezione, diciamo così, "poco originale" di questi effetti nel film. Per la disintegrazione dei vampiri, ad esempio, magari sarebbe stato interessante fare delle trasformazioni in diretta… se me ne fossi occupato personalmente, forse avrei optato per degli effetti fisici, degli scioglimenti o disintegrazioni ricorrendo alla fisica... *Il problema di ''Dracula 3D'' è legato alla produzione. Con un diverso tipo di supporto, Argento avrebbe fatto un altro film, ma da ''[[La terza madre]]'' io mi sono occupato solo degli effetti fisici e non di quelli effetti digitali, ''che in Dracula 3D'' sono inguardabili. La produzione, non capendo bene il funzionamento del 3D, ha preteso che tutto venisse girato sul set. Io cerco sempre di girare separatamente. Gli effetti vanno girati in 2D e poi tridimensionalizzati, ma questa cosa non è stata accettata e i risultati sono quelli che vedete. *So che a Cannes sono stati criticati gli effetti, ma visto che di effetti firmati da me nel film ce ne sono davvero pochi e fatti oltretutto come in altri 200 film credo che le critiche fossero rivolte agli effetti digitali che a prescindere dalla fattura che non posso discutere visto che il film non l'ho ancora visto posso dirti che si sa benissimo oramai che fare gli effetti con il digitale ha stancato un certo tipo di pubblico. Questo è stufo dell’effetto playstation che a volte si raggiunge. ===[[Antonio Tentori]]=== *Jonathan Harker contrariamente ad altri film noi lo abbiamo eliminato subito, questo marito che si avventura nel castello di Dracula ed è solo un ostacolo per l'amore del conte nei confronti di Mina. A mio avviso il film è fedele al romanzo, come spirito. Ci sono dei tradimenti che sono stati necessari. Va visualizzato lo spirito, l'anima interiore che lo scrittore intendeva trasmettere, ma poi bisogna fare delle modifiche perché il libro è il libro e il film è il film. *L’idea di Dracula nasce a livello produttivo dalla volontà di fondere tre elementi, le tre "D" di ''Dracula'', di Dario Argento e del 3D. Da parte sua Dario si è dichiaratamente ispirato a un Dracula classico, in costume, che richiama i film della Hammer (ma per certi versi anche il ''[[Nosferatu, il principe della notte|Nosferatu]]'' di [[Werner Herzog|Herzog]]) e prende spunto dal romanzo di Bram Stoker. Il ''Dracula'' di Argento restituisce il Conte al suo mito, con la sua crudeltà, la sua sanguinarietà e il suo animo tormentato. In totale antitesi ai vampiri sdolcinati della serie ''Twilight''. *Per quanto riguarda il film ''Dracula 3D'' ci sono stati due momenti bellissimi. Il primo è stato sul set del borgo medievale Ricetto di Candelo in provincia di Biella dove ho incontrato Rutger Hauer che nel film è Van Helsing ed è stato un incontro straordinario. È una persona speciale, con un fascino magnetico incredibile e sono stato mezz'ora insieme a lui a parlare della sceneggiatura, c'erano delle cose per le quali voleva chiedermi come interpretarle, se aveva intuito l'essenza del suo personaggio. E aveva colto perfettamente il segno. *Su Dracula sono stati fatti tantissimi film. Abbiamo letto e riletto il romanzo, abbiamo eliminato tutta la parte di Londra. Ci siamo presi altre libertà. Inoltre abbiamo inserito una parte del racconto ''L'ospite di Dracula''. Dario voleva un vampiro molto feroce, sanguinario, però c'era anche l'aspetto romantico da far emergere: questa sorta di reincarnazione di Mina, della sua donna amata nei tempi passati. Quindi Dracula doveva essere un personaggio che sa essere sanguinario e romantico al tempo stesso. ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film di Dracula]] [[Categoria:Film horror]] fcgl06saxxc4lp4jcayttqnp9fuvzrg San Michele che scaccia il demonio 0 195403 1221428 1221256 2022-08-07T23:28:28Z Sun-crops 10277 abbrevio wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''''San Michele che scaccia il demonio''''', conosciuto anche come il '''''Diavolo di Mergellina''''', dipinto nel 1542 da Leonardo da Pistoia, custodito a [[Napoli]] nella [[chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina]]. *Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Vittoria d'Avalos che, si diceva, tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto.</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Dipinti]] lt324gfbya7nlhggj2rg0x28dy50rwm 1221436 1221428 2022-08-08T00:52:35Z Sun-crops 10277 allineo wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''''San Michele che scaccia il demonio''''', conosciuto anche come il '''''Diavolo di Mergellina''''', dipinto nel 1542 da Leonardo da Pistoia, custodito a [[Napoli]] nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. *Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Secondo alcune indiscrezioni dell'epoca [[Vittoria Colonna|Vittoria d'Avalos]] che avrebbe tentato di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto. {{cfr}} ''Storie e leggende napoletane'', ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2010<sup>8</sup>, pp. 228-229. ISBN 978-88-459-1487-4</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Dipinti]] 1z9fzexoaszdfs90w023j6euofk18le 1221437 1221436 2022-08-08T00:53:23Z Sun-crops 10277 fix wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''''San Michele che scaccia il demonio''''', conosciuto anche come il '''''Diavolo di Mergellina''''', dipinto nel 1542 da Leonardo da Pistoia, custodito a [[Napoli]] nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. *Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Secondo alcune indiscrezioni dell'epoca [[Vittoria Colonna|Vittoria d'Avalos]] che avrebbe tentato di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto. {{cfr}} ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2010<sup>8</sup>, pp. 228-229. ISBN 978-88-459-1487-4</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Dipinti]] 6rc7ykt402xf7s2nvx7w166925qhypi Umberto Cassuto 0 195413 1221346 1221321 2022-08-07T13:54:02Z Gaux 18878 + Rabbini italiani wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia sella letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] n9gpl84i0pebfbwyhe9h8amk9fgsdds 1221350 1221346 2022-08-07T13:57:40Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ typo wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] 29r0wjd014ae0k3tz5rk2bdmdsmaufg 1221354 1221350 2022-08-07T14:05:37Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ ampliamento wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] c30w4dcbdd3pa2q0vbsbf2vdiukijkr 1221357 1221354 2022-08-07T14:21:09Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ i farisei wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei.<ref>Da ''Storia della letteratura ebraica postbiblica'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, pp. 13-14.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] ibjwvgjjo87z1vhzpz3rmma6gkogb5l 1221358 1221357 2022-08-07T14:23:43Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ ampliamento wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose.<ref>Da ''Storia della letteratura ebraica postbiblica'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, pp. 13-14.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] ggmtsmy57y6bajy4u838oo8krwvipcd 1221360 1221358 2022-08-07T14:35:56Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ altra sui farisei wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose.<ref>Da ''Storia della letteratura ebraica postbiblica'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, pp. 13-14.</ref> *Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura.<ref>Da ''Storia della letteratura ebraica postbiblica'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 14.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] soeqaa03rjue3dlochez07mbkv68dnv 1221361 1221360 2022-08-07T14:39:31Z Gaux 18878 sistemo e tolgo stub wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6) *Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14) *Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14) ==Bibliografia== *Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Rabbini italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] ssatjp3y7on2xpexcf8e2gl5xihc7cw Macchina del fango 0 195414 1221333 1221316 2022-08-07T12:25:44Z Udiki 86035 tolta "diffamazione" dalle correlate perché è un redirect a "calunnia", sebbene su WP non sia così e infatti sono cose ben diverse. Comunque non credo che "calunnia" sia attinente a "macchina del fango" wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla locuzione '''macchina del fango'''. *Sento che la democrazia è letteralmente in pericolo. Può sembrare esagerato, ma non lo è. La democrazia è in pericolo nel momento in cui, se ti poni contro certi poteri, se ti poni contro il governo, quello che ti aspetta è l'attacco di una macchina che ti getta addosso fango: un attacco che parte dalla tua vita privata, da fatti minuscoli della tua vita privata, che vengono usati contro di te. ([[Roberto Saviano]]) ==Voci correlate== *[[Processo mediatico]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=sulla}} {{s}} [[Categoria:Terminologia giornalistica]] gu00v0og3pjhjco42qah2o1w9w71iae Francesco d'Aquino 0 195416 1221329 1221327 2022-08-07T12:00:37Z Ibisco 49387 Immagine wikitext text/x-wiki [[File:Francesco D'Aquino di Caramanico (1718 - 1795).jpg|thumb|Francesco D'Aquino principe di Caramanico]] '''Francesco Maria Venanzio d'Aquino principe di Caramanico''' (1738 – 1795), aristocratico, diplomatico e politico del Regno di Napoli. ==Citazioni su Francesco d'Aquino== ===[[Rosario La Duca]]=== *Prima che il Settecento volga al suo termine, un'altra morte misteriosa con sospetto di veleno, costituirà il giallo del secolo. Si tratta dell'improvviso decesso di Don Francesco d'Aquino principe di Caramanico, viceré di Sicilia, avvenuto proprio negli anni in cui ebbe il processo [[Giovanna Bonanno]]. [...] Giungeva nell'isola nell'aprile del 1786, preceduto dalla fama di essere stato protagonista di un grande romanzo d'amore come favorito ed amante della regina Maria Carolina. *Il Caramanico, già ambasciatore del Regno di Napoli a Londra e a Parigi, appena giunto a Palermo si dà subito da fare per continuare, anche se con maggiore diplomazia, l'opera iniziata dal suo predecessore [[Domenico Caracciolo|Caracciolo]], uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. Francesco d'Aquino abroga dapprima il ''mero e misto imperio'' dei baroni, sostenuto in ciò senza riserve dalla Corte, colpendo così a morte il baronaggio anche all'interno del feudo. *Nel febbraio del 1794 il Caramanico viene «sopreso da gravissima malattia» che lo tiene inchiodato a letto per molti giorni. Convalescente, si reca a Napoli, ma, al suo ritorno, «mostra seempre soffrire incommodi in salute», e il giorno 8 gennaio del 1795, mentre si trova «a mutar aria alla Casina della Principessa del Cassaro nella contrada delle Terre Rosse, è assalito repentinamente da violenta convulsione, che all'ore 11 del giorno 9 seguente gli toglie la vita senzache abbia potuto ricevere il Santissimo Viatico, né munirsi dell'estrema unzione». Sulla morte del viceré circolano subito le notizie più fantasiose. Chi lo vuole ucciso dall'Acton suo rivale in amore con veleno direttamente propinatogli, chi dal Carelli suo segretario; altri ritiene, invece, che il Caramanico si sia suicidato con veleno essendo implicato in una congiura politica. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:d'Aquino, Francesco}} [[Categoria:Aristocratici italiani]] [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] sshsf3v8jqdamd73x1eoa17zehimg7t 1221331 1221329 2022-08-07T12:07:33Z Ibisco 49387 wikitext text/x-wiki [[File:Francesco D'Aquino di Caramanico (1718 - 1795).jpg|thumb|Francesco D'Aquino principe di Caramanico]] '''Francesco Maria Venanzio d'Aquino, principe di Caramanico''' (1738 – 1795), aristocratico, diplomatico e politico italiano del Regno di Napoli. ==Citazioni su Francesco d'Aquino== ===[[Rosario La Duca]]=== *Prima che il Settecento volga al suo termine, un'altra morte misteriosa con sospetto di veleno, costituirà il giallo del secolo. Si tratta dell'improvviso decesso di Don Francesco d'Aquino principe di Caramanico, viceré di Sicilia, avvenuto proprio negli anni in cui ebbe il processo [[Giovanna Bonanno]]. [...] Giungeva nell'isola nell'aprile del 1786, preceduto dalla fama di essere stato protagonista di un grande romanzo d'amore come favorito ed amante della regina Maria Carolina. *Il Caramanico, già ambasciatore del Regno di Napoli a Londra e a Parigi, appena giunto a Palermo si dà subito da fare per continuare, anche se con maggiore diplomazia, l'opera iniziata dal suo predecessore [[Domenico Caracciolo|Caracciolo]], uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. Francesco d'Aquino abroga dapprima il ''mero e misto imperio'' dei baroni, sostenuto in ciò senza riserve dalla Corte, colpendo così a morte il baronaggio anche all'interno del feudo. *Nel febbraio del 1794 il Caramanico viene «sopreso da gravissima malattia» che lo tiene inchiodato a letto per molti giorni. Convalescente, si reca a Napoli, ma, al suo ritorno, «mostra seempre soffrire incommodi in salute», e il giorno 8 gennaio del 1795, mentre si trova «a mutar aria alla Casina della Principessa del Cassaro nella contrada delle Terre Rosse, è assalito repentinamente da violenta convulsione, che all'ore 11 del giorno 9 seguente gli toglie la vita senzache abbia potuto ricevere il Santissimo Viatico, né munirsi dell'estrema unzione». Sulla morte del viceré circolano subito le notizie più fantasiose. Chi lo vuole ucciso dall'Acton suo rivale in amore con veleno direttamente propinatogli, chi dal Carelli suo segretario; altri ritiene, invece, che il Caramanico si sia suicidato con veleno essendo implicato in una congiura politica. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:d'Aquino, Francesco}} [[Categoria:Aristocratici italiani]] [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] bzl16o2171nh4vxcu6joafxdqd916b9 Domenico Caracciolo 0 195417 1221330 2022-08-07T12:07:02Z Ibisco 49387 '''Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina''' (1717 – 1789), aristocratico, diplomatico e politico italiano del Regno di Napoli. wikitext text/x-wiki '''Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina''' (1717 – 1789), aristocratico, diplomatico e politico italiano del Regno di Napoli. ==Citazioni su Domenico Caracciolo== *Caracciolo, uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. ([[Rosario La Duca]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Caracciolo, Domenico}} [[Categoria:Aristocratici italiani]] [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] qo3xn8ltzoi950yg8q82dq8m51z7ck2 1221332 1221330 2022-08-07T12:10:05Z Ibisco 49387 Immagine wikitext text/x-wiki [[File:Domenico Caracciolo marchese di Villamaina.jpg|thumb|Domenico Caracciolo marchese di Villamaina]] '''Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina''' (1717 – 1789), aristocratico, diplomatico e politico italiano del Regno di Napoli. ==Citazioni su Domenico Caracciolo== *Caracciolo, uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. ([[Rosario La Duca]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Caracciolo, Domenico}} [[Categoria:Aristocratici italiani]] [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] 2r2jg55a2x9ivx9fhbut29mybxxd7io Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram 0 195418 1221334 2022-08-07T12:29:00Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{Videogioco |nome gioco=Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram |nome originale=STEINS;GATE 線形拘束のフェノグラム |sviluppo = 5pb., Nitroplus |pubblicazione=5pb., Spike Chunsoft |anno=2013 |genere=visual novel |tema=fantascienza |piattaforma= PlayStation 3/Xbox 360/PlayStation Vita/iOS/PlayStation 4/Microsoft Windows }} '''''Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram''''', videogioco del 2013. ==Frasi== {{cronologico}} *Perché la [[giustizia]] possa veramente br..." wikitext text/x-wiki {{Videogioco |nome gioco=Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram |nome originale=STEINS;GATE 線形拘束のフェノグラム |sviluppo = 5pb., Nitroplus |pubblicazione=5pb., Spike Chunsoft |anno=2013 |genere=visual novel |tema=fantascienza |piattaforma= PlayStation 3/Xbox 360/PlayStation Vita/iOS/PlayStation 4/Microsoft Windows }} '''''Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram''''', videogioco del 2013. ==Frasi== {{cronologico}} *Perché la [[giustizia]] possa veramente brillare, il male deve esistere. ('''Commander Alpaca''') :''For justice to truly shine, evil must exist.'' *Invece di cercare di essere un [[Eroismo|eroe]] della giustizia, non dovrei cercare di puntare a un mondo a cui non ne serve uno? ('''Okarin''') :''Instead of trying to be a hero of justice, shouldn't I be trying to aim for a world that doesn't need one?'' *Cambiare il futuro significa... scegliere di salvare qualcuno a spese di un'altra persona. Significa scegliere di portare sventura a un altro essere umano. ('''Okarin''') :''Changing the future means— Choosing to save someone at the expense of another person. It means choosing to bring misfortune to another human being.'' *Non posso lasciare che [[Mayuri Shiina|Mayuri]] rimanga ostaggio del destino. Lei è il mio ostaggio, dopotutto. ('''Okarin''') :''I can't leave Mayuri a hostage of fate. She's my hostage, after all.'' ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Steins;Gate}} [[Categoria:Steins;Gate]] khvdydz2zccizax33ww01iqw4jnpu3m Annientamento (film) 0 195419 1221376 2022-08-07T16:19:10Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{Film |titolo italiano= Annientamento |genere = fantascienza/horror |regista= [[Alex Garland]] |soggetto= [[Jeff VanderMeer]] ''(romanzo)'' |sceneggiatore= Alex Garland |attori= * [[Natalie Portman]]: Lena * [[Jennifer Jason Leigh]]: dott.ssa Ventress * [[Gina Rodriguez]]: Anya Thorensen * [[Tessa Thompson]]: Josie Radek * [[Tuva Novotny]]: Cass Sheppard * [[Oscar Isaac]]: Kane * [[Benedict Wong]]: Lomax * [[Sonoya Mizuno]]: Katie * [[David Gyasi]]: Daniel * Josh Danf..." wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano= Annientamento |genere = fantascienza/horror |regista= [[Alex Garland]] |soggetto= [[Jeff VanderMeer]] ''(romanzo)'' |sceneggiatore= Alex Garland |attori= * [[Natalie Portman]]: Lena * [[Jennifer Jason Leigh]]: dott.ssa Ventress * [[Gina Rodriguez]]: Anya Thorensen * [[Tessa Thompson]]: Josie Radek * [[Tuva Novotny]]: Cass Sheppard * [[Oscar Isaac]]: Kane * [[Benedict Wong]]: Lomax * [[Sonoya Mizuno]]: Katie * [[David Gyasi]]: Daniel * [[Josh Danford]]: Shelley * [[Cosmo Jarvis]]: soldato |doppiatori italiani= * [[Federica De Bortoli]]: Lena * [[Roberta Greganti]]: dott.ssa Ventress * [[Valentina Favazza]]: Anya Thorensen * [[Lucrezia Marricchi]]: Josie Radek * [[Gaia Bolognesi]]: Cass Sheppard * [[Gabriele Sabatini]]: Kane * [[Simone Mori]]: Lomax }} '''''Annientamento''''', film statunitense del 2018 con [[Natalie Portman]], regia di [[Alex Garland]]. ==Frasi== *La maggior parte di noi non si vuole suicidare. Ma quasi tutti ci autodistruggiamo, in qualche modo, in qualche momento della nostra vita. Beviamo, fumiamo, distruggiamo il buono che abbiamo fatto, i matrimoni felici. Ma queste non sono proprio decisioni, sono degli impulsi. ('''Ventress''') ==Citazioni su ''Annientamento''== *Credo che la principale preoccupazione tematica del film sia l'auto-distruzione. È sulla natura dell'auto-distruzione in senso letterale: dalle cellule alle stelle tutto ha un ciclo vitale. Ma lo è anche nelle sue forme psicologiche, per esempio nel film c'è un gesto che sabota un matrimonio apparentemente felice e non viene spiegato. Ci possono essere ragioni superficiali per cui qualcuno smantella il proprio lavoro o le proprie relazioni, però non sono il vero motivo. Il film presenta in merito una sorta di tesi, ma lascia che sia inferita, piuttosto che dichiararla e spiegarla. ([[Alex Garland]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Film horror fantascientifici]] d2rqkhq2qnlh5z6svjvgglgajyhjcsr 1221389 1221376 2022-08-07T16:31:53Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano= Annientamento |genere = fantascienza/horror |regista= [[Alex Garland]] |soggetto= [[Jeff VanderMeer]] ''(romanzo)'' |sceneggiatore= Alex Garland |attori= * [[Natalie Portman]]: Lena * [[Jennifer Jason Leigh]]: dott.ssa Ventress * [[Gina Rodriguez]]: Anya Thorensen * [[Tessa Thompson]]: Josie Radek * [[Tuva Novotny]]: Cass Sheppard * [[Oscar Isaac]]: Kane * [[Benedict Wong]]: Lomax * [[Sonoya Mizuno]]: Katie * [[David Gyasi]]: Daniel * [[Josh Danford]]: Shelley * [[Cosmo Jarvis]]: soldato |doppiatori italiani= * [[Federica De Bortoli]]: Lena * [[Roberta Greganti]]: dott.ssa Ventress * [[Valentina Favazza]]: Anya Thorensen * [[Lucrezia Marricchi]]: Josie Radek * [[Gaia Bolognesi]]: Cass Sheppard * [[Gabriele Sabatini]]: Kane * [[Simone Mori]]: Lomax }} '''''Annientamento''''', film del 2018 con [[Natalie Portman]], regia di [[Alex Garland]]. ==Frasi== *La maggior parte di noi non si vuole suicidare. Ma quasi tutti ci autodistruggiamo, in qualche modo, in qualche momento della nostra vita. Beviamo, fumiamo, distruggiamo il buono che abbiamo fatto, i matrimoni felici. Ma queste non sono proprio decisioni, sono degli impulsi. ('''Ventress''') ==Citazioni su ''Annientamento''== *Credo che la principale preoccupazione tematica del film sia l'auto-distruzione. È sulla natura dell'auto-distruzione in senso letterale: dalle cellule alle stelle tutto ha un ciclo vitale. Ma lo è anche nelle sue forme psicologiche, per esempio nel film c'è un gesto che sabota un matrimonio apparentemente felice e non viene spiegato. Ci possono essere ragioni superficiali per cui qualcuno smantella il proprio lavoro o le proprie relazioni, però non sono il vero motivo. Il film presenta in merito una sorta di tesi, ma lascia che sia inferita, piuttosto che dichiararla e spiegarla. ([[Alex Garland]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Film horror fantascientifici]] scgjv1twjaepgcfu82qwk4q8703oreh Paolo Onorato Vigliani 0 195420 1221393 2022-08-07T17:12:44Z AnjaQantina 1348 Nuova pagina wikitext text/x-wiki [[File:Paolo Onorato Vigliani portrait.jpg|thumb|Paolo Onorato Vigliani]] '''Paolo Onorato Vigliani''' (1814 – 1900), magistrato e politico italiano. *Sappiamo che il silenzio della legge civile circa i riti coi quali ogni religione consacra il matrimonio, diede luogo ad accusarla di essere ''atea'' ed ''indifferente''. Ma a chi per poco s'addentri, con la sana logica, nella natura delle cose, apparisce di leggieri che la legge, la quale s'occupa esclusivamente dell'elemento civile del matrimonio, non è ''atea'', ma è ''laica'' ; non è ''indifferente'', ma è ''incompetente''.<ref>Citato da Camillo Finocchiaro Aprile nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg22/sed460.pdf Tornata del 25 febbraio 1908] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Vigliani, Paolo Onorato}} [[Categoria:Magistrati italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] 6m7u2n6u73bd9k4u96tyjj8cp3cghsi Luigi Credaro 0 195421 1221412 2022-08-07T20:20:41Z AnjaQantina 1348 Nuova pagina wikitext text/x-wiki [[File:LuigiCredaro.jpg|thumb|Luigi Credaro]] '''Luigi Credaro''' (1860 – 1939), politico, storico della filosofia, pedagogista e accademico italiano. *Il lavoro per la libertà della scienza e per la morale accademica, è prezioso e fecondo d'ammaestramenti. Qua e là, spero, che mi si porgerà l'occasione di ricordare il caso importante, al quale io pensai nello scrivere l'ultima parte del mio discorso «la libertà accademica». La gioventù universitaria è quasi tutta con noi; e questo conforta alla lotta.<ref>Citato da Alberto Merlani nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg23/sed347.pdf Tornata del 12 giugno 1911] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Credaro, Luigi}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Pedagogisti italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] paxhfqkjdktu5x6iyaxw3ca04sjdofe Eduardo Cimbali 0 195422 1221416 2022-08-07T20:30:30Z AnjaQantina 1348 Nuova pagina wikitext text/x-wiki '''Eduardo Cimbali''' (1862 – 1934), giurista e accademico italiano. ==Citazioni su Eduardo Cimbali== *{{NDR|Sul libro ''Concetto scientifico di Patria''}} Se è stato possibile in certo qual modo, umanizzare il diritto di guerra, non vedo perchè, in un avvenire certo lontano, non debbano trionfare le idee del Cimbali, delle quali nessun uomo intelligente ed onesto può impugnare il fondamento d'equità e di giustizia. È per ora, in Italia, una voce quasi isolata, non conclamante nel deserto. Attorno al Cimbali sta una salda, se non ancora numerosa, schiera di giovani ed entusiastiche intelligenze. Diamo tempo al tempo: e cioè lasciamo che alle cattedre universitarie salgano gli odierni discepoli, lasciamo che l'ambiente vada permeandosi delle nuove idee; e i principi insegnati e difesi con tanto ardore da Edoardo Cimbali, saluteranno pure il giorno del loro trionfo. Bisognerebbe dubitare della giustizia, per pensarla direttamente. Venti anni di lotte sostenute con indomita fede, debbono pur contare qualche cosa. Perchè, dunque, dobbiamo disperar noi? Noi che nulla sentiamo di potere opporre alla bontà de' suoi insegnamenti?<ref>Dal giornale ''Perseveranza''; citato da Alberto Merlani nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg23/sed347.pdf Tornata del 12 giugno 1911] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Cimbali, Eduardo}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Giuristi italiani]] mbfg4u1gs3v39mvn7pkpkd992jap2jn Acquaiolo 0 195423 1221427 2022-08-07T22:51:34Z Sun-crops 10277 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} *Citazioni sull''''acquaiolo''' o '''acquafrescaio'''. *Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc<nowiki>'</nowiki>'a neve!»<ref>«Acquaiolo, l'acqua è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!» Si chiede all'oste se il suo vino è buono?</ref> ([[modi di dire napoletani|modo di dire napoletano]]) *''Quanto più il viandante, con gli occhi in su | verso di lei, aperte le dita lento beve, | tanto l'acquaiola rende | ancora più esile il filo, già esile, d'[[acqua]].'' ([[Hāla]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Acqua]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} {{s}} [[Categoria:Professioni nei servizi]] oenxp885o2nxi7q5s1qrwgy7m0z3rg8 1221444 1221427 2022-08-08T01:14:57Z Danyele 19198 fix wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sull''''acquaiolo''' o '''acquafrescaio'''. *Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc<nowiki>'</nowiki>'a neve!»<ref>«Acquaiolo, l'acqua è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!» Si chiede all'oste se il suo vino è buono?</ref> ([[modi di dire napoletani|modo di dire napoletano]]) *''Quanto più il viandante, con gli occhi in su | verso di lei, aperte le dita lento beve, | tanto l'acquaiola rende | ancora più esile il filo, già esile, d'[[acqua]].'' ([[Hāla]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Acqua]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} {{s}} [[Categoria:Professioni nei servizi]] 90xzi1s2kl89ehggmwb3utylj1s2ljl Annika Morgan 0 195424 1221429 2022-08-07T23:37:27Z Danyele 19198 Creata pagina con "'''Annika Morgan''' (2002 – vivente), snowboarder tedesca. ==Citazioni di Annika Morgan== {{cronologico}} *{{NDR|Tra lo snowboard e il pattinaggio artistico praticato agli esordi, «le piacciono entrambi gli sport in egual misura?»}} Direi che lo snowboard è più divertente, ma quando sono sul ghiaccio mi diverto tantissimo. Ciò che mi infastidiva era la pressione — e il fatto di dover conoscere a memoria un'intera coreografia. Questo mi stressava molto. Una vol..." wikitext text/x-wiki '''Annika Morgan''' (2002 – vivente), snowboarder tedesca. ==Citazioni di Annika Morgan== {{cronologico}} *{{NDR|Tra lo snowboard e il pattinaggio artistico praticato agli esordi, «le piacciono entrambi gli sport in egual misura?»}} Direi che lo snowboard è più divertente, ma quando sono sul ghiaccio mi diverto tantissimo. Ciò che mi infastidiva era la pressione — e il fatto di dover conoscere a memoria un'intera coreografia. Questo mi stressava molto. Una volta sono rimasta in piedi sul ghiaccio e ho pianto perché ho avuto un blackout e non sapevo cosa fare. È stato traumatizzante per me. :{{NDR|«''Machen Ihnen beide Sportarten gleich viel Spaß?''»}} ''Ich würde schon sagen, dass mir Snowboarden mehr Spaß macht, aber wenn ich auf dem Eis stehe, habe ich sooo viel Spaß. Was mich gestört hat, war halt der Druck — und dass ich eine ganze Kür auswendig können musste. Das hat mich mega gestresst. Einmal stand ich auf dem Eis und hab geheult, weil ich einen Blackout hatte und nicht mehr weiterwusste. Das war traumatisierend für mich.''<ref>{{de}} Dall'intervista di Uli Kellner, ''[https://www.tz.de/sport/wintersport/snowboard-interview-mit-big-air-ass-annika-morgan-steamboat-eisklunstlauf-mittenwald-weltcup-olympia-big-air-slopestye-zr-91193965.html „Ein Doppel-Axel ist schwerer als ein Backside 1080“]'', ''Tz.de'', 21 dicembre 2021.</ref> *A volte mi vengono in mente brutti pensieri, come quello di inclinarmi durante il salto e cadere di testa. {{NDR|La paura non è}} così grande da impedirmi di osare e mettermi a piangere: ma cerco di bloccarla, altrimenti mi spavento ancora di più. :''Manchmal kommen schlimme Gedanken in meinen Kopf, wie ich beim Sprung verkante und auf den Kopf falle.'' {{NDR|''Die Furcht sei zwar''}} ''nicht so groß, dass ich mich nicht trauen und heulen würde: Aber ich versuche das auszublenden, sonst bekomme ich nur mehr Angst.''<ref>{{de}} Dall'intervista ''[https://www.teamdeutschland.de/news/details/snowboarderin-morgan-und-die-angst-vor-dem-sturz Snowboarderin Morgan und die Angst vor dem Sturz]'', ''Teamdeutschland.de'', 3 febbraio 2022.</ref> *{{NDR|Sull'allenamento}} Lavoriamo molto con i pesi sulla forza e sulla resistenza. Inoltre, facciamo molti squat per poter resistere alle sollecitazioni quando atterriamo [...]. Anche se di solito non capisco poi molto quando sono in aria. Si tratta di un movimento automatico. Più spesso faccio un movimento, più i miei muscoli si abituano a come deve funzionare. :''Wir arbeiten sehr viel mit Gewichten an der Maximalkraft und der Kraftausdauer. Dazu machen wir viele Kniebeugen, damit wir die Kräfte bei der Landung aushalten [...]. Ich verstehe in der Luft meistens auch nicht viel. Es ist eher eine automatische Bewegung. Je öfter ich einen Trick mache, desto mehr gewöhnen sich meine Muskeln daran, wie es ablaufen soll.<ref>{{de}} Dall'intervista di Rouven Chlebna, ''[https://www.welt.de/sport/olympia/article236703637/Olympia-2022-Deutsche-Snowboarderin-Annika-Morgan-ueberrascht-im-Finale.html „Mein Bruder hat im Wettkampf angerufen und meinte: ‚Du kannst eine Medaille holen‘“]'', ''Welt.de'', 6 febbraio 2022.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Morgan, Annika}} [[Categoria:Snowboarder]] [[Categoria:Sportivi tedeschi]] tt2jpihm07pq3hgy8fymzgrtehzh1w3 Manuela Benelli 0 195425 1221431 2022-08-08T00:02:48Z Danyele 19198 Creata pagina con "'''Manuela Benelli''' (1963 – vivente), allenatrice di pallavolo ed ex pallavolista italiana. {{Int2|''[https://web.archive.org/web/20160226082851/http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/48810/nel-volley-c-e-chi-sceglie-le-giocatriciin-base-a-come-portano-i-pantaloncini.html «Nel volley c'è chi sceglie le giocatrici in base a come portano i pantaloncini»]''|Intervista di Andrea Alberizia, ''Ravennaedintorni.it'', 24 febbraio 2016.}} *La condizione della donn..." wikitext text/x-wiki '''Manuela Benelli''' (1963 – vivente), allenatrice di pallavolo ed ex pallavolista italiana. {{Int2|''[https://web.archive.org/web/20160226082851/http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/48810/nel-volley-c-e-chi-sceglie-le-giocatriciin-base-a-come-portano-i-pantaloncini.html «Nel volley c'è chi sceglie le giocatrici in base a come portano i pantaloncini»]''|Intervista di Andrea Alberizia, ''Ravennaedintorni.it'', 24 febbraio 2016.}} *La condizione della donna nello sport italiano è a livelli medioevali. [...] Ci sono ancora dirigenti che ingaggiano le giocatrici in base a come stanno con i pantaloncini... *{{NDR|«[...] non è vero il ritornello degli sport minori come isola felice dell'etica?»}} Dobbiamo capirci su cosa intendiamo per etica. Se intendiamo uguali diritti e doveri per tutti allora ne troviamo poca in pochi sport, soprattutto tra quelli minori. Nell'universo sportivo accade quello che accade nella vita quotidiana: a parità di sacrifici e impegno la donna è nettamente discriminata per ingaggio, visibilità, rimborso sportivo. Nessuna sportiva italiana ha lo stato di professionista in nessuno sport italiano. Siamo ancora al punto in cui se la donna rimane incinta le viene strappato il contratto. *{{NDR|«Nessuna differenza tra sport minori e il tanto criticato calcio?»}} Tra il pubblico o i praticanti della [[pallavolo]] non si arriverà mai ad avere qualcuno che minaccia l'arbitro. [...] Chi pratica volley sa che anche arrivando ai massimi livelli non potrà vivere di quello per tutta la vita e quindi spesso dietro a chi gioca c'è un titolo di studio. La pallavolo ha un ambiente con una cultura un po' più alta. *Ai genitori mi sento di dire che nella scelta dell'attività sportiva per i figli non si tenga conto solo della comodità per arrivare al campo o del costo economico ma anche la figura dell'istruttore è importante. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Benelli, Manuela}} [[Categoria:Pallavolisti italiani]] [[Categoria:Allenatori di pallavolo italiani]] 0wxi70el4fmjtprib0xwzgy789ms8cv Janine Flock 0 195426 1221438 2022-08-08T00:56:40Z Danyele 19198 Creata pagina con "[[File:2020-02-23 IBSF World Championships Bobsleigh and Skeleton Altenberg 1DX 6170 by Stepro.jpg|thumb|Janine Flock (2020)]] '''Janine Flock''' (1989 – vivente), skeletonista austriaca. ==Citazioni di Janine Flock== {{cronologico}} *{{NDR|«Janine, come hai scoperto la passione per lo skeleton [...]? Cosa o chi ti ha ispirato?»}} La sensazione di poter controllare la slitta a testa alta e ad alta velocità sul ghiaccio. Mi piacciono i diversi profili delle piste..." wikitext text/x-wiki [[File:2020-02-23 IBSF World Championships Bobsleigh and Skeleton Altenberg 1DX 6170 by Stepro.jpg|thumb|Janine Flock (2020)]] '''Janine Flock''' (1989 – vivente), skeletonista austriaca. ==Citazioni di Janine Flock== {{cronologico}} *{{NDR|«Janine, come hai scoperto la passione per lo skeleton [...]? Cosa o chi ti ha ispirato?»}} La sensazione di poter controllare la slitta a testa alta e ad alta velocità sul ghiaccio. Mi piacciono i diversi profili delle piste e anche lavorare sulla tecnologia della slitta per trovare il modo di essere più veloce in ogni parte di questo sport. :{{NDR|«''Janine, how did you discover the skeleton passion [...]? What or who inspired you?''»}} ''The feeling to control the sled head first with high speed on the ice. I love the different rhythms of the tracks and also to work on the sled technique to find ways to get faster on every different part of this sport.''<ref>{{en}} Da Meryem Aksoy, ''[https://www.bontena.com/contents/2019/03/Interview-with-Janine-Flock-Three-time-European-Champion-and-2015-Overall-World-Cup-Winner-Skeleton-Athlete-19032001 Interview with Janine Flock, Three-time European Champion and 2015 Overall World Cup Winner Skeleton Athlete]'', ''Bontena.com'', 20 marzo 2019.</ref> *La frenesia e la presunzione non portano da nessuna parte nello [[skeleton]]. Un buon skeletonista deve essere calmo. Naturalmente, all'inizio è necessaria la massima velocità e potenza. Ma poi è la sensazione del corpo che conta, devi essere in grado di lasciarti andare, ma devi essere molto concentrato ogni secondo. :''Hektik und Übermut bringen dich beim Skeleton nicht weiter. Eine gute Fahrerin muss ruhig sein. Klar, beim Start brauchst du den vollen Speed und die Kraft. Danach zählt aber das Körpergefühl, du musst dich fallen lassen können, in jeder Sekunde aber hoch konzentriert sein.''<ref>{{de}} Dall'intervista di Sabrina Luttenberger, ''[https://www.redbull.com/at-de/theredbulletin/janine-flock-skeleton-weltcupsiegerin-interview Janine Flock: „Wenn du startest, musst du’s durchziehen“]'', ''Redbull.com'', 13 dicembre 2021.</ref> {{Int2|{{de}} ''[https://www.oeamtc.at/autotouring/menschen/interview-janine-flock-49017327 Interview: Janine Flock]''|Alexander Fischer, ''Oeamtc.at'', gennaio 2022.}} *{{NDR|«Sto cercando di immaginare cosa si prova ad andare a 140 km/h nel canale di ghiaccio. Dopotutto, è proprio questa la velocità che a volte si raggiunge. È paragonabile alla guida di una moto?»}} Mh. Lo descriverei come simile, ma diverso. Nel canale di ghiaccio, tutto è ancora più preciso perché prestiamo molta attenzione alla forma aerodinamica estrema che dobbiamo assumere sulla slitta. In termini di sensazioni è probabilmente più simile a una macchina da corsa, quando ci si rannicchia il più possibile dietro il parabrezza e si sente il vento scorrere su di esso. :{{NDR|«''Ich versuche mir gerade vorzustellen, wie sich 140 km/h im Eiskanal anfühlen. Denn so schnell seid ihr ja teilweise unterwegs. Ist das mit Motorradfahren vergleichbar?''»}} ''Hm. Ich würde es als ähnlich, aber anders beschreiben. Im Eiskanal ist alles noch zugespitzter, weil wir doch sehr auf diese extreme aerodynamische Form achten, die wir am Schlitten einnehmen müssen. Vom Gefühl her ähnelt es vermutlich am ehesten einer Rennmaschine, wenn man sich hinter der Scheibe möglichst kompakt zusammenkauert und den Wind drüberströmen spürt.'' *{{NDR|«Ricorda ancora la sua prima gara?»}} Credo che fosse una gara per il campionato tirolese. All'epoca avevamo tute da corsa arancioni con fiamme stampate sui fianchi, erano davvero stravaganti — me lo ricordo ancora chiaramente. Non ricordo molto della gara in sé. Ma ricordo ancora molto bene la mia prima corsa in assoluto. [...] Emozionante, ero molto nervosa prima della partenza e indossavo un casco senza visiera. Il problema è che all'epoca, poiché era di moda, ero anche molto truccata, con il mascara e tutto il resto. Il vento mi fece uscire così tante lacrime dagli occhi che il mio viso divenne ben presto completamente nero. :{{NDR|«''Kannst du dich noch an deinen allerersten Lauf in einem Wettkampf erinnern?''»}} ''Ich glaube, das war ein Lauf zur Tiroler Meisterschaft. Wir hatten damals blitzorange Rennanzüge mit seitlich aufgedruckten Flammen, die waren richtig fancy – daran kann ich mich noch genau erinnern. Von der Fahrt selbst weiß ich nicht mehr so viel. Aber ich kann mich noch sehr gut an meine allererste Fahrt überhaupt erinnern. [...] Aufregend, ich war vor dem Start total nervös und hatte einen Helm ohne Visier auf. Das Problem daran war, dass ich damals, weil es halt modern war, auch ziemlich stark mit Kajal und allem Drum und Dran geschminkt war. Durch den Fahrtwind hat es mir dann derart die Tränen aus den Augen gedrückt, dass ich im Gesicht bald überall schwarz war.'' *{{NDR|«Per la maggior parte delle persone il ghiaccio è solo duro, freddo e fragile — in che modo si percepisce il ghiaccio?»}} Il ghiaccio può essere davvero molto diverso. Si parte dall'acqua, che è diversa in ogni paese. A volte l'acqua utilizzata per costruire la pista di ghiaccio viene trattata ulteriormente e anche la temperatura di lavorazione è determinante. Si spruzza con acqua calda o fredda? Poi c'è anche la domanda: l'acqua viene spruzzata in grandi quantità o viene solo nebulizzata? Una pista di ghiaccio naturale come quella di St. Moritz, formata da neve e acqua, è molto diversa da una pista di ghiaccio artificiale. Molto dipende anche dalle macchine e dagli strumenti utilizzati per costruire la pista. Per non parlare delle condizioni esterne (temperatura, umidità, ecc.) che influenzano la superficie del ghiaccio. Quindi il ghiaccio è diverso su ogni pista. :{{NDR|«''Für die meisten Menschen ist Eis einfach nur hart, kalt und spröde — wie erlebst du Eis?''»}} ''Eis kann wirklich sehr unterschiedlich sein. Das beginnt schon beim Wasser, das in jedem Land unterschiedlich ist. Manchmal wird das Wasser, mit dem sie die Bahn aufbauen, noch zusätzlich aufbereitet, auch die Bearbeitungstemperatur ist entscheidend. Spritzen sie mit warmen oder kalten Wasser auf? Dann stellt sich auch noch die Frage: Spritzen sie das Wasser in großen Mengen auf, oder sprühen sie nur? Eine Natureisbahn so wie in St. Moritz, die aus Schnee und Wasser geformt wird, fühlt sich dann noch einmal ganz anders als eine Kunsteisbahn an. Viel hängt auch davon ab, mit welchen Maschinen bzw. Werkzeugen die Bahn gebaut wird. Nicht zu vergessen die äußeren Bedingungen (Anmerkung: Temperatur, Luftfeuchtigkeit etc.), die sich auf die Eis-Oberfläche auswirken. Also das Eis fühlt sich wirklich auf jeder Bahn anders an.'' ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Sportivi austriaci|Flock, Janine]] ea9cntmymium5ydef2qcbifqxiauhac 1221442 1221438 2022-08-08T01:11:05Z Danyele 19198 fix wl wikitext text/x-wiki [[File:2020-02-23 IBSF World Championships Bobsleigh and Skeleton Altenberg 1DX 6170 by Stepro.jpg|thumb|Janine Flock (2020)]] '''Janine Flock''' (1989 – vivente), skeletonista austriaca. ==Citazioni di Janine Flock== {{cronologico}} *{{NDR|«Janine, come hai scoperto la passione per lo [[skeleton]] [...]? Cosa o chi ti ha ispirato?»}} La sensazione di poter controllare la slitta a testa alta e ad alta velocità sul ghiaccio. Mi piacciono i diversi profili delle piste e anche lavorare sulla tecnologia della slitta per trovare il modo di essere più veloce in ogni parte di questo sport. :{{NDR|«''Janine, how did you discover the skeleton passion [...]? What or who inspired you?''»}} ''The feeling to control the sled head first with high speed on the ice. I love the different rhythms of the tracks and also to work on the sled technique to find ways to get faster on every different part of this sport.''<ref>{{en}} Da Meryem Aksoy, ''[https://www.bontena.com/contents/2019/03/Interview-with-Janine-Flock-Three-time-European-Champion-and-2015-Overall-World-Cup-Winner-Skeleton-Athlete-19032001 Interview with Janine Flock, Three-time European Champion and 2015 Overall World Cup Winner Skeleton Athlete]'', ''Bontena.com'', 20 marzo 2019.</ref> *La frenesia e la presunzione non portano da nessuna parte nello skeleton. Un buon skeletonista deve essere calmo. Naturalmente, all'inizio è necessaria la massima velocità e potenza. Ma poi è la sensazione del corpo che conta, devi essere in grado di lasciarti andare, ma devi essere molto concentrato ogni secondo. :''Hektik und Übermut bringen dich beim Skeleton nicht weiter. Eine gute Fahrerin muss ruhig sein. Klar, beim Start brauchst du den vollen Speed und die Kraft. Danach zählt aber das Körpergefühl, du musst dich fallen lassen können, in jeder Sekunde aber hoch konzentriert sein.''<ref>{{de}} Dall'intervista di Sabrina Luttenberger, ''[https://www.redbull.com/at-de/theredbulletin/janine-flock-skeleton-weltcupsiegerin-interview Janine Flock: „Wenn du startest, musst du’s durchziehen“]'', ''Redbull.com'', 13 dicembre 2021.</ref> {{Int2|{{de}} ''[https://www.oeamtc.at/autotouring/menschen/interview-janine-flock-49017327 Interview: Janine Flock]''|Alexander Fischer, ''Oeamtc.at'', gennaio 2022.}} *{{NDR|«Sto cercando di immaginare cosa si prova ad andare a 140 km/h nel canale di ghiaccio. Dopotutto, è proprio questa la velocità che a volte si raggiunge. È paragonabile alla guida di una moto?»}} Mh. Lo descriverei come simile, ma diverso. Nel canale di ghiaccio, tutto è ancora più preciso perché prestiamo molta attenzione alla forma aerodinamica estrema che dobbiamo assumere sulla slitta. In termini di sensazioni è probabilmente più simile a una macchina da corsa, quando ci si rannicchia il più possibile dietro il parabrezza e si sente il vento scorrere su di esso. :{{NDR|«''Ich versuche mir gerade vorzustellen, wie sich 140 km/h im Eiskanal anfühlen. Denn so schnell seid ihr ja teilweise unterwegs. Ist das mit Motorradfahren vergleichbar?''»}} ''Hm. Ich würde es als ähnlich, aber anders beschreiben. Im Eiskanal ist alles noch zugespitzter, weil wir doch sehr auf diese extreme aerodynamische Form achten, die wir am Schlitten einnehmen müssen. Vom Gefühl her ähnelt es vermutlich am ehesten einer Rennmaschine, wenn man sich hinter der Scheibe möglichst kompakt zusammenkauert und den Wind drüberströmen spürt.'' *{{NDR|«Ricorda ancora la sua prima gara?»}} Credo che fosse una gara per il campionato tirolese. All'epoca avevamo tute da corsa arancioni con fiamme stampate sui fianchi, erano davvero stravaganti — me lo ricordo ancora chiaramente. Non ricordo molto della gara in sé. Ma ricordo ancora molto bene la mia prima corsa in assoluto. [...] Emozionante, ero molto nervosa prima della partenza e indossavo un casco senza visiera. Il problema è che all'epoca, poiché era di moda, ero anche molto truccata, con il mascara e tutto il resto. Il vento mi fece uscire così tante lacrime dagli occhi che il mio viso divenne ben presto completamente nero. :{{NDR|«''Kannst du dich noch an deinen allerersten Lauf in einem Wettkampf erinnern?''»}} ''Ich glaube, das war ein Lauf zur Tiroler Meisterschaft. Wir hatten damals blitzorange Rennanzüge mit seitlich aufgedruckten Flammen, die waren richtig fancy – daran kann ich mich noch genau erinnern. Von der Fahrt selbst weiß ich nicht mehr so viel. Aber ich kann mich noch sehr gut an meine allererste Fahrt überhaupt erinnern. [...] Aufregend, ich war vor dem Start total nervös und hatte einen Helm ohne Visier auf. Das Problem daran war, dass ich damals, weil es halt modern war, auch ziemlich stark mit Kajal und allem Drum und Dran geschminkt war. Durch den Fahrtwind hat es mir dann derart die Tränen aus den Augen gedrückt, dass ich im Gesicht bald überall schwarz war.'' *{{NDR|«Per la maggior parte delle persone il ghiaccio è solo duro, freddo e fragile — in che modo si percepisce il ghiaccio?»}} Il ghiaccio può essere davvero molto diverso. Si parte dall'acqua, che è diversa in ogni paese. A volte l'acqua utilizzata per costruire la pista di ghiaccio viene trattata ulteriormente e anche la temperatura di lavorazione è determinante. Si spruzza con acqua calda o fredda? Poi c'è anche la domanda: l'acqua viene spruzzata in grandi quantità o viene solo nebulizzata? Una pista di ghiaccio naturale come quella di St. Moritz, formata da neve e acqua, è molto diversa da una pista di ghiaccio artificiale. Molto dipende anche dalle macchine e dagli strumenti utilizzati per costruire la pista. Per non parlare delle condizioni esterne (temperatura, umidità, ecc.) che influenzano la superficie del ghiaccio. Quindi il ghiaccio è diverso su ogni pista. :{{NDR|«''Für die meisten Menschen ist Eis einfach nur hart, kalt und spröde — wie erlebst du Eis?''»}} ''Eis kann wirklich sehr unterschiedlich sein. Das beginnt schon beim Wasser, das in jedem Land unterschiedlich ist. Manchmal wird das Wasser, mit dem sie die Bahn aufbauen, noch zusätzlich aufbereitet, auch die Bearbeitungstemperatur ist entscheidend. Spritzen sie mit warmen oder kalten Wasser auf? Dann stellt sich auch noch die Frage: Spritzen sie das Wasser in großen Mengen auf, oder sprühen sie nur? Eine Natureisbahn so wie in St. Moritz, die aus Schnee und Wasser geformt wird, fühlt sich dann noch einmal ganz anders als eine Kunsteisbahn an. Viel hängt auch davon ab, mit welchen Maschinen bzw. Werkzeugen die Bahn gebaut wird. Nicht zu vergessen die äußeren Bedingungen (Anmerkung: Temperatur, Luftfeuchtigkeit etc.), die sich auf die Eis-Oberfläche auswirken. Also das Eis fühlt sich wirklich auf jeder Bahn anders an.'' ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Sportivi austriaci|Flock, Janine]] 2zbsl5us4lxv7ba46vqwss16w2n42sh Skeleton 0 195427 1221443 2022-08-08T01:12:49Z Danyele 19198 Creata pagina con "{{voce tematica}} [[File:2020-02-27 1st run Men's Skeleton (Bobsleigh & Skeleton World Championships Altenberg 2020) by Sandro Halank–347.jpg|thumb|Una gara di skeleton (2020)]] Citazioni sullo '''skeleton''' e sugli '''skeletonisti'''. ===[[Janine Flock]]=== *{{NDR|«Ricorda ancora la sua prima gara?»}} Credo che fosse una gara per il campionato tirolese. All'epoca avevamo tute da corsa arancioni con fiamme stampate sui fianchi, erano davvero stravaganti — me lo..." wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:2020-02-27 1st run Men's Skeleton (Bobsleigh & Skeleton World Championships Altenberg 2020) by Sandro Halank–347.jpg|thumb|Una gara di skeleton (2020)]] Citazioni sullo '''skeleton''' e sugli '''skeletonisti'''. ===[[Janine Flock]]=== *{{NDR|«Ricorda ancora la sua prima gara?»}} Credo che fosse una gara per il campionato tirolese. All'epoca avevamo tute da corsa arancioni con fiamme stampate sui fianchi, erano davvero stravaganti — me lo ricordo ancora chiaramente. Non ricordo molto della gara in sé. Ma ricordo ancora molto bene la mia prima corsa in assoluto. [...] Emozionante, ero molto nervosa prima della partenza e indossavo un casco senza visiera. Il problema è che all'epoca, poiché era di moda, ero anche molto truccata, con il mascara e tutto il resto. Il vento mi fece uscire così tante lacrime dagli occhi che il mio viso divenne ben presto completamente nero. *La frenesia e la presunzione non portano da nessuna parte nello skeleton. Un buon skeletonista deve essere calmo. Naturalmente, all'inizio è necessaria la massima velocità e potenza. Ma poi è la sensazione del corpo che conta, devi essere in grado di lasciarti andare, ma devi essere molto concentrato ogni secondo. *{{NDR|«Janine, come hai scoperto la passione per lo skeleton [...]? Cosa o chi ti ha ispirato?»}} La sensazione di poter controllare la slitta a testa alta e ad alta velocità sul ghiaccio. Mi piacciono i diversi profili delle piste e anche lavorare sulla tecnologia della slitta per trovare il modo di essere più veloce in ogni parte di questo sport. *{{NDR|«Sto cercando di immaginare cosa si prova ad andare a 140 km/h nel canale di ghiaccio. Dopotutto, è proprio questa la velocità che a volte si raggiunge. È paragonabile alla guida di una moto?»}} Mh. Lo descriverei come simile, ma diverso. Nel canale di ghiaccio, tutto è ancora più preciso perché prestiamo molta attenzione alla forma aerodinamica estrema che dobbiamo assumere sulla slitta. In termini di sensazioni è probabilmente più simile a una macchina da corsa, quando ci si rannicchia il più possibile dietro il parabrezza e si sente il vento scorrere su di esso. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sullo}} [[Categoria:Discipline sportive]] rbbjl5sf2bkj0o06jb29b8ngcjc3lua Discussioni utente:CasieCarver 3 195428 1221449 2022-08-08T06:00:12Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:00, 8 ago 2022 (CEST)}} 5q3r6cq0w0py18mle2pla59zzsh28uv Discussioni utente:Sicilia456 3 195429 1221451 2022-08-08T06:15:33Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:15, 8 ago 2022 (CEST)}} 8kv072hrzy3ygvzpcxemmoaayzqm5bw Discussioni utente:NinaTrouton4 3 195430 1221455 2022-08-08T06:50:11Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:50, 8 ago 2022 (CEST)}} 4wcrczp6olhwcl95i607i715gxd82p2 Discussioni utente:Mugenpman 3 195431 1221456 2022-08-08T06:55:04Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:55, 8 ago 2022 (CEST)}} qpnpghmkf9pi6i37spujlxzb132c43b Discussioni utente:Spiedino diporco 3 195432 1221457 2022-08-08T07:30:47Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 09:30, 8 ago 2022 (CEST)}} bs51fojpox1mg0akpfoq1513jtldrkc Discussioni utente:DiggZen 3 195433 1221459 2022-08-08T08:20:35Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:20, 8 ago 2022 (CEST)}} hk4x5mgxb56tpngu516usak01csv2ia Discussioni utente:Leudicus 0 3 195434 1221460 2022-08-08T08:35:04Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:35, 8 ago 2022 (CEST)}} o9420di8m8t8pmn9ku610s44okpn4jo Discussioni utente:Bethfyr 3 195435 1221461 2022-08-08T08:55:08Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:55, 8 ago 2022 (CEST)}} 6n2lrc334shzgus5juekhe4ld07pu7v Discussioni utente:Eddiethehead13 3 195436 1221462 2022-08-08T09:10:04Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:10, 8 ago 2022 (CEST)}} rpph3qg9cnaluwyk6jvchsuxl4s95nh Discussioni utente:Axexxanxer198 3 195437 1221463 2022-08-08T09:40:05Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:40, 8 ago 2022 (CEST)}} ti4bxoaua7xujpjerovi0itoeuh7e50 Discussioni utente:Roberto Pistillo 3 195438 1221464 2022-08-08T10:35:01Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 12:35, 8 ago 2022 (CEST)}} gbgz68s43nkvmk4fvddbo3swl3w33vd Discussioni utente:DougNovaes 3 195439 1221465 2022-08-08T10:40:11Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 12:40, 8 ago 2022 (CEST)}} 3tmtzk08a8sadler1l628ina9peti9g Discussioni utente:AshliLeavitt 3 195440 1221471 2022-08-08T11:35:33Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 13:35, 8 ago 2022 (CEST)}} 82f21v1x1nwsfewarmih27alpuo6lmi Paycheck 0 195441 1221472 2022-08-08T11:49:50Z Udiki 86035 Creata pagina con "{{Film |titoloitaliano = Paycheck |titolooriginale = |lingua originale = inglese |immagine= |didascalia= |paese = Stati Uniti d'America |anno uscita = 2003 |durata = 119 min |genere = fantascienza |genere 2 = azione |genere 3 = thriller |regista = [[John Woo]] |soggetto = [[Philip K. 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Hall]]: Agente Klein *[[Peter Friedman]]: Procuratore Generale Brown *[[Kathryn Morris]]: Rita Dunne *[[Ivana Miličević]]: Maya-Rachel *[[Fulvio Cecere]]: Agente Fuman |doppiatori italiani= *[[Fabio Boccanera]]: Michael Jennings *[[Angelo Maggi]]: James Rethrick *[[Francesca Fiorentini]]: Dr. Rachel Porter *[[Pasquale Anselmo]]: Shorty *[[Stefano De Sando]]: John Wolfe *[[Roberto Draghetti]]: Agente Dodge *[[Enrico Di Troia]]: Agente Klein *[[Luca Biagini]]: Procuratore Generale Brown *[[Alessandra Korompay]]: Maya-Rachel |fotografo = [[Jeffrey L. Kimball]] |montatore = [[Christopher Rouse]], [[Kevin Stitt (montatore)|Kevin Stitt]] |effetti speciali = [[Al Di Sarro]], [[Gregory L. McMurry]] |musicista = [[John Powell]] |scenografo = [[William Sandell]], [[Sandy Cochrane]], [[Elizabeth Wilcox]] |costumista = [[Erica Edell Phillips]] |truccatore = [[Norma Hill-Patton]], [[Ilona Herman]], [[John E. Jackson]] }} '''''Paycheck''''', film statunitense del 2003 con [[Ben Affleck]], [[Aaron Eckhart]] e [[Uma Thurman]], regia di [[John Woo]]. {{tagline|Ha visto il suo futuro e ha deciso di cambiarlo.}} ==Frasi== {{cronologico}} *Se indichi a qualcuno il suo [[futuro]], non avrà più futuro. Priva la gente del mistero e la priverai della speranza. ('''Michael Jennings''') ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Paycheck''}} {{s}} [[Categoria:Film di fantascienza]] [[Categoria:Film statunitensi]] p6s0596d4npuswpz2q4617pr0fro9p5